if i fall

di neverbethesame_
(/viewuser.php?uid=135134)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** videocassetta ***
Capitolo 3: *** incontri ***
Capitolo 4: *** vita sul set ***



Capitolo 1
*** tutto ebbe inizio ***


                                               IF I FALL

Capitolo 1


Era il 14 febbraio del 2000. Il giorno che mi cambiò la vita.
 Io Rupert Alexander Lloyd Grint, fan accanito dei libri della Rowling, avevo inviato poco tempo prima un video alla warner bros dove mi presentavo come attore per interpretare il mio personaggio preferito: Ronald Weasley, il miglior amico del magico Harry Potter. Bhè il termine “presentavo” è una parola grossa!
Più che altro ho fatto uno show non una presentazione. Pensavo a come stupire la produzione e come assomigliare a Ron ed ecco i lampo di genio: io vestito da professore che mi presento con una canzone rap, una delle mie tante passioni. Forte no? Quei giorni ne andavo fiero e lo raccontai a tutti. Oggi se rivedessi quel video, preferirei nascondermi sotto un tavolo.
Comunque ritorniamo al fatidico giorno.
 Il 14 febbraio del 2000. Già proprio San Valentino, la festa più inutile e sdolcinata che ci sia. Ma io a 11 anni cosa ne potevo sapere?
 
Mi svegliai come al solito dopo le solite urla di mia madre.
“è tardi rupert caro. Devi andare a scuola. Alzati o vengo e ti butto giù dal balcone” mia madre era così carina. mi svegliava dolcemente, ma dopo 30 secondi passava alle minacce di morte. Scesi le scale barcollando e sprofondai su una sedia in cucina, afferrai i cereali e li vuotai un po’ nella tazza e un po’ sul tavolo e infine iniziai a mangiare. Dopo pochi minuti entrò mia madre vestita, truccata e perfettamente sveglia, mi scoccò un bacio sulla fronte e con questa scusa cercò invano di sistemarmi i capelli.
“Devo ancora preparami, me li sistemo dopo” farfugliai lentamente con la bocca piena di cereali e gli occhi ancora socchiusi.
“Si certo. Ormai sono lunghetti, dobbiamo tagliarli un pò” disse lei con il suo tono così dolce e acuto, passandomi una mano tra i capelli.
“Uhm” era il massimo che riuscivo a dire alle sei di mattina.
Avevo appena finito la colazione quando entrò mio padre, frenetico come al solito. Mi aspettavo che prendesse una manciata di biscotti e che si volatilizzasse fuori dopo un bacio al volo sia a me che a mamma, invece gettò la valigetta sul tavolo, prese una tazza di latte e caffè e si sedette vicino mia mamma. Lei si girò lentamente e gli sorrise dolcemente.
“auguri caro”
“auguri tesoro mio” e si baciarono.
“bleah” mi alzai dal tavolo, le dimostrazioni di affetto alle sei di mattina dopo aver mangiato un’intera tazza di latte e cereali mi facevano venire il voltastomaco.
“hey campione. Oggi è san valentino, farai impazzire tutte le ragazzine della scuola. Non è vero?” mio padre sciolse l’abbraccio di mia madre, si avvicinò a me e mi diede una pacca amichevole sulla spalla.
“si. Certo.” Gli risposi ridendo.
“attento a non farne innamorare troppe, o avrai un grosso problema” continuò lui ridendo.
“afferrato capo” mi girai verso le scale e salii in fretta.
Mi lavai, mi vestii e cercai di sistemarmi i capelli solo per la felicità di mia madre, ma era una missione quasi impossibile. Quei ciuffi rossi non volevano proprio essere domati.
Presi lo zaino e corsi fuori, dopo aver preso un pacco di patatine dalla credenza senza che mia madre se ne accorgesse, e mi infilai in macchina. Mia madre arrivò qualche minuto dopo e sorridente mise in moto. Oggi non avevo voglia di andare a scuola, come ogni mattina. Non mi dispiaceva studiare, anzi avevo anche dei voti discreti, ma quella scuola era noiosa. Davvero noiosa.
“dai su. Rivedrai i tuoi amici oggi”disse mia madre notando la mia faccia sconsolata e stanca che fissava il finestrino.
“si ma preferirei fare qualcos’ altro con loro, che stare qui a sentire quei ve..professori che parlano e straparlano ” sbuffai.
“pensa che la mattinata non è poi così lunga e che oggi a pranzo hai invitato Charlie a casa nostra. No?”
Alzai la testa di scatto. Me ne ero completamente dimenticato. All’idea di poter passare l’intera giornata con il mio migliore amico, il mio viso si illuminò e non vedevo l’ora di arrivare a scuola. Perché prima arrivavo, prima finivo e prima Charlie sarebbe venuto da me. Finalmente arrivammo al cancello della mia scuola.
Non era niente di speciale ma aveva un aria accogliente. Aprii subito la portiera e corsi fuori dalla macchina, poi mi girai e salutai mamma con la mano. Lei partì verso casa e io continuai la mia corsa verso l’ingresso. Come ogni giorno era in ritardo di dieci minuti e come al solito il bidello mi aspettava fuori la porta, soddisfatto di potermi sgridare anche oggi. Sentii la sua ramanzina senza prestare troppa attenzione e corsi in classe. Prima ora matematica. Bleah! La maestra mi scoccò un’occhiataccia e mi invitò a sedere. Presi posto vicino a Charlie.
“allora pronto per oggi?” mi disse lui tutto eccitato.
“non vedo l’ora” io ero ancora più euforico di lui. 







READ PLEASE.
sale a tutti cari lettori. eccomi quì con una nuova storia. spero che vi piaccia con tutto il cuore poichè è da un pò che ci sto pensando e lavorando. per chi non l'ha capito racconterò la vita di Rupert Grint dal giorno che ha scoperto di essere entrato a far parte del cast di Harry Potter. ovviamente la maggior parte delle cose sono inventate da me e da quello che vorrei che succedesse fuori dal set. 
saranno quasi tuttti capitoli abbastanza corti ma spero che questo non vi dispiaccia.
se riceverò qualche bella recensione mi rimetterò subito a lavoro pewr il seguito, sennò si vedra :)
goodbye <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** videocassetta ***


Mia madre arrivò un po’ in ritardo come al solito, parcheggiò in fretta la macchina e aprì la portiera con un sorriso insolito.

“Buongiorno ragazzi. È andato tutto bene oggi a scuola?”
“Eehm si, ciao mamma” risposi imbarazzato e salii di corsa insieme a Charlie.
Iniziammo il viaggio verso casa e mia madre non la smetteva di sorridere. Non che non sorrideva mai, era quasi sempre di buon’umore. Soprattutto se c’erano ospiti, ma quel giorno era al settimo cielo. Totalmente imbarazzante.
Arrivammo finalmente davanti casa dopo un viaggio troppo silenzioso. Scesi dalla macchina quasi volando, trascinando il mio amico con me.
“Papà?ma..” rimasi immobile dopo aver varcato la soglia di casa. Mio padre, all’ora di pranzo, a casa?
Succedeva solo nei giorni di grande festività, tipo natale o pasqua che mio padre pranzasse a casa, poiché di solito era a lavoro per l’intera giornata. E invece eccolo lì in piedi vicino al fuoco, a braccia aperte che aspettava me.
“SOOORPRESAAA” gli corsi incontro ma continuavo a sospettare che quel comportamento non era normale.
“Salve signor Grint” disse Charlie che ci raggiunse e salutò con un sorriso enorme mio padre. Lui rispose al saluto e gli spettinò i capelli con un gesto affettuoso.
Io mi sedetti sul divano fissando sospettoso i miei genitori, che intanto evitavano il mio sguardo. Mia madre era intenta ad apparecchiare la tavola e mio padre scherzava con Charlie, ed entrambi avevano quel sorrisino sul viso.
“Come mai sei così silenzioso caro?” ci eravamo appena seduti a tavola quando la voce squillante di mia madre mi rimbombò nelle orecchie.
“Eh? No. Niente niente.” PENSA A QUALCOSA. Pensa.
“Pensavo all’ audizione per il film” dissi la prima cosa che mi venne in mente e mi tuffai sul piatto di pasta che avevo davanti, sperando che nessuno mi avesse sentito. Tutte le persone che conoscevo erano davvero felici per me e mi avevano sempre supportato e spronato a fare quel provino, ma mi avevano anche  ricordato di non scoraggiarmi alla prima sconfitta e non dare troppa importanza alla recitazione quando avevo 11 anni e ancora molti studi da fare. Ma io sinceramente, dopo aver inviato quel video, non pensavo ad altro.
Comunque mi avevano sentito tutti, eccome. Mia madre scoppiò a ridere e mio padre mi guardò con gli occhi sognanti.
 Pensavo si sarebbero arrabbiati o avrebbero iniziato a fare quei lunghi e noiosi discorsi sulla vita, sulla scuola, sui sogni eccetera eccetera..
“Oh caro io non ce la faccio più” mia madre era misteriosamente elettrica. Il sorriso diventava più largo e luminoso ogni secondo che passava.
“Ti prego diciamoglielo ” era come se non riuscisse a stare ferma su quella sedia.
Mio padre sorrise ancora, si alzò e andò in salotto. Mentre io e Charlie ci guardavamo confusi con la bocca piena di cibo mio padre tornò con un pacco in mano e lo mise vicino al mio piatto:
A Rupert Grint. Warner Bros Picture.
Degluitii rumorosamente e sgranai gli occhi.
Il momento che tanto aspettavo era arrivato, e invece di saltare di gioia ero là, pietrificato sulla mia sedia a girare e rigirare quel pacco sperando che sparisse.
Cosa sarebbe successo dopo? Appena avrei saputo il tanto aspettato verdetto?
Non volevo scoprirlo. Certo la curiosità era molta, ma la delusione per un verdetto negativo mi avrebbe sicuramente distrutto. Quindi rimasi lì a guardare quel pacco ancora per un po’, mentre dentro di me una lotta interiore mi stava confondendo, e i miei genitori mi guardavano ansiosi. Poi  si scatto aprii quel pacco. C’era una videocassetta. Lentamente ed in silenzio arrivai vicino alla televisione, la infilai nel registratore e tremante mi sedetti sul divano. Ecco che sullo schermo della televisione compariva la faccia di un ragazzino orrendamente travestito da maestro che cantava una canzone rap. Verso la fine comparve il mio nome affianco a quello del mio personaggio preferito Ronald Weasley. Dietro questa scritta iniziò piano piano a prendere forma un viso, un viso di un uomo che avevo già visto prima in televisione. Sorrideva e mi faceva i complimenti per il video che avevo mandato. L’ha definito divertente e fuori dal comune.
“Quindi mio caro Rupert, sono fiero di avvisarti che sei stato scelto per interpretare il ruolo di Ronald Weasley del romanzo di J.K.Rowling. nella busta troverai dei moduli da far firmare ai tuoi genitori e i dettagli per il provino ufficiale che avverrà qui negli studi. Ti aspettiamo con gioia, Ron” sorrise ancora e mi salutò con la mano.
Il video finì e mi ritrovai sommerso da mia madre che mi riempiva di baci e di abbracci.

“Ce l’hai fatta tesoro. Ce l’hai fatta” gridava con voce spezzata dal pianto. Mi liberai dalla sua stretta e dopo aver stretto forte papà m  i buttai su Charlie e risi fino allo sfinimento, mentre nella mia testa rimbombava la voce di quell’uomo. “Ti aspettiamo. Ron” quel giorno giurai a me stesso che quando avrei incontrato quell’uomo, l’avrei ringraziato con tutta l’anima per avermi regalato il giorno più bello della mia vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** incontri ***


                                                                                                         Capitolo 3

         Incontri


Quando entrai negli studi londinesi della warner bros mi sentii un po’ come quando Harry entrò per la prima volta nella Gringott. Spaesato, meravigliato, eccitato e nervoso.

Cercando di osservare e memorizzare qualsiasi cosa, persona, poster o macchinario che si trovava lungo il mio cammino, fummo fermati da un uomo dalla faccia amichevole e molto affascinante,

che ci condusse alla stanza dei provini. Per arrivarci però avevamo salito un centinaio di scale e avevo già il fiatone, cosa che sicuramente non mi aiutò a calmarmi. Arrivati davanti la grande porta mi

congelai :

non sentivo più le gambe e avevo la gola secca. Cosa avrei fatto o detto? Sarei riuscito a fare una bella figura oppure avrei fatto scena muta come mi capitava spesso nei momenti di tensione?

Mentre mi maledivo ripetutamente per aver voluto affrontare tutto questo l’uomo che ci aveva accompagnato esclamò :

“Finalmente. Emma! O dovrei dire Hermione!” Mi girai di scatto per allontanare dalla testa la visione di quella maledetta porta e per la curiosità di vedere chi sarebbe stata la bambina così fortunata da

interpretare Hermione.

La bambina in questione era felice e più elettrizzata di me, almeno di quanto lo ero un minuto prima, e quando udì la voce dell’uomo misterioso di aprì in un grande e lucente sorriso.

"Benarrivata tesoro. Adesso stiamo per fare il provino a lui e poi sarà il tuo turno. Lo sai? Lui si chiama Rupert e se tutto va bene interpreterà Ronald Weasley.” L’uomo mi indicò e lei mi rivolse lo

stesso sorriso lucente.

“wow davvero? Piacere di conoscerti Rupert. Sai che Ronald è uno dei miei personaggi preferiti? Può sembrare codardo o infantile agli inizi ma si rivelerà un vero e proprio Grifondoro, lo so.” La

ragazzina aveva una voce cristallina e in un attimo si era avvicinata a me e aveva iniziato a parlare, forse anche troppo, ma era piacevole la sua compagnia.

Appena iniziai ad abituarmi a lei e alle sue chiacchiere, l’uomo che ci aveva guidato precedentemente mi posò una mano sulla spalla destra.

“Devi entrare caro” e sorrise ancora. Tutta quella dolcezza mia rassicurava ma in un certo senso mi innervosiva. Era snervante percepire tutta quella calma in quella stanza quando io stavo per 

affrontare l’ignoto.

“Andrà bene” la ragazzina mi sfiorò il braccio per incoraggiarmi e io non potei non sorridergli di risposta.

Mi girai verso la porta, feci un respiro profondo ed entrai quasi ad occhi chiusi.

 

“Eccolo qui il nostro Ronald” mi accolse un uomo basso e un po’ robusto che girava calmo il suo caffè fumante. egli era seduto comodamente dietro una lunga scrivania con altre persone che non

riconobbi subito.  Continuai a camminare normalmente verso di loro finché non lessi il cartellino che luccicava al centro : JK Rowling, scrittrice.

Rimasi impietrito dinanzi al volto della donna che stava scrivendo la mia saga preferita, che stava costruendo il mio rifugio dalla realtà, che aveva dato voce alla mia fantasia, che aveva donare un

pizzico di magia alla mia vita e che adesso stava per coronare il mio sogno più grande : diventare attore.

Lei mi sorrise e io la guardai ancora più imbarazzato. Se il regista non avesse iniziato a distrarmi facendomi milioni di domande credo che sarei scappato urlando per l’emozione, proprio come un

bambino. Ed è ciò che ero. Un bambino che stava per diventare qualcuno grazie al suo innato talento. Un bambino che per grazia di non so quale dio stava per intraprendere il viaggio più bello,

sorprendente e magico mai intrapreso.
 
 
-                                                               -                                                    -
 
 
“Wow”

Sospirai estasiato e aprii quella porta che una mezz’oretta fa mi terrorizzava e che adesso adoravo.

Non riuscii neanche a respirare l’aria della sala d’attesa che mia madre e mio padre mi corsero incontro e mi soffocarono in un lungo e intenso abbraccio.

“Non ci importa se sarai preso o no. Ti vogliamo bene e 1se non ce la farai per noi sarai sempre l’attore più carino che esiste al mondo. Ma che dico tu sei perfetto tesoro. Certo se ti fossi pettinato

almeno stamattina.”

“Mamma ti prego, non oggi” mi lagnai e schivai il suo tentativo di aggiustarmi i capelli.

“Hai ragione. Allora come è andata? Che ti hanno chiesto? Hai dovuto recitare qualche battuta? Sei stato educato per una buona volta? Ma certo sono sicura che sei stato bravissimo tesoro. Tu lo sei

sempre stato” continuò mia madre con la voce rotta dal pianto.

La guardai perplessa per un po’, ma poi risi con mio padre per la sua reazione insolita.

“Lascialo respirare cara” scherzò mio padre. Le cingeva le spalle con il braccio e la stringeva forte, ma con delicatezza. Erano bellissimi insieme, e non lo dico perché erano i miei genitori. Lo erano e

basta.


“Allora tutto bene?” mi arrivò da dietro i miei genitori una voce cristallina famigliare, mi voltai e trovai la ragazzina di prima che mi sorrideva ancora vicino ad un altro ragazzino magrolino, con i capelli

scuri e gli occhi celesti.

“Certo” gli sorrisi. “Tu quando vai?”

“Tra poco, i produttori hanno bisogno di una pausa ogni tanto” guardò la porta pensierosa e arricciò il naso. Poi ad un tratto si girò verso il nuovo ragazzo.

“Giusto! Lui è Daniel, che interpreterà Harry Potter” sorrise ad entrambi.

“Oh ancora non è sicuro Emma”

“Certo che lo è! Sei perfetto per quel ruolo” trillò la ragazza, che avevo ben capito si chiamasse Emma.

“Se lo dici tu, ma sappi che se non mi prendono sarà perché mi hai portato sfortuna” ridemmo entrambi.

“Si certo.” Sbuffò lei.

“Comunque io e te non ci siamo presentati ancora ufficialmente” si rivolse a me e mi tese la mano sorridente : “io sono Emma Watson.”

“è impossibile che non ci siamo presentati, abbiamo parlato per ore” ghignai.

“E invece no. E poi non ho parlato sempre e solo io” esclamò un po’ irritata.

“Certo che no” dissi sarcastico. Daniel rise con me mentre Emma sbuffò ancora.

“Aaah! Andate al diavolo. Adesso è il mio turno.” Disse altezzosa e si avvicinò alla porta.

Io e Daniel guardandola entrare e sparire oltre quella porta dicemmo all’unisono che quella ragazza sarebbe stata perfetta per Hermione, prima di una lunga e forte risata.






NOTE D'AUTORE:

Salve cari lettori, mi scuso enormemente per non aver continuato questa storia che sembra vi piaccia molto, ma la scuola mi ha assorbito completamente e sono stata occupata nella

scrittura di un' altra storia (che spero avrete letto), quindi l'aggiornamento di questa è passata in secondo piano.

Ringrazio ENORMEMENTE e ripeto ENORMEMENTE le bellissime e fantastiche persone che hanno recensito questa stramba storia, cioè :

Annavi , Effe_ttosetta e ronherm, che mi hanno spinto a continuarla.

Spero davvero di non avervi deluso con questo capitolo, sempre più corto ma spero piacevole. 

Grazie ancora e per qualsiasi incomprensione o consiglio potete scriverli in una recensione che sarà molto ma MOLTO accetta.

Mi scuso ancora per eventuali errori o orrori grammaticali.

Vi voglio bene.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** vita sul set ***




CAPITOLO 4.



“Forza ragazzi questa scena è la più facile ma fondamentale. Concentratevi e date il meglio di voi” il regista sospirò, mentre due signorine ci sistemavano il trucco frettolosamente.
“Quante volte l’avrà ripetuto stamattina?” borbottai a Daniel sottovoce che sghignazzò, ricevendo una gomitata da Emma in piena pancia.
“Se voi la smettesse di ridere sarebbe tutto più facile” ci riprese lei come al solito, agitando la chioma bruna ad ogni parola.
“Se facessimo una pausa lo sarebbe ancora di più. Quante volte devo dirtelo che devo andare in bagno?” iniziammo il nostro silenzioso battibecco mentre tutti gli altri erano troppo occupati con le luci e le cineprese.
Adoravo la vita sul set,  perché finalmente davo sfogo alla mia passione per un motivo e soprattutto davanti a una telecamera vera, e non più davanti allo specchio della mia cameretta, avendo paura che i miei genitori entrassero da un momento all’altro e mi prendessero per pazzo.
Poi la storia mia piaceva da matti. Sono riusciti a realizzare un film di un’ ora e mezza con la trama di centinaia di pagine, e ricordo ancora l’emozione di aver riletto le battute di Ron che ricordavo da quando avevo letto il libro.
Il primo giorno di riprese ricordo di aver confidato a Daniel la mia paura di non essere all’altezza delle aspettative di tutti, poiché non avevo nessuna esperienza avendo appena undici anni. Lui mi trascinò davanti ad uno specchio e mi disse :
“Cosa vedi?”
“Ehm..me stesso?” risposi confuso. Lui mi diede uno schiaffetto in testa e scoppiò a ridere. Poi ritornò serio.
“Sul serio Rup. Io vedo un bambino con i capelli rossicci lo sguardo furbo e luminoso e un espressione un po’ spaventata ma decisa, che indossa una divisa di Hogwarts un po’ stropicciata, preoccupato di ciò che dirà la gente, ma convinto che alla fine non gli importa perché è soddisfatto della sua vita” rimasi imbambolato a guardare lo specchio, mentre le parole di Dan mi ronzavano in testa.
“chi ti ricorda? Andiamo non è difficile, neanche per te” scherzò.
“Ronald Weasley. Figlio di Arthur e Molly Weasley e fratello di Fred, George, Percy, Bill, Charlie e Ginny Weasley. Amico di Hermione Granger e del grande Harry Potter ” dissi fiero e convinto, contemplando il riflesso del mio personaggio preferito nello specchio. Daniel mi sorrise di risposta, contento di avermi tirato su il morale e caricato per il primo giorno di lavoro.
“Grazie per il grande Ron..cioè volevo dire Rupert” ridemmo insieme.
“Era per il tuo personaggio. Ma anche per te se vuoi” scherzai ancora.
“Certo e per me niente?” dalla porta del nostro camerino sbucò fuori Emma imbronciata e pronta per entrare in scena, con la sua divisa impeccabile, i suoi capelli castani molto voluminosi e i suoi occhi caldi e marroni. Era semplicemente perfetta per quel ruolo, anzi perfetta era dire poco.
Pensato solo che, prima d’ iniziare le riprese il regista ci diede un compito da svolgere, non vi descrivo le facce mie e di Dan appena scoperto che era un vero compito scritto, dove dovevamo scrivere le nostre emozioni e impressioni sul film che stavamo per recitare. Daniel scrisse mezza pagina, dopo aver pregato inutilmente mezza troup di truccatori e attori di aiutarlo disperatamente. Io lo consegnai tre giorni dopo inventandomi di averlo perso, ed era davvero una schifezza. Emma scrisse più di tre pagine e lo consegnò per prima, soddisfatta di se stessa e riprendendoci per il nostro mediocre lavoro.
Quindi non venitemi a dire che lei non è l’Hermione perfetta.
“Ma a te è sottinteso. Tu sei grande, bella, grandiosa, stupefacente..” mi avvicinai a lei con sguardo sognante mentre Daniel si sbellicava dalle risate.
“Si certo Rup. Risparmiati la voce per il set. E vatti a rivedere qualche aggettivo decente per abbindolarmi” sbuffò e se ne andò elegante e boriosa. Forse troppo anche per lei.
Dopo circa trenta secondi il suo viso ricomparve da un lato della porta con un sorriso smagliante :
“Sono brava anche nella parte della snob, vero?” io e Dan tirammo un sospiro di sollievo poiché non volevamo una versione di Emma fastidiosa e boriosa, ancora più del solito, ma poi ci unimmo alla sua allegria e  la seguimmo verso il set.
“Comunque sul serio ero credibile?” ci richiese dopo qualche passo inchiodandoci con uno sguardo impaziente.
“Emma sei letteralmente incredibile” sospirai e gli sorrisi.
 
 
 
-                                                       -                                                 -
 
 
“Dai Tom. Più cattiveria. Tu li odi dal profondo del cuore, non li sopporti. Concentrati”
Tom smise di ridere e guardò Daniel negli occhi, cercando di far uscire tutto l’odio che poteva. Alzò la bacchetta e l’avvicinò al suo viso con destrezza.
“Paura Potter” sputò con tutto il veleno e la cattiveria possibile quelle parole e ghignò in modo impeccabile, da fare invidia anche allo stesso Draco.
Tom Felton era un ragazzino alto più o meno come noi, magro e un po’ spigoloso, con occhi grandi e blu come il cielo e un sorriso furbo e smagliante. Fisicamente era talmente identico al personaggio che doveva interpretare che ne rimanemmo stupefatti.
Ricordo l’impressione che mi fece a primo impatto : rievocò perfettamente l’immagine che mi ero sempre fatta di quel maledetto Malfoy scorbutico e arrogante, quindi mi preoccupai che lui un po’ gli assomigliasse. Ma dopo qualche secondo che ci fu presentato il suo viso si aprì in un sorriso sincero, decisamente privo di ogni traccia di arroganza che poteva avere il suo personaggio. Si dimostrò subito un ragazzino divertente, schietto e di talento, poiché riusciva senz’ alcuno sforzo ad interpretare un personaggio insopportabile rimanendo la stessa piacevole persona.
In quel momento ci trovavamo a girare una delle tante scene di scontro tra Draco ed Harry, cioè tra Tom e Daniel, ed entrambi non riuscivano a smettere di ridere. Era davvero difficile rimanere concentrati nel personaggio e quindi trovarsi davanti una persona che dovresti odiare ma che in realtà non lo odi. È proprio ciò che stavano passando loro, poiché i loro personaggi dovevano combattere durante una lezione ed odiarsi a morte, ma in realtà non facevano altro che scoppiare a ridere nei momenti meno opportuni e trascinare nell’ilarità tutto il set.
Io ed Emma non eravamo ripresi, anche se entrambi  dovevamo stare nella stanza dove doveva avvenire il combattimento, ma mentre ripetevano quella scena migliaia e migliaia di volte ne approfittavamo e ripetevamo insieme le battute delle scene successive.
Era così che andava ogni volta. L’atmosfera sul set era concentrata si, ma anche giocosa come era giusto che fosse. D’altronde eravamo un mucchio di ragazzini che facevano ciò che più amavano fare, non può non esserci nell’aria un pizzico di allegria.
“Ti piacerebbe” Daniel finalmente riuscì a non ridere e fissò sprezzante l’altro ragazzino, mentre nell’aria si diffondeva quella tensione indispensabile per la riuscita della scena. Infatti il regista scoppiò di gioia quando tra i due scoppiò il vero combattimento, dove in realtà venivano sbattuti e trascinati da un’imbracatura attraverso tutta la stanza e si lanciavano incantesimi inesistenti. Senza gli effetti speciale era molto comica la situazione, ma già sognavo di rivedere il tutto dopo il montaggio con i computer e l’aggiunta delle luci per gli incantesimi. Qualche ora prima avevo già visto un’altra scena con altri incantesimi ed ero rimasto incantato da quel lampo luminoso che usciva dalla bacchetta di Hermione. Sembrava davvero reale e maledettamente magico.
“STOP STOP. GRANDIOSO. È stato davvero grandioso. Bravi, bravissimi ragazzi!” il regista ci urlò e ci corse incontro con quel sorriso strabiliante e rassicurante che gli spuntava sul viso ogni volta che facevamo un’ottima scena. Era difficile deluderlo.
Tom e Daniel furono sciolti dalle loro imbracature mentre si diffondeva nell’aria quel solito applauso che concludeva un buon lavoro. Sorridenti scesero dai tavoli e raggiunsero me e Hermione.
“Dai fate una bella pausa, ve la meritate. Però vi rivoglio qui fra due ore pronti a continuare..e Dan, dammi subito la bacchetta prima di fare qualche altro danno” gli strappò la bacchetta dalle mani distruggendogli l’idea di giocarci per tutto il tempo della pausa. Daniel sospirò.
“Suvvia. Ha ragione Dan. Ieri l’hai rotta ben due volte mentre giocavi con Oliver a suonare la batteria” lo canzonai io, ricordando quel pomeriggio a dir poco divertentissimo.
“Già. Ma adesso con ch cosa posso suonare la mia batteria immaginaria senza la mia bacchetta e quella di Hermione?” rispose sconsolato.
“Tu hai usato la mia bacchetta per i tuoi stupidi giochetti senza chiedermelo?” Emma era a dir poco furiosa. Odiava se qualcuno toccava i suoi oggetti si scena, soprattutto la sua adorata bacchetta. Sinceramente conoscendo Daniel e la sua innata capacità di distruggerle in ogni momento un po’ la capivo.
“No, c’è io intendevo che..Ecco.. Rupert ha detto che..” balbettò il grande Harry Potter che si spaventava a morte alla vista di Emma infuriata. Bhè spaventava anche me.
“Ehi non mettermi in mezzo eh!” scherzai io e all’occhiataccia di Emma mi passò la voglia di scherzare.
Stava per scoppiare un litigio epocale, come quasi tutti i giorni, ma Tom calmò facilmente le acque.
“E dai Emma, è stato un incidente. Guardate hanno messo i gelati delle quattro” urlò guardando verso il banchetto allestito non lontano dal set.
Se c’era un’altra cosa che amavo di quella vita era l’eterno banchetto pieno di dolci e schifezze che allestivano ogni giorno. Ne andavamo praticamente pazzi.
Tutti ci girammo sorpresi e alla vista di quegli splendidi e irresistibili gelati iniziammo a correre, ringraziando mentalmente qualsiasi santo per averci donato questa splendida vita. 



NOTES:
Vi chiedo umilmente perdono per tutto questo tempo.
quanti mesi sarannmo? un pò. scusate davvero davvero tanto çç
 Vi capirò se magari avete giò abbandonato la lettura della storia, ma ho avuto un blocco
e non ho avuto neanche un pò di tempo per rinchiudermi in camera e concentrarmi su questa storia.
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, anche se so che non è niente di spieciale. 
Ma questa storia deve nascere piano piano, quindi spero siate un pochino pazienti.
Vi scongiuro di lasciarmi una recensione se leggete, perchè ho davvero bisogno di sapere
cosa ne pensate per continuare questa storia al meglio.
Grazie di tutto.
Grazie a te per aver letto fino qui, per aver recensito e per avermi semplicemente seguito.
Grazie di cuore.
I.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=775876