Welcome back to my life, Duncan.

di CuteAndIrish
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Time to change ***
Capitolo 2: *** On the way to home. ***
Capitolo 3: *** Never judge a book by its cover ***
Capitolo 4: *** I'm still a CIT. ***
Capitolo 5: *** There are not only them. ***
Capitolo 6: *** You never really can't fix my heart. ***
Capitolo 7: *** Why you want to get back with me? ***
Capitolo 8: *** I love you, fuckin' idiot. ***
Capitolo 9: *** Over with you twisted symphony. ***
Capitolo 10: *** Oops... ***
Capitolo 11: *** How can I compare you with her? ***



Capitolo 1
*** Time to change ***


2 anni prima.

Ecco, non aspettavo nient'altro che questo. Finalmente è finita. Questa stramaledettissima stagione. L'ultima. Duncan e Gwen ora possono fare tutto quello che vogliono senza che io sappia niente. Possono andare al diavolo.

Chris farà un reality con tredici dementi come noi. Cavolo, se potessi solo avvertirli! MAI partecipare ad un reality, MAI! E' una cosa da segnare sul blocchetto delle cose da NON fare per nessuna ragione al mondo. Assolutamente NO! Ti innamoreresti di un criminale e finiresti per sembrare una psicotica ipermaterialista, sommato a diventare amica di una gotica che ruba la ragione per cui sono qui.  Risultato: Non ho vinto nessuna delle tre stagioni e sono depressa.



Ragiona Court, ragiona. Allora cos'è che mi ha spinto a mandare la cassetta dell'audizione?

Volevo essere conosciuta come me stessa. Volevo essere diversa. Volevo fare capire a tutti che non sono quella che sembro a prima vista.



Insomma...nella prima stagione potevo essere fiera di essere la "ragazza di Duncan"

Nella seconda ero fiera di essere la "ragazza di un neomilionario"

Nella terza non potevo essere fiera di un bel cavolo. Ero la "ex ragazza di un mostro"

Ecco, ora manca pochissimo per tornare a casa. Non più torture, non più persone che ti pugnalano alle spalle, niente più persone sovrappeso, niente più egocentrici e con le tette rifatte, niente più A tutto reality. Dannata serie televisiva.

Okay, sarò tempestata da interviste e autografi, ma sono tornata a casa. E ne sono felice. Davvero, davvero felice.

"No, non è vero. Sono ancora cotta di Duncan."

-No invece, mi passerà!

"Credo proprio di no. Ero la sua principessa e sembravamo così affiatati insi...NO!" 

Ma io voglio cambiare, devo cambiare, necessito di cambiare! E' tempo di cambiamenti e nessuno mi può fermare. Non mi farò più fregare da criminali. Devo essere forte! Mi laureerò e diventerò al più presto famosa! Non per la mia stramaledetta gelosia nei confronti di Duncan, ma per aver fatto scoperte in campo scientifico o per essere diventata presidentessa del Canada!

Ho deciso, questo sarà l'inizio di una serie di cambiamenti drastici sul mio carattere e sul mio modo.

 


Addio vecchia Courtney,

Benvenuta nuova vita.

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Capitolo 2
*** On the way to home. ***


Ebbene si, ho iniziato questa storia. Non uccidetemi, è la prima volta che scrivo una fanfiction. Sebbene ho voti alti nella produzione scritta, non credo di poter competere con voi *faccia modesta* .
 



Pioveva. Non mi importava, perchè a momenti sarei arrivata a casa. L'autobus aveva appena raggiunto la mia città. La via che mi conduceva alla mia mancatissima casa era sempre la stessa: marciapiedi stretti, alberi a bordi delle strade, ragazzini che corrono in mezzo alla strada, leggero traffico... era tutto come due anni fa. Esattamente uguale. Il tempo si era fermato da quando avevo lasciato tutto per...per...lasciamo perdere. Non ho voglia di arrabiarmi con me stessa ancora una volta.

Raccolsi dal sedile il mio borsone con tutto quello che era rimasto dall'esplosione dell'aereo. Si, perchè la mia fermata era a qualche minuto da qui. Uno stridulo vocio chiassoso di una ragazza interruppe il mio intento di alzarmi:

-Ehi! Ma tu non sei mica Courtney di "A tutto reality"? Sono una tua grandissima fan! Ti prego, posso fare una foto con te?

Fan? Non adesso! Non in questo momento! Cosa avrei potuto fare? Non posso mentire. Sembrava così emozionata a vedermi dal vivo. Ma...per quale motivo non avevo preso un semplice taxi? Stupida Courtney. Stupida.

-Cosa?Ehm...in realtà io non sono lei...

Ero agitata. Si capiva benissimo che ero il suo amatissimo idolo. Mi guardò con un'espressione delusa.

-Okay, lo ammetto, sono io. Hai la macchina fotografica con te?

-Si!

-Perfetto.

Bene. Speriamo che nessun altro interferisca. Voglio solo andare a casa mia.

-Guardate tutti, c'è Courtney!

-Oh mio Dio! COURTNEY! Mi fai un autografo?

-Anche a me!

-Sul serio! Che bello!

Cavoli. Una folla di otto o nove persone mi assalì. L'autobus si fermò di scatto. L'autista si alzò irritato:

-Sedetevi tutti o non mi muoverò di qui. Signorina Courtney, tutto bene?

Anche questo con la fissa per i personaggi famosi. Basta. Voglio essere trattata come una persona normale.

-Scusatemi ragazzi, non sono in vena di autografi e fotografie.

Presi il giubbotto e uscii dall'autobus.

Proseguii per School Street a passo svelto sotto la pioggia, per evitare che nessun altro si accorgesse di me. Pioviginava. Mi fermai un secondo davanti alla scuola.

Era tale e quale a quando l' avevo lasciata. Ripresi il cammino.

-Ehi, tu! Hai dimenticato qualcosa!

La voce sembrava familiare, assomigliava tantissimo a quella di Izzy. Ma quando mi girai di scatto realizzai che non era lei.

-Cosa?

-La foto!

-E va bene. Hai vinto. Facciamo questa foto.

La ragazza aveva una chioma rossa e delle simpatiche lentiggini, più accentate delle mie. Avrà avuto tredici o quattordici anni, anche se ne dimostrava di più con la sua altezza. Indossava una maglietta dei Drama Brothers, con un paio di jeans piuttosto stretti.

-Posso farti alcune domande mentre torniamo a casa?

-COSA? A casa? - Esclamai sorpresa.

-Ovviamente! Ah, ma forse non lo sai. Piacere, Samantha Andersen. Ma tu puoi chiamarmi Sam. Sono la tua nuova vicina. Felice di averti conosciuta.

Mi prese la mano e me la strinse forte in segno di saluto. Dannazione. Era più fastidiosa di Sierra. Una zanzara.

-Dunque, posso farti una domanda, Court?

-D'accordo.

Incamminammo la via per tornare a casa.

-Tu ami ancora Duncan?

Lo disse in una maniera che non avrei potuto tollerare un altro secondo. Come si era permessa di farmi domande di questo genere! La ignorai del tutto.

-Yo, ragazza, ti ho fatto una domanda.

-Yo, ragazza, non ti ho dato il permesso di chiedermela.

-Invece si.- Disse scherzosamente.

Cavolo, aveva ragione. Accellerai il passo per seminarla, ma lei mi raggiunse. Mi fermai.

-COSA VUOI DA ME!

-Niente. Davvero!

-Ma fammi un favore. Sei un paparazzo? Sei una fan ossessiva? Sei della televisione? Cosa vuoi?

-NO! Niente di tutto ciò. Voglio solo essere tua amica.

-Bene, hai appena perso questa opportunità. Potrei denunciarti per stalking. Sai come sono io.

-Ma...io...

Presi a correre. Mi fermai e mi girai per sapere se mi stava ancora seguendo. Ma lei era ancora lì ferma a testa bassa. Dannazione.

Non mi ero accorta che ero appena giunta in 5th Avenue. La mia via di casa. Ricordai allora che i miei parenti e amici mi stavano ancora aspettando. Ripresi a correre.

..................

Ecco qua. Sono ritornata alla vita normale. Sospirai. Sono tornata la vecchia Courtney. Ora devo essere forte.

Presi il vialetto che mi portava alla veranda. Suonai il campanello.



Ecco il mio primo vero capitolo. Lo so, è corto, ma cercherò di aggiornare il più possibile.
Saluti :D

- Angelica.

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Capitolo 3
*** Never judge a book by its cover ***


Finalmente sono tornata! COCCOFUIBA ALE'!  Scusate il ritardo, ma sono andata al mare, e ultimamente non sono mai a casa. Tra due settimane si va a scuola. ODDIO. E non ho ancora finito i compiti.
 


Diciamo che la mia faccia è più o meno così.
Lo avevo dimenticato.
Beh...mentre io finisco i compiti...
Enjoy!


 

-Chi è? Non vogliamo niente!- Disse "qualcuno" in modo scherzoso

-Sophie, lo so che sei tu, aprimi la porta!-

Quel "qualcuno" si chiama Sophie, lei è la mia sorellina di sette anni. Beh...non è proprio mia sorella, perchè è stata adottata dalla mia famiglia. Ma io le voglio tanto bene.

Aprì quindi la porta:-Court!

-Sophie! Che carina che sei oggi! Come mai così formale?-

-Ah...beh... è una sorpresa...

Tale e quale a due anni e mezzo fa. Stessi occhioni marroni, capelli neri e un corpicino grazioso. Oggi indossava un bel vestitino giallo chiaro, che risaltava la sua carnagione scura. La abbracciai. -Quanto mi sei mancata con i tuoi scherzetti! Mamma e papà dove sono?-

Ecco che sbucarono dalla cucina. -Ciao!- Vennero entrambi a strozzar...ehm...stringermi.

-Senza la saputella qui era tutto diverso!.- Esclamò papà;

-E' vero- Aggiunse mamma, che però si staccò da me e mi disse:
-Guarda come sei fradicia, tesoro, vai a farti una doccia, e mettiti qualcosa di carino. Stasera verranno a cena i tuoi migliori amici e Samantha, la tua nuova vicina di casa. Kevin e la sua famiglia è andata a vivere molto lontano da qui, ma questa ragazzina è deliziosa. Scommetto che diventerete presto amiche per la pelle. -

Sìì, certamente. La persona più irritante del mondo abita vicino a casa mia. QUANTO SONO FELICE. Felice come una ragazza appena tornata a casa da un reality e una ragazzina le sta alle calcagna, e poi si scopre che è la sua vicina. Sto facendo i salti di gioia. EVVIVA!

-C'è qualcosa che non va?- Chiese preoccupata mia mamma.

-Cosa? Ah, no, non ho nulla, è che ho avuto un lapsus. Adesso vado. Poi vi racconto tutto.-

Mi incamminai per la mia camera.

Dopo avere fatto una breve doccia calda, il mio dilemma era cosa mettere.

Aprii l'armadio.

-Dunque, cosa posso mettermi...un vestito estivo... jeans e maglietta...oppure...

Sentii bussare alla porta. -Chi è?

-Sono Sophie. Posso entrare?

-Certo, ma chiudi la porta.

Entrò in camera e si sedette sul letto. -Ti consiglio quello lì.- Mi disse in un tono saggio, come se ne intendesse di moda.

-Quella viola.

-Cosa? Ma se la uso come pigiama?

-Ma no, scemotta, il vestito viola scuro. Se ci metti su una cintura nera e qualche collana...

-Ah, beh, non è così male, hai ragione sorellina.- Ma che brava che è. Dovrebbe fare la stilista un giorno. -E come me li acconcio i capelli?

-Fatti due codini. Vuoi i miei di Hello Kitty?

Sorrisi: -Sei brava, ma devi fare ancora progressi!- Le accarezzai la testolina castana.

Un altrò bussare alla porta interruppe il nostro discorso.

-Ehi, voi due! Siete pronte o no?

-Si, cinque minuti e siamo giù.

-Soph, dài, ci vediamo di sotto, okay?!

-Va bene.

Dopo essermi messa il vestito, al piano di sotto qualcuno aveva suonato alla porta.

-Courtney, potresti andare tu? Dovrebbe essere Samantha.

-Sìì, papà.

Povera me. Proprio lei doveva essere? Non poteva essere...che ne so...Sadie e Katie?

Spalancai la porta. -Ma ciao Samantha!- Dissi in un modo scocciato, quasi sarcarstico.

-Ciao! Tanti auguri!

-Si... ma oggi non è il mio compleanno...

-Ma certo che lo so! Come potrei non saperlo! IO?! La tua più grande fan?! E' il 17 marzo!

-E come mai mi hai fatto gli auguri di compleanno?

-Se non fosse il tuo compleanno, anzi, a questo punto direi "Non-Compleanno", non avrei potuto farti un regalo del genere! Et...voilà!

-Cosa?! Un computer nuovo di pacca?! Wow, devi essere molto ricca per comprare un notebook di ultima generazione a una persona che conosci da tre ore.

-No, beh, non proprio ricchissima. Diciamo che erano i miei risparmi.

-Ma no, Samantha, non posso proprio accettarlo. Non me la sento. Tienilo tu. Poi io ho già un computer. Non ti devi preoccupare per me.

-Davvero Courtney?! Non lo vuoi proprio?

-Non è che non lo voglio, è che ne ho già uno. Non voglio approffittarmene.

-Va bene.

-Dài, entra in casa, non vorrai mica stare sotto la pioggia tutto il tempo!

-Posso lasciare lo scatolone sul tavolo.

-Ovviamente si.

-Aveva ragione la gente su cosa diceva su di te. Sei una ragazza responsabile, carina e divertente. Per di più generosa.

Davvero? Aveva detto queste cose? E mi voleva regalare un computer nuovo? Arrossì un po'in viso.

-Grazie Sam. Se è così che posso che posso chiamarti.

-Certamente, Court.

-Io adesso vado in cucina a vedere i preparativi e parlare un po' con i miei genitori, se vuoi venire con me...

Annuì con la testa.

-Heilà mamma!- Mi sedetti al tavolo con Sam. Sgranocchiando una patatina al formaggio rubata dal buffet chiesi: -Come è andata senza di me questi tre anni?

-Beh...diciamo che ci sei mancata molto. La televisione era sempre sullo stesso canale per vederti in TV. Il telecomando aveva iniziato a prendere la polvere.

-E Sophie?

-Ah, Sophie è quella che ha sentito di più la tua mancanza. I primi giorni si rifiutava di muoversi dal letto, e ogni tanto piangeva chiedendomi di farti tornare a casa. "MAAMMAA VOGLIO CHE COURTNEY TORNI A CASAAA SUBITOO!"

-Davvero? A proposito, dove si è cacciata?

-E' in garage con papà. Stanno prendendo le bibite.

Sam si intromise nel discorso: -Dài Courtney, raccontaci un po' di come è stato sull'isola.

Mia mamma aggiunse: -Giusto, come è andata? Il cibo? Gli amici? La squadra? Ho visto che eri la leader finchè Harold non manomise i voti...

-Si! Perchè io sono stata la capogruppo in un campo estivo!- Disse Sam prendendomi in giro.

Scoppiammo tutte e tre a ridere.

Sophie e papà entrarono in cucina. Soph si avvicinò a me e io la poggiai sulle mie ginocchia pettinandole con le dita i suoi riccolini castano scuro.

-Posso aggregarmi anche io prima che arrivino gli altri?- Chiese papà prendendo una sedia dal tavolo.

-Certo che sì! Stavo giusto iniziando a parlare del cibo di Chef!

Sophie interruppe esclamando: -Bleah! Ma cos'era? Ho visto che il cibo di Gwen si muoveva!

-Beh Soph, il cibo non poteva essere chiamato tale! Meno male che me ne sono andata via presto.

-E poi? Heather è anche la più cattiva del mondo intero! Come Alessandro!-

-Alejandro volevi dire? Si, ha letto il diario di Gwen davanti a tutti, ha insultato ogni membro del cast, ha offeso Lindsay e Beth! Ma poi, quando ha visto che Alejandro faceva il polletto con Bridgette, Leshawna e me si è sciolta come un pezzo di burro al sole. Anzi, in questo caso, Burromuerto!-

-Appunto, che fine ha fatto Alejandro?

-Non si sa. Qualcuno dice che ora sia un pezzo di latta.

Sam disse in tono sapientone: -Alejandro è in rianimazione al centro "Pezzi di latta" vicino ad Ottawa. Mentre Heath... qualcuno dice che è andata a vivere da sola e si è comprata tre gatti in attesa che Al torni da lei cadendo ai suoi piedi. Ma secondo me sono dicerie. Heather sotto sotto ha un lato tenero.

Il campanello di casa suonò.

-Vado io!-Mi alzai in piedi lasciando sedere la mia sorellina sulla sedia.

Aprii la porta di casa. Katie e Sadie, Martha, Dave, Josh, Juliet e Eleonora.

Tutti più carini e maturi di qualche anno fa. Escluse Katie e Sadie. Loro rimangono sempre le stesse bambinette dell'asilo mariuccia. Perchè i miei genitori le hanno invitate?

-Ciao ragazzi! Li abbracciai forte uno ad uno. Quanto mi siete mancati! Venite tutti in sala, così parliamo un po'.

Chiamai anche la mia famiglia e Samantha. Ma mia mamma restò a cucinare.

-Martha, ho sentito che sei andata al college. Com'è essere lì?

-Abbastanza divertente quanto faticoso. Anche se sono la prima della classe.- Disse in tono di superiorità.

-Come è stato Camp Wawanakwa? E il set? E l'aereo?- Chiese Josh. -Mi sei mancata.

-Come essere in carcere. Al massimo a cena vi racconto qualcosa in più. Era un branco di pazzi comandati da Chris McLean e il suo scagnozzo Chef Hatchett. Tutto qui.

-E Duncan? Lui è così macho, vorrei proprio sap...- Disse Juliet, ma subito Eleonora le tappo la bocca con la mano.

La guardai male. COME AVEVA POTUTO?! Si era persa forse la puntata 13?

-Hai chiesto una cosa che non dovevi dire.- Disse Josh.

Io e Josh uscivamo insieme prima del reality. Forse era un po' geloso dal fatto che Duncan mi perseguitava tutto il santo giorno. Lui è tutto il contrario di Duncan. Gentile, altruista, rispetta le regole e NON tradisce la sua ragazza.

Katie esclamò: -CHI? Duncan? Ma se è un orribile mostro. Trent è mooolto più dolce.

Sadie aggiunse:-Ha del tutto ragione... Gwen è stata una deficiente ad averlo lasciato.

-E' pronto ragazzi! Venite in cucina-

Meno male. Non riuscivo più ad ascoltare le loro espressioni verso i concorrenti.

IO lì ho provato dei sentimenti. IO. Forse loro no. Ma io si.

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Capitolo 4
*** I'm still a CIT. ***


(A/N) Lo so, lo so. Avete aspettato fin troppo per questo capitolo, ma sono BLOCCATA con i compiti.
Perciò spero vi piaccia.
*Scappa a fare i compiti*


Raggiunsimo in tutta fretta il tavolo in sala da pranzo, come un branco di lupi affamati.
-Katie, guarda! C'è l' arrosto!
-Non sembra tutto così delizioso, Sadie? La mamma di Courtney sembra così brava a cucinare!-
-E' vero Katie! Ma sai che assomiglia un casino alla mamma del tuo amichetto delle elementari?!
-Si, è vero! E' verissimo come quand...

-Quando avete finito di farmi i complimenti, potete sedervi a tavola, ragazze.-

Scoppiò un sorrisetto malizioso dalle mie labbra. Quanto sono strane, quelle due là.

-Mmh, che buon odorino signora Garcia.- Disse Eleonora.
-Grazie Elly.

Sophie corse da me e mi prese per le gambe, e me le strinse talmente tanto che stavo per cadere.
La guardai dal basso verso l'alto con un'espressione divertita. -Ehi, se fai così poi non cammino più!
-Voglio stare vicino a te, sorellina.-
-Ok Soph, come vuole la "figlia dell'imperatrice".
Sorrise dolcemente. Se devono ritagliare un immagine per corrompere qualcuno, sicuramente lei farebbe un ottimo lavoro.

Sulla tavola c'era di tutto: insalata, l'arrosto tanto desiderato da Katie e Sadie, patatine fritte, aranciata, piatti tipici spagnoli di ogni genere...Non mancava proprio niente. Sadie poteva ingozzarsi di tutto quello che voleva.

-Sam, siediti, che ci fai in piedi? Siediti qui di fronte a me, su!- Dissi in tono amichevole.
-Cosa? Oh, ehm...okay!

Iniziammo a cenare.

-Cosa intenderesti fare quest'anno; insomma! Hai appena finito la tua carriera televisiva! Ora devi lavorare per diventare presidentessa del Canada! La salita sarà lunga e scoscesa, ma non volevi laurearti in legge?- Mi chiese Martha sputacchiando un po' di insalata che aveva in bocca.

-Oh, si! Cert...-Mi interuppi.-Non lo so, Mar.

-Come "non lo so"!?- Si sorprese a sentire queste cose.-Non dirmi che non lo vuoi più fare e vuoi darti al circo locale?!-
-No, niente di tutto ciò, è che voglio pensarci su ancora. Penso che il college possa aspettare. Per questo anno posso dare ripetizioni a casa. Devo ancora sistemarmi e riprendere la mia vita sociale!
-Ah...- Disse in un modo abbastanza deluso.

Martha non sembrava la vecchia ragazza solare che era prima. Era già raffinata prima, ma ora era tutta precisina.

-Cosa intendi con questa espressione, Martha?- Che antipatica.
-Ah no, nulla. E' che finiresti per una ripetente, e io non vorrei finire per l'amica di una ripetente. Sai, io ho ua reputazione da difendere.-
-Allora è questo il tuo problema? Fare brutta figura con la gente? E che cosa sono io, un accessorio? Se non vuoi sentirti presa in giro, allora, puoi anche andartene di mezzo!
-Non intendevo in questo modo! Come sei diventata noiosa.-
-Da come lo hai detto, non sembra molto positivo.-

-Court, perchè litighi con la tua amica?- Interruppe Sophie.
-Oh, Soph, io non sto litigando con lei.
Mi osservò con aria seccata. -Non sono mica scema, lo sai!
-Sophie? Io ho detto la verità.
Eleonora la toccò e le disse: -Ciao Sophie! Che bella che sei stasera! Vuoi sederti vicino a me, ho tanti giochini da insegnarti...!-
-Grazie Elly, grazie di cuore.- Risposi.
-Di niente, sono abituata a gestire i bambini! E poi Katie e Sadie hanno la sua età mentale!
-Già.

Dave mi chiese:-E' stato carino stare sull'isola? Sai, è la stagione che mi è piaciuta di più... anche se in tour, sei molto brava a cantare!

-Si, è stato piuttosto divert...- Squillò un cellulare.
-E' mio.- Disse lui.-Pronto, si, cosa? Davvero? Va bene. Vengo subito.
-Cosa c'è?- Sembrava sorpreso.
-Devo andare. C'è appena stato un furto a casa mia. Mi dispiace, era tutto buonissimo. Forse passo domani.
Salve signori Garcia, ciao piccola Sophie, ciao a tutti.

Wow, com'era scattato dalla tavola.
Dev'essere stato qualche ladro di turno, siccome era pieno agosto. Poi Dave era abbastanza benestante. Un bel bersaglio per i ladri di estate!

-Ciao Dave.

Tra inutili discorsi e il mio racconto dell'esperienza nel reality, soprattutto sulla seconda stagione, finimmo di cenare e tornammo in salotto.

-Oh, sapete che Geoff e Bridgette mi hanno inviato le foto che hanno scattato a Wawanakwa?! Volete vederle? Ho giusto il CD dentro la mia borsa in camera! Vado a prenderlo!

-Vado io!- Disse Josh.
-Non c'è ne il bisogno. Vado io!
-Insisto!
-Non ti preoccupare. Non ti lascerei rovistare nella mia borsa senza il mio permesso!-
-Già- Sprofondò sul divano.

Mi incamminai per la mia camera, e iniziai a frugare nella mia borsa che era sul letto. Lanciai vestiti dappertutto.
-Questo no, questo non è, questo neppure...ECCOLO QUI!
La custodia era tenuta benissimo, la copertina mostrava un'immagine di tutti noi. Era sistemata talmente bene che l'avrei potuta vendere in un negozio!

Tornai in sala, caricai il CD dentro il lettore, cliccai con il telecomando il pulsante "PLAY"...et voilà!

La prima immagine che si mostrò era sullo yacht che ci aveva portati sull'isola, poi alcune foto di gruppo, alcune con Dj, con Bridgette, e anche con...Duncan. Poi iniziarono i primi filmini.

"-Vedrai come urlerà quando lo scoprirà!
-Oh, ma non quanto Chef! Duncan sei un genio!
-Si, me la cavo abbastanza bene con gli sfigati.

Poi arrivai io. -MA LO SAPETE CHE QUESTE COSE NON SI FANNO! Harold sarà anche un po' svitato e sciocco, ma non potete fargli questi scherzetti crudeli!

-Ma, a te cosa interessa, ragazza?

-Sono stata presidentessa del corpo studentesco, e il mio compito era di proteggere i più deboli e controllare i più forti, così come nella vita-

-Principessa, qui non siamo a scuola. Sveglia! Siamo in un reality show!
-NON CHIAMARMI COSI'. Ti conosco da cinque minuti e sò già di che pasta sei fatta. Un vandalo. Ti potrebbero squalificare per queste cose, lo sai?
-Perchè? A te interessa, per caso? Ti piaccio, forse?
-No.
-Allora lasciaci stare o aiutaci nello scherzo.

Me ne andai seccata. -Immaturi.

-Attenta che inciampi, principessa!

-Vai al diavolo!

-Grazie. Mi piaci anche tu!"


Tutti i presenti in sala si misero a ridere.
Eleonora disse:-Come sei cambiata, cara Court!
-Hahah, già-  Dissi in tono imbarazzato.

Sam continuò: -Dalle stalle alle stelle! O forse il contrario...
-Grazie Sam- Dissi, in modo sarcastico.

Katie e Sadie si misero a ridere nello stesso tempo. -Ihihihihihih, principessina, iihihihihihih.
Mi alzai in piedi. -Qual'è il vostro problema? Era fastidioso e irritante! Avreste fatto anche voi così come me!
Juliet aggiunse:-Stai tornando la ragazzina insopportabile di prima, cara Court!- Disse in modo scherzoso.
Mi sedetti rassegnata. -Avete ragione. Avete vinto,okay!?
Risero tutti, genitori compresi.
 
Nel filmato di Geoff c'erano presenti un sacco di foto, con un sottofondo musicale festoso, sicuramente tratte dal suo album di canzoni sceme per festaioli.

Lindsay e Beth si facevano fregate da Heather, Bridgette surfava, Katie e Sadie ballavano, Tyler faceva il pirlotto con la biondona, Harold si lamentava, Noah spiegava a Cody che non lo aveva fatto apposta a baciarlo sull'orecchio, Trent cantava...eccetera eccetera...

Poi c'erano quei due. Duncan e Gwen. All'inizio neppure si parlavano, e io ero felice facedomi irritare da lui.
Poi, a quando me ne sono andata, sia io che Trent, loro hanno iniziato a diventare amici. Approfittatori.
Bla Bla Bla.

Sophie mi chiese:- Court? Ti sei incantata? Ci sei?-
Sam continuò:-Pianeta chiama Courtney!
-C-cosa? Ah, scusatemi, ho avuto un lapsus.
Loro non si ostinarono a chiedermi come mai mi sia persa nei miei pensieri, anche se lo sapevano.

"-Te l'ho detto che non sei il mio tipo!
-Bene, goditi una vita senza burro d'arachidi!
-Bene, goditi il carcere!
********************************** "


Quella scema di Bridgette aveva anche ripreso quella scena dalla finestra. Quando la vedrò, mi sentirà quella!

Mi guardarono tutti stranamente. Un'espressione sia di curiosità sia di dispiacere. Tranne i miei genitori. Sapevo che avrebbero disprezzato quel comportamento da vandala con Duncan.

___________________________________________________________________________

-Ciao ragazzi, ho passato una bella serata con voi, aspettate, vi accompagno alla macchina!
-Oh, io ce l'ho qui davanti. Non ce n'è bisogno.- disse Martha.
-Io devo prendere l'autobus!- si scusò Juliet.
-Katie e Sadie?
-Ci porta a casa Josh.
-Allora vengo anch'io.
-Sam, ci vediamo domani, o comunque in settimana. Tieni il computer, non ne ho bisogno. Grazie.-
Sorrise.-Ciao!-
Accompagnai Katie, Sadie e Josh all'auto. Le due "bambinette" entrarono, e Josh mi disse:
-E' stato divertente. Spero che facciate ancora serate in famiglia così! Mi chiedevo se venerdì...
-NO!!! Cioè, no. Mi dispiace. Mi devo ancora riprendere dopo la rottura con Duncan e...
-Va bene. Sarà per un 'altra volta. Ciao.- Sbattè forte la portiera dell'auto.

Presi la via per casa. Prima di entrare, controllai la casella della posta. Bollette, pubblicità. E una lettera.


"Signorina Courtney Garcia,
Grazie per avere partecipato al reality.

Come ultima richiesta, come constatato nel contratto allegato sul modulo di iscrizione, il 29 agosto dovrà presentarsi alla riunione speciale di "A tutto reality".
Dopo aver discusso, come una sorta di "Doposhow", verrà assegnato un premio a ciascuno dei concorrenti.
L'indirizzo dello studio verrà consegnato a breve.
Gli ex-concorrenti alloggeranno nell'albergo "Real Estate" a Toronto.
In caso impossibilitato di presenza, rivolgersi a ChrisMcLeanIsReallyReallyReallyReallyHot@coldmail.com
A presto i dettagli.

 

Team Total Drama.
Chef Hatchett e Chris McLean."
 






 

 


 

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Capitolo 5
*** There are not only them. ***


Nuuu! NON CI CREDO! Ho aggiornato! Ditemi che se aggiorno il Milan perde! (Scusate Milanisti!).
Sono ancora viva. WOW, non aggiornavo dal 06/09/2011! PARDON MES AMIS!


I giorni a casa passavano veloci, tanto che avevo ripreso quasi tutte le abitudini che avevo prima di iniziare il "supplizio". Aiutavo Sophie a fare i compiti, davo ripetizioni a pagamento, studiavo -anche se non frequentavo l'università-, andavo con Sam al centro commerciale: Tutto sommato mi divertivo. Avevo in pratica messo in un angolino i ricordi degli ultimi tre anni, ritornando a vivere la vita come va vissuta realmente.
Con la famiglia e gli amici è tutto diverso: non senti il peso di nascondere nulla.
 
Ieri ho trovato il coraggio di andare su Internet e guardare qualche puntata del reality. Quello che riuscivo a vedere da quello schermo era un mostro, un mostro che aveva bisogno solo di fama e fortuna. E soldi. 
 
Ero diventata una maniaca superficiale. Da ricovero. 
Ora non mi sento più quella Courtney. Ora sono una ragazza che punta a laurearsi.
Niente più ostacoli nel mio percorso. 
 
_____________________________________________________________________
 
Mi alzai dal letto di tarda mattinata. Indossai le pantofole e mi diressi verso la cucina, rimanendo in pigiama. 
Scendendo le scale vidi Sophie guardare la TV. La salutai e continuai il mio percorso.
 
-Ciao pà. Ciao mà. Che fate? 
-Secondo te? Magari facendo colazione?- rispose papà sarcasticamente.
 
Partii in direzione di un punto preciso: la dispensa. Faaame.
 
-Che cosa stai cercando?
-Il mio stomaco ha bisogno di qualcosa. Brontola. Fame mattutina, hai presente?-
Presi la ciotola dei cereali e versai distrattamente il latte, sporcando il bancone della cucina. 
Sedendomi a tavola, mio papà mi passò una lettera. -Hey, questa è per te.
Masticai frettolosamente i miei cereali, aprendo la lettera.
 
"Per la signorina Courtney Garcia,
Come già informato precedentemente, l'Aftermath si terrà il 22 settembre, agli studi SetTv a Toronto. 
In caso di lontananza dagli studi, è possibile trascorrere gratuitamente il 21-22-23 settembre all'albergo "Grand Lux 5 stars", il servizio è completo. In caso di mancata presenza, inviare una mail all'indirizzo ChrisMcLeanIsReallyReallyReallyReallyHot@coldmail.com
 
A presto,
Team Total Drama.
Chef Hatchett e Chris McLean."
 
 
-Hmm. Dunque, per quale motivo dovrei andarci? A fare la buonista con il pubblico e firmare autografi?  
-Allora vai o no?- Chiese mia madre.
-E' logico. NO.
-Davvero?- Chiese papà sorpreso dalla mia risposta.
-Esatto, perchè dovresti essere così sorpreso?
Rimase in silenzio imbarazzato.
 
Presi la lettera e andai in camera, dimenticando la tazza di latte e cereali sul tavolo.
 
Mi vestii con i primi vestiti che trovai nell'armadio, lasciando perdere lo stile e l'abbinamento... Mi guardai allo specchio e pensai, sospirando: -Sono Courtney, ma quella nuova. I miei anni della adolescenza sono passati. Ho quasi diciotto anni, posso essere considerata adulta. Ho la patente, sono maggiorenne, posso fare tutto quello che voglio.-
 
Courtney. 
 
_______________________________________________________________________(Più tardi...)
 
Qualcuno bussò alla porta. A parte Katie e Sadie, non poteva essere altro che Sam. 
 
-Chi è?
-Dovresti saperlo. La tua fan numero uno! Posso aprire la porta?
-Entra, non c'è problema.
 
Apriì con forza la porta leggermente difettosa. 
 
-Sono venuta per chiederti una cosa riguardo la Co... -La interruppi.
-No, non vado al doposhow finale di A tutto reality. Sono stufa. - Dissi in tono veloce.
-COSA? Non intendevo mica quello io! Comunque...- Prese un attimo. -DOVE NON VUOI ANDARE?!?-
-Non ne ho voglia.
-MA PER QUALE MOTIVO? Tu devi andarci, poi puoi cancellare tutto quello che vuoi.
-SI.
-Davvero?
-NO.
-Perchè? Neanche se ti faccio gli occhi dolci?
...
-Okay, ci penserò su. Non è detto però che io vada.
-Siiiii! E dài, che ti costa! Vengo anche io, se vuoi!
-Tra il pubblico?
-E perchè no?

Presi un respiro. Tra i miei amici non c'erano solo Gwen e Duncan. C'erano anche Bridgette, Heather, Leshawna. Sarebbe stata un'opportunità per ringraziarli. SI, devo andare a quel ritrovo.

-A proposito, che giorno è oggi? 
-Il 22 settembre.
-COSA?
 
Corsi giù in sala prendendo per il polso Sam. 
 
-VOGLIO ANDARE AL DOP...- Dissi, urlando prepotentemente. Ma mi fermai, leggermente imbarazzata. -Cioè, per favore, posso andare al doposhow di Total Drama, papino caro?
 
-Sei già maggiorenne da due anni, sei indipendente.
-Questo significa che è un si, vero?
-Beh, se ti organizzi... quand'è?
-DOMANI.- Mi guardò strano, ed anche se mi stavo quasi per rassegnare, continuai lo stesso. -Se parto stasera e arrivo all'albergo, potrei anche farcela. Sono 150 km da Toronto a qui, giusto?
-No, è troppo tardi.
-COME?- Disse a bocca spalancata Sam. -Signor Garcia, non può far andare sua figlia ad un reality tre anni e non farla andare ad un doposhow di tre giorni!
Mio papà sospirò in segno di rassegnazione. -Come vuoi. Mamma lo deve sapere però. A che ora vai?
-Credo di dover partire con la macchina nel tardo pomeriggio.-
-Ook. Sei assolta. Puoi andare.
 
Una possibilità.
 
Ero leggermente in ritardo, ma nonostante tutto il doposhow era quella sera, no?
 
Sam mi scosse. -Ehi? Pianeta chiama Courtney! Posso fare le valigie con te?
-Certo. 
Salimmo le scale trotterellando come due bambine dell'asilo, felici.

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Capitolo 6
*** You never really can't fix my heart. ***


Oh, non ci credo neppure io di avere aggiornato e per scusarmi oggi vi posto ben DUE capitoli! :)
Scusatemi se ci saranno una o due parolaccie, ma sapete...



______________________________________________________________________________



Guardai l'orologio. Erano le cinque del pomeriggio. Miseriaccia.

“Sam, sai che ora è?”
“E con questo?” Rispose.
“Lo show inizia alle 19.30.”
“E quindi?”
“Hai idea di quanto ci voglia ad andare a Toronto?”
“Non esattamente.”
“Prendi quelle borse e partiamo!”

Presi la macchina tutta sfasciata di papà, che faceva rumore per ogni singola cosa. Era piccola, ma per due persone andava bene.

Buttammo in tutta fretta le borse, e salimmo in macchina, sbattendo pesantemente la portiera.

“Fate buon viaggio!” Dissero papà e mamma. Sophie era nascosta dietro la mamma, tenendo il broncio.

Partimmo più velocemente possibile, o almeno quanto le leggi consentissero. Non avrei potuto andare a 120 all'ora su una strada di città. Io seguo le regole.

 

Entrammo in autostrada.

“Mettiamo su un po' di musica? Accendi la radio?” Chiesi a Sam.
“Che CD hai?”
“Ne ho tanti, guarda nel portadischi.”
Lo aprì. “Dunque, robaccia, robaccia, robaccia...”
“EHI! Non insultare la mia musica! Cosa ascolti tu?”

Prese dai sedili posteriori la sua borsetta, tirando fuori un CD masterizzato, con varie canzoni.

“Justin Bieber o Drama Brothers?”

Lo inserì dentro il lettore.

“Momento, chi ti ha autorizzato a mettere quella roba lì dentro?”
“Tu, per caso?”
“Perchè non mettiamo un po' di radio invece? Così, per non litigare.”

Lei annuì.

Alla radio trasmettevano “Fix A Heart”, una canzone di una cantante diventata famosa in Canada in questo periodo, Demi Lovato, forse. Una roba in cima da Itunes, insomma.

“Ti va bene questa?!”

“Si, va bene.”

 

It's probably what's the best for you,

I only want the best for you,

and if I'm not the best then you're stuck.

 

Aveva qualcosa di familiare. Lo sentivo. Il meglio era Gwen, ovviamente.

 

I tried to savertise and I,

Ended up with my wounds to bind,

like you're pouring salt on my cuts.

 

La voce molto acuta e molto semplice da stonare. Non era un granché di voce, ma le parole mi hanno trafitto. Una canzone semplice, che raccontava di me.

And I just ran out of bandaids,

I didn't know where to start,

'cause you can bandage the damage,

But you never really can't Fix a heart.

 

“Ho esaurito i cerotti, non sapevo neppure da dove iniziare. Perchè puoi riparare il danno, ma non puoi mai fissare un cuore.” Il mio.

Questa canzone era su misura per Duncan.

 

“Courtney? Courtney! La vita reale ti chiama!” Mi disse Sam.

Scossi la testa. Perché mi distraggo? Sto guidando, cavoli.

“Si?” Risposi a Sam.
“Ah, okay. Ora so che sei viva. Ti stavo dicendo, sono troppo eccitata! Sarò nel pubblico dell'Aftermath! Ti già ho detto che ho una fissa per quelli come Geoff?”
“No, non lo sapevo.” Dissi ridendo. “Te lo farò conoscere di persona, allora.”
“DAAVVERO?” Disse Sam strillando.
“Beh. Si, no, forse. Può darsi.”

Emesse un gemito come quelli di Sierra o di Katie e Sadie, quel “IIIIH” stonato.

 

La canzone continuava:

You must be a miracle, walk up.

Swearin' up and down

you can't fix what's been broken, yeah.

Please don't give my hopes up, no no.

Baby how could you, be so cruel?

 

“Non puoi aggiustare quello che è già rotto. Per favore, non farmi sperare, no. Come hai potuto

essere così crudele?”

 

- - - - -

 

You never really can't fix my heart.

 

La canzone terminò, e venne lanciato una canzone decisamente più allegra e famosa, “Last Friday Night” di Katy Perry.

Non so per quale motivo, ma mi metteva allegria.
Allora Sam iniziò ad intonare:

“There's a strange in my bed, there's a panic in my head...”

Allora, come due deficienti iniziammo a canterellare in macchina, come in una scena di film comico.

 

 

Iniziò a grandinare pesantemente. Era stata una giornata calda ma nuvolosa, ma ecco cosa succede a fine estate. Grandine!

 

Arrivammo a Toronto sane e salve, purtroppo erano già le sette e quarantacinque, orario di inizio dello show.

 

Sam si esaltò, e così continuò a dire: “DAI, DAI, DAI, DAI. MUOVITI!!!”
E io, replicando: “CALMATI, CALMATI, CALMATI, CALMATI! MI MUOVO!”

Intravedemmo il cartellone dello studio, non c'era abbastanza tempo per sistemarsi in albergo dopo lo show.

“PARCHEGGIA, PARCHEGGIA, PARCHEGGIA, PARCHEGGIAA!!!”
“HO CAPITOOO!”

Dovemmo parcheggiare nello spazio del pubblico, perché quello privato non sapevo dove stava.

Scendemmo dalla macchina, aprii velocemente il bagagliaio, prendendo la prima valigia che c'era. Per fortuna era quella giusta. Portai a mano solo il vestito da sera e le scarpe. Meno male che il vestito era coperto, anche perchè io mi stavo infradiciando tutta.

“La tua entrata è quella lì, credo che tu possa andarci da sola? Io devo andare in camerino, presto!” dissi a Sam.
"Okay, ci vediamo!”

Corsi a tutta fretta verso l'entrata, dove c'erano due buttafuori.

“Sono Courtney, devo entrare.”

Beh, loro avevano capito chi ero io. Mi fecero passare immediatamente.

 

Nel corridoio c'erano un sacco di camerini, ma non trovavo quello con su il mio nome.

Dunque...Tyler, Dj, Bridgette, Harold, Gwen, Eva...

 

Una porta si aprì mentre passavo.

“AHIO!” La porta mi colpì la testa, perchè leggendo i nomi non avrei mai pensato che una porta si aprisse, dopo l'inizio dello spettacolo per di più.
“Stai attento la prossima volta, amico!”

Era la voce più familiare che conoscevo.


Se dico cresta verde avete già capito tutto.


(A/N) Hahah! Capitolo fatidico del ritorno di qualcuno... xD
Recensite in tanti!

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Capitolo 7
*** Why you want to get back with me? ***


Lo squadrai dal basso in alto. Vestiti casual, occhi azzurri, il solito ragazzaccio robusto e per una volta non puzzava.

Silenzio imbarazzante per entrambi. Ci guardavamo negli occhi reciprocamente, con l'espressione confusa. Come se fossimo felici e tristi allo stesso momento.

 

“Beh, che hai da guardare?” Gemetti allontanandomi infuriata.

 

Ogni azione ha le sue conseguenze.
E le rotture di palle di Duncan sono le conseguenze.

 

“Stavo solo guardando come sei sexy anche tutta fradicia. E che bel vestitino. Vedremo quando lo avrai addosso...”

“Senti, non ho voglia di perdere tempo ancora. Devo andare a sistemarmi. Perchè non sei ancora entrato in studio?”

“Hey, sei ingrassata quest'estate. Sei ancora più carina.” Mi toccò i fianchi.

“Beh, il cibo di Chef fa...Un momento. Ti ho chiesto perchè sei qui!”Gli tolsi le mani di dosso.

“Aspettavo te, principessa.”

“Ma per favore, mi stai prendendo in giro? Senti, devo subito correre a cambiarmi ed asciugarmi, prima di prendermi un accidente. Non ho la minima voglia di far finta che niente sia successo. Non sono venuta qui per te.”

“Come sei irritabile oggi.”

“Ha. HA, voglio solo stare con i miei amici. E tu non rientri nella lista.”

“Si, perché io nella lista dei qualcosa di più, giusto?” Si avvicinò sempre di più, mentre lo spingevo.

“NO.”

“Senti, lasciamo perdere lo spettacolino e prendiamoci una bella chiacchierata da qualche parte.”

“Cosa intendi con chiacchierata, idiota?”

“Qualcosa come questo.”

 

Mi prese e provò a baciarmi.

 

Ma io lo respinsi e gli tirai uno schiaffo.

“IDIOTA! Vuoi far soffrire Gwen come hai fatto soffrire me? Sei proprio una merda.”

 

Continuai a camminare a passo veloce con il cuore che impazzava. Ero infuriata.

 

Dovetti arrivare fino in fondo al corridoio. Ecco il camerino.

Entrai velocemente e chiusi la porta a chiave per evitare eventuali attacchi da“MisterPervertito”.

Ripresi il fiato. Quindi mi alzai dal divano.

 

Mi spogliai, indossai velocemente il mio vestito da sera giallo e tolsi le mie scarpe da ginnastica che avevo per guidare. Presi un phon dal cassetto e mi diedi una sistemata ai capelli bagnati.

 

Cacchio, erano già le otto. Colpa di Duncan. Mi chiedevo cosa avrebbero pensato i miei genitori.

 

Presi le scarpe ed aprii la porta. Diedi un'occhiata per vedere se QuelloLà se n'era andato.

Via Libera.

Corsi verso lo studio mettendo le scarpe. Non avevo minima idea di come stavo.

Non sarei mai dovuta venire li, MAI.

 

 

Sentivo la voce di Chris mentre mi avvicinavo in studio.

“Ora parliamo della non qui presente Courtney. MANDA LA CLIP CHEEEF!”

 

Sentivo un commento di Blaineley: “E' una finta. Dà fastidio alla gente come Duncan solo per strategia.”

 

Misteriosamente Duncan la interrusse. “Hey, piano con lei! Volevo dire... con me. Prendi un altro esempio...TYLER!

 

“No. Sei tu.” Ribattè Tyler

 

Decisi di entrare.

Un "OOH." e poi, Silenzio.

 

Sentii dire a Blaineley: “Ed ecco che quando parli del diavolo spuntano le corna!”

Le mollai un occhiataccia. La avrei picchiata se avesse continuato così.

 

Ancora silenzio tra il pubblico. Una voce: “ VAI COURTNEY, VAI!!!”. Era Sam!

La salutai.

 

“Ehm, come mai questo imbarazzo? Ho confermato la mia presenza! Su, un applauso!”

 

La gente applaudì.

 

“Bene, ciao. Mettiti a sedere là.” Disse Chris.

“Là dove?”

“Vicino a Gwen.”

“Scherzi?”

“Hehe, io non scherzo mai.”

“Alternative?”
“No, nessuna alternativa.”

“Argh.”

 

Dopotutto era stare solo vicino a lei.
Solo che vicino a lei c'era lui.

Quando mi sedetti lei mi disse “Ciao”, con voce timida e dispiaciuta.

 

“Ciao Courtney” mi disse Trent, che era giusto di fianco a me.

“Hey, ciao Trent!”

 

“Potreste abbassare il volume lì? Per le smancerie c'è sempre tempo” Mugolò Eva.

 

Quando chiamarono Gwen a fare “Verità o incudine”, Duncan mi fece un occhiolino e mettendosi al posto di Gwen mi sussurrò: “E proprio vero: il giallo e le scollature ti stanno molto bene.”

“VATTENE VIA.”

Si rimise al suo posto. "Oookay, come vuole lei, sua altezza."

 

 

 

Finito lo spettacolo, tornai in camerino.

Al diavolo il doposhow, mi ha portato solo altre rotture.

Misi le scarpe in un angolino e indossai le scarpe da ginnastica, perchè sapevo di dover guidare. Avrei fatto una doccia e mi sarei cambiata in albergo.

Son stata qui troppo a lungo.

 

Presi la roba che avevo portato e me ne andai. Vestito da sera e scarpe da tennis. Ma tanto chi mi vedeva? I paparazzi? Ahahah.

 

Passando per il corridoio, senti qualcosa rompersi e qualcuno urlare. Era il camerino di Gwen.

Bussai alla porta spaventata. “C'è qualcuno?”

Sentii un altro urlo. Decisi di aprire la porta.

C'era Gwen su divano piangente.

Mi avvicinai a lei. “Che è successo?”

“Niente.”

“Dimmi la verità.” Mi sedetti sul divano, preoccupata.

“Non ce la faccio più con Duncan.”

“Come mai?”

“Era bello averlo come migliore amico, niente di più.

“E perchè sei arrabbiata con lui? Lo so che è uno schifo di uomo, però...”

“Perchè ho sempre amato Trent! Ho creato un casino! Tu, lui, me, Trent...”

“Vuol dire che tutte le iniziative di baciarti erano sue!”

“Si, perchè mi ha usata. Ha detto che voleva farti soffrire, e ha preso me, la sua migliore amica.”

“Gwen... non lo sapevo.”

 

Le poggiai la mano sulla spalla sinistra.

 

C'era per terra un portafotografie. Rotto.

 

“Dai, adesso ci alziamo e chiariamo tutto.”

“No, davvero. Grazie Courtney, non ne ho bisogno. Scusami di tutto, davvero.”

“E di che cosa?!”

“Di tutto quello che è successo. Ti giuro, sarebbe stata l'ultima cosa che avrei avuto in mente di fare.”

“Davvero? E perchè hai ricambiato tutte le sue advances?”

“Perchè, si, è vero. Mi piaceva. Ma come amico. Adesso non mi interessa più.”

“Quel pirla si merita un bel calcione dove non batte mai il sole. Dai, tirati su. Sei in albergo a vai direttamente a casa?” Le dissi tirandola su per il braccio.

Le notai dei graffi sul polso.

“Ehi, ma questi?”

Lei rispose: “Non sono niente, me li sono fatti accidentalmente.”

“Non farlo mai più.”

“Ti ho detto che è stato un incidente.”

“Solo sul polso?”

“Si.”

“No. Non farlo più. Hai una bella casa, una bella famiglia, sei una brava ragazza. La vita è bella!”

Rimase in silenzio, poi disse annuendo: “Hai ragione.”

“Se vedo ancora cose di questo genere, ti giuro che chiamo i miei avvocati.”

Emise un risolino leggero.

“Stavo dicendo, sei qui in albergo o devi andare a casa?”

“Devo andare a casa.”

“Vuoi che ti accompagno?”

“No, grazie. Ci pensa Leshawna.”

“Ah, okay. Io devo andare, mi aspetta fuori una tredicenne color carota super fan di Total Drama. Spero ci rivedremmo presto.”

“Contaci!”

“Okay” Mi avvicinai alla porta. “Non farlo mai più, capito?”

“D'accordo” Sorrise. Mentre chiudevo la porta, mi richiamò. “Court?”

“Si?”

“Grazie.”
“Se vuoi chiarire qualcosa autoinvitati a casa mia. Non c'è problema per me, sai dove abito?”

“Si. Vicino a Katie e Sadie.”

“Esatto.” Sorrisi. “Ciao.”

“Ciao.”

 

Continuai per il corridoio e uscì fuori dagli studi. Fuori erano rimasti solo Sierra, Cody, Geoff e Bridgette.

 

“Hey, ciao ragazzi!”

Risposero al saluto.

Geoff esclamò: “Non ti sei fatta sentire ultimamente. Come mai?”

“Oh, beh...”

“Ti piacerebbe venire al nostro matrimonio? Cioè, mio e di Bridge!”

“Vi volete sposare?”

Bridgette riprese: “Esatto. Sarebbe carino se tutti i concorrenti partecipassero. Eccetto Heather ed Alejandro.”

“E quando sarebbe?”

“Boh, presto. Ti invieremo l'invito appena possibile.”

“Va bene.”

Li abbracciai.

 

“Ciao Sierra, ciao Cody, come va?”

“Bene.”disse l'una, “Non c'è che male”, disse l'altro.

“Come va la vostra amicizia?”

“Oh, bene. Tra alti e bassi...” Disse Cody.

Sierra lo interruppe: “COSA? Ma se non mi hai ancora regalato l'anello di fidanzamento?”

“Sierra, non stiamo insieme.”

“Davvero?”

“NO.”

“Certo che voi siete sempre i soliti.” Dissi.

“COURT! COURT! Sono le undici e mezzo, a che ora dovremmo tornare, ehm, sistemarci in albergo?” Intervenne Sam, dopo una corsa faticante.

“Oh, scusate ragazzi. Devo andare. Ci sentiamo in albergo, se ci sarete.”

 

Aveva smesso di piovere ma faceva freddo.

 

Lanciai nel bagagliaio i vestiti e mi infilai in macchina. Sam sui sedili posteriori.

“Allora, come è andata? Duncan, Gwen, gli altri?”

“Oh, sono successe un sacco di cose.”

“Dai, non tenermi sulle spine.”
“Te lo dirò quando saremo su in camera a disfare le valigie.”

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Capitolo 8
*** I love you, fuckin' idiot. ***


A/N Ho aggiornato il mio capitolo preferito! Vedrete anche voi!!! Mi ha divertito un sacco scriverlo! :)



Le luci della sera illuminavano la strada leggermente nebbiosa.

Sam era sui sedile posteriori, contemplando le stelle dal finestrino. Chissà quale altra cosa abbia avuto in mente. Forse era solo stanca morta.

 

Arrivammo all'albergo, con gli occhi che si tenevano aperti a fatica. Dopo aver parcheggiato, svegliai Sam, che si era addormentata.

“COSA? Siamo arrivati? Di già?”

“Certo, volevi rimanere a dormire in auto? Prendi le tue valigie.”

Presi la mia valigia e aspettai che lo facesse anche Sam. Chiusi la macchina e ci avviammo alla reception.

 

“Salve, Hotel Grand Lux, desidera?”

“Siamo di 'A tutto reality', a nome di Chris McLean.”

“Ah, è rimasta la camera al terzo piano, ecco le chiavi. Buona permanenza.”

 

Mi stupii del fatto di quanto fossero alte le pareti e quanto fossero costose le rifiniture delle stanze. Cioè, avevo già fatto vacanze in alberghi di lusso, ma mai come questo.

“Wow, mi sento ricca e famosa!” Disse a bassa voce la mia compagna di avventura.

“Sei stanca, eh?”

“Non ti immagini. Voglio solo stravaccarmi sul letto e dormire. Il gossip può aspettare domani. Ho preso un coupon. C'è scritto che c'è una palestra ed una piscina.”

“WOW!” Esclamai.

 

“Dunque, dunque, dunque...Stanza 303. E' quella.” La indicai. “ Inizia a prendere le chiavi e sistemarti.”

“Courtney?”

“SI?”

“Ho dimenticato il mio mp3, posso andare a prenderlo i macchina?”

“Vado io, devo prendere un'altra cosa. Tu vai a sistemarti.”

 

Presi le scale, meglio scenderle che a salirle. Le feci velocemente, anche se avrei avuto la maggior possibilità di cadere.

 

“Ehi, dove stai andando? Ho sentito la voce di una ragazza che saliva con te. Una bambina.”

 

Non ci posso credere. Sentivo le gambe tremare.


“Mi stavi facendo prendere un infarto, idiota!”

“Oh, beh. Ora sei qui. Sapevo che saresti tornata. Ora possiamo proseguire la chiacchierata, che ne dici?”

“Mai.”

 

Ripresi a scendere le scale. Sentivo che mi seguiva. Accelerai il passo.

 

“Devo solo prendere il cellulare. Non sono venuta qui per te.”

“Lo hai già detto prima, principessa.”

 

Eravamo allo spiazzo del primo pianerottolo.

 

“Ehi, calmati, dolcezza. Io voglio solo parlare con te.” Disse con il fiatone.

Poi mi prese per le spalle. “Guardami negli occhi, voglio solo parlarti, okay?”

 

Le tolsi di dosso. “Va bene, per una volta faremo un giro turistico. Secondo piano, e poi parcheggio, e poi terzo piano. Anzi, secondo.”

 

Scendemmo le scale insieme.

“Sai, non voglio andare a parare chissà dove. Voglio solo dirti che stasera ho parlato con Gwen.” Dissi.

 

“Si. E allora?”

“Lei è follemente innamorata di Trent.”

 

Si fermò un attimo, mentre io continuavo ad andare a passo veloce verso l'uscita dell'albergo, in vestito da sera e scarpe da ginnastica.

“Momento. Lo dici così per gelosia, o è vero?”

“E' vero. Ma non voglio che tu ne discuta con lei. E' tristissima e ha dei graffi sul polso.”
“Ah, si.”

“Vuoi dire che?” Dissi preoccupata.
“Ma va! E' stato il suo gatto, ovvero, quello che il fratello gli ha regalato al ritorno del reality. Ha anche un graffio sul ventre.”

“Ah...Per quale motivo non me lo ha detto?”

“Chiedilo a lei, io non c'entro.”

 

Eravamo fuori dall'albergo. Entrai dentro la macchina e ripresi il mio cellulare e l'mp3 di Sam.

 

Quando mi alzai dal sedile della macchina per chiudere la portiera, lui era lì. Di fronte a me.

 

Cercai di scrollarmelo di dosso. “Si, e con questo?”

“Non cambi mai, Court.”

“Lo sai che io sono ancora incazzata con te, giusto?”

“Si. Ma io no. La maggioranza vince.”

Lo guardai allibita. “Ma questa non è la maggioranza.”

“Invece si. Perchè Duncan vuole così.”

“Ehi, ma questo è...?” Mi tappò la bocca.

“E Duncan vuole anche questo.

 

Beh, credo abbiate capito cosa abbia fatto.

 

Mi era mancato. Miseria, se mi mancava!

Quel ragazzone robusto, poco più alto di me. Il suo sorriso, che per qualche motivo, non riesco ad odiare.

Lo strinsi forte.

 

“Ti odio, ignorante.”

“Anche io.”

“Mi fai schifo.”

“Tu di più.”

“Puzzi, come un letamaio di mucche in estate.”

“Lo so. Tu invece no.”

“Ti odio.”

“Io no.”

 

Lo ribaciai.

 

“Le scarpe grigie con il giallo stanno proprio bene.”

“Beh, mi aspettavo che tu non venissi a rompere le balle. Se lo dicevi, mi sarei preparata.”

Sorrise.

“Dirai tutto a Gwen?”

“Forse.”

“Okay.” Guardai verso il basso.

 

Tornammo dentro.

 

Lo guardai con aria imbarazzata.

“Prendiamo l'ascensore?”

“Meglio le scale.” Disse sorridendo. “E' il Duncan Express gente!”

 

Mi prese a cavalluccio come fanno come i papà con i bambini piccoli.

“Duncan, NO!” Dissi con aria divertita, mentre tutti ci guardavano strani.

“Che vergogna, fammi scendere!”

“Ha quasi diciotto anni ragazzina, ti sembra di comportarti così?”

“Mettimi giù!”

Arrivammo alla mia stanza. “Siamo al capolinea, ragazzi!” Urlò e mi mise giù.

“Sssh!” Lo zittii. “La gente dorme a quest'ora!”

“Bene, io no!”

“Hey, ma questa è la mia camera!”
“Lo so.”

“NO! Non ci provare ad aprire quella porta!”

“E che c'è di male!”

“Pervertito!”

Aprì la porta!

 

“Ciao Courtney, ma quanto ci hai mes...” Si interruppe allibita Sam, che era rimasta a bocca aperta.

 

“Ti conviene chiudere la bocca, entrano le mosche. Ehm... io devo andare a...limarmi le unghie dei piedi!” Replicò Duncan, prima di scappare a gambe levate...

“Ciao Duncan...”

 

Chiusi la porta. Feci finta di niente...

 

Sam non trovava il coraggio di dire nulla. Non ci credeva ancora, secondo me. Alla fine riuscì a dire uno smorzato “WOW.”

 

“Sam, sei pallida. Cosa c'è?”

Riprese il fiato è inizio a dire eccitata: “Allora, che è successo?”

“Hai sentito quello che gli ho detto davanti alla porta? No way.”

Mi guardò strana. “Dimmi la verità.”

“Giura di non postarlo sul tuo blog.”

“Promesso.”

“Beh, non posso raccontarti tutti i particolari, lui è venuto a rompere e poi gli ho dato corda e poi...”

“E POOOI?”

“E poi l'ho... E poi abbiamo fatto pace.”

“Bugiarda.”

“Nient'altro che la verità.”

Mosse il sopracciglio sinistro come per dire: Wattafuck?

“Vero!” Tenevo le dita dei piedi incrociati.

“Ah, okay.” Disse con aria delusa. “Vedrai, sarà per un'altra volta.”

“Contaci.” Le dissi sarcasticamente. “Ma adesso vai a letto.”

“Perchè?”

“Perchè domani ti racconto tutto in piscina, e poi andiamo a fare shopping!”

“Con Duncan?”

“NO.”

 

 

Erano le una e mezza quando sentii una vibrazione del cellulare.

Indovinate chi era?

 

“Copertura saltata?”

“Quasi.”

“Lo sai che sei un genio? Perchè porti una bambina ad uno show?” Disse.

“E perchè tu stai spendendo i soldi del telefono in queste cavolate?”

“Tranquillo, è di Geoff. Gliel'ho... come dire...preso in prestito a lungo termine. Non hai risposto alla mia domanda.”

“Ci teneva tanto. E' la mia nuova vicina di casa. Mi voleva regalare un computer nuovo!”

 

“AHAH! Vi ho beccati!” Disse Sam di soprassalto.

 

“Duncan, copertura saltata.” Gli sussurrai al telefono.

“Aaah. Dannazione.”

“Aspetta un momento.”

 

“SAM, tu sei in un sogno. Ci stai sognando perché è un tuo desiderio... non è realtà...” Cercai di convincerla.

“Courtney. A questi giochi non ci casco.”

“Davvero? Allora chiariamo tutto domani, va bene?”

“Va bene.”

 

Ripresi la telefonata con Duncan.

“Ci sentiamo Duncan.”

“Ciao.”
“Ciao.”

 

Provai ad addormentarmi. Sam si era già appisolata. Sentii ancora il telefono.

 

Salutami la rgzzina di 13 anni.

Salutami cn affeto ank quell'altra rgzzina di 17 ani emezzo k e in camera cn lei e dille k e una testona che fa girare le altre teste, come la mia.”

 

Grammatica scorretta, abbreviazioni bimbominchiesi, battute pessime per flirtare. E' Duncan. Si, senz'altro.

 

Quel Duncan.

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Capitolo 9
*** Over with you twisted symphony. ***


 

Aprii gli occhi, mi rigirai nel letto e diedi un'occhiata al cellulare. 7.30.

Sam dormiva sul letto, russando come un maiale e bisbigliando cose del tipo: “Alejandro, sposami!”

Decisi di alzarmi per una doccia fredda. Indossai le pantofole e mi recai verso il bagno.

 

Ero ancora scioccata di quello che era successo ieri sera. Del doposhow non mi ricordo quasi nulla, tutta fuffa e pettegolezzi inutili, cose del tipo “Noah ha una relazione con Izzy?” “Trent ha una relazione con Courtney?” Ma quando mai?

 

Ma quello che è successo dopo, non lo dimenticherò.

 

Sono stata una stupida ad essermi fatta fregare un'altra volta da Duncan.

E adesso che farà? Verrà a svegliarmi? Mi porterà dei cioccolatini? Un mazzo di fiori? Mi chiederà di sposarlo?

 

Hahah no. Sono tutti miei sogni. Sarà scappato a gambe levate. Da Gwen, magari.

 

Stupida. Stupida. Stupida.

 

Il mio problema è che fantastico troppo.

 

 

Indossai un paio di jeans e una camicetta leggera a quadri.

 

Sam si svegliò di soprassalto. “WOOO”

“Che c'è Sam?”

“Ho fatto un sogno stranissimo.” Indossò le pantofole.

“Racconta.”

“Tu e Duncan vi sposavate.”

“Un momento.” Scoppiai a ridere di gusto, facendo cadere per terra la spazzola. “DAVVERO?”
“Si. Che c'è da ridere?”

“Niente! Io e Duncan? Neanche tra un milione di anni! Neanche se gli asini volassero! Insomma, quei occhi azzurri e i capelli alla moicana non lo rendono automat...”

“Ho già sentito questa frase... ed eri cotta di lui!”

“Ma quando?”

“Vedi la voce prima stagione, quarta puntata.”

 

Ci fu un momento di silenzio.

 

“A proposito. Mi hai promesso che mi avresti raccontato tutto.”

“Tutto che?”

“Non fare la finta scema.”

Raccolsi la spazzola e accesi il phon. “Tu sei pazza. Ti sarai sognata tutto.”

“Ah, davvero?” Tirò fuori il cellulare. “E allora perché ci hai messo così tanto a prendere il mio mp3?”

“Non trovavo la chiave della macchina.”

“Guarda che sono il numero 1 del gossip. Posso andare giù e chiedere tutto ai presenti, come alternativa.”

 

Cavoli. Avevo dimenticato i presenti.

 

Spensi l'asciugacapelli, piuttosto imbarazzata.

“Se ti darò venti dollari non mi chiederai più niente?”

“Cinquanta.”

“Trenta.” Le risposi. “Prendere o lasciare.”

“Cento.”

“NO. Enne, O!”

“Dai, Court! Sono la tua vicina di casa! Le vicine di casa si dicono tutto.”

“Uff, mi arrendo. Se ti dico qualcosa, non la posterai sul tuo blog, però.”

“D'accordo!”

“Se spifferi qualcosa, anche solo al tuo cane, non ti rivolgo più la parola.”

“Sicura di voler sapere tutto?”

“Tutto. Qualsiasi minima cosa.”

 

Mi sedetti sul mio letto singolo e iniziai a raccontarle la vicenda.

 

“Dunque...da dove inizio...Ecco! Stavo scendendo le scale e lui era appoggiato al muretto del corridoio che aspettava qualcuno.”

“Te.”

“Può darsi. Feci finta di nulla e accelerai il passo. Iniziò con cavolate di qualsiasi genere per farmi fermare.” Presi un respiro. “Sono arrivata alla macchina e continuava a seguirmi e poi...”

“E POI?”

“Me lo sono ritrovata davanti.”

“E...”

“Mi sono persa nei suoi occhi acquamarina.”

“E quindi vi siet...”

“Si.”

“WOOOOOOO!” Alla notizia salì sul letto e si mise a saltare dalla gioia!

“Si, ma...non credo che lo dirà a Gwen e la cosa non mi piace. Non voglio che lei soffra come me.”

“Allora glielo imporrai! Sei la sua donna!”

“Ma...”

“Se ti ama, e ama lei, deve decidersi.”

“Ma lei non ama lui. Mi ha detto che rivuole indietro Trent.”

“Ah.” Con un gesto da manuale si risedette al suo posto.

“Mi sono liberata. Che ne dici di vestirti e andare a fare colazione?” Mi alzai dal letto.

“Possiamo fare colazione con Duncan?” Chiese.

“No.”

“Dai vestiti, che poi andiamo a fare shopping!”

“Okay! Che cosa metto?”

“Scusa, quanta roba ti sei portata?”

“Ah, si! Che scema!”

 

 

“Scale o ascensore?” Mi chiese.

“A te la scelta.”

“Okay, scale.”

“Facciamo uno scherzetto a Duncan?”

“No! Ma sei stupida?” Le risposi.

“Bussiamo e scappiamo!”

“No...”

“Ma si!”

“Okay, d'accordo. Ma fallo tu.”

Prese il corridoio silenziosamente e mi chiese sottovoce: “Qual'è la sua stanza?”

“Non lo so...”

Muovendosi furtivamente Sam si appoggiò ai muri e le porte, incosciente del fatto che qualcuno stesse aprendole la porta in faccia.

“Hey! Tu non sei l'amichetta di Courtney?” Duncan aprì la porta in mutande e canottiera, tutto spettinato. Doveva essersi appena svegliato, il principino.

“Dunchino!” Lo strinse forte come Sierra faceva (e ancora fa) con Cody.

La guardò strana. Mi avvicinai a Sam. Dissi: “Non è niente, voleva solo farti uno scherzetto innocuo...”

“Buongiorno principessa.” Disse, con aria flirtante.

Lo squadrai dall'alto in basso imbarazzata: “Ciao.” Ripresi. “Senti Sam, io vado.”

“Hey, tranquilla! Non c'è problema! Resta qui!”

 

Me ne andai arrabbiata e imbarazzata. Ancora.

Se ripenso a quello che mi ha fatto, che mi ha buttato come se fossi spazzatura, non posso credere come avessi solo potuto avere in mente di ribaciarlo.

Il sonno, l'atmosfera post-estiva, il freddo e la mente ancora confusa, e la sua stupidaggine.

 

Mi prese per la spalla. “Aspetta. Devo dirti qualcosa riguardo Gwen.”

“Ah si. Forse non ti sei ancora deciso? Beh, ti lascio andare da lei.”

Mi prese la mano.

La tirai via con uno strattone e me ne andai, lasciando Sam guardarsi la scena.

“Ti conviene andare dentro e metterti qualcosa, prima che tutto l'albergo veda i tuoi mutandoni.”

“Lo farò, grazie!”

 

Sam mi inseguì scendendo per le scale. “Ma che ti prende?”

“Sono una stupida. Come ho potuto dargli un'ennesima possibilità? Lui mi ha buttato nella spazzatura, e si è preso Gwen.”

“Ma... non avevate risolto tutto? Amici come prima?”

“No. Possiamo cambiare argomento, ho voglia di divertirmi, non di deprimermi come fa Gwen.”

“Ookay.” Disse dispiaciuta.

 

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Capitolo 10
*** Oops... ***


A/N:Buongiorno! E' da tanto che non ci si vede? In realtà ho finito questo capitolo l'anno scorso...ma tra internet, la mia noia, e la maratona di film di Harry Potter mi hanno fatto dimenticare di postare il capitolo...
Enjoy!

Mi dirissi con Samantha verso l'uscita dell'albergo, lasciando le chiavi della camera alla vecchia signora della reception.

“Allora, ti sei divertita Court?”Mi chiese Sam.

“Io non molto. Spero che ti sia piaciuto l'aftermath.”

“Si, molto! Soprattutto quando Owen è caduto dal palcoscenico! Il pubblico è letteramente scoppiato dal ridere, anche perché il microfono aveva registrato le parolacce che aveva esclamato cadendo. Poi Duncan ha...”

“Bene, sono contenta.” Cercai di farle terminare la frase prima che inizi un poema.

Aprii la portiera dell'auto, la stessa della scorsa sera. Pensando a quell'evento tirai un sospiro scocciato.

Perché mi faccio sempre fregare? Da un idiota, poi?

 

Misi dietro la mia valigia (Più che valigia, borsa) e mi infilai in auto.

“Hey Sam, un po' di musica alla radio?”

“Mmh...okay.”

Misi una radio a caso, e casualmente apparve una canzone dei Drama Brothers. Casualmente, dico.

“Si! I Drama Bros! La mia canzone preferita! Olè!”

“Ricordami di fare benzina, oppure non arriviamo più a casa. Sono quasi in riserva.”

Intanto lei aveva messo il volume della musica ad un livello assordante, cantando pure.

 

Aaaah hold me

I'll be haaaaaaaaaappy!

Remeeeeeeeeeeember oooooooold daays

wheeeeeen there was only friendshiiiiip”

 

Pessima. Scommetto che l'ha scritta Justin.

Trent si è sprecato a stare con quegli idioti. Mi dispiace un po' perché lui e Cody hanno una voce carina.

 

Quando finalmente la canzone finì, partì una delle mie canzoni preferite, “Rolling in the deep”.

Mi fermai al semaforo e guardai fuori dal finestrino.

No, non poteva essere ancora quello lì. Con Gwen, per di più. Mi venne un colpo. Stavano parlando, e lei mi sembrava molto tesa, notando la sua espressione.

 

cco, vedi? Lo sapevo. Game over.

Ora devo solo riuscire a trovare il pulsante “reset”, per riniziare da capo.

No, non di nuovo.Non voglio. Non è possibile.

 

The scars of your love that reminds me of us

And they keep me thinking that we almost had it all

The scars of your love that leave me breathless

Cause I can't help feelin'

 

We could have it all

Rolling in the deep

You had my heart inside your hands

And you played, to the beat.”

 

Sam mi chiese il motivo della mia perplessità.

Li indicai.

“E per quale motivo dovresti essere perplessa? Stanno insieme!”

“Non ti ricordi di quello che ti ho detto ieri?

“Oh...giusto. Guarda il lato positivo. Magari la sta lasciando.”

La guardai allibita. “Certo, come no. Adesso verrà da me, bloccherà il traffico, mi farà scendere dalla macchina e mi chiederà di sposarlo, inginocchiandosi con un mazzo di rose.”

“Perchè no?”

“Tu fantastichi troppo per i miei gusti.”

“Naah.”

Si abbracciarono.

“Che ti ho detto? Visto?”

“Beh...”

“Non c'è bisogno che fai tutte ste storie. Prima o poi me lo dovrò togliere dalla testa.”

 

Il semaforo diventò verde e dovetti per forza accelerare, perché c'erano clacson e schiamazzi che mi avrebbero attaccata se non mi fossi mossa.

 

Era tardo pomeriggio. Sam dormiva con le cuffie, ed iniziava a farsi buio.

Il tempo non era uno dei migliori, leggermente nebbioso.

Guidavo lentamente su una strada statale, piuttosto libera.

 

Il telefono squillò:
“Ciao mamma!”

“Ciao Courtney! Come va con Samantha? Vi siete divertiti?”

“Si, si, ci siamo divertite un sacco! Lei adesso ronfa con i Drama “Broders” alle orecchie!”

“Ah, verso che ora dovreste arrivare?”

“Se tutto va bene, verso le otto e mezza, nove di stasera.”

“Quindi se non c'è il traffico arrivate dopo cena...”

“Esatto. Ma ho appena letto un cartello che dice che c'è una coda di tre chilometri sul prossimo tratto stradale... Caspita.”

“Aah...cavoletti! Allora fermatevi a mangiare qualcosa all'autogrill appena potete!”

“Okay, lo faremo. Ci sentiamo!”

“Ciao.”

 

...

 

“Ecco, pure il traffico ci mancava.”

Sam si svegliò: “Dove siamo? Siamo arrivati?”

“No. Non siamo neanche a metà. E c'è una coda di tre chilometri.”

“Se c'è una cosa che non sopporto, sono quegli idioti che occupano il traffico per una cosa inutile.”

“La maggior parte di queste persone lavora, Sam. Il resto è persone come noi.Se la metti così, siamo idioti anche noi.”

“Mmh...”

 

Tirai fuori un blocchetto degli appunti ed aggiornai la mia lista dei difetti e pregi di Duncan e la strappai in mille pezzi e la lanciai fuori dal finestrino.

Poi presi quella di Sam e la aggiornai, continuando a guardare il progresso della coda autostradale.

 

Lista dei difetti di Samantha.

  1. Non si fa i cavoli suoi. (Beh, ovvio.)

  2. Ascolta i Drama Bros. (Cosa molto triste.)

  3. Quando si attacca ad una persona non la lascia più. (E' soprannominata Sierra II.)

  4. E' un plagio di Sierra ed Izzy messe insieme. (Esatto, quel ciuffo di capelli color carota.)

  5. Colleziona le figurine di “A tutto reality” (Ma ha seppellito sotto terra tutte quelle di DxG.)

  6. E' piena di poster, anche miei, per la sua cameretta. (La trovo una cosa inquietante...)

  7. Ha una cotta segreta per Noah. (Ma se è apertamente gay!)

  8. Odia le sue lentiggini. (Perché?)

  9. E' più magra di me. (Aarrgh!)

  10. Ha due criceti che si chiamano Geoff e Bridgette. (Immagino che facciano tutto il giorno.)

 

Ad un tratto una spia si illuminò. Cavoli, proprio adesso? Lanciai il blocchetto nella borsa.


Miseriaccia, la benzina! Che stupida che sono stata!

“SAMAANTHAAA!”

“I sing with you ohh...che c'è?” Si tolse le cuffie.

“Manca la benzina! E adesso che facciamo? Perchè non mi hai ricordato del rifornimento!?”

“Ops...ma non è solo colpa mia! E colpa tua che guardavi Duncan e Gwen con il distributore dietro l'angolo!”

“Ehm...”

“Colpa tua!”

“Colpa mia o tua, ci stiamo per fermare, qui.”

“Oops...credo sia troppo tardi.”

 

Colpì la testa volontariamente contro il volante, facendo suonare il clacson.

Non dico parolacce spesso, ma l'unica cosa che mi venne da dire, fu “Merda!”

 

...

 

Mi venne in mente di uscire dall'auto ed avvisare a tutti che la mia auto è bloccata.

 

“Perfetto. Ora ci resta che sperare qualcuno che ci porti a casa.”

“Senti, non è colpa mia. Neanche tua. E' colpa di Duncan, okay?” Disse togliendosi la cintura di sicurezza, con aria tranquilla.”

“Hai ragione. E' colpa di quel demente. O forse mia che continuo ad importarmene.”

Uscì dall'auto anche Sam. “Tranquilla, tanto torniamo a casa comunque, 'kay?”

Non le risposi, e continuai ad avvisare le automobili dietro di me. “Un aiutino?”

“Courtney, non si fa così! Devi far capire che hai bisogno di un passaggio! Alza il braccio e tira su il pollice.”

“Fatti gli affari tuoi e guarda se c'è un SOS in giro..”

 

Presi il mio palmare dalla macchina, schiacciai il pulsante di sblocco, ma nessuna risposta.

Premetti il tasto di accensione, e l'unica schermata che mi apparve fu “Batteria scarica”.

Feci un'espressione strana pur di non urlare e tirare giù tutti i santi, cosa che non avrei mai fatto comunque.

 

“Hai usato il mio palmare ieri sera, per internet?” Dissi, cercando di mantenere la calma.

“Si, dovevo aggiornare il blog! L'aftermath è un avvenimento importante, e poi io ero lì!”

“COME HAI DETTO?”

“Calma, calma! Io ho ancora il mio cellulare!”

Lo prese dalla sua borsetta griffata, e le scivolò dalle mani.

“ODDIO! Minnie, stai bene?”

“Il tuo cellulare ha un nome?”

“Sopravvivi Minnie! Sei troppo giovane per morire!”

Ricompose la batteria e il copricellulare, premette il pulsante di accensione, ma il cellulare non dava nessun segnale di vita.

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”

“Riprova, magari funziona!”

Pure il secondo tentativo andò vano.

 

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Capitolo 11
*** How can I compare you with her? ***


Aggiorno anche con questo capitolo...enjoy!
In questo momento vorrei essere Sam!



I clacson della mia corsia continuavano a suonare ininterrottamente.

Un uomo disse anche: “Ecco quello che succede quando metti le donne al volante!”

“Crede che sia colpa mia, signore?”

“Si.”

 

Sam mi interruppe: “Ho trovato l'SOS... più o meno è laggiù. Dobbiamo spingere l'auto nella corsia di emergenza sino a li.

“Okay. Solo un secondo.”

Siccome sono iper polemica, ho sentito l'istinto di continuare la conversazione col camionista.

“Signore, se mi aiuta, magari, mi levo dalla corsia prima.”

“Perchè la dovrei aiutare se non ha neanche il cervello di ricordarsi di fare benzina!”

“Io mi sto laureando in giurisprudenza! E' lei che guida i camion perchè non ha studiato! L'ignoranza è brutta!” L'omaccione grasso e grosso scese dal camion.

Sam disse uno smorzato “Oh Oh.”

“Adesso ti faccio vedere io chi si laurea in legge!”

“Signore, si calmi.”

Sam disse: “Non puoi picchiare una ragazza!” E si nascose spaventata in auto.

“Senta, signore. Ho combattuto contro un punkettaro e ho pestato una gotica demente.”

“Ma io non sono ne un punkettaro né una gotica demente.”

“Già, lei è un camionista ciccione di salumi avariati. Penso che te li sia mangiati tutti.” Okay, ora avevo leggermente esagerato.

Mi spinse per terra e picchiai forte la testa sull'asfalto andandosene soddisfatto. Poi la mia vista si annebbiò.

 

 

Mi svegliai poco dopo sempre sulla strada, circondata da automobilisti preoccupati, inclusa Sam. L'auto era stata spostata su un'altra corsia.

“Stai bene?”

“Si... sono solo un po' scombussolata.”

“Meno male, Court. Sono felice non ti sia fatta niente.”

“Grazie Sam.”

 

“Che succede?” Un ragazzo preoccupatosi avvicinò per vedere il fatto. “COURTNEY. Stai bene?”

 

Come poteva sapere il mio nome? La risposta era quella: capelli verdi, piercing, maglietta orribile.

 

 

“Si...DUNCAN?” Sgranai gli occhi. “Che ci fai qui?”

“Volevo vedere cosa fosse successo. Tutto okay?”

“Si, devo solo smetterla di essere polemica per un bel po'.”

“Non avrei mai pensato fossi tu.” Lo ignorai.

Una donna mi chiese: “Stai bene, vuoi che chiami un'ambulanza?”

“No, grazie. Non credo ce ne sia bisogno.”
Duncan mi chiese: “Niente di rotto?”

“Non è un tuo problema. Fatti gli affari tuoi. Tu che c'entri?”

Mi alzai in piedi barcollando leggermente, allontanando i miei soccorritori. “Va tutto bene. Tranquilli. Grazie.”

“Prego. Possiamo andare?”

“Si.”

“Sicura?”

“Certo.”

 

Se ne andarono tutti. Eccetto Duncan.

“E con questo? Guarda che puoi andare come tutti gli altri.”

Sam se la sbaffava sotto, guardando la mia espressione strafottente verso Duncan.

“Beh...penso che tu e la marmocchia abbiano bisogno di una mano per spingere il rottame.”

“Saresti l'ultima persona che io voglia che mi aiutasse.”

Sam interruppe come al suo solito: “Io me ne vado in auto, fa freddo.”

“Forse non ha capito che il riscaldamento non va senza benzina.” Disse Cresta Verde ridendo.

“Ti ho sentito, e comunque lo so!” Gli rispose, sbattendo forte la portiera.

“Sam...la mia macchina...” Dissi irritata.

“Aaah! Vuoi che vi lascio soli così potete sbaciucchiarvi reciprocamente!” rispose.

“SAMANTHA.”

“Hey, è vero!”

La fissai male, dicendo: “Ti tengo d'occhio. E dopo facciamo i conti.”

 

Duncan rideva di gusto.

“Che c'è adesso?”

“Amo la tua sorellina! Ahahahah! E' un genio!”

“Non è mia sorella!”

“Lo so! Non vi assomigliate per niente!”

“COSA VORRESTI DIRE?”

“Che tu sei molto più sexy...”

“Inizia a scappare, idiota!”

“E' come comparare te con Gwen! Non c'è confronto! Tu sei bellissima!”

Ricorsi al mio urlo irritato, il classico: “AAAAAH!”

“Sei uno stress Duncan, peggio di Sierra e Geoff messi insieme!”

“Senti, vuoi che ti aiuto con la macchina oppure no?”

“Se lo fai tappandoti quella boccaccia.”

“Non credo di riuscirci.”

“Io dico invece di si.”

 

“Sam, scenderesti dall'automobile, per favore?”

“Ma non vi sbaciucchiate?”

“Ripeto la frase: Sam, scenderesti dall'automobile, per favore?”

“Ok.” Disse delusa.

 

“Che emozione! Sto spingendo un'automobile con i miei idoli, alias la mia coppia preferita?”

La guardammo male entrambi.

“Tengo a precisare: Noi non siamo una coppia!” Dissi.

“Ed io non sono il tuo idolo!” Aggiunse l'idiota.

Sam continuò a prenderci in giro: “E vi dichiaro marito e moglie!”

“Sam, muori.” Le risposi.

“Wow, Principessa! Non pensavo dicessi queste parole alla tua dolce sorellina!”

“Primo. Lei non è mia sorella. Secondo. Non è mia sorella, né mia cugina. Terzo. Non mi chiamare in quel modo.”

Sam disse: “SII! Continuate così a litigare!”

“SAM.” Dissi contemporaneamente a Duncan, mantenendo la calma.

Scoppiammo tutti e tre a ridere, continuando a spingere la macchina.

“Qui ci vorrebbe un peso massimo come Owen... Mi mancano le sue scorregge.” Disse Duncan.

“Già.”

 

 

“Ecco, siamo arrivati. Ora?”

“Torniamo alla mia macchina, vi porto io fino al benzinaio, poi provvederemo. Prendete le vostre cose.”

“Non ti ho mai sentito così professionale, Duncan. Che ti è successo? Hai aperto un libro?” Chiesi.

“In effetti...”aggiunse Sam.

“Ho visto qualche film di avventura...niente di che.”

...

 

“La gente non penserà che tre ragazzi che camminano in una corsia d'emergenza siano un po' scoppiati, e poi...Duncan! I Paparazzi!”

“Non ti preoccupare, Court. Non verrà nessun paparazzo.”

“Ma io non voglio farmi vedere con te!”

“Se è per questo Courtney, hai un paparazzo proprio di fianco a te.”

“Dove, dove?” Chiesi spaventata. Poi mi accorsi che si riferiva a SuperCarota. “Chi, Sam?”

“Esatto.”

“Ma chi, lei? Se è solo una dodicenne super accanita dei Drama Bros.!”

“Courtney, ho tredici anni.” Aggiunse leggermente irritata. “E poi, se continui ad insultarmi in questo modo, pubblico sul mio blog tutto quello che stiamo passando in questo momento!”

“Mmmh. Minacciosa la ragazzina.” Disse Duncan. “Si, sarete lontani parenti. Ne sono certo.”

Gli tirai un pugno sulla spalla. “Ahio!”

 

...

 

Bene questa è la mia auto. Saltate su!”

L'auto non era un granchè, anche se molto sportiva. Non una Ferrari, ma era piuttosto carina.

“Bella macchina, fratello!” Disse Sam.

“Grazie. Sorella.”Riprese ridendo: “Di Courtney.”

“Lei non è mia sorella! Se vuoi, ti faccio vedere chi è la mia vera sorella. Si chiama Sophie.”

“Mi fa piacere.” Si infilò grezzamente in auto, sbattendo la portiera. “Su, entrate!” disse, aprendo il finestrinoautomatico.

 

Mi misi al sedile posteriore, di fianco a quel demente, Sam dietro.

Allacciai la cintura. “Perchè tu non la metti?” Chiesi all'idiota.

“Con questo traffico, è praticamente inutile. Fidati.”

“Ma ti tolgono i punti dalla patente se ti beccano.” Risposi seccata.

“Non pensare sia un problema per me.”

“Ma è per la tua sicurezza.”

“Fidati, non c'è problema!”

“Fidati UN CORNO!”

“Dammi un bacino, Principessa!” Indicò la guancia stupidamente.

“Stai scherzando, vero?

“Duncan non scherza mai.”

“Beh, allora mettiti la cintura. Bambinetto. Sam è più saggia di te! Ed ha solo 12 anni!”

“TREDICI.” urlò da dietro. “Ho tredici anni, Courtney.”

“Bravo, Duncan. Vedo che hai capito. Bravo.”

 

Le macchine degli uomini, a differenza delle loro case, sono pulite, ordinate e profumano di nuovo.

Non mi sarei mai aspettata che Duncan avesse mai pulito qualcosa, cavoli!

 

Ci inserimmo in corsia.

Non avrei mai pensato di farmi offrire un passaggio dal mio peggior nemico, soprattutto dopo averlo visto con Gwen. Eppure l'avevo appena fatto.

 

“Senti Duncan” disse Sam con nonchalance, “oggi Courtney ti ha visto che eri con Gwen.”

Tappai la bocca a Sam, sussurrandole aggressivamente: “Non vorrai mica restare a piedi, vero?”

Duncan continuò, avendo sentito tutto quello che avevo riferito a Sam. “Si, è vero. L'ho appena lasciata. Mi ha detto che Trent provava ancora qualcosa per lei, e lei ricambiava. Rimaniamo amici.”

Non respirai per un attimo dalla vergogna, diventando di un colore viola-celestino rosa pallido in faccia.

“Che ti prende Courtney, stai bene?” Mi toccò la fronte per vedere se avevo la febbre.

La scansai. “Che schifo! Non mi toccare con quelle manacce! Chissà cos'hai toccato!”

“Ci ho mangiato un hot dog, ci sono andato in bagno, ho guidato la macchina, ti ho tirato su da terra, ci ho spinto la tua macchina e poi ti ho toccato la fronte, prima di essermi asciugato dal sudore!”

“Bleah!”

“Sto scherzando, piccola.”

“Moscone. E poi non mi hai tirato su da terra, ma l'ho fatto da sola.”

“Si, si. Come no.”


Sam ci seguiva attentamente parola per parola, come in una soap opera. Che malata.

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