The new me.

di Gisella_Incompleta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ho solo 15 anni. ***
Capitolo 2: *** Non tutto va per il verso giusto. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Ho solo 15 anni. ***


Capitolo uno.

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Capitolo 2
*** Non tutto va per il verso giusto. ***


Capitolo due.

Vagavo sola per la città in cerca di quello che teoricamente doveva essere il mio ragazzo.

Avevamo litigato giorni prima, ma ovviamente non avevo smesso di pensarlo. Quel ragazzo aveva totalmente scombussolato la mia vita, non so se l'aveva resa migliore, ma l'aveva comunque stravolta.

Tutto ciò che facevo dipendeva solo ed esclusivamente da lui. Ma ogni ragazza, ovviamente, di chi si innamora? Di uno stronzo.

Lo vidi da lontano. L'avrei riconosciuto anche tra mille suoi sosia.

Era seduto ad un tavolino di un bar molto chic, era in tutta la sua bellezza. Capelli alzati, camicia a quadri sbottonata, jeans e converse.

Data la mia preoccupazione avrei messo da parte l'orgoglio, gli sarei andata vicino e avrei cercato di chiarire con lui.

Non sapevo per quale motivo ero svenuta, e lui più che mai poteva starmi accanto.

Lui, però, non era solo. Accanto a lui sedeva una ragazza bionda, occhi azzurri e molto appariscente. Il mio contrario, in poche parole.

Mi avvicinai a lui, non avevo le forze di dire una parola, ma avvicinandomi a loro, lui mi disse: 'Amore, ti sei fatta viva, finalmente!'

Oh, mi aveva chiamato amore, questo mi rassicurava molto, ma il peggio stava per venire.

Lei si alzò di scatto e disse: 'Come hai osato chiamarla? Mi hai chiamato così 5 minuti fa!'

Non potevo crederci, davvero aveva chiamato amore un'altra.

Non riuscivo quasi più a trattenere le lacrime finchè urlai: ' è il mio ragazzo, levagli le mani di dosso!'

Lei: 'Io e Donnie ci siamo messi insieme poco fa, mi dispiace!'

Rimasi sbalordita. Avevo perso le parole. Non riuscivo a credere a tutto ciò che stava succedendo.

Sentì di sfuggita un 'vaffanculo' urlato dalla bocca di Donnie nei confronti di quella misteriosa ragazza, poi le urla ed infine...le lacrime iniziarono a rigare il mio viso.

Eravamo finalmente soli, potevo dirgli tutto quello che mi ero tenuta dentro fino all'ultimo momento.

Lui era stato davvero importante per me, mentre io per lui ero solo l'altra puttana con cui passare le giornate, o forse...le nottate.

Non sapevo che dire. Eppure non sono mai stata una persona di poche parole, avevo sempre qualcosa da dire. Ma con lui avevo perso tutto, anche le parole.

La prima cosa che mi passò per la mente fu : 'Non ho voglia neanche di mandarti a fanculo, perchè quella che dovrebbe andarci sono solo IO.'

Lui rispose dolcemente: 'Amore mio, scusa. Avevo bisogno di una via di fuga, credevo che di me non volevi saperne più nulla.'

'Una via di fuga? Hai 20 anni, cazzo. Dovresti imparare a risolvere i tuoi problemi da solo.'

'Scusa, scusa, scusa, scusa. Sei l'unica che conta davvero.'

'Per te nessuno conta! E l'ho capito adesso che non si può tornare più indietro. Adesso che ci sono troppo dentro. Mi spieghi come può finire tutto questo?'

'Ecco, appunto, mettici una pietra sopra. Ho sbagliato, me ne sono reso conto.'

'METTERCI UNA PIETRA SOPRA? Ti ho sempre perdonato tutto, ma il tradimento no. Non lo concepisco per nulla. E pensare che...'

'Cosa?'

' è inutile dirlo, ormai. Me la caverò da sola, come ho sempre fatto. Magari a fatti certi tornerò e ti spiegherò tutto, ma ora no.'

'Mi stai facendo preoccupare, cosa c'è?'

'Niente Donnie, ciao.'

Avevo una cosa importante da dirgli, ma lui come sempre scombussola i miei piani. Ora avevo solo bisogno di Sophie, dovevo assicurarmi di una cosa.'

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Sophie era la mia salvezza da sempre, il primo bengala sparato nel cielo quando mi perdo. Non era mai stata più saggia di me, ma a differenza mia sapeva mantenere il controllo.
Non sempre riusciva a trovare una spiegazione, ma sapeva come farmi ragionare.
Lei sapeva tutto quello che era successo con Donnie, anche quando timidamente mi spostò lo slip e mi entrò dentro. Per lui era fondamentale, diceva che non bastava amarsi con il cuore, con l’anima, ma bisognava amarsi anche con il corpo.
Dovevo capire fin da subito che in realtà a lui interessava esclusivamente quello, del mio amore, dell'affetto che provavo per lui non gliene fregava un cazzo.
Avevo paura, sentivo delle nause, mi era capitato di svenire varie volte e il dottore mi aveva detto che era meglio se provavo con un test, di non essere frettolosa e non arrivare a credere delle cose che magari non esistevano nemmeno.
Forse dentro di non c'era nessun bambino, dovevo mantenere la calma e non essere così infantile.
Avevo mandato un messaggio a Sophie molto vago: 'Piccola mia, ho bisogno di te. Puoi venire?'
Amava quando la chiamavo Piccola, quindi io l'accontentavo sempre. In realtà avevamo la stessa età e frequentavamo la stessa classe. Era sempre stata più brava di me a scuola, era molto studiosa, mentre io pensavo solo a divertirmi.
Dopo mezz'ora arrivò a casa mia. Era molto entusiasmata, credeva che la notizia che doveva ricevere sarebbe stata piacevole, ma non fu così.
Gli dissi che avevo paura di esser rimasta incinta, ma lei mi indirizzò un lugubre sguardo, poi mi sorrise e disse: 'Ma dai, sei una ragazza per bene! Sicuro avete utilizzato gli anticoncezionali.'
Squadrai il mio abbigliamento, che non poteva essere di sicuro paragonato ad una "brava ragazza" e poi risposi: 'Beh, certo. Tranne una volta! Era la prima, era capitato per caso.'
'Pff, allora per una volta solo che potrà mai cambiare!'
'Sophie, per favore, accompagnami in farmacia.'
Appena arrivammo fuori farmacia nessuna delle due voleva entrare a chiedere questo fottuto test di gravidanza, ma per fortuna grazie al mio abbigliamento e alle mie provocazioni riuscì a convincere un signore ad entrare al nostro posto.
Sicuramente lui sarebbe rimasto in incognita. Lo ringraziai calorosamente e andammo via.
A casa mia non c'era nessuno, fortunamente. Non avevo il coraggio di entrare nel bagno.
Urinai, ma non riuscì a vedere nulla. Nessuna linea, nessun colore.
Sophie mi urlò: 'Ronnieee!'
Non ragionavo più. Avevo iniziato a delirare dopo che il test di gravidanza era risultato...positivo.
Non riuscivo a credere che una notte d'amore, mi avrebbe rovinato la vita.
Sì, occhei, avere un bambino sarebbe stata una cosa bellissima, ma non  a 15 anni. Avevo già corso troppo nell'andare a letto con Donnie.
Certo, lo amavo, ma dovevo comprendere prima a cosa andavo incontro: il rimpianto di una vita.
Rimpiangevo il giorno in cui venivo reputata la ragazza più carina dell'istituto, con i miei modi da brava ragazza.
Ora vengo giudicata come una puttana, dai ragazzi maschilisti e le ragazze invidiose.
Non sapevo più come farmi notare e alle volte organizzavo spogliarelli sexy nei bagni della scuola, o provocavo con le mie calze a rete.
Ecco perché Donnie veniva da me. Ora capisco, a lui interessava quella cosina che avevo tra le gambe, non me.
Da quel momento in poi non sarei stata mai più così precoce e istintiva. Ci avrei pensato mille volte su, prima di frequentarmi con un ragazzo. 
Ero esausta. Sophie era stata tutto il tempo con me e sembrava fosse mia nonna per quante raccomandazioni e preoccupazioni mi aveva dato. Mi aveva anche consolato quando avevo pianto tanto da creare una pozzanghera sul pavimento. Adoravo quella ragazza, ma a volte era davvero logorroica.
Decidemmo che non dovevo dire nulla né a mia madre, né a Donnie finchè non ci saremmo accertate di tutto andando dal medico.
Sophie chiamò lo stesso medico che mi visitò al momento del mio svenimento.
Era piuttosto scorbutico, ma siccome mi aveva già visitato di sicuro avrebbe saputo come prendermi.
Forse ero svenuta proprio per il bambino che probabilmente soggiornava dentro me.

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