Circolo vizioso?

di VeNoBa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pezzi del puzzle riuniti (capitolo 1) ***
Capitolo 2: *** Domande (capitolo 2) ***
Capitolo 3: *** Risposte (capitolo 3) ***
Capitolo 4: *** Strane scoperte...(capitolo 4) ***
Capitolo 5: *** Vie traverse (capitolo 5) ***
Capitolo 6: *** Lettera (capitolo 6) ***
Capitolo 7: *** Passato (capitolo 7) ***
Capitolo 8: *** Hunters (Capitolo 8) ***
Capitolo 9: *** Demoni (capitolo 9) - parte 1° ***
Capitolo 10: *** Demoni (capitolo 9) - parte 2° ***
Capitolo 11: *** Sempre vampiri (capitolo 10) ***
Capitolo 12: *** Rimedio (capitolo 11) ***
Capitolo 13: *** Allarme (capitolo 12) ***
Capitolo 14: *** Riunione straordinaria (capitolo 13) ***
Capitolo 15: *** Reazioni e soluzioni (capitolo 14) ***
Capitolo 16: *** L'inaspettato (capitolo 15) ***
Capitolo 17: *** Missione ***
Capitolo 18: *** Notte insanguinata (capitolo 17) ***
Capitolo 19: *** Villa Shoutou (capitolo 18) ***
Capitolo 20: *** Sangue (capitolo 19) ***
Capitolo 21: *** Sconfitta (capitolo 20) ***
Capitolo 22: *** Verità nascoste (capitolo 21) ***



Capitolo 1
*** Pezzi del puzzle riuniti (capitolo 1) ***


Pezzi del puzzle riuniti (capitolo 1)

"Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di quel che dicono" (Voltaire)

Yuuki aprì gli occhi, già affannata. Aveva fatto uno strano sogno..si toccò il collo,con la punta delle dita, e sentì che i segni del morso di Kaname erano spariti; il suo vestito odorava ancora del suo stesso sangue,però...cos'era successo??

Si alzò lentamente dal letto e si diresse verso il bagno. La casa era buia e silenziosa, non sembrava esserci anima viva; entrata nella stanza che stava cercando, riempì la grande vasca di marmo di acqua calda, si tolse il vestito e vi s'immerse dentro.

Dopo qualche minuto, guardando l'acqua colorata di rosso per i residui di sangue che ancora aveva addosso, fece mente locale: era fin troppo chiaro, quello che era successo...aveva guardato nei ricordi di Onii-sama...scoprendo che non era affatto Onii-sama! Lui era l'ancestor del casato Kuran ed era stato vivo secoli e secoli prima di lei...aveva aiutato gli umani e questi, speventati dalla scoperta della sua vera natura, lo aveva chiamato "mostro" e lo avevano cacciato; aveva passato così tanto tempo in solitudine che si era perfino dimenticato il suo vero nome...dei vampiri purosangue di passaggio lo avevano incontrato e lo avevano battezzato "Kaname"...ironico, considerato che anche il suo vero fratello, quello sacrificato anni prima per risvegliare l'ancestor da suo zio Rido, si chiamava così.

Vide l'acqua incresparsi appena e si toccò il viso: stava piangendo.
Dolore, angoscia, solitudine, tormento...il fatto che il suo Onii-sama, perchè, nonostante tutto, per lei il suo unico e vero fratello, l'unico Kaname che conosceva, restava lui, avesse patito tutti quei sentimenti per tanto tempo...le lacerava il cuore.


E lei, imperterrita, continuava a causargli ulteriore pena!
Tutto quel male che Onii-sama si portava dentro da tempo immemorabile, era come se l'avesse fatto suo, bevendo il suo sangue; poteva sentirlo, ogni fibra del suo essere l'aveva assorbito e ora girava tutto nella sua mente, confuso ed annebbiato.
Improvvisamente, il ricordo di quanto successo con Zero poco prima, la riempì di tale vergogna e senso di colpa che si coprì il viso, prendendo a singhiozzare.

Era crudele...con tutti e due! Con Onii-sama, a cui aveva promesso di non bere altro sangue se non il suo, e con Zero, a cui aveva giurato che avrebbe continuato a scappare da lui.
Era andato tutto storto, aveva quasi permesso all'istinto di prendere il soprravvento...e Onii-sama aveva visto tutto! E Zero...chissà che cosa avrà pensato, lui, mentre lei gli leccava il collo...che cosa avrà provato? Rabbia? Disgusto? Che cosa era meglio? Proprio lui...l'unico, tra tutti, che mai avrebbe voluto essere morso! Soprattutto da una purosangue come lei...

Era scappata, a gambe levate, come una vigliacca...spaventata a morte, non da lui, ma da se stessa.
Ora che era un vampiro, sentiva cose che non avrebbe mai immaginato di sentire; capiva cose che prima sarebbero rimaste solo un grosso punto interrogativo, era come se fosse in contatto in uno strano modo con tutto quello che la circondava...ora, poteva sentire chiaramente anche la natura dei suoi sentimenti per Zero. Lo sapeva lei e...lo sapeva Onii-sama, l'unico che si nutriva del suo sangue; questi fatto la copriva, anche ai suoi proprio occhi, di tanta infamia, che avrebbe preferito non bevesse mai più da lei.

La sola fonte di conforto, in tutta quell'assurda situazione, era il sapere che solo Onii-sama era a conoscenza dei suoi veri sentimenti...mentre Zero ne era totalmente all'oscuro. E così doveva essere.


Zero superò l'ultimo gradino, ancora stordito da quanto successo con Yuuki e dall'odore del sangue di lei così vicino alla bocca.
Vide Aido di schiena, con le braccia incrociate, solo.

Il ragazzo si voltò a guardarlo, con aria contrariata.

"Si può sapere che cosa è successo, Kiryuu?!"


L'hunter lo guardò storto, per un attimo, poi replicò:

"Dimmelo tu, Aido, che cosa è successo. Voglio dire: esco da un cimitero e mi trovo un purosangue per terra, ferito, un moccioso ridacchiante e un nobile paralizzato dalla paura..."

"Non ero paralizzato dalla paura!"


Zero si guardò intorno, accigliato. Poi rivolse nuovamente lo sguardo verso Aido.

"Che fine ha fatto...lei?"

"Intendi...Yuuki Cross?"

"Sì,intendo...lei" annuì il ragazzo.


Il nobile non rispose subito, sembrava guardingo.

"Kaname-sama l'ha portata via con sè. Credo"

"Credi?"

"Già...erano dei pipistrelli. L'hanno avvolta e l'hanno portata via"

Zero fece una smorfia, poi voltò le spalle ad Aido.

"Per lo meno...ora avrà il suo spuntino" commentò, sarcastico.

Il nobile lo afferrò per un braccio, per farlo fermare.

"Hey!"

L'hunter voltò appena lo sguardo, fermandosi.

"Chi ha rotto il vetro di quella finestra?"

Zero voltò nuovamente il capo, guardando dritto davanti a sè, lo sguardo vacuo.

"Sono stato io" rispose, poi.

"E...da quand'è che vai in giro a rompere le finestre...senza toccarle?"

"Questi non sono affari tuoi...Aido-senpai"


Si liberò dalla stetta del nobile e fece per ripercorrere le scale, per tornare giù.

L'altro non si arrese, andandogli dietro.

"Perchè lo hai fatto?! Cercavi di fare del male a Cross?!"


Zero non gli rispose, nè si fermò.

"Kiryuu!" esclamò Aido.


L'hunter si arrestò di colpo, per voltarsi a guardarlo, palesemente seccato.

"Tu parli troppo, Aido-senpai, e questo non è un posto adatto ai vampiri! Tornatene da dove sei venuto!"

"Se è per questo...allora, nemmeno tu dovresti essere qui" replicò, freddo.


I due si squadrarono, seri e rigidi, per un minuto buono.

"Ti riaccompagno all'uscita" concluse Zero.


Aido sospirò, mezzo rassegnato, e lo seguì.

Zero dovette caricarsi nuovamente il nobile sotto un braccio, come un bambino (XD), per non far scattare l'allarme di sicurezza. Una volta che lo ebbe poggiato a terra, Aido lo stava ancora guardando male.

Il ragazzo poteva sentire anche lui l'odore del sangue di Yuuki...l'espressione di Zero e le sue pupille rosse come il sangue...la dicevano lunga.

Prima di andarsene, provò a fare un ultimo tentativo:

"Kiryuu...mi occupo di Yuuki Cross da un anno, ormai, e...voglio sapere se sta succedendo qualcosa. Perchè è scappata in quel modo, saltando dalla finestra? E perchè Kaname-sama era qui?"


Zero si passò una mano fra i capelli, per poi appoggiarla sul suo tatuaggio.

"La presenza di Kuran non saprei spiegarla...e lei...è scappata perchè avrà sentito il bisogno di farlo. Se vuoi delle spiegazioni, a riguardo, non sono io quello a cui dovresti chiedere" rispose.


Il nobile annuì, ammettendo sconfitta, mentre il portone di legno gli veniva chiuso praticamente in faccia.

Zero, all'interno dell'edificio, camminava lentamente, ancora turbato. La verità...era che non aveva davvero idea di cosa fosse successo, in quella dannata camera; l'unica cosa certa...era che doveva sbarazzarsi di quel cappotto, perchè l'odore di quel sangue...lo faceva impazzire.

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Capitolo 2
*** Domande (capitolo 2) ***


Domande (capitolo 2)

"Chi cerca conferme le trova sempre" (Popper)

Yuuki uscì dalla vasca da bagno, si rivestì in fretta, e andò alla ricerca di Kaname. Nel suo studio non c'era...non era in salotto, nè nella sua stanza...

"Yuuki-sama" fece una voce di donna, alle sue spalle.

Era Seiren...

"Oh...Seiren-san! Io...stavo cercando mio fratello"

"Non è in casa, mi dispiace, è uscito due ore fa. Ha detto che sarebbe tornato entro domani mattina"

"Capisco...ha lasciato detto niente, per me?

"Non che io sappia...ha solo detto che stavate riposando e di non disturbarvi"

Contava davvero di poterci parlare...non ricordava di essere andata a letto, l'ultima immagine che aveva di quello che era avvenuto in quell'enorme stanza, era quella di una donna...una donna che le assomigliava moltissimo e che offriva il suo sangue a Onii-sama, chiedendogli in cambio i suoi poteri. Chi era quella donna?

"Posso fare qualcosa, per voi?" le chiese Seiren, gentilmente.

Yuuki scosse la testa, abbozzando un sorriso, quando, improvvisamente le venne in mente qualcosa:

"Hai visto Aido, da qualche parte? Sai se è tornato?"

"Sono davvero spiacente, non ne so nulla. Non riesco proprio ad essere di alcuna utilità, in questo momento...perdonatemi"

Yuuki sorrise, di cuore, e lo poggiò una mano sulla spalla, prima di riavviarsi verso la sua stanza.


Aido non era ancora tornato...che fosse successo qualcosa tra lui e...Zero?

Non fece in tempo a mettere la mano sulla maniglia della porta della sua stanza, che vide la persona che stava cercando proprio davanti a lei.

"Aido-senpai!" esclamò, lieta di vederlo.

"Come va la tua ferita, Yuuki Cross?" domandò il ragazzo.

"Perfettamente bene, non ho più neanche il segno"

"Meglio così" replicò lui, guardando oltre le spalle di lei.

"Kaname-sama...non è con te?"

Yuuki abbassò lo sguardo, d'istinto.

"No, pare sia uscito. Lo stavo cercando anch'io" rispose.

"Mmm...bhè...forse è meglio così"

commentò il nobile.

"Che vuoi dire?"

Lui la guardò, tutto serio.

"Ti devo parlare"


Zero, nel frattempo sulla via del ritorno, incontrò Kaito.

"Hey, scolaretto!" lo chiamò il ragazzo, prima che l'hunter potesse cambiare strada per evitarlo.

"Dove te ne vai, tutto da solo, a quest'ora della notte? Stai lavorando? Ti hanno mandato senza di me?! Non ti avevo detto di prederti un periodo di ferie?!" borbottò, tra il curioso e l'offeso.

"Sto solo tornando a casa" rispose Zero, rabbuiato.

"Bene...ci stavo andando anche io!" esclamò Kaito, affiancadolo.

Zero lo guardò, sospettoso.

"Ti sembra normale piombare nella case altrui, senza invito, quando i proprietari sono fuori?"

"Ho le chiavi, non avrei certo buttato giù la porta" replicò l'altro.

Zero fece un verso scocciato.

"Scommetto che te le ha date il Direttore" se ne uscì.

"Ah, sei perspicace!

"Questo è proprio tipico di lui! Possibile che non mi sia mai concesso avere un pò di privacy?!" sbottò Zero.

"Non ti scaldare, è solo per le emergenze, non ne approfitterò per spiarti sotto la doccia, novellino" ridacchiò Kaito.

Che persona irritante! Quello aveva giusto quattro anni più di lui...e si era sempre comportato come se avesse chissà cosa da insegnargli, sulla vita!

Arrivati al suo appartamento, Zero aprì la porta ed accese le luci.


I ragazzi entrarono e l'hunter più giovane spalancò le finestre.

"Allora? Ci sei andato, al cimitero?" gli chiese l'altro.

"Sì...ci sono andato"

"E?"

"Ed è stata una gra perdita di tempo"

Kaito sedette su una sedia, levandosi il cappotto.


Solo in quel momento, Zero si voltò verso di lui, e Kaito, ora che poteva distinguere bene il suo compagno, grazie alle luci, notò all'istante la grossa macchia di sangue sulla sua spalla.

"Hey, sei ferito?"

Zero si tolse il cappotto a sua volta e lo lasciò cadere sul pavimento.

"No, non è roba mia"

"Ora capisco, perchè sei più scorbutico del solito...era nelle vicinanze del cimitero?" gli domandò.

Zero annuì, richiudendo le finestre e facendo per attizzare il fuoco.

"L'hai fatto fuori?"

"Sì" rispose il ragazzo, poggiando l'attizzatoio accanto al camino, ormai infuocato.


Dopodichè, prese il suo cappotto dal pavimento...e lo gettò tra le fiamme.

"Ma che...che stai facendo?!" esclamò Kaito, alzandosi di scatto.

"L'odore...mi da fastidio. Anche se si togliesse la macchia, riuscirei lo stesso a sentirne la puzza" rispose Zero, sedendosi sul letto.

"D'accordo, ma, la stoffa bruciata lascia un odore terrificante! Vuoi morire soffocato dal fumo??" si lagnò Kaito, alzandosi, per aprire nuovamente le finestre.

Zero ridacchiò, amaramente, mentre estraeva dal cassetto una scatoletta di pasticche ematiche.

"Come se fosse possibile..." commentò.

"Tu sarai pure duro a morire, novellino, ma se proprio vuoi ammazzare me..piuttosto, preferirei che mi sparassi in testa"

"Me ne ricorderò" concluse l'altro, portando alla bocca la scatoletta nera.

Kaito lo guardò, in modo strano, mentre tornava a sedersi.

"Mi chiedo...a che diavolo pensi, quando prendi questa roba" commentò.

Zero non rispose, si limitò a riporre la piccola custodia nera, degluttendo.

"A chi appartiene, il sangue che hai bisogno costantemente di sostituire?" proseguì Kaito.

L'altro sospirò...toccandosi nuovamente il tatuaggio.


Era la seconda volta,in meno di un minuto,che il suo vecchio fratello d'armi toccava argomenti che non dovevano essere toccati...Domande a cui lui non voleva rispondere…e di cui, tra l’altro, Kaito conosceva benissimo la risposta anche da solo; sembrava ci provasse gusto, a mettere il dito nella piaga. Quel tipo non era cambiato, da quand’erano ragazzini, tante volte gli era ancora insopportabile; dopo averlo visto uccidere il suo stesso fratello, con i suoi occhi, provava più comprensione, nei suoi riguardi…e più rispetto, decisamente. Sapere di avere a che fare con qualcuno che aveva perso la sua umanità almeno quanto lui, pur essendo un umano, lo faceva sentire meglio, in un certo senso.

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Capitolo 3
*** Risposte (capitolo 3) ***


Risposte (Capitolo 3)

"Non esistono domande imbarazzanti, bensì risposte imbarazzanti" (Wilde)

Dopo che Kaito se ne fu andato, Zero si sfilò pigramente i vestiti di dosso e si mise a letto...era quasi l'alba; se il Direttore era convinto che, dopo una giornata come quella appena passata, sarebbe andato a scuola, si sbagliava di grosso.


Si stropicciò gli occhi con la mano, si piazzò a pancia in giù, schiacciando la faccia contro il cuscino, e toccò con cautela la piccola pistola che ci giaceva sotto.

Tenere quell'arma sotto alla testa, mentre dormiva, era sinistro e ridicolo...se ne rendeva conto anche lui, però non riusciva a separarsene; era come se tramite quell'oggetto, qualcosa del rapporto che c'era stato tra lui e...lei..., potesse dargli un pò di conforto, in quel mondo di totale solitudine, in cui aveva finito con il precipitare nuovamente. Per un pezzo era andato avanti a sognare e risognare il loro addio, tra le macerie, svegliandosi, angosciato, ogni singola volta. Era penoso ed era patetico, non era più un ragazzino, era cresciuto, eppure, perfino adesso, avrebbe pagato oro per sentire di nuovo il calore delle sue mani sul viso, vedere il suo sorriso...

Rammentando di averla avuta così vicina, solo poche ore prima, gli venne voglia di cacciare un urlo! Più ci pensava e più si arrabbiava: perchè, perchè mai, anche dopo più di un anno di distacco, dopo la freddezza con cui si erano lasciati a quel ballo, dopo tutti i buoni propositi a cui aveva pensato e che aveva tentato di mettere in atto, bastava una sola goccia del suo sangue a fargli desiderare di divorarla? Più passava il tempo e più i suoi pensieri si facevano cupi...gli sembrava che la poca umanità ancora rimasta in lui, stesse svanendo, giorno dopo giorno...eppure, era sempre stato convinto di provare dei sentimenti così forti, verso di lei, che proprio non riusciva a capire come, nonostante questo, gli venisse così voglia di azzannarla, come una bestia...perchè?? Era quello, il modo d'essere dei vampiri? Non riuscivano a frenare gli istinti, non riuscivano a provare sentimenti a prescindere dalla loro sete di sangue?

Sentì scricchiolare il pavimento di legno. Senza pensarci, afferrò la pistola sotto il suo cuscino, e scattò seduto, puntandola nel buio.

Una figura alta, con il mantello, fece qualche passo verso di lui, senza fiatare...era buio, ma quell'odore...l'avrebbe riconosciuto anche tra un milione di vampiri...

"Kuran?" fece, allibito.

L'ospite si avvicinò ulteriormente e, grazie alla flebile luce del primo sole che filtrava attraverso le finestre, l'hunter potè distinguere il suo volto pefetto e i capelli scuri, sugli occhi rossi come sangue...


Aido invitò Yuuki a rientrare nella sua stanza, con un gesto della mano. La ragazza annuì, sedendosi sul letto; il nobile la seguì a ruota, accomodandosi sull sedia del tavolo rotondo posto vicino alla finestra.

"Kaname-sama...si è arrabbiato? Per il fatto che eravamo in quel posto, con Kiryuu?"

Yuuki rimase un pò sorpresa, nel sentirlo andare così direttamente al punto, però disse:

"No. Abbiamo solo parlato un pò, non ti devi preoccupare di questo, Aido-senpai"

"Non è di me, che mi preoccupo, ma di lui...proprio ora che credevo che, con te al suo fianco, avrebbe trovate un pò di pace, mi accorgo che è più tormentato che mai. Lo sapresti dire, il perchè?"

La ragazza guardò il suo interlocutore...certo, che l'avrebbe saputo dire, il perchè, ed erano anche più di uno, oltrettutto. Aido aveva un occhio spietato, per quel genere di cose, sapeva bene che quella domanda era mirata solo a far uscire le parole direttamente dalla sua bocca e non dovuta ad una sua effettiva ignoranza; o meglio: ignorava sì una parte del tormento di Onii-sama, ma era fin troppo consapevole della parte che riguardava lei in prima persona e la sua situazione con Zero.

"La mia devozione va a Kaname-sama, lo sai, però...vorrei che, almeno tu, fossi sincera, con me, Yuuki Cross, dato che lui non lo è mai" se ne uscì il ragazzo.

"Sincera...riguardo a cosa?" domandò Yuuki, nel tentativo di prendere un pò di tempo.

"Oh, non fare la finta tonta con me...sai bene, quello a cui mi riferisco. Come stanno esattamente le cose, tra te e Kiryuu? Cos'è successo, in quella stanza, che ti ha spinta a fuggire via?"

Lei non rispose subito...la verità, pura e semplice, era che si vergognava, ad ammettere come stavano davvero le cose. Era sinceramente affezionata ad Aido, e non era che non si fidasse di lui, però temeva di essere giudicata male. Era cosciente che già sapeva...ma dirglielo chiaro e tondo, togliendo ogni sospetto, era tutt'altra cosa.

"Io amo Kaname Onii-sama, profondamente. Lui..."

"Non è questo, quello che ti ho chiesto" replicò Aido, interrompendola.

Yuuki sospirò...

"Se ora ti dicessi che il mio cuore, i miei sentimenti e i miei pensieri appartengono solo ad Onii-sama...mentirei. So che è vergognoso...io sono promessa ad Onii-sama, ho scelto di stare al suo fianco per il tempo che mi resta, e lo amo...però, nonostante questo, se in quella stanza avessi dovuto seguire il mio istinto e fare quello che desideravo fare...non avrei più avuto il coraggio di guardarlo in faccia"

"Quindi...volevi...il sangue di Kiryuu?"

La ragazza annuì, senza distogliere lo sguardo da quello azzurro di lui.

"Da quando sono ritornata vampira, nonostante gli abbia detto il contrario, ho desiderato il suo sangue. Voglio quello di Onii-sama, certo, ma anche quello di Zero; questo è un dato di fatto, non c'è nulla che io possa fare, a riguardo, è così e basta"

Seguì un minuto di silenzio, poi la ragazza riprese:

"Sono così abituata a prendere il sangue di Onii-sama quando più mi aggrada che, nel momento in cui ho sentito quell'odore, così nostalgico e caro, non ho esitato a puntargli il collo...per fortuna, mi sono ripresa, ad un certo punto, e non l'ho morso. Se solo penso a quello che deve aver provato...essere morso, per lui, dev'essere un trauma e io...me ne sono quasi infischiata"

"Cross,tu...come ti sei giustificata?"

"Non l'ho fatto. Gli ho detto solo ciò che hai sentito anche tu...che è la verità, alla fine, perchè sono una scriteriata. Ma, in quel momento, poter sentire di nuovo il suo odore e stringerlo, dopo tutto questo tempo, mi ha fatto talmente felice che, anche se mi avesse sparato in mezzo agli occhi, non avrei avuto rimpianti"

"Non credo che Kiryuu abbia ben presente...il messaggio nascosto che un comportamento del genere mette a nudo. Non saprei dire se questa sia una foruna, oppure no"

"Lo è, direi, considerata la mia convinzione che la natura dei suoi sentimenti per me...sia cambiata, ormai. Se lo avessi morso, è probabile che si sarebbe arrabbiato sul serio; dopotutto...che diritto ho, io, di farlo?"

"Dopo tutto il sangue che lui ha preso a te...credo che qualche cosa te la debba, no?"

Yuuki non ribattè niente...

"Come ha reagito, vedendo quello che stavi per fare?" chiese il nobile, con una strana espressione.

"Non ha fatto niente, non ha neanche cercato di fermarmi...avrà voluto vedere fino a che punto mi sarei spinta, con tutta probabilità"

"O...forse, più semplicemente...voleva essere morso"

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Capitolo 4
*** Strane scoperte...(capitolo 4) ***


Strane scoperte (capitolo 4)

"Considero il mondo per quello che é : un palcoscenico dove ciascuno deve recitare la sua parte" (Shakespeare)

I due vampiri rimasero a fissarsi, per un attimo. Zero teneva puntata sul petto di lui l'arma che aveva in mano.

"Come...sei entrato?" domandò a Kaname.

"La finestra del bagno ha il vetro rotto. Ne ho approfittato...aspettavo che l'hunter che era con te se ne andasse, per farmi vedere"

Come aveva fatto a non avvertire prima la presenza di Kuran?? Possibile che l'episodio con "lei" l'avesse stordito fino a quel punto? Dannazione...


Che si fosse fiondato a casa sua, solo, nel cuore della notte, era un qualcosa di semplicemente surreale. E, oltretutto, il buco nel vetro della finestra era poco più grande di una mela! Come era riuscito a passarci attraverso?...Oh, giusto, gli aveva risposto Aido: "I pipistrelli l'hanno circondata e l'hanno portata via"...inoltre, ora che ci faceva caso, quel ragazzino del cimitero, si era dissolto esattamente nello stesso modo.

Avrebbe dovuto tappare quel maledetto buco...

"L'abitudine di fare quello che ti pare, a prescindere da tutto, è rimasta la stessa, vedo" commentò, acido.

Kuran lo irritava...il solo guardarlo...lo faceva imbestialire...se voleva parlare di qualcolsa, non aveva che chiedere l'organizzazione di un meeting con l'Associazione Hunter, non era necessario andarlo a cercare di persona.

"Vorrei che tutto quello che sto per dirti, non apparisse agli atti ufficiali. Non voglio che l'Associazione lo sappia"

Questa, poi, era forte...doveva ammetterlo.

"Io non sono il Presidente. Parlare con me, e solo con me, è inutile"

"Che ti stiano covando, aspettando che tu sia un pò più vecchio, per farti Presidente, non è un segreto. E, per come funziona la gerarchia dell'Associazione, questo fa di te il più forte, non è così? Ora, come in passato, l'elemento indispensabile resti tu"

"Come in passato" pensò Zero...aveva accettato di farsi usare da lui, per il bene di "lei". Ora, lei non era più lei...e lui non era più necessario; l'aveva fatto una volta, non si sarebbe lasciato coinvolgere nei suoi giochetti, di nuovo.

"Non voglio avere niente a che fare con i tuoi affari, Kuran, se vorrai rendere partecipe l'Associazione di quel che sta succedendo, e il Presidente deciderà di assegnarmi al caso, perfetto...niente di losco, non ci penso proprio"

Kaname sospirò, senza muovere un muscolo.

"Sarebbe per il bene di Yuuki"se ne uscì.

Zero, nel risentire quel nome, pronunciato da lui, sentì lo stomaco andare sotto-sopra...sapeva bene che tasti premere, Kuran...

"Avevo capito che l'affido fosse temporaneo. Non spetterebbe a te, ora, occuparti di lei?"

"Non posso avere occhi, mani ed orecchie ovunque ed in ogni momento, in mille posti diversi...però lei va protetta. Mi serve qualcuno che la guardi da vicino, quando io non posso farlo, sempre"

Zero ridacchiò. Era ridicolo, ridicolo...non poteva davvero credere a quello che stava sentendo.

"Sarebbe questo "incarico", ciò che non vorresti far apparire agli atti?" gli chiese.

Kaname annuì.

"Ci sono cose che l'Associazione Hunter non sa...e che è meglio che non sappia"

"Perchè?"chiese Zero, scettico.

Il purosangue non rispose, si avvicinò alla finestra e l'aprì.

"Yuuki verrà a cercarti, presto...ti prego di non cacciarla, quando lo farà"concluse.

Un piccolo pipistrello nero si slanciò fuori dalla finestra, lasciando l'hunter solo, con ancora la pistola in mano, basito. Il tono pacato e di strana preghiera, con cui aveva pronunciato l'ultima frase, lasciava trasparire la natura dei sentimenti che nutriva per "lei"...perchè quel tono, l'aveva reso, tutto ad un tratto, così triste?


"Ma...che stai dicendo, Aido-senpai?" fece Yuuki, sorpresa.
Quell'affermazione non aveva senso...era di Zero, che si stava parlando.

"Proprio tu, che sei una Purosangue, hai dei dubbi...su quello che è successo? Se ti avesse voluta fermare, ti avrebbe fermata. Non l'ha fatto;la cosa parla da sè, non credi?"

aggiunse il nobile.

La ragazza non rispose...lei, da vampira, sapeva che mordere la persona amata ed essere morsi da questa, era ciò che faceva sentire appagati. Certo, il tutto aveva una natura animalesca e brutale, di fondo, ma non era solo quello...di questo, era assolutamente sicura.


"Io desiderava solo il tuo sangue,Yuuki"...quelle parole non avevano mai smesso di rimbombarle nella testa, da quando si erano lasciati. Aveva bisogno di ritornare vampira e di udire quelle parole, per rendersi conto dei sentimenti di Zero? Era stata proprio una stupida...ripensando a mente lucida a quello che era successo, un pò di tempo dopo, non poteva fare a meno di chiedersi cosa gli avesse dato il coraggio, arrivati a quel punto e dopo che lei gli aveva detto chiaro e tondo che l'unico sangue da lei desiderato era quello di Onii-sama, di baciarla;era stato appena dopo che l'aveva morsa...che l'avesse avvertito nel suo sangue, che gli aveva mentito?

"Lui non è a conoscenza, da quel che mi sembra, del significato preciso che sangue e morsi hanno, tra noi vampiri. Come può aver desiderato di essere morso?"

"Solo perchè non è conscio di queste cose...non cambia il fatto che le possa desiderare, a causa del suo istinto e della sua natura"

Istinto...natura...erano diventati dei veri e propri grattacapi, negli ultimi tempi. E non solo per lei, da quel che poteva vedere.

"Comunque stiano le cose, non cambia niente. Non posso fare nulla, a riguardo"

Era un dato di fatto, doveva farsene una ragione. Anche Onii-sama gliel'aveva detto...certe cose, non possono essere cambiate.

"Ma che fine hai fatto? Cose ne è stato della Yuuki Cross che lottava strenuamente e che non lasciava correre niente?" commentò Aido, in tono scocciato.

"Credevo che, ora, sarei stata in grado di fare davvero qualcosa. Di cambiare quello che andava storto, di fare la differenza...ma, anche con Artemis e con le mie nuove capacità...ho fallito miseramente. Ho avuto torto...e non voglio più che Onii-sama si preoccupi, per colpa mia; non posso sopportare di farlo soffrire"

Aido scosse la testa, contrariato.

"Ma cosa credi? Che vederti portare giorno e notte quel bracciale, lo faccia felice? Che sapere che brami il sangue di un altro, gli faccia piacere? Tu puoi anche assicurargli a parole che l'unico con cui vuoi passare l'eternità è lui...ma l'eternità dev'essere bella lunga, da far passare, e io non credo che lui riuscirà mai ad essere davvero felice con te, finchè tu non avrai fatto una volta per tutte mente locale. Devi risolvere le tue faccende in sospeso con Kiryuu. Non ti permetterò di tormentare Kaname-sama con i tuoi dilemmi finchè uno dei due non si consumerà e si ridurrà in polvere!"

Erano proprio queste affermazioni...che temeva di sentire, se avesse parlato con lui.

"Non posso andare a cercare Zero, come se niente fosse" replicò lei.

"Ah...quindi: puoi saltargli al collo, come se niente fosse, però non puoi parlargli, come se niente fosse?" ribattè, sarcastico.

Yuuki lo guardò...Aido-senpai era proprio un bell'elemento...


x Sifya:Grazie per la recensione^^ Sono contenta che la ff ti piaccia e che mi sia riuscito di toccare i punti che mi premeva toccare. Per la question "illuminato dalla luna", hai ragione, ma è stata una svista...l'ho corretta,infatti :) Per quanto riguarda Kaito: io ho letto "Ice blue no tsumi" che sarebbe il ramanzo extra su Vampire Knight, in cui viene anche citato un episodio dell'infanzia di Kaito e i gemelli. Sappur cresciuto, Kaito non ha mai avuto tanta simpatia per Zero, nè per Ichiru e anche se ora, nel manga, sembra più equilibrato, nella mia mente me lo figuro ancora molto "ragazzino",nei suoi modi di fare, quando lui e Zero sono da soli. Si sa ancora poco sul suo personaggio ed il suo carattere, per il momento, quindi ho un pò dato una mia personale interpretazione di lui, diciamo^^.

x Ifrittuccia:Sei rimasta sorpresa? :) A me, anche prima di leggere la traduzione in inglese del capitolo 60, era parso così palese che Zero desiderasse di essere morso da Yuuki...aveva un'espressione molto presa^^. Però, può anche darsi che sia stata una mia semplice interpretazione. Grazie per le recensioni, comunque^^.

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Capitolo 5
*** Vie traverse (capitolo 5) ***


Vie traverse (capitolo 5)

"Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

"Zero!"urlò Yagari, battendo con forza sulla porta di legno dell'appartamento del suo vecchio allievo.

Quest'ultimo si svegliò di scatto, mettendosi seduto sul materasso...aprì lentamente gli occhi, per richiuderli immediamente, quasi accecato dal sole che, filtrando attraverso le finestre, alto ed abbagliante, gli batteva dritto in faccia. Doveva essere almeno mezzogiorno...


Rigettò la testa sul cuscino, per allungare un braccio e guardare l'ora sull'orologio appoggiato sul comodino: era l'una passata...

"Oh,Dio..."borbottò, cercando di mettersi in piedi.

"Zero! Puoi sentirmi?! O sei morto di malumore, durante la notte?!" gridò Yagari.

Ecco, chi gli ricordava, lo stramaledetto modo di parlare di Kaito...

"Arrivo...un secondo" borbottò, assonnato.

Aperta la porta, si ritrovò davanti alla faccia la benda ringhiosa del suo Maestro e l'odore della sua sigaretta nel naso. Bella visione.

Yagari lo scrutò, per un attimo, poi abbaiò:

"Hai proprio una pessima cera, ragazzo...non c'è che dire...ti vedo esattamente per come mi sento"

Zero sbuffò. Non riusciva a risparmiarsi il suo sarcasmo neanche di prima mattina...anche se, effettivamente, prima mattina non era.

"Bhè?Che c'è?...è successo qualcosa?" chiese, stropicciandosi gli occhi.

Yagari alzò un sopracciglio, mordicchiando la cicca della sua sigaretta.

"Mi chiedi se è successo qualcosa?...Stamattina, alle nove, quell'effeminato, dal grembiule a fiori e il sorriso maniacale, mi ha chiamato all'Associazione, chiedendomi che fine avessi fatto, visto che non ti sei presentato in Accademia"

"Oh, quell'uomo..." si lagnò l'hunter, scocciato.

"Mi sembrava che i patti fossero chiari, Zero : puoi vivere qui, per conto tuo, a patto che continui a frequentare la scuola"

Ora pure Yagari ci si metteva, a fargli la predica!

"Maestro, a te che importa? L'istruzione non mi aiuta ad ammazzare meglio i vampiri" replicò.

L'uomo fece una risatina rauca.

"Questo lo so anch'io...ma vai a farlo entrare nella testa a Cross, se ti riesce. Con chi credi che si lagni, quella donnicciola, quando tu lo fai preoccupare??!"

"Sì, d'accordo, ho afferrato il concetto" borbottò Zero, intenzionato a chiudere al più presto quella noiosa conversazione e a tornarsene a letto.

"Lieto di sentirtelo dire...a questo punto, visto che non sono in servizio, fino a stasera, ti accompagno" aggiunse Yagari.

Zero lo guardò, stupito.

"Dove dovresti accompagnarmi...?"

"A scuola, per le lezioni pomeridiane"

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, poi guardò l'uomo, con aria di supplica.

"Datti una mossa...o farò venire Cross, a riprenderti"

Il solo pensiero di quell'uomo che piombava in casa sua e gli si avvinghiava addosso, piangendo e supplicandolo di non recare dolore al suo povero padre, lo convinse ad andare a darsi una lavata e ad infilarsi la divisa.

Strada facendo, Yagari riprese:

"Kaito è venuto a fare rapporto, stamattina, prima di andare in Accademia, e mi ha detto che hai intenzione di prenderti qualche giorno di riposo...c'è qualcosa che dovrei sapere?"

Zero, intento a sfilarsi dalla tasca una delle sue famose scatolette, non rispose.

"Per caso...c'è stato un peggioramento?" aggiunse l'uomo.

Il ragazzo si rimise la pasticche nella tasca del cappotto e deglutì rumorosamente.

Yagari gli afferrò un braccio, irritato.

"Non mi far fare discorsi da donne, per piacere, le consulenze spicologiche, per gli adolescenti in crisi, non sono il mio forte...non ti far costantemente tirare fuori le cose con le pinze. Se hai un problema, sei pregato di farlo presente"

"La cosa del "periodo di riposo" è una trovata di Kaito, non mia" replicò Zero.

"Capisco...bhè, non sei certo obbligato a fare quello che ti dice lui"

"Forse non ha tutti i torti, dopotutto" ammise lui.

Doveva ammetterlo: ultimamente era più fuori di sè del solito...la fame si faceva sentire, puntuale e pungente, più del solito, sul lavoro si faceva predere da smanie di ogni genere e spesso perdeva la lucidità, quando si trattava di uccidere. La notte non riusciva a dormire bene...e ora, dopo il cimitero, "lei" e i discorsi strani di Kuran...

Yagari gli lanciò una strana occhiata, poi gli disse:

"Sei stato a trovare i tuoi e Ichiru, vero?"

"Sì...anche se, forse avrei dovuto evitare. Credevo che non sarebbe stata una cattiva idea...ma, ora, mi sento peggio di prima" se ne uscì, amaro.

I due si fermarono, erano arrivati davanti al cancello dell'Istituto Cross.

Zero fece per entrare, ma Yagari richiamò la sua attenzione:

"Sai, ragazzo, l'assuefazione ai dilemmi di questo lavoro arriva con il tempo...non è un "impiego", come quello di tutti gli altri, è quello che tu sei; io credo che, nonostante la tua situazione, tu te la sia cavata egregiamente" gli disse, bonario.

Il ragazzo lo guardò: era strano sentirlo parlare in quel modo, soprattutto con lui, anche se, doveva ammetterlo, era quello che voleva sentirsi dire. Ichiru...e ora Yagari...per la prima volta, da quando si era separato da "lei", sentiva la ferita che gli aveva squarciato il petto fare un pò meno male.

"Siamo tutti confusi e siamo tutti soli...è la costante degli esseri umani" concluse il suo vecchio maestro.

Zero fece un mezzo sorriso, amaro.

"Io non sono più un umano"

"Nel tuo caso, non sembra che faccia molta differenza. No?" replicò lui.

Lui non disse niente...Yagari gli scompigliò i capelli.

"Niente faccende in sospeso, eh? Anche se è decisamente più difficile ammazzare te che tutti quanti noi, è comunque meglio non avere rimpianti" aggiunse, con sguardo eloquente.

Zero restò impalato, a fissarlo, mentre se ne andava, chiedendosi se il Direttore gli avesse raccontato qualcosa...tutte quelle "perle" da parte di Yagari, sempre così burbero, erano decisamente troppo strane...Cross non riusciva proprio a tenersi le cose per sè...dannazione a lui.


Le faccende in sospeso...non aveva faccende in sospeso. O meglio...una situazione, un dato di fatto, lo si poteva ancora considerare una faccenda in sospeso, se il sentimento di "sospensione"...era a senso unico?

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Capitolo 6
*** Lettera (capitolo 6) ***


Lettera (capitolo 6)

"E' una bella prigione , il mondo" ( Shakespeare)

Yuuki piegò in quattro il foglio di carta e lo infilò dentro una busta dello stesso colore. Aido era fuori dalla porta, a braccia conserte, attendeva che lei finisse.

La ragazza aprì la porta e se lo trovò davanti.

"Hai...fatto?"le chiese, incerto.

Lei annuì, consegnandogli la busta.

Il nobile l'afferrò, senza dire una parola e si dileguò lungo il corridoio...era l'alba, ormai, e Onii-sama non era ancora rientrato.


Yuuki rientrò in camera e si sdraiò, toccando distrattamente il braccialetto che si ostinava a portare al polso...non era certa di aver fatto la cosa giusta; forse era stata mossa dalle parole di Aido, magari avrebbe dovuto rifletterci meglio...anche se, ormai, la lettera era già in viaggio.

Non poteva fidarsi di nessun altro. E non poteva certo consegnarla di persona...ma, per il momento, la cosa più importante era parlare con Onii-sama.

Qualcuno bussò alla porta...Yuuki non dovette neanche domandare chi fosse, lo sapeva già.

"Avanti" disse, con il suo solito tono gentile.

Kaname fece il suo ingresso, sorridendo dolcemente.

Yuuki si mise seduta e il ragazzo le sedette a fianco.

"Dove sei stato, Onii-sama? Ti stavo aspettando..."

"Ho avuto da fare...perdonami, se non ti ho avvisata, prima di uscire di casa, ma non volevo disturbarti"

Lei fece un sorriso triste, accarezzandogli una guancia.

"Non potresti mai disturbarmi"

Kaname chiuse gli occhi e poggiò la mano su quella di lei...sospirando.

"C'è dell'altro...che credo dovresti sapere" aggiunse lui, serio.

Yuuki lo guardò, sorpresa.

Dell'altro?...non era ancora finita?Il suo passato nascondeva ancora più verità di quanto lei avesse potuto vedere?

Kaname si sbottonò la camicia e le offrì il suo collo.

"Onii-sama..." tentò lei, ritraendosi.


Basta farsi viziare in quel modo.

"Sarà molto più esplicativo e comprensibile visto con i tuoi occhi, piuttosto che spiegato da me" replicò lui.

A quel punto, Yuuki fece un respiro profondo, per calmarsi e tentare di prepararsi a quello che avrebbe visto; poi lo morse ed iniziò a succhiare il sangue...

La sgradevole sensazione di precipitare nel vuoto si fece risentire prepotentemente. I frammenti dei ricordi di Onii-sama erano sotto di lei, come un film, e lei era leggera e vi fluttuava attraverso, come se stesse volando.

Vide una donna, mora, dai capelli lunghi, vestita con un abito bianco...Onii-sama era al suo fianco, erano inginocchiati sopra un altare di velluto rosso, in una stanza cupa, illuminata solo da candele. Vide Onii-sama sfilarle un guanto e morderle il polso, recitando delle parole che non riusciva a sentire...lei fece altrettanto, poi avvicinarono i polsi feriti e li legarono con un nastro rosso come il sangue...


La scena cambiò bruscamente: ora c'era Onii-sama, che stringeva la mano a degli uomini, uomini armati e vestiti con dei lunghi cappotti...erano in piedi, dentro ad una sala con un lungo tavolo e delle sedie dagli schienali stretti e di legno...la donna di prima, ferma dietro le spalle di Onii-sama, si fece avanti, per stringere a sua volta la mano agli uomini...Yuuki potè vedere il suo volto: era lei!

Strinse convulsamente la spalla di Kaname, senza smettere di prendere il suo sangue...

Come poteva essere lei?! Non aveva alcun senso!


La scena mutò nuovamente...vide la donna, nel letto, con in braccio un neonato...Onii-sama stava al suo fianco, sorridente...ci furono altre scene, del genere, con altri neonati o con bambini più grandi...Yuuki ne contò cinque.


I figli di Onii-sama...i discendenti del casato dei Kuran...i suoi antenati...figli di lui e di quella donna, dal suo stesso volto...

La sposa di Onii-sama, ora, camminava in mezzo ad un bosco, con mantello e cappuccio...uno degli uomini a cui lei ed Onii-sama avevano stretto la mano, la stava aspettando, appoggiato ad un albero. I due sedettero e parlarono...poi si fecero un cenno d'assenso e si separarono...

Seguì un'altra serie di immagini, di fretta, una di seguito all'altra, in cui potè vedere la donna andare a quelle che sembravano essere delle riunioni...e poi...la vide uccidere degli altri vampiri! Erano vamiri di livello E, impazziti.

Ora era in una stanza e...lei e l'uomo della foresta si stavano baciando!Tentava di morderlo...ma, poi, si ritraeva. La vide piangere...e vide Onii-sama piangere, anche lui, seduto in una stanza buia. Ora la donna se ne stava andando...era in un'altra camera, con un bambino in braccio...perchè?

Poi...era in un cimitero...piangeva su una tomba...poggiava una culla davanti ad una porta...tornava nella foresta...e..si conficcava un paletto nel cuore!

Yuuki si staccò bruscamente da Kaname, premendosi le mani sulla bocca, con le lacrime agli occhi...

Che cosa significava una cosa del genere?! E come poteva, Onii-sama, saperlo? Aveva visto tutto attraverso il sangue di lei...o...con i suoi occhi? La donna...doveva essere la sua sposa; perchè combatteva i vampiri, perchè aveva baciato quell'uomo? Chi era quel neonato? E perchè si era tolta la vita?


Zero entrò nell'ufficio del Direttore, a passo spedito.

"Voleva vedermi?" chiese.

Cross si raddrizzò gli occhiali e sorrise.

"Sì. Ho un incarico, per te" rispose, allungandogli una delle tipiche lettere formali, spedite dall'Associazione per assegnare i compiti agli hunter.

Zero la prese, poi guardò l'uomo, scettico.

"Perchè l'hanno spedita a lei...e non a me?"

"Bhè...fino a prova contraria...sono io che occupo momentaneamente il posto vacante di Presidente dell'Associazione. Quindi...tutto deve passare per le mie mani, prima che possa essere definitivo"

Giusto...alla fine, lui andava a scuola lì, vedeva Cross tutti i giorni...non aveva senso disturbarsi a mandargli le lettere a casa. Chissà di cosa si sarebbe trattato, sta volta...

Infilò la lettera in tasca, l'avrebbe letta più tardi, finite le lezioni pomeridiane, e fece per andarsene.

"Aspetta un secondo, c'è un'altra cosa" aggiunse il Direttore.

L'hunter si riavvicinò e l'uomo gli passò una seconda busta, più piccola della precedente. Non c'era il nome del mittente, nè del destinatario.

"Sarebbe...per me?" chiese, sorpreso.


Non aveva mai ricevuto lettere da nessuno, in vita sua, se non dall'Associazione.

Cross annuì, bonario.

"Stamattina, sul presto, è arrivato Hanabusa Aido...e l'ha data a me, dicendomi di consegnartela il prima possibile" aggiunse.

Le mani di Zero iniziarono a tremare: se l'aveva portata Aido, doveva essere di...

"Ha lasciato detto niente?" chiese, tentando di suonare tranquillo.

"No. Aveva una gran fretta, temeva che potesse riconoscerlo qualcuno"

Il ragazzo infilò nella tasca anche questa seconda lettera, e respirò a fondo.

"Con questo...è tutto?"

"Sì, è tutto. Puoi passare ancora dopo le lezioni, se hai qualcosa da ridire sull'incarico che ti ho assegnato"

Zero alzò un sopracciglio, sospettoso.

"Perchè dovrei?" domandò.

Cross gli fece l'occhiolino, sornione.

"Leggi e lo scoprirai" cinguettò, ritornando a firmare una pila di documenti che stazionavano sulla sua scrivania.

Zero uscì dall'ufficio...ma non tornò in classe. Sgattaiolò nella stalla e sedette sul fieno, accanto a Lily.

Che bisogno c'era di scrivergli? A che scopo?! Non lo aveva fatto in un anno...e cominciava ora? Maledizione...era riuscito a sentire il suo odore persino nella dannata carta di quella dannata lettera...


Degluttì...stava tremando...perchè stava tremando?! Che cosa si aspettava?! Che idiota...

Prese coraggio e aprì la busta, tirandone fuori il contenuto, lo dispiegò, e, con un groppo in gola, iniziò a leggere...

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Capitolo 7
*** Passato (capitolo 7) ***


Passato (capitolo 7)

"Chiedetevi se siete felici...e cesserete di esserlo" (John Stuart Mill)

Zero appoggiò la busta per terra, con il cuore quasi fuori dal petto, tentando di decifrare parole che, a mente lucida, sarebbero apparse chiarissime, ma che in quel momento sembravano scritte in un'altra lingua.


Comunque, toccarono il nervo giusto e arrivarono dritte al punto in cui sarebbero dovute arrivare, nonostante tutto.


"Ricordo quello che ti ho promesso, tra le macerie dell'Accademia, un anno fa...a quanto sembra, non sono proprio in grado di mantenere la parola data, non è così?

So bene che rifiuti tutto quello sono e tutto quello che rappresento, ma per me resti sempre lo stesso e non posso fare a meno di preoccuparmi per te. Mi rendo conto che non ne avrei alcun diritto, ma è più forte di me.

Conosco tutte le tue ragioni, e anche tutte le tue ferite, per cui comprendo ogni tuo gesto e ogni tua parola...d'altronde, mi avevi avvertita. Sono consapevole del fatto che non potrò mai ottenere il tuo perdono, ma il tuo rancore è la mia punizione.

L'unica vera, grande, egoista sono sempre stata io.

Non ho idea di quando io abbia iniziato a trasformarmi in questa vigliacca che ora mi ritrovo ad essere, però non riesco più a dirti le cose così come le penso, come ero solita fare, invece, una volta.

O, magari, è semplicemente meglio che, certe cose, restino sepolte nel profondo del mio cuore.

Voglio solo che tu sappia che, pur essendo cambiato tutto, in un certo senso...è come se non fosse cambiato niente.

L'hunter restò a fissare la calligrafia ondulata di Yuuki, che non aveva perso l'aria incredibilmente disordinata di una volta.

Che segnificato aveva, una lettera come quella? Non aveva nè capo nè coda...non si era neanche firmata, niente aperture e chiusure di cortesia, solo un unico e confuso delirio.

Zero avvicinò la lettera al naso e inalò l'odore di lei che trasudava dal foglio...sentì una fitta al petto. Dopo tutto quel tempo, davvero, gli faceva ancora quell'effetto...non poteva sopportarlo!


In uno scatto d'ira, accartocciò il pezzo di carta e lo lasciò cadere per terra.

Respirò a fondo, sdraiandosi sul pagliereccio di White Lily, incrociando le braccia dietro la testa.

Sbuffò sonoramente, terribilmente agitato, prese dalla tasca l'ormai famosa scatoletta nera, e trangugiò più di metà del suo contenuto, in una volta sola.

"La sua medicina"...quello era il nome che lui stesso le aveva dato. Avrebbe dovuto curare la mancanza che aveva di lei. Il Direttore, l'unica volta in cui si era azzardato a tirare fuori il discorso, gli aveva detto qualcosa del tipo: "Utilizzi la cura sbagliata..."

L'hunter ridacchiò, amaramente.
Quell'uomo era...insopportabilmente acuto, certe volte.


Yuuki era seduta sul divano, accanto a Kaname, in salotto, aspettando eventuali spiegazioni.

Lui era pensieroso, stava in piedi, davanti alla finestra...

"Onii-Sama..." lo richiamò Yuuki.

Lui si voltò, sorridendo, e andò a sederle accanto.

"La donna che hai visto è l'ancestress dei Kuran, la mia sposa" disse, un attimo dopo.

Lei non fiatò...

Vide Kaname abbassare lo sguardo, malinconico, per poi rialzarlo e guardarla dritta negli occhi:


"Lei...una volta stipulata la pace tra noi, i vampiri che non aggredivano e vampirizzavano più popolazione che potevano, e gli esseri umani che avevano deciso di opporsi al massacro della loro gente...divenne una di loro. Prese a combattere e a partecipare alle loro riunioni, perchè si era innamorata del loro capo, Hinara, quello che sarebbe poi diventato il primo vero Vampire Hunter della storia.

Quando io scoprì la loro relazione, lei era incinta...di lui...la tomba sulla quale credo tu l'abbia vista piangere era quella di Hinara; lo uccisi io, per disperazione

Yuuki allungò un braccio e strinse la sua mano, pallida.


"Lei, non appena lo scoprì, volle vendicarsi, così, dopo la nascita del bambino, sacrificò se stessa per creare delle armi anti-vampiro abbastanza forti da poter uccidere anche noi sangue puro; allora, non c'era la distinzione tra le varie classi di vampiri, quindi non lo fece con lo scopo preciso di uccidere i sangue puro, ma i vampri in generale.

Artemis e la Bloody Rose ne sono un esempio.

Lei sbattè le palpebre, sorpresa. E così...Artemis...e anche la Bloody Rose di Zero...erano stati creati da quella donna, per distruggere i vampiri; proprio da lei...che era la regina di tutti i vampiri...la regina di tutti i vampiri, innamorata di un hunter...

"Fu dopo la sua morte che decisi di seppellirmi dentro quella bara, aspettando la morte..." aggiunse.

Yuuki avvicinò il capo a quello di lui, con gli occhi pieni di lacrime. Kaname le accarezzò una guancia, impedendo alle lacrime, ormai già in viaggio, di raggiungere il mento di lei.

"Il vostro è stato...un matrimonio combinato?" si ritrovò a chiedere, quasi senza accorgersene.

Lui scosse il capo.

"No, ci incontrammo durante uno dei miei lunghi vagabondaggi, lei è la donna che mi offrì il suo sangue, in cambio dei miei poteri...e che mi ribattezzò "Kaname"."

Yuuki ricordava tutto, come avrebbe potuto dimenticare? Il volto di quella donna, non avrebbe potuto dimenticarlo neanche se lo avesse voluto.

"Lei...non ti amava, dunque?" domandò, innocentemente.

Lui sorrise, triste.

"Abbiamo passato anni e anni insieme...e io non credo che lei non mi amasse; solo, suppongo che per "lui" provasse qualcosa di diverso. Gli anni non contano molto, in queste cose, perchè ci sono sentimenti che ti accecano e ti fanno dimenticare di tutto il resto; i nostri figli avevano già imboccato i loro diversi cammini, e io mi ritrovai solo...mi pento ancora oggi, dopo secoli, di aver fatto quello che ho fatto."

Onii-sama aveva ucciso il capo di quelli che sarebbero diventati i futuri hunters...per colpa di quella donna, quella donna, che aveva la sua stessa faccia.

"Non mi limitai ad uccidere Hinara, ma maledii l'intera stirpe dei cacciatori...perchè avevano divorato la carne e il sangue di "lei", per diventare più forti. A quel tempo, straziato dal dolore, non ero in grado di pensare razionalmente...tu conosci la maledizione dei gemelli, non è così?"

Yuuki non rispose...la maledizione...quella a cui Zero ed Ichiru erano scampati! E la stessa che, alla fine, aveva portato Zero a divorare il fratello gemello, per riappropriarsi della forza che avrebbe dovuto essere sua fin dalla nascita e sconfiggere Rido.

La ragazza annuì.

"Da allora, non ci sono più stati gemelli, nelle famiglie hunters...con la sola eccezione dei Kiryu" concluse lui, guardando attentamente Yuuki.

Yuuki, dal canto suo, provava una strana sensazione, come di calore...Zero non aveva divorato Ichiru, mentre erano ancora nel ventre della loro madre, lo aveva lasciato in vita, probabilmente lo voleva con sè, voleva che nascesse. Anche se, alla fine, lo aveva comunque perduto, rimanendo solo.

Onii-sama aveva le mani sporche di un altro crimine...era responsabile di tanta sofferenza...e ne aveva dovuta sopportare così tanta, a sua volta...perchè doveva sempre essere tutto così? Solo morte, dannazione, senso di colpa e dolore...i giorni spensierati alla Cross Accademy erano così lontani, ormai...le sembrava di aver vissuto un'altra vita...eppure, non riusciva comunque a lasciare andare il passato.

"C'è un'aultima cosa che credo possa interessarti...

Yuuki si ridestò dai suoi pensieri, per riportare la sua attenzione su Kaname.

"Quel bambino, il figlio di Hinara, abbandonato poco prima della morte di sua madre, venne allevato da una famiglia di umani e...diede vita alla stirpe dei "vampiri senza zanne"...i Cross, conosciuti anche per essere uno dei clan più famosi di vampire hunters"

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Capitolo 8
*** Hunters (Capitolo 8) ***


Hunters (capitolo 8)

"Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta" (Spinoza)

"Il Preside Cross?! Il Preside Cross sarebbe un diretto discendente dell'antico leader degli hunters e dell'ancestress dei Kuran?!" esclamò Yuuki.

Kaname annuì.

"Esatto. Non hai mai provato a chiedergli quale sia la sua vera età?" le domandò.

In effetti non lo aveva mai fatto. Però, ora che stava facendo mente locale a riguardo, si rendeva conto di averlo sempre sentito fare dei discorsi da...persona molto vecchia.

"E quanti anni ha?! Tu lo sai, Onii-sama?"

"No, onestamente. Però, senza dubbio, ha molti più anni di quelli che dimostra. "I vampiri senza zanne" vivono a lungo, grazie al sangue puro che scorre nelle loro vene, non certo quanto i vampri sangue puro da generazioni, ma parecchio, se paragonati agli altri vampiri"

"Ma lui...non è un vampiro. Cioè...io credo che se lui...insomma, vivevo con lui, lo avrei saputo!"

"Bhè, certo, lui ha dentro di sè anche del sangue "vampiro", ma non ha mai avuto attitudini "vampiresche", almeno, da quel che mi ha detto. A quanto sembra, i discendenti di Hinara e della mia antica regina si dividono in "vampiri senza zanne", come Cross, che hanno come unico fattore in comune con i vampiri la longevità, e i "vampiri senza zanne" bisognosi di sangue; quelli di loro che hanno bevuto del sangue umano si sono trasformati in veri e propri vampiri. La maggior parte è andata a formare il cossiddetto livello dei "vampiri comuni", il livello C"

I vampiri di livello C...certo, era chiaro: loro, i purosangue, erano al vertice della piramide sociale, i livelli A, seguiti dai nobili, livelli B, dai vampiri comuni, i livelli C e dai vampiri ex-umani, i livelli D...come Zero. Per, poi, arrivare agli E...i vampiri ex-umani impazziti.


Era una scala...la società dei vampiri non era mai andata oltre le vecchie gerarchie vassallatiche, non si era mai evoluta...e mai sarebbe riuscita a farlo.

Era tutto troppo radicato in loro, da secoli, per poter essere modificato.

Davvero? Sarebbe stato così per sempre? A "livelli"?

"Yuuki..." se ne uscì Kaname.

Lei lo guardò.

"Sono stato da Kiryu" aggiunse.

Il cuore di Yuuki prese a martellare all'istante, anche solo sentendo quel nome.


Abbassò lo sguardo.

"Per quale ragione?" chiese, poi.

"Per fare due chiacchiere" rispose Kaname, sorridendo.

La ragazza riuscì a rimproverarlo senza neanche parlare, solo con lo sguardo.

"Non mi prendere in giro" lo ammonì.

"Non era mia intenzione farlo, tesoro mio"

Il purosangue fece una pausa, poi i suoi occhi si fecero più cupi e preoccupati.

"Le cose si stanno mettendo male, Yuuki. Temo che, presto, succederà l'inevitabile e...neanche io sarò in grado di impedirlo. Ho bisogno di qualcuno che ti stia a fianco, quando io non posso farlo"

"L'inevitabile?! Non capisco...di che cosa stai parlando?"

"Della guerra"


Zero uscì dalla stalla, ancora scosso, e s'infilò le mani in tasca; come l'ebbe fatto, però, sentì della carta sotto le dita: la lettera di Cross! Non l'aveva ancora letta...

Si fermò, dov'era, e ruppe la busta, un pò controvoglia.

Il ragazzo sbarrò gli occhi: diceva, in sintesi, che era intenzione dell'attuale Presidente dell'Associazione...nominarlo vice Presidente!


Vice Presidente?! A diciotto anni?! Un vampiro ex-umano, oltrettutto?! Non si era mai sentita una cosa simile! Cross doveva essere impazzito!

Senza pensarci, si diresse a passo di marcia verso l'ufficio del Direttore, intenzionato a rifiutare l'incarico...


Sapeva bene quali erano i compiti spettanti al Vice Presidente: consigliare il Presidente riguardo le decisioni importanti, il che includeva, oltretutto, la responsabilità su vita, morte, giudizi e incarichi di troppa gente, presiedere alle riunioni ufficiali ed esserne parte attiva, avere direttamente a che fare con il Consiglio dei vampiri...

No, non faceva per lui, soprattutto perchè non gli sarebbe più stato concesso di andare a caccia con gli altri hunters e sarebbe potuto intervenire "fisicamente" solo in casi eccezzionali.

La caccia era l'unica cosa che lo manteneva lucido, con i piedi per terra, non avrebbe permesso che gliela portassero via.

Spalancò la porta dell'ufficio di Cross, senza neanche bussare.

L'uomo, chino su una pila di documenti necessitanti della sua firma, alzò gli occhi, incuriosito.

Zero sbattè sulla sua scrivania la lettera, aperta, palesemente irritato.

"Che cos'è, questa storia?!" esclamò.

L'altro gli sorrise.

"Sapevo che avresti reagito così, Kiryu" osservò.

"E allora, se già lo sapeva, me l'ha consegnata con il solo scopo di farmi alterare?!"

"Certo che no. Si tratta di una decisione presa, dal sottoscritto, dopo attenta considerazione...e con l'appoggio degli hunters veterani, Yagari compreso" rispose lui, pacato.

Zero sbuffò, sedendosi.

"Non voglio farlo" decretò, deciso.

Cross si sistemò gli occhiali, lanciando al ragazzo un'occhiata ricca di significato.

"Vuoi la verità?" domandò, poi.

L'hunter corrugò la fronte, confuso.

"Vorrei che smettessi di andare a caccia, per un pò, e ho pensato che occuparti di "questioni burocratiche" ti avrebbe fatto bene e ti avrebbe tranquillizzato"

L'altro scosse la testa, incredulo.

"Io sono nato per cacciare, non per sedere allo stesso tavolo e stare a discutere con vecchi vampiri aristocratici dalla puzza sotto il naso!" replicò, infervorato.

"Secondo me saresti un ottimo Vice, invece. E diverresti, automaticamente, il primo candidato a diventare Presidente, al mio ritiro...o alla mia morte. Considera il "perido Vice" come una specie di allenamento a quello che ti aspetta in futuro"

Presidente?! Lui?! Per l'amor del cielo, non se ne parlava neanche!

"Non ho mai chiesto di essere eletto Presidente!"

"Lo so, ma ciò non toglie che tu sia comunque il più forte; nell'Associazione ha sempre funzionato così: il più forte vince. Capisco che, al giorno d'oggi, il concetto possa suonare piuttosto primitivo, ma, d'altronde, anche il nostro lavoro ha sempre avuto un non so che di assolutamente primitivo"

"Non insista" ribadì Zero, serio.

"In teoria, essendo una mia direttiva, non sarebbe argomento di discussione, ma un ordine da rispettare" commentò Cross, furbetto.

Zero lo fulminò.

"Però, trattandosi di te, ti do l'opportunità di scegliere se accettare o meno l'incarico. A patto che tu ti prenda un pò di tempo per rifletterci su. Okay?" aggiunse il Direttore.

L'hunter alzò gli occhi al cielo.

"Non cambierò idea: la risposta è no" asserì, perentorio.

"Prenditi pure tutto il tempo che riterrai opportuno. Non accetto un no, non ora" concluse l'uomo.

Zero lo fissò, per un minuto, tentando di fargli cambiare idea e costringerlo ad ammettere sconfitta...ma, vedendo che Cross non sembrava voler demordere, si alzò, arrabbiato, ed uscì dall'ufficio, sbattendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 9
*** Demoni (capitolo 9) - parte 1° ***


Demoni (capitolo 9) - parte 1°

"Le conseguenze delle nostre azioni ci afferrano per i capelli, molto indifferenti al fatto che nel frattempo ci siamo 'migliorati'" (Nietzsche)

Yuuki era seduta davanti allo specchio della sua stanza e si stava intrecciando i capelli, sopra una spalla.

Kaname l'aveva messa al corrente della situazione in cui versavano le ultime famiglie di purosangue rimaste, di aver mandato Ichijo in avanscoperta da uno dei loro membri, di aver perfino fatto recare Ruka e Kain dal capo famiglia di un'altra...non era stato preciso sul "chi, come, quando, perchè, ecc.", le aveva dato una semplice impolverata sulla gravità dello stato attuale delle cose che, a suo parere, stava per scoppiare.

Non era stato necessario precisare che anche gli hunters sarebbero stati coinvolti e costretti a prendere la parte di qualcuno...il che, ovviamente, includeva Zero.


Chissà se, da parte sua, l'Associazione Hunter era al corrente di tutto? E, ammesso che lo fosse, come avrebbe deciso di comportarsi? E, cosa ancora più importante, dalla parte di chi si sarebbe schierata?

Il fatto che Onii-sama, che la teneva sempre all'oscuro di tutto, l'avesse ammonita, seppur in minima parte, sulla situazione, era chiaro segnale della sua gravità.


Era addirittura andato da Zero, solo per fare in modo che lui l'aiutasse in caso fosse stato necessario...questo stava a significare che l'aveva messo al corrente di tutto? Oppure no? L'Associazione aveva fatto in modo che tutti i suoi hunters fossero all'erta, per non farsi trovare impreparati dal pericolo?

Sospirò, preoccupata, e guardò il suo riflesso: quegli occhi scuri, la pelle candida, i lunghi capelli neri...proprio come quelli dell'ancestress...ora che ci faceva caso, sapendo che erano parenti, trovava che il volto del Direttore fosse molto simile a quello di Hinara; gli stessi capelli biondi, il viso sottile, gli occhi chiari così limpidi, persino le espressioni.


L'antico capo degli hunters e la sua antenata erano come il giorno e la notte: lui così "chiaro" e lei così "scura", lui la colonna portante dei cacciatori di vampiri e lei la signora delle sue prede...così diversi...però, in un certo senso, proprio per questo si completavano a vicenda, combaciavano l'uno con l'altro alla perfezione: "Due continenti situati in zone della terra diametralmente opposte finiscono per toccarsi, proprio perchè sono così lontani che la fine di uno coincide con quella dell'altro". Chi gliel'aveva detto, questo?

Era un pò come per lei e Zero, pur essendo così diversi, le loro situazioni erano molto simili...


Lui si aggrappava alla sua umanità, ma la sua natura di vampiro era così pressante da fargli quasi perdere la testa; lei si aggrappava alla sua natura vampira, ma la sua umanità era ancora troppo presente in lei e la soffocava.

Si toccò il braccialetto sul polso sinistro e due lacrime scesero sulle sue guance.


Zero le mancava così tanto...il dolore al petto e quello allo stomaco si presentarono con uguale intensità, nello stesso momento. Entrambe le sue "metà" avvertivano la sua assenza, si quella umana che quella vampira.

Forse aveva ragione Aidoh...doveva parlare con Zero...cioè, non è che "dovesse" parlare con lui...era solo che...desiderava farlo. Aveva la sensazione, la certezza che non aveva mai lasciato la parte del suo cuore che sarebbe appartenuta sempre solo a lui, che non le avrebbe mai, comunque, fatto del male. Se lei avesse tentato di parlargli, lui l'avrebbe per lo meno lasciata fare.

Kaname era fuori, scrisse un biglietto per lui, che consegnò a Seiren, si vestì e fece per uscire, dalla porta posteriore della casa.


Il perchè di quel suo atteggiamento da "ladro in fuga"...non avrebbe saputo spiegarlo.

Com'ebbe aperto la porta, si ritrovò faccia e faccia con Aidoh, che rientrava in quel momento.

"Yuuki Cross!" esclamò il nobile.

La ragazza uscì e si chiuse la porta alle spalle.

"Cosa stai combinando?" le chiese, accigliato.

"Niente, sta tranquillo" lo rassicurò Yuuki, sorpassandolo.

Il ragazzo l'afferrò per un braccio.

"Aspetta un attimo...Kaname-sama lo sa, dove stai andando?" domandò Aidoh, con aria eloquente.

"Tu, che ne sai, piuttosto!?" esclamò lei.

"Basta guardanti in faccia...sei un libro aperto" replicò lui.

Yuuki distolse lo sguardo, poi scosse la testa.

"Gli ho lasciato un biglietto, ora è uscito, però gli ho detto che avevo una cosa da fare, che sarei tornata il prima possibile e di non stare in ansia per me" aggiunse.

"Quindi lo sa" borbottò Aidoh.

La ragazza divenne rossa.

"Non avevo intenzione di farlo, pensavo che la lettera sarebbe stata sufficiente...ma, ripensandoci, è stata inutile. A parlare sono bravi tutti" disse.

Il nobile la lasciò.

"Sei tu, il primo che mi ha consigliato di farlo!" esclamò Yuuki, vedendo il ragazzo ancora perplesso.

"Infatti...fai bene. Avresti dovuto farlo prima" fece lui.

I due si guardarono, per un attimo.

"Cos'è che ti ha convinta a farlo?" le chiese.

"Delle cose che mi ha detto Kaname...devo accertarmi che Zero sia al sicuro...e che non venga colto alla sprovvista"

"Di cosa stai parlando?"

"Lo saprai a breve...che tu lo voglia o no" replicò Yuuki.

Silenzio. La ragazza finì di abbottonarsi il cappotto tirò su il cappuccio; erano circa le sei del pomeriggio, l'aria era molto fredda, il sole già calato.

"Vuoi che venga con te?" le domandò Aidoh.

No. Devo riuscire a cavarmela da sola, almeno questa volta" rispose Yuuki, risoluta.

"Portati almeno Artemis, Kiryu potrebbe essere di cattivo umore" commentò il nobile.

Lei lo fulminò.

"Non mi sarebbe di alcuna utilità"

"ne sei certa?"

Yuuki sbuffò:


Sei tu, quello che mi ha spinta a..." tentò di ribadire.

"So perfettamente tutto quello che ti ho detto, ma mai ho aggiunto 'Vacci disarmata!'"replicò l'altro.

Si squadrarono a vicenda, poi la ragazza risacchiò.

"Sei carino, a preoccuparti per me, Aidoh-senpai"

Lui puntò lo sguardo a terra, imbarazzato.

"Sono serio, sai? Non hai fatto caso allo sguardo da matto che ha, ultimamente?" le fece presente.

Yuuki si rabbuiò...

"C'è qualcosa che lo inquieta e lo tormenta...l'ho percepito. Forse posso fare qualcosa per lui" asserì.

"Io non credo che la cosa sia così semplice" la contraddisse il nobile.

"Tu non lo conosci. Io sì" concluse lei, voltandosi.

"Ci vediamo presto" aggiunse, incamminandosi in direzione del cancello.

"Sta attenta" bisbigliò Aidoh.


Il ragazzo restò a guardare il retro della sua figura minuta, sinceramente preoccupato, finchè questa non fu inghiottita dalle tenebre.

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Capitolo 10
*** Demoni (capitolo 9) - parte 2° ***


Demoni(capitolo 9)- 2° parte

"Chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l'abisso ti guarda dentro"(Nietzsche)

Zero stava rientrando a casa, dopo aver litigato sia con Kaito che con Yagari. Aveva espresso loro il suo disappunto riguardo la decisione di Cross di fare di lui il Vice Presidente e i due gli aveva dato addosso, ribadendo il suo "essere il più forte", quasi come se questo rendesse obbligatoria la sua nomina.


Sbuffò sonoramente, stanco di sentirsi ripetere sempre la solite cose: se essere il più forte doveva obbligarlo ad essere ciò che non voleva essere e a fare quello che non voleva fare...allora ci rinunciava più che volentieri. Non gl'importava, non se ne faceva nulla; la forza necessaria ad uccidere i vampiri gli era sufficiente, non ne voleva altra.

E pensare che era tutta colpa dei Kuran...soprattutto di Yuuki, dalla quale aveva bevuto tutto quel sangue. Non lo avesse mai fatto!


Come la sua mente ebbe figurato l'immagine dell'ultima volta in cui le sue labbra avevano toccato il collo di lei, sentì una fitta allo stomaco; il fotogramma del viso di Yuuki, i suoi grandi occhi e il suo sorriso gli fecero palpitare il cuore.

Aveva ormai capito da tempo che lei non sconvolgeva solo la sua natura di vampiro, ma anche quella umana. Si era accorto che, tutte le volte che aveva preso il sangue di Yuuki, il suo cuore aveva battuto all'impazzata, la sua mente si era inebriata, le sue mani avevano tremato...e si era ritrovato a volerla anche baciare. Perché? Una cosa non c'entra nulla con l'altra, no?

Lui associava la "fame" alla caccia...uccideva gli altri vampiri, non perchè volesse il loro sangue, ma per tentare di non pensare alla fonte dei suoi sanguinosi pensieri.
Certo, la sete terribile era pur sempre sete, il sangue di chiunque sarebbe stato meglio di niente; lui, tuttavia, si ostinava ad imbottirsi di pastiglie ematiche, senza neppure considerare l'idea di nutrirsi di qualcuno. E la cosa più sconcertante di tutte...era proprio che questo non era una suggerimento del suo "istinto", ma...della sua parte cosciente. Non voleva, di proposito, nè assaggiare, nè desiderare il sangue di qualcuno che non fosse "lei".

Il profumo non sarebbe stato lo stesso, il gusto non sarebbe stato lo stesso e, soprattutto, la sensazione di appagamento non sarebbe certamente stata la stessa.

"Io volevo solo il tuo sangue, Yuuki...", le sue stesse parole si espansero nella sua mente, come un eco...

"Che idiota" pensò lui "certe cose non andrebbero dette"

Oltretutto, non era esattamente quello che avrebbe voluto dirle, non sapeva il reale motivo di una sparata simile.
Lui le voleva dire...che, lei, per lui...perchè, istintivamente, in quel frangente, il suo inconscio aveva tirato in ballo il sangue? C'era qualcosa che non gli quadrava.

Poi, aveva sentito qualcosa, nel sangue di lei, un calore strano, un'emozione intensa, molto più forte del solito e, sopraffatto dal momento e dallo sgomento, l'aveva baciata; era stato come se, tramite il sangue di Yuuki, tutti quei sentimenti si fossero aggiunti a quelli che già appartenevano a lui e gli avessero fatto venire istintivo il cercarle le labbra.

"Io voglio solo il sangue di Onii-sama...", quelle parole erano state come un pugno allo stomaco, ispiegabilmente...sostituite, un attimo dopo, da una malsana euforia, non appena aveva percepito...che non era vero.
Forse era stato quello, a farlo scattare.

La sua mente ritornò, poi, al "quasi morso" nella camera del rifugio per hunters.
Solo ripensandoci, parecchio, era arrivato all'unica conclusione sensata che potesse essere tratta a riguardo: se l'aveva lasciata fare...era stato perchè aveva desiderato quel morso; sentire le labbra di lei sulla pelle, i canini perforargli il collo, la ligua succhiare il sangue e il rumore di questo mentre gli veniva succhiato.

L'unica persona che, fino a quel momento, lo avesse mai morso era "quella donna"...sul primo morso, subito quand'era piccolo e ancora umano, soprattutto a causa della scena atroce di cui era appena stato spettatore, aveva avuto degli orribili incubi per anni, era stato uno shock, un trauma profondo.
Il secondo, risalente a più di un anno prima, era stato qualcosa di diverso...lui odiava con ogni fibra del suo essere, quella maledetta, e lei l'aveva tenuto fermo, tra le sue grinfie, impedendogli di muoversi, grazie ai suoi poteri di purosangue e sire, però...anche se Zero non lo avrebbe mai amesso, mai, a nessuno, la sensazione che aveva provato, in quanto vampiro, era stata...strana...così piacevole da fargli girare la testa...che fosse quel brivido, la ragione dell'ossessione dei vampri per i morsi?

Se quella era la sensazione con qualcuno di odiato, come poteva essere con qualcuno di amato?

Con Yuuki, poco tempo prima, voleva solo...provare quella sensazione, sentire quel brivido...sentire Yuuki.
La repulsione verso di lei e la sua razza e i sentimenti che non riusciva a sopprimere in alcun modo erano mixati insieme, pulsavano, creavano una pressione fortissima e...lo facevano diventare una bestia. E, allora, uccideva...

Dopo non stava meglio, però riusciva a sfogare tutto il caos che aveva dentro, solo in quel modo. L'unico che avesse.

Più odi e più vuoi? O...più ami e più vuoi? Come funzionava?

Arrivò davanti alla porta di casa sua, quasi senza accorgersene. Poggiò la mano sulla maniglia della porta e...si fermò.


No...non era possibile...lo stomaco gli si aggrovigliò, il cuore prese a palpitare.

Quell'odore...lo stesso che lo perseguitava da un anno, ormai. Lo sentiva, distintamente.

Estrasse la Bloody Rose, allungò il braccio lungo il corpo, la tenne in basso; entrò nell'appartamento, deciso. Accese con un colpo la luce e se la trovò davanti.
Era in piedi, accanto alla finestra, quella vicina al letto dell'hunter, avvolta nello stesso cappotto dell'ultima volta che si erano visti.

Com'era entrata?...Ah...certo, aveva dimenticato di chiudere la porta, quella mattina, quand'era uscito. Come si fa a dimenticarsi di chiudere casa propria?!

Si guardarono, seri e silenziosi.

Lui strinse più forte la pistola, ma la tenne nascosta.

Yuuki fissava gli occhi di lui, mentre si coloravano di rosso acceso.
Zero lo sentiva, che gli stava succedendo, ma non poteva fare nulla, a riguardo.

Fu solo nell'istante in cui vide gli occhi di lei fare altrettanto, che si decise a frapporre la Bloody Rose fra loro.

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Capitolo 11
*** Sempre vampiri (capitolo 10) ***


Sempre vampiri (capitolo 10)

"Il tuo atteggiamento può superare ogni singolo ostacolo" (Frank Maguire)

Zero alzò la pistola, d'istinto, non appena vide gli occhi di Yuuki mutare colore.

"Zero..." fece lei, avanzando.

Lui indietreggiò di un passo.

"No. Non ti avvicinare" sibilò, accigliato.

Lei arretrò a sua volta, turbata. Non voleva irritarlo più del dovuto.

I due continuarono a fissarsi, rosso nel rosso, per un minuto.

"Cosa sei venuta a fare, qui?"

La ragazza tirò giù il cappuccio e si scostò i capelli dalla faccia.

"Volevo parlare con te" rispose, molto schiettamente.

L'hunter non abbassò la guardia, si limitò ad alzare un sopracciglio. Stava facendo una gran fatica, a mantenere un'aria quasi credibile.

"Sarebbe...la seconda parte del delirio, questa? Prima la lettera senza senso e adesso la visita di persona?!"

"Mi dispiace, per quella lettera. Mi rendo conto, ora, di quanto fosse fuori luogo ed inappropriata...solo, non sapevo cos'altro fare"

"Non dovevi fare niente! Dovevi startene tranquilla, ecco cosa dovevi fare!" esclamò lui.

Era nel pallone...non sapeva perchè, ma riusciva a stento a ragionare. Tra la testa che girava, il cuore che palpitava, lo stomaco che reclamava, l'irritazione, la frustrazione, la rabbia, il rancore e la mano che reggeva la Bloody Rose che tremava, non avrebbe saputo dire cos'era peggio.
Senza quasi accorgersene, la sua mano sinistra stava già frugando nel cappotto, alla ricerca della scatoletta; la trovò, la sfilò dalla tasca, ma gli scivolò e cadde per terra. Le pastigliette bianche si sparsero sul pavimento.

"Dannazione!" sbraitò.

Yuuki, inaspettatamente, si mise in ginocchio, mentre gli occhi di lui seguivano, stupiti, i suoi movimenti, e prese a raccogliere le palline candide.

"Da quando...puoi prendere questa roba?" gli chiese.

Zero non rispose subito: era una bella domanda. Ovviamente, se l'era posta lui stesso, tempo addietro; non ne aveva la sicurezza assoluta, ma era quasi certo che fosse stato il sangue dei Kuran, mischiato al suo, assorbito dal suo corpo, che scorreva nella sue vene, ad avergli fatto superare il rigetto delle pasticche.

"Da un pò" rispose, poi.

A Yuuki si strinse il cuore: se lo immaginava, tutto solo, in quella stessa stanza, a riempirsi di pastiglie ematiche, per sopprimere i sintomi dell'astinenza.
Com'ebbe terminato di riempire la scatola nera, alzò lo sguardo sull'hunter, e gli domandò:

"Quindi, tu, non...non hai più bevuto il sangue di nessuno?"

Lui la fulminò.

"Ma che razza di domanda è, questa?!" sibilò.

"Cos'è che vuoi, da me?!" aggiunse.

"Sono venuta per avvertirti. Kaname mi ha detto delle cose..."

"Quello che Kuran dice, non mi riguarda" replicò il ragazzo.

"Ma io..." tentò lei, avvicinandosi nuovamente.

Zero alzò ulteriormente la pistola, puntandogliela dritta in faccia.

Yuuki allungò il braccio e gli tese la scatoletta, adagiata nella sua mano destra. Lo guardava, con una strana espressione, gli occhi ancora rossi.

"Zero...voglio solo parlarti. Ci sono cose che devi sapere...non ti toccherò, non mi avvicinerò neanche, però tu concedimi due minuti, due minuti. Poi me ne andrò, te lo giuro" ribattè Yuuki, in tono di supplica.

Zero sembrò rifletterci un attimo, poi, lentamente, abbassò la Bloody Rose; ripose l'arma nel portapistole allacciato sul suo petto e sedette sul letto.
Si sentiva pesante ed esausto, senza un reale motivo.

Yuuki approfittò del suo momentaneo rilassamento, per continuare il discorso:

"Le famiglie di purosangue sono sull'orlo di far scoppiare una guerra, tra loro, solo per ottenere gli uni i poteri degli altri; qualcuno si sta divertendo a vampirizzare più umani possibile, per cercare di creare una sorta di esercito e sconfiggere le altre famiglie, diventando sovrano dei vampiri"

"Lo so. Lo sappiamo tutti da un pezzo, noi dell'Associazione, e siamo anche quasi del tutto certi di sapere chi sia, la stiamo pediando da un pò" replicò lui.

"Quindi...sarebbe una donna?!" esclamò lei.

"Sarebbe una vampira" precisò l'hunter "Sì...la conosci pure tu, era a quella festa anche lei. La stessa che ha usato quell'hunter per uccidere il suo fidanzato"

Cosa?? Era Sara?? Sara aveva vampirizzato quell'hunter e fatto ammazzare il suo fidanzato? Kaname non gliel'aveva detto, questo...ed era sempre lei, a tramare per uccidere tutti i purosangue, vampirizzando gli umani, per diventare regina?!
Chissà se Kaname ne era al corrente? Certo...lui sapeva sempre tutto; il fatto che non lo avesse detto a lei, non era sintomo d'ingnoranza...

"Per quanto riguarda gli altri" risprese Zero "sono tutti più o meno alla stregua del ragazzino che ti ha ferita, al cimitero, e finiranno per distruggersi tra loro; è nella natura dei sangue puro...Kuran compreso, non t'illudere che lui sia il solo a non avere fini loschi o che abbia la coscienza pulita" concluse, con una punta d'acidità nella voce.

Yuuki abbassò lo sguardo: non era necessario che Zero glielo dicesse...sapeva bene di cosa era capace Kaname e quello che aveva fatto.

"Questo è quanto?" chiese lui.

La ragazza non rispose, ma azzardò due passi avanti. L'hunter non si mosse, nè reagì, per cui avanzò ulteriormente, fino a ritrovarsi di fronte a lui.
Zero alzò lo sguardo su di lei, in silenzio.

Gli porse la scatoletta, sorridendo.

"Ti trovo piuttosto bene, nonostante tutto" asserì, gentilmente.

Poteva sentire, anche in quel momento, il peso che stazionava sul cuore di Zero...tuttavia, sentiva anche che, nei suoi confronti, il suo stato d'animo si era un pò ammorbidito. Era un minuscolo cambiamento, che, però, la faceva sentire felice.

Lui prese la scatoletta dalla sua mano, sfiorandola appena, e sentì le vene del braccio pulsare dolorosamente.
La portò alla bocca e ne trangugiò qualcuna.

Diede uno sguardo a Yuuki, poi le allungò la sua "medicina".

Lei inarcò le sopracciglia, sorpresa.

"Puoi prenderla, se ne hai bisogno, tanto io ne ho un sacco" le disse.

Lei si rese conto, solo dopo aver udito quell'affermazione, di avere gli occhi rossi. Come aveva fatto a non accorgersene? Sentì le guance scaldarsi, per l'imbarazzo.

"No, io...non posso prenderle" sussurrò.

"Come, non puoi prenderle? Se le posso prendere io, certamente puoi anche tu. Sono fatte apposta" la contraddisse Zero.

"Bhè, non è che "non le possa prendere", però...Kaname mi ha chiesto di non farlo" replicò, sincera.

L'hunter non ribadì nulla, poi rimise la scatoletta nera al suo posto, nella sua giacca.

"Come non detto" concluse.

Si alzò, levandosi il cappotto. Yuuki sentì il suo odore spargersi per tutta la stanza e il cuore prese a batterle, molto forte.

"Io ho da fare, ora...devo cambiarmi e...tornare all'Associazione, quindi..." borbottò, di spalle, diretto al bagno.

Yuuki prese coraggio, respirò, poi gli disse:

"Vorrei poter fare qualcosa per te...vorrei poterti aiutare, in un qualche modo"

Zero si fermò, senza voltarsi, e ribattè:

"Mi sa che non sono io, quello che ha più bisogno d'aiuto, qui"

"Perchè dici questo?"

"Perchè? E mi chiedi anche perchè? Sei seria?...Ma la cosa non mi riguarda, come i miei "problemi" non riguardano te"

"Lo so che non ho il diritto di pensare a te, ma non posso neanche impedirmi di farlo!" esclamò lei.

"Cerca di contenerti, no?! Cosa sei, una bambina di cinque anni che non è in grado di avere un pò di auto-controllo?! Tieni a freno questo tuo fastidioso senso di protezione materna e non mi scocciare più di tanto!" ruggì l'hunter.

Yuuki sentì gli occhi bruciare...ma si sforzò di non piangere, non si sarebbe arresa. Questa volta ci avrebbe provato davvero. Gli aveva detto che non lo avrebbe fatto, che non avrebbe più pensato a lui, che non lo avrebbe più cercato, ma...c'era un legame, tra lui e lei, che, alla fine, la faceva sempre tornare da lui.

"Non sai di cosa parli, Zero"

Lui, a quel punto, si voltò:
"Non so di cosa parlo?! Sei tu, quella che non sa neanche da che parte è girata! Ma tu hai una vaga idea, di cosa io abbia passato in quest'anno?! Ce l'hai?! Perchè te ne esci, ora, dopo tutto questo tempo e vieni qui, a tormentarmi?! Perchè?!" urlò.

Stava perdendo il controllo...stava lasciando defluire, a fiume, tutto quello che aveva accumulato in quei lunghi mesi...non andava bene per niente. Ma non riusciva a riprendere padronanza di sè...l'odore di lei lo mandava in bestia, la situazione lo mandava in bestia, l'astinenza lo mandava in bestia, tutto lo mandava in bestia!

"Non sei ancora soddisfatta?! Non hai, forse, ottenuto tutto quello che volevi?! Hai aspettato che la tua vita fosse assolutamente perfetta e, ora, con la scusa di "mettermi in guardia" me la sbatti in faccia?! Sei venuta qui per questo?! Per farmi vedere la tua espressione compassionevole, mentre mi guardi come se fossi un cane bastonato?! Non la voglio la tua pietà, non me ne sono mai fatto niente, della pena di nessuno, e specialmente della tua!"

"Non sono qui perchè mi fai pena, non sono mai stata al tuo fianco per compassione, mi è sempre importato di te!" replicò Yuuki.

"Alla prima occasione hai preso e te ne sei andata, e te ne sei fregata di me, e non ti permettere di dire che non è così!"

"Tu mi hai detto di andarmene!"

"Lo so!..." esclamò Zero, esasperato. Stava dicendo un sacco d'idiozie..."Lo so...lo so!"

Non aveva senso, si stava contraddicendo.

Yuuki lo affiancò, afferrandogli un braccio.

"Mi dispiace, Zero" gli disse.

"Tu eri una vampira..." riprese lui "cosa avrei dovuto dirti? Tu sei una vampira!" esclamò, divincolandosi dalla presa di lei.

"Lo dici come se fosse colpa mia!"

"No, non ho mai pensato che fosse colpa tua. Ma, anche sapendolo, non cambia niente. Tu resterai sempre un vampiro...e io anche"

"Le cose non devono, per forza, essere così" replicò Yuuki.

"Sì, invece. Tutta la mia vita è stata la conseguenza di complotti e intrghi di voi dannati purosangue! E io sono stufo di essere utilizzato come un giocatollo, da te compresa! Non puoi fare tira e molla così, mi fai impazzire!" il tono della voce dell'hunter si era incrinato...sentiva il petto fare male.

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Capitolo 12
*** Rimedio (capitolo 11) ***


Rimedio ( capitolo 11)

“Non c'é nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri” ( Cartesio )

Forse non sarebbe dovuta andare a casa sua…alla fine, tutte le informazioni da lei ritenute preziose, erano cose che lui già sapeva. Si era lasciata prendere dal suo desiderio di rivederlo, era stata egoista, come sempre, e ora lo stava facendo soffrire di nuovo.

“Sembra che, comunque io mi muova, finisca per fare del male a coloro che amo di più. Forse, anche questo fa parte della mia natura” sussurrò Yuuki, con gli occhi bassi.

Zero, ora, era già dispiaciuto…la discussione era degenerata così in fretta che non aveva avuto il tempo di riflettere su quello che gli usciva dalla bocca. Covava una marea di sentimenti negativi, ma non per i motivi che credeva lei.
Il suo “codice d’onore” gli aveva sempre fatto pesare il debito di sangue che aveva con lei, le era grato, anche per il solo fatto di non aver reclamato il pagamento che le spettava, per riguardo ai suoi sentimenti.

Il loro passato, i ricordi del tempo trascorso insieme, erano ancora cari al suo cuore, nonostante si fossero trasformati in dolce-amaro, dopo i recenti avvenimenti. Lei aveva sempre amato un altro, l’hunter lo aveva sempre saputo, eppure gli era stata vicina ugualmente, lo aveva supportato, consolato, rincuorato, lo aveva trattato con gentilezza e aveva sorriso, quando lui ne aveva avuto bisogno. Le era infinitamente grato, per questo. Il debito “umano” che aveva nei confronti della ragazza era immenso.

“Tu hai fatto quello che hai potuto, per me. A prescindere da tutto, è qualcosa che ricorderò finché sarò vivo” disse, poi.

Yuuki si strofinò gli occhi, perché si sentiva così triste? Un macigno le opprimeva il petto e le impediva una normale respirazione. Non poteva dirgli quello che provava…anche perché, a dirla tutta, non sapeva con esattezza neanche lei che cosa fosse.
Quel senso di tepore che la invadeva…quando stava con lui il suo cuore si riempiva di tenerezza e il sorriso le sorgeva spontaneo sulle labbra. Abbracciarlo, accarezzarlo, per lenire le sue ferite e farlo stare meglio le era sempre venuto così spontaneo che, a volte, se n’era sorpresa persino lei.

Già quand’era umana, si era ritrovata a chiedersi, in determinate circostanze, quale fosse la natura dei suoi sentimenti per Zero.

Rammentava alla perfezione, le sensazioni provate quando l’aveva morsa l’ultima volta; da umana, seppur già scossa emotivamente, non avrebbe mai potuto arrivare al perché lei non avesse problemi a sopportare il dolore dei suoi morsi. Ma era stato dopo la sua trasformazione che la risposta si era mossa, all’interno del suo stomaco: era stato elettrizzante, tutto il suo corpo era in estasi, formicolava, il cuore le batteva all’impazzata…il dolore dei canini che laceravano la carne e la pressione della bocca e della lingua che succhiavano si erano trasformati in piacere. Questo era ciò che provava un vampiro, soprattutto quando a morderlo…era la persona da esso desiderata.

I due avevano allontanato lo sguardo, l’una dall’altro, Yuuki sentiva freddo, come se uno spiffero d’aria le stesse correndo lungo la schiena.

“Avrei potuto fare meglio…non ti ho leccato le ferite nella speranza che tu leccassi le mie…ma, alla fine, l’hai fatto lo stesso. Solo che, allora, non ne sapevo il motivo” replicò lei.

Zero la guardò…quello che aveva fatto, era il minimo che lei si potesse aspettare. Non era bravo nelle gentilezze verso il suo prossimo; forse aveva molto a che fare con i suoi sentimenti per Yuuki…o forse no. L’unica cosa di cui era assolutamente certo, era la consapevolezza che stare tanto vicino a qualcuno, dopo l’allontanamento suo e di Ichiru, era stata la cosa migliore che gli potesse capitare.

“Succede così, con le persone gentili. Almeno, per me è stato così in parte, c’erano anche altri fattori…però, il crogiolarsi nelle cure di chi è di natura amorevole, è una tentazione forte. Non ho resistito” disse Zero.

La ragazza era stranita…vista attraverso gli occhi di Zero, figurava come una persona buona…quando, dopo tutti gli esami di coscienza che, in quell’anno di “reclusione”, aveva avuto il tempo di farsi, aveva constatato di non essere per niente così.
Lei conosceva bene Zero, lo conosceva da più di cinque anni, ed era consapevole della sua di natura: sotto la facciata da rude che aveva eretto nel corso degli anni, per difesa personale, stava un cuore ferito, ma grande, un anima che era stata dannata, ma intatta…lo aveva sempre potuto vedere dal suo sguardo: quegli occhi così limpidi, non avevano avuto segreti, per lei. O almeno così credeva.
Ora, da vampira, poteva capire il significato delle parole di lui, dell’ultima volta che si erano visti: “Io desideravo solo il tuo sangue, Yuuki”; per lei era stato un messaggio forte e chiaro…che poi la sua uscita fosse stata involontaria, ne era quasi sicura, ma…il bacio…da parte di lui, che ragionava ancora praticamente come un umano, era inequivocabile.

“Io ho fatto la stessa cosa, con te. Mi sono sempre approfittata della tua gentilezza…”

“Tu ne avevi tutto il diritto, te l’ho sempre detto: non sarebbe stato comunque sufficiente a ripagarti” replicò lui.

La vampira fece un passo, per avvicinarsi a lui, e allungò la mano, fino a toccare la sua…che strano…era calda…ricordava di averlo sempre sentito piuttosto freddo; ma, ora che anche il calore del suo corpo era stato portato via, percepiva il calore della sua pelle.

Lui non si allontanò, né si mosse, stava per esplodergli il braccio, la pressione era quasi insopportabile, ma non voleva che lei lo sapesse…i suoi turbamenti interiori erano solo suoi. Sarebbe stato un impiccio per entrambi, farli emergere.

Iniziò a tremare…si sentiva così idiota, sembrava un ragazzino che vede la fidanzatina dopo tanto tempo…ormai era cresciuto, accidenti! Gli spasmi da adolescente in calore…non era proprio il caso che si presentassero ora!
Tuttavia, si sentiva…com’era la parola adeguata? Ah,ecco…felice? No, non proprio…forse era meglio dire…non infelice. Il fatto che, a parte tutto, fosse stata lei, ad andarlo a cercare, se da un lato lo faceva arrabbiare, dall’altro…

”Ma…”fece, senza neanche accorgersene. Il suo sguardo era stato catturato da qualcosa di metallico, che sporgeva dall’orlo della manica di Yuuki…qualcosa di famigliare…
Prese la mano di lei e se la portò vicino agli occhi, scoprendole il polso.

Lei divenne rossa…era stata una svista, non aveva previsto che lo vedesse, ma aveva dimenticato di toglierlo, prima di uscire di casa.

“Lo porti ancora al polso?” chiese, stupito.

Lei annuì, senza guardarlo.

Silenzio…Yuuki spostò lentamente lo sguardo. Si aspettava che un “Perché?” uscisse dalla bocca di Zero, ma così non fu. Vide, però, il rosso dei suoi occhi accendersi di più, l’espressione del suo viso cambiare…poteva sentirlo, sentiva il vampiro dentro di lui che si stava scuotendo.

L’hunter aveva le vertigini…era stata una mossa azzardata, spostando quel piccolo lembo di tessuto, alla semplice altezza del petto, aveva sollevato abbastanza odore da fargli venire una voglia spietata di azzannarla.

La lasciò andare, di scatto, voltando la testa, me sentì la mano di lei afferrare il suo, di polso.

La guardò nuovamente, sconcertato. Lei era seria e il suo sguardo scuro trafiggeva quello chiaro di lui.

“Un anno è tanto tempo…ancora oggi, l’unica cosa concreta che posso fare per aiutarti…è questa. Adesso posso davvero capirlo, a differenza di allora” sentenziò, risoluta.

“Non voglio farlo” disse lui, terrorizzato al solo pensiero di poter tornare, nuovamente, ad essere dipendente dal suo sangue.

Strattonò la presa, per liberarsi, ma lei lo afferrò più saldamente, anche con l’altra mano. Lo guardava dritto negli occhi, caparbia, non c’era un barlume d’incertezza in lei.

“Perché mi stai facendo questo? Perché continui a provocarmi?” sibilò Zero, tra i denti.

“Non posso sopportare di sapere che stai male” rispose.

“Sei tu che mi fai stare male!” esclamò lui.

“Lo so…ed è per questo che è mio compito offrirti un rimedio” concluse lei.

Lui corrucciò la fronte, allungò un braccio, l’afferrò per il colletto del cappotto e con un colpo secco la tirò a sé.

Si abbassò, per far sì che i loro visi si trovassero uno di fronte all’altro, per poi sussurrarle, nell’orecchio:
“Te ne pentirai…”

Yuuki non rispose, si limitò a slacciarsi i primi bottoni della giacca. Zero le mise una mano sulla nuca, le spostò i capelli e le poggiò la bocca sul collo.
Aveva superato la linea…era cosciente…di non avere scampo, non sarebbe riuscito a trattenersi oltre. Era un debole!

L’hunter stava ansimando, Yuuki poteva sentire il suo fiato sul collo…

“Zero!” urlò qualcuno, battendo forte sulla porta.

Lui, come “risvegliato” da quel rumore improvviso, sembrò tornare in sé, e si staccò bruscamente da lei.

“Zero, ci sei??! Sono Kaito, Cross ha chiamato, è un’emergenza!”

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Capitolo 13
*** Allarme (capitolo 12) ***


Allarme (capitolo 12)

“L'unica difesa contro il mondo è conoscerlo bene” (Locke)

Zero cadde a terra, seduto, le mani strette attorno alla testa, dolorante; sentiva una pressione fortissima al cranio, come se stesse per scoppiargli.

“Zero!” urlò nuovamente Kaito, sbattendo violentemente il pugno sulla porta.

Yuuki era pietrificata: il ragazzo alla porta doveva essere un altro hunter…non avrebbe dovuto trovarla lì!

“Ma tu guarda se mi tocca usare la chiave!” sbraitò Kaito, sbloccando la serratura.

L’altro hunter, appena sentì i suoi passi sul pavimento, alzò lo sguardo, la gola in fiamme e gli occhi lampeggianti.

“Tanto so che sei qui e…!” Kaito s’interruppe, bloccandosi con la mano ancora sulla maniglia.

Seguì un lunghissimo minuto, in cui l’unico rumore udibile era il respiro affannato di Zero. I tre si guardarono…poi, con uno scatto, dopo aver visto lo stato del suo vecchio compagno d’armi, Kaito estrasse la pistola dal cappotto e gliela puntò al petto.

Yuuki, rapidissima e spaventata, si parò davanti a Zero, allargando le braccia.

“Fermo, fermo! Non…lo fare” disse, allarmata.

Kaito spostò la traiettoria da Zero al viso della ragazza, accigliato.

“Che sta succedendo, qui? Zero…hai una crisi?” domandò, senza staccare gli occhi da quelli di lei.

L’altro respirò a fondo, poi rispose, sbottonandosi la camicia, per tentare di respirare meglio:
“Va tutto bene…solo un attacco di fame, niente di serio” lo rassicurò.

“Ne sei certo?” insistette Kaito, sospettoso.

“Sì. So che non vedi l’ora di farmi fuori, ma mi sa che ti toccherà aspettare ancora un po’” borbottò, in tono più leggero, per cercare di tranquillizzare l’hunter.

L’espressione del ragazzo sembrò rilassarsi. Ma non abbassò l’arma.

“E tu, vampira?” chiese a Yuuki, con un ringhio.

Lei non rispose, conscia di avere ancora lo sguardo rosso.

“Lasciala stare, Kaito…se ne stava andando” intervenne Zero, alzandosi, lentamente.
Aveva ripreso padronanza di sé, il dolore alla testa era sparito, il bruciore alla gola si era affievolito, il respiro si era normalizzato, le vene non pulsavano più…l’unica traccia rimasta del suo stato d’animo era il colore dei suoi occhi.

L’altro, seppur ancora piuttosto perplesso, rimise la pistola nel cappotto e si avvicinò a lui.

“Hai bisogno di qualcosa?” gli chiese.

“Solo delle mie pastiglie” rispose Zero, andando verso il suo letto, per poter usufruire del contenuto della famosa scatolina nera.

Mentre ingurgitava un po’ di pasticche ematiche e Yuuki si riallacciava il cappotto, Kaito venne colto da una folgorazione improvvisa, su quello che stava succedendo, o stava per succedere, considerata la mancanza di sangue, prima che facesse irruzione nell’appartamento.

“Zero…gli atti di vampirismo gratuiti non sono permessi, tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro. Dovrei fare rapporto all’Associazione, per questo” esordì.

L’hunter si voltò, già alterato.

“Per “questo”, cosa? Io non ho fatto proprio niente”

“Ah, davvero?!”

“Sì, davvero!”

“Magari non adesso, ma chi mi assicura che tu non l’abbia già fatto?! Chi mi da la garanzia che tu non ti sia nutrito nuovamente del sangue di questa sangue puro?!”

Zero scattò, facendo due passi in avanti.
“Se stessi banchettando con il sangue di un sangue puro non avrei certo quest’aspetto, non mi avresti trovato spalmato sul pavimento con tutto a pezzi! Ma tu lo sai come funzionano queste cose, Kaito, dopo tanti anni che hai a che fare con ogni genere di vampiro o non l’hai ancora capito?!” sbraitò.

“Stai perdendo il controllo?” fece Kaito, serio, per nulla toccato dal cambio di tono del ragazzo.

L’altro gli diede le spalle, senza rispondere.

Yuuki fece per dire qualcosa, addolorata per la situazione in cui Zero era finito per colpa sua, ma Kaito la precedette:

“Zero, stai perdendo il controllo?” ribadì, facendo un passo avanti.

L’hunter si girò, nuovamente, gli occhi sempre più rossi.

“L’ho già perso il controllo, è successo la prima volta che ho bevuto del sangue e mi sono trasformato definitivamente in un vampiro! Il controllo ha smesso di esistere, a partire da allora!” urlò.

Dannazione, Kaito aveva la lingua più tagliente di un rasoio. Era riuscito, con due parole, a farlo nuovamente infuriare. Che giornataccia…

“Ti prego, non te la prendere con lui, è colpa mia, è solo colpa mia, sono io che sono venuta qui, per vederlo, lui non c’entra nulla!” esclamò Yuuki, frapponendosi nuovamente tra i due.

“Yuuki, sta zitta!” l’ammonì Zero, istintivamente, per far sì che non peggiorasse la situazione.

Lei restò di sasso, un secondo: era così tanto tempo…che non udiva il suo nome pronunciato da lui, con la sua voce. Sentì lo stomaco aggrovigliarsi e il cuore saltare un battito.

Zero, da parte sua, era agitato: il nome di lei era da tempo tabù, nella sua testa, e, ora, l’aveva pronunciato senza neanche darci peso, spontaneamente…ma che cosa gli stava succedendo??

Kaito abbassò lo sguardo su di lei.

“Dimmi, principessa Kuran, tu hai un’idea di dove si trovi tuo fratello, in questo momento?” le chiese, a bruciapelo.

La ragazza sbarrò gli occhi: Onii-sama??!

Si rivolse all’hunter, stupita:
“No…so che non è a casa,ma…quand’è uscito non ha specificato dove si sarebbe diretto” rispose, poi.

Lui fece un ghigno.

“Te lo dico subito, dov’era diretto: alla villa degli Hanadagi. Abbiamo avuto una soffiata, noi dell’Associazione, su dove si sarebbe diretta quella donna, Sara, e l’abbiamo seguita…arrivati lì, Cross e Yagari non solo hanno trovato il capo degli Hanadagi morto, dopo che quella vampira aveva divorato il suo cuore, ma anche Kuran…che decapitava un altro vampiro”

“No…” borbottò Yuuki, abbassando lo sguardo, totalmente scombussolata.

“Come lo sai? Eri presente?” domandò Zero.

“No, me l’ha raccontato Yagari, quando sono arrivato all’Associazione, dopo la chiamata urgente di Cross. Ha convocato tutti gli hunters dell’Associazione e ha anche indetto una riunione straordinaria con gli anziani”

“Era questa l’emergenza?” domandò l’altro.

Kaito annuì.

“Tu avevi già lasciato l’Accademia, quindi mi hanno mandato a cercarti” concluse Kaito.

“Ma perché Kaname era con quella donna alla villa degli Hanadagi?!” esclamò Yuuki, pallida.
Non riusciva a capacitarsi della cosa…non ne capiva il senso…perché se era lì con lei non l’aveva fermata?! E chi era il vampiro che aveva ucciso?!

“Tu vivi con lui, dovresti saperlo, no?” la canzonò Kaito, beffardo.

“Ma stava con lei, l’ha aiutata ad uccidere quel vampiro?” intervenne Zero.

“Non è chiaro…a quanto sembra, quando i nostri sono arrivati, la vampira se l’era già data a gambe, hanno saputo che era stata lei a fare strage dei servitori e ad uccidere il purosangue solo perché una cameriera scampata al massacro, ferita, lo ha testimoniato; Kuran, invece, se lo sono trovato davanti, mentre decapitava un vampiro di classe B, che sembrava aver seguito la vampira e assistito a tutta la scena…non ha dato alcun tipo di spiegazione, è svanito nel nulla. Cross non ritiene probabile che sia alleato di quella donna, ma neanche trova spiegazione al fatto che non l’abbia fermata”

“Chi era il vampiro?” chiese Yuuki, tremando.
Aveva una bruttissima sensazione…

“Era quel suo vecchio tutore, il padre di uno degli ex-studenti della Night Class…un certo Aidoh”

La ragazza si mise le mani sulla bocca, scuotendo il capo.
Non era possibile che Kaname avesse fatto una cosa così orribile…il padre di Aidoh-senpai! Chissà se il ragazzo lo sapeva già?! Come avrebbe reagito, ad una notizia simile?! Proprio lui, che era tanto fedele e legato a Kaname! Perché Onii-sama era stato così crudele?!

“Sarà meglio andare immediatamente all’Associazione, se Cross è così allarmato…c’è davvero da preoccuparsi” se ne uscì Zero, infilandosi il cappotto.

Kaito annuì, poi prese per un braccio Yuuki.

“Tu vieni con noi” le disse.

L’altro hunter gli mise una mano sulla spalla.

“Non occorre, è ovvio che la questione non abbia niente a che vedere con lei” replicò.

“Credo che tutti, compreso Cross, vorranno comunque farle delle domande” ribatté Kaito.

“Lei…” iniziò Zero.

Yuuki lo guardò:
“Voglio venire con voi, devo assolutamente parlare con il Direttore e sapere nel dettaglio quello che è successo e quello che sa” lo interruppe.

Zero lasciò passare un attimo, decisamente contrario alla volontà della ragazza, poi, però, annuì.
Precedette lei e Kaito alla porta, i tre uscirono, diretti all’Associazione; Zero non sapeva che cosa pensare: non era decisamente da Kuran fare mosse così rischiose, azzardate e, soprattutto, alla luce del sole…che diavolo stava tramando? Cosa stava accadendo??

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Capitolo 14
*** Riunione straordinaria (capitolo 13) ***


Riunione straordinaria (capitolo 13)

“Trovo sempre più difficile dire le cose che intendo, piuttosto che quelle che non intendo” (William Mangham)

I due hunters e Yuuki entrarono nel salone dell’Associazione, diretti all’ufficio del Presidente; in giro non c’era nessuno, erano tutti al cospetto di Cross, probabilmente, per discutere degli ultimi avvenimenti.

All’improvviso, da dietro una colonna, spuntò Yagari, in tutta la sua altezza, il cipiglio più serio del solito, il fucile stretto in mano, pronto all’attacco.

“Hey, vecchio!” esclamarono Kaito e Zero, all’unisono, presi alla sprovvista.

L’uomo lanciò loro un’occhiataccia, mordicchiando la cicca della sua sigaretta.

“Vi siete fatti attendere, come delle signorine, vedo” li canzonò, adattandosi al passo e indirizzandoli alla stanza dove avvenivano i meeting e le riunioni.

“Zero ci ha messo un po’ di tempo, per farsi bello” borbottò Kaito, maligno.

Il ragazzo in questione alzò gli occhi al cielo, rassegnato.

“Avevi finito la cipria, eh? Cross ne ha una bella scorta, potresti chiederla in prestito a lui, la prossima volta” ridacchiò Yagari.

Yuuki, praticamente rannicchiata dietro la schiena di Zero, faticava a stare dietro a quei tre spilungoni. Yagari, il suo vecchio insegnante, non l’aveva degnata di uno sguardo e la ragazza si stava mestamente domandando se non l’avesse vista o se fosse un atteggiamento calcolato. Lei, d’altra parte, era intimorita dall’aria assolutamente anti-vampiresca che regnava in quel posto e non osava dire una parola.

“Dove sono tutti, piuttosto? Sembra un cimitero, non c’è un’anima” fece Kaito, rivolto a Yagari.

“Sono alla riunione, dove, se no?” replicò l’uomo.

“E perché tu sei in giro, invece?” intervenne Zero.

“Io non sono “in giro”, sono di pattuglia, dato che gli hunters di sorveglianza alla porta sono stati convocati anche loro” ribatté l’hunter.

“Non era più utile che ci andassi tu, alla riunione, piuttosto che loro?” esordì Zero.

“Quello che dovevo vedere, l’ho visto, io e Cross abbiamo già discusso della questione a sufficienza. E poi, cara la mia comare, pensa al tuo, di lavoro, non a quello altrui” lo riprese Yagari.

“Oho, siamo di cattivo umore, oggi, Maestro?” ridacchiò Kaito.

“E come si fa a non esserlo, dopo quello che è successo?” sbiascicò lui, aprendo la porta della Sala delle Riunioni, con un calcio.

Tutti, all’interno della stanza, si zittirono e si voltarono.

Cross si alzò dalla sedia, pallido, evidentemente irritato.

“Ti sembra il caso, di entrare così ?! Mi hai fatto prendere un colpo!” strillò, rivolto a Yagari.

“Se avessi usato le mani, avrei dovuto mettere giù il fucile…cosa poco prudente, ora come ora” replicò lui, prendendo posto accanto al Direttore.

Zero, Kaito e Yuuki, che si sporgeva timidamente da dietro Zero, restarono sulla porta, in silenzio.

Cross, com’ebbe visto la testolina bruna della figlia fare capolino, le corse incontro.

“Yuuki!” esclamò, prendendola per le spalle, evidentemente sollevato.

Zero si scostò, liberando la visuale di lei, e tutti gli occhi della Sala si puntarono sulla ragazza.

“Direttore…” sbiascicò lei, poggiando le mani sulle braccia dell’uomo, scossa.

“Stavo per mandare qualcuno a casa tua, a prenderti! Stai bene, sì?” le domandò, ansioso.

Lei annuì.

“Come fai ad essere già qui, con loro?” chiese, guardando a turno Yuuki, Zero e Kaito.

“La storia è lunghetta, ne parleremo più tardi. Ora: la situazione qual’è, dunque?” intervenne Kaito.

Cross lasciò Yuuki, facendosi serio e teso.

“Zero, accompagna Yuuki nella stanza qui accanto, poi sta con lei, mentre noi finiamo di discutere, Kaito ti farà un resoconto” disse.

Yuuki cambiò espressione, afferrandolo per le braccia, gli occhi sbarrati.

“La prego, Direttore, devo sapere che cos’è successo!” esclamò, disperata.

“Credo sia meglio se ne discutiamo in separata sede, solo tu ed io” le disse Cross.

“Non posso aspettare, la prego! Lui…a parte tutto, resta mio fratello, e io…se gli è successo qualcosa o se sta per succedergli qualcosa, voglio saperlo. Subito” replicò.

I due si guardarono, in silenzio, per un attimo, poi la ragazza domandò:

“Kaname…è vero che…ha ucciso il signor Aidoh?”

Cross annuì, lentamente.

Yuuki abbassò lo sguardo.

“Ha detto niente, prima…di andarsene?” chiese, quasi sussurrando.

“Bhè…non molto: “Porterò a termine i miei piani originali”. Significa niente, per te?”

La ragazza fece segno di diniego, senza parole.

Se n’era andato davvero, l’aveva abbandonata…proprio ora che lei aveva scoperto la verità su di lui e che avrebbero potuto, forse, basare il loro rapporto su qualcosa di più certo e concreto di quanto avessero mai fatto prima.
Era rimasta sola…sola…

Zero, in silenzio, stava pensando alla famosa visita che Kuran gli aveva fatto, nel suo appartamento, e a quanto le sue parole, ora, sembrassero acquistare finalmente un senso. Era tutto già programmato, dunque? Aveva pianificato tutto quello che era successo? Era allibito…per quanto potesse trovare i modi di fare, di pensare e di agire di quel vampiro assolutamente riprovevoli, sotto ogni punto di vista, era sempre stato convinto che la sua più grande fonte di conforto fosse Yuuki; l’aveva lasciata indietro, perché non l’aveva portata con sé?

“Presidente!” esclamò un uomo, entrando nella stanza.

Cross lo guardò.

“Abbiamo prelevato il vampiro e l’abbiamo portato nel suo ufficio, come lei ci aveva chiesto. Gli altri due che erano con me gli stanno facendo la guardia” aggiunse.

Il Direttore si aggiustò gli occhiali, poi guardò nuovamente la figlia.

“Vorrei chiederti un favore, Yuuki” le disse.

“E anche a te, Zero” disse, guardando l’hunter.

I due lo guardarono, con aria stupita.

“Ho fatto portare qui Hanabusa Aidoh. Gli hunters che sono andati a prenderlo lo avranno certamente già informato della morte del padre…dovremo sottoporlo ad un interrogatorio, è necessario. Però, prima di farlo, vorrei che voi due andaste da lui e gli parlaste un po’…credo che vedere due facce amiche lo tranquillizzerà”

“E io, che c’entro? Non sono una “faccia amica”, decisamente” intervenne Zero, per niente incline a dover assistere a scene melodrammatiche, nonostante provasse dispiacere per il ragazzo.

“Eri un suo compagno di scuola” fece presente Cross.

“Questo non fa di me un “amico”, Direttore” rispose Zero.

“Gli è appena morto il padre e dovrà passare le prossime tre o quattro ore sotto interrogatorio, da parte di persone sospettose e sconosciute, non potresti fare lo sforzo di essere non dico “confortante”, ma, per lo meno, “gentile”?” lo riprese Cross, una nota severa nella voce.

L’hunter non rispose, si limitò a guardare il Direttore, serio.

Yagari si alzò e si avvicinò a loro.

“Dove posso trovarlo?” intervenne Yuuki, rivolta a Cross.

Lui le sorrise.
“Sempre dritto, alla fine del corridoio, l’ultima porta a sinistra” le disse.

Yuuki guardò Zero, di sbieco, poi uscì, a passo spedito.

Lui non si mosse, le braccia conserte, l’espressione infastidita.

“Bhè?” fece Cross, guardandolo.

“Ma io…” borbottò il ragazzo.

Yagari, a quel punto, gli tirò un poderoso calcio negli stinchi, abbaiando:
“Datti una mossa, animale”

Zero sbuffò.

“Non fare la bestia, ragazzo!” inveì, spintonandolo fuori dalla Sala e chiudendogli la porta dietro.

“Le buone maniere non servono a niente con lui, Cross, dovresti saperlo, l’hai tirato su tu” lo sentì dire, in tono ovattato.

Si mise le mani in tasca, rassegnato, poi guardò Yuuki, ormai vicina all’ufficio del Direttore.
Come la ragazza sentì che muoveva un passo, si fermò e volse indietro lo sguardo.

“Non cambi mai, eh?” gli disse.

“Oh, ma sta zitta” borbottò lui, a testa bassa, affrettando il passo, per raggiungerla.

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Capitolo 15
*** Reazioni e soluzioni (capitolo 14) ***


Reazioni e soluzioni (capitolo 14)

“Se guardi indietro potresti ricordare qualcosa che non tornerà più. Se guardi avanti potresti pensare a qualcosa che non arriverà mai. Chiudi gli occhi e riaprili solo quando avrai la forza di guardarti indietro senza piangere e guardare avanti sorridendo” (Anonimo)

Yuuki arrivò davanti all’ufficio del Presidente in un lampo, con un imbronciato Zero alle calcagna.

La ragazza bussò alla porta, ma non rispose nessuno.

Bussò nuovamente. Niente. Non si sentiva volare una mosca.

Quando Zero la vide cercare di bussare per la terza volta, le afferrò il polso, per fermarla.

“Questo non è il suo ufficio, è quello del Direttore. Tu dici “avanti”, in casa d’altri, per caso?” l’apostrofò, acido.

Lei divenne rossa, mentre lui abbassava la maniglia, per entrare.

Aidoh era seduto su una delle due sedie imbottite messe di fronte alla scrivania, di schiena, con la testa bassa.

I due avanzarono, senza parlare, Zero chiuse la porta e vi si appoggiò con la schiena, mentre Yuuki affiancò Aidoh, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla.

Il ragazzo si voltò e lei notò distintamente che aveva gli occhi rossi.

“Aidoh senpai…” sussurrò, sedendogli accanto.

Lui non disse nulla, si limitò a guardarla, l’espressione vacua, incrociando le braccia.

“C’è qualcosa che posso fare, per te?” gli chiese.

L’altro scosse la testa, in segno di diniego.
Era pallido, teso, evidentemente spossato, tremava leggermente.

Yuuki si sentiva male; vederlo le ricordava Kaname…o meglio: il fatto che se ne fosse andato. Non lo avrebbe potuto vedere, tornata a casa non avrebbe visto il suo volto, non avrebbe sentito la sua voce…la villa sarebbe stata deserta.
Rabbrividì.

Perché aveva fatto una cosa simile?! Non aveva senso, che motivo poteva esserci stato?! Poi, se n’era andato, senza neanche salutarla, nella desolazione più totale.

Mentre i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime, ripensò a quanto aveva sofferto, appena aveva ritrovato la memoria e aveva ricordato la morte dei suoi genitori; poteva capire come dovesse sentirsi Aidoh: un estraneo lo aveva informato della morte del padre, poi era stato trascinato all’Associazione, dove lo avrebbero tediato con mille domande…inoltre, Yuuki era molto piccola, quando sua madre e suo padre erano morti, mentre il nobile, con il signor Aidoh, ci aveva vissuto tutta la vita…e a strapparglielo era stata la persona che godeva della sua più totale lealtà e devozione.
Doveva sentirsi tradito…come si sentiva tradita lei, per essere stata abbandonata.

Iniziò a singhiozzare, si premette una mano sulla bocca, per cercare di affievolire il rumore, con il viso già inondato di lacrime.

Aidoh alzò lo sguardo e le disse, con voce flebile:
“Ti ho già detto che non sta bene che tu pianga in pubblico, Yuuki Cross”

In tutta risposta, la ragazza prese a piangere più forte. Tutti i sentimenti in tumulto dentro il suo petto, che aveva cercato di sopprimere, stavano ora venendo fuori, come un torrente in piena.

Si alzò e abbracciò il ragazzo, stringendolo forte. Lui restò immobile, per un attimo, stupito da un comportamento simile.
Passò ancora un secondo, poi Aidoh reclinò leggermente il capo, poggiandolo sulla spalla di lei, e prese a piangere anche lui.

Zero, a quel punto, insofferente, aprì piano la porta e uscì, richiudendosela alle spalle.

Si lasciò scivolare lungo la parete, fino a ritrovarsi seduto; si passò una mano tra i capelli, espirando lentamente.

Gli mancava il respiro, si era agitato, sentiva una lieve morsa al petto…avendo perso i genitori a sua volta, non riusciva a non provare un minimo di empatia nei confronti di Aidoh.
Nella sua mente riaffiorò il ricordo di Ichiru, di sua madre e di suo padre; gli occhi presero a bruciargli e se li sfregò con le dita. La morte della sua famiglia era una ferita che non si era mai rimarginata e che, ne era quasi del tutto certo, sarebbe sempre rimasta aperta. Non avrebbe resistito un secondo in più, dentro quella stanza…era una situazione in cui gli sarebbe stato quasi impossibile non lasciar trasparire un minimo di sentimenti umani. Già… “sentimenti umani”…in quella camera c’erano solo due vampiri, eppure, era colma di semplice e puro dolore umano.

“Zero…” la voce di Cross, vicino all’orecchio, lo fece sobbalzare.

Scattò in piedi, guardando l’uomo, allarmato, come se quest’ultimo lo avesse pizzicato a fare qualcosa che non avrebbe dovuto.

“Che…che c’è?” chiese, deglutendo.

“Com’è la situazione, lì dentro?” domandò l’altro.

“Mmm…umida, direi” rispose l’hunter.

Il Direttore alzò un sopracciglio, ma non disse niente.

“Comunque, credo che dopo si sentiranno meglio tutti e due” aggiunse Zero.

L’uomo gli sorrise, con aria paterna.

“Visto che ci siamo…vorrei che mi dessi il tuo parere, su una faccenda che mi attanaglia”

Il ragazzo gli fece cenno con la testa di proseguire il discorso.

“Sono incerto sul da farsi, per quanto riguarda Yuuki”

Zero s’infilò le mani in tasca, inarcando leggermente il busto in avanti.

“Non capisco”

“Bhè, ora che Kaname Kuran è scomparso e, credo, verrà “catalogato” come vampiro pericoloso, a causa dell’omicidio del signor Aidoh, Yuuki non ha più nessuno…è sua sorella, i problemi di Kuran sono anche problemi suoi e io non vorrei che qualcuno potesse approfittarsi della situazione per farle del male, ora che è priva di protezione e totalmente vulnerabile. Non mi piace per nulla l’idea di rimandarla a casa Kuran, tutta sola, per cui…vorrei proporle di tornare a vivere all’Accademia con me, per il momento”

Fece una pausa, guardando attentamente Zero, come per studiarne le espressioni e cercare di indovinarne i pensieri.

“Che ne pensi?” aggiunse, poi.

“Io non vivo più all’Accademia e, anche se fosse, la decisione riguarda voi due, io non c’entro” rispose, secco.

Cross fece una faccia strana, poi storse la bocca.

“Accidenti, ora mi toccherà pagare pegno” borbottò.

L’hunter lo guardò, accigliato.

“Avevo scommesso che ti saresti arrabbiato, mentre Yagari era convinto che avresti avuto un atteggiamento di totale menefreghismo, a riguardo. Ha vinto lui” spiegò l’uomo.

“Che due idioti” pensò Zero, tra sé e sé.

In quel momento, la porta dell’ufficio del Direttore si aprì e una Yuuki ancora scossa fece capolino.
Si asciugò il viso, con le mani, tirando su con il naso.

Cross l’accarezzò, per rincuorarla, poi le disse:
“Come sta Aidoh?”

“Credo un po’ meglio. Ha detto di essere pronto a starvi a sentire, se avete delle domande da fargli”

“Tra poco arriveranno gli addetti, lo tratteranno bene, stai tranquilla”

Yuuki posò lo sguardo su Zero, il quale glielo restituì, per poi distoglierlo, entrambi, simultaneamente.

“Yuuki…mi spiace parlare subito di questo, senza darti neanche il tempo di fare mente locale, però…prima ce ne occupiamo e meglio è” intervenne Cross.

“Mi dica” fece lei, tentando di sorridere.

“Io non credo sia sicuro, per te, tornare a casa. Kuran non c’è, l’Associazione è nel caos, come le famiglie di vampiri purosangue e nobili, a causa degli ultimi avvenimenti. Non voglio che tu corra rischi; stavo pensando che, per il momento, potresti tornare a vivere con me”

“All’Accademia?” esclamò Yuuki, in tono vivace.

L’uomo annuì.

Zero fece un movimento brusco e Yuuki lo percepì. La sua espressione cambiò di botto, tornando seria.

“Io non…credo che sia appropriato. Voglio dire: tutti, ormai, sanno chi sono veramente e che me ne sono andata e…non mi sento pronta a tornare a scuola, in mezzo a tutti loro, come se non fosse successo niente”

Bhè, non sei certo costretta a riprendere i corsi. Se, magari, ti dovesse tornare la voglia di farlo, potresti, naturalmente, ma la mia proposta riguardava l’alloggio, non la scuola”

La ragazza rifletté: l’idea di tornare a stare con il Direttore, rivedere i suoi vecchi compagni e Yori, soprattutto, poter respirare ancora una volta l’aria dell’Accademia…riavere tutto ciò che le era così tanto mancato, nel tempo trascorso lontano da tutti, l’avrebbe resa molto felice, specialmente in un momento tanto buio, in cui non le era rimasto più niente.


Però, d’altro canto, tornare all’Accademia avrebbe probabilmente causato problemi a Zero…e quella era l’ultima cosa che voleva.

Come se il ragazzo le avesse letto nella mente, intervenne:
“Sarebbe la cosa migliore da fare, per te. Non si può essere sicuri di niente, ora come ora, e in Accademia, per lo meno, nessuno si azzarderà a venirti a cercare”

Lei lo guardò nuovamente: non riusciva a decifrare il suo sguardo. Con tutta probabilità, Zero si stava semplicemente sforzando di farsi andare bene il suo eventuale trasferimento, per non creare problemi, anche se la cosa non era affatto di suo gradimento; avrebbe dovuto rifiutare, lo sapeva bene, ma…l’idea di rimettere piede in quell’enorme casa, vuota, la terrorizzava.

“Se ti sentirai sola, Zero ti verrà certamente a fare compagnia” sorrise il Direttore.

L’hunter lo trucidò con lo sguardo.

Yuuki, a quel punto, fece un lieve sorriso.

“Ve bene. La ringrazio molto” disse, rivolta a Cross.

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Capitolo 16
*** L'inaspettato (capitolo 15) ***


L’inaspettato (capitolo 15)

“Due cose assolutamente opposte ci condizionano ugualmente: l’abitudine e la novità” (Jean de La Bruyère)

Era trascorsa una settimana, ormai, da quando Yuuki si era trasferita all’Accademia, nell’alloggio del Direttore.
Gli hunters, approfittando del fatto che la ragazza fosse tornata a casa Kuran, a prendere le sue cose, le erano andati dietro, con la scusa di farle da scorta, e avevano perquisito la tenuta; lei non si era opposta: era più che convinta che non avrebbero trovato niente di compromettente, Kaname non sarebbe stato così incauto. La stanza nella quale Yuuki aveva scoperto il passato di lui era stata trovata vuota…per il resto, l’immenso immobile era tale e quale a come l’aveva lasciato.

Naturalmente, Yuuki fu sottoposta ad un interrogatorio, al quale presiedettero sia Yagari che Cross, che non portò assolutamente a nulla, considerata la sua totale e completa ignoranza riguardo i “piani” del fratello.

Ogni tanto si perdeva d’animo, lasciandosi sopraffare dallo sconforto, piangeva, la notte, fino ad addormentarsi, poi, però, il pensiero di essere nuovamente con il Direttore, all’Accademia, la faceva sentire meglio e le dava la forza di andare avanti, nonostante la solitudine opprimente.

Non aveva ancora visto Zero, da quando si era ritrasferita, se non il giorno in cui lui e Kaito l’avevano aiutata a scaricare e sistemare gli scatoloni contenenti tutte le sue cose.

Aveva trascorso tutto il tempo in casa, a dormire, o semplicemente a pensare; Yori era stata informata del suo arrivo ed era passata a trovarla…ma era carica di compiti e studio e non aveva il tempo materiale per farle compagnia ogni giorno.
In definitiva, le sue giornate erano decisamente noiose e solitarie. Il Direttore non era mai a casa, spesso non tornava neanche a dormire, assorbito com’era dai suoi doveri di Preside dell’Istituto e di Presidente dell’Associazione.

Da quando Kaname se n’era andato, ovviamente, non aveva più bevuto una goccia di sangue e la fame iniziava a farsi prepotentemente sentire; nonostante Cross le avesse procurato una scorta di pasticche ematiche, lei era decisa non farne uso, memore della parola data al fratello. Si sentiva stupida, a continuare a mantenere una promessa del genere, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti, ma…in fin dei conti, aveva come la sensazione che, anche con l’uso delle pastiglie, la fame non sarebbe comunque passata.

Si svegliò presto, quella mattina, disturbata dai raggi del sole che filtravano attraverso la finestra; aveva dimenticato di tirare le tende, prima di andare a letto.
Andò in cucina, dove il Direttore le aveva lasciato la colazione, sul tavolo, allegata ad un biglietto, in cui le diceva che avrebbe fatto molto tardi e di non aspettarlo.

La ragazza sospirò, sedendosi, e prese a spiluccare qualcosa dal piatto, senza particolare appetito; aveva le fitte allo stomaco…ma non era fame “da cibo”.

Sentì suonare il telefono, in salotto. Si precipitò a rispondere.

“Pronto? Casa Cross”

“Ciao, Yuuki, sono io!” esclamò il Direttore, tutto allegro.

“Ah, salve…è successo qualcosa?” chiese, stupita.

“No, cioè…avrei bisogno che Zero venisse in Associazione, ma è già uscito dal suo dormitorio e in giro non lo si trova. Kaito non ha lezione, stamattina, perché ha da lavorare, per cui non ha tempo di…com’è che ha detto? Oh, ecco: “Fargli da balia-asciutta”. Non è che potresti cercarlo tu, per me, e dirgli che ho urgente bisogno che mi raggiunga in sede?”

Yuuki non rispose…urgente bisogno di lui in Associazione? Perché? Che avessero saputo qualcosa di Kaname?

“Mi scusi se glielo chiedo, ma…”

“Non ha niente a che vedere con Kuran, se così fosse ti avrei avvisata” l’interruppe l’uomo.

“Mmm, okay”

Un altro pensiero l’assalì:
“C’è qualcosa che non va con Zero?!” esclamò, già allarmata.

“No, Yuuki, non ti agitare…devo solo assegnargli un lavoro e discutere dei dettagli con lui e Kaito; solitamente evito di chiamarlo a rapporto quando ha lezione, ma devo proprio sbrigarmela in fretta”

“Capisco…vado a chiamarlo subito, allora” concluse la ragazza.

“Ti ringrazio molto, a domani, allora”

“Sì, buon lavoro” disse Yuuki, per poi riagganciare.

Sì vestì in fretta, legò i lunghi capelli e si coprì il capo con il cappuccio, per evitare di essere, magari, riconosciuta da qualche studente.
Sapeva già dove trovare Zero…sempre che, nel tempo in cui erano rimasti separati, il nascondiglio di lui non fosse cambiato.

Faceva freddo, nonostante il sole, e c’era un venticello che la face rabbrividire. Si guardò intorno: non c’era nessuno; abbassò la testa e si diresse, rapidamente, verso la scuderia.

Il portone era aperto…sentì l’odore di Zero ancora prima di entrare. Lo stomaco le si contrasse e il cuore prese a battere più velocemente.
Avanzò, senza esitazione, e non trovò anima viva. Era certa che fosse lì, l’aveva percepito; il fatto che avesse capito subito, e a ragione, il luogo dove si era nascosto, le fece provare una strana sensazione, come se il tempo fosse tornato indietro.

Sentì un nitrito, più forte degli altri, provenire da un cavallo bianco.

“White Lily!” esclamò, aumentando il passo.

La cavalla la guardò, ansimando pesantemente. Yuuki si sporse poco oltre la sua testa e vide Zero, addormentato, rannicchiato su se stesso, steso accanto alle zampe posteriori dell’animale.
Fece un passo per avvicinarsi, ma Lily nitrì, furiosa, e sbatté gli zoccoli a terra, rumorosamente. Lei arretrò, intimorita, mentre Zero apriva gli occhi, svegliato dal fracasso dell’animale.

“Hey, buona, buona…che c’è?” borbottò, mettendosi seduto.

Yuuki non si mosse, per paura di ricevere un calcio.

L’hunter sbadigliò, stropicciandosi gli occhi e, una volta che si fu rimesso in piedi, diede un paio di pacche affettuose alla cavalla.

La ragazza vide il suo viso irrigidirsi: ora che si era svegliato, aveva percepito l’odore di lei; girò lentamente la testa, puntandole gli occhi addosso.
Aveva gli occhi rossi.

“Ciao” gli disse, un po’ imbarazzata.

“Perché gironzoli a quest’ora del mattino?” le chiese, senza smettere di accarezzare Lily.

“Non gironzolo…stavo cercando te”

Lui si fermò…aveva lo sguardo perplesso.

“Ti serve qualcosa?”

“No, a me no, ma il Direttore ha chiamato per dirmi che ti avevano dato per disperso e di venire a recuperarti”

“Tra poco ho lezione” se ne uscì lui.

“Dice che ha del lavoro da assegnarti e che ha bisogno che tu vada all’Associazione il prima possibile” replicò Yuuki.

L’hunter sbuffò, oltrepassandola.

“Sarà di nuovo per la faccenda della Shirabuki…che noia” borbottò.

Sara-sama? Lei era stata trovata alla villa degli Hanadagi…insieme a Kaname…forse…se fosse riuscita a sapere qualcosa su quello che gli hunters stavano facendo per stanarla, avrebbe, di conseguenza, avuto una chance di comprendere almeno in minima parte le ragioni di suo fratello…non era affatto convinta che quei due fossero “in combutta”, però…sentiva che, per riuscire a capire un decimo di quello che passava per la testa del Nobile, avrebbe dovuto stare dietro al lavoro che l’Associazione stava facendo per rintracciare la donna.

“Senti…” esordì la ragazza.

Lui s’infilò le mani in tasca, fermandosi, poi la guardò.

“Posso venire con te?” gli domandò.

“No” rispose Zero, semplicemente.

Yuuki lo superò e gli si piazzò davanti, con le mani sui fianchi, nella tipica posizione assunta ai tempi in cui lei era una guardiana, quando tentava di contrastare il ragazzo e convincerlo a fare quello che voleva lei.

“A stare tutto il giorno in casa sto impazzendo, devo fare qualcosa”
Anche quello era vero, si sentiva soffocare, aveva un disperato bisogno di cambiare aria.

“Leggi, guarda la televisione, dormi…oppure vegeta” le suggerì lui, sorpassandola e proseguendo per la sua strada.

“Pur di rendermi utile, sono disposta a fare anche del lavoro d’ufficio!” esclamò lei.

“Tu, del lavoro d’ufficio?! Ma non farmi ridere! Non sei capace di stare ferma un secondo!” la rimbeccò l’hunter.

La ragazza, a quel punto, lo afferrò per la manica della giacca.

“Ti prego…” fece.

Lo vide girare leggermente il capo, il profilo dritto del suo naso fece capolino.

“D’accordo, fai come ti pare. Non mi scocciare, però” concesse, alla fine, irritato.

Yuuki sorrise, tra sé e sé, per la sua vittoria, e aumentò il passo, per paura di restare indietro.


Il Preside Cross era seduto alla scrivania, quando Zero entrò nel suo ufficio.

“Ah, Kiryu!” esclamò, gioviale.

Il ragazzo sedette, incrociando le braccia, sulla sedia di fronte.

“E Kaito dov’è?” chiese.

“Arriverà dopo, è in missione” rispose l’uomo.

“Non poteva aspettare che tornasse, prima di farmi chiamare? Che senso ha, discutere solo con me? Mi sta anche facendo perdere scuola, proprio lei, che insiste tanto, ogni volta, perché io frequenti regolarmente” si lamentò lui.

“Siamo più scorbutici del solito, oggi” lo canzonò.

“Se lei mi manda le zecche tra i piedi…” sbiascicò.

“Le zecche?...Parli di Yuuki?” chiese, stupito.

“E di chi, se no?” replicò l’hunter.

“Ho pensato che farle fare qualcosa le avrebbe fatto bene, è una settimana che non mette il naso fuori di casa” si giustificò Cross.

“Intanto, però, me la sono dovuta trascinare dietro…scommetto che era calcolata, la cosa, vero?? L’ha fatto apposta, non è così??” lo rimproverò Zero.

Ignorando totalmente l’ultima parte del discorso, chiese, da buon finto ingenuo:
“Nel senso che è qui anche lei?”

“Almeno non si finga idiota, mi faccia il piacere” ribatté l’altro, tutto scocciato.

“E dov’è?” domandò Cross.

“Lì fuori, ha detto che avrebbe aspettato che lei parlasse con me, per poi parlarle anche lei”

L’uomo si alzò, andando alla porta.


Trovò Yuuki in piedi, accanto alla parete che dava all’entrata del corridoio, gli occhi fissi nel vuoto, assente.

“Hey, Yuuki!” fece, raggiungendola.

Lei si disincantò, concentrando la sua attenzione su di lui.

“Avete già finito?” chiese, sorridendo.

“Veramente, non abbiamo neanche iniziato” ridacchiò l’hunter.

“Ma…”

“Avevi bisogno di me? Zero ha detto che mi devi parlare”

La ragazza esitò un attimo…era davvero il caso di insistere, dopotutto?

“Bhè…mi stavo chiedendo se…magari…qualcuno, qui, avesse bisogno di una…segretaria, o qualcosa del genere…o anche solo qualcuno che metta a posto i documenti…potrei…riordinarle anche la scrivania, se vuole”

Detto ad alta voce suonava orrendamente patetico…era così disperata?...Sì.

Il Direttore la guardò, con aria intenerita.

“Vieni dentro con me, forza” le disse, riaprendo la porta del suo ufficio.

Yuuki entrò dopo di lui, con l’odore di Zero nuovamente nelle narici, e, tentando di fare finta di niente, gli sedette accanto.

Cross li guardò entrambi, un attimo, pensieroso, poi esordì:
“Visto che sei così ansiosa di renderti utile…credo che potresti accompagnare Zero in missione”

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Capitolo 17
*** Missione ***


Missione "speciale" (capitolo 16)

“Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi” (Hermann Hesse)

Ci furono due minuti di silenzio: Cross sorrideva, Yuuki e Zero si scambiarono uno sguardo, entrambi interdetti.

“Ma…mi prende in giro?” se ne uscì il ragazzo, rivolto al Direttore.

“Assolutamente no; anzi, ti dirò di più, credo che Yuuki sia particolarmente adatta a questa missione in particolare” rispose l’uomo.

“Ma non è un hunter!” sbraitò Zero.

“Lo so bene, ma tu, Kaito e Yagari…”

“Anche Yagari?” lo interruppe lui.

“Sì…considerata l’importanza “diplomatica” del compito che è mia intenzione affidarvi, ha ritenuto opportuno accompagnarvi. Con tre dei migliori hunters dell’Associazione non c’è motivo di credere che possa succedere qualcosa di male a Yuuki” se ne uscì Cross.

Il volto di Zero prese colore, subito, e lui borbottò, chiaramente spiazzato da un’affermazione simile…così acuta, oltretutto:

“Non c’entra niente, questo, è solo che non voglio persone inutili che m’intralcino”

“Non è mia intenzione farlo…non lo farò” intervenne lei, a quel punto.

A primo impatto, l’idea del Direttore le era suonata terribilmente assurda, ma…le erano bastati due minuti per farsela andare perfettamente a genio! In missione con gli hunters! Se l’uomo gliel’aveva proposto era perché, senz’ombra di dubbio, la riteneva in grado di superare la prova. Avrebbe potuto rendersi utile in qualche modo, finalmente!

Il suo vicino la trucidò con lo sguardo.

“Visto?” replicò il Direttore, giulivo.

“Mi pare di capire…che la mia opinione non conti un accidente, vero?” ringhiò il ragazzo, contrariato.

“Non vederla in questo modo, Kiryu, sei uno scorbutico senza speranza” lo prese in giro Cross.

Lui sbuffò, incrociò le braccia, come un bambino offeso, e non disse più una parola.

“In che cosa consiste, questa missione?” domandò Yuuki.

Sapeva bene che Zero era contrario, assolutamente contrario, riguardo la sua partecipazione alla missione…ma non ce la faceva proprio, neanche per far stare più tranquillo lui, a rinunciare ad un’occasione così ghiotta e che, soprattutto, non sapeva se le si sarebbe presentata una seconda volta. Era mille volte meglio di quanto avrebbe mai potuto sperare!

“Perdonami…ma ne ho bisogno” pensò, tra sé e sé, guardando in tralice il soggetto in questione.

“Dunque…suppongo entrambi sappiate che, ultimamente, le cose non stiano andando lisce, specialmente dopo quello che è accaduto con Kuran e la Shirabuki. Una delle famiglie purosangue rimaste, gli Shoutou, sta avendo vita particolarmente difficile; il capo famiglia, Sora-sama, già ai tempi in cui Rido manipolava il Consiglio degli anziani, si era apertamente schierato contro di loro, e anche dopo la distruzione di quest’ultimo, aveva espressamente dichiarato di essere dalla parte di Kuran…da questo punto in poi, tutto quello che vi dirò sono nostre supposizioni, nulla di certo al cento per cento: noi crediamo che Sara Shirabuki stia cercando di fare piazza pulita dei purosangue. Con gli Hanadagi e gli Ouri il lavoro da fare non era molto, poiché il suo fidanzato e Isaya-sama erano gli ultimi rimasti della loro casata…non sembra essere intenzionata ad attaccare i Touma, per il momento, supponiamo per una specie di alleanza stretta tra loro…” disse l’uomo.

“I Touma? Ma…non era loro figlio, quello che ho incontrato al cimitero?” intervenne Yuuki.

“Precisamente. Non avrebbe avuto reale motivo di attaccarti, scatenando le ire di Kaname-sama, se non avesse avuto qualcosa a che fare con la Shirabuki, non pensi?”

In effetti…sì, perché mai dimostrarsi così ostile nei confronti di un altro purosangue, senza ragione? I pezzi tornavano al loro posto…

“Non sappiamo fino a che punto le intenzioni della Shirabuki siano chiare alle altre famiglie, però, fatto sta che Sora-sama è stato più volte attaccato, negli ultimi mesi; si sono introdotti in casa sua e hanno cercato di rapire suo figlio, Tsuyo…tre giorni fa, un vampiro di classe nobiliare al servizio degli Shoutou, è venuto in Associazione, per portarmi un messaggio di Sora-sama, in cui mi chiedeva di prendere in custodia suo figlio, momentaneamente, per impedire che qualcuno cercasse nuovamente di fargli del male”

“Prenderlo “in custodia”? Ma quanti anni ha?” domandò Zero, improvvisamente interessato alla discussione.

“Ha tredici anni…”

“E sua madre non ha nulla da ridire, sul fatto che dei cacciatori di vampiri le portino via il figlio?” proseguì l’hunter più giovane.

“Bhè…lei si è suicidata, un anno fa” disse Cross, con una nota grave nella voce.

I due ragazzi non parlarono…
Yuuki sentiva una strana fitta al petto, come un improvviso dolore sordo…quella donna era una purosangue, doveva aver vissuto centinaia di anni; era quello il destino che attendeva lei e quello che era rimasto dei suoi simili? L’eternità era una cosa bramata da tutti, lo era stata per millenni, dall’inizio del mondo, tutti avevano cercato il modo di ritardare la venuta della morte. Tuttavia, seppur la sua esistenza da vampira di sangue puro fosse un semplice soffio paragonata a quella dei suoi avi, poteva in parte comprendere che la bellezza dell’esistenza umana era racchiusa nel suo essere temporanea.

Gli uomini andavano a pari passo, tra loro, si guardavano crescere, si guardavano invecchiare e si guardavano morire…nascevano in un mondo che era in continua evoluzione e loro si evolvevano con esso. Avere una vita tanto lunga da logorare, consumare lo spirito, permetteva solo di vedere tutto il resto cambiare, restando sempre gli stessi;

Kaname le aveva raccontato le storie che aveva visto e sentito, tutti racconti di vita di dei vampiri purosangue, e non ce n’era stata una che avesse avuto un “lieto fine”. Le parole “per sempre”…erano il vero, grande tormento degli immortali.

“Si è suicidata…povero bambino” riuscì a sussurrare lei.

“Sora-sama dice di aver visto suo figlio trasformarsi da bambino a fantasma…non parla mai, non esce di casa, non ha più voluto che il suo maestro gli desse lezioni…si è isolato da tutti. Se ha deciso di mandarlo qui, oltre che per motivi d’incolumità, è anche perché spera che un cambiamento d’aria e di luoghi gli giovi” aggiunse il Direttore.

Zero fece un verso di scherno.
“Il ragazzino è depresso…e lui lo manda dagli hunters? Siamo sicuri che stia bene di testa?” se ne uscì.

“Tsuyo mi conosce, io e suo padre siamo amici da tanti anni, e poi qui c’è Yuuki: avere a che fare con un altro vampiro del suo rango, e con pochi anni più di lui, può darsi che lo aiuti…d’altronde, non sarebbe la prima volta che Yuuki, con i suoi modi gentili, riuscirebbe a dar pace ad uno spirito tormentato” cinguettò l’uomo, lanciando un’occhiata molto particolare al ragazzo seduto davanti a lui.

Lui colse perfettamente l’allusione, ma fece finta di nulla, distogliendo lo sguardo.

“Yagari è un Maestro da molti anni, di ragazzi ne capisce parecchio, soprattutto di quelli “difficili”. Mente tu e Kaito, Zero, siete giovani e…avete avuto i vostri problemi, alla sua stessa età, quindi saprete certamente come prenderlo”

L’hunter più giovane, a quel punto, iniziò a sub-dorare quale fosse la vera intenzione di Cross. Alzò un sopracciglio e, accigliato, borbottò:
“Questa missione è un…come dire… “andare, caricare, tornare indietro, scaricare”, no?”

L’altro sorrise, sistemandosi gli occhiali.

“Avevo pensato, a dirla tutta, di far sì che…voi mi concedeste un po’ di plus”

“Plus?” ripeté Zero, quasi ringhiando.

Yuuki guardò il Direttore: aveva capito dove voleva arrivare.
Per “plus”…intendeva…

“Sarebbe una gran cosa se vi curaste di lui, voi tre e Yuuki, una volta che lo avrete portato qui” replicò lui.

Il ragazzo ridacchiò: quello non cambiava mai!

“Ha intenzione di togliere da qualunque genere di missione me, Kaito e Yagari, per farci fare da baby-sitter?!” esclamò.

“Se ci sarà bisogno di voi, sarete inviati dove occorrerà, non sto certo parlando di un “lavoro” a tempo pieno. Ma quel poverino ha estremo bisogno di riabituarsi alla gente”

“Noi non siamo “gente”, siamo hunters! A lei piace fare di tutta l’erba un fascio, vampiri, esseri umani, hunters, per lei sono tutti uguali! Ma non è così! Lo mandi in un asilo per vampiri se gli servono degli amichetti!” sbraitò Zero.

“Oh, Kiryu!” sbottò l’uomo, esasperato.

“Dove ha pensato di farlo stare? Qui in Associazione?” intervenne Yuuki.

“No…” sbiascicò Zero, già in allarme.

“Pensavo di farlo stare nel mio alloggio” rispose Cross.

“Eccolo lì, lo sapevo!” esclamò il ragazzo.

“Se per te non è un problema, Yuuki, naturalmente” aggiunse, ignorandolo completamente.

“Certo che è un problema!” rispose Zero, in sua vece.

“No, per me no…piuttosto, non so se starà bene a lui” disse la ragazza.

“Oh, sai, questo non è materia di discussione, suo padre lo ha già avvisato che sarebbe rimasto qui per un po’ e di essere collaborativo. Dove gli dirò di stare, lui starà”

Ci fu un minuto di silenzio.

Zero si alzò, lentamente.

“Lei è il Presidente dell’Associazione, avendomi assegnato quest’incarico, io ho tutta l’intenzione di portarlo a termine, come sempre; sappia, però, che non condivido affatto quello che sta facendo…è una pessima, pessima, pessima, idea” disse.

“Non mi aspettavo che tu fossi d’accordo, Kiryu, anzi…hai avuto esattamente la reazione che io e Yagari avevamo previsto” ribatté l’uomo.

Yuuki ruotò il viso: l’espressione di Zero, fino ad un secondo prima concitata e ansiosa, era ritornata quella fredda, impassibile e neutra di sempre. Era come se…si fosse “ricomposto”, avesse indossato nuovamente la sua maschera di cera, imperturbabile.

“Questo è tutto?” chiese, rigido.

“Sì, questo è tutto. Partirete tra due giorni, il tempo di fare i bagagli e preparare tutto quello che occorre per il viaggio”

“Va bene. Devo aspettare che arrivi Kaito o posso andare?” domandò.

“Puoi andare, con Kaito posso parlarci da solo, avrete comunque modo di discutere della faccenda, prima di mettervi in viaggio” concluse Cross.

L’hunter, senza aggiungere altro, si voltò e marciò fino all’uscita.

“Solo, Zero, non credere che tutto quello che è successo e la nuova missione che ti ho affidato possano farmi dimenticare della faccenda in sospeso che c’è tra noi due…e tu sai di cosa parlo”aggiunse, infine.

In tutta risposta, il ragazzo si sbatté la porta alle spalle.

“Faccenda in sospeso?” si chiese la ragazza, tra sé e sé.

Il Direttore e Yuuki non fecero in tempo a dire una parola che la porta dell’ufficio si aprì nuovamente: era Kaito.

“Salve” disse, sedendosi accanto a Yuuki.

“Ho fatto prima che ho potuto…ma Zero, dov’è?”
Guardò Yuuki…

“Ha mandato la mascotte?” ridacchiò, indicandola con il capo, rivolto al Presidente.

“Se n’è appena andato…”

L’uomo e Kaito passarono i seguenti venti minuti a discutere della faccenda “missione speciale”. Il ragazzo non si mostrò certo entusiasta della cosa, ma neanche oppose particolare resistenza.

L’hunter rimase a grattarsi la testa, per un secondo, pensieroso.
Yuuki, in seguito ad un’improvvisa illuminazione, intervenne:

“Stavo pensando…crede che sarebbe un problema se…Aidoh si unisse a noi, in missione?”

“Come??” esclamò Kaito.

Poté vedere il volto di suo padre cambiare espressione…
“Non è una brutta idea, sai? Rendersi utile lo aiuterà a distrarsi dal pensiero della morte di suo padre…naturalmente, se non si sentirà di farlo, non insisterò, e ti prego di fare altrettanto, però forse vale la pena tentare. Gli manderò una convocazione ufficiale, per domani, in modo da discuterne di persona” asserì Cross.

Lei sorrise, di cuore.

L’altro, già perplesso dall’intera faccenda, all’udire quell’affermazione non riuscì a trattenersi:
“Scusi, ma, non le sembra di esagerare un tantino? Voglio dire…d’accordo il ragazzino triste, d’accordo la sua figlioccia annoiata…ma adesso vogliamo metterci in mezzo pure il vampiro in lutto? Questa è una missione oppure un’associazione di beneficenza morale? Se ci aggiungiamo anche Wakaba, l’amica di questa vampira, possiamo tranquillamente chiamarla “gita scolastica” ”

“Kaito…ti prego, già Zero mi ha dato non poco filo da torcere, non ti ci mettere anche tu” gli disse il Direttore, sospirando.

Lui, dopo un attimo di esitazione, annuì, rassegnato. Si alzò.

“Il Capo è lei. Se ci sono novità, la prego di farmelo presente in tempo utile…buona giornata” concluse, andandosene.

Quando furono rimasti soli lui e la figlia, Cross si accasciò sulla sua poltrona, stanco.
Yuuki sapeva bene che era molto sotto pressione, ultimamente…era un uomo insistente e molesto…ma aveva sani principi, dava l’anima per quello in cui credeva e lei lo aveva sempre rispettato profondamente, per questo.

Un pensiero le attraversò la mente, ripensando al colloquio tra il Direttore e Zero, poco prima.

“Era furioso…anche se…non capisco perché, se devo essere sincera. Capisco che stare dietro a un ragazzino non sia la sua massima aspirazione, ma…”

“Non credo fosse il suo “fastidio” più grande, quello; io ho percepito, piuttosto…il suo rifiuto ad avere a che fare con qualcuno che…ha sofferto e…ha reagito come lui, a quella sofferenza. Ha diciotto anni…e…io credo che vedere Tsuyo, gli potrebbe far rivivere qualcosa, del suo passato, che continua a farlo soffrire tutt’oggi”

Yuuki spalancò gli occhi: l’immagine dello Zero tredicenne, arrabbiato con tutti, compreso se stesso, le balenò davanti agli occhi…
Diede un’occhiata a Cross…quell’uomo era…era…non c’era una parola per descriverlo.

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Capitolo 18
*** Notte insanguinata (capitolo 17) ***


Notte insanguinata (capitolo 17)

“Il cuore e la mente, che grande enigma” (Charlie Chaplin)

Aidoh, contro ogni previsione, aveva accettato di far parte della spedizione; Yuuki aveva parlato con lui e il ragazzo sosteneva di non volerla mandare sola, con tre hunters, in una missione potenzialmente rischiosa.
I cinque si sarebbero messi in viaggio al mattino presto, con il treno, anche se avrebbero poi dovuto camminare per due giorni interi, per raggiungere la villa degli Shoutou, collocata al centro di una radura immensa, a scopo sia difensivo che di privacy; di umani che potessero ficcare il naso non ce n’erano, anche se i vampiri che li avevano attaccati avevano comunque avvertito la loro presenza e li avevano individuati: il “nascondiglio” non era più sicuro.

Avevano una cabina tutta per loro, con da un lato i tre hunters: Kaito, Yagari e Zero, nel posto accanto alla finestra, e dall’altro Yuuki e Aidoh. Yagari era l’unico che sembrava in grado di sostenere una conversazione, a cui, ogni tanto, si aggiungevano Kaito e Yuuki…il nobile e l’hunter tatuato si limitavano a guardare fuori, immersi nei loro pensieri.

Arrivarono a destinazione al tramonto e fecero una sosta in una taverna, accanto alla stazione, per mangiare e dormire.

“Credo sia meglio stare in camera tutti insieme” disse Yagari.

Aidoh lo fulminò:
“Non se ne parla”

“Troppo signorina, per dormire con noi?” lo apostrofò Kaito.

“Non è per me, ma per lei” replicò lui, accennando a Yuuki.

La ragazza arrossì appena, facendo per palare…

“Non intendevo, certo, tutti nello stesso letto” aggiunse l’hunter bendato.

“Non c’è problema, davvero, sono abituata a dormire in camera con altre persone” rispose lei, memore del tempo trascorso al Dormitorio dell’Accademia.

Il vampiro nobile la guardò, perplesso, ma non la contraddisse.

Si fecero dare una delle stanze più grandi, con due letti singoli, destinati a Yuuki e Aidoh, mentre gli hunters sistemarono tre brandine per terra.

Yuuki volgeva spesso lo sguardo in direzione di Zero, ma lui non faceva mai altrettanto, parlava pochissimo, solo se esplicitamente chiamato in causa e, di tanto in tanto, portava la mano alla tasca della giacca, per prendere qualche pasticca.

Si coricarono presto, Yagari e Kaito, evidentemente stanchi, e si addormentarono subito; Aidoh e Yuuki rimasero a letto, svegli, ognuno nel suo mondo.
Zero disse di avere voglia di ramen e non rientrò prima di mezzanotte.

Il nobile dormiva, allora, ma Yuuki, totalmente insonne, lo sentì aprire la porta.

Era una strana sensazione, quella che provava, come di un improvviso ritorno di serenità; Kaname le mancava molto, viverci insieme era qualcosa a cui aveva fatto l’abitudine, ormai, ma…in un certo senso, ora che era stata costretta a separarsi da lui, il suo petto era più leggero. Si sentiva quasi sollevata, come se avesse potuto respirare a fondo l’aria fresca, di nuovo.
La sua testa era decisamente in confusione, non riusciva a capacitarsi di molte cose, ed era anche arrabbiata, con il vampiro, per essere sparito in quel modo…tuttavia, se doveva essere onesta, dopo più di un anno, finalmente il suo cuore non era più colmo solo di tristezza, angoscia e desolazione.

Un odore ben noto le riempì le narici, poi udì il rumore del cappotto e della cintura cadere sul pavimento; era girata su un fianco, immobile, il ragazzo non si era accorto che era sveglia.

Sentì lo stomaco contrarsi…la gola era secca: non toccava una goccia di sangue, da quando Kaname non c’era. Doveva essere quello, solo…
Yuuki si portò una mano al petto: il cuore le stava battendo più forte.

Era l’odore di Zero.

Lo sentì entrare nel sacco a pelo; lui aveva il respiro irregolare, la ragazza sentiva nitidamente il suo affanno e la sua agitazione.


Anche lei era tesa: la sete era forte…di notte più che mai. Istintivamente si portò il polso alla bocca, per morderlo…poi si fermò, pensando al fatto che c’erano altri due vampiri, in camera con lei, e che avrebbero sentito l’odore. A quel punto, non riuscendo più a resistere, si alzò lentamente dal letto e si diresse alla porta, per uscire.

“Dove stai andando?” borbottò Zero, nel buio.

Lei si pietrificò.

“Fuori” rispose, in un sussurro.

“Non è una buona idea, andarsene in giro da sola” le fece l’hunter.

Yuuki ci mise un attimo, prima di rispondere…

“Ho bisogno del bagno” disse, poi.

Il bagno non era singolo, uno per camera, ma in comune con il resto del piano.

“Okay, ho capito” concluse lui.

Lo sentì scostare le coperte e alzarsi…nell’oscurità distingueva solo il suo odore.

“Cosa fai?” gli chiese.

“Ti accompagno” rispose il ragazzo.

“Ma no, non…”

“Dai, datti una mossa” le disse, sorpassandola.
Yuuki aveva la vaga impressione che ci vedesse molto meglio di lei, al buio.

Le girava la testa, non riusciva a muovere un passo.

“Ti aspetti, forse, che ti porti in braccio?” domandò lui, sarcastico, a mezza voce.

La ragazza, a quel punto, fece qualche passo avanti e rimase abbagliata dalla luce del corridoio, quando Zero aprì la porta. Uscirono e se la richiusero alle spalle…non aveva il coraggio di alzare lo sguardo e guardarlo, perché lui avrebbe istantaneamente notato i suoi occhi rossi di sete.
Si guardò intorno: non ricordava dove fosse il bagno.

“A sinistra…la porta con scritto “tolilette” sopra, non credo sia possibile sbagliare” intervenne l’hunter.

“Mamma mia, com’è acido…”pensò lei, tra sé e sé.

Appena entrata, si chiuse dentro a chiave e sedette sul pavimento; scostò la manica, portò il polso alla bocca e lo morse con forza, succhiando avidamente. Non sapeva di nulla, trattandosi del suo stesso sangue era come bere dell’acqua…

Zero, nel frattempo, che se ne stava poco lontano, appoggiato al muro, si lasciava scivolare sulla lingua qualche pallina bianca…senza che gli facesse alcun tipo di effetto.
Aveva così sete, desiderava del sangue come mai aveva desiderato altro, in vita sua…a un tratto, un odore famigliare s’insinuò nei suoi polmoni: guardò di scatto in direzione della porta del bagno…quel sangue…la testa prese a vorticare pericolosamente, si accovacciò per terra, con la gola in fiamme.

Guardò il suo braccio: le vene sembravano sul punto di scoppiare…stava talmente male che senza accorgersene aveva già affondato i denti nella sua stessa carne, sul polso, e aveva iniziato a succhiare.

Non riusciva a fermarsi…anche se non lo soddisfaceva, era pur sempre sangue.

Yuuki, dentro il bagno, era immobile: quell’odore…levò il polso dalla bocca e si avvicinò alla porta; il sangue si sentiva tantissimo, quasi come se i due fossero stati nella stessa stanza.
L’istinto la portava ad andare verso “la fonte”, ma la testa le intimava di restare dov’era, con una toppa chiusa e mezzo corridoio a dividerli. Si sdraiò accanto alla doccia, stringendosi il capo con le mani insanguinate.

Qual’era, con esattezza, la natura dei suoi sentimenti per Zero? Era una domanda alla quale non aveva mai voluto dare risposta. Sapeva quello che il suo “io vampiro” desiderava ardentemente…e anche ciò che questo significava…ma ammetterlo a se stessa non avrebbe portato a niente, se non ad altro dolore. Il sangue di Kaname non le era mai stato sufficiente e, in cuor suo, faceva sempre più fatica a continuare a respingere la domanda che a chiunque sarebbe venuto spontaneo farsi: “Visto che desideri il suo sangue…potrebbe darsi che berlo ti faccia sentire finalmente soddisfatta, no?” La risposta a questo quesito…la terrorizzava; perché? Perché quando sai una cosa, non puoi smettere di saperla e acquisita la consapevolezza non avrebbe più potuto fare finta di nulla.
Aveva promesso la sua fedeltà a Kaname, non poteva rimangiarsi la parola, anche se lui si era rimangiato la propria.

Era possibile…provare gli stessi sentimenti, per due persone diverse, allo stesso tempo?

Zero, letteralmente spalmato al suolo, vide due piedi, quando riaprì gli occhi.
Erano quelli di Aidoh…l’hunter si mise a pancia in su, con ancora la bocca e il mento sporchi di sangue, per guardarlo in faccia.

Il nobile si abbassò, per potergli parlare:
“Quindi…questo è quanto?”

Sospirò, sollevato.

“Credevo, quand’ho sentito l’odore di due sangue diversi…” si fermò.

L’hunter si pulì, di scatto, con il braccio, imbarazzato, e si mise seduto, il viso più colorito del solito. L’aveva beccato in flagrante…che irritazione!

“Lei è in bagno?” chiese il vampiro.

L’altro annuì. Come vide Aidoh andare in quella direzione, gli uscì, spontaneamente:
“Io non so come tu faccia…”

Il nobile rallentò, fino a fermarsi, poco distante dalla porta in questione.

“Non riesco ad avercela con lei, visto che non ha colpe. Ha asciugato le mie lacrime, quando ne ho avuto bisogno; non sto dalla sua parte per lealtà nei confronti di Kaname-sama…non mi preoccupo della sua incolumità in quanto Yuuki Kuran, ma in quanto Yuuki Cross”

Detto questo, bussò.

Zero si alzò, con la testa che faceva ancora un po’ di giravolte…e lo superò, diretto alle scale, per scendere.
Non poteva tornare in camera, in quella stanza…non avrebbe trovato pace neanche per un secondo.

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Capitolo 19
*** Villa Shoutou (capitolo 18) ***


Villa Shoutou (capitolo 18)

“È tanto facile ingannare se stessi, senza accorgersene, quanto è difficile ingannare gli altri, senza che ne accorgano” (François de La Rochefoucauld)

I due giorni di viaggio a piedi proseguirono piuttosto tranquillamente. Yuuki e Zero evitarono accuratamente ogni tipo di contatto, anche solo visivo, e Aidoh non nominò neanche di sfuggita la scena a cui aveva assistito quella notte.

Dormirono in tenda, Yuuki e Aidoh ne avevano una separata da quella degli hunters, che a turno facevano la guardia.

Non si aspettavano di essere braccati, né attaccati…ma quel silenzio e quella desolazione…faceva rabbrividire; non c’era un’anima, neanche gli animali, eppure erano in una radura.
La cosa ai cacciatori non era sfuggita, stavano all’erta.

Alle sei del pomeriggio, finalmente, oltre gli alberi, intravidero il tetto della villa degli Shoutou.

“Oh, era ora, maledizione! Pensavo che non saremmo mai arrivati” borbottò Kaito.

“Camminare è un buon allenamento, ragazzo, non lamentarti” lo apostrofò Yagari.
Poi, si voltò a guardare Zero.

“Tutto okay, tu?” gli chiese.

Il ragazzo annuì.

“Sei bianco, in faccia”

“Mi hai mai visto di un altro colore, Maestro?” ribatté lui.

L’hunter bendato ridacchiò.

“Voi due? Stanchi?” domandò ad Aidoh e Yuuki.

“Un pochino, in effetti…” confessò lei.

Aidoh non rispose.

“Bhè, stanotte penso proprio che ci ospiterà il vampiro, per cui non ci rimetteremo i viaggio, fino a domattina. Vedete, quindi, di dormire” pronunciando quest’ultima frase, lanciò un’occhiata a Zero, che fece finta di nulla.

Oltrepassato il boschetto che nascondeva la tenuta, videro un uomo andargli incontro, con una lanternina.
I tre hunters si irrigidirono e misero mano alle armi…

“Buonasera” fece l’ometto calvo, sorridendo.

La ragazza fece un passo avanti.

“Buonasera” disse.

Era un vampiro di classe B, un nobile, come Aidoh-senpai.

“Il mio nome è Hiroto, sono il maggiordomo di casa Shoutou”

Gli hunters si fecero avanti.

“Noi siamo i cacciatori mandati dall’Associazione, per il figlio di Shoutou, Tsuyo”

“Immaginavo…e avete portato un gradito ospite, con voi” sorrise Horoto, guardando Yuuki.

“Sì, sì, eh…bando alle ciance: il tuo padrone?” chiese Yagari.

“Il Nobile Shoutou arriverà tra un paio di giorni, ha detto di avere qualche faccenda da sbrigare; si è assicurato che voi possiate godere di ogni comodità e della massima ospitalità da parte di tutto il personale della tenuta”

“Ma che significa?” s’intromise Kaito.

“Gli accordi erano “venire, caricare, tornare, scaricare”, nessuno ci ha parlato di un soggiorno di “piacere”” abbaiò l’hunter più vecchio.

“Il Nobile Shoutou era assolutamente rammaricato, ma voi eravate già in viaggio, quando è stato costretto a partire. Preferiva essere presente, durante la consegna del figlio, per cui mi ha incaricato di far sì che voi aspettiate fino al suo arrivo, prima di fare ritorno all’Associazione”

“Tzè… “…mi ha incaricato di far sì che voi aspettiate…”, è proprio un purosangue” sottolineò Zero, tra i denti.

Gli altri si scambiarono uno sguardo.

Yagari sbuffò, grattandosi il mento; i suoi ex allievi misero le braccia incrociate e attesero, immobili, la sua decisione.
Yuuki non sapeva cosa dire…il luogo era sinistro, avrebbe tranquillamente potuto trattarsi di una trappola, ma…l’ometto calvo aveva l’aria innocua.
Aidoh se ne stava in disparte, con un’espressione indecifrabile.

Il cacciatore bendato tirò una pacca sulla spalla ai suoi due ragazzi, poi si rivolse al servitore:
“Bene, se dobbiamo aspettare, aspetteremo. Un paio di giorni, non di più; abbiamo degli ordini: portare via il ragazzino, con o senza suo padre presente”

Hiroto sorrise nuovamente, invitandoli a seguirlo con un gesto del braccio.
I sei attraversarono una larga distesa di erba all’inglese, per giungere alla tenuta.
Il maggiordomo in testa, seguito da Yagari, con a seguito Kaito, Yuuki, Aidoh e Zero.

La tenuta era in stile gotico, con l’oscurità era decisamente grottesca; era molto più simile ad una cattedrale che ad una casa.

Il pesante portone si aprì al tocco del vecchio vampiro…l’interno era illuminato da un immenso lampadario; una scalinata enorme, ricoperta con un tappeto rosso, era la prima cosa che saltava agli occhi, appena messo piede nel salone.

Un sibilo e una lieve folata di vento fece ondulare le fiamme delle candele; gli hunters estrassero le armi, Zero, istintivamente, afferrò Yuuki per un braccio e la spinse dietro di sé…

La ragazza guardò in direzione di Hiroto: era sparito!

“Zero…”

“Lo so” fece lui.

Dall’oscurità del corridoio laterale fece capolino una figura…aveva una veste lunga e bianca e dei lunghi capelli mossi…

Yagari e Kaito si misero davanti ad Aidoh, mentre Sara si avvicinava, guardandoli fissi, senza dire una parola.

“Stammi attaccata, hai capito?” sussurrò l’hunter tatuato.

La ragazza si sporse, oltre la schiena di lui, e vide una piccola figura accanto alla donna: era un bambino!

“Dov’è il padrone di questa casa, vampira?” le domandò Yagari.

Sara sorrise, poggiando una mano sulla spalla del ragazzino.

“Ora è dentro di me, con tutti i suoi poteri” rispose, poi.

“L’hai divorato!” esclamò Kaito.

“Oh…ma che volgarità. Shoutou fa parte del mio essere, è mio, ora”

“Lascia andare il piccoletto” le intimò Yagari.

In risposta, la purosangue strinse Tsuyo a sé:
“No, lui è mio figlio…sono diventata sua madre e suo padre”

Yuuki percepì l’odore di altri vampiri…una decina di ragazze, ex-umane, li raggiunse…le aveva trasformate tutte Sara-sama.

“Non avete ragione di temermi…non ho intenzione di nuocervi. Mi siete preziosi, per uno scambio”

La donna fece un cenno e degli uomini scesero dalla scala, circondando gli hunters e Aidoh…poi lasciò il bambino, che venne preso in consegna da una delle sue adepte, e si piazzò davanti a Zero.

Si guardarono: l’hunter ricordava bene in che circostanza lui e la Shirabuki si erano visti l’ultima volta e anche le parole che lei gli aveva rivolto…
Yuuki avvertì alla perfezione i muscoli di lui contrarsi, mentre Sara posava lo sguardo sulla Bloody Rose stretta nella sua mano e adagiata lungo il suo fianco.

“Non credo ti convenga farlo…” gli disse la donna, guardandolo dritto negli occhi.
Dopodiché i suoi occhi incrociarono quelli della ragazza, che si scostò da Zero.
La Shirabuki sorrise.

“Lei va chiusa nella camera del bambino…loro tre nei sotterranei…lui portatelo nella mia stanza” concluse, senza smettere di fissare l’hunter tatuato.


Zero stava seduto, in silenzio, disarmato, sul grande letto a baldacchino appartenuto a Shoutou, ora di proprietà di Sara.
La donna girava e girava, come a volerlo guardare da tutte le angolazioni...nello stesso modo in cui un cacciatore cova la preda, prima di attaccare.

"Zero...Kiryu...l'hunter vampiro..." borbottò, arrestandosi di fronte a lui.

Il ragazzo alzò lo sguardo.

La donna si sporse...a diede un'annusata all'aria.

"Il tuo odore non è quello di un vampiro ex-umano. Tu puzzi di "reale", di sanguepuro...eppure...la tua mente è ancora annebbiata da un desiderio di sangue che non può essere soddisfatto...lo sai cosa dicono, riguardo la sete dei vampiri?" cinguettò Sara.

Lui non rispose, rimase inespressivo.

Lei ghignò, avvicinando ancora di più il suo volto a quello di lui.

"Shoutou mi ha donato il suo potere...una capacità molto strana, per essere parte di un animale...l'empatia: il dono di sentire, intensamente, gli stati d'animo degli altri"

Sedette accanto all'hunter e avvicinò la bocca al suo orecchio:
"Posso percepirlo...il tremito che ti assale, in sua presenza, le tue vene che pulsano...tutto il tuo corpo si mette sull'attenti e freme...vorresti affondare i canini in ogni parte accessibile di lei e succhiare, sentire il gusto del suo sangue sulla lingua, fartelo scivolare lungo la gola; vorresti poterla dilaniare, fare a pezzi e divorare, tanto è feroce e immenso il desiderio che hai per lei"

Zero, le cui mani erano saldamente affodante nella coperta su cui stava seduto, girò lo sguardo, per incontrare quello di lei.
Era in preda all'ansia...ma non voleva e non poteva farsi prendere dal panico.

"Lo sai qual'è il vero e unico amore eterno? Quello che non potrà mai trovare appagamento...durerà per sempre, perchè non potrà mai essere vissuto. Il tuo tormento è così dolce...mi inebria la mente...è come se potessi nuotare nei miandri del tuo cuore, del tuo amore e assaporarlo, come se fosse mio; lo strazio che provi nel non poterla avere, nonostante tu l'abbia a portata di mano, è ciò che impedisce al tuo folle desiderio di assopirsi e ti fa sentire una belva feroce, costretta a trattare con i guanti l'agnellino che vorrebbe sbranare"

Il ragazzo ruotò il busto, per trovarsi faccia a faccia con lei...i suoi occhi avevano una strana luce, erano quasi ipnotizzanti.

"Non vuoi sapere...quali sono i suoi, di pensieri, invece?" gli chiese.

Il cacciatore la ignorò:
"Cos'è che vuoi, da me, vampira?" se ne uscì, a bruciapelo.

Sara gli mise una mano sul petto e appoggiò la guancia nell'incavo tra il collo e la spalla...

"Il tuo sangue...voglio che tu mi faccia dono della tua forza...per poter finalmente spazzare via l'ultimo ostacolo che si trova fra me e il mio trono"

"Kuran" disse Zero.

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Capitolo 20
*** Sangue (capitolo 19) ***


Sangue (capitolo 19)

“In battaglia, tutto ciò che è necessario per far combattere è un po’ di sangue caldo e il sapere che perdere è più pericoloso che vincere” (Gorge Bernard Shaw)

Kaito, Yagari e Aidoh erano seduti sul freddo pavimento delle segrete dove erano stati rinchiusi. Una decina di vampiri se ne stavano fuori dalla porta in ferro battuto, immobili come statue, il cui unico segnale di “vita” era il respiro, fermo e regolare. La porta aveva uno spioncino, in alto, che, se aperto, permetteva un lieve scorcio al corridoio.

“Mi dispiace molto, per queste situazione, sono stato un dannatissimo idiota a farmi abbindolare così” se ne uscì Yagari, passandosi una mano tra i capelli lunghi.

“Non è colpa tua, Maestro. Il vecchietto aveva l’aria mansueta…eravamo tre hunters e due vampiri e nessuno si è accorto di nulla…non avremmo comunque potuto evitarlo” disse Kaito.

“Mi chiedo come abbia fatto ad introdursi qui dentro e a fare quello che ha fatto” intervenne Aidoh.

“Evidentemente aveva il servitore dalla sua…non credo che dopo la prima intrusione, che posso a questo punto affermare essere stata opera di quella vampira, Shoutou sia stato così sprovveduto da non aumentare la sorveglianza. Dev’essere stato per forza qualcuno dall’interno” rispose Yagari.

“Cross ha detto che la richiesta da parte del purosangue gli è arrivata una settimana fa, circa…quindi dev’essere successo tutto ‘sto finimondo in quell’arco di tempo. Pazzesco…ha ucciso tutti, Shoutou compreso!” aggiunse Kaito.

“Tutti a parte il ragazzino” precisò Yagari.

Seguì un minuto di totale silenzio.

“Ho una brutta sensazione…perché mai parlare da sola con Kiryu? Cosa spera di ottenere da lui?” domandò il biondo.

“Informazioni” rispose Kaito.

“Ma di che genere? Non può seriamente pensare di estorcere informazioni sull’Associazione da lui, andiamo! È di Kiryu che stiamo parlando!” replicò Aidoh.

“E…non può neanche presumere che sappia qualcosa su Kuran” disse Yagari.

“Già…Kuran…sempre che quei due non siano segretamente in combutta e vogliano mettercelo in quel posto a tutti quanti” sbiascicò Kaito.

Il nobile lo guardò:
“Non credo proprio…Kaname-sama non ha mai tollerato Sara-sama, né i suoi intenti. Qualunque cosa stia facendo, o stia cercando di fare, è poco probabile che abbia coinvolto qualcuno oltre a se stesso. Lui non si fida di nessuno”

“Bhè, allora che diavolo vuole da noi?! A che scopo tenerci rinchiusi qui?!” esclamò Kaito.

“Se non è per far sì che lei e Kuran abbiano della merce di scambio preziosa all’Associazione, per tenerla in pugno, non riesco a capacitarmi del perché non abbia semplicemente cercato di portare Zero dalla sua parte” fece Yagari.

“Zero dalla sua parte? Ma non è un vampiro di sangue puro…e oltretutto è un hunter” replicò Kaito.

“Sì, ma è il più forte, tra noi…ed è il prossimo candidato alla presidenza; penserà di avere una chance di infilare il naso negli affari dell’Associazione, se già da adesso riesce a corromperlo”

“Come se fosse possibile che venga ancora eletto Presidente se ci fossero sospetti che abbia qualcosa a che fare con quella!”

“Potrebbe prendersi quella posizione, per sé, con la forza”

Kaito e il vampiro si guardarono, increduli.

Yagari si accese una sigaretta:
“Non ho detto che lo farebbe…conosco Zero da quand’è nato, non è nella sua natura essere sleale. Ma questo la vampira non può saperlo…forse spera di riuscire a influenzarlo”

“Con cosa potrebbe mai corromperlo? Altro potere? Non ha a che fare con un livello E sull’orlo della follia...mi pare che la situazione di Kiryu sia nettamente cambiata…l’ho visto con i miei occhi, durante lo scontro con Rido-sama, all’Accademia. Era terrificante l’aura di potere che lo circondava” intervenne Aidoh.

I tre si scambiarono un’occhiata, con in mente la stessa identica idea.

“Forse non è il potere, dopotutto…di quello a Kiryu non importa assolutamente nulla. Ma se Sara-sama è consapevole anche solo in minima parte del suo odio viscerale per i vampiri, soprattutto per i purosangue e soprattutto per un purosangue…” s’interruppe Aidoh.

“Se davvero Kuran e la vampira non sono complici…lei potrebbe proporre a Zero un’alleanza…per distruggerlo” concluse Yagari, grave.


Yuuki era chiusa in camera di Tsuyo. Sperava vivamente che gli hunters e Aidoh stessero bene e che nessuno li stesse tediando con domande o stesse tentando di estorcere loro informazioni che non avevano.
Ma, più di ogni altra cosa, era pazzamente in ansia per Zero.

Diede un’occhiata intorno…cornici vuote erano disseminate dappertutto: era probabile che avessero ritratto il ragazzino e i genitori; Sara-sama doveva essersene sbarazzata.
Per il resto, era riccamente arredata, lo stile del letto a baldacchino era in pendant con il prezioso lampadario e il tappeto ricamato. Un enorme camino ardeva sulla sinistra e un pesante armadio di legno laccato faceva capolino accanto alla porta della toilette.

Non c’erano finestre…ma, d’altronde, neanche nella villa dei Kuran c’erano, nelle stanze da letto.

Sara Shirabuki era riuscita ad incastrarli, erano stati incauti.
Avrebbe dovuto sentirlo che in quel servitore c’era qualcosa di losco…i suoi sensi di purosangue sembravano decisamente confusi, da quando si era messa in viaggio. La ragione, ovviamente era una sola: la presenza di Zero. Dopo la scena pietosa del bagno, negare l’evidenza, per lo meno, a se stessa, era diventato davvero ridicolo.

Sentì la porta aprirsi, alle sue spalle: due vampiri ben piazzati entrarono, tenendo ognuno un braccio di Zero. Lo lasciarono andare, dandogli una spinta, verso il letto, poi scomparvero, girando la chiave nella toppa.
Lui sedette sul pavimento, appoggiando la schiena al bordo del baldacchino; prese la sua scatoletta e se la svuotò in bocca, strizzando gli occhi.

Yuuki lo guardò, con i capelli rizzati…senza dire una parola si allontanò, sedendosi al lato opposto della stanza.

“Zero…che è successo?” chiese, cauta.

L’hunter la guardò, inespressivo.
“La vampira mi ha strapazzato un po’, niente di grave” rispose.

La ragazza si mise una mano in faccia, coprendosi bocca e naso e voltando il capo, per far sì che lui non la vedesse.

Quella donna l’aveva mandato da lei apposta…in un qualche modo, sapeva che non era proprio il caso…e di conseguenza, ovviamente, l’aveva fatto.

Lo guardò nuovamente: si stava sfilando la maglia, per pulirsi…aveva dei grossi tagli sulle braccia e sul petto…e uno sul viso, che gli attraversava la parte sinistra della fronte e la guancia destra.

Premette più forte la mano. Avrebbe voluto andare da lui e fare qualcosa…ma non riusciva a muoversi, era paralizzata; doveva concentrarsi sul restare lucida.

Il ragazzo si alzò e aprì la porta del bagno, vi entrò e se la richiuse alle spalle, senza fiatare.

Yuuki tirò un sospiro, liberando il viso dalla sua stessa morsa…si alzò lentamente e si avvicinò a sua volta alla toilette.

“Zero…va tutto bene?” chiese, ansiosa.

Dall’interno della stanzetta arrivò una specie di grugnito che interpretò come un sì.
Rimise nuovamente la mano sul naso, anche attraverso la porta, l’odore era fortissimo.

“Credi che…che…anche Aidoh, Yagari e Kaito…”

“No. Non devi preoccuparti…a quanto pare è una faccenda tra me e lei, a loro non farà nulla”

“Che vuoi dire?”

“Quello che ho detto” replicò lui, scocciato.

Yuuki alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto le sarebbe piaciuto avere una padella portatile a disposizione, in momenti come quello.

“C’è niente che io possa fare, per te?” se ne uscì.

“Sì. Tacere e lasciarmi stare”, questa fu la risposta.

A quel punto lei deglutì, fece un respiro profondo, poi entrò.
Lo vide seduto nella vasca, con ancora addosso i pantaloni, mentre cercava di levarsi di dosso, con l’acqua che lentamente iniziava a riempirla, tutto il sangue che era sgorgato dalle sue ferite. Ne aveva pieni i vestiti che aveva addosso e i capelli chiari. Ansimava di sete e i suoi occhi si confondevano con il liquido scarlatto che gli ricopriva il viso.

Lui alzò lo sguardo, poi mise una mano in avanti, come ad intimarle di restare dov’era.

Yuuki, nel vederlo in quello stato, s’infischiò di tutto e lo affiancò, non badando minimamente né al suo fiato corto, né ai suoi occhi rossi. Si levò il cappotto, le scarpe, ed entrò nella vasca con lui.
Zero arretrò, tirandosi su.

Lei si tolse la maglia, restando in canottiera, e la bagnò con l’acqua ancora limpida che fuoriusciva dal rubinetto in ottone, poi si alzò sulle punte e gliela passò delicatamente sul viso.

L’hunter restò immobile, per un secondo…poi, lentamente, si risedette, senza smettere di fissarla. Yuuki s’inginocchio davanti a lui e gli strofinò i capelli.

Sapeva bene di avere anche lei il fiato corto e gli occhi rossi, ma non si era neanche presa la briga di tentare di nasconderlo…Zero aveva bisogno di lei: le era scattata la solita molla, nel cervello, che faceva passare in secondo piano tutto il resto.
Per un attimo, le sembrò di essere tornata indietro a quand’erano ancora ragazzini…la sera in cui vide Zero per la prima volta, coperto di sangue, proprio come in quel momento.

Gli accarezzò la guancia sana, incrociando il suo sguardo, contrito, triste…e le vennero le lacrime agli occhi.

“Sono un povero idiota…non chiudo mai la porta” commentò lui, a mezza voce.

Lei strizzò gli occhi, ridacchiando, e le lacrime iniziarono a scendere copiose sul suo viso.

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Capitolo 21
*** Sconfitta (capitolo 20) ***


Sconfitta (capitolo 20)

“Un uomo che teme di soffrire, soffre già di quello che teme” (Michael Montaigne)

Yuuki spostò lo sguardo sui tagli che Zero esibiva su petto e braccia e restò stupita: si stavano già rimarginando.

Lui si guardò a sua volta, toccandoli, cauto.

“Sai…dopo aver scoperto che…bhè, che sei un vampiro, finalmente sono riuscita a spiegarmi le tue stranezze, compresa la tua capacità sovrannaturale di guarire in fretta”

Zero la guardò, mentre lei continuava e passargli piano il panno bagnato sul viso, che sembrava guarire molto lentamente, rispetto al resto del corpo.
“In teoria, gli ex-umani non dovrebbero guarire così in fretta. Quand’ero più piccolo…la cosa era molto più lenta” le disse.

La ragazza pensò a se stessa, a quand’era rimasta ferita, nel cimitero, poco tempo prima, e a come le sue ferite fossero sparite praticamente subito; lei era una purosangue, però…che Zero avesse acquisito una rigenerazione rapidissima…grazie al suo sangue? Il sangue che in lui si era risvegliato, dopo che anche lei era tornata a quella che era la sua vera natura.

“Quelli sulla faccia sanguinano ancora, però…” fece presente.

“Sarà più delicata delle altri parti, evidentemente”

L’hunter teneva un braccio appoggiato sul bordo della vasca da bagno e stringeva convulsamente il marmo bianco con la mano.
Yuuki, naturalmente, ci fece subito caso…era consapevole che si stava trattenendo davvero a fatica.

Sapeva che soffriva la sete terribilmente, più terribilmente di chiunque altro, e che tentava di combatterla, più tenacemente di chiunque altro. Era uno orgoglioso, era testardo, era pieno di vergogna e di senso di colpa, di disgusto verso se stesso…lei gli aveva offerto il suo sangue, nell’appartamento di lui, e lui avrebbe ceduto, se non fosse arrivato Kaito…in quel momento, ferito, se gli avesse messo il collo davanti alla faccia, avrebbe affondato i canini. Ne era certa…ma era anche certa che lui non gliel’avrebbe perdonata un’altra volta.

Yuuki era assetata a sua volta, ma era una sangue puro e non era ferita…tuttavia, stava facendo un grande sforzo, a non dare di matto con l’odore del sangue di Zero dappertutto; però, avrebbe dovuto farsela passare, perché Zero non le avrebbe mai permesso di bere il suo sangue.
Si staccò da lui, di botto, gli occhi sbarrati…ma che razza di pensieri le frullavano, per la testa? Bere il sangue di Zero?? Una cosa simile era fuori discussione, lui non l’avrebbe mai lasciata, e poi…aveva fatto una promessa. Perché aveva pensato a una cosa del genere, come aveva potuto un pensiero simile sfiorarle il cervello? Proprio Zero, che portava ancora le tracce del trauma che aveva subito, a causa di Shizuka.

Il ragazzo si accorse che qualcosa non andava:
“Tu non…non prendi…quelle cose, vero?” chiese.

Yuuki, capendo all’istante il suo riferimento alle pastiglie ematiche, scosse la testa.

“Preferisci morire di fame?” domandò, sarcastico.

Lei gli lanciò un’occhiata molto significativa.
“Non morirei di fame…io” disse.

Lui, cogliendo l’allusione al volo, fece un'espressione stizzita, per poi sbottare:
“I tuoi occhi e il tuo respiro…parlano da sé. Non puoi mentire, su questa cosa, almeno non con me…so bene che cosa significa, avere una sete terribile. Ce l’hai scritto in faccia”

Alla ragazza s’infiammarono le guance e abbassò lo sguardo.

“Suppongo sia…da quando…è scomparso, che non bevi una goccia di sangue” aggiunse, a mezza voce, lui.

Yuuki alzò lentamente la testa e incrociò i suoi occhi rossi.

“Staresti meglio subito, se bevessi da me”

Zero si alzò, all’istante, afferrando un asciugamano bianco, diretto alla camera da letto, senza dire una parola.

Lei gli andò dietro.

“Zero…”

“Smettila, è chiaro?!” sbraitò, strofinandosi con foga l’asciugamano tra i capelli.
Aprì l’armadio, alla ricerca di qualcosa che potesse entrargli…ma il ragazzino era basso…trovò una sorta di camicia da notte, che a lui andava come una camicia, la mise su, sbottonò i primi bottoni, arrotolò le maniche e la infilò nei pantaloni, per poi sedersi davanti al camino, nel tentativo di farli asciugare.

Yuuki frugò nell’armadio a sua volta…lei e Tsuyo dovevano essere più o meno alti uguali (XD), per cui non le fu difficile trovare qualcosa da mettere. Poi prese l’asciugamano abbandonato sul letto da Zero e tentò di asciugarsi un po’ i lunghi capelli scuri; il panno bianco era intriso dell’odore di lui…lo prese e lo spostò dalla testa al viso, premendoselo sul naso.
Poi guardò l’hunter, seduto, immobile, davanti al fuoco…e lo raggiunse.

Lui non si voltò, fece finta di non averla neanche sentita.

La ragazza fissava il suo profilo, invece, pensando…la verità era che…i tentativi di indurre lui a prendere il suo sangue, erano sì per alleviare un po’ le sue pene, ma soprattutto, perché aveva sperato, inconsciamente, che se fosse riuscita a farlo bere nuovamente da lei…poi, forse, l’hunter le avrebbe permesso di bere da lui. Era vergognoso.

Il ragazzo girò finalmente il viso:
“Non mi aiuteresti…anzi, dopo starei peggio” le disse, per dissuaderla. Conosceva fin troppo bene la capacità d’insistenza di Yuuki.

“Se continuassi a dartelo, sì, ti aiuterei” replicò lei.

“Non va bene, abituarsi al sangue, specialmente a quello di un purosangue…è come una droga…le pastiglie vanno più che bene, sono disgustose, ma meglio di niente” ribatté lui.

“Te lo devo, Zero”

“Tu non mi devi proprio niente. Lo dovrei io a te, piuttosto…”

Si scambiarono uno sguardo. A Yuuki girava la testa, non sapeva cosa pensare; non le andava che Zero facesse qualcosa di non confortevole, per lui, solo per un “debito di sangue”, anche se…era esattamente quello che avrebbe voluto che facesse; era davvero un’egoista.

“Sai che non ti chiederei mai nulla del genere…” iniziò, poco convinta.

Zero guardò nuovamente il fuoco, gli occhi catturati dalle fiamme.
“Quella vampira…ha uno strano potere…riesce a percepire quello che provano gli altri, è come se avesse accesso ai pensieri più oscuri e profondi di tutti. Mi ha mandato qui, con te, perché spera che, in questo modo, mi convinca a fare quello che vuole lei” disse.

“Di cosa stai parlando??” esclamò la ragazza, allarmata.

L’hunter, senza staccare gli occhi dal fuoco, bisbigliò, come a se stesso:
“Mi ha detto delle cose…io…non ho idea di come faccia a saperle, mi sembrava che potesse davvero frugarmi dentro. Mi ha scotennato, praticamente, ma si è rifiutata di leccare il sangue dalla mie ferite, pretendeva di prenderlo dal mio collo, e io non gliel’ho permesso. Dice che il bere sangue dal collo è più intimo, più sensuale, che ti fa vibrare tutto il corpo, ti fa sentire in estasi…e il fatto di sapere che è vero, perché ho provato quella sensazione più volte, mi ha fatto davvero sentire una bestia”

Yuuki si mise in ginocchio e gli prese il viso con le mani, facendolo voltare…gli occhi rossi lampeggiavano come fanali.
“Perché Sara-sama vuole il tuo sangue?” gli domandò, a bruciapelo.

Zero non rispose subito, però prese le mani di lei e se tolse dalla faccia.

“Zero…ti prego, aiutami a capire che sta succedendo” lo supplicò.

“Non ha importanza, tanto non ho alcuna intenzione di permetterle di mordermi, dovrà ammazzarmi, se vuole il mio sangue, perché fintanto che sarò vivo, non lo avrà!” sbraitò l’hunter.

Non poteva dirle che gli aveva proposto un’alleanza, per distruggere Kuran, e che gli aveva anche offerto il proprio sangue, in cambio. Voleva cercare di fare con lui quello che aveva fatto con Ichijo: controllarlo, attraverso il sangue.
Non si sarebbe lasciato corrompere tanto facilmente…per quanto fossero allettanti le promesse di lei.

Sapeva di avere un aspetto terribile, che la sua voglia di sangue sprizzava da tutti i pori. Le ferite e tutto il sangue che aveva perso non facevano che peggiorare la situazione…non ce la faceva più, prese addirittura a tremare.

“Zero…stai tremando” fece lei, poggiandogli una mano sul braccio.

“Non è niente…” borbottò lui, scrollandosela di dosso.

A quel punto, Yuuki, gli diede una spinta, che lo fece andare per terra, lei gli si mise sopra, a cavalcioni, bloccandogli il busto ai lati, con le ginocchia, e le spalle con le mani. Se fosse stato in forma non avrebbe potuto farlo, ma per fortuna era ridotto uno straccio, e non oppose resistenza.
Sudava freddo, il viso era cadaverico, le labbra viola, sembrava stesse per svenire, da un momento all’altro.

“Hai perso così tanto sangue che sei fuori di te” gli fece presente la ragazza.

Quello era vero, ma…non sarebbe stato così male, se non ci fosse stata lei lì con lui; Yuuki credeva ancora che fosse la condizione di livello E imminente, che lo torturava in quel modo, perché non sapeva che tempo addietro, aveva bevuto il sangue di Kuran…no, non era il livello E che tanto temeva lei, a ridurlo così; quella maledetta aveva calcolato tutto…e lui stava per cedere, proprio quello che lei voleva. Voleva che lui bevesse da Yuuki, per poi poterlo persuadere che valeva la pena fare a pezzi Kuran, pur di avere lei tutta per sé.

“Credo che sia questione di poco, prima che l’Associazione si renda conto che c’è qualcosa che non va…manderanno certamente qualcuno, vedrai…dobbiamo solo resistere fino ad allora. Ma…tu devi fare quello che ti dico, Zero, ti prego, non voglio doverti portare fuori di qui con il cucchiaino” esordì Yuuki.

L’hunter aveva un cerchio alla testa, si sentiva rintontito, come se gli fosse caduta in testa un’intera casa…l’odore di Yuuki, così alla portata del suo naso, era qualcosa…contro cui aveva perso tanto tempo prima. Non aveva scampo, non c’era rimedio…si era arreso.
La tirò per le braccia, bloccandola contro il suo petto, lei non si oppose, anzi, girò il viso, in modo da esporre il collo, e scostò i capelli.

“Ho bevuto il sangue di Kuran , è il sangue di Shizuka contenuto nelle sue vene, che mi ha salvato dalla follia…non sono più un livello E” le sussurrò.

Lei, dal canto suo, non fece in tempo a dire niente: Zero le aveva stretto la maglia con una mano, così forte da farle male, mentre con l’altra le aveva afferrato saldamente i capelli.
Affondò senza alcuna pietà, rudemente, iniziando a succhiare con voracia.

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Capitolo 22
*** Verità nascoste (capitolo 21) ***


Verità nascoste (capitolo 21)

“Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti” (Eraclito)

Zero smise improvvisamente di tremare, sentendo un nuovo, cocente tepore che gl’invadeva il corpo.
Allentò un po’ la presa e tutti i suoi muscoli si distesero, la pressione alla testa scomparve, la mente si rilassò…gli sembrò di essersi sparato una dose di tranquillanti per cavalli in vena, tanta era la quiete che così in fretta aveva preso il posto del tormento.

Era come se quel sangue fosse tutto ciò che aveva sempre desiderato…una sensazione che non provava più da molto, molto tempo.

In un batter d’occhio si era ritrovato in un posto bianco, freddo, battuto dal vento…guardò per terra: il terreno era ricoperto di neve. Il cielo era color della pece, una fila di alberi lo circondava, aveva l’aria di essere una radura.
Udì un urlo agghiacciante e si voltò: un vampiro con gli occhi rossi di sete aveva afferrato una piccola bimba dai capelli scuri, con intenzioni piuttosto chiare…senza pensare, fece per scattare nella loro direzione, ma un ragazzo filiforme, dai capelli corvini, spuntò fuori dal nulla e colpì con tutte le sue forze il vampiro, che si accasciò a terra, in un lago di sangue. Poi, lo vide rivolgere alla bambina un sorriso gentile e prenderle una mano…

Dopodiché si susseguirono, in un vortice veloce, altre immagini, dall’aria sia più recente che più vecchia, del ragazzo e della bambina, che leggevano, parlavano, passeggiavano…per poi bloccarsi su una stanza riccamente decorata, priva di finestre, dove i due stavano seduti sul davano; la piccola circondò con le braccia il collo del giovane e lo baciò…Zero, naturalmente, aveva ben presente chi fossero…erano ricordi dell’infanzia di Yuuki, sia di prima che diventasse umana, sia di quando lo era già diventata…con Kuran.

“Da grandi diventeremo come mamma e papà”

Questa frase rimbombò forte e chiara, come se fosse stato qualcuno proprio accanto a lui a pronunciarla.

Provò come la sensazione di essere spinto all’indietro, chiuse gli occhi, e quando li riaprì vide la casa del Direttore…una Yuuki dodicenne stava alla porta, mentre un ragazzino dai capelli chiari entrava a passo lento e pesante, con addosso una coperta, mentre Cross se ne andava, di fretta, dalla parte opposta.
Il turbine di prima fece capolino un’altra volta, stavolta con delle immagini del passato sue e di Yuuki…gl’incubi di lei, il modo in cui aveva rincuorato lui dai propri, i pattugliamenti,…i morsi…, i sorrisi…tutto il tempo che avevano trascorso insieme.

Il fermo-immagine arrivò in cucina…lui succhiava dal polso di Yuuki…e lei lo guardava, mentre il sangue che gli colava dalla bocca andava a bagnare il braccialetto che la ragazza portava al polso.

“Gli occhi dei vampiri dovrebbero essere spaventosi, ma non riesco a staccare lo sguardo…da questi occhi”

La stessa voce di prima, che sembrava essere quella di Yuuki, giunse al suo orecchio, potente.

Uno strano senso di vertigine lo colse, giusto il tempo di sbattere le palpebre, e si ritrovò nella camera che Yuuki occupava, con Wakaba, quando era ancora un’allieva del Collegio Cross: una Yuuki ormai tornata vampira, con i suoi capelli scuri magicamente allungati, stava baciando Kuran…per poi staccarsi, stringendo Artemis, e andandosene.

“Fratello mio…tornerò tra le tue braccia, sicuramente”

Zero realizzò che doveva essere stato un momento prima che lo raggiungesse, per affiancarlo nello scontro con Rido.

Poi la vide, inginocchiata a terra, singhiozzando disperatamente, con ancora sul collo il segno dell’ultimo morso che le aveva dato.

“Perdonami, Zero…io non sono la persona giusta…perdonami, se sono un vampiro”

All’hunter venne una forte stretta allo stomaco, nel vedere quella scena…si piegò, nella direzione di lei, e allungò un braccio, come per toccarla, ma la mano passò attraverso la spalla di Yuuki come se lui fosse stato un fantasma. Si tirò indietro, guardandosi attorno…era nei pressi del Collegio…ma tutto sembrava così lontano e sfocato; perché stava riuscendo a vedere i ricordi di lei? Non gli era mai stato possibile quando era ancora un’umana…poteva tastare concretamente le sue emozioni, i suoi sentimenti, ma non era mai riuscito a vedere il suo passato, neanche l’ultima volta che l’aveva morsa, tra le macerie…che, allora, la ragazza gli avesse chiuso volontariamente la mente?

Sentì uno scricchiolio, alle sue spalle, e si girò, per vedere, attorno a sé, del gran buio…era in un sotterraneo…e, proprio accanto a lui, Yuuki, piangendo ed abbracciando Kuran, lasciava che lui affondasse i canini nel suo collo…Zero non riuscì a trattenersi e voltò lo sguardo. Si sentiva uno stupido, erano vissuti insieme per un anno, non era mai stato convinto che Kuran non avesse bevuto il sangue di lei…però…vederlo così, faceva un gran male. Non sapeva spiegare perché…ma la cosa gli faceva dolere il petto.

“…Quindi se tu, per i terribili peccati di cui ti sei macchiato come vampiro, sei condannato a precipitare nelle tenebre…anch’io voglio precipitare insieme a te!”

“Già…” pensò Zero “Yuuki è il tipo da dire cose come questa, è vero…”

Lei era fatta così…era incapace di lasciarti soffrire in santa pace, non ci riusciva, tentava di incoraggiarti, di consolarti, di proteggerti…e se dovevi andare a fondo e dannarti, lei ti avrebbe seguito. “Io e te contro il mondo”, il suo motto era quello…anche a lui, ai tempi, aveva detto un qualcosa del genere:
“Macchiamoci insieme della colpa più imperdonabile”

L’hunter si portò una mano al volto, strizzando gli occhi, turbato…anche Yuuki doveva aver sofferto, e parecchio.
Quando riaprì le palpebre, lo scenario era nuovamente cambiato…si trovava sempre nel sotterraneo di prima, vicino a lui c’era una porta, e di fronte Yuuki, piangente, con Kuran che le accarezzava il viso…

“La sete di un vampiro può essere placata soltanto dal sangue della persona che ama…quindi io…non potrò mai soddisfare la mia sete…perché una parte del mio cuore è rimasta legata in un luogo dal quale non riuscirò mai a staccarmi. Perché parte del mio cuore è ancora legata…a Zero…”

Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore, che prese a battergli più rapidamente.
“La sete…solo dal sangue della persona…”

Ora gli era tutto chiaro…i sentimenti che sperava si fossero un po’ sopiti, dentro di lui, erano la ragione della sua sete assassina. Il cuore che batteva per lei non gli aveva dato tregua, anche senza vederla per così tanto tempo, i suoi sentimenti non erano mutati di una virgola e il torpore delizioso che l’aveva avvolto dopo che aveva infilato i denti nella pelle di Yuuki, ne era la prova più lampante.

Sentì qualcosa che gli tirava i pantaloni, all’altezza del ginocchio…abbassò lo sguardo: era la bambina che era stata salvata dal vampiri malvagio, era Yuuki…e un cucciolo di lupo nero scodinzolava al suo fianco.
Restò basito, senza parlare, per un secondo…l’aveva toccato…e poi…

“Puoi vedermi?” le chiese.

Lei gli sorrise, poi annuì con la testa.

“Come fai a vedermi? Prima non…”

“Perché quelli erano ricordi…era il passato…questo è il presente” rispose la piccola.

L’hunter alzò lo sguardo: era tornato nella radura innevata, buia e ventosa.
S’inginocchiò, per riuscire a vedere il viso di Yuuki, mentre il cuccioletto gli saltava su un ginocchio, facendogli le feste.

“Devo mostrarti qualcosa” gli disse, indicando con il piccolo braccio un punto non ben precisato dietro di lei.

“D’accordo” replicò Zero, prendendola in braccio e facendo per alzarsi.

“Aspetta!” esclamò Yuuki.

Lui la guardò, con aria interrogativa.

La bimba indicò il lupacchiotto, che saltellava, come ad incitare il ragazzo a tirare su anche lui.
Zero alzò gli occhi al cielo, poi si rivolse a Yuuki:

“Ma è strettamente necessario portarselo dietro?”

Lei annuì, risoluta.

“Va bene, cane, vieni qui” sbuffò, sollevando con una mano la piccola bestia e tenendola accoccolata nel braccio libero.

“Non è un cane, è un lupo” precisò la bambina.

“Sempre peloso e bavoso è, no?”

“Sei il solito antipatico” borbottò lei.

“E tu una piccola scocciatrice, la copia sputata di come sei da grande” pensò l’hunter.

Camminarono per un paio di minuti, poi, all’improvviso, qualcosa di grande e scuro fece capolino davanti agli occhi di lui, sospeso a mezz’aria.
Sentì Yuuki appoggiare la testa sul suo petto, sospirando.

“Sai che cos’è, quello?” gli domandò.

“No…”

“Allora devi guardare meglio, Zero” aggiunse Yuuki.

Zero fece un passo avanti, la luce della luna illuminò la figura, e lui fece due passi indietro, sconcertato.
Era un enorme, rosso e pulsante cuore.

“Questo è…ma che significa?!” esclamò.

La piccola appoggiò le manine sul suo viso, per far sì che lo abbassasse.
Quando furono naso a naso, gli disse:

“Il cuore che batte, lo senti?”

Dei battiti cardiaci, nel silenzio della radura, diventavano sempre più forti e veloci.

“Sì, lo sento…”sussurrò il ragazzo.

La bestiolina che teneva in braccio iniziò ad agitarsi un po’ e tentò di leccargli la faccia.

“Ma non lo possiamo lasciare qui?!” sbottò, seccato, tentando di allontanarlo da sé.

Yuuki gli mise le braccia attorno al collo e si sollevò, per essere faccia a faccia con lui, poi bisbigliò:
“No, Zero…lui resterà con me per sempre”

L’hunter sbatté le palpebre e si rese conto di trovarsi davanti ad una Yuuki ormai grande…perse l’equilibrio, finirono a terra, nella neve, lui, lei e il piccolo lupo, diventato fiero e adulto.
L’animale leccò il viso alla ragazza, poi prese a correre, attraverso la radura.

Zero guardò i suoi lunghi capelli coprirgli il viso, mentre la sua fronte percepiva la pelle di lei sopra. I suoi enormi occhi scuri sommergevano, ora, la sua visuale, coprendo tutto il resto.

“Sei ancora tu…” gli disse.

A quel punto, poggiò le labbra sulle sue…lui chiuse automaticamente gli occhi, mentre l’immagine di una Yuuki incappucciata faceva capolino, come un flash, nel buio.

“Zero…” disse.

Lui strizzò gli occhi, aprendoli un po’…

“Zero, puoi sentirmi?” chiese la voce di Yuuki.

Il ragazzo spalancò le palpebre, riuscendo a mettere a fuoco l’immagine che aveva davanti.
Era Yuuki.

“Va tutto bene? Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo non ti svegliassi più” fece la ragazza.

“Svegliarmi?” chiese l’hunter.
Si toccò le labbra…erano bagnate…si guardò le dita…erano sporche di sangue…poi guardò il collo di Yuuki: il segno dei suoi morsi era ancora evidente. Quindi l’aveva morsa…e poi? Dove finiva la visione dei suoi pensieri…e iniziava il suo…come poteva chiamarlo, a quel punto? Sogno…o delirio?

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