The-Boy-Who-Lived di Beliar (/viewuser.php?uid=81576)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 – Il Lethifold ***
Capitolo 2: *** 2 – Azkaban ***
Capitolo 3: *** 3 – Perché? ***
Capitolo 4: *** 4 – Traditore ***
Capitolo 5: *** 5 – Nuovo ***
Capitolo 1 *** 1 – Il Lethifold ***
1 – Il Lethifold
Ho deciso all’improvviso di scrivere questa storia. Tutto è partito dal desiderio di scrivere qualcosa su “Those Voices”
canzone dal musical “A Very Potter Sequel” (se siete
anglofoni, lo potete benissimo vedere su youtube; è una
“parodia” - non offensiva, anzi scritta da fan –
della saga di Harry Potter) e poi mi è venuta un’idea per
un’altra storia e ho deciso di scrivere una raccolta.
Niente, spero che seguirete e che vi piacerà. Buona lettura.
Prompt: 98. Sospetto; numero di parole: 230.
1 – Il Lethifold
Il velo ondeggiava, misterioso, di un colore tra il grigio trasparente
e l’azzurrognolo. Harry si sentiva attratto da
quell’oggetto, sistemato al centro di un palco, sedute di pietra
intorno. Come se fosse uno spettacolo, un’inquietante recita
teatrale.
Passo dopo passo, sentiva il suo corpo richiamato dall’arco in
rovina; i suoi piedi li percepiva muoversi in quella direzione, senza
riuscire o cercare di fermarli.
Perché allontanarsi?
I suoi amici lo richiamavano, ma lui doveva sapere cosa vi fosse dietro
quel velo. Chi vi si nascondeva dietro, chi cantava quella melodia?
“La la la la la”, intonavano. Ed erano voci familiare
… poteva essere? Erano i suoi genitori?
Se erano loro, allora, doveva esistere un modo per riportarli indietro.
Bastava salire i pochi gradini, e varcare la volta.
« Li sentite? ».
Non percepì la risposta, ma poi Luna disse: « Io li sento, Harry ».
Luna cominciò a muoversi nella sua direzione. Entrambi avevano
le braccia tese, indicavano l’arco, con desiderio e domande.
« Harry, Sirius ». Proruppe Hermione.
Sirius. Si riscosse dallo stato di torpore, e ordinò agli altri di seguirlo, di non sprecare altro tempo prezioso.
Mentre cercavano gli scaffali con le sfere di vetro, Harry non poteva
smettere di pensare a quelle voci. Le conosceva, ne era certo, ed era
pure sicuro che fossero quelle di Lily e James Potter.
Ma, lontano dall’influenza magnetica dell’arco, si
accorgeva che non si trattava del più innocente degli oggetti
magici, qualsiasi cosa fosse.
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Capitolo 2 *** 2 – Azkaban ***
2 – Azkaban
Prompt: 48. Follia; numero di parole: 342.
Niente altro da dire, buona lettura.
2 – Azkaban
La pazzia è un serpente che striscia lentamente sulle persone.
Dalla punta dei piedi fino a ricoprire ogni singola radice dei capelli.
Strappa via ogni riflessione e atto razionale. Si diventa animale, in
balìa del proprio istinto.
Sirius aveva osservato un numero apparentemente infinito di uomini
affondati nella perdita di sé. E ancora, ad Azkaban, non aveva
compreso se si trattasse di pazzia o di follia.
Non aveva la forza d’animo di porsi domande del genere, ma nella
sua mente, come su un taccuino, appuntava, e appuntava. Come ultima
difesa. Si trovava a pensarsi come a un bambino, sdraiato sul letto
duro e scomodo della cella, persa qualsiasi cognizione della
realtà e di cos’era Sirius Black; le urla notturne e
diurne lo confondevano, l’impaurivano, lo bloccavano. Le visite
di chi lo incriminava di aver tradito i Potter gli facevano credere di
essere stato la causa reale della loro morte.
I momenti migliori erano quando la mente gli si svuotava e riusciva a
dormire quelle che credeva fossero otto o dieci ore di seguito, senza
interruzioni; capitava una volta alla settimana, in conclusione di
centosessantotto ore di veglia con qualche sporadica pausa per
riposarsi, sempre interrotte dalle grida degli altri carcerati. (Che
tutti loro non meritassero una punizione simile, ridotti a svilimento,
persecuzione della ragione, Sirius non aveva dubbi neanche lì
dentro). Allora pensava di poter progettare la sua fuga; ma quando
tentava di trasformarsi in Animagus, la forza gli veniva a mancare,
rubata dai Dissennatori che avevano percepito la rinnovata forza.
Era un continuo annegare e affogare. E poi risalire in superficie, per brevi istanti.
“Quando si vive un’esperienza del genere è difficile dimenticare” lo aveva rassicurato Remus.
Perché ancora la notte, dopo mesi, sognava i volti disperati di
quelle persone che lui stesso aveva assicurato dietro le sbarre di
Azkaban per la sicurezza del popolo magico. Per quanto li avesse
odiati, non riusciva a credere che si potesse volere tanto per un
essere umano.
Poco dopo l’alba, Sirius spalancava gli occhi e anche se
rassicurato dalle mura poco accoglienti di Grimmauld Place, continuava
a sudare freddo e temere.
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Capitolo 3 *** 3 – Perché? ***
3 – Perché?
Nymphadora,
spesso, dalle fan dello wolfstar è un po’ maltollerata, se
non odiata. Io non so se mi sta simpatica, se la amo, se la venero e
tutte quelle cose lì. So solo che secondo me anche lei meritava
il suo “requiem”, il suo “De Profundis”. Questo
sarebbe una sorta di.
Prompt: 29. Dubbi; numero di parole: 332.
3 – Perché?
Nymphadora, da quand’era entrata a far parte a tutti gli effetti
del mondo magico, ovvero dall’approdo alla scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts, aveva avuto soltanto domande. E qualche volta,
in realtà raramente, risposte a quei quesiti.
Per quanto stimasse Silente, lui era una di quelle persone che facevano sorgere – a volte spontaneamente – altre domande, a cui non rispondeva. Naturalmente.
Il che, per una persona come Nymphadora, era abbastanza frustrante.
Aveva affrontato i primi mesi nell’Ordine della Fenice come se si
trovasse ancora tra le mura protettive prima di Hogwarts e poi
dell’Accademia; perché in realtà lei di sofferenze
ne aveva viste poche.
Suo cugino era morto. E aveva iniziato a rispolverare i vecchi
“perché” senza trovare qualcuno che riuscisse a
dirle perché.
Lei amava Remus. “Perché?”. Perché si era
innamorata di una persona che aveva perso la capacità di vivere?
Perché lo amava come se fosse l’unica cosa sensata che
avesse mai fatto?
E perché soprattutto Remus sembrava trovare quel suo amore una ragione in più per non vivere?
Doveva ammetterlo, era sempre stato un marito impeccabile, un padre
meraviglioso. Li amava, entrambi, lei e suo figlio. Ma non era
abbastanza. Odiava se stesso. Si sentiva in debito, in colpa per essere
in vita. Ma verso chi, verso cosa?
Altre domande.
E mai che ci fosse uno straccio di spiegazione, anche misera e lontana dal senso originario della richiesta.
Ma Nymphadora continuava a combattere, non smetteva mai, mentre si
sentiva la giovinezza strappata via da dosso, e nonostante questo
doveva sorridere, sempre: Remus non aveva bisogno di altri motivi per
disprezzarsi.
Riusciva a vedere il bello in mezzo alla distruzione: suo figlio, il loro matrimonio.
Ancora c’era un senso. E c’è stato fino alla fine.
Avrebbe voluto invecchiare, costruire una casa mimetizzata tra il
verde, nella serenità, vedere Teddy crescere, suo marito
acquietarsi, darsi pace una volta per tutte.
Era quello il perché di tutti, di tutto, ne era certa.
L’Avada Kedavra arrivò inaspettato. È sempre
arrivato all’improvviso, con quel lampo di luce verde senza senso.
Anche allora a Nymphadora non fu spiegato perché.
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Capitolo 4 *** 4 – Traditore ***
4 – Traditore
Ringraziamo per aver inserito tra le preferite _falsa pista_ e per aver commentato Raffy97. <3
Questo capitolo è slash, quindi se non siete interessati, lasciate perdere : D (ed è ambientata qualche tempo prima la morte dei Potter).
Prompt: 51. Ossessione (probabilmente è sprecato per una drabble, ma non ne trovavo altri); numero di parole: 240.
Colonna sonora:
“Lovesong” di Adele. Mi sono lasciata trasportare dalla
melodia, più che dal testo. Infatti il testo c’entra ben
poco.
Buona lettura.
4 – Traditore
Sirius è certo che Remus sia il traditore, ormai.
Se dovesse spiegarlo a qualcun altro, sarebbe difficile riuscire a rendere l’idea.
Ma è lo sguardo colpevole, il risentimento nei gesti affrettati, accennati, che non sono più gesti d’amore.
O forse Sirius vede soltanto ciò che preferisce, la vita
filtrata attraverso l’odio verso Remus. Perché Remus
è irraggiungibile, quanto lo era quel primo anno a Hogwarts,
muto e falsamente sorridente.
Remus che accetta le sue carezze quasi fossero ordini e gli si concede
soltanto per inerzia, ché altrimenti sembrerebbe sospetto.
E nel frattempo lo scruta, ed è una fitta allo stomaco, al
cuore. Lo scruta come se entrambi potessero morire con
un’occhiata, quell’occhiata in particolare, di
autocombustione, di disprezzo represso.
Vede l’amore che scompare mentre gli chiede di bere un
caffè insieme e Remus, in tutta risposta, sembra incuriosito e
sorpreso, tamburella le dita sulla gamba e scrolla le spalle.
Sirius è di nuovo certo sia il colpevole.
Anche soltanto di ucciderlo così. Freddamente, meditatamente, lentamente.
Sono seduti l’uno di fronte all’altro e non riesce a capire
cosa abbia fatto scomparire quella frenesia dello sfiorarsi; un tempo
avevano avuto il bisogno di toccarsi costantemente, almeno le punte
delle dita. Sirius ha l’impressione che Remus si trascini in
quella ’relazione’, e che ogni gemito o sospiro sia
dedicato a qualcun altro.
« Devo andare ». Gli dice; Sirius è incerto se
lanciargli una maledizione, o augurargli una buona giornata. Per non
sbagliare – ancora – rimane seduto e lo osserva andare via.
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Capitolo 5 *** 5 – Nuovo ***
Bill
e Fleur. Quindi si ritorna al canon. Questa coppia all’inizio mi
piaceva molto, adesso mi è indifferente. Sarà che sono
lontana dai libri di HP un po’ troppo ultimamente e la Row riesce
a rendere meravigliosi tutti.
Il ’capitolo’ non mi
piace proprio, ma se l’ho scritto significa che volevo dire
qualcosa in quel momento su questi due e su ciò di cui si parla
qui sotto. Ed io devo essere coerente a ciò che sono stata -
anche soltanto per mezz’ora. Quindi beccatevelo.
Prompt: 85. Apparenza; numero di parole: 237.
5 – Nuovo
La vita te la senti scorrere dentro, ti rinnova tutto, ti senti pronto
a far qualsiasi cosa. Se non riesci a sentirti così almeno una
volta, non hai mai veramente vissuto.
Lo sapevo che Fleur non mi avrebbe abbandonato, ma quando ho riaperto
gli occhi quella notte, trovandola lì, sveglia e preoccupata, il
sangue mi ha ribollito nelle vene, sono diventato un uomo nuovo.
« Ti amo » ha preso la mia mano, aveva la pelle fresca. Mi
sono abbandonato tutto verso di lei, verso Fleur, la salvezza. I suoi
capelli catturavano la luce, sembrava quasi fossero loro la luna, e la
pallida sfera nel cielo una squallida imitazione. Quando l’ho
capito (che per me era anche più splendente della luna e del
sole e più bella del mondo intero) ho capito anche che
l’amavo davvero – e la sensazione che fino a quel momento
avevo provato appariva minuscola, seppur enorme, in confronto al nuovo
calore.
Non se ne era andata a dormire, Fleur, così ossessionata
dall’aspetto esteriore, aveva rinunciato al suo morbido e caldo
letto, non se ne era andata, non era disgustata dal mio volto deturpato.
« Così sei anche più sexy » mi sorrise, forse riusciva a leggere i miei pensieri.
Mi baciò sulla bocca prima di intimarmi di tornare a riposare, “era stata una giornata faticosa per me”.
Catturai un’immagine di Fleur Delacour prima di tornare nel mondo
dei sogni, e fui certo che non avrei avuto incubi …
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