Per Sempre

di Lupoz91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II capitolo ***
Capitolo 3: *** III capitolo ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V capitolo ***
Capitolo 6: *** VI capitolo ***
Capitolo 7: *** VII capitolo ***
Capitolo 8: *** VIII capitolo ***
Capitolo 9: *** IX capitolo ***
Capitolo 10: *** X Capitolo ***
Capitolo 11: *** XI capitolo ***
Capitolo 12: *** XII capitolo ***
Capitolo 13: *** XIII capitolo ***
Capitolo 14: *** XIV capitolo ***
Capitolo 15: *** XV capitolo ***
Capitolo 16: *** XVI capitolo ***
Capitolo 17: *** XVII capitolo ***
Capitolo 18: *** XVIII capitolo ***
Capitolo 19: *** IXX capitolo ***
Capitolo 20: *** XX capitolo ***
Capitolo 21: *** XXI capitolo ***
Capitolo 22: *** XXII capitolo ***
Capitolo 23: *** XXIII capitolo ***
Capitolo 24: *** XXIV capitolo ***
Capitolo 25: *** XXV capitolo ***
Capitolo 26: *** XXVI capitolo ***
Capitolo 27: *** XXVII capitolo ***
Capitolo 28: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


Flashback

-Ma allora detective può dirci chi è il colpevole??Ci ha riuniti tutti qui all’una di notte ora ci dica chi è.-
-Niente di più semplice mio caro Okane……il colpevole……è lei.-
-Che cosa???ma sta scherzando spero…io ero con Miho all’ora del delitto come avrei potuto uccidere Wasami con un colpo di pistola;e poi non solo l’unico sospetto cosa mi dice dei due uomini vestiti di nero?? Loro si sono intrufolati dentro casa e poi si è sentito un colpo di pistola…come mi spiega tutto ciò??-
-Il trucchetto che lei ha usato per uccidere la vittima è molto semplice: lei ha detto di essere andato in bagno verso le 22:20, ma lei non è andato in bagno è entrato nella stanza del informatico Wasami e ha messo una pistola all’interno del computer e l’ha collegata con il pulsante di espulsione dei dischi… così quando la vittima ha spinto quel bottone è morta.-
Okane sgranò gli occhi, non sapeva cosa rispondere, così si inginocchiò a terra e confesso tutto in un pianto di lacrime.

Fine flashback


“Cosa c’entra l’organizzazione con quell’omicidio..cosa volevano Gin e Vodka da quell’uomo??Sicuramente volevano qualcosa che si trovava nel suo computer ma l’omicida ha distrutto tutto per poter mettere la pistola all’interno…”
-Conan…Conan…Conan…Ehi ma ci sei??Conan…-
-…Cosa??...ah Ran che c’è?-
-Se non mangi il riso si fredda e poi è cattivo…senti ma cos’hai è da quando c’è stato l’omicidio dell’informatico che sei pensieroso…qualcosa non va??-
-..Ehm..Ma no no cosa dici è solo una tua impressione…piuttosto cos’hai tu ultimamente sei molto triste…qualcosa non va??-
Ran abbassò la testa e divenne triste e una lacrima scese dal suo volto poi riprese il controllo, cacciò indietro le lacrime e gli disse a Conan
-Ma no è solo una tua impressione non preoccuparti per me-
Poi si alzò da tavola,posò il suo piatto in cucina e corse in camera sua. Conan aveva toccato il suo tasto dolente.
“Si sono molto triste…e nono posso farci niente, è da tanto che non vedo Shinichi e è da una settimana che non si fa sentire…non riesco a pensare ad altro…il suo pensiero mi assilla continuamente e io,da quando se ne è andato,non sono riuscita a dirgli quello che provo per lui…se solo lui mi chiamasse…adesso…in questo momento…io gli direi tutto… ”
In quel momento un telefono squillò…Ran sobbalzo…prese il suo telefono e un sorriso a 32 denti si stampò sulla sua bocca…era Shinichi.
“Ora cosa faccio gli rispondo oppure no.”
Il telefono continuava a squillare e lei non sapeva cosa fare…poi si decise e spinse il pulsante verde…

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Capitolo 2
*** II capitolo ***


-Ehi Ran ma si può sapere dov’eri??è già da cinque minuti che il telefono ti squilla..-
Ran evitò di rispondere e cambiò subito discorso.
-Ma sentilo è una vita che non torni a Tokyo…si può sapere che fine hai fatto??-
Shinichi rimase spiazzato. Era stufo di rifilargli sempre la stessa bugia, non ne poteva più..ma poi pensò all’organizzazione. A quello che gli avevano fatto. Ma soprattutto alle mille idiozie che diceva a Ran.
-..Bè..ecco..vedi Ran io veramente..bè..-
-“Perché esita??di solito mi risponde subito che è incastrato con qualche caso..”…Shinichi…-
Shinichi colse subito il tono di voce di Ran. Era imbarazzata e sembrava come se dovesse dirgli qualcosa di veramente importante. Esitò. Per la prima volta il suo grande fiuto di detective non estrapolava idee. Non sapeva cosa aspettarsi. Ma poi un’idea attraversò il suo cervello. Il suo cuore iniziò a battergli a mille.
-Bè ecco Shinichi..io volevo dirti che…io…bè si insomma io…volevo sapere se tu…ecoo vedi…io volevo dirti una cosa molto importante…ma te la dico quando vieni…ora devo andare è tardi ci sentiamo. Ciao.-
Iniziò a piangere.
“Ma cosa ho fatto…io volevo dirglielo…ma qualcosa mi ha fermato…io non…”
Qualcuno bussò alla porta di Ran ma lei non gli diede conto. Era arrabbiata con se stessa. Non voleva sentire nessuno. Voleva solo dare sfogo alla sua rabbia e alla sua solitudine. Poi ebbe un sobbalzo. Qualcuno la stava abbracciando e per un momento pensò fosse Shinichi, ma poi tornò alla realtà e si volse. Conan la stava abbracciando in una maniera insolita. Lui era calmo come se sapesse cosa fosse successo e cosa lei stava pensando in quel momento, era coma se fosse stato sempre lì e lei non se ne fosse accorta. In quel momento vide qualcosa di insolito.

Conan non aveva gli occhiali.

-Ora calmati smettila di piangere mi fai solo soffrire…vedi Ran…io non posso proprio vederti piangere.-
-“Questa frase…io questa frase…io questa frase l’ho già sentita…”Conan…dimmi una cosa…è la prima volta che ti vedo senza occhiali…di solito non te li togli mai…perché li hai tolti??ma soprattutto perché sei venuto qui??-
Lui non rispose. Fece uno dei suoi soliti sorrisi, come se avesse risolto un mistero. Uno mistero che non era mai riuscito a svelare. Sciolse l’abbraccio. Si voltò verso Ran. Vide una lacrima che scendeva lenta sul suo viso, così sorpreso e così malinconico. In quel momento tutto era perfetto e un pensiero entrò fisso nella mente di Conan “Digli la verità.”
-..Io ero venuto qui perché…volevo darti l’abbraccio della buona notte…- sospirò malinconico poi riprese – adesso vado,domani ho scuola…Bounanotte Ran-
Chiuse la porta e andò nella sua camera. Era diventato triste. Ma quel pensiero ancora non voleva andarsene. Era più forte del solito. Non riusciva a pensare ad altro. Poi sgranò gli occhi. Uscì di corsa dalla sua camera e iniziò a cercare Kogoro. Non c’era. Era uscito per un bicchiere e non era ancora tornato. In quel momento ebbe un brivido e un pensiero entro nella sua testa “Organizzazione.”
Si assicurò che Ran si fosse addormentata e uscì di casa. Andò in tutti i locali che Kogoro frequentava la sera ma nessuno l’aveva visto passare. Lo cercò tutta la notte e quando rientrò dentro casa era sparita anche lei, era rimasto solo un biglietto

“Se li vuoi vivi vieni al Beika, ultimo piano,domani alle 22:00; mi raccomando voglio te e lei.
Ci si vede.
 Firmato La Morte.”

In quel momento il tempo si fermò e con se anche il suo cuore. Era stato così ingenuo da lasciare lei da sola. Scoperta. Si arrabbiò con se stesso. Non riusciva a crederci, l’Organizzazione era riuscito ad incastrarlo e lui non sapeva cosa fare. Era immobile. La sua mente non pesava, era vuota. Poi sentì un colpo dietro la testa e in quell’istante tutto divenne sfocato e perse i sensi.

Si risvegliò in un luogo familiare. La sua mente ricominciò a funzionare e in un attimo ricordò tutto. Ebbe un sobbalzo. Poi sentì una voce.
-Finalmente ti sei svegliato-
-Ai?!?!?!...Mi fa male la testa…ma cosa mi ha colpito-
-Scusa…non l’ho fatto apposta, quando siamo arrivati avevi un faccia cadaverica e si capiva che avevi il cervello atrofizzato così ti ho resettato…non potevi pensare ad una soluzione in quello stato eri troppo agitato.-
-Ma tu come fai a sapere…-
-Stai parlando della lettera vero??Te l’ho trovata in mano e lì ho capito quello che era successo-
-Shinichi prendi una questa tazza di caffè vedrai ti farà bene-
Il dottor Agasa aveva un faccia preoccupata. E Ai non era da meno.
-Devo pensare a come recuperarli…Se torciono un solo capello a Kogoro e Ran non glielo perdonerò mai…-
-Hai già un idea??Non sarà facile riuscire ad uscirne vivi lo sai vero??-
-Si lo so e ho già in mente un piano ma è molto rischioso.-
-Che novità…come tutti gli altri giorni non fossero pericolosi-
In quel momento Ai iniziò a ridere. Conan non l’aveva mai vista ridere in quel modo. Ma subito si re conto che forse quella sarebbe stata la sua ultima risata. Iniziò a ridere anche pensando che a quell’incontro non avrebbe coinvolto nessuno.
-Allora che piano hai in mente??-
-Semplice andrò a quell’incontro e salverò la vita a Kogoro e Ran.-
“Se solo avessi detto a Ran cosa provavo per lei, adesso potrei anche morire tranquillo. L’unica cosa che mi spaventa è non riuscire a dirgli la verità. Che sciocco adesso dovrò morire con il rimpianto. Ma forse è meglio così.”
Fece un sorriso malinconico. Ai gli chiese qualcosa ma non l’ascoltò. In quel momento era occupato a pensare a Ran e a come gli avrebbe potuto dire la verità. Poi vide l’ora. Erano le 4 del mattino.
-Vado a dormire. Domani sarà un giorno importante.-
E così dicendo prese una coperta, si sdraiò e chiuse gli occhi.
 
-Ran…Ran…Ehi Ran mi senti??-
-Si che ti sento dimmi-
-Ran…io ti amo-
Si sentì un colpo di pistola. Ran si accasciò a terra. Gin si avvicinò a Conan. Un altro colpo di pistola. La vista gli si offusco e il respiro divenne irregolare. Riusciva a sentire i suoi battiti cardiaci che piano piano rallentavano.
-Ran!!!-
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Ok scusate se questi capitoli sono un po' cortini ma il fatto è che ho dovuto spezzettare un po' la storia...sennò non si sente la suspance xD...bè non ho molto altro da aggiungere...solo spero la seguirete perché è un po' lunga...la dovrei aggiornare ogni sera...spero xD...bè con questo passo e chiudo

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Capitolo 3
*** III capitolo ***


Scattò in piedi sul divano. Ci mise un po’ per realizzare che fosse solo un sogno. Più pensava a quel sogno e più il battito del suo cuore aumentava. Rimase impietrito per svariati minuti. Quasi riusciva a cogliere il dolore di uno sparo nel petto.
-Ehi finalmente hai finito di urlare. Solo più di 8 ore che urli nel sonno. Credo che tu abbia fatto un incubo. Ti conviene mangiare qualcosa. Sei molto pallido.-
-Bè in effetti non ho fatto un bel sogno…anzi…vorrei non si realizzasse mai-
-E chi può dirlo-
“Ma tu sei sempre così pessimista -.-…”
Agasa arrivò di corsa da Conan era agitato e spaventato aveva una faccia di qualcuno che aveva visto la morte. Era bianchissimo.
-Dottore…anche lei ha fatto un brutto sogno??-
Disse Ai. Ma subito capì che c’era qualcosa che non andava. Non aveva ma visto Agasa così preoccupato.
-Dottore chi è al telefono??-
A quelle parole il Dottor Agasa tornò in se (ma la sua pallidità non se ne andò). Era impietrito non riusciva a parlare.
“Ma chi è al telefono??Perché Agasa è così spaventato??Non dirmi che sono…”
-Dottore mi dia presto…-
Conan prese il telefono dalle mani del dottore e si accorse che stava tremando.
-Pronto chi è??-
-Finalmente ti risento…piccolo detective da strapazzo-
-“Gin…come pensavo…oltre a scoprire chi sono adesso sa anche chi mi conosce e dove mi può trovare”Che cosa hai fatto a Kogoro e Ran??-
-Conannnn!!!!ti prego vieni a salvarci siamo vivi ci tengono prigionieri…-
-Sta zitta o ti ficco un proiettile in testa-
-Che cosa vuoi??-
-Qua sono io che faccio domande…piuttosto dimmi lei è con te vero??-
Conan si girò verso Ai era impallidita anche lei sentendo quella voce. La voce della morte.
“Sa dove trovarmi. Mi potrebbe uccidere in qualsiasi momento. Posso percepire i suoi pensieri diabolici anche attraverso la sua voce.”
-Cosa importa se sta qui l’importante è che venga all’incontro no??-
Conan si era fatto sfuggire una voce insicura e dall’altra parte della cornetta si senti un ghigno.
-Se vuoi riavere gli ostaggi dorai fare una scelta che ti costerà molto cara-
Poi riagganciò.
-Pronto. Pronto!!!!-
-Niente da fare ha riagganciato…Dottor Agasa ma che cos’ha??-
Il Dottore tremava come non mai, poi riuscì a dire alcune parole.
-Genta, Ayumi e Mitsuhiko . Sono stati rapiti… Da Gin.-
-Che cosa?!?!e ora dove sono??-
-Sono nel nuovo palazzo che è stato costruito:il Beika B; sono insieme a Vodka e ha anche detto di aver messo delle cariche esplosive nell’ edificio, ha detto che devi fare una scelta: salvi i tuoi amici oppure i tuoi cari??Gin ha aggiunto che solamente voi due potete entrare nell’edificio; appena varcherete le porte automatiche si innescheranno le bombe e avrete solamente il tempo di salvare gli ostaggi.-
“Ecco cosa intendeva con “fare una scelta”…ma c’è qualcosa che non mi convince…come sapeva Ran che Gin stava parlando con me e non con Agasa??e poi perché gli ostaggi non li ha messi tutti insieme e li ha divisi per farmi fare una scelta.??”
-Ok allora io andrò a salvare i ragazzi mentre tu Conan andrai a salvare Ran e Kogoro…ehi Conan mi senti???Conan.??-
Conan era sparito. Non c’era più. Ai guardò l’ora. Si immobilizzò. Erano le 22:10. Gin gli aveva fatto perdere tempo in modo che non avrebbero avuto il tempo di decidere cosa fare. Subito prese il Dottor Agasa che si era ripreso dalla scioccante notizia. Mentre sfrecciavano per le strade di Tokyo incontrarono Conan che con il su skateboard stava correndo al Beika.
-Kudo entra in macchina sbrigati…ho una cosa da darti…-
Ai gli fece vedere qualcosa e subito sul voto di Conan spunto uno de suoi soliti sorrisi da detective e salì in macchina.
 
-Ehi tu..ti chiami Ran vero??ma tu sei a conoscenza del segreto del piccoletto vero??-
-Quale segreto??Conan non ha segreti è solo un bambino di 8 anni che frequenta le elementari…perché l’hai coinvolto in questo rapimento??-
Gin sorrise.
“E bravo Kudo sei riuscito ha mantenere il tuo segreto per tutto questo tempo…ma ormai il tuo tempo è scaduto. Chissà se il suo amore prevarrà sulla sua amicizia… ”
Ran era perplessa. Davvero Conan aveva un segreto che potesse coinvolgerlo in questa storia??Ma subito iniziò ad avere paura. Un solo pensiero le attanagliava la mente.
“Non sono riuscita a dire a Shinichi cosa provo per lui e adesso dovrò morire con il rimpianto di non avergli detto niente…e cosa più importante morirò senza vederlo.”
Le lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi e attraversarono tutto il suo viso. Una dopo l’altra. Il suo cuore si stava per distruggere con un semplice colpo di pistola. “Perché?? Perché tutto questo”. Poi pensò a quella sera. A quella sera con Conan. A quella sera perfetta in cui avrebbe voluto vedere solamente Shinichi invece di Conan. Poi gli venne in mente quel particolare. Quel particolare che l’aveva colpita.
Sorrise malinconica. Poi disse qualcosa. Qualcosa che sarebbe dovuto arrivare alla mente di Shinichi che non era riuscita mai a dire.
-Shinichi…io ti ho sempre amato e non mi importa se dovrò morire adesso..l’importante è che tu stia bene e che possa vivere serenamente.-
Poi sorrise un’altra volta. Stavolta però era un sorriso felice ma pieno di tristezza. Si alzò e iniziò a camminare verso Gin.
-Ehi tu non ti muovere sennò ti faccio un buco in testa.-
Ran non volle sentire le sue parole. Era pronta a morire per lui.
 
Conan sentì una morsa che iniziò ad attanagliargli il cuore. Sentiva che Ran era in pericolo e questo lo frustrava.
-Kudo allora io vado nel palazzo B a salvare i ragazzi tu vai nell’A ok??-
-No aspetta c’è qualcosa che non mi convince…Gin vuole te quindi sicuramente ci voleva intrappolare. Tu devi andare nel palazzo A io andrò nel B-
-Ok vabbene.-
“Cosa c’è che non va Kudo??sembra come se fossi distratto a pensare ad altro…spero solo che vada tutto bene…”

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Capitolo 4
*** IV ***


I due avevano un’ aria molto tesa. Stava iniziando la fine. Nei volti dei due “bambini” si capiva cosa gli passava nella testa.
-“Sento che Ran è in pericolo dobbiamo muoverci”…Dottore accelleri presto…-
-Kudo non agitarti sennò sarà la fine. Dobbiamo essere calmi e pronti al peggio…-
Ai sospirò malinconica. Conan se ne accorse. Anche lui era triste. Il solo pensiero di perdere Ran lo faceva rabbrividire. Avrebbe dato la vita per lei. Preferiva sacrificarsi per lei pur di farla uscire sana e salva da questa brutta situazione.
Fuori iniziò a nevicare. Erano arrivati ai due palazzi d’incontro. Agasa spense la macchina c’era un silenzio nervoso. Nessuno sapeva cosa dire e nemmeno cosa aspettarsi. Poi si sentì un singhiozzo. Conan si voltò. Una lacrima scese piano dal viso di Ai. Tremava. Al solo pensiero di rivedere quegli occhi gelidi di Gin rabbrividiva. Conan si meravigliò, non l’aveva mai vista piangere ma in fondo probabilmente era l’ultimo pianto che poteva farsi prima dell’incontro con il destino. Agasa era preoccupato, non sapeva cosa dire ad Ai.
-Perché piangi??-
Ai non rispose. Conan fece un sorriso malinconico. Lei abbracciò lui poi disse con la voce rotta da un pianto di sfogo.
-Ecco…vedi Kudo…non volevo cacciarvi in un simile guaio…e adesso ne pago le conseguenze perdendo probabilmente l’unico vero amico che ho avuto.-
-Ehi non ti preoccupare…andrà tutto…vedrai…riuscirai a scamparla.-
-E tu??-
Conan sospirò. Abbassò gli occhi. Un pensiero lo attraversò. Poi disse con un aria abbattuta.
-Vedrai me caverò anch’io. Ora dobbiamo andare forza. I nostri amici ci aspettano.-
Scese dall’auto. La neve cadeva soffice sul marciapiede. Una lacrima scese dal suo volto. L’unico suo obiettivo era quello di salvare Ran e Kogoro. Non gli importava come ma l’avrebbe fatto.
Anche Ai scese dall’auto. Un ficco di neve gli cadde sulla mano. Anche lei aveva un solo obiettivo. Mettere in salvo i suoi migliori amici. Ripensò a come li aveva conosciuti, a come si erano divertiti insieme, poi pensò a Conan, lei gli aveva rovinato la vita inventando l’Apotoxina 4869 eppure lui l’aveva aiutata e l’aveva sempre difesa come se il pensiero che potesse essere in pericolo non lo sfiorava.
Iniziarono a camminare verso i palazzi. Arrivarono all’entrata. Si guardarono. Si fecero un cenno ed attraversarono le porte scorrevoli.
Ai iniziò a correre su per le scale sapeva di avere poco tempo ma ad ogni piano che saliva la tensione aumentava. Aveva il cuore a mille.
“Cosa farò quando mi ritroverò davanti Vodka…si non è come Gin…ma è pur sempre il fratello…anche lui è spietato e senza scrupoli…che cosa faccio???cosa??? pensa Ai pensa…cosa farebbe Kudo…ma certo…ora so come combatterlo…”
Arrivò all’ultimo piano. Vide un cartello con una freccia che indicava a sinistra. Fece tutto il corridoio stavolta camminando. Doveva essere pronta. Seguì le indicazioni. E arrivò davanti una porta. Eccola era quella era la porta del destino. Lì si sarebbe deciso tutto. Fece un lungo sospiro e aprì la porta.
-Ma che cosa…?!?!?!-
-Ai!!!-
I Detective Boys erano legati ad una sedia in una piccola stanza con la luce accesa.
-Ai sei arrivata finalmente.-
Mitsuhiko era diventato tutto rosso.
-Io ho fameee.-
Lo stomaco di Genta brontolava a più non posso.
-Io ho molto freddo.-
Ayumi stava tremando dal freddo e dalla paura.
Ai sgranò gli occhi. Dov’era Vodka??Dov’era finito??
-Ehi ragazzi dov’è il rapitore???dov’è andato??-
I ragazzi guardarono con aria interrogativa Ai che era rimasta sbalordita e allo stesso tempo impaurita.
-Ma quale rapitore??-
-Volete dire che non siete stati rapiti???-
-Si lo siamo stati infatti noi ci ricordiamo solamente che un uomo si avvicinò mentre eravamo davanti una vetrina, ci diede una botta e svenimmo. Ora siamo qui legati come salami.-
-Vi ricordate com’era l’uomo??ha detto qualcosa??-
Ayumi iniziò a fare la descrizione. Non c’erano dubbi era stato Vodka. Poi Mitsuhiko disse qualcosa. Qualcosa che fece raggelare Ai.
-Io mi ricordo che prima di svenire aveva detto”Gin li ho presi adesso??adesso portali al punto A e poi il giorno dopo raggiungimi al punto B…quel detective e la traditrice cascheranno in pieno nella trappola.”-
Ai slegò velocemente i ragazzi. Mentre slegava i ragazzi vide un foglietto lasciato apposta dietro una della sedie dei ragazzi. Lo lesse.
“Guarda fuori dalla finestra”
Ai uscì dalla stanza. I ragazzi aveva un aria perplessa ma decisero di seguirla. Ai entro nel ristorante che si trovava qualche porta più avanti. E si affacciò alla finestra. Impallidì. Li aveva fregati. Il suo cuore iniziò a rallentare. Nella testa un solo pensiero “E’ la fine.”
I ragazzi la raggiunsero e la videro sbiancare.
-Ai cos’hai ti senti male??appoggiati a me.-
Mitsuhiko questa non arrossì e appoggiò Ai per terra e si sedette affianco a lei.
-Allora dimmi cosa c’è??perché sei pallida??-
-Conan…è finito nella trappola…-
Mitsuhiko guardò fuori dalla finestra insieme agli altri. Si vedeva una stanza enorme dell’altro palazzo. La stanza era illuminata. Videro Ran e Kogoro legati ad una sedia e due uomini vestiti di nero che aspettavano qualcuno con una pistola in mano.
-Ai ma quella è Ran…e quello è Kogoro…-
Disse Ayumi spaventata.
-E quello è l’uomo che ci ha rapito ne sono sicuro…non mi posso sbagliare…è proprio lui.-
Poi lo stomaco di Genta borbottò un’altra volta. Ma lui non disse niente era spaventato. I Detective Boys non capivano cosa stesse succedendo. Ai era l’unica che era sbiancata era terrorizzata. Non sapeva cosa fare.
-Ai ma chi stanno aspettando quei due ceffi??-
Ai non sapeva cosa dire a Mitsuhiko. Non poteva rivelare ai ragazzi la verità. Poi si ricordò delle bombe.
-Ragazzi questo posto sta per esplodere abbiamo poco tempo dobbiamo correre via.-
-Ma Ai e Ran…Kogoro cosa faranno loro??-
-Scendiamo e andiamo a salvarli.-
I ragazzi scesero come razzi. Mancava poco tempo e le bombe stavano per esplodere da un momento all’altro. Arrivarono al piano terra e uscirono. Solo dopo Ai si ricordò quello che aveva detto Agasa e capì che era tutto un trucco per incastrare Conan.
“Gin ha detto che una volta entrati le bombe inizieranno a fare il conto alla rovescia e avrete il tempo solamente per salvare uno dei due gruppi di ostaggi presenti nel palazzo.”
Agasa arrivò di corsa ma Ai andò verso il palazzo B. arrivò all’entrata da dove era passato Conan. Qualcuno l’aveva bloccata. Fece il giro ma tutte le porte erano bloccate. Non si poteva entrare.
“Non è possibile che uno Gin o Vodka sia venuto a chiudere tutte le porte…”poi rabbrividì. Ebbe un intuizione e un pensiero iniziò a formarsi nella sua mente”Conan aveva capito tutto fin dall’inizio…sapeva che le bombe non esistevano…e sapeva che nel palazzo A non ci sarebbe stato nessuno dell’organizzazione…quindi ha bloccato tutte le porte per far si che noi non potessimo andare ad aiutarlo…ci sta salvando la vita un’altra volta.”

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Capitolo 5
*** V capitolo ***


Ai si inginocchiò. Iniziò a piangere. Sapeva che Kudo non avrebbe mai potuto vincere contro Gin e Vodka da solo. La neve continuava a cadere. Era fredda. Cade anche un po’ di grandine che si frantumava leggera sul marciapiede. Il cuore era diventato freddo come quella neve e si era rotto in mille piccoli pezzi come quella grandine.
“Non è vero quello che mi hai detto tu non te la caverai e già lo sapevi questo, sapevi che andavi incontro ad una morte certa. Perché Kudo??perché non ti sei fatto aiutare??insieme avremmo avuto qualche possibilità…Perché ci sei andato da solo??”
Tutti i ricordi che Ai aveva di Conan si facevano vivi nella sua mente, come se li stesse rivivendo uno dopo l’altro, e ogni ricordo la faceva soffrire. Lui, quel “bambino” così astuto e sicuro di sé, andava a morire per una faccenda in cui dovevano essere coinvolti entrambi. Lui si prendeva la responsabilità di tutti e due per non far soffrire gli altri. Doveva fare qualcosa non poteva lasciarlo morire dopo tutto ciò che gli aveva fatto passare. Corse dal Dottor Agasa.
-Dottore ha un paio di scarpe potenzia calcio??-
-Si certo Ai. Ne ho sempre un paio di riserva nella macchina…-
-Me le dia presto…-
-Aspetta le vado a prendere…-
Agasa aveva capito cosa voleva fare Ai così si affrettò a prendere le scarpe. Aprì il cofano della sua macchina. Iniziò a rovistare. Poi trovò la sacchetta delle scarpe. La aprì. Dentro non c’era niente. Trovò solo un biglietto. La calligrafia era quella di Conan.
-Ai le scarpe non ci sono…dentro la sacchetta ho trovato questo…è per te…-
 
Conan era nervoso. Stava salendo le scale. Sapeva che ogni gradino che saliva era un passo in più vicino alla morte. Ma non poteva fuggire. La vita di Ran dipendeva da lui e ad ogni rampa di scale si sentiva sempre più vicino a lei. Lei. Per lei avrebbe dato tutto, anche la vita se necessaria.
 
Ran si stava avvicinando al suo rapitore. Aveva degli occhi di ghiaccio. Ma non le importava.
-Vai a sederti o ti ficco una pallottola in testa…-
Gin caricò la pistola. Ran si fermò. Ma cosa gli era preso. Le sue gambe tremavano non riusciva a camminare. Si voltò e tornò a sedersi.
-Ora va bene…sai ti devo raccontare una piccola storia…riguarda una persona che conosci bene…o almeno così credi fin ora.- 
“Non dirmi che sta parlando di Shinichi. Io lo conosco meglio di questo uomo. Come osa dire certe cose…”
-Allora hai capito di chi sto parlando vero??-
-Ma cosa ne puoi sapere tu di Shinichi…sei solo uno sporco criminale.-
Gin iniziò a ridere.
-Dimmi una cosa…sai dov’è stato Shinichi per tutto questo tempo??-
-No, non lo so…ma anche se lo sapessi non te lo direi…-
-Povera sciocca ti sei fatta ingannare per tutto questo tempo e nemmeno te ne sei accorta…Mhpf…tu credi veramente che Shinichi non è mai tornato a casa perché aveva del lavoro da fare?!?!?!-
Ran si azzittì non sapeva cosa dirgli. Non sapeva di cosa stava parlando quell’uomo pieno di odio e nemmeno che cosa centrava lei ma soprattutto Shinichi.
“Parla come se sapesse qualcosa che io non so…come se fossi l’unica tenuta all’oscuro di tutto…devo vederci chiaro.”
-Parli come se sapessi qualcosa…allora dimmi cosa tu di Shinichi sai veramente dov’è e cosa sta facendo??parla rispondi.-
Ran ebbe un sussulto. Era qualcosa di così importante che Shinichi non gli aveva detto??la stava tenendo all’oscuro di qualcosa??ebbe un altro sussulto. Poi una lacrima gli rigò il viso. Se era veramente importante perché non gliel’aveva detto??Ran aveva paura. Una paura insolita. Poi pensò alle parole di quell’uomo. Non riusciva a capire. Aveva paura della risposta??cosa poteva essere di così grave o importante da essere rapiti??
-Vedi Ran, Shinichi è…-
-Ehi gli vuoi veramente dire tutto??-
Gin si voltò. Guardo Vodka, poi disse.
-Voglio vedere il cuore spezzato e pieno d’odio di quella ragazza…ma soprattutto voglio vedere il dolore della preda.-
Fece un ghigno. Poi riprese.
-Allora dove eravamo rimasti…a già ti stavo per dire la verità su Shinichi Kudo…bè vedi piccola stolta in realtà lui è…-
-STA ZITTO GIN…-
Conan era arrivato appena in tempo. Era arrivato al piano dell’incontro e sentì la voce di Gin che stava per rivelare tutto a Ran.
“No. Non sarà lui a dirgli la verità…ho aspettato troppo tempo. gli ho nascosto tutto fin dal primo giorno…sarò io a dirglielo.”
-Oh finalmente…mi stavo annoiando ad aspettarti…-
-CONAN…CHE CI FAI QUI SCAPPA DA QUESTO POSTO PERICOL…-
Conan narcotizzò prontamente Ran. Non poteva parlare a quattr’occhi con Gin senza che Ran scoprisse tutto.
-E bravo Kudo…nonostante siamo arrivati a questo punto vuoi ancora tenere segreta la tua identità…peccato che non riuscirai a proferire parola perché ti ucciderò prima…-
-Vedremo.-
Anche se sicuro di sé Conan non sapeva cosa fare…poi si ricordò dell’obiettivo che si era stabilito…doveva prima salvare Ran e Kogoro. Non sapeva come ci sarebbe riuscito ma doveva fare in modo di portarli via da lì.
 
“Cara Ai,
adesso che stai leggendo questa lettera sarai sicuramente arrabbiata con me, posso capirlo vorresti aiutarmi ma ti ritrovi vicino ad Agasa e i ragazzi ad leggere questa lettera, scusa se ho bloccato le entrate ma non posso rischiare che tu o gli altri vi facciate del male, sapevo che la cosa sarebbe stata più rischiosa del previsto e che sarebbe stato difficile uscirne così ho preso le scarpe potenzia calcio sapendo che le avresti cercate per rompere il vetro ed entrare…non posso permettermi di mettervi in pericolo, anche se questa è la tua guerra non volevo che finissi male.
Se non uscirò vivo racconta ai ragazzi e a Ran la verità.
Conan Edogawa.”

Ai vide una piccola macchia sul foglio. Era una lacrima lasciata dal mittente. Conan stava piangendo mentre la scriveva. C’erano sbavature dappertutto questo voleva dire che le lacrime erano finite anche sulle parole. Ai strinse forte la lettera quasi la accartocciò per quanto la strinse. Iniziò a piangere. Uno pianto di sfogo si mischiava a uno di rabbia e dolore. Quella non era la guerra di Conan quella era guerra di tutti e due. Si accasciò a terra. Il suo battito iniziò a galoppare e il respiro si faceva sempre più affannato. La neve era fredda. La vista si faceva sempre più offuscata. Non sapeva se stava per svenire dal freddo oppure se le lacrime gli appannavano i suoi occhi rotti dal pianto. Si sentì un tonfo. Veniva da dove si trovava Ai. Agasa e i ragazzi la raggiunsero. Era svenuta dal freddo. Il dottore la raccolse e vide la lettera. La mise in tasca. Ora doveva pensare ad Ai. Era ghiacciata. La mise in macchina e accese il riscaldamento. La coprì con una coperta. Gli sentì la fronte. La febbre non ce l’aveva. Ordinò hai ragazzi di salire in macchina ed aspettare il ritorno di Conan. In quel momento lesse la lettera. Iniziò a singhiozzare.
-Dottore ma che cos’ha perché piange??-
-Niente ragazzi…non vi preoccupate…-
Il silenzio avvolse l’auto e Agasa iniziò a pensare a come avrebbe potuto dire la verità ai ragazzi e a Ran. 

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Capitolo 6
*** VI capitolo ***


-Ehi ragazzi avete notato??Il Dottore ci nasconde qualcosa…-                                    
-Si è vero e sono sicuro che riguarda quella lettera.-
-Prendiamogliela.-
I Detective Boys stavano architettando un piano per prendere la lettera di Conan. Ma non potevano sapere che Ai si era ripresa e aveva sentito tutto. Sul volto di Agasa scese una goccia di sudore. Non sapeva proprio come dire la verità hai ragazzi ma soprattutto a Ran. Era sconvolto non poteva credere che una persona astuta come Shinichi andasse a morire così, senza un piano che lo distingueva dai normali detective.
-Dottore…se non mi sbaglio…quella lettera…è mia.-
Agasa tornò alla realtà. Ai aveva una faccia fredda ma era strana. Non era la solita faccia di Ai. Poi gli fece l’occhiolino e gli fece cenno di ascoltare quello che si dicevano i ragazzi sul sedile dietro. Fece un sorriso. I ragazzi si girarono con aria perplessa. Avevano capito che il dottore gli nascondeva qualcosa che riguardava la lettera. Presero coraggio e dissero.
-Dottore possiamo leggere anche noi la lettera che tiene tra le mani??-
Agasa resse il gioco di Ai e ribaltò la situazione a suo sfavore.
-Mi dispiace ragazzi ma questa lettera è di Ai…dovete chiedere a lei il permesso.-
Ai lo guardò storto.
-Ai possiamo…perfavore…-
Ai divenne seria. Esitò un attimo. Agasa spalancò gli occhi.
“Non posso crederci…sta per digli tutto…sta per…”
-Ecco ragazzi…vedete …è giunto il momenti di dirvi una cosa molto importante…-
Esitò un'altra volta. “No…non ci credo…sta per dirglielo.”
-…Ecco vedete voi non sapete che io…-
I ragazzi erano pronti al peggio. Lei guardò le loro facce. Fece un sorriso. Era un sorriso divertito “Non posso crederci che questi tre mocciosi mi facciano ridere con così poco.”
-…io odio le persone che si impicciano dei miei affari…ma forse per voi farò un eccezione…-
“Ma che vuole fare??”
-Dottore mi dia la lettera…-
Agasa la guardò sbalordito. Lei rise. Poi gli fece un altro occhiolino. Ai gli fece vedere qualcosa di nascosto. Rise anche lui. Gli porse la lettera. La poggiò sul sedile davanti, dov’era Ai. Lei la prese e la diede ai piccoli curiosoni con una faccia divertita. Loro la guardarono con perplessità ma subito presero la lettera e la lessero.
 
-Allora piccolo moccioso…sei pronto a morire??-
Conan sudava freddo. Non sapeva come combatterli. Il suo cervello stava andando in panne.
“No. Devo stare calmo. Se mi agito ora sarà la fine e come ha detto Gin non potrò dire la verità a Ran. No non posso. Non posso cedere. Devo reagire. Pensa Conan pensa. Fatti venire in mente qualc…”
Un pensiero trapassò la mente di Conan. Fece uno dei soliti sorrisi da detective. Si calmò. Si guardò in torno. Trovò quello che cercava. Tutto il resto si svolse in una manciata di secondi. Potenziò le sue scarpe. Corse verso un estintore. Gin intuì quello che voleva fare sparò un colpo di pistola all’estintore in modo che Conan non potesse usarlo. Lui rise. Iniziò a correre verso un altro estintore. Gin sparò un altro colpo. Lui si mosse ancora e Gin continuava a sparare. Conan arrivò all’estintore più vicino agli ostaggi. Gin sparò.
“Perfetto ha finito i colpi. E’ caduto nella mia trappola.”
La sala si era riempita di fumo bianco.
-“Oh no…è riuscito a farmela…”Vodka…vai con il piano B…-
“Il paino B??cosa avranno in mente??”
-Si Gin-
Vodka corse velocemente verso la porta da cui era entrato Conan. Piazzo una carica e si allontano. Nel frattempo il fumo si diradò.
-Allora piccolo moccioso…adesso che fai??sei un topo in trappola…si lo ammetto sei stato furbo…ma non abbastanza da fregarmi…quando questa nebbia si sarà diradata sarai un moccioso morto.-
-Sai qual è il tuo difetto Gin??sei troppo sicuro di te per accorgerti di quello che architettano gli altri…-
Conan fece uno dei suo sorrisi. La nebbia si diradò.
-E bravo il nostro detective si è nascosto insieme agli ostaggi…comincia a pregare…-
-Io dico che devi pregare tu…-
Conan prese due sedie una la lanciò a Vodka. Perse subito i sensi. L’altra la lanciò a Gin ma la nebbia era scomparsa così riuscì a vedere la sedia che gli arrivava addosso e la evitò.
“Perfetto.”
Approfittando di questo momento di distrazione lanciò uno dei suoi aghi narcotizzanti e prese in pieno Gin che si accasciò a terra.
-Purtroppo non posso portarti in centrale…ma ricordati che ti sei messo contro il detective sbagliato.-
Dopo queste parole tirò fuori Kogoro e Ran da sotto un tavolo. Li trascinò verso la porta e si accorse che era cosparsa di cariche esplosive. Il timer era in funzione ed era arrivato a 1:32.
“Ecco cos’era il piano B…quel farabutto…questa non te la perdono Gin.”
Posò gli ostaggi. Doveva disinnescare la bomba. La guardò attentamente. Poi scosse il capo. Era troppo complicata per disinnescarla in un minuto e mezzo.
“Adesso cosa faccio. Non posso disinnescarla. Devo trovare un altro modo o sarà la fine.”
 
I ragazzi aprirono la lettera. Il loro cuore batteva a mille. Che cosa gli nascondevano Agasa e Ai??l’aprirono…
-MA CHE COSA?!?!-
-Bè c’è qualcosa non va??-
Agasa guadò Ai divertito e lei gli ricambiò l’espressione.
-Ma questo è il compito di matematica di oggi…-
-E quindi??che cosa vi aspettavate??-
-Ma…ma il Dottore…il dottore aveva una faccia preoccupata…stava anche sudando!!!-
-Naturale che sudava…vedete Agasa non sa fare le divisioni a tre cifre e si stava scervellando per capire come svolgerle…-
Agasa guardò Ai con una faccia arrabbiata. Lei lo ricambiò. Poi, senza via d’uscita, gli resse il gioco.
-Si ragazzi è tutto vero. Bè ecco io non ho fat…-
Bang Bang.
Tutti raggelarono. Avevano sentito diversi colpi di pistola provenienti dall’ultimo piano, dov’era Conan. Poi ci furono dei minuti di silenzio. All’improvviso le ricetrasmittenti dei ragazzi iniziarono a suonare: Conan li stava chiamando. Tutti si guardarono negli occhi e avevano tutti un pensiero in comune “Conan era vivo.”Ai fu la prima a rispondere ma fu sorpassata da Ayumi.
-Conan, Conan dove sei??stai bene??cos’è successo??abbiamo sentito degli spari ci siamo spaventati e…-
-Ayumi non preoccuparti sto bene adesso dovete allontanarvi subito. Sto per lanciare una bomba dalla finestra dell’ultimo piano.-
-UNA BOMBA?!?!-
Non fecero in tempo a chiedere dettagli che il dottore si allontanò subito di lì. Videro qualcosa che usciva dall’ultimo piano poi una esplosione e pezzi di vetro caddero sulla neve.
-Conan, Conan stai bene??-
-Si sto bene…Agasa per favore fermi l’auto e prenda le scarpe potenzia calcio…-
-Ma Conan le scarpe ce le hai tu…-
Dall’altra parte si sentì una risata. Conan rideva.
-Provate a guardare sotto il sedile di Ai…-
Genta guardò.
-E’ vero c’è una sacchetta con dentro le scarpe.-
Ai stava per dire qualcosa ma Conan la precedette.
-Adesso dovete venire a liberare l’uscita…fate presto io sto arrivando.-
Ai prese le scarpe e come un fulmine scese dall’auto, le infilò e corse verso l’entrata.
Dopo svariati minuti Ai vide Conan con i corpi svenuti di Kogoro e Ran
-Conan allontanati sto per distruggere la porta.-
-Aspetta..prima devo dirti una cosa…-
Ai si blocco.
Conan non era mia stato così serio.

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Capitolo 7
*** VII capitolo ***


“Cosa mi dovrà dire di così importante???e poi perché ha quella faccia così seria??non gliel’avevo mai vista da quando lo conosco.”
-Avanti Kudo cosa devi dirmi di così importante??-
-Vedi Ai…quello che devo dirti è molto importante-
-Di che si tratta??-
-Gin-
Ai raggelò. Solo quel nome gli faceva rivivere tutti quei momenti in cui l’aveva guardata con occhi di ghiaccio, con occhi d’assassino. Ebbe un brivido.
-Continua-
-Prima di uscire dalla sala…Gin mi disse una cosa…sei sicura di volerla sapere??-
-Avanti Kudo spara…non tenermi sulle spine…-
-E vabbene te lo dirò…-
Conan disse qualcosa. Ai si bloccò. Il suo cuore rallentava pericolosamente. Il suo respiro divenne affannoso. La vista gli si offuscò. Stava per svenire.
“No. Non posso svenire. Devo salvare Kudo. Io devo…io dev…”
Ai svenne. Conan era triste. Sapeva che avrebbe reagito così a quella notizia.
-Dottor Agasa…-la voce di Conan si sentì attraverso la ricetrasmittente- Presto dottore…Ai è svenuta deve distruggere il vetro e mettere Ai in macchina…faccia presto-
-Ok Shin…volevo dire…Conan arrivo.-
Agasa si precipitò da Ai ruppe il vetro e salì in macchina con lei sulle spalle. Subito dietro Conan portava i corpi svenuti di Ran e Kogoro.
“Ma perché voi due non fate una dieta…”
 
-Ma cosa…??sorellona!!!!Akemi…ma tu non dovresti…-
-Shiho…vedrai che andrà tutto bene…-
-Ma Akemi…non te ne andare…non voglio che te ne vai…-
-Non preoccuparti torno tra un po’-
-Non è vero se vai ti uccideranno-
-Ti fai troppe preoccupazioni…quando torno andiamo a prendere un gelato ok?-
Uno sparo. Akemi si accasciò a terra. Gli occhi di Gin apparvero poi assassini e gelidi che mai.
-AKEMIIII-
-Vai da questo ragazzo ti aiuterà…si chiama…-
-Ai non ti preoccupare ci penserò io all’organizzazione…tu piuttosto vedi di trovare un antidoto…non voglio rimanere Conan per sempre…-
Un altro sparo. Conan si accasciò a terra. Gli occhi di Gin apparvero di nuovo più assassini e gelidi che mai.
-SHINICHI!!!!-
 
-SHINICHI!!!!-
-Ehi ehi sono qui non urlare sennò Ran ti sente…-
-Ma tu eri…e Akemi…-
-Ecco perché continuavi a bofonchiare nel sonno…Hai sognato Akemi…-
Ai ci mise un po’ per realizzare dov’era e cosa era successo. Si aveva fatto un brutto sogno. Per lo spavento era scattata in piedi sul divano. Era pallida e sudava. Aveva il cuore che galoppava come non mai. Aveva un respiro molto affannato.
-Ma perché non siamo dal Dottor Agasa??-
-Bè ecco vedi ho preferito portare tutti qui all’agenzia visto quello che è successo. Stanno tutti dormendo eccetto tu…Ehi se sapevo che reagivi così quella notizia te l’avrei data quando saremmo tornati a casa.-
Ai tacque. Cercò di ricordare cosa era successo prima di perdere i sensi.

Flashback

-Ai ecco vedi Gin ha detto una cosa importante riguardo noi due prima di perdere i sensi per l’esplosione…mi ha ricattato un’altra volta…bè ecco a detto che ci vuole rincontrare stavolta alla stazione di Beika…-
-Bè e perché quella faccia seria??-
-Non ho finito a anche aggiunto che voleva fare uno scambio…-
-Che genere di scambio…-
-Ha detto che…lui…vuole…-

Fine flashback


“Cavolo non ricordo…Cosa mi ha detto…ho la testa che gira…non mi ricordo…era così traumatico quello che mi ha detto da perdere i sensi??”
-Ai a cosa pensi??-
-Veramente Kudo stavo pensando”Aspetta e se poi svengo di nuovo??”…no niente di importante…te lo dico dopo ora devo riposare.-
Si rimise sotto le coperte e con i dubbi per la testa si addormentò.
“La solita Ai non vuole mai condividere i suoi pensieri…Mhpf…fa niente…”
Conan sbuffò. Era l’unico che non riusciva a prendere sonno. Poi sentì dei rumori provenienti dalla stanza di Ran. S’irrigidì. Qualcuno stava parlando. “E se sono quelli dell’Organizzazione??”. Con questo pensiero fisso corse verso la stanza di Ran. Entrò aveva il cuore in gola.
-Voi state lont…ma cosa Ran??ma sei sveglia??-
-Shinichi…Shinichi…-
“Che sciocco sta dormendo.” Conan fece un sorriso malinconico. Si avvicinò a Ran. Il cuscino era umido. Stava piangendo fino a poco fa.
-Shinichi…perché…tu…mi hai abbandonata.-
Conan divenne triste. Con tutta quella faccenda si era completamente dimenticato di quanto faceva soffrire Ran. Gli si formò una voragine al petto. Lui che l’aveva sempre difesa sotto mentite spoglie. Già era quello il problema lui la salvava come Conan Edogawa e non come Shinichi Kudo. Ogni volta che si cacciava nei guai lui la salvava e lei pensava a Shinichi che avrebbe dovuto esserle accanto e invece c’era quello stupido ragazzino di 7 anni.
-Ran io non ti ho abbandonata…sono sempre stato qui…-
Con grande sorpresa di Conan, Ran gli rispose ma evidentemente stava sognando Shinichi che gli parlava.
-Non è vero…tu non ci sei mai quando ho bisogno di te…-
-Ran ti prego io sono innocente…credimi…se volessi starei sempre al tuo fianco ma…-
-Ma non è possibile vero??sempre la solita scusa”Devo risolvere un caso””Sono incastrato””Non posso partire”ma hai pensato a me??a quello che mi fai quando mi dici queste cose??tu hai mai pens…-
Qualcosa bloccò Ran che le impedì di muovere la bocca. Sentiva qualcosa di caldo che le sfiorava le labbra.

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Capitolo 8
*** VIII capitolo ***


Poi il contatto. Era una sensazione strana. Come se stesse succedendo. Lì. In quel momento. Come se quel sogno avesse preso vita. E adesso Shinichi la baciava con le sue morbide e calde labbra. Riusciva a sentire il suo respiro. Il suo profumo. Riusciva quasi a toccarlo. Un miscuglio di emozioni invasero la mente di Ran ma una sola si faceva largo fra le altre. Amore. Si quel sentimento inspiegabile che ti attacca ad una persona anche se ti ferisce, se non ti sta accanto oppure se ti fa piangere. Si. In quel momento Ran provava amore. Eppure da qualche parte sentiva che dietro quel bacio c’era tristezza, sapeva che era un sogno e il tutto la faceva soffrire pensando che prima o poi sarebbe finito. Che quel bacio non sarebbe durato per sempre. Ma cosa più importante non sarebbe mai accaduto. Una lacrima scese dal suo volto. Conan la vide.
“Se è sveglia e apre gli occhi il mio segreto è distrutto…se invece sta ancora sognando spero che sogni per sempre…in ogni caso…sono un idiota…perché la illudo??non dovevo baciarla…ho appena fatto lo sbaglio più grande della mia vita…ma se questo la rende felice anche solo per un attimo, lo rifarei mille volte…ehi Ran…sai…vorrei che questo bacio ti faccia capire quanto ti amo e quanto ti amerò per sempre…”
Dal volto di Conan iniziarono a scendere le lacrime. Non poteva crederci. Il momento più bello della sua vita, quello che aspettava ogni giorno, era arrivato. Lui però era triste perché questo momento avrebbe voluto condividerlo con Ran come Shinichi Kudo e non come Conan Edogawa. La lacrima di Conan arrivò a toccare le due labbra ancora unite in quel profondo bacio che sarebbe dovuto durare per sempre. Lui si staccò.
“No…Shinichi non te ne andare…”
In quel momento Ran aprì gli occhi. Sentiva le sue labbra calde e sentiva il profumo di Shinichi come se fosse stato lì. Come se quel bacio fosse stato reale. Ma non lo era. E Shinichi l’aveva abbandonata. Ancora. Poi sobbalzo. Qualcosa la stava avvolgendo in un caloroso abbraccio. Quella scena gli era familiare. Si girò e con grande sorpresa il piccolo Conan la stava abbracciando. Ancora. In quel momento le sensazioni provate quella notte riaffioravano. E ancora quel particolare. Quel particolare che l’aveva colpita quella sera.

Conan era senza occhiali.

Conan guardò Ran. Il suo sguardo era triste e perso nel vuoto. Come se avesse deluso qualcuno. Come se avesse una voragine nel petto, un dolore lancinante che lo faceva soffrire. Ran lo guardava. Iniziò a fissare i suoi occhi. Non si era mai accorta della netta somiglianza che quegli occhi avevano con quelli di Shinichi. Lui sorrise malinconico. Lei si perse nei suoi occhi blu oceano. Così belli. Così profondi. Così familiari. Quegli occhi non erano di un bambino di 7 anni, quegli occhi così tristi. No. Non erano degli occhi da bambino di 7 anni. Quelli erano gli occhi del suo Shinichi. Del suo amico d’infanzia. Del suo amore. In quel momento un pensiero attraversò Ran.
“Vorrei che questo momento, anche se strano, vorrei che non finisse…come quel bacio,  così reale, così bello...anche se poi ne soffrirò…ricorderò per sempre questo momento perché…questo è l’unico momento in cui Conan non è più un bambino di 7 anni…ma bensì il mio Shinichi.”
Conan fece una smorfia. Lei tornò alla realtà.
-Ran…-
-Tu…tu sei così simile a Shinichi…dimmi Conan perché tu assomigli così tanto a Shinichi??-
-Ran…c’è sempre una risposta…ad ogni domanda…ma in questo caso la risposta deve aspettare…solo così la verità sarà più dolce.-
Detto questo Conan sciolse l’abbraccio. Ran era perplessa. Perché Conan gli aveva detto quelle parole? Lui si alzò dal letto prese gli occhiali che aveva poggiato sul comodino.Se li mise. Guardò ancora una volta Ran. Si morse un labbro come se dovesse reprimere delle parole. Delle parole che dovevano aspettare. Si girò e uscì in silenzio con gli occhi di Ran che continuavano a fissarlo finche la porta non si chiuse. Quella notte fu dura per entrambi. Ran continuava a farsi delle domande. Domande senza risposta. Con molti interrogativi. Ma di una cosa era certa. Quel bambino che le era stato accanto in quel momento…quel bambino non era il bambino che conosceva…non era Conan Edogawa, bambino di 7 anni che frequenta le elementari. No. Quello non era lui. Quello era un ragazzo di 17 anni fanatico di casi misteriosi che sparì senza dare una spiegazione. Quel bambino era Shinichi. E così con questo pensiero fisso si addormento sicura che avrebbe chiesto a Conan la verità.

-Ran…ehi Ran…svegliati o non farai in tempo per andare a scuola.-
-Che ore sono…le ott…LE OTTO!!!MA E’ TARDISSIMO…farò tardi a scuola..-
-Ehi tranquilla stavo schersando…ricordi?...oggi è domenica.-
Di nuovo quella sensazione trapassò Ran. Quella sensazione che Shinichi fosse lì. Che Shinichi fosse lui. Quel bambino innocente di 7 anni.
-Eddai Rai alzati ho fame…e Kogoro lo è peggio di me…-
-Si ecco arrivo…piuttosto cosa ci fate svegli a quest’ ora?-
-Bè ecco io devo uscire con i ragazzi…oggi andiamo tutti dal Dottor Agasa a provare un nuovo videogioco…Kogoro invece non lo so.-
-Conan…no, non fa niente…-
-Sai Ran sei strana stamattina…sei pensierosa…è successo qualcosa?-
-Ma no che dici è solo una tua impressione…piuttosto andiamo a fare la colazione per papà…anzi vai avanti io mi cambio e arrivo.-
Conan uscì. Ran continuava a pensare alla sera precedente. I suoi interrogativi non sembravano avere risposta. Però era felice. Felice che quella sera abbia sognato Shinichi e le sue morbide labbra.
 
-Ehi Kudo…qualcosa non va?stamattina sei strano…è successo qualcosa?magari qualcosa che io non so.-
-Ma no Ai è solo una tua impressione…piuttosto andiamo Ran ci sta chiamando…la colazione è pronta.-
-Sarà ma tu non me la racconti giusta…ricorda che facevo parte dell’organizzazione e riconosco le persone che mentono…-
“Oh no…Ai sta capendo che c’è qualcosa che non va…ma non posso dirgli quello che è successo ieri sera…cosa faccio?”
-E va bene hai vinto…bè ecco vedi sono pensieroso…perché…ho fatto un brutto sogno tutto qui.-
-Il grande Shinichi Kudo che a paura degli incubi.-
“In effetti non è una grande scusa”
-Mi hai convinto…d’altronde tutti hanno punti deboli anche il grande Shinichi Kudo...-
“Meno male ci è cascata…”
-Su ragazzi la colazione è pronta…Conan quando finisci vieni ad aiutarmi a rifare il letti prima di uscire ok?
-O-ok Ran…Su Ai andiamo a tavola-
La colazione fu stranamente silenziosa. Ognuno su quella tavola aveva delle domande. Dei dubbi. Kogoro era l’unico assonnato. Senza domande e dubbi. Era l’unico che non aveva preoccupazione se non quella di vedere in tempo la corsa dei cavalli che sarebbe iniziata di li a poco.
-Conan hai finito?-
-Si Ran ho fatto…tu Ai intanto vestiti e vai da Dottore…sono sicuro che i ragazzi sono già lì…-
-Ok io vado-
-Conan allora andiamo a rifare i letti-

I due si incamminarono ed entrarono nella stanza.

Ran assunse una faccia tesa.

Chiuse la porta a chiave.

Poi si girò verso il bambino.


-Tu devi raccontarmi un paio di cose…vero Shinichi??-

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Capitolo 9
*** IX capitolo ***


Conan si bloccò. Era come se gli fosse appena passato un treno e l’avesse spiaccicato. Iniziò a sudare freddo. Il suo cuore batteva a mille. Per la seconda volta il suo intuito non estrapolava idee per salvarsi da quella brutta situazione. Era agitato. Quelle parole lo aveva trapassato da parte a parte.

“No. Ran non può aver scoperto tutto. Non adesso che l’Organizzazione vuole rivedermi. Sono stato uno sciocco. Dovevo essere più cauto e non farmi trascinare dalle emozioni…ma forse…forse è meglio così…in fondo se scopre tutto sarà molto più semplice…ma io sono la fonte dei suoi guai, della sua tristezza, dei suoi pianti…no, non deve avere conferme…devo cercare un modo per convincerla che si sbaglia…anche se…so che questi saranno gli ultimi momenti che sto con lei…”

-Allora…CONAN…oppure dovrei chiamarti SHINICHI…-
Conan abbassò la testa. Il suo viso divenne cupo. Fece un sospiro malinconico. Prese fiato. Delle parole dovevano uscire dalle sue labbra. Anche forzate. Ran lo guardò con insistenza.
-Allora avevo ragione…tu…tu sei Shinichi…tu sei il mio Shinichi…ma perché…perché non me l’hai mai detto…PERCHE’!!!-
Ran stava urlando. Stava tirando fuori tutta la sua rabbia. Tutta la tristezza. Conan non disse nulla. Aveva la testa bassa. Poi fece un sorriso. Un sorriso malinconico. Ma convinto. Convinto che avrebbe detto qualcosa. Qualcosa d’importante. Strinse forte la mano di Ran. Stava sudando. Non sapeva come dirglielo. Prese un’altra volta fiato. Poi parlò.
-Ran…Ran io…vorrei solo che tu capissi…-
Fece una pausa. Prese di nuovo fiato. Scosse il capo. Era felice anche se quel momento era critico. Lui era felice. Per un momento immaginò lui di nuovo grande affianco alla sua Ran. Senza problemi. Senza omicidi. Senza Organizzazione.
-Ran come te lo devo dire…-sospirò fece un altro sorriso, stavolta era un sorriso rassegnato-…Ran io non sono Shinichi, sono Conan, Conan.-non era soddisfatto di quello che aveva detto-…bè ecco però vorrei che tu sapessi che…-alzò la testa, aveva un espressione convinta…come quella volta al Beika…quando gli aveva detto di aspettarlo…che lui sarebbe tornato…ecco quel momento stava arrivando…-domani sarà tutto come prima…niente più problemi o preoccupazioni.- 
-No. Non ci credo…tu sei identico a Shinichi…i tuoi occhi…quella sera erano…erano come…erano come quelli di Shinichi…così profondi…così belli…e poi c’è un altro fatto che ti inchioda mio caro…tu sei identico a Shinichi senza occhiali guarda…se io adesso te li tolgo ti dim…-
Una mano bloccò quella di Ran. Lei guardò lui. Con l’altra mano si avvicinò agli occhiali. Lui bloccò anche quella.
“Mi dispiace Ran…ma se devo morire voglio che tu ricorda due persone differenti…io non voglio farti soffrire…se Conan Edogawa muore avrai sempre la convinzione che Shinichi un giorno o l’altro tornerà e starà sempre con te…anche se questo è crudele o egoista da parte mia…voglio che tu mi ricorda col sorriso…e voglio che tu ricorda quel bacio…quel semplice bacio…che Shinichi ti diede nel mondo dei sogni…”
-Ran non posso farti togliere i miei occhiali…non ci vedo…ehi ma guarda come è tardi i ragazzi mi faranno a pezzetti se arrivo in ritardo…devo andare ci vediamo stasera”se torno vivo dall’incontro col destino…”-
Conan sorrise di nuovo. Era di nuovo triste. Si girò, aprì la porta e scomparve lasciandosi Ran incredula alle spalle.
-Scusa Ran ma non posso.-
Conan sussurrò quelle parole con un nodo alla gola. Una lacrima cadde sul pavimento ma sulla faccia di Conan ce n’erano in abbondanza. Prese Ai per un braccio. Lei aveva sentito tutto e si era preparata a scappare via con Conan a casa del Dottor Agasa.
 
Ran ci impiegò alcuni minuti per riprendersi. Aveva appena sentito negare le sue accuse da Conan, quel tenero bambino di 7 anni, trovato per caso a casa del Dottor Agasa. Già. Lo stesso giorno in cui Shinichi scomparve misteriosamente. Si proprio quel giorno che doveva essere uno dei giorni più felici della sua vita, in quel momento si era trasformato in un’ avventura con quel piccolo bambino dagli occhi blu.
-Tu non puoi mentirmi…l’hai detto tu stesso che dovevo capire…che bisogna guardare con gli occhi della mente e dare retta soltanto al cuore. No. Tu non mi inganni. Tu non stai andando da Agasa per dei videogiochi. Tu mi stai nascondendo qualcosa e io scoprirò cos’è.-
Dopo aver fatto questa riflessione, rifece i letti poi si cambiò e come un razzo usci di casa. L’unico che non capiva niente era Kogoro, che stava guardando le sue amate corse dei cavalli. Già era l’unico che non aveva problemi e preoccupazione.

...D’altronde era il detective più famoso di Tokyo…
 
Il resto della mattinata fu molto strano. Conan era arrivato dal Dottor Agasa e Ran l’aveva seguito, era sicura che avrebbe scoperto qualcosa. Qualcosa di molto importante.
-Ai devi farmi un favore…devi prepararmi un antidoto…sono sicuro che Ran ci abbia seguito…-
-E tu vorresti tornare grande solo per sviare i sospetti di Ran..?!-
-Ma non ci arrivi…adesso il nostro problema non è Ran…io devo tonare grande per quell’incontro…non ti ricordi??-
-Kudo ero svenuta…come pretendi che mi ricordi di quello che mi hai detto se non ti sentivo nemmeno…-
-Quindi tu non sai quello che devo fare stasera…-
-No..-
-Mhpf…meglio così…sarà più semplice-
-Ma tu non puoi andare là da solo…hai bisogno del mio aiuto…dimmi…cosa ti ha detto Gin??-
-Mi spiace Haibara ma…i detective mantengono sempre i loro piani segreti…ciò implica che non posso dirti nemmeno cosa mi hanno detto…no no no sarebbe troppo semplice…-
-Kudo ti rendi conto di quello che dici??non puoi affrontare Loro da solo…-
-Facciamo un accordo…se tu prepari l’antidoto io mi farò aiutare da te-
-E chi mi dice che non mi stai imbrogliando..-
-Infatti sta a te decidere…-
-So che me pentirò…Accetto…vado a fare l’antidoto…approposito non chiamarmi più Haibara…già Ai mi da fastidio…-
-C’è sempre un motivo per ogni azione…ricordatelo…AI-
Conan sfoderò uno dei suoi sorrisi enigmatici…poi si voltò e uscì
-Kudo ma...dove vai??-
-Vado a fare due chiacchiere con una persona…sai è da quando sono arrivato che ci ascolta-
Conan uscì dalla casa del Dottore. Fece il giro. Entrò dentro un cespuglio. C’era una piccola fessura. C’erano anche delle tracce di qualcuno che era appena passato. Entrò dentro al buco.
-Ma…tu cosa ci fai qui??questo posto lo conosciamo solo io e…-
-Shinichi??si lo so bè ecco ero venuto qui perché devo spiegarti una cosa importante…riguarda me, te…e Shinichi.-
-Che intendi??-
-Stasera devo incontrare dei tipi loschi al…parco di Beika…sono gli stessi che hanno rapito te e Kogoro…voglio che tu venga con me e mi aiuti a catturarli…-
-Ma Conan non è pericoloso??-
-Non preoccuparti…con noi ci sarà anche…Shinichi-
-SHINICHI?!co-come Shinichi…lui c-che centra con questa storia??-
-Bè ecco vedi questi tipi sono in cerca di Shinichi e lui ha chiesto il mio aiuto…-
-M-ma quindi t-tu sei in contatto con S-Shinichi…-
-In effetti lui mi ha contattato questa mattina presto e mi ha spiegato il piano…mi ha anche detto di portarti con me in modo che ci davi una mano…non mi ha detto altro…ma non chiamare la polizia…lo sta già facendo lui…-
-Quin-Quindi incontreremo Shinichi…ok sono pronta…-
-…Senti Shinichi mi ha detto di dirti che ti doveva dire una cosa importante quando vi vedrete e ha anche aggiunto che quello che hai sognato la notte scorsa…era…tutto- Conan era diventato rosso -era tutto vero…ok io vado ciao.-
Conan sparì fra i cespugli. Era diventato di tutti i colori ma sapeva che in questo modo Ran avrebbe adescato al piano.
-Quindi il bacio era vero non me lo stavo sognando quindi vuol dire che…Shinichi…che tutto ciò che mi ha detto nel sogno era vero..quindi Sinichi…

”Io ti amo Ran”

…era tutto vero…

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Capitolo 10
*** X Capitolo ***


“Oggi incontrerò di nuovo Shinichi…il mio Shinichi…non importa se in una situazione rischiosa…io lo incontrerò di nuovo…per la prima volta ha chiesto il mio aiuto…non posso deluderlo…no, non lo farò.”
Ran uscì dal luogo segreto. Era convinta che avrebbe aiutato Shinichi soprattutto se i suoi nemici erano quelli dell’altra sera che l’avevano rapita insieme al padre. Non poteva rifiutare l’offerta anche se voleva dire rischiare la vita, non gli importava…il suo unico pensiero era proteggere Shinichi da quei criminali spietati e senza scrupoli.
 
-Ehi Kudo sei riuscito a convincere la tua ragazza?-
-Ran non è la mia ragazza…comunque si ci sono riuscito e per sviare i sospetti gli ho detto di venire al parco di Beika prima dell’incontro con Gin e Vodka…-
-MA DICO SEI MATTO?! vuoi far rischiare la vita a quella ragazza?? non eri tu quello che diceva che l’avrebbe protetta a qualsiasi costo?! e adesso la vuoi portare con te??-
-Gin e Vodka non mi aspettano al parco infatti…mi incontreranno alla stazione…-
-Ma allora cosa hai in mente di fare??-
Conan fece uno dei suoi sorrisi da detective. Poi riprese con aria di sfida.
-Se finisci di preparare l’antidoto ti dirò anche quello…adesso forza a lavoro…mia piccola scienziata…-
Ai ribatté pronta.
-Giuro che me la paghi…mi stai ricattando lo sai??ti potrei denunciare per sfruttamento dei minori…-
-Si certo e cosa gli racconti che un ragazzo di 7 anni ti ha ricattato chiedendoti di fare un antidoto che lo riporta ad essere Shinichi Kudo??ihih-
-Questa me la paghi-
-Ok allora aspetterò…adesso vai ho bisogno dell’antidoto-
Ai con aria rassegnata ma divertita entrò nel laboratorio. Sapeva che controbattere gli ordini di Kudo era una battaglia persa ma voleva almeno scoprire quali fossero i suoi piani, purtroppo però aveva fatto un completo buco nell’acqua.
“Sono sicura che Kudo abbia intenzione di fare tutto da solo…ne sono certa…sennò avrebbe chiamato qualcuno…non so quel detective di Osaka, Heiji oppure l’agente Jodie…invece non l’ha fatto…e poi cosa centra Ran con il suo piano??ho solo un modo per scoprirlo…”
 
-Shinichi…ma cosa vuoi fare??insomma non andrai lì senza un piano...-
-Lei pensa che io non abbia un piano…avanti professore…forse ho il corpo rimpicciolito ma ho sempre la mia mente geniale…insomma io sono Shinichi Kudo…le pare che non ho un piano??-
-Shinichi questo potrebbe essere l’incontro decisivo…non puoi prenderlo alla leggera…questo è l’incontro che cambierà le sorti della tua vita…devi dirci qual è il tuo piano…non puoi fare tutto da solo.-
Conan abbassò la testa. Fece un lungo respiro poi disse con un tono molto serio e convinto.
-E lei crede che non ci ho pensato??so i rischi che corro…e non voglio che qualcun altro rischi la vita, non me lo perdonerei mai…è una cosa che non potrei sopportare…-
-Ma allora perché coinvolgere Ran??-
-Non coinvolgerò Ran nell’ incontro…-
-Allora perché gli hai chiesto di andare al parco stasera??-
-Mi spiace Dottore ma questo non posso proprio dirglielo…adesso vado non torno per pranzo…quindi non mi aspettate-
-Shinichi adesso dove vai??-

Il dottore non riuscì a finire la frase che Conan aveva già chiuso la porta.

“Shinichi ma tu stavi…”

Il dottore ci aveva visto giusto. Un momento prima che Conan chiudesse la porta una lacrima era caduta dal suo volto. Stava piangendo. Lui avrebbe rischiato la vita da solo e non avrebbe mai accettato di coinvolgere qualcuno in questa faccenda soprattutto se c’era un alto rischio di…morire. Già. Quello sarebbe stato lo scontro decisivo. Qualcuno avrebbe perso la vita. Qualcuno sarebbe morto per mano di qualcun altro.
“Non posso permettermi di sbagliare…io devo mantenere la promessa che ho fatto a Ran…noi dobbiamo vivere per sempre felici…non posso morire…non posso deluderla non me lo perdonerei…l’ho già fatto troppe volte…ma questa volta sarà diverso.”
Con questi pensieri che gli rimbalzavano nella mente, Conan andò a casa Kudo. Era da molto tempo che non entrava lì dentro. Se doveva morire almeno avrebbe avuto un ricordo della sua vita da adolescente. Entrò nella biblioteca…quanti ricordi…si sedette sulla poltrona…e con i mille pensieri che gli frullavano nella testa si addormentò.
 
-Allora Gin…eccomi sono qui proprio come volevi-
-A quanto pare hai portato un ospite mi caro Kudo…-
-Ma cosa stai dicendo sono solo…-
-Ah si?? E quella bella ragazza laggiù??non ti dispiace se gli sparo tanto non la conosci…-
Uno sparo. Shinichi si voltò. Il suo cuore si bloccò. Una ragazza si accasciò a terra. Una ragazza che lui conosceva bene.
-RAN!!!-
Un altro sparò. Sentì qualcosa che gli trapassava il corpo da parte a parte. Un proiettile lo colpì in pieno petto. Iniziò a sentire freddo. Non riusciva a controllare il suo corpo.Sentì un dolore lancinante. Si mise una mano sulla ferita ma non quella del proiettile, quella non faceva male. Lui aveva un dolore lancinante al cuore. Avevano sparato alla sua Ran. Lei era morta. Non c’era più.
-Fattene una ragione lei non doveva essere qui…è tutta colpa tua se ti ha segiuto…questa volta non l’hai fatta soffrire ma hai messo a tacere la sua vita per sempre…guarda il lato positivo adesso non soffrirà più per te…-
-Ran…Ran…RAN!!!-

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Capitolo 11
*** XI capitolo ***


-RAN!!!-

Conan aveva il fiatone. Si ritrovò sulla poltrona a cui si era appoggiato. Aveva gli occhi sbarrati dalla paura. Si riuscivano a sentire i battiti del suo cuore che voleva a tutti i costi uscire da quel corpo. Fece un lungo respiro. Impiegò alcuni minuti per capire cosa stava succedendo. Aveva fatto un sogno. Un sogno in cui la sua paura più profonda si realizzava. La morte di Ran. Al solo pensiero rabbrividiva. Non riusciva ad immaginare una vita senza la sua Ran. Senza i suoi occhi così dolci. Senza le sue sgridate. Senza il suo sorriso che rallegrava una giornata di pioggia. Per lui, lei era l’altra metà del suo cuore. Se lei morisse lui sentirebbe una fitta lancinante all’altezza del petto. Una voragine. Proprio come nel sogno.
“Chissà se anche io ho l’altra metà del cuore di Ran…Chissà se me l’ha donato…Bè vedendo le reazioni che fa quando Shinichi non si fa sentire…si io ho l’altra metà del cuore di Ran e quando il suo cuore soffre, soffro anche io…che idiota chissà da quanto tempo me l’ha donato e io come uno stupido non me sono neanche accorto…ero troppo accecato dai casi di omicidio da accorgermi che la persona che più amavo condivideva le mie stesse emozioni…”sei un idiota…CAPITO SHINICHI SEI UN IDIOTA!!-
Conan era abbattuto. Il detective più bravo del quartiere Beika che non riesce a capire i sentimenti della sua migliore amica, troppo accecato dai casi di omicidio e dal suo orgoglio per vedere ciò che gli sta intorno. Si. Era quello che pensava Conan. Quando era Shinichi è stato solamente un idiota e non aveva visto quanto Ran si stava sforzando per farglielo capire. E solo adesso che è ad un passo dalla morte riesce a capire tutta la verità.
-Sono solo un idiota…-
-Sarai anche un idiota questo te lo riconosco…ma hai un gran cuore che pochi hanno…-
-Ai che ci fai qui?-
-Agasa mi ha detto che eri uscito di casa piangendo e così ho pensato che eri andato a rimuginare per stasera e il primo posto che mi è venuto in mente è stato casa tua e a quanto pare avevo ragione…-
-Non hai ancora risposto alla mia domanda…-
-Visto che sei un grande detective scoprilo-
-C’è un solo motivo per cui sei venuta qui…hai finito l’antidoto e sei venuta a chiamarmi-
-Visto??non era difficile-
-Da quanto sei qui??-
-Non da molto…-
-Bè a giudicare dai tuoi occhi credo che sei qui da circa un ora e mezzo…-
-Sei riuscito a notare le mie occhiaie bravo…si sono qui da un ora e mezzo…quando sono arrivata stavi dormendo e non ho voluto svegliarti…credo che tu abbia sognato la morte di Ran e scommetto che nel tuo sogno l’ha uccisa Gin…-
-Ma come…-
-Elementare Watson…stavi parlando nel sonno…e hai anche urlato-
-La prossima volta devo cercare un posto più riservato…che ore sono??-
-Le sette…Ran ha chiamato ha detto se ritornavamo a casa che era ora di cena-
-Ok allora andiamo…questa sarà una lunga notte…-
-Concordo-
E dopo aver fatto questa chiacchierata i due uscirono dalla casa e si avviarono verso l’agenzia.

Faceva freddo. In cielo si vedeva la luna ma non c’erano stelle. La luce della luna però illuminava la strada con un bianco pallido ma forte.
-Bella sera per morire vero??-
-Questa è un’atmosfera che Gin adora.-
-Oh perfetto anche la serata è a favore del nemico…inziamo bene-
-Già hai ragione…-
Conan iniziò a ridere.
-Cosa ci trovi di divertente nel morire. Dimmelo così lo so anche io visto che lotto con la morte tutti i giorni.-
-Bè ecco vedi rido perché per la prima volta non so cosa pensare e tanto meno cosa aspettarmi...il detective più famoso del quartiere, Shinichi Kudo, non ha uno staccio di idea…che buffo e pensare che fino a qualche giorno fa lottavo contro i criminali più banali…mi sono anche alleato con una squadra di detective di 7 anni…-
-Ora come ora niente ha un senso, prova a pensarci…chi crederebbe mai ad una storia come la nostra…due ragazzi di 17 anni che vengono rimpiccioliti da un virus creato da un organizzazione criminale che si espande in tutto il Giappone…è ridicolo non ci crederebbe nessuno…adesso so perché ridi…perché è tutto assurdo…ma in fondo nell’assurdità qualcosa c’è di vero…-
-Già-
I due iniziarono a ridere. Non aveva senso ciò che stava succedendo alle loro “piccole” vite, ma succedeva. Anche se assurdo stavano vivendo quella situazione sulla loro pelle. E continuando a ridere arrivarono all’agenzia.

-Ran siamo a casa-
-Oh finalmente dai muovetevi la cena è pronta-
-Perché hai preparato così presto la cena??-
Ran guardò Conan. Lui gli fece cenno di stare zitta, di dire una bugia.
-Ehm…perché stasera ho sonno e vorrei andare a letto presto…adesso mangia Ai siete rimasti solo voi due.-
 
La serata continuò tranquilla fino alle otto.
-Ran usciamo??-
-Dove vuoi andare a quest’ ora Ku-Conan??-
-Mi sono ricordato che devo comprare una cosa per scuola e devo uscire prima che chiudano i negozi…avanti Ran andiamo…-
-Si ok andiamo-
-Ok a domani…”Buona fortuna Kudo”-
 
-Allora Ran dobbiamo andare al parco di Beika e aspettare lì che arrivi Shinichi tutto chiaro?-
-Si…ok…sono pronta-
“Ran mi dispiace…mi dispiace davvero tanto ma non posso farti correre rischi…scusa”
“Oh Shinichi stasera ti incontro…non vedo l’ora…anche se dovremmo combattere i criminali…al tuo finco posso combattere anche un carro armato”
Ran fece un sorriso. Conan lo notò. Abbassò la testa.
“Scusa ancora…Ran”
Per il resto del tragitto stettero in silenzio. Ma nelle loro teste i pensieri erano più rumorosi che mai. Dopo aver camminato per ben quindici minuti arrivarono al parco di Beika.
-Siamo arrivati Conan-
-Si Ran…siamo arrivati-
-Ehi perché quell’aria cupa verdai…con Shinichi li stender-...mi sen-to…stan-ca…ma cosa...-
Ran cadde a terra. Conan l’aveva narcotizzata. Aprì il suo zaino. Prese una bustina. Dentro c’era l’antidoto. Lo prese. Iniziò a sentire caldo. Il cuore batteva all’impazzata. Non controllava più le gambe poi tutto il corpo. S’inginocchiò. Non riusciva a respirare. Sudava. La vista gli si annebbiò. Riuscì in qualche modo a mettersi i suoi vestiti da adolescente. Poi cacciò un urlo. E cadde svenuto.

-Ran…ehi Ran…Ran mi senti…Ran…dai Ran svegliati su…avanti-
-Ma cosa??Shin-Sinichi??SHINICHI!!!-
-Ben svegliata…pigrona-
-Ehi ma dove…dove sono??-
-Non ricordi??siamo al parco di Beika-
-Ah si…il parco…ehi ma…ma dov’è Conan??-
-Intendo il piccoletto con gli occhiali??si è addormentato proprio come te mentre mi aspettavate così l’ho riaccompagnato a casa-
-Ma lui non doveva partecipare con noi alla missione??-
-Ma quale missione Ran??non ti ricordi quello che ti ha detto?-
-Si che me lo ricordo…ha detto che dovevamo combattere i cattivi-
-Quel piccoletto…gli avevo chiesto di inventare una scusa per portarti qui…-
-Perché??-
-Ehi ma non eri tu quella che desiderava vedermi??-
-Si-
-Allora??bè adesso godiamoci la serata-
Solo allora Ran si rese conto di quello che succedeva. Era in braccio a Shinichi con la testa appoggiata al suo petto. Riusciva a sentire il suo dolce profumo. Proprio come quel sogno. Ma questo non era un sogno era tutto vero. Era appoggiata sul suo petto. Così duro ma allo stesso tempo così morbido e caldo. Riusciva a sentire i battuti del suo cuore. Erano veloci ma rilassanti come una dolce ninna nanna ma lei non poteva dormire. Non doveva dormire. Shinichi era tornato e voleva gustarsi quel momento. Così bello. Così magico. Sentiva il suo respiro sulla sua testa. Era fresco. Poi avvampò. Lui l’aveva fatta sdraiare sulla panchina e le aveva messo la testa sulle sue ginocchia.
-Stai comoda??-
-S-si ma perché mi hai fatto sdraiare??-
-Volevo farti vedere la luna…-
“Shinichi…”
-Ma…-
Shinichi la interruppe.
-…E volevo trovare un modo per scusarmi con te per averti fatto soffrire per tutto questo tempo a causa mia.-
-E sentiamo come ti volevi sdebitare??-
-Facendo questo…-

Lui l’alzò leggermente facendogli posare la testa sul suo braccio. Poi si avvicinò. Lei chiuse gli occhi e Shinichi gli stampò un lungo bacio. Lei diventò rossa poi contraccambiò e quando Shinichi si stava per staccare lei gli mise una mano intorno al suo collo caldo e si riattaccò alle sue labbra. Erano calde e morbide proprio come quel sogno, ma ora non stava sognando. Shinichi la stava baciando ed era tutto vero.Lui all’iniziò fu imbarazzato ma poi si lasciò andare come aveva fatto Ran. E così sotto il chiaro di luna, seduti ad una panchina, due ragazzi si scambiarono il loro primo e tanto atteso bacio.

All’improvviso Shinichi staccò le labbra. Ran rimase interdetta, lo guardò: aveva un viso dolce e uno sguardo penetrante. Era proprio il genere di espressione a cui Ran non sapeva resistere.

-Ran…per scusarmi voglio dirti un’altra cosa…sono stato assente per tutto questo tempo…ma mi ha convinto che più sto lontano da te più sto male…è come se mi mancasse qualcosa…quindi Ran volevo dirti…-
-Io ti amo Shinichi…-
Shinichi rimase per un atto attimo in silenzio poi ricordò quello che aveva dedotto dopo il suo incubo”Ran mi ha lasciato un pezzo del suo cuore.”Si. Adesso non è più una deduzione ma una convinzione. Poi disse con uno sguardo da vero innamorato.
-Mi hai tolto le parole di bocca…ma voglio dirtele ugualmente…




Ran io ti amo

 

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Capitolo 12
*** XII capitolo ***


-Questo è un sogno vero??-
-Mi dispiace per te Ran…ma è tutto vero-
-Oh Shinichi non sai da quanto tempo aspetto questo momento così magico…da quante notti lo sogno…-
-Bè adesso è realtà…-
Ran abbracciò Shinichi. Dal suo viso scese una lacrima. Per la prima volta era semplicemente contenta. Non poteva desiderare di meglio, la luna, il parco, la notte, Shinichi…era tutto perfetto…troppo perfetto. Aveva l’impressione che prima o più sarebbe ricaduta nella disperazione un’altra volta, che Shinichi se ne sarebbe andato di nuovo senza lasciare una spiegazione. No, non poteva anzi non doveva accadere, non l’avrebbe mollato per nessun motivo al mondo.
-Dimmi che adesso saremo per sempre insieme…per favore-
-…Ran…io…-
-Tu non hai il diritto di andartene. Non un’altra volta. Per favore dimmi che staremo insieme…dimmi che domani ci sarai ancora a farmi le coccole abbracciata a te e che ti ritroverò a casa tua…ti prego dimmi che rimarrai qui…io ne ho bisogno…-
Shinichi alzò la testa. Guardò la luna. Era piena e splendente. Fece un profondo respiro. Come poteva dirgli che fra quattro ore l’incanto si sarebbe spezzato e sarebbe tornato di nuovo a essere un normale bambino di 7 anni…poi sempre se riusciva ad uscire vivo dall’incontro…Guardò l’ora. Erano le nove e mezzo Doveva andare. Non poteva più aspettare. Una lacrima scese dal suo volto illuminato dalla luce della luna.
-Scusa Ran ma non voglio che tu mi veda soffrire..-
-Shinichi ma cosa stai dic…-
Con l’orologio spara-anestetici l’aveva addormentata. Aveva ancora una faccia serena.
-Dormi mio piccolo angelo e sognami…-
La prese in braccio. Chiamò un taxi.
-E’ un po’ brilla devo portarla a casa.-
-Dove andiamo ragazzo??-
-All’agenzia investigativa Mouri-
-Ok-

Dopo nemmeno cinque minuti arrivarono a destinazione. Shinichi prese il suo telefono. Compose il numero di Ai.
-Ai-
-Dimmi Kudo-
-Sono qua sotto con Ran. L’ho addormentata. Aiutami a portarla nel suo letto-
Dopo due minuti Ai scese in pigiama.
-Avanti sbrigati. Il padre si è addormentato da poco.-
-Scommetto che ha alzato il gomito. Kogoro è sempre lo stesso. Senti quando Ran si sveglia dalle questo.-
Shinichi porse un biglietto ad Ai. Era una lettera per Ran.
-Aprimi la porta della sua stanza che l’appoggio sul letto.-
Ai eseguì gli ordini. Shinichi entro nella stanza di Ran. L’appoggiò sul letto. Poi si girò ed uscì dalla stanza chiudendo la porta in silenzio.
-Ai tieni questo è per te…-
-Cosa è??-
-Aprilo quando sono uscito ok?-
Shinichi si avviò verso la porta e diede una gomitata allo scaffale dei liquori. Caddero tutti a terra e Kogoro si sveglio di soprassalto. Shinichi sgattaiolò via.
-Ai sei stata tu vero…ma guarda che disastro tutti i miei liquori…e adesso..-
-“Mi fai perdere tempo per non farmi leggere la lettera…che ignobile…questa me la paghi mio caro Shinichi”…ma non l’ho fatto apposta Kogoro…piuttosto adesso prendi lo strofinaccio che dobbiamo pulire per terra-
-Ma perché invito i mocciosi a casa mia…e vabbene puliamo-
-“Ma cosa è questo odore l’ho già sentito…ma certo questo è…Gin”…Kogoro ma tu bevi il Gin??-
-Certo è il mio preferito…è una vera bomba-
-“UNA BOMBA?ora mi ricordo cosa aveva detto Kudo quella sera…”…OH NO!-
Ai aveva sgranato gli occhi. Si era ricordata cosa gli aveva detto Conan la sera della incontro con Gin e Vodka al Beika. Si infilò in giacchetto, prese la lettera di Kudo e uscì di corsa.
-Ehi ma dove stai andando Ai??aaaah questi ragazzini…come sono strani-
 
Ai correva, correva come non mai in vita sua. Era diretta a casa del Dottor Agasa.
-Din Dlon. Din Dlon. Din Dlon. Arrivo arrivo. Ma chi è a quest’ora…-
Agasa aprì la porta.
-DOTTORE DOBBIAMO ANDARE VIA SUBITO DA QUI…QUESTA CASA POTERBBE ESPLODERE!!!-
-COSA!?ESPLODERE!?-
-NON C’è TEMPO PER LE SPIEGAZIONI DOBBIAMO ANDARCENE-
-Ok arrivo-
I due uscirono di corsa. Ai era spaventata. Agasa non capiva. Erano tutti e due nel panico.
Corsero sotto casa di Kogoro.
-Siamo arrivati finalmente-
-Ma mi spieghi cosa sta succedendo?-
-Troverò le risposte in questa busta-
-Ma…il mittente è Shinichi-
-Esatto-
Ai aprì la busta e iniziò a leggere.

“Cara Ai,
ti avevo promesso che ti avrei dato le spiegazioni del piano una volta finita la ricerca ebbene ora ti spiegherò cosa ho intenzione di fare:
Gin l’altra sera, prima di rimanere svenuto per l’esplosione mi disse”Noi due ci dobbiamo incontrare di nuovo, vieni alla stazione di Beika alle 22:00, mi raccomando sii puntuale. Questa volta però c’è un’altra condizione dovrai accompagnare Ran o Ai al posto designato e andartene. Se non rispetterai gli accordi farò saltare in aria la casa di quel tuo amico Dottore. Pensaci”non potevo scegliere fra la mia migliore amica e il mio amore, così, per non far correre rischi inutili, vi ho fatto trasferire tutti da casa del dottore a quella di Kogoro in modo da essere al sicuro da eventuali scherzetti.
Inoltre c’è un altro motivo per cui vi ho fatto trasferire. Io la mia scelta l’avevo già fatta. Quindi sono andato da Gin da solo. Ecco il motivo per cui ho deciso di fare tutto da solo. Il coinvolgimento di Ran è stato casuale. Visto che tornavo ad essere adulto ho pensato di dirgli quello che provavo. Vi chiedo solo una cosa: vi prego di stargli vicino.
Saluti Shinichi Kudo.

P.S.
Dentro la busta troverai quello che mi hai dato quella sera prima di affrontare i “cattivi”…l’antidoto giusto per l’Apotoxina. Scusa ancora…”

-Ma perché non ci ha detto niente di tutta questa storia??tu lo sai Ai-
-Probabilmente pensava che Gin avesse messo delle microspie in modo da sentire le nostre conversazioni…ecco perché…ecco perché tutto questo mistero…ma perché noi potevamo aiutarti…PERCHè KUDO?!-
-Adesso cosa facciamo Ai?-
Ai era sconvolta. Ecco perché era svenuta. Adesso ricordava tutto. Conan sapeva che non ricordava niente e a usato questo fattore a suo vantaggio. Ai stava piangendo. L’unico vero amico che aveva si stava sacrificando per proteggere tutti dallo scontro. Che ingiustizia. Ogni volta che si affezionava a qualcuno finiva per morire per mano dell’organizzazione. No. Questa volta non doveva finire così. Non poteva finire così. Non avrebbe permesso a nessuno di rovinargli di nuovo la vita.
-Dottore io prendo l’antidoto-
-Ma se non funzionasse?-
-Funzionerà di sicuro. Questo antidoto ha gli stessi componenti di quelli dati a Conan.-
-Ma perché lui non l’ha preso il primo antidoto?-
-Perché lui già sapeva cosa avrebbe fatto e ha lasciato il primo antidoto per me così, se lui si fosse trasformato sarebbe stato l’ antidoto giusto se invece l’avrebbe ucciso…-
-Non sarebbe stato quello giusto e dagli errori del secondo si sarebbe potuto perfezionare il primo…Shinichi…hai fatto da cavia per salvare Ai…questo lo ricorderemo per sempre-
-Dottore dobbiamo salire in casa sicuramente Kogoro si sarà già riaddormentato. Io prenderò l’antidoto lei nel frattempo prenderà degli indumenti di Ran così che possa mettermeli dopo la trasformazione. Avanti non c’è tempo da perdere.-
-Si-

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Capitolo 13
*** XIII capitolo ***


-Ma cosa…cosa è succ…SHINICHI!!!-
Ran si era svegliata dal lungo sonno. Era seduta sul letto e piano piano stava iniziando a ricordare tutto. L’incontro, il parco, la luna, le lacrime di Shinichi e poi quel bacio. Quel caldo e tenero bacio. Come poteva dimenticarlo. Adesso però era seduta sul letto. Aveva il forte presentimento che fosse stato tutto un sogno. La mente gli aveva giocato un brutto scherzo. Poi la vide. Vide la lettera. La lettera appoggiata sul suo comodino. La prese. Non c’era il mittente. La girò. C’era scritto il destinatario
“Per Ran.”
A Ran gli venne un nodo in gola. Era la scrittura di Shinichi ne era certa, avrebbe potuto riconoscerla fra mille. Si era la sua. Questo voleva dire che era tutto vero. Prima di aprirla gli venne in mente come era svenuta. Lei stava chiedendo a Shinichi di rimanere con lei per sempre poi sentì un pizzico dietro al collo e svenne. Adesso Shinichi non c’era. Lei non era in braccio alle sue gambe come nel parco. Rabbrividì.
"E se se ne fosse andato di nuovo?"
Senza pensare aprì la lettera e iniziò a leggere.

-“Cara Ran,
se stai leggendo questa lettera vuol dire che ti sei svegliata. Scusa se non sono al tuo fianco ma…ecco vedi…proprio non potevo restare”-già sempre la solita scusa ma non pensi mai a come mi sento quando te ne vai…CI HAI MAI PENSATO?-“siccome sono un grande detective sono sicuro che adesso sarai arrabbiata con me perché non sono lì con te per l’ennesima volta e me ne sono andato senza un motivo”-Si esatto…e adesso sto anche piangendo per te questo l’hai intuito?-“Ran…prima di andarmene ho voluto lasciarti questo messaggio per un solo motivo…è probabile che tu non mi vedrai più…”A Ran iniziarono a scendere le prime lacrime, teneva forte il foglio e lo stava quasi per strappare”…Devo risolvere un grosso problema contro dei criminali e sono da solo ma non preoccuparti, mi conosci, sono un grande detective e riuscirò ad arrestarli. Quando tornerò staremo insieme. Dimmi una cosa riuscirai ad aspettarmi per una notte?domani mattina mi troverai a fianco a te come se non fosse successo niente.
Shinichi Kudo.

P.S.
Mi raccomando non soffrire per me sennò soffro anche io. Quando torno voglio vederti col sorriso. Adesso vado. Dormi mio piccolo angelo e sogna il mio ritorno come non hai mai fatto fin ora.”

In fondo alla pagina c’era una goccia d’acqua. Shinichi piangeva mentre scriveva quella lettera. Sapeva che non si sarebbe mai avverato quello che aveva scritto ma chissà forse a volte bisogna affidarsi alla fortuna e non alla logica.
-Shinichi…ma perché non mi hai detto niente…perché…io adesso sto soffrendo e non mi importa se soffri anche tu…no…non mi importa niente…-
-Ehi Ran…-
-Conan?-
-Perché sei sorpresa di vedermi?-
-bè perché sono le 21:45 e di solito ti addormenti come un sasso-
-Questa volta non avevo sonno e non mi sono addormentato. Piuttosto bevi questo.-
-Cos’è?...un bicchiere d’acqua…-
-Tu bevilo-
-Ok…-
Ran lo bevve. Sentì che le forse iniziavano a mancargli. E svenne.
-Mai accettare bicchieri d’acqua da me-
Conan si sfilò la maschera. Era Ai. Arrivò il Dottor Agasa.
-Perché l’hai addormentata?-
-Era sconvolta. Meglio che riposa.-
-Dottore prenda i vestiti io prendo l’antidoto.-
 
-Chissà se Ran si sarà convinta con quella lettera. Il solo pensiero che gli facciano del male è angosciante per me. Se devo morire voglio che come ultimo ricordo abbia il nostro incontro e nient’altro. Ecco sono arrivato.-
Si Shinichi era arrivato alla stazione. Faceva freddo e il cielo iniziò ad annuvolarsi. La vicino c’era parcheggiata una porche nera, segno che i due erano già sul posto per evitare brutti scherzi.
“Ecco la resa dei conti.”
I due scesero dalla macchina. Avevano il solito giacchetto lungo, nero come la morte. Gin aveva degli occhi di ghiaccio ma dalla sua espressione si capiva che non vedeva l’ora di uccidere qualcuno; anche Vodka aveva il giacchetto lungo nero ma lui aveva un espressione tranquilla, a prima vista sembrava che non appartenesse nemmeno all’organizzazione. I due sfoderarono la pistola e si avvicinarono lentamente a Shinichi. Lui era disarmato, non aveva nessuna pistola ma aveva un asso nella manica.
-Ma guarda guarda…cosa abbiamo qui,noi avevamo un accordo ricordi?-
-Non l’ho dimenticato…-
-E allora dimmi cosa hai scelto?la tua amica o il tuo amore…ahahah-
Shinichi strinse i pugni. Non poteva permettersi di prendersi gioco di lui.
-Ho fatto come volevi e ho deciso:ho portato me stesso-
-Te stesso?!mi dispiace ma non hai rispettato gli accordi…-
-Si è vero non ho portato nessuna delle due ragazze ma prova a pensare: quando mi avrai ucciso sarà più facile fare fuori…le ragazze-
Quelle parole gli faceva molto male. Non poteva pensare che una delle due persone potesse morire.
-E’ vero non ci avevo pensato: si forse è vero…ok farò fuori prima te se ci tieni tanto…-
Gin rise maligno, disse qualcosa a Vodka, lui si voltò e andò verso la macchina. Gin alzò la pistola.
-…non ancora…-
Gin mise l’indice nella fessura per poter sparare.
-…non ancora…-
Con il pollice caricò l’arma.
-…non ancora…-
-Addio…-
-ADESSO!!!-
Successe tutto in pochi secondi. Gin sparò  Shinichi evitò il proiettile. Mise la mano destra sul suo orologio e sparò un ago narcotizzante.
-Ancora con questi giochetti da bambino…-
-Sai non dovresti sottovalutarmi…-
Gin si girò verso Vodka. L’ago l’aveva colpito in pieno e lui era svenuto a terra.
-Come hai osato.-
Shinichi ne caricò un altro.
-Adesso sei sotto tiro, non muoverti o andrai nel mondo dei sogni…-
-E tu credi veramente che mi arrenda davanti queste minacce?Mhpf…mi dispiace ma anche tu non dovresti sottovalutarmi…o meglio non dovresti sottovalutare i tuoi amici-
Gin puntò la pistola verso un albero della stazione. Partì un colpo. Un corpo cadde a terra.
-Oh no non dirmi che quella è…-

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Capitolo 14
*** XIV capitolo ***


-Abbiamo visite…-
Gin sparò. Un corpo cadde a terra. Un corpo femminile. Un corpo terribilmente familiare.
-Ai!!!-
-Finalmente sei arrivata-
-Che cosa hai fatto?!-
-Tranquillo non l’ho ancora uccisa-
Senza pensarci due volte Shinichi corse da Ai. Si teneva una spalla. Era a terra dolorante. Perdeva sangue. Il proiettile le aveva perforato la spalla. Si era conficcato sull’albero.
-Ai…Ai…rispondimi Ai-
-Kudo…guarda che ci sento…-
-Perché sei venuta, perchè?-
-Mi dispiace ma…stavolta tocca a me salvarti la vita…tu ti sei sacrificato troppe volte per me…se questo è l’ultimo incontro non potrò ricambiarti i mille favori che mi hai fatto…-
-Ai ma come hai potuto venire qui, tu devi consolare gli altri...se io sparisco non ti cercheranno più-
-STUPIDO!!! ti sei scordato forse chi cerca l’Organizzazione? non scomodarti te lo dico io…l’Organizzazione cerca me non te…per causa mia sono risaliti anche a te…tu non centri niente…-
-Questa non è la tua guerra-
-No infatti non è la mia guerra…è la NOSTRA guerra, tu devi farti aiutare da me…-
-Se ti uccidono non me lo perdonerei mai-
-Nessun piano è perfetto...e poi...per la riuscita delle missioni...servono dei sacrifici no?-
-Ma io non voglio fare dei sacrifici...-
-Avete finito di parlare?-
-Si lurido verme...abbiamo finito e adesso ci occupiamo di te-
-Ma non farmi ridere...una traditrice che mi uccide...fai solo pena...tu non hai mai fatto veramente parte dell’Organizzazione...noi ti abbiamo solo usato...come abbiamo fatto con tua sorella...che stupida pensava veramente che ti avremmo liberato...aspetta com’è che si chiamava...a si...Akemi-
-NON PRONUNCIARE IL NOME DI MIA SORELLA...lei è sempre stata al vostro servizio e voi la ripagate uccidendola?! mi fate veramente pena...-
-Non sei nella posizione migliore per aggredirci in questo modo...ricorda che sei ferita ad una spalla e non ci metterò molto a sparare un colpo diretto al cuore...-
-Non dirmi quello che posso e non posso fare...noi ti uccideremo-
-Mhpf...voi mi ucciderete...questa è buona...sai è da tanto che aspetto questo momento ed è la serata giusta per uccidere...guarda c’è un cielo nero senza stelle proprio come la tua fine...nera senza speranze...ahahah-
-Sai Gin...mi stai sottovalutando un’altra volta...-
-Cosa intendi Kudo, che riuscirai a vincere anche questa volta? che metterai in gatta buia i cattivi? oh no questa volta non finirà così...Sherry ha scelto per te e adesso vi ucciderò entrambi...-
-Non ci sperare...-
Shinichi si abbassò verso Ai prese qualcosa dalla tasca interna del suo giacchetto. Poi si rialzo. Puntò una pistola verso Gin.
-Ma Kudo come sapevi che...-
-Ricordatelo sempre...io non farò sacrifici inutili-
-Ma questo non è inutile...-
-Non voglio sacrificare la mia migliore amica per una stupida disputa quindi rimani a terra...ehi ti sei scordata chi sono io? io sono il grande Sh...-
-Shinichi Kudo si lo so-
-E allora se lo sai...saprai anche che andrà tutto bene no?!-
-Basta parlare...-
-Si è vero...basta parlare-
E lasciando tutti di sorpresa Shinichi,senza esitare, sparò un colpo e ferì Gin ad una gamba.
-Maledetto!!-
Gin sparò un altro colpo. Shinichi si mise davanti Ai che era rimasta a terra.
-Spostati o ti colpirà-
-AH!!!-
Shinichi ricevette un colpo alla caviglia.
-SHINICHI!!!-
-Sto bene...-
-No tu non stai bene...ti ha ferito ad una gamba-
-Non è niente...è solo un graffio Argh-
-Dammi la pistola io posso colpirlo meglio...-
Shinichi non l’ascoltò. Fece qualche passo avanti.
-Adesso dove vai!!!-
-Fidati di me-
E dopo aver pronunciato queste parole avanzò verso Gin.
-Vuoi sfidare la fortuna eh? ok ti accontento subito-
Gin sparò un altro colpo. Stavolta lo prese più su alla coscia.
-Shinichi fermati...così ti farai ammazzare-
-...5...-
Avanzò un altro po’. Gin sparò ancora un colpo. Lo prese all’altra gamba sulla rotula. Stavolta però lo prese di striscio.
-Scusa Gin...ho la netta sensazione che...hai finito i colpi...-
Shinichi si spostò dalla traiettoria di tiro di Gin verso Ai. Ormai aveva finito i colpi.
-Marmoccio...-
-Non chiamarmi così...adesso sono io che tengo le redini dello scontro...e non sei nella posizione più adatta per darmi del marmocchio...-
-Questo dal grande Shinichi Kudo non me l’aspettavo...pensavo conoscessi questa pistola...bè forse ti ho sopravvalutato...-
-Che intendi? io so che pistola è...quella è una...oh no...è una calibro sette...questo vuol dire che...-
-Sai il sette...è il mio numero fortunato...-
Gin caricò l’arma e sparò. Shinichi tornò nella traiettoria di tiro. Si beccò un proiettile sul petto.
-Aveva ancora un colpo...e adesso...cos-a...facc-i...-
Shinichi cadde a terra e svenne. Perdeva sangue.
-Oh no se non faccio subito qualcosa morirò...Argh...e non so quanto potrò resistere con questa spalla ferita...devo pensare a qualcosa-
-Adesso sono io che ho le redini del gioco...vero...Sherry-
Gin si era alzato da terra e aveva raggiunto Ai.
“Oh no...per me è finita...scusa Kudo...ma non potrò fare quello che mi hai chiesto nella lettera...non potrò consolare la tua ragazza...mi dispiace”
Si sentì uno sparo. Un lamento. Poi, il nulla.

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Capitolo 15
*** XV capitolo ***


Shinichi cadde a terra svenuto. Gin fece un ghigno.
-Mhpf...povero moccioso credeva veramente che potesse vincere...bè a quanto pare questo non era il tuo giorno fortunato...mi dispiace ma...non si sfugge al richiamo della morte...ahahah-
Gin era compiaciuto. Aveva vinto. Aveva ucciso il più grande detective di Beika e stava per portare a termine la sua missione: uccidere la traditrice. Nel suo sguardo freddo si leggeva solo odio. Si odio. Odio verso tutti che veniva ripagato uccidendo le persone...questo era il suo lavoro...uccidere...troncare le vite degli altri...infliggere dolore e incutere paura e terrore...si questo era il suo lavoro. Iniziò a rialzarsi. La gamba gli faceva male ma non gli importava. Si appoggiò sul ginocchio poi tirò su l’altra gamba e dopo due minuti di sofferenze per alzarsi iniziò a barcollare verso Ai. Aveva uno sorriso omicida, uno sguardo misto fra gusto di uccidere e dolore per la gamba. Ci mise molto ad arrivare da Ai ma ne era contento. Ad ogni passo che faceva incuteva paura alla ragazza. Ogni passo avanti era un passo verso la morte.
“Oh no...e adesso cosa faccio?ho una spalla dolorante che perde sangue e non posso muovermi...credo che per me sia giunto il momento di dire addio a questo mondo...Gin ha vinto...ancora...volevo vendicare mia sorella ma...a quanto pare non ci sono riuscita...non posso nemmeno mantenere la promessa che ho fatto a Shinichi...mi spiace ma non posso consolare la tua ragazza...scusa...”
Gin si avvicinava. Ai era terrorizzata. Non avrebbe mai pensato di aver paura di morire ma in fondo era un essere umano come tanti e aveva il diritto di avere paura...e forse...era l’unica cosa che gli era concessa...si...morire...era l’unica cosa che l’avrebbe assolta da tutti i problemi...
“Forse è meglio così...alla fine farò da sacrificio per la missione...e non verranno a cercare più nessuno...bè alla fine qualcosa di buono l’ho fatto...ho salvato la vita alle persone che mi vogliono bene...che bella sensazione morire per qualcuno a cui si tiene...si...è questo il mio destino...addio”
-Allora adesso sono io che tengo le redini del gioco...vero...Sherry-
Ai chiuse gli occhi.
-Dì addio alla tua vita...-
-...-
-Non lo fai?allora lo farò per te...addio-
Si sentì uno sparo. Poi un lamento. Poi. Il nulla. Il silenzio si era impossessato della situazione. Ai aprì gli occhi.
“Sono morta?”
Impiegò qualche minuto per realizzare cosa stava succedendo. Qualcuno si trovava in piedi e Gin, che fino a poco fa gli puntava la pistola in testa, era sdraiato a terra, morto.
-Ma che cosa...?-
-Almeno ringraziami di averti salvato la vita...mia cara Ai-
-Shinichi?!ma tu non eri...morto-
-Bè in effetti lo credevo anche io...ma poi mi sono risvegliato e ho visto Gin che ti puntava la pistola così ho sparat-...Arghh!!!-
-L’antidoto sta finendo ti stai ritrasformando in Conan-
-ARGH!!!-
-Aspetta...non ti muovere-
Ai prese dalla sua tasca una siringa.
-Cos-...cos’è quell-o...-
-Sogni d’oro...-
-Ma cos...-
Shinichi si addormentò. Ai prese il telefono e compose il numero di Agasa. Si trovava fuori dalla stazione e stava aspettando che Ai la chiamasse.
-Dottore presto venga qui...Shinichi si sta trasformando...chiami anche un ambulanza ha due proiettili nella gamba e uno nel petto-
-Ok ora ci penso io...-
Agasa compose il numero dell’ambulanza poi corse da Ai. Lei stava accasciata vicino a Shinichi. Era tornata anche lei una bambina. Corse subito da loro due. Lei si riprese momentaneamente.
-Dottore deve legare Vodka e chiamare la polizia...deve dirgli che c’è stata un aggressione da parte di due uomini a due bambini...dica che un uomo è inciampato ed è svenuto e per l'altro...bè dica che un uomo l’ha visto e per proteggerci gli ha sparato e l’ha uccis-...-
Ai svenne di nuovo. Agasa fece tutto quello che gli aveva detto la bambina. In poco tempo arrivò l’ambulanza e lì portò all’ospedale. Nel mentre arrivò l’ispettore Megure e il Dottore gli spiegò la vicenda come gliel’aveva descritta Ai. Dopo aver deposto i fatti  salì in macchina e andò all’ospedale. Conan era stato operato mentre Ai riposava nella sua stanza. Verso le 3 di notte i medici informarono il Dottore.
-Il bambino ha superato per un pelo l’intervento. Ora deve stare in ospedale per almeno due settimane.-
-Ok ho capito.-
Conan venne portato nella stessa stanza di Ai. I due riposavano beati. Avevano un espressione tranquilla, come se non fosse successo niente.
“Bè alla fine ce l’hanno fatta...rimarrò qui la notte per assicurarmi che vada tutto bene...”
Si sedette ad una poltrona, appoggiò la testa al braccio del divano e si mise a dormire.
 
Il mattino dopo fu molto movimentato.

-Mi scusi è stato ricoverato un certo Conan Edogawa in questo ospedale può dirmi dove si trova?faccia presto.-
-Lei chi è?-
-...Ehm...sono la cugina maggiore e questo è lo zio...Kogoro Mouri-
-Oh il famoso detective...-
-Si si è lui adesso mi dica dov’è la sua stanza...-
-E’ la numero 404 al secondo piano...la informo che insieme a lui è stata ricoverata una bambina...dovrebbe chiamarsi...ah si...Ai Haibara...-
-Ok...andiamo papà...-
Ran sfrecciò per i corridoi e quando girò l’ultimo angolo sbatté contro qualcuno.
-Ran...buongiorno-
-Dottor Agasa...anche lei qui...-
-Si ho trascorso la notte con i due bambini...mi sentivo solo a casa...vieni ti accompagno alla stanza...oh Kogoro c’è anche lei...-
 
-Ecco siamo arrivati-
Ran aprì la porta. Due bambini stavano parlando tranquilli.
-Conan!!!Ai!!!-
-Ciao Ran-
-Salve Ran-
-Come state? Ma cosa vi è successo?-
I due si guardarono. Ai diede un occhiata a Conan e gli fece cenno di parlare. Lei non voleva immischiarsi. Conan sbuffò
-...Bè...ecco...stavamo andando alla stazione per comprare del materiale di scuola e due uomini ci hanno aggredito. Noi abbiamo tentato di fuggire ma ci hanno sparato. Si stavano avvinando quando qualcuno lì ha presi da dietro e li ha messi fuori combattimento...sai credo sia stato Shinichi a salvarci...vero Ai?-
-Si...è probabile-
-Quindi Shinichi vi ha portato in ospedale...-
-Proprio così...ha avvertito il Dottor Agasa di quanto era successo e quando  il Dottore arrivò lui se ne andò...-
Ran si rattristi “No Ran non essere triste...ho un idea...anche se probabilmente è sbagliata...preferisco vederla felice...Mhpf”
-Ran...senti...Shinichi ha detto che resterà qualche giorno a Tokio...-
-Cosa?Shinichi...ha detto così?-
-Si-
Ai si avvicinò a Conan e gli sussurrò nell’orecchio.
-Ma dico sei matto?!-
-No. Sono solo...innamorato-
Ai lo guardò. Non gli aveva mai visto quell’ espressione. Poi fece un sorriso. Si riavvicinò al suo orecchio e gli disse un’altra cosa. Lui si girò verso di lei con un sorriso a trentadue denti. Era felice.
-Conan perché stai ridendo?-
Ran si era avvicinata.
-No niente...Ai...mi ha dato una bella notizia...-

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Capitolo 16
*** XVI capitolo ***


Passarono due settimane e finalmente Conan uscì dall’ospedale con Ai. Era mattina presto. L’aria era fresca. Conan aveva delle stampelle mentre Ai aveva una fasciatura al braccio. Stavano andando tutti a casa di Kogoro. C’erano Ran, Agasa, Conan,Ai e infine i Detective Boys.
-Quando andiamo a casa preparo una bella cioccolata calda per tutti ok??-
-Oh si a me piace la cioccolata calda...mi ci metti anche la panna??-
-Genta sei sempre il solito-
-Non farci caso Mitsuhiko ormai ci siamo abituati...-
-Hai ragione Ayumi...-
-Ehi Conan qualcosa non va??-
-...Eh...cosa...a no non ti preoccupare Ai...sto bene...-
-Di la verità saresti voluto passare a casa del Dottor Agasa per prendere quella cosa vero??-
-Non mi ci far pensare...uffa...-
-Bè devi comunque aspettare una settimana non puoi andare in giro con le stampelle...-
-Già è vero...però lei è così triste-
-E allora che aspetti mandagli un messaggio...-
-Lo farò quando arriveremo a casa-
-Quindi adesso...-
Conan alzò lo sguardo. Non si era reso conto che era già arrivato a casa. Eppure avevano fatto la strada tutto a piedi.
”Sono troppo sovrappensiero...dovrei riposarmi un attimo...una bella cioccolata calda mi farà più che bene...”
-Papà siamo a casa...-
-Si Ran...Siamo?ma che strano ero convinto che fosse uscita da sola...-
-Salve Detective...-
-CHE COSA!!!cosa ci fanno tutti questi mocciosi a casa mia...Ran...-
-E dai papà li ho invitati io...-
-E perché mai?-
-Per fargli bere una bella cioccolata calda...piuttosto la vuoi anche tu?-
-No...per me va bene una birra...-
-Sei sempre il solito...-
I ragazzi si sparpagliarono. I detective Boys giocavano per casa mentre Kogoro li rincorreva per farli stare seduti. Il Dottor Agasa era in cucina con Ran e Ai, insieme stavano preparando la cioccolata.
-Non serve che mi aiutate...-
-Se all’improvviso dovessi fare qualcosa non sapresti cosa fare così ti diamo una mano...-
-Che intendi?-
A quel punto Ai si era resa conto che avrebbe dovuto stare zitta.
-Ma non niente...Dai su forza facciamo la cioccolata-
L’unico rimasto da solo era il piccolo Conan. Era andato in camera sua e aveva chiuso la porta. Voleva riposarsi ma non ci riusciva così decise di mandare un messaggio a Ran con il cellulare di Shinichi
”Sono sicuro che gli farà piacere ricevere un messaggio da me...”, sorrise poi iniziò a scrivere.

-Bipbip. Bipbip-
-Ran il telefono-
-Si papà arrivo...ma chi sarà mai?-
Ran prese il suo telefono
-Vediamo un po’...un messaggio...ma questo è...il numero di Shinichi...-
Andò in cucina
-Dottore per favore può occuparsi lei della cioccolata perché...bè ecco...-
-Si vai ci pensiamo noi...-
-Grazie Ai-
Ran corse in camera sua. Entro e chiuse la porta. Aprì la casella del messaggio e iniziò a leggere.
“Ciao Ran,
è da un po’ che non ci si sente. Bè ecco ultimamente ho dovuto cambiare telefono più volte perché il mio si era rotto. Pensavo che ti fossi preoccupata così oggi, quando me l’hanno ridato, ho pensato di scriverti. Non so se Conan te l’ha detto ma sono a Tokio quindi pensavo che potevamo incontrarci qualche volta. Volevo incontrarti per parlare di quello che era successo...scommetto che non hai capito niente...bè aspetto risposta.
Shinichi.”
-Quindi Shinichi si trova a Tokio...adesso gli rispondo...ansi no...lo chiamo-
Ran compose il numero di Shinichi. Conan, che si trovava dall’altra parte del muro, iniziò ad agitarsi. Doveva cambiare posto sennò Ran avrebbe sentito la voce di Shinichi. Prese le stampelle e iniziò a zoppicare di tutta fretta. Senza fermarsi alle domande dei ragazzi scese giù all’agenzia. Il telefono iniziò a squillare. Conan prese il farfallino modifica voce lo regolò e rispose.
-Pronto?-
-Shinichi...-
-Ran...ma...cosa succede...perchè piangi?-
-MI HAI FATTO PREOCCUPARE LO SAI VERO?-
-Si lo so e mi dispiace...-
-Ti dispiace...intanto però soffro quando non ti sento...-
-Scusa Ran...-
-Piuttosto adesso dimmi...-
-Dirti cosa...?-
-Del appuntamento-
Ran adesso aveva smesso di singhiozzare. La voce di Shinichi gli faceva scomparire tutti i problemi.
-Ah si...avevo pensato di andare a prendere un gelato...al parco...-
-Ok...quando?-
- Facciamo lunedì prossimo...-
-Come perché la prossima settimana?-
-“Perché ho una gamba rotta”...Perché ho un caso difficile e ci metterò più o meno una settimana...-
-Uffa però...ok va bene e vedi di non fare schersi...-
-Non preoccuparti...adesso vado mi stanno chiamando sull’altro telefono...-
-Hai un altro telefono e non me l’hai mai detto?-
-Bè si in effetti ce l’ho ma lo uso solo come recapito di detective...infatti è sempre libero...-
-E perché non mi hai dato quello di numero?!-
-“Oh no e adesso cosa gli dico?”...Ran devo andare ci sentiamo ok...ciao-
-No aspetta Shinichi...ha riattaccato...quel farabutto...sicuramente non me l’ha dato perché non voglio che gli sto fra i piedi...visto che quello è il telefono dell’ufficio...se ci penso mi vengono i nervi...e io che cerco sempre di chiamarlo sull’altro telefono e trovo sempre la segreteria...-
Conan riattaccò. Si stava cacciando nei guai.
”Non posso dartelo no il numero, l’altro è il numero del telefono di Conan...sono proprio un idiota...perchè mi sono inventato quella scusa...che stupido a bugie sono proprio una frana...”
Conan riprese le stampelle e uscì dallo studio. Iniziò a salire le scale.
-Conan!!!...ma che ci fai qui...tu dovresti stare a riposo...avanti sali sopra le mie spalle ti porto su...ti stiamo cercando lo sai...sembri proprio Shinichi sparisci e riappari dal nulla...-
-“Ran ma io sono Shinichi...”...Davvero sembro Shinichi?-
-Si davvero...-
E detto questo entrarono a casa. La cioccolata era pronta ed erano tutti seduti al tavolo. Conan si mise vicino ad Ai. Gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Lei annui.
-Ehi voi ditecelo anche a noi quello che vi stavate dicendo in segreto...-
Mitsuhiko, Genta e Ayumi guardavano i due con rabbia e curiosità allo stesso tempo poi Ai ferma disse.
-Stavamo parlando di un quiz da sottoporvi...ma Conan mi ha detto di aspettare domani perché voleva fare alcune modifiche al testo...vero...Conan-
Conan la guardò storta poi si voltò verso i ragazzi increduli e disse.
-Si è vero...-
La giornata continuò tranquilla, solo due persone erano in ansia, queste due persone immaginavano l’incontro di lunedì. Erano ansiose di rivedersi dopo tanto tempo.

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Capitolo 17
*** XVII capitolo ***


Diciamo che da adesso inizia la seconda parte del racconto...buona lettura :D
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I giorni successivi furono più tranquilli del solito, forse perché non erano abituati ad una vita normale. Conan andava a scuola con i ragazzi mentre Ran faceva la solita strada per andare al liceo. Tutto era tornato come prima o così sembrava.
-Conan oggi è venerdì...-
-Si lo so...questa settimana è stata troppo tranquilla...-
-Forse perché ti è stata concessa una settimana di riposo prima dell’incontro con Ran...-
-E’ stata comunque una settimana strana...-
La faccia di Conan era diventata seria.
 -Se ti riferisci alla sensazione di essere osservato...-
-Anche tu l’hai notato?-
-Si, purtroppo. Ho la netta sensazione che i guai non siano finiti.-
-La penso anche io così. Sono sicuro che la persona che ci osserva voglia trovare un momento in cui siamo soli in modo da avvicinarci e parlarci.-
-Come puoi sapere che ci voglia parlare??è possibile che voglia ucciderci.-
-Su questo ti sbagli. Se questa persona voleva ucciderci poteva benissimo farlo mentre tornavamo da scuola si sarebbe sbarazzato non solo di noi ma anche dei ragazzi. Ecco perché sono sicuro che voglia parlarci e credo anche di sapere chi sia.-
-Non dirmi che è...-
-Proprio così...si è travestita da molte persone per riuscire a capire ogni nostro movimento...stiamo parlando di Vermouth.-
 -No lei no...ma perché ci danno ancora la caccia??-
-Invece è un ottima occasione.-
-Oh si certo farsi ammazzare è un ottima occasione.-
-Prova a pensare. Se la seguiamo potremo riuscire a scovare il loro nascondiglio e mettere la parola fine a questa storia...-
-Sarà...ma io anc-...-
-Ai e Conan, allora volete fare silenzio. I vostri compagni stanno facendo una verifica. Solo perché avete finito per primi non vuol dire che potete fare tutto questo chiasso.-
-Ci scusi maestra.-
“Odio le elementari”
 
Il resto della giornata fu tranquilla ma Ai e Conan avevano ancora dei sospetti.
-Ragazzi noi dobbiamo andare. Dobbiamo fare una deviazione ci vediamo lunedì ok??-
-Ma dove andate??-
-Ehi Mitsuhiko non crederai davvero che andiamo a fare qualcosa per cui non vogliamo portarvi vero??-
-...Ehm...ma no no certo-
-Bene allora Conan possiamo andare.-
Conan annuì e si allontanarono. Entrarono in un vicolo. Come previsto un uomo li seguì. Loro si guardarono e continuavano a camminare. Fecero un sorriso enigmatico poi si fermarono. Si girarono.
-Allora Vermouth cosa vuoi?-
-Ma di chi state parlando?-
-Ti abbiamo visto. E’ tutta la settimana che ti mascheri di una persona diversa.-
-Mhpf...Cool Kid vai sempre al sodo eh...e va bene...dimmi un'altra cosa...cosa ti fa credere che non vi ucciderò??-
-L’avresti potuto fare benissimo in questa settimana in qualsiasi momento...devo dirti altro?-
-No. Basta così.-
L’uomo che lì seguiva mise una mano alla base del collo e tirò via la maschera. Apparve una bellissima Vermouth. Capelli biondo oro con dei boccoli alla fine. Occhi azzurro cielo ma con uno sguardo di ghiaccio. Aveva una tuta aderente da moto appena slacciata sul petto. In faccia aveva un sorriso compiaciuto.
-Bè visto che con te non si possono fare giochetti arriverò subito al dunque. Ho delle informazioni per voi molto importanti. Posso dirvi dove si trova il covo dell’Organizzazione.-
Conan e Ai rimasero spiazzati.
-Scommetto che vorrai qualcosa in cambio...allora parla cosa vuoi??-
-Mhpf...prevedibile...voglio che mi consegnate l’agente Jodie...da sola...-
Conan sgranò gli occhi. Non poteva sacrificare l’agente Jodie. Ai improvvisamente parlò.
-Chi ci dice che possiamo fidarci??e se è una trappola??-
-Io non posso dirvi se potete fidarvi o no ma sono sicura che farete la scelta giusta. Avete un giorno per pensare.-
-Ma...-
E senza poter finire di parlare la donna sparì.
Conan e Ai rimasero lì con nuovi problemi da affrontare.
 
-Papà dove sarà Conan. Ormai sono ore che dovrebbe essere a casa...-
-Prova a richiamarlo sul cellulare vedrai che stavolta risponderà. Sarà sicuramente andato dal Dottor Agasa e non l’ha detto.-
-Speriamo.-
Ran fece il numero.
-Bipbip. Bipbip. Pronto??-
-Conan!!!ma dove...-
-Scusa Ran adesso non posso palare mi dispiace...ah non vengo per cena.-
-Ma dove sei??-
-Non posso dirtelo...ma adesso vado ciao.-
-Conan!!!...ha riattaccato...-
Conan aveva una voce agitata quasi spaventata. Ran se ne era accorta.
-Papà io devo andare dal Dottor Agasa...-
Senza avere una risposta uscì di casa e in cinque minuti era da Agasa. Suonò.
-Oh Ran...-
-Dottore Conan è da lei??-
-Ah...scusa Ran...quello stupido...è andato al luna park e si è scordato di dirtelo.-
-E ci è andato da solo??-
-Ma no. Si trova con quel ragazzo di Osaka...Heiji Hattori...-
-Ah...meno male...mi stavo preoccupando...bè adesso devo andare grazie per le informazioni...arrivederci.-
Agasa chiuse la porta.
“Oh Shinichi...in che guaio ti sei cacciato...”

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Capitolo 18
*** XVIII capitolo ***


Torniamo a quella mattina. La mattina in cui Conan e Ai finirono l’incontro con Vermouth.

-Conan adesso cosa facciamo??-
-Andiamo a casa del Dottor Agasa. Dobbiamo pensare ad un piano.-
-Hai intenzione di coinvolgere l’agente Jodie??-
-Ancora non lo so, sarebbe molto rischioso coinvolgere innocenti in questa storia.-
-Questa volta non farai tutto da solo capito!!-
-Ma...-
-Niente ma questa volta agiremo insieme.-
Conan sbuffò. Era contrario a questa idea ma sapeva che non avrebbe mai potuto far cambiare idea ad Ai. Era testarda proprio come lui. In fondo aveva ragione, questa volta in ballo c’era un informazione molto importante e non poteva farsela sfuggire, questa volta doveva farsi aiutare. I due si ripresero dalla notizia e iniziarono ad andare verso casa dell’Dottore. Dovevano escogitare qualcosa. Uscirono dal cunicolo e iniziarono a correre. Il cielo si era annuvolato stava iniziando a piovere. L’aria era fredda e si faceva sempre più umida. Dopo neanche cinque minuti erano già a casa. La pioggia era iniziata a scendere ma per fortuna non si erano bagnati. Suonarono. Il dottore gli aprì sorpreso di vederli a casa sua.
-Ma cosa ci fate qui?-
-Ora le spieghiamo tutto...-
I due bambini entrarono. Spiegarono tutto al Dottor Agasa. Era rimasto sconcertato dalla notizia di Vermouth.
-Cosa avete intenzione di fare adesso?-
-Ancora non lo sappiamo ma il primo interrogativo è se coinvolgere o no l’agente Jodie.-
-Ma perché siete insicuri sul da farsi??-
-Ci pensi un attimo dottore...stiamo parlando di Vermouth...avrà sicuramente qualcosa in mente...ci tenderà una trappola...e sono sicura che lei già sappia che non coinvolgeremo l’agente Jodie quindi avrà preparato un piano di riserva...-
-In effetti non bisogna sottovalutare Vermouth...è una donna dalle mille risorse...-
“Cosa facciamo??non permetterò che venga coinvolta l’agente Jodie. Anche se questo vuol dire più problemi. No. Non posso...e se invece noi...ma si certo...ok...ho un piano...”Conan fece un sorriso compiaciuto. Era molto soddisfatto quando gli venivano in mente certe idee.
-Scommetto che hai un piano.
Ai riportò Conan nel mondo della realtà. Sbuffò. Aveva appena distrutto il suo momento di gloria. Iniziò a parlare.
-All’ospedale tu mi avevi detto che avevi ancora un antidoto per l’Apotoxina giusto??-
-Si ma tu avevi detto che l’avresti usata per...oh no...non dirmi che...uffa...-
-Scusate ragazzi potreste spiegarmi anche a me-
-Allora Dottore mi stia a sentire bene perché questo sarà l’incontro del secolo...-
Sul volto di Conan apparve un sorriso enigmatico. Passarono dieci minuti e Conan spiegò tutto il piano al Dottor Agasa.
-Sei sicuro che funzionerà??-
-Un piano non è mai perfetto sicuramente qualcosa andrà storto...-
-Tu sei sempre pessimista vero Ai??-
Fece una smorfia.
-Ok adesso dobbiamo chiamare Heiji...-
Agasa prese il telefono. Lo diede a Conan. Lui compose il numero. Heiji rispose al terzo squillo. Conan gli spiegò l’accaduto e il piano. Dall’altra parte della cornetta si sentiva Heiji che annuiva.
-Allora puoi venire qui subito??-
-Si certo Kudo sarò da te nel pomeriggio-
-Ok. Mi raccomando non parlare di questa storia con nessuno e soprattutto cerca di non far venire Kazuha sennò sarà la fine...-
-Non ti preoccupare ci penso io...-
Heiji riattaccò. Conan fece un sospiro. Poi si girò verso Ai.
-Ok è il momento...-
Ai annui.
 
Erano le cinque del pomeriggio. L’aria a casa del Dottor Agasa era molto tesa. Il campanello suonò. Heiji era arrivato. Entrò.
-Allora come contattiamo Vermouth Kudo?-
-Basterà riandare nel posto in cui io e Ai l’abbiamo incontrata...non ci ha dato nessun indizio questo vuol dire che probabilmente ci aspetta in quel cunicolo travestita da uomo per non destare sospetti.-
-Ok allora andiamo...-
-Si-
Conan si avviò verso la porta quando Agasa lo fermò.
-Dovresti avvertire Ran. E’ da quando sei uscito di scuola che non torni a casa. Sarà preoccupata non credi.-
-A già mi ero dimenticato di Ran...adesso la chiamo a casa-
Conan fece il numero. Il telefono squillava ma nessuno rispondeva. Riattaccò.
-Non c’è nessuno a casa riproverò più tardi.-
-Ok. Ah Shinichi...buona fortuna-
Conan sorrise.
-Ehi io sono un detective...non mi serve la fortuna...comunque non si preoccupi tornerò a casa con Heiji sano e salvo...-
Fece un altro sorriso. Si avviò verso la porta l’aprì poi disse qualcosa sotto voce. Qualcosa che poté udire solo Heiji.


-Lo spero...-

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Capitolo 19
*** IXX capitolo ***


Conan e Heiji camminavano silenziosi per la via di Beika.
Conan aveva la testa china. Era triste ma allo stesso tempo impaziente. Se il suo piano fosse andato “in porto” sarebbe riuscito a recuperare l’informazione che aspetta da molto tempo: la formula esatta per l’antidoto contro l’Apotoxina 4869. Fece un lungo sospiro. Sapeva che qualcosa sarebbe andato storto. D'altronde si stava patteggiando con Vermouth e quella è una donna insidiosa. Heiji vide Conan assorto da mille pensieri. Era preoccupato per l’amico così ruppe il silenzio.
-Ehi Kudo quanto manca??mi sto annoiando a camminare-
-Siamo quasi arrivati-
-Qualcosa non va...Kudo??E’ da quando siamo usciti di casa che stai zitto e pensieroso-
-...Ma no...è solo una tua impressione...-
All’improvviso Conan si sentì sollevare da dietro il colletto. Heiji lo aveva tirato su e voltato faccia contro faccia verso di lui.
-Senti guarda che me ne sono accorto che sei preoccupato per la riuscita del piano sai...non sono un detective qualunque...-
-Pensavo di riuscire a nascondere la mia preoccupazione ma a quanto pare ho fallito...ma quello che è peggio è che se la mia preoccupazione venisse svelata in questo modo anche da Vermouth??a quel punto sarebbe un disastro...non me lo perdonerei mai...-
-Kudo...se tu inizi a farti problemi già da ora il piano andrà in fumo senza neanche essere iniziato...in questi casi bisogna pensare solo a quello che succede nel momento e non a quello che potrebbe succedere...capito??-
-...-
-Ah un’altra cosa...con quella faccia sembravi proprio un bambino di sette anni lo sai ahahah!!!-
-Spiritoso...adesso mettimi giù o inizierò ad urlare come un bambino...-
-Okok-
“Grazie Heiji...ora sto molto meglio...mi ci voleva una bella scossa...adesso sono pronto per affrontare Vermouth...”
 
-Eccoci siamo arrivati...-
-Finalmente non ce la facevo più...ehi guarda là...-
-Andiamo...-
Quando i due arrivarono sul posto videro una busta a terra. L’ipotesi dell’uomo travestito si era rivelata un buco nell’acqua. Nel vialetto non c’era nessuno solo una strana busta lasciata da poco.
-Non avrà voluto correre rischi così ha lasciato questa busta per noi...-
-Ehi Kudo...guarda il retro...-
Conan girò la busta. Sopra c’era scrittosolo il destinatario.
“Per Cool Kid e Cool Boy”
-Cool Boy eh...si mi piace??-
-Se ti ha aggiunto-
-Vuol dire che...-
-Si...Vermouth ha messo la busta pochi minuti fa e ci stava spiando...ma probabilmente è già andata via...a questo punto non ci resta che aprire la busta...-
Conan aprì la busta. Dentro c’era un foglio scritto.
“Incontriamoci dove è iniziato tutto”
-Un altro luogo d’incontro??-
-Probabilmente avrà pensato che questo non è un luogo adatto per trattare...-
-Ma cosa intende con “dove è iniziato tutto”??-
-Elementare Watson...è il luogo dove sono iniziati i miei problemi con l’Organizzazione...-
-Tropical Land-
-Esatto-
-Ma non c’è un ora d’incontro??-
-E’ alle otto di questa sera...-
-E tu come fai a saperlo??sulla busta non c’è scritto...-
-Con la frase “Incontriamoci dove è iniziato tutto” intende sia il luogo che l’ora in cui sono iniziati i miei problemi...-
-Quindi dobbiamo andare là alle otto di sera dietro il gelataio...luogo in cui sei stato aggredito da Gin...questa donna non scherza-
-Già...non dobbiamo sottovalutarla...-
-Bene adesso inizia la fase due del piano...contatta il Dottor Agasa per informarlo degli sviluppi...-
-Si...-
E senza perdere tempo Conan chiamò il dottore dicendogli quello che era successo.
-Dottore allora ci vediamo alle sette davanti il Tropical Land...mi raccomando faccia tutto quello che abbiamo concordato oggi ok??-
-Si Shinichi non ti devi preoccupare ci penso io ci vediamo là ciao.-
Agasa riattaccò. Prese il giacchetto e compose il numero di Jodie.
-Alle sette al Tropical Land capito??-
-Si tutto chiaro...ci sarò...-
-Speriamo vada tutto bene...-
-Non si preoccupi dottore vedrà che andrà tutto per il meglio...-
-Lo spero...-
Agasa riattaccò il telefono e uscì di casa. Erano le 18:30 e ci voleva mezz’ora esatta per arrivare al Tropical Land. Accese la macchina. Ingranò la marcia e iniziò ad andare verso il luogo d’incontro.
 
-Ehi Kudo ma che fai il Tropical Land è dall’altra parte...-
-Si lo so ma tanto da qui ci vogliono due minuti per arrivare e sono le 7 meno 20 quindi prima di andare là mi prenderò una bella tazza di cioccolata calda.-
-Ma non andiamo ha...si giusto hai ragione...c’è tempo per arrivare.-

“Heiji almeno fammi prendere l’ultima cioccolata calda...potrebbe succedere di tutto quindi voglio almeno gustarmi gli ultimi momenti di pace.”
 
-Ehi Kudo andiamo dai...sono le 7 meno cinque...se non ci sbrighiamo arriveremo in ritardo...-
-Si...andiamo-
I due uscirono dal bar. Due persone. Due detective. Andavano ad un incontro che avrebbe cambiato il corso della loro vita per sempre. Erano silenziosi mentre le prime luci della sera illuminavano il Tropical Land.

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Capitolo 20
*** XX capitolo ***


I due si fermarono. Varcata quella soia erano sicuri che qualcosa sarebbe cambiata. Nel loro volto si leggeva l’incertezza, la paura, la tristezza ma anche la sicurezza del detective.
“Questo sarà l’incontro decisivo...se il piano andrà in porto sarà fatta...no, non farti prendere dalla certezza di aver già vinto devi stare calmo. Non devi pensare nel al meglio ne al peggio...tu sei un detective e devi avere il sangue freddo del detective...forza Shinichi non farti prendere dalle emozioni...anche Heiji conta su di te...devi farcela...”
E con voce sicura Conan si rivolse a Heiji.
-Andiamo Heiji-
-Si-
I due entrarono al Tropical Land. Stava iniziando l’epilogo.
 
-Ma dove sarà Shinichi...aveva detto alle 7 davanti al Tropical Land...aspetta...forse è entrato...quel testone...bè...non posso andarmene...devo aspettare Jodie...arriva una macchina...sarà sicuramente lei.-
 
-Ehi Boys...-
-Jodie...sei riuscita a sviare il dottore...-
-Per chi mi hai preso Kudo per una sprovveduta?ho fatto come hai detto e ora sono qui...allora dove ci aspetta Vermouth?-
-Lì-
Conan indicò un angolo dietro un gelataio.
-Ehi Kudo...bel posto per rimpicciolirsi non trovi...-
-Spiritoso Heiji-
Conan gli diede un occhiataccia poi si girò verso Jodie.
-Tieni questo...mi raccomando non farti scoprire senno saremo tutti nei guai...-
-Guarda che non serve che me lo ribadisci...lo so perfettamente cosa credi...-
-Ehi smettetela di litigare...piuttosto andiamo...-
-Si andiamo-
-Ok boy-
-Smettila di chiamarmi boy...-
 
I tre andarono al punto d’incontro. Erano tutti e tre in ansia. Cosa sarebbe successo?cosa si potevano aspettare da un tipo come Vermouth?c’era molta confusione nelle loro menti ma avevano il sangue freddo. Si fermarono. Una donna li stava aspettando appoggiata al muro. Aveva un giubbotto da moto nero slacciato sul petto. Dei pantaloni attillati neri. Le braccia conserte. La testa leggermente china. Aveva un sorriso diabolico e allo stesso tempo enigmatico. I lunghi capelli gli scendevano sulle spalle e poi dietro la schiena. Erano biondi e sulle punte arricciati. Vermouth li stava aspettando.
-Sei arrivata in anticipo...-disse Conan con tutta la calma possibile.
-Sai com’è è meglio essere sempre previdenti...non credi...Cool Kid??-
-Già...ho portato Jodie come avevi chiesto...-
-E adesso vorresti le informazioni vero?-
-Che intuito-tagliò corto Heiji.
-Ok...-
Vermouth si staccò dal muro. Si girò verso loro tre. In pochissimo tempo mise una mano nella tasca dei pantaloni ed estrasse la pistola. Conan armò l’orologio spara anestetici. Jodie tirò fuori una pistola. Heiji si preparò allo scontro corpo a corpo. Vermouth puntò l’arma verso Jodie.
-Non ti conviene sparare Vermouth...se uccidi Jodie...addio vendetta-
-Bè allora perché non puntarla verso di te-
Vermouth mirò verso Conan.
-Allora adesso cosa dici??-
-Maledetta...-
-Mi stupisci Cool Kid...bè vorrà dire che ucciderò Jodie.-
Spostò di nuovo l’arma verso Jodie e sparò un colpo. Lei si accasciò a terra dolorante. Sollevò l’arma e sparò al petto di Vermouth.
-Oh no ha il giubbotto anti-proiettili-
-Heiji non ti muovere...soccorri Jodie-
-Ma Kudo cosa...-
Conan si girò verso di lui. Fece un sorriso.
-Lei ha capito tutto-
Poi si rigirò verso Vermouth che aveva un sorriso compiaciuto.
-Sorpreso??-
-In effetti...era tutto calcolato...-
Vermouth divenne rigida. Conan l’aveva presa alla sprovvista.
-Cosa intendi??-
-Questo!!!-
Qualcuno spuntò dalle spalle di Vermouth e gli sferrò un potente calcio sul fegato. Vermouth si accasciò a terra. Conan puntò l’orologio al collo di Vermouth.
-Buona notte...-
Conan sparò il narcotizzante. Vermouth si addormentò.
-Ottimo lavoro ragazzi...adesso siamo in possesso di un soggetto molto interessante-
-Hai proprio ragione Akai...-
-Bipbip Bipbip Bipbip-
-Ehi Conan ti squilla il telefono...-
-Oh si giusto...pronto?-
-Conan!!!ma dove...-
-“Oh no...mi ero dimenticato di Ran”Scusa Ran adesso non posso palare mi dispiace...ah non vengo per cena.-
-Ma dove sei??-
-Non posso dirtelo ma adesso vado ciao.”Avrà notato la mia voce spaventata??speriamo di no...adesso conviene chiamare il dottore e dirgli di non uscire di casa...Ran andrà a chiedere spiegazioni da lui...”-
Conan fece il numero del Dottor Agasa.
-Pronto?-
-Dottore...-
-Shinichi!!!ma dove eri finito...-
-Adesso non posso spiegarle...senta Ran sta venendo da lei per chiederle dove sono...le dica che sono al Tropical Land con Heiji...io arrivo...e con un bel bottino...-
-Ok va bene-
-Grazie Dottore...sto arrivando...-
Conan riattaccò.
“In che guaio mi sono cacciato. Sicuramente Ran non beverà la scusa del Dottore...quando arrivo a casa del Dottor Agasa devo sistemare le cose anche con lei...”

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Capitolo 21
*** XXI capitolo ***


-Dindlon dindlon dindlon-
La porta si aprì.
-Oh Ran...-
-Dottore, Conan è da lei??-
-Ah...scusa Ran...quello stupido...è andato al luna park e si è scordato di dirtelo.-
-E ci è andato da solo??-
-Ma no. Si trova con quel ragazzo di Osaka...Heiji Hattori...-
-Ah...meno male...mi stavo preoccupando...bè adesso devo andare grazie per le informazioni...arrivederci.-
Ran si girò e sentì la porta che si chiudeva. Era sicura che il dottore nascondeva qualcosa.
“Uffa si comportava così anche con...”Ran si bloccò. La sua mente si bloccò. Per un attimo il tempo si era fermato. Era arrivata ad una conclusione...strana...”Si comportava così...anche quando...Shinichi...gli chiedeva di...nascondermi...qualcosa...no, non è possibile. Non può esserci un collegamento fra Conan e Shinichi...è...impossibile...”Ran aveva una faccia sconvolta e spaesata allo stesso tempo.”No...non è possibile...Conan è...Shinichi...”Non sapeva cosa pensare. Il cuore gli diceva una cosa e la mente un’altra. Era combattuta tra razionalità e irrazionalità. Poi ebbe un’idea. Si voltò verso la casa del Dottor Agasa. Stava per suonare il campanello quando sentì Agasa parlare al telefono. Avvicinò l’orecchio per sentire meglio. Poi si bloccò. Sgranò gli occhi. Aveva sentito un nome. Quel nome.
 
Il dottor richiuse la porta. Tirò un sospiro di sollievo.”Oh Shinichi...in che guaio ti sei cacciato...”
Poi suonò il telefono. Agasa si precipitò era probabile che fosse di nuovo Conan.
-Pronto?-
-Dottore...-
-Oh Shinichi...-
Agasa sentì un tonfo. Veniva dalla porta d’ingresso.
-Dottore cos’era quel rumore?-
-Proveniva dalla porta...aspetta vado a controllare...-
-No si fermi...e se sono quelli dell’Organizzazione?-
-Guarderò prima dalla fessura della porta...se sono loro farò finta di niente...-
-Sii prudente...-
Agasa posò il telefono. Si avvicinò alla porta. Le mani gli sudavano. Si fermò davanti la porta e guardò dentro il buco.
-Ma quella è Ran!!-
Aprì la porta. Ran era accasciata a terra. Era sconvolta. La sua mente non ragionava.
-Ehi Ran...Ran rispondimi...stai bene??-
Lei alzò lo sguardo.
-Dottore lei sta parlando con Shinichi vero?-
Agasa impallidì.”Avrà sicuramente sentito lo squillo del telefono e ha sentito che dicevo Shinichi...adesso che faccio...ah...ho un idea...”
-Si era lui stai ancora sulla linea vuoi parlarci...-
Gli occhi di Ran si illuminarono.
-Si...ci vorrei parlare-
-Ok...aspetta che vado a prendere il telefono portatile...-
Agasa corse verso il telefono portatile poi iniziò a sussurrare.
-Shinichi...-
-Professore...perchè sussurra?-
-Ran è qui ha sentito...era lei che aveva provocato quel tonfo...ma adesso non posso spiegarti...prendi il modifica voce e parla con Ran con la voce di Shinichi...E’ sconvolta...credo che abbia dei sospetti su di te...-
-Ok ci penso io...ma la passi-
Agasa tornò da Ran che si era seduta sul divano. Gli porse il telefono. Lei lo prese.
-Pronto Shinichi...sei tu?-
-Ehi Ran...-
-Shinichi...-
-Agasa mi ha detto che eri sconvolta cos’hai?-
-io volevo sapere se...niente...te lo dico domani-
-Domani?-
-Ti sei dimenticato?domani ci dobbiamo vedere...-
Agasa sgranò gli occhi. Si era scordato dell’appuntamento”E adesso?”
-“Oh no...l’appuntamento...e ora...il farmaco contro l’Apotoxina non ce l’ho più...l’abbiamo usato per il piano...e adesso cosa gli dico...devo attaccare la chiamata...”Ran...non...grrr...non ti sento...grrr...bene...grrr-
Tu tu tu tu.
-Ha riattaccato...non fa niente...domani gliene dico quattro...-
 
-Oh no...-
-Che c’è Kudo??qualcosa non va??-
Conan era in un taxi con Ai e Heiji.
-L’antidoto Ai...l’antidoto...mi sono scordato che domani devo vedere Ran...e l’antidoto non ce l’ho più...e adesso-
-Non ti preoccupare...stai calmo-
-Come faccio a stare calmo... non riusciremo mai a preparare un antidoto in tempo-
-Non ci sarà bisogno di trovare la quantità giusta per il farmaco...è tutto scritto-
-Che intendi?-
-Ecco tieni...questo era nella tasca di Vermouth...sono le informazioni che voleva darti...probabilmente era stufa di giocare con te...vuole giocare...con un adulto...-
Conan aprì il foglio. Sgranò gli occhi.
-Ma questo è...l’antidoto giusto contro l’Apotoxina...questo vuol dire che tornerò ad essere quello di prima...-
-Basterà andare a casa del dottore e fare l’antidoto...-
-Hai detto ha casa del Dottor Agasa?!?!-
-Si perché...oh no...non dirmi che Ran si trova lì in questo memento...-
-Si sta lì-
-Ehi voi due...io ho un piano...-
-Sentiamo Detective dell’Ovest-
-Preferirei essere chiamato Heiji-
-Ok...Heiji...sentiamo-
-Adesso andiamo all’agenzia. Conan chiamerà Ran e gli dirà che siamo tornati prima dal luna park perché ci stavamo annoiando...così lei tornerà a casa e Ai potrà preparare l’antidoto-
-Mi sembra perfetto...per te va bene Ai?-
Lei annuì.
-Signore può portarci all’agenzia investigativa del Detective Kogoro Mouri?-
-Si subito giovanotto-
Conan prese il telefono e compose un numero.
-Akai c’è stato un piccolo cambiamento di programma...l’ostaggio dovrai portarlo all’FBI...non dire del ricatto...inventati qualcosa...ah un'altra cosa cerca di  farla parlare- 

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Capitolo 22
*** XXII capitolo ***


I tre arrivarono sotto l’agenzia. Conan prese il telefono e fece il numero. Nel frattempo Heiji e Ai chiamarono un altro taxi.
-Kudo ci vediamo dopo ciao-
-Ciao Heiji, ciao Ai a dopo-
Si fermò. Il numero di Ran era pronto mancava solo che spingesse il pulsante verde. Ma c’era qualcosa che lo fermava.
“Quando chiamerò Ran e gli dirò di venire a casa, lei farà da cena e poi andremo tutti a dormire. Il giorno dopo quando si alzerà troverà Shinichi anziché Conan...cosa gli dirò...cosa dirò ai ragazzi...se l’antidoto avrà effetto lo prenderà anche Ai e tornerà Shiho e loro non troveranno più ne me ne Ai...che cosa faccio...no prima devo...che devo fare...devo chiamare Ai...”

Conan fece il numero di Ai.
-Kudo è successo qualcosa?noi siamo qua fuori ad aspettare che Ran vada via...perchè ancora non se ne è andata...-
-Ai...-Conan aveva un voce triste e abbattuta-Cosa diremo ai ragazzi?-
-A già...-Ai si rattristò. Per un momento tutti i ricordi che aveva di loro gli passarono per la mente-Proprio non lo so...dovremmo dirgli la verità...oppure chiamare con il simulatore di voce e dirgli che siamo partiti all’improvviso...-
-Ma così gli spezzeremo il cuore...-
-Allora l’altra soluzione è quella di dirgli tutto...-
-Ma quando saremo grandi non ci crederanno mai...-
-Allora dovremmo farlo quando abbiamo ancora le sembianze da bambini...ma...in ogni caso...gli spezzeremo il cuore...loro ci consideravano...i loro migliori amici...e poi c’è Ayumi...tu le spezzerai il cuore...-
-Lo so...ma preferisco dirgli la verità...mi sono stancato di dire le bugie...sono rimasto nell’ombra per troppo tempo...-
-Si hai ragione...dobbiamo dirglielo adesso-
-Ok con la spilla da detective li chiamerò...incontriamoci davanti la scuola alle 9-
-Ok-
 
Ai attaccò.
-Chi era?-
La bimba si rivolse a Heiji con un aria abbattuta.
-Qualcosa non va?era Kudo vero?-
-Si...adesso non posso spiegarti ma devo andare...ti spiegherò tutto quando torno...non ci metterò molto...tu nel frattempo devi andare a casa del dottor Agasa e dire a Ran che Conan ha incontrato i suoi amici e si è fermato al luna park...per le 10 spero di essere qui con Conan...a dopo...-
-Ok a dopo-
Ai se ne andò di tutta fretta.
“Povero Kudo...so come è andata...sicuramente prima di chiamare Ran avrà pensato che doveva dire tutto ai suoi amici...non poteva abbandonarli di punto in bianco...e non poteva nemmeno...chiamarli un giorno e dirgli che era partito...Kudo...tu si che sei un gran ragazzo...pensi sempre a tutti...e pur di non ferirli accantoni i tuoi problemi e pensi prima hai sentimenti degli altri...per questo ti stimo e ti invidio...tu si che sei un gran detective...”

Heiji iniziò ad attraversare il giardino del dottore. Suonò. Agasa gli aprì.
-Ma cosa...-
Gli sussurrò Agasa ma Heiji prontamente lo zitti.
-Le dirò tutto dopo...sappia che stanno tutti bene e che abbiamo catturato Vermouth...ah...abbiamo l’antidoto contro l’Apotoxina...-
-Davvero??-
Agasa si era fatto sfuggire un piccolo sobbalzo ma fortunatamente Ran non lo notò.
-Ehi ciao Ran come stai?-
Ran si girò.
-Heiji?!?ma dov’è Conan non doveva essere con te al Tropical Land?-
-Si era con me ma mentre ce ne stavamo andando ha incontrato quei piccoletti...come si chiamano...Genta, Ayumi e Mithsuiko...così si è fermato là un altro po’-
-Ok...perchè sei venuto qui??-
Heiji venne colto alla sprovvista con quella domanda.
-Bè...ecco...perchè...il mio...il mio aereo parte domani mattina presto e così ero venuto a fare un saluto al dottore...-
-Ho capito-
 
Conan iniziò a correre verso la scuola. Girò un paio di angoli e finalmente arrivò all’entrata. Vide una piccola figura che stava aspettando qualcuno.
-Ce ne hai messo di tempo ad arrivare...-
-Ai...ma come hai fatto...-
-Avevo il tuo Skate...-
-Ah già...lo Skate del dottor Agasa...lo avevo scordato nel taxi...-
-...Sai già come dirglielo?-
-Hai il foglio in tasca no...glielo diremo normalmente facendogli vedere il foglio con l’antidoto...-
-E come la metti con Ayumi...le spezzerai il cuore lo sai?-
-E allora tu come la metterai con Mithsuiko...anche a lui gli spezzerai il cuore...-
-Si lo so ma...io so come trattare i maschi...tu sai come trattare le femmine...?-
-Bè ecco...-
-Ehi ragazzi!!!siamo qui-
Genta, Mithsuiko e Ayumi arrivarono di tutta fretta.
-Ok Kudo...è arrivato il momento di dire la verità...rimani freddo...sai ad Ayumi piace quando sei calmo...soprattutto se ti metti le mani in tasca mentre spieghi...-
-Bè Ai...tu mentre spieghi allora toccati i capelli...vedrai ti fisserà tutto il tempo Mithsuiko...-
-Si...l’avevo notato...-
-Ehi ma perché bisbigliate-
-Conan perché hai quella faccia così seria??-
-E tu Ai...perchè sei così seria...sembra che voi due dovete dirci qualcosa di importante...-
-Ok Conan è il momento...-
-Il momento di cosa Ai?-
-Si...ragazzi vi ho chiamato a quest’ora perché io e Ai dobbiamo parlarvi...- 

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Capitolo 23
*** XXIII capitolo ***


I due bambini avevano una faccia seria. I ragazzi non l’avevano visti mai così seri. C’era veramente qualcosa che non andava.
-Conan su non tenerci sulle spine...parla-
-E’ un nuovo caso...magari in una rosticceria...slurp-
-Genta ma tu pensi sempre al cibo...-
-Parla per te Mitsuhiko-
-E cosa vorresti dire con questo...-
-RAGAZZI BASTA-
-Ai...perchè ti sei arrabbiata...dimmi Genta ti ha fatto qualcosa?-
-Vi abbiamo chiesto di venire qui perché...perchè...-
Ayumi abbassò la testa poi intervenne con tutta la rabbia nel corpo.
-Perché dovete andare via non è vero!!-
Conan guardò stupito Ayumi. Non pensava che gli avrebbe fatto così male sapere che lui non era un bambino come tanti ma il grande Shinichi Kudo. Abbassò la testa. Fece un sorriso rassegnato.
-Ayumi...non è proprio così...-
-E allora com’è spiegami Conan...quale altro motivo ci sarebbe...!!-
-Bè ecco vedi noi vi abbiamo fatto venire qui perché dobbiamo dirvi un segreto che vi abbiamo tenuto nascosto per molto, anzi troppo tempo...so che potrebbe essere impossibile...ma noi non siamo i bambini delle elementari che conoscete da ormai più di un anno...bè ecco vedi noi in realtà...abbiamo 17 anni...-
I tre ragazzi s’impietrirono. Non ci potevano credere. Mitsuhiko scoppiò a ridere. Genta lo seguì. Ayumi invece era rimasta a fissare Conan. Non ci poteva credere. Il suo grande amore...non era quello che credeva. Una lacrima le scese dal viso.
-Ahahah avanti ragazzi...scherzi a parte...-
Mitsuhiko smise di parlare. Genta continuava a ridere. Non era uno scherzo.
-Ai veramente voi...-
-Si Mitsuihko...noi siamo adolescenti-
Dei singhiozzi partirono dalla bocca di Ayumi. Poi si mise a piangere. Lei era l’unica che aveva capito cosa stesse succedendo. Si inginocchiò e iniziò a piangere. Si mise le mani in faccia. Le lacrime scendevano. Era distrutta. L’unica persona in cui credeva veramente era l’unica che non era quello che sembrava. Poi sentì dei passi ma si rifiutò di vedere chi si avvicinava. Sentì che qualcuno si era inginocchiato davanti a lei. Poi un abbraccio. Un forte e caloroso abbraccio. Lei divenne rossa. Le lacrime smisero di scendere. Poi qualcuno si avvicinò al suo orecchio.
-Hai capito la gravità della cosa vero?-
Lei arrossì ancora di più. Conan la stava abbracciando come lei aveva sempre sognato. Istintivamente lo abbracciò anche lei. Avvicinò la bocca all’orecchio.
-Avete trovato un qualcosa che vi farà tornare grandi e quindi siete venuti qui per salutarci per sempre non è vero?-
Le lacrime ripresero a scendere. Lei strinse forte Conan.
-Ehi ehi...non preoccuparti noi continueremo a vederci tutti i giorni-
-Come puoi dirlo...non so chi sei...non so dove abiti...come faccio a...-
-Non importa se non mi hai mai visto...ascolta il tuo cuore e vedrai che quando sarò di nuovo grande mi riconoscerai...senti fammi un ultimo favore-la voce di Conan divenne seria-quando tornerò grande tu dovrai trovare qualcun altro...-
-No no...non voglio tu sei l’unico che...-
-Non è vero...non sono l’unico...cerca di trovare qualcun altro...ok?-
-...ok...ma tu ti ricorderai di noi vero?e noi saremo sempre amici giusto?noi saremo sempre la squadra dei Giovani Detective vero?adesso come faremo a risolvere i casi...-
-Ormai non avete più bisogno del mio aiuto...avete imparato ad investigare e questo basta...comunque se avrete bisogno di me...cercatemi-
Conan sciolse l’abbraccio. Ayumi si alzò da terra. Conan tornò vicino Ai. Guardò i ragazzi. I ricordi si fecero vivi nella sua mente. Se non fosse stato per loro la sua vita da bambino sarebbe stata molto difficile. Anche se non sembra loro gli avevano fatto imparare molte cose.
-Ragazzi vi racconterà tutto Ayumi...quando avrete bisogno di noi...bè...cercateci...-
-E’ ora di andare...addio ragazzi...-
-No aspetta Ai...-
Mitsuhiko prese il polso di Ai. Lei si bloccò. Nessuno a parte Conan le aveva mai preso il polso con tanta foga.
-Io volevo dirti che...-
Ai lo zittì con la mano.
-So cosa volevi dirmi. L’ho sempre saputo. Mitsuhiko anche quando sarò tornata grande sarai sempre nel mio cuore...adesso devo proprio andare...-
-Ma come ti riconoscerò?-
-Segui il tuo cuore e vedrai che quando mi vedrai mi riconoscerai subito...-
Detto così si liberò dalla presa di Mitsuhiko e raggiunse Conan.
-Arrivederci ragazzi-
Scese una lacrima dal volto di Conan. Ai lo vide. Non disse nulla. Si dileguarono nel buoi. Nel parco rimasero solo tre bambini distrutti da quello che stava succedendo. Poi si sentirono tre bip. Sui telefono dei ragazzi c’era un messaggio.
“Ecco il numero di Ai ed il mio”
Seguirono diversi numeri che fecero alleviare un po’ il dolore ai ragazzi.
 
-Avremmo fatto la cosa giusta?-
-Loro sono in gamba...se la caveranno vedrai...adesso devo risolvere il problema più importante...e devo farlo con le spoglie di Conan...tu devi andare dal Dottor Agasa e dire a Ran che sono a casa-
-Sarà la cosa più difficile dirglielo lo sai?-
-Si lo so ma devo farlo...devo raccontare tutta la verità sul mio conto...-
I due camminarono fino ad arrivare alla fermata dell’autobus.
-Dai Ai sali...io sono arrivato...-
-Ok...ricordati Kudo...tu non sei solo...-
-Grazie Ai...grazie di tutto-
Le porte dell’autobus si chiusero. Conan iniziò a camminare verso l’agenzia in cerca del modo giusto per dire la verità a Ran. 

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Capitolo 24
*** XXIV capitolo ***


L’autobus percorreva la strada silenzioso. Le strade erano deserte. Ai era l’unica sull’autobus. Si era seduta in fondo come fa di solito. Aveva le braccia conserte ed uno sguardo pensieroso. Girò la testa. Guardò fuori. I lampioni le illuminavano la faccia. Poi si alzò. L’autobus stava arrivando alla fermata. Si fermò. Scese. L’aria era diventata fredda fuori. Iniziò a camminare verso casa. Quando arrivò davanti al cancello di casa ma non suonò. Si fermò a guardarla. Le luci di tutte le stanze erano accese. Intravide Heiji che camminava in salone poi Agasa che portava le tazze di caffè, infine vide Ran. Era seduta sul divano. Stranamente era abbattuta come se le avessero distrutto una convinzione che aveva in mente. Poi tornò alla realtà. Aprì il cancello e andò a suonare alla porta. Ad aprire fu Heiji di tutta fretta, voleva sapere cosa era successo. Stava per dire qualcosa ad Ai quando lei gli fece un cenno di stare buono che dopo le avrebbe raccontato tutto. Lui placò la sua frenesia. Ai entrò.
-Ran-
Al richiamo del suo nome tornò alla realtà. Si girò.
-Si...dimmi Ai-
-Conan è tornato a casa...a fame e ha detto se vai a casa-
-Conan...è...a casa...?-
-Si perché qualcosa non va?-
-...ehm...no no tutto ok-
Si alzò dal divano. Prese il giacchetto.
-Grazie dottore per avermi ospitato...ciao Heiji...salutami Kazuha-
-Ok Ran...lo farò-
Ran uscì di casa. Heiji si precipitò da Ai. Agasa chiese subito spiegazioni.
-Adesso sedetevi...vi racconterò tutto-
 
Ran scese dall’autobus. Era arrivata all’agenzia. Stranamente tutte le luci erano spente. Attraversò la strada. Salì le scale. Tirò fuori le chiavi di casa e aprì la porta dello studio. Accese la luce. Non c’era nessuno. Richiuse la porta e salì le altre scale e aprì la porta di casa. Accese le luci del corridoio. Andò in salone e accese le altre luci. Trovò un biglietto sul tavolo.
“Vieni a casa mia devo dirti la verità
Shinichi”
-Shinichi...-
Senza pensarci su uscì di casa e iniziò a correre. In nemmeno cinque minuti era già lì. Vide il cancello aperto. Un sorriso gli si stampo in faccia. Entrò. Si fermò alla porta
”La verità?in che senso...la verità”
Appoggiò la mano al pomello e con una lieve spinta aprì la porta. La casa era spenta. Ran iniziò a chiamare Shinichi.
-Shinichi dove sei?-
Nessuna risposta. Iniziò a cercarlo per casa. Poi arrivò lì. Nel loro posto. Nel posto speciale che Ran conosceva benissimo. Era arrivata davanti la porta della biblioteca. D’impulso l’aprì. Stava per accendere la luce.
-No aspetta ferma...-
Si bloccò. Quella era la voce che avrebbe riconosciuto tra mille. Quella voce calda e ferma.
-Shinichi...allora sei qui...-
Ran era incredula. Stava per rivedere Shinichi. All’improvviso l’orologio a pendolo iniziò a suonare. Era scoccata la mezzanotte.
-Visto? Mi sono ricordato che oggi ci saremmo dovuti incontrare...-
-Ma dove ti sei nascosto?avanti esci fuori...-
-Ran...prima di uscire devo dirti una cosa molto importante...bè ecco vedi...in realtà io...non sono mai partito per risolvere dei casi difficili...sono sempre stato qui a Beika...e...anche se non te ne sei mai accorta io ero sempre vicino a te...-
Ran si bloccò.
-Cosa...cosa stai dicendo...dai esci fuori...mi stai facendo preoccupare-
-Ran...vedi...non ti sto mentendo io non sono mai partito...-
-T-tu...mi stai dicendo che io ho pianto per te per più di un anno e tu non sei mai partito?!?!-
-Ran adesso calmati ti prego...è difficile da spiegare...-
-...Dimmi solo perché...perchè l’hai fatto...perchè...?-
-Ran non è come pensi...-
-E ALLORA DIMMI COM’E’ SHINICHI...-
-...-
- PERCHE’ NON RISPONDI-
Ran stava piangendo. Quando la poltrona della scrivania si mosse. E dopo poco da dietro la scrivania un piccolo bambino con un farfallino sulla bocca spuntò.
-Conan...ma cosa significa...-
Il bambino spostò il farfallino dalla bocca. Abbassò la testa. Si tolse gli occhiali. Li poggiò sulla scrivania. Prese il farfallino, lo riavvicinò alla bocca. Alzò la testa. Aveva un espressione convinta.
-No Ran...io non sono Conan...-
Ran si bloccò. Il suo cuore andava a mille. La mente non ragionava più. Vedeva Conan ma la sua voce era quella di Shinichi.
-No questo è un sogno...non può essere...-

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Capitolo 25
*** XXV capitolo ***


Nella stanza calò il silenzio mentre le emozioni si facevano larghe nel cuore di Ran. Abbassò la testa. Tutti i ricordi che aveva di Conan si sovrapponevano a quelli di Shinichi.
“Il giorno in cui Shinichi è scomparso è apparso Conan, così sfrontato e sicuro di se...proprio come Shinichi. Ogni volta che papà si trova coinvolto in casi di omicidi c’era sempre Conan che gli dava gli indizi sufficienti per la risoluzione del caso...proprio come Shinichi. Poi c'erano quegli occhi. Quei maledettissimi occhi di quella sera. Quegli occhi blu che mi fissavano, in cui io mi perdevo...proprio come quelli di Shinichi. Ogni volta c’era quel suo sorriso fiero...proprio come quello di Shinichi.”
All’improvviso nella mente di Ran si fecero avanti due facce: quella di Conan e quella di Shinichi. Le due facce piano piano si avvicinarono e quella di Conan si mise davanti quella di Shinichi. Ran si bloccò. Aveva capito. Aveva capito tutto. Che stupida che era stata. Le lacrime iniziarono a farsi spazio fra le sue guance. Non poteva crederci. Delle parole iniziarono ad uscire dalla sua bocca.
-No...non può essere vero...tu non puoi essere il mio Shinichi...lui mi ha abbandonato...mi ha sempre lasciato sola...tu sei diverso da lui...tu non sei Shinichi Kudo...TU SEI CONAN EDOGAWA!!!-
-Ran...-
-No non voglio ascoltarti...non voglio sentire quello che dici...-
Ran piangeva. Non voleva accettare il fatto che Shinichi era sempre stato vicino a lei e lei non se ne era mai accorta. Piangeva. Non sapeva fare di meglio in quel momento. Forse sarebbe dovuta essere felice ma proprio non ci riusciva.
-Basta...me ne vado...-
-No aspetta-
La voce decisa di lui era come una calamita per lei. Si girò. La testa bassa. Non voleva guardarlo negli occhi.
-Ran...guardami-
-Non ci riesco...-
-Ran...-la voce di lui era diventata dolce-...guardami negli occhi...-
-No...non posso...non ci riesco-
-Ran...io voglio che tu sia felice...Ran...io non posso proprio vederti piangere...avanti guardami...-il ragazzo divenne insicuro-guardami negli occhi...e capirai tutto...-
Ran alzò piano piano gli occhi. Per primo vide le scarpe di Conan. Erano scarpe da ginnastica bianche e rosse. Poi passò ai pantaloni blu. Poi vide che Conan aveva le mani in tasca proprio come faceva Shinichi. Arrivò al petto. Aveva la camicia bianca sotto e il giacchetto dei pantaloni sopra;era anch’esso blu come i pantaloni. Poi arrivò alla bocca. Piano piano salì e finalmente arrivò appena sotto gli occhi. Non ci riusciva, non poteva proprio vedere quegli splendidi occhi. Quegli occhi che la catturarono fin da quando erano bambini. Quegli splendidi occhi blu in cui si perdeva. Poi si decise. Anche se sarebbe stato doloroso voleva perdersi ancora una volta in quegli occhi. Lì guardò. Per un momento fu come se lei potesse leggere nella mente di lui. Riusciva a percepire ogni sua emozione. Ogni sua sensazione o paura: per l’ennesima volta si era persa in quegli occhi blu.
-Ran...li hai riconosciuti? Questi sono gli occhi di cui ti sei innamorata...e dentro questo bambino c’è il ragazzo che stai aspettando...sai Ran questo momento sarebbe stato perfetto...avrei voluto sperimentare una cosa...ma non rovinerò l’esperimento, aspetterò di ritornare ad essere quello di prima-
Quelle parole le trapassarono il cuore e proprio in quelle parole si convinse che quello era Shinichi, ormai non aveva più dubbi. Era lui. Lui allargò le braccia e istintivamente  lei andò ad abbracciarlo. Lo stringeva forte. Lui la contraccambiò. Le lacrime si posavano sulla spalla di Conan. Lievi come fiocchi di neve ma piene di dolore.
-Vedrai Ran tra poco sarà tutto finito...-
Lei si staccò.
-Che intendi?-
La curiosità l’assalì. Le lacrime si interruppero. Lui fece un suo solito sorriso. La prese per un braccio e iniziò a correre.
-Ma dove andiamo?-
-Non preoccuparti-
I due uscirono di casa e si fermarono davanti quella del dottore.
-E ora perché ci siamo fermati?-
Conan tirò fuori il cellulare dalla tasca. Scrisse un messaggio e lo inviò. Dopo pochi secondi arrivò la risposta. Lui lesse. Fece un sorriso fiero. Si girò verso Ran. Suonò il campanello. Agasa aprì il cancello. Lui la prese di nuovo per un braccio e la portò di corsa dentro. Suonarono l’altro campanello. Agasa aprì. Senza dire niente a nessuno lasciò Ran in salone e si precipitò nel laboratorio dove si trovava Ai.
-Ma dove vai ora Shinichi?!?!-
Heiji e Agasa trasalirono. Conan gli aveva detto la verità. I due si guardarono. Nessuno sapeva cosa pensare allora si fecero segno di non dire niente senza il consenso di Shinichi. Ran rimase in piedi in mezzo al salone. Dopo pochi minuti si sentì un urlo. Era di Shinichi. Agasa e Heiji riconobbero subito il tipo di urlo. Shinichi aveva preso l’antidoto e si era trasformato; l’unica persona che non aveva capito era Ran che iniziò a correre verso il laboratorio.
-No Ran fermati...-
Agasa la bloccò.
-Ma dottore...Conan ha appena urlato-
-Lo porto sul divano così potrai stare con lui-
-Ma...ok-
Agasa scese. Trovò Shinichi seduto su una sedia con i vestiti del liceo.
-Si è indossato i vestiti prima di prendere l’antidoto non si preoccupi-
-Come sta?-
-Sta bene...i parametri vitali sono regolari...è tornato quello di prima ma ora e meglio se riposa...ha preso una forte dose di antidoto...è meglio se dorme-
-Ok va bene allora lo sdraio sul divano-
Agasa lo poso sul divano sotto gli occhi pietrificati di Ran.
-Non preoccuparti Ran sta solo dormendo...Sai dovresti dormire anche tu...questa è stata una giornata troppo lunga-
-Ma cosa...-
-Ran sdraiati qui...-
Lei si sdraiò accanto al corpo dormiente di Shinichi. Era diventata rossa.
-Non preoccuparti ti spiegherà tutto lui domani...ora dormi ci vediamo domani...-
E detto così, Agasa spense la luce. 

Erano le 3 del mattino ma Ran non riusciva a prendere sonno. Aveva Shinichi accanto ma era girato dalla parte opposta alla sua. Lei si girò e lo guardò. Ancora non poteva crederci. Le lacrime iniziarono a scendere. Si sentì un singhiozzo. Lei si mise la mano davanti la bocca e si raggomitolò subito sul divano.
-Non riesci proprio a dormire eh...-
Shinichi si era girato verso Ran.
-Mi dispiace se ti ho svegliato...scusa-
-No...sono io che mi devo scusare con te-
-E perché scusa?-
Senza accorgersene Shinichi era diventato tutto rosso.
-Lo sai...è la prima volta che ti vedo rosso...-
-Parli tu che sei diventata rossa da quando ti sei sdraiata sul divano...-
-ECCO CHI ERA CHE SGHIGNAZZAVA...ma allora non stavi dormendo...
-Mi sono svegliato quando Agasa mi ha poggiato sul divano...ma la scena era troppo divertente così mi sono rifiutato di dormire...-
Ran divenne rossa ma in fondo era contenta. Finalmente poteva parlare con Shinichi. Un sorriso si stampò sulla sua faccia.
-Adesso dormiamo...-
 
Dopo nemmeno 30 minuti Ran si era addormentata. Shinichi la guardava. All’improvviso vide una piccola figura che si avvicinava alla porta.
-Dove pensi di andare Ai?-
Shinichi si era alzato silenzioso dal divano e si era messo davanti la porta di casa.
-Kudo...-
-Lo so come ti senti...e so cosa stai pensando...adesso che ho finalmente aiutato Kudo posso anche andarmene...e invece no tu devi rimanere qui...tu non sei sola Ai...-
-Tu non puoi capire...io...sono solo d’impiccio-
Shinichi mise le mani sopra le spalle di Ai.
-Tu eri l’unica con cui mi potevo veramente appoggiare quando ero Conan...sei stata l’unica che mi ha salvato dalla convinzione che non potevo più tornare ad essere Shinichi-
-Kudo...-
Delle lacrime iniziarono a rigare il volto di Ai. Nessuno aveva mai dato così tanta importanza alla sua esistenza.
-Anche Agasa ha bisogno di te...da quando ci sei lui si sente come un padre nei tuoi confronti...lui ha bisogno di te...e tu di lui...-
-...Grazie Kudo...-le si asciugò gli occhi poi si girò e puntò il dito su Ran- Ti conviene andare da Ran o si sveglierà...-
-Oh no...mi raccomando vai a letto tu...-
E detto questo si precipitò da Ran. Si sdraiò e abbracciò forte Ran. Sul suo volto apparve un sorriso.
E così due ragazzi si misero a dormire.

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Capitolo 26
*** XXVI capitolo ***


Ran non poteva sapere che quella sarebbe stata una notte molto intensa.
 
Fu svegliata da un caldo raggio di sole che le inondò la faccia. Fece una smorfia e si girò dall’altra parte. Poggiò la faccia su qualcosa di morbido ma caldo. All’iniziò pensò fosse la spalliera del divano allora si accostò ancora di più. All’ improvviso però la cosa a cui era appoggiata si mosse e lei sentì due braccia che la tenevano stretta. Solo allora decise di aprire gli occhi. Prima aprì l’occhio sinistro ma era talmente attaccato alla cosa che vide solo il buio. Allora decise di aprire l’altro occhio. Quando si accorse della situazione in cui si era andata a cacciare diventò rossa. Il suo cuore saltò un battito. Sentì un respiro caldo sulla guancia sinistra. Rimase immobile quando capì tutta la situazione. Era imbarazzatissima. Il suo cuore andava a mille e la sua mente non ragionava più.
-Buongiorno...dormito bene?-
La situazione che si presentava era molto imbarazzante per tutti e due. Ran nel girarsi si era attaccata al petto di Shinichi e aveva appoggiato la sua testa sotto al mento di Shinichi. Ran scattò in piedi era diventata di tutti i colori.
-Qualcosa non va?-
-...Ehm...-Ran cambiò subito discorso-...Dov’è il Dottor Agasa?-
-E’ uscito con Ai...siamo soli-
Il viso di Ran riprese il suo colorito.
-Potevi chiamarmi...lo dovevo ringraziare per l’ospitalità-
-Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti-
-Non hai voluto...quindi vuol dire che Ti sei svegliato presto-
Shinichi si girò verso l’orologio.
-Mi spiace ma...un detective non si sveglia mai tardi...-
-Tardi?ma se sono...-Ran guardò l’ora-...sono solamente le 11:30...COSAAA!!!!Oh no devo avvertire papà-
-Non preoccuparti gli ho detto che eri venuta a casa del Dottor Agasa...-
-Ma...ma quindi lui...sa che tu...-
-No non lo sa...-
-Come non lo sa...ci hai parlato tu…-
-Non proprio...ho usato un simulatore di voce inventato dal dottore...ma adesso devo dirti un’altra cosa-
La faccia di Shinichi divenne seria e si mise seduto sul divano. Era molto insicuro.
-Perché sei diventato improvvisamente serio?-
-Ran...ti ricordi quello che ti ho detto ieri?-
Ran divenne nervosa. C’era ancora qualcosa che Shinichi non gli aveva detto?
“Forse mi dovrà spiegare come è diventato un bambino...” Ran si era incuriosita.
-Shinichi spiegati-
-Ran...io devo dirti...che...bè ecco...ricordi l’esperimento di cui parlavo ieri?-
“Shinichi è troppo nervoso per dirmi come sia diventato Conan. C’è qualcosa che non va. Non l’avevo mai visto così serio e insicuro.”La mente di Ran iniziò a vorticare. Iniziò a pensare a tutte quelle volte che Conan le era stato vicino. C’era sempre lui. C’era sempre quel piccolo bambino che l’ascoltava che gli stava vicino.
“No. Questo non è il mio Shinichi.”
-Aspetta...-
-No Ran non posso più aspettare...-
-No aspetta un attimo...-
Per la prima volta era Ran che teneva alle corde Shinichi.
-Tu non sei Shinichi vero?-
-Ran...-
Tutto iniziò ad offuscarsi.
-...Ran...-
La stanza iniziò a vorticare.
-...Ran-
Divenne tutto buio.
-Shinichi...-
Poi il nulla.

 
-Ma cosa...-
-Finalmente dormigliona...sono già trenta minuti che sto cercando di svegliarti-
-Ma io...TU NON SEI SHINICHI!!!-
Ran scattò in piedi.
-Mi spiace deluderti Ran ma quello che stavi vivendo era solo un sogno...-
-Come fai a sapere che...-
-Che mi stavi sognando? Hai parlato nel sonno per tutto il tempo...sei anche arrossita...si può sapere cosa stavi sognando?-
-...Ehm...NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDANO...-
-Scusa scusa...e va bene...senti io vado via...ripasserò più tardi...-
-No aspetta...-
-Cosa c’è ancora?-
Shinichi sbuffò e si girò verso Ran. 

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Capitolo 27
*** XXVII capitolo ***


La vide nervosa e agitata. Lui si incuriosì e ripeté.
-Allora Ran cosa dovevi dirmi?-
-Bè...ecco...non so come dirtelo...ieri tu mi hai parlato di un esperimento che dovevi fare con me quando saresti stato grande...di che esperimento parlavi?-

Ran era diventata di tutti i colori. Shinichi tornò indietro a quella sera. Quella sera in cui avrebbe dovuto dirgli la verità ma alla fine non gli aveva detto praticamente niente. Si ricordò della faccia di Ran quando vide che parlava con la sua vera voce. Delle lacrime che aveva versato quella sera. E infine arrivò all’esperimento. Abbassò la testa. Fece uno dei suoi sorrisi a cui nessuno poteva resistere. Fece un sospiro. Tolse le mani dalle tasche. Il resto successe tutto in una frazione di secondo. Shinichi alzò la testa rimanendo con lo stesso sorriso. Prese Ran per mano e senza spiccicare parola iniziò a correre con Ran dietro. Uscirono di casa. Ran era di nuovo stata colta di sorpresa. Quando Shinichi ci si metteva era imprevedibile. Ma in fondo questo era un dei suoi lati di cui si era innamorata.

-Shinichi ma dove stiamo andando?-
Shinichi non rispose e continuò a correre come se la ragazza non avesse parlato.
“E’ inutile. Quando non parla bisogna stare zitti e aspettare la sua mossa”
 
Dopo ben cinque minuti finalmente Shinichi si fermò. Erano arrivati su un portico. Il sole era alto nel cielo. Sarà stato mezzogiorno. Shinichi la invitò a sedersi su una panchina lì vicino. I due si sedettero. Lui era esausto. Lei meno di lui ma aveva comunque il fiatone. Lui appoggiò le mani sulle ginocchia. Respirava affannosamente.
-Bè?? Non sei abituato a correre?-
-Non corro più con questo corpo ormai da anni-
Per un momento Ran si era scordata che Shinichi era Conan. Rimase un momento disorientata. In quel momento si ricordò di tutte le volte che lei aveva sospettato di Conan e come lui era riuscito a scamparla. Poi improvvisamente si ricordò della recita a scuola, dove aveva visto sia Shinichi che Conan. La curiosità iniziò a tormentarla. Voleva sapere tutto. Ne aveva il diritto in fondo. Mentre era immersa nei suoi dubbi la voce di Shinichi la riportò alla realtà.
-Ran...hai sentito quello che ho detto?-
-...Eh!...-
-Sei sempre distratta come al solito...-
Lui sbuffò.
-Scusa ero immersa nei miei pensieri-
Lui si girò curioso.
-A cosa pensavi??-
-Bè alla tua vita da Conan...insomma tu devi spiegarmi un sacco di cose...-
-Si è vero...in effetti ti avevo portato qui anche per raccontarti questo-
Ran fu colpita dalla parola “anche”. Cos’altro doveva fare Shinichi di così importante?
-Da dove vuoi che inizio?-
-Bè...dall’inizio...insomma da quando sei sparito al Tropical Land-
-Giusto...bè allora sarà meglio iniziare...la storia sarà un po’ lunga-
Le ore passavano, mentre Shinichi raccontava la sua avventura da Conan. Ran le faceva un sacco di domande e più di una volta dilagarono nel discorso.
 
Si erano fatte ormai le sei e finalmente Shinichi arrivò al punto in cui lui e Ai incontrarono Vermouth travestita da uomo.
-...Bè...per fartela breve io e Ai ci siamo accorti che quest’uomo ci osservava e alla fine abbiamo scoperto che in realtà era Vermouth. Ci ha fatto una proposta quel giorno. Jodie in cambio del covo dell’Organizzazione. Non potevo rischiare che Jodie si facesse del male. Così ho pensato di far prendere ad Ai l’antidoto contro l’Apotoxina che aveva preparato e di travestirla in Jodie e andare all’incontro. Ma Vermouth aveva scoperto tutto e aveva intenzione di sparare alla spalla di Ai ma prontamente Akai è intervenuto e l’ha fermata. L’altro giorno ho saputo che Vermouth è entrata nell’FBI e grazie alle sue informazioni hanno catturato tutti quelli dell’Organizzazione-
-E tutto questo succedeva senza che io sapessi nulla?-
-Non potevo rischiare che tu ti cacciassi nei guai-
-Perché la cattura dei membri dell’Organizzazione non è arrivata nei telegiornali?-
-Perché in teoria le persone come te e Sonoko non sanno della loro esistenza-
-Quindi tu ha passato tutti questi guai con l’aspetto di Conan e io non ne sapevo niente?!?!-
Lui rise.
-Eh già-
-Cosa ti ridi potevi morire lo sai questo vero-
Gli stava dando uno scappellotto dietro la nuca ma lui gli bloccò le mani afferrandola per i polsi. Erano a poca distanza l’uno dall’altro. Ran arrossì.
-E adesso perché arrossisci?-
Ran distolse lo sguardo.
-Ran guardami...-
Quelle parole la fecero tornare a quella sera. Sapeva che se l’avrebbe guardato negli occhi si sarebbe persa di nuovo in quel blu oceano che lei amava tanto. Quegli occhi erano come un calamita. Non poteva farne a meno.
-Ran-
La sua voce si fece intensa e mielosa. Sapeva che la stava guardando e questo la fece arrossire ancora di più. Poi si decise. Girò la testa. Gli occhi erano bassi. Poi iniziò piano piano a sollevarli. Per prima cosa vide il petto di Shinichi. Indossava una maglietta un po’ stretta e gli si vedevano i pettorali. Salì. Arrivò alla bocca. Salì ancora fino ad arrivare appena sotto gli occhi.
-Guardami-
Lei obbedì e lo guardò negli occhi. Per la seconda volta poteva leggere quello che lui provava come un libro aperto. Lui provava un miscuglio di emozioni che lei poteva leggere benissimo. Senza nemmeno accorgersene aveva smesso di respirare. Per un momento gli girò la testa. Stava per svenire. Shinichi la prese al volo. La fece sedere sulle sue ginocchia e gli fece appoggiare la testa al suo petto.
-Possibile che tutte le volte svieni?-
-Scusa...non lo faccio apposta...-
-Ihihih. Sapevo che saresti svenuta. Non aspettavo altro.-
Lei alzò la testa con un’ espressione dubbiosa.
-In che senso?-
-Bè se non svenivi il mio esperimento non poteva iniziare...sai Ran...c’è ancora una cosa che non ti ho detto...-
E senza continuare la frase la baciò. Ran fu colta alla sprovvista ma si lasciò subito andare. Il bacio fu corto. Shinichi aspettò che Ran riaprì gli occhi.
-Sai Ran io...-
-Dimmelo Shinichi...-
All’inizio lui fu sorpreso della fermezza di Ran. Poi fece uno dei suoi sorrisi.
-Ti Amo-
E questa volta le diede un lungo bacio che lei non si sarebbe mai scordata. 

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Capitolo 28
*** Epilogo ***


Alcune settimane dopo quel meritato bacio i due si fidanzarono ufficialmente. All’inizio Kogoro fu contrario alla cosa ma vedendo la felicità della ragazza si arrese all'idea che sua figlia sarebbe rimasta accanto a quello squilibrato. Era tutto come Shinichi e Ran aspettavano da tempo. ma c’era ancora un conto in sospeso che Shinichi doveva regolare.

-Shinichi chi stai chiamando??-
Shinichi e Ran erano fuori il cortile di scuola. Nessuno sapeva che i due si erano messi insieme infatti i due cercavano di apparire il più normale possibile. Shinichi non rispose alla domanda di Ran. Appoggiò il cellulare all’orecchio e aspettò alcuni secondi. Poi una voce femminile rispose.
-Da quanto tempo Kudo...allora come va?-
-Tutto ok...senti allora ci vediamo oggi da Agasa?-
-Si-
-Li hai chiamati i tre?-
-Non sono un tipo che scorda le cose...dovresti saperlo...-
-Già...bè allora a dopo-
Shinichi riagganciò. Si girò verso Ran.Aveva una faccia arrabbiata e delusa. Era arrivato il momento di spiegargli l’ultimo conto in sospeso che doveva regolare.
-Premetto che non è quello che pensi-
-AH NO?!?!? ALLORA CHI ERA LA DONNA AL TELEFONO??-
-Calmati...-
-COME POSSO CALMARMI???-
Shinichi rise.
-PERCHE’ ADESSO STAI RIDENDO??-
-Tu sei gelosa...-
Ran arrossì imbarazzata e si calmo.
-Ma no...che dici...non sono...gelosa...mi vuoi dire o no chi era al telefono?-
-Ok ok...allora c’è una cosa che non ho ancora risolto e...-
Shinichi spiegò tutto a Ran.
 
A fine spiegazione Ran sorrise comprensiva.
-Solo tu puoi inventare certi piani...sei un genio-
-Grazie...-
La prese e la sollevò da terra dandogli un lungo bacio.
 
Erano orami le cinque e a casa del dottor Agasa Mitsuhiko, Genta e Ayumi stavano giocando all’ultimo gioco inventato dal dottore.
-E’ bellissimo questo gioco dottore-
-Grazie Mitsuhiko-
-Si è proprio bello-
-A me fa venire una fame...-
All’improvviso i te si girarono. Il Dottor Agasa non c’era.
-Ma dov’è?-
-Era dietro di me un attimo fa...-
-Ragazzi questo è un lavoro per...I DETECTIVE BOYS!!!-
All’improvviso i ragazzi furono travolti da un’ ondata di tristezza. Fino a poco tempo prima nella loro solita entrata dei DETECTIVE BOYS c’erano anche Conan e Ai.
-Ayumi secondo te che fine a fatto Ai?-
-Mitsuhiko invece secondo te che fine a fatto Conan?-
-Ragazzi...a me mancano i nostri amici-
-Hai ragione Genta...con loro era tutta un’altra cosa-
-Mi ricordo che da quando avevamo conosciuto Conan le giornate erano più movimentate...-
-Mentre ora sono sempre le solite...è questo che volevi dire...vero Ayumi?-
-Si Mitsuhiko proprio questo-
All’improvviso videro il Dottor Agasa che spuntava dalla cucina con tre bicchieri d’acqua.
-Ragazzi ma cosa avete fatto? Perché siete così tristi?-
-Da quando Ai e Conan non ci sono più io Mitsuhiko e Ayumi siamo tristi. Con loro ci divertivamo. Le giornate erano più belle e movimentate. Invece ora sono sempre le stesse. Casa scuola. Scuola casa.-
Il Dottore sorrise.
-Ragazzi. Ricordate cosa vi avevano detto l’ultima sera?-
-Perfettamente. Conan ci ha detto che li avremmo rivisti. Ma questo ancora non è successo. Lui è solo un bugiardo-
Ayumi scoppiò a piangere.
-Prendete un bicchiere d’acqua avanti-
I tre presero un bicchiere per uno. Si sedettero sul divano e iniziarono a bere. All’improvviso qualcosa li colpì dietro il collo. Era un ago narcotizzante. Agasa li aveva addormentati.
 
-Ma cosa...-
-Ehi Mitsuhiko, Genta...?-
-Siamo qui accanto a te Ayumi-
-Ragazzi ma voi ci vedete?-
-No Ayumi. Qualcuno ci ha messo una benda intorno agli occhi e non vediamo niente-
-Ho paura. Che fine avrà fatto il dottore?-
-Genta prova a chiamarlo-
-Dottoreeeee!!!!!Dottor Agasaaaaaaaa!!!!!!!!!!niente non risponde-
-Se solo riuscissimo a capire cosa sta succedendo...ma soprattutto...dove siamo-
All’improvviso due voci, che Mitsuhiko e Ayumi conoscevano bene,iniziarono a parlare.
-Ehi ragazzi...vedo che avete un problema-
-Mitsuhiko liberati avanti...le tue mani sono libere non sono legate-
-Ma queste...-
-Sono le voci di...-
-CONANNN-
-E DI AIII-
-Ragazzi ma dove siete?-
-Conan stai bene? Ti hanno catturato anche a te?-
-Ai stai bene? Dov’è il dottore-
-non vi preoccupate è vicino a noi-
-Ayumi devi toglierti la benda. Io  e Ai siamo legati come salami-
-Si Conan-
-Avanti Mitsuhiko fallo anche tu-
-Si subito Ai. Adesso mi slego e vengo a liberarti-
Ma appena i due tolsero le bende due grandi mani gli coprirono i volti. I due erano spaventati. Chiamarono Ai e Conan ma i due non rispondevano più. Anche Genta non rispondeva. Erano rimasti solo loro due con due adulti sconosciuti. Avevano paura.
 
Ayumi era paralizzata dalla paura. la persona che gli aveva coperto il volto gli si avvicinò all’orecchio.
-Ayumi calmati. Sono io-
 
Mitsuhiko mise le mani davanti quelle della persona che gli stava dietro ma si accorse che erano le mani di una donna. Un pensiero gli attraversò la mente.
-Non può essere.-
La donna si avvicinò all’orecchio di Mitsuhiko.
-Ehi...a quanto pare sei degno di prendere il posto di Conan. Mi hai già scoperto-
 
I due tolsero le mani dai volti dei due ragazzi. Mitsuhiko e Ayumi si girarono. Erano a casa del Dottor Agasa. Si trovavano sul divano.
-No. Tu non puoi essere...-
-Ma tu sei...Shinichi Kudo...-
-Ayumi allora sai chi sono...lo vedi e tu che credevi di non riconoscermi-
-Se tu sei Shinichi Kudo vuol dire che tu in realtà sei...-
-Aiiii-
-Conannn-
I due saltarono addosso ai due amici.
-Visto Mitsuhiko...sapevo che mi avresti riconosciuto-
-Ma se lui si chiama Shinichi...-
-Io come mi chiamo?!?piacere di rivederti...sono Shiho Miyano-
-Ai...scusa volevo dire Shiho...ma cosa è successo?-
-Bè questa è stata tutta un’idea di Kudo. Voleva farvi una sorpresa così ha chiamato me  per dirmi di venire qui e il dottore per dirgli di narcotizzarvi e farvi emozionare un po’ per rivivere i vecchi tempi-
-E Genta?-
-Genta sapeva tutto...lo abbiamo messo al corrente del piano...il suo ruolo era quello di fare finta di essere addormentato...adesso è dilla che mangia-
I due ragazzi posarono Ayumi e Mitsuhiko.
-Allora piaciuta la sorpresa?-
-Si molto Shinichi grazie-
-Non ringraziatemi...io ho solo fatto quello che andava fatto-
-Possiamo giocare ancora insieme vero Ai?-
-Ma certo...bè io vivo qui-
-E io alla casa accanto-
-Che bello che bello-
-Adesso andiamo tutti a giocare forza-
 
Poco tempo dopo Shinichi e Ran si sposarono. Quello sarebbe dovuto essere il giorno in cui i due avrebbe vissuto una vita felice ma si sbagliavano perché proprio quel giorno durante la festa...






Ci fu un caso d’omicidio. 

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