Ciao, mamma

di _Alien_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scoperta ***
Capitolo 2: *** La prova ***
Capitolo 3: *** Maiko ***
Capitolo 4: *** La riunione ***
Capitolo 5: *** Triste incontro ***
Capitolo 6: *** La partenza ***
Capitolo 7: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 8: *** Un'addio? ***



Capitolo 1
*** La scoperta ***


 - COSA!?!- esclamò Mai:- Ne siete sicuro, Iroh?
- Ne sono certo.- rispose l’ex generale:- Mi ha contattato nel cuore della notte. Ho il sonno pesante, ma ha fatto un tale rumore che mi sono svegliato. Pensavo fosse un ladro e ho usato il dominio del fuoco per illuminare la via. Ed è stato allora che l’ho vista.
- Ed era proprio lei?- chiese Mai, sempre più sconcertata.
- Sì, non c’erano dubbi. Mi ha abbracciato e abbiamo bevuto una tazza di thé. Mi ha raccontato tutta la sua storia. Dopo l’esilio, ha vissuto in una grotta nel Regno della Terra per anni, come eremita, finché non ha saputo del progetto di Ozai e del duello tra Azula e Zuko. Era venuta al Jasmine Dragon proprio per parlarmi. Vuole incontrare il marito e i figli.
- Tutti e due, immagino.- rifletté Mai:- Meglio non dire niente a Zuko. Potrebbe fare qualunque stupidaggine pur di rivederla. Però... mi sento un mostro nel nascondergli una cosa simile. Perché l’avete detto a me, Iroh?
- Perché tu conosci mio nipote, e so che vuoi il suo bene.- le sorrise l’uomo.
- io lo amo. Non vorrei mai che soffrisse ancora.- sussurrò la ragazza:- Adesso dov’è?
- Nell’altra stanza.- disse lui in tono grave, facendo un ampio gesto della mano:- Forse vorrà incontrare anche te.
- Mi farebbe davvero molto piacere conoscerla.- mormorò lei, ammirando la luna piena, come per rivedere il riflesso delle persone che più amava.
Continua...

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Capitolo 2
*** La prova ***


 Aveva sentito tutto. Era quella ragazza, dunque, che aveva rapito il cuore di suo figlio. Aveva sempre sperato che sia Zuko che Azula si sposassero con le persone che amavano, come era successo a lei. Ma, a differenza sua, quell’amore sarebbe dovuto divampare sempre con la stessa intensità, senza mai spegnersi né attenuarsi. Lei aveva sempre amato Ozai, anche quando era stato accecato dal desiderio di potere, anche quando l’aveva esiliata per raggiungere il suo scopo. Ma ormai, non le importava più. Aveva avuto molto tempo per riflettere e in quel tempo aveva pensato sempre alla sua famiglia smembrata. Intanto, Iroh stava spiegando a Mai il motivo del suo ritorno.
- Adesso dov’è?- chiese la ragazza.
- Nell’altra stanza. Forse vorrà incontrare anche te. – le rispose suo cognato.
- Mi farebbe davvero molto piacere conoscerla.- disse lei. “Perché no?” pensò fra sé Ursa “Vorrei proprio sapere cosa ci trova Zuko in lei”. Decise così di mostrarsi. Camminò silenziosamente fino all’entrata della stanza dove si trovavano Iroh e la sua interlocutrice. Era molto emozionata.
Mai si girò di scatto e sgranò gli occhi, nel vederla. La madre del suo fidanzato era avvolta in un mantello scuro che le copriva il volto. Intuendo i pensieri della ragazza, la donna si rivelò. Mai riconobbe immediatamente i lineamenti di Zuko e la colpirono molto gli occhi dorati di Ursa. Quelli di Zuko erano, però, diversi: erano magnetici, carismatici, ti conquistavano ad ogni sguardo. O almeno conquistavano lei. Tentò di sorridere, ma era troppo sorpresa per qualunque approccio.
- Iroh mi ha parlato molto bene di te. – le disse Ursa:- Mi ha detto che ami mio figlio.
- E’ vero.- riuscì a mormorare la lanciatrice di coltelli.
- Ami lui... o ami il Signore del Fuoco Zuko?- le chiese la donna, a bruciapelo. Lei rimase allibita da quella domanda e rimase in silenzio. Si sentiva offesa, anche se non avrebbe voluto esserlo. “Tipico di Azula” pensò.
- Amo Zuko da sempre. Anche se fosse stato un contadino o uno spazzino o il più povero e insignificante del mondo, l’avrei amato comunque. Ma, se non avessi conosciuto Azula, che è sua sorella, non avrei conosciuto neanche lui.
L’ultima frase che disse era più una riflessione a voce alta, una constatazione, ma Ursa ne rimase comunque colpita e sorrise.
- Sei una brava ragazza, Mai. Vedi, io sono una persona un po’ particolare. Volevo davvero vedere se eri sincera. E lo sei stata.
Mai era affascinata da quella donna così bella e così strana, ma che in fondo doveva ringraziare perché aveva dato la vita al suo amore di sempre.
- Mi dispiace, ma... lui non è ancora pronto per tutto questo. Rimanete qui.- le consigliò Mai.
- Io vorrei vedere Ozai. – ma Mai le spiegò che l’uomo era in prigione e che Zuko l’avrebbe potuta vedere.
-  Perché? Visita spesso le prigioni?
- Sì. Per porre sempre la stessa domanda a mio fratello.- rispose Iroh:- Dove sei tu?
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Capitolo 3
*** Maiko ***


 Mai rientrò a palazzo nel cuore della notte. Cercò di fare mano rumore possibile per non svegliare Zuko. Lui dormiva profondamente. Aveva avuto una giornata faticosa: cinque riunioni del Consiglio, quattro ore di udienza con il popolo e due passate nello studio. Quel giorno non erano riusciti a stare insieme neanche un attimo. Mai ripensò a Ursa mentre si cambiava e si infilava velocemente nel letto. Prima di posare la testa sul cuscino, accarezzò il viso del ragazzo accanto a lei. Proprio su quella faccia, c’era la più grande umiliazione del Firelord: una cicatrice gli tagliava a metà il volto, creata dal fuoco di Ozai. La lanciatrice di coltelli gli baciò la guancia e si addormentò abbracciata a lui.
Al suo risveglio, Zuko era già in piedi, di fronte allo specchio, che si pettinava. La ragazza si stiracchiò e salutò il ragazzo. Lui si voltò con gli occhi che brillavano e corse subito da lei. Si scambiarono un bacio ricco di amore e affetto. Si sorrisero.
- Cosa è successo ieri sera? Sei tornata tardi.- le chiese lui, preoccupato.
- Sì, io... ho fatto un allenamento notturno.- rispose lei, con un sorriso un po’forzato. Lui capì che doveva cambiare discorso, anche se cominciava a ingelosirsi. Si fidava di lei, certo, ma... non degli altri.
- Programmi per oggi?- cercò di sviare il discorso la ragazza.
- Purtroppo sì. Un’altra riunione del Consiglio... argomento del giorno: economia.- le rispose lui, sconsolato e per niente incoraggiato. Mai gli accarezzò i capelli neri e folti, come per incoraggiarlo.
- Se vuoi... posso accompagnarti io. – mormorò, senza quasi rendersene conto.
- Lo faresti davvero?- esclamò Zuko, stupito. Mai gli rivolse un sorriso radioso.
Il Signore del Fuoco la baciò di nuovo:- Grazie. Ti amo. – e Mai non smetteva più di sorridere.
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Capitolo 4
*** La riunione ***


 Ursa era nascosta dietro ad una colonna. Non poteva più aspettare, anche se Mai le aveva detto di non lasciare il Jasmine Dragon. Lei era una ragazza, non poteva ancora capire l’importanza di tenere unita una famiglia nonostante tutto. Voleva incontrare Zuko, doveva solo aspettare il momento giusto. Arrivarono tutti i dodici membri del Consiglio, ma del Firelord, nessuna traccia. Con una rapidità impressionante, si intrufolò nella grande sala... urtando una ragazza: Mai.
- Cosa ci fate qui?- sgranò gli occhi.
- Per favore, ho bisogno di vederlo.
- Ma non sono sicura che lui sia pronto...
- Fidati di me. – e, in quella frase, tutti i dubbi di Mai sparirono. “Quando Zuko fa così ,è irresistibile. Ecco da chi ha preso...”.  lei entrò ufficialmente nella sala del Consiglio mentre Ursa si nascose nelle parti più oscure della stanza. Si sporse solo per vedere cosa succedeva. Per ultimo, entrò dall’ingresso laterale il Signore del Fuoco e tutti si alzarono in piedi. Lei sussultò: non lo vedeva da anni eppure era così orgogliosa di lui. Sembrava molto cambiato e non solo nell’aspetto (cicatrice a parte), ma sentiva che era maturato anche come uomo. La questione del giorno era che i commerci non erano fiorenti, quindi ci si doveva scervellare per trovare una soluzione. Zuko sentì ogni genere di risposta, ma nessuna lo convinse davvero. Alla fine, esasperato, chiamò Mai per esporre la sua idea.
- Ma... è una donna!- dissentirono alcuni Consiglieri.
- Fino a prova contraria, è la mia promessa sposa. Vi abituerete alla sua presenza qui.
Mai si alzò:- E’ovvio il perché di questo problema. Prima, la nostra nazione prendeva le materie prime dal Regno della Terra, cioè dai territori conquistati. Ora, non possiamo più fare così. In questi quattro anni, abbiamo scoperto vari giacimenti di metallo, meno pregiato di quello che usavamo prima, ma comunque buono. Quindi penso che, prima di pensare ai commerci, bisogna preoccuparsi dell'economia interna.
Zuko rimase sorpreso di quella tesi così chiara e concisa, che anche chi, di economia, non capiva niente, avrebbe potuto approvare. Infatti molte teste annuirono, compresa quella di Ursa. Intanto la ragazza snocciolava tantissime soluzioni plausibili ed efficaci, a cui nessuno aveva pensato. In più, faceva riferimento agli editti proprio emanati da Zuko, tenendo presente ogni clausola e comma esistenti. “E’ perfetta.” pensò il giovane sovrano, fiero della ragazza che aveva scelto. Quando la riunione si concluse, tutti i consiglieri si congratularono con la lanciatrice di coltelli. Poi, Zuko  la tirò a sé:- D’ora in poi, sarai presente a qualunque riunione!
- Mi sono preparata, tutto qui.- sorrise lei, dando un occhiata a una figura nascosta nell’ombra. I due si incamminarono mano nella mano, ma, così facendo, Zuko si accorse di un piccolissimo particolare:- Ehi, perché non porti l’anello?
- Ehm...- fu la brillante risposta di Mai:- Oggi non l’ho messo perché... comunque è un solitario, non vorrei perderlo!
- Senti, Mai, prima l’uscita notturna poi questo... tu... ti vedi con qualcuno, non è vero? Voglio dire... io...- ma fu bruscamente interrotto dalle labbra della ragazza che si erano posate sulle sue.
- Come ti vengono in mente certe cose? Io ho accettato di sposarti esattamente tre mesi fa! E non mi sono pentita affatto!- e gli accarezzò il viso. Si sorrisero per l’ennesima volta e fu allora che Ursa decise di rivelarsi al figlio.
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Capitolo 5
*** Triste incontro ***


 Nel frattempo, due dei membri della famiglia reale erano nelle prigioni. Ozai, privo del suo dominio, si trovava nella sua cella e Azula, che dal giorno di Agni-Kai  non aveva più parlato, era letteralmente immobilizzata dalla terra. Entrambi non si erano mai incontrai né sapevano di essere nella stessa prigione, ma riflettevano tutti e due. L’uomo ripensava alla conquista del mondo mancata, aveva avuto il successo così vicino da poterlo sfiorare, ma alla fine ogni tentativo era stato vano. L’Avatar aveva trionfato e su questo non si poteva discutere. Decise che sarebbe rimasto lì per sempre, come un prigioniero qualunque, a covare vendetta. Stesso pensiero per Azula, che si ripromise di scappare e di farla pagare al suo caro fratellino, a Mai, a Ty Lee... a tutti quelli che l’avevano tradita. Ma, nelle prigioni, entrò con una certa insistenza un alito di vento particolare, caldo e profumato. Quel vento scosse entrambi i prigionieri, a cui tornò in mente un volto ormai dimenticato: Ursa, moglie e madre, che era comparsa proprio in quel momento, insieme al vento. Ozai l’aveva amata, come Azula, ma non abbastanza da frapporsi ai loro obbiettivi. Restarono a rimuginare, con l’immagine della donna scomparsa davanti agli occhi.
 
- Zuko. – lo chiamò la madre. Lui si bloccò letteralmente e Mai si morse il labbro. “No, non è il momento, Ursa! Non è ancora pronto!”pensava la ragazza quasi con rabbia, mentre la figura incappucciata si avvicinava. Lui intanto non si muoveva, era come pietrificato da quella voce così familiare.
- Sì, sono io. Sono la mamma.- parlò ancora lei, con il cuore che palpitava prepotente. Lui rimase fermo. Poi si girò lentamente e spalancò gli occhi non appena la vide. Mai non sapeva come sentirsi: si staccò dall’abbraccio di Zuko e si allontanò di qualche passo, indecisa se essere felice per lui o adirata con lei. Zuko, intanto, considerava il tutto come un bizzarro sogno. Si avvicinò alla madre e, dopo pochi secondi, vinse del tutto lo stupore e la timidezza: prese tra le braccia la donna e la abbracciò con tutto l’affetto possibile. Anche gli occhi grigio-dorato di Mai si inumidirono: era un momento davvero commovente. Madre e figlio non si vedevano da anni e anni e quelle emozioni così intense lo dimostravano. Dopo un tempo indefinito, i due si lasciarono coinvolgere da una fitta conversazione:
- Dove sei stata per tutto questo tempo? Ti ho cercata dappertutto.
- Vivevo in una grotta nel Regno della Terra, non lontana dalla città di Omashu. Sapevo cosa succedeva nel mondo da alcuni bambini, miei amici, che, in cambio di qualche storia, mi hanno raccontato ogni cosa...- e accarezzò il volto sfigurato del figlio. Lui chiuse gli occhi e si persero nei racconti delle loro vite dal momento della separazione. Mai li seguiva da lontano, ma ascoltava tutto.
- ... E così sono giunta al Jasmine Dragon, dove ho incontrato tuo zio e la tua fidanzata e...
- Aspetta un secondo! Hai incontrato Mai?- e si ricordò improvvisamente di lei.
- Ieri sera sono tornata tardi perché Iroh voleva parlarmi urgentemente.... e mi ha detto tutto.
- E non hai pensato che forse l’argomento mi interessava?- avvampò lui.
- Io... l’ho fatto per proteggerti. Perché se fosse successo qualcosa, non avresti sofferto. Ne hai già passate fin troppe.- si difese lei, sul punto di piangere. Ursa posò una mano sulla spalla di entrambi. Zuko però non voleva cedere:- Mi hai mentito su una cosa così importante! E poi, se permetti, credo di sapermi difendere da solo!
D’improvviso, tutte le attenzioni e l’ammirazione che Mai aveva suscitato in lui svanirono. La ragazza abbassò lo sguardo.
- Zuko, Mai è una ragazza eccezionale. Non ti permetto di trattarla così. – lo ammonì la madre.
- Allora sapete che vi dico? Andate al diavolo, tutti quanti!- ormai Zuko era un fiume in piena e si scostò violentemente dalla donna. Mai scoppiò in lacrime e Ursa tentò di consolarla:- Questo tipo di scenate le ha ereditate da suo padre. Faceva così anche con me.
- Io ho sopportato tutto per lui... ho scelto tra l’amicizia di Azula e il suo amore... ed è questo il ringraziamento...- singhiozzava invece Mai, che corse via, radunò le sue cose e si appartò nella stanza degli ospiti, dove scoppiò in un pianto convulso. Zuko si accorse a malincuore di questo cambiamento e diede libero sfogo al suo dolore, con la madre accanto.
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Capitolo 6
*** La partenza ***


 - E’ tutta colpa mia...- si rammaricò Ursa, seduta vicino al figlio.
- No, mamma. Io e Mai litighiamo qualche volta, ma vedrai che tutto si aggiusterà.- la tranquillizzò il ragazzo. Ma, in realtà, aveva un brutto presentimento. Quella notte, accanto a lui c’era sua madre, ma Mai gli aveva comunque divelto il cuore. Ursa, nonostante la grande ospitalità di Zuko, aveva subito colto il malumore del sovrano:- Ti manca così tanto?
Anche se la visibilità era ridotta, si vide chiaramente la faccia di Zuko assumere una vivace sfumatura rossa.
- Oh, non preoccuparti, puoi dirmi tutto. Sono tua madre!
- Sì, ma... non sono abituato a parlare di queste cose... diciamo che sono il tipo che soffre in silenzio...
- L’ho notato!- cercò di sdrammatizzare la donna.
- Comunque sì, mi manca...- e sospirò. Rimasero svegli tutta la notte, a parlare delle loro vite, con una certa insistenza proprio sul rapporto sentimentale del giovane.
La mattina seguente, una volta reso presentabile, si recò nella camera degli ospiti... per scoprire che era vuota. Mai aveva lasciato soltanto l’anello di fidanzamento ed era sparita senza lasciare traccia. Zuko si sentì mancare. Corse fuori e, come aveva sperato, lei era ancora lì, con i suoi bagagli e il suo sguardo afflitto. Quando si accorse della presenza del Firelord, cominciò subito ad affrettarsi.
- Mai, aspetta! Che stai facendo?
- Me ne torno dai miei genitori. Tanto tu qui hai la tua mammina!- rispose lei, con voce fredda e tagliente.
- Mai, ti prego! Hai lasciato...
- ... il mio anello? L’ho lasciato volutamente! Non capisci? Siamo al capolinea!
- No, non è vero. Mi hai fatto giurare di non mollarti mai più.
- Zuko, tra noi...- la ragazza stava per pronunciare due parole che avrebbero troncato per sempre il loro rapporto, sapeva che, se le avesse pronunciate, non ci sarebbe più stata possibilità di rimediare. Ma era davvero questo che lei voleva?
- Tra noi è...- tentò di concludere di nuovo, ma la voce le moriva in gola. Lei lo amava ancora, allora perché erano arrivati a questo punto?
- ... finita? E’questo che vuoi dirmi?- domandò lui. Lei si costrinse ad annuire.
- D’accordo, ho capito.- mormorò il ragazzo. Si avvicinò ancora di più a lei, fino a sfiorarle il viso. Mai era combattuta tra desiderio di abbracciarlo e dirgli che tutto andava bene e quello di mollargli un pugno in faccia e immobilizzarlo con i suoi coltelli, ma si sforzò di mantenere costante il suo sguardo assassino.
- Ne sei proprio sicura? Vorrei tenere fede a quel giuramento. Scusa per ieri, mi sono comportato da idiota. Io... non vedo mia madre da 10 anni, ma non è questo il punto. Non considerarla una giustificazione, e solo che... stanotte... mi sei mancata tantissimo.
- Allora sarai felice di sapere che io provo la stessa cosa. – rispose secca Mai, con lo sguardo un po’più dolce.
- Zuko, non posso e non voglio entrare nei dettagli della tua riconciliazione con tua madre. Ma, non temere, me ne vado solo per un po’, il tempo di riunire la tua famiglia. Ma... tra una settimana, all’isola di Ember, voglio un week-end solo per noi.- e finalmente la ragazza gli concesse un sorriso.
- Oh... grazie, Mai. Tu... sei fantastica. Io... io ti amo. – riuscì a balbettare lui. Mai gli sorrise e per un attimo a Zuko parve di vedere un altro sole davanti a lui.
- Aspetta...
- Ho capito. Non dire altro.- e si baciarono sotto gli occhi compiaciuti di Ursa.
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Capitolo 7
*** Di nuovo insieme ***


 Zuko e Ursa camminavano con passo lento e deciso verso l’ingresso delle prigioni. Una volta entrati, Ursa ebbe una fitta al cuore: in quel luogo si celava la parte più oscura del governo di pace e giustizia del figlio.
- Chi vuoi vedere per primo?- sentì dire dal giovane. Lei fece la sua scelta e lui ne rimase un po’sorpreso. Così si diressero verso il piano inferiore delle prigioni, in quanto erano sviluppate sottoterra. Si avventurarono in quel luogo fino ad una cella in fondo ad un lungo corridoi, sulla sinistra. Zuko ordinò di aprirla. Dentro, a capo chino, c’era sua sorella.
- Azula – la chiamò la madre. La ragazza sollevò appena la testa e sospirò come se ogni movimento le costasse uno sforzo immane.
- Non l’avrai torturata...? – chiese sconcertata la donna. – No. – le rispose Zuko, con lo sguardo fisso su Azula.
- Guarda chi si rivede... Zuzù e... la mamma?!?- esclamò la principessa, sconvolta da quell’apparizione – Cosa...? Come...? Che ci fai tu qui? Dovevi essere morta!
- Bhè, mi dispiace deluderti. Io sono ancora viva e sono tornata per riunire la nostra famiglia. Azula, come ti sei ridotta?- e cercò di sfiorarle il viso, ma lei si scostò violentemente:- Non toccarmi! E’tutta colpa tua! Se non avessi salvato il povero piccolo Zuzù, io adesso sarei la Signora del Fuoco!
- Tu ora sei giovane e non puoi capire. Ma quando avrai una tua famiglia, saprai cosa vuol dire sacrificarsi per proteggerla a tutti i costi.
- Tsk! Io non avrò mai una mia famiglia! E per questo devi ringraziare Zuko, perché non credo mi libererà mai.
- Ti libererò quando avrai capito che la vita non essere la Signora del Fuoco, ma ben altro!- si intromise Zuko.
- Già. A proposito, come sta Mai?- domandò con occhi traboccanti d’odio la ragazza.
- Non sono cose che ti riguardano.- le sibilò il fratello.
- Basta litigare! Zuko,liberala, per favore. Vorrei che ci recassimo tutti da... Ozai. – e sussultò pronunciando il nome del marito.
- Mamma, non posso farlo.- le rispose Zuko.
- Sì, è troppo debole!-commentò sarcastica Azula:- In fondo, mi ha sconfitta quella contadina di Katara! Mai sa di voi due?
Zuko avvampò:- Io e Katara siamo solo amici!
- Ho detto: Zuko, libera tua sorella! Azula, non canzonare tuo fratello!- sbraitò Ursa, ricordandosi di quando entrambi erano solo dei bambini.
Anche se a malincuore, il giovane sovrano fece liberare la sorella, bloccandole comunque le mani. La ragazza mostrò un ghigno di soddisfazione agghiacciante.
- E ora – concluse Ursa – andiamo da vostro padre.
Scesero ancora di più in profondità, fino ad arrivare all’ultimo livello. I tre si incamminarono lungo un corridoio interminabile, senza alcuna cella. In realtà, un’unica cella c’era ed era in fondo alla galleria. Zuko si fermò poco prima dell’accesso alla grata. Così fecero le due donne dietro di lui. Dentro la cella, un uomo sembrava non essersi accorto della loro presenza. Zuko evocò una fiammata, che avvicinò alla serratura della cella. Quella si aprì con secco crac! E i tre entrarono. Ozai era ancora di spalle, ma cominciò comunque la conversazione:- So perché sei venuto. E ti ho già risposto.
- Non voglio più quella risposta – replicò il figlio – perché l’ho trovata.
Ozai non si scompose:- Ma davvero? E dunque? Scommetto che è morta, è passato troppo tempo.
- Sono passati solo 10 anni, Ozai. Non 100.- disse invece Ursa. Ozai non si paralizzò come Zuko, né la guardò sgomento come Azula. Invece si voltò ed esclamò:- Ma bene! Benissimo! La famiglia reale... di nuovo unita!
Continua...

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Capitolo 8
*** Un'addio? ***


 Ursa aveva sempre immaginato quel momento, lo aveva sognato e lo aveva sperato. Lei e Ozai si erano sposati per ragioni politiche, ma col tempo, tra loro era sbocciato l’amore. Si erano amati molto e avevano avuto due splendidi bambini, come li considerava Ursa. Ma, sempre col tempo, Ozai venne dilaniato dal desiderio di potere e decise di liberarsi del fratello Iroh per poter diventare un giorno Signore del Fuoco. La morte di Lu Ten, unico figlio di Iroh, rese possibile l’ascesa del marito. Ozai aveva però fatto male i suoi conti. Azulon, suo padre, decretò, a causa delle pretese del figlio minore, l’esecuzione di Zuko, di appena dieci anni. Ozai sarebbe stato disposto ad accettare, ma lei si oppose: decise di salvare la vita di suo figlio, aiutando il marito nel complotto per uccidere Azulon e prendere il potere. Ma questo le costò l’esilio, e Ozai stesso non esitò a bandirla. Il sogno di Ozai si era finalmente avverato e la vita di Zuko era salva. Questo era l’importante, per lei. Decise di avvicinarsi un po’di più al marito. Lui era controllato costantemente dal giovane Firelord e non tentò nulla.
- Non pensavo ti avrei più rivista.- esclamò Ozai, con voce incolore.
- Invece sono qui. – rispose lei, emozionatissima. L’aveva ritrovato, finalmente.
- Sei sicuro di non poter liberare nessuno dei prigionieri?- domandò speranzosa Ursa al figlio, ma guardando intensamente l’uomo davanti a lei.
- Non senza il consenso del Consiglio.- decretò Zuko, vigile e attento ad ogni movimento del padre e della sorella.
- Padre, sapete la grande novità? Nel Consiglio c’è una donna. Ed è la promessa sposa di Zuzù. Mai, una bravissima traditrice.
- Taci, adesso! – sibilò nuovamente il fratello.
- Ehi, con chi credi di parlare? Con un tuo suddito? Con la tua fidanzatina? No, io non eseguirò mai un tuo ordine. MAI!!!
- Basta così! Lo so, non vi sopportate, ma ricordatevi che siete fratelli e questo nessuno potrà mai cambiarlo.- obbiettò invece la madre dei due. Ozai guardava la scena divertito, con le mani congiunte davanti al volto per nascondere un ghigno. Ursa invece era disperata: i suoi figli si odiavano a vicenda e suo marito era diventato ancora più intrattabile. “Non doveva essere così” si ripeteva mentre cercava di calmare la lite tra Azula e Zuko “Non doveva essere così”si diceva mentre il detenuto si nascondeva sempre più nell’ombra. Alla fine, nelle prigioni rimbombò il pianto della donna e solo allora la lite si placò e Ozai si fece irradiare dalla luce fioca delle torce.
- In tutti questi anni, pensavo che un giorno avrei riunito la mia famiglia. Così non è stato. Ora vi ripudiate a vicenda... e io invece... vi amo tutti! Non posso credere ai miei occhi! La mia famiglia non esiste più!- singhiozzava la donna.
- Questa è la cosa più stupida che abbia mai sentito.- constatò Ozai, come risvegliatosi da un lungo sonno. Spalancò le braccia e Ursa vi si rifugiò senza pensarci due volte.
- La tua famiglia esiste ancora, è solo cambiata. I tuoi figli sono cresciuti e tuo marito è finito in una sudicia cella.- e volse lo sguardo a Zuko, che non vedeva il padre rivolgersi così ad una persona da tempo. Anche Azula era ammutolita.
- Ma immagino che sia solo colpa mia. – e prese il viso di Ursa tra le mani. Lei si lasciò andare completamente.
- Ti amo, Ursa. Anche se forse non te l’ho mai veramente dimostrato.
Zuko si voltò ed intimò alla sorella di fare altrettanto. Era abbastanza strano vedere Ozai baciare Ursa dopo tutto quel tempo. Non gli piaceva molto l’idea e quel momento decise di dedicarlo a Mai, controllando sempre i movimenti di Azula. La ragazza, invece, non riusciva a credere a ciò che vedeva e iniziò a chiedere alle guardie che erano rimaste all’ingresso del corridoio di riportarla in cella. Il fratello rimase sorpreso della sua richiesta:- Non ci sarà mai più un momento come questo. Vuoi davvero andartene?
- Sì. – rispose la principessa, quasi implorante. A Zuko venne l’impulso di abbracciarla, ma non riusciva più a fidarsi di lei.
Intanto, Ursa era tra le braccia di Ozai e, se fosse stato per lei, sarebbe rimasta così per sempre. Ma sapeva perfettamente che i bei momenti non sono destinati a durare. Il distacco dal suo amore di sempre le fece male al cuore. Doveva farlo però perché il tempo a loro disposizione era finito.
- Ti rivedrò ancora?- le domandò Ozai, speranzoso come non mai.
- Non lo so. Forse no. Addio, Ozai. – lo salutò Ursa, con le lacrime agli occhi.
- Addio, Ursa. – e tornò a rivolgere le spalle a tutti loro. – Salve, ragazzi.
- Arrivederci, padre.- risposero entrambi i fratelli. Poi venne il momento di lasciare Azula. Madre e figlia si abbracciarono come non avevano mai fatto.
- Addio, Azula.- la accarezzò la madre, sempre commossa.
La figlia non le rispose, ma le rivolse uno sguardo disperato, per poi tornare prigioniera della terra. Una volta usciti dalle prigioni e preso una boccata d’aria, Ursa si voltò verso il figlio maggiore, con le lacrime che non riusciva più a nascondere.
- E’giunta l’ora, Zuko. Devo dirti addio.
- No, mamma. Non è un addio. Ti prego...
- Tu hai lo zio Iroh, Aang, tutti i tuoi amici, i tuoi sudditi... e hai Mai. Tra tutti, sei quello che avrà una vita felice. Voglio bene a tutti e tre e non vi dimenticherò mai. Sono felice di avervi rivisto e ricordati sempre, figlio mio: adesso sei un uomo. Hai delle responsabilità e dei doveri, cerca di soddisfarli sempre. E non arrenderti. Mai.
- Lo farò. Aspetta, tu dove andrai?
- Ho compiuto la mia missione. Non cercarmi perché non mi troverai. Addio, Zuko.
- Ciao, mamma.- e quella fu l’ultima volta che la vide.
 
- Zuko, non scoraggiarti. Sono certa che un giorno la rivedrai.- gli sussurrò Mai tra le sue braccia.
- Non credo, Mai. Ha detto che se l’avessi cercata, non l’avrei trovata.- le rispose Zuko, sconsolato, stringendola ancora di più.
- Comunque sia, Zuko, lei rimarrà sempre con te. E’ qui, nel tuo cuore.
- Forse hai ragione. Mai, vuoi sposarmi?
- Ti ho già detto di sì!
- Quando?
- Mhhh... non lo so. Ma sappi questo: ti amo tanto.- e si lasciò annegare nell’abbraccio del ragazzo, anzi, dell’uomo. Lui le sorrise e pensò che in fondo, aveva ragione. L’unica cosa certa era che Ursa gli aveva cambiato la vita e la riunione di famiglia l’aveva scosso completamente.
- Certo che tua madre è incredibile! Capisco da chi hai preso molte cose... e in molte cose ricordi anche tuo padre. – mormorò Mai.
- Lo so. – le sussurrò l’uomo:- Ma sappi questo: ti amo tanto.- e la baciò.
- Ehi, mi hai copiata. Non si fa così!- lo prese in giro lei:- Occhio per occhio, dente per dente. Ora ti copio io. – e fu lei a baciarlo.

Fine

Note dell’autrice:  in questa fanfic c’è molto di mio. Sinceramente, non mi ritenevo capace di scrivere storie così fluff. Io adoro Avatar in generale, in particolare tutto quello che è legato a Zuko. Quindi spero che vi piaccia. Ogni critica e recensione è bene accetta. Un saluto da
Kalia Annabeth Lily Cullen

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