I passi dell'amore

di KikiWhiteFly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Moments Diego/Stella (1-2) ***
Capitolo 2: *** Moments Diego/Stella (3-4) ***
Capitolo 3: *** Diego/Stella moments (5-6) ***



Capitolo 1
*** Moments Diego/Stella (1-2) ***





I passi dell'amore








# 1





Stella gli era comparsa davanti come una visione, un angelo si potrebbe dire, a primo acchito gli parve addirittura di sognare ad occhi aperti. Invece lei era lì, reale, a qualche metro di distanza, un incanto per chiunque volesse riposare lo sguardo per un momento.

Un angelo, pensò nuovamente, osservando il suo sorriso spontaneo, gli occhi scuri e vispi, i capelli che scendevano fin sotto le spalle ed il vestito immacolato – come ignorare una bellezza così naturale?


« Mi scusi...», disse, puntandolo con l'indice, «... La discrezione è una virtù a lei sconosciuta, signore? »


L'ideale che inconsciamente si era costruito nella sua mente d'un tratto sfumò nel nulla: la figura angelica della donna si stava dirigendo proprio in sua direzione ed il Commissario ebbe l'impressione di dover affrontare un kamikaze.


« Veramente, io... io bevevo il mio... - cosa ho preso? - ah, sì, il mio cappuccino. »


E ridacchiò sagacemente, cercando un alibi di ferro con il quale difendersi. Tuttavia l'espressione della donna conservava un'imperiosità più unica che rara, Diego capì che non gli sarebbe stato possibile liquidare la questione facilmente.


« 'Sto scimunito », borbottò lei tra sé e sé, vivamente piccata, « A voi uomini basta una gonna corta ed una scollatura e perdete la ragione! »


Diego non riuscì a controbattere in tempo poiché una voce esterna gridò un nome che gli fece perdere definitivamente il senno: Stella, si chiamava, sei lettere che lo avevano mandato in paradiso.


« Arrivo – rispose a sua volta, voltando agilmente la chioma bionda –, un momento! A mai più, villano. »


La ragazza – Stella, ripeté a bassa voce tra sé e sé – fece dietrofront, al Commissario sembrò di veder svanire una visione. Poi, osservando un documento d'identità lasciato cadere ai suoi piedi, si convinse che la sua giornata non fosse del tutto sfortunata.

Stella Morini.

La sera stessa era riuscito ad invitarla a cena, trattando per la prima volta con il suo caratterino pimpante, spiritoso e, forse, un tantino difficile.






# 2





Un paio di mesi dopo Diego poteva considerarsi pazzamente innamorato: Stella illuminava le sue giornate, lo faceva ridere in continuazione, quando si fermava da lui metteva in subbuglio qualsiasi cosa – aveva imparato ad amare anche il suo disordine, a lungo andare – ma condiva la sua vita in maniera diversa ogni giorno.

Una sera Diego aveva deciso di prepararle una cena a lume di candela – o, almeno, ci aveva provato –, desiderava stupirla. Ma, ancora una volta, a coglierlo di sorpresa fu proprio lei: Stella si era presentata sulla soglia della porta con un abitino nero, scollato e corto.

Straordinariamente bella.

E Diego la fissò per un buon minuto, un guanto da forno in una mano ed il vassoio bollente nell'altra – cose che stava bellamente ignorando, in quel momento, un'ustione di terzo grado poteva valere la visione di Stella –, lei gli sorrise con aria sbarazzina.


« Ti piace? », gli chiese, avvicinandosi un po' e stampandogli un bacio sulle labbra.

« Eh. Diciamo che fuori dalla porta potrebbe esserci la fila. In quanti ti hanno seguita per strada? »

Stella ridacchiò vivacemente, poi annusò il profumo della pasta al forno nel vassoio.

« Ho una gran fame. »

Poi gli cinse il collo con le braccia, giocando ad allentargli il colletto della camicia e stampandogli baci lascivi sulla curva del collo. Diego si disse che, per quella sera, la sua “operazione lume di candela” poteva considerarsi fallita – anche perché a salvarsi era stata solo la pasta al forno, poco cotta tra l'altro, il resto si era bruciato –, ma, in cambio, avevano un gustoso dessert da poter godere a pieno.

« A chi lo dici... », Diego si lasciò allentare la cravatta; in quel momento pensò che Stella era l'unica in grado di assicurargli emozioni così forti giorno dopo giorno, «... Stella, Stella...»

« Che c'è? », bisbigliò lei, guidandolo verso il materasso, senza lasciargli un attimo di tregua.

« Tu, sai, noi, cioè... Vuoi sposarmi? »

Il tempo si fermò per un attimo: Diego non credeva di aver detto veramente quelle parole e Stella si fermò per un istante. Poi, sulle labbra di entrambi, indugiò un sorriso.

« Lo voglio, Commissa'. »





~



Mh, sì, grossomodo sono pazza u_u.

Questi giorni sto vedendo nuovamente gli episodi della prima stagione – e, di domenica, seguo quelli della seconda stagione – e mi sto fissando un'altra volta. Diego e Stella mi piacciono tantissimo, non c'è niente da fare :3.

Comunque, i “moments” che narrerò sono sei: per ora ho postato i primi due ma ho già pronti altri due. Grossomodo, ripercorrono i momenti della prima stagione... I primi due, invece, sono le mie ipotesi, frutto della mia fantasia. Ho in mente di fare la stessa cosa con i “moments” della seconda stagione, vedremo.

Spero vi piaccia l'idea :).

Una precisazione: ogni tanto leggerete frasi del genere “'sto scimunito” o “commissa'”, che sono inserite di proposito così... Stella, ogni tanto, conia termini romaneschi e napoletani, se ci fate caso, anche questo secondo me fa parte della sua personalità ed ho voluto inserirli :).

A presto!

Kiki.

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Capitolo 2
*** Moments Diego/Stella (3-4) ***


# 3







Qualche mese dopo avevano pronunciato il fatidico “sì”, stupendo tutti i presenti.

Stella era raggiante quel giorno, riluceva rispetto alla massa dei presenti, una perla davvero rara sua moglie.

Diego le strinse forte la mano, sentendo per la prima volta qualcosa che si contrapponeva e, al contempo, combaciava con le sue dita: un anello, un legame vincolante. E Diego fu quasi sul punto di emozionarsi per quell'insignificante gesto – apparentemente insignificante –, lui, che aveva sempre vissuto da solo, ora doveva curarsi anche di un'altra persona.



Vista da occhi esterni la loro relazione poteva sembrare assolutamente folle: all'inizio era scattato il classico “colpo di fulmine”, in breve tempo avevano pensato di poter convivere insieme, qualche tempo dopo Diego aveva fatto il grande passo. In sei mesi potevano affermare di aver costruito la loro storia su solide basi, sentivano di poter dire quel “sì” ogni giorno.

« Quanto si è pentito, commissario? »

Stella gli bisbigliò quelle parole scherzosamente, allegando ad esse una leggera e tintinnante risata di gusto.

« Conto della tintoria e del ristorante a parte, affatto.»

Poi Stella lo baciò, con più foga di quanto avesse previsto – improvvisamente tutti i conti svanirono nel nulla, la loro storia li valeva tutti.







# 4







« Ascoltami, Stella: tu mi manchi. Perché... perché tu mi riempi, hai capito? Anche se non riesci a pensare senza agire – che poi, voglio dire, chi l'ha detto che dev'essere per forza un difetto? Non è un pregio, eh, ma nemmeno un difetto –, io... io invece penso sempre, agisco solo quando è necessario. È sempre stato così sul lavoro, Stella. È solo che con te... con te non riesco a far altro che agire ed arrabbiarmi e darti ogni giorno un motivo per restare con me. E ci sarebbero centinaia di motivi per non stare insieme, a detta degli altri, ma io sono convinto che noi ne valiamo la pena. Capito? Ne valiamo la pena. E... niente, il cellulare si sta scaricando – 'ste maledette segreterie, poi, non le sopporto –, è solo il quinto messaggio che ti lascio. Niente, ti amo. E torna a casa, riesco a trovare tutto adesso – ho bisogno proprio di te. »



Quello era il quinto messaggio che le lasciava, forse iniziava ad essere un po' tartassante; ciononostante, le parole con le quali chiedeva perdono non gli sembravano mai abbastanza. Perché Stella quella volta aveva perfettamente ragione – non aveva equivocato nulla e, men che meno, esagerato la realtà dei fatti –, tra lui e Lorenza c'era stato un bacio, che lui aveva corrisposto.

Seppur per brevissimi secondi, seppur di poca intensità, quel bacio c'era stato e nulla avrebbe mai potuto cambiare quell'attimo di assoluta debolezza. Stella, però, avrebbe dovuto sapere che per lui quel bacio aveva significato davvero poco: Lorenza l'aveva ringraziato, sfruttando un'opportunità, Diego aveva sentito le dita della donna per qualche secondo sul suo viso, dopodiché aveva ritrovato il senno. Amava Stella, era inutile che Lorenza provasse ad eguagliarsi ad essa.

Perché con Stella, lui riusciva ad essere davvero “tutto”, pur senza essere niente.

E quelle parole, a ben pensarci, avrebbe dovuto dirgliele di persona; Diego, in quel momento, nella solitudine della sua macchina, capì quanto necessitasse di sua moglie – Stella, ti prego, torna a casa.

Sesto messaggio.







~





Ci ho messo un po' ad aggiornare – chiedo scusa per questo – perché il quarto missing moment non mi piaceva mai. E spero non sia risultato troppo banale e scontato per voi lettori, ho voluto rendere Diego il più IC possibile: infatti, il messaggio che lascia a Stella – sesta puntata, ovvero l'ultima della prima serie – è molto “balbettante”, per così dire, ho cercato di riportare i pensieri di un uomo insicuro (non dell'amore che prova per sua moglie, eh, è semplicemente un po' goffo ed imbranato XD), spero che il messaggio sia arrivato.

Per quanto riguarda il terzo missing moment, riguarda ovviamente la prima puntata... con un mio tocco personale, invero C:

Ho già scritto gli ultimi due, li posterò tra un paio di giorni *_*.

A presto!



Kì.

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Capitolo 3
*** Diego/Stella moments (5-6) ***




# 5







« Cos'è che ho sbagliato? »

Chiese Lorenza, poggiandosi allo stipite della porta con aria colpevole.

« Niente. Non possiamo parlare di questa cosa, è passato tanto tempo... È che io amo Stella. La amo. »



Ecco, lo aveva detto: nella sua vita Lorenza era stata importante – indubbiamente insieme a lei aveva passato otto anni indimenticabili –, Stella, però, lo aveva conquistato proprio nel momento in cui pensava che ogni cosa fosse perduta.

Era inutile rivangare il passato – Lorenza, a quanto pareva, non riusciva proprio a farsene una ragione –, il suo futuro era con Stella, solamente con lei.

Era il caffè bollente e, il più delle volte, amaro che lei faceva ogni mattina a mancargli – lo zucchero, ovviamente, non c'era mai in casa –, erano le sue cose sparse ovunque e le chiavi della macchina lasciate dentro il tostapane, le cose di cui sentiva davvero la mancanza.

Era lei, era lui che doveva arrabbiarsi per finta con lei, erano loro a mancargli davvero: era quel che avevano imparato ad essere insieme, a discapito di ogni diceria.

Voleva una vita insieme a lei, lo capì nel momento in cui guardò Lorenza dopo averle detto quelle cose: apparteneva ad un'altra donna, ormai, ad un altro destino.

Improvvisamente tutto quadrò alla perfezione: non doveva riconquistare Stella con appassionati gesti d'amore, improbabili piante da giardino o lunghe notti insonni passate nella sua auto. Doveva semplicemente parlarle, farle capire che lui la amava davvero – la amava ogni giorno, di ogni minuto, di ogni secondo.





# 6









Stella riluceva fulgente in mezzo a tutte quelle persone: l'abito rosso, probabilmente comprato di proposito per fargli perdere il lume della ragione, leggermente scollato, le stava davvero d'incanto. Stella era, per l'appunto, una stella quella sera; a suo modesto parere, quel nome non era stato scelto a caso, non era una coincidenza che fosse destinato proprio a lei.

Diego boccheggiò ripetutamente per qualche minuto, indeciso sul da farsi, finché non incontrò gli occhi di sua moglie. E, in quel momento, vide per la prima volta quanto l'amava – sì, oltre ogni supposizione logica, Diego riusciva a vedere l'amore –, quanto avesse bisogno di lei ogni giorno.

Non voglio più restare solo – sembrava che dicessero i suoi occhi.



In sala, poi, era partita una strana ed insospettabile musica di sottofondo, la loro musica, Diego sentiva che Lojacono non era del tutto innocente – ma, il più delle volte, agiva a fin di bene.

Stella gli prese la mano, la strinse alla sua, si avvicinò un po': quell'odore, quel profumo, quella vita che tanto gli era mancata lnelle lunghe notti insonni senza di lei. Tutto ciò a cui non voleva più rinunciare, tutto ciò che aveva semplicemente bisogno di respirare.

Poi la musica terminò, l'incantesimo sembrò spezzarsi, le dita di Stella si liberarono dalle sue.

E fu un gioco di sguardi – di noi e non noi –, una corsa veloce, una lacrima fuggitiva, un velo rosso che volava via, sembrava quasi fosse spazzato via dal vento, le mani di Diego che la rincorrevano e le sue labbra che chiamavano ripetutamente il suo nome.

« Che c'è?! »

Borbottò infine lei, irata.

Diego pensò che avrebbe potuto recitarle a memoria il sesto messaggio lasciato in segreteria la sera prima, oppure gli altri cinque, ma l'ultima cosa che Stella avrebbe dovuto sentire erano le sue sentite scuse – nuovamente.

Così la baciò, agì d'impulso per una volta, prese il viso di Stella tra le sue mani e la baciò.

Poiché, alla fine, ciò che gli mancava veramente di sua moglie erano le sue labbra – prima lo rifiutarono, quasi inorridite, poi risposero passionalmente e lo incantarono. Catturarono, sarebbe più consono dire.





~







E questi erano gli ultimi due moments : D.

Sì, non ho concluso con la “rivelazione” di Stella – il fatto che è incinta, nonché l'incidente... – semplicemente perché credo che questo rappresenti il momento in cui ambedue capiscono di non poter stare l'uno senza l'altro :).

E vabeh, sono un'inguaribile romantica XD.

Il quinto momento, comunque, si riferisce ad un discorso tra Diego e Lorenza – ho citato testuali parole –, il sesto, invece, alla meravigliosa scena dell'ultima puntata <3.

Prossimamente, vi anticipo, mi rivedrete in questo fandom con i moments della seconda stagione. Intanto, ringrazio Jessica per aver commentato... perché dividersi il fandom – fifty/fifty XD – con lei è un onore *_*.

A presto!

Kì.



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