Cuori in cenere

di Calliphora994
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10. ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Booth era seduto alla sua scrivania, intento a giocherellare con una pallina di gommapiuma, i suoi pensieri che andavano in un’unica direzione: Temperance Brennan.

“L’hai detto anche tu: la definizione di insanità è fare la stessa cosa ancora e ancora aspettandosi un risultato differente”
“Allora cerchiamo di ottenere un risultato differente”
“Non sono una giocatrice d’azzardo, sono una scienziata. Non posso cambiare. Non so come farlo”

Gli occhi pieni di lacrime della sua partner continuavano a tormentarlo, quel “lo so” sospirato gli rimbombava nella testa.
Aveva fatto un errore, un tremendo errore. Proprio lui che non voleva mischiare il lavoro alla vita privata si era ritrovato a farlo. Come aveva potuto pensare che Temperance Brennan fosse innamorata di lui? In fondo era pur sempre la  gelida antropologa segnata dal suo passato che, sì, era riuscito a far uscire dalla sua corazza, ma non del tutto. Ma, appunto, era Bones, la sua collega e migliore amica da ormai sei anni; all’inizio si erano piaciuti, forse troppo, ma le loro differenze caratteriali li avevano  allontanati; un anno dopo il loro primo incontro si erano ritrovati e da lì era iniziata la loro partnership. Tuttavia in quel momento la domanda era: davvero erano solo partners, o erano qualcosa di più? Beh Booth era certo che Bones fosse molto più della sua partner, molto più della sua migliore amica ...Era innamorato di lei. Punto. Stop. La faccenda era chiara e cristallina come il sole. Ma lui aveva rovinato tutto,  aveva oltrepassato quella linea che lui stesso aveva tracciato, e le conseguenze erano state disastrose. In questo modo aveva ferito sia lei sia sé stesso.
I suoi pensieri furono interrotti dallo squillo del telefono.
“Booth”
“Cheri, ho un caso per te e la bella antropologa. Alza il sedere dalla sedia e vai a prenderla. Vi aspetto nel mio ufficio tra mezz’ora”
Aveva riattaccato. Senza accennare a doppi sensi tra lui e Bones, la faccenda doveva essere serissima. Booth non aveva  fatto in tempo a dire una sola parola. Ah, le donne!
Si alzò massaggiandosi gli occhi, era distrutto. La faccenda di Bones gli aveva tolto anche il sonno.
 
Parcheggiò davanti al Jeffersonian ed entrò nella struttura. Oltrepassate le porte a vetri si fermò. Bones era sulla piattaforma forense, china ad esaminare dei resti; Booth  osservò per qualche istante il suo profilo, che ormai conosceva a memoria, tante le volte in cui era rimasto ad osservarla senza che lei se ne accorgesse.
Decise di spostarsi e raggiungerla, visto che sembrava un idiota così fermo in mezzo al laboratorio con lo sguardo fisso sulla sua collega. Il bip del badge di Booth  la fece sussultare impercettibilmente, ma non distolse lo sguardo dallo scheletro.
“Ehi Bones”
“Booth”. Disse il nome del suo partner a mò di saluto, non alzò nemmeno la testa.
“Caroline ci aspetta nel suo ufficio. A quanto pare ha un  caso per noi, e sembra che sia piuttosto urgente”. Ma perché Bones non alzava la testa, perché non lo guardava?
“Booth, sono occupata, devo finire di datare questo scheletro e..” . Finalmente alzò gli occhi, e incontrando quelli di Booth, la fine della frase le morì in gola. Ritornò ad esaminare lo scheletro.
“E cosa, Bones? Forse non hai capito, ho detto che è URGENTE! Quindi, archivia quello scheletro e seguimi. CHOP CHOP!”. Disse tutto ciò con gli occhi fissi su un punto indeterminato del pavimento. Ormai lui e Bones non riuscivano più a guardarsi negli occhi.
“ D’accordo. Aspettami fuori. Tra 10 minuti ti raggiungo”
“Bene”
“Bene”
Rimasero per qualche secondo entrambi in silenzio senza guardarsi, in un imbarazzante silenzio, poi Booth girò i tacchi e uscì.
 
Era arrabbiato, Booth, già era davvero arrabbiato. Con sé stesso in primis per non esser riuscito a guardare Bones negli occhi. Ma era anche arrabbiato con lei che era stata così poco gentile e non si era nemmeno sforzata di trovare una scusa plausibile per reclinare la convocazione di Caroline. Ormai il loro rapporto era cambiato irrimediabilmente: non ci sarebbero più stati pranzi al Diner insieme, serate a casa dell’altro a chiacchierare sul divano.. niente, non ci sarebbe stato più niente di niente. In quel momento arrivò Bones.
“Eccomi”
Booth mugugnò  in risposta, non sapendo bene cosa dire,inforcò gli occhiali e partì.
Il viaggiò verso l’ufficio di Caroline durò solo venti minuti, ma sembrarono un’eternità a causa dell’atmosfera imbarazzata e del silenzio assordante nell’abitacolo.  Ci fu un unico stralcio di conversazione:
“Allora, Booth, come mai tutta questa urgenza?” . Lo sguardo di Temperance era fisso sul parabrezza di fronte a lei.
“Non lo so, Bones”. La frase gli uscì più acida di quanto avrebbe voluto, vista la rabbia repressa; ma Bones sembrò non accorgersene.
“Allora come fai a dire che è urgente se non sai neppure di cosa si tratta?” , il classico tono petulante di Temperance Brennan.
“Dal comportamento di Caroline, visto che non ha fatto nessun.. senti Bones, ti sei sempre fidata del mio istinto, fallo anche adesso, d’accordo?”, si girò a guardarla, ma i suoi occhi erano ancora rivolti al di là del parabrezza.
“D’accordo, mi fido”
“Ok”
“Ok”
Entrarono nell’edificio e presero raggiunsero il piano di Caroline in ascensore, il quale per fortuna era piuttosto affollato; non ci sarebbero stati altri silenzi imbarazzanti.
Trovarono Caroline davanti al suo ufficio che li aspettava; aveva una ruga profonda in mezzo agli occhi e l’aria stanca.
“Ce ne avete messo di tempo! Seguitemi e aprite bene le orecchie. Ah, e prima di fare domande lasciatemi finire di spiegare”
Booth e Bones si sedettero intorno al tavolo ovale della sala riunioni mentre Caroline accendeva il maxi schermo del proiettore. La prima immagine che  mostrò loro fu quella di una villa piuttosto grande, l’intonaco color rosso mattone e le rifiniture bianche. All’entrata c’era un portico, anche questo bianco, sotto il quale erano posizionate due sedie a dondolo. Sembrava la casa dei sogni di ogni pensionato.
“Questa villa è stata rasa al suolo dal fuoco una decina di giorni fa. Al suo interno sono stati ritrovati quattro cadaveri resi irriconoscibili dall’incendio. Dalle dimensioni, si tratta di due adulti e due bambini. Si crede che sia un incendio doloso, visto che in cantina sono state ritrovate delle taniche di benzina”.
Mentre parlava, Caroline faceva apparire altre immagini del proiettore; quando arrivò all’inquadratura dei cadaveri, Booth non riuscì a reprimere una smorfia. Erano così piccoli. Guardò Bones come a cercare conforto, ma vide che lei era entrata in modalità “cuore chiuso in una scatola” e la sua espressione era indecifrabile.
“D’accordo Caroline, ho capito, vuoi che io e Bones andiamo a dare un’occhiata. Qual è l’indirizzo?”
“Ti avevo detto di non interrompermi., cheri. Comunque si trova a New York”
“New York? Ma allora non dovrebbe occuparsene la polizia locale?”
“Le autorità locali brancolano nel buio, non sono nemmeno riusciti ad identificare i resti, visto che non dispongono di un antropologo forense. Il NYPD ci ha chiesto di inviare lì qualcuno che collaborasse con gli agenti incaricati di risolvere il caso. Hanno specificato che esigevano i migliori. E qui entrate in gioco voi! “
“Con questo vuoi dire che siamo i migliori”
“Beh, Booth, io sono la migliore antropologa forense in circolazione”, Bones parlò per la prima volta da quando si erano seduti.
“Brava, cheri, mi hai risparmiato una risposta che avrebbe gonfiato a sproposito l’ego del nostro agente speciale. Ma comunque voi due siete la migliore coppia investigativa dell’ FBI. Se avessimo mandato dei novellini che figura ci avremmo fatto con quegli sbruffoni del NYPD?”
“D’accordo Caroline, domattina andremo a New York e…”
“Domattina? No, non hai capito! Vi aspettano lì stasera! Gli agenti vi verranno a prendere all’aereoporto. Il vostro aereo parte tra due ore”
Temperance sussultò sulla sedia.
“Due ore?  Non ce la faremo mai a fare le valigie e raggiungere l’aereporto, Caroline”
“Senti, cheri, potete raggiungere NY anche in astronave se volete, ma l’importante è che stasera siate all’aereoporto di New York”
“Con tutto il rispetto, come può una persona come lei, laureata, credere che davvero esistano le astronavi? E’ scientificamente impossibile che..”
Booth  interruppe l’arringa scientifica di Bones, e, posandole una mano sulla schiena, la sospinse fuori dalla sala riunioni sorridendo.
“Su, Bones, ce la faremo, quanto pensi ti ci voglia per fare una valigia? In fondo staremo via solo un paio di giorni”
“Preparare una valigia in fretta e furia, mi farà sicuramente dimenticare qualcosa, e io sono abituata ad avere con me il necessario per ogni eventualità.”
“Su, Bones, non stiamo mica andando su Marte”
“Ti ci metti anche tu con queste teorie, Booth? Perché dovremmo andare su Marte a risolvere un omicidio se su Marte non ci sono esseri viventi?”
“Lascia stare, Bones, lascia stare”. Disse questo sorridendo. Era felice di essere ritornato a bisticciare con la sua Bones. Forse con il tempo le cose sarebbero tornate come prima. Forse.
 
Arrivarono all’aereoporto in tempo per un pelo.  Dopo aver ritirato i bagagli uscirono nel parcheggio e cercarono con lo sguardo l’agente che avrebbe dovuto scortarli al NYPD.  Bones scorse una macchina della polizia alla quale era appoggiata una sagoma scura. Avvicinandosi videro che era una donna.
“Salve! Siete l’agente Booth e la dottoressa Brennan?”
“Si, piacere, agente speciale Seeley Booth e lei è la mia partner, la dottoressa Temperance Brennan del Jeffersonian”
Entrambi strinsero la mano alla donna.
“Io sono l’agente Kate Beckett del NYPD. Seguitemi, vi scorterò in centrale così potremo fare il punto della situazione”
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Mentre la pioggia scendeva incessante su New York, un’auto viaggiava verso la stazione di polizia.

“Mi scuso davvero per l’orario impossibile, ma il procuratore ha davvero fretta di chiudere il caso. Quindi, prima ci mettiamo al lavoro e prima potrete tornarvene a casa.”  L’agente Beckett parlava con tono autoritario, ma un mezzo sorriso addolciva i suoi lineamenti.
“Non si preoccupi, agente, siamo abituati a certi ritmi lavorativi. Quando abbiamo un caso, non ci fermiamo finchè non acciuffiamo il colpevole.”

Booth era seduto sul sedile anteriore di fianco a Beckett e rispondendole, le aveva sorriso. Non era uno dei soliti sorrisi smaglianti “alla Booth”, no di certo, era più un sorriso stanco di cortesia.. ma era comunque un sorriso e questo disturbava Bones. Seduta sul sedile posteriore poteva tenere sotto controllo sia Booth sia l’agente Beckett. Improvvisamente le tornarono in mente le parole che Booth le aveva detto qualche giorno prima:

“Ma devo andare avanti. Devo trovare qualcuno che possa amarmi per i prossimi 30, 40 o 50 anni”
“Lo so”

Brennan lo sapeva infatti. Sapeva di non essere la persona giusta per Booth, sapeva di non essere.. abbastanza. Perché lui si meritava davvero che una donna lo amasse per tutto quel tempo, solo che non poteva essere lei quella donna. Si era rassegnata, si era messa il cuore in pace. Non poteva amare Booth, non DOVEVA. Era contro la sua natura, non rientrava nei suoi principi.   Ma allora perché aveva quella specie di stretta al cuore quando lo sorprendeva a guardare l’agente Beckett? Perché non aveva un’ipotesi scientifica a tutto ciò?
Non poteva negare che Beckett fosse ben strutturata. Aveva i tratti del viso decisi e al contempo delicati. Da quello che aveva potuto vedere poco prima era anche abbastanza alta, e pensare che non portava i tacchi.
 Antropologicamente parlando, sarebbe stata adatta per Booth. I suoi capelli inoltre erano castano chiaro e aveva gli occhi di un bel colore nocciola, quasi belli come quelli del suo partner… ecco che tornava il pensiero fisso di Booth, maledizione!
“..in albergo, Bones?”
Temperance riemerse dai suoi pensieri.
“Cosa? Scusa ero sovrappensiero”
“Me ne sono accorto”
“Scusa, ma se te ne eri accorto perché hai continuato a parlare?”
“Bones, perfavore non cominciare.. non davanti all’agente Beckett..” Booth aveva detto l’ultima parte della frase tra i denti e voltato verso Bones.
“Booth, capisco che tu voglia far bella figura davanti all’agente. Sai, antropologicamente parlando, quando un uomo conosce una donna attraente e adatta all’accoppiamento ..”
“Ok Bones, stop, ho capito! Comunque ti avevo semplicemente chiesto se vuoi andare in albergo, non credo che sia necessaria la tua presenza in centrale per oggi..”
“Non zittirmi, Booth! E comunque siamo partners, dove vai tu vengo anch’io. Siamo una squadra, giusto?”
Brennan aveva risposto automaticamente e , per una volta, senza pensare. Non voleva lasciarlo solo con Beckett.
Intanto l’agente aveva seguito il loro scambio divertita e si era dovuta trattenere per non scoppiare a ridere. Ah,i bisticci di quei due somigliavano così tanto a quelli di due persone che lei conosceva molto bene..
L’auto si fermò e i tre fecero una corsa fino alla porta della stazione di polizia. Entrando, Booth mise come al solito una mano sulla schiena di Bones; anche se per era un gesto automatico che Booth non si rendeva nemmeno conto di compiere,  per Brennan era invece un porto sicuro che la faceva sentire sempre e comunque protetta e amata.
La sede del NYPD era molto diversa dalla sede dell’ FBI. Innanzitutto era come paragonare uno sgabuzzino delle scope ad una villa, ma non in modo dispregiativo: aveva dei mattoni a vista che le donavano un’atmosfera calda e accogliente, in forte contrasto con la bufera che si stava scatenando all’esterno.
Booth, Temperance e Beckett attraversarono uno stanzone facendo lo slalom tra le scrivanie vuote, ormai dovevano essere tutti andati a casa.
.. Oppure no.Girato l’angolo si trovarono di fronte ad una scrivania sulla quale erano poggiate due paia di piedi. Due uomini erano stravaccati sulle sedie con in grembo un cartone di pizza e stavano guardando una partita di baseball alla tv. Dovevano avere più o meno una quarantina d’anni, uno era biondo con gli occhi azzurri e l’altro era moro e con la pelle mulatta.
“Vi lascio da soli per meno di un’ora a revisionare i fascicoli del caso e vi ritrovo a guardare la tv?” Poi si girò verso Booth e Brennan, dicendo:
“Vi presento i miei vice, l’agente Ryan e l’agente Esposito. Tranquilli, non sono sempre così sfaticati. A volte sono anche peggio”  Ogni parola di Beckett trasudava comunque affetto verso i suoi colleghi.
Si strinsero le mani e si diressero tutti e cinque in una stanzetta dove c’erano quattro lavagnette bianche. Su di esse c’erano delle scritte riguardanti il caso della villa e delle foto, la maggior parte erano quelle che Caroline aveva mostrato loro poco prima.
“Allora.. circa dieci giorni fa è arrivata ai pompieri una chiamata anonima che diceva che una villa, Villa Camelia, poco fuori New York, stava andando a fuoco.  I pompieri, dopo aver spento l’incendio, sono rientrati per un sopralluogo ed hanno trovato quattro cadaveri carbonizzati. La nostra patologa forense, non ha potuto far niente per aiutare nell’identificazione, tuttavia sospettiamo che si tratti dei due anziani coniugi che abitavano lì e dei loro nipotini, ma non possiamo esserne del tutto certi. Per questo abbiamo bisogno di un antropologo forense.”
“Quelle sono  le foto delle probabili vittime?” Brennan stava indicando quattro foto su una delle lavagnette.
“Esatto, dottoressa. I due anziani sono Peter Silkwood  e Amanda Pace”
“Sono italiani?” Booth continuava a prendere appunti.
“La donna sì, è di origini pugliesi. Il marito, invece è sempre vissuto nei dintorni di New York. Invece, i due bambini sono Violet e Kevin Silkwood, figli di Jim Silkwood, figlio dei due coniugi. Avevano 6 e 8 anni. Ma tutto sta nel riuscire ad identificare i corpi”
“D’accordo, abbiamo capito il perché avevate bisogno di Bon.. della dottoressa Brennan, ma perché avete richiesto anche un agente dell’ FBI?”
“Vede, agente Booth, quando i tecnici della scientifica sono andati a fare i rilievi alla villa, hanno trovato dei resti di taniche di benzina che fanno pensare che l’incendio sia doloso. Andati a dare la notizia dell’incendio a Jim, abbiamo trovato solo sua moglie Abigail  in casa e ci ha detto che il marito non era tornato la notte; inoltre in garage non c’era la macchina di Jim e Abigail… Jim va sempre al lavoro a piedi. Questo fa ricadere tutti i sospetti su di lui.”
“La scientifica non ha trovato altro di rilevante?”
“Si, su uno dei cadaveri hanno trovato i resti di un qualcosa di bruciato, ma non sono riusciti a capire di cosa si tratti. Anche analizzando il terriccio del giardino non hanno trovato niente di importante”.
“Potremmo mandare tutto al Jeffersonian, domani, che ne dici Booth?”
“Si, Bones, hai ragione, magari Hodgins riesce a trovare qualcosa”
In quel momento Esposito si affacciò alla porta.
“Io e Ryan stiamo per ordinare un’altra pizza, volete qualcosa?”
Brennan e Booth dissero  in coro “Cibo Thailandese” e si sorrisero. Sì, c’erano buone possibilità che le cose tra di loro si sarebbero sistemate.
Booth, Brennan e Beckett passarono tutta la notte ad esaminare fascicoli, atti di compravendita, bollette e qualsiasi altra cosa che potesse  rivelare il perché qualcuno  avesse dovuto uccidere in quel modo due anziani innocenti ed i loro nipoti. Tutto sembrava portare al genero Jim, ma il movente non reggeva, o meglio, il movente non esisteva, visto che l’omicidio dei due bambini pareva non avere senso.
Verso le 7.30 Booth e Bones decisero di comune accordo che non sarebbero stati ancora molto produttivi senza una doccia ed una bella dormita. L’agente Beckett si era offerta di accompagnarli in albergo prima di andarsi a rinfrescare anche lei. Mentre si stavano alzando, arrivò un uomo che porse a Beckett un caffè.
Era alto, molto alto. Bones lo avrebbe definito “ben strutturato”.
“Ehy, Beckett, che aria sbattuta. Nottata pesante?”
“Sai, Castle, non tutti stanno in questa centrale solo per guardare. Comunque ti presento l’agente Booth e la dottoressa Brennan. Ci aiuteranno con il caso della villa.”
Bones, che fino a quel momento era stata di spalle per mettersi il cappotto, si girò.
“Rick! Ma che ci fai qui?”
“Temperance non ci posso credere! Che coincidenza!” I due si abbracciarono affettuosamente.
“Non mi hai ancora risposto, come mai ti trovi qui?”
L’agente Beckett rispose al posto di Rick.
“Castle è qui per osservare come funziona una centrale di polizia. Prende spunti per i suoi libri”.
Booth, che aveva seguito lo scambio in silenzio fino a quel momento chiese agitando il dito da Bones a Castle e viceversa
“Voi due vi conoscete?”
“Certo, Booth. Scriviamo per lo stesso editore. “
Booth tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna tra Bones e Castle non c’era stato QUEL tipo di relazione…
Uscendo, Booth e Brennan incrociarono Ryan ed Esposito che arrivavano. I quattro si salutarono e proseguirono in direzioni opposte.
Quando furono abbastanza lontani, Ryan guardò Esposito e disse
“Dieci dollari che quei due vanno a letto insieme”
“Andata”

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Capitolo 3
*** 3 ***


Brennan aveva identificato gli scheletri di Amanda Violet e Kevin,le ci era voluta tutta la mattinata perché le ossa erano rimaste piuttosto danneggiate. Ora stava iniziando ad esaminare i resti  dell’ultima vittima, che si supponeva essere Peter Silkwood; la assisteva la dottoressa Lanie Parish, patologa forense del NYPD.
Bones accese il registratore e cominciò: “Maschio, caucasico, le ossa al di sotto dello sterno sono molto danneggiate, forse a causa del crollo del soffitto della casa;  i marker dell’età, quindi, sono quasi completamente inutilizzabili, a parte il cranio. La fusione delle ossa del cranio, appunto, è completa, quindi l’età si colloca tra i 45 e i 50 anni”
“45 e 50 anni? Non si presupponeva che la vittima fosse anziana?” la dottoressa Parish sembrava confusa “Magari ha sbagliato la stima dell’età o il teschio è anomalo..”
“Le ossa non sbagliano mai, dottoressa. Come me. Ci sarà un motivo per cui sono considerata la migliore nel mio campo, non crede?” Bones era stata forse troppo dura, ma era ancora nervosa per quello che era successo in albergo. O meglio per quello che non era successo.
Arrivati alla reception, Brennan era rimasta un po’ delusa nel sapere che a lei e a Booth erano state date due camere separate, e non sapeva neanche lei il perché di questa reazione inconscia. Se davvero avesse voluto avere una relazione non solo lavorativa con lui, non si sarebbe opposta al suo bacio. Ed ecco che i pensieri ritornavano a quella sera fuori dall’ufficio di Sweets, un po’ come il gatto che si morde la coda.
Bones era ritornata così tante volte con la mente a quella sera, che se quel ricordo fosse stato un oggetto solido, lo avrebbe consumato e usurato. E tutto ciò era irrazionale, tremendamente irrazionale, quasi come lo sconforto che aveva provato quando Booth l’aveva salutata solamente con un “A dopo, Bones”; neanche un “Buonanotte”o “Dormi bene”, d’accordo che tecnicamente non era notte, però…
Brennan decise che doveva dimenticarlo, non si era mai sentita così.. vulnerabile. E la cosa non le piaceva, occorreva che chiudesse i pensieri rivolti a Booth in una scatola, ma dentro un’altra scatola c’era pure il suo cuore.. metaforicamente parlando, ovviamente.
Per far cambiare rotta ai suoi pensieri, prese il computer e chiamò il Jeffersonian. Sullo schermo apparve Angela con un sorriso che si estendeva da un orecchio all’altro.
“Ehy, tesoro, che aria stanca, vi siete dati da fare tu e Booth stanotte..” Angela fece l’occhiolino all’amica.
“Angela, abbiamo solo lavorato fino a tardi. Non abbiamo praticamente chiuso occhio”
“Lavorato, si si.. Oh ma non sei sola?”
“No, infatti, ti presento la dottoressa Parish. Dottoressa Parish, lei è Angela Montenegro, si occupa delle ricostruzioni forensi”
Le due si salutarono con un “Piacere”
“Comunque, ti avevo chiamata per sapere se erano arrivati i particolati ad Hodgins”
“Certo, e credo che abbia già finito di analizzarli. Te lo vado a chiamare. Ci sentiamo dolcezza, e, mi raccomando dacci dentro”
Bones non fece neanche in tempo a ribattere che Angela era già sparita ridendo. Poco dopo arrivò Hodgins.
“Ciao, dottoressa B. Come va a New York?”
“Tutto bene, grazie. Hai analizzato i particolati?”
“Certo, su quelli prelevati dal terreno non ho trovato niente. Ma quello che hai trovato sul cadavere, sono riuscito ad identificarlo come Camelli Japonica, per gli amici Camelia. Ti può essere utile?”
“Per adesso non credo. Ma ora chiamo Booth e lo aggiorno. A presto”
 
Intanto al distretto Ryan ed Esposito stavano ancora controllando dei fascicoli riguardanti il caso.
“Sai che Castle è amico dell’antropologa?”
“Dici davvero?”
“Si, pare abbiano lo stesso editore. Potremo chiedere a lui se sa qualcosa della loro “situazione sentimentale” “ Ryan mimò le virgolette in modo enfatico con le mani.
“Ehy, eccolo che arriva”
I due tenenti si alzarono e andarono incontro a Rick. Esposito prese lo prese a braccetto da una parte e Ryan dall’altra.
“Caaastle.. come va? Hai voglia di un caffè?” Lui guardò i due uomini corrucciato, ma si fece trascinare nella stanza della macchina del caffè.
“Beckett è con Booth e Brennan?”
“Mmmmh più o meno, mi ha detto che andava con l’agente Booth a fare un altro sopralluogo della casa”
Esposito guardò Ryan come per dire “Te l’avevo detto che quei due non sono sempre insieme”
“Ehi ehi ehi! Voi mi nascondete qualcosa. Sputate il rospo” Castle continuava a spostare lo sguardo da Ryan ad Esposito e da Esposito a Ryan.
“D’accordo. Io dico che Booth e Brennan vanno a letto insieme. Esposito invece pensa che siano soltanto colleghi molto affiatati. Abbiamo scommesso 10 dollari, e visto che tu conosci Brennan magari potresti sapere qualcosa”
Castle mise prontamente una banconota sul tavolo “Non so niente, ma ci sto. Questa sera cercherò di estorcere informazioni a Tempe”
In quel momento entrarono anche Booth e Beckett, i tre misero le braccia sul tavolo per nascondere le banconote e Beckett cominciò a sospettare qualcosa.
“L’asilo ha riaperto a quanto vedo. Castle, non avevi detto che saresti venuto con me e Booth a fare il sopralluogo?”
“Si, scusa, ho dovuto accompagnare mia madre a fare un provino. Ma ora eccomi qui”
Intanto il cellulare di Booth prese a squillare.
“Booth”
“Booth sono io. Ho finito di esaminare gli scheletri e abbiamo una complicazione con lo scheletro dell’uomo”
“Cosa intendi per complicazione, Bones?”
“Secondo la nostra ricostruzione, lo scheletro avrebbe dovuto appartenere ad un individuo sui 70 anni, ma dalla saldatura dell’osso parietale..”
“Vai al dunque, ti prego”
“Lo scheletro appartiene ad un individuo poco più quarantacinquenne”
“Oh”
“E c’è dell’altro. Ho parlato con Hodgins e mi ha detto che il particolati trovati sul corpo di Amanda, sono camelie bruciate”
“D’accordo, grazie Bones. Riferisco agli altri e poi ti passo a prendere. A dopo”
Booth riagganciò e spiegò agli ai quattro la situazione. Lui sarebbe andato a riprendere Bones ed insieme avrebbero rivisto tutte le prove, Ryan ed Esposito sarebbero andati a controllare se qualcuno avesse visto la macchina di Jim, Castle e Beckett sarebbero andati a riinterrogare Abigail alla luce delle novità.
 
“Secondo te c’è del tenero tra Tempe e l’agente Booth?”
“Non lo so, Castle, e sinceramente non me ne importa granchè. Quei due sono qui per aiutarci con il caso, non per giocare alla famigliola felice con noi”
Rick guardò Beckett alzando in sopracciglio e arricciando impercettibilmente le labbra.
“Non fare quella faccia maliziosa con me, Castle, sai che non attacca” Dicendo ciò, la voce di Kate si era leggermente incrinata ed aveva abbassato lo sguardo.
“Come, vuoi, ma comunque se c’è qualcosa tra loro, lo scopriremo stasera”
“Li hai invitati alla festa per la presentazione del tuo libro?”
“Certo, Tempe è una mia amica.  Così prendo due piccioni con una fava”
Beckett fece in tempo a guardarlo esasperata, prima di suonare il campanello di casa Silkwood Jr.
 

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Capitolo 4
*** 4 ***


“Quindi, ricapitolando, abbiamo i cadaveri di Amanda, Violet, Kevin e.. Jim?”
“Esatto. Avevo notato delle otturazioni sui denti, così ho chiamato il dentista di famiglia che mi ha mandato la documentazione odontoiatrica di tutta la famiglia. C’è corrispondenza totale con le lastre di Jim”
“Questo caso diventa sempre più complicato..” Booth continuava a scuotere la testa mentre si dirigeva insieme a Bones verso il NYPD.
“Ho già avvertito Kate, mentre ti stavi cambiando”
“Mmmmh.. bene, ci aspetta in centrale?” Kate? Adesso la chiamava Kate. Ma bene.
“Si, lei e Castle erano in macchina quando li ho chiamati.Hanno deciso di fermare Abigail dopo aver sentito gli ultimi sviluppi. Povera donna..”
“Beh, senza prove non puoi giudicare, Booth. Magari è stata lei ad appiccare l’incendio”
“Bones, ma devi essere sempre così cinica? Non provi neanche un po’ di compassione per lei? Ha perso i figli, la madre, il marito e forse anche il padre!”
“Mi attengo ai fatti” Booth dovette mordersi la lingua per non ricominciare a punzecchiarla. Non sarebbe mai cambiata. Glielo aveva detto.
 
Nella stanza degli interrogatori, Abigail sedeva di fronte a Beckett e Booth; Bones e Castle erano appoggiati al muro alle spalle dei due agenti.
“Quindi, signora Silkwood, quel pomeriggio, il padre di suo marito aveva insistito perché lei portasse i suoi figli a giocare lì?”
“Sì” Abigail aveva la voce spezzata dai singhiozzi “Credevo che volesse passare ancora un po’ di tempo con i nipoti.. non gli rimaneva molto tempo ormai..”
“Cosa intende?”
“Mio suocero aveva un cancro ai polmoni, glielo hanno diagnosticato un paio di mesi fa. Gli hanno dato al massimo sei mesi di vita”. Il suo tono di voce sembrò essersi indurito mentre aveva parlato di Peter. E Beckett se n’era accorta.
“Signora Silkwood, a cosa è dovuto il suo repentino cambiamento nel tono della voce?”
“Cosa? Io non…”
“Adesso glielo dico io come sono andate le cose” Booth ormai era spazientito, probabilmente non vedeva l’ora di chiudere il caso e di tornare a Washington “Mi sembra ovvio che lei e i suoi suoceri non andavate molto d’accordo, così ha deciso di toglierli di mezzo; per qualche sfortunata coincidenza, suo marito e i suoi figli si sono trovati coinvolti e il suo piano le si è ritorto contro” Questa ipotesi non reggeva, Booth lo sapeva e anche Beckett. Si girò e gli sussurrò “Controllati. Capisco che tu sia stanco, ma non puoi aggredirla così”
“Si, scusami, la stanchezza gioca brutti scherzi. Continua tu”
Appena i due agenti rivolsero lo sguardo alla donna, lei abbassò gli occhi e cominciò a parlare.
“Si, io e i genitori di Peter non siamo.. non eravamo in buoni rapporti. Hanno sempre ostacolato la nostra relazione, anche dopo la nascita dei nostri figli. Tuttavia adoravano quei bambini, insistevano sempre per passare più tempo con loro, come quel pomeriggio. Non li avrei mai uccisi, credetemi.. non avrei mai fatto una cosa del genere..” Abigail scoppiò a piangere.
Bones aveva lo sguardo fisso sulla schiena di Booth, quasi a volergli far sentire il suo sostegno. Castle, invece, distolse lo sguardo dalla schiena di Beckett e si rivolse a Temperance.
“Secondo me è sincera..”
“Rick, per favore non cominciare anche tu! Come potete sostenere che una persona sia colpevole o innocente senza averne le prove?”
“E’ il mio istinto da scrittore di gialli”
“Anche io scrivo gialli, ma non me la sento di fare congetture, almeno finchè non troveremo altre prove. Magari più tardi si potrebbe tornare a villa Camelia..”
Castle strinse leggermente gli occhi e poi li riaprì di colpo, il tutto in meno di un secondo.
“Temperance, sei un genio!”
“Lo so, il mio quoziente intellettivo è molto elevato e la mia curva di apprendimento..” Rick non la lasciò finire, si diresse verso Beckett e le sussurrò qualcosa all’orecchio; poi tornò ad appoggiarsi al muro di fianco a Bones.
“Ora stai a vedere”
 
“Signora Silkman, la villa dei suoi suoceri si chiamava Villa Magnolia.. c’è un motivo in particolare?”
“Le magnolie.” Abigail sembrò sorpresa “Oh, si certo. Vede, quello è sempre stato il fiore dei miei suoceri, il simbolo del loro amore. Jim mi ha raccontato che Peter, la prima volta che ha visto Amanda, al laghetto Swan, ne è rimasto folgorato; così ha cominciato a corteggiarla, si sono fidanzati, ma poi hanno capito di essere incompatibili e qualche tempo dopo, a causa di una terribile litigata, si sono lasciati. Peter non riusciva a dimenticarla e allora ha cominciato a mandarle ogni giorno una magnolia, che era il fiore preferito di Amanda. Alla fine, lei ha ceduto e, dopo un lungo fidanzamento, si sono sposati; al matrimonio il bouquet  di Amanda era composto solo di magnolie e, quando hanno comprato la villa, l’hanno chiamata Villa Magnolia. Secondo Jim, la magnolia è il simbolo che l’amore può annullare le differenze tra due persone, perché se si amano davvero, non possono fare a meno di stare insieme. E’ il destino.” La signora Silkman aveva di nuovo gli occhi lucidi. Booth e Beckett avevano ascoltato la storia stando in silenzio, entrambi rapiti da quella favola d’amore moderna.
Dopo qualche secondo, Beckett si alzò e porse la mano ad Abigail.
“Signora Silkman, grazie per la sua collaborazione. Appena avremo novità, la contatteremo”
Booth sembrava assorto e pensieroso, non si era neanche accorto che Bones gli si era avvicinata.
“Booth, tutto bene?” Lui, sembrò riemergere dai suoi pensieri
“Sì, Bones, scusa. E’ che prima ho perso il controllo con quella povera donna.. non volevo. Non riesco proprio a capire come non ci possa essere una prova o un indizio che ci aiuti a far luce su questo caso e la cosa mi frustra.”
“Hodgins sta ancora analizzando i particolati, magari troverà qualcosa”
“Già. Sai, Bones, è incredibile come tu riesca ad evitare i discorsi che cadono sul personale” Booth si alzò e mise una mano sulla schiena di Brennan accompagnandola verso la porta “Ma ora andiamo, ci aspetta una luuuunga serata”
 
 
La macchina che li avrebbe dovuti portare alla presentazione del libro li stava aspettando all’entrata dell’albergo. Booth bussò alla porta di Bones per vedere se era pronta. Quando lei aprì, Booth dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non dire qualcosa di inappropriato.
“Bones.. sei.. W O W. Castle sa davvero il fatto suo” Temperance indossava un vestito blu scuro, senza spalline, fasciato in vita lungo fino ai piedi, e aveva i capelli raccolti in modo da lasciarle scoperto il collo. Booth non riusciva a smettere di guardarla.
“Grazie.. Anche te stai bene. Rick è stato davvero bravo a scegliere i vestiti” Temperance era arrossita al complimento di Booth e aveva abbassato lo sguardo, ma doveva ammettere che anche lui in smoking faceva la sua bella figura; nessuno dei due sapeva più che dire e entrambi continuavano a guardarsi i piedi. Fu Booth a rompere il silenzio
“Allora, vogliamo andare?”
“Si..certo” Brennan aveva risposto in un soffio.
Durante il tragitto verso la macchina, Booth non mise la mano sulla schiena della collega, aveva paura di sfiorare la sua pelle, aveva paura di perdere il controllo.
In macchina, si scrutarono a vicenda, seduti ai lati opposti dei sedili posteriori ; Booth guardava Bones quando lei non poteva vederlo, e appena lei si girava lui distoglieva lo sguardo e viceversa.
L’atmosfera si stava facendo al contempo pesante ed elettrica.
Ad un certo punto, Bones appoggiò distrattamente la mano sul sedile che la separava da Booth, e lui combattè una battaglia interiore soppesando se prenderla meno, probabilmente lei non avrebbe voluto che lo facesse, ma Booth lo fece lo stesso; quando stava per appoggiare la sua mano su quella di Bones, la macchina frenò e lei si ricompose, allontanando la mano. Temperance non si era nemmeno accorta della mano titubante di Booth che si stava per poggiare sulla sua.
 
Fuori dal locale era pieno di gente, non si sarebbero mai immaginati che la presentazione sarebbe stata in stile “festa vip”, entrambi erano rimasti a bocca aperta.
Entrati, si ritrovarono in una grande sala, piena di piramidi composte da copie del libro e di sagome di cartone raffiguranti Castle.
“Bones, promettimi che non farai mai una cosa del genere”
“Puoi starne certo”
La prima parte della serata trascorse tranquilla, Bones e Booth, dopo essersi ripresi dallo shock, fecero il giro della sala sempre l’uno accanto all’altra, anche quando Temperance veniva riconosciuta e fermata per avere un autografo, o per stringere la mano e chiacchierare con qualche suo fan.
Ad un certo punto intravidero tra la folla Ryan ed Esposito che li salutavano e si avvicinavano.
“Allora, che ve ne pare?” disse Ryan “Castle fa le cose in grande”
“Già, ce ne siamo accorti. Non ho mai visto una cosa del genere”
“Agente Booth, godiamoci questa occasione per distrarci dal caso, ci farà bene”
Cominciò un vociare che si faceva sempre più forte, si riuscivano a comprendere solo frammenti di frasi
“.. Nikki Heat”
“E’ arrivata la protagonista”
I due non capivano di chi si stesse parlando, finchè non videro comparire Beckett sulla porta; anche lei era bellissima quella sera, aveva un vestito lungo scollato che le cadeva evidenziando le sue forme e teneva i capelli sciolti, arricciati ad arte e tenuti in ordine da dei fermagli d’argento. Salutò gli agenti e si diresse verso Castle, che la aspettava accanto ad una pila di libri.
Booth e Brennan si sentirono di troppo, come se stessero osservando una scena privata e si diressero verso la sala adiacente; Ryan ed Esposito rimasero ad osservare la scena tra Castle e Beckett come se fossero al cinema,  mancavano loro solo i pop corn.
“Sei.. stupenda stasera”
“Grazie, Castle. Ryan ed Esposito mi hanno detto della dedica, è stato un pensiero davvero carino” Kate aveva un sorriso tirato ed imbarazzato, non sapeva che dire e che fare, non si sentiva a suo agio in quel posto.
“Senti, stavo pensando…” Rick le si fece più vicino e Beckett capì che cosa stava per accadere ed era pronta; la sua non poteva essere soltanto una cotta per il suo scrittore preferito, era qualcosa di più.. profondo. Non poteva più nascondersi dietro il suo comportamento distaccato e scocciato, Castle le aveva letto dentro e aveva compreso i suoi reali sentimenti. Sospettava che Rick li ricambiasse, ma fino a quel momento non ne era mai stata pienamente sicura.
“Si..?” Era sempre più vicino.
“Stavo pensando che forse abbiamo sbagliato punto di vista, insomma abbiamo iniziato con il piede sbagliato”
“A che cosa ti riferisci Castle?” Stava per succedere. Mancava davvero poco. Pochi secondi e pochi centimetri.
“Al caso”
“Al caso??” Beckett era incredula, tutto questo giro di parole e di pensieri per niente. La delusione le si leggeva in faccia.
“Certo, a che cosa pensavi mi riferissi?”
“A niente, vai avanti, sentiamo questa intuizione geniale”
“Ecco, ho pensato che abbiamo sbagliato a credere che Peter debba essere necessariamente morto, chi altro avrebbe lasciato una magnolia sul corpo di Amanda?”
Beckett era corrucciata, stava seriamente valutando l’ipotesi.
“Forse non hai tutti i torti, ma quale sarebbe il movente?”
“Non ne ho la più pallida idea, ma credo che dobbiamo arrestarlo subito, prima che commetta qualche altra pazzia.”
“Certo, un matto del genere non può essere lasciato a piede libero. E forse so anche come possiamo fare a trovarlo. Io vado un attimo in bagno, tu, intanto, vai a cercare Booth e Brennan”
 
 
I due partner, intanto, erano seduti su un divanetto posto sotto la finestra, nella stanza accanto, stranamente deserta. Erano seduti a distanza di sicurezza ed entrambi avevano lo sguardo fisso davanti a sé.
“Booth, che cos’hai stasera? Sei strano.. “
“Nulla, Bones, te l’ho già detto. Sono solo stanco e un po’ demoralizzato”
“Per il caso?”
“Si.. per il caso”
“Andiamo, me ne sono accorta perfino io che sei rimasto scosso dall’interrogatorio di Abigail. Cos’è che ti ha colpito in questo modo? Sai che a me puoi dirlo, ”
“Vuoi davvero sapere cos’è che mi ha fatto così male, Bones?Bene, allora te lo dico: sai la storia di Amanda e Peter? Ecco, mi ha ricordato la nostra”
“In che senso? Quei due sono morti”
“Metaforicamente, Bones”
“Spiegati”
“Ecco, Amanda e Peter, credevano che la loro fosse una storia impossibile, che fossero troppo diversi, ma, come ha detto Jim, l’amore ha vinto. E io credo che l’amore vinca sempre, è il destino. E adesso, non so perché ti sto dicendo queste cose, Bones, soprattutto dopo averti promesso che sarei andato avanti e che avremo continuato ad essere solo colleghi. Dopotutto tu non credi neanche nel destino..”
Booth si girò verso Temperance che intanto gli si era fatta più vicina, molto vicina, e lo stava guardando negli occhi; la sua espressione era indecifrabile. Entrambi potevano sentire il respiro dell’altro sul proprio volto.
“Vedi, Booth, io..”
“Ragazzi”
I due sussultarono, si allontanarono e si ricomposero, ma avevano ancora il respiro affannato.
“Scusate, ho.. interrotto qualcosa?” Castle entrò nella stanza.
“No, Rick, figurati, stavamo solo parlando”
“D’accordo.. allora io e Beckett abbiamo avuto un’intuizione sul caso e credo dobbiate venire con noi”
“Certo, io però prima devo andare un attimo in bagno..”
“Ok, Bones, io è meglio che vada in macchina con Castle..”
“Si, Booth, è meglio davvero. Io allora cercherò Beckett e andrò con lei” Detto questo, Temperance si defilò velocemente dalla stanza.
“Ma cos’hanno questa sera che devono andare tutte in bagno?” Rick si girò con aria interrogativa verso Booth, il quale sembrava appena uscito da una centrifuga
“Non lo so, Castle, davvero non riesco a capire le donne”

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Capitolo 5
*** 5 ***


Brennan attraversò la sala principale a passo veloce e si chiuse la porta del bagno alle spalle, si appoggiò ad essa e si sedette chiudendo gli occhi.
Cosa sarebbe successo se non fosse arrivato Rick? Avrebbero continuato quel discorso assurdo sull’amore che vince sempre.. e poi? E poi si sarebbero avvicinati e avrebbero colmato la poca distanza che li separava. Si sarebbero baciati, logico, ovvio, palese.
Certo, non poteva negare di aver pensato più di una volta a come sarebbe stato baciare Booth senza ricatti e senza litri di Tequila nello stomaco; ma ogni volta scacciava quel pensiero come fosse stato una mosca fastidiosa, perché baciare Booth sarebbe stata la cosa meno razionale e sensata di questo mondo. Per questo, appena lui l’aveva baciata, lo aveva respinto, proprio quando il suo cervello aveva realizzato e analizzato la situazione in cui si trovava. In certi momenti avrebbe voluto scollegare il cervello, ma questo era scientificamente impossibile.
Temperance sbuffò e appoggiò la testa alla porta.
Ma perché doveva essere tutto così tremendamente difficile? La frase “siamo solo colleghi” ormai la dicevano come se fosse una filastrocca per bambini, automaticamente, senza convinzione né da parte sua né da parte di Booth. I sentimenti che Booth provava per lei erano palesi, e per lei, lui non era semplicemente un amico. Tempo prima Avalon Armonia, un’indovina amica di Angela, le aveva detto che Booth vedeva la sua vera essenza, e ne era abbagliato, ma Bones non credeva che il suo cuore potesse essere aperto come quello di Booth; era lei ad essere sbagliata, non lui.
La cosa più assurda era che una piccola parte di Bones avrebbe voluto rispondere al bacio di qualche sera prima davanti all’ufficio di Sweets, quella stessa piccola parte che l’aveva spinta a farsi più vicina a lui poco prima. La sensazione che le aveva lasciato la vicinanza di Booth, il suo profumo sotto il naso, era indescrivibile, non sapeva come definirla e questo la frustava, le faceva sembrare tutto così dannatamente sbagliato; perché ciò che è giusto, ciò che è vero, è spiegabile scientificamente.
Non poteva continuare così, si alzò e andò davanti allo specchio; fissò la sua immagine riflessa, occhi azzurri che fissavano occhi azzurri, cercando una risposta che non arrivava e che forse non sarebbe arrivata mai. In quel momento apparve Beckett alle spalle di Bones, e neanche lei sembrava aver passato una bella serata, sembrava turbata.
“Dottoressa Brennan.. tutto a posto?”
“Uhm io.. si si! Scusi, non l’avevo vista”
“Ero lì dietro..io.. avevo bisogno di un po’ di pace. Sa, c’è un caos in sala..”
“Si si lo so” Brennan non si rese conto di aver lasciato cadere il discorso con una risposta gelida. In fondo l’agente Beckett non le stava per niente simpatica, dopotutto continuava a flirtare con Booth, ma prima o poi avrebbero dovuto discuterne faccia a faccia.
Il  suo senso del dovere, convinse Temperance a ricominciare a parlare, dovevano seguire Booth e Castle per cercare di risolvere  il caso.
“Rick mi ha detto che avete avuto un’intuizione, lui è già in strada con Booth, avevo intenzione di cercarla..”
“Oh si, certo, andiamo! Le spiego in macchina”
Kate e Brennan si avviarono scrutandosi a vicenda di sottecchi, finchè raggiunsero il parcheggio
“Dottoressa Brennan, credo di avere un po’ esagerato con il champagne del brindisi, potrebbe guidare lei?”
Che scusa stupida, pensò Kate. Non era certo ubriaca, ma si sentiva comunque stordita. Tutta colpa di Castle e di quel discorso che le aveva dato tante speranze poco prima. False speranze.
“Certo”
“E.. dottoressa Brennan?”
“Si?”
“Potremmo cominciare a darci del tu?”
“D’accordo”.
Niente, Beckett non riusciva a penetrare il muro di ghiaccio dell’antropologa. Temperance sembrava in un certo senso ostile verso di lei, ma Kate non riusciva a comprenderne il motivo, ma di certo doveva cercare di instaurare un rapporto civile, per il bene dell’indagine. Aveva bisogno di collaborazione.
 Salirono in macchina e per qualche minuto ci fu solo un silenzio imbarazzato e assordante. Poi  Beckett parlò.
“Castle ha intuito che l’unico che avrebbe potuto mettere una magnolia sul corpo di Amanda è Peter, ma è solo un’ipotesi, non  abbiamo prove; se davvero fosse come pensiamo, allora dobbiamo fare di tutto per fermare quel pazzo”. Kate era una donna decisa, pensò Temperance, una donna con gli attributi; se non lo fosse non avrebbe mai potuto fare quel mestiere. E doveva aver anche una grande pazienza a sopportare Rick per tutto il giorno. Ma ciò non gliela rendeva più simpatica
“Neanche io riesco a pensare ad un possibile movente, ma dov’è che stiamo andando?”
“Al lago Swan”
 
“Ok, Bones, noi siamo quasi arrivati. Credo comunque che Kate conosca la strada. Ci vediamo lì”
Booth chiuse la comunicazione e si rivolse a Castle.
“Bones e Kate sono appena partite, le ho detto che le aspettiamo lì, manca molto?”
“No, ci siamo quasi, se guardi avanti puoi vedere la riva”
 
Dopo pochi minuti parcheggiarono dietro un cespuglio e spensero i fari. Per un po’ il silenzio fu interrotto solo dal verso delle cicale.
“Tu e Temperance.. avete una relazione?” Era un buon momento per approfondire la sua indagine personale, voleva assolutamente vincere la scommessa con Ryan ed Esposito.
“Uhm, cosa? Io e Bones? Naaah”
Castle lo guardò di sottecchi e alzò il sopracciglio.
“Sicuro?”
Booth non riuscì più a trattenersi, aveva bisogno di sfogarsi con una persona del suo stesso sesso. Aveva bisogno di un dialogo uomo a uomo, e Castle sembrava la persona giusta con cui confidarsi. Anche se non lo conosceva bene, gli ispirava fiducia, e dopotutto era un amico di Bones.
“D’accordo, è complicato da spiegare, ma cosa sei, uno strizzacervelli?”
“E’ il mio istinto da scrittore, comunque, avanti parla”
“Ecco, io e Bones ci siamo conosciuti sei anni fa. Appena la vidi capii che era speciale, ma il nostro rapporto non funzionò e litigammo”
“Avete fatto cilecca a letto?”
“No.. intendevo il rapporto lavorativo”
“Oh” Castle sembrava deluso
“Aspetta, Castle, comunque il litigio era dovuto al fatto che dopo esserci baciati, lei non ha voluto venire a letto con me”
“Ahiahiahi..”
“Castle vuoi fare il serio e lasciarmi andare avanti? Comunque, dopo questo litigio, io e Bones siamo tornati a lavorare insieme un anno dopo. Non è stato facile, sai che ha un caratteraccio, ma negli ultimi quattro anni sono riuscito a far breccia nella sua corazza e l’ho resa più “umana”. L’anno scorso, in strane circostanze, mi sono reso conto che Bones non era più una semplice amica e allora ho deciso di confessarle i miei sentimenti.
“E lei?”
“Lei mi ha respinto, dicendo che l’FBI non ci avrebbe più lasciato lavorare insieme e che lei non pùò cambiare, che non è la donna giusta per me.”
Castle rimase in silenzio qualche secondo.
“Booth, posso dirti una cosa?”
“Dimmi”
“Ecco, è come se voi aveste scalato la montagna invece di prendere il sentiero.. un’impresa ardua. Tutti credono che voi due stiate insieme perché è la cosa più ovvia che viene in mente vedendovi. Ma, se aveste preso subito il sentiero, quando vi siete conosciuti, probabilmente la vostra relazione non sarebbe decollata, sareste scoppiati in poco tempo. La salita sarebbe stata troppo veloce e in un certo senso avreste scelto la via più semplice, non si sarebbe sviluppato quel senso di fiducia che vi lega così tanto. Certo, durante la vostra difficile salita siete scivolati molte volte, a volte tu, a volte Temperance, ma l’importante è che c’è sempre stata la mano dell’uno a tenere l’altra, vi sostenevate a vicenda. Tu hai raggiunto la cima per primo, ti sei sentito pronto a dire quello che senti, senza aspettare che anche lei fosse pronta. Il risultato è stato che con un colpo del genere l’hai fatta arretrare, scendere, ha perso l’appiglio della tua mano e si è sentita sola; conoscendo la sua storia, credo che la sua paura più grande sia quella di rivivere la sensazione dell’abbandono dei suoi genitori. Così, si è allontanata dalla cima e da te,ma ora la domanda sorge spontanea: non valeva la pena di aspettarla?”
Booth rimase qualche secondo in silenzio, pensieroso.
“Beh, ora capisco perché fai lo scrittore, i tuoi discorsi sono davvero ad effetto”
“Oh, quelli sono solo una conseguenza dei discorsi che devo ideare con mia figlia”
“Anche io ho un figlio,si chiama Parker. Ha otto anni.”
“Mia figlia si chiama Alexis e ha sedici anni”
“Età difficile”
“Già, per un padre single è piuttosto complicato. La madre di Alexis vive lontano”
“Ti capisco, anche io e la madre di Parker siamo separati. Wow, Castle, sento che andremo d’accordo”
“Sicuro, amico”
E così dicendo, Booth e Rick si diedero il pugno.
 
Temperance e Beckett erano appena arrivate al Lago Swan, vedendo la macchina dei loro partners, parcheggiarono poco lontano e spensero anche loro i freni. Anche nella loro macchina il silenzio era assordante.
“Beck..Kate, ora che dovremmo fare?”
“Aspettare per vedere se c’è ualcuno e poi scendere ad indagare. Anche se credo che vestite così non sarà molto semplice”
“Già”
Silenzio, di nuovo. Temperance pensò che fosse il momento giusto per sondare il territorio.
“Kate, posso farti una domanda?”
“Certo” Finalmente la gelida dottoressa cominciava a darle confidenza.
“Perché continui a flirtare con Booth? Vuoi andarci a letto?”
 

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Capitolo 6
*** 6 ***


A volte la natura sembra essere sincronizzata con il nostro umore e le nostre sensazioni, quando siamo arrabbiati tuona, quando siamo contenti c’è il sole; altre volte capita invece che il contrasto tra natura e sentimenti sia così accentuato da sembrare surreale. Ed era proprio quello che stava succedendo sulle rive del lago Swan, poco fuori da Washington.
La calma del lago era esattamente l’opposto della battaglia che si stava combattendo all’interno della macchina di Kate, una guerra fatta di occhiate e .. incomprensioni.
Beckett sgranò gli occhi e rimase intontita per qualche secondo, poi rispose                 
“Cosa? Davvero, credo che tu ti stia sbagliando..” vedendo Bones che la guardava negli occhi, serissima e corrucciata, scoppiò a ridere.
“Temperance, sul serio, non mi intrometterei mai tra te e Booth..”
Questa volta furono gli occhi ti di Bones ad uscire dalle orbite
“Tra me e Booth non..”
“Lasciami finire, perfavore. Si vede lontano un miglio che tu e Booth siete una coppia ormai consolidata, che vi capite con uno sguardo e che riconoscete subito i bisogni dell’altro. Io non sono il tipo di donna che credi tu. Insomma, faccio un lavoro non adatto ad una donna e per questo devo farmi rispettare, a costo di risultare acida. Non ho una relazione stabile e credo che sia dovuto a questo, perché le persone raramente vanno oltre l’apparenza, e ..”
“Aspetta, aspetta.. tra me e Booth non c’è niente, siamo solo colleghi” Un’altra volta questa frase, un’altra volta la stessa bugia.
Kate aggrottò le sopracciglia e rivolse a Bones uno sguardo confuso
“Temperance, conosco le regole dell’ FBI e credimi, so mantenere un segreto. So che se i capi di Booth sapessero che state insieme, interromperebbero la vostra partnership”
A sentire ciò Brennan cominciò a parlare scossa da una risatina isterica, poi andando avanti con il discorso diventò sempre più seria
“Kate Kate Kate fermati! Io e Booth sul serio, non stiamo insieme! Anche se antropologicamente parlando, io e lui saremmo compatibili avendo come scopo la riproduzione. Così come lo saresti anche tu, per questo ho pensato che tu ci stesti provando con lui. Sono a conoscenza di quanto sia attraente, insomma, anche io ho un debole per la sua mascella e per il suo acromion perfetto; inoltre lo considero un buon amico, sa capirmi, ormai ci conosciamo da sei anni..”
Beckett era sempre più confusa
“Non ci posso credere che tra te e Booth non ci sia niente. Ma davvero voi due non avete mai..?” Kate cominciò a fare strani gesti con le mani.
“No, mai”
“Incredibile, eppure tra voi c’è una tensione sessuale tremenda” Beckett scuoteva la testa incredula
“Una volta ci siamo baciati, anzi, due volte”
“Ah, ecco, volevo ben dire”
“La prima volta eravamo ubriachi e non eravamo molto in noi, la seconda, beh.. l’ho respinto perché non credo di essere la donna giusta per lui.  Kate, senti, se ti aspettavi un discorso tutto pettegolezzi come si vede nei film, non credo di essere la persona giusta”
“No, neanche io sono il tipo. Credo di aver capito che persona sei, Temperance, e so che fare questa ammissione ti è costato molto. Ma mi sembra di capire, correggimi se sbaglio, che tu sia pentita di aver respinto Booth”
“Ho riflettuto molto e ho concluso che è stata  la scelta più razionale..”
Beckett la guardò con un sopracciglio alzato ed un’espressione degna di Castle
Si sorrisero, il peggio era passato, forse. Erano tornate a fissare entrambe il vuoto di fronte a loro. Quando Beckett si girò di scatto e tornò alla carica.
“Sai qual è la cosa che mi fa veramente rimanere stranita? Che tu e Booth siete così perfetti, così in sincronia, che sembrate già una coppia e non ve ne rendete conto!
Oh si, ce ne rendiamo conto, eccome, pensò Brennan. Persino Kate che ci conosce da quanto, tre giorni?, se n’è accorta.
“Ma questa seconda volta.. si insomma.. quando è stata?”
“Pochi giorni fa”
“Secondo me sei ancora in tempo”
“Per cosa?”
“Per rimediare. Anche se la tua è stata la scelta più razionale, è stata comunque la scelta dettata dal tuo cervello; invece in queste situazioni si dovrebbe seguire il cuore”
“Anche Booth lo dice sempre”
“Forse perché è davvero il metodo migliore, ma io sono la prima a non seguirlo”
“Che vuoi dire?”
A quel punto sentirono picchiettare sui loro finestrini e sussultarono, poi videro che si trattava solo di Booth e Castle e rimossero la sicura per farli entrare.
“Noi, finora, non abbiamo avvistato niente, e voi?”
Bones e Beckett si guardarono non sapendo bene che dire, visto che l’ultima cosa a cui avevano pensato negli ultimi minuti era il caso.
“Noi.. ecco.. anche noi non abbiamo visto niente”
Rick e Booth si diedero un’occhiata complice e Kate rispose infastidita
“C’è qualcosa che dovete dirci? Perché sembrate due bambini dell’asilo che hanno appena scoperto di avere lo stesso giocattolo..”
“Diciamo che abbiamo appena scoperto di tenere per la stessa squadra di football” Anche Booth era divertito dall’atmosfera che si era venuta a creare “ Rick poi ha ipotizzato che voi ve ne sareste rimaste in macchina a chiaccherare come solo due donne sanno fare”
Beckett si girò stizzita ritrovandosi il viso di Castle, il quale si era appoggiato con il mento sul sedile di Kate, a pochi millimetri dal suo e lasciò che le parole le morissero in gola. Ma Bones rispose per lei
“Booth, insomma dovresti conoscermi, sai che non mi distraggo mai durante il lavoro. E anche il detective Beckett è una persona seria”
“Si si, Bones, infatti non ho detto niente”
“Bene”
 “Allora che si fa?” Kate sembrava piuttosto sconvolta, stava praticamente schiacciata addosso alla portiera il più lontana possibile dal viso di Rick.. e sembrava stesse sudando. Aveva assolutamente bisogno di riportare il discorso su un piano più neutrale.
“Io propongo di chiamare Ryan, Esposito e i rinforzi. Intanto noi potremmo separarci e setacciare le due rive del lago”
“Sì, è la cosa più sensata da fare”
“Beh, allora andiamo, Bones” Booth e Brennan scesero dalla macchina e si incamminarono lungo la riva est, lasciando Castle e Beckett in macchina.
 
Bones e Booth camminavano vicini lungo la riva del lago, entrambi si guardavano in giro, ma appena si lanciavano occhiate a vicenda quando l’altro non poteva vederlo, finchè Booth si decise a parlare.
“Sai Bones, quest’atmosfera mi ricorda tanto quella notte che ci siamo distesi a guardare le stelle distesi sul cofano della macchina”
“Booth, quella notte avevamo appena risolto un omicidio, mentre ora stiamo cercando di risolverlo”
Booth alzò gli occhi al cielo esasperato, ma aveva appena avuto un’idea.
Facendo finta di niente, cominciò ad avviarsi verso il SUV, con al seguito un’ignara Temperance Brennan.
Quando si ritrovarono davanti alla macchina, Booth saltò sul cofano e fece segno a Bones di seguirlo, ma lei rimase ferma davanti a lui.
“Che significa, Booth?”
“Significa che ho capito che in questo posto non troveremo niente, e che finchè aspettiamo Kate e castle, potremmo guardare le stelle come quella sera”
Brennan continuava a torturarsi il labbro inferiore indecisa sul da farsi. Era ovvio che avrebbe voluto distendersi con lui sul cofano, ma poi la situazione sarebbe degenerata; quei giorni erano stati una continua  lotta tra cuore e mente e finora nessuno dei due ne era uscito vincitore. Tuttavia, era arrivato il momento decisivo, l’ultimo scontro, nel quale , per una volta, prevalse il cuore. Temperance salì sul cofano e si distese accanto a Booth, il quale intanto le aveva passato un braccio intorno alle spalle e l’aveva avvicinata a sé. Bones alzò la testa e incontrò gli occhi di Booth. Non c’era bisogno di parole in quel momento, ciò che doveva succedere sarebbe successo.
 
Rick aveva ancora il viso appoggiato sul sedile di Kate, ma stava guardando, dalla parte opposta, Booth e Brennan che si allontanavano. Beckett si era leggermente calmata, ma continuava a mantenere le distanze.
“A cosa pensi, Castle?”
“Al fatto che non so ancora chi ha vinto la scommessa tra Ryan ed Esposito”
“Non ci posso credere. Su cosa avete scommesso stavolta?Perchè ti conosco, so che hai scommesso pure tu”
“ Abbiamo scommesso sul fatto che Booth e Temperance vanno a letto insieme”
Kate scosse la testa, ma non era stupita
“Adesso capisco perché non sai chi ha vinto. Quei due sono in bilico sul ciglio del burrone, devono solo decidere se cadere insieme o meno”
“E tu come fai a sapere della loro situazione? Hohoho lo avevo detto io che avete spettegolato”
“Abbiamo solo parlato e .. ehy, piuttosto tu e Booth avete spettegolato”
“Te l’ho detto, abbiamo parlato di football” e così dicendo si girò verso Beckett e si ritrovarono di nuovo vicinissimi
E’ una verità universalmente riconosciuta che sotto i 30 cm scatta il bacio. E la distanza tra Kate e Rick era molto inferiore a 30 cm.
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** 7 ***


Che cosa faresti se ti dicessi che sei diventata il centro del mio mondo? Che da quando sei con me le mie giornate sono migliori?
Che cosa faresti se ti dicessi che quando sono con te mi sento  una persona migliore? Che quando ti vedo con un altro uomo mi sento morire?
Che cosa faresti se ti dicessi che ormai non riesco ad immaginare la mia vita senza di te? Che in questo momento sei così vicina che temo tu possa sentire il battito del mio cuore e il mio respiro accelerato?
Che cosa faresti se ti dicessi che mi sento come un adolescente alla sua prima cotta?
Rick continuava a porsi queste domande guardando Kate negli occhi. Era davvero bellissima, ma ciò che lo sorprendeva di più era il fatto che lei fosse diversa da tutte le altre donne con cui aveva avuto a che fare, era una forza della natura, aveva decisamente più attributi della maggior parte degli uomini; le donne con cui usciva di solito erano interessate solo al suo successo e sembravano.. vuote. In un certo senso erano anche conquiste facili, bastava la frase giusta e un sorriso per farle cadere tra le sue braccia, ma con Beckett era diversa la faccenda, tutto era diverso; certo quella donna aveva un caratteraccio, era stato difficile conquistare la sua fiducia, ma ora che ci era riuscito, aveva l’impressione che nessuno dei due potesse fare a meno dell’altro.
Castle fece per sporgersi a colmare la poca distanza che separava i loro visi, ma Beckett non si muoveva, continuava soltanto a tenere incatenati gli occhi di Rick nei suoi; lui non si preoccupò e arrivò sulle sue labbra chiudendo gli occhi, e così fece anche Kate.Fu un contatto breve, per sondare il terreno, nessuno dei due sapeva bene cosa aspettarsi.
Temeva che Beckett gli tirasse un pugno, così aprì gli occhi lentamente, ma ciò che vide lo lasciò ancora più sorpreso: lei era lì che lo guardava, con una luce strana negli occhi e le guance arrossate; Rick non potè fare altro che spostarsi sul sedile anteriore e Kate seguì tutta la manovra con lo sguardo, non capendo bene cosa volesse fare Castle. Lui, le prese il viso tra le mani e cominciò a baciarla di nuovo, questa volta sul serio; approfondirono il bacio, Beckett gli passò le braccia al collo e Rick la strinse a sé accarezzandole la schiena. Vedendo che la posizione non era delle più comode, Kate si spostò a cavalcioni su di lui, e Castle pensò che era anche questo che intendeva quando diceva che lei era diversa.
Il bacio diventava sempre più profondo, le loro mani sempre più veloci e i loro respiri più affannosi, quando squillò il cellulare di Beckett. A malavoglia si staccarono e Kate prese il telefono che era sul cruscotto.
“Beckett” stava ancora ansimando sonoramente
“Kate, ma dove siete finiti?”
“Esposito,noi.. siamo al lago Swan” Le mancò il respiro quando Rick cominciò a baciarle l’incavo del collo.
“Cosa? Ma che ci fate laggiù? Booth e Brennan sono con voi?”
“Loro..mmmh ..si” Non avrebbe retto ancora molto se Castle avesse continuato a muoversi su e giù con le labbra lungo il suo collo.
“Ah d’accordo, adesso vi raggiungiamo. Hanno chiamato dalla centrale dicendo che il sospettato è diretto proprio lì. Ma, stai bene? Ti sento un po’..”
“Io, certo, siiii” D’accordo, basta, doveva farla finita; prese l’orecchio di Castle e glielo pizzicò.
“Ahia,ma che..?”
“Ehy, ma è Castle? Che state facendo?”
“Niente, Esposito, niente. Gli ho pestato un piede e sai che Castle è un pappamolla..”
“Pappamolla, eh?” sussurrò Castle e cominciò a morderle l’orecchio. Beckett, temendo di lasciarsi sfuggire qualcosa di poco di poco consono alla telefonata,così la troncò velocemente
“D’accordocivediamotrapocociao” e poi rivolta verso l’uomo che la stava per fare impazzire “Castle, sei impossibile”
“Però ti piace Mister Pappamolla Impossibile”
Kate alzò gli occhi al cielo, ma non riuscì a negare.
“Andiamo, Peter sta venendo qui, dobbiamo avvertire Booth e Brennan”
“Ma..ma..” Rick aveva un’espressione finta incredula e Beckett non riusciva a capire il perché
“Cosa c’è?”
“Ci sono pure i sedili reclinabili..” Non poteva crederci. Tuttavia la proposta la allettava, ma il suo senso del dovere era più forte.
“Castle, dobbiamo andare!” La sua frase a tono esasperato perse un po’ effetto quando si accorse che per uscire dalla macchina lei e Rick dovevano districarsi. Con delle manovre un po’ imbranate riuscirono ad uscire, ma ormai il momento magico era finito.
Cominciarono a camminare senza una meta in cerca dei loro colleghi, l’atmosfera del lago era così romantica..
Rick le prese la mano e continuarono a costeggiare la riva, in silenzio, neanche i loro respiri erano udibili. Entrambi stavano pensando a quello che era appena successo, ma, mentre Castle era convinto di aver fatto la cosa giusta, ciò che avrebbe dovuto fare già molto tempo prima, Kate era piuttosto confusa; non poteva negare che le fosse piaciuto ciò che era successo in macchina, ma era anche consapevole della fama da donnaiolo di Rick. Se questa per lui fosse stata solo un’avventura, lei ci avrebbe sofferto moltissimo; ma ormai il loro rapporto si era evoluto e in cuor suo era consapevole che Castle non le avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Rick aveva notato che Beckett era stranamente silenziosa, all’inizio imputò che fosse per non turbare l’atmosfera, ma mano a mano che i secondi passarono, sembrò percepire il suo stato d’animo.
“Kate.. quello che è successo in macchina..” Fu in quel momento che sentirono uno sparo, Beckett si buttò su di lui e caddero entrambi a terra, una sopra dell’altro, fronte contro fronte.
“Beh, non rimpiangi i sedili reclinabili, adesso?”
“Castle, non è il momento, vieni!” Strisciarono entrambi dietro ad un cespuglio.
 
Booth e Brennan erano abbracciati stretti, come mai lo erano stati prima d’ora. Quello non era uno dei loro abbracci fraterni,i guy hug, no di certo. Non osavano muoversi per non interrompere quel momento perfetto, cullati dai loro respiri, quasi in sincronia, stesi ad ascoltare il battito del cuore dell’altro.
Booth era piuttosto confuso, se Bones lo aveva respinto pochi giorni prima, come mai ora era disposta a lasciarsi abbracciare in quel modo? Aveva capito che quello era più di un abbraccio da amici? Aveva capito che lui aveva deciso di andare avanti e dimenticarla? In quel momento, con Bones stretta tra le sue braccia e il suo profumo nelle narici, realizzò che non avrebbe mai potuto dimenticarla, non avrebbe mai potuto amare nessuno come amava lei.
Pensò anche che Bones non era certo stupida, doveva aver realizzato cosa sarebbe accaduto, ma era anche vero che eranegata a comprendere le persone.. Basta! Doveva smettere di arrovellarsi la testa con quei pensieri inutili e agire: quel che doveva succedere sarebbe successo.
Girò il viso e i loro nasi si sfiorarono, perché Temperance stava già guardando Booth senza che lui se ne fosse accorto.
Lui, appoggiò la fronte su quella di Bones e le parlò guardandola negli occhi: occhi marroni dentro ad occhi azzurri, terra e acqua, due opposti che esistevano in armonia, proprio come i due partners.
“Bones, forse sto per fare una sciocchezza, forse tu hai interpretato questo come un abbraccio tra amici, questo non lo so. So solo che se continuo a pensare mi scoppierà la testa e annegherò nei miei pensieri rovinando questo momento”
“So benissimo quello che succederà, quindi, zitto e baciami, Booth”
Booth sorrise.. la solita Bones!
Ancora con il sorriso sulle labbra ed il cuore più leggero, cominciò a baciare Temperance e lei ricambiò subito, come se quel bacio fosse un ancora a cui aggrapparsi per non lasciarsi trascinare giù dalla sua razionalità e separarla da Booth. Fu solo la necessità di ossigeno che li costrinse a separarsi.
“Dio, Bones, non riuscirò mai a capirti” Se non le avesse detto in modo tanto dolce, queste parole sarebbero risultate quasi una predica.
“Non so cosa intendi” Temperance ansimava ancora, ma sembrava che avrebbe voluto ricominciare seduta stante a baciare Booth.
“Intendo che” le posò un bacio all’angolo dell’occhio “un giorno mi respingi dicendo che non puoi cambiare e che non sei la donna giusta per me” si allontanò un po’ per poterla guardare bene negli occhi e la stese con uno dei suoi sorrisi che le riempivano il cuore “e solo pochi giorni dopo ti lasci fare questo!”
“Booth..” Bones era piuttosto spiazzata dall’ammissione del suo partner “Io.. credo di aver sbagliato a trattarti così, e non so bene cosa mi sia successo per avermi fatto cambiare idea..”
“Forse è l’aria di New York..”
“L’aria di New York non ha niente di diverso da quella di Washington. La percentuale di anidride carbonica..”
A quel punto anche loro sentirono uno sparo e Booth rotolò giù dal cofano portandosi dietro Bones.
Entrambi si appiattirono contro la portiera del SUV. Booth prese la postola che portava alla gamba e si sporse un po’ per vedere da dove era giunto lo sparo. Tenendo conto del rumore assordante, non dovevano essere molto lontani.
Non vedendo niente, Booth ritornò giù.
“Bones, entra nella macchina. Io vado a vedere da dove e da chi è venuto lo sparo”
“Sei impazzito? Vengo con te!”
“ E’ troppo pericoloso, non sappiamo di chi si tratti. Potrebbe essere un ubriaco e allora sarebbe troppo pericoloso.. non ho neppure una pistola da darti”
“Booth, devo elencarti quanti tipi di arti marziali so praticare?”
Sapeva che alla fine lei l’avrebbe avuta vinta.
“Ok, ma stai dietro di me e non fare niente di azzardato. Me lo prometti?”
“Certo..”
“Bones, promettilo! Non sopporterei di perderti proprio adesso” I due si scambiarono un lungo sguardo che valeva più di mille parole.
“Te lo prometto.”

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Capitolo 8
*** 8 ***


“Bones, almeno stammi dietro”
“Ma sono dietro di te!”
“Se tu lo fossi non ti vedrei! E invece ti vedo qui di fianco a me!” - Booth sussurrava esasperato mentre proseguiva prudentemente tra gli alberi affiancato da Brennan- “Booones, ti vedo ancora. Se proseguiamo così sarà peggio che avere una freccia luminosa puntata su di noi  che dice ‘SPARATECI’”
“Booth, non vedo perché una freccia dovrebbe stare sopra le nostre teste e soprattutto parlare”
Lui si fermò e la guardò negli occhi, poi scandì ogni parola come se stesse parlando con un bambino.
“ Ok ok come non detto. Ora, io continuo a camminare e a guardarmi intorno, TU invece starai dietro di me e mi guarderai le spalle. D’accordo?”
“Ho capito, non serve che me lo dici con quel tono”
I loro battibecchi non avrebbero mai cessato di esistere.
I due avanzavano tra gli alberi tendendo le orecchie e scattando ad ogni rumore: rami spezzati, foglie mosse dal vento e.. trilli inquietanti.
 
“Non possiamo muoverci da qui?”
“No, Castle, stai buono! Sto aspettando la chiamata di Ryan!”
“Devo sgranchirmi le gambe! Sono 20 minuti che ce ne stiamo accucciati qui dietro”
“Se vuoi tornare con una pallottola in mezzo alla fronte, vai pure. Non sarò certo io a trattenerti”
“Si però se dici così sembra che non te ne importi niente di me..” Rick avvicinò il viso a quello di Beckett facendo la faccia da cucciolo.
“Castle..” Kate gli si fece più vicina con un sorriso strano sulle labbra.
“Si, detective Beckett?”  anche lui ora sorrideva immaginando quello che sarebbe successo di lì a qualche secondo.
Kate si aspettava quella reazione e si fermò a pochi centimetri dalle sue labbra e scandì decisa le parole
“Non.è.il.momento.”
L’espressione che si formò sul viso di Rick era tra l’incredulo e il divertito, ma intanto tra loro era calato uno di quei silenzi carichi di tensione; quel silenzio fu interrotto dallo squillo del cellulare di Kate.
Entrambi indietreggiarono un po’ e poi lei rispose.
“Beckett”
“Sono Ryan. Qui è successo un casino!”
“Cioè?”
Rick si avvicinò e appoggiò l’orecchio sulla mano di Kate che reggeva il cellulare; lei, questa volta non finse neanche di essere infastidita da quel gesto.
“Arrivando abbiamo notato un uomo che scendeva da una macchina proprio all’entrata del parco. Esposito ha riconosciuto la targa del sospettato, così sono sceso per arrestarlo, ma Peter ha cominciato a sparare”
“Abbiamo sentito gli spari ... Siete feriti?”
“No, ha sparato verso l’alto. Ora stiamo setacciando il perimetro e abbiamo fatto mettere delle scorte alle entrate del parco, non ha vie di fuga”
“Bene, ora chiamo Booth per aggiornarlo. Allora continuiamo anche noi a setacciare il posto, a dopo” così dicendo Kate chiuse la comunicazione.
“Hoho, detective, il sospettato è come un animale in gabbia”
“Perfavore, evita questo genere di metafore”
“D’accordo, d’accordo. Ma posso darti un consiglio?”
“Diiimmi” Beckett era esasperata, voleva andare a cercare il sospettato.
“Cambia suoneria, quella che hai è inquietante, mi ricorda ‘L’esorcista’. Credo che quella musichetta abbia fatto venire i brividi a tutti gli animali del parco!”
Kate ignorò la battuta
“A proposito di animali del parco, quel cespugli si sta muovendo”
 
“Booth, cos’è stato?”
“Non ne ho idea. Però assomigliava molto al motivetto de ‘L’esorcista’”
“Non so che cosa significhi” Bones aveva assunto la sua  espressione corrucciata, come succedeva ogni volta che Booth faceva riferimento alla cultura popolare.
“E’ un film dell’orrore.Comunque sembrava molto vicina e proveniva da quella parte” Booth puntò il dito alla sua sinistra e Brennan si incamminò a passo veloce nella direzione indicata dal suo partner “Bones.. ma dove stai andando? Aspettami”
I due si accucciarono dietro un cespuglio, al di là del quale si intravedevano due sagome; Booth e Temperance erano così vicini da sentire il profumo l’uno dell’altra e l’elettricità tra loro era evidente.
Booth cominciò a sussurrarle all’orecchio e il suo fiato caldo la fece rabbrividire.
“E’ troppo buio, non si vede niente” ma Brennan non rispondeva e fissava il vuoto. “Bones, ci sei? A cosa pensi?”
“Chi, io? Niente..”
“Credo di conscerti abbastanza per capire se c’è qualcosa che non va”
“Non c’è niente che non va… stavo solo pensando”
“A cosa?”
“Tu saresti davvero andato avanti? Avresti davvero cercato di costruirti una vita con qualcun’altra?” Bones, diretta come al solito puntò i suoi occhi azzurri in quelli nocciola di Booth e lui, pur non aspettandosi una domanda simile, sapeva per certo la risposta.
“Probabilmente sì, ce l’avrei messa tutta e sarei andato avanti come un ariete, avrei cominciato ad evitarti per non ricaderci  ma mi sarei solo illuso di aver voltato pagina. Perché appena mi sarei fermato a pensare e a riflettere mi saresti tornata in mente tu, e quello che abbiamo avuto e che abbiamo non lo potrei mai dimenticare; mi piace pensare che se davvero siamo fatti l’uno per l’altra, non avremmo continuato a rincorrerci per sempre”
“Credi davvero in queste forme di giustizia metafisica?”
“Sì, e non mi sembra di esserne rimasto deluso” così dicendo, Booth fece uno dei suoi sorrisi e Brennan sorrise automaticamente di rimando.
Ma quel momento magico sembrò esaurirsi da solo e all’improvviso, così come era arrivato e i due tornarono alla realtà.
“Aspetta riesco a sentire la voce di una donna.. Ah ma è Beckett!” E così dicendo Bones si alzò di scatto, lasciando Booth basito ad osservarla, poi si alzò anche lui e la seguì.
Vedendo una sagoma, troppo grande per essere quella di un animale, uscire dal cespuglio, Castle non riuscì a trattenere un urletto strozzato.
“Complimenti Cuor di Leone, se volevi farci scoprire ci sei riuscito! Per fortuna sono solo Booth e Brennan” Rick aveva assunto l’atteggiamento da dama offesa.
“Sai detective, non tutti sono addestrati per stendere un energumeno con un pugno”
Kate ignorò quest’ultima affermazione di Castle e si rivolse a Booth e Brennan
“Mi ha chiamato Ryan dicendo che Peter è nel parco, ma non sappiamo che intenzioni abbia”
“E’ stato lui a sparare quel colpo, prima?”
“Esatto, Booth. I miei uomini hanno circondato il parco e..” a quel punto il telefono di Beckett la avvertì che aveva ricevuto un messaggio
“E’ Esposito, dice che Peter è sul ponticello del lago e si sta rigirando la pistola tra le mani”
“E’ il momento giusto, andiamo” ma prima di proseguire, sia Booth sia Beckett si girarono verso i loro  partners e dissero all’unisono “Tu resta qui” e poi si diressero verso il ponticello.
Brennan e Castle rimasero pochi secondi ad osservare la coppia che si allontanava, poi si guardarono e con uno sguardo d’intesa si avviarono lentamente dietro Booth e Kate.
 
Peter Silkwood se ne stava seduto sul ponte del del lago Swan con lo sguardo perso all’orizzonte e i piedi che quasi toccavano l’acqua, intanto spostava la pistola distrattamente da una mano all’altra.
Booth e Beckett erano nascosti dietro un albero a pochi metri da lui.
“Kate, io ora vado e lo blocco da dietro, tu intanto prendi la pistola. Hai le manette con te?”
Beckett si indicò il vestito che indossava.
“Dove mai potrei tenere delle manette? No, ok non voglio sapere il tuo parere”
“Ehy, non sono mica Castle. Comunque ci arrangeremo in qualche modo”
“Ryan ed Esposito sono sull’altra riva, poi ci raggiungeranno”
“Ok. Pronta?”
“Pronta”

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Capitolo 9
*** 9 ***


Booth e Kate stavano avanzando lentamente verso Peter, stando attenti a non farsi scoprire. Erano a pochi metri da lui, quando il tacco di Beckett andò ad impigliarsi ad una radice con un rumore secco.
Peter si girò disturbato dal rumore e appena vide i due agenti puntò la pistola verso di loro.
“Fermi, fate un altro passo e vi mando una pallottola dritta in fronte”
Nello stesso istante anche Booth e Beckett avevano preso le loro pistole puntandogliele contro
“FBI! Getta la pistola e vieni verso di noi con le mani in alto”
A quel punto Beckett sussurrò “Sai, non sono sicura che tu abbia giurisdizione qui”
E Booth rispose “secondo te Peter ne è consapevole, scusa?”
“In effetti..”
Quando Peter si mosse impercettibilmente all’indietro verso il lago, Beckett prese in mano la situazione
“Sappiamo che l’incendio alla villa è opera tua, abbiamo abbastanza prove per farti scontare un ergastolo. Non hai vie di fuga, tutto il parco è circondato da pattuglie e i mie agenti sono nascosti dappertutto. Ad un tuo minimo movimento potresti trovarti paralizzato a terra da un uomo di 120 chili. Ora, o decidi di venire da noi spontaneamente oppure mi basta fare un fischio per passare alle maniere forti, a te la scelta”
 
Poco più in là, Castle e Brennan osservavano la scena inermi, non sapendo come aiutare i loro partners.
“Temperance, ora che facciamo?”
“Non lo so, ma non mi piace stare qui senza far nulla. Devo aiutare Booth”
“A me sembra che se la stiano cavando piuttosto bene”
“Seriamente, Rick, ti pare che aver un omicida che punta loro una pistola addosso significhi ‘cavarsela bene’?”
“In effetti se ci trovassimo in un mio libro, Peter avrebbe già sparato a Booth e Kate”
“Ma per fortuna siamo nella realtà!” quasi urlò Brennan.
“Non ti ho mai vista così preoccupata, devi essere davvero molto legata a Booth” quella di Castle non era una domanda, era un’affermazione.
Temperance non sopportava che Rick comprendesse meglio la situazione di lei, così decise di porre fine a quella conversazione che stava diventando imbarazzante.
“Senti, mi è venuta un’idea..”
 
Rideva. Peter Silkwood stava per passare il resto della sua vita in galera e rideva con una risata amara .
Booth e Beckett si guardarono confusi, quando Peter cominciò a parlare.
“Io non volevo far loro del male, volevo solo che stessero con me per sempre. Io amo la mia famiglia, per me loro sono tutto..”
Non si stava rivolgendo ai due agenti, sembrava più una presa di coscienza di ciò che aveva fatto, ma a Beckett avrebbe fatto comodo come confessione.
“Ho fatto in modo che morissero, così sarebbero potuti stare insieme a me per sempre. Tutti insieme per sempre. Ora non m’importa niente di quello che accadrà qui, ma non voglio finire in prigione..”
Mentre Peter finiva il suo monologo, Brennan schizzò in diagonale per farsi vedere da lui e distrarlo. Silkwood la vide e si distrasse, ma la mossa di Brennan non ebbe l’effetto desiderato perché anche Kate e Booth rimasero un momento intontiti nel vederla scattare, poi tutto accadde in fretta.
Per proteggere Temperance, Booth si gettò su di lei e per sbaglio partì un colpo a vuoto dalla pistola, ma ciò bastò per far sparare Peter in direzione di Kate; questa volta fu il turno di Rick di lanciarsi per proteggere la sua partner e la pallottola lo colpì.
Nel vedere il sangue di Castle, Silkwood si spaventò e cominciò ad arretrare,ma fu fermato da Ryan ed Esposito che gli urlavano di gettare a terra la pistola. Così, preso dal panico, Peter si puntò la pistola alla testa e fece fuoco.
 
Per qualche secondo nessuno parlò, poi il movimento fu frenetico: verso Castle, che continuava a perdere sangue, verso Beckett che non si muoveva, e verso Peter che giaceva inerme sulla riva del lago.
Mezz’ora dopo Booth e Brennan erano seduti sulla riva con delle coperte sulle spalle ed un caffè in mano. Dovevano ancora rivolgersi la parola da quando Peter si era suicidato. Brennan appoggiò la testa sulla spalla di Booth sospirando, mentre lui le passava un braccio attorno, sempre con lo sguardo fisso  su un punto al di là del lago e lei affondava ancora di più la testa nell’incavo del suo collo.
“Perché, Bones?”
“Perché, cosa?”
“Perché ti sei lanciata in quel modo? Cosa volevi dimostrare?”
“Non volevo dimostrare proprio niente, volevo solo aiutarti.. e aiutarvi.”
“Io e Kate non avevamo bisogno di nessun aiuto.  Non potevi rimanertene buona dietro i cespugli come ha fatto Castle? O meglio, come avrebbe dovuto fare”
“Veramente, secondo il piano, Rick avrebbe dovuto disarmare Peter..”
“QUALE PIANO? Avevate un piano? Ma volevate suicidarvi per caso? Hai visto cosa è successo a Castle? Avresti potuto finire come lui..” Booth cominciava ad agitarsi
“Ma non è successo..” Brennan invece era calmissima, forse per lo shock.
“Ma sarebbe potuto succedere!” A qual punto Booth appoggiò il bicchiere sull’erba e abbracciò del tutto Temperance, che continuava a non muoversi. Poi cominciò a baciarle la fronte e a scendere piano agli zigomi, alle guance e alla bocca.  Lì finalmente Bones sembrò riprendersi e rispose al bacio. I loro respiri si fecero sempre più affannosi, si desideravano sempre di più. Brennan cominciò ad accarezzare la schiena di Booth sotto la mglietta e lui fece lo stesso con quella di Temperance. Poi, si distesero sul prato, ma Brennan, recuperando un minimo di autocontrollo, si allontanò ansimando.
“Davvero, Booth? Sul prato?” disse con  il sopracciglio alzato.
“Sì, in effetti hai ragione..” disse un Booth arruffato, aiutandola ad alzarsi “Forse è meglio se andiamo a vedere come sta Castle”
E si allontanarono entrambi, tenendosi per mano e con passo un po’ incerto.
 
Intanto anche Beckett si era ripresa dallo shock di avere il sangue di Castle sulle mani e gli stava facendo compagnia sul retro dell’ambulanza mentre un infermiere gli fasciava la ferita.
“E’ stato fortunato ad essere preso solo di striscio.. avrebbe potuto andarle molto peggio”
“Lo so” disse Castle guardando Kate.
“ecco, dovrà tenere la fascia per qualche giorno e cercare di muovere poco il braccio. Io ora vado a vedere se c’è qualche altro ferito. Se ha bisogno di me, sono qui in giro”
Quando l’infermiere se ne andò, Beckett si avvicinò ancora di più a Castle.
“Grazie per avermi coperto le spalle” disse
“Sempre” le rispose Rick.
Poi lei, stupendo Castle, ma forse sé stessa ancora di più, si avvicinò e gli diede un bacio veloce sulle labbra.
“Wow, non sono abituato a questi slanci di affetto. Anche se, dopo quello che è successo in macchina, mi sarei aspettato qualcosa di più..”
“Ringrazia di non poter muovere il braccio, Castle” gli disse regalandogli un sorriso dolce “Prima, con tutto quel sangue, mi sono spaventata, pensavo che la pallottola ti avesse colpito..”
“Ehi Kate.. sono qui. E sto bene.. si beh, più o meno. Comunque, ti avevo promesso che insieme avremmo trovato l’assassino di tua madre e così sarà. Io sono qui e ci sarò sempre” e così dicendo la baciò lui questa volta.
Beckett rispose al bacio, ma sul più bello..
“E-ehm, vedo che ti sei ripreso, Castle ”  disse Booth sulla porta dell’ambulanza.
Beckett riprese aria facendo un respiro profondissimo, ma era rossa in viso, non era mai stata così imbarazzata in vita sua.
“D’accordo, andiamo da Lanie che ha già esaminato il cadavere di Peter, dice di avere novità”
Quando Kate, Booth e Brennan si furono allontanati, Rick si toccò la bocca con la mano sana, tirò un profondo sollievo e sussurrando “E’ stato fantastico”, seguì i tre.

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Capitolo 10
*** 10. ***


I quattro raggiunsero Lanie che li aspettava sul retro del furgone della polizia; Rick continuava a guardarsi intorno confuso finchè Lanie gli chiese “Castle hai perso qualcosa per caso?”
“mi stavo solo chiedendo, visto che dovevi parlarci di Peter.. si insomma pensavo ci dicessi qualcosa riguardo al suo cadavere”
“Volevo soltanto mostrarvi queste, eranoenel fascicolo di Peter” e così dicendo, Lanie mostrò loro delle lastre.
Castle, Beckett e Booth le guardarono con espressioni vuote, mentre Brennan disse prontamente “Glioblastoma multiforme”
“Esattamente” disse Lanie, mentre gli altri continuavano a guardare inespressivi le due dottoresse “ E’ un tumore cerebrale maligno, la forma più grave. Inoltre, essendo localizzato nell’emisfero destro, alterava la sua percezione della relatà”. Ci volle un secondo perché Beckett giunse alla conclusione “Insomma, quel tumore l’aveva fatto impazzire”
“Peter sapeva che gli sarebbe rimasto poco da vivere ed amava la sua famiglia, così li ha uccisi tutti per non doversi separare da loro”
“Che storia triste” concluse Rick e rimasero tutti in silenzio per qualche secondo.
Fu Lanie la prima a parlare “Beh meglio che mi muova a portare il cadavere in obitorio. Il caso è chiuso quindi, è stato un onore lavorare con la miglior coppia investigativa dell’FBI” disse stringendo la mano a Booth e Brennan.
Prima di andare via, Lanie prese Kate per il polso
“Cos’è successo?” chiese
“A chi?”
“A te e Castle, sembrate due calamite che vi opponete alle forze fisiche! Vi doete sforzare per stare lontani 10 centimetri”
“Cosa? Sei fuori strada”
“Certo certo” concluse Lanie con tono malizioso “Ma io sapevo che prima o poi sarebbe successo”
 
Booth e Brennan, che si trovavano ancora nei paraggi, si lanciarono uno sguardo d’intesa
“Lanie ed Angela dovrebbero decisamente conoscersi” sentenziò Booth
“Stavo pensando esattamente la stessa cosa” confermò Brennan prendendolo a braccetto.
Avevano fatto solo qualche passo quando furono raggiunti da Castle e Beckett “Ehi vi va di andare a bere qualcosa ? Per festeggiare la chiusura del caso”
“Castle ti è minimamente passato per la mente che a quest’ora tutti i pub sono chiusi?” lo punzecchiò Beckett
“No problem, andremo tutti a casa mia, sono ben attrezzato per queste cose”
“Non mi stupirei di trovare delle spogliarelliste nascoste nello sgabuzzino delle scope”
“Non ti preoccupare Kate, ho anche degli spogliarellisti”
 
“E poi c’è stata quella volta in cui io e Bones ci siamo ritrovati in mezzo ai serpenti e vestiti da Halloween” disse Booth ridendo
“Io ero vestita da Wonder Woman e lui da studente con un elevato quoziente intellettivo”precisò Brennan
“Un nerd Bones, si dice nerd.”
Erano tutti e quattro seduti nel salotto di Castle bevendo alcolici e raccontando aneddoti divertenti avvenuti durante le loro partnerships.
Risero tutti al racconto di Booth, poi fu il turno di Castle
“Una volta stavo facendo finta di guidare l’auto di Beckett ed è piovuto un uomo sul cofano”
“E’ la Divina Provvidenza che agisce contro la tua stupidità” rispose pronta Kate
“Cara detective, ti ricordo che il sottoscritto una volta ti ha salvato dall’esplosione di casa tua”
“Rallenta, Castle. Io mi sono salvata da sola buttandomi nella vasca”
“E io ti ho aiutata ad uscire, visto che avevi la caviglia slogata”
“E ti sono grata per questo”
Lo scambio si era svolto con dei toni sarcastici, mente Beckett disse l’ultima frase con tono dolce. Booth e Brennan avevano seguito la scena divertiti, finchè Bones non esclamò seria “Anche Booth mi ha salvato la vita, diverse volte. Si è anche preso una pallottola al mio posto”. Appoggiò il bicchiere sul tavolino e quando si voltò incontrò lo sguardo di Booth.
“Bones, siamo partner e..amici da anni. Te l’ho già detto che morirei e ucciderei per te”
I due continuarono a guardarsi negli occhi, i loro sguardi dicevano più di mille parole. Il silenzio imbarazzante fu interrotto da Rick che si schiarì la gola. Brennan a quel punto schizzò in piedi imbarazzata e prendendo (inconsapevolmente) Booth per mano “Beh si è fatto tardi, vero Booth? Dovremmo davvero andare, domani abbiamo l’aereo e..”
“Si si d’accordo” Castle li accompagnò alla porta e se la chiuse dietro di sé per poi raggiungere Beckett in salotto; ormai erano rimasti solo loro due e l’imbarazzo di Kate era tangibile.
“Che serata infinita” disse la detective con tono stanco “Quella di Peter è stata davvero una storia triste”
“Forse dovremmo dormirci sopra..” disse Rick, e Kate lo guardò con sguardo indecifrabile “…Separatamente, intendo” A quel punto lo sguardo di Beckett diventò maliziososo.
“Katherine Beckett, mi meraviglio di te..” Castle pronunciò quest’ultima frase con tono tra l’incredulo e l’indignato, ma non riuscì a terminarla perché Kate gli si lanciò addosso e crollarono entrambi sul divano abbracciati.
 
“Bones stai bene? Ti vedo un po’.. accaldata” chiese Booth apprensivo
“Si sto bene, è solo che non avrei dovuto bere essendo  già stanca” disse Brennan, ma effettivamente si sentiva davvero accaldata, aveva le guance in fiamme; non sapeva se ciò era dovuto all’alcohol o alla piega che aveva preso il discorso a casa di Castle.
“Forse è meglio se torniamo in albergo a piedi. Hai voglia di fare una passeggiata?”
“Certo” rispose Brennan un po’ titubante. Cominciava a sentirsi davvero quasi ubriaca.
Passeggiarono in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri che probabilmente erano gli stessi per entrambi. Ad un certo punto, Booth prese la mano di Brennan con finta nonchalance, continuando a guardare dritto davanti a sé. Brennan strinse a sua volta e l’occhio le cadde sulle loro mani intrecciate.
Ormai  era successo, non poteva più tirarsi indietro, era consapevole che la presenza di Booth era indispensabile nella sua vita. Non poteva più nascondersi dietro quel muro immaginario che li divideva.
Ma di lì a poche ore sarebbero tornati a Washington e avrebbero dovuto fare i conti con la vita di tutti i giorni, avrebbero dovuto dare spiegazioni e affrontare le conseguenze di quello che era successo a New York.
Ne valeva la pena?
Quasi percependo i suoi pensieri, Booth strinse di più la sua mano intorno a quella di Bones.
Sì, ne valeva decisamente la pena.
 
Le loro mani si lasciarono soltanto una volta giunti in hotel ed entrati in ascensore. Il loro nervosismo era tangibile, non sapevano come comportarsi. Erano così agitati che al momento di procedere verso le loro camere si salutarono quasi frettolosamente, ma entrambi si allontanarono portando con sé un senso di delusione e incompletezza che sembrava urlare “ma come? Non mi chiedi di passare la notte insieme?”
Booth procedette verso la sua camera dandosi continuamente dell’idiota senza attributi; giunto di fronte alla porta si mise a frugare nelle tasche.
“Oh no” fu l’unica cosa che pensò.
 
Brennan aprì la porta e si gettò sul letto ancora vestita e a faccia in giù, non riusciva a muoversi sia per la stanchezza che per la confusione che aleggiava nella sua testa.
 
 
I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta. Dovette compiere uno sforzo immane per alzarsi dal letto.
La sua espressione doveva essere comica quando aprì la porta e si trovò di fronte un Booth con un sorriso imbarazzato che le diceva “Ehm, mi sono chiuso fuori dalla stanza. Non è che mi ospiteresti per stanotte?”
Bones lo fece entrare senza dire una parola e chiuse la porta con una lentezza irritante, per poi girarsi verso Booth, non aspettandosi di trovarlo così vicino a lei. Come calamite, si avvicinarono sempre di più finchè le loro labbra si incontrarono; entrambi presi dal bacio arretrarono fino a ritrovarsi sul letto.
 
 
Beckett fu svegliata dalla luce e muovendosi quasi rotoló giù dal divano.
 "Eppure stanotte io e Castle stavamo comodi, non siamo caduti..."
Si fermó un attimo quasi scioccata dai suoi stessi pensieri, poi sorrise al ricordo della notte precedente; non erano caduti dal divano perche si erano addormentati abbracciati strettissimi. Alzandosi si rese conto di avere solo una coperta addosso, così si guardò intorno alla ricerca dei suoi vestiti, ma trovó solo una maglia appoggiata sul bracciolo del divano.
La indossó e constató che doveva essere di Castle, visto che le arrivava a metá coscia e profumava di lui.
Si diresse verso la cucina da dove provenivano dei rumori; appena Castle la vide appoggiata allo stipite della porta sgranò gli occhi

"Sexy.." Si lasció sfuggire
“Non far finta di non sapere dove siano i miei vestiti, Castle” sentenziò Beckett con una punta di sarcasmo
“I tuoi vestiti sono di sopra, nella camera degli ospiti e pronti per essere indossati” rispose Rick con finta innocenza  “Comunque..” continuò facendo il giro del bancone della cucina per avvicinarsi a Kate “Buongiorno anche a te, detective” disse posandole un bacio a fior di labbra “Ho preparato i pancakes”
Beckett rimase per qualche secondo paralizzata, non si aspettava tutto ciò; e la cosa più sconvolgente era che Castle si stava comportando come se baciarla in quel modo e prepararle la colazione fosse normale routine. Ma la cosa le piaceva, e molto.
 
Brennan si svegliò e appena realizzò che si trovava appoggiata al petto di Booth tirò un sospiro di appagamento; appena Booth realizzò che Brennan era sveglia cominciò ad accarezzarle i capelli
“Buongiorno, Bones”
“Buongiorno” disse lei, perfettamente sveglia, alzando leggermente la testa e guardando Booth, il quale si avvicinò a darle un leggero bacio.
“Avevi minimamente vagliato stanotte di scendere alla reception per farti dare un duplicato della chiave?” disse innocentemente Brennan.
“Certo, ma qualcuno mi ha trattenuto nella sua camera e non sono potuto scendere…” rispose Booth ancora più innocentemente e avvicinandosi per baciarla di nuovo.
Brennan stette al gioco, ma poi si allontanò “Abbiamo l’aereo, su alzati, vai a prendere la chiave e vestiti! Ci vediamo giù” lo spronò Bones alzandosi dal letto e cominciando a vestirsi.
“Mmmh” protestò Booth abbracciandole i fianchi, ma arrendendosi alla vista della sveglia; così si alzò dal letto e uscì dalla stanza, non prima di aver salutato Brennan a modo suo.
 
 
Poco prima di attraversare le porte a vetri dell'aereoporto, Brennan si fermó
"Booth, dobbiamo parlare"
"Proprio ora Bones? Non possiamo prima arrivare a Washington?"
"No, é proprio di questo che ti voglio parlare" Brennan aveva uno sguardo deciso
"D'accordo, dimmi" sospriró Booth avvicinandosi.
"Quando torneremo a Washington sarà tutto diverso, insomma quello che é successo qui avrà delle conseguenze, dovremo dare delle spiegazioni ai nostri colleghi, ai nostri superiori.."
Booth si rese conto che Brennan stava andando nel panico, poteva quasi percepire il suono del suo cervello che lavorava, così decise che doveva in qualche modo fermarlo.
"Bones ehi, guardami. Saró sempre con te, sempre" disse, prendendole le spalle "l'importante é che siamo sicuri di quello che proviamo l'uno per l'altra. Tu sei sicura di quello che provi per me?"
Lei annuì
"Bene, perché lo sono anche io. E poi non dobbiamo programmare tutto, la vita va vissuta, non programmata" continuó Booth.
I due si abbracciarono
"Grazie, Booth" sospiró Brennan.
"Ragazzi!"
Booth e Bones si staccarono voltandosi e videro Castle e Beckett che si avvicinavano.
"Pensavate davvero che vi avremmo lasciati andare senza salutarvi?" Disse Rick stringendo la mano a Booth, mentre Kate e Brennan si abbracciavano.
Rick fece uno strano movimento delle sopracciglia, ma Booth non capì, così Castle cominció a lanciare occhiate in direzione di Bones, le quali volevano dire "allora, com'é andata con Brennan?".
Booth gli fece segno che era andato tutto bene.
"Ragazze basta spettegolare. Temperance spero di rivederti presto, magari in circostanze più allegre."
Cosí dicendo, Rick aspettò che le due ragazze si separassero per poi abbracciare a sua volta Bones.
"È stato un piacere, agente Booth" disse Beckett stringendo la mano a Booth.
"Anche per me, detective"

“Cosa vi stavate dicendo tu e Beckett?”
“Niente..” rispose Brennan con tono evasivo
"Comunque quei due non me la raccontano giusta, Bones"
"Intendi che hanno una relazione sessuale?"
"Sì beh, più o meno. E sai una cosa, Bones? Se non ci diamo una mossa perderemo l'aereo" Booth prese la mano di Brennan e i due si incamminarono verso l'interno dell'aereoporto.

"Aah, devo 20 dollari ad Esposito" imprecó Rick "aveva ragione, Booth e Brennan vanno a letto insieme"
Beckett inarcó il sopracciglio, scettica.
"In effetti se ne stanno andando mano nella mano" constató.
"L'amore é nell'aria, Kate" Affermò Castle cingendole le spalle e Beckett gli passó un braccio intorno alla vita, ridendo.

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