Konstantin

di Little_Lotte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuga ***
Capitolo 2: *** Chiacchiere e Nuove Direzioni ***
Capitolo 3: *** Attimi di vita ***
Capitolo 4: *** Nuovi Sogni e Antiche Maledizioni ***
Capitolo 5: *** Alta velocità ***
Capitolo 6: *** Aver paura di innamorarsi troppo ***
Capitolo 7: *** A passo di danza ***
Capitolo 8: *** Un salto nel vuoto ***
Capitolo 9: *** Ricordi e compromessi ***
Capitolo 10: *** Sotto Pressione ***
Capitolo 11: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 12: *** Con te o senza di te ***
Capitolo 13: *** L' Ultima battaglia ***
Capitolo 14: *** L' Inizio ***



Capitolo 1
*** Fuga ***


San Pietroburgo, Russia, 1917.

A Palazzo D'Inverno la famiglia reale Romanov  aveva organizzato un lussuosissimo ed elengantissimo ballo, per  festeggiare il trecentesimo anniversario della sua ascesa al potere.

Erano presenti tutte le famiglie più ricche e nobili di Russia e dintorni ed erano tutti estremamente orgogliosi di essere lì per celebrare la grandezza e la magnificenza della famiglia Romanov.

Lo zar NikolaJ regnava ormai da quasi vent'anni, assieme a sua moglie Alexandra e nonostante le insistenti pressioni da parte del popolo, insoddisfatto delle proprie condizioni di vita, e le continue minacce di rivolta, viveva la sua vita all'insegna del lusso e godeva di grandi poteri ed immensi privilegi.

A festeggiare assieme a loro quell'evento così importante, c'erano anche l'Imperatrice Maria, madre di Nicolay, e tutti i loro figli, compreso il più piccolo, Konstantin Romanov, che all'epoca non aveva ancora compiuto dieci anni.

Il piccolo Konstantin era senza dubbio il grande protagonista della serata; tutti erano affascinati dalla sua dolcezza e dalla bellezza dei suoi lineamenti.

Aveva due enormi e dolcissimi occhi azzurri, capelli color miele e una pelle candida e delicata, che lo rendeva molto simile ad una bambola di porcellana; era proprio così che veniva chiamato affettuosamente da tutti in famiglia, in particolare da sua nonna, che aveva una certa predilezione per il più piccolo dei suoi nipoti.

Anche il piccolo Konstantin era estremamente affezionato a sua nonna, a tal punto da volere a tutti i costi che rimandasse la sua partenza per Parigi, città nella quale aveva da diversi anni stabilito la sua ufficiale residenza.

Per rendere meno dolorosa quella separazione, l'imperatrice aveva fatto preparare un dono speciale al suo nipotino, un ricordo che potesse in qualche modo farlo sentire meno solo senza la sua adorata nonna.

<< Ecco a te Porcellana. >> gli aveva detto dolcemente, mettendogli in mano una scatolina dorana, adornata di tante piccole gemme.

Il bambino prese la scatolina fra le mani, guardando prima questa e poi sua nonna con sguardo sognante.

<< Che cosa è? >> chiese curiosamente.

L'imperatrice non rispose, ma gli rivolse un dolcissimo sorriso e con una piccola chiave che teneva al collo, appesa ad una sottilissima catenina dorata, aprì il cofanetto, che si rivelò essere un graziosissimo carillon, dal quale proveniva una soave melodia, molto familiare alle orecchie di Konstantin.

<< Oh, ma è un carillon! >> esclamò il bambino allegramente << E suona la nostra ninna nanna! >>

<< Potrai ascoltarla tutte le sere prima di addormentarti! >> disse l'imperatrice, accarezzando il viso di Konstantin << E in questo modo non sentirai troppo la mia mancanza. >>

Konstantin sorrise e si mise a canticchiare sottovoce quella dolce melodia.

L'imperatrice chiuse gli occhi e sospirò, beandosi di quella musica meravigliosa; aveva sempre creduto che Konstantin avesse una voce stupenda e che ascoltarlo cantare fosse come sentir cantare un angelo.

Aspettò che il bambino avesse smesso di cantare, per riaprire gli occhi e rivolgergli un altro tenero sorriso.

<< Guarda dentro la scatolina. >> disse << Non vedi niente? >>

Konstantin andò ad esplorare attentamente il contenuto del carillon e scoprì che si, c'era veramente qualcosa dentro: un piccolo ciondolo a forma di fiore, appeso ad una graziosa catenina d'argento.

Lo estrasse dalla scatolina e lo studiò con la massima attenzione; sul retro c'era una sottile incisione, talmente piccola che sembrava quasi non volesse farsi leggere, ma che Konstantin riuscì comunque a decifrare.

Insieme a Parigi.

Konstantin alzò gli occhi dal ciondolo e guardò intensamente sua nonna.

<< Dici..dici davvero?! >> domandò con la voce che tremava per via dell'emozione << Potrò davvero venire con te a Parigi?! >>

<< Se tu lo vuoi, Porcellana. >> rispose l'Imperatrice, guardandolo con sguardo amorevole << Io ne sarei immensamente felice. >>

<< Oh, nonna! >>

Gli occhi del piccolo Romanov si riempirono di lacrime e si gettò fra le braccia della nonna, che se lo strinse forte al petto, ridendo e baciandolo dolcemente sulla fronte.

Quella sembrava essere davvero la serata più bella di tutta la loro vita, una serata incredibilmente perfetta, alla quale ne sarebbero seguite ancora altre, ancora più meravigliose.

Ma qualcosa andò storto.

Per quanto bella e incredibilmente emozionante fosse quella festa, non tutti sembravano gioirne, nè tanto meno approvare tutto quel lusso e quello sfarzo; fuori, il popolo gridava "Rivoluzione" e per quanto forti potessero essere la musica e le risate, non avrebbero mai potuto sovrastare quelle urla.

E non era solamente il popolo a dare preoccupazioni al sovrano.

All'improvviso, all'incirca a metà della festa, il salone si fece improvvisamente scuro e quasi dal nulla, come un'apparizione demoniaca, fece il suo ingresso un uomo dall'aspetto a dir poco inquietante, con sguardo colmo di odio e sete di vendetta.

Tutti lo riconobbero immediatamente come Rasputin, ex consigliere dello Zar, bandito da corte perchè accusato di alto tradimento alla corona.

Da molto tempo sembravano essersene perse le tracce e su di lui giravano strane voci; si diceva che fosse sceso a patti col diavolo, in cerca di vendetta nei confronti della famiglia Romanov.

Nessuno vi aveva dato particolarmente credito, ma adesso che si trovava a Palazzo e camminava lentamente in direzione dello Zar Nicolaj, con un piccolo pipistrello sulla sua spalla e i gli occhi iniettati di sangue, tutti i presenti non potevano che esserne letteralmente terrorizzati.

I figli dello Zar si nascosero dietro la loro madre, ad eccezione del picolo Konstantin, ancora fra le braccia di sua nonna, quasi in lacrime per la paura.

Rasputin era ormai ad un passo da Nicolaj, che gli si scagliò contro rabbiosamente.

<< Come osi presentarti qui?! >> strillò << Sei stato bandito da corte, vile impostore! >>

<< Ma vostra altezza! >> rispose Rasputin, in un tono di finto stupore e quasi di indignazione << Io sono sempre stato il vostro più fedele servitore! >>

<< Non dire sciocchezze, mostro! >> replicò Nicolay sdegnosamente, mentre tutti intorno osservavano la scena con immenso terrore << Sei solamente un traditore e non voglio mai più vederti qui! sparisci immediatamente dal mio regno! >>

A quel punto Rasputin smise di simulare  rispetto nei confronti dell'imperatore e si rivolse a lui con tutto l'odio e il rancore che portava dentro.

<< Voi credete di essere abbastanza potente da cacciarmi da Corte e vivere serenamente il resto della vostra vita senza di me...ma vi sbagliate di grosso! >> ringhiò << Sono io che ho il potere, io che vi caccio da corte...e vi maledico! >>

Nel sentire quelle parole tutti non poterono fare a meno di sussultare e persino lo Zar, che fino a quel momento aveva cercato di mantenere il suo sangue freddo, aveva sentito un brivido di paura percorrergli la schiena.

Rasputin issò in aria una specie di enorme reliquiario, che emanava una splendente luce di colore verde e lo rivolse contro lo Zar.

<< Voi e tutto il resto della vostra famiglia morirete nel giro di quindici giorni! >> asserì con fare solenne Rasputin, guardando intensamente il sovrano con sguardo omicida << Io giuro che non avrò pace fino a che non vedrò l'intera stirpe dei Romanov estinta per sempre. >>

Si levarono una serie di grida di terrore e l'intera famiglia reale fu presa letteralmente dal panico; i bambini inziarono a piangere, compreso il piccolo Konstantin che, sebbene troppo piccolo per capire davvero che cosa stesse accadendo, non era certo rimasto immune a quella sensazione di panico che stava invadendo l'intera sala.

Dal reliquiario di Rasputin si levò un enorme fascio di luce, che colpì il gigantesco lampadario appeso al soffitto, facendolo crollare proprio del bel mezzo della sala, fortunatamente però, senza colpire nessuno.

Senza neanche dare ai presenti il tempo di rendersene conto, Rasputin era sparito, portando via con sè anche la gioia e la spensieratezza dei quella serata, lasciadovi al loro posto paura ed angoscia.

Ed una maledizione, le cui parole rimbombavano senza sosta nella testa di Nicolaj.

" Fino a che non vedrò l'intera stirpe dei Romanov estinta per sempre! "
 

*
 

Per quanto tutti a corte continuavano a sperare che quelle di Rasputin fossero solamente parole, nei giorni successivi si scatenarono una serie di eventi che non fecero altro che aumentare la paura e il dolore nella famiglia Romanov.

Il popolo, ormai sempre più rabbioso ed insoddisfatto, aveva smesso di urlare nelle piazze e aveva deciso di agire una volta per tutte, mettendo finalmente fine a quell'incubo che da troppi anni ormai non faceva che rendere la loro vita fin troppo dura da mandare avanti.

Nel giro di poche settimane si erano impadroniti dell'intera città e dopo una serie di lotte estenuanti, che avevano provocato non pochi morti, erano riusciti ad arrivare anche a palazzo.

Era ormai arrivata la fine per la famiglia Romanov, Nicolaj era stato costretto a rinunciare al trono ed una tragica notte l'intera famiglia venne arrestata, deportata e massacrata, fino all'ultimo membro.

O quasi.

Quella stessa notte, solamente due persone riuscirono a trarsi in salvo; mentre Nicolaj tentava inutilmente di fuggire assieme ai suoi cari, il piccolo Konstantin si era allontanato da lui per qualche istante, alla disperata ricerca del suo carillon, rimasto da qualche parte nelle sue stanze.

L'imperatrice Maria lo aveva seguito immediatamente, preoccupata che potesse accadergli qualcosa e riuscendo in questo modo ad evitare che venisse anche lei catturata assieme al figlio e ai nipoti e brutalmente uccisa.

Quella piccola disattenzione da parte di Konstantin, aveva salvato la vita di entrambi.

Ma erano ancora in pericolo, i soldati del popolo non avevano smesso di dare la caccia alla famiglia ed una volta raggiunta la camera di Konstantin e recuperato il suo carillon, i due sembravano essere ormai spacciati; dai rumori che si avvertivano fuori dalla stanza, era chiaro che presto sarebbero riusciti a trovarli e per loro non ci sarebbe stata più alcuna via di fuga.

Ma la buona stella di Konstantin non aveva ancora smesso di brillare.

In quel momento, da una passaggio segreto nascosto dietro ad una parete, al quale prima nè Konstantin, nè sua nonna avevano mai fatto caso, si affacciò un ragazzino che doveva avere poco più degli anni del giovane Romanov, con due grandi occhi color caramello e tanti capelli ricci, color ebano.

Konstantin lo riconobbe immediatamente: era uno dei tanti ragazzini che lavoravano a palazzo, generalmente si occupava dei cavalli oppure se ne stava a dare una mano in cucina.

Konstantin non conosceva il suo nome, nè gli aveva mai rivolto la parola, ma avrebbe tanto voluto farlo, perchè c'era qualcosa nei suo occhi che lo attirava moltissimo, qualcosa che non aveva mai visto in nessun altro, neanche a corte.

Il ragazzino corse verso di loro, afferrando tutti e due per un braccio e spingendoli nella direzione opposta alla quale stavano andando.

<< Non di qua, vi prenderanno! >> disse loro, facendo loro segno di andare verso il passaggio segreto dal quale era sbucato prima << Seguire questa strana, sbucherete negli alloggi della servitù e qualcuno riuscirà a portarvi in salvo! >>

L'imperatrice prese per mano suo nipote e seguì gli ordini del giovane servo, il quale continuava a guardarsi intorno, per assicurarsi che nessuno stesse arrivando.

Purtroppo però non si accorse della presenza di un piccolo pipistrello albino, lo stesso che qualche notte prima era stato visto sulle spalle di Rasputin, che stava spiando da fuori dalla finestra.

Si chiamava Figgins, era un pipistrello parlante da sempre al fedele servizio di Rasputin e anche quella notte non mancò ai suoi doveri, informando immediatamente il suo padrone che non tutti i Romanov erano già stati annientati, ma che l'ultimogenito era ancora vivo, in fuga verso chissà quale destinazione.

L'imperatrice aveva ormai attraversato il passaggio segreto, ma il piccolo Konstantin stava tornando indietro, perchè nella fuga aveva nuovamente perso il suo carillon e non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.

<< Il mio carillon! >> strillò quasi fra le lacrime, vedendo la sua preziosa scatolina sul pavimento, a pochi passi da lui.

Ma il suo salvatore lo aveva afferrato per le spalle e spinto nuovamente in direzione opposta, impedendogli di recuperare il carillon.

<< Non c'è tempo! >> disse, assicurandosi che fosse finalmente in salvo << Dovete fuggire, andate via..di corsa! >>

Richiuse in fretta il passaggio segreto, appena in tempo, prima che un gruppo di rivoltosi entrasse nella stanza e lo circondasse, domandando insistentemente dove fossero finiti i due fuggitivi.

Il servo non disse una sola parola e quando tentò di ribellarsi, venne colpito in testa violentemente da uno dei soldati, cadendo a terra privo di sensi, proprio a fianco del piccolo carillon che il giovane Romanov stava cercando con così tanta apprensione quella sera e che lui stesso gli aveva impedito di prendere.

Quel carillon che, per uno strano caso, avrebbe segnato il destino di entrambi.
 

*
 

<< Nonna, ho paura! >>

<< Non devi tesoro mio, non adesso! andrà tutto bene, te lo prometto...ma tu corri, non fermarti per nessuna ragione! >>

Grazie all' aiuto di quel piccolo servo, l'imperatrice e Konstantin erano riusciti a fuggire da palazzo e si stavano dirigendo verso la stazione ferroviaria, dove sarebbero saliti sul primo treno in partenza per una qualsiasi destinazione abbastanza lontana da lì, nella speranza di ricominciare la loro vita senza più alcuna paura.

La fuga però non era affatto facile, soprattutto per il piccolo Konstantin, che continuava ad inciampare nella neve, la quale in quel periodo dell'anno dell'anno, in autunno ormai inoltrato, paralizzava completamente tutte le strade della città.

Inoltre, non era solo con la neve e il freddo pungente che i due reali dovavano vedersela; il piccolo Figgins aveva continuato a seguire il loro cammino in volo e non lo stesso Rasputin non ci aveva messo molto a  scovarli.

Aspettava il loro arrivo, in agguato su un piccolo ponticello poco distante da palazzo e non appena vide i due arrivare, si getto a peso morto su Konstantin, tentando di trascinarlo via con sè.
Konstantin strillò e l'Imperatrice cercò in tutti i modi di scacciare Rasputin, sebbene non  avesse le forze necessarie per farlo.

<< No, no...lasciatemi! >> piagnucolò il povero Konstantin, quando ormai tutto sembrava perduto e Rasputin aveva ormai quasi raggiunto il suo scopo.

Ma ancora una volta la sorte era stata magnanima con Il giovane Romanov; il ghiaccio sul quale era disteso Rasputin cominciò piano piano a cedere e nel giro di pochi istanti si frantumò completamente, facendolo sprofondare nell'acqua gelata, davanti agli occhi impotenti di Figgis che, essendo solamente un pipistrello, non poteva certo correre in suo soccorso.

Mentre Rasputin veniva inghiottito da quelle acque gelide, Konstantin era riuscito a liberarsi e aveva preso nuovamente la via della fuga assieme a sua nonna.

Dopo qualche minuto di corsa a perdifiato, i due reali erano finalmente riusciti a raggiungere la stazione e tentando di farsi strada fra la folla, cercavano di salire a bordo di uno di quei treni che li avrebbe finalmente portati verso la libertà.

Ne trovarono uno in partenza per la Svizzera e l'Imperatrice immediatamente tentò di salirvi sopra; una volta raggiunta Zurigo sarebbe stato facile arrivare a Parigi e lì sarebbero finalmente stati salvi. 

L'imperatrice riuscì a montare sull'ultima carrozza, con non poche difficoltà, grazie all'aiuto di altri passeggeri, anche loro in fuga dallo scempio della rivoluzione; in mezzo a tutta quella confusione, però, Konstantin non era riuscito a salire a bordo con sua nonna e cercava in tutti i modi di rincorrere il treno, che si stava piano piano incamminando verso la sua destinazione.

<< Oh, no..Konstantin! >> strillò l'Imperatrice, sporgendosi più che poteva e tendendo la mano verso il nipotino, mentre il treno aumentava sempre più di velocità.

<< Nonna! >> gemette Konstantin, con le lacrime agli occhi, correndo sempre più forte, ma non abbastanza da poter raggiungere il treno.

L'imperatrice riuscì ad afferrare la mano del bambino, ma solo per pochi secondi, perchè la velocità del treno ormai era davvero troppa  e sarebbe stato comunque impossibile riuscire a far salire anche Konstantin.

<< Nonna, non lasciarmi! >>

Konstantin mollò la presa e ruzzolò a terra, battendo la testa sui binari e perdendo completamente conoscenza.

<< Konstantin...Konstantin! >>

L'imperatrice continuò a gridare il nome di suo nipote ancora a lungo, agitandosi così tanto che alcuni passeggeri furono costretti a tenerla ferma, per evitare che cadesse giù dalla carrozza.

Ma era del tutto inutile.

Il bambino era ancora disteso a terra privo di sensi e ormai il treno era troppo lontano e non si vedeva più niente all'orizzonte, solamente neve e tanta, tanta desolazione.

Un' ultima lacrima di dolore scivolò lungo le guance dell' imperatrice.

Fino all'ultimo minuto aveva sperato che non sarebbe stata davvero la fine di tutto, che sebbene avesse perso ormai quasi tutta la sua famiglia, avrebbe perlomeno avuto ancora con se il suo Konstantin.

Ma no, ormai era davvero tutto perduto.

La sua vita non sarebbe stata più la stessa, avrebbe continuato a vivere con quella soffocante sensazione di dolore addosso.

E il suo Konstantin, il suo piccolo e dolce Porcellana, ormai era perduto per sempre.


 

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Capitolo 2
*** Chiacchiere e Nuove Direzioni ***


Dieci anni dopo.
 

La Rivoluzione aveva provocato non pochi disastri in Russia.

Dopo la caduta del regime zarista  le cose non migliorarono immediatamente, al contrario, sembrarono precipitare con estrema rapidità.

Dopo una serie di infinite lotte intestine, alla disperata ricerca di una stabilità governativa, si era definitivamente instaurato in Russia un nuovo regime, che al popolo sembrava molto spesso addirittura peggiore di quello zarista.

Era l'anno 1927 e la Russia era sotto la totale egemonia del regime comunista, il cui scopo era da sempre quello di ricostruire una nuova società, lontana dall'orrore e dalle atrocità dell'impero Romanov.

Scopo che per la maggior parte del popolo, però, sembrava non essere stato davvero raggiunto.

La città di Sanpietroburgo sembrava aver letteralmente perso il suo antico splendore, spoglia ormai di qualsiasi sentimento positivo e dell'entusiasmo che l' aveva sempre caratterizzata.

I cittadini, per combattere quella continua sensazione di vuoto e di insofferenza che ormai da troppo tempo si portavano dentro, cercavano in tutti i modi di trovare qualche fonte di svago, una piccola fuga quotidiana da quella tremenda desolazione.

In particolare, soprattutto durante le ore mattutine in cui il centro della città si popolava per il mercato , gli abitanti di Sanpietroburgo amavano parlare e raccontarsi storie, la maggior parte delle quali non aveva mai un vero e proprio fondamento, ma si basava più che altro su supposizioni e sciocche superstizioni.

Erano solamente chiacchiere, tutti sapevano bene che non ci fosse niente di vero, ma adoravano ascoltare tutte quelle storie, perchè era il solo modo che avevano per evadere dalla loro triste e squallida quotidianità. Le storie non erano mai le stesse, non si parlava mai troppo a lungo di uno stesso argomento ma si cercava sempre di trovarne di nuovi, in modo da coinvolgere maggiormente e non annoiare mai gli ascoltatori.

Ma ultimamente le cose stavano andando diversamente; c'era una certa voce, che girava ormai da qualche giorno e che nessun 'altra chiacchiera o  racconto erano riusciti a mettere a tacere.

Non si sapeva da quanto tempo esattamente stesse girando, nè chi per primo l'avesse messa in giro e se avesse un qualche fondamento di verità, ma tutti a Sanpietroburgo avevano deciso di credervi.

D' altra parte la notizia che Konstantin Romanov, ultimogenito della famiglia reale, potesse essere ancora vivo e che sua nonna, l'Imperatrice Maria, in esilio a Parigi, lo stesse disperatamente cercando e avesse offerto una cospicua somma di denaro come ricompensa per colui che glielo avrebbe riportato, era qualcosa a cui valeva davvero la pena credere.

Poteva sembrare assurdo, tutti sapevano che la maledizione dei Romanov non aveva risparmiato nessuno e in dieci anni non si erano più avute notizie del giovane principe, per cui veniva abbastanza naturale supporre che ormai fosse morto anche lui; eppure c'era qualcosa di incredibilmente affascinante in quella storia e non c'era una sola persona in tutta la città che non vi credesse.

Quel pettegolezzo era ormai diventato una realtà: Konstantin Romanov era ancora vivo e sua nonna avrebbe pagato un sacco di soldi per riaverlo.

Nessuno, neanche i più disinteressati alle chiacchiere, era rimasto indifferente a questa notizia; tutti ne parlavano, cercavano di scoprire che fine avesse fatto il giovane Romanov e in molti, la maggior parte a dire il vero, tentavano di approfittarsene.

Dal momento che nessuno sapeva esattamente che aspetto potesse avere attualmente Konstantin, diversi impostori avevano pensato di spacciare ragazzi qualunque per il principe, istruendoli a dovere e  trasformarli in perfetti aristocratici, nella speranza di ingannare l'imperatrice ed intascarsi la ricompersa.

Nessuno ci era ancora riuscito, l'imperatrice non era una donna che si faceva ingannare facilmente, ma non per questo i tentativi erano diminuiti, anzi, in molti continuavano a presentarsi al suo cospetto tentando di farla franca; di certo prima o poi qualcuno ce l'avrebbe fatta.

Una mattina di metà gennaio, come da diversi giorni a questa parte, il mercato di Sanpietroburgo era  invaso dalle chiacchiere, tutti non facevano che parlare dell'eventuale sopravvivenza dell' ultimo dei Romanov , domandandosi  se l'imperatrice fosse riuscita o meno a ritrovarlo.

Quella mattina Noah Puckerman, un giovane ebreo di circa venticinque anni e dall'aspetto un po' trasandato, si aggirava per le varie bancarelle del mercato con fare sospetto, guardandosi attentamente intorno, come alla ricerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno.

Non ci mise molto a trovarlo: appoggiato ad una colonna, a pochi passi dal centro della piazza, vi era un ragazzo sulla ventina, con una massa di capelli neri e ricci, nascosti sotto un cappello piuttosto logoro e due grandi occhi di un color nocciola brillante, così tanto da sembrare quasi oro.

Il suo nome era Blaine Anderson, inglese di nascita ed arrivato in Russia quando era ancora molto piccolo, assieme alle sua famiglia, prematuramente scomparsa.

<< Pss.. Noah! >>  

Blaine chiamò Puckerman a bassa voce, cercando di attirare la sua attenzione con un gesto appena accennato della mano.

<< Blaine! >> esclamò Noah, avvicinandosi a lui << Ti cercavo da ore. >>

<< Ho avuto qualche problema, ma ora è tutto apposto. >> rispose il moro, guardandosi sospettosamente intorno << Su, andiamo. >>

Attraversarono l'intera piazza cercando di dare nell'occhio il meno possibile, soffermandosi di tanto in tanto a guardare qualche quadro o qualche cappotto di pelliccia, giusto per non dare l' idea che stessero tramando qualcosa.

Sospetto che, in effetti, sarebbe stato molto più che legittimo.

Una volta arrivati dalla parte opposta della piazza, i due si infilarono rapidamente dentro un edificio, arredato al suo interno molto semplicemente e che a prima vista sembrava essere un luogo di ritrovo per elaborare loschi piani, piuttosto che una vera e propria abitazione.

<< Allora, come stanno andando le cose? >> domandò Blaine, mettendosi a sedere per terra << Hai delle buone notizie?! >>

<< Grandiose! >> rispose Noah, accovacciandosi anche lui sul pavimento << Ho trovato un teatro. >>

<< Perfetto! >> esultò Blaine, facendo cadere a terra il suo cappello e lasciando liberi i suoi ricci << Sta andando tutto a meraviglia! Adesso ci serve solamente il ragazzo. >>

<< Oh, lo troveremo! >> rispose Noah, paricolarmente ottimista  << Ho trovato almeno una cinquantina di ragazzi disposti a partecipare al nostro piano, sono certo che fra di loro ne troveremo almeno uno adatto al nostro scopo.  >>

Blaine sorrise compiaciuto.

<< Ci pensi, Noah?! >> disse con entusiasmo << Potremmo finalmente dire addio a questa miserabile vita! basta traffici illeciti di merci, basta documenti falsi...andremo a Parigi e fuggiremo da questa prigione;  è  solo questione di tempo, ma presto voleremo via da qui. >>

<< Già, ma per farlo ci serve Konstantin. >> osservò Noah.

<< Oh, ma lo hai detto anche tu, no?! >> replicò Blaine, guardando Noah con un sorrisetto sghembo << Su cinquanta ragazzi ne troveremo almeno uno che farà al caso nostro e a quel punto dovremo solamente istruirlo a dovere, trovargli qualche vestito elegante e poi sarà fatta! >>

Un'espressione estremamente soddisfatta comparve sul volto di Noah.

<< Pensa a tutti quei soldi! >> esclamò avidamente << Diventeremo ricchissimi, Blaine! Altro che la vita squallida che conduciamo qui in Russia! >>

<< Potrò finalmente essere libero. >> mormorò Blaine, con gli occhi che brillavano  << Non dovrò più nascondermi! in Francia nessuno mi farà del male, laggiù ormai non esiste più la galera per quelli come me. >>

Noah gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.

<< E' la nostra occasione, Blaine. >> disse, con lo stesso tono sognante del suo amico << La nostra opportunità di rifarci una vita; non possiamo sprecarla. >>

Blaine continuò a sorridergli e fece segno di si con la testa.

<< Non la sprecheremo, Noah. >> disse, guardandolo intensamente negli occhi << Giuro che non la sprecheremo. >>

Noah ricambiò nuovamente il sorriso e si alzò in piedi.

<< Su, raccogliamo tutte le nostre cose. >> ordinò << Abbiamo appuntamento in teatro con gli attori fra poco più di un'ora; sta per iniziare ufficialmente la nostra avventura! >>

Diede un'altra pacca sulla spalla al suo socio e poi andò a recuperare tutti i suoi oggetti personali,   infilandoli in un enorme borsone che nascondeva sotto ad un letto poco distante da lui.

Blaine, prima di fare lo stesso, si guardò un'ultima volta intorno.

" Me ne andrò via di qua! "  si ripetè mentalmente  " Andrò a Parigi e potrò di nuovo tornare a vivere!" 

Tirò fuori dalla tasca del cappotto una piccola scatolina dorata, con tante pietruzze verdi incastonate e ci giocherellò per qualche secondo, prima di alzarsi finalmente in piedi.

Sorrise.

Ricordava bene quella notte, dieci anni prima, quando a soli dodici anni aveva salvato da morte certa l' imperatrice madre e il piccolo Konstantin, all'epoca in cui ancora lavorava come servo a palazzo.

Non sapeva che fine avesse fatto il giovane Romanov e quel cofanetto era la sola cosa che era rimasta di lui; nessuno era al corrente della sua esistenza, solo lui e la stessa imperatrice Maria.

Per questo Blaine era certo che il piano suo e di Noah non potesse fallire; se anche l'imperatrice avesse avuto qualche dubbio, sarebbe bastato uno sguardo a quel carillon per essere certa di avere di fronte il suo amatissimo nipote.

E poi, se anche avesse scoperto la verità, lui e Noah sarebbero stati troppo lontani e non sarebbe mai ruscita a scovarli.

<< Blaine, muoviti! >> lo chiamò Noah a gran voce << Rischiamo di fare tardi! >>

<< Si, eccomi! >>

Blaine lanciò un ultimo sguardo al carillon e se lo rimise in tasca, per poi andare ad aiutare Noah a sistemare tutte le loro cose per la partenza.
 

*
 

A circa un' ora di cammino da Sanpietroburgo, in aperta campagna, vi era un piccolo orfanotrofio, nel quale venivano generalmente ospitati bambini rimasti orfani in seguito ai tragici eventi della rivoluzione, oppure  bambini dispersi, rimasti da soli, senza sapere esattamente chi fossero, nè dove si trovassero.

Quel giorno uno di loro, un giovane ragazzo di nome Kurt, avendo ormai raggiunto l'età di diciotto anni, si stava apprestando a lasciare il luogo che per quasi un decennio lo aveva ospitato, in cerca di un futuro migliore in una qualche città dei dintorni.

Erano tutti molto dispiaciuti nel vederlo andar via; Kurt era senza dubbio uno dei ragazzi più amati in quell'orfanotrofio, per il suo viso così bello da renderlo quasi simile ad una creatura magica, la sua infinità dolcezza e il suo buon cuore.

Tutti volevano bene a Kurt e vederlo andar via era un vero e proprio colpo al cuore.

La sola persona che non sembrava esserne dispiaciuta era la direttrice, una signora anziana e arcigna, che rispondeva al nome di Madama Kurnikov; la donna trovava Kurt estremamente irritante, a causa delle sue manie di perfezione e del suo atteggiamento fin troppo sofisticato, che molto spesso lo faceva quasi apparire snob.

Kurt non lo faceva apposta, quello era semplicemente il suo modo di fare e non poteva farci niente se rispetto a tutti i suoi compagni lui era dotato di una maggiore classe ed eleganza; faceva parte del suo carattere, probabilmente era nato così e non aveva mai fatto pesare a nessuno questa cosa.

Ma Madama Kurnikov aveva comunque deciso di rendergli la vita impossibile.

<< Ti ho trovato un lavoro nella pescheria qui vicino.  >>  gli aveva detto mentre lo spingeva fuori dall'edificio, ben contenta di vederlo andare via << Devi seguire il sentiero fino a che non arrivi al bivio e  quel punto devi andare a sinistra...è tutto chiaro?! >>

<< Ma certo che lo è! >> ribattè Kurt, offeso dalla ridicola affermazione << Non sono mica stupido, so ancora distinguere la destra dalla sinistra! >>

Madama Kurnikov fece una smorfia e afferrò Kurt per un braccio, trascinandolo fuori dal cancello d'ingresso.

<< Vederti andare via è senza dubbio la cosa migliore che mi sia capitata negli ultimi anni! >> commentò acidamente la donna << Non ti ho mai potuto soffrire, con tutte quelle tue arie da principessino, quando in realtà non sei altro che un ragazzino senza passato e senza futuro! >>

Kurt le lanciò uno sguaro colmo di odio; per una ragione fin troppo ovvia, anche lui nutriva una forte antipatia nei confronti della sua direttrice.

<< E dire che in tutti questi anni mi sono presa cura di te, quando invece avrei potuto tranquillamente sbatterti fuori e lasciarti morire di freddo! >>  proseguì Madama Kurnikov, richiudendo il cancello e lasciando Kurt fuori, osserandolo dalle fessure delle sbarre << Dovresti dirmi grazie ragazzino, se non ci fossi stata io... >>

<< A quest'ora sarei morto! >> concluse Kurt al posto suo, sbuffando sonoramente << Me lo ripetete ininterrottamente da dieci anni, conosco a memoria questo discorso! >>

Madama Kurnikov lo guardò con fare irritato.

<< Però ancora non riesci a ricordare un fico secco del tuo passato! >> esclamò sgarbatamente << Per quale motivo?! >>

<< Beh, ho questo! >> replicò Kurt, prenendo fra le mani il ciondolo che portava al collo << E'  un ottimo punto di partenza per recuperare i miei ricordi. >>

Madama Kurnikov fece una smorfia di disgusto.

<< Oh, certo...ancora con quella vecchia storia! >> esclamò in tono di scherno << " Insieme a Parigi" !  Come se tu potessi davvero andare in Francia e trovare la tua famiglia! >>

<< Beh, perchè no?! >> protestò Kurt << Infondo io... >>

<< Ah, piantala con tutte queste sciocchezze signorinello! >> lo freddò la donna << Smettila di fantasticare e per una buona volta dimostra di avere un briciolo di umiltà! è ora che tu ti renda conto di quale è il tuo posto nella società e che ti guadagni il pane con il sudore della tua fronte. Ora vattene, non voglio più vederti! >>

Sbatte violentemente una mano contro il cancello e poi, dopo aver lanciato a Kurt un 'ultima occhiata di disapprovazione, se ne ritornò dentro l'edificio, lasciando il ragazzo completamente solo ed abbandonato a sè stesso.

Kurt le fece una linguaccia prima di andarsene e poi, come lei stessa gli aveva detto prima, si diresse verso la sua strada, seguendo il sentiero fino ad arrivare al bivio, al quale poi avrebbe dovuto girare a sinistra per raggiungere la sua nuova casa.

Se davvero di casa si poteva parlare.

<< Razza di megera! >>  esclamò astiosamente, quando era ormai a pochi passi dal bivio << Sono io quello che è felice di essersene andato! e avrei dovuto anche ringraziarla?! E' lei che dovrebbe ringraziare me,  per non averla mai strangolata durante il sonno in tutti questi anni! >>

Quando finalmente raggiunse il bivio, Kurt non svoltò subito a sinistra, ma si fermò per qualche minuto ad osservare le due possibili scelte: un cartello, quello che avrebbe dovuto portarlo nella sua direzione,  indicava il villaggio e la pescheria; l'altro, invece, portava a Sanpietroburgo.

Kurt rimase in silenzio a pensare.

Se fosse andato a sinistra, la sua vita non sarebbe cambiata, se non in peggio forse; avrebbe vissuto per sempre con quel nome, senza sapere chi fosse in realtà, quale fosse il suo passato e perchè non ricordava nulla di esso.

Avrebbe finto per tutta la vita di essere qualcosa di diverso da ciò che era in realtà.

Oppure, avrebbe potuto andare a Sanpietroburgo.

" Si, ma a fare che cosa?!" si domandò  " Che cosa potrei mai fare io a Sanpietroburgo?! Non conosco nessuno, non riuscirei mai a trovare un lavoro e poi...beh, come potrei nascondere il fatto che sono così diverso?! "

Nessuno a dire il vero conosceva il suo segreto; Kurt non aveva mai rivelato a nessuno la sua verità,  cioè  che non era come tutti gli altri ragazzi che aveva conosciuto al collegio, i quali crescendo avevano cominciato a nutrire interesse per le loro compagne.

Kurt non aveva mai sviluppato un particolare interesse per le ragazze, lui preferiva i maschi; ne era assolutamente sicuro, dopo dieci anni in collegio, a stretto contatto con tantissimi ragazzi e ragazze, aveva avuto modo di accertarsene.

Non sapeva bene come comportarsi al riguardo però, nessuno gliene aveva mai parlato e inoltre aveva sempre sentito dire che in Russia una cosa del genere non era  per niente apprezzata e che vi fossero delle severe punizioni per quelli come lui.

Come avrebbe potuto lui, da solo, far fronte a tutto questo?!

Kurt prese di nuovo fra le mani il suo ciondolo e lo accarezzò con un dito.

" Chiunque mi abbia regalato questo ciondolo"  si disse mentalmente  " Probabilmente doveva volermi davvero molto bene! In quel caso allora non gli importerebbe se io sono così diverso dagli altri, continuerebbe ad amarmi lo stesso! "

Si accasciò per terra, facendo attenzione a non bagnarsi troppo con quella neve fradicia e si prese le ginocchia fra le mani.

Era assurdo pensare davvero di andare a Parigi, decisamente fuori di testa! avrebbe dovuto procurarsi un biglietto per partire, trovare altri soldi e poi, una volta arrivato, che cosa avrebbe fatto?! 

No, non aveva decisamente alcun senso.

Ma non riusciva a pensare di dover passare il resto dei suoi giorni con il rimpianto di non averci mai provato.

Si prese la testa fra le mani e con fare drammatico strillò << Oh, se solo il cielo mi mandasse un segno! >>

Non fece in tempo a finire la frase che dietro di lui, quasi dal nulla, sbucò un piccolo cagnetto randagio, che abbaiava allegramente.

L'animale si fiondò di corsa addosso a Kurt  e addentò la sua sciarpa, sfilandogliela completamente e trascinandola a qualche metro più in là da lui.

<< Ehi, lascia stare immediatamente la mia sciarpa! >> lo sgridò immediatamente Kurt, alzandosi in piedi e tentando di acciuffarlo.

Se c'era una cosa che Kurt adorava erano le sciarpe e il pensiero che quel randagio potesse rovinargliela lo mandava  su tutte le furie.

<< Non ti azzardare, ridammela subito! >> strillò nuovamente, mentre il cagnolino saltellava felicemente in qua e in là << Guarda che ti faccio male! >>

Riuscì ad afferrare un'estremità della sciarpa, ma non con abbastanza forza da riuscire a riprendersela completamente; il cagnolino incominciò  a girargli intorno così in fretta da fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere nella neve ghiacciata.

<< AAh! >> strillò Kurt, con la faccia completamente immersa nella neve << Maledetto randagio! >>

L'animale, portando ancora in bocca la sciarpa del ragazzo, si allontanò ancora di qualche metro, proprio nella direzione del sentiero che imboccava la strada per Sanpietroburgo.

Il cagnolino lasciò andare la sciarpa ed abbaiò, cercando di attirare l'attenzione di Kurt, che a quel punto alzò la testa e guardò il cartello che indirizzava verso Sanpietroburgo.

<< Non ci credo.. >> mormorò << Un cane mi sta dicendo che dovrei andare a Sanpietroburgo?! >>

Il cane, quasi come se avesse compreso le sue parole, si mise nuovamente a saltellare e a scodinzolare, abbaiando a Kurt con fare gioioso.

Kurt sbuffò.

<< Tutto questo non ha alcun senso! >> esclamò, rialzandosi lentamente in piedi << E' ridicolo, è una pazzia, è un.. >>

Si interruppe.

Si, forse era davvero quello che stava cercando.

Forse era veramente quello il segno che stava aspettando, quella era la strada da seguire.

Raggiunse il cane a passo lento e riprese la sua sciarpa, portandosela al viso e strisciandosela contro la guancia, chiudendo gli occhi e sospirando con fare sognante.

Gli sembrava la cosa più folle che potesse fare, ma in effetti, che cosa aveva da perdere?! se fosse andato  al villaggio, la sua vita non avrebbe avuto comunque alcun senso e avrebbe perso per sempre l'occasione di scoprire qualcosa sul suo passato.

Forse non avrebbe scoperto niente andando a Parigi, ma se invece il suo passato fosse davvero lì ad aspettarlo?! doveva provarci, doveva almeno fare un piccolo tentativo, o non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.

Si  risistemò la sciarpa attorno al collo, poi si chinò per accarezzare il cagnolino e lo prese in braccio, permettendogli di leccarlo sulla guancia.

<< immagino che io debba portarti con me. >> disse dolcemente << Dopo tutto sei stato tu ad indicarmi la strada; che ne pensi, andiamo a Sanpietroburgo assieme?! >>

Il randagio abbaiò sonoramente, come a voler esprimere tutta la sua approvazione e leccò di nuovo Kurt sulla guancia.

Kurt rise e strusciò il viso contro il muso del suo nuovo amico.

<< A questo punto credo che dovrò anche darti un nome. >> disse, rivoltò all'animale << Ti piace Finn? >>

I cagnolino abbaiò felicemente e Kurt rise di nuovo.

<< Perfetto allora! >> esclamò, rimettendo Finn a terra << Andremo a Sanpietroburgo e poi da lì prenderemo il primo treno per Parigi; troverò finalmente la mia strada e il mio passato. >>

Finn ricominciò a saltellare e proseguì la sua strada verso la loro destinazione.

Prima di seguirlo, Kurt si voltò un'ultima volta, ripensando a ciò che si stava lasciando alle spalle e si abbandonò ad un ennesimo sospiro.

" Coraggio, Kurt... puoi farcela! dimentica questo passato che non ti appartiene veramente e corri a riappropriarti del tuo! "







N,D,A: Sono riuscita già ad aggiornare il secondo capitolo! visto che brava?! in effetti devo ringraziare i miei recensori, che mi hanno spinta a portare avanti questo lavoro del quale all'inizio non ero ancora del tutto convinta. Per altro è un'ottima scusa per rivedermi Anastasia, che è uno dei miei film preferiti!! x3

Forse ho deciso di svelare troppo in fretta l'identità di Blaine...ma vabbè, come se non lo avessero già capito tutti!! chi poteve essere un cucciolotto coi capelli ricci neri e gli occhi color caramello?! che poi pure nel film si capisce subito che è lui, è praticamente identico!! inoltre mi serviva una logica spiegazione al fatto che avesse lui il carillon... 

beh, ìadesso chiudo e vi do la buonanotte (cioè, da voi il buongiorno...per me sono quasi le due  di notte! xD )

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Capitolo 3
*** Attimi di vita ***


Raggiungere Sanpietroburgo fu molto facile, ma non lo fu altrettanto procurarsi un biglietto per Parigi.

Kurt credeva che gli sarebbe bastato andare alla stazione ferroriaria ed acquistarne uno, era una cosa talmente semplice ed elementare, perchè avrebbe dovuto avere problemi?!

Si, non aveva con sè molto denaro, ma sarebbe stato sufficiente per pagare un biglietto in ultima classe, in fondo a lui non importava più di tanto viaggiare comodamente, l'importante era arrivare a Parigi.

Ma non aveva fatto i conti con le fastidisissime leggi del regime.

<< Visto di uscita? >> gli aveva chiesto il bigliettaio, non appena il ragazzo aveva domandato un biglietto di sola andata per Parigi.

Kurt, non sapendo neanche di cosa si trattasse, si era limitato a guardarlo con aria perplessa e a balbettare, mentre le sue guance si tingenvano lentamente di rosso.

<< V..visto d'uscita? >> ripetè nervosamente.

<< Sei non hai il visto d'uscita non puoi acquistare il tuo biglietto. >> rispose il bigliettaio, piuttosto sgarbatamente.

<< Beh, ma io.. >>

Kurt tentò in qualche modo di impietosire l'uomo, ma questi sembrava avere davvero un cuore di pietra, oltre che un pessimo temperamento.

<< Niente visto d'uscita, niente biglietto! >> disse nuovamente, stavolta alzando ancora di più il tono della  voce,  quasi con rabbia.

Riuchiuse violentemente lo sportello della biglietteria, senza aggiungere un'altra sola parola.

Kurt sbuffò e si guardò in torno con aria sconsolata.

<< Possibile che sia già tutto finito?! >>  si chiese, accarezzando  Finn, che per tutto il tempo era rimasto fra le sue braccia << No, non posso arrendermi così, devo riuscire ad andare  a Parigi! Se solo riuscissi a procurarmi quel maledetto visto d'uscita, qualunque cosa sia! >>

Una vecchina, che per tutta la durata della conversazione fra Kurt e il bigliettaio era rimasta lì vicino ad ascoltare, si avvicinò al ragazzo con passo felpato.

<< Ehi ragazzo! >> esclamò, cercando di attirare la sua attenzione.

Kurt sussultò; quella donna aveva un aspetto abbastanza inquietante, forse dipendava dal fatto che era davvero molto vecchia, piena di rughe e vestita in maniera molto trasandata, persino peggio di lui.

<< Ho sentito che ti serve un visto per partire. >> disse, quasi in un sussurro << Io posso darti una mano. >>

<< Può procurarmene uno?! >> domandò Kurt curiosamente.

<< Non io, ma conosco qualcuno che può farlo. >> rispose la vecchia, con fare enigmatico <<  Cerca Noah e Blaine, loro possono darti una mano. >>

<< Dove posso trovarli? >> chiese Kurt con estremo interesse.

<< Al vecchio Palazzo Reale. >>  fece la donna, guardandosi intorno distrattamente << Ma non dire loro  che sono stata io a mandarti. >>

Kurt guardò la donna con sguardo perplesso.

Neanche sapeva chi fosse quella vecchia, come diavolo avrebbe potuto dire a quei due misteriosi tizi che era stata lei a mandarlo da loro?!

< G..grazie. >> si limitò a rispondere, continuando ad accarezzare Finn.

Stava quasi per chiedere alla donna qualche altra informazione, ma lei se ne andò via prima che ne avesse il tempo. Kurt allora si allontanò in cerca di indicazioni più precise di quelle che aveva ricevuto; non aveva la minima idea di dove si trovasse il vecchio palazzo reale e in qualche modo avrebbe dovuto scoprirlo, se voleva davvero ottenere il suo biglietto per Parigi.

Continuò a camminare senza una vera meta per qualche minuto, fino a che finalmente non incontrò qualcuno in grado di fornirgli tutte le informazioni di cui aveva bisogno.

Scoprì che il palazzo non era altro che l'antica dimora dello Zar, prima che la Rivoluzione ne distruggesse completamente l'impero, che da anni ormai era abbandonato ed era addirittura proibito andarci.

" Per quale motivo qualcuno dovrebbe andare in un posto simile?! "  si domandò Kurt, mentre si dirigeva verso la sua metà.

Probabilmente quei tali, Blaine e Noah, non dovevano essere delle persone particolarmente apprezzate in città; forse erano dei fuggitivi, per questo avevano scelto un luogo abbandonato come nascondiglio.

Kurt decise comunque che non gliene importava più di tanto; infondo lui era un orfano che non ricordava assolutamente nulla del suo passato ed era senza dubbio l'ultima persona che potesse permettersi di esprimere giudizi negativi su qualcuno.

Inoltre, se quei due davvero potevano farlo arrivare a Parigi, aveva davvero poco senso preoccuparsi di una  cosa del genere.

" Purchè non siano due criminali malintenzionati! ma infondo perchè una vecchietta dovrebbe mandarmi in un luogo pericoloso?! Probabilmente mi sto preoccupando troppo, senza motivo! "

Finn leccò la sua guancia e abbaiò allegramente, prima di saltare giù dalle sue braccia e mettersi a saltellare attorno a lui.

Kurt rise.

Se Finn era così entusiasta, probabilmente non aveva davvero ragione di preoccuparsi; si sa che i cani hanno sempre un certo sesto senso riguardo a questo genere di cose, per cui decise anche anche questa volta doveva fidarsi di lui.

<< Bene, Finn. >> disse, guardando il suo cagnolino affettuosamente << Sei pronto?! >>

Finn abbaiò e si strusciò contro la sua gamba.

Kurt sorrise e sospirò beatamente.

<< Perfetto! >> esclamò << Andiamo, il Palazzo Reale ci attende! >>
 
 
*


 
Mentre Kurt cercava la strada più breve per arrivare a palazzo, Blaine e Noah erano già al suo interno, accampati in una stanza al secondo piano, tentando di rifocillarsi con le poche provviste di cui erano ancora  forniti.

<< E' un disastro, Blaine! >> esclamò Noah, addentando avidamente un pezzo di formaggio << Abbiamo speso tutti i soldi che ci erano rimasti per pagare l'affitto del teatro e non siamo riusciti a trovare nessun ragazzo che possa fingersi Konstantin! >>

Blaine sbuffò.

<< Noah, smettila di agitarti tanto! >> replicò, versandosi un po' di vino in un minuscolo bicchiere << Lo troveremo, non è ancora detta l'ultima parola! >>

<< Blaine, ma come fai ad essere così tranquillo?! >> fu la risposta ansiosa di Noah << A quest'ora avremmo già dovuto essere in viaggio per Parigi, stiamo perdendo troppo
tempo! >>

<< Noah, fidati di me! >> gli disse Blaine, tentando di rassicurarlo << Ho tutto sotto controllo, cerca di smetterla di mettermi addosso tutta questa ansia! >>

Tirò fuori dalla tasca del cappotto il carillon di Konstantin e glielo mostrò orgogliosamente.

 << Ricorda, Noah. >> disse, con un sorrisetto sghembo sulle labbra << Una volta che l'imperatrice avrà visto questo si convincerà di avere di fronte il vero Konstantin e a quel punto noi ci beccheremo la ricompensa e ce ne andremo via, molto molto lontano. >>

Noah sospirò.

<< Blaine, sei proprio certo di volerlo fare? >>  chiese, guardando il suo amico dritto negli occhi << E' davvero rischioso, te ne rendi conto?! >>

Blaine allargò le braccia.

<< Noah, da quando in qua ti fai tutti questi scrupoli?! >> rispose in tono seccato << Fino ad ora non ti sei mai fatto nessun problema ad ingannare le persone, sei sempre stato parecchio meschino, se me lo concedi. >>

<< Infatti io non mi faccio nessuno scrupolo, Blaine! >> disse Noah, per niente offeso dall'utilizzo della  parola meschino nei suoi confronti << Proprio per questo mi preoccupo! Sei sempre stato tu fra i due  quello  più onesto, quello che cercava di fare il lavoro nel modo più pulito possibile... perchè questo improvviso cambiamento di rotta?! >>

Blaine sbuffò.

<< Sembra quasi che ti dispiaccia. >> mormorò, abbassando lo sguardo.

<< Mi preoccupo per te, Blaine. >> rispose semplicemente Puckerman << Sai bene che sono il primo ad appoggiare questo piano, ma non dobbiamo esporci troppo, ricordatelo! Sai che rischiamo grosso se ci scoprono...soprattutto tu. >>

Blaine fece segno di si con la testa.

<< E' per questo che voglio andarmene. >> rispose mestamente << Sono stanco di nascondermi, stanco di vivere la mia vita in questo continuo stato di paura. Voglio essere libero, Noah. >>

Noah annuì.

<< Anche io lo voglio, Blaine. >> disse << E voglio quei soldi più di ogni altra cosa al mondo. >>

Blaine rise; il solito cinico e materialista Puckerman.

<< Allora diamoci da fare e cerchiamo di trovare il nostro Konstantin. >> disse Blaine sorridendo << Non è necessario che sia perfetto, basta solo che gli somigli e che abbia un aspetto almeno un po' regale; al resto ci penserà il carillon. >>

Guardò un ultima volta la scatolina e poi la bacio, prima di rimettersela in tasca.

<< Sei ancora con me? >> chiese a Noah, lanciandogli uno sguardo complice.

Noah rispose con un sorrisetto malizioso.

<< Ragazzino, vedi di non montarti la testa. >> rispose con fare divertito << Sono io la mente criminale qui. >>

Blaine scoppiò a ridere e alzò il bicchiere a mo'di brindisi.

<< A Konstantin. >> disse << Ti troveremo ragazzo, ovunque tu sia! >>
 
 
*
 
Il Palazzo Reale era forse lo spettacolo più bello che Kurt avesse mai visto in tutta la sua vita, almeno per quanto riuscisse a ricordare.

Il giardino era immenso, completamente ricoperto di neve e sebbene tutto intorno a lui fosse ormai completamente spoglio e privo di vita, Kurt riusciva a immaginare facilmente come doveva essere un tempo, quando era ancora al massimo del suo splendore.

In effetti, a Kurt quel luogo sembrava stranamente famigliare e non sapeva davvero spiegarsene il  motivo; non era mai stato in nessun luogo che non fosse l'orfanotrofio in cui era cresciuto ed era certo di non aver mai visto quel palazzo nemmeno in fotografia.

" Forse prima di perdere la memoria e finire in orfanotrofio avevo già visto questo luogo...magari  abitavo qui vicino e ci passavo spesso davanti, oppure l'avrò visto in qualche foto! "

Si, senza dubbio doveva essere così; non c'erano davvero altre spiegazioni plausibili.

Con un certa incertezza Kurt si avvicinò all'ingresso principale, seguito dal suo fedele cagnolino Finn.

Trovò la porta chiusa e incominciò a guardarsi intorno, in cerca di un'entrata secondaria; doveva esserci per forza, se qualcuno era riuscivo ad entrarvi.

Continuò a cercare, ma senza alcun successo; ogni porta era stata sbarrata con delle assi di legno, sembrava del tutto impossibile poter entrare in quel palazzo.

Finn, piccolo come era, riuscì facilmente e penetrare fra le fessure di quelle travi ed entrò nel palazzo, abbaiando festosamente.

<< Finn! >> strillò Kurt, cercando di capire dove fosse andato a finire << Torna qui! >>

Finn non rispose e Kurt si mise a sbirciare fra le fessure, nel tentativo di dare un'occhiata all' interno; ma era tutto troppo buio per vedere qualcosa e Finn aveva smesso di abbaiare, per cui Kurt non riusciva neanche a capire dove si trovasse.

Si aggrappò alle assi che sbarravano la porta.

Non sembravano troppo resistenti, probabilmente erano lì da talmente tanto tempo che il legno era marcito e staccarle sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Kurt tirò le travi a sè con forza, forse addirittura con troppa forza, dal momento che si ritrovò improvvisamente a terra, a pochi passi di distanza dal legno che era riuscito a strappare via dalla porta.

Si rialzò lentamente e dopo essersi sitemato ordinatamente la sciarpa e il cappello, si decise finalmente ad entrare.

Non appena fece il suo ingresso nell'atrio, trovo Finn ad aspettarlo e insieme si addentrarono più  in  profondità, ad esplorare quel luogo così misterioso e al tempo stesso affascinante.

<< E' permesso? >> domandò Kurt, senza smettere di guardarsi intorno con aria rapita << C'è nessuno?! >>

Non ottenne nessuna risposta e così decise di continuare a curiosare, salendo su per un'immensa scalinata,   fino ad arrivare in un enorme salone che si trovava al piano superiore, con il suo cagnolino costantemente al suo fianco.

Tutto intorno a lui era ricoperto di polvere, sembrava davvero un palazzo fantasma, eppure c'era qualcosa che lo rendeva ancora pieno di vita.

Al contrario del giardino, così freddo e desolato, il palazzo aveva un'aria completamente diversa; Kurt chiuse gli occhi e provò ad immaginare come doveva essere quando era ancora abitato. Iniziò a viaggiare con la fantasia, nella sua mente iniziarono a dipingersi una serie di immagini nitide e ben definite, quasi come se non se le stesse solamente immaginando, ma le avesse viste davvero, coi suo stessi occhi.

Spalancò gli occhi improvvisamente, quasi spaventato dai suoi stessi pensieri.

Continuò a vagare per la stanza con la massima cautela (a differenza di Finn che correva freneticamente  in  ogni angolo) , senza mai smettere di guardarsi intorno.

Si avvicinò ad un grandissimo tavolo che si trovava proprio al lato della stanza, ricoperto da una  tovaglia ormai logora e sul quale ancora troneggiavano, sotto strati e strati di polvere, una serie di piatti, candelabri  antichi  e vasi preziosi.

Kurt proseguì la sua esplorazione, spostandosi in un' altra stanza e soffermandosi su ogni singolo particolare.

Non capiva come mai, ma quel palazzo diventava sempre più familiare, era come se ogni angolo di quelle  stanze gli stesse parlando, come se in qualche modo ci fosse qualcosa che lo legasse a quei luoghi.

Raggiunse poi una gingantesca sala, che a giudicare dall'aspetto doveva essere il salone delle feste e non appena arrivò al centro della stanza si fermò di colpo; Finn si avvicinò a lui, osservando curiosamente il suo sguardo smarrito.

Kurt si guardava intorno con aria completamente estatica e le ginocchia che non la smettevano di tremare.

Sapeva di essere già stato in quel luogo, ma per quanto si sforzasse di ricordare, le sue memorie erano ancora completamente sfocate.

Vedeva solo una serie di macchie indistinte, immagini troppo rapide e ben poco chiare per essere  interpretate.

Richiuse gli occhi e provò ancora una volta a ricordare; improvvisamente gli sembrò di sentire nelle sue orecchie come una musica, una melodia familiare, a cui però ancora non era in grado di associare ricordi ben precisi.

Si strinse le braccia al petto e ancora con gli occhi chiusi iniziò a muoversi a passo di danza, seguendo il  ritmo   di quelle musica che ancora suonava nella sua testa.

Poi aprì gli occhi e con un enorme sorriso sulle labbra si mise a volteggiare per tutta la sala, come se improvvisamente quella musica si fosse fatta ancora più forte e lo stesse spingendo a muoversi sempre di più, sempre più velocemente.

Finn gli correva dietro un po' faticosamente, inciampando molto spesso nelle sue stesse zampe, mentre il ragazzo continuava a piroettare per la stanza.

Poi, tutto ad un tratto, Kurt si fermò e ricominciò a guardarsi intorno; era tutto buio, tutto incredibilmente  triste e desolato, ma in quel momento lui riusciva a vedere quanta vita e quanto sfarzo avesse ospitato un tempo quel meraviglioso palazzo.

Era come se lui stesso lo avesse vissuto, come se sapesse esattamente che cosa significava essere in un posto del genere quando era ancora al massimo del suo splendore.

E non potè fare a meno che spaventarsi da morire.

Kurt si accasciò per terra, mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento; Finn si gli avvicinò e gli leccò la mano, mentre una piccola lacrima scivolava lungo la guancia del ragazzo.

<< Non capisco.. >> mormorò << Non capisco perchè mi sento così strano... che cosa succede?! >>

Finn si accoccolò fra le sue braccia, nel tentativo di consolarlo, mentre Kurt continuava a piangere silenziosamente.

Era confuso, terribilmente confuso e non aveva la minima idee del perchè improvvisamente tutti quei ricordi offuscati gli stessero annebbiando la mente.

Forse era solamente molto stanco, forse si era lasciato trasportare troppo dall'atmosfera così regale e misteriosa che si respirava in quel palazzo..in ogni caso, c'era davvero qualcosa di diverso in lui.

Si ricordò improvvisamente la ragione che lo aveva spinto ad avventurarsi in quel palazzo; doveva trovare  Blaine e Noah e doveva assolutamente farsi dare da loro tutti i documenti necessari per poter andare a Parigi.

Ma era ancora un po' scosso, per cui decise di concedersi ancora qualche minuto per riprendersi da tutte quelle inaspettate emozioni.
 

*
 
<< Noah, davvero non  hai sentito niente?! Vorresti farmi credere che tutti quei rumori me li sono sognati?!  >>

Noah scrollò le spalle.

<< Te lo assicuro Blaine, non ho sentito assolutamente nulla! >>

Blaine sbuffò.

Probabilmente era solo la sua immaginazione, eppure gli era davvero sembrato di sentire dei rumori qualche minuto prima.

Era impossibile che qualcuno sapesse che il palazzo non era del tutto disabitato e che lui e il suo socio si erano rifugiati lì, ma se invece il loro nasconglio segreto non fosse più così segreto?! Che cosa avrebbero fatto se fossero stati scoperti?!

Blaine non poteva certo rischiare, non sarebbe stata una mossa saggia sottovalutare il problema.

<< Beh, io vado a controllare. >> disse a Noah <<  Forse mi sbaglio, ma voglio essere sicuro che sia davvero tutto apposto. >>

Noah scrollò le spalle, come a voler dire " fa un po' come ti pare"  e Blaine scese giù fino al primo piano, da cui gli era sembrato che provenissero quelli strani rumori.

Si guardò attentamente intorno, senza però riuscire a trovare niente e nessuno; guardò in ogni singola  stanza  e le trovò tutte deserte, esattamente come avrebbero dovuto essere.

Stava quasi per fare ritorno da Noah, quando all'improvviso si ricordò dell'esistenza di un'altra stanza, nella quale non aveva ancora controllato.

" Il salone delle festa, già...che stupido!"

Si precipitò nella sala e non appena vi arrivò, si accorse immediatamente che qualcosa non andava; proprio al centro della stanza, accovacciato sul pavimento, c'era qualcuno, che a quella distanza Blaine non fu in grado di capire se si trattasse di un ragazzo o di una ragazza.

<< Ehi! >> strillò Blaine, con fare quasi minaccioso << Che cosa ci fai tu qui?! >>

La figura si voltò di scatto e non appena si accorse della presenza di Blaine corse via, immediatamente seguita da un cagnolino.

Blaine la rincorse giù per le scale, continuando ad urlargli di fermarsi, ma senza ottenere alcun risultato.

Quando finalmente arrivarono all'ultimo piano,  Blaine riuscì a raggiungere quel misterioso visitatore, che fu costretto a bloccare la sua corsa non appena si rese conto di essere arrivato ad un vicolo cieco; dinnazi a lui c'era solamente una parete, ricoperta per la maggior parte da un gigantesco quadro raffigurante la famiglia reale al completo.

 << Avanti, fatti vedere. >> gli intimò Blaine, riprendendo fiato.

La figura misteriosa si voltò, togliendosi dalla testa il berretto e Blaine finalmente potè guardarla in faccia.

E ne rimase letteralmente pietrificato.

Era un ragazzo, che a guardarlo bene non avrebbe avuto più di diciotto anni, con la pelle candida e le guance arrossate, probabilmente a causa della corsa che aveva appena fatto.

Era senza dubbio il ragazzo più bello che Blaine avesse mai visto, ma quello che più di lui lo colpì furono i suoi occhi: due brillanti gemme, dello stesso colore dell'oceano.

Erano profondi, dolci e pieni di vita.

Blaine rimase a bocca aperta; aveva visto solamente un'altra persona con quelli occhi così meravigliosi e quella persona era lì, raffigurata su quell'enorme quadro appeso alla parete, proprio al centro della tela, abbracciata  allo Zar.
 
 
 
N.D.A:  Allora...questo capitolo è stato un parto, per il semplice fatto che ci ho messo una vita per descrivere una scena che nel film è rappresentata meravigliosamente attraverso una canzone. E' stato davvero faticoso e non sono sicura di essere riuscita a renderla nel modo giusto...ma vabbè, sappiate che comunque io ci ho provato! 

Chi conosce il film avrà notato che mi sto piano piano distaccando dalle scene originali, dandone una mia personale interpretazione; d'altra parte non mi andava di ricalcare tutto alla perfezione, sarebbe stato solamente un lavoro di copia incolla e non avrebbe dato alcuna soddisfazione nè a me nè a voi.

Sempre chi conosce il film avrà notato che il titolo del capitolo riprende la bellissima canzone che Anastasia canta quando arriva a Palazzo; è una delle poche canzoni dei cartoni che preferisco nella versione italiana, per  cui mi sembra doveroso lasciarvela qui, casomai vi andasse di ascoltarla e rivedere la scena: http://www.youtube.com/watch?v=W-5dJzbJ4AM&feature=related
 
Come ho già scritto nell'altra mia fan fiction, non potrò pubblicare fino a lunedì o martedì, dal momento che le mie vacanze americane mi stanno tenendo parecchio impegnata. Ma non temete, amo troppo scrivere e voglio troppo bene a voi lettori per lasciarvi troppo a lungo senza capitoli da leggere.
A presto miei cari...vi adoro! 
 

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Capitolo 4
*** Nuovi Sogni e Antiche Maledizioni ***


Kurt e Blaine rimasero a fissarsi in silenzio per una frazione di tempo per entambi incalcolabile.

Blaine sembrava volersi letteralmente perdere negli occhi azzurri di Kurt, guardandolo con la bocca semi aperta e uno sguardo di totale adorazione.

Kurt, da parte sua, non riusciva a smetterla di pensare a quanto quel misterioso ragazzo di fronte a lui lo affascinasse e quanto, inconsciamente, si sentisse attratto da quella sua aria incredibilmente familiare.

I suoi occhi.

Kurt era sicuro di averli già visti da qualche parte prima di quel momento e il fatto che non riuscisse a ricordare dove e in che occasione, lo mandava completamente fuori di testa.

Si sforzava in tutti i modi di ricordare, ma ancora non riusciva a capire perchè quelli occhi color caramello lo mandassero così su di giri e perchè quel ragazzo avesse un'aria così terribilmente familiare.

Blaine intanto aveva smesso di guardare Kurt e aveva spostato il suo sguardo sul ritratto dietro di lui; si stropicciò gli occhi un paio di volte, per essere sicuro che quello che stava vedendo non fosse solamente frutto della sua immaginazione.

Ma decisamente non c'erano dubbi al riguardo.

Quel ragazzo sconosciuto e così bello che si trovava dinnanzi a lui somigliava in maniera impressionante al piccolo Konstantin Romanov, raffigurato in quel quadro quando aveva all'incirca sette o otto anni.

Era davvero incredibile.

Blaine spostò di nuovo lo sguardo su Kurt, che lo fissava con aria interdetta.

Aprì la bocca per parlare, ma nessun suono sembrava voler uscire, Blaine era troppo confuso per dire qualcosa che avesse anche solo un minimo di senso.

<< Blaine...ehi, Blaine! >>

Blaine si voltò; Noah era appena piombato nella stanza, urlando a perdifiato.

<< Santo cielo Blaine, mi hai fatto prendere un colpo! >> strillò << Non ti ho più visto tornare, ho pensato che qualcuno fosse veramente riuscito ad entrare a palazzo e che ti avesse fatto
male! >>

Blaine fece un mezzo sorriso e indicò Kurt con un cenno del capo.

<< Beh, a dire il vero qualcuno è riuscito ad entrare. >> osservò il moro << Ma come puoi vedere con i tuoi stessi occhi, sono sano e salvo. >>

Noah si avvicinò ed osservò attentamente Kurt, che ancora se ne stava fermo immobile al suo posto, affiancato da Finn, che non la smetteva di ringhiare.

Esattamente come Blaine poco prima, rimase anche lui a bocca aperta non appena vide Kurt davanti all' enorme quadro; non riusciva a credere ai suoi occhi.

<< B...Blaine.. >> balbettò << Vedi..vedi quello che vedo io? >>

Blaine sorrise e fece segno di sì con la testa.

<< Direi proprio di si, Noah. >> rispose a mezza voce.

Kurt, stanco di tutto quel mistero, si decise finalmente a parlare.

<< Siete voi Blaine e Noah? >> domandò, mentre di fianco a lui Finn iniziava piano piano a tranquillizzarsi.

Blaine gli si avvicinò con passo felpato.

<< Si, siamo noi. >> disse, continuando a guardarlo dritto negli occhi << Io sono Blaine e lui e Noah. >>

<< Possiamo esserti utili, ragazzo? >> aggiunse Noah, con un sorriso sghembo sulle labbra.

Il volto di Kurt si illuminò.

<< Oh, sono così felice di avervi trovato! >> esclamò allegramente << Io mi chiamo Kurt e avrei bisogno del vostro aiuto per procurarmi dei documenti di viaggio. >>

Noah e Blaine si guardarono e poi tornarono a studiare attentamente il nuovo arrivato, soffermandosi su ogni singolo particolare del suo volto.

<< Una.. persona.. mi ha detto che voi potevate darmi una mano. >> aggiunse Kurt, leggermente a disagio da tutte le attenzioni che i due gli stavano rivolgendo << Voi potete darmi una mano, vero? >>

Blaine e Noah non risposero e andarono avanti a fissarlo senza proferire parola per qualche altro secondo.

Kurt arrossì.

<< Ho qualcosa che non va?! I miei capelli sono fuori posto?! >>

Iniziò a passarsi freneticamente le mani fra i capelli, tentando di sistemarseli in maniera più o meno decente.

Blaine ridacchiò.

<< No, è tutto apposto. >> rispose << E' solo che tu somigli molto a.. >>

Non riuscì a finire la frase, perchè Noah lo interruppe bruscamente, afferrandolo per un braccio.

<< Stavi parlando di documenti di viaggio, ragazzo?! >> disse l'ebreo, spingendo quasi Blaine contro la parete nel tentativo di farsi spazio verso Kurt.

Il ragazzo annuì.

<< Si! Vorrei andare a Parigi! >>

Noah fece un sorrisetto soddisfatto, mentre Blaine gli lanciò un'occhiataccia, massaggiandosi il braccio dolorante. Finn si avvicinò leggermente a Puckerman e iniziò ad annusargli la gamba, incuriosito da quel personaggio che ai suoi occhi sembrava apparire così interessante.

<< Vorresti andare a Parigi?! >> domandò Blaine in tono fin troppo entusiasta.

Nel frattempo Finn aveva iniziato ad abbaiare dolcemente a Noah e il ragazzo sembrava apprezzare molto le dimostrazioni di affetto del cagnolino.

<< Oh, ma sei davvero adorabile! >> esclamò, prendendo Finn in braccio << Non trovi anche tu, Blaine?! >>

Blaine fece una smorfia.

<< Noah concentriamoci sul ragazzo e non sul cane, per favore! >> lo freddò.

Ma Puckerman era troppo occupato a farsi fare le feste da Finn per prestare attenzione alle sue parole.

Blaine sbuffò; come al solito spettava a lui il ruolo del ragazzo responsabile.

<< Senti... Kurt, giusto?! >> Kurt annuì << Beh, Kurt... per caso hai anche un cognome? >>

Kurt arrossì di nuovo e abbassò lo sguardo imbarazzato.

<< Ecco..a dire la verità io non conosco il mio cognome. >> confessa << Sono stato trovato mentre vagavo per strada, in mezzo alla neve, quando ero solamente un bambino, e sono cresciuto in un orfanotrofio a pochi chilometri da Sanpietroburgo; non ho nessuna memoria del mio passato, mi sforzo continuamente ma non riesco mai a ricordare nulla di ciò che mi è accaduto prima di arrivare in quell'orfanotrofio. >>

Blaine rimase ad ascoltare in silenzio le parole di Kurt; era così fragile, così vulnerabile, eppure allo stesso tempo sembrava essere dotato di un'incredibile forza e tanta determinazione.

Era davvero impossibile non esserne totalmente affascinato.

<< Beh, comunque un indizio ce l'ho! >> aggiunse Kurt, riprendendo un po' della sua allegria << Parigi! Insomma, potete aiutarmi?! >>

<< Si, certo! >> rispose immediatamente Blaine.

<< Non così in fretta, ragazzo! >> fece eco Noah, lanciando al suo socio una vera e propria occhiata omicida << Blaine, guardami! >>

Blaine guardò Puckerman negli occhi e comprese immediatamente le sue intenzioni.

In effetti, non aveva tutti i torti; avevano notato entrambi la somiglianza pazzesca di Kurt con Konstantin ed era più che ovvio che Noah stesse pensando di approfittarne.

<< Sai, anche noi andiamo a Parigi ragazzo. >> disse Noah, rivolgendosi a Kurt.

Il viso di Kurt si illuminò nuovamente.

<< Dite davvero? >>

<< Oh, certo. >> rispose Blaine, decidendo di reggere il gioco al suo compare << Abbiamo tre biglietti e i documenti di viaggio, tutto in piena regola. >>

" All'incirca. " si disse mentalmente.

<< Peccato però che il terzo sia stato già prenotato. >> aggiunse Noah, sorridendo maliziosamente.

<< Oh, davvero? >> fece eco Kurt, piuttosto tristemente << E da chi? >>

<< Beh, ma da lui! >> replicò Noah, facendo scendere Finn a terra e indicando il dipinto << Konstantin. >>

Kurt si voltò verso il quadro appeso alla parete, al quale prima non aveva fatto minimamente caso.

Cercò di osservarlo con attenzione, ma Noah e Blaine lo afferrarono con forza per le braccia e lo trascinarono un po' più lontano, seguiti da Finn, che ormai sembrava aver trovato in Noah il suo amico ideale.

<< Sai, l'Imperatrice Maria, madre del defunto Zar Nicolaj, sta disperatamente cercando il suo adorato nipote Konstantin. >> disse Noah << E noi abbiamo intenzione di aiutarla a ritrovarlo. >>

<< Voi due? >> replicò Kurt, piuttosto incredulo.

<< Esatto! >> rispose Blaine << E abbiamo notato che tu gli somigli parecchio! >>

Kurt strabuzzò gli occhi.

<< Io?! >>

<< Certo! >> gli rispose Noah, continuando a guardarlo << Hai più o meno la stessa età che dovrebbe avere lui, la stessa struttura fisica, stesso colore di capelli, i lineamenti del viso.. >>

<< Gli stessi occhi.. >> mormorò Blaine, guardandoli intensamente.

Kurt arrossì per l'ennesima volta.

<< State...state cercando di dirmi che pensate che io sia Konstantin?! >> domandò, per niente persuaso dalle loro parole << Ma è impossibile. >>

<< Stiamo semplicemente dicendo che in tutta la nostra vita non abbiamo mai visto nessuno che somigli al granduca Konstantin quanto gli somigli tu! >> commentò Noah.

Condussero Kurt di fronte ad un altro quadro, stavolta raffigurante il solo principe Konstantin.

<< Su, giudica tu stesso! >>

Kurt fissò il dipinto con attenzione; non sapeva proprio cosa pensare, per quanto indubbiamente quei due avessero ragione e lui rivedesse molto di sè stesso in quel ritratto.

Ma era assolutamente impossibile che lui fosse il granduca Konstantin e questo lo sapeva molto bene.

<< Voi due siete matti! >> esclamò << Avrei dovuto capirlo da subito che eravate dei poveracci fuori di testa, basta guardare come siete vestiti! >>

Noah e Blaine fecero una smorfia e guardarono i loro indumenti; indubbiamente non erano abiti eleganti o particolarmente curati, ma non avevano un aspetto così trasandato.

<< Non mi sembra che tu sia vestito tanto meglio di noi. >> puntualizzò Noah.

Kurt lo guardò male e si mise a braccia conserte, mettendo il broncio.

Blaine ridacchiò.

C'era qualcosa di veramente adorabile in quel ragazzo che, per quanto incomprensibile potesse essere, lo affascinava moltissimo.

<< Kurt, davvero non vuoi darci ascolto? >> domandò dolcemente al ragazzo << Infondo, non ricordi che cosa ti sia accaduto prima e, per quanto ne sappiamo, potresti veramente essere tu Konstantin. >>

Kurt non rispose e Noah gli si avvicinò.

<< Sai che gli unici parenti che gli sono rimasti sono a Parigi? >> disse << E se non sbaglio, anche tu cerchi dei parenti a Parigi, no?! >>

Kurt annuì, prendendo nuovamente fra le braccia il suo cagnolino, che aveva ricominciato a strusciarsi alla sua gamba.

<< Io... oh, non lo so! >> esclamò Kurt, sempre più confuso << Ammetto di aver sognato tante volte di essere un principe o qualcosa del genere, ma non ho mai pensato all'eventualità di poterlo essere veramente! >>

<< Beh, ma perchè no? >> insistette Noah << Dal momento che non ricordi assolutamente niente del tuo passato, potresti benissimo esserlo...non credi?! >>

Kurt non disse niente e continuò a fissare il ritratto.

Blaine provò a dirgli qualcosa, ma Noah lo fermò prima che potesse farlo.

<< Ci dispiace non poterti aiutare amico, ma il terzo biglietto è per il granduca Konstantin. >> disse, prendendo Blaine per un braccio ed allontandosi con lui.

<< Di, ma sei impazzito?! >> gli disse il moro sottovoce, mentre i due scendevano giù dalle scale << Hai intenzione di lasciarlo andar via così?! >>

<< Rilassati tesoruccio, so esattamente quello che sto facendo. >> rispose Noah, col suo solito sorriso sghembo sulle labbra << Conta fino a dieci: uno... due... tre... >>

<< Noah, è ridicolo! >> protestò Blaine << Stiamo rinunciando troppo presto e poi... >>

<< Non ti sento contare, Blaine! Sette.. otto... >>

<< Ehi, Blaine... Noah...aspettate un attimo! >>

Kurt si precipitò giù dalle scale, urlando i loro nomi a squarciagola.

<< Ci hai chiamato? >> domandò Noah, voltandosi lentamente.

Kurt li raggiunse.

<< Voi avete detto che se non ricordo nulla del mio passato, potrei anche essere un principe. >> disse << Tutto questo ha senso, non è vero? >>

<< Oh, decisamente si! >> rispose Noah, con un 'espressione soddisfatta sul volto.

<< Giusto. >> replicò Kurt << E se per caso non dovessi essere io Konstantin, l'imperatrice comunque lo capirebbe e il nostro sarebbe un errore onesto! >>

<< Esatto! >> commentò Blaine << E poi, in ogni caso, arriveresti a Parigi no?! >>

Quella frase suonava tanto come un "Ti prego, vieni a Parigi con noi", ma probabilmente Blaine fu il solo a rendersene conto.

<< Si, è vero. >> disse Kurt, con sguardo sognante << Magari quella è veramente la mia famiglia, ma se anche non lo fosse, almeno raggiungerò Parigi e potrò continuare lì le mie ricerche! Non ho assolutamente niente da pedere. >>

Finn si mise ad abbaiare allegramente.

<< Per cui, andiamo a Parigi?! >> domandò Noah, pur sapendo molto bene quale sarebbe stata la risposta.

Kurt fece segno di sì con la testa.

<< Si, andiamo a Parigi. >>

Poi, quasi senza rendersene conto, si voltò verso Blaine e lo guardò dolcemente.

Sorrise.

Avrebbe passato ancora del tempo assieme a lui e sebbene non ne capisse il motivo, questo lo rendeva incredibilmente felice.

<< Sei pronto, Kurt? >> domandò gentilmente il moro.

Kurt annuì e sorrise, con le guance ancora leggermente rosse.

<< Si.. >> balbettò << Credo di sì. >>

<< Certo che lo è! >> replicò Noah << Ma smettiamola di chiamarlo Kurt: stiamo parlando di sua altezza reale, il granduca Konstantin! >>

Kurt ridacchiò, quasi divertito da quel nome, non curante del peso che esso poteva portare.

Ma soprattutto, non curante del fatto che, poco lontano da loro, qualcuno aveva sentito tutto.



*


Dietro al cornicione di una finestra semiaperta, dove si era costruito un piccolo nido, il pipistrello bianco di nome Figgins ascoltava con estremo interesse quella conversazione.

<< Konstantin? >> disse il pipistrello parlante, con aria letteralmente basita << Ma è impossiible! Insomma, Konstantin è morto...tutti i Romanov sono morti! Morti, defunti, trapassati, passati a miglior vita... caput! >>

Di fianco a lui un antico reliquiario aveva incominciato a brillare di una strana luce verde e all'improvviso una specie di creatura evanescente, dall'aspetto molto simile ad un gargoile, ne uscì lentamente, avvicinandosi a Figgins, che lo guardò con occhi pieni di paura.

<< Oh no, ancora tu! >> strillò, tappandosi gli occhi con le zampette << Credevo che non ti avrei mai più rivisto! Ci speravo tanto a dire il vero, mi sei sempre stato antipatico! >>

La creatura continuò a volteggiargli intorno, con fare a dir poco inquietante.

<< Basta, lasciami in pace! >> si lagnò il pipistrello << Non puoi ritornartene là dentro?! Mi stai davvero mettendo i brividi. >>

Poi, improvvisamente, Figgins ebbe un'illuminazione.

<< Un attimo solo.. >> disse << Se questo coso si è risvegliato dopo dieci anni, vuol dire che Konstantin è davvero vivo! >>

Si affacciò e seguì con lo sguardo Kurt, Blaine e Noah, mentre si allontanavano verso l'uscita del palazzo.

<< E' quello lì, non ci sono dubbi! >> strillò Figgins, svolazzando nervosamente per aria << Ma come può essere successo?! Nessuno sarebbe dovuto sopravvivere alla maledizione del padrone! >>

Figgins guardò il piccolo mostriciattolo e il reliquiario con aria sempre più terrorizzata.

Ciò che avvenne dopo fu così rapido che il povero pipistrello non fece neanche in tempo a rendersene conto; fu letteralmente risucchiato da una specie di vortice e per qualche secondo ebbe quasi la sensazione che non sarebbe sopravvissuto a quella folle e allucinante esperienza.

Atterrò su qualcosa di estremamente duro e dopo essersi più o meno ripreso, si guardò intorno, cercando di capire in quale assurdo luogo fosse capitato.

Sembrava una specie di antro infernale, intorno a lui non c'era praticamente niente, fuorchè rocce e tante ossa ammassate qua e là, immagine che non faceva che terrorizzare ancora di più il piccolo Figgins.

<< Mamma mia.. >> mormorò << Questo posto è davvero spaventoso! >>

<< Chi osa venire a disturbarmi?! >>

Una voce agghiacciante ruggì alle sue spalle e Figgins si voltò di scatto; davanti ai suoi occhi c'era una figura quasi scheletrica, un ammasso di ossa ricoperte da un sottile strato di pelle, con una lunga barba nera, il volto scavato e due enormi occhi, iniettati di sangue.

Era decisamente impossibile non riconoscerlo.

<< P...padron Rasputin? >> domandò con un filo di voce.

L'uomo si avvicinò con cautela al pipistrello e poi lo prese dolcemente fra le mani.

<< Figgins? >> disse sorridendo << Sei tu? >>

<< Padrone! >> esclamò Figgins gioiosamente << Ma voi siete vivo! >>

Rasputin fece una smorfia.

<< Si..se questa vogliamo chiamarla vita! >> brontolò << E' successo qualcosa, per caso?! >>

Figgins guardò il suo padrone; aveva davvero una pessima cera, sembrava quasi che potesse perdersi dietro qualche pezzo del suo corpo.

In effetti, non si stupì molto quando uno dei suoi occhi gli piombò fra le zampe.

<< Credo di si, padrone. >> rispose in tono piuttosto vago, ripettendo a posto il suo occhio.

<< Oh, me lo sentivo! >> esclamò Rasputin << Le forze del male mi stavano dando un avvertimento! >>

Figgins si aggrappò alla lunga barba del suo padrone.

<< Diciamo che non sono troppo sorpreso al riguardo. >> disse << L'ho visto con i miei occhi Konstantin. >>

<< Konstantin?! >> replicò sorpreso Raspuntin, mentre le sue labbra scivolano lentamente lungo la sua barba.

Figgins le rimise al suo posto con fare disgustato.

<< Signore, credo che dovrebbe fare qualcosa riguardo a questo piccolo problemino. >> disse gentilemente << A quanto pare lei è mezzo vivo e mezzo morto, per questo si sta decomponendo! Le darei volentieri una mano con ago e filo, se li avessi con me...beh, se sapessi usarli! >>

<< Quel maledetto ragazzino è ancora vivo?! >> domandò Rasputin furibondo.

<< Così pare, padrone. >> rispose tranquillamente Figgins << Credo che avrebbe dovuto controllare meglio quella maledizione, mi sa che era un tantino difettosa! >>

<< Adesso si spiega tutto! >> strillò Rasputin, afferrando Figgins con una mano << La mia maledizione è incompiuta, perciò sono stato confinato in questo limbo! >>

Spalancò le braccia, dandosi talmente tanta spinta che la mano che stringeva Figgins si staccò e volò a terra.

<< Temo che dovrò iniziare a farci l'abitudine. >> commentò Figgins, piuttosto frastornato.

Rasputin guardò la sua mano ancora a terra e si accasciò su un enorme sasso, emettendo un sonoro lamento.

<< Ah, ma come posso fare?! >> gemette << Mi perdo dietro i pezzi, sono da buttare via! >>

Figgins gli si avvicinò e riaggiusto il pezzo mancante al suo polso.

<< Padrone, non sia così severo con sè stesso! >> gli disse, tentando di rassicurarlo << Infondo ha ancora molti poteri! >>

Rasputin sbuffò.

<< Ne avevo! >> commentò acidamente << Se solo non avessi perso il mio magico reliquiario! >>

<< Ah, ma non l'ha perso! >> rispose Figgins, volando verso l'oggetto che lo aveva trasportato fino a lì << Eccolo qui! L'ho trovato a palazzo, è stato lui a condurmi da voi. >>

Rasputin lo raggiunse ed afferrò avidamente il suo reliquiario, che si illuminò nuovamente al suo tocco.

<< Ma è perfetto! >> disse, in tono estremamente soddisfatto << Adesso ho di nuovo tutti i miei poteri.. e posso di nuovo portare a termine la mia missione. >>

<< In che senso, padrone? >> domandò Figgins, coprendosi interamente con le sue ali nel momento stesso in cui il reliquiario ricominciò a brillare.

<< Non ho alcuna intenzione di lasciare incompiuta la mia maledizione. >> rispose, alzando il braccio e lasciando che una sprizzo di luce verde illuminasse interamente l'antro.

Figgins ricominciò a tremare di paura e nascose ancora di più il muso fra le ali.

Un' altra luce venne emessa dal reliquiario e al suo interno apparve l'immagine nitida di Kurt, Blaine e Noah che salivano sul treno che avrebbe dovuto portarli a Parigi.

Un ghigno si disegnò sul volto di Rasputin.

<< Preparati, mio bel principino.. sta per arrivare anche la tua ora! >>




N.D.A: Ed ecco che inizio a stravolgere le cose...ma c'è una motivazione ben precisa! nel film è Dimitri la mente criminale e lui e Anya litigano praticamente per la metà del film; avrei effettivamente potuto fare lo stesso co Kurt e Blaine...ma chi mi conosce sa molto bene che quando scrivo di loro mi lascio trasportare troppo dalla mia vena romantica e smielata e non sono davvero riuscita a farli litigare come fanno Anya e Dimitri nel film! e poi, in tutta onestà ci vedo meglio Puckerman nei panni del cattivo ragazzo, l' ho sempre detto.

Kurt e Blaine mi piace pensarli sempre innamoratissimi, anche quando ancora non se ne rendono conto e preferisco farli vedere timidi, fluffosi ed impacciati, piuttosto che finti incazzati.

E poi, come ho detto fino ad ora, mica posso fare un copia incolla..questa è la mia versione di Anastasia e poi non mi sto affatto distaccando dalla trama originale, no? :)

Riguardo a Rasputin....io lo adoro come cattivo e mi andava di lasciarne la sua originale caratterizzazione, soprattutto il fatto che perda costantemente i pezzi, cosa che da piccola ( e anche ora, ad essere sicera) mi faceva morire da ridere!!! xD

Ah, adoro anche il rapporto tra Vlad e Pooka, per questo ho voluto che anche fra Puck e Finn si instaurasse l'amicizia! x3

A presto, miei cari!!! 

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Capitolo 5
*** Alta velocità ***


Il treno per Parigi era in viaggio già da quasi un 'ora e Kurt, Blaine e Noah erano seduti comodamente nel loro scompartimento.

Blaine guardava fuori dal finetrino con aria sognante, pensando a ciò che si stava lasciando alle spalle e alle meraviglie che il futuro gli avrebbe finalmente riservato; Noah era intento a falsificare i documenti di viaggio, dando di tanto intanto qualche carezza a Finn, seduto proprio di fianco a lui.

Kurt, invece, giocherellava nervosamente col suo ciondolo, sprofondato nel sedile, domandandosi nervosamente se sarebbe riuscito finalmente a ritrovare la sua famiglia e a recupera tutti i ricordi del suo passato.

Noah diede un ultimo sguardo soddisfatto ai suoi capolavori di contraffazione e poi li ripose accuratamente in una valigetta, accarezzando dolcemente Finn sulla pancia e facendogli emettere un piccolo verso di soddisfazione.

<< Dovresti smetterla di giocare con quel ciondolo, e stare dritto! >> ammonì Kurt, laciandogli un' occhiata di disapprovazione << Ricordati che adesso tu sei un granduca! >>

Kurt sbuffò e per ripicca sprofondò ancora di più nel sedile, mentre Blaine accanto a lui ridacchiava, mettendosi una mano davanti alla bocca per non farsi vedere da Noah.

<< E tu che ne sai di come si comporta un granduca? >> domandò Kurt, con fare scettico.

<< Beh, saperlo fa parte del mio mestiere. >> ribattè Puckerman, con il suo solito sorriso sghembo dipinto sul volto.

Kurt fece una smorfia e Blaine stavolta non riuscì a nascondere al suo socio una risata.

Noah sospirò con fare esasperato.

<< Sto solamente cercando di aiutarti, Kurt. >> rispose, guardandolo neglio occhi.

Kurt a quel puntò si tirò su e si sporse leggermente verso il ragazzo.

<< Puckerman, tu pensi davvero che io sia il granduca Konstantin?! >> domandò.

Noah annuì.

<< Ovviamente. >> rispose.

<< Allora piantala di darmi ordini! >> esclamò Kurt irritato, accavallando le gambe e mettendosi a braccia conserte, con il viso imbronciato.

Blaine non riuscì proprio a trattenersi e scoppiò in una risata fragorosa.

Noah sbuffò.

<< Hai davvero un caratteraccio, ragazzino! >> bofonchiò, guardando malissimo Kurt.

<< E dai, Noah..smettila! >> intervenne Blaine << Lascialo in pace! >>

Noah non rispose e si limitò ad osservare Blaine, che aveva decisamente smesso di interessarsi al paesaggio là fuori e stava fissando intensamente Kurt, con un sguardo fin troppo profondo.

Noah scosse la testa con disapprovazione.

<< Kurt, vorresti scusarci un attimo? >> faìece, rivolgendosi al ragazzo con strategica gentilezza << Avrei bisogno di parlare con Blaine in privato. >>

Kurt scrollò le spalle e si alzò, uscendo fuori dallo scompartimento sbuffando.

<< Che diavolo stai facendo? >> domandò Puck in tono severo a Blaine, non appena fu certo che Kurt si fosse allontanato.

<< Di che stai parlando?! >> replicò Blaine, guardandolo confusamente.

Noah sospirò con fare sconsolato.

<< Blaine, non fingere con me. >> disse, senza smettere di guardarlo negli occhi << Guarda che ho capito tutto. >>

<< Ma tutto cosa?! >> fece Blaine, continuando a non capire << Di che diamine stai parlando?! >>

<< Di Kurt! >> esclamò Noah << Blaine, si vede benissimo che ti piace! >>

Blaine arrossì di colpo e ci mise un bel po' prima di decidersi a rispondere.

<< N.. Non è vero. >> farfugliò dopo qualche secondo di silenzio << Non essere ridicolo, Noah. >>

<< Blaine, credi davvero che io non riconosca quello sguardo?! >>  ribatte l'ebreo, al limite dell' esasperazione << Sul serio, a chi pensi di darla a bere?! >>

<< E tu che ne sai? >> gli disse Blaine, ancora rosso in volto << Quando mai mi hai visto innamorato di qualcuno?! >>

Noah sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

<< Ti prego, come se quello sguardo da trota non fosse abbastanza per capirlo! >> esclamò << Blaine, è molto più che ovvio..ed è anche molto, molto sbagliato! >>

Blaine non disse nulla e si morse un labbro.

<< Sai quanto può essere pericolosa una situazione del genere?! >> continuò Noah, in tono estremamente severo << Non puoi affezionarti a lui, Blaine; dire addio diventerebbe troppo difficile! >>

<< Beh, tu ti sei affezionato al cane! >> osservò Blaine, indicando Finn << Non è la stessa cosa?! >>

<< Certo che no! >>  esclamò Noah, alzando ulteriormente il tono della voce << Come puoi anche solo pensare di paragonare un animale ad una persona?! Quando lasceremo Finn e Kurt a Parigi magari potrò essere un po' dispiaciuto per via della separazione, ma non mi ritroverò di certo col cuore spezzato...la fine che rischi di fare tu, invece! >>

Blaine fece una smorfia.

<< Blaine, lavoro e faccende di cuore non devono mai e poi mai essere mescolate! >> proseguì Noah in tono autoritario << Se ti innamori di Kurt le cose andranno a finire molto male per noi, lo capisci o no?! >>

<< Certo che lo capisco, Noah! >> strillò Blaine, alzandosi di scatto << Pensi forse che io sia stupido?! Non sono innamorato di Kurt; forse ne sono attratto, forse un po' mi piace... ma non voglio innamorarmi di lui! Credi che non sappia quanto potrebbe essere difficile?! Credi che non mi renda conto del fatto che innamorarmene significherebbe ritrovarmi col cuore spezzato?! Lo so che non potrò mai averlo e non voglio stare male per  via di tutta questa faccenda. >>

Abbassò lo sguardo e tirò su col naso.

<< Dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro, Noah. >>  disse, con un filo di voce << Non andremo da nessuna parte se mi lascerò coinvolgere emotivamente e non intendo rischiare di mandare all'aria il nostro piano. Inoltre, non so neanche se a Kurt piacciano gli uomini o le donne e in ogni caso, un granduca non potrebbe mai sposarsi con nessuno che non sia una donna, perciò non avrebbe comunque alcun senso lasciarmi travolgere  dai sentimenti. >>

Noah rivolse a Blaine uno sguardo tutt'altro che convinto. 

Conosceva il suo amico molto bene ed era certo che non sarebbe stato affatto facile resistere ai suoi sentimenti; Blaine era sulla buona strada per innamorarsi di Kurt, si vedeva molto bene... e Noah sapeva che sarebbe stato tremendamente difficile per lui reprimere quelle sensazioni, che di sicuro si sarebbero fatte sempre più forti nel giro di pochissimo tempo.

<< Noah, dico sul serio. >>  ripetè Blaine, cercando di mostrarsi almeno un minimo convincente << Non manderò tutto all'aria. >>

Noah fece un mezzo sorriso e annuì, tentando di fidarsi almeno in parte delle sue parole.

Blaine sospirò e si rimise a sedere, tornando a guardare fuori dal finestrino.

Sapeva bene anche lui che sarebbe stato estremamente difficile resistere, dal momento che i suoi sentimenti per Kurt si facevano sempre più forti - sebbene si conoscessero da un solo giorno - , ma doveva fare una sforzo.

Non sarebbe servito a niente innamorarsi di Kurt, solamente a fare del male ad entrambi e a rovinare completamente tutti i piani di Noah.

E Blaine non poteva permettere che niente di tutto ciò accadesse.
 

*

Nel frattempo, nel suo antro infernale, Rasputin stava preparando il suo attacco.

Grazie al suo magico reliquiario era in grado di seguire Kurt in tutti i suoi spostamenti e sapeva bene che in quel preciso istante stava viaggiando comodamente su di un treno che lo avrebbe condotto a Parigi.

Solo che a Parigi non ci sarebbe mai arrivato.

Rasputin scoppiò in una risata sonora, che fece letterlamente gelare il sangue al piccolo Figgins, il quale ancora  non sembrava essere del tutto in confidenza con l'idea di vendetta di Rasputin;  a lui non importava molto che Konstantin fosse ancora vivo, infondo che cosa avrebbe mai potuto fare un ragazzino contro i poteri immensi del suo padrone?!

Ma la sete di vendetta di Rasputin era talmente grande da non lasciare alcuno spazio a dubbi o ripensamenti; doveva uccidere Konstantin, a tutti i costi.

E doveva farlo il più velocemente possibile.

Rasputin issò in aria il suo reliquario e un gruppo di piccoli e ferocissimi spiritelli evanescenti schizzarono fuori , presentandosi al cospetto del loro padrone; il loro compito era trovare Konstantin, raggiungere il treno e fare in modo che la sua corsa venisse interrotta.

Non importava in che modo, l'importante era che, alla fine, di Konstantin non rimanesse più alcuna traccia.
 

*
 
<< Posso entrare? >>

Blaine si voltò di scatto, distogliendo l'attenzione dal libro che stava leggendo.

<< Kurt, ma certo! >> esclamò il moro, accogliendo con un enorme sorriso l'ingresso del ragazzo << Io e Noah abbiamo finito di parlare già da un po', lui ora è andato a fare due passi. >>

Kurt richiuse lo scompartimento alle sue spalle e si mise a sedere di fianco a Blaine, volgendo lo sguardo verso di lui.

<< Non ne sentirai la mancanza? >> domandò.

<< Di chi, di Puckerman?! >> rispose ridacchiando << Credo di poter sopravvivere anche senza di lui! >>

<< Ma, no! >>  esclamò Kurt, ridendo a sua volta << Parlavo della Russia. >>

Il volto di Blaine si adombrò.

<< No. >> rispose quasi in sussurro << Non credo proprio. >>

<< Beh, ma era casa tua. >> insistette Kurt << Non ne sentirai neanche un po' di nostalgia? >>

Blaine lo guardò e sorrise mestamente.

<< Diciamo che in Russia non mi sono successe cose molto piacevoli. >> disse << A dire il vero da quando  ci  vivo le cose hanno iniziato ad andarmi parecchio male! >>

<< Oh. >> 

Kurt abbassò lo sguardo con imbarazzo.

<< Mi dispiace. >> mormorò, in tono sinceramente dispiaciuto.

Blaine sorrise nuovamente.

<< Mi chiedo come fosse la mia vita prima di andare a vivere in Russia, quando stavo in Inghilterra. >> proseguì, con un tono di voce un po' meno triste << Ero così piccolo che non ricordo neanche perchè e quando ci trasferimmo! Di certo comunque non poteva essere terrbile come in Russia. >>

Kurt lo guardò con aria piuttosto incuriosita.

<< Non capisco. >> disse << Perchè ce l'hai così tanto con la Russia?! >>

Blaine sospirò tristemente.

<< Kurt, non è facile vivere in Russia per quelli come me. >> rispose, guardandolo intensamente negli occhi << Le leggi non sono dalla nostra parte e il più delle volte si rischia di fare davvero una brutta fine. >>

<< Quelli come te?! >> ripetè Kurt, assumendo un'espressione interrogativa.

Blaine si morse un labbro.

<< Gli omosessuali, Kurt. >> rispose << Persone che si innamorano di altre persone del loro stesso sesso. >>

Kurt sussultò ed un enorme nodo gli si formò in gola.

Blaine era come lui.

Per tutta la vita Kurt aveva creduto che ci fosse qualcosa di sbagliato nell'essere così diverso da tutti gli altri e, sebbene le parole di Blaine gliene avessero dato conferma, il fatto che anche lui fosse così, in un certo senso alleggeriva quel peso.

Era incredibile l'effetto che Blaine aveva su di lui; si conoscevano da poche ore, eppure Kurt continuava ad avvertire una strana sensazione di familiarità quando era con lui, come se qualcosa di molto forte e molto profondo li tenesse legati l'uno all'altro.

Blaine lo guardò con un 'espressione piuttosto malinconica sul volto.

<< Adesso che lo sai, inizierai ad aver paura di me? >> domanda << In genere quando la gente lo scopre reagisce sempre nello stesso modo: si spaventa e inizia a darmi del "mostro" o del
"deviato". >>

Kurt abbassò lo sguardo.

Non aveva idea di quanto potesse essere difficile vivere in Russia da omosessuali; abitare in quell'orfanotrofio era stato un vero e proprio inferno, ma per lo meno gli aveva risparmiato tutto quello che invece sembrava aver dovuto sopportare Blaine in tutti questi anni.

Di certo, a giudicare dalla sua espressione e dal suo tono di voce, doveva aver sofferto davvero molto.

<< Non..non farò niente di tutto ciò, Blaine. >> rispose Kurt a mezza voce << Io...beh, anche io sono...come te. >>

Blaine strabuzzò gli occhi.

<< Cosa?! Dici davvero?! >> domandò, letteralmente spiazzato da quella rivelazione.

Kurt annuì silenziosamente.

<< Si. >> rispose poi, guardandolo nuovamente negli occhi << L'ho scoperto in orfanotrofio, ma non l'ho mai detto a nessuno; mi sembrava una cosa talmente strana, anormale...ero così diverso da tutti gli altri! Non volevo che si sapesse in giro. >>

Blaine si morse un labbro.

<< Kurt, io non penso che sia una cosa sbagliata. >> disse mestamente << Personalmente credo che non siamo noi a scegliere di chi ci innamoriamo, succede e basta! Il problema però è che ci sono troppe persone che non la pensano in questo modo e soprattutto in Russia le leggi sono davvero severe per le persone come noi.  Per questo non vedo l'ora di andare in Francia. >>

<< Laggiù le cose sono diverse? >> domandò Kurt incuriosito.

Blaine si lasciò finalmente sfuggire un sorriso.

<< Beh, non che ci amino alla follia! >>  rispose il moro  << Ma tutte le punizioni contro l'omosessualità sono state abolite e almeno non si rischia più di finire in galera. >>

Kurt rimase in silenzio, non sapendo bene che cosa dire.

Temeva che qualunque cosa sarebbe stata sbagliata o fin troppo inopportuna e se c'era una cosa che non voleva fare era ferire i sentimenti di Blaine, in nessun modo.

Perchè quel ragazzo gli piaceva, moltissimo; e sebbene fossero colme di tristezza, le sue parole avevano acceso in lui un piccolo barlume di speranza.

Perchè se davvero a Blaine piacevano i ragazzi, forse esisteva una benchè minima possibilità che, un giorno, gli sarebbe piaciuto anche Kurt.

<< Kurt, mi dispiace di averti raccontato tutte queste cose. >> gli disse Blaine, guardandolo con aria colpevole << Mi rendo conto solamente ora che devo averti spaventato a morte...giuro che non era mia intenzione!  >>

Kurt sorrise.

<< Non preoccuparti. >> gli rispose dolcemente << Mi hai detto semplicemente la verità, non devi certo sentirti in colpa per questo! E poi stiamo andando in Francia, no?! Laggiù nessuno ci potrà fare del male. >>

Blaine sorrise maggiormente e guardò Kurt con espressione adorante.

Sapeva di avere già perso in partenza la sua battaglia con sè stesso.

Si era ripromesso e aveva promesso a Puckerman che non si sarebbe lasciato coinvolgere emotivamente, che sarebbe stato in grado di tenere separati lavoro e faccende private e che mai e poi mai avrebbe permesso a Kurt di fargli perdere la testa.

Ma era del tutto inutile.

Kurt aveva inziato a fargli perdere la testa sin dal primo istante in cui l'aveva visto e per quanti sforzi Blaine potesse fare, non sarebbe mai stato capace di resisterli.

Kurt lo aveva come ipnotizzato, Blaine era completamente perso.

Aveva capito che doveva semplicemente smetterla di lottare e arrendersi al fatto che, prima o poi, avrebbe finito davvero con l'innamorarsene; si conosceva fin troppo bene, sapeva che era solamente questione di tempo, soprattutto adesso che aveva scoperto che anche Kurt era omosessuale come lui.

Sapeva anche che sarebbe stata dura, aveva già accettato il fatto che non sarebbe mai stato possibile stare con Kurt, soprattutto se alla fine il piano fosse andato in porto! I principi non si sposano con quelli come lui.

Ma come aveva detto poco prima a Kurt, non si può scegliere di chi ci si innamora, succede e basta! E Blaine era abbastanza sicuro del fatto che avrebbe finito coll'innamorarsi di Kurt, per poi ritrovarsi col cuore in mille pezzi.

Ma andava bene, tutto sommato avrebbe potuto sopportare una cosa del genere, non sarebbe stata certo la prima volta.

Purchè Kurt fosse riuscito ad essere finalmente felice.

Era solo questo che contava per lui e se alla fine di tutta quell' avventura Blaine fosse riuscito a vedere quel meraviglioso sorriso sul volto di Kurt, allora sarebbe abbastanza da renderlo del tutto sereno e in pace con sè stesso.

<< Blaine, tutto apposto? >>

La voce melodiosa di Kurt riportò nuovamente Blaine alla realtà.

<< Oh..si, certo! >> rispose il riccio, leggermente imbarazzato << Stavo solo...pensando. >>

Kurt rise e Blaine arrossì.

<< Sono felice di averti detto la verità su di me. >> disse Kurt, rivolgendo a Blaine un dolcissimo sorriso << E' importante per me sapere che non sono da solo in questa folle avventura. >>

Blaine gli restituì il sorriso.

<< Ti starò vicino, Kurt. >> disse, posando istintivamente una mano sulla sua << Te lo prometto. >>

Kurt deglutì e abbassò timidamente lo sguardo.

Blaine stava quasi per aggiungere dell'altro, ma venne interrotto da Noah, che piombò all'improvviso nello scompartimento, col fiatone ed uno sguardo notevolmente preoccupato.

<< Noah, che succede? >> domandò Blaine con fare apprensivo << Che è quella faccia?! >>

Noah guardò il suo amico con aria colpevole.

<< Ecco, Blaine.. >> balbettò << Direi che abbiamo qualche problema con i documenti di viaggio? >>

Kurt lanciò a Blaine uno sguardo colpo di preoccupazione, mentre questi si alzò e si diresse verso Noah con fare minaccioso.

<< Noah, stai scherzando?! >>  esclamò Blaine rabbiosamente << Avevi detto che era tutto apposto! >>

<< Si, lo credevo anche io! >> ribattè Noah, facendo una risatina nervosa << Ma a quanto pare mi sbagliavo! Sai, a quanto pare anche il visto deve essere rosso...e invece il nostro è blu! Ma se ci pensi è quasi divertente, non trovi? >>

Kurt rimase letteralmente senza parole, mentre Blaine si sforzava in tutti i modi di non prendere a sberle Noah.

<< Che cose ci trovi di divertente, razza di idiota?! >> sbraitò il moro, serrando i pugni con tutte le sue forze << Ti rendi conto che siamo in un mare di guai?! >>

Noah non rispose, consapevole del fatto che qualunque cosa avesse detto non avrebbe fatto altro che aggravare la sua situazione.

<< Ch..che cosa facciamo adesso?! >> domandò Kurt, letteralmente in preda al panico.

Blaine sospirò.

<< Dobbiamo andare nella carrozza bagagli. >> rispose << E' molto improbabile che laggiù qualcuno ci trovi, non dovemmo avere problemi a nasconderci. >>

<< Si, ma non possiamo restare lì per tutto il viaggio! >> obiettò Noah.

Blaine gli lanciò uno sguardo omicida.

<< Di certo la colpa non è mia. >> disse a denti stretti.

Noah non osò controbattere e recuperò in silenzio tutti i bagagli.

<< Blaine e se qualcosa dovesse andare storto?! >> domandò Kurt con fare tremendamente ansioso, avvicinandosi al ragazzo.

Blaine lo guardò intensamente negli occhi, cercando di rassicurarlo.

<< Andrà tutto bene, Kurt. >> disse << Te lo prometto. >>

Lo prese per mano e insieme a Puckerman si diressero verso la carrozza bagagli, seguiti poco dopo da Finn, che in quel momento guardava curiosamente fuori dal finestrino.

Se solo avessero fatto un po' più di attenzione, avrebbero sicuramente notato uno strano fascio di luce verde là fuori, che piano piano si avvicinana al treno, fino ad avvolgerlo completamente.

 
*
 

La carrozza bagagli era enorme, ma incredibilmente fredda, umida e sporca, tutte qualità che Kurt detestava con tutto il cuore.

<< Che razza di postaccio! >>  bubbolò l'orfano << Non posso credere che dobbiamo fare tutto il vaggio fino a Parigi qua dentro. >>

<< Ehi, principino..datti una calmata! >> ribattè Noah infastidito << Non cominciare subito a fare lo schizzinoso. >>

<< Tu stai zitto, Noah! >> intervenne immediatamente Blaine << Ti ricordo che è solamente colpa tua se ci troviamo in questa situazione! >>

Noah fece una smorfia e si accasciò a terra, mettendo su una specie di broncio.

Finn si guardò nervosamente intorno e si mise a ringhiare.

<< Ehi, che ti prende Finn?! >> domandò Kurt, guardando il suo cagnolino che si faceva sempre più nervoso.

Finn si mise ad abbaiare e a saltellare freneticamente; era come se avesse percepito qualcosa, qualcosa di molto brutto e stesse cercando di avvertire il suo padrone.

Proprio in quel momento si sentì un enorme boato e un forte scossone e i tre ruzzolarono a terra.

<< Che sta succedendo?! >> strillò Blaine, tentando di rialzarsi in piedi.

Noah si voltò e si trovò dinnanzi uno spettacolo a dir poco raccapricciante: la carrozza si era staccata dal resto del treno, che si stava allontanando sempre di più da loro, lasciandoli completamente soli in balia del nulla.

<< Ragazzi, ho come la sensazione che stia succedendo qualcosa di molto grave! >> esclamò Noah, piuttosto ovviamente << Il treno si sta allontanando! >>

<< Cosa?! >>

Blaine e Kurt cercavano di rialzarsi, operazione piuttosto difficoltosa, a causa di tutti i bagagli che non facevano che muoversi in qua e là per la carrozza, finendo molto spesso addosso a loro, intanto che Noah andava ad affacciarsi dalla parte opposta, per vedere che cosa stesse succedendo alla locomotiva.

Ma forse sarebbe stato meglio non farlo.

<< Ehm... Blaine... >> disse, cercando di non diffondere eccessivamente il panico fra i suoi compagni << Credo che ci siano seriamente nel problemi! Ci sono pezzi di carbone che volano ovunque, la locomotiva sembra dare in escandescenze! >>

<< Cosa?! >>

Blaine e Kurt riuscirono finalmente ad alzarsi e il moro andò ad aprire la porta che separava la carrozza in cui si trovavano dal resto della locomotiva.

<< Che cosa stai facendo?! >> domandò Kurt, con fare estremamente apprensivo << Non puoi andare lì, è troppo pericoloso! >>

<< Devo scoprire che diamine sta succedendo! >> rispose Blaine, saltando sull'altra carrozza e arrampicandosi in cima << Aspettatemi qui, vado a controllare. >>

Con non poche difficoltà riuscì a raggiungere la sal macchine e si ritrovò completamente spiazzato nel vedere che non c'era nessuno alla guida del treno e che la caldaia era lì lì per esplodere.

Si parò il viso con le braccia, mentre tante piccole scintille schizzavano in ogni direzione dalla caldaia e prima che potesse scoppiare del tutto, corse di nuovo dai suoi compagni, non riuscendo comunque ad evitare qualche scottatura sul volto.

<< Stiamo andando troppo veloci! >> esclamò Noah, non appena Blaine fece ritorno.

Kurt gli si avvicinò e posò gentilmente una mano sul suo viso, in prossimità delle sue bruciature.

<< Blaine, santo cielo... >> mormorò << Va tutto bene?! >>

Blaine annuì, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo e facendogli segno di non preoccuparsi.

<< Non c'è nessuno alla guida del treno. >> informò << Temo che dovremo saltare giù. >>

Kurt lo guardò con un' espressione di terrore sul volto.

<< S.. saltare?! >> balbettò.

Blaine aprì la porta scorrevole della carrozza e non appena si sporsero leggermente per guardare fuori, si resero tutti immediatamente conto che quell'idea di non era decisamente la migliore:  di fronte a loro c'era un'enorme distesa di neve, il treno andava troppo veloce e i binari si trovavano troppo in alto rispetto a terra.

Saltare sarebbe stato un vero e proprio suicidio.

<< Dopo di te, amico! >> gli disse Noah, invitandolo con un gesto della mano.

Blaine si guardò intorno nervosamente.

<< Allora non ci resta altra scelta che staccare la carrozza. >> comunicò, correndo di nuovo dentro e dirigendosi poi verso l'altra estremità della carrozza.

Ancora una volta non si accorsero di quello strano fascio di luce proveniente da sotto il treno e di quel gruppetto di strane creature verdi, molto simili a dei folletti, che raggiunsero in volo le catene che tenevano collegate le due estremità del treno, fondendole a tal punto da rendere impossibile qualsiasi tentativo di romperle.

<< Noah, dammi un martello..un'ascia..qualunque cosa! >> strillò Blaine, dal momento che a mani nude era  impossibile staccare quelle catene.

Noah provò con un martello, ma il metallo era fin troppo resistente, Blaine non riuscì neanche a scalfirlo.

<< Andiamo, deve esserci qualcosa di più grosso e resistente! >> esclamò Blaine con disappunto, mentre il martello veniva definitivamente spezzato dalle catene.

In quel momento, all'interno della carrozza, un'enorme scatola attirò l'attenzione di Finn, che si mise ad abbaiare e a saltellare intorno a Kurt.

Il ragazzo si avvicinò per leggere meglio la scritta che ci si trovava sospra.

"Esplosivi".

Un ghignetto compiaciuto comparve sul suo volto.

Afferrò  uno dei candelotti che si trovava all' interno della scatola e dopo essere riuscito ad accenderlo, corse fuori e lo porse a Blaine.

<< Prova con questo! >> disse Kurt, con aria estremamente soddisfatta.

Blaine guardò prima il candelotto e poi Kurt.

<< Geniale! >> esclamò con approvazione.

Posizionò l'esplosivo proprio nel bel mezzo delle due catene e poi ritornò dentro alla carrozza assieme ai ragazzi, rifugiandosi dietro ad una serie di enormi scatoloni, per proteggersi dall' imminente esplosione.

<< Certo che ne hai imparate di cose in quell'orfanotrofio! >> osservò divertito il moro, mettendo un braccio attorno alle spalle di Kurt e facendolo arrossire.

L'esplosione non tardò ad arrivare e i tre abbassarono la testa istintivamente, chiudendo gli occhi.

Quando li riaprirono, ritrovarono la carrozza praticamente divisa a metà, che continuava a correre lungo le rotaie ad una velocità supersonica.

Noah provò a tirare il freno, ma questo era bloccato e non era assolutamente possibile riuscire a fermare quella terribile corsa.

<< Blaine, è tutto bloccato! >> urlò Noah, sempre più in preda al panico << Che facciamo?! >>

Blaine si guardò intorno.

<< Beh, non abbiamo ostacoli di fronte a noi! >> osservò, spalancando le braccia << Prima o poi ci fermeremo! >>

Un enorme scossone li fece cadere nuovamente a terra, mentre in lontananza un ennesimo fascio di luce verde illuminò il cielo e fece crollare completamente il ponte sul quale il treno avrebbe dovuto passare per andare dall'altra parte.

I tre si rialzarono e non appena videro quello spettacolo di macerie, non riuscirono a trattenere un urlo di terrore.

<< St.. stavi dicendo, Blaine?! >> balbettò Kurt, stringendo forte alle sue spalle.

La carrozza andava sempre più veloce e se non avessero trovato in fretta una soluzione sarebbero precipitati nel vuoto, andando incontro a morte certa.

Blaine ebbe all'improvviso un'illuminazione e corse ad afferrare una catena che si trovava per terra, alla cui cima era fissato un enorme gancio.

<< Noah, dammi una mano con questa! >> ordinò, afferrando l'enorme ammasso di ferraglia e trascinandola con sè fuori dalla carrozza, attaccandola proprio al di sotto del treno.

Noah inciampò nei suoi stessi piedi e cadde dentro ad un enorme scatolone, emettendo una specie di grugnito.

Kurt lo guardò con aria sconsolata e afferrò l'altra estremità della catena, avviandosi verso Blaine.

<< Passami la catena! >> urlò Blaine, che si teneva aggrappato al treno ed era talmente vicino alle rotaie che avrebbe potuto toccarle con una mano.

Kurt obbedì all'ordine.

<< Kurt, che fai qui?! >> gli disse Blaine, afferrando la catena << E' troppo pericoloso per te! >>

<< Beh, Noah ha avuto un contrattempo! >> rispose Kurt, facendo una smorfia.

Blaine emise un gemito e riuscì finalmente a sistemare la catena attorno al treno, stringendola con forza, nella speranza che il suo piano avesse anche solo una minima possibilità di funzionare.

Per un pelo non cadde di sotto e dovette stringere forte la mano di Kurt per evitare che ciò accadesse.

Kurt lo afferrò saldamente per un braccio e lo tirò su, avvicinandolo a sè con forza e ritrovandosi col viso a pochi millimetri di distanza dal suo.

Trattennero tutti e due il fiato per qualche secondo, poi Blaine spinse Kurt di nuovo all'interno della carrozza, che era decisamente un posto molto più sicuro.

<< Va tutto bene? >> domandò.

Kurt fece segno di sì con la testa, mentre Finn gli si gettò fra le braccia e lo leccò sulla guancia.

La carrozza andava sempre più veloce e si avvicinava sempre di più al burrone; non c'era molto tempo da perdere.

Blaine spinse giù con forza il resto della catena, il cui gancio afferrò le rotaie e riuscì in qualche modo a rallentare la corsa del treno.

Kurt aiutò Noah a rialzarsi e a raccogliere tutti i loro bagagli, per poi raggiungere Blaine che si sporgeva dalla carrozza.

I tre si guardarono.

<< Pronti?! >> domandò Blaine, afferrando saldamente la mano di Kurt, mentre Noah teneva Finn in braccio.

Gli altri due annuirono e senza pensarci troppo su si gettarono nella neve fredda, che attutì la caduta, mentre il treno correva verso il burrone e lentamente sprofondava nel vuoto.

Noah affondò il viso nella neve gelata mentre Finn, unico che sembrava aver trovato divertente quel salto, gli saltellava allegramente intorno.

Blaine si rialzò per primo e aiutò anche Kurt a tirarsi su, che perse l'equilibrio e cadde letteralmente fra le sue braccia.

I due rimasero a guardarsi in silenzio per qualche istante, per poi distogliere lo sguardo imbrarazzati.

Blaine fece un mezzo sorriso.

<< Ecco perchè ho sempre odiato viaggiare con i treni! >>
 

*
 
Dal suo antro infernale, Rasputin aveva assistito a tutta la scena, grazie al potere del suo antico reliquiario e  vedere Kurt e i suoi amici sani e salvi dopo l'attacco dei suoi spiritelli gli aveva causato una vera e propria crisi isterica.

<< Non è possibile!!! >> strillò, stringendosì il collo così tanto forte da allungarselo di almeno una ventina di centimetri << Sono riusciti a farselo scappare!! >>

Sbattè ripetutamente la testa contro una pietra, fino a fare uscire completamente il suo cranio e farlo rotolare a terra.

Figgins sospirò con fare sconsolato e corse a recuperare il teschio del padrone.

<< Padrone, cerchi di calmarsi! >> esclamò, rimettendo a posto il cranio a Rasputin << Guardi che alla sua età non la fa mica bene agitarsi così tanto! Pensi alle sue coronarie, vuole farsi venire un infarto?! Beh, in effetti lei è già morto, quindi forse non deve neanche preoccuparsene così tanto... >>

Rasputin emise una specie di rantolo e poi riprese a respirare regolarmente.

<< Sa, forse dovremmo lasciar perdere con tutta questa storia della vendetta. >> commentò Figgins, avvicinandosi al reliquiario << Questo coso poi mi sembra davvero difettoso, perchè non lo butta via?! >>

Rasputin lanciò uno sguardo omicida al pipistrello e afferrò il reliquiario, portandoselo al patto.

<< Stai lontano da questo, Figgins! >> lo ammonì << Questo è il dono delle forze del male, è la chiave dei miei poteri...ho venduto la mia anima per questo! >>

Prese il povero Figgins e lo gettò a terra, facendolo ruzzolare per diversi metri.

Non appena si fermò, il volatile fece una smorfia e guardò il suo padrone di traverso.

<< Beh, allora che pensa di fare?! >>  domandò con fare scettico << Mi sembra che il piano "Facciamo fuori Konstantin" sia saltato in aria..letteralmente! >>

Rasputin guardò il suo reliquario e sul suol volto comparve un sadicissimo sorriso.

<< Oh, non temere Figgins. >> disse a denti stretti << Non hai la minima idea di quante risorse abbiano le forze del male. >>





N.D.A: Allora, questo capitolo si è fatto attendere molto, sia per il fatto che le mie vacanze mi tengono impenatissima, sia perchè non sapevo assolutamente come descrivere la scena del
treno! 
Non sono assolutamente soddisfatta di quello che ho scritto, ma non avrei assolutamente potuto fare di meglio..per cui, vi chiedo immensamente perdono!!

Riguardo alla questione dell'omosessualità..so per certo che in Francia nel 1927 non era più un reato, ho controllato...ma mi pare che in Russia le cose forse non fossero esattamente come le ho descritte nella storia; sappiate comunque che non è un errore, ma una mia scelta per far quadrare la vicenda.

Per i prossimi aggiornamenti...NON NE HO IDEA!! XD

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Capitolo 6
*** Aver paura di innamorarsi troppo ***


Dal momento che era piuttosto impossibile poter raggiungere Parigi in treno, vista la terribile esperienza appena affrontata e l' assoluta mancanza di documenti di viaggio, Kurt, Blaine e Noah avevano dovuto trovare un altro modo per raggiungere la loro meta.

Dopo aver camminato per due giorni interi e aver raggiunto la Polonia, i tre decisero che la soluzione migliore era quella di andare in autobus da lì fino in Germania, dove avrebbero poi preso una nave che li avrebbe finalmente condotti in Francia.

<< Ci vorrà molto prima di arrivare a Parigi?! >> domandò Kurt, mentre camminavano per le strade di un graziosissimo paesino di campagna, completamente immerso nel verde.

Il freddo pungente e la neve della Russia sembravano ormai dimenticati e tutt' intorno a loro vi erano solamente fiori, alberi e il dolcisssimo e soave aroma della natura, che davano a Kurt una meravigliosa sensazione di benessere, mai provata fino a quel momento.

<< Non preoccuparti, Kurt. >> gli disse Blaine dolcemente << Non ci vorrà moltissimo! Ti prometto che arriveremo in Francia prima ancora che tu possa rendertene conto! >>

Kurt sospirò e si mise a giocherellare con Finn, che non faceva che saltellare di qua e di là, inseguendo scoiattoli o rotolandosi nell'erba.

<< Comunque vediamo di non perdere troppo tempo! >> esclamò Noah, mentre lui e i suoi compagni di viaggio si accampavano nei pressi di un ruscello per una breve sosta << Non vedo l'ora di incontrare Rachel! >>

Blaine alzò gli occhi al cielo.

<< Ancora con questa storia! >> mormorò a denti stretti, con fare esasperato.

<< Chi è Rachel?! >> domandò Kurt curiosamente.

Blaine sbuffò e sul volto di Noah comparve il suo solito sorriso sghembo.

<< E' semplicemente il più appetitoso bocconcino di tutta Parigi! >> rispose l'ebreo << L'oggetto dei desideri di quasi tutti gli uomini della città! >>

Kurt fece una specie di smorfia.

<< Che ha di tanto speciale?! >> chiese, accucciandosi nell'erba con Finn fra le braccia.

Lo sguardo di Noah si fece più ammiccante.

<< E' perfetta! >> rispose, disegnando con le mani un'immaginaria siluette << Un vero capolavoro! >>

<< Ah, smettila Noah! >> lo ammonì Blaine, con un'espressione disgustata sul volto << Ma riesci a pensare solamente al sesso?! >>

<< Certo che no! >> rispose Noah << Il fatto che sia anche di ottima famiglia è un' altro aspetto molto interessante di lei. >>

<< La sua famiglia è molto importante a Parigi? >> domandò Kurt, accarezzando dolcemente Finn dietro le orecchie.

<< Puoi scommetterci, Kurt! >> esclamò Noah << Lei è la nipote della cugina di primo grado dell'imperatrice Maria! >>

Kurt smise improvvisamente di accarezzare Finn, il quale emise un verso di disapprovazione.

<< Che cosa?! >> fece Kurt, piuttosto basito << L'Imperatrice ha una cugina a Parigi?! >>

<< Esatto! >> confermò Noah << Ed è proprio da lei che siamo diretti! >>

<< Cosa?! >> ripetè Kurt, ancora più sconvolto << Come sarebbe a dire che siamo diretti da lei?! >>

Si voltò verso Blaine, seduto a pochi passi da lui.

Il moro fece un sorrisetto imbarazzato e scrollò le spalle.

<< Beh, non si può arrivare all'Imperatrice senza aver prima convinto Rachel. >> disse.

Kurt fece una smorfia e si alzò in piedi di scatto.

<< Oh no, assolutamente no...non ci penso nemmeno! >> sbraitò, allontanandosi di qualche passo dai due, con Finn al suo seguito << Mi stava bene l'idea di presentarmi e comportarmi come una personcina per bene, ma mentire?! Non posso farlo! >>

Noah sbuffò e allargò le braccia.

<< Non sai se sia davvero una bugia! >> commentò << Potrebbe essere anche vero! >>

<< Noah, ma mi hai guardato bene?! >> strillò Kurt, girandosi nuovamente verso di lui << In tutta onestà, ti sembra davvero che io abbia l'aspetto di un Granduca?! >>

Noah scrollò le spalle e Blaine, ancora seduto sull'erba, si alzò in piedi e si avvicinò a Kurt con fare rasssicurante.

<< Kurt, sapevamo sin dall'inizio che non sarebbe stata una cosa facile! >> gli disse << Ma credevo che infondo tu volessi davvero andare a Parigi, abbastanza da voler affrontare anche questo genere di cose! >>

<< E tu per "questo genere di cose" intendi mentire?! >> sbottò Kurt, lanciando un'occhiataccia al ragazzo riccioluto << Mi dispiace, ma io non ho alcuna intenzione di prestarmi a questa
farsa! >>

Noah lo guardò con un'espressione che, nella sua mente, stava a significare " Lo stai già facendo, mio caro!", mentre Kurt sbuffava sonoramente e si girava dalla parte opposta, mettendosi a braccia conserte, in una posa chiaramente di offesa.

Sembrava piuttosto determinato a non farsi mettere i piedi in testa dai suoi due compagni.

<< Benissimo! >> esclamò nervosamente Noah, allargando le braccia << Allora possiamo anche far finire qui il nostro viaggio! >>

<< Che cosa?! >> ribattè Blaine, lanciandogli un'occhiata interdetta << Che cosa stai dicendo, Noah?! >>

L'ebreo fece spallucce.

<< E' abbastanza evidente che al nostro Kurt non interessa così tanto andare a Parigi, altrimenti non si metterebbe a fare tutti questi capricci! >> commentò Noah, facendo una smorfia in direzione di Kurt << Per cui tanto vale ritornarcene a casa, no?! >>

<< Stai scherzando?! >> strillò Blaine rabbiosamente, facendo sussultare Kurt, che si voltò istintivamente verso di lui << Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutte le fatiche per arrivare fino a qua, tu adesso vorresti mollare?! >>

Kurt guardò Blaine con aria letteralmente basita; aveva uno sguardo così arrabbiato e il suo tono di voce non era più caldo e rassicurante come al solito, ma era diventato quasi cavernoso, sembrava davvero che stesse per esplodere dalla rabbia.

Kurt si sentiva quasi intimorito da quel suo modo di fare, talmente diverso da quello così buono e gentile che aveva avuto modo di conoscere più a fondo negli ultimi due giorni.

<< Blaine, ascolta.. >> balbettò Noah, cercando di tranquillizzare il suo amico.

Ma Blaine sembrava aver letteralmente perso il controllo.

<< Noah, io non ho alcuna intenzione di tornare indietro! >> strillò, ancora più rabbiosamente << Non dopo tutto quello che ho dovuto passare! Voglio andare a Parigi, ad ogni costo...e lo farò, intendo andare fino in fondo a questa storia e non mi importa se voi due siete troppo vigliacchi per farlo! >>

Nel sentire quelle parole, gli occhi di Kurt si riempirono immediatamente di lacrime e avvertì una stranissima sensazione di dolore opprimergli il petto.

Era stato sgridato tante volte nella sua vita, quando era in orfanotrofio la direttrice non faceva che prendersela con lui per ogni cosa e gli era capitato spesso anche di mettersi a litigare con gli altri ragazzini che si trovavano in istituto.

Non era la prima volta che qualcuno si rivolgeva a lui sgarbatamente e alzando così tanto la voce, ma era senza dubbio la prima volta che Kurt ne era così addolorato; non gli era mai importato tanto se Madama Kurnikov lo sgridava, nè si curava più di tanto dei suoi compagni in orfanotrofio, ma sentirsi dire quelle cose da Blaine, era come ricevere una pugnalata al cuore.

Kurt non riuscì a dire niente e corse via in lacrime, andando a rifugiarsi su di un ponticello, a qualche metro di distanza dagli altri due, senza che nessuno riuscisse a fermarlo.

Noah si voltò verso Blaine e lo guardò con aria di rimprovero.

<< Blaine, dannazione! >> bofonchiò, mettendosi le mani sui fianchi << Ma lo fai apposta ad essere così idiota oppure è un dono di natura?! >>

<< Cosa?! Che diavolo stai dicendo?! >> replicò il moro offeso.

Noah sospirò.

<< Sei davvero un idiota, Blaine! >> ripetè << Come hai potuto dire una cosa del genere a Kurt?! Non hai davvero un briciolo di tatto! >>

Blaine guardò Noah con aria colpevole.

Aveva reagito in maniera così impetuosa, senza neanche rendersi conto di quanto potesse essere fuori luogo un simile comportamento e, soprattutto, di quanto avrebbe potuto ferire Kurt.

Si voltò verso Kurt e lo vide accucciato sul ponticello, con le ginocchia strette al petto e il volto completamente nascosto fra le braccia, sicuramente ancora in lacrime.

In quel momento gli sembrò di essere la persona più crudele del mondo.

Puckerman sbuffò.

<< Blaine, credevi davvero che volessi ritornarmene a Sanpietroburgo?! >> domandò, guardandolo storto << Sul serio ragazzo, inizio a credere che davvero tu non lo faccia apposta e che sia nato così! >>

Blaine fece una smorfia.

<< Ma se stavi dicendo... >>

<< Stavo bluffando, Blaine! >> esclamò Noah, al limite dell'esasperazione << Il mio era tutto un trucco per far leva sul senso di colpa e l'orgoglio di Kurt e convincerlo a non rinunciare al nostro piano! Si chiama psicologia, ne hai mai sentito parlare?! >>

Blaine guardò Noah con aria allibita.

<< St.. stavi facendo finta?! >> balbettò il moro.

Noah si battè una mano sulla fronte.

<< Blaine, parola mia..non ho mai conosciuto nessuno più tardo di te! >> commentò sconsolato << Si vede che non hai assolutamente la mentalità del truffatore! >>

Blaine si morse un labbro.

<< Sono un completo idiota! >> asserì << Mi sento davvero uno schifo! >>

<< Lo avrei convinto in un batter d' occhio, Blaine! >> intervenne nuovamente Noah << Ma tu hai voluto fare quella scenata drammatica e lo hai anche fatto piangere! I miei più sinceri complimenti, dico davvero! >>

<< Ehi, la vuoi smettere di infierire?! >> replicò Blaine stizzito << Ho già detto che mi dispiace da morire e che mi sento un mostro, che bisogno hai di rigirare il coltello nella piaga?! >>

Si voltò ancora una volta verso Kurt.

<< Hai visto come è corso via in lacrime? >> mormorò il moro, letteralmente divorato dal senso di colpa << Tutto per colpa mia! Non avrei dovuto alzare la voce in quel modo. >>

<< Beh, è anche vero che forse la sua reazione è stata un pelino esagerata! >> commentò Noah con una smorfia << Insomma, direi che il ragazzo ha la lacrima fin troppo facile! >>

<< E' un ragazzo sensibile e puro di cuore. >> lo corresse Blaine, continuando a guardare nella sua direzione << E credo di averlo ferito a morte con le mie parole! Ma non avevo intenzione di farlo, se ho detto quelle cose è stato solo perchè.. >>

<< So bene perchè le hai dette, Blaine. >> lo interruppe Noah << Ma Kurt non lo sa e la tua reazione così impulsiva lo ha fatto rimanere veramente molto male! >>

Blaine si morse ancora una volta il labbro inferiore e guardò Noah con un'espressione sinceramente afflitta.

<< Ho bisogno di restare un po' da solo, per pensare. >> lo informò.

Noah annuì, mentre il ragazzo si allontanava di qualche passo e si metteva a sedere sull'erba, lanciando sassolini nell'acqua.

Noah guardò Finn e sospirò.

<< Immagino che tocchi a noi due sistemare tutto, vero? >> domandò al cagnolino.

Finn abbaiò allegramente e corse in direzione di Kurt, immediatamente seguito da Noah.

<< Va tutto bene? >> domandò Noah gentilmente, mentre Finn saltava fra le braccia di Kurt e gli leccava affettuosamente tutta la faccia.

Kurt lo guardò e fece una specie di smorfia.

<< Alla grande! >> rispose con sarcasmo << Mai stato meglio di così! >>

Noah fece un mezzo sorriso e si mise a sedere vicino a lui.

<< Kurt, so che tu pensi che io sia un bastardo. >> disse << Ed in effetti, hai assolutamente ragione! Ma non voglio che pensi lo stesso di Blaine, perchè sarebbe davvero uno sbaglio clamoroso! >>

Kurt sbuffò e si mise ad accarezzare le orecchie di Finn con la massima concentrazione.

Noah fece sospirone.

<< Kurt, credo che sia arrivato il momento di raccontarti alcune cose. >> disse << A dire il vero non so se Blaine sarebbe d'accordo, ma al momento lui non è qui, perciò poco importa! Inoltre, penso che sia il solo modo affinchè tu capisca veramente il perchè di quella scenata che ti ha tanto spezzato il cuore. >>

Kurt arrossì.

Non voleva darlo troppo a vedere, specialmente a Noah, ma in effetti era davvero molto difficile nascondere tutta la sua delusione e il suo disappunto.

Noah guardò Kurt e sorrise, infondendogli una strana sensazione di tranquillità e sicurezza, che non aveva mai provato assieme a lui prima di quel momento e che lo fece sentire molto meglio.

<< Sai Kurt >> iniziò a raccontare l'ebreo << Io e Blaine non ci conosciamo da molto tempo, forse da poco più di un anno e quando ci siamo incontrati per la prima volta, lui era in fuga e aveva disperatamente bisogno di qualcuno che lo aiutasse a scappare. >>

Kurt guardò Noah con un'espressione a dir poco sconvolta.

<< In fuga? >> ripetè, guardando Puckerman intensamente negli occhi.

<< Esattamente. >> rispose l'ebreo << Io non gli feci troppe domande e lo accolsi a braccia aperte nella mia vita; in fin dei conti ero un delinquente anche io, non mi interessava più di tanto sapere le vere motivazioni della sua fuga e di certo ero l'ultima persona al mondo che si sarebbe mai permessa di giudicarlo! >>

<< Ma questo vuol dire che Blaine è una specie di criminale in latitanza?! >> domandò Kurt preoccupato.

Noah si mise a ridere.

<< No, affatto! >> rispose << Al contrario, Blaine è un ragazzo davvero onesto e dal cuore puro e se in tutto questo tempo è rimasto al mio fianco, lo ha fatto solamente perchè si era affezionato a me e perchè sapeva che con me sarebbe stato al sicuro. Ha sempre detestato vivere disonestamente e infatti ha sempre lasciato a me tutto il lavoro sporco! >>

<< Ma allora perchè stava scappando? >> domandò Kurt, sempre più curioso << Da che cosa stava cercando di fuggire?! >>

Noah sospirò tristemente.

<< Kurt, tu sai che Blaine è omosessuale, vero? >>

Kurt annuì.

<< E sai anche che cosa succede qui in Russia a quelli come lui?! >>

Kurt fece segno di no con la testa.

<< Questo Blaine non me lo ha raccontato. >> mormorò.

<< Beh, vengono arrestati! >> rispose Noah, mentre Finn saltava fra le sue braccia << Vengono rinchiusi e torturati, molto spesso addirittura vengono deportati in Siberia; nessuno fa una bella fine, in ogni caso. >>

Kurt ascoltava il racconto di Noah con occhi spalancati ed un'espressione a dir poco terrorizzata.

<< E' successo anche a Blaine? >> domandò, spaventato all'idea di sentire una risposta positiva uscire dalle labbra di Noah.

Ma Noah fece segno di no con la testa.

<< No, lui è per l'appunto riuscito a fuggire. >> rispose << Ma il suo compagno Yuri è stato arrestato la notte in cui io e Blaine ci siamo incontrati per la prima volta. >>

<< Blaine aveva un compagno? >> domandò Kurt, sentendosi terribilmente in colpa nell'essere quasi più dispiaciuto da quella notizia, che da quella del suo arresto.

Noah fece spallucce.

<< Blaine non mi ha mai parlato espressamente di lui, quindi non so esattamente quanto fosse profondo il loro rapporto. >> rispose << In ogni caso, Blaine soffre ancora moltissimo per questa storia; si sente terribilmente in colpa per ciò che è successo a Yuri. >>

<< In colpa? >> ripetè Kurt confusamente << Ma per quale motivo dovrebbe sentirsi in colpa?! >>

<< Perchè lui si è salvato! >> replicò Noah, smettendola per un attimo di accarezzare Finn << Quella notte la polizia aveva fatto un'incursione nel luogo in cui abitavano, appena fuori Sanpietroburgo, e loro due avevano tentato di fuggire; per uno strano scherzo del destino Blaine è riuscito a farcela, ma Yuri no. Blaine non ha più avuto notizie di lui, il che probabilmente significa che non è sopravvissuto alla reclusione; per questo motivo Blaine si tormenta tanto. >>

Kurt rimase a bocca aperta, continuando a guardare Noah con occhi colmi di stupore.

<< Era notte fonda quando incontrai Blaine. >> proseguì Noah << Ero in giro per qualche.. lavoretto e lo trovai mentre vagava disperato per i bassifondi di Sanpietroburgo; aveva un'aria così profondamente devastata e non potevo assolutamente negargli il mio aiuto! Lo portai con me nel mio nascondiglio e lo aiutai a rimettersi in forze. La mattina dopo mi chiese di permettergli di rimanere con me, perchè aveva bisogno di un rifugio e aveva avuto la netta sensazione che con me sarebbe stato al sicuro. >>

<< E tu gli hai permesso di restare. >> osservò Kurt, piuttosto ovviamente.

<< Te l'ho detto, non mi importava del perchè stesse scappando. >> disse Noah, ricominciando a giocherellare con Finn << Il ragazzo mi stava simpatico e mi avrebbe comunque fatto comodo avere qualcuno che mi aiutasse con gli affari! >>

Kurt fece una smorfia di disgusto.

<< Se non hai mai chiesto a Blaine il perchè della sua fuga, come hai fatto a scoprire di Yuri? >> domandò poi l'orfano, ormai totalmente preso dal racconto di Noah.

Il volto di Puckerman si adombrò.

<< Non amo ricordare questa storia, mi si spezza il cuore. >> ammise << Per cui ti avverto, guai a te se racconti a qualcuno di avermi visto in questo stato! >>

Kurt fece segno di sì con la testa, facendo un mezzo sorriso.

Noah si morse un labbro, tentando di impedirsi di commuoversi eccessivamente.

<< Una notte Blaine ebbe un incubo. >> raccontò << Si svegliò nel cuore della notte in un bagno di sudore, in lacrime e strillando il nome di Yuri. Non puoi neanche immaginare quanto sia stato terribile, persino per un duro come me! All'inizio ho solamente cercato di tranquillizzarlo, senza essere troppo invadente...ma poi è stato lui a raccontarmi tutto, credo che avesse semplicemente bisogno di sfogarsi con qualcuno. >>

<< Ti ha raccontato ogni cosa senza problemi? >> chiese Kurt << Insomma, non si è fatto alcuno scrupolo?! >>

Noah fece segno di no con la testa.

<< Blaine è fatto così. >> rispose << E' un ragazzo così puro e cristallino e nonostante abbia sofferto così tanto nella sua vita, continua a credere che ci sia davvero qualcosa di buono nel mondo e ciò lo porta ad aprirsi senza problemi con le persone che più gli ispirano fiducia. A quanto pare, io sono una di quelle. >>

Kurt abbassò lo sguardo e si morse un labbro.

Sentire quella storia sul passato di Blaine lo aveva davvero devastato e improvvisamente capiva il perchè di quella terribile sfuriata che il ragazzo aveva fatto poco prima.

<< E' per questo che Blaine si è arrabbiato così tanto prima? >> domandò a Noah, ricordandosi di quello che Blaine gli aveva detto in treno riguardo alla Francia << Vuole fuggire in un luogo sicuro, dove non sarà più perseguitato ingiustamente? >>

Puckerman annuì.

<< Non devi avercela con lui, Kurt. >> disse Noah gentilmente, grattando la pancia di Finn e facendogli emettere tanti piccoli guaiti di piacere << Blaine è senza dubbio una delle persone più meravigliose che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita e se prima è stato così brusco, è stato semplicemente perchè l'idea di ritornare in Russia lo terrorizza da morire! Perciò ti prego, non credere che le sue intenzioni fossero davvero quelle di rimproverarti o di farti sentire in colpa per qualcosa. >>

Kurt si morse un labbro.

<< Si, lo so. >> sussurrò, voltandosi poi dall'altra parte.

Blaine era ancora seduto sulle sponde del ruscello a lanciare sassolini in acqua.

<< Noah.. >> domandò Kurt timidamente << Credi che potrei andare a parlargli adesso? >>

Noah fece un sorrisone.

<< Si. >> rispose << Credo che potrebbe davvero fargli bene. >>

Kurt si alzò in piedi, fece un enorme sospiro d'incoraggiamento e poi si diresse verso Blaine.

Noah guardò Finn con un sorrisetto soddisfatto.

<< E Puckerman come al solito risolve la situazione! >> esclamò allegramente, mentre il cagnolino abbaiò con gioia.

Noah guardò Kurt avvicinarsi a Blaine e fece un sospiro.

<< Sai, Finn.. >> mormorò << Ho come la sensazione che stia per succedere qualcosa! Ce l'hai anche tu?! >>

Finn abbaiò nuovamente e si accoccolò fra le braccia del ragazzo.

Noah fece una smorfia e ricominciò ad accarezzare il cucciolo.

<< Già.. proprio come temevo. >>

*


<< Ehi.. >>

Blaine si voltò di scatto, non appena il suono di quella dolcissima voce arrivò alle sue orecchie.

<< Ehi.. >> ripetè, con una certa malinconia nella sua voce.

Kurt fece un mezzo sorriso e si sedette di fianco a lui, guardandolo dolcemente, senza dire una parola.

Blaine arrossì e guardò Kurt con aria mortificata.

<< Mi dispiace, Kurt. >> disse << Prima sono stato così duro con te e Puckerman e.. >>

<< Blaine, non preoccuparti. >> lo interruppe Kurt, continuando a guardarlo con occhi colmi di tenerezza << Puckerman mi ha... beh, lui mi ha raccontato tutto: del tuo passato, del perchè è davvero così importante per te andare a Parigi... ho capito tutto adesso e non ce l'ho assolutamente con te per quello che è successo prima. >>

Blaine non rispose, si morse un labbro e assunse un'espressione terribilmente triste.

<< Oh Blaine, perdonami! >> esclamò Kurt, quando si accorse che lungo le guance di Blaine stavano scendendo delle lacrime << Non avrei assolutamente dovuto dirtelo, anzi, probabilmente Puckerman non avrebbe neanche dovuto raccontarmi tutta questa storia! Mi sento davvero uno schifo per avertelo ricordato, probabilmente in questo momento mi stai odiando e .. >>

Blaine finalmente riuscì a lasciarsi andare ad un sorriso, sebbene appena impercettibile.

<< Kurt, ti prego..smettila. >> gli disse dolcemente << Non ce l'ho con te per avermene parlato, nè con Puckerman per averlo fatto con te! Prima o poi te lo avrei raccontato io stesso e, in un certo senso, lui mi ha semplicemente reso le cose più facili; almeno sei riuscito ad ascoltare tutta la storia senza venire continuamente interrotto dai miei fastidiosissimi singhiozzi. >>

Kurt lanciò a Blaine uno sguardo di rassicurante comprensione.

<< Immagino che ti abbia raccontato anche di Yuri, vero? >> domandò Blaine, tirando su col naso.

Kurt fece segno di si con la testa.

<< Non riesco davvero a perdonarmi per quello che è successo! >> disse il moro, con voce rotta dalle lacrime << E' stata tutta colpa mia. >>

<< No, Blaine! >> rispose Kurt immediatamente << Non devi neanche pensare una cosa del genere! Non devi incolparti per quello che è successo! >>

<< Ma è stata davvero colpa mia! >> insistette Blaine, in tono lamentoso << Ho cercato di portarci in salvo entrambi e non ci sono riuscito; io sono scappato e Yuri invece è stato catturato! Quanto può essere giusto tutto questo?! >>

<< Noah mi ha detto che hai fatto il possibile per salvarvi entrambi! >> replicò Kurt << Non è forse così?! >>

Blaine si morse un labbro.

<< Si, credo di si.. >> sussurrò << Ma.. >>

<< Blaine, non è stata colpa tua! >> ripetè Kurt, posando una mano su quella del ragazzo e facendolo sussultare << Si è trattato solamente di un crudele scherzo del destino, non potevi sapere come sarebbero andate le cose! Ci hai provato Blaine, nessuno potrà mai dire che non hai almeno tentato di portare in salvo anche lui. >>

Blaine non rispose immediatamente, guardò la mano di Kurt ancora poggiata sulla sua e poi di nuovo posò lo sguardo su di lui.

<< Io sono sopravvissuto e Yuri no. >> disse mestamente il moro << Avrei dovuto esserci io al posto suo. >>

<< Sopravvivere a qualcuno non è una colpa, Blaine. >> rispose Kurt, tentando di rassicurarlo << Capirei se tu lo avessi lasciato da solo di proposito per fuggire, ma tu hai fatto di tutto per evitare che entrambi veniste catturati; solo perchè non è successo, questo non vuol dire certo che tu sia una persona cattiva e che debba sentirti in colpa per ciò che è successo! >>

Blaine strinse la mano di Kurt e iniziò a singhiozzare.

<< Ho passato gli ultimi due anni a tormentarmi con questo pensiero! >> gemette << Ho perso il conto delle notti in bianco e di tutte le volte che ho pianto a causa del rimorso! Ancora adesso non riesco a perdonarmi per quello che è successo! >>

Si gettò istintivamente fra le braccia di Kurt, che lo strinse forte al suo petto, arrossendo.

<< Blaine, devi smetterla di tormentarti. >> sussurrò Kurt, accarezzandogli dolcemente i riccioli << Non avresti potuto fare niente per aiutare Yuri e correre al sicuro è stata la cosa più giusta e sensata da fare! Sono certo che lui non avrebbe voluto che ti sacrificassi inutilmente. >>

Blaine emise un gemito e si strinse più forte a Kurt.

<< Sono una persona orribile. >> disse.

Kurt si staccò dall'abbraccio e prese il volto di Blaine fra le mani.

<< Non è vero. >> rispose Kurt, asciugandogli le lacrime << Sei forse la persona più dolce e buona che io abbia mai incontrato e devi smetterla di commiserarti e attribuirti colpe che non hai; Yuri non sarebbe d'accordo e sono certo che non ti ha odiato neanche per un solo istante e che per tutto il resto della sua vita non ha fatto altro che pensare a quanto tu sia stato coraggioso e premuroso nei suoi confronti. >>

Blaine fece un mezzo sorriso.

<< Tu lo credi davvero? >> domandò a mezza voce.

Kurt fece segno di sì con la testa e ricambiò il sorriso.

<< Ne sono sicuro. >> disse con voce morbida << E adesso ti prego, smettila di torturarti! Non voglio più vedere quest'espressione affranta sul tuo volto... sei molto più bello, quando sorridi. >>

Blaine diventò completamente rosso e finalmente si aprì sul suo volto un enorme sorriso.

<< Sei una persona bellissima, Kurt. >> dichiarò, accarezzando con due dita la pelle morbida della guancia del ragazzo << E a prescindere dal tuo passato, credo che ti meriti un futuro
meraviglioso. >>

Kurt abbassò timidamente lo sguardo e sorrise.

<< E' quello che spero di trovare a Parigi. >> disse << Per questo ho deciso di assecondare le vostre pazzie e prepararmi per incontrare la cugina dell'Imperatrice. >>

Il volto di Blaine si illuminò.

<< Davvero? >> domandò con entusiasmo.

Kurt annuì allegramente.

<< In fondo, non ho davvero nulla da perdere. >> disse ridacchiando << E poi, tutto sommato, mi fa piacere passare del tempo con voi ragazzi; al momento siete la cosa più simile ad una famiglia per me. >>

Blaine sorrise maggiormente.

<< Non sai quanto tutto questo mi renda felice. >> dichiarò.

Kurt sorrise a sua volta.

<< Beh, la tua felicità è anche la mia. >> rispose << Come ti ho già detto, trovo che il tuo viso sia ancora più bello quando sorridi. >>

Blaine assunse un'espressione imbarazzatissima e si staccò rapidamente da Kurt.

<< Beh, allora vado a dire a Noah che hai cambiato idea.. >> farfugliò << Immagino che ne sarà davvero molto soddisfatto. >>

Kurt ridacchiò, mentre Blaine si allontanava in direzione di Puckerman.

<< Blaine, posso farti un'ultima domanda? >> azzardò Kurt timidamente << Però non devi per forza rispondermi, se non ti va. >>

Blaine si voltò e sorrise.

<< Puoi dirmi qualsiasi cosa, Kurt. >> rispose.

Kurt arrossì.

<< Credi che potresti innamorarti di nuovo? >> chiese << Tornare ancora una volta a provare sentimenti così profondi per qualcuno? >>

Blaine sorrise e guardò Kurt teneramente.

<< Ne sono certo. >> disse con voce vellutata .

Si voltò di nuovo e corse da Puckerman, mentre Kurt si morse energicamente il labbro inferiore, lanciandogli di nascosto un' occhiata incredibilmente felice e soddisfatta.


*

Più il tempo passava e più Kurt imparava a comportarsi come un perfetto uomo di corte.

Noah e Blaine, notevolmente esperti in materia (Kurt non sapeva, nè voleva sapere da dove derivassero tutte le loro conoscenze), erano davvero degli ottimi maestri e nel giro di poco tempo Kurt aveva imparato tutto ciò che c'era da sapere riguardo a etichetta, buone maniere a tavola, appropriato modo di esprimersi e tutte le abitudini del principe Konstantin e della sua famiglia.

Era persino riuscito ad imparare tutti i nomi dei componenti della famiglia reale, sebbene ci fossero voluti diversi tentativi e diverse lavate di capo da parte di Puckerman, che continuava a rimproverarlo di non impegnarsi abbastanza.

Kurt lo avrebbe preso volentieri a testate più di una volta, ma la rassicurante presenza di Blaine e il suo adorabile sorriso riuscivano sempre a tranquillizzarlo.

Negli ultimi giorni Kurt e Blaine si erano trovati molto spesso a strettissimo contatto, certe volte rimanevano persino da soli, quando Noah era intento ad accompagnare Finn a fare qualche passeggiata e ogni volta, nonostante l'incredibile sintonia e l'inevitabile attrazione che c'era fra di loro, calava uno stranissimo imbarazzo fra i due.

Kurt non sapeva spiegarsene esattamente il motivo, ma era perfettamente consapevole della splendida sensazione di calore e familiarità che provava ogni volta che si trovava con Blaine e si rendeva conto che quella sensazione diventava ogni giorno sempre più forte.

Non sapeva se si trattasse d'amore, in fin dei conti non era mai stato davvero innamorato di nessuno in vita sua, ma era certo di provare per Blaine qualcosa che andava molto più in là della semplice amicizia e quei sentimenti lo facevano sentire davvero confuso, sebbene si trattasse di una confusione decisamente piacevole, se si aggiungeva anche il fatto che Blaine sembrava sentirsi altrettanto felice e a suo agio quando stava con lui.

A dire il vero, per quanto Kurt fosse ancora estremamente confuso riguardo ai suoi sentimenti, Blaine non aveva alcun dubbio sui suoi; esattamente come sospettava, gli era bastato davvero poco per innamorarsi completamente di lui e ogni volta che i suoi occhi incrociavano quelli di Kurt, doveva trattenersi moltissimo per non lasciarsi sopraffare dalla sua irrefrenabile voglia di stringerlo a se e baciare le sue labbra.

Molto spesso aveva avuto la sensazione che anche Kurt provasse qualcosa per lui, ma in ogni caso non avrebbe mai potuto rivelargli i suoi veri sentimenti.

Si ricordava perfettamente ciò che Noah gli aveva detto durante il viaggio in treno e sfortunatamente non poteva che essere d'accordo con lui; innamorarsi di Kurt non avrebbe fatto altro che farlo soffrire e se davvero le cose dovevano andare in quel modo, Blaine avrebbe fatto in modo di essere il solo dei due a ritrovarsi con il cuore spezzato.

Se davvero Kurt provava qualcosa per Blaine, la separazione sarebbe stata difficile da mandare giù anche per lui e Blaine non voleva rendere le cose più difficili; nascondere i suoi sentimenti era decisamente la cosa migliore da fare, sebbene significasse per Blaine convivere con una terribile ed opprimente sensazione di vuoto.

Però non poteva davvero fare a meno di guardarlo con sguardo totalmente innamorato ogni volta che era certo di non essere visto, esattamente come stava facendo il giorno della loro partenza per la Germania, mentre aspettavano che l'autobus fosse pronto a partire.

Blaine se ne stava seduto sulla sua valigia, proprio davanti all'autobus, assieme a Puckerman e guardava Kurt giocare allegramente nel prato assieme a Finn.

Si lasciò sfuggire un sospiro, continuando a rivolgersi a Kurt di nascosto con sguardo colmo di adorazione.

Noah non potè fare a meno di notarlo e sospirò a sua volta, ma con fare decisamente irritato.

<< Quando la smetterai con questa storia, Anderson?! >> domandò al ragazzo, con una smorfia << Sai, inizi a farmi venire la nausea! >>

Blaine sbuffò e smise di guardare Kurt, per rivolgere a Noah uno sguardo piuttosto infastidito.

<< Quando tu la smetterai di seccarmi, Noah! >> rispose nervosamente << Il che equivale a mai, immagino. >>

Noah fece una smorfia.

<< Blaine, ne abbiamo già parlato, ricordi? >> disse severamente.

<< Esatto, ne abbiamo già parlato! >> lo interruppe Blaine << Per cui possiamo evitare di tornare sull'argomento?! Si, sono innamorato di Kurt...ma non intendo dirglierlo, nè cercare di far colpo su di lui! So che non farebbe bene a nessuno di noi, per cui mi limiterò a tenere per me i miei sentimenti. >>

Noah assunse un'espressione piuttosto contrariata.

<< E' omosessuale anche lui, vero? >> disse, in un tono che sembrava più esclamativo che interrogativo.

Blaine annuì silenziosamente e Noah alzò gli occhi al cielo, spalancando le braccia.

<< Questo ti distruggerà, Blaine! >> fu l' esasperato commento del ragazzo ebreo.

<< Beh, non fa niente! >> replicò Blaine << Preferisco un milione di volte star male io che veder soffrire Kurt, perchè.. >>

<< Perchè lo ami, si lo so! >> concluse Noah al posto suo << Ma come fai ad essere innamorato di una persona che conosci da così poco tempo?! >>

Blaine sospirò.

<< Noah, lo so che per te tutto questo può sembrare assurdo e forse addirittura inconcepibile! >> disse << Ma è così, io amo Kurt! E non mi aspetto che tu capisca, nè che approvi i miei sentimenti, ma ti prego, cerca almeno di non darmi contro continuamente! Fallo per me e per la nostra amicizia. >>

Noah sbuffò e guardò il suo socio con rassegnazione.

<< Detesto quando fai leva sul mio lato sentimentale! >> commentò << E dire che io cerco sempre di tenerlo nascosto più che posso! >>

Blaine scoppiò a ridere e diede un'affettuosa pacca sulla spalla a Noah.

Poco dopo Finn e Kurt arrivarono a corsa da loro, quest'ultimo ridendo a crepapelle e con gli occhi che brillavano.

<< Allora, fra quanto partiamo? >> domandò allegramente l'orfano.

Proprio in quel momento il conducente si affacciò dal finestrino e fece cenno a loro e a tutti gli altri passeggeri in attesa, di salire a bordo.

Noah e Blaine trasportarono i bagagli sull'autobus e Kurt prese in braccio Finn, guardandolo con entusiasmo.

<< Sei eccitato quanto me per questo viaggio? >> domandò allegramente.

Finn abbaiò e gli leccò il viso ripetutamente, facendolo scoppiare a ridere.

<< Immagino che questo equivalga ad un si! >> esclamò gioiosamente il ragazzo.

<< Kurt, sei pronto? >>

Blaine si affacciò dall'autobus e allungò un braccio verso di lui.

Kurt sorrise e afferrò la sua mano.

<< Pronto. >> disse, salendo a bordo dell'autobus assieme a lui, mentre un violento brivido gli percorreva interamente la schiena.



N.D.A: Yeah, nuovo aggiornamento neanche troppo tardivo! xD
Ed ecco che stravolgo completamente la storia...ma va bene così, no?! A nessuno piace il copia incolla.
Mi sono sentita un po' in colpa a far "litigare" Kurt e Blaine e non sono neanche del tutto sicura che sia credibile come litigio, ma vabbè! Alla fine anche nella serie litigano quando a Blaine vengono dei dubbi sulla sua sessualità!

A questo proposito, ribadisco ancora una volta che non sono del tutto certa che all'epoca esistessero davvero quel tipo di persecuzioni per gli omosessuali, ma concedetemi la licenza poetica, ai fini della storia!

Al prossimo aggiornamento, spero fra un paio di giorni! :)

Love ya all!!! <3


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Capitolo 7
*** A passo di danza ***


Mentre Kurt, Blaine e Noah erano in viaggio per la Germania, in una casa molto elegante dei quartieri alti di Parigi l'imperatrice Maria e sua cugina di secondo grado Rachel, erano intente a ricevere un giovanotto che si era presentato al loro cospetto affermando di essere il Granduca Kontastin, alla ricerca disperata di sua nonna; cosa che avveniva sempre più spesso, negli ultimi tempi.

L' imperatrice se ne stava seduta su un divanetto, osservando il ragazzo con aria visibilmente annoiata, mentre sua cugina Rachel, una bella ragazza sui venticinque anni, con lunghi capelli castani e occhi scuri, era in piedi di fianco a lui e lo guardava con un'espressione estremamente interessata; al contrario di sua cugina, credeva davvero che quel ragazzo avesse del potenziale per essere il vero Konstantin e voleva dargli la possibilità di dimostrarlo.

Il giovane, che in effetti somigliava molto a Konstantin, - e questo persino l'imperatrice dovette riconoscerlo - stava elencando piuttosto confusamente tutti i membri della famiglia reale, gesticolando nervosamente e strascicando le parole in maniera per niente elegante.

L'imperatrice sbuffò; quel giovane non aveva assolutamente l'aria del Granduca e senza alcun dubbio, non era certo il suo Konstantin.

<< Quindi lo zio Boris era di Odessa...ed ogni primavera.. >>

<< Basta così! >>

L'imperatrice si alzò lentamente in piedi, guardando il ragazzo con sguardo severo.

<< Mio caro ragazzo, non ha davvero niente di meglio da fare che venire qui a disturbarmi con le sue inutili chiacchiere?! >> domandò con acidume.

Il ragazzo fece una smorfia e Rachel lo afferrò violentemente per un braccio, trascinandolo fuori dal salotto.

<< Bene caro, credo che sia arrivato il momento che tu te ne vada! >> disse, mentre questi rivolgeva all'imperatrice un'occhiataccia << Su, sparisci...arrivederci! >>

Lo fece uscire e si richiuse immediatamente la porta alle spalle, guardando sua cugina con aria mortificata.

<< Adesso basta. >> mormorò l'anziana signora, abbassando tristemente lo sguardo << Non ce la faccio più. >>

<< Mi rincresce davvero tanto! >> rispose Rachel, sinceramente dispiaciuta << Ma avrei potuto giurare che questa volta fosse quello giusto! Insomma, non che avesse un'aria particolarmente regale ed in effetti era anche parecchio sgraziato...ma somigliava davvero moltissimo a Konstantin! Oh, ci avevo sperato così tanto..è una vera disdetta! >>

Andò a prendere il vassoio del tè continuando a parlare a macchinetta, mentre l'imperatrice alzava gli occhi al cielo e scuoteva la testa con fare sconsolato; Rachel posò il vassio su di un tavolino e servì una tazza di tè alla cugina, che nel frattempo si era messa a sedere proprio davanti a lei.

<< La prossima volta non mi lascerò ingannare, assolutamente no! >> esclamò la ragazza, versandosi a sua volta del tè << Farò delle domande molto più difficili! >>

<< Assolutamente no! >> la interrumpe l'imperatrice, sbattendo con forza la tazzina sul tavolo e alzandosi in piedi di scatto << Non sono in grado di sopportare altre sofferenze, sono stanca adesso! Non intendo più vedere altri ragazzi che fingono di essere Konstantin. >>

<< Cosa?! >> rispose Rachel allibità, rischiando quasi di farsi andare di traverso il tè << Ma no, non potete farlo! Credevo che fosse il vostro più grande desiderio poter riabbracciare vostro nipote! >>

<< Infatti lo è! >> ribattè l'imperatrice, portandosi una mano al petto << Ma il mio Konstantin, non un impostore! Cerca di capire il dolore di una povera vecchia, Rachel; non potrei sopportare di incontrare altre persone che tentano di prendersi gioco di me, il mio cuore non reggerebbe. >>

<< E se un giorno arrivasse quello vero?! >> insistette Rachel.

L'imperatrice guardò sua cugina con sguardo ormai spento.

<< Ci spero sempre, ma non succede mai. >> mormorò, rimettendosi a sedere compostamente << Non voglio più continuare a soffrire, lo capisci questo Rachel?! >>

La ragazza fece segno di si con la testa, mentre l'Imperatrice tornava a concentrarsi sul suo tè.

Rachel si morse un labbro e poi sospirò.

Forse sua cugina aveva deciso di arrendersi, ma lei non lo avrebbe fatto; sentiva dentro di sè che Konstantin era ancora vivo e che si trovava da qualche parte là fuori e sebbene l'imperatrice volesse più ricevere nessuno, lei avrebbe continuato a farlo, fino a che il vero Konstantin non avrebbe finalmente bussato alla sua porta.


*

<< Blaine, muoviti! Dai, porta su quelle valige...la nave sta per salpare! >>

<< Beh, se qualcuno venisse a darmi una mano forse fare un po' più in fretta! >>

Kurt, che era già salito a bordo della nave, scoppiò a ridere alla visione del povero Blaine che tentava faticosamente di trascinare tutti i bagagli su per la passerella.

Noah sbuffò e corse a dargli una mano.

<< Anderson, sei davvero un bambino! >> lo canzonò << Sul serio, dovresti mettere un po' più di muscoli su quelle braccia! Guarda i miei bicipiti! >>

Blaine fece una smorfia e finalmente, grazie all'aiuto di Noah, riuscì a trasportare tutti i bagagli a bordo della nave.

<< Siamo piuttosto deboli, eh?! >> commentò Kurt ridacchiando, guardando uno strematissimo Blaine che tentava in qualche modo di riprendere fiato.

Anderson rispose con un sorrisino beffardo.

<< Fai poco lo spiritoso, Kurt! >> esclamò << Non ti abbiamo fatto portare le valige solamente perchè sei di sangue reale, me se te lo avessimo lasciato fare di certo non te la saresti cavata meglio di me! >>

Kurt scoppiò a ridere, mentre dalla capitaneria arrivava il segnale che la nave era pronta a salpare.

<< Bene, andiamo in cabina a sistemare tutte le nostre cose e poi potremo ricominciare le nostre lezioni qui sul ponte. >> disse Puckerman, prendendo in braccio Finn << Ormai è sera, non ci sarà praticamente nessuno a disturbarci. >>

<< Perchè dovremmo continuare le lezioni sul ponte? >> domandò Blaine curiosamente << Non possiamo farlo in cabina?! >>

Noah gli rivolse uno dei suoi soliti sghembi.

<< Beh, ma lì non abbiamo tutto lo spazio che ci serve! >> rispose con fare enigmatico.

Kurt e Blaine si scambiano un'occhiata lievemente preoccupata.

<< Ehi, tranquilli! >> esclamò Noah ridendo << Non vi farò del male, promesso! >>

Fece scendere a terra Finn e afferrò una delle due pesanti valige che i tre si portavano dietro.

<< Ci vediamo fra poco in cabina. >> disse, rivolto agli altri due << Ultima classe, vedete di non perdervi. >>

Si avviò assieme a Finn verso il loro alloggio, lasciando Kurt e Blaine da soli sul ponte.

I due si guardarono per un attimo negli occhi e poi abbassarono di colpo lo sguardo, arrossendo entrambi violentemente.

<< Beh, sei nervoso? >> domandò Blaine distrattamente, tentanto di rompere l' imbarazzo << Immagino che questa sia la prima volta che viaggi su una nave! >>

<< In effetti si, un pochino lo sono. >> ammise Kurt, senza riuscire a sostenere il suo sguardo << Ma dopo quello che abbiamo passato su quel treno, dubito che le cose possano andare peggio, no?! >>

Blaine sorrise.

In effetti, a dire il vero, la nave avrebbe anche potuto affondare...ma no, non era certo il caso di dirglielo.

<< Oh, quasi dimenticavo! >> fece Blaine all'improvviso, battendosi una mano sulla fronte << Ho una cosa per te! >>

<< Per me?! >> replicò Kurt incredulo.

Osservò curiosamente il ragazzo riccioluto mentre apriva la sua valigia e ne estraeva un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e un elegante panciotto; avevano tutta l'aria di essere vestiti nuovi, appena comprati e certamente non di bassa qualità.

<< Sono davvero per me?! >> ripetè Kurt, che ancora non riusciva a credere ai suoi occhi << Ma sono bellissimi! >>

Blaine sorrise e arrossì nuovamente.

<< Ho pensato che avresti avuto bisogno di abiti più eleganti per il tuo incontro con Rachel. >> asserì << Infondo non puoi certo presentarti con questi abiti tutti rovinati; anche se devo ammettere che riesci ad essere estremamente carino anche con quelli! >>

Il volto di Kurt tornò a farsi paonazzo.

<< T..ti ringrazio.. >> balbettò, prendendo in mano i suoi nuovi vestiti << In effetti ho sempre desiderato possedere degli abiti eleganti! Pensi che potrei indossarli subito?! >>

<< Oh, certamente. >> rispose Blaine, tutto sorridente << Anche se prima credo che dovremo convincere Puckerman a lasciarti a disposizione la cabina. >>

Kurt lo guardò dolcemente.

<< Beh, allora andiamo. >> disse, porgendogli la mano.

Blaine annuì, limitandosi a prenderlo sotto braccio, mentre con l'altra mano afferrava la valigia.

Mentre si incamminavano in direzione della cabina, Blaine non potè fare a meno di notare lo sguardo dispiaciuto di Kurt e dovette lottare con tutte le sue forze per impedirsi di prenderlo per mano ed intracciare le dita con le sue, come invece avrebbe tanto voluto fare.

Non poteva farlo, non poteva lasciar credere a Kurt che erano liberi di lasciarsi andare completamente ai loro sentimenti, perchè non lo erano affatto! Perchè prima o poi sarebbero stati costretti a rinunciarvi e quello avrebbe fatto male a Kurt più di qualunque altra cosa.

Molto più di una semplice stretta di mano negata.


*


Erano quasi le sei del pomeriggio e proprio come aveva previsto Noah, sul ponte non c'era più nessuno, solamente lui e Blaine, intenti a giocare una tediosissima partita a scacchi, sotto gli occhi annoiati di Finn.

Grazie ad una lunga serie di spaventosissime minacce, Kurt era riuscito a convincere Noah a lasciargli a disposizione l'intera cabina per cambiarsi e adesso i due ragazzi se ne stavano lì sul ponte, aspettando impazientemente il suo arrivo, per poter dare finalmente inizio alle lezioni di Puckerman.

Ad un certo punto Finn, che non ne poteva davvero più di quel noiosissimo spettacolo, si voltò dalla parte opposta e finalmente lo vide arrivare; iniziò a saltellare ed abbaiare allegramente, attirando immediatamente l'attenzione di Noah e Blaine, che si voltarono anche loro nella stessa direzione in cui stava guardando il cagnolino.

In quel momento a Blaine quasi mancò il respiro.

Kurt era di fronte a lui, indossava i vestiti che gli aveva regalato lui ed era senza dubbio la visione più bella e perfetta che Blaine avesse mai avuto il privilegio di vedere in tutta la sua vita.

Anderson si stropicciò gli occhi e poi tornò a posare lo sguardo su di lui, studiandolo attentamente con sguardo incantato; quegli abiti gli stavano alla perfezione, sembrava quasi gli fossero stati cuciti addosso, ed aveva un'aria così radiosa e.. regale.

Si, Blaine non avrebbe potuto trovare aggettivo migliore per descriverlo, Kurt sembrava veramente un principe.

Il suo principe.

O almeno, Blaine avrebbe tanto voluto che fosse stato così.

<< Ehi, niente male! >> esclamò Noah, lanciando a Kurt uno sguardo di approvazione.

Lui e Blaine abbandonarono la loro partita e andarono a raggiungere il loro compagno, che in quel momento non la smetteva di sorridere e di piroettare.

<< Oh, mi sento davvero un altro con questi vestiti addosso! >> commentò allegramente l'orfano.

<< Beh, lo sembri veramente! >> rispose Noah sorridendo << Stai davvero molto bene! >>

Kurt si morse un labbro con espressione soddisfatta e poi si rivolse a Blaine.

<< E tu che ne pensi? >> domandò << Ti piaccio vestito così?! >>

Blaine si portò entrambe le mani al petto e lo guardò con adorazione.

<< Sei bellissimo. >> mormorò.

Kurt sorrise dolcemente, mentre Noah alzò gli occhi al cielo.

<< Su, non perdiamo tempo in chiacchiere! >> disse, interrompendo l'idillio << E' arrivato il momento della lezione di danza! >>

<< Lezione di danza?! >> ripetè Kurt, con un' espressione poco convinta.

<< Ovviamente. >> affermò Noah << Tutti i principi devono saper ballare, è una delle prime cose che vengono loro insegnate; tu, mio caro Konstantin, dovrai essere in grado di muoverti con grazia e leggiadria, facendo volteggiare fra le tue braccia ogni incantevole fanciulla con cui avrai il piacere di ballare. >>

Kurt ridacchiò.

<< Non so se ti sei guardato intorno, Noah.. >> commentò << Ma non vedo nessuna incantevole fanciulla qui. >>

<< No, infatti! >> rispose Noah, mettendo una mano sulla spalla a Blaine << Ma c'è Blaine. >>

<< C..cosa?! >> ribattè il moro ansiosamente << I..io?! Noah, ma io sono una pessimo ballerino..e non sono neanche una ragazza! Per quale motivo dovrei prestarmi a questa tua idea malsana?! >>

Noah lo guardò con aria offesa.

<< Non è un'idea malsana! >> replicò in tono seccato << La tua totale incapacità di ballare potrebbe esserci utile, dal momento che dovrà essere Kurt a condurre e tu non dovrai fare altro che stargli dietro! Inoltre, generalmente le fanciulle sono più basse degli uomini e quindi tu come altezza sei perfetto per interpretare il ruolo femminile. >>

Kurt soffocò una risata, mentre Blaine lanciò a Noah un'occhiataccia.

<< Su, coraggio! >> esclamò Noah, afferrando Blaine per un braccio e Kurt per l'altro, attirandoli l'uno verso l' altro << Via con le danze! >>

Kurt e Blaine incrociarono i loro sguardi per pochi secondi, prima di abbassarli per l'ennesima volta, a causa dell' imbarazzo.

Blaine posò una mano sulla vita di Kurt e con l'altra strinse la sua, mentre Kurt si avvicinò un po' di più a lui e poggiò la mano ancora libera sulla spalla del moro.

Noah fece una smorfia; avevano completamente invertito le posizioni e stava quasi per farglielo notare, quando Finn si aggrappò con forza ai suoi pantaloni e gli fece cenno di lasciar perdere.

Puckerman sospirò.

<< Beh, potete iniziare a muovervi! >> dichiarò << Un, due, trè.. un, due, trè.. >>

Kurt e Blaine mossero qualche piccolo ed impacciato passo di danza, mentre Noah cercava di dare loro il tempo battendo le mani.

<< No, no, no! >> li ammonì l'ebreo << Siete troppo rigidi, cercate di sciogliervi un po'! Immaginate che ci sia la musica in sottofondo; una lenta e soave melodia, che vi culla dolcemente e vi tieni stretti l'uno all'altro. >>

Kurt e Blaine si fermarono, si guardarono e dopo aver colmato di qualche passo la distanza fra i loro corpi, ricominciarono a muoversi, stavolta con maggiore scioltezza e sicurezza, immaginandosi nella loro mente di avere una dolce e melodiosa sinfonia in sottofondo.

A Kurt per un attimo sembrò quasi di sentirla davvero, tanto che ad un certo puntò si voltò addirittura, per controllare che non ci fosse veramente qualcuno che stesse suonando, lì nei paraggi.

Ma poi si rese conto che quella musica era solamente nella sua testa e nel suo cuore, e che era Blaine a farla suonare, con il suo sorriso e il calore del suo corpo che si stringeva dolcemente a quello di Kurt.

Kurt deglutì e abbassò timidamente lo sguardo.

Si sentiva le guance in fiamme, il cuore gli batteva all'impazzata e non riusciva a pensare a niente che non fosse Blaine; il solo odore che percepiva in quel momento era il profumo dolce e speziato di Blaine e il solo suono che voleva veramente sentire era quello della sua voce.

Quella si che era una musica meravigliosa.

Sollevò lentamente lo sguardo e lo posò di nuovo sul ragazzo riccioluto, che in tutto quel tempo non aveva mai smesso di guardarlo così intensamente.

<< Ce la stiamo cavando piuttosto bene, non credi? >> disse Blaine, rivolgendo a Kurt un sorrisetto impacciato, dopo avergli fatto fare una piroetta.

Kurt ridacchiò.

<< Ho come la sensazione che sia tu a condurre! >> osservò, scuotendo la testa con fare divertito << Credo che stiamo sbagliando qualcosa! >>

Blaine arrossì e lo prese nuovamente per mano.

<< Strano. >> mormorò, tirandolo un po' di più a sè << A me sembra che sia tutto fin troppo giusto. >>

Kurt non rispose, ma posò la testa sulla spalla del ragazzo e si strinse un po' di più a lui, continuando a muoversi a passo di danza.

A qualche metro di distanza, accucciati per terra, Noah e Finn osservavano la scena con attenzione.

Noah sospirò e lanciò al cagnolino uno sguardo lievemente sconsolato.

<< Visto Finn, che cosa ti avevo detto?! >> disse, accerezzando dolcemente l'animale << Non ne verrà fuori niente di buono! >>

Finn guardò in direzione di Kurt e Blaine, ancora avvinghiati in quell'abbraccio danzante, per poi voltarsi di nuovo verso Noah e leccargli gentilmente la mano, abbaiando allegramente.

<< Guarda che lo so che cosa stai pensando! >> affermò Noah, grattandogli le orecchie << Ma ti sbagli di grosso, non ho fatto ballare Kurt e Blaine perchè sto cercando di farli mettere insieme! Credo veramente che Blaine, vista la sua altezza, sia il solo che possa ricoprire il ruolo della ragazza durante il ballo. >>

Tornò a guardare i due ragazzi, i quali sembravano essersi completamente dimenticati del resto del mondo e continuavano a ballare come se la loro vita intera dipendesse solamente da quello. Si lasciò inevitabilmente sfuggire un sorriso.

<< E poi, sai una cosa? >> disse, con un tono di voce stranamente dolce << Trovo davvero ingiusto che Blaine sia così tanto innamorato di Kurt e non possa avere la possibilità di stare assieme a lui! Che razza di persona senza cuore sarei, se gli negassi l'opportunità di ballare con lui, anche solo per una volta? >>

Finn gli leccò nuovamente la mano e poi si accolò fra le sue braccia, mentre Kurt e Blaine ancora danzavano per tutto il ponte, tenendosi saldamente stretti nel loro abbraccio.

Kurt teneva gli occhi chiusi e con una guancia sfiorava leggermente i capelli ricci di Blaine, che gli provocavano un piacevolissimo e per niente fastidioso solletico; poteva sentire il suo profumo nelle narici e il calore del fiato di Blaine sul suo collo, abbastanza da mandarlo completamente fuori di testa.

Non aveva mai provato niente di simile prima e sebbene all'inizio fosse stato così tormentato da numerose incertezze e confusioni riguardo ai suoi sentimenti per Blaine, ormai non aveva più dubbi: sapeva di essersene innamorato.

Quello che non sapeva era se anche Blaine lo amasse o se mai un giorno avrebbe potuto farlo, ma tutto sommato in quel momento poco gli importava; perchè in quel momento, essere fra le braccia di Blaine, con il corpo stretto al suo, completamente avvolto da una meravigliosa sensazione di pace e di sicurezza, era tutto ciò di cui aveva bisogno per sentirsi del tutto felice.

Ma proprio allora, Blaine si fermò e si staccò leggermente dall'abbraccio.

Kurt spalancò gli occhi e guardò il ragazzo con sguardo estremamente preoccupato.

<< Va... va tutto bene?! >> domandò nervosamente.

Blaine fece segno di si con la testa e si scostò un ricciolo ribelle dalla fronte.

<< Si, tutto apposto. >> rispose a mezza voce << E' solo che mi gira un po' la testa. >>

Kurt sorrise.

<< Si, anche a me. >> disse << Forse abbiamo ballato troppo! >>

<< Già, lo penso anche io. >> concordò Blaine, guardandolo di nuovo negli occhi << Credo che ci serva una pausa. >>

<< Già. >>

Rimasero fermi in quella posizione e in silenzio, mentre Blaine avvicinava lentamente il suo viso a quello di Kurt.

Il moro posò delicatamente una mano sulla guancia dell'orfano e gliela accarezzò con dolcezza, mentre questi tratteneva il respiro e sentiva il cuore esplodergli in petto.

Blaine si sporse istintivamente verso di lui, come per baciarlo e Kurt socchiuse occhi, aprendo leggermente la bocca, aspettando e sperando che le labbra di Blaine decidessero di posarsi su di essa.

Blaine sospirò e sfiorò appena appena le labbra di Kurt; desiderava baciarlo più di ogni altra cosa al mondo, persino più di quanto desiderasse andare a Parigi! Avrebbe voluto assaporare le sue labbra, stringerne ancora una volta il corpo al suo, tenerlo stretto a sè per sempre, per tutta la vita.

Ma non poteva.

Baciare Kurt, amarlo, voler costruire un futuro assieme a lui...gli sembrava la cosa più giusta da desiderare, eppure sapeva che in realtà era solamente la più sbagliata.

Si tirò indietro bruscamente e non appena Kurt di colpo riaprì gli occhi, lo guardò con aria a metà fra il colpevole e l'imbarazzato.

Kurt abbassò lo sguardo.

<< St..stai... stai andando molto bene! >> farfugliò Blaine, stringendo la mano di Kurt e dandogli un colpetto sulla spalla.

Poi se ne andò via di corsa, lasciando Kurt con un palmo di naso mentre lo osservava andare via e rientrare sotto coperta.

Kurt posò una mano sulle sue labbra, nel punto esatto in cui quelle le Blaine le avevano sfiorate e abbozzò un sorriso. Non sapeva il motivo per cui Blaine fosse scappato via, nè perchè non avesse voluto baciarlo, ma stava per farlo e questo Kurt lo sapeva perfettamente.

Sentiva che anche il cuore di Blaine batteva per lui e nonostante l'amarezza del momento, Kurt non potè fare a meno di sperare che forse, un giorno, Blaine lo avrebbe davvero amato come lo amava lui.




N.D.A: Vi prego, non odiatemi!!! In fondo non poteva far succedere tutto e subito, altrimenti che gusto c'è?! E poi devo mantenermi coerente col personaggio di Blaine, che al momento è ancora dell'idea di non volersi dichiarare a Kurt.

A dire il vero questo capitolo forse è un po' corto, ma non me la sono sentita di allungarlo, perchè gira tutto intorno alla fluffosità Klainosa e se avessi aggiunto qualche altra scena avrei completamente rotto l'incantesimo (se poi di incantesimo vogliamo parlare! u.u).

Al prossimo aggiornamento... come sempre vi amo!! <3

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Capitolo 8
*** Un salto nel vuoto ***


Sebbene inizialmente Kurt fosse un po' preoccupato all'idea di viaggiare per mare, soprattutto di notte, la traversata si stava rivelando più piacevole del previsto, sia per lui che per i suoi compagni.

Era ormai notte fonda e dopo aver consumato un pasto più o meno dignitoso, i tre avventurieri avevano deciso di ritirarsi nella loro cabina, nella speranza di trovare un po' di sonno e di ristoro, per poi svegliarsi a Parigi l'indomani.

Kurt era seduto per terra, mezzo avvolto da una copertina leggera e intento a pettinarsi i capelli, mentre Noah, accasciato di fronte a lui, accarezzava gentilmente Finn dietro le orecchie ed emetteva una serie di versi lamentosi.

<< Va tutto bene? >> domandò Kurt al ragazzo ebreo, impietosito dal suo sguardo così soffernte.

<< Si, benissimo! >> rispose Noah, con un tono di voce per niente convincente << Solo che tutti questi movimenti della nave mi stanno facendo venire la nausea! >>

Si voltò verso Blaine, che dormiva beatamente sul pavimento, avvolto completamente da una paio di lenzuola e con il viso sprofondato in un cuscino, e fece una smorfia.

<< Guardalo, non lo odi a morte?! >> brontolò, rivolgendosi a Kurt ed indicando Blaine con un gesto della mano << Riesce a dormire ovunque, ma come diavolo
fa?! >>

Kurt sorrise e guardò in direzione di Blaine con occhi colmi di adorazione.

Sebbene non potesse vederlo in faccia, riusciva perfettamente ad immaginare la sua espressione beata e serafica, certo che da addormentato fosse bello almeno quanto lo era da sveglio.

Inoltre non riusciva a smetterla di pensare a quello che era successo qualche ora prima sul ponte e in quel momento la voglia di avvicinarsi a lui, accarezzargli dolcemente il viso e restare in silenzio a guardarlo mentre dormiva, era davvero tanta.

No, decisamente non riusciva ad odiarlo.

In quel momento Finn saltò giù dalle braccia di Noah per andare ad infastidire Blaine, saltellando intorno a lui e abbaiando, nel tentativo di svegliarlo.

Ma il ragazzo continuò a dormire profondamente, rigirandosi solamente un paio di volte ed emettendo una specie di grugnito, segno evidente che non avrebbe permesso a niente e a nessuno di interferire con il suo sonno.

Finn sbuffò e per ripicca si gettò dentro la borsa aperta di Blaine, rovesciandola a terra.

Kurt scoppiò a ridere e solo dopo qualche istante si accorse che Finn teneva in bocca una piccola scatolina dorata, che probabilmente doveva essere caduta dalla borsa di Blaine.

Il cagnolino di avvicinò al ragazzo e lui prese la scatolina fra le mani, osservandola attentamente; quell'oggetto dorato, con tante pietruzze di colore verde incastonate, gli sembrava incredibilmente familiare e all'improvviso nella testa di Kurt iniziarono a formarsi delle strane immagini, nessuna particolarmente chiara o ben distinta, solo tante luci e macchie.

Ed una strana melodia, altrettanto familiare, le cui parole non riuscivano però a venirgli alla mente.

Kurt sussultò.

<< Che strano.. >> disse a mezza voce, continuando a rigirarsi quella scatolina fra le mani.

<< Che cosa c'è di strano? >> domandò Noah curiosamente.

<< Oh, è solo una sciocchezza! >> rispose l'orfano.

Noah scrollò le spalle e non fece altre domande, a differenza di Kurt, che non riusciva invece a smetterla di porsi tutta una serie di interrogativi su quell' oggetto misterioso.

Da dove proveniva? Era una semplice scatola, priva di significato, oppure c'era dell'altro? Vi era forse qualcosa di segreto e di speciale legato ad essa?

Le sue domande vennero interrotte da Finn, che gli leccò affettuosamente la punta del piede e gli fece distogliere completamente l'attenzione dalla scatolina.

Kurt rise e lo prese in braccio.

<< Scommetto che sei stanco, vero? >> disse dolcemente al suo cagnolino << Va bene, allora andiamo a dormire! >>

Si alzò da terra e andò a sistemarsi comodamente nel letto che gli era stato assegnato assieme a Finn, mentre Noah andava a rifugiarsi nell'altro.

<< Buonanotte, vostra grazia! >> disse Puckerman scherzosamente, spegnendo la luce e ficcando la testa sotto il cuscino, per poi trovare nel giro di pochissimi minuti la via che lo portò dritto dritto fra le braccia di Morfeo.

Kurt ci mise un po' più di tempo, si rigirò diverse volte prima di trovare la posizione più comoda e quando finalmente ci riuscì, sprofondò anche lui in un sonno beato, con il suo cagnolino fra le braccia.
 

*

<< Aaah...eccolo lì, padrone! Sta dormendo come un bimbo, guardi che visetto angelico che ha! >>

Nel rifugio infernale di Rasputin, lui e il suo fedele pipistrello Figgins stavano osservando attentamente il sonno del giovane Romanov, grazie al potere del magico reliquiario.

Rasputin guardò l'immagine di Kurt dormiente, con un sorriso maligno sul volto.

<< Dormi bene, mio bel principe. >>  disse, mentre il reliquiario emanava una luminosissima luce verde << Ci incontreremo molto presto, nei tuoi sogni... e a quel punto non potrai più sfuggirmi! >>

Emise una sonora risata, che fece rabbrividire il piccolo Figgins, così tanto da costringerlo a rivolgere al suo padrone uno sguardo a dir poco terrorizzato.

<< P..padrone.. >> balbettò << E' sicuro che sia una buona idea?! >>

<< Assolutamente si, Figgins! >> rispose Rasputin, con quella solita espressione di perfidia sul volto <<  Riuscirò a controllare la sua mente e vedrai che per il povero Konstantin non ci sarà alcuna via di scampo! >>

Guardò un'ultima volta l'immagine di Kurt addormentato e sogghignò.

<< Addio per sempre, principino. >>
 

*
 
Kurt dormiva profondamente ormai da diversi minuti e sebbene fuori avesse iniziato a piovere e i rumori dei tuoni e lo scroscio della pioggia fossero tremendamente forti,  niente sembrava in grado di turbare il suo sonno beato.

Perfino il russare sonoro di Puckerman non lo infastidiva minimamente, Kurt era sprofondato in un sonno così pesante che nemmeno una cannonata avrebbe potuto svegliarlo; si strinse forte il piccolo Finn al petto, anche lui profondamente addormentato ed emise una specie di sospiro, mentre nella sua mente iniziavano a  prendere forma le prime immagini di uno splendido, affascinante sogno.
 

Kurt riaprì lentamente gli occhi e, dopo aver tirato leggermente su il busto, iniziò a guardarsi intorno; si trovava in un enorme giardino, completamente circondato da foglie di colore ambrato e dorato, quelle tipiche sfumature di cui di solito si tinge l'autunno e tutt'intorno vi erano enormi alberi e tantissimi fiorellini, che rendevano quel luogo molto simile ad un bosco incantato. 
 
Kurt respirò a pieni polmoni quell'aria così pulita e cristallina, sentendosi letteralmente avvolgere da un' incredibile sensazione di pace e benessere.

Solo dopo qualche secondo si accorse della presenza di un bambino, a pochi passi da lui, con indosso un completino da marinaretto e un dolcissimo sorriso stampato sul volto; intorno al suo viso volavano alcune bellissime farfalle, dai colori quasi iridescenti, che il bambino spinse dolcemente in direzione di Kurt, quasi come per magia.

Kurt sorrise e allungò un braccio verso di loro, come a volerle toccare..



Con il braccio ancora steso davanti a sè e un sorriso serafico sulle labbra, Kurt scostò le coperte e scese giù dal letto, distendendo in avanti anche l'altro braccio e iniziando a camminare per la stanza a mo' di sonnabulo.

Finn, che con tutti i movimenti di Kurt era finito per terra, si svegliò di soprassalto ed immediatamente la sua attenzione venne catturata da un gruppetto di strane farfalle che gironzolavano intorno al volto di Kurt ed emanavano una strana polverina verde, la quale si insinuò sotto la fessura della porta della cabina e la spalancò, così che Kurt, ancora addormentato, potesse uscire dalla stanza senza alcun problema.

Finn fece appena in tempo a realizzare quello che stava succedendo, che subito la porta si richiuse con uno scato sonoro, impendendogli così di inseguire Kurt nei corridoi.

Finn iniziò ad abbaiare e a raspare alla porta, mentre dall' altra parte Kurt continuava a camminare indisturbato, barcollando in qua e là, a causa dei violenti movimenti della nave.

Finn si mise ad abbaiare ancora più forte, poi si voltò verso Blaine e senza pensarci troppo su corse da lui, afferrando fra i denti un lembo della sua coperta e tirandogliela via. Ma non fu abbastanza, Blaine continuava a dormire come un sasso e Finn allora ricominciò ad abbaiare, saltando su di lui e dandogli di tanto in tanto qualche colpetto con la zampa.

Intanto fuori il temporale si stava trasformando in una vera e propria tempesta e Kurt, ancora sotto l'effetto di quello strano sogno, si stava dirigendo sul ponte, salendo su per una piccola scaletta di legno..
 

Kurt seguì il bambino su per una ripida salita, facendo molta attenzione a non inciampare e guardandosi intorno con aria estasiata: era tutto così bello, talmente tanto da sembrare quasi surreale, quasi come se quel luogo così meraviglioso fosse uscito da un libro di fiabe.

<< Su, andiamo! >> gli disse il bambino, con un tono di voce morbido e vellutato, molto simile a quello che potrebbe avere un piccolo angelo.

Prese Kurt per mano e una volta arrivati in cima alla salita, si ritrovarono in una specie di enorme radura, traboccante di fiori e di alberi, anch'essa fin troppo bella per essere reale.

Kurt rise e fece una piroetta, prima di seguire nuovamente il bambino, saltellando allegramente lungo un sentiero alberato.

<< Kurt! >> 

Alcune dolcissime voci femminili chiamarono il suo nome e Kurt si voltò; poco lontano da lui c'erano tre ragazze dall'aria allegra e sorridente, con indosso dei completi da bagno, che facevano lui cenno di raggiungerlo.

Kurt le guardò curiosamente; era certo di averle già viste da qualche parte, ma non ricordava nè il luogo nè il tempo.

<< Vuoi andare da loro? >> domandò gentilmente il bambino, rivolgendosi a Kurt.

Kurt fece segno di sì con la testa e il bambino gli sorrise, facendogli strada verso le tre ragazze; il ragazzo rise e gli corse dietro velocemente, rischiando quasi di inciampare in un tronco di legno che si trovava ai suoi piedi..
 


Kurt rischiò quasi di cadere a terra, il mare in tempesta rendeva i movimenti della nave sempre più continui e violenti, e il ragazzo non riusciva a mantenere l'equilibrio.

La pioggia gli cadeva incessantemente sul volto, ma neanche questo bastò a svegliarlo; Kurt continuava a camminare sul ponte come un sonnambulo, senza avere la benchè minima coscienza dei suoi movimenti.

Intanto, in cabina, Finn stava ancora cercando di svegliare Blaine, il quale continuava imperterrito a dormire, del tutto incurante dei movimenti del cagnolino sul suo stomano e del suo abbiaiare nelle sue orecchie.

Finn non voleva ricorrere alle maniere forti, ma visto che Blaine non si muoveva a svegliarsi, fu costretto a rifilargli un morso sul braccio.

<< Aiah! >> strillò il ragazzo, svegliandosi di soprassalto << Razza di bestiaccia che non sei altro, ma che diamine ti è preso?! >>

Finn ricominciò ad abbaiare nervosamente, voltandosi in direzione del letto di Kurt, ormai completamente vuoto.

Blaine lanciò un'occhiata al materasso del ragazzo e sbiancò.

<< Finn! >> esclamò il moro, prendendo il cagnolino fra le braccia << Finn, dove è Kurt?! >>

Finn saltò giù dalle sue braccia e si scagliò verso la porta, raspando brutalmente sul legno ed emettendo guaiti.

Blaine si precipitò fuori dal suo giaciglio e aprì la porta con una violenta spallata, per poi correre a perdifiato sul ponte, strillando il nome di Kurt, mentre Finn continuava ad abbaiare alle sue spalle.

Blaine non era del tutto sicuro che lo avrebbe trovato sul ponte, ma in quel momento non era davvero in grado di fare ragionamenti sensati e si stava semplicemente affidando al suo istinto.

Se fosse successo qualcosa a Kurt non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.

Una volta raggiunto il ponte, Blaine si guardò ansiosamente intorno, sperando che non fosse ormai troppo tardi, che Kurt fosse lì da qualche parte e che potesse ancora salvarlo.

Sentiva dentro di sè che era in pericolo e sapeva che non c'era tempo da perdere; doveva trovarlo immediatamente, era certo che ne andasse della sua vita.

<< Kurt! >> strillò con tutto il fiato che aveva in corpo << Kurt, dove sei?! >>

Ma Kurt non rispose e per un attimo Blaine ebbe davvero paura di essere arrivato troppo tardi, ma poi si voltò e improvvisamente lo vide: Kurt era dalla parte opposta della nave, sotto la pioggia battente e sembrava quasi sul punto di saltare giù, da quanto si stava sporgendo dal bordo.

<< Kurt! >> strillò nuovamente Blaine, ancora più forte, ma non abbastanza da sovrastare i rumori della tempesta e dei cavalloni che si infrangevano prepotentemente contro la nave.

Inoltre Kurt non avrebbe comunque potuto sentirlo, dal momento che era ancora immerso in quel sonno tanto profondo, che gli stava facendo perdere completamente il senso della realtà; in quella situazione così assurda e pericolosa, con la tempesta che si faceva sempre più violenta e Kurt che stava seriamente rischiando la vita, svegliarsi sarebbe stata la cosa più logica e normale da fare.

Ma sembrava davvero che niente al mondo potesse riportarlo alla realtà da quel sogno.
 

Kurt aveva ormai quasi raggiunto le tre ragazze, quando all'improvviso queste si gettarono giù da un enorme dirupo, ridendo fragorosamente.

Kurt si spaventò moltissimo e corse ad affacciarsi, tirando immediatamente un sospiro di sollievo non appena vide che al di sotto di lui vi era una specie di laghetto, dove le tre ragazze nuotavano allegramente, schizzandosi a vicenda fa le risa.

C'era anche un uomo con loro, con i capelli corti e una barba molto curata, dall' aspetto estremamente regale ed affascinante, sebbene indossasse anche lui solamente una tenuta da bagno; guardava Kurt con sguardo colmo d' affetto e ancora una volta l'orfano avvertì quella tipica sensazione di familiarità che ormai da giorni lo accompagnava.

Guardò ancora una volta quel gruppetto di persone dall'aria così familiare e sorrise.

<< Ciao, Porcellana! >>  lo salutò allegramente l'uomo, mentre le ragazze gli nuotavano intorno.

Kurt sorrise più ampiamente.

Porcellana.

Anche quella parola aveva un suono familiare e non solo perchè si trattava di una parola di uso piuttosto comune; Kurt sapeva che c'era un significato nascosto, riferito lui, ma per quanti sforzi facesse non riusciva proprio a ricordarlo.

<< Su, vieni in acqua! >> gli disse l'uomo,accompagnando le sue parole con un movimento del braccio.

<< Si, vieni! >> fecero eco in coro le ragazze.

Kurt non era del tutto persuaso da quell'idea; si era appena reso conto di ciò che indossava in quel momento ed erano vestiti fin troppo belli ed eleganti per rischiare di rovinarli con un tuffo in acqua.

<< Su, coraggio! >> lo esortò nuovamente l'uomo.

Il bambino che fino a quel momento era rimasto sempre al fianco di Kurt, si tolse il cappellino e lo lanciò in aria, gettandosi poi in acqua a sua volta, con un sonoro tuffo.

<< Eccomiiii! >>

Kurt scoppiò a ridere e guardò quel bellissimo quadretto con aria estatica; era tutto così bello e c'era un'atmosfera talmente piacevole, che alla fine pensò che, tutto sommato, avrebbe potuto anche lui unirsi alla compagnia...
 


<< Kurt! >> 

Blaine attraversò l'intero ponte a corsa, rischiando un paio di volte di venire travolto da qualche pericolosa onda; riuscì ad arrampicarsi su uno degli alberi della nave e a salire in cima alla coffa, per capire meglio dove si trovasse Kurt.

<< Kurt, fermati! >> urlò il moro, non appena fu in grado di vederlo, mentre si sporgeva ancora di più, chiaramente con l'intenzione di buttarsi in acqua.

Blaine si aggrappò ad una della cime e saltò.

Qualunque cosa stesse succedendo a Kurt,  - perchè era chiaro che stava succedendo qualcosa, Kurt non avrebbe mai fatto una cosa simile di sua spontanea volontà -  lui doveva intervenire, doveva salvarlo a tutti i costi.

Non avrebbe mai lasciato morire il ragazzo che amava.

<< KURT, NO! >>

 
<< Si...si...salta! >>

Il tono di voce prima così caldo e rassicurante dell'uomo si fece improvvisamente lugubre e raggelante e prima che Kurt potesse rendersene conto, si trasformò in una specie di demone, di aspetto simile ad un enorme drago, con occhi iniettati di sangue e due ali gigantesche.

<< Salta... aiutami a compiere la mia maledizione... >>

Tutto intorno a lui si tinse di nero ed altri demoni, identici al primo ma di dimensioni più piccole gli si radunarono attorno, cercando in tutti i modi di spingerlo giù dal dirupo.

Kurt strillò e l' enorme demone afferrò il suo braccio e lo strattonò, tentando di trascinarlo giù con sè, mentre dietro di lui due forti braccia lo afferrarono per la vita, tirandolo nella direzione opposta.

<< Kurt... Kurt.. svegliati! >>
 


<< Kurt, svegliati! >>

La voce rassicurante di Blaine riportò finalmente Kurt alla realtà.

Il ragazzo riaprì gli occhi e si ritrovò al sicuro fra le braccia del moro, che lo aveva afferratto appena in tempo, prima che si buttasse giù dalla nave.

<< B...Blaine.. >>

Kurt scoppiò a piangere.

<< La maledizione! >> gemette l'orfano, respirando a fatica << La maledizione dei Romanov! >>

Blaine lo guardò piuttosto confusamente.

<< I Romanov?! Kurt, ma di cosa stai parlando?! >>

Kurt si aggrappò con forza alla maglia di Blaine e si strinse al suo petto, senza smetterla di piangere.

<< Non lo so! >> rispose fra la lacrime << Io... io continuo a vedere un sacco di volti, ma non mi ricordo assolutamente niente! Ero sull'orlo di un precipizio e stavo per saltare... stavo per morire, Blaine! >>

Scoppiò a piangere ancora più forte, nascondendo completamente il volto nella maglia di Blaine e cingendone la vita con le braccia.

Blaine lo abbracciò forte e si mise ad accarezzargli dolcemente i capelli.

Adesso che anche la tempesta stava finalmente cessando, entrambi si sentirono nuovamente al sicuro, l'uno fra le braccia dell'altro.

<< E' stato solamente un incubo, Kurt. >> disse sottovoce, in tono mellifluo e rassicurante << Ora è tutto finito, ci sono io qui con te. >>

<< Blaine, ho avuto tanta paura! >> gemette l'orfano, stringendo di più la presa.

Blaine chiuse gli occhi e tirò un enorme sospiro di sollievo.

Anche lui aveva avuto tanta paura, come non ne aveva mai avuta prima in vita sua. Per un attimo aveva davvero temuto il peggio, aveva veramente creduto di perdere la persona che più amava al mondo e una cosa del genere sarebbe stato quasi come morire per lui.

Solo quel pensiero era abbastanza da farlo letteralmente impazzire e Blaine si ritrovò inevitabilmente a versare qualche lieve lacrima, dovuta all' incontenibile emozione di avere di nuovo Kurt sano e salvo fra le sue braccia.

<< Sei al sicuro qui con me. >>  mormorò Blaine, carezzando dolcemente il viso di Kurt << Non ti succederà niente, te lo prometto. >>

<< Blaine, non lasciarmi! >>  lo implorò Kurt << Resta con me, non lasciarmi! >>

Gli occhi di Blaine si riempirono ulteriormente di lacrime, mentre stringeva Kurt a sè più che poteva.

Sapeva di non potergli fare una promessa del genere, perchè non sarebbe stato in grado di mantenerla, perchè prima o poi sarebbe stato costretto ad andarsene e abbandonarlo, e a quel punto Kurt lo avrebbe odiato a morte.

Ma in quel momento non riusciva proprio ad essere razionale, l'amore incontenibile che provava per Kurt e l'immensa paura di perderlo non gli permettevano di agire secondo quanto gli diceva la sua testa e di ignorare completamente tutte le richieste e le esigenze del suo cuore.

In quel momento, Blaine voleva solamente restare abbracciato a Kurt, tenerlo stretto a sè per tutta la notte, farlo sentire al sicuro e protetto fra le sue braccia, dimenticandosi completamente del resto del mondo, dei suoi doveri, delle regole e di tutto quanto.

Più di ogni altra cosa al mondo, Blaine voleva amare Kurt senza sentirsi in colpa a causa dei suoi sentimenti.

<< Blaine, resta con me. >> ripetè Kurt, quasi in un sussurro.

Blaine si morse un labbro per impedirsi di scoppiare a piangere e poi posò un tenero bacio sulla fronte di Kurt.

<< Sono qui, Kurt. >> gli sussurrò dolcemente in un orecchio << Sono qui. >>

Continuò a baciarlo sulle tempie, accarezzandogli dolcemente il viso.

Non poteva promettergli che sarebbe rimasto al suo fianco per sempre, ma di sicuro lo avrebbe fatto quella notte; lo avrebbe accolto fra le sue braccia, protetto ed amato in silenzio.

Anche se non sarebbe mai stato abbastanza.

Anche se avrebbe tanto voluto urlargli tutto il suo amore e promettergli che sarebbe stato con lui per sempre, che lo avrebbe amato per tutta la vita e che non lo avrebbe mai abbandonato.

Blaine fece un respiro profondo e poi lasciò un ultimo bacio sulla fronte di Kurt.

<< Adesso è meglio che torniamo in cabina. >> gli disse, staccandosi dall'abbraccio.

Kurt fece segno di si con la testa e si asciugò le lacrime con la manica del pigiama, mentre Blaine andava ad intrecciare le dita con le sue; poi gli sorrise e si incamminarono insieme verso la loro cabina, tenendosi per mano.
 


*


<< Nooooooo! >>

Rasputin emise un urlo così forte, che per un pelo quasi Figgins non ne rimase stordito.

Ancora una volta il suo malefico piano era andato in fumo e Rasputin non riusciva davvero a contenere tutta la sua rabbia e la sua frustrazione, che tentò in qualche modo di sfogare su sè stesso, afferrandosi quel poco di carne che gli era ancora rimasta sulle guance e tirandosela con forza.

Figgins lo osservò mentre si torturava assiduamente, emettendo una lunga serie di versi lamentosi.

<< Calma, padrone! >>  disse il pipistrello, tentando di tranquillizzare Rasputin.

Tentativo che ottenne il risultato opposto, dal momento che questi si strinse il collo con le mani, allungandolo violentemente e sbattendo la testa contro il soffitto di pietre laviche.

Figgins sbuffò; detestava questo lato così teatrale del suo padrone, lo mandava completamente fuori dai gangheri.

<< Padrone, suvvia! >> lo ammonì Figgings, in tono quasi severo << Non è il momento di perdere la testa! Cerchi di darsi una calmata e provi un po' a riflettere con calma sulla situazione! >>

Rasputin fece un respiro profondo e poi si ricompose del tutto.

<< Hai ragione, Figgins. >> disse, rimettendosi apposto il collo << Devo cercare di ragionare su questa faccenda senza farmi travolgere troppo dalle emozioni. >>

Figgins fece una smorfia; non ricordava di aver mai visto Rasputin lasciarsi trasportare dalle emozioni, era quasi certo che non fosse neanche in grado di provarne.

<< Improvvisamente sta diventando tutto più chiaro, Figgins. >> asserì Rasputin, con un tono di voce stranamente placido << Ho capito che se voglio uccidere Konstantin, dovrò farlo di persona. >>

Figgins gli lanciò un'occhiata lievemente perplessa.

<< Lei?! Fisicamente?! Ma come pensa di fare?! >> esclamò il volatile << Lei è morto, a malapena riesce a camminare senza perdersi dietro qualche pezzo! >>

<< Figgins, tu ancora sottovaluti il potere delle forze del male! >>  replicò Rasputin sogghignando e stringendosi al petto il suo reliquario.

<< Oh certo, perchè fino ad ora sono state molto utili! >> ribattè il pipistrello con sarcasmo.

Ma Rasputin neanche lo ascoltò, troppo preso dal suo ennesimo piano di vendetta.

<< Stavolta non mi sfuggirai, Konstantin. >> mormorò a denti stretti << Mi assicurerò io stesso che tu abbia un biglietto in prima classe di sola andata per l'altro mondo. >>
 

*
 

Quella notte Blaine non riuscì più a riaddormentarsi, rimase per tutto il tempo sveglio ad osservare Kurt mentre dormiva fra le sue braccia. Era stata una serata davvero assurda e devastante, e Kurt ci aveva messo un sacco di tempo per tranquillizzarsi del tutto e riuscire finalmente a prendere di nuovo sonno.

Blaine accarezzò teneramente il viso del giovane orfano, senza smetterla di sorridere e guardarlo con adorazione; tutta la sua paura e la sua agitazione sembravano essere completamente sparite, non traspariva niente di tutto ciò da quell'espressione così dolce e placida che si era nuovamente dipinta sul suo volto.

Blaine sospirò e qualche lacrima scivolò lentamente lungo le sue guance.

La paura di perdere Kurt lo aveva quasi ucciso quella notte e l'enorme sensazione di vuoto che stava provando in quel momento, mentre faceva scorrere dolcemente le sue dita lungo le guance del ragazzo, non era certo da meno.

Blaine sapeva che dopo quella notte sarebbe stato ancora più difficile dire addio, ma stavolta non poteva davvero rinunciare ai suoi sentimenti.

Era già difficile dover lottare continuamente con sè stesso ed impedirsi di rivelare a Kurt ciò che sentiva, sopprimendo così brutalmente tutto l'amore che provava per lui.

Blaine credeva che un giorno all'altro il suo cuore avrebbe finito per esplodere a causa di tutto quel dolore; era rimasto intrappolato in un'amore senza via d'uscita, che gli avrebbe spezzato il cuore in ogni caso, qualunque scelta avesse deciso di fare.

Posò le labbra sulla fronte di Kurt ed incominciò a baciarle lentamente, con delicatezza, cercando di non svegliarlo.

Aveva bisogno di farlo, aveva bisogno di sentirsi vicino a Kurt, di stringerlo, di amarlo fino in fondo e di non negarsi ai suoi stessi sentimenti.

Era una scelta stupida e forse persino egoistica, ma a Blaine non importava; non poteva e non voleva evitarlo.

Amava Kurt più di ogni altra cosa al mondo, più di quanto amasse sè stesso o la sua stessa vita e non voleva costringersi a sopprimere il suo amore, almeno non quella notte.

Anche se avrebbe dovuto farlo.

Anche se prima o poi avrebbe dovuto rinunciarvi del tutto.

Anche se questo avrebbe significato perdere una parte di sè stesso, al momento in cui avrebbe dovuto dirgli addio per sempre.

Ricominciò a piangere silenziosamente, premendo ancora una volta le labbra sulla fronte di Kurt e tracciando con le dita il contorno del suo viso.

<< Perdonami.. >> sussurrò << Perdonami per non poterti essere per sempre accanto; perdonami per non poterti dare ciò di cui hai veramente bisogno. >>

Blaine sentì un' opprimente sensazione di dolore al petto, che lo fece piangere ancora di più.

<< Perdonami, Kurt. >>  ripetè Blaine, quasi senza voce << Vorrei tanto che le cose fossero più facili. >>

Se lo strinse forte al petto, continuando ad accarezzargli il viso e i capelli.

<< Ti amo. >> disse dolcemente Blaine, sperando che Kurt potesse in qualche modo sentirlo, anche se sapeva che ciò non era possibile, visto quanto profondo era ormai diventato il suo sonno.

Blaine fece un sorrisetto malinconico e poi chiuse gli occhi, stringendo Kurt ancora più forte a sè e avvolgendolo interamente con le sue braccia.

Voleva imprimere il ricordo di quella notte nella sua mente, così da portarlo con sè per sempre e non dimenticarsi mai di lui, anche se in fondo non ne aveva davvero bisogno.

Blaine non avrebbe comunque mai potuto dimenticarsi di Kurt; persino a migliaia di chilometri di distanza l'uno dall'altro, persino dopo anni ed anni di solitudine e di lontananza, non gli avrebbe mai e poi mai detto veramente addio.





N.d.A: Questo capitolo è stato devastante per me!!! Credo che sia la cosa peggiore che io abbia mai scritto e vi dico anche perchè: la scena della nave e del sogno è stata una casino da descrivere!!! E' quel tipo di scena che rende benissimo in tv, ma che non può essere resa in un racconto se non si è davvero dei bravi scrittori e in tutta onestà io non credo proprio di essere all'altezza di un simile compito.

Spero di non aver combinato troppi danni, diciamo che mi auguro di averla resa almeno leggibile e un minimo comprensibile, senza aver scritto cavolate!!!

Riguardo al resto...boh, sono insoddisfatta anche dalle scene fluffose Klaine...abbiate pazienza, mi è presa così con questo capitolo, prometto che recupererò con i prossimi! 

A tale proposito...visto che ormai il capitolo è finito, vi rivelo una cosa: su suggerimento della meravigliosa Maria, alias _hurricane (chi non la conosce è pregato di leggere le sue fan fiction, che sono semplicemente stupende), mi era mezza balenata in mente l'idea di mettere una scena lemon in questo punto della storia...ma ho cambiato idea, perchè mi sembrava che stonasse completamente con la trama, almeno al momento; visto che Blaine non vuole dichiararsi e dopo il bacio mancato del capitolo precedente, non mi sembrava il caso.

Ora, mi appello a voi lettori; credete che dopo tutta questa tiritera, quando finalmente i nostri due ometti coroneranno il loro sogno d'amore (non dite che vi ho bruciato il finale, SAPEVATE che la storia avrebbe avuto un happy ending), credete che la lemon sia fuori luogo, o posso azzardarmi a metterla?! Perchè ancora non sono del tutto convinta, in fondo questa sarebbe una specie di "favola", anche se il contesto è molto crudo...insomma, voi che ne pensate?! Let me know..

I love you sooo much!!! <3

 

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Capitolo 9
*** Ricordi e compromessi ***


Piccolo sproloquio sentimentale: Vi ringrazio tanto per avermi supportata fino ad ora ed avermi rassicurata ogni volta che dicevo di non essere soddisfatta di quello che avevo scritto, facendomi sempre sentire tanto speciale con tutte le vostre magnifiche recensioni.

Non mi ritengo una grande scrittrice, scrivo perchè è una cosa che amo fare e perchè spero in qualche modo di trasmettere a chi mi legge tutto ciò che sento; posso dire con tutto il cuore di essere davvero tanto commossa dalle vostre belle parole e se questa storia sta andando avanti così velocemente, è soprattutto perchè ci sono tantissime persone che mi supportano e mi danno la carica!!
Detto ciò, vi lascio al capitolo...tanti bacioni!! <3





Quando la mattina dopo Kurt si risvegliò al sicuro fra le braccia di Blaine, si sentì avvolgere completamente da una meravigliosa sensazione di calore e di indescrivibile felicità.

Non ricordava quasi niente di tutto ciò che era successo la notte precedente, era bastato incrociare gli occhi di Blaine per fargli rimuovere dalla mente tutti i cattivi pensieri e le paure che fino a qualche ora prima avevano quasi rischiato di avere la meglio su di lui.

Kurt sorrise; le braccia di Blaine erano forti e accoglienti, non esisteva al mondo luogo più bello e sicuro di  esse. 

 << Buongiorno. >> gli disse dolcemente il moro, non appena Kurt aprì gli occhi e rivolse lui il suo tipico sorriso radioso << Come stai oggi? >>

Kurt poggiò la testa sul petto di Blaine.

<< Molto meglio. >> rispose quasi in un sussurro << Grazie a te, Blaine. >>

Blaine guardò l'orfano con occhi colmi di adorazione e non riuscì proprio a trattenersi dal lasciar scorrere delicatamente le sue dita lungo tutta la sua guancia, mentre questi sosteneva il suo sguardo con la sua stessa intensità.

Blaine deglutì e sentì il suo cuore iniziare a battere all'impazzata, quasi come se avesse improvvisamente deciso di fuggire via dal suo petto, spinto dall'incontenibile amore per Kurt, al quale ancora sembrava non essere disposto a rinunciare.

Blaine fece un sospiro e si strinse forte Kurt al petto, mordendosi un labbro per non mettersi a piangere.

Aveva passato una notte meravigliosa con il suo piccolo Kurt fra le braccia, ma adesso doveva ritornare con i piedi per terra; si era lasciato trasportare dai suoi sentimenti troppo a lungo, era arrivato il momento di tornare alla realtà e smetterla di tormentarsi in quel modo.

Lui e Kurt non avrebbero mai avuto un futuro assieme e Blaine doveva semplicemente accettarlo, anche se avrebbe fatto male ad entrambi, soprattutto dopo aver condiviso quella nottata insieme, addormentati l' uno fra le braccia dell'altro.

<< Blaine, va tutto bene? >> domandò Kurt, guardando il riccio con sguardo lievemente preoccupato.

Blaine si morse ancora una volta il labbro e fece lentamente segno di sì con la testa.

<< Si. >> mentì << E' tutto apposto. >>

<< Buongiorno! >>

Kurt e Blaine si voltarono; non si erano accorti che Noah era già sveglio, lavato e vestito e li stava guardando con un'espressione particolarmente severa sul volto e le mani poggiate sui fianchi.

<< Dormito bene, ragazzi? >> domandò l'ebreo, con fare lievemente irritato.

Kurt arrossì e fece segno di sì con la testa, tirandosi immediatamente su e staccandosi dall'abbraccio di Blaine.

<< Non..non credevo che fossi già sveglio, Noah. >> balbettò.

Noah fece una smorfia.

<< Lo sono da parecchio, in effetti. >> rispose << Arriveremo a Parigi fra pochi minuti, quindi vi conviene alzarvi e prepararvi anche voi, se non volete restare su questa nave! >>

Kurt annuì e si alzò da letto, immediatamente seguito da Blaine, che lanciò a Noah un'occhiataccia.

<< Immagino di dover indossare i miei abiti nuovi. >> disse Kurt timidamente << Non credo che Rachel apprezzerebbe il mio vecchio abbigliamento. >>

<< Infatti! >> rispose Noah, in tono brusco << Io e Blaine ti aspetteremo fuori, così avrai tutto il tempo di cambiarti tranquillamente; ma vedi di non metterci troppo! >>

Kurt assentì silenziosamente e i due ragazzi uscirono velocemente dalla cabina, lasciandolo da solo assieme al piccolo Finn.

<< Vuoi dirmi che diavolo pensavi di fare?! >> domandò Noah a Blaine, non appena si richiuse la porta della cabina alle spalle << Sei per caso diventato matto?! >>

<< Abbassa la voce, Puckerman! >> lo ammonì Blaine << Potrebbe sentirti! >>

Noah sbuffò.

<< Blaine, ti rendi conto di quello che stai facendo?! >> continuò a sgridarlo l'ebreo, abbassando leggermente il tono della sua voce << Allora tutti i miei discorsi non ti sono serviti a niente?! >>

<< Noah, innanzi tutto non è successo assolutamente niente con Kurt, questa notte. >> rispose Blaine stizzito << E poi, devo per caso ricordati che è tutta colpa tua se le cose fra me e lui stanno rischiando di diventare troppo serie?! >>

Noah guardò il suo amico con sguardo allibito.

<< Mia?! >> replicò in tono quasi indignato << Che cosa avrei fatto, sentiamo?! >>

<< Beh, sei stato tu a farci ballare ieri sera sul ponte! >> osservò Blaine, allargando le braccia << Avresti dovuto immaginare che le cose sarebbero solamente peggiorate. >>

Noah alzò gli occhi al cielo e sbuffò.

<< Quindi adesso sono io il responsabile del fatto che tu non sei in grado di tenere a bada i tuoi sentimenti per Kurt?! >> ribattè nervosamente.

<< Noah, abbassa la voce! >> lo implorò Blaine << Non voglio che Kurt ti senta! >>

<<  Già, perchè di sicuro non l'ha ancora capito! >> rispose Noah con sarcasmo << Blaine, andiamo! Si vede benissimo che tu sei tremendamente innamorato di lui e che anche Kurt prova qualcosa per te! >>

Blaine si morse un labbro ed abbassò lo sguardo.

<< Guarda che lo so. >> mormorò il moro, senza riuscire a guardare il suo amico negli occhi << Perchè pensi che sia rimasto con lui questa notte?! Non abbiamo fatto niente Noah, non ci siamo neanche baciati..te lo giuro! Volevo solamente restare assieme a lui, tenerlo fra le mie braccia almeno per una notte... era davvero chiedere troppo?! >>

Noah non rispose e si limitò a guardare il suo socio con uno sguardo un po' più comprensivo.

<< Lo so che è sbagliato. >> aggiunse Blaine, in tono lacrimoso << Lo so che io e Kurt non abbiamo alcun futuro insieme, ma non riesco a smetterla di amarlo così tanto! Si, forse ieri notte ho approfittato del fatto che fosse così debole e spaventato, ma non me ne pento! Non credo di averlo illuso, non gli ho fatto promesse che sapevo di non poter mantenere, gli sono rimasto solamente accanto.  L'ho fatto per me.
E' tanto sbagliato aver desiderato di tenerlo con me solamente per una notte, dal momento che non potrò mai più farlo per il resto della mia vita?! >>

Quando Blaine alzò nuovamente lo sguardo, Noah si accorse che aveva le guance completamente rigate dalle lacrime e non potè fare a meno di provare enorme compassione dei confronti del suo amico.

<< Blaine, mi dispiace. >>  gli disse gentilemente << Lo so che è dura, ma... >>

<< No, non lo sai! >> lo interruppe brutalmente Blaine, scoppiando definitivamente a piangere << Non sai che cosa significa amare con tutto il cuore una persona e sapere che non potrà mai essere tua, anche se ricambia i tuoi sentimenti! >>

Noah si morse un labbro e si avvicinò lentamente al suo amico.

<< Hai ragione, non lo so. >> rispose in tono pacato << Ma so che cosa significa dover rinunciare a qualcosa a cui si tiene moltissimo, e anche se fa terribilmente male, tu prima o poi dovrai lasciarlo andar via. >>

Gli occhi di Blaine si riempirono maggiormente di lacrime.

<< Non ci riesco! >> gemette, gettandosi fra le braccia di Puckerman, in cerca di conforto.

Noah rimase per un attimo immobile, imbarazzato da quello slancio improvviso di affetto da parte di Blaine, ma alla fine si rilassò e accolse completamente il ragazzo fra le sue braccia.

<< Blaine, ti prego...devi farti forza! >> mormorò, cercando di rassicurarlo << Non puoi lasciarti buttare giù in questo modo, dovrai riuscire ad andare avanti anche senza di lui. >>

Blaine emise un sonoro gemito.

<< Non riesco più a pensare alla mia vita senza di lui. >> singhiozzò.

Noah sospirò e poi si staccò lentamente dall'abbraccio con Blaine.

<< Vi ho lasciato ballare insieme perchè tu potessi avere almeno un bel ricordo di lui. >>  dichiarò, afferrandolo per le spalle e guardandolo intensamente negli occhi << Non rovinare tutto, Blaine; non lasciarti prendere dalla tristezza e cerca di conservare nella tua memoria solamente i momenti più belli passati assieme a lui. >>

Blaine si morse un labbro e fece segno di sì con la testa, sebbene non ne fosse per niente convinto.

<< Dai, ora asciugati le lacrime. >> gli disse Noah, lasciandolo andare definitivamente << Kurt sarà pronto fra poco, non vorrai farti vedere in questo stato! >>

Blaine tirò su col naso e si strofinò gli occhi con la manica della camicia.

Noah aveva ragione, Kurt non avrebbe dovuto vederlo così; Blaine non poteva mostrarsi troppo vulnerabile ai suoi occhi, non poteva assolutamente scoprire ancora di più tutti i suoi sentimenti per Kurt, rischiando di illuderlo e poi ridurre anche il suo cuore in frantumi.

Avrebbe semplicemente svolto il suo lavoro, accompagnando Kurt a Parigi e poi lasciandolo andare al suo destino.

Era così che doveva andare e prima Blaine si sarebbe deciso ad accettarlo, meglio sarebbe stato per entrambi.
 

*
 

Un paio di ore dopo, dopo essere finalmente sbarcati a Parigi ed aver fatto colazione in un piccolo ed economico caffè, i tre ragazzi e Finn raggiunsero l'abitazione di Rachel, la cugina dell'imperatrice, in uno dei quartieri più eleganti di tutta la città.

Kurt continuava a guardarsi intorno con aria estatica, affascinato dalla magnificenza di quelle case e da quella splendida atmosfera che stava respirando sin da quando aveva messo piede a Parigi.

<< Accidenti, qui è tutto così meraviglioso! >> esclamò con entusiasmo << Ho visto un sacco di foto di Parigi,  ma dal vivo è infinitamente più bella! >>

Blaine sorrise e gli mise gentilmente una mano sulla spalla.

<< Sei pronto? >> domandò con voce morbida.

Kurt deglutì, lasciandosi per un attimo prendere dall'agitazione.

<< Non del tutto. >> rispose con una certa preoccupazione << E se Rachel non dovesse riconoscermi?! Se pensasse che sono solo un impostore e mi cacciasse via?! >>

Blaine gli rivolse un sorriso rassicurante.

<< Non aver paura. >> disse dolcemente << Andrà tutto bene, vedrai; aprile semplicemente il tuo cuore, e andrai alla grande! >>

Kurt sorrise e guardò Blaine con occhi colmi di gratitudine, mentre di fianco a lui Noah alzò gli occhi al cielo e sospirò con esasperazione.

<< Adesso basta con queste inutili chiacchiere! >> bubbolò, sistemandosi la giacca e i capelli << Risparmiatele per quando dovrete parlare con Rachel. >>

Blaine fece una smorfia, guardando storto il suo socio mentre si metteva in tiro per l'incontro con la ragazza.

<< Noah, ti avverto subito! >> lo ammonì il moro << Se inizi a fare lo stupido e mandi tutto all'aria, te la farò pagare cara! >>

<< Oh Blaine, non dire sciocchezze! >> replicò Noah, non appena raggiunsero la porta di ingresso << Non rovinerò niente, al contrario, vi spianerò la strada; Rachel rimarrà colpita dal mio fascino mozzafiato e non potrà che essere bendisposta nei confronti di Kurt. >>

Kurt e Blaine si guardarono e soffocarono una risata, mentre Noah guardò Finn con sguardo malizioso.

<< Che ne pensi, piccolo? >> domandò al cagnolino << Impossibile resistermi, vero?! >>

Finn abbaiò allegramente, mentre Kurt e Blaine scoppiarono in una risata fragorosa.

<< Ti prego Noah, smettila! >> esclamò Blaine, dopo essersi ripreso << E adesso cerchiamo di concentrarci, va bene?! >>

I tre ragazzi si ricomposero e Blaine suonò il campanello, mentre Kurt si strinse forte al suo braccio, in cerca di supporto.

<< Stai tranquillo. >> gli sussurrò dolcemente il moro, mentre la porta si apriva e una giovane cameriera si affacciava dall'uscio.

<< Buongiorno. >> disse questa in tono cordiale << Che cosa posso fare per voi? >>

Blaine fece per prendere parola, ma Noah glielo impedì, spingendolo dalla parte opposta e posizionandosi esattamente davanti alla cameriera.

<< Siamo qui per vedere la madamoiselle Rachel. >> disse l'ebreo, con il suo tipico sorrisetto sghembo sul volto.

Blaine lanciò l'ennesima occhiata omicida a Noah, mentre la cameriera gli sorrise con fare malizioso.

<< Oh, ma certo. >> rispose la ragazza, guardando Noah con aria civettuola << Avete un appuntamento? >>

<< Beh, non esattamente.. >> rispose Puckerman, facendo spallucce.

<< Cosa?! >> bubbolà Kurt, guardando Blaine con agitazione << Sta scherzando?! >>

Blaine gli fece sengo di stare calmo, mentre Noah continuava a lavorarsi la cameriera.

<< Ditele semplicemente che siamo venuti con un amico speciale, lei di sicuro capirà. >> disse Noah, con sguardo ammiccante.

La cameriera fece una risatina e ritornò in fretta dentro casa per chiamare la sua padrona, mentre Noah si voltò verso i suoi compagni con espressione estremamente soddisfatta.

Blaine sospirò.

<< Ora capisci perchè ce lo siamo portati dietro?! >> commentò << Ci serve il suo potere da ammaliatore. >>

Kurt ridacchiò.

<< Credevo che tu volessi far colpo su Rachel! >>  osservò l'orfano, con fare divertito.

<< Infatti! >> confermò Noah << Ma è divertente fare il cascamorto con le ragazze, non trovi?! >>

Kurt fece una smorfia e Noah si mise a ridere.

Poi, poco dopo, la porta si aprì nuovamente e si presentò davanti a loro una bella ragazza, dall'aria estremamente elegante e raffinata, con indosso un impeccabile abito di color acquamarina, che si intonava perfettamente al fermaglio con il quale teneva in ordine i suoi capelli scuri.

<< La mia cameriera Sophie mi ha detto che volevate vedermi. >>  disse, guardando curiosamente i tre avventori << E che avete con voi un amico speciale da presentarmi... è vero? >>

Noah rimase in silenzio, a guardare la ragazza con sguardo adorante, quasi come se avesse appena avuto un' apparizione divina.

Blaine sbuffò.

<< Madamoiselle, io sono Blaine Anderson e questo è il mio amico Noah Puckerman. >>  disse educatamente, indicando Noah con un cenno del capo.

Noah afferrò la mano di Rachel e se la portò alle labbra, sfiorandola delicatamente.

<< Ho sentito sempre dire che eravate bellissima. >>  disse, guardandola intensamente negli occhi << Ma ora che vi vedo così da vicino, devo ammettere che tutte quelle chiacchiere non vi rendono assolutamente giustizia! >>

Rachel arrossì violentemente e abbassò lo sguardo.

Non era abituata a simili attenzioni da parte di un uomo e anche se queste non provenivano da un giovane di buona famiglia e dall'aspetto curato ed elegante, non era certo indifferente al fascino selvaggio e trasandato di Puckerman.

Blaine alzò gli occhi al cielo e sbuffò ancora una volta.

" Adesso chi è che si lascia trasportare dalle emozioni, Noah?!"

<< E questo qui.. >> aggiunse Blaine, prendendo Kurt per un braccio e avvicinandolo a sè << E' Sua Altezza Reale, il granduca Konstantin Romanov. >>

Rachel guardò Kurt attentamente e rimase letteralmente a bocca aperta.

<< Santo cielo... >> mormorò << Su, venite dentro! >>

Trascinò i tre ragazzi dentro casa, chiudendo la porta così velocemente che il povero Finn non fece in tempo ad entrare assieme a loro e rimase chiuso fuori, emettendo un lungo guaito di disapprovazione.
 

*
 
<< Accidenti, devo ammettere che somiglia davvero moltissimo a Konstantin! >> esclamò Rachel, dopo aver fatto accomodare i suoi ospiti in salotto ed aver squadrato Kurt dalla testa ai piedi per l'ennesima volta << Molto più di tutti gli altri ragazzi che ho incontrato fino ad ora! >>

Kurt arrossì e sorrise con sguardo compiaciuto.

<< Non ti dispiace se ti faccio qualche domanda, vero? >> disse Rachel a Kurt, mentre con un piccolo campanellino dorato chiamava la sua cameriera perchè portasse loro del tè.

Kurt annuì nervosamente, cercando Blaine con lo sguardo, in modo da sentirsi un po' più rassicurato; il moro lo guardò a sua volta e sorrise, infondendogli con i suoi occhi tutto il coraggio di cui aveva bisogno.

<< Allora, dimmi.. dove sei nato? >> fu la prima domanda di Rachel.

Kurt tirò un sospiro di sollievo; era una domanda molto facile.

<< A Palazzo Peterhof. >> rispose tranquillamente.

<< Molto bene. >> replicò Rachel sorridendo << E dimmi, come piace a Konstantin bere il tè? >>

<< Oh, ma a me non piace il tè! >> rispose Kurt prontamente, ricordando alle perfezione tutte le lezioni di Blaine e Noah sulle abitudini del principe << Io preferisco bere acqua calda con limone. >>

Rachel annuì con aria soddisfatta e continuò con le sue domande, alle quali Kurt riuscì a rispondere brillantemente e senza alcuna difficoltà, sotto gli sguardi estremamente compiaciuti di Noah e Blaine.

La conversazione andò avanti a lungo, fino a che Rachel, ormai quasi del tutto soddisfatta, arrivò all'ultima delle sue domande.

<< Ho ancora un' ultima cosa da chiederti. >>  disse, dando una sorso al suo tè << Potresti giudicare questa domanda un po' troppo personale ed impertinente, ma ti prego di avere pazienza. >>

Kurt annuì nervosamente.

<< Dimmi, come sei riuscito a scappare la notte dell'assalto al palazzo, durante la rivoluzione? >> 

Blaine e Noah piombarono nel panico più totale e si rivolsero uno sguardo di puro terrore.

Era finita, Rachel avrebbe capito subito che erano degli impostori; per quanto fino a quel momento Kurt se la fosse cavata egregiamente, di certo non avrebbe potuto trovare una risposta sensata a quella domanda e Rachel avrebbe smascherato il loro piano in men che non si dica, cacciandoli immediatamente da casa sua, senza neanche chiedere spiegazioni.

Neanche il fascino carismatico di Puckerman sarebbe stato di aiuto, la loro avventura sarebbe finita lì e Blaine e Kurt si sarebbero persi per sempre.

Ma proprio in quel momento, Kurt iniziò a rammentare; aveva passato gli ultimi cinque giorni a cercare di ricordare tutta una vita intera, senza alcun risultato, e adesso, nel giro di pochissimi istanti, alcune di quelle immagini fino ad allora così sfocate iniziavano piano piano a farsi più nitide.

<< Ecco... c'era un ragazzo... >>  disse Kurt, con sguardo concentrato, sforzandosi di ricordare meglio ogni singolo particolare << Era un ragazzo che lavorava a palazzo... ha aperto un passaggio segreto, nascosto in una parete...e da lì siamo riusciti a fuggire. >>

Il cuore di Blaine aumentò improvvisamente il suo battito e il ragazzo sentì un enorme nodo formarglisi alla base della gola; si voltò verso Kurt e lo ascoltò mentre raccontava a Rachel la storia del salvataggio, mordendosi un labbro con forza per impedire alle lacrime di scivolare lungo le sue guance.

Le parole di Kurt continuavano a riecheggiargli nella testa.

" Un ragazzo che lavorava a palazzo... ha aperto un passaggio segreto, nascosto in una parete...e da lì siamo riusciti a fuggire. "

Blaine non riusciva a credere alle sue orecchie.

Era lui.

Il suo piccolo, dolce, così forte e allo stesso tempo tanto fragile Kurt, era veramente il principe Konstantin Romanov.

Ed era stato Blaine a salvarlo quella notte.

Tutto improvvisamente iniziò ad avere un senso.

Ecco perchè Blaine aveva sentito di essere così profondamente legato a Kurt sin dal primo loro incontro, ecco perchè ricordava perfettamente di avere già visto quelli occhi da qualche parte che non fosse solamente quel quadro a Palazzo D'Inverno.

Si ricordò di quando quelli occhi color acquamarina avevano incontrato i suoi per la prima volta, tanti anni prima, rivolgendogli uno sguardo di immensa gratitudine;  ricordò non essere riuscito a toglierseli dalla testa per settimane intere, sperando infinitamente di riuscire a rivederli un giorno, finalmente privi di quell'angoscia  e sofferenza che li turbavano.

E adesso erano di nuovo là, davanti a lui.

Blaine trattenne il respiro, ormai perfettamente conscio del fatto che quello davanti a lui era proprio il Granduca Konstantin.

Il ragazzo che Blaine amava più di ogni altra cosa al mondo.

E quel pensiero non fece altro che aumentare la sensazione di smarrimento che stava provando in quel momento.

<< Allora? >> intervenne improvvisamente Noah, rivolgendosi a Rachel << Il ragazzo è un Romanov? >>

Rachel fece spallucce, con un sorrisetto malizioso sul volto.

<< Diciamo che ha risposto esattamente a tutte le domane e in maniera decisamente convincente. >> rispose, in tono piuttosto vago.

<< Fantastico! >> esultò Noah, alzandosi di scatto dal divano sul quale era seduto << Hai sentito, ragazzo?! Ce l'hai fatta! >>

Rachel ridacchiò, mentre Kurt esplose letteralmente in una risata gioiosa e corse ad abbracciare Blaine, il quale ricambiò con meno entusiasmo, ancora piuttosto scioccato da quell'incredibile rivelazione.

<< Allora, quando potremo andare a parlare con l'Imperatrice? >> domandò Noah, sempre più esaltato.

Il sorriso sul volto di Rachel si spense di colpo.

<< Temo che non sarà possibile. >> disse mestamente.

<< Che cosa? >> replicò Kurt, staccandosi dall'abbraccio con Blaine << E perchè?! >>

<< Beh, l'Imperatrice ha deciso di sospendere definitivamente tutti i colloqui. >> spiegò Rachel << Non vuole incontrare nessuno. >>

Kurt si adombrò e gettò il suo sguardo a terra, mentre Blaine sbuffò sonoramente.

Noah, da parte sua, lanciò alla ragazza uno sguardo seduttore.

<< Suvvia, Madamoiselle Rachel.. >> disse, in tono estremamente ammaliante << Sono certo che voi sareste perfettamente in grado di farle cambiare idea! >>

Rachel arrossì e si morse un labbro.

<< E'.. è impossibile. >> balbettò, tentando in qualche modo di fare la sostenuta.

Ma i suoi tentativi non portarono alcun risultato; Noah era ormai riuscito a fare completamente breccia nel cuore di Rachel e gli sguardi colmi di malizia che il ragazzo continuava a lanciarle erano abbastanza da farle perdere completamente il controllo.

<< Ne è proprio certa? >> domandò Noah, prendendo la mano della ragazza e portandola ancora una volta alle labbra, baciandola con gentilezza e continuando a fissarla.

Rachel sentì un brivido percorrerle interamente la schiena.

Quel ragazzo era incredibilmente sfacciato, del tutto privo di eleganza e fin troppo spudorato, eppure Rachel ne era terribilmente attratta, sebbene fosse esattamente tutto il contrario di ciò che la sua famiglia le aveva sempre augurato di trovare in un uomo.

<< Aspettate un attimo! >> Rachel ebbe improvvisamente un'illuminazione << A voi piacciono i balletti  russi? >>

I tre si guardarono e annuirono con aria perplessa; a dire il vero nessuno di loro aveva mai assistito a uno spettacolo del genere, ma in una situazione del genere non era proprio il caso di mettersi a fare li schizzinosi.

<< Si esibirano a Parigi questa sera. >> aggiunse Rachel allegramente << E io so per certo che l'Imperatrice adora i balletti russi, non se ne perderebbe uno spettacolo per nulla al mondo! Potrei invitarla a teatro e potreste venire anche voi -ovviamente non assieme a noi, questo temo non sia possibile- in modo tale da incontrarla subito dopo lo spettacolo! >>

Lo sguardo di Kurt si illuminò nuovamente.

<< Davvero? >> domandò con entusiasmo << Possiamo farlo? >>

<< Certamente, procurarvi i biglietti sarà facile! >> rispose Rachel << Inoltre potremmo girare per qualche negozio prima di andare a teatro e comprarvi qualche abito un po' più appropriato. >>

<< Shopping?! >> ripetè Kurt, al culmine dell'eccitazione << Oh, sarebbe meraviglioso! Possiamo portare anche Finn con noi?! >>

Noah impallidì e si battè una mano sulla fronte.

<< Oh santo cielo! >> esclamò con fare ansioso << Finn! >>
 

*
 

Andare in giro per Parigi era senza dubbio una delle attività più entusiasmanti e divertenti del mondo, soprattutto per Kurt, che nel giro di poche ore aveva quasi svaligiato ogni singolo negozio della città.

Blaine e Noah avevano cercato di placare la sua frebbrile voglia di fare spese, ma Kurt si era fatto prendere dall'euforia e aveva comprato quantità ingenti di profumi, vestiti e accessori vari, approfittando del fatto che Rachel, certa di avere di fronte a sè il vero granduca Konstantin, si era offerta di pagare lei stessa tutto quanto.

Alla fine della giornata Kurt era davvero al settimo cielo e la prospettiva di incontrare finalmente l'Imperatrice e poter fare luce sul suo passato, non faceva che aumentare il suo grado di euforia ed eccitazione.

Anche Noah se l'era passata decisamente bene; dopo un'intera giornata a stretto contatto con Rachel, i due si erano resi conto di piacersi sul serio e a parte qualche improvviso momento di gelosia da parte di Finn, che cercava disperatamente di distogliere l'attenzione di Noah da Rachel,  erano rimasti sempre assieme,  parlando e rivolgendosi continuamente sguardi colmi di adorazione e paroline dolci (con enorme sorpresa di Noah, che non avrebbe mai creduto di poter diventare così sentimentale e perdere la testa per una donna).

Blaine, da parte sua, non aveva smesso neanche per un attimo di pensare a Kurt e nessuno dei suoi pensieri era stato particolarmente felice.

Adesso che sapeva con assoluta certezza che Kurt era veramente il principe Konstantin, non avrebbe più avuto alcuna possibilità con lui; prima o poi avrebbe dovuto davvero dirgli addio e quell' idea lo faceva letteralmente impazzire.

Blaine sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, eppure dentro di sè aveva sempre sperato che le cose sarebbero potute andare diversamente, che magari in un modo o nell'altro il loro amore avrebbe vinto su tutto e lui e Kurt sarebbero riusciti finalmente a stare insieme.

Ma adesso che conosceva la verità, sarebbe stato del tutto impossibile cambiare le cose.

Kurt era un principe e i principi non sposano i poveracci come Blaine; anzi, a dire il vero, i principi si sposano da sempre con le principesse e sebbene nessuno avrebbe mai potuto punire Kurt per essere diverso da tutti gli altri principi, certamente non avrebbero mai accettato fino in fondo il suo vero essere.

Kurt avrebbe dovuto comportarsi esattamente come tutti gli altri principi e per far sì che ciò accadesse, Blaine avrebbe dovuto sparire per sempre dalla sua vita.

Era un pensiero che non lo aggradava per niente, soprattutto mentre camminava per le strade di Parigi con Kurt sottobraccio, che gli rivolgeva di continuo il suo sorriso dolce e radioso, facendogli desiderare ardentemente di poter rimanere con lui per sempre.

Ma era la cosa giusta da fare, non per lui, ma per Kurt; perchè per Blaine la felicità di Kurt veniva prima di ogni altra cosa al mondo ed era disposto a sacrificare la sua, per assicurarsi che niente al mondo potesse mai cancellare quel meraviglioso sorriso dal volto del ragazzo che amava.




N.d.A: Capitolo che mi ha messo su una tristezza infinita mentre lo scrivevo!! Beh, diciamo che spero che almeno abbiate apprezzato quel poco di Puckleberry (che io adoro e trovo che non faccia mai male) e quel breve accenno di Puckleberry Finn (si, ho inventato io il nome di questa threesome e ne vado orgogliosa!! x3).
E che ne pensate del fluffosissimo momento Bluck?! Mi sono stupita da sola quando l'ho scritto...non so neanche se è molto credibile!  xD

Per i Klaine mi sento tanto tanto in colpa.... vorrei solamente vederli felicissimi e innamorati e invece mi tocca tenerli così a distanza!!! ç___ç
Oh, come vorrei che finisse (il bello è che sono io a decidere quando succederà e mi lamento pure!! xD)

Lot of kisses!! 

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Capitolo 10
*** Sotto Pressione ***


<< Noah, vuoi smetterla di agitarti in questo modo ?! Mi stai facendo venire il mal di mare! >>

Blaine sbuffò, seduto sui gradini davanti al teatro, guardando Noah che non la smetteva di camminare avanti e indietro nervosamente, con sguardo preoccupato.

Mancava poco all'inizio dello spettacolo e Kurt ancora non si vedeva; Rachel gli aveva trovato una perfetta sistemazione in un alloggio molto elegante - come sempre a spese di lei-  e lui probabilmente era ancora nella sua stanza a prepararsi, dopo quel lunghissimo e faticosissimo pomeriggio di acquisti.

<< Oh, ma quanto ci mette ad arrivare?! >> domandò Noah impazientemente, mettendosi a sedere di fianco a Blane  << Manca così poco all'inizio dello spettacolo, Rachel e l' Imperatrice saranno qui a momenti! >>

Blaine rivolse al suo amico un sorriso d' incoraggiamento.

<< Noah, non essere così nervoso. >> gli disse con voce morbida << Non c'è nessun motivo di preoccuparsi, fidati. >>

<< Oh, io mi fido! >> replicò Noah, tutt'altro che convinto << Ma ho paura che il ragazzo faccia qualche pasticcio, insomma...fino ad ora se l'è cavata alla grande, ma se davanti all'Imperatrice dovesse sbagliare qualcosa?! Sarebbe la fine per noi, Blaine. >>

Blaine sospirò e il suo sorriso si fece di colpo malinconico.

<< Kurt non sbaglierà niente, Noah. >> lo rassicurò << Lui è il principe Konstantin. >>

<< Si, questo lo so anche io! >> ribattè Noah, alzando gli occhi al cielo << E' solo che.. >>

<< Noah, tu non capisci! >> lo interruppe Blaine, afferrandolo per un braccio e guardandolo intensamente negli occhi << Kurt è veramente Konstantin. >>

Noah lo guardò silenziosamente, con sguardo interdetto.

Blaine si alzò in piedi e iniziò anche lui a camminare nervosamente su e giù per i gradini.

<< Avrei dovuto capirlo subito, come diavolo ho fatto a non rendermene conto?! >> iniziò a farneticare << Che idiota, eppure era una cosa così ovvia! I suoi occhi.. non lasciavano alcun dubbio, come ho potuto essere così cieco?! >>

<< Ehi, ehi, ehi! >> lo interruppe Noah, che non riusciva proprio a stare dietro a tutti i suoi vaneggiamenti << Vorresti fermarti un attimo e parlare un po' più lentamente e in maniera a me comprensibile?! Che diamine stai dicendo?! >>

Blaine si fermò e respirò profondamente, cercando di darsi una calmata.

<< Noah, ero io quel ragazzo. >> rivelò al suo amico, con sguardo commosso << Sono stato io quella notte a salvare l' Imperatrice e Konstantin, aprendo quel passaggio segreto! >>

Noah guardava il suo amico a bocca aperta, col fiato sospeso.

<< E' esattamente come ha detto Kurt. >>  mormorò Blaine, rivolgendo al suo socio un mezzo sorriso << Non sta affatto mentendo, Noah:  lui è quello vero. >>

Il volto di Noah si illuminò di colpo.

<< Questo significa che Kurt ha finalmente ritrovato la sua famiglia! >>  esclamò gioiosamente l'ebreo, balzando in piedi << Abbiamo trovato il legittimo erede al trono di Russia! >>

Blaine inclinò leggermente il capo e lo guardò con un sorrisino beffardo sulle labbra.

<< Ovviamente sono felice per la ricompensa! >> si affrettò ad aggiungere Noah, arrossendo violentemente  e cercando di mantenere il suo solito cinismo  << Per che altro!? >>

Blaine ridacchiò, ma subito dopo il suo sguardo tornò ad intristirsi.

Noah se ne accorse e gli si avvicinò, mettendogli gentilmente una mano sulla spalla.

<< E tu? >> domandò, guardandolo negli occhi con velata compassione << Che cosa pensi di fare? >> 

Blaine abbassò lo sguardo.

<< Noah, lo sai. >> rispose sottovoce << Me ne andrò via, sparirò per sempre dalla sua vita! Hai sempre detto anche tu che era questa la sola cosa da fare e adesso mi rendo conto che hai perfettamente ragione! >>

Noah sospirò e guardò il suo amico con espressione scettica.

<< Blaine, sei davvero sicuro?! >> domandò l' ebreo << Non sto cercando di convincerti a fare il contrario - sai bene come la penso- , ma mi sembra piuttosto strano che tu abbia davvero deciso di darmi ascolto. >>

Blaine si morse un labbro e tirò su col naso.

<< Dobbiamo per forza tornare sull'argomento?! >> chiese in tono lacrimoso << Non ho scelto io di darti ascolto Noah, sono semplicemente costretto a farlo perchè non ho alternative! Lui è un principe e io non sono la persona giusta per lui, fine della storia! Si, ci sto male...ci sto malissimo, è come ricevere una pugnalata al  cuore! Ma non ho scelta Noah, e se davvero sei mio amico ti prego di smetterla di parlare ancora di questa storia, perchè non fa che farmi soffrire ancora di più. >>

Noah annuì in silenzio, mentre Blaine si asciugò velocemente quele poche lacrime che stavano scivolando lungo le sue guance.

<< Dovresti dirglierlo, comunque. >> commentò l'ebreo, quasi come se fosse un ordine più che un suggerimento.

<< Dirmi che cosa?! >> fece all'improvviso una voce acuta alle loro spalle.

Blaine e Noah si voltarono di scatto, trovandosi di fronte un elegantissimo Kurt, vestito in maniera a dir poco impeccabile e con un' espressione raggiante in volto.

Blaine sentì il fiato mozzarglisi in gola e il suo cuore iniziare a battere all'impazzata, quasi come se fosse sul punto di scoppiare.

Deglutì; per quanto gli sembrasse impossibile, viste tutte le volte che si era ritrovato a pensare una cosa del genere, Kurt non era mai stato così bello.

Blaine non sapeva se fosse per gli abiti, per la sua espressione così felice, dettata dall'entusiasmo per il futuro incontro con l'Imperatrice, per il fatto che stavolta Blaine sapeva di avere di fronte a sè un vero principe, o più semplicemente per l'amore incondizionato che provava per lui, ma in quel momento Kurt era davvero la creatura più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita.

Persino la luna, le stelle e la stessa meravigliosa Parigi, sembravano assolutamente niente a confronto.

Blaine guardò il ragazzo che amava con occhi colmi di commossa adorazione.

Come avrebbe potuto dirgli addio?!

<< Sei.. sei davvero stupendo. >> mormorò Blaine, arrossendo e guardando Kurt dritto negli occhi.

Anche quelli non gli erano mai sembrati così belli prima d'ora.

Kurt sorrise e arrossì a sua volta.

<< Ci ho messo una vita a prepararmi! >> commentò ridacchiando << Spero di essere all'altezza della situazione. >>

<< Sei assolutamente perfetto. >> gli rispose Blaine, porgendogli il braccio << Pronto ad andare, Konstantin? >>

Kurt fece segno di sì con le testa, rivolgendo a Blaine un sorriso radioso.

<< Ma certo. >> disse, aggrappandosi al braccio di Blaine ed entrando assieme a lui dentro al teatro.

Noah indugiò per qualche istante, guardando i due ragazzi e scuotendo la testa con disapprovazione.

<< Oh, Blaine.. >>  mormorò << Perchè deve essere tutto così difficile? >>

In quel momento, sentì qualcuno dargli un leggero colpetto sulla spalla e si voltò.

Sorrise.

<< Salve bellezza. >> disse dolcemente, non appena il suo sguardo incrociò quello di Rachel << Sei uno splendore questa sera. >>

Rachel rise e squadrò il ragazzo da cima a fondo.

<< Anche tu non sei male. >> rispose, con un sorrisetto malizioso sul volto << Devo dire che giacca e cravatta ti donano parecchio! >> 

<< Oh, dovresti vedere Konstantin e Blaine! >> esclamò Noah allegramente << Loro due si che sono un bijoux! >>

Rachel sorrise e prese a braccetto l'ebreo.

<< Mia cugina mi aspetta sul palchetto d' onore. >> informò << Voi avete i vostri biglietti?! >>

Noah annuì, mostrandole orgogliosamente i biglietti che teneva nel taschino della camicia.

Rachel gli rivolse uno sguardo di approvazione.

<< Spero che il ragazzo sia pronto. >> commentò, stringendosi più forte al braccio di Noah.

Puckerman sorrise ampiamente.

<< Lo è più che mai, non preoccuparti. >>  rispose, in tono estremamente rassicurante.

<< E tu invece? >> replicò Rachel, poggiando la testa contro la spalla di Noah << Sei pronto? >>

Noah inarcò un sopracciglio e le rivolse uno dei suoi soliti sorrisetti sghembi.

<< Io sono nato pronto! >>  esclamò, per poi raggiungere Kurt e Blaine dentro al teatro assieme a Rachel, non potendosi impedire di avvertire un leggero brivido lungo la schiena non appena questa gli sfiorò la mano con  la sua.
 

*
 
Quando diversi minuti dopo Kurt, Blaine e Noah raggiunsero i loro posti in galleria, Kurt per prima cosa andò a sporgersi dal palchetto, guardandosi nervosamente in torno alla ricerca dell'Imperatrice.

Blaine non riuscì proprio a trattenersi dal mettersi a ridere dolcemente; Kurt era tremendamente impaziente, ansioso e quasi in preda al panico, eppure ai  suoi occhi non la smetteva di essere così maledettamente adorabile. 

Blaine si avvicinò a Kurt e gli mise gentilmente una mano sulla spalla.

<< Rilassati. >> disse dolcemente, prendendolo per mano e facendolo sedere sulla sua poltroncina << Andrà tutto bene. >>

Kurt gli rivolse un'espressione bisognosa di conforto e Blaine gli sorrise, accarezzandogli dolcemente il viso.

Poi il moro tirò fuori dalla tasca della sua giacca il binocolo che si era portato dietro e si mise a scrutare l'orizzonte, cercando a sua volta il palchetto dell'imperatrice.

<< Eccola! >> esclamò, non appena il suo sguardo riuscì a catturare il suo obiettivo << Guarda, è laggiù! >>

Kurt avvicinò il viso a quello di Blaine e guardò attraverso il binocolo nella direzione che il ragazzo gli aveva appena indicato.

Per un attimo si sentì mancare il fiato.

Era lei, non c'era alcun dubbio: L' imperatrice Maria.

Se ne stava seduta sulla sua poltroncina rossa di fianco a Rachel, parlando e ridacchiando allegramente, con un'aria incredibilmente raggiante.

In quel momento Kurt avvertì una stranissima fitta al petto; la vedeva così lontana da lui eppure, in un certo senso, gli sembrò di sentirla vicinissima a sè.

Come se davvero ci fosse un legame speciale con lei.
 

<< Oh Konstantin, ma che cosa hai fatto?! Ti ho detto un sacco di volte che non devi giocare con i miei profumi!  >>

<< Scusami, nonna! >>

Il bambino si accucciò sul tappeto e abbassò mestamente lo sguardo, mentre la donna si avvicinò a lui e , quasi come presa da un improvviso senso di colpa, gli sorrise dolcemente.

<< Oh, non fa niente. >> disse dolcemente l'Imperatrice, inspirando profondamente ed annusando quell' aroma di menta nell'aria << In fondo questo profumo è davvero delizioso! >>

Il piccolo Konstantin alzò lo sguardo e sorrise.

<< Così almeno, quando tu non sarai qui a palazzo,  potrò ricordarmi di te tutte le volte che entrerò in questa stanza e mi sdraierò sul tappeto. >>
 

Kurt si morse un labbro, cercando di trattenere le lacrime.

Da dove proveniva quel ricordo?! Era certo che quella donna fosse l' Imperatrice Maria, ma quel bambino...era forse lui?! E se Kurt aveva appena avuto questo ricordo nel vedere la donna, anche per lei sarebbe stato lo stesso?!

<< Oh, ti prego.. >> sussurrò Kurt, abbassando il binocolo e continuando a guardare in direzione del palchetto d'onore << Fa che si ricordi di me. >>

Proprio in quel momento le luci si abbassarono, segno che lo spettacolo stava per avere inizio e Kurt tornò a guardare nel binocolo, rivolgendo stavolta il suo sguardo al palcoscenico, mentre la musica si diffondeva lentamente dentro alla sala.

Per tutta la durata dello spettacolo, Kurt non fece altro che lanciare sguardi furtivi al palchetto dell' imperatrice, emettendo continuamente sospiri ansiosi e sommessi.

Era talmente agitato che ridusse completamente a brandelli il programma dello spettacolo, sotto lo sguado semi divertito di Blaine, che ad un certo punto dello spettacolo gli prese la mano e l'accarezzò dolcemente, sussurrandoglo con voce calda e rassicurante di non preoccuparsi.

Kurt arrossì e fece segno di sì con la testa, deglutendo e avvertendo un 'enorme brivido lungo la schiena, che di certo non dipendeva assolutamente dalla sua ansia per l'imminente incontro con l'Imperatrice.

Guardarono il resto dello spettacolo tenendosi le dita intrecciate le une con le altre e non appena la musica finì e le luci si riaccesero nuovamente, Blaine si voltò verso Kurt e gli disse con fare deciso << E' ora! >>

Kurt annuì nervosamente e seguì Blaine nei corridoi lasciando da solo Noah, che era piombato in un sonno profondo più o meno verso la metà dello spettacolo. 
 


*
 

<< Blaine, non ce la faccio! >> gemette l'orfano a metà strada, bloccandosi di scatto e facendo marcia indietro << Non posso! >>

Blaine lo afferrò dolcemente per un braccio e lo tirò a sè.

<< Non dirlo neanche per scherzo! >> lo ammonì, cercando di mantenere comunque un tono di voce piuttosto pacato << Coraggio, fai un bel respiro e vedrai che andrà tutto benissimo! >>

<< Blaine, non lo so.. >> rispose Kurt, in tono quasi lacrimoso << Io.. >>

<< Tu ce la farai. >> lo interruppe Blaine, guardandolo intensamente con i suoi enormi occhi color caramello << Fidati di me. >>

Kurt si sentì avvampare.

Non capiva davvero perchè quegli occhi cangianti gli facessero quello strano effetto ogni volta che incontravano l'azzurro dei suoi, eppure ancora una volta Blaine era riuscito a trasmettergli tutta la sicurezza di cui aveva bisogno, solamente con uno sguardo.

Era questa una delle ragioni principali per cui Kurt lo amava così tanto.

Quando finalmente arrivarono di fronte alla porta d' ingresso del palchetto dell'Imperatrice, Blaine si fermò per un attimo davanti a Kurt, per rivolgergli un ultimo sguardo adorante.

<< Sei perfetto. >> gli disse con voce sognante << Aspettami qua fuori, intanto io ti annuncio come si deve. >>

Si voltò e fece per aprire la porta, ma Kurt lo bloccò prima che ci riuscisse.

<< Blaine, aspetta un attimo. >>

Blaine si voltò di scatto verso di lui, guardandolo con un' espressione chiaramente di aspettativa sul volto.

<< Si? >>

Sapeva di non doverlo fare, ma sperava profondamente che qualunque cosa Kurt stesse per dirgli riguardasse lui.

Le guance di Kurt si tinsero lievemente di rosso.

<< Ecco, io... >>  balbettò << Stavo pensando a tutto quello che abbiamo passato insieme in questi ultimi giorni, e... beh, nessuno in tutta la mia vita mi ha mai fatto sentire così al sicuro, protetto e sereno come hai fatto tu. >>

Fece una breve pausa e si avvicinò un po' di più a Blaine, facendolo sussultare.

<< Sono sempre stato solo, per gran parte della mia vita non ho mai avuto una vera famiglia al mio fianco e dei momenti in cui l'ho avuta non ricordo quasi niente. >> proseguì Kurt, afferrando entrambe le mani di Blaine << Tu sei la prima persona al mondo che mi ha fatto di nuovo avvertire quella sensazione di calore e di affetto della quale ho sempre sentito la mancanza e per questo motivo non potrò mai e poi mai scordarmi di te. >>

Blaine sorrise ampiamente, aspettando con trepidazione che Kurt continuasse a parlare, ma poi si ricordò all'improvviso di quanto fossero sbagliati quei pensieri.

Non poteva crearsi alcun tipo di aspettativa, non doveva sperare che Kurt gli rivelasse i suoi sentimenti e non doveva assolutamente lasciar trapelare i suoi.

Tutto quello che doveva fare era portare Kurt al cospetto dell'Imperatrice e ricongiungere finalmente i due menbri della famiglia reale, niente più.

Doveva ricordarsi che la felicità di Kurt veniva prima di ogni altra cosa, anche prima della sua.

<< Neanche io mi scorderò mai di te, Kurt. >> rispose Blaine, stringendo forte le mani del ragazzo e poi lasciandole andare << Te lo prometto. >>

Kurt sorrise con entusiasmo e avvicinò il volto a quello di Blaine, guardandolo negli occhi con la stessa aspettativa del moro.

Ma stavolta Blaine riuscì a resistere.

<< Buona fortuna, Kurt. >> rispose semplicemente Anderson, dando al ragazzo una leggera pacca sulla spalla << Sono sicuro che andrà tutto alla grande. >>

Non aggiunse altro e si voltò dall'altra parte, aprendo la porta e infilandosi dentro, lasciandosi alle spalle un Kurt visibilmente deluso.

L'orfano alzò gli occhi al cielo e sbuffò, piegando le labbra in un broncio piuttosto pronunciato.

Quello era davvero il momento perfetto per rivelare a Blaine i suoi veri sentimenti e se l'era lasciato completamente sfuggire, come uno stupido!

A dire il vero non capiva perchè anche Blaine non ne avesse approfittato; in fin dei conti, dopo quello che era successo negli ultimi due giorni, a Kurt sembrava sempre più ovvio che anche Blaine provasse qualcosa per lui.

Chissà, forse voleva semplicemente aspettare fino a dopo l'incontro con l' Imperatrice, per evitare di far sentire Kurt ancora più sottopressione! Si, senza dubbio doveva essere così.

Kurt sospirò beatamente e poi si accorse improvvisamente che la porta del palchetto non era stata chiusa bene; si avvicinò lentamente e dopo aver posato la mano sul pomello, vi indugiò per qualche secondo.

Non stava bene origliare la conversazione - non era certo un comportamento che si addicesse ad un Granduca - , ma Kurt era davvero troppo ansioso, per cui finì per cedere ai suoi istinti e, invece di chiudere la porta, si apposto di fianco all'uscio con entrambe le orecchie ben tese ad ascoltare.
 

*
 
Non appena raggiunse l'atrio del palchetto, Blaine trovò Rachel ad aspettarlo, esattamente come avevano concordato durante il loro ultimo incontro.

Avevano perfettamente organizzato tutto nei minimi dettagli: Blaine si sarebbe presentato al cospetto dell'Imperatrice, Rachel avrebbe finto di non sapere niente della sua visita e avrebbe cercato di trattenerlo per un po' , suscitando così la curiosità dell'Imperatrice, che avrebbe finalmente accettato di parlare con Kurt.

<<  La prego di informare sua Altezza Reale che ho trovato suo nipote, il Granduca Konstantin. >> annunciò con fare solenne Blaine << E' qua fuori che attente di essere ricevuto. >>

Rachel ridacchiò e si ricompose rapidamente.

<< Mi dispiace tanto mio caro, ma l'Imperatrice Madre non ha alcuna intenzione di ricevere nessuno! >> rispose in tono teatrale, facendo un occhiolino al ragazzo.

L'Imperatrice, ancora seduta sulla sua poltroncina rossa con la schiena rivolta agli altri due, sbuffò sonoramente non appena udì quelle parole.

<< Rachel, puoi dire a questo giovanotto così sfacciato ed impertinente che ho già incontrato tanti di quei principi Konstantin, da poter creare almeno una ventina di nuovi alberi genealogigi! >> commentò la donna, con una punta di risentimento.

Rachel abbassò tristemente lo sguardo.

<< Forse è meglio che usciate. >> disse a Blaine, quasi come lo stesse effetivamente intimando ad andarsene.

<< No, aspettate! >> replicò Blaine, affacciandosi all'ingresso del palchetto con sguardo implorante.

L'imperatrice sbuffò nuovamente e si voltò verso di lui.

<< Gradirei essere lasciata in pace! >> asserì, guardando Blaine con severità << Credo che dopo tutti questi anni di sofferenza un po' di tranquillità mi spetti, non trovi giovanotto?! >>

Si voltò nuovamente dalla parte opposta, senza neanche aspettarsi una risposta da Blaine.

Rachel scosse la testa con fare sconsolato.

<< Temo proprio che se ne debba andare! >> disse a Blaine, in tono sinceramente mortificato << Come ho detto prima, l'Imperatrice non vuole parlare con
nessuno. >>

Di diresse verso l'uscita facendo strada a Blaine, il quale però, invece di seguirla, richiuse la tenda che separava l'atrio dal palchetto esterno e si voltò nuovamente verso l'imperatrice.

<< Maestà, io credo che dovreste almeno ascoltarmi! >> insistette, con fare molto diplomatico <<  Vi assicuro che non ho cattive intenzioni. >>

Si avvicinò all' Imperatrice e si sedette al suo fianco.

<< Il mio nome è Blaine Anderson e da ragazzino lavoravo a palazzo. >> si introdusse, cercando di fare buona impressione sull' Imperatrice << Volevo dirle che.. >>

<< A palazzo! >>  lo interruppe la donna, alzandosi in piedi ed allontanandosi da lui << Devo ammettere che hai una certa fantasia, prima d'ora nessuno aveva mai utilizzato una simile scusa! >>

Fece per rientrare definitivamente dentro, ma Blaine le si parò davanti e la bloccò.

<< Vi prego, non andate via! >> la implorò << Dovete parlare con lui! >>

<< E a che scopo?! >> ribattè rabbiosamente la donna, riscendo finalmente a rientrare nell'atrio << A ritrovarmi per l'ennesima volta col cuore spezzato?! Ne faccio volentieri a meno! >>

Blaine continuò ad andarle dietro con insistenza; non aveva alcuna intenzione di rinunciare.

<< Vostra Maestà, per favore! >>

<< Credi che non sappia a che gioco stai giocando?! >> replicò la donna, sempre più alterata << Non sei certo il primo che si presenta da me dicendomi di aver trovato mio nipote! Ne ho visti tanti di ragazzini raccolti per strada ed educati alle maniere regali per assomigliare ad un principe e non mi importa quanto tu abbia educato questo ragazzo per assomigliare a mio nipote! >>

La voce della donna si fece sempre più acuta, così tanto che da fuori Kurt riusciva a sentire perfettamente ogni singola parola.

Il ragazzo avvicinò un po' di più l'orecchio per ascoltare meglio.

<<  Avrò incontrato almeno una cinquantina di ragazzi che affermavano di essere lui e alla fine nessuno di loro era quello giusto! >>  sbraitò l'Imperatrice.

<< Ma questa volta è davvero lui! >> ribattè Blaine, alzando anche lui il tono della voce.

<< Oh, ma certo! >> esclamò l'Imperatrice con sarcasmo <<  Credi che io non abbia sentito parlare di te e del tuo collega Puckerman, mio caro Blaine?! So bene chi siete, due imbroglioni di Sanpietroburgo che facevano delle audizioni in teatro per trovare dei sosia di Konstantin! Che razza di persone siete, se vi spingete a simili nefandezze solamente per una sciocca ricompensa in denaro! >>

Kurt sussultò e si portò entrambe le mani alla bocca.

Dall' altro lato della porta Blaine e l'Imperatrice continuavano a parlare, ma Kurt non riuscì più a prestare la minima attenzione alle loro parole.

Non poteva essere la verità.

Blaine e Noah, due imbroglioni?! Aveva sempre saputo che Noah era un ragazzo del tutto privo di scrupoli, per quanto a volte gli avesse dimostratto di avere anche lui un buon cuore, ma Blaine?!

Il suo Blaine, un imbroglione?!

Se l'imperatrice stava dicendo la verità, questo significava che Blaine lo aveva solamente usato, per tutto il tempo! Aveva sempre saputo che lui non era il vero Konstantin, eppure glielo aveva fatto credere, si era approfittato della sua ingenuità e della sua fragilità e lo aveva semplicemente usato per arrivare a Parigi ed intascarsi i soldi della ricompensa.

Si era approfittato di lui e del suo amore.

Kurt avrebbe tanto voluto mettersi a piangere, ma in quel momento il dolore era talmente tanto che aveva bloccato persino le lacrime.

Gli sembrava quasi di fluttare nel vuoto, come se attorno a lui non vi fosse rimasto più niente e tutto quello che aveva vissuto negli ultimi giorni non fosse altro che un'enorme evanescente bugia, che piano piano si stava  sgretolando, portando via con sè anche gli ultimi frammenti del suo cuore.

Si portò una mano al petto e si morse con tutte le sue forze un labbro.

Morire sarebbe stato meno doloroso.

Intanto, dall'altra parte, Blaine stava cercando in tutti i modi di farsi dare ascolto dall'Imperatrice, ma senza alcun risultato. Anzi, le cose si stavano mettendo piuttosto male per lui, dal momento che l'Imperatrice aveva appena affato chiamare la sicurezza e due enormi energumeni in giacca e cravatta era accorsi per portare via Blaine con la forza.

<< Vi prego, dovete ascoltarmi! >> supplicò Blaine,  mentre i due uomini lo prendevano di peso e lo trascinavano via << Vi dico che è il vero Granduca Konstantin..è lui! >>

Ovviamente nessuno provò neanche ad ascoltarlo e in men che non si dica, Blaine si ritrovò a terra, scaraventato fuori dalla porta da quelle due guardie così poco amichevoli.

La porta si richiuse di scatto e Blainesi rialzò lentamente, cercando di ricomporsi, nella speranza che nessuno avesse visto esattamente quello che era successo.

Ma qualcuno aveva visto benissimo.

Blaine alzò la testa e lo vide:  Kurt era in piedi davanti a lui e lo fissava silenziosamente, con la bocca semiaperta e gli occhi lucidi.

Blaine avvertì un enorme magone allo stomaco.

" Oh no... ti prego, fa che non abbia sentito tutto. "

Ma a giudicare dallo sguardo di Kurt, la sua speranza era del tutto vana.

<< Era tutta una messa in scena? >> domandò Kurt, quasi senza voce, con un'espressione di dolore sul volto.

Blaine si rialzò immediatamente e gli si avvicinò.

<< No! >>  esclamò il moro, scuotendo la testa e tendento un braccio verso di lui.

Ma Kurt indietreggiò, senza smetterla di rivolgere a Blaine quell'espressione contrita e profondamente delusa.

<< Si, invece! >> rispose, con gli occhi che si riempivano lentamente di lacrime << Mi hai solamente usato per arrivare a Parigi, in modo tale da essere finalmente libero e prenderti tutti i soldi della ricompensa! >>

<< Kurt, questo non è vero.. >>

<< Ti sei servito di me! >>  replicò Kurt, mordendosi un labbro e portandosi entrambe le mani al petto << Come hai potuto farlo?! Posso capire Puckerman, da uno come lui me lo sarei anche potuto aspettare...ma tu?! Blaine, tu mi hai mentito...per tutto questo tempo, tu mi hai fatto vivere una bugia! >>

Blaine cercò di replicare, ma Kurt non gliene diede il tempo, ricominciando ad aggredirlo con quel fiume di parole colme di rabbia e delusione.

<< Ti sei approfittato di me! >> gemette l'orfano, con le lacrime che ormai scendevano a fiotti lungo le sue guance << Hai finto di volerti prendere cura di me, mi hai fatto credere di essere speciale per te, solamente per farmi arrivare fino a qui ed intascarti poi tutti i soldi della ricompensa! >>

 << No! >> ripetè per l'ennesima volta Blaine, cercando in tutti i modi di convincerlo << Kurt, non è vero! Forse era così all'inizio, ma nè io nè Noah abbiamo mai pensato di prenderti in giro, soprattutto io! E comunque adesso tutto questo non ha più importanza, perchè tu sei veramente Konstantin! >>

<< E tu ti aspetti che io ci creda?! >> sbraitò Kurt << Come puoi continuare a prenderti gioco di me in questo modo?! Non ti è bastato tutto quello che hai fatto fino ad ora?! >>

<< Kurt, io non ti ho mai preso in giro! >> esclamò Blaine, afferrandolo per un braccio << Non ho mai finto che ci fosse qualcosa di speciale fra di noi, è sempre stato tutto vero! Ti prego, ascoltami.. >>

Kurt lo spinse via bruscamente e si allontanò, ma Blaine lo rincorse nei corridoi continuando ad urlargli di ascoltarlo; non appena lo raggiunse lo strattonò per un braccio, costringendolo a fermarsi e a guardarlo ancora una volta negli occhi.

<< Kurt, ti supplico. >> lo implorò Blaine, mentre piano piano anche il suo volto veniva solcato da una serie di profonde espressioni di dolore << Stammi ad
ascoltare. >>

Kurt lo guardò rabbiosamente e gli tirò uno spintone, facendolo indietreggiare.

<< Io non voglio più ascoltare neanche una sola parola! >>  urlò << Se penso che per tutto questo tempo tu hai solamente finto, mentre io mi sono fidato di te così ciecamente, ti ho aperto il mio cuore, mi sono... Oh! >>

Serrò i pugni e stinse gli occhi, alzanto la testa verso il soffitto con il viso contratto in un'espressione quasi inferocita.

<< Sei solamente un bugiardo Blaine! >>  ringhiò Kurt, rivolgendo al ragazzo uno sguardo talmente rancoroso, che a Blaine quasi sembrò che Kurt si fosse appena trasformato in un'altra persona.

Non poteva credere che quello fosse veramente il suo Kurt e che fosse davvero in grado di provare così tanta rabbia nei confronti di qualcuno; soprattutto, non poteva credere di essere proprio lui la causa di tutta quella rabbia.

<< Kurt, ascoltami! >>  insistette Blaine, rincorrendolo ancora una volta prima che potesse scappare di nuovo <<  Te lo ricordi quando hai parlato di quel ragazzino che ti ha salvato la vita quella notte a Palazzo?! Ero io quel ragazzino Kurt, me lo ricordo benissimo e so che anche tu lo ricordi...fai uno sforzo, ti prego! >>

<< Smettila! >> strillò Kurt, scoppiando a piangere, mentre tutti intorno a loro osservavano curiosamente quella pesante litigata << Sono stufo di tutte le tue bugie, scommetto che mi hai mentito anche su Yuri e sulla prigione! >>

<< No, questo non devi neanche pensarlo! >> replicò Blaine adirato, alzando anche lui il tono della voce <<  Non oserei mai mentire su una cosa del genere e soprattutto non oserei mai farlo con te! Kurt, perchè non mi dai l'opportunità di spiegarti.. >>

Kurt non gli lasciò il tempo di finire la frase, freddandolo con uno schiaffo in pieno volto, sotto gli occhi meravigliati e gli "ooh" di stupore dei presenti.

<< Ti odio, Blaine Anderson. >>  disse a denti stretti, fissandolo con i suoi enormi occhi azzurri inondati dalle lacrime << Sei riuscito a dare un senso alla mia vita e poi a privarmene completamente! >>

Se ne andò via di corsa fra i singhiozzi, mentre Blaine rimaneva a guardarlo in silenzio, ormai completamente inerme, massaggiandosi la guancia dolorante per lo schiaffo che Kurt gli aveva appena tirato.

Non era uno schiaffo così forte, non avrebbe mai veramente fatto male a nessuno; ma per Blaine fu senza dubbio il dolore più atroce che avesse mai provato in tutta la sua vita.

Avrebbe tanto voluto prendersi a pugni da solo, sbattere più e più volte la testa contro il muro, farsi prendere a calci da tutte quelle persone che in quel momento continuavano a fissarlo e fare commenti maligni sottovoce.

Nessun dolore sarebbe mai stato abbastanza da fargli dimenticare quello che stava provando in quel momento.

Era riuscito a rovinare tutto, completamente, e nel peggiore dei modi!

La sua vita non avrebbe avuto più alcun senso, anche se era arrivato a Parigi e ormai poteva considerarsi finalmente un uomo libero. Blaine non sapeva che cosa farsene della libertà, se non poteva più avere Kurt con sè.

Si morse energicamente un labbro, così tanto da farlo addirittura sanguinare e sferrò un pugno per aria.

Era tutto finito, questa volta per sempre; Kurt se ne era andato e forse Blaine non lo avrebbe mai più rivisto, dal momento che il ragazzo sembrava davvero non avere la minima intenzione di ascoltarlo.

Blaine avrebbe tanto voluto urlare, distruggere tutto ed imprecare contro il resto del mondo; aveva fatto di tutto per proteggere Kurt, per non rischiare di ferire i suoi sentimenti e il risultato finale era stato quello di spezzargli completamente il cuore e far si che lo odiasse completamente.

Come poteva continuare ad affermare di amarlo, dopo quello che gli aveva fatto?!

Blaine si prese la testa fra le mani ed emise un gemito; doveva esserci un modo per far sì che le cose cambiassero! Kurt era davvero il principe Konstantin e questo l' Imperatrice doveva saperto, ad ogni costo.

Improvvisamente ebbe un'illuminazione.

Si, forse il modo per risolvere tutta quella situazione c'era, ma probabilmente avrebbe richiesto qualche  piccolo sforzo da parte sua e, soprattutto, un paio di strappi alla legalità.

Blaine fece una specie di smorfia e sorrise.

Alla fine non gli era rimasto più nulla da perdere e se quello era il solo modo che aveva per poter restituire finalmente e Kurt la sua vera vita, allora lo avrebbe fatto, anche a costo di rischiare.

Aveva già fatto troppi errori, questa volta non si sarebbe permesso neanche il benchè minimo sbaglio.
 
*
 

Pochi minuti più tardi Blaine se ne stava fuori dal teatro, appostato dietro ad un a colonna, in attesa che l'Imperatrice uscisse per recarsi alla sua vettura, che l'avrebbe riportata finalmente a casa.

Non si era neanche preso la briga di avvertire Noah di quello che era successo, certo del fatto che ci avrebbe pensato Rachel a farlo e soprattutto per risparmiarsi le sue lamentele sul fatto che per colpa di Blaine avevano perso tutti i soldi della ricompensa.

A Blaine non gliene fregava un bel niente della ricompensa, tutto quello che voleva era far sì che Kurt ritrovasse finalmente la sua famiglia e se l'Imperatrice non voleva ascoltarlo con le buone, allora Blaine avrebbe fatto ricorso alle maniere cattive.

Certo, doveva ammettere che era un piano decisamente sconsiderato, ma Blaine aveva deciso di mettere completamente da parte tutto il suo raziocinio ed agire esclusivamente seguendo l'istinto.

Proprio quando l'attesa cominciava a farsi sempre meno sopportabile, l'Imperatrice uscì dal teatro e si diresse verso l'enorme auto parcheggiata proprio davanti all'ingresso, dove ad accoglierla c'era un elegantissimo  autista in livrea.

Blaine approfittò del fatto che questi era ancora intendo ad aprire la portiera e ad aiutare l'anziana signora a salire, per correre dall' altro lato dell' auto e prendere il posto dell' uomo al volante della macchina.

L'autista fece appena in tempo a chidere la portiera e Blaine immediatamente partì a tutto gas, facendo sussultare l' Imperatrice, seduta dietro di lui.

<< Jacques, ti dispiacerebbe rallentare?! >> bofonchiò la donna, sorreggendosi ai supporti della macchina, che non faceva che subbalzare per la guida spericolata di Blaine.

<< Io non sono Jaques! >> rispose Blaine, guardando la donna con la coda nell'occhio << E non intendo rallentare fino a che non mi avrete ascoltato! >>

<< Tu?! >> esclamò scioccata l' Imperatrice, non appena realizzò chi fosse il guidatore << Razza di insolente, ma come ti permetti?! Ferma immediatamente questa macchina e fammi scendere... adesso! >>

Ovviamente Blaine non le diede ascolto e continuò a guidare imperterrito, non curante delle continue lamentele provenienti dal sedile posteriore, fino a che finalmente non raggiunse la sua destinazione:  il quartiere nel quale si trovava l'alloggio di Kurt.

Blaine era certo che Kurt si trovasse lì, dove altro poteva essere?! Lo sentiva dentro di sè e dal momento che aveva deciso di dare ascolto al suo istinto e non alla sua testa, non poteva che assecondare quella sensazione.

Dopo aver fermato la macchina, Blaine scese e corse ad aprire la portiera posteriore, affacciandosi all'interno della vettura dove l'Imperatrice se ne stava seduta compostamente, con il viso rivolto all'insù e un' espressione visibilmente offesa.

A Blaine venne quasi da sorridere, pensando a quanto in quell' espressione la donna rassomigliasse a Kurt.

Già, Kurt.

Era per lui che Blaine aveva appena compiuto quella pazzia, non se l'era certo dimenticato; era arrivato il momento di fare finalmente la cosa giusta.

<< Dovete parlare con quel ragazzo! >> disse Blaine alla donna in tono imperativo << Almeno guardatelo, che cosa vi costa?! >>

L'imperatrice continuò ad ignorarlo, rimanendo immobile nella sua posa di risentimento.

Blaine alzò gli occhi al cielo e spalancò le braccia.

<< Vi prego! >>

<< Se credi di intenerirmi in qualche modo, ti sbagli di grosso! >> replicò la donna, rivolgendo a Blaine uno sguardo astioso << Non ho alcuna intenzione di
cedere. >>

Blaine sospirò e decise di tentare il tutto e per tutto; estrasse dalla tasca della giacca il carillon che portava sempre con sè e si inginocchiò davanti all'Imperatrice.

<< Lo riconoscete? >> domandò, porgendo alla donna la scatolina dorata.

L'espressione sul volto dell'imperatrice si addolcì di colpo, mentre questa allungava le mani ed afferrava il carillon.

<< Dove...dove l'hai preso? >> domandò la donna, rigirandosi il carillon fra le mani.

Blaine fece un sorriso.

<< Vi chiedo solamente di parlargli. >> disse con voce morbida << So che avete sofferto tantissimo in tutti questi anni, ma neanche per lui è stata una vita facile! Provate ad immaginare quanto debba essersi sentito solo e disperato! >>

L' Imperatrice rivolse finalmente a Blaine un leggero sorriso.

<< Sei un tipo davvero testardo. >> commentò.

Blaine sorrise compiaciuto.

<< Detto da voi, lo prendo come un complimento! >> rispose.

La donna scosse la testa con fare lievemente divertito.

<< Che cosa dovrei fare? >> chiese, continuando a guardare il carillon con sguardo malinconico.

<< Parlategli e basta. >> rispose Blaine << Sarà sufficiente quello. >>

L'Imperatrice finalmente si persuase e scese dall'auto, facendosi guidare da Blaine fino all'ingresso dell'appartamento.

<< Tu non vieni? >> domandò la donna, fermandosi sull'uscio.

Blaine fece segno di no con la testa.

<< E' una cosa che riguarda solo voi. >> mormorò << Io rimarrò qua fuori. >>

L' Imperatrice gli rivolse un ultimo sorriso e poi entrò, mentre Blaine emise un lunghissimo sospiro di sollievo.

Era certo che ormai le cose si sarebbero risolte alla perfezione, almeno per Kurt.

Blaine tirò su col naso e non si sforzò di trattenere le lacrime, le lasciò semplicemente cadere giù, mentre alzava la testa e volgeva lo sguardo verso quella che sembrava essere la finestra della stanza di Kurt.

Sorrise con fare malinconico, mentre le lacrime scivolavano lentamente lungo le sue guance.

" Buona fortuna, amore mio. E perdonami, se puoi. "






N.D.A:  Mi sento in colpa!!! ç_____________ç

Ok, ok...la storia è così, quindi non è tutta colpa mia se è successo quello che è successo.... però accidenti, DETESTO separarli!! Credo di non averlo mai fatto in nessuna delle mie fan fiction, anche se li ho fatti litigare non sono mai stata così drastica... mi sento un mostro!!

Beh, non posso anticipare nulla a chi non conosce la storia, ma vi posso tranquillizzare dicendo che comunque il lieto fine di sarà..chi ha visto il film lo sa molto bene..quindi non disperate!!! A presto, un bacione! <3

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Capitolo 11
*** Ritrovarsi ***


Kurt aveva passato molti brutti momenti nell' arco degli ultimi anni, soprattutto quando era ancora in orfanotrofio, ma era assolutamente certo che quella fosse la notte peggiore di tutta la sua vita.

Stentava ancora a credere che fosse successo tutto veramente e che quello che stava vivendo non fosse solamente un terribile incubo; non solo aveva completamente perso la sua unica occasione di parlare con l'Imperatrice, ma si era anche ritrovato col cuore in mille pezzi.

Lanciò bruscamente la sua giacca su di una poltroncina e si gettò a peso morto sul suo letto, lasciandosi andare ad un silenzioso pianto.

Odiava disperatamente Blaine per quello che gli aveva fatto, per avergli mentito ed aver giocato con i suoi sentimenti senza alcuno scrupolo; eppure, per quanti sforzi facesse per sopprimere quel sentimento, non poteva assolutamente evitare di esserne ancora così profondamente innamorato.

E per questo odiava sè stesso molto di più quanto odiasse Blaine.

Si tirò su lentamente e si asciugò le lacrime, tirando su col naso e cercando più o meno di ricomporsi; poi, improvvisamente, qualcuno bussò alla porta.

Kurt sbuffò.

<< Vattene via, Blaine! >> rispose severamente, assolutamente certo del fatto che fosse stato proprio il moro a bussare, venuto da lui per dargli chissà quali altre assurde spiegazioni.

Kurt non aveva alcuna voglia di parlare con lui, non voleva più ascoltare nessuna delle sue ridicole scuse; voleva solamente riuscire a dimenticarlo per sempre, così da smetterla di soffrire una volta per tutte.

I colpi alla porta si fecero più forti ed insistenti.

<< Vattene, non ho voglia di parlare con te! >>  ripetè Kurt astiosamente, coprendosi il viso con le mani e mordendosi un labbro per impedirsi di piangere.

Sentì la porta aprirsi alle sue spalle e qualcuno entrare nella stanza, a passo lento e deciso.

<< Ma allora sei sordo! >> sbraitò Kurt, scoprendosi il viso e voltandosi di scatto << Ti ho ho appena detto che non voglio.. >>

Si interruppe di colpo, balzando in piedi e portandosi entrambe le mani alla bocca, con gli occhi spalancati in un' espressione meravigliata.

Non riusciva a credere ai suoi occhi.

Non era Blaine che si trovava di fronte a lui, ma l'Imperatrice Maria in persona, che lo guardava con uno sguardo profondo e concentrato.

<< C...chiedo scusa. >>  balbettò Kurt con imbarazzo << Io credevo che foste.. >>

<< Si, lo so bene. >> lo interruppe l'Imperatrice, in tono piuttosto severo << E mi spiace di aver deluso le tue aspettative mio caro, ma temo che dovrai accontentarti di me! >>

Kurt arrossì violentemente.

<< Non..non pensavo che sareste venuta qui. >> mormorò.

<< Diciamo che mi sono vista costretta a farlo! >> rispose la donna, avvicinandosi un po' di più a lui << Ma sono sinceramente curiosa di sapere chi sei. >>

Kurt abbassò lo sguardo timidamente.

<< Sto ancora cercando di scoprirlo. >> rispose mestamente << E per un po' ho creduto che voi avresti potuto aiutarmi. >>

L'Imperatrice scoppiò in una risata nervosa.

<< Mio caro ragazzo, tu credi davvero che io possa aiutarti?! >>  gli rispose con sarcasmo << E a fare cosa, ad imbrogliarmi e a prendermi in giro?! >>

<< Oh, ma io non voglio imbrogliarvi! >> rispose Kurt, tirando su la testa e guardandola dritto negli occhi << Dico davvero, io non avevo cattive intenzioni. >>

L'Imperatrice fece una smorfia.

<< Non sei interessato ai soldi?! >> domandò, piuttosto scetticamente.

Kurt sospirò tristemente.

<< Sono qui solo perchè sto cercando di ritrovare la mia famiglia. >> rispose con voce quasi sussurrata << E mi chiedevo se, magari, non foste proprio voi. >>

L' Imperatrice non rispose e rimase in silenzio a guardare Kurt; aveva uno sguardo così sincero, i suoi occhi erano chiari e cristallini come quelli di un angelo, sembrava davvero l'ultima persona al mondo in grado di mentire e di imbrogliare qualcuno.

Pareva essere sinceramente toccata dall'espressione quasi supplichevole che il ragazzo continuava a rivolgerle e non riusciva a distogliere la sua attenzione dai suoi occhi; erano davvero splendidi e più la donna li fissava, più le sembrava che, effettivamente, somigliassero incredibilmente a quelli di suo nipote Konstantin.

L' Imperatrice sussultò.

Per quanto Kurt gli sembrasse così puro e di buon cuore, non riusciva a fidarsi completamente di lui; temeva che ancora una volta si sarebbe ritrovata col cuore spezzato, di fronte alla delusione di non aver ancora ritrovato il suo amatissimo nipote e di trovarsi solamente al cospetto dell'ennesimo imbroglione.

<< Ammetto che sei davvero molto convincente. >> dichiarò la donna, allontanandosi di qualche passo da Kurt << Ma ho conosciuto tantissimi bravi attori durante tutta la mia lunga vita e non mi stupirei se tu fossi solamente uno dei migliori. >>

Si voltò per andarsene definitivamente e non appena gli passò acccanto, Kurt avvertì un intenso aroma di menta.

<< Che buon profumo di menta. >> commentò il ragazzo, chiudendo gli occhi ed inspirando profondamente.

<< E' un olio che uso per le mani. >> fu la risposta secca dell' Imperatrice.

Kurt sorrise.

Ecco dove da dove proveniva quel ricordo avuto quella sera a teatro; adesso che avvertiva di nuovo quel meraviglioso profumo, tutto era finalmente più chiaro.

Non si era sbagliato, aveva davvero vissuto quella scena e adesso finalmente ogni cosa iniziava ad avere un senso. 

<< Me lo ricordo.. >> mormorò dolcemente Kurt, appoggiandosi contro una parete e mettendosi a giocherellare col suo ciondolo  << Mi piacevano così tanto i vostri cosmetici, soprattutto le vostre creme per il corpo! L'olio alla menta era il mio preferito e ricordo che un giorno mi cadde la bottiglietta per terra e si rovesciò tutto sul tappeto! >>

Kurt rise, mentre l'Imperatrice si bloccò davanti alla porta e si voltò lentamente verso di lui.

<< Da quel giorno profumò sempre di menta. >> proseguì Kurt, con sguardo sognante << E io passavo quasi tutte le mie giornate disteso su quel tappeto, quando voi non c' eravate! Mi mancavate così tanto... soprattutto quando siete venuta qui a Parigi. >>

L'Imperatrice guardò Kurt con aria letteralmente scioccata e al contempo estatica.

Come poteva quel ragazzo sapere una cosa del genere?! L'Imperatrice ricordava benissimo quell'episodio, ricordava di essersi arrabbiata con suo nipote per aver rovesciato il suo prezioso olio per terra e di essersi poi lasciata completamente intenerire dai suoi occhioni color acquamarina colmi di lacrime, dimenticandosi così dell'accaduto.

Se quel ragazzo sconosciuto era al corrente di quella storia, allora questo voleva dire che stava dicendo la verità?! Era davvero lui, il suo Konstantin?!

L' Imperatrice avrebbe tanto voluto credere che fosse così, ma la sua parte razionale rifiutava ancora di fidarsi così ciecamente di Kurt, cercando persino di giustificare la sua incredibile somiglianza con Konstantin come una banalissima coincidenza; in compenso, però, non gli impedì di dar lui un'altra possibilità di convincerla.

<< Vieni qui. >> disse dolcemente la donna, mettendosi a sedere sul letto di Kurt e facendo lui segno di accomodarsi di fianco a lei.

Kurt si mise a sedere compostamente vicino a lei, arrossendo lievemente e giocherellando nervosamente con il suo ciondolo. Quel gesto attirò immediatamente l' attenzione dell'Imperatrice, che allungò lentamente una mano verso di lui, afferrando la collanina e guardandola attentamente.

<< D..dove l'hai preso questo? >>  balbettò la donna, con sguardo incredulo.

Kurt abbozzò un sorriso.

<< L'ho sempre avuto. >> rispose gentilmente <<  Beh, almeno per quello che riesco a ricordare; ma so per certo di possederlo da sempre. >>

<< Posso vederlo? >> domandò la donna.

Kurt fece segno di sì con la testa, sfilandosi la catenina  e porgendola all' anziana signora, che lo studiò con la massima attenzione.

L'Imperatrice sussultò.

Non c'erano dubbi: quel ciondolo apparteneva a Konstantin, lei stessa glielo aveva regalato dieci anni prima, assieme al carillon che poco prima Blaine le aveva restituito, dicendole così insistentemente di andare a parlare con quel ragazzo.

<< Ma questo...era il nostro segreto. >> mormorò << Del mio Konstantin e mio. >>

Kurt guardò la donna e sorrise; i ricordi continuavano a farsi più nitidi, iniziarono a tornargli alla mente le immagini del palazzo, dei suoi familiari e di tutto ciò che era solito circondare ed allietare la sua vita a corte.

Si ricordò di quel giorno in cui sua nonna gli regalò quel ciondolo, dicendogli che lo avrebbe aspettato a Parigi e che non sarebbero stati lontani a lungo, che niente la mondo avrebbe potuto separarli, mai e poi mai.

Si morse un labbro per trattenere le lacrime, mentre l'Imperatrice, altrettanto emozionata, estrasse dalla sua borsa il carillon dorato.

Il volto di Kurt si illuminò di colpo.

<< Ma quello è il carillon! >> esclamò felicemente, prendendo l'oggetto fra le mani << Per fami addormentare quando eravate a Parigi. >>

L' Imperatrice sorrise ampiamente, guardando Kurt e il carillon con occhi lucidi e porgendogli nuovamente il suo ciondolo. Kurt si accorse che quel ciondolo altro non era che una chiave e lo rigirò un paio di volte in una fessura del carillon, per aprirlo e lasciare che la sua musica si diffondesse per tutta la stanza.

Kurt sospirò beatamente, non appena le prime note di quella melodia giunsero al suo orecchio; era la musica più bella e più dolce che avesse mai udito in tutta la sua vita e sapeva bene di averla sentita altre volte prima di quel momento.

Sebbene ci avesse messo così tanto tempo a ricordarla, quella melodia suonava da sempre ininterrottamente nel suo cuore.

E' il ricordo di sempre.. 

Kurt si mise a canticchiare con la sua voce angelica, guardando teneramente l'Imperatrice, che ricambiò lo sguardo con la stessa dolcezza del ragazzo e si mise a cantare assieme a lui.

Tu con me, amor mio.. quando viene dicembre.

La musica del carillon continuava a suonare, ma Kurt e l'Imperatrice si zittirono di colpo, con gli occhi ancora puntati l'uno sull'altra e le lacrime che lentamente scivolavano lungo i loro volti.

Non vi era rimasto più alcun dubbio, per nessuno dei due.

Si erano ritrovati, dopo dieci anni potevano finalmente riabbracciarsi ancora una volta.

Il principe Konstantin e sua nonna.

<< Konstantin.. >> mormorò la donna, con voce rotta dalle lacrime << Il mio Konstantin! >>

Kurt si gettò letteralmente fra le braccia di sua nonna, singhiozzando e stringendosi forte a lei, mentre la donna gli carezzava dolcemente il viso e i capelli.

Rimasero così a lungo, in silenzio, senza dirsi una sola parola e beandosi di quella meravgiliosa e indescrivibile sensazione di gioia.

Dopo anni di solitudine, di dolore e sofferenza, il sole era di nuovo tornato a splendere su di loro ed entrambi finalmente potevano tornare di nuovo a sorridere.

Sebbene fossero serviti dieci anni affinchè ciò accadesse, erano riusciti a mantenere la loro promessa: erano di nuovo insieme, a Parigi.
 

*

Blaine lanciò un ultimo sguardo alla finestra, mandando dolcemente un bacio verso di essa.

Erano passati diversi minuti da quando l ' Imperatrice era entrata dentro l'abitazione e dal momento che ancora non aveva fatto ritorno, Blaine era certo che le cose fossero andate per il meglio; riusciva ad immaginare con estrema facilità la donna mentre abbracciava dolcemente Kurt e piangeva di gioia assieme a lui, e questo lo faceva sentire immensamente felice.

Abbozzò un sorriso.

Almeno qualcosa di buono era riuscito a farlo: aveva aiutato Kurt a ritrovare la sua famiglia e anche se sapeva ormai di averlo perso definitivamente, si sentiva comunque sereno e in pace con sè stesso.

Blaine sospirò profondamente e poi si allontanò, camminando lentamente, senza fretta e senza una precisa meta da raggiungere.

Non aveva idea di cosa avrebbe fatto quella notte, nè di dove sarebbe andato, ma non gli importava affatto; sapeva che ben presto il dolore avrebbe nuovamente preso possesso di lui, accompagnato da quella devastante sensazione di vuoto per non aver più Kurt al suo fianco, ma per un po' voleva cercare di non pensarci.

Come al solito, la felicità di Kurt veniva prima di ogni altra cosa e sapere che finalmente era riuscito a ritrovare sè stesso, oltre che la sua famiglia, era abbastanza da permettergli di andare avanti.

Almeno, per quella notte.
 

*

L'Imperatrice e suo nipote Konstantin si erano ritrovati da appena un paio di ore e subito la notizia aveva iniziato a diffondersi per tutta la città, destinata a diventare di dominio pubblico in tutta la Francia entro il giorno successivo.

Tale notizia, ovviamente, era giunta immediatamente alle orecchie del malvagio Rasputin, - grazie anche ai suoi incredibili poteri malefici -  il quale era fuggito dal suo antro infernale e aveva scelto come suo nuovo rifugio il campanile di una vecchia chiesa abbandonata, in un paesino di campagna poco distante da Parigi

Lì, assieme al suo fedele pipistrello Figgins, Rasputin si stava preparando ad ultimare il suo diabolico piano di vendetta.

<< Figgins, preparati! >> esclamò questi con voce cavernosa, facendo raggelare per l'ennesima volta il sangue nelle vene al pivero pipistrello << Dobbiamo farci belli per domani sera: andiamo ad una festa! >>

<< Una festa?! >> domandò Figgins eccitato << Davvero?! Oh, che bello! Non sono mai andato ad una vera festa prima d'ora, che cosa si festeggia?! >>

Rasputin sogghignò.

<< La tanto attesa riconciliazione fra l'Imperatrice e il suo adoratissimo nipote Konstantin. >> rispose fra i denti.

<< Davvero?! >> fece Figgins, piuttosto sorpreso << Non credevo che lei volesse festeggiare un simile avvenimento. >>

<< Infatti non sono io a volerlo fare! >>  replicò Rasputin, lanciando un'occhiata torva al volatile << Sarà l'Imperatrice ad organizzare una festa per domani sera, in onore del suo amato nipote ritrovato! >>

Figgins fece lo guardò dubbioso.

<< E lei come fa a saperlo? >>  indagò con fare scettico.

<< L'ho visto nel futuro, Figgins! >> rispose Rasputin, stringendosi il reliquiario fra le braccia e carezzandolo quasi con affetto << Tu sottovaluti i poteri.. >>

<< Delle forze del male! >>  lo interruppe Figgins in tono esasperato e alzando gli occhi al cielo << Si, si..lo so! Ormai la conosco a memoria questa filastrocca! >>

Rasputin lo ignorò e issò in aria il suo reliquiario, scatenando all'esterno una furiosa tempesta di lampi e tuoni.

<< Finalmente la mia maledizione sarà compiuta! >> strillò con ferocia << E anche l'ultimo dei Romanov morirà! >>

Figgins sbuffò e si mise a svolazzare intorno a Rasputin.

<< Padrone, è proprio certo di non volere rinunciare?! >> disse in tono lamentoso << Ha già alle spalle due tentativi andati completamente in fumo, le pare davvero il caso di insistere con questa storia?! Secondo me rischia solo di fare un altro buco nell'acqua! >>

Rasputin fece una smorfia.

<< Figgins, questa volta sento che ce la farò! >> ringhiò << Ucciderò Konstantin dopo la festa, così da distruggerlo completamente una volta raggiunto l'apice della sua gloria! Oh, che cosa meravigliosa! >>

Scoppiò in una risata glaciale, mentre Figgins si appollaiò sulle sue spalle e sbuffò sonoramente.

<< Padrone, la prego! >> lo implorò << Cerchi di darsi una calmata, dimentichi completamente questa faccenda e si prenda una vacanza! La Francia è così bella e io non sono mai stato da nessuna parte, oltre che a Sanpietroburgo; potremmo fare qualche bella gita, che ne pensa?! >>

Rasputin rivolse al pipistrello uno sguardo di puro disgusto e questi si zittì immediatamente.

<< Questa volta non fallirò. >> disse Rasputin a denti stretti, mentre fuori la tempesta si faceva sempre più violenta << Aspetterò che tu arrivi in cima, mio caro Konstantin e poi ti farò cadere nel'abisso più profondo! >>
 

*
 

Sebbene fosse ormai piuttosto tardi, Kurt e l'Imperatrice non sembravano affatto intenzionati ad andare a dormire, entrambi fin troppo eccitati dal loro ricongiungimento. Se ne stavano seduti  sul pavimento, nell'enorme salotto della residenza dell'Imperatrice - la quale aveva insistito affinchè Kurt si trasferisse immediatamente da lei- , ricordando aneddoti e storie del loro passato.

Con sua enorme e piacevole sorpresa, l'amnesia di Kurt sembrava essersi finalmente dissolta nel nulla e da quasi due ore lui e sua nonna non facevano che ridere e scherzare, rallegrandosi di tutti i loro meravgiliosi ricordi.

<< Accidenti, come erano belle! >>  disse Kurt dolcemente, guardando una vecchia foto delle sue sorelle, che sua nonna gli stava mostrando dall'album di famiglia << Ora mi ricordo; oh, quando le amavo! >>

Accarezzò dolcemente la foto, mentre sua nonna lo guardava con occhi colmi di adorazione.

<< Sai, loro non vorrebbero che vivessimo così tanto delle cose passate. >>  disse la donna dolcemente << Ma ora che finalmente ci siamo ritrovati, credo proprio che possiamo permettercelo! >>

Kurt rise.

<< Nonna, hai ancora quella bellissima bambola di porcellana con il vestito da marinaretto?! >> domandò qualche secondo dopo il ragazzo << Ricordo che mi prendevate sempre in giro dicendomi che le assomigliavo e che io ogni volta mi arrabbiavo moltissimo! E' da allora che avete iniziato tutti a chiamarmi Porcellana, non è vero?!  >>

L' Imperatrice annuì e rise a sua volta.

<< Ricordi benissimo, tesoro caro! >> rispose in tono mellifluo << E credo che la bambola sia ancora qui da qualche parte; ricordo di averla portata a Parigi qualche anno prima della tua scomparsa. >>

Kurt fece un mezzo sorriso.

<< Ripensandoci adesso, devo ammettere che avevate tutti ragione! >> commentò, arrossendo leggermente << Assomiglio davvero ad una bambola di Porcellana! >>

L'imperatrice scoppiò in una risata fragorosa.

<< Sei bellissimo, tesoro mio. >>  disse a Kurt, accarezzandogli il viso << Hai gli stessi dolcissimi lineamenti e gli occhi azzurri di tua madre Alexandra.* >>

Lo prese per mano e lo aiutò ad alzarsi in piedi, conducendolo dinnanzi ad un enorme specchio; poi andò ad aprire un armadio di fianco a loro, estraendovi una splendida corona dorata e costellata di pietre preziose, che fece emettere a Kurt un sonoro "ooh" di stupore.

<< Ma hai l'eleganza e il portamento del mio Nicolaj. >> aggiunse l'Imperatrice, adagiando dolcemente la corona sul capo di Kurt, il quale non la smetteva di sorridere << Ed è arrivato il momento che tutti finalmente possano vederti in tutta la tua bellezza. >>

Kurt sorrise dolcemente e arrossì.

Si sentiva incredibilmente felice, come non lo era mai stato in tutta la sua vita; aver finalmente ritrovato la sua famiglia, aver ricostruito tutto il suo passato ed aver di nuovo dato un senso alla sua vita, erano tutte sensazioni fin troppo meravigliose e Kurt credeva di non aver mai provato così tanta gioia prima d'ora.

Beh, quasi mai.

Kurt abbassò mestamente lo sguardo, facendo cadere una leggera ombra sul suo sorriso.

<< Tesoro, va tutto bene? >> domandò l'Imperatrice, non appena si accorse del repentino cambiamento d'umore di Kurt.

Il ragazzo sollevò lo sguardo e tentò di camuffare la sua triste espressione con un sorrisetto un po' impacciato.

<< Si, è tutto apposto. >> mentì.

La donna sorrise e si gettò nuovamente fra le sue braccia, stringendoselo forte al petto.

Kurt tirò su col naso e si morse violentemente un labbro, stringendo con forza gli occhi e inspirando profondamente; l'odore di menta che emanava sua nonna gli solleticava piacevolmente le narici, ma per quanto gradevole e familiare potesse essere, non era abbastanza per farlo sentire davvero a casa.

Sebbene si sentisse così protetto e al sicuro fra le braccia di sua nonna, Kurt sentiva tremendamente la mancanza di quelle così forti e rassicuranti di Blaine e per quanto quel profumo di menta fosse delizioso, non era niente a confronto con quello tanto dolce e confortante del ragazzo che amava.



N.d,A: * Non so se davvero la zarina Alexandra avesse gli occhi azzurri...beh, mi concedo l'ennesima licenza poetica!! xD

Vi dico solo che ho pianto come una fontana mentre scrivevo il capitolo, perchè intanto rivedevo la scena del ricongiungimento nel film e non riuscivo davvero a trattenermi!!! Sono riuscita a placarmi solo quando è arrivato mio cugino - per la cronaca IDENTICO a Dave Karofsky...mi piglia un colpo ogni volta che lo vedo-  e sapevo che avrei rischiato una discreta figuraccia se mi avesse visto il lacrime.

Niente fluff Klaine, solo un paio di accenni...ma vabbè, mica possiamo sempre parlare di Klaine!!! (ok, scherzavo...lo sapete che non parlerei d'altro!).

Abbiate fede, manca poco al lieto fine... <3

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Capitolo 12
*** Con te o senza di te ***


Il giorno della festa per il ricongiungimento fra l'Imperatrice Maria e suo nipote Konstantin, Kurt passò praticamente l'intero pomeriggio assieme a Rachel e alle cameriere per prepararsi alla sua grande serata.

Nonostante avesse ormai quasi completamente riacquistato la memoria, aveva comunque bisogno di rinfrescare un po' tutte le sue abitudini e le sue buone maniere, senza contare che dopo tutte le peripezie a cui era andato incontro, aveva bisogno anche di farsi un bel bagno rilassante, prima di poter indossare un abito che si addicesse perfettamente a quell'occasione così speciale.

Nel mentre che Kurt era impegnato in questi lunghi preparativi, l'Imperatrice aveva fatto chiamare a turno presso di sè sia Noah che Blaine, per consegnare ad ognuno la propria parte di ricompensa per aver riportato a casa il suo adorato nipote; Noah era stato ricevuto per primo e subito dopo era stato fatto accompagnare in una delle stanze degli ospiti, nella quale avrebbe alloggiato durante la notte, dal momento che Rachel aveva tanto insistito affinchè fosse presente anche lui alla festa, ufficialmente come colui che aveva ritrovato Konstantin, ma in realtà più per avere la possibilità di passare un po' più di tempo assieme.

Quando arrivò il turno di Blaine, l'Imperatrice accolse il ragazzo con maggiore entusiasmo di quanto ne avesse riservato per il suo socio, sorridendo radiosamente e guardandolo con una certa dolcezza negli occhi.

Blaine rivolse alla donna un cortese inchino e un' espressione particolarmente compita.

<< Volevate vedermi, Vostra Altezza? >> domandò Blaine garbatamente.

L'Imperatrice continuò a sorridere, indicandogli con un cenno della mano una valigetta piena di soldi, poggiata su di un antico tavolo proprio al centro dell'enorme salone in cui si trovavano.

<< Questa è la parte di ricompensa che ti spetta, mio caro ragazzo. >> rispose la donna con voce morbida << Alla quale aggiungo tutta la mia gratitudine per avermi riportato il mio adoratissimo nipote. >>

Blaine abbossò un sorriso.

<< Sono lieto di potermi meritare tutta la vostra gratitudine, Altezza. >> rispose << Ma non sono interessato a quel denaro. >>

L'Imperatrice guardò Blaine con estrema sorpresa.

<< Non lo vuoi?! >> esclamò basita << Ma ho appena dato a Puckerman la sua parte e questa spetta a te di diritto! >>

Blaine scrollò le spalle.

<< Potete dare a lui anche ciò che spetta a me. >> disse seriamente << Ve l'ho detto, io non voglio i vostri soldi. >>

L'Imperatrice continuò a rivolgere a Blaine il suo sguardo perplesso.

<< E allora, che cosa vuoi? >> domandò curiosamente la donna.

<< Niente. >> ribattè Blaine.

<< Oh, andiamo! >> replicò incredula l'Imperatrice << Deve pur esserci qualcosa che desideri! >>

Blaine sospirò tristemente ed abbassò lo sguardo.

<< Si, c' è. >>  mormorò << Ma non credo proprio che voi possiate fare molto in proposito; nessuno potrà mai darmi ciò che desidero davvero. >>

Blaine fece un secondo inchino e si voltò per andarsene, ma l' Imperatrice lo fermò prima che potesse varcare la soglia ed abbandonare definitivamente la stanza.

<< Blaine Anderson, aspetta un attimo! >>  lo intimò, correndogli dietro << Ho ancora una domanda da  farti. >>

Blaine si bloccò e si voltò nuovamente verso la donna.

<< Ma certo. >>  rispose cortesemente << Qualunque cosa. >>

L'imperatrice lo guardò dritto negli occhi e domandò : << Dimmi, dove hai preso quel carillon che mi hai dato l'altra notte? >>

Blaine abbassò nuovamente lo sguardo.

<< Non l'ho rubato, se è questo che vuol sapere. >> rispose a mezza voce.

<< Non stavo assolutamente insinuando nulla di simile. >> disse l' Imperatrice, guardando Blaine dalla testa ai piedi, poi girandogli intorno e studiandolo attentamente.

<< Eri tu quel ragazzino, dico bene?! >>  domandò poi la donna, dopo aver osservato ogni minimo dettaglio del volto di Blaine  << Eri tu il servo che quella notte riuscì a portare in salvo me e mio nipote...dico bene?! >>

Blaine fece un sospiro profondo.

<< Cambierebbe qualcosa se glielo dicessi? >> chiese mestamente il ragazzo << Perchè vuole saperlo?! >>

<< Tu rispondi e basta, Blaine! >>

Blaine fece un sorrisetto malinconico e rispose: << Si; ero io quel ragazzino. >>

L' Imperatrice assunse un'espressione maggiormente confusa.

<< Non riesco a capire. >>  asserì << Dieci anni fa ci hai salvati entrambi da morte certa e adesso lo hai ricondotto fra le mie braccia; davvero non vuoi nessuna ricompensa per tutto ciò che hai fatto?! >>

Blaine si morse un labbro e abbassò per l'ennesima volta lo sguardo.

<< Ho già avuto la mia ricompensa, Maestà. >>  disse con un tono di velata tristezza << Lui è felice adesso e a me basta questo per sentirmi del tutto soddisfatto. >>

Fece nuovamente per andarsene, ma l' Imperatrice lo fermò anche questa volta.

<< Ti sei affezionato molto a Konstantin. >> osservò << Deve essere davvero molto importante per te, ragazzo; immagino che lo consideri un ottimo amico! >>

Lo disse come se in realtà avesse capito che c'era molto più di una semplice amicizia tra di loro, almeno da parte di Blaine; ma questi preferì non destare in lei ulteriori sospetti e si limitò a confermare la sua ipotesi.

<< Si, diciamo di si. >> rispose  Blaine, piuttosto vagamente.

<< E sei certo che non ci sia dell'altro?! >> chiese insistentemente l' Imperatrice.

Blaine deglutì.

<< Che altro potrebbe mai esserci?! >> replicò nervosamente, mentre le sue guance si tingevano di rosso.

L' Imperatrice sorrise maliziosamente.

<< Ragazzo, credi forse che io sia nata ieri?! >>  rispose in tono divertito << Pensi che non abbia notato la luce nei tuoi occhi mentre mi parlavi di lui, quando tentavi di convincermi ad incontrarlo?!  Sono vecchia, ma non sono certo un' ingenua e so riconoscere perfettamente lo sguardo di una persona innamorata. Tu, ragazzo mio, hai esattamente quello sguardo e non mi stupirei affatto se ammettessii di esserti innamorato di mio nipote. >>

Blaine guardò la donna curiosamente.

<< Non vi stupireste? >>  domando scettico << Dite sul serio? >>

<< Konstantin è decisamente la persona più bella che io abbia mai conosciuto. >>  replicò la donna, sorridendo ampiamente << E crescendo è diventato un giovane puro e di buon cuore; non ci vedo nulla di strano nel fatto che tu te ne sia innamorato! >>

<< La cosa non vi infastidisce? >> chiese Blaine, facendo una smorfia.

<< Dovrebbe?! >> gli rispose a tono l'Imperatrice.

<< Beh, io sono un uomo! >> disse il moro con ovvietà << Innamorato di un altro uomo! Non dovrebbe essere una cosa sbagliata e peccaminosa?! In Russia c'è la galera, per quelli come me. >>

L' Imperatrice sorrise mestamente.

<< Potrà sembrarti strano crederlo, Blaine. >> rispose pacatamente << Ma io non ho simili pregiudizi nei confronti dell'amore; credo semplicemente che quando si incontra la persona giusta, bisogna semplicemente arrendersi ai propri sentimenti ad amarla fino in fondo. Quindi no, non intendo fartene una colpa se davvero ami mio nipote, come effettivamente credo che sia. >> 

Blaine fece un mezzo sorriso.

<< Si, lo amo. >> rivelò << Ma non ha più alcuna importanza, ormai. >>

<< E lui? >>  proseguì l'Imperatrice << Anche lui ti ama? >>

Blaine non rispose e si morse ancora una volta il labbro, per non mettersi a piangere di fronte all' Imperatrice.

<< Non devi aver paura di essere sincero, Blaine. >> lo rassicurò la donna << Come ti ho già detto, non ho alcun pregiudizio nei riguardi dell'amore! Inoltre, ho vissuto troppo a lungo senza mio nipote e adesso che è di nuovo qui con me, non posso fare altro che amarlo incondizionatamente e sotto ogni aspetto, a prescindere dal suo passato e da chi ami. >>

Una lacrima scivolò lentamente lungo la guancia di Blaine, il qualche tirò su col naso e poi emise una specie di gemito.

<< Prima credevo di sì, che anche lui mi amasse. >>  sussurrò tristemente << Ma adesso ho paura che le cose siano cambiate; gli ho fatto troppo male, ho tradito la sua fiducia... non credo che voglia più saperne di me! >>

<< Ma forse sei ancora in tempo a fargli cambiare idea! >> osservò l' Imperatrice, incoraggiandolo << Se davvero vi amate così tanto, insieme potreste riuscire a superare tutte questi ostacoli e chiarire tutte le vostre incomprensioni. >>

<< Non posso restare qui, Altezza. >> rispose bruscamente Blaine << Adesso che Konstantin è di nuovo a casa, io devo solamente sparire dalla sua vita una volta per tutte! E' giusto così e lo sapete benissimo anche voi. >>

L' Imperatrice rivolse a Blaine uno sguardo colmo di tenerezza.

<< Devo lasciarlo andare. >> mormorò Blaine fra le lacrime << Proprio perchè lo amo così tanto, devo lasciare che viva il resto della sua vita senza di me! Solo così potrà davvero stare bene. >>

<< Tu credi che lui starebbe bene anche senza di te?! >> domandò l' Imperatrice, senza neanche un briciolo di convinzione.

Blaine sospirò.

<< Non c'è alcun futuro per noi due, Altezza. >> disse in tono lamentoso << E la mia presenza ormai qui è superflua. >>

Si avvicinò lentamente all' Imperatrice e le rivolse un ultimo inchino, prima di uscire dalla stanza ed andarsene via definitivamente.

La donna sospirò tristemente e guardò Blaine allontanarsi, con un'espressione affranta sul volto.

Non sapeva praticamente niente di lui; da dove venisse esattamente, che cosa avesse fatto negli ultimi dieci anni o verso quale strada si sarebbe diretto una volta uscito dalla sua abitazione, ma di una cosa era assolutamente certa: Quel ragazzo amava veramente suo nipote, più di ogni altra cosa al mondo.
 


*
 
 

Mentre Blaine scendeva le scale, il destino volle che si incrociasse per un'ultima volta con Kurt; il principe aveva appena concluso la prova dei suoi abiti ed indossava un'elegantissima uniforme, con una casacca bianca e dei pantaloni rossi, il tutto adornato da una fascia blu sul petto.

Non appena vide Blaine, Kurt non potè evitare di sorridere raggiante, per quanto in quel momento stesse facendo di tutto per ricordare a sè stesso che Blaine lo aveva ingannato e che non doveva assolutamente lasciare che i sentimenti avessero la meglio su di lui.

Ma se c'era una cosa che aveva imparato durante quell'avventura così bizzarra, era che era del tutto impossibile non arrendersi ai sentimenti.

<< Ciao Blaine. >>  

Kurt salutò il moro piuttosto freddamente e questi cercò di mascherare la sua gioia di vederlo con un' espressione di indifferenza.

<< Ciao Kurt. >> rispose Blaine atono.

<< Hai raccolto la tua ricompensa? >> chiese Kurt con acidume, sforzandosi in tutti i modi di mantenere un certo distacco.

Blaine fece una smorfia.

<< Ho concluso il mio lavoro, Kurt. >>  rispose << Non credo che ti occorra sapere altro. >>

<< Ragazzo insolente! >> esclamò una voce alle sue spalle, appartenente al maggiordomo, un uomo basso e tarchiato con tanti capelli grigi << Volete inchinarvi di fronte al Granduca e chiamarlo Vostra Altezza?! >>

<< No, vi prego...non è necessario! >> rispose Kurt timidamente.

<< No, ha ragione! >> replicò Blaine, inchinandosi dinnanzi a lui << Chiedo scusa, Vostra Altezza! Sono felice che siate di nuovo a casa e che abbiate trovato tutto ciò che stavate cercando. >>

Kurt si morse un labbro e trattenne con forza le lacrime.

" Eri tu tutto quello che cercavo, Blaine."   rispose mentalmente  " Nient' altro...solo tu. "

<< Ti ringrazio. >>  disse invece il Granduca << Mi auguro che sia lo stesso anche per te e che tu possa trovare la tua strada. >>

Blaine annuì silenziosamente, distogliendo lo sguardo dagli occhi di Kurt.

" Ci proverò, Kurt; ma non sarà per niente facile senza di te al mio fianco."

<< Bene, allora.. >> balbettò Blaine, inchinandosi una seconda volta << Addio, Vostra Altezza. >>

Si rialzò lentamente e poi corse via, senza lasciare a nessuno dei due la possibilità di aggiungere altro.

Kurt rimase immobile su quelle scale, seguendo Blaine con lo sguardo, fino che non divenne solamente una macchiolina lontana ed indistinta.

Si coprì la bocca con entrambe le mani e lasciò che qualche lacrima scivolasse lungo le sue guance color porcellana.

" Addio, amore mio. "
 


*

 

<< Rachel, non sono affatto sicuro che questo abbigliamento mi doni! >>

<< Noah, stai scherzando?! Stai benissimo, sarai semplicemente meraviglioso stasera! Farai morire di invidia tutte le mie amiche! >>

Noah si guardò un'ultima volta allo specchio e fece una smorfia; non si era ancora del tutto abituato a vedersi con indosso abiti così eleganti e probabilmente non lo avrebbe fatto mai, soprattutto quando ad adornare il tutto vi era anche una numerosa serie di medaglie al valore, così scomode e pesanti che per un attimo Noah pensò di staccarsele tutte di dosso e conservarle da qualche parte per poi rivenderle al migliore offerente.

<< Tu che ne pensi, Finn?! >> domandò l'ebreo, rivolgenosi al cagnolino, anche questo decorato da una medaglietta dorata appesa ad un collarino di colore azzurro  << Trovi che questo modo di vestire mi si addica?! >>

Finn abbaiò con entusiasmo, assicurando al ragazzo la sua assoluta approvazione.

<< Accidenti, è incredibile! >> esclamò una voce alle loro spalle << Ti lascio da solo per qualche ora e tu ti trasformi in un damerino! >>

Noah si voltò e sorrise, vedendo Blaine poggiato con un gomito allo stipite della porta, che gli rivolgeva uno dei suoi sorrisi più radiosi.

Rachel guardò i due amici con uno sguardo di velata malinconia.

<< Vi lascio soli. >> disse gentilmente << Noah, ci vediamo più tardi alla festa; vedi di non tardare! >>

Noah annuì e aspettò che la ragazza se ne fosse andata per correre fra le braccia di Blaine e stringersi affettuosamente a lui.

<< Ehi, vacci piano! >> protestò Blaine fra le risa << Oh mamma, oltre che damerino adesso sei diventato anche un tenerone?! Che ti è successo, quasi non ti riconosco! >>

Noah rise a sua volta e dopo qualche secondo si staccò dall'abbraccio.

<< Non raccontare mai a nesssuno questa storia! >> lo ammonì << Non voglio che si dica in giro che Noah Puckerman è un tipo sentimentale! >>

Blaine ridacchiò.

<< Beh, non credo che ti conoscano in molti nel Sud della Francia. >> rispose << Penso proprio che tu non corra alcun rischio. >>

Il sorriso sul volto di Noah si spense di colpo.

<< Allora hai davvero deciso di andartene? >> domandò tristemente.

Blaine fece segno di sì con la testa.

<< Lo sai, Noah. >> disse con fare malinconico << Non mi rimane altro da fare. >>

Noah si morse un labbro e guardò il suo amico con sguardo incerto.

<< Lo so di averti sempre detto il contrario. >> asserì << Ma adesso mi rendo veramente conto che quello che stai per fare potrebbe essere il più grande errore della tua vita. >>

Blaine scosse la testa, guardando Noah con occhi lucidi.

<< No, Noah. >> mormorò << Questa è la cosa migliore che io possa fare, per il bene di Kurt. >>

Noah non rispose e abbassò lo sguardo mestamente, mentre Blaine si chinò a terra per dare il suo ultimo saluto anche a Finn.

<< Ciao cucciolotto. >>  disse dolcemente, accarezzandogli la testa e le orecchie << Mi mancherai. >>

Finn emise un guaito e lo guardò con i suoi occhioni tristemente spalancati.

<< Non posso più restare qui. >>  aggiunse il moro, continuando ad accarezzare teneramente il cagnolino << Mi dispiace tanto. >>

Finn gli leccò la mano e poi abbassò la testa, nascondesi il muso fra le zampe, mentre Blaine si rialzava e, dopo aver dato a Noah un'affettuosa pacca sulle spalle, si allontanava definitivamente dalle loro vite.

 

*
 

La festa in suo onore era senza dubbio uno degli avvenimenti più belli ed entusiasmanti ai quali Kurt avesse mai partecipato in tutta la sua vita, eppure lui continuava a sentire un enorme vuoto dentro di sè. Nonostante tutte quelle luci abbagliandi, i colori sgargianti, la musica e le risate, tutto attorno a lui sembrava essere quasi completamente spoglio, privo di vita e di alcun senso.

Tutto quanto era privo di senso, se non c'era Blaine con lui.

Kurt se ne stava in silenzio, nascosto dietro ad un'enorme tenda e sbirciando in direzione della pista da ballo, nella ridicola speranza di poter trovare Blaine in mezzo a tutta quella folla di invitati.

<< Mi dispiace deluderti, ma lui non è qui stasera. >> disse una voce alle sue spalle.

Kurt si voltò e trovò dinnanzi a sè sua nonna, che lo guardava con un sorrisino beffardo stampato sul volto.

<< Di chi stai parlando, nonna?! >> rispose Kurt facendo il finto tonto ed arrossendo violentemente << Io non sto cercando nessuno! >>

L' Imperatrice ridacchiò.

<< Veramente?! >> domandò con sarcasmo << A dire il vero ero convinta che stessi cercando quello straordinario ragazzo che ci ha aiutato a ritrovare il nostro carillon e a ritornare di nuovo insieme dopo tutti questi anni! >>

Kurt abbassò timidamente lo sguardo.

Non voleva ammettere di stare effettivamente pensando a Blaine; per quanto fosse quella la realtà, non poteva certo dire a sua nonna come stessero veramente le cose. 

<< Probabilmente è in giro da qualche parte a spendere tutti i soldi della sua ricompensa. >> rispose acidamente il ragazzo, facendo una smorfia.

L' Imperatrice rivolse al nipote uno sguardo colmo di tenerezza.

<< Ho come la sensazione che questa festa non ti piaccia poi molto. >> osservò giustamente la donna.

<< Cosa?! >> replicò Kurt con sorpresa << Perchè non dovrebbe?! >>

<< Beh.. >> L' Imperatrice posò dolcemente una mano sulla spalla del ragazzo  e guardò anche lei verso la folla di ospiti che ballavano beatamente nel bel mezzo del salone delle feste << Tu sei nato in questo mondo di sfarzo e di luci, ma ho come la sensazione che tu non ti senta davvero a tuo agio qui; è come se sentissi di non appartenere a questo luogo. >>

<< Nonna, ma perchè dici questo?! >> esclamò Kurt piuttosto nervosamente << Insomma, sono felice adesso: ho ritrovato il mio passato, ho scoperto chi sono veramente... sono tornato fra le tue braccia! Che altro potrei chiedere dalla vita?! >>

Sua nonna non rispose e lo guardò dolcemente negli occhi.

Conoscevano entrambi la risposta a quella domanda, ma per una qualche ragione nessuno dei due osò farne parola con l'altro.

<< Noi ci siamo trovati, tesoro mio. >>  disse con voce melliflua la donna, accogliendo Kurt in un tenero abbraccio << E quello che ci lega durerà per sempre! Ma mi chiedo se potrà mai essere sufficiente per te.  >>

Kurt sospirò tristemente.

Si sentiva un egoista a pensare una cosa del genere, ma sapeva che sua nonna aveva perfettamente ragione; non sarebbe mai stato sufficiente per Kurt, non senza l'amore di Blaine a colmare quell'enorme vuoto che ancora albergava dentro di lui.

L' Imperatrice si staccò dall'abbracciò e posò una lieve carezza sul volto di Kurt.

<< Lui non ha voluto la ricompensa. >> comunicò << Se ne è andato via senza pretendere neanche un soldo. >>

Kurt rimase a bocca aperta e rivolse a sua nonna uno sguardo puramente sorpreso.

<< Non l'ha voluta?! >> ripetè incredulo << Ma... perchè?! >>

<< Immagino che la tua felicità fosse più che sufficiente come ricompensa, per lui. >> rispose sorridendo l' Imperatrice.

Kurt si morse un labbro, mentre gli occhi gli si riempivano lentamente di lacrime.

<< Averti di nuovo con me e aver visto l'uomo meraviglioso che sei diventato è senza dubbio la più grande della gioie! >>  esclamò l' Imperatrice, sorridendo maggiormente << Ed è abbastanza per vivere serenamente il resto dei miei giorni. >>

Baciò dolcemente le tempie del principe e poi si allontanò lentamente, rivolgendogli un ultimo tenero sorriso.

<< Ti vorrò bene per sempre, Konstantin. >> mormorò l' Imperatrice << E qualunque sia la tua scelta, ricrdati che noi due rimarremo sempre assieme. >>

L' Imperatrice si dileguò, lasciando Kurt da solo con i suoi pensieri; il ragazzo sospirò con fare melanconico e scostò leggermente la tenda, guardando ancora una volta fra la folla.

Probabilmente sua nonna aveva ragione, quel mondo non sarebbe mai stato abbastanza per lui; era senza dubbio la realizzazione di un grande e meraviglioso sogno, ma in quel momento Kurt non voleva più vivere in un sogno, lui aveva bisogno di ritornare alla realtà.

E la realtà era che Kurt amava Blaine con tutto sè stesso, in maniera quasi disperata.

Ripensò alle parole dettegli poco prima dall'Imperatrice: Se davvero Blaine se ne era andato senza i soldi della ricompensa, alla forse non aveva mentito su tutto! Se davvero Blaine aveva rifiutato i soldi, allora forse voleva veramente bene a Kurt, forse per lui Kurt era davvero più importante di una stupida somma di denaro.

<< Lui vorrebbe essere qui almeno quanto lo vuoi tu. >> fece una voce alle spalle del principe.

Kurt si voltò di scatto.

<< Noah! >> esclamò, trovandosi di fronte il ragazzo ebreo, con in braccio il piccolo Finn << Di..di cosa stai parlando?! >>

Noah gli sorrise dolcemente.

<< Lo sai, Kurt. >> rispose con voce morbida << Sai che sto parlando di Blaine e sai anche che quello che ti sto dicendo è la verità! Lui vorrebbe davvero essere con te, in questo momento. >>

Kurt abbassò tristemente lo sguardo.

<< Se ne è andato, Noah. >>  mormorò con voce spenta << Potrebbe anche essere vero ciò che dici, ma adesso lui non c' è. >>

<< E perchè credi che se ne sia andato, Kurt?! >> ribattè nervosamente << Lo ha fatto solo per te! Avrebbe sempre voluto restare con te, ma ha sempre saputo che non sarebbe stato possibile! Lo sapevamo tutti, era chiaro fin dall'inizio che prima o poi voi due avreste dovuto separarvi e se Blaine in questo momento non è qui presente, non è certo per una questione di egoismo o di indifferenza nei tuoi confronti! >>

Gli occhi di Kurt si riempirono di lacrime.

<< E allora perchè?! >> domandò il principe fra i singhiozzi.

Noah gli sorrise con fare malinconico.

<< Perchè sei la cosa più importante della sua vita. >> rivelò << E anche se può sembrarti un enorme controsenso, è proprio per questo che ha deciso di andarsene; perchè sa che non ci sarebbe alcun futuro per voi due, non ora che tu sei di nuovo un principe. >>

Kurt tirò su col naso e si mise a piangere più forte.

<< Vorrei tanto non essere un principe! >> gemette.

Noah gli si avvicinò e gli porse Finn fra le braccia, che lo leccò dolcemente sul viso tentando di consolarlo.

<< Ma lo sei, Kurt. >>  gli disse Noah, con una lieve punta di tristezza << Il tuo futuro è qui, ma non il vostro; lui lo sa ed è per questo motivo che ha deciso di andarsene. Ma sappi che è l' ultima cosa al mondo che avrebbe voluto fare. >>

Kurt annuì silenziosamente, mentre Finn continuava a leccarlo gentilmente.

Noah gli sorrise e gli scompigliò affettuosamente i capelli.

<< Per quello che può servire, Kurt >>  disse l'ebreo, guardandolo intensamente negli occhi << Sappi che Blaine non ti ha mai preso in giro sui suoi sentimenti; mai! >>

Se ne andò via senza aggiungere altro e rivolgendogli un ultimo sorrisetto affettuoso.

Kurt sospirò profondamente e si strinse forte Finn fra le braccia.

<< Ti prego, promettimi che almeno tu non mi lascerai! >> gli disse, con un filo di voce.

Proprio in quel momento, Finn saltò a terra e si mise a correre velocemente dalla parte opposta del salone, fino a sbucare sul terrazzo che si affacciava sul gigantesco giardino del palazzo.

<< Finn! >> esclamò Kurt, rincorrendolo a perdifiato << Torna qui! >>

Ma il cagnolino non lo stette a sentire e scese giù per le scale che conducevano nell'immenso giardino, sparendo completamente dalla vista di Kurt.

<< Finn! >> strillò Kurt con esasperazione << Oh, dannazione! >>

Scese le scale rapidamente, cercando di seguire il suono del suo abbaiare per riuscire ad andargli dietro e si inoltrò fra le siepi dell'enorme giardino.

Ma Finn andava troppo veloce e  - nonostante il suo abbaiare forte e deciso -  Kurt non riuscì a raggiungerlo, continuando a vagare senza meta fra le siepi; solamente dopo essersi ormai addentrato in profondità nel giardino, si rese conto di dove si trovasse veramente: un immenso e oscuro labirinto di siepi, dal quale sembrava assolutamente impossibile trovare una via d'uscita.




N.D.A:  Allora, lo so... volete uccidermi e lo capisco benissimo! xD
Ma vi prego di pazientare ancora pochissimo....giuro che manca davvero poco al lieto fine!!!

Stavolta non ho particolari commenti di fare.... boh, ho riletto il capitolo e mi sembra normale, non mi ha entusiasmato ma neanche fatto schifo, per cui credo di poterlo considerare fattibile! A parte la frase finale, sono negata nel creare la suspance!!! xD

A presto!! <3

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Capitolo 13
*** L' Ultima battaglia ***


Kurt si guardò intorno, con sguardo terrorizzato.

Non sapeva dove andare e ormai aveva camminato così tanto che non era in grado di ritrovare la strada per ritornare indietro; ovunque vi erano solamente altissime siepi, tutte uguali, così che Kurt non aveva la più pallida idea di dove si trovasse esattamente.

Sentì nuovamente abbaiare il suo cagnolino e stavolta gli sembrò che fosse molto più vicino rispetto a prima, perciò provo ad addentrarsi ulteriormente fra quelle enormi siepi; infondo non poteva certo essere pericoloso, si trovava ancora nel cortile del palazzo di sua nonna - per quando si trattasse di un gigantesco e oscuro labirinto - e una volta ritrovato Finn, di certo sarebbe stato lui stesso a ricondurlo verso l'uscita.

Kurt continuò a camminare lentamente, senza smetterla di guardarsi nervosamente intorno; per quanto avesse deciso di provare a non farsi prendere dal panico, quel silenzio e il buio circostante non aiutavano certamente e il giovane principe avvertiva una stranissima sensazione, come se sentisse che qualcosa di davvero terribile stesse per accadere.

All'improvviso udì un rumore assordante, proveniente da chissà quale direzione, che lo fece sussultare e correre velocemente lontano, fino a che finalmente non arrivò in uno spiazzo, dove al centro si trovava una gigantesca statua di un uomo a cavallo; Finn se ne stava accucciato proprio vicino all'enorme marmo, anche lui con un'espressione palesemente terrorizzata.

<< Finn! >> esclamò Kurt, gettandosi letteralmente su di lui e stringendoselo fra le braccia << Oh, grazie al cielo sei qui! Andiamocene, inizio ad avere paura di questo posto e.. >>

<< Konstantin... >>

Kurt strillò.

Una voce così cupa e profonda, da fargli letteralmente raggelare il sangue, chiamò il suo nome e Kurt ancora una volta scappò via, senza neanche preoccuparsi del fatto che non conoscesse la strada; era in preda al panico e voleva soltanto fuggire da quel luogo così spaventoso.

<< Konstantin... >

La voce continuava a chiamarlo e Kurt non faceva che correre senza sosta fra le fronde, tenendo Finn in braccio e singhiozzando per la paura, mentre dalle siepi si levavano enormi tralci ricoperti di spine, i quali strisciavano verso di lui e tentavano di acchiapparlo, facendolo strillare ancora più forte.

Kurt riuscì a trarsi in salvo salendo su per una ripida rampa di scale e raggiungendo un ennesimo spiazzo ad un livello superiore a dove si trovava prima; rimise Finn a terra e ricominciò a guardarsi intorno, respirando affannosamente.

Non aveva la minima idea di dove si trovasse, gli sembrava di non essere neanche più nel giardino di sua nonna; si affacciò da una ringhiera e vide che sotto di sè vi era un lungo corso d'acqua - probabilmente la Senna - e che tutto intorno a lui era completamente buio e deserto.

Tentò in tutti i modi di tranquillizzarsi; non avrebbe potuto fare molto se non fosse riuscito a darsi una calmata e a riflettere a mente lucida, per quanto ciò che stava accadendo di certo non potesse essere spiegato razionalmene.

<< Ma che sta succedendo?! >> ansimò, guardando Finn con occhi colmi di terrore << Dove diavolo mi trovo e come ci sono arrivato?! Come hanno fatto quelle piante ad attaccarmi?! E.. e quella voce... >>

<< Konstantin! >>

<< BASTA! >>

Kurt si accasciò a terra e scoppiò a piangere, nascondendosi il viso fra le mani, mentre Finn si accoccolò vicino a lui; erano entrambi completamente paralizzati dalla paura.

Kurt si raggomitolò su sè stesso, senza neanche avere il coraggio di guardarsi intorno.

In quel momento, con la paura che si stava completamente impossessando di lui, riusciva a pensare solamente una cosa.

" Oh, Blaine.... come vorrei che tu fossi qui con me adesso!"


*


<< In carrozza! Il treno per Montelimar parte fra pochi minuti! >>

Blaine si guardò distrattamente intorno, domandandosi se fosse davvero il caso di salire.

Sapeva che una volta messo piede su quel treno non avrebbe più avuto modo di tornare indietro e si sarebbe lasciato definitivamente tutto alle spalle.

Avrebbe perso Kurt per sempre.

Tirò sul col naso e si morse con forza un labbro; per quanto continuasse a ripere a sè stesso che quella era senza dubbio la sola cosa giusta da fare, ancora non riusciva a crederci veramente.

E forse non lo avrebbe fatto mai.

Il pensiero di sapere Kurt lontano da lui, per sempre, era decisamente insopportabile e Blaine avrebbe senza dubio preferito morire, piuttosto che vivere il resto della sua vita senza l'uomo che amava.

<< Allora è questa sera che si tiene il ricevimento in onore del ritrovato Principe Konstantin?! >>

Blaine si voltò di scatto non appena sentì pronunciare il nome di Kurt; due anziane signore stavano parlando fra di loro a voce alta, a pochi passi da lui.

<< Già, non è meraviglioso?! >> ribattè una delle due, con un sorriso radioso sul volto << Finalmente l' Imperatrice ha ritrovato suo nipote! Trovo che sia una cosa davvero stupenda. >>

<< Oh, si...è così commovente! >>

Blaine si morse nuovamente un labbro e qualche lacrima scivolò lungo le sue guance.

" Oddio, ma come faccio ad essere così stupido?! "

Si asciugò rapidamente le lacrime e tirò un enorme sospiro; no, non era affatto certo che quella fosse davvero la migliore delle soluzioni.

Propriò in quel momento il treno fischiò e il macchinista urlò che era arrivato il momento di salire definitivamente a bordo.

Blaine strinse forte i pugni e fece un respiro profondo.

Gli erano rimasti ormai pochi secondi per decidersi, ma lui sapeva di aver già fatto la scelta più giusta.


*

<< Konstantin... >>

Kurt sussultò e balzò in piedi di scatto.

Questa volta la voce era molto più vicina e chiunque fosse a chiamarlo, Kurt era certo che si trovasse a pochi passi da lui. In effetti, non ci mise molto a realizzare che i suoi sospetti erano fondati.

Nella nebbia apparve lentamente la figura di un uomo, con indosso una lunga tunica scura e con in mano uno strano oggetto luccicante di colore verde; mano a mano che questi si avvicinava a lui, Kurt poteva vederne con maggiore chiarezza i lineamenti del volto, completamente scavato e molto simile a quello di un morto.

L'uomo aveva inoltre una lunga barba nera, un pipistrello di colore bianco appollaiato sulla spalla e i suoi occhi erano rossi ed iniettati di sangue.

Kurt avvertì un profondo brivido lungo la schiena; quella figura era senza dubbio l'immagine più spaventosa che avesse mai visto in tutta la sua vita e il principe aveva la strana sensazione che quella non fosse la prima volta che si presentava dinnanzi ai suoi occhi.

<< Ma guarda come sei diventato grande! >> esclamò l'uomo con voce roca e con un terrificante ghigno sul volto << Incredibile quanto le cose possano cambiare in dieci anni! >>

Kurt idietreggiò lentamente, mentre Finn ringhiava contro quella figura misteriosa e tanto spaventosa.

<< Ti sei trasformato in un meraviglioso giovane uomo, Konstantin! >> proseguì l'uomo, con quel solito tono di voce raggelante << Mentre io sono praticamente un morto che cammina! >>

Kurt non riusciva a smetterla di fissare il suo volto, per quanto si sforzasse in tutti i modi di non farlo, tanta era la paura che suscitava in lui; ma non faceva che pensare a quanto  fosse familiare ai sui occhi.

<< Io ti conosco.. >> mormorò con sguardo atterrito << Ti ho già visto prima, io.. >>

<< Te lo ricordi, Konstantin?! >> rispose il suo interlocutore, avvicinandosi sempre di più a lui << La prima volta fu ad un ballo come questo... una festa in onore della tua famiglia... ricordi?! >>

Kurt trasalì.

All'epoca aveva solamente otto anni, ma ricordava perfettamente tutto l'accaduto.

<< La maledizione.. >> disse in un sussurro, continuando a fissare l'uomo con gli occhi sbarrati.

<< Oh, vedo che non mi hai dimenticato! >> esclamò questi in tono lugubre << E la nostra divertentissima corsa sul ghiaccio?! Quella te la ricordi?! >>

Sollevò in aria il reliquiario che teneva in mano e da questo si levò una luce accecante di colore verdastro, che ricoprì di ghiaccio il terreno e tutto ciò che vi era intorno.

Kurt venne travolto da quel vortice di ghiaccio e cadde a terra emettendo un sonoro lamento; poi, rimanendo sempre a terra, alzò la testa e rivolse al suo persecutore un'occhiata furente e rancorosa.

Si ricordò della maledizione, di come avesse distrutto tutta la sua vita e ucciso la sua famiglia.

Ricordò anche il suo nome; aveva un suono così terribilmente crudele che Kurt pensò che mai nella vita avrebbe potuto dimenticarselo.

<< Rasputin! >> ringhiò il principe, avvicinandosi a lui con un improvviso slancio di coraggio.

Non sapeva da dove provenisse tutta questa sicurezza, ma sentiva dentro di sè un irrefrenabile bisogno di affrontarlo, di fargliela pagare per tutto ciò che aveva fatto.

Ma, naturalmente, Rasputin non si lasciò minimamente intimorire da quello sguardo rancoroso.

<< Vedo che non mi hai dimenticato, principino! >> rispose questi a denti stretti << Beh, neanche io ho mai dimenticato tutto ciò che la tua disgustosa famiglia mi ha fatto passare! Ma sono assolutamente pronto a prendermi la mia vendetta! >>

Dal suo reliquiario vennero fuori alcuni spiritelli alati che si aggrapparono con tutte le loro forze ai vestiti di Kurt, strappandoli via con i denti e cercando di farlo cadere a terra.

Kurt urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, pur sapendo che là dove si trovava nessuno avrebbe potuto udire le sue grida e correre in suo aiuto; fu a quel punto che Finn corse via abbaiando, probabilmente per andare alla ricerca di qualcuno che potesse intervenire e trarre in salvo il suo padrone.

Nel frattempo Figgins, che per tutto il tempo era rimasto sulla spalla di Rasputin, se ne volò lontano, continuando ad assistere alla scena con sguardo sgomento.

<< Mi tenga fuori da questa storia, padrone! >> gemette << Io non voglio saperne niente! So che non porterà a nulla di buono! >>

Rasputin lo ignorò, troppo concentrato a godersi il suo momento di vendetta.

Dopo averlo percosso ripetutamente, i folletti spinsero Kurt contro la ringhiera, cercando in tutti i modi di buttarlo giù, ma il giovane vi si aggrappò con forza e riuscì a fare resistenza, scacciandoli via da lui, fino a che non si dissolsero completamente.

<< Guarda che non mi fai paura! >> strillò rabbiosamente Kurt, rivolgendo a Rasputin uno sguardo carico di odio.

Rasputin scoppiò in una risata glaciale.

<< Oh, dici davvero?! >> rispose con crudele ironia << E adesso, invece?! >>

Sollevò ancora una volta il reliquiario e l'ennesimo fascio di luce che vi fuoriuscì provocò un enorme tremore del suolo sottostante ai loro piedi, che cedette all'improvviso, facendo scivolare a terra Kurt.

Il ragazzo si aggrappò alla ringhiera e urlò a pieni polmoni, mentre il terreno si sgretolava lentamente ed enormi pezzi di cemento cadevano in acqua.

Kurt chiuse gli occhi e si morse un labbro; sapeva che non avrebbe resistino ancora a lungo e che prima o poi anche lui sarebbe finito col precipitare in acqua.

Nessuno avrebbe potuto aiutarlo.

<< Ormai non hai più scampo, Konstantin! >> tuonò Rasputin, con un' espressione profondamente soddisfatta sul volto << Nessuno potrà mai venire a salvarti! >>

<< Tu credi?! >> urlò una voce alle sue spalle.

Rasputin non fece in tempo a voltarsi che un pugno lo colpì in pieno viso, facendolo cadere a terra.

In quel momento Kurt riaprì gli occhi e prima ancora che potesse rendersene conto, due mani afferrarono le sue, issandolo leggermente.

Persino in una situazione così drammatica, il principe non potè trattenersi dal sorridere non appena i suoi occhi si incontrarono con quelli color caramello di Blaine, il quale in quel momento stava cercando disperatamente di salvargli la vita.

<< B..Blaine.. >> sussurrò Kurt, quasi in lacrime << Ma come hai... >>

<< Ti prego, rimandiamo qualsiasi domanda a più tardi! >> replicò Blaine, con voce strozzata.

Per quanti sforzi facesse non riusciva a tirare su Kurt, poichè il terreno sotto di loro era sempre più instabile e qualsiasi movimento brusco o troppo violento avrebbe rischiato di farli piombare entrambi di sotto.

<< Kurt, ti prego resisti! >> implorò Blaine, continuando a stringere le sue mani e a tirarlo verso di sè.

Ma propio in quel momento Rasputin si rialzò in piedi e fece sprigionare dal suo reliquiario un ennesimo raggio luminoso, che come una violentissima onda andò a travolgere Blaine e lo scaraventò lontano, su di un'enorme statua di marmo raffigurante un cavallo alato.

<< Blaine! >> urlò Kurt, riuscendo ad aggrapparsi nuovamente alla ringhiera prima di cadere in acqua.

La statua prese improvvisamente vita e si levò in volo, scendendo poi in picchiata a velocità supersonica e facendo cadere a terra Blaine, a pochi passi da dove si trovava Kurt, il quale ancora tentava di tirarsi su e trarsi in salvo. Il cavallo di marmo continuò ad accanirsi contro Blaine, lanciandogli addosso grossi blocchi di cemento, non riuscendo però mai a colpirlo.

<< Blaine, aiuto! >> strillò ancora una volta Kurt, nel momento esatto in cui Rasputin piombò su di lui e lo afferrò violentemente per i capelli.

<< Kurt! >>

Blaine tentò di correre in aiuto del ragazzo, ma quella gigantesca statua vivente glielo impedì, lanciandogli un' ennesima serie di pietre e pezzi di cemento.

Rasputin tirò su Kurt, facendogli mollare la presa e dopo avergli rivolto un altro crudele sorriso, lo lasciò cadere nel vuoto.

<< Aaaaah! >>

<< Kuuurt! >>

Fortunatamente Kurt riuscì ad aggrapparsi ad uno spuntone della ringhiera, dondolando nel vuoto e ansimando sommessamente, mentre Blaine era ancora intento a combattere contro il suo nemico.

Rasputin guardò il principe con un ghigno diabolico sul volto.

<< Dite le vostre ultime preghiere, Vostra Graz...aaaaah! >>

Un dolore lancinante lo colpì all' improvviso, provocato dai denti di Finn stretti attorno al suo polpaccio in un violento morso; Rasputin si voltò di scatto verso di lui e lo colpì con un calcio vigoroso, facendolo rotolare a diversi metri da lui.

Kurt, nel frattempo, sembrava sempre più sul punto di mollare la presa e cadere in acqua.

" Resisti Kurt, ti prego... ti prego... "

<< Resisti, Kurt! >>

Blaine tentò di correre verso di lui, ma venne bloccato per l'ennesima volta dal cavallo di marmo, che lo scaraventò contro un ammasso di pietre, facendogli perdere completamente i sensi.

Rasputin si voltò verso il moro - sdraiato a terra e privo di conoscenza - e scoppiò a ridere.

<< Addio, ragazzo! >> tuonò << Anche per te e finita! Chissà, magari potrai andare a fare compagnia al caro Konstantin nell'aldilà! >>

<< Io non ci scommetterei! >> replicò improvvisamente una voce acuta alle sue spalle.

Rasputin si girò di scatto e non potè fare a meno di sorprendersi nel vedere di fronte a sè Kurt, in piedi e con un espressione a dir poco furente sul volto.

<< Ma come hai fatto a... >> balbettò Rasputin, non riuscendo davvero a spiegarsi come Kurt fosse riuscito a trarsi in salvo.

<< Che cosa ti avevo detto prima?! >> ribattè Kurt a denti stretti << Tu non mi fa affatto paura! >>

Si gettò su di lui e lo fece cadere terra, riempiendolo di graffi su tutta la faccia e facendogli perdere il reliquiario dalle mani, il quale rotolò lentamente in direzione di Finn, che non perse tempo e lo afferrò con le zampe.

Rasputin riuscì a liberarsi dalla presa di Kurt e lo spinse via, ma proprio in quel momento Finn corse dal suo padrone con il reliquiario in bocca e mentre questi lentamente si rialzava in piedi, lo spinse con il muso verso di lui.

Kurt posò il suo piede sopra l'oggetto e premette con forza, facendo incrinare il vetro e provocando al suo interno una specie di cortocircuito; Rasputin lanciò un urlo e all'improvviso tutto intorno a loro venne illuminato da un fascio di luce bianco.

Il cavallo di marmo venne distrutto in mille pezzi, che volarono ovunque e molti dei quali atterrarono su corpo di Blaine, che giaceva ancora per terra, totalmente privo di sensi.

Kurt si voltò nella sua direzione e si morse violentemente un labbro per impedirsi di piangere o di urlare.

<< Questo è per quello che hai fatto a Blaine! >> ringhiò il principe, rivolgendosi a Rasputin con occhi colmi di odio e schiacciando nuovamente il piede sul reliquiario.

<< No, fermati! >> lo implorò Rasputin, gettandosi a terra davanti a lui.

Ma Kurt ovviamente non gli diede ascolto e continuò ad accanirsi sull'oggetto.

<< Questo invece è per quello che hai fatto alla mia famiglia! >>

Colpì il reliquiario con maggiore forza, facendogli emanare una serie di bagliori di colore rosso.

<< Smettila! >> strillò ancora una volta Rasputin, aggrappandosi ai pantaloni di Kurt e strattonandolo con forza << Guai a te, razza di... >>

<< E questo, è semplicemente per il gusto di fartela pagare! >>

Kurt diede un ultimo colpo colpo secco al reliquario, mandandolo completamente in frantumi e facendolo esplodere in un' accecante luce verde, la cui violenza fu talmente tanta da farlo piombare a terra assieme a Rasputin.

<< Nooooooo! >>

Il vecchio strillò con quel poco di fiato che gli era ancora rimasto in corpo, mentre quel vortice luminoso lo avvolgeva completamente, provocandogli uno dei dolori più grandi che avesse mai provato in tutta la sua vita. Kurt corse immediatamente da Blaine e si gettò su di lui, facendogli scudo col suo corpo, mentre le grida di Rasputin diventavano sempre più rauche e strozzate.

Il raggio di luce trapassò il corpo di Rasputin provocandogli un ultimo raggelante urlo, per poi ridurlo completamente in cenere di fronte allo sguardo attonito del suo piccolo pipistrello.

<< Padrone! >> strillò Figgins, svolazzando intorno ai resti dell'uomo << Padrone?! Oh, beh...io lo avevo detto che non sarebbero andare a finire bene le cose! >>

Non sembrava poi così scosso dall'accaduto; tutto sommato forse era anche contento di essersi liberato di un simile peso. Fece una smorfia e volò via lontano, ben deciso a dimenticarsi per sempre qualunque cosa che avesse a che fare con Rasputin, i Romanov e la maledizione.


*

Nonostante ormai il peggio fosse passato, Kurt se ne stava ancora sdraiato sul corpo esanime di Blaine, mentre un leggero venticello gli scompigliava i capelli.

Dal momento che Blaine non accennava a muoversi, Kurt si tirò nuovamente su e poi si chinò sul suo viso, prendendoglielo fra le mani e tentando di rianimarlo.

Ma senza alcun risultato.

<< Blaine.. >> mormorò Kurt fra le lacrime << Blaine, svegliati.. >>

Finn si avvicinò ai due guaendo e provò anche lui a far rinvenire Blaine, leccandolo dolcemente sulla guancia,; ma anche questo fu del tutto inutile.

<< Blaine! >> gemette Kurt, lasciandosi andare ad un pianto a dirotto.

Si voltò dalla parte opposta, stringendosi le ginocchia al petto e singhiozzando rumorosamente, mentre Finn si abbandonò ad un lungo e lamentoso ululato.

" Blaine, non puoi lasciarmi! Non adesso... non così! "

<< Mmm... che mal di testa! >> fece una voce bisbigliata alle sue spalle << Che è successo?! >>

Kurt alzò la testa di scatto.

<< Blaine?! >>

Si voltò immediatamente spalancando le braccia e colpendo in pieno volto il ragazzo, che era finalmente ruscito a riprendere conoscenza e stava tentando di rimettersi in piedi.

<< Ahia! >> strillò Blaine, portandosi istintivamente entrambe le mani sul naso, nel punto esatto in cui Kurt lo aveva colpito.

<< Blaine! >> gioì Kurt, gettandosi letteralmente fra le sue braccia e facendolo cadere di nuovo a terra, mentre Finn abbaiava allegramente.

<< Piano, piano! >> lo supplicò Blaine, allontanandolo un po' e mettendosi a sedere sulle ginocchia.

Kurt si accucciò vicino a lui.

<< Oh, scusami! >> rispose Kurt, con espressione rammaricata.

Blaine ridacchiò, massaggiandosi la testa dolorante.

<< Beh, immagino di essermelo meritato. >> asserì, guardando Kurt con gli occhi che brillavano.

Il principe gli sorrise dolcemente, ancora con le lacrime che scivolavano lungo il suo volto.

<< C.. credevo che fossi partito. >> balbettò, guardando Blaine intensamente negli occhi.

Blaine sorrise a sua volta.

<< L'idea era quella, in effetti. >> rispose a mezza voce << Ma non ho potuto farlo, perchè.. >>

Prese entrambe le mani di Kurt e le strinse forte.

<< Perchè non riesco a pensare alla mia vita senza di te. >>

Kurt tirò su col naso e guardò Blaine con espressione visibilmente commossa.

<< Kurt, lo so che ti ho fatto soffrire moltissimo. >> proseguì Blaine, senza staccare neanche per un secondo il suo sguardo da quello del ragazzo << Ma ti giuro che non ho mai pensato di ingannarti, neanche una sola volta! >>

Kurt annuì e tirò su col naso.

<< Lo so. >> mormorò << Puckerman me l'ha detto. >>

Blaine sorrise e si avvicinò un po' di più a lui.

<< Ti ha detto anche che solamente l'idea di non poter stare con te mi uccide?! >> domandò Blaine a bassa voce, con gli occhi che si riempivano lentamente di lacrime << Che la tua assenza mi toglie il respiro, che ogni volta che non ci sei mi sembra di soffocare, perchè è come se improvvisamente venissi del tutto privato dell' ossigeno che mi occorre per sopravvivere?! >>

Kurt rise fra le lacrime.

<< No, questo non me l'ha detto. >> rispose, abbassando timidamente lo sguardo.

Blaine prese il viso di Kurt fra la mani e lò portò ad incrociare nuovamente il suo sguardo.

<< Fino ad ora ho sempre pensato che la cosa migliore fosse mettere a tacere i miei sentimenti per te. >> disse Blaine con voce morbida, asciugando le lacrime del principe << Credevo davvero che in questo modo sarebbe stato più facile dirci addio e pensavo che fosse il modo migliore per tutelare entrambi ed evitare di ritrovarci con il cuore in frantumi. >>

Kurt fece un mezzo sorriso.

<< Non è stato un tentativo molto ben riuscito! >> commentò ironicamente, tentando di alleggerire un po' la tensione.

<< Si, lo so. >> rispose immediatamente Blaine, poggiando la fronte contro quella di Kurt << Per questo adesso sento che non posso più tenermi tutto dentro! Non posso più farlo Kurt, muoio dalla voglia di stringerti forte tra le mie braccia e dirti che ti amo! >>

Senza neanche dargli il tempo di replicare, lo tirò a sè e se lo strinse forte al petto, piangendo.

<< Io ti amo, Kurt. >> ripetè in tono lacrimoso, avvolgendolo completamente nelle le sue braccia << Ti amo così tanto da stare male fisicamente ogni volta che non ti ho accanto! Ti amo più di quanto abbia mai amato chiunque altro in tutta la mia vita e so per certo che non potrei mai amare nessuno quanto amo te. >>

Kurt non rispose, si limitò a cingere con forza la vita di Blaine e a stringersi ulteriormente in quell' abbraccio, ascoltando in silenzio il resto della sua dichiarazione.

<< Non potrò mai smettere di amarti, Kurt. >> proseguì Blaine fra i singhiozzi << Lo faccio praticamente da quando ti conosco e niente al mondo potrebbe mai impedirmelo! La mia vita senza di te non avrebbe più alcun senso e non posso, anzi...non voglio più lasciarti andare! >>

Kurt si morse energicamente un labbro per non mettersi a piangere ancora più forte e rimase in silenzio fra le braccia di Blaine, mentre questi continuava a singhiozzare sommessamente.

Poi, dopo chissà quanti minuti, Kurt si staccò dall' abbraccio e si mise a sedere di fronte a Blaine, stringendo entrambe le sue mani e incatenando il suo sguardo a quello del moro.

Riuscì a stento a non scoppiare in un pianto a dirotto mentre si perdeva in quella distesa dorata che erano gli occhi di Blaine, mentre nella sua mente iniziavano a definirsi molto chiaramente i ricordi di quella notte di tanti anni fa.

Quelli occhi.

I suoi occhi.

Kurt lo sapeva, dentro di sè lo aveva sempre saputo.

<< Eri tu, vero? >> domandò a Blaine, con voce rotta dall'emozione << Quella notte... sei stato tu a salvarmi la vita! >>

Blaine annuì in silenzio, senza riuscire a smetterla di piangere.

Kurt rise e afferrò dolcemente il viso di Blaine, poggiando la fronte contro la sua.

<< Non ti ho mai dimenticato, Blaine. >> mormorò << Ho sempre tenuto vivo quel ricordo dentro di me e nel profondo nel mio cuore ho sempre saputo che eri tu! E' per questo che mi sono innamorato di te sin dal primo istante. >>

Blaine non disse nulla e poggiò le sue mani su quelle di Kurt, avvicinando di poco il viso al suo.

<< Ti amo anche io, Blaine. >> disse Kurt in un sussurro << E non mi importa se è sbagliato che un principe si innamori di un servo, non mi importa se i doveri di corte mi proibiscono di stare assieme a te... io ti voglio, Blaine! Ti amo e voglio solamente stare con te, di tutto il resto non mi importa. >>

Blaine sorrise ampiamente e strofinò il suo naso con quello di Kurt, sfiorandone le labbra con le sue, senza però decidersi a posarvi sopra un vero e proprio bacio. Rimase in silenzio a fissarlo, come se volesse memorizzare ogni singolo centimetro del suo viso, beandosi di quella meravigliosa sensazione di attesa che precede solitamente un bacio, nonostante l' urgenza e l'impellente necessità di assaporarne le labbra.

Quando finalmente entrambi decisero che quell'attesa era durata a sufficienza, Blaine poggiò morbidamente le sue labbra sulla bocca di Kurt e iniziò a muoverle lentamente in un tenero bacio, che Kurt ricambiò senza esistazione, passando le mani fra i capelli ricci del ragazzo. 

Blaine cinse la vita di Kurt e lo tirò a sè con decisione, mentre questi ansimava nel suo bacio che, dopo la morbidezza e la dolcezza dei primi minuti, incominciava a farsi più intenso.

Blaine avvertì un lunghissimo brivido lungo la schiena, non appena sentì la lingua di Kurt scontrarsi contro la sua e premere contro di essa e il suo palato, mentre si aggrappava con maggior veemenza ai suoi capelli, gemendo ed ansimando fra le sue labbra.

Era una sensazione indescrivibile per entrambi.

Kurt non aveva mai baciato nessuno prima di allora, eppure gli sembrava di sapere perfettamente che cosa doveva fare e come doveva farlo; sentiva di essere nato per baciare Blaine e che avrebbe potuto tranquillamente continuare a farlo fino alla fine dei suoi giorni.

Non c'era niente di più semplice, naturale e giusto al mondo.

Blaine, da parte sua, nonostante quello non fosse assolutamente il suo primo bacio, si rese conto di non aver mai compreso davvero che cosa significasse baciare qualcuno, fino a che le sue labbra non avevano scoperto quelle di Kurt.

Tutto quello che era venuto prima perse improvvisamente di significato, perchè quello che stava provando con Kurt era superione a qualsiasi altra cosa che avesse mai provato in passato.

Non c' erano assolutamente parole per descrivere la perfezione di quel momento.

Senza curarsi minimamente del tempo che passava, Kurt e Blaine rimasero così avvinghiati l'uno all'altro a lungo, baciandosi sempre più appassionatamente e ascoltando il sublime suono dei loro gemiti e dei loro sospiri.

Quando infine interruppero il bacio, rimasero comunque l'uno fra le braccia dell'altro, guardandosi intensamente, con gli occhi ancora lucidi e colmi di amore.

Blaine accarezzò dolcemente il viso infantile di Kurt e gli rivolse un sorriso radioso.

<< Ti amo.. >> sussurrò dolcemente.

Kurt afferrò la mano di Blaine e se la portò alle labbra, posandovi tanti piccoli e teneri baci.

<< Ti amo. >> fece eco il Granduca fra un bacio e l' altro.

Poggiò la testa sul petto di Blaine e sospirò beatamente.

<< Non voglio più allontanarmi da te, Kurt. >> disse il moro, dando maggiore intensità all'abbraccio << Voglio restare assieme a te, per sempre. >>

Kurt gli rivolse un sorriso commosso e gli gettò le braccia al collo.

<< Anche io amore mio, anche io! >> rispose a bassa voce, affondando il viso fra i suoi riccioli << Adesso basta farci del male, basta continuare a impedirci di essere felici! Adesso ci siamo solo io e te, Blaine... io e te. >>

Blaine lo strinse forte e sè ed era quasi sul punto di baciarlo un' altra volta, quando Finn lo interruppe mettendosi ad abbaiare con fare quasi apprensivo.

Anderson fece una smorfia, ma proprio allora si ricordò che, in quel momento, Kurt avrebbe dovuto essere da tutt'altra parte.

<< Ti staranno cercando, Kurt. >> disse mestamente il moro, staccandosi dall'abbraccio << Dovresti ritornare alla festa, non credi?! >>

Kurt guardò prima Finn, poi Blaine e sorrise.

<< Beh, a dire il vero.. >> disse, in tono quasi malizioso << Io avrei un'idea migliore. >>






N.d.A: Ok, allora...intanto che qui aspetto l'arrivo dell'Uragano (tranquilli, sono al sicuro in casa...non mi accadrà nulla!) riesco finalmente a postare questo benedetto capitolo!! Siamo giunti quasi al termine, ormai il lietissimo fine sta per arrivare...anche se credo che quello che vi ho dato in questo capitolo sia stato già abbastanza, no?! xD
Ovviamente scerzo...non c'è mai abbastanza Klaine nel mondo.. u.u

Riguardo al primo pezzo...beh, per chi conosce il film saprà dicuramente che la scena della battaglia con Rasputin è un casino e dal momento che io sono incapace nelle descirzioni di questo genere, ci ho messo ore per finirla! Diciamo che sono mediamente soddisfatta, anche perchè il pezzo più importante del capitolo era alla fine... x3

A domani forse con il gran finale!! <3

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Capitolo 14
*** L' Inizio ***


Avviso: Il rating di questo capitolo si alza di parecchio...alle giovani menti pure e innocenti che preferiscono rimanere illibate, suggerisco di non andare avanti nella lettura, causa scena di sesso piuttosto esplicita. (So che nessuna di voi menti qui presenti fa parte di questa categoria, ma non si sa mai..xD). Enjoy


<< Ma dove è finito Konstantin?! Siete davvero sicuri di averlo cercato dappertutto?! >>

L' Imperatrice continuava a camminare nervosamente avanti e indietro per il salone principale; era da più di un'ora che non vedeva suo nipote e dal momento che nessuna delle guardie incaricate ad andarlo a cercare era riuscito a trovarlo, la donna stava seriamente iniziando a farsi prendere dal panico.

<< Sarà sicuramente da qualche parte, qui vicino. >> tentò di rassicurarla Rachel << Davvero, non c'è alcun motivo di aver paura! >>

Ma sua cugina sembrava non esserne affatto convinta a continuava e deambulare per la stanza nervosamente, senza riuscire a darsi pace. Proprio in quel momento Noah piombò nella stanza con in braccio Finn, il quale teneva stretto fra i denti un pezzo di carta.

<< Ehi, Vostra Grazia! >> esclamò vivacemente l'ebreo, avvicinandosi alla donna << Ho una cosa per voi! >>

La donna si voltò verso di lui e lo guardò curiosamente.

<< Per me?! >> domandò incredula << E di che si tratta? >>

Noah prese in mano il foglio che Finn teneva in bocca e lo porse all' Imperatrice.

<< E' una lettera per voi, da parte di Kontanstin. >> rivelò.

La donna quasi gliela strappò dalle mani e si affrettò a leggerne il contenuto.

Rachel guardò Noah di traverso.

<< Come fai a sapere che è stato Konstantin a scrivere questa lettera?! >> chiese, facendo una smorfia << Non dirmi che leggi la corrispondenza altrui?! >>

Noah fece una smorfia.

<< Beh, ero preoccupato anche io per lui! >> si giustificò << Volevo essere certo che stesse bene e che fosse tutto apposto; ho un cuore anche io, sai?! >>

Rachel lo guardò dolcemente e sorrise, mentre l' Imperatrice continuava a leggere attentamente la lettera di suo nipote; si dipinse sul suo volto un sorrisetto radioso, che si faceva sempre più ampio mano a mano che andava avanti con la lettura.

<< Va tutto bene? >> domandò Rachel con fare apprensivo, non appena si accorse che gli occhi dell' Imperatrice si stavano riempiendo di lacrime.

L' anziana annuì, stringendosi la lettera di Kurt al petto e sospirando beatamente.

<< Si, è tutto apposto. >> rispose con voce melliflua, rivolgendo a Rachel uno sguardo particolarmente sereno << Credo che non potrebbe andare meglio di così. >>

Si asciugò rapidamente le lacrime e poi guardò di nuovo Rachel e Noah con espressione beata.

<< Su, andiamo a tranquillizzare i nostri ospiti. >> disse, prendendo sotto braccio sua cugina << Ti racconterò tutto lungo in tragitto. >>

Rachel annuì e si incamminò assieme all' Imperatrice, seguite da Noah e Finn, che si scambiarono una lunga serie di occhiatine d'intesa.

<< Bravo, piccolino! >> disse Noah a Finn, facendogli l'occhiolino << Sono davvero orgoglioso di te! >>

Finn abbaiò allegramente e si accoccolò fra le braccia di Noah, mentre davanti a loro l' Imperatrice esponeva a Rachel l'intero contenuto della lettera, facendola sospirare con espressione letteralmente estasiata e stringendosi ancora più forte il pezzo di carta al petto, quasi come se stesse cercando di incidere sul suo cuore ogni singola parola.
 

Mia cara nonna
Spero tanto di non causarti troppo dispiacere con queste mie parole e che, in un modo o nell'altro, tu possa comprendere il mio stato d'animo.

Sai, avevi ragione tu: Io non appartengo a questo mondo fatto di luci, di sfarzo e di magnificenza; anche se sono un principe, non è veramente questo il mio posto.
Posso fingere di essere felice e di sentirmi davvero a casa qui, ma sarebbe solamente una bugia.


Non è colpa tua, nonna, tu sei certamente l'ultima ragione per cui io desideri andarmene.

Ho passato gli ultimi dieci anni della mia vita a desiderare di ricongiungermi con la mia famiglia e adesso che ti ho ritrovato, puoi star certa che non ti dimenticherò mai, che continuerò a volerti bene e rimarrò comunque accanto a te, perchè non esiste niente al mondo in grado di dividerci.

Ma  - come tu stessa mi hai fatto capire -  devo avere il coraggio di seguire il mio cuore e questo, purtroppo, non è in quel palazzo.

A dire il vero neanche io  so esattamente dove si trovi, ma so per certo chi l o possiede:
E' Blaine il solo a possedere il mio cuore, e il mio posto è assieme a lui.

Non sarei mai felice senza di lui ed è per questo che ti chiedo di perdonarmi per averti scritto questa lettera ed essere stato così sincero con te: voglio che tu capisca quanto sia importante per me restare assieme a lui. 

Ma sono certo che lo farai; in fondo sai bene quanto io ami Blaine, lo hai sempre saputo! E sai anche quanto Blaine ami me, per questo sono assolutamente convinto che capirai e mi lascerai andare.

In ogni caso, ricordati che non mi perderai mai.

Io e te resteremo insieme per sempre, perchè ci apparteniamo.

Ti voglio bene, nonna.
                                                         Il tuo adorato Konstantin
 
 

*
 

<< Posso avere l'onore di questo ballo?! >>

Kurt scoppiò a ridere, di fronte all'immagine così teatrale di Blaine che gli porgeva la mano per invitarlo a ballare, su quel battello lungo la Senna, sotto le stelle e il chiaro di luna.

<< Proprio qui, adesso?! >> domandò con fare divertito.

<< Perchè, ti vergogni?! >> replicò Blaine, guardandolo con i suoi occhi nocciola che brillavano << Ma se ci siamo solo noi! >>

Kurt si morse un labbro e poi sorrise.

<< Non abbiamo neanche la musica. >> osservò.

Blaine gli si avvicinò e lo guardò con un sorrisetto malizioso.

<< Non mi sembra che l' ultima volta sia stato un problema. >> rispose con fare ammiccante.

Kurt arrossì e si arrese, lasciando che Blaine poggiasse entrambe le mani sui suoi fianchi e lo tirasse a sè,  per poi avvolgerlo completamente in un tenero abbraccio.

Il principe sospirò beatamente e gettò le braccia al collo del suo innamorato, poggiando il capo sulla sua spalla e muovendosi assieme a lui a passo di danza.

<< Non riesco a credere che sia tutto vero. >> sussurrò Blaine all'orecchio di Kurt, stringendolo più forte a sè << Ti prego, dimmi che non mi sveglierò domani mattina scoprendo che era solamente un bellissimo sogno! >>

Kurt rise e tirò leggermente su il viso per posare un tenero bacio sulla guancia di Blaine.

<< Non temere, Blaine. >> rispose a voce bassa, con un tono estremamente rassicurante << Siamo insieme adesso e resteremo così per sempre! Te lo giuro. >>

Blaine sorrise e poi fece scivolare nuovamente le mani lungo i fianchi di Kurt, il quale si staccò leggermente dall'abbraccio e smise di ballare, costringendo il moro a fare lo stesso.

Rimase in silenzio a fissarlo per qualche secondo, posando le sue mani sopra quelle di Blaine ed intrecciando le dita con le sue; continuarono entrambi a fissarsi a lungo senza aprire bocca, ascoltando tutto ciò che quel silenzio voleva comunicare loro.

Non sentirono il bisogno di ribadirsi a vicenda quanto si amassero, perchè quel silenzio parlava da solo; i loro sguardi incatenati si parlavano senza bisogno dell' uso delle parole, era sufficiente solamente guardarsi per essere certi che quello che stavano vivento era reale e che niente avrebbe mai potuto portarglielo via.

Dopo un po' però Blaine non potè più restare in silenzio e, dopo aver mollato la presa delle dita di Kurt e preso il suo viso fra le mani, lo avvicinò gentilmente al suo e bisbigliò dolcemente: << Non sono mai stato così felice in vita mia. >>

Kurt sorrise raggiante e strofinò il naso con quello di Blaine.

<< Neanche io. >>  sussurrò, passando una mano fra i capelli ricci del ragazzo << Ma penso di potermici abituare in fretta; credo che d'ora in poi avremo molti ottimi motivi per essere felici. >>

Blaine fece segno di sì con la testa e sfiorò le labbra di Kurt con le sue.

<< Finchè resteremo assieme, questo è certo! >>  rispose il moro, mordicchiando dolcemente il labbro inferiore di Kurt << Mio adorato Principe Konstantin. >>

<< Oh, no! >> rispose Kurt, staccandosi dalle sue labbra ed indietreggiando leggermente, mettendosi a braccia conserte << Non devi mai più chiamarmi con quel nome; d'ora in poi tornernò ad essere solamente Kurt. >>

Blaine lo guardò piuttosto confusamente.

<< Non capisco. >>  asserì << Hai passato anni in cerca del tuo passato e della tua famiglia, perchè vuoi cancellare tutto proprio adesso che hai finalmente ritrovato te stesso?! >>

Kurt sorrise e si avvicinò nuovamente al moro, stringendo entrambe le sue mani e portandosele al petto.

<< Perchè ho veramente ritrovato me stesso quando ti ho incontrato, Blaine. >>  rispose con voce morbida, guardandolo dritto negli occhi << Quando ci siamo conosciuti non ero altro che un ragazzino orfano, senza un passato e alla ricerca di un futuro, ed è solo grazie a te che ho dato un senso alla mia vita! Il mio futuro è con te e non come principe Konstantin, ma solamente come Kurt! Sei tu il mio futuro Blaine e io non sono altro che un semplice ragazzo innamorato pazzo di te! Non un principe, solo Kurt; il tuo Kurt. >>

Blaine non disse niente e si limitò a stringere forte Kurt fra le sue braccia, mentre questi cingeva la sua vita e poggiava ancora una volta la testa sulla sua spalla.

<< Resteremo per sempre insieme, Kurt. >>  mormorò dolcemente il moro, accarezzando il viso e i capelli di Kurt << Questo è solamente l' inizio. >>

Kurt chiuse gli occhi e sospirò felicemente.

<< Si, è solamente l' inizio. >>  ripetè in tono mellifluo << Il nostro inizio*. >>
 
 
*
 
 
Quella notte Kurt e Blaine decisero di trascorrerla nell' appartamento che Rachel aveva messo a disposizione per Kurt il giorno prima; molti degli effetti personali del principe si trovavano ancora lì  e dal momento che nessuno sarebbe andato a disturbarli, entrambi pensarono che sarebbe stato il posto migliore per passare la nottata.

<< Certo che questo posto è immenso! >> esclamò Blaine, guardandosi intorno nell'enorme camera da  letto in cui Kurt aveva riposto tutta la sua roba << Come fai a non perderti?! >>

Kurt ridacchiò.

<< In effetti ieri ho fatto molta fatica a trovare questa stanza! >> rivelò << Ma una volta che ci fai l'occhio, tutto diventa immediatamente familiare e ti assicuro che non è poi coì difficile orientarsi! >>

Blaine sorrise e guardò Kurt  a lungo, con sguardo adorante; il principe se ne accorse e arrossì violentemente.

<< C...che cosa c'è?! >> balbettò.

Blaine continuò a sorridere e si avvicinò lentamente a lui, senza smettere di guardalo negli occhi.

<< Sei bellissimo. >> rispose con estrema naturalezza.

Kurt scoppiò a ridere.

<< Bellissimo?! >> esclamò con sorpresa, spalancando le braccia e guardando il suo abbigliamento << Conciato così?! >>

Blaine non rispose e si limitò a mantenere il suo sguardo fisso su di lui, cingendone la vita con le braccia e tirandolo dolcemente a sè.

Kurt indossava un pigiama di colore blu scuro, molto semplice, aveva i capelli arruffati e le guance completamente rosse; non era certamente l' aspetto che si addicesse ad un reale, ma erano proprio quell' incredibile semplicità e quella naturalezza che lo rendevano così meraviglioso agli occhi di Blaine.

In quel momento, Kurt era semplicemente sè stesso e Blaine si sentiva completamente consumato dall'amore che provava per lui; così tanto che non era più in grado di tenerlo dentro di sè e sentiva il bisogno di dimostrarlo a Kurt in tutti i modi che conosceva.

Blaine strinsè Kurt a sè e lo baciò dolcemente, con calma e pazienza, senza voler chiedere troppo; voleva bearsi di ogni singolo istante di quella stupenda sensazione, non poteva permette alla fretta di privarlo di un simile piacere.

Kurt gli gettò le braccia al collo e ricambiò il bacio con la stessa dolcezza del moro, stringendosi a lui sempre di più e facendolo ansimare nel momento esatto in cui i loro bacini si scontrarono involontariamente.

Fu proprio a quel punto che Blaine, istintivamente, afferrò Kurt per i fianchi e lo portò a colpo sicuro a sedere sul materasso, senza mai smetterla di baciare la sua bocca; Kurt non protestò, anzi, continuo a baciarlo con maggiore veemenza, affondando le mani nei suoi capelli ricci, mentre Blaine infilava lentamente una mano sotto la casacca del suo pigiama.

Poi però, rendendosi effettivamente conto di quello che stava facendo, Blaine tolse immediatamente la mano e si staccò dalle labbra di Kurt, lasciandolo con un'espressione palesemente interdetta.

<< Va.. va tutto bene? >> domandò Kurt in tono preoccupato  << C'è qualcosa che non va?! >>

Blaine arrossì di colpo e abbassò lo sguardo, imbarazzato.

Sin da quando si era reso conto di essere innamorato di Kurt, Blaine non aveva fatto altro che sognare il momento in cui finalmente avrebbe potuto stringerlo fra le braccia, baciarlo ed amarlo completamente, fino in fondo. Adesso che quel momento gli sembrava così reale, però, si sentiva terribilmente spaventato, oltre che meravigliosamente eccitato; moriva dalla voglia di fare l'amore con Kurt, ma sapeva che lui non era mai stato così vicino ad un uomo prima d'ora e aveva paura che non volesse, o si sentisse troppo a disagio per lasciarsi andare del tutto.

Desiderava con tutto sè stesso sentirlo così suo, appartenergli, provare con lui quella meravigliosa sensazione di completarsi a vicenda, ma aveva il terrore di fargli del male, costringendolo a fare qualcosa che magari lui neanche voleva.

<< Blaine... va tutto bene? >> domandò nuovamente Kurt, mettendo una mano su quella del moro.

Blaine sussultò e tirò su la testa, guardando di nuovo verso Kurt.

Il suo sguardo era così puro, sincerto e cristallino, e Blaine non se la sentiva di nascondergli la verità.

<< Kurt, io... >> balbettò << Beh, diciamo che.... >>

Si interruppe e prese un bel respiro per darsi coraggio.

<< Kurt, io ti amo. >> dichiarò << Ti amo più di ogni altra cosa al mondo e sento di volertelo dimostrare fino in fondo! Non sono solamente il mio cuore, la mia mente e la mia anima a volerti così tanto, ma anche il mio corpo! Lo capisci, questo? Capisci che cosa intendo?! >>

Kurt annuì con imbarazzo.

<< Voglio fare l'amore con te, Kurt. >> mormorò Blaine, avvicinandosi a lui e prendendo il suo viso fra le mani << Voglio sentire di essere una cosa sola con te, avvertire la tua presenza sulla mia pelle, sentire che ci apparteniamo...voglio amarti fino in fondo Kurt, con tutto me stesso! >>

Kurt non rispose e lo guardò con sguardo adorante; nonostante quella conversazione lo mettesse veramente in imbarazzo, non poteva non percepire nelle parole di Blaine tutto l'amore che provava per lui e per quanto ne fosse intimorito, anche lui voleva provare assieme al suo innamorato tutte quelle bellissime sensazioni.

<< Kurt, io lo vorrei davvero tanto. >> ribadì Blaine, poggiando nuovamente entrambe le sue mani su quelle di Kurt << Ma posso immaginare quanto tu debba sentirti intimorito da quest' idea, infondo sarebbe la prima volta per te e se tu decidessi che non te la senti, che vuoi aspettare ancora... beh, io lo capirei! Certo, probabilmente mi farebbe impazzire, ma posso aspettare! Non voglio fare niente che vada contro la tua volontà e mi sta bene anche solo passare tutta la notte con te fra la braccia, senza fare niente! >>

Kurt si mise a ridere, divertito e allo stesso tempo internerito dall' imbarazzo di Blaine.

Era vero, Kurt non aveva mai fatto l'amore prima d'ora -  per quanto leggendo e ascoltando diversi racconti in orfanotrofio avesse avuto modo di pensare che doveva essere davvero una cosa stupenda, che tutti gli innamorati facevano per dimostrarsi vicendevolmente i loro sentimenti - ma sentire Blaine parlarne in quel modo non lo rendeva affatto preoccupato, bensì altrettanto desideroso di provare tutte quelle emozioni sulla sua pelle.

<< Blaine.. >> sussurrò Kurt, avvicinandosi di più al ragazzo e intrecciando le dita con le sue << Sapere che ti preoccupi così tanto per me mi onora e mi lusinga moltissimo, ma non mi va che tu pensi che io non voglia fare l'amore con te, perchè ti assicuro che non è così!  Io ti amo immensamente Blaine e voglio fare l'amore con te, voglio essere tuo e sentirti mio, sentire che siamo l'uno parte dell'altro.  E non ho alcuna paura, perchè so che tu ti prenderai cura di me! Ti prenderai sempre cura di me, Blaine...e io non avrò mai paura, finchè tu resterai al mio fianco. >>

Blaine, dopo aver sentito quelle parole, riuscì a stento a trattenere le lacrime e si fiondò immediatamente sulle labbra di Kurt, baciandole con appassionata dolcezza, mentre quest'ultimo passava ancora una volta la mano fra i capelli del moro.

<< Andrà tutto bene.. >>  bisbigliò Blaine fra le labbra di Kurt, carezzandogli dolcemente il viso << Te lo prometto! E poi, a pensarci bene, questa sarebbe la prima volta che lo faccio con una persona di cui sono veramente innamorato; è un esperienza nuova anche per me! >>

Kurt ridacchiò.

<< Con la differenza che tu sai che cosa fare e io no. >> osservò con un sorrisino impacciato.

Blaine si staccò dalle labbra di Kurt e posò un tenero bacio sulle sue tempie.

<< Ti fidi di me, Kurt? >> domandò a bassa voce, poggiando la fronte contro quella del suo compagno.

  Kurt fece segno di sì con la testa e Blaine sfiorò nuovamente le sue labbra con la bocca.

<< Allora lascia che sia io a guidarti. >>

Lo face sdraiare sul materasso a pancia in su e molto lentamente iniziò a sbottonargli la casacca del pigiama, guardandolo intensamente negli occhi, con uno sguardo che trasmetteva amore e desiderio.

Kurt chiuse gli occhi e sospirò, mentre Blaine arrivava all'ultimo bottone della giacca e con accurata lentezza faceva scivolare l'indumento a terra, lasciando scorrere le mani lungo la vita del ragazzo, fino ad arrivare ai suoi fianchi. Poi si chinò su di lui e lasciò qualche lieve bacio sul suo collo e sul suo petto, prima di decidersi a sfilargli via anche i pantaloni e, qualche secondo più tardi, anche la sua biancheria.

Quando Kurt riaprì gli occhi si ritrovò completamente nudo di fronte a Blaine, il quale continuava a fissarlo dolcemente e intensamente, come se stesse cercando di fotografarlo con la mente.

Il moro sorrise e, per facilitare a Kurt le cose, iniziò a spogliarsi a sua volta.

Pensò a quanto sarebbe stato bello lasciarlo fare a lui, ma per quella prima volta preferì fare da solo; anche se Kurt gli aveva assicurato di non essere affatto spaventato, Blaine riusciva comunque a percepire nel suo sguardo un lieve timore e credeva che mettere subito tutta quella carne al fuoco non lo avrebbe certamente aiutato a farlo sentire del tutto a suo agio.

Una volta che anche Blaine fu completamente nudo, si mise a cavalcioni sopra di Kurt, facendo inavvertitamente scontrare le loro erezioni che, per quanto non ancora troppo evidenti, lo erano abbastanza da provocare ad entrambi un lungo brivido di piacere.

Blaine fece segno a Kurt di rilassarsi e dopo averlo baciato dolcemente sulle labbra per qualche minuto, ritornò ancora una volta sul suo collo, dove iniziò a tracciare una lunga scia di piccoli baci che arrivarono fino alle sue spalle, mentre continuava a far scorrere le sue mani lungo i suoi fianchi.

Sentì Kurt ansimare sommessamente e questo lo portò ad aumentare l'intensità dei suoi baci, che a un certo punto divennero veri e propri morsi, sebbene molto dolci e delicati, che non provocarono alcun male a Kurt, ma solamente una piacevolissima sensazione di benessere.

Kurt chiuse ancora una volta gli occhi e sospirò profondamente, mentre Blaine, continuando a baciare e succhiare la pelle del suo collo, fece scorrere lentamente le dita dal suo petto fino a tutto il suo addome, arrivando poi al suo inguine e andando a massaggiare con estrema dolcezza il suo membro.

Kurt emise un gemito ancora più acuto, dovuto a quella improvvisa ondata di piacere che la mano di Blaine gli stava causando, così gentilmente stretta attorno al suo pene; il moro continuò a muovere il polso avanti e indietro, con decisione, ma senza essere troppo irruento e senza mai smetterla di baciare la pelle morbida di Kurt. Se le labbra di Kurt avevano un sapore così delizioso, la sua pelle sapeva quasi di ambrosia e Blaine credeva davvero che avrebbe potuto continuare ad assaporarla per tutto il resto della sua vita.

Kurt tirò indietro la testa e si mise ad ansimare più forte;  non aveva mai provato niente di simile in tutta la sua vita, era completamente pervaso da una miriade di sensazioni di piacere e il pensiero che fosse proprio Blaine a farlo sentire così era a dir poco meraviglioso.

Avrebbe tanto voluto fare lo stesso: far sentire Blaine così bene, proprio come questi stava facendo con lui.

<< B.. Blaine.. >>

Blaine rallentò il ritmo dei suoi movimenti fino a fermarsi, per poi staccarsi dal collo di Kurt ed avvicinare il viso al suo.

<< Va tutto bene? >> gli chiese dolcemente, con un filo di voce.

Kurt fece segno di sì con la testa.

<< Si.. >> balbettò << Era davvero bello... solo che... ecco, io... >>

Guardò Blaine intensamente negli occhi, sperando che comprendesse da solo quello che voleva dirgli e non lo costringesse a parlare.

Fortunatamente fra di loro era sufficiente solamente uno sguardo per capirsi.

<< Vorresti fare anche tu lo stesso con me? >>  domandò con voce sussurrata e carezzandogli dolcemente il viso.

Kurt deglutì.

<< S..si. >> rispose con imbarazzo << Ma non so che cosa devo fare, e.. >>

Blaine lo zittì con un tenero bacio sulle labbra e poi afferrò la sua mano, guidandola gentilmente verso il suo membro.

<< Non ti preoccupare... >> disse con voce morbida, fra un bacio e l'altro << Segui me.. >>

Kurt annuì e ricominciò a baciare con maggior foga la bocca di Blaine, mentre con la mano massaggiava il suo membro, assecondando tutti i movimenti di quella di Blaine, il quale aumentava sempre di più il ritmo del suo respiro, mano a mano che questi si facevano sempre più intensi.

Ad un certo punto Blaine si lasciò sfuggire un gemito particolarmente acuto e capì che era arrivato il momento di fermarsi; non voleva che la cosa si consumasse troppo rapidamente, voleva essere certo che Kurt potesse provare fino in fondo che cosa significasse amare ed essere amati così profondamente da qualcuno.

<< Kurt.. >> disse a bassa voce, interrompendo il bacio e i movimenti delle loro mani << Ho davvero tanta voglia di fare l'amore con te. >>

<< A..anche io. >> replicò Kurt, sfiorando nuovamente le labbra di Blaine con le sue.

<< Ma per farlo abbiamo bisogno di un piccolo aiuto. >> aggiunse Blaine, sorridendo maliziosamente << Sei disposto a sacrificare qualcuno dei tuoi olii per il corpo? >>

Kurt lo guardò con sguardo lievemente perplesso.

<< I miei olii? >> domandò, per niente convinto dell'idea.

Blaine ridacchiò.

<< Non voglio farti male, Kurt. >> gli spiegò, accarezzandogli teneramente il viso con il palmo della mano << E neanche spaventarti, ma devi sapere che si tratta di un'operazione piuttosto delicata; non posso assolutamente permettere che tu ti faccia male. >>

Kurt annuì con convinzione e permise a Blaine di prendere dalla sua scorta una delle tante bottigliette di olii essenziali; il moro non stette a pensarci troppo su -  tanto più che alla fine non avrebbe fatto molta differenza - e ne prese uno a caso, senza neanche chiedere a Kurt quali fra quelli preferisse conservare intatti.

Si mise e sedere vicino a Kurt e si spalmò una prima dose di olio sulle mani, guardandolo e sorridendogli dolcemente, mentre questi chiudeva gli occhi ed inspirava profondamente.

<< Mandorla.. >> mormorò con voce flautata << Uno dei miei preferiti. >>

Non sembrava che volesse sgridarlo per aver scelto proprio quella fragranza, anzi; sembrava esserne parecchio compiaciuto.

Blaine fece scivolare lentamente le sue mani oleose lungo l'addome di Kurt, fino ad arrivare al suo inguine, provocandogli l'ennesimo brivido di piacere.

<< D..dovresti allargare un po' le gambe.. ecco, così! >> 

Kurt obbedì e issò leggermente il bacino, per favorire a Blaine qualsiasi movimento.

<< Adesso cerca solamente di rilassarti. >> disse Blaine con fare rassicurante << Io cercherò di essere il più delicato possibile. >>

Kurt annuì e poggiò nuovamente la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi e lasciando che Blaine andasse a massaggiare molto delicatamente la sua apertura; il moro infilò lentamente un primo dito e lo mosse all' interno, cercando di fare un po' di pressione.

Kurt sussultò ed emise un gemito di dolore, che costrinse Blaine a fermarsi, rivolgendo lui uno sguardo preoccupato. Ma Kurt gli sorrise e gli fece cenno di non preoccuparsi ed andare avanti.

Per quanto effettivamente stesse sentendo male, era un dolore stranamente piacevole e il modo così delicato e rassicurante con cui Blaine si stava dedicando a quell'operazione, lo portava a sentirsi perfettamente a suo agio e a desiderare ancora di più.

Blaine sospirò per darsi coraggio e piano piano introdusse un secondo dito, muovendolo assieme al primo, intanto che Kurt, quasi come se avesse improvvisamente capito tutto ciò che doveva fare, cominciò a muovere su e giù il bacino, assecondando ogni suoi movimento delle dita.

I gemiti di Kurt si fecero sempre più frequenti e Blaine continuò a muovere le dita dentro di lui, alla ricerca del suo punto di massimo piacere; capì subito quando finalmente riuscì a raggiungerlo, perchè Kurt si lasciò sfuggire un urletto decisamente acuto, continuando a muovere insistentemente il suo bacino, per permettergli di toccarlo ancora una volta.

Kurt si aggrappò con tutte le sue forze ai lembi della coperta e si morse con forza un labbro; non aveva mai provato nulla di simile prima d'ora e credeva davvero che niente al mondo potesse farlo sentire più felice ed appagato quanto ciò che in quel momento Blaine gli stava facendo.

Ma non ci mise molto a scoprire che si sbagliava.

Blaine sfilò molto lentamente le dita dall'apertura di Kurt e si chinò su di lui per baciarlo ancora una volta appassionatamente, prima di afferrare nuovamemente la boccetta di olio e spalmarsene una seconda abbondante dose sulle mani e sul membro.

Lanciò a Kurt un ultimo voglioso sguardo colmo di amore e poi si sdraiò sopra di lui, poggiando la fronte contro la sua e poi spingendosi dentro di lui, con una lentezza a dir poco estenuante.

Kurt emise un ennesimo e sonoro gemito e Blaine si fermò, per dare lui il tempo di abituarsi alla sua intrusione; poi afferrò entrambe le mani del ragazzo e dopo averle saldamente intrecciate con le sue, si diede un'ultima spinta ed entrò in lui completamente.

In quel momento a Kurt sembrò di morire e venire catapultato all'istante in paradiso.

Blaine non era sicuro di poter subito incominciare a muoversi, per cui rimase per qualche istante fermo e in silenzio, con il suo sguardo puntato su Kurt, i loro occhi incatenati gli uni agli altri, come se al mondo non esistesse nient' altro che ritenessero degno di essere guardato.

Lasciò per un attimo le mani di Kurt per andare ad accarezzarne il viso e i capelli, avvicinando poi il volto al suo e ricominciando a baciarne le labbra, mentre Kurt si aggrappava con forza alle sue spalle, avvinghiandosi completamente alla sua vita con le gambe.

A quel punto Blaine capì che poteva fnalmente incominciare a muoversi e lo fece lentamente, senza alcuna fretta; voleva restare dentro di lui il più a lungo possibile, sentirlo sulla sua pelle, su tutto il suo corpo, fino a dentro la sua anima.

Sentiva Kurt dentro di sè, sebbene in quel momento stesse accadendo proprio il contrario.

Blaine riusciva a sentire ogni centimentro della sua pelle, ogni singola cellula del suo corpo; sentiva l'amore folle ed incondizionato che provavano l'uno per l' altro, lo percepiva su di sè e dentro di se, nella sua testa e nel suo cuore.

Sapeva di non aver mai provato niente di simile in tutta la sua vita e voleva semplicemente che quel momento così magico durasse per sempre.

Kurt si strinse più forte a lui e affondò il viso nei suoi capelli ricci, respirando affannosamente e tirando su col naso; sentiva che quel dolore iniziale stava lentamente svanendo, per lasciare il posto alla sensazione di piacere più grande che avesse mai provato in tutta la sua vita.

Blaine era dentro di lui e Kurt sapeva di appartenergli, sapeva di essere completamente suo e a quel pensiero non riuscì proprio a trattenere le lacrime.

In quel momento Blaine si accorse che quelli che stava udendo nelle sue orecchie erano singhiozzi e si interruppe immediatamente, per accertarsi che fosse tutto apposto.

<< Kurt? Va tutto bene? Ti..ti sto facendo male?! >>

Kurt lo guardò con occhi colmi di lacrime e fece segno di no con la testa.

<< No.. >> sussurrò << Non è questo. >>

<< Oh, e allora che succede?! >>

Blaine prese dolcemente il viso di Kurt fra le mani, asciugando le sue lacrime e continuando a guardarlo intensamente negli occhi. Il volto di Kurt si distese in un sorriso radioso.

<< Sono felice. >> rispose semplicemente << Sono incredibilmente felice e ti amo da impazzire! Ecco perchè sto piangendo, Blaine... perchè ti amo...  >>

Blaine non lasciò che Kurt finisse la frase, si fiondò per l'ennesima volta sulle sue labbra e le baciò con estrema dolcezza e passionalità, passandogli le mani fra i capelli e ricominciando a muoversi.

<< Ti amo... >> sussurrò ripeturamente, fra un bacio e l'altro << Ti amo, Kurt... >>

Andò alla ricerca delle sue mani e le strinse forte alle sue, continuando a muoversi e a spingersi dentro di lui.

Fecero l'amore a lungo, lentamente, tenendo le loro mani costantemente intrecciate le une alle altre, senza parlarsi e ascoltando in silenzio il suono dei loro gemiti e dei loro respiri, guardandosi negli occhi il tempo sufficiente per riprendere fiato tra un bacio e l'altro, con il battito dei loro cuori che risuonava quasi all'inisono.

Nessuno dei due riuscì a capire quanto tempo ci misero esattamente a raggiungere l'apice del piacere, ma quando ciò avvenne lo fecero assieme, chiamando a gran voce l'uno il nome dell' altro e senza mai mollare la presa delle loro mani.

Blaine posò un ultimo tenero bacio sulle labbra di Kurt, prima di sfilarsi completamente e adagiarsi di fianco a lui, per poi accoglierlo fra le sue braccia e lasciargli posare la testa sul suo petto. Kurt sospirò beatamente e chiuse gli occhi, stringendosi nell'abbraccio di Blaine, mentre questi gli carezzava il volto e baciava dolcemente le sue tempie.

Rimasero in quella posizione per ore, senza il bisogno di dirsi niente, godendosi semplicemente quel meraviglioso silenzio che li avvolgeva, testimone di quell'amore così profondo che provavano l'uno per l'altro e che si erano appena dimostrati; si addormentarono solo dopo un po', così abbracciati, entrambi con un enorme sorriso sulle labbra.
 

*
 

Quando la mattina Kurt si risvegliò, con gli occhi ancora semichiusi dal sonno, ebbe per un attimo il terrore di essersi immaginato tutto e che la notte precedente passata con Blaine fosse solamente frutto di un bellissimo sogno; ma il respiro di Blaine sul suo collo e i suoi riccioli neri che gli solleticavano leggermente le guance, gli fecero passare immediatamente quella paura.

Kurt si accoccolò maggiormente fra le braccia del ragazzo, facendo attenzione a non svegliarlo, senza accorgersi che in realtà questi era già sveglio e lo guadava di sottecchi.

<< Buongiono. >> sussurrò dolcemente il moro, facendogli una carezza sul viso.

Kurt riaprì del tutto gli occhi e sorrise al suo innamorato.

<< Buongiono. >> ripetè con voce impastata << Che sensazione meravigliosa ritrovarmi qui con te, fra le tue braccia. >>

Blaine ricambiò il sorriso e posò un tenero bacio sulla sua fronte e poi un altro sul naso.

Kurt rise e poggiò le sue labbra su quelle di Blaine, muovendole in un morbido bacio, che si concluse dopo diversi secondi con un sonoro schiocco.

<< Il tuo cuore batte fortissimo. >> commentò poi Kurt, poggiando la testa sul petto di Blaine << E' un suono meraviglioso. >>

Blaine rise a andò ad intrecciare le sue dita con quelle di Kurt.

<< Batte per te, amore mio. >> rispose, dandogli un altro bacio sulla fronte << Solamente per te. >>

Kurt sospirò profondamente e si strinse ancora di più nell'abbraccio di Blaine.

<< Ti amo. >> sussurrò, strofinando il viso contro il petto di Blaine.

Blaine sorrise e avvolse completamente il corpo di Kurt nelle sue braccia, come se fossero una coperta.

<< Ti amo anche io. >> rispose.

Kurt chiuse gli occhi ed emise un ennesimo sospiro di beatitudine.

Non sapeva che cosa avrebbe riservato per loro il futuro, ma era certo che finchè sarebbero stati assieme, tutto sarebbe sempre andato per il meglio.

Nessuno dei due sapeva esattamente che cosa ne sarebbe stato di loro e dove sarebbero andati una volta abbandonato quel letto, ma di una cosa erano assolutamente certi: fintanto che sarebbero rimasti così stretti l'uno fra le braccia dell'altro - in  qualunque luogo si fossero trovati-  si sarebbero sempre sentiti a casa.
 
                                                            

Fine
 
 
 
 

N.d.A:  * Questa citazione, ripresa anche dal titolo, viede dalla bellissima canzone che cantano Anya e Dimitri alla fine del film... visto che nella stora non c'era posto per le canzoni, ve la metto qui: http://www.youtube.com/watch?v=yfQd5urhZq4

La scena lemon invece, si ispira a questo video...che non faccio che rivedere ininterrottamente da giorni e dal quale forse dovrei disintossicarmi: http://www.youtube.com/watch?v=-o7YT6Xqpk8&feature=share

Beh, che dire.. siamo ufficialmente arrivati alla fine di questa storia! Devo dire che all'inizio l'avevo scritta con ben poche aspettative, cioè... mi piaceva l'idea di scrivere un crossover, ma non pensavo che sarei arrivata ad affezionarmici così tanto e a fare questa storia così mia, distaccandomi tanto dall'originale.

Come per tutte le storia lunghe, adesso che è finita un po' di dispiace..ma in fondo non è che smetterò di scrivere, ho ancora tante idee in cantiere, una fan fiction attualmente in corso e una già completamente scritta che inizierò a postare da domani.

Ringrazio vivamente tutti coloro che mi hanno letto, recensito e supportato telepaticamente via facebook, in particolar modo le meravigliosissime _hurricane, Nefastiaable e Kklaine.
Vorrei inoltre dedicare quest' ultimo capitolo a tutte le fantastiche Klainers del fandom, senza le quali non potrei assolutamente vivere.

Sono inoltre fiera di essere riuscita a far apprezzare a Lusio la storia versione fiaba di "Anastasia" , nonostante la sua reticenza iniziale! Grazie per essere uno dei miei lettori più fedeli e sappi che non vedo l'ora di leggere ancora le tue fantastiche creazioni.

Detto questo... beh, vi voglio bene! Mi sono sentita dire molto spesso di essere particolarmente brava a scrivere di Kurt e Blaine, facendo rivivere le loro emozioni in maniera molto reale, ma credo di dover fare una precisazione al riguardo: Non penso di essere io a dover essere elogiata, ma semplicemente Kurt e Blaine; perchè è semplicemente il loro amore ad essere così stupendo e speciale e senza di loro non esisterebbe nessuna delle mie creazioni.

E' l'amore fra Kurt e Blaine la mia vera ispirazione e credo anche l'ispirazione di tutti quanti.
 
Un bacione... vi adoro.
 
 

 

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