Life

di Banryu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 - Just everyday's life ***
Capitolo 3: *** 2 - Afternoon ***
Capitolo 4: *** 3 - Night ***
Capitolo 5: *** 4 - In the SM building ***
Capitolo 6: *** 5 ~ Lunch ***
Capitolo 7: *** 6 ~ Sometimes ***
Capitolo 8: *** 7 ~ 18.07.11 - #1 - The gifts ***
Capitolo 9: *** 8 ~ 18.07.11 - #2 - The party ***
Capitolo 10: *** 9 ~ 18.07.11 - #3 - In the end.. ***
Capitolo 11: *** 10 ~ Tomorrow ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Aaaaaallora... Prima di iniziare devo spiegare un po' di cose...
Prima di tutto la storia comincia circa dopo nove mesi che Jong ha conosciuto Ambra, una delle protagoniste, quindi i vari punti di domanda verranno spiegati via via che la storia andrà avanti.
Secondo i nostri fantastici cinque parlano circa l'italiano, per motivi che verranno specificati, prima o poi... Per ora diciamo che gliel'hanno insegnato con tanto amore Ambra e Bey in quei mesi... xD Ovviamente però quando sono da soli e parlano tra di loro tornano al loro coreano, mi pare ovvio (in caso contrario lo specificherò). In più c'è da specificare che, per rendere i problemi di linguaggio non troppo 'problematici', tutti e cinque conoscevano un livello base di inglese con cui comunicare con le due protagoniste all'inizio della loro conoscenza (anche se ovviamente il livello di Key e di Minho era un po' superiore a quello degli altri).
Ah! Altra cosa! I vari POV che metto all'inizio dei vari pezzi di storia sono solo indicativi perché comunque continuerò a scrivere in terza persona e a mettere un po' tutto di tutti, ma tanto per dare un idea su chi sarà incentrato quel pezzo di storia. Insomma... Spero abbiate capito! XD
Adesso finalmente vi lascio leggere! Buona lettura! Spero vi piaccia perché ci ho messo taaaanto amore! xD

PS: I commenti sono sempre mooooolto graditi! *__*
PPS: Devo inoltre dedicare questa fic a Zocky, che mi supporta e mi incita a continuare a scrivere questa storia.. Thanks <3

PROLOGO

'Perché? Perché alla veneranda età di 18 anni una si deve ritrovare in situazioni del genere?' Questo si chiedeva Bey mentre cercava di correre a più non posso sull'erba ben tenuta del grande parco che si trovava vicino all'appartamento del suo ragazzo.
Dopo quasi cinque minuti di corsa sfrenata, la ragazza decise che le sue gambe avevano fatto abbastanza per il momento e si fermò. Guardandosi intorno poteva capire benissimo in che parte del parco fosse, conoscendolo quasi a memoria, quindi sapeva anche quale sarebbe stata la sua meta: il piccolo magazzino che aveva sempre visto in riva al lago. In realtà non aveva mai saputo a che servisse veramente, anche se lei aveva sempre dato per scontato che contenesse degli attrezzi per la manutenzione del parco. Fatto sta che in quel momento quello le sembrava il nascondiglio perfetto, soprattutto perché lei aveva sempre notato che il lucchetto che sembrava chiuderlo era in realtà molto facile da forzare.
Quindi, cercando di fare meno rumore possibile, la ragazza camminò in direzione del suddetto magazzino.
Dopo circa un minuto di cammino, ecco spuntare tra le floride piante del parco i contorni della costruzione in legno, ancora in parte nascosti dall'oscurità di quella notte di luglio. Bey rallentò, per poi fermarsi un attimo a guardare la superficie del lago: la luna quasi piena si rifletteva in tutta la sua bellezza su di essa e nemmeno una nuvola né un soffio di vento ne disturbavano la bellezza.
Sorrise tra se, ripensando a tutte le volte che il suo ragazzo l'aveva portata lì da quando si conoscevano, poi tornò alla realtà e si girò verso la porta del magazzino. Avanzò lentamente, tendendo l'orecchio per sentire se c'erano dei passi o delle voci nelle vicinanze, ma non sentì niente, solo i rumori della notte. Quindi si decise, prese in mano il lucchetto e lo fece scattare in poche mosse: aveva sempre avuto ragione. Fece una faccia convinta che avrebbe fatto invidia al caro Leader per poi infilarsi silenziosamente dentro quella piccola costruzione.
Da dentro quel posto sembrava anche più piccolo che da fuori e, anche se non si riusciva a vedere niente a causa del buio, Bey era sicura che fosse pieno di attrezzi.
Bey sospirò, assicurandosi di richiudere in modo decente la porta di legno, poi prese in mano il cellulare che aveva in tasca ed illuminò l'interno dello stanzino: conteneva attrezzi di ogni genere, come previsto, dalle pale ai tubi, ai sacchi di qualcosa a cui lei non avrebbe saputo dare un nome preciso, insomma, di tutto.
Beh, almeno aveva abbastanza spazio perché lei ci stesse senza troppi problemi. Sospirò di sollievo. Lì non l'avrebbe trovata. Non c'era verso che Onew la trovasse in quel posto, anche perché forse non sapeva neanche della sua esistenza. Quindi adesso tutto quello che la ragazza doveva fare era aspettare. Già, ma cosa?
A questo non aveva pensato. Come avrebbe fatto a sapere il momento giusto per uscire e tornare indietro?
Non ebbe il tempo di mettersi a ragionare su questi punti di domanda che sentì dei rumori provenienti dall'esterno. All'inizio pensò che potesse essere qualche animale, ma poi, ascoltando meglio, si rese conto che erano rumori regolari, simili a dei passi che si facevano lentamente largo tra le piante sul retro del capanno.
Bey trattenne il respiro. Non sapeva chi fosse, ed in effetti poteva essere chiunque a quell'ora di notte in quel parco. Ok, in realtà non si era allontanata molto dal punto di partenza, ma non aveva minimamente preso in considerazione l'idea che potessero esserci altre persone oltre a loro nei dintorni. Il che era molto sbagliato. Sbagliatissimo in effetti. Perché non pensava prima di fare cose come mettersi a correre in un parco da sola di notte??
Comunque ormai era troppo tardi per i ripensamenti e i passi erano sempre più vicini all'entrata. Bey prese un profondo respiro e trattenne il fiato, sperando con tutta se stessa che fosse Onew che l'aveva trovata e non qualcun altro di sconosciuto.
Poi tutto successe troppo in fretta: la porta lentamente si aprì, una figura esile vi passò attraverso e se la richiuse alle spalle per poi accendere improvvisamente una luce accecante.
La ragazza trattenne un urlo, così come l'altra persona che adesso si trovava con lei.
«Cristo Santo Key! Tu vuoi farmi morire stasera!!» Esclamò Bey dopo che il respiro le fu tornato in gola, portando la mano destra all'altezza del cuore ed appoggiandosi con la schiena ad una delle tante cose che aveva alle spalle.
L'altro di per se era rimasto immobile. Stava guardando, ancora shockato, la ragazza dai lunghi e ricci capelli scuri che aveva davanti.
«S-scusa... E' che... Non pensavo che qualcun altro conoscesse questo nascondiglio...» Disse infine, appoggiando anche lui la schiena alla porta e spegnendo la torcia che aveva acceso non appena era entrato per vedere come fosse l'interno dello stanzino.
Dopo circa un minuto di silenzio, in cui i due stavano cercando di riprendere la calma persa, Bey si rimise in posizione eretta, osservando la figura dell'amico: portava una maglietta attillata bianca, con sopra delle specie di macchie di diversi colori, dal rosa, al giallo, al blu, al verde, all'arancione, insomma un po' di tutto, nonostante i colori non si distinguessero tanto a causa dell'oscurità in cui si trovavano, ai polsi aveva una quantità di braccialetti che avrebbero fatto invidia ad una ragazza, e più sotto... una minigonna rosa pastello!
Bey trattenne a stento una risata. L'altro, che aveva lo sguardo puntato verso l'unica finestra del capanno e stava cercando di capire se erano al sicuro, si voltò verso di lei, con un sopracciglio alzato.
«E ora che ci sarebbe da ridere, di grazia?!» Le domandò con tono sarcastico, prima di portarsi le mani sui fianchi e puntare i suoi occhi felini in quelli della ragazza.
Quest'ultima, dal canto suo, si era messa una mano sulla bocca per fare il meno rumore possibile e continuava a ridere.
«Scusa... ahahahah... E' che... ahah... Key!!» Esclamò infine, guardandolo con un'espressione che la diceva lunga. Ormai entrambi si erano abbastanza abituati al buio, rischiarato solo dai raggi della luna che provenivano dalla finestra, da poter chiaramente vedere l'uno l'espressione dell'altro.
«Non ti pare un po' eccessivo esserti vestito così??» Gli chiese infine, facendo un cenno in direzione della gonna indossata dal ragazzo. Infondo perfino lei portava un paio di shorts, invece che una gonna. Lui sospirò.
«Quante volte devo dirti che l'ho fatto solo per evitare che qualcuno mi riconoscesse?!» Si affrettò a dire, prima di staccare la schiena dalla porta, ritrovandosi così praticamente incollato a Bey.
Questa, colta alla sprovvista da quell'improvvisa vicinanza, fece un passo indietro. O almeno, ci provò, visto che dietro di lei c'erano tutte le cianfrusaglie sopra elencate. Fantastico: le toccava restare così. Alzò lo sguardo verso Key e scosse la testa.
«Ovvio... Sai, c'erano altre quattro persone stasera che non bramavano di essere riconosciute, ma che io ricordi nessuna di loro si è travestita da donna, o sbaglio?» Gli disse infine, fissando i suoi occhi color nocciola in quelli scurissimi di lui.
Key distolse lo sguardo, com'era solito fare quando una persona lo guardava troppo, o troppo intensamente.
«Beh, ti sembro uno degli altri quattro io?» Chiese infine, sperando così di giustificarsi. Bey stava per controbattere, quando dei rumori in avvicinamento distrassero entrambi.
«Giuro che se è uno degli altri lo chiudo fuori!» Sussurrò piano Bey, facendosi ancora più vicina a Key per vedere se riusciva a scorgere qualcosa al di fuori della finestra del capanno: peccato che questa fosse troppo in alto perché vi si potesse vedere qualcosa di diverso dalle fronde degli alberi e qualche pezzo di cielo.
«Cosa pensi di vedere, bassa come sei.» Buttò lì il ragazzo, prendendola in giro.
«Ascolta, tu!!» Partì lei in quarta, sentendosi colta nel vivo, ma non poté aggiungere altro perché i rumori si erano avvicinati ulteriormente, e loro non volevano essere scoperti.
«Zitta!» Le sussurrò in un orecchio Key, stringendo con una mano la torcia.
Tutti sapevano quanto il ragazzo amasse vincere, quindi non poteva essere scoperto in quel momento.
Silenzio. Entrambi erano in attesa. Poi, uno schiocco improvviso.
Bey e Key si abbracciarono istintivamente, spaventati da quel rumore improvviso, i respiri corti. Erano riusciti a non urlare per un pelo.
Entrambi erano immobili, l'uno che cercava forza nell'altro nel silenzio più completo. Unico rumore: i battiti dei loro cuori.
Lei, avendo la testa appoggiata al petto del ragazzo, riusciva chiaramente a sentirli, veloci e precisi, si rincorrevano senza tregua. Da fuori nel frattempo giungevano altri rumori, sempre più vicini, e più vicini erano i rumori più i battiti del cuore di Key aumentavano.
Bey alzò la testa, osservando attentamente i lineamenti del ragazzo: erano così delicati, così levigati e perfetti, inoltre aveva sempre adorato i suoi occhi da gatto, sapevano essere allo stesso tempo dolci e sensuali. Se ne avesse avuto l'occasione, probabilmente sarebbe rimasta anche a giornate ad osservare il suo profilo come in quel momento. Inoltre erano davvero rare le volte in cui si trovavano così vicini, e forse era per quello che non riusciva neanche più a sentire tutto quello che avevano intorno, e che i suoi occhi non riuscivano più a staccarsi da quel volto. Ok, ok, ok, ok, stop! Esattamente... CHE COSA STAVA PENSANDO???
Bey distolse lo sguardo dal ragazzo che aveva di fronte, accorgendosi che adesso anche il suo cuore batteva all'impazzata, e non certo per i rumori dell'esterno.
«Accidenti a tutte queste piante!» La voce di Onew la riportò alla realtà: era incredibilmente vicina, di questo passo li avrebbe scoperti. «E poi... con questo buio non si vede nulla!>> Continuava quello imperterrito da fuori.
Key la strinse inconsapevolmente a se, poggiando l'orecchio destro alla porta di legno, per capire quanto fosse lontano l'altro. Il rumore dei passi si faceva sempre più vicino, adesso doveva essere sulla riva del lago. Key trattenne il respiro, voltando la testa verso Bey, che nel frattempo aveva completamente dimenticato il perché si trovassero lì e si stava invece concentrando sulle proprie emozioni.
Comunque, sentendo il ragazzo voltare la testa, lei rialzò la propria, incontrando quegli occhi. Cristo! Sarebbe morta entro breve, se lo sentiva. Eppure di solito guardarlo non le faceva quell'effetto.
In quel momento, anche lo sguardo preoccupato di Key sembrò mutare in uno un po' confuso. Che anche lui fosse riuscito a cogliere quel che lei stava pensando?! Bey sperava vivamente di no.
«Uffiiii! Ma dove si sono cacciati tutti? Di questo passo si faranno le due!» La voce del Leader, all'esterno, li riportò nuovamente alla realtà, facendo rialzare la testa di Key verso la porta.
'Che ti prende adesso, Key?' Pensava nella sua testa quest'ultimo, cercando di distogliere la mente dagli improvvisi pensieri che l'avevano affollata e concentrandosi sui passi di Onew, che ormai si stavano allontanando dal loro nascondiglio.
'Ma dico, è la ragazza del tuo migliore amico! Nonché una tua cara amica! Ergo, non puoi pensare certe cose! Non puoi!' Si stava ripetendo quelle frasi da circa due minuti dopo che avevano sentito svanire completamente i passi di Onew, e ancora non aveva avuto il coraggio di girare la testa verso di lei.
Dal canto suo, Bey non poteva che essergli grata, visto che ancora non sapeva come avrebbe reagito se i suoi occhi avessero incontrato di nuovo quelli di lui da quella distanza ristretta. In più, se ne accorgeva solo ora, riusciva chiaramente a sentire la pelle nuda delle loro gambe toccarsi involontariamente, e anche questo stranamente le dava non pochi problemi.
«E-ehm... Forse.. Dovremmo uscire adesso...?» Fu questa la prima frase che le uscì dalla bocca, e si maledisse per il suo tono così insicuro.
«S-sì, infatti..» Rispose lui, restando però nella medesima posizione, senza muovere un muscolo. 'Beh Key, forse dovresti lasciarla andare adesso, non trovi?' Si domandò mentalmente, visto che le sue mani non volevano saperne di lasciare i fianchi di Bey.
«Key...?» Chiese infatti lei, visto che vedeva che il ragazzo non si muoveva. E qui, l'errore: nello stesso istante in cui quello abbassava lo sguardo per rispondere, lei lo alzava per capire quale fosse il problema.
Quel contatto. Occhi negli occhi. Ancora.
Bey smise di respirare, restando immersa in quegli occhi, ed avrebbe ancora potuto salvarsi, se non fosse stato per quelle mani, che invece di allentare la presa sembravano stringerla ancora di più, facendo aderire i loro corpi. Non aveva scampo.
Lui, dal suo punto di vista, non stava più ragionando. Da quando i suoi occhi si erano ritrovati in quelli di lei, aveva dimenticato tutto: il capanno, il parco, tutta la città intorno, gli amici, uno in particolare, che probabilmente erano nei dintorni, i suoi principi, il fatto che nel suo cuore in realtà ci fosse già qualcuno. Tutto. Tabula rasa. Solo lei. E niente sembrava poterli separare in quel momento, neanche la sua perenne fobia per gli sguardi sostenuti.
Key si stava avvicinando ancora di più a lei, e se ne rendeva conto, come si rendeva conto che quel che stava per fare era sbagliato, ma semplicemente in quel momento aveva in testa solo quegli occhi color nocciola, e tutto il resto non gli interessava. Le loro labbra erano ormai a pochi centimetri, e neanche Bey sembrava intenzionata a spostarsi, troppo persa in quel nero che tanto l'affascinava.
«Accidenti Hyung, ma perché devi sempre seguirmi?»
«Non ti ho seguito, semplicemente ci siamo incontrati, tutto qui.. E fai piano adesso, se no quel pollo ci scopre!»
A quelle parole però, Bey sembrò risvegliarsi dalla trance in cui era finita, non tanto perché non si aspettava di sentire altre voci provenire dall'esterno, né per il significato di quelle parole, quanto perché era stata quella voce, la prima, a parlare. Il suo ragazzo. Era giusto lì fuori, a pochi passi da loro, e lei? Che stava per fare?
Ritornata coi piedi per terra, mise le mani sul petto di Key e lo allontanò, guardandolo poi con uno sguardo misto tra il confuso, l'arrabbiato e il deluso. Quest'ultimo si era fatto spostare con tanta facilità per un unico motivo: l'altra voce che aveva sentito. Questa sembrava aver avuto lo stesso effetto della prima voce su Bey, infatti le aveva lasciato andare perfino i fianchi, lasciando che le sue mani ricadessero inerti lungo il suo corpo.
La ragazza sembrava sul punto di dire qualcosa, ma la mano di Key sulla sua bocca fu più veloce.
«M-mmh!!» Si oppose lei, guardando interrogativamente l'amico e cercando di liberarsi dalla sua presa.
«Non vorrai che ci trovino qui così, spero?» Le chiese lui, osservandola dall'alto. A quel punto Bey sbuffò e scosse la testa, restando semplicemente immobile in attesa che il rumore dei passi dei due ragazzi all'esterno svanisse. Poi alzò lo sguardo su Key, che già aveva messo la mano destra sulla superficie di legno della porta ed era uscito fuori, nella notte.
Anche lei seguì l'esempio del ragazzo, ritrovandosi così davanti allo spettacolo di quasi un'ora prima: la luna, il lago, gli alberi. Tutto era uguale a poco prima a parte una leggera brezza che adesso increspava la superficie del lago, sfumando di tanto in tanto i contorni della luna riflessa su di esso. Bey chiuse gli occhi, lasciando che la brezza le accarezzasse il volto, poi si voltò verso l'altro, pensando di trovarlo sempre al suo fianco. Peccato che il ragazzo avesse pensato bene di avviarsi verso la loro meta comune senza degnarla neanche di uno sguardo.
«Ehy! Ehy, tu!!» L'apostrofò allora lei, affrettandosi a seguirlo. Sentiva di non poter tornare indietro da sola adesso.
«Sei lenta! Se continui così Onew ti vedrà e non farai in tempo a salvarti... E non sperare in un mio aiuto allora...» Questa fu la risposa Key, senza voltarsi indietro e continuando a camminare a passo spedito attraverso il parco, guardandosi bene in torno per vedere se erano seguiti.
Bey sembrava sul punto di ribattere, ma poi un flash di poco prima e di quegli occhi nei suoi la fece tacere. Non sapeva ancora bene quel che le era successo, ma sapeva perfettamente che non sarebbe dovuto succedere di nuovo. Mai più. Lei amava il suo ragazzo, quindi non c'era assolutamente modo che una cosa del genere potesse succedere di nuovo.
Quindi per iniziare era decisamente meglio evitare di parlare o stare troppo vicino a Key, così la ragazza decise di rimanere in silenzio e seguire semplicemente i suoi passi, ad una debita distanza di circa tre metri.
Dopo qualche minuto di cammino eccolo: il grande salice piangente, come lo aveva rinominato lei la prima volta che lo aveva visto, svariati mesi prima. Il possente albero se ne stava fiero in mezzo ad un grande spazio erboso attraversato da uno dei sentieri del parco, c'era solo lui e la luna ad illuminarlo. Key lasciò che il suo sguardo percorresse tutta la radura, tutti i confini che essa aveva con gli altri alberi del parco. Nessuno. I suoi occhi non videro nessuno nelle vicinanze.
Un sospiro. Key girò la testa verso destra e vide che Bey l'aveva raggiunto, posizionandosi al margine della radura accanto a lui e scrutando anche lei i dintorni del grande albero. Le era grato per non avergli parlato per tutto il tragitto del ritorno: aveva bisogno di pensare, anche se comunque non era giunto a nessuna conclusione sensata al suo comportamento di poco prima.
Comunque adesso non era il momento di pensare certe cose, adesso era il momento di agire. Così Key, seguito subito dopo da Bey, si precipitò in una corsa sfrenata verso il salice piangente che dominava la radura. Ancora pochi metri e ne avrebbe raggiunto le fronde, ma proprio in quel momento, ecco che dall'altra parte dell'albero spuntò Onew, con i suoi jeans scuri e felpa scura con tanto di cappuccio tirato sugli occhi.
«Ah!! Finalmente vi ho trovati!» Disse, prima di avventarsi anche lui verso il tronco, e ci sarebbe arrivato anche prima se solo non fosse inciampato in una delle radici sporgenti del salice. Infatti, nella furia di correre verso il tronco dell'albero, Onew non aveva prestato troppa attenzione a dove metteva i piedi, finendo così rovinosamente a terra.
«AH AH AH!! Tana libera tutti!!» Urlò allora Key, toccando il tronco dell'albero per poi piegarsi in due dalle risate. Bey era arrivata quasi insieme a lui, quindi non c'era niente da dire. Avevano vinto ancora!
In quel momento altri tre ragazzi ed una ragazza entrarono sotto le fronde del salice, ridendo anch'essi.
«Ma non è possibile che tu riesca a cascare sempre! Onew!» Esclamò la ragazza appena arrivata, porgendo poi la mano destra al povero Leader, che se ne stava ancora a terra confuso.
«Inoltre facendo così noi le vinceremo sempre le nostre partite di nascondino!» Rincarò la dose uno degli altri ragazzi, dando una pacca sulla spalla dell'amico per poi girarsi verso Key e complimentarsi con lui.
«Jong, Ambra, non è colpa mia se questo coso mi ha fatto uno sgambetto, ok?» Rispose infine Onew, causando una risata generale.
«Però adesso non dovremmo andare a casa Hyung?» Chiese poi quello che sembrava, ed era, il più piccolo dei sette, camminando verso Bey e cingendole la vita con un braccio.
«Sarà meglio... Sennò domattina chi lo sveglia questo qui?!» Sorrise Jonghyun, voltandosi verso l'unico del gruppo che non aveva parlato e che sembrava il più bisognoso di un letto.
Così, tra chiacchiere e risate, cominciarono ad incamminarsi tutti verso l'appartamento in cui abitavano i cinque ragazzi e in cui le ragazze avrebbero passato la notte.
Sulla strada di casa, abbracciata al suo ragazzo, Bey sorrise tra se: le piaceva Seoul, le piacevano le persone che vi abitavano, le piaceva l'appartamento che lei ed Ambra si erano trovate lì, le piaceva il coreano e le lezioni di coreano, che riceveva quotidianamente, le piaceva l'appartamento verso il quale si stavano dirigendo tutti e sette insieme, le piacevano quelle cinque persone magnifiche che in così poco tempo avevano completamente cambiato la sua monotona vita da diciottenne, le piacevano perfino quelle escursioni notturne per divertirsi un po', dato che di giorno era impensabile che i cinque ragazzi se ne andassero in giro per un parco della città indisturbati, e soprattutto amava il suo ragazzo, sopra ogni altra cosa, e quella di quella sera era stata solo una piccola svista che non si sarebbe mai più ripetuta, ne era sicura adesso che sentiva le dita della sua mano destra strettamente intrecciate a quelle della sinistra di lui.

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Capitolo 2
*** 1 - Just everyday's life ***


Rieccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! *_* Prima di tutto devo ringraziare tutte le persone che hanno recensito il prologo! Gomawo! ^^
E ringrazio già in anticipo chi recensirà questo capitolo! Ogni commento è sempre gradito! **
Per seconda cosa invece devo dire che io domani, cioè oggi ormai (dettagli! xD), parto e sto via per almeno 5 giorni, quindi non potrò aggiornare la storia fino ad allora.. T_T Scusatemi tanto!
Good, adesso posso lasciarvi alla lettura! Spero sia di vostro gradimento! =)

1 - Just everyday's life

Ambra POV.

Era una mattina come tante nell'appartamento delle due ragazze: Beatrice, detta Bey per facilitarne la pronuncia alla popolazione coreana, dormiva accoccolata nel suo letto, abbracciando il cuscino con braccia e gambe e con il lenzuolo tirato su fino al naso, non importava quanto caldo facesse, la sua posizione nel letto la mattina era quella; Ambra, invece, si era alzata già da un po', e stava facendo il suo atto di magnanimità giornaliero, cioè la colazione. Infatti, tutti sapevano quanto lei fosse poco incline a fare spontaneamente cose come quella, ma quel giorno, il quindici di luglio, era un giorno speciale per lei: il nono mesiversario col suo ragazzo.
Ancora non riusciva a credere che la sua relazione con Jonghyun durasse da così tanto tempo, eppure era così. Il luccicante anello che portava all'anulare sinistro glielo ricordava ogni giorno al suo risveglio ed ogni notte prima di addormentarsi. Era felice. Nonostante non potesse dire che non ci fossero state anche delle difficoltà nella loro relazione, insieme erano sempre riusciti a superarle, quindi per ora era abbastanza sicura di avere tutto quello di cui aveva bisogno.
Proprio in quel momento, il rumore di qualcosa che vibrava sul tavolo riportò la sua attenzione sulla terra. Era il suo cellulare: qualcuno la stava chiamando.
Ambra sbuffò, mettendo da parte una delle fette di pane che stava ricoprendo di marmellata, affrettandosi poi a pulirsi le mani ed a rispondere, senza nemmeno guardare chi fosse.
«Oh!»
«Buongiorno anche a te, Amore.» Le rispose una voce che ben conosceva dall'altra parte del telefono. Lei si mise a ridere, non voleva rispondere in quel modo, semplicemente era concentrata sul suo lavoro ed odiava essere interrotta.
«Buongiorno... Sai che giorno è, vero?» In una frazione di secondo Ambra ebbe il dubbio che Jong se ne fosse dimenticato, e lei non era propriamente una di quelle ragazze che si tengono i dubbi dentro.
«Certo che lo so! Auguri Amore!!» Sorrise l'altro, dissolvendo ogni dubbio.
«Ah ecco...» Sospiro di sollievo. «Auguri!» Rispose a quel punto lei, rimettendosi comoda sulla sedia ed osservando tutto quello che aveva messo sul tavolo in attesa che l'amica si svegliasse: fette di pane con diversi tipi di marmellata, cereali, latte, vari succhi di frutta, tra cui quello all'arancia rossa, il preferito di Bey, e un pacco di biscotti. Beh, era abbastanza, no?
«Eh? Che hai detto Amore? Non ho capito...» Si accorse solo in quel momento che Jong le stava chiedendo qualcosa.
«Ma mi stai ascoltando almeno?» Chiese lui, sospirando.
«Ehm... Sìììì... E' che, vedi, stavo preparando una cosa...» Sorrise, cercando di pensare a qualcosa per deviare il discorso.
«Ah sì eh? E che cosa?» Domandò allora lui, con una finta voce curiosa, che dava chiaramente ad intendere che aveva già capito tutto.
«E-ehm...» Ambra si passò una mano tra i capelli, già arruffati di loro, visto che non aveva ancora avuto il tempo di pettinarli.
«Lo sapevo... Stavi preparando la colazione, vero?» Riprese Jong, adesso con voce divertita.
«Sì, d'accordo, ma non per il motivo che pensi tu!» Si affrettò allora a dire la ragazza, accavallando le gambe e cercando di assumere il tono più convincente che le riusciva.
«Ceeerto Amore, lo so... Infatti non stavo pensando nulla... Perché, a cosa avrei dovuto pensare?» Chiese allora lui con voce maliziosa. «Infondo non lo fai a tutti i nostri mesiversari, da qualche mesa a questa parte, di preparare quantità industriali di cibo per colazione in modo da avere riserve di energie sufficienti a tutta la giornata, vero?» Concluse poi, ridacchiando.
Ambra nel mentre era arrossita e cercava disperatamente di pensare a qualcosa da ribattere.
«No!!» Disse infine con voce convinta. Mettendo uno dei suoi punti di conclusione alla discussione. Jonghyun stava per rispondere quando sentì dei rumori strani dall'altra parte della cornetta. «Amore...?»
«Ora devo andare, ci sentiamo dopo e spero che tu abbia pensato a qualcosa di carino da fare insieme oggi perché se no non becchi nulla!» Disse tutto d'un fiato Ambra, prima di chiudere velocemente la chiamata, lasciando un Jonghyun alquanto confuso ed inquietato dall'altra parte.
Ovviamente il motivo di quella conclusione affrettata era stato l'entrata di Bey nella cucina dell'appartamento. Infatti, dopo il quinto messaggio che le era arrivato sul cellulare, aveva deciso che per quella mattina non le era stato concesso di dormire di più e si era tristemente trascinata in cucina. Probabilmente la sua faccia non doveva essere delle migliori, date le cinque ore di sonno scarse che aveva addosso e la fame che si faceva sentire sempre di più.
«'ngiorno...» Aveva mormorato, prima di ricevere una pesante pacca sulla spalla destra e di ritrovarsi così a tre centimetri dalla superficie bianca del frigo.
«Buongiorno vacca!! Mi hai appena salvato la vita!» Esclamò Ambra, prima di ritornare precipitosamente verso i fornelli, su cui si era scordata la macchinetta del caffè che stava quasi per traboccare.
Bey sospirò, lasciandosi cadere su una delle sei sedie che conteneva la loro “cucina-sala da pranzo” ed osservando il tavolo.
«Esattamente.... Che succede stamani?» Chiese confusa, osservando l'enorme quantità di cibo che si trovava davanti a lei. «Abbiamo ospiti e non mi hai avvertita? Oppure abbiamo deciso di metterci all'ingrasso nel mese di luglio per avvantaggiarci per Natale? O magari...» La ragazza interruppe il suo monologo solo perché, alzando lo sguardo dal tavolo, aveva incontrato gli occhi azzurri di Ambra. Non era il fatto in se ad averla fermata, quanto l'espressione che questi esprimevano: completa indignazione.
«E-ehm...» Cercò di prendere tempo Bey, osservando l'amica che la guardava con la caffettiera bollente in mano, pronta a lanciargliela in faccia da un momento all'altro.
«...O magari... Oggi è... il tuo mesiversario..?» Illuminazione divina. «Sì! Oggi è il tuo mesiversario con il Puffo!! Auguri zoccolina mia!!» Esclamò Bey, alzandosi dalla sedia sulla quale si era appollaiata poco prima per buttarsi, letteralmente, addosso all'amica. Quest'ultima ebbe appena il tempo di poggiare la caffettiera sul piano di cucina, prima di ritrovarsi l'altra in collo che l'abbracciava.
«Sì sì, va bene è quello... E se non mi fa qualcosa di carino mi arrabbio!» Disse Ambra prima di lasciar andare l'amica per riprendere in mano la caffettiera e mettersi a versare il caffè in due tazze. Nel mentre Bey aveva recuperato lo zucchero e due cucchiaini ed era tornata a sedersi al tavolo.
«Ovvio ovvio...» Commentò, col suo solito tono che usava quando sentiva cose già ripetute decine di volte dall'altra.
«E non ovviare! Lo sai che lo faccio!» Sbuffò Ambra, mettendo una tazza davanti a Bey e una davanti a se ed iniziando a mescolare lo zucchero che ci aveva messo.
«Comunque... Perché già sveglia così presto? Ti aspettavo almeno tra un'altra mezz'ora...» Chiese, iniziando a mangiare una delle fette di pane con la marmellata, con gli occhi sull'amica, che era intenta a bere il suo caffè.
«Beh, dopo che nel giro di mezz'ora ricevi: un messaggio da Tae, uno da Key, uno da Minho e altri due da Tae... Direi che una ci rinuncia a dormire e si da all'ippica!» Sbuffò Bey, alzando gli occhi al cielo per poi attaccare una fetta di pane e marmellata anche lei.
Ambra si mise a ridere. «Quindi tra quanto avremo un cavallo in sala?» Le chiese con aria convinta. Bey la guardò male. «Ma levati!!» Le rispose, continuando a mangiare.
Così le due amiche continuarono a fare colazione chiacchierando di tutti gli impegni che avevano in programma in quei giorni e ipotizzando le varie cose che Jonghyun avrebbe potuto preparare ad Ambra per celebrare il loro mesiversario.

~

Jong POV.

«Hai intenzione di farci la muffa attaccato a quel telefono?» Chiese Onew, passando accanto a Jonghyun, che da quasi dieci minuti se ne stava seduto sul divano fissando il telefono di casa che aveva in mano.
«Eh..?» Si risvegliò quest'ultimo, alzando la testa in direzione della voce che aveva interrotto i suoi pensieri. Onew sospirò, andando a sedersi accanto a lui.
«E' tutto apposto? E' da più di cinque minuti che te ne stai lì in silenzio a fissare il telefono...» Disse, guardando l'amico negli occhi, con aria abbastanza preoccupata. «Non è che hai litigato con Ambra per il vostro mesiversario, vero?» Continuò poi, vedendo che l'altro non gli rispondeva subito.
«Eh? No!» Si affrettò a specificare Jong, rigirandosi in mano il telefono. «E' che... Non ho capito cos'è successo appena prima che lei chiudesse il telefono, e stavo cercando di capire...» Jong si passò distrattamente una mano tra i capelli castani, confuso.
«Non fai prima a chiederglielo oggi quando la vedi, senza starci a pensare troppo?» Propose allora il Leader, poggiando una mano sulla spalla dell'altro.
«Sì, suppongo tu abbia ragione, e poi... Ora non ho tempo di stare fermo!» Jong si alzò dal divano, dirigendosi verso la camera da letto, che condividevano tutti e cinque insieme.
«Anche se alla fine non ho avuto il tempo di dirle a che ora passavo a prenderla...» Borbottò fra se, pensando che doveva mandare un messaggio alla sua ragazza.
Onew sospirò. Sollevato. Era suo compito di Leader prendersi cura di tutti gli altri quattro membri del suo gruppo, facendo sì che stessero sempre al meglio. Poi si diresse verso la cucina: era l'ora di attivarsi ed affrontare un'altra giornata!
Intanto Jong era arrivato in camera e si era fermato sulla porta ad osservare la situazione: Key, ancora in pantaloncini e canottiera, cioè la sua tenuta da notte estiva, stava tentando di risvegliare Minho dal suo mistico sonno. Jong sorrise tra se, varcando la soglia e montando sul suo letto per recuperare il cellulare.
«Si è riaddormentato?» Chiese a Key, scendendo di nuovo dal suo letto a castello ed avvicinandosi all'altro, dall'altra parate della stanza, sul quale Minho stava beatamente facendo finta di non sentire i continui richiami di Key.
«Già! Perché non era ancora pronta la colazione! Ma ora lo vede!» Disse, buttandosi letteralmente addosso all'amico, che mugolò sonoramente, per poi tirarsi su con uno sguardo inceneritore.
«Che c'è ancora?? E' pronto?» Chiese, con la voce ancora impastata dal sonno, guardando Key negli occhi come se stesse per strozzarlo da un momento all'altro.
«Sì... E non mi guardare così... Sei sempre l'ultimo!» Sbuffò l'altro, tirandosi su dal letto e porgendo una mano a Minho per farlo alzare. Questo la prese e si tirò su, stropicciandosi gli occhi.
Nel frattempo Jong era uscito dalla stanza, dirigendosi nella camera armadio e cominciando a scegliere i vestiti che si sarebbe messo per andare a prendere la sua ragazza: jeans neri stretti, camicia, cravatta allentata, ed ai piedi un paio dei suoi anfibi. Sì, così poteva andare. Osservò per qualche altro secondo i capi scelti e poi si diresse con essi verso il bagno per farsi una doccia.
«Ehy tu! Dove pensi di andare senza prima far colazione, eh?!» La voce di Key gli giunse chiara e limpida dalla cucina, dalla quale spuntava la sua dolce testolina bionda. «Muoviti!» Aggiunse, prima di rimettere la testa dentro.
Jong sospirò, sapeva di non poter dire di no a quell'esserino tanto carino quanto testardo. Prima di andare in cucina, passò comunque dal bagno e vi posò i vestiti puliti, poi fece retro front e si andò a sedere in una delle sedie libere della cucina.
Nella stanza adesso c'erano tutti e cinque i ragazzi: Key impegnato a servire la colazione da lui preparata agli altri, Taemin che stava tornando dal frigo con la sua confezione di latte alla banana, Minho impegnato a non riaddormentarsi per una seconda volta sul tavolo e Onew che semplicemente mangiava la sua razione di cibo mattutina.
Jong sorrise. Non avrebbe sostituito questi momenti della sua vita con nient'altro. Adorava il suo gruppo, i suoi amici, e tutto quello che facevano ogni giorno, sempre insieme da tre anni a quella parte.
Key, alzando lo sguardo dalla tavola dove si era appena seduto, notò il suo sorriso. «A che pensi Yeobo?» Jong lo guardò, cominciando a mangiare una delle tante cose che c'erano sul tavolo.
«Niente di particolare... Semplicemente sono felice di stare con voi, tutto qui.»
Key sorrise, poggiando la testa sulla spalla dell'altro e continuando a mangiare il dolce preso poco prima. «Anche noi Yeobo, anche noi.» Rispose poi, tirandosi su e continuando a mangiare.
Così, dopo colazione, Jong andò a fare la doccia, iniziando a ripassare mentalmente il piano che aveva ideato per la giornata.

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Capitolo 3
*** 2 - Afternoon ***


Ok, lo ammetto: ho fatto un ritardo pazzesco!! Ma non è stata colpa mia, il capitolo era già scritto da quel dì, ma ho avuto un sacco di contrattempi che non mi hanno permesso di postare fino ad oggi. Scusate! * Inchino a 360 gradi! *
Prometto che il prossimo capitolo arriverà presto! ^^
Intanto spero che questo vi piaccia visto che sarà uno degli ultimi prima di entrare davvero nel vivo della storia! xD Via, ora la smetto di importunarvi... Buona lettura! =)
Bye!

2 ~ Afternoon

Jong POV.

Alle dodici in punto Jonghyun si trovava esattamente dove doveva essere: davanti al portone del palazzo dove Ambra e Bey abitavano.
Con l'aiuto di Key, era riuscito a non fare ritardo. Quindi si avvicinò al portone, cercò i nomi che voleva, e suonò il campanello. Dopo qualche minuto, eccola: per quella giornata Ambra aveva scelto di mettersi un vestitino celeste, tanto per non andare sul solito nero e per delineare il fatto che era estate, e un paio di scarpe col tacco abbinate.
Jong restò qualche secondo a guardarla, prima di avvicinarsi a lei, con un sorriso stampato in faccia. «Tu... Tu non vuoi neanche arrivare al ristorante, credimi...!» Le disse come prima cosa, per poi prendere la ragazza per i fianchi e tirarla a sé, baciandola con dolcezza.
«Però... I tacchi, Amore!» Aggiunse poi, notando che lei quasi lo superava in altezza. Questa sorrise. «Oggi sopporti!» Dirigendosi poi verso la macchina di lui e montandoci dentro. Jong sorrise: avrebbe sopportato la sua bassezza.
Così i due partirono alla volta del famoso ristorante che Jong, o meglio Key, aveva scelto per l'occasione, e ovviamente non era finita lì, visto che sarebbero stati insieme fino a tarda notte quel giorno.

Bey POV.

Dopo aver visto la macchina di Jonghyun allontanarsi dal loro palazzo, Bey fece un sospiro di sollievo. Aveva un'intera giornata da spendere come meglio desiderava, e lei sapeva già cosa questo voleva dire. Infatti, dopo circa due secondi, usati per verificare che Ambra e Jong non tornassero indietro per chissà quale motivo, Bey era già col cellulare in mano che componeva quel numero tanto amato.
«Pronto?» Una voce dolce le rispose dall'altra parte della cornetta.
«...»
«...Amore..?»
Ecco, era questa piccola parola che Bey aspettava sempre prima di parlare lei stessa. Sorrise, soddisfatta.
«Buongiorno!» Disse finalmente, andando a sedersi al tavolo della cucina, su cui erano ancora disposte le varie pietanze avanzate dalla colazione.
«Buongiorno... Ma... Un giorno mi spiegherai perché non rispondi subito neanche quando chiami te...» Continuò lui, facendo la sua voce contrariata, che lei amava tanto. In effetti, se si fosse messa seriamente a pensare a quello che non amava di lui, non avrebbe probabilmente trovato nulla. Era più forte di lei, l'amore che provava nei suoi confronti era sempre stato incondizionato ed unico, fin da quel giorno di gennaio.
«...Amore, ma è tutto apposto?»
«Ah, sì.. scusa Amore... E' che.. stavo pensando...» Si affrettò a riprendersi dai suoi pensieri. L'aveva sempre detto a tutti che era facilmente distraibile come persona.
«A cosa?»
«Al fatto che oggi casa mia è, come dire, vuota per tutta la giornata... Ti viene in mente qualcosa?» Domanda retorica. Sentì Taemin sorridere dall'altra parte del telefono.
«No, non so proprio a cosa tu ti riferisca, Amore.» Disse lui, facendo una finta voce innocente.
Bey sorrise, scuotendo la testa. «Ah no, eh? Beh, vorrà dire che proverò con l'altro amante allora...» Scherzò, prendendo un'altra fetta di pane e marmellata ed iniziando a mangiarla.
«Amore! Quale altro amante?!» Chiese allora, con voce lamentosa, l'altro. Silenzio. «Stai scherzando, vero??» Questa volta sembrava seriamente preoccupato.
Bey scoppiò in una sonora risata. «Tae! Ma seriamente caschi ancora in questi scherzi?? Te li faccio da almeno cinque mesi!» Ok, lo ammetteva: si era sempre divertita a provocarlo in questo modo, soprattutto da quando aveva visto che era l'unica cosa in cui cascava quasi sempre.
«No Amore... E' che...» E come al solito poi Taemin non sapeva che dire.
«...Non ti fidi di me. Non ci vuole tanto a dirlo.» Concluse Bey per lui, mettendo giù la fetta di pane che aveva in mano e dirigendosi verso camera sua.
«No! Cioè... Sì! Certo che mi fido di te!»
«...»
«... Amore! Perché mi confondi le idee??» Si lamentò allora il ragazzo, mentre Bey stava accuratamente scegliendo quello che si sarebbe messa quel giorno.
«Ti confondi da solo, Amore. Se semplicemente ti fidassi di me a quest'ora saresti già qui invece di continuare a giustificarti per niente.» Diretta e concisa. Le piaceva tirare fuori frasi taglienti. In realtà non sapeva neanche perché, ma ogni tanto le venivano spontanee, e solo dopo realizzava quanto fossero cattive.
Taemin restava in silenzio, e lei stava affrontando l'importante battaglia su quale delle due maglie che aveva scelto si sarebbe messa quel giorno. Ah! Ecco quando succedeva: quando era concentrata su altre cose! Erano quelli i momenti delle frasi cattive gratuite. Se ci avesse pensato, forse sarebbe stata più attenta a quel che diceva.
«...Scusa.» La voce di Taemin la riportò alla realtà.
«Perché ti...?» Ma la frase le rimase a metà. «Oddio scusa Tae! Ero sovrappensiero e non ho pensato a quel che dicevo! Lo sai che ho una doppia personalità, no?» Cercò allora di giustificarsi la ragazza, sedendosi sul letto e prestando tutta la sua attenzione al suo ragazzo, cosa che forse avrebbe dovuto fare anche prima.
«No, no, hai ragione... Dovrei fidarmi di più di te... Sto arrivando.» E così si concluse la loro conversazione.
'Bene! Fantastico, Bea! Penso che tu sia l'unica ragazza dell'universo che riesca a far arrabbiare il proprio adorato ragazzo per motivi così futili! Complimenti, davvero!' Bey si prese la testa fra le mani. Come poteva riuscire a fare sempre tali casini con soltanto una frase?! Come??
Sospirò e cominciò a vestirsi: minigonna nera, ballerine, maglia grigia con vari disegni neri sul davanti, regalatale qualche settimana prima da Taemin, e, a completare il tutto, tutti i suoi braccialetti, ricordi di un'amica rimasta in Italia.
Era pronta da circa due minuti, quando suonò il campanello. Bey corse alla porta, aprendola senza nemmeno guardare chi era: sapeva che Tae, da quando gli aveva lasciato le chiavi del portone di giù, suonava quando era ormai alla porta di casa.
Una volta aperta la porta, saltò letteralmente in collo al ragazzo dai capelli biondi che c'era dietro. Lo strinse così forte che per un momento pensò di fargli male.
«Mi perdoni?» Chiese poi, con le labbra che sfioravano l'orecchio sinistro del ragazzo. Questo sospirò, ricambiando l'abbraccio della ragazza. Poi, dopo qualche altro secondo, la prese per i fianchi e la tirò su, prendendola a sacco di patate ed entrando in casa così.
«Taemin!» Cercò di ribellarsi lei, dandogli dei pizzicotti sui fianchi mentre camminava. Ovviamente niente servì e, qualche passo dopo, si ritrovarono entrambi sul divano che c'era in sala, l'uno sopra l'altra.
«Fatti perdonare.» Sussurrò a quel punto Taemin, guardando Bey in modo malizioso. Lei sorrise. «Io continuo a dire che stare troppo tempo con Tata non ti fa bene, credimi Amore.» Tata era come Taemin aveva iniziato a chiamare Ambra qualche mese dopo che si erano conosciuti, e ormai era diventato gergo comune chiamarla così quando se ne parlava con lui. Erano come fratello e sorella.
All'affermazione di Bey, Tae sorrise. «Beh, sei stata tu a dirmi che volevi che fossi più cattivo.» Bey alzò gli occhi al cielo. Questa volta il suo ragazzo aveva ragione: circa una settimana prima, tra chiacchiere varie, Bey aveva espresso il desiderio di veder uscire la parte più cattiva del proprio ragazzo, normalmente dolce e gentile con tutti. Non sapeva bene perché gliel'aveva detto, ma lui l'aveva ovviamente presa sul serio, ed adesso chiedeva puntualmente consigli ad Ambra su come riuscirci.
«E va bene, mio caro, come vuoi tu.» Rispose infine Bey, ribaltando la situazione e mettendosi sopra di lui. «Ma non credo che Tata sarà felice di sapere quello che sta per succedere su questo divano...» Aggiunse, anche lei con sguardo malizioso, iniziando a baciare Tae sul collo.
«...E tu non dirglielo...» Sorrise il ragazzo, andando ad abbracciare Bey.
Sorridendo anch'essa, lei continuò a scendere con i baci, finché non decise che la maglia bianca e nera che aveva messo quel giorno Tae le era troppo d'intralcio, così gliela sfilò, passando a baciare i fianchi del ragazzo fino ad arrivare al bordo dei suoi pantaloni.
Ecco un'altra cosa che la divertiva alquanto: torturare il suo povero ed impotente ragazzo. Già, fin dalla prima volta che lo aveva visto la sua frase preferita per descriverlo era stata “così puro da aver voglia di sporcarlo”, e così aveva fatto in fin dei conti.
Le mani di Bey erano ormai arrivate alla cerniera dei jeans di Taemin, quando squillò il telefono di casa. Bey chiuse per un attimo gli occhi, imprecando mentalmente, poi si alzò per andare a rispondere.
«Eh?!» Non avrebbe avuto pietà per chiunque l'avesse appena interrotta, anche perché non erano molte le persone che conoscevano quel numero.
«...Bey?» La voce di Key. Bey sospirò: non riusciva mai ad essere cattiva con lui.
«Key, dimmi.» Rispose con più calma, girando lo sguardo verso il suo ragazzo, che era ancora steso su divano in attesa del suo ritorno.
«Ecco... No, ti volevo chiedere se Tae era lì...» La voce di Key sembrava stranamente insicura. «Sì, è qui... Ma... Non vi ha detto che usciva?»
«In realtà no, infatti ci siamo preoccupati... Di solito non lo fa.» Ora Key sembrava in parte sollevato ed in parte incuriosito dallo strano comportamento del maknae.
«Glielo chiederò, ora... ehm... stavamo parlando...» Buttò lì lei, vedendo che lo sguardo di Taemin si stava facendo impaziente.
«Parlando. Sì, certo... Divertitevi!» Concluse Key, prima di riattaccare il telefono. Bey sorrise, per poi tornare finalmente al divano, o, più precisamente, al ragazzo che vi era sdraiato sopra.
«Non hai avvertito gli Hyung che uscivi, eh?» Chiese, sedendosi con una gamba da una parte ed una dall'altra dei fianchi di Tae.
«...E-ehm... E' possibile che mi sia scordato di dirglielo, sì...» Rispose questo guardandola dal basso.
«Li hai fatti preoccupare, poverini.» Sussurrò allora Bey al suo orecchio, ricominciando esattamente da dove si era fermata prima con le mani. «Mi sa che dovrò essere più crudele del solito.»
E con questa frase Bey lasciò che le cose si susseguissero come al solito, tra un misto di dolcezza e desiderio.

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Capitolo 4
*** 3 - Night ***


Saaaaaaaaaaaaalve! Rieccomi con un altro capitolo! *_*
Spero di non annoiarvi... Penso che dopo questo capitolo entreremo nel vivo della cosa! Anche perché finalmente compariranno davvero anche gli altri SHINee.. u.u
Beh, comunque buona lettura e commentate che mi fate sempre taaaaanto piacere! ^^

PS: Già che ci sono ringrazio le persone che hanno commentato gli altri capitoli o che comunque leggono o mettono la storia nelle seguite, preferite ecc! =) <3

3 ~ Night

Ambra and then Bey POV.

Ambra cercava le chiavi di casa nella sua borsa da quasi dieci minuti, mentre Jong continuava imperterrito a baciarla sul collo.
«Ok... Se continui così io le chiavi non le troverò mai!» Esclamò ad un certo punto lei, voltandosi a guardare l'altro, che stava mostrando uno dei suoi sorrisi da angioletto.
«E non sorridere!» Continuò, girandosi nuovamente verso la borsa che teneva sulle gambe. Quando Jong sorrideva lei poteva fare solo due cose: guardare da un'altra parte e far finta di non averlo visto, oppure saltargli letteralmente addosso. Era sempre stato il suo punto debole quel sorriso.
Dopo un altro minuto circa, sbuffò, decidendo che avrebbe suonato e al diavolo Bea che dormiva! Quindi stava per rinunciare quando, eccole! Appostate sul fondo più fondo della sua borsa!
«Sì!! Caz...» Ma la sua esclamazione finale fu interrotta dalle labbra di Jonghyun, che improvvisamente erano arrivate sulle sue.
Dopo un attimo di sorpresa, Ambra ricambiò quel bacio improvviso, portando una mano tra i capelli ed una al collo di Jong, che portò le sue intorno al corpo dell'altra, abbracciandola.
«Jong...» Riuscì a dire lei, mentre lui continuava a baciarla.
«Abbiamo appena finito!» Sorrise, allontanandolo leggermente da se per poterlo guardare negli occhi. Lui stava ricambiando il suo sguardo.
«Lo so, ma...» Cominciò a dire, prima che Ambra gli mettesse l'indice della mano destra sulle labbra per zittirlo.
«Niente 'ma'. Ci sentiamo Amore!» Concluse, dandogli un bacio veloce prima di scendere dalla macchina, lasciandolo lì impalato a guardarla rientrare nel suo palazzo.
Passarono dieci minuti buoni prima che Jonghyun riuscisse a riconnettere il cervello al pianeta Terra e, una volta fatto ciò, riaccese la macchina con un sorriso sulle labbra: quella ragazza riusciva sempre a fargli perdere la testa, qualunque cosa facesse. Era sempre stato così, ed era per l'amore che provava nei suoi confronti che era sempre stato disposto a sopportare ogni battibecco, ogni litigio, ogni piccola imperfezione che c'era e c'era stata nella loro relazione.
Ripensando agli ultimi nove mesi della sua vita, Jonghyun partì alla volta dell'appartamento che condivideva con gli altri quattro ragazzi del suo gruppo.
Ambra intanto era arrivata dentro casa trovando una Bea tutt'altro che addormentata.
Bey infatti, non contenta di aver passato tutta la giornata in compagnia del suo dolce compagno, l'aveva fatto restare anche la sera ed adesso erano entrambi impegnati in una battaglia di cuscini in camera della ragazza.
«Noooooooooooo! Così non vale!» Stava appunto urlando Bey, premendo uno dei due cuscini del suo letto sulla faccia di Taemin.
«Tu non le hai date delle regole su queste cose! Quindi vale eccome!» Ambra lo sentì replicare con la voce soffocata, poi sospirò. E lei che si era anche data la briga di preoccuparsi di poterla svegliare!
Così Ambra, dopo aver posato la borsa in camera sua ed essersi tolta le scarpe coi tacchi dai piedi, si avviò a passo deciso verso la camera dell'amica.
«Bambinooooo?!» Chiamò mentre stava già aprendo la porta.
La scena che le si presentò davanti non era delle migliori: i vestiti che di solito Bey ammonticchiava su di una sedia erano sparsi un po' ovunque nella stanza, il letto era completamente sfatto, i peluche erano anch'essi sparpagliati su ogni superficie piana, e nessuno dei due cuscini che Bey teneva sul letto era dove doveva essere, infatti uno lo stava brandendo lei come arma impropria, premendolo sulla testa del povero Taemin, che era accovacciato sulla sedia girevole della scrivania e cercava di difendersi con l'altro.
«Tata!» Esclamò Tae non appena Ambra aprì la porta, alzandosi dalla sedia ed andandole incontro a braccia aperte. Bey nel mentre si era immobilizzata con il cuscino in mano e guardava l'amica con aria complice.
«Però sei cattiva! Io non sono un bambino!» Puntualizzò Taemin, prima di abbracciare l'amica.
«Certo, certo... Sai, no?» Ambra ricambiò l'abbraccio per poi spostare il suo sguardo su Bey. «Ehm... Che c'è?» Le chiese, notando lo sguardo che l'altra aveva ancora stampato in faccia.
«TU! Qui! Subito! E raccontami TUTTO!» Bey aveva lanciato il suo cuscino sul letto e stava indicando la sedia che fino a poco prima era occupata da Taemin.
«Ma...» Provò a dire questa, ma il sopracciglio alzato che aveva l'amica le fece cambiare idea. Così si diresse rassegnata verso la sedia e si sedette, girandosi in direzione di Bey, pronta a confessare.
Nel mentre Bey si era seduta sul letto, seguita da Taemin, che si sedette dietro di lei, abbracciandola e posando il mento nell'incavo della spalla della ragazza.
«Beh, ecco...» Cominciò Ambra, ma Bey la interruppe subito.
«No! Aspetta!» Disse, prima di allungare un braccio per prendere il suo cuscino ed abbracciarlo. «Bene, ora puoi iniziare.» Concluse sorridendo.
«Ok... Allora, prima di tutto... Ma sei sicura di non voler aspettare domani? No perché è l'una passata di notte e quindi io pensavo...»
«Non iniziare eh! Pensavi nulla. Ora racconti, anche se dovessimo andare avanti fino alle quattro!» Bey mise così fine ad ogni possibile obbiezione.
«E va bene... Dunque, per pranzo Jong mi ha portata in un ristorante che, beh, dire che era elegante e molto mooooolto costoso è dire poco...»
«Mh mh. Poi..?» Annuì Bey, incitandola a continuare il racconto.
«E poi... Beh, abbiamo mangiato e... Ah! Eravamo in una stanzetta privata, con tanto di luci soffuse e candela al centro del tavolo...» Ambra parlava guardando a tratti l'amica a tratti la luna che si vedeva dietro i vetri della finestra della camera, ricordando nella mente gli avvenimenti della giornata.
«E c'erano dei fiori, tanti fiori, rose rosse per la precisione e una bianca nel centro della tavola accanto alla candela, se non ricordo male...» Si fece pensierosa.
«Ah! Che dolceeeee! Ha ascoltato il mio consiglioooo!» Esclamò a quel punto Bey, stringendo il cuscino.
«Che consiglio?» Ambra si girò incuriosita verso di lei.
«No, vedi, lui mi aveva chiesto che fiori poteva usare, e... Io non sapevo per cosa!» Si affrettò ad aggiungere la ragazza, vedendo lo sguardo inceneritore che le aveva appena mandato l'amica.
«Dicevo, e io gli ho detto che mettere una rosa bianca in mezzo a tante rosse significa che la persona a cui sono indirizzati quei fiori per te è unica e speciale e... Beh, ovviamente anche che la ami.» Concluse Bey, con sguardo sognante. In realtà lei aveva sempre saputo quella cosa, ma nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei.
Ambra sospirò, con lo sguardo di una che ha completamente perso ogni speranza.
«Va bene... Comunque, dicevo, dopo aver pranzato lui mi ha colto alla sprovvista e mi ha bendata... E beh, quel che so è che mi ha portata in macchina e lì, dopo averlo stressato per circa venti minuti su dove mi stesse portando, mi sono addormentata e...»
«E..??» Incalzò Taemin, vedendo che Ambra stava per fermarsi nuovamente.
«Quando Jong mi ha svegliata e mi ha tolto la benda dagli occhi... Eravamo al mare!» Esclamò lei, guardando gli altri due.
«Ma... Tu non avevi il costume 'Mò..!» Disse Bey, usando uno dei tanti soprannomi che aveva dato all'altra, con voce confusa.
«Già, è quello che pensavo anche io, ma lui aveva pensato a questo, infatti parte del mio regalo è un costume bellissimo! Poi te lo faccio vedere!» Adesso che Ambra aveva iniziato seriamente a raccontare anche il suo tono non era più basso e contenuto come all'inizio.
«E... Comunque, quindi abbiamo passato tutto il pomeriggio al mare in una spiaggetta privata che era una meraviglia! E poi dovevi vedere il ristorante sulla spiaggia dove siamo stati la sera! Non si può descrivere, credimi! Era... Era... Era stupendo!» Adesso era lo sguardo di Ambra ad essere sognante: evidentemente stava rivedendo quei posti di cui stava parlando.
«Io l'ho sempre detto che lo Hyung è dolce! Ma tu non mi credi Tata!» Fu Taemin a parlare, alzando la testa dalla spalla di Bey e cercando di imitare una delle facce convinte che di solito faceva Onew.
«Tanto non ce la fai, bambino!» Ambra si mise a ridere, probabilmente ripensando ad una delle tante facce buffe che era solito fare il Leader.
Taemin incrociò le braccia e mise il muso, girando la testa dalla parte opposta di quella della ragazza. «Sì invece.» Disse piano.
«Tae, per favore. Non fare così adesso.» Lo apostrofò subito Bey, tirandolo per un braccio per farlo girare nuovamente verso Ambra. «Sì, però...» Provò a difendersi lui, voltandosi e tornando a poggiare la testa sulla spalla della sua ragazza.
«Lo sai che nessuno potrà mai fare la facce di Onew, è inutile che ti arrabbi con me.» Sentenziò allora Ambra per chiudere il discorso.
«Comunque... Dopo essere stati al ristorante abbiamo anche fatto una passeggiata sulla spiaggia e... e lo sapete, insomma!» Esclamò poi, puntando lo sguardo per terra.
«Tata!!» «Ambra!!» Esclamarono insieme Bey e Taemin, guardandola.
«Oh! Non fate quelle facce perché non penso che in tutto il giorno vi siate girati i pollici voi due!» Ribatté lei una volta rialzata la testa.
Questa volta fu il loro turno di abbassare gli sguardi, imbarazzati.
«Ma questi sono dettagli!» Riuscì a dire Bey, rialzando lentamente il suo.
«E allora state zitti! E comunque è l'ora di andare a letto adesso! Sono le due passate!» Concluse Ambra, per poi alzarsi. «E poi l'abbiamo anche rifatto in macchina..!» Aggiunse pianissimo mentre usciva dalla stanza.
«Ambra! Che hai detto scusa?!» Le andò dietro Bey, curiosa.
«Nulla! Vi ho augurato la buonanotte e ti ho detto che devi mettere a posto camera!» Ambra sorrise, per poi entrare in bagno e chiudersi la porta alle spalle.
«Sì, certo! Guarda che ti ho sentita eh! E comunque buonanotte!» Bey si girò e tornò in camera sua, dove Taemin la stava aspettando già steso sul letto.
«Tae..? Pensi di poterti mettere così tranquillamente a letto adesso?» Gli domandò, lanciando uno sguardo in direzione di tutti i vestiti ed i peluche sparsi un po' ovunque.
«Domattina, Amore, dai... Ora vieni qui.» Rispose lui, guardandola con il suo sguardo dolce.
«E va bene, ma non pensare di scamparla in questo modo! E smettila di usare l'aegyo* contro di me!» Si arrese lei, spegnendo la luce, andando a sdraiarsi accanto a Taemin ed abbracciandolo.
Lui la baciò, ricambiando l'abbraccio. «Non penserai mica di dormire così tu!» Le sussurrò poi in un orecchio.
«...Ma Tae, sai quante volte lo abbiamo fatto oggi? E poi c'è Tata di là.» Bey lo guardò, trovandolo fin troppo vicino al suo viso.
«Quattro. E non ti è mai importato molto se qualcuno ci sentiva.» Le rispose, avvicinandosi ulteriormente al viso di Bey e baciandola di nuovo.
Lei come risposta lo strinse a se, per poi passare sopra di lui. «Ok. Non mi interessa.»
Sorrise, facendo sorridere anche lui.
Il piccolo e dolce maknae ormai non era più così dolce ed innocente come continuava a pensare la gente, era cresciuto negli ultimi mesi, molto cresciuto. Si sentiva così cambiato dentro che probabilmente non si sarebbe quasi riconosciuto se lui ed il suo lui di sei o sette mesi prima si fossero incontrati. La maggior parte di questi cambiamenti erano probabilmente dovuti non solo al fatto che stava crescendo in sé, ma molto più probabilmente a causa di quella ragazza dai lunghi capelli ricci e gli occhi nocciola che adesso si trovava sopra di lui. Sì, era stata lei a cambiarlo e a farlo crescere. In tutti i sensi.
A quel punto i pensieri di Taemin furono interrotti dalle labbra di Bey, che erano passate al suo collo, segno che non era quello il momento giusto per mettersi a pensare cose profonde. Così lasciò perdere, concentrandosi piuttosto sui vestiti che indossava Bey e su come toglierglieli il più in fretta possibile.

Aegyo = Comportarsi in maniera carina e coccolosa, in questo caso per ottenere qualcosa!

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Capitolo 5
*** 4 - In the SM building ***


Olaaaaaaaaaaaaaa!!! Ok, pensavo di postarlo prima questo capitolo visto che l'avevo già pronto, ma alla fine dovevo finire di fare la roba per la scuola e quindi mi è passato.. Scusate!

Beh, penso di avervi infastidito abbastanza per ora.. xD Ringrazio di nuovo tutti quelli che commentano e mi supportano, mi fa sempre piacere! *_* <3

4 ~ In the SM building

Bey POV.

«Certo Hyung, arrivo subito.» Queste furono le prime parole che sentì Bey la mattina dopo al suo risveglio, seguite da qualcosa di morbido sulla fronte, che riconobbe come le labbra di Taemin, ed il corpo caldo accanto a lei scivolare fuori dalle coperte.
«Tae..?» Mugugnò allora, voltandosi da quella parte del letto ed aprendo un occhio. «Dove vai?»
Quello si fermò accanto al letto, girando la testa per guardarla. «Amore non volevo svegliarti. Mi ha chiamato Onew Hyung e mi ha detto che devo andare perché oggi proviamo.» Sussurrò in direzione della ragazza, che lo stava osservando dal basso con aria confusa.
«Ah... E quindi te ne vai senza salutare, eh?» Domandò dopo qualche secondo, afferrando il polso del ragazzo e trascinandolo di nuovo accanto a se sul letto.
«Lasciandomi per altro tutta la camera da mettere a posto da sola.» Aggiunse poi, circondando il corpo di Taemin con le sue braccia e stringendolo a se.
«Ma non è colpa mia.» Si giustificò lui, ricambiando l'abbraccio. «Come sempre caro, come sempre.» Bey alzò gli occhi al soffitto, prima di sentire la labbra del ragazzo sopra le sue. Rimase un attimo immobile, sorpresa, per poi ricambiare quel primo bacio della giornata.
«Ti aiuterò un'altra volta, ora vado. Sennò Umma si arrabbia!» Concluse poi Taemin, alzandosi nuovamente dal letto.
«Ma........?» Bey rimase ad osservarlo mentre lui si rivestiva, prendendolo in giro quando non trovava qualcosa in mezzo a tutti i vestiti sparsi.
Una volta che Taemin fu pronto si sedette sul bordo del letto, poggiando la mano destra sulla guancia di Bey e sorridendo. «Ci sentiamo dopo, ok?» Disse, prima di darle un altro bacio ed alzarsi.
«Ok. A dopo.» Rispose lei, osservandolo mentre lui attraversava la stanza ed arrivava sano e salvo alla porta.
«Tae?» Lo chiamò allora. «Dimmi..?» Chiese questo, voltandosi nuovamente verso di lei, con una mano sulla maniglia.
«Saranghae.» Una parola. Un sussurro. Un unico e speciale significato.
«Ti amo.» Le rispose in italiano Taemin con un sussurro ancora più basso di quello usato da Bey, poi uscì con il sorriso sulle labbra.
Bey aspettò di sentire la porta di casa chiudersi, poi afferrò il cellulare sul comodino e guardò l'ora: le otto e mezza di mattina. Restò cinque minuti buoni ad osservare l'ora sul display del cellulare cambiare, poi ributtò il telefono sul comodino e si coprì nuovamente col lenzuolo, abbracciando uno dei suoi cuscini.
'Ma siamo scemi? Svegliarmi a quest'ora! Privandomi del mio aiutante personale, per altro! Onew me la paga questa!' Pensò, per poi riaddormentasi poco dopo, cullata dal profumo di Taemin rimasto sul cuscino.
Fu svegliata qualche ora dopo da una violenta ed accecante luce sugli occhi. «Mmmmmmmh!!» Mugolò, girandosi dalla parte opposta e mettendosi un cuscino sulla testa, continuando ad abbracciare l'altro.
«Forzaaaa! Svegliati che è tardi!!» La dolce voce di Ambra le giunse forte e chiara alle orecchie, almeno quanto le era arrivata dritta agli occhi quella luce che adesso sembrava passare anche attraverso il cuscino, infastidendola.
«Per cosa?» Chiese allora, tirandosi su lentamente, cercando di capire cosa di preciso avesse puntato negli occhi.
«Non ti preoccupare! Te alzati e vieni in cucina!» Detto questo Ambra posò la torcia che aveva in mano sul letto, la scoprì completamente ed uscì dalla stanza.
«Eh?» Bey era sempre confusa. Prese in mano la torcia e la spense. 'Perché ha usato una torcia?' Si chiese, alzandosi dal letto e poggiandola sulla sua scrivania. A quel punto il suo sguardo vagò per la stanza sottosopra. 'Io mi sparo!' Fu l'unica cosa che riuscì a pensare, prima di trascinarsi verso la finestra ed aprire le tende.
'Oh! Ecco perché!' Seoul sembrava immersa nella nebbia. Peccato che quella cosa che la rendeva sfocata e grigia non fosse nebbia, bensì pioggia. Stava a di poco diluviando. Bey rimase per un quarto d'ora buono immobile a fissare la pioggia. La amava. Non sapeva bene perché, ma sentire il rumore di quelle piccole goccioline d'acqua su ogni superficie raggiungibile la riempiva di calma e tranquillità. Era in giornate come quella che amava rinchiudersi in camera sotto le coperte, possibilmente in compagnia di Taemin, e fare tutto da lì, anche mangiare.
'Chissà se oggi Tae finisce ad un'ora decente per...' Ma i suoi pensieri furono interrotti da una mano che l'aveva colpita dietro la testa, facendole sbattere la fronte contro il vetro della finestra.
«Ora mi spieghi cosa stai facendo qui alla finestra quando, più di mezz'ora fa, ti ho chiesto di venire di là?!!» Il tono di Ambra era autoritario.
«Ahiiiiiiii!» Si lamentò allora Bey, voltandosi verso di lei con una mano sulla fronte. «Guardavo la pioggia! E poi te non mi hai risposto prima, quindi non pensavo fosse così importante!» Aggiunse, sempre in tono lamentoso, avviandosi verso la porta.
«Se ti avevo detto di venire un motivo c'era! Muoviti!!» Ribatté l'altra, seguendo l'amica e dandole delle spinte sulla schiena per farle aumentare il passo.
«Ho capito! Ho capito! Ma mi spieghi che così tutta questa fretta?» Bey era ormai arrivata in cucina, e si era fermata a guardare i sette cestini per il pranzo che c'erano sul tavolo. «E magari anche che sono quelli, sarebbe utile.» Aggiunse, voltandosi verso l'altra con aria interrogativa.
«Allora: quelli sono i cestini in cui sto mettendo il pranzo per quei cinque, e ti volevo di qua in fretta perché è quasi mezzogiorno e non ho ancora finito e tra massimo mezz'ora dobbiamo essere fuori casa se vogliamo arrivare da loro in tempo per la pausa pranzo!» Ambra aveva detto tutto ciò come se fosse ovviamente sottinteso che loro quel giorno avrebbero dovuto fare quella cosa.
«Oh! E... perché oggi ti è presa così?» Chiese quindi Bey, prendendo del latte dal frigo e versandolo in un bicchiere.
«Boh! Era una scusa per andare all'SM e vederli anche oggi.» Bey sorrise: le sembrava strano che l'amica avesse deciso di preparare tutto quel cibo solo per essere gentile con gli altri, doveva esserci uno scopo più personale.
«E... Come fai a sapere che sono all'SM oggi?» Chiese allora Bey, finendo il suo bicchiere di latte e rimettendo la bottiglia a posto.
«Jong mi ha mandato un messaggio prima, quindi ho iniziato a preparare il pranzo.» Sorrise, indicando i cestini. «Però devo ancora mettere a posto il riso, mi aiuti?» Aggiunse poi, mettendo un cucchiaio in mano a Bey e passandole quattro dei cestini che c'erano.
«Vaaaa bene!» Acconsentì questa, iniziando a riempire gli appositi spazi con il riso preparato dall'altra.
«Comunque ieri sera non mi hai fatto vedere l'altra parte del regalo di Jong!» Esclamò Bey alla seconda cucchiaiata di riso.
«Ah giusto!» Ambra lasciò andare il cucchiaio che aveva in mano e tirò fuori dalla maglia che aveva una collanina, infondo ad essa era attaccata la metà di un cuore d'argento con sopra finemente incisa una J.
«L'altra metà ovviamente ce l'ha lui.» Concluse Ambra, rimettendosi al lavoro.
«Aaaah... L'amour!» Sospirò Bey, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'amica.

Unendo le loro forze, sorprendentemente, le due ragazze riuscirono ad essere pronte e fuori di casa in meno di quaranta minuti. Non sapevano neanche loro come avessero fatto, ma c'erano riuscite.
«Però dopo rimetti a posto quella stanza! Sembra un campo di battaglia come l'hai lasciata!» Disse Ambra mentre scendevano dal taxi che le aveva portate davanti al palazzo dell'SM, cercando di non bagnarsi troppo e soprattutto di non bagnare le buste che contenevano il pranzo.
«Sì sì lo so.» Asserì quella, per poi fare una corsa sotto la tettoia più vicina. «Metterò a posto tutto!»Aggiunse una volta che l'altra l'ebbe raggiunta.
«Ma... Hai avvertito almeno uno di loro che stavamo arrivando, vero?» Chiese poi, girando la testa verso Ambra, che in quel momento sembrava molto occupata nel fissare le sue scarpe.
«Ambra?! Hai avvertito qualcuno, vero?!» Bey la guardò con aria di rimprovero. A quel punto Ambra alzò la testa. «Me lo sono dimenticato.» Disse poi, con lo sguardo più innocente del mondo.
«Io non ci posso credere! Non ci voglio credere!» Bey si voltò a guardare la pioggia che continuava a cadere ininterrotta, sospirando rassegnata.
«Quindi siamo fuori.» Concluse poi.
«No. Chiamo Minho e gli dico di venire.» Ambra stava già estraendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni, cercando il numero da chiamare.
«Ma non lo chiamare così! Se no ci scoprono!!» Bey le prese il cellulare di mano, fermandosi un attimo a pensare.
«E allora che vuoi fare?» Chiese l'altra, con un sopracciglio alzato in direzione del suo cellulare.
«Ci sto pensando. Ah! Ecco... Mandagli prima un messaggio e digli di uscire da dovunque sono da solo perché devi chiamarlo per dirgli una cosa che gli altri non possono sentire!!» Bey riprese fiato, visto che aveva fatto tutto quel discorso senza mai respirare, poi passò di nuovo il cellulare all'amica, che cominciò a scrivere.
«Fatto. Ora aspetto che mi risponda e poi lo chiamo.» Fortunatamente Minho controllava spesso il cellulare, quindi rispose entro cinque minuti.
«Bene. Lo chiamo.» Ambra fece il numero, aspettando che l'altro rispondesse.

Minho POV.

Finalmente si erano fermati! Era da quella mattina alle nove che provavano ininterrottamente le loro nuove coreografie e le uniche pause che Minho si era preso erano quelle sufficienti a controllare se gli fossero arrivati dei messaggi o delle chiamate sul cellulare. Non sapeva perché, ma era ormai qualche mese che gli veniva spontaneo farlo. O forse sapeva anche fin troppo bene il perché, ma non lo avrebbe mai ammesso!
Fatto sta che, quando arrivò al tavolo sul quale erano poggiati tutti i loro cellulari e prese il suo, trovò un messaggio di Ambra. Lo lesse perplesso, per poi dirigersi verso la porta della sala prove.
«Scusate ragazzi, arrivo subito... Se ordinate il pranzo lo sapete cosa voglio!» Detto questo, uscì e rispose al messaggio, sperando che non fosse successo nulla. Ambra lo richiamò immediatamente e lui rispose al primo squillo.
«Oi! Che è successo?» Minho si rendeva conto di avere una voce preoccupata, ma del resto era raro che Ambra mandasse un messaggio direttamente a lui piuttosto che a Jong o Onew.
«No, è che io e Bey siamo fuori l'SM perché siamo venute a portarvi il pranzo ma ci siamo scordate di avvertire uno di voi, quindi non possiamo entrare.» Minho sospirò.
«Ho capito. Vengo a prendervi, un attimo.» Perché? Perché si ostinava ancora a preoccuparsi per quelle due?!
«Grazie Minho!! Lo sai che ti vogliamo tanto bene, vero?» Disse Ambra, sorridendo.
«Sì, certo!» Rispose ironicamente quello, chiudendo la conversazione ed avviandosi verso le scale. Al secondo scalino però Minho si ricordò che probabilmente gli altri stavano per ordinare il pranzo per tutti, quindi fece retro front e tornò in sala prove.
«Ragazzi, potete per favore aspettare ad ordinare il cibo? Devo fare una cosa.» Disse, rivolgendosi più ad Onew che agli altri, che lo stavano guardando confusi.
«Cosa devi fare Hyung?» Gli chiese il più piccolo, avvicinandosi a lui e guardandolo negli occhi.
«Vedrai.» Minho non poté fare a meno di sorridere della curiosità di Taemin.
«Daiiiii!» Taemin era un osso duro quando si impuntava su qualcosa.
«Tae, se Minho ha detto che vedrai, fidati, no?» Fortunatamente era intervenuto Onew, alle sue parole infatti Taemin aveva fatto un passo indietro, spostando lo sguardo in direzione del Leader.
«Grazie Hyung.» Minho sorrise in direzione dell'amico, per poi uscire dalla stanza.
«Uffa però!» Fu l'unica cosa che sentì, prima che la porta gli si chiudesse alle spalle.
In meno di due minuti Minho era fuori dal palazzo dell'SM e si guardava intorno alla ricerca delle due ragazze, riparandosi dalla pioggia con uno degli ombrelli dell'SM.
'Dove sono?' Si chiese, prima di vederle sotto una tettoia lì vicino. 'Ovviamente! Figuriamoci se con una giornata del genere escono con l'ombrello!' Sorrise fra se, incamminandosi verso di loro.
«Scusa Minho se ti abbiamo scomodato, ma eri l'unico di cui potevamo fidarci.» Gli disse Bey non appena le raggiunse.
«Ah-ha, certo!» Minho la guardò con aria di rimprovero, sapeva benissimo che l'affermazione della ragazza era puramente ironica, ormai poteva dire di conoscerle abbastanza bene.
«Dai Minho! Davvero!» Aggiunse Bey sorridendo e dandogli un leggero colpo sul braccio.
«Ma... Vogliamo rimanere qui a discutere di questo bagnandoci oppure ci accompagni dentro, Signor Flaming Charisma?» Chiese a quel punto Ambra, prendendo a braccetto Minho dalla parte opposta a quella dove era Bey.
«Andiamo, andiamo.» Le rispose allora quello, lasciandosi prendere l'altro braccio da Bey e cercando di tenerle entrambe protette dalla pioggia sotto l'ombrello.
Una volta dentro l'edificio, Minho rimise l'ombrello al suo posto e guidò le due ragazze per i corridoi dell'SM fino ad arrivare alla porta della loro sala prove.
«Pronte?» Chiese a quel punto, abbassando lo sguardo su di loro.
«Esattamente... Per cosa?» Gli chiese allora Bey, alzando lo sguardo su di lui.
«Ad essere assalite una volta che entrerete con del cibo! E' da stamani alle nove che non ci fermiamo un attimo!» Rispose allora quello, mettendo una mano sulla maniglia della porta ed iniziando ad aprirla.
«Oh!» Fu tutto quello che le due poterono dire, prima che la porta si aprisse completamente, rivelandole agli altri quattro.

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Capitolo 6
*** 5 ~ Lunch ***


Saaaaaaaaaalveeeeee! Vi chiedo umilmente perdono per aver ritardato così tanto l'uscita di questo capitolo! T__T L'avevo pronto un sacco di tempo fa, ma con l'inizio della scuola e cose varie ho dovuto sempre rimandare! Scusate!!

Detto questo non mi dilungo oltre... Grazie come sempre a chi commenta e buona lettura a tutti! ^^

5 ~ Lunch

Key POV.

Erano quasi dieci minuti che quella tartaruga di Minho era uscito dalla sala prove, e loro quattro stavano letteralmente morendo di fame.
«Se entro due minuti non entra, e non ci da una buona scusa per essersene andato così, io mi vado a prendere il pranzo... E poi lo picchio!» Esclamò Key, sdraiato in terra da più di cinque minuti, cercando di recuperare le forze.
«Dai Key, vedrai che tra poco arriva.» Come sempre Onew era quello che cercava sempre di trovare dei buoni compromessi.
«Quel poco è sempre troppo visto che...» Ma Key interruppe a metà la sua frase quando Jonghyun gli posò una mano sulla spalla, sedendosi poi sul pavimento accanto a lui.
«Yeobo.» Bastò quella parola per calmarlo. Così Key sospirò, chiuse la bocca e mise uno dei suoi bronci.
Non poteva controbattere al modo in cui Jong aveva pronunciato quell'unica parola, ma allo stesso tempo gli dava fastidio che lo avesse interrotto mentre parlava. In ogni caso l'aveva ovviamente perdonato da momento in cui si era seduto al suo fianco, ma questo non poteva dirlo, se no sarebbe stato troppo facile.
In realtà a Key piaceva fare la parte della Diva e ricevere attenzioni, soprattutto da Lui, e soprattutto adesso che Lui si era trovato una ragazza. A quel pensiero le labbra di Key si curvarono incondizionatamente in una smorfia. Non che al ragazzo non piacesse la fidanzata di Jong, anzi, era stato proprio lui ad approvarla nove mesi prima, quando il suo Yeobo era tornato dalla sua vacanza con un sacco di ricordi felici e foto di loro due. Ma in ogni caso a volte si sentiva come in dovere di marcare il suo territorio. Suo. Nessuna obbiezione.
Il filo dei pensieri di Key fu però interrotto dal rumore della porta che si apriva. Finalmente, avrebbe probabilmente aggiunto se non fosse stato troppo occupato a fissare con la coda dell'occhio il profilo perfetto di Jonghyun mentre pensava.
Key si tirò su giusto in tempo per vedere due sagome femminili sulla porta accanto a Minho, il resto fu sovrastato dalle urla di Taemin.
«Amoreeeeeeeeeee!! Tataaaaaaaaaaaaaaa!!» Stava urlando subito prima di gettarsi tra le braccia di Bey, baciandola.
Lo sguardo di Key a quel punto tornò su Jong, che si stava anch'esso alzando e guardava sorpreso le ragazze.
«Che ci fate qui?» Chiese, dopo essersi avvicinato ad Ambra ed averle tolto di mano una busta abbastanza grande.
«Surpriseee!» Esclamò quest'ultima, andando ad abbracciarlo.
«Visto che vi siete allenati tutta la mattina, abbiamo pensato che avreste avuto fame a quest'ora.» Continuò poi, rivolta a tutti loro.
«Cibooooooooo!» Esultò Taemin, prendendo la busta che aveva in mano Bey ed avvicinandosi a Key ed Onew, per poi passare un cestino ad ognuno, prenderne uno per se e far segno alla sua ragazza di raggiungerlo a sedere in terra, porgendole il quarto cestino che c'era nella busta.
«Con comodo eh Tae!» Lo rimproverò allora lei, per poi sederglisi a fianco e prendere il cestino che quello le porgeva.
«E' che... Abbiamo fame, Amore.» Si giustificò allora Taemin, prendendo le bacchette e guardandola.
Nel mentre Ambra aveva preso gli altri tre cestini che aveva lei e li aveva spartiti con Jong e Minho, per poi raggiungere gli altri a sedere in terra. Adesso formavano un cerchio completo: Key aveva alla sua destra Jonghyun, al quale seguiva Ambra, poi Minho, Bey, Taemin ed infine Onew, alla sinistra di Key.
Mangiarono tutti insieme, tra una chiacchiera e l'altra. Durante il pasto Key li osservava uno per uno, rivolgendo un pensiero ad ognuno di loro: Onew era sempre il solito, mangiava la sua razione di cibo ridendo e scherzando con tutti gli altri; Taemin sembrava vedere solo una persona in quella stanza, ma nonostante ciò partecipava alla conversazione con disinvoltura, d'altronde lui era il Re della dissimulazione; Minho invece sembrava abbastanza assente, e non solo quel giorno, in quel momento Key decise che avrebbe indagato, non sopportava che uno di loro cinque nascondesse qualcosa, quindi doveva risolvere quel mistero; Ambra sembrava felice, se ne stava seduta accanto a Jong e partecipava attivamente alla conversazione, prendendo ogni tanto in giro il suo ragazzo, Key non poté fare a meno di sorridere; per quanto riguardava Jonghyun invece, beh, lui era sempre lui, con la sua aria da figo in contrapposizione con lo sguardo da cucciolo, Key non poteva fare a meno di restare a guardarlo in silenzio, perché nessuna parola poteva descrivere quello che provava ogni volta che si fermava ad osservare quel ragazzo; l'unica cosa che negli ultimi giorni offuscava leggermente la luce emanata da Jong agli occhi di Key era Bey, già, non sapeva bene perché, ma nell'ultimo periodo, o se vogliamo essere precisi da quella notte, Key si era trovato fin troppe volte a pensare a lei.
«Hey Key! A che stai pensando?» Fu Jong ad interrompere i pensieri del ragazzo.
«Eh..?» Fu tutto quello che riuscì a dire, mentre con lo sguardo ancora vagava nei dintorni della ragazza.
Jong gli passò una mano davanti agli occhi. «Ti eri incantato?»
«Eh? No... Stavo solo... pensando.» Riuscì finalmente a rispondere Key, voltando la testa verso Jonghyun per guardarlo.
«Ce ne siamo accorti! Lo Hyung ti ha chiesto una cosa circa venti volte!» Jong stava ridendo, mentre indicava con un gesto Onew.
A quel punto Key si voltò verso il Leader con sguardo interrogativo. «Cosa?»
Onew si mise a ridere. «Niente, lascia stare. Ti chiedevo se avevi intenzione di mangiare, visto che non hai quasi toccato nulla.»
«Oh!» Key abbassò lo sguardo sul suo cestino. In effetti era troppo occupato a fare le sue considerazioni e non si era reso conto di aver smesso di mangiare al secondo boccone.
«No scusate, ero sovrappensiero. Ora mangio.»
Detto ciò Key riprese a mangiare come se nulla fosse, entrando con disinvoltura nella conversazione già aperta.

Jong POV.

Una volta che tutti ebbero finto di mangiare, Jong aiutò Ambra a recuperare i cestini e a farli entrare tutti in una busta.
«Adesso tornate a casa?» Le domandò poi, sapendo che lui e gli altri quattro sarebbero stati occupati fino a tardi con le prove.
«Non possiamo restare a guardarvi?» Gli chiese per l'ennesima volta lei, guardandolo negli occhi.
«Ti ho già detto cento volte che non vogliamo che tu e Bey vediate le nuove coreografie! Quando uscirà il nuovo album allora potrete venire a vederci.» Ambra mise il broncio.
«Uffa però! Perché non potete farle vedere neanche a noi?» Adesso si stava avvicinando pericolosamente al viso del ragazzo. Ambra aveva già poggiato in terra la busta che aveva tra le mani, che poi aveva portato al collo di Jong.
«Per favore..?» Aggiunse, prima di posare le labbra su quelle di lui e dargli uno di quei baci che riuscivano a scioglierlo fin nel profondo.
«Non possiamo... Davvero.» Riuscì a dire una volta che lei si fu allontanata leggermente. «Però ti amo.» Aggiunse, sfoderando uno dei suoi sorrisi ammaliatori.
Coma già detto, se c'era una cosa a cui Ambra non poteva dire di no erano i sorrisi di Jonghyun.
«E va bene... Ma dovrai farti perdonare la prossima volta che ci vedremo.» Jong stava per tirare un sospiro di sollievo, quando Ambra aggiunse. «Ovunque saremo.» E detto questo lasciò la presa al collo di Jong, recuperò la busta da terra e si girò verso gli altri con un sorrisetto trionfante stampato in faccia.
«Beh, allora io e Bea andiamo! Amore ci sentiamo dopo!» Disse, prima rivolta a tutti e poi voltandosi un attimo verso Jong, che stava sempre realizzando il significato di quelle ultime due parole.
«Ah! Tra parentesi ti amo anche io.» Gli sussurrò poi in un orecchio, prima di dargli un ultimo bacio a stampo ed avviarsi verso la porta.
«Ehm... Ambra non vorrei dirtelo, ma...» Fu Onew a parlare, fermando la ragazza, che era già con una mano sulla maniglia della porta.
«Sììì?» Chiese quella, voltandosi verso di lui.
«Bey non è nella stanza da un po'.» Ambra si guardò intorno confusa. In effetti non c'era traccia della ragazza, escludendo la sua borsa, che giaceva ancora in terra dove avevano mangiato poco prima.
«Dove cavolo...?» Ma Ambra non fece in tempo a concludere la frase che al suo cervello arrivò una seconda informazione: anche Taemin non era nella stanza.
«Io li ammazzo tutti e due!!!» Esclamò allora, facendo scoppiare a ridere gli altri quattro ragazzi presenti nella stanza.
«Perché ridete?! Sono una cosa impossibile!» Continuò, prima di posare per la seconda volta la busta in terra ed uscire dalla stanza, dirigendosi a grandi passi verso il bagno.
«Oh-ho... Mi sa che questa volta li ammazza davvero.» Ridacchiò Jong, prima di portare il suo sguardo su Key, che, nonostante stesse ridendo, continuava a sembrargli strano come durante il pranzo.
Jong aveva deciso che ci avrebbe parlato al più presto, ma quel 'più presto' avrebbe probabilmente dovuto aspettare quella sera, perché entro breve avrebbero ricominciato a provare ed erano già abbastanza indietro rispetto ai programmi della giornata.

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Capitolo 7
*** 6 ~ Sometimes ***


Rieccomi quaaaaaaaaa!! Come sempre in ritardo! T___T Perdono! XD
Penso che ormai abbiate rinunciato ad un'uscita regolare di questa storia.. Sorry! .-.
Come al solito grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e buona lettura! ^^

6 ~ Sometimes

Ambra POV.

'Adesso basta! Quando è troppo è troppo! Possibile che non si possa fare un pranzo tutti insieme che subito dopo questi due scompaiono nel nulla?!' Questi erano i pensieri di Ambra mentre si dirigeva velocemente verso i bagni maschili più vicini di quel piano.
Quando arrivò davanti alla porta, la aprì senza esitazione, tanto ormai la maggior parte delle persone la conoscevano lì dentro, o almeno avevano sentito parlare di lei, quindi non le importava di farsi trovare in un bagno maschile.
«Bea!! Taemin!!! Vi do cinque minuti per uscire di lì!!» Urlò non appena fu dentro. Fortunatamente non sembrava esserci nessuno.
Silenzio.
«Guardate che lo so che ci siete.» Aggiunse poi convinta, cominciando a sfilare davanti a tutte le porte per cercare di capire quali fossero occupate.
Sempre silenzio.
«Ok. Bea se non esci ti lascio qui e appena arrivo a casa comincio a buttare la tua roba fuori. Taemin... butto via tutto il tuo latte alla banana!» Era passata alle minacce. Tanto sapeva che erano le uniche cose che servivano con quei due quando facevano così.
«No! Tataaaaaaaaa! Non puoi farlo!!» Taemin era stato il primo a tradirsi: erano nell'ultima porta a destra. Ambra si portò lì davanti e vi posò l'orecchio.
«Taemin! Ma secondo te l'avrebbe fatto? Dovevi stare zitto!» Stava dicendo piano Bey, probabilmente dandogli dei pizzicotti.
«Ahi! Non è vero! Lo sai che Tata è capace di farlo!» Replicava l'altro. Ambra sorrise.
«Allora uscite o no?» Li incalzò col suo tono minaccioso.
«E va bene... Dacci dieci minuti e siamo fuori.» Sbuffò Bey da dietro la porta.
«Ve ne do cinque o ti lascio qui!» Concluse l'altra soddisfatta, prima di uscire dal bagno per andare a riprendere la sua roba che aveva lasciato nella sala prove.

Bey POV.

Bey sospirò, stringendo a se il corpo caldo di Tae.
«Qualcosa mi dice che in ogni caso non è finita qui.» Sussurrò, per poi incominciare a rivestirsi.
«Mh... Tata mi sembrava arrabbiata.» Annuì Taemin, facendo altrettanto.
In poco più di cinque minuti i due ragazzi erano fuori dal bagno e stavano camminando mano nella mano verso la sala prove. Una volta entrati Bey si accorse subito che l'amica non c'era.
«Ok... Dov'è Ambra?» Chiese, rivolta verso Jonghyun.
«Beh, una volta scaduti i cinque minuti è uscita.» Rispose semplicemente quello, cercando di non ridere.
«Oh, fantastico! Grazie per aver provato a fermarla, puffo! Te ne sono grata!» Detto questo corse velocemente a recuperare la sua borsa, salutò tutti e si precipitò per le scale. Se aveva fortuna sarebbe arrivata giù poco dopo l'ascensore, che sicuramente l'altra aveva preso, e forse sarebbe riuscita a raggiungerla.
Una volta fatte tutte le rampe di scale fino al piano terra, Bey si precipitò verso l'uscita, sperando di trovare Ambra lì: ebbe stranamente fortuna. A quanto pareva l'amica stava ancora aspettando un taxi al riparo di uno degli ombrelli dell'SM, a pochi passi dell'entrata.
Bey sospirò, raggiungendola a corsa per poi infilarsi con indiscrezione sotto l'ombrello.
«Ce l'ho fatta..!» Si lasciò sfuggire, mentre riprendeva fiato. Ambra la guardò, alzò un sopracciglio, ed allontanò l'ombrello dall'amica, lasciando che si bagnasse sotto la pioggia torrenziale che ancora cadeva su Seoul.
«Ma! Dai 'Mo per favoreee!! Non essere arrabbiata!» Bey prese sotto braccio l'amica, sfoderando uno dei suoi sorrisi a trentadue denti e sbattendo le palpebre a ripetizione.
«Così sembri Umma che fa il verso a Taemin...» Commentò quella, senza però spostarsi e coprendo entrambe con l'ombrello.
Bey sorrise. «Saranghae..?» Buttò lì, passandosi una mano tra i capelli bagnati.
«Sì sì certo! Intanto voi due fate schifo!» Esclamò Ambra, tirando una gomitata all'altra.
«E dai! Come se anche tu e Jong non facciate altrettanto!»
«Ma non in ogni posto in cui ci troviamo! E poi... I bagni dell'SM!! Per favore!!» La faccia di Ambra sembrava alquanto schifata. Bey invece continuava a sorridere, sapeva che infondo l'amica non la stava veramente sgridando, ma stava solo polemizzando un po'.
«Oh beh... Mancava alla nostra lista.» Ambra scosse la testa, entrando nel taxi che si era fermato davanti a loro. Bey fece altrettanto ed insieme andarono verso casa, continuando a parlare e scherzare.
Una volta entrate nell'appartamento Bey si fiondò diretta in bagno a farsi una doccia, mentre Ambra si andava a buttare sul letto.
«Bene. Adesso mi sono rimasti oggi e domani per rifinire tutti i dettagli per il compleanno di Tae! Fighting!!» Fu tutto quello che disse Bey una volta uscita dal bagno, precipitandosi poi in camera sua.

Jong POV.

Era da almeno mezz'ora che i cinque ragazzi erano rientrati nel loro appartamento ed ognuno era occupato a fare qualcosa: Taemin faceva la doccia, Minho ed Onew aspettavano il loro turno giocando alla play che c'era in sala e Key era in cucina che preparava la cena.
Era il momento perfetto per Jonghyun. Infatti, senza farsi notare dagli altri, entrò lentamente in cucina, andando ad abbracciare da dietro Key e posandogli il mento sulla spalla destra.
«Devi dirmi qualcosa, Honey?» Gli sussurrò poi nell'orecchio, vedendo che l'altro non stava parlando.
«Non mi pare, perché?» Il biondo sembrava molto indaffarato nella preparazione del riso, ma Jong sapeva bene che quella era solo una scusa.
«Allora a che pensavi oggi durante il pranzo?» Chiese ancora Jong, baciando il collo del più piccolo e provocandogli un brivido lungo tutta la schiena.
«Ah, quello.» Key deglutì a fatica, concentrandosi ancora di più sulle varie padelle che c'erano sui fornelli.
«Ehm...» Jong stava continuando a baciargli il collo, e questo impediva a Key di comporre dei pensieri sensati, e soprattutto delle scuse sensate. Ovviamente questo Jong lo sapeva benissimo. Così, dopo qualche altro secondo di tortura Key optò per una mezza verità.
«Beh, sono preoccupato per Minho.» Buttò lì, voltando leggermente la testa verso Jong, per capire se quel che aveva appena detto gli sarebbe bastato.
«Minho?» Il ragazzo sembrò un po' stupito di questa risposta. Non sapeva perché, ma, nel suo pessimismo cronico, si era immaginato tutt'altro.
«Sì, non ti sembra un po' strano nell'ultimo periodo?» Finalmente Jong aveva smesso di baciarlo sul collo, così lui poté riacquistare un po' della lucidità persa.
«In effetti... mi sembra un po' più silenzioso del solito e...»
«... Guarda troppo spesso il cellulare!» Esclamarono insieme Jong e Key. A quel punto si guardarono e scoppiarono entrambi a ridere.
Poi Key si voltò completamente verso l'altro, abbracciandolo e posando la fronte alla sua. «Volevi sapere solo questo dunque?» Gli domandò con la voce roca che tirava fuori solo ed esclusivamente per Jong. Key sapeva che quella voce lo faceva impazzire, quindi spesso la usava per sviare i discorsi.
Jong non poté fare a meno di sorridere, guardando l'altro negli occhi. «Ero solo preoccupato per te, Yeobo.» Concluse, portando poi le sue labbra su quelle di Key.
Ok, d'accordo. Jong era quello impegnato fra i due. Lui era quello fidanzato. Lui era quello che prima di baciare qualcuno che non fosse Ambra avrebbe dovuto porsi mille domande. Eppure tutto questo con Key non succedeva. Ogni dubbio o perplessità svaniva quando gli occhi di Jong incontravano quelli di Key.
Da quando lo aveva conosciuto, più di tre anni prima, Key era sempre stato il suo tutto. Non era riuscito ad allontanarlo da se neanche quando aveva conosciuto Ambra. Non che non ci avesse provato, all'inizio, ma quegli occhi felini, quello sguardo accattivante, quelle labbra invitanti, l'avevano sempre sopraffatto.
Jong portò le mani ai fianchi di Key, tirandolo di più a se, avvicinando i loro corpi ancora di più e facendoli aderire insieme. Sentì l'altro fremere a quel contatto.
«Honey, si brucia la cena.» Key stava sorridendo mentre premeva con poca convinzione le mani sul petto del più grande per allontanarlo da se.
«E se non mi importasse?» Gli chiese allora Jong, cercando di guardarlo negli occhi, cosa che sembrava alquanto impossibile dato che Key teneva lo sguardo basso, cercando di sfuggirgli. Allora Jong mise due dita sotto il mento del più giovane, facendogli alzare lo sguardo.
«Eh, Honey?» Sottolineò quell'ultima parola con tono malizioso, avvicinando nuovamente le labbra a quelle di Key.
«Beh, magari a qualcuno potrebbe importare, visto che sto morendo di fame!» La voce del maknae, appena entrato in cucina, aveva fatto sobbalzare entrambi. Key aveva colto quell'attimo di distrazione del più grande per spingerlo lontano e girarsi nuovamente verso i fornelli, nascondendo l'imbarazzo.
«Taemin! Potresti entrare un po' meno silenziosamente nelle stanze?!» Chiese Jong, con la mano destra all'altezza del cuore a far notare che gli era preso un infarto.
Taemin, passandosi un asciugamano sui capelli umidi con la mano sinistra, si voltò verso di lui ed alzò un sopracciglio. «Sì, Hyung. Mianhae*.» Quel che avrebbe voluto dire era più simile ad un 'E voi potreste anche evitare di fare le vostre cose così palesemente in cucina!', ma non poteva rispondergli in quel modo, visto che Jong era il suo Hyung, quindi si accontentò dell'altra risposta. Stare troppo in compagnia di Ambra e Bey a volte gli faceva venire in mente strane risposte cattive che normalmente non avrebbe pensato.
«Ecco.» Jonghyun annuì soddisfatto, avvicinandosi a Taemin e scompigliandogli i capelli umidi.
«Noi due finiamo di 'parlare' dopo, non pensare di averla scampata!» Disse poi, rivolto verso un Key molto indaffarato con il cibo, prima di uscire dalla cucina diretto in camera.
Una volta arrivato quasi alla porta della stanza, si sentì afferrare per un braccio e si voltò in direzione della persona che l'aveva appena fermato.
«Che c'è Taemin?» Chiese preoccupato al più piccolo: l'espressione che aveva in viso non prometteva niente di buono.
«Non mi piace dover mentire a Tata.» Disse a Jong con sguardo serio, lasciandogli andare il braccio.
«Che intendi dire con questo?» Jong era sempre più preoccupato dalla piega che poteva prendere quella conversazione.
«Intendo dire... Che secondo me dovresti parlarle di Key.» Silenzio. «O parlarne con Key.» Jong era rimasto immobile a quelle parole e stava guardando Taemin con afflizione, come se fosse combattuto su cosa dire o cosa fare.
«Io... Non posso.» Fu tutto quello che disse, prima di voltarsi ed entrare in camera.
«Ma perché Hyung? Dammi solo un buon motivo!» La voce di Taemin si stava alzando, come sempre quando parlava di qualcosa che gli stava davvero a cuore.
«Perché...» Jong si voltò verso di lui, guardandolo dritto negli occhi. «... Perderei uno dei due.» Lo sguardo del più grande era così sicuro, così pieno di dolore, così amareggiato, che il più piccolo non poté fare altro che annuire, abbassando lo sguardo per non dover più vedere quello strazio.
«Va bene. Io non dirò nulla. Ma sappi che non è giusto, e secondo me un giorno sarà peggio per tutti.» Detto questo Taemin girò i tacchi ed uscì dalla stanza, lasciando Jong con uno strano senso di tristezza addosso.

* Mianhae = Scusa.

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Capitolo 8
*** 7 ~ 18.07.11 - #1 - The gifts ***


Ok, lo so che mi odiate! T____T Lo so! Ma la scuola del cavolo mi ha portato via tantissimo tempo! T_T Mi dispiace immensamente per avervi piantate qui! * Corre a rifugiarsi nell'angolo più remoto della sua stanza *
Scusate! *^*
Cooooooooooomunque... Questo capitolo, come avrete capito, parla del compleanno di Taemin, quindi ho deciso di scriverlo tutto dal suo punto di vista... Detto questo vi dico anche di prepararvi psicologicamente perché nel prossimo invece ci sarà l'aggiunta di un po' di personaggi interessanti.. *_* Ed in più........... Si saprà qualcosina di più sul mistero di Minho.. Quindi abbiate un'altra po' di pazienza e non uccidetemi! ^^

7 ~ 18.07.11 - #1 - The gifts
Taemin POV.

18.07.11

Raggomitolato e coperto fino al naso dalla sua coperta bianca a stelle, Taemin dormiva beatamente. Erano le dieci e mezza di mattina, e per una volta nessuno sembrava intenzionato a svegliarlo.
Questo finché qualcosa di caldo non gli accarezzò la guancia, dopodiché sentì qualcuno che l'abbracciava da fuori le coperte.
«Mmmmh... Hyung... Altri cinque minuti...» Riuscì a dire, prima di voltarsi dall'altra parte. Sentì qualcuno che ridacchiava. Probabilmente se fosse stato un po' più sveglio avrebbe realizzato che quella non era la risata di uno dei suoi Hyung.
Quel qualcuno dietro di lui lo strinse, per poi iniziare a baciarlo sul collo. Solo in quel momento i neuroni di Taemin cominciarono a connettersi.
«Amore..?» Chiese allora, voltando lentamente la testa indietro. Peccato che non fece in tempo a vedere nulla che le labbra di Bey erano già sulle sue. Taemin si lasciò andare a quel bacio, voltandosi ed abbracciando la ragazza che aveva a fianco.
«Buon compleanno, Amore.» Gli sussurrò poi Bey a fior di labbra.
'E' vero!' Con il fatto che era ancora mezzo addormentato non aveva pensato subito a che giorno fosse quello. Taemin la guardò, sorridendo.
«Grazie.» Le disse, prima di tirarsi su e guardare verso la porta chiusa della stanza.
«Chi c'è di là? Com'è il tempo? Che facciamo oggi??» Cominciò poi a chiedere a raffica, spostando nuovamente lo sguardo verso Bey, che lo osservava sorridendo.
«Il mio bambino ha diciotto anniiiii!!» Fu l'unica risposta che lei gli dette, prima di buttarglisi addosso, ritrovandosi così sopra di lui. Taemin la abbracciò.
«E ora che ti sei rifatto i capelli biondi come un tempo... ti posso stuprare?» Gli chiese poi in un orecchio, con la voce più innocente del mondo.
Taemin si mise a ridere, come al solito. «Amore! Ma ti sembrano cose da chiedere?» Riuscì a dire, tra una risata e l'altra.
«Hai ragione. La prossima volta lo faccio e basta!» Disse allora Bey, tirandosi su per guardarlo negli occhi. Questa volta fu lui a baciarla, usando tutta la dolcezza che possedeva. La amava così tanto che quasi gli faceva male.
«Comunque di la ci sono gli Hyung e Tata...» Bey aveva finalmente risposto ad una delle domande che Taemin le aveva posto qualche minuto prima.
«Allora andiamo... Voglio vedere i regali!!» Taemin era elettrizzato. Tutte le volte che arrivava il suo compleanno non riusciva a stare calmo finché non aveva visto tutti i suoi regali.
Sentì Bey sospirare, alzare gli occhi al cielo ed alzarsi dal letto. Lui la seguì pochi secondi dopo.
Una volta usciti dalla camera si diressero insieme verso la cucina, dalla quale provenivano varie voci.
«Buongiornoooooo!!» Esclamò Taemin non appena fu entrato, guardando ad uno ad uno i presenti: Key appoggiato al piano di cucina con una tazza di tè in mano, Minho seduto al tavolo che mangiava qualcosa insieme ad Onew ed Ambra seduta accanto a loro che parlava.
«Buon compleanno Taemin!>> Fu la loro risposta non appena lo videro.
«Saengil Chukkahamnida, Saengil Chukkahamnida Saengil Chukka Taemin, Saengil Chukkahamnida!» Avevano cantato tutti e cinque la canzone di buon compleanno per lui e, contemporaneamente, cantando anch'esso, era entrato Jong, con una scatola colorata abbastanza grande in mano.
Una volta finita la canzone Taemin sorrise. «Grazie.» Riuscì a dire, per poi andare ad abbracciare tutti, uno per uno. Infine si fermò davanti alla scatola che Jong aveva messo sul tavolo.
«Buon compleanno, funghetto.» Gli disse quello, scompigliandogli i capelli con una mano.
Taemin lanciò uno sguardo in direzione di tutti loro, per sapere se aveva il permesso di aprire il pacco e, vedendo i sorrisi degli altri, cominciò a sfare il grande fiocco dorato che teneva insieme il coperchio della scatola alla scatola stessa. Dopodiché l'aprì lentamente, trattenendo il fiato.
«Oh... Mio... Dio..!! Ma... Voi non siete normali!!» Fu tutto quello che Taemin riuscì a dire mentre, con mani tremanti, estraeva dalla scatola un cucciolo di Husky dagli enormi occhi azzurri.
«Beh, non avevi sempre voluto un cane?» Gli chiese Jong, avvicinandosi a lui per accarezzarlo.
«Sì....... Ma non pensavo che me lo avreste regalato davvero! E poi, voglio dire... E' un Husky!» Il maknae aveva gli occhi spalancati e continuava a coccolare il cucciolo che aveva in braccio.
«Sì beh... La razza è stata un'idea di Bey, noi ne volevamo prendere uno che rimane piccolo, visto che dovrà stare qui dentro, ma lei ha insistito...» Era sempre Jonghyun a spiegare, mentre Bey annuiva soddisfatta.
«Certo! Perché gli Husky sono molto più belli dei cani piccoli!» Replicò convinta lei, per poi avvicinarsi a Taemin e mettersi anche lei ad accarezzare il cane.
«E' bellissimo ragazzi, grazie!» Taemin aveva finalmente smesso di guardare il cucciolo, che stava leccando e mordendo ogni superficie a cui arrivava il suo piccolo muso, per alzare lo sguardo sugli altri, sorridendo.
«Ma non c'è di che Tae. Infondo tu sei il nostro piccolo maknae! Nonché mio figlio!» Gli disse Key, facendogli l'occhiolino.
«Però ti proibisco di chiamarlo con un nome diverso da Sky!!» Questa volta era stata Bey a parlare, e stava guardando il suo ragazzo con una faccia che non ammetteva repliche.
«In realtà è suo il cane, quindi dovrebbe scegliere lui.» Jong si era intromesso nel discorso.
«Tranquilli... Sky va benissimo. Si addice perfettamente ai suoi occhi.» Tae era tornato a guardare il cane e ad accarezzarlo con dolcezza.
«Ma... Hyung? Quando l'avete preso?» Chiese dopo poco.
«Stamattina io ed il mio caro marito ci siamo svegliati all'alba per andartelo a prendere prima che ti svegliassi!» Key si era staccato dal piano di cucina ed era andato accanto a Jong, passandogli un braccio sulle spalle e lasciando che lui gli passasse un braccio sui fianchi.
«Oh... Grazie Hyung!» Esclamò allora Tae, abbracciando entrambi.
«Figlia? Vuoi venire anche te in questo abbraccio di famiglia?» Chiese allora Key, rivolto ad Ambra, che li stava osservando dal tavolo.
«Se mi ci vuoi...» Disse ironica lei, prima di alzarsi ed andare ad abbracciare tutti loro, sorridendo. Bey, rimasta esclusa da quell'abbraccio, guardò Minho ed Onew.
«Che facciamo, ci abbracciamo anche noi?» Chiese allora scherzando e facendo ridere tutti.
«Io avrei un'idea migliore.» Onew si era alzato proferendo queste parole e facendo a Minho segno di seguirlo.
Bey e Minho si guardarono poco convinti, poi andarono verso Onew, che si era avvicinato agli altri quattro, ancora abbracciati ma con orecchio all'erta per quanto voleva fare il Leader. Una volta che tutti furono vicini Onew li trascinò nell'abbraccio, in modo che Bey si ritrovasse ad abbracciare Taemin da dietro, Minho entrambi Jong e Key e se stesso Ambra.
«Ecco. Così va bene. Perché siamo tutti una famiglia.» Commentò, sorridendo soddisfatto.
Taemin sorrise, era in quei momenti che si sentiva davvero amato e felice.
«Ragazzi, però così Sky soffoca.» Disse dopo più di un minuto che erano in quella posizione.
Così tutti si sciolsero dall'abbraccio collettivo e tornarono a guardare Tae ed il piccolo cane che aveva ancora in collo.
«Che ne dici di lasciarlo un po' girovagare per casa ora?» Jong stava guardando il cucciolo e sorrideva.
«Sì, giusto.» Tae annuì e posò Sky a terra. Questo, dopo i primi secondi di perplessità, cominciò ad annusare ogni cosa che gli capitava davanti, partendo dai piedi di ognuno e passando poi al resto della stanza. Taemin lo seguiva con lo sguardo, finché qualcosa di blu davanti agli occhi non gli impedì la visuale.
«E questo è il mio regalo, bambino!» Ambra gli stava porgendo un pacchettino infiocchettato.
«Tata! Pensavo che tu avessi contribuito al cucciolo!» Il maknae sembrava seriamente sorpreso e guardava la ragazza con affetto.
«Anche, ma volevo farti anche qualcos'altro.» Ammise lei, sorridendogli.
Taemin le sorrise e si mise a scartare il regalo, incuriosito. Appena lo vide i suoi occhi si illuminarono. Prima di riuscire a dire qualunque cosa, tirò fuori dal pacchetto una lunga collana argentata con appesi sette pendagli: quello al centro era una T, alla sua sinistra c'erano prima una B, poi una K e infine una M, mentre alla sua destra una A, seguita da una J e poi da una O. Ognuna delle lettere era finemente intarsiata di brillanti e sembrava risplendere alla luce della lampada della cucina.
Taemin era sempre in silenzio che osservava il suo regalo, con la bocca semi-aperta, poi, finalmente, alzò lo sguardo e, sempre senza dire una parola, andò ad abbracciare Ambra.
«Ti voglio bene Tata.» Disse, dandole un bacio sulla guancia.
«Sì Tae, anche io.» Rispose quella, accarezzandogli i capelli.
«Secondo me si sente male.»
«Sì, concordo... O magari ha battuto la testa da qualche parte. Jong, sei sicuro di non essere stato troppo violento con lei l'ultima volta?»
Jong e Key stavano prendendo in giro Ambra, facendo finta di parlottare tra loro anche se sapevano benissimo che lei poteva sentirli. Infatti, tre secondi dopo si trovarono inceneriti da uno degli sguardi assassini della ragazza.
«Cosa vorreste dire voi due?!» Chiese, avvicinandosi principalmente al suo ragazzo più che a Key.
«Niente Amore, stavamo solo notando...»
«...Quanto sia strana la tua gentilezza di oggi! L'hai perfino chiamato Tae!» Key concluse tranquillamente la frase che Jong aveva iniziato con riluttanza.
«E allora?» Ambra si era spostata, ed adesso il suo sguardo infuocato era tutto per Key, che, per nulla spaventato, alzò un sopracciglio.
«Oh, sai benissimo a cosa mi riferisco.» Disse, andando a portare la mano destra sul fianco.
«Vuoi litigare, eh Umma?!» La ragazza gli era arrivata ormai di fronte.
«Non rispondere così a tua madre!» Ribatté quello, iniziando a farle il solletico. A quel punto Ambra non poté fare a meno di mettersi a ridere, cercando con le mani di prendere quelle di Key, che però le ritraeva troppo velocemente per lei.
«Chiedi scusa! Ora!» Stava dicendo intanto, continuando a torturare la povera ragazza.
«Ahahahah... Mai... Ahah! Daiii! Umma smettiii!»
«Mai. Implora perdono all'onnipotente Umma.»
Ormai tutti stavano ridendo nell'osservare quella scena.
«Quasi quasi preparo dei pop corn.» Buttò lì Minho, sorridendo.
«E... Ahah... Va bene! Ahahah! Scusa Umma!» Cedette infine Ambra, che ormai era quasi in terra.
«Non ho sentito bene tutto quello che hai detto, sorry.» Key sapeva essere cattivo quando ci si metteva, anche se ormai aveva smesso di farle il solletico.
«Uffaaa! Imploro perdono all'onnipotente Umma.» Sbuffò la ragazza, rimettendosi in piedi e guardandolo male.
«Ecco! Questa è la mia bambina!» Disse a quel punto Key, abbracciandola. Lei ovviamente restò immobile e poi se ne andò a sedere al tavolo, borbottando qualcosa di incomprensibile.
«E adesso! Il pranzo!» Key sembrava iperattivo quel giorno, sprizzava energia da tutti i pori.
Taemin andò a sedersi al tavolo, sempre sorridendo, poi si mise la collana, la cui T arrivava quasi al suo ombelico. Gli piaceva, come gli piaceva il cane che gli avevano fatto gli altri. Adesso mancava un solo regalo all'appello, oltre a quello della sua vera famiglia, ovviamente. Il ragazzo girò senza pensarci la testa verso Bey, che in quel momento era occupata a recuperare una tovaglia e delle bacchette con cui mangiare.
'Ok... Glielo chiederò in un altro momento.' Pensò allora, prima di mettersi a parlare con Onew e Minho.

«Scusate, mi suona il cellulare. Arrivo subito.»
E così anche Jong si era alzato da tavola ed era uscito dalla cucina. Adesso erano rimasti solamente Taemin, intento a passare e ripassare il cucchiaino nel piattino della torta che aveva finito di mangiare poco prima, e Minho, Onew, Ambra e Key, che stavano discutendo su quando andare al negozio di animali per ordinare la targhetta per Sky e di quale colore sarebbe stato il collare. Il suddetto cane invece si era appollaiato sulle gambe del padrone e stava cercando attenzioni, che quello gli dava accarezzandolo distrattamente con la mano libera.
«Hyung... Ma secondo voi... Bey...» Gli altri quattro si voltarono verso di lui, aspettando che continuasse.
Peccato che, proprio in quel momento, Jong tornò nella stanza, afferrando Taemin per un polso e spingendolo ad alzarsi, facendo così cadere Sky in terra.
«Hyung! Il cane!»
«Ops scusa, non l'avevo visto!» Commentò Jong, chinandosi un attimo per fare una carezza al cucciolo, che si era appena rialzato, confuso.
«Comunque! Tae, devi sbrigarti ed andare a cambiarti!» Continuò poi imperterrito, trascinando il più piccolo verso la camera-armadio che c'era infondo al corridoio.
«Cambiarmi? Ma per cosa Hyung?» Taemin era sempre più confuso.
«Al telefono era il manager ed ha detto che deve parlarti in privato, che devi vestirti elegante e che non devi obbiettare quando ti benderò gli occhi!» Jong parlava, come al solito, molto velocemente, e Taemin faceva fatica a stargli dietro.
«Perché mi dovresti bendare gli occhi Hyung?» Il ragazzo, ormai nella camera-armadio, si era voltato verso lo Hyung guardandolo interrogativamente.
«E io che ne so! Così ha detto lui. Adesso, poche domande e preparati!» Sentenziò, prima di uscire velocemente dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
«Elegante, mi raccomando!» Gli urlò poi da metà corridoio.
Taemin sospirò. Non capiva che cosa volesse da lui il manager Hyung il giorno del suo compleanno. Magari voleva solo fargli gli auguri, ma gli sembrava troppo quello che stava chiedendo per dei semplici auguri. Forse aveva preparato una festa a sorpresa, ma vedendo sul suo orologio che erano solo le due e mezzo pensò che fosse un po' troppo presto. Alla fine rinunciò a cercare di capire cosa stesse per succedere e si concentrò su quello che gli aveva detto Jonghyun.
'Elegante eh?' Si guardò intorno ed iniziò a spulciare tutti i loro vestiti, alla ricerca di qualcosa di adatto.
Dopo circa mezz'ora, Taemin uscì dalla stanza vestito di tutto punto: pantaloni neri attillati, camicia bianca e sopra un gilè nero smanicato e chiuso con soli due bottoni.
Jong lo guardò, annuendo.
«Sì, può andare.» Detto questo, senza che l'altro avesse modo di dire altro, gli fu alle spalle e lo bendò con qualcosa di nero che aveva in mano.
«Quando te la togli non la sciupare quella, potrebbe servirti per dopo.» Gli disse, prendendolo poi per un braccio e trascinandolo.
«A-aspetta Hyung! Non ho nemmeno salutato Bey! Hyung!» Ma Jong sembrava non ascoltarlo.
Taemin sentì solo dei fischi di approvazione ed un «Sei una favola figlio!» Pronunciato da un eccitato Key. Poi seppe solo che qualcuno, probabilmente Jong stesso, gli aveva infilato un paio di scarpe ai piedi per poi condurlo fuori casa.
«Almeno potevi aspettare di essere giù per bendarmi, no Hyung?» Chiese mentre erano in ascensore, sospirando. «Non so neanche che scarpe mi hai messo.»
«Non ti preoccupare che di certo non ho rovinato il tuo appeal.» Gli rispose Jong, mettendo una mano sulla sua spalla.
«Comunque sta tranquillo. Quando la limousine si ferma e spegne il motore, tu levati quella cosa.»
Taemin sospirò di nuovo: non c'era niente da fare. E non gli avevano nemmeno fatto salutare la sua ragazza, che era sparita in bagno dieci minuti prima che squillasse il cellulare di Jong.

Taemin se ne stava seduto nella limousine senza fiatare, con la testa appoggiata al finestrino e la mente che vagava. Non sapeva dove erano diretti, quindi quanto ci avrebbero messo ad arrivare.
'Perché proprio il giorno del mio compleanno?' Si chiese per l'ennesima volta, dopo poco più di mezz'ora di viaggio. Passarono almeno altri venti minuti però, prima che l'auto finalmente si fermasse e spegnesse il motore.
Taemin era semi-addormentato e, quando l'autista gli aprì la portiera, quasi cadde dalla macchina. Si riprese giusto in tempo per tenersi al bordo della macchina e scusarsi con l'autista. Poi, sempre leggermente frastornato, si tolse la benda che aveva sugli occhi, che scoprì essere in realtà una cravatta nera di un tessuto semi-lucido. Dopo averla guardata interrogativamente, la piegò come meglio poteva e se la infilò in tasca, poi finalmente scese dalla macchina.
Una volta che l'aria di Seoul ebbe investito il suo visino ancora mezzo assonnato, Taemin realizzò dove effettivamente fossero: la Namsan Tower di Seoul.
'Bene... Che ci faccio qui? E dov'è il manager Hyung?' Il ragazzo era sempre più confuso, finché delle mani non gli coprirono gli occhi. Non sapeva bene che fare, quindi rimase in silenzio, cercando di capire di chi fossero.
«Sicuramente non sei il manager Hyung.» Affermò convinto. «Sei troppo basso.» Aggiunse poi, notando che probabilmente la persona che gli stava coprendo gli occhi era in punta di piedi.
A quel punto però non poté più ragionare di nulla, perché qualcosa di molto appuntito gli era arrivato dritto sulla punta del piede destro.
«A chi hai appena dato del basso, scusa?» Bey aveva lasciato andare le mani dagli occhi di Taemin, si era voltata ed aveva incrociato le braccia.
«Ahiiiii! Amore stavo scherzando! Lo sapevo che eri te, ti prendevo solo un po' in giro!» Mentì, dopo essersi massaggiato il piede, avendo riconosciuto la voce della ragazza.
Dopodiché, continuando a passarsi una mano sulla punta del piede, si voltò verso Bey: decisamente non era vestita come quando l'aveva vista andare in bagno a casa. Infatti, Bey aveva addosso un vestito rosso che si legava dietro il collo, lasciando metà schiena scoperta, e che poi scendeva in modo irregolare fino a metà coscia, in più ai piedi aveva un paio di scarpe col tacco abbinate.
«Certo, come no!» Stava commentando lei, intanto che lui la osservava.
Allora Taemin le si avvicinò, abbracciandola da dietro. «E' nuovo?» Le chiese poi, guardandola.
«Cosa?» Bey stava ancora facendo l'offesa, anche se in realtà non ce l'aveva davvero con lui.
«Il vestito... Non te l'ho mai visto.»
«Ah... Me lo ha regalato Ambra qualche giorno fa.» Spiegò, prima di sorridere e girarsi verso Taemin, abbracciandolo. «E non ho più voglia di fare l'offesa, quindi andiamo!» Aggiunse subito dopo, prendendolo per mano e trascinandolo verso la torre.
«Andiamo? Ma...?!» Taemin stava osservando la fila di persone che era in attesa di prendere il biglietto per salire in cima alla Namsan Tower, ma Bey non le stava minimamente considerando, anzi, andava diritta all'entrata.
«Amore... Non possiamo saltare la fila!» Disse allora, confuso. «E poi se passiamo così in mezzo alle persone, qualcuno mi riconoscerà!» Adesso aveva un tono allarmato.
«Ma non la stiamo saltando. Semplicemente noi abbiamo già il biglietto!» Esclamò Bey, elettrizzata almeno quanto lo sarebbe stato lui entro breve di salire su quella che per definizione era la “torre degli innamorati” di Seoul. «E poi... 'Sta tranquillo! Segui il consiglio di Tata e cammina tra la gente normalmente, vedrai che non faranno caso a te!» Aggiunse, per tranquillizzarlo.
«Abbiamo..? Quanto tempo fa lo hai comprato il biglietto?» Taemin guardava a tratti lei e la torre davanti a loro, sempre poco convinto.
«Almeno due settimane fa.» Gli rispose, entrando con disinvoltura e dirigendosi verso la fila interna, che di certo non era lunga come quella alla biglietteria.

Dopo neanche mezz'ora Bey e Taemin erano in cima alla torre e guardavano estasiati il panorama che vi si poteva vedere: tutta Seoul era intorno a loro, i grattacieli, le case, i quartieri con i negozi ed, in lontananza, quelli invece più poveri, il fiume Han e tutti i vari ponti. Insomma, da lì, girando in cerchio, si potevano vedere tutti i posti della grande città.
I due ragazzi rimasero lì ad osservare tutto finché il sole non cominciò a tramontare, tingendo di rosso ed arancione tutta la parte Ovest della città. A quel punto Bey propose di salire ancora più in alto ed uscire sulla terrazza. Lì, attaccati alla rete che faceva da barriera, c'erano tutti i lucchetti che gli innamorati avevano attaccato nel corso degli anni.
«Ci dovrebbero essere ancora anche i vostri.» Disse Bey, voltandosi verso Taemin per avere conferma. Quello annuì, tirandola leggermente verso un punto preciso della rete ed indicando un mucchio di lucchetti. Tra quelli, se si guardava attentamente, ne spiccavano quattro attaccati tutti insieme, ognuno di colore diverso. Bey sorrise.
«Io vi amo.» Fu l'unica cosa che riuscì a dire, per poi estrarre dalla propria borsa due lucchetti identici, dorati. «Ora però tocca a noi.» Disse, alzando la testa verso Tae e porgendogli uno dei due lucchetti. Lui guardò Bey, le sorrise e lo prese, rigirandoselo tra le mani.
«Scriviamoci in italiano. Così saranno davvero solo nostri.» Le propose, prendendo una delle due penne indelebili che la ragazza gli stava porgendo. Lei gli sorrise di rimando. «Sì.» Annuì, per poi concentrarsi sul lucchetto.
Dopo dieci minuti buoni, Bey era sempre chinata sul suo lucchetto, mentre Taemin si stava guardando intorno alla ricerca del luogo migliore dove metterli. Ad un certo punto il suo sguardo fu catturato da un gruppo di lucchetti tutti rossi, così si avvicinò ad essi: erano tanti lucchetti attaccati accanto a formare un cuore*. Tae sorrise, voltandosi verso Bey, che sembrava aver finalmente finito di scrivere ed adesso gli veniva incontro con un sorriso imbarazzato.
«Fatto?»
«Mh.» Bey annuì, porgendo il suo lucchetto al ragazzo.
«Bene. Perché ho trovato il posto perfetto per attaccarli.» Disse lui, sorridendo.
Detto questo Taemin prese entrambi i lucchetti e li andò a legare insieme al centro di tutti i lucchetti fatti a cuore. Fatto ciò si voltò di nuovo verso Bey, che era appena un passo dietro di lui. Lei lo guardò, gli prese una mano, intrecciando le dita, e si chinò per leggere entrambe le scritte.
“Quando sei stanca e hai dei momenti difficili, per favore lasciami stare al tuo fianco. Così che io possa ridarti l'amore che ho solo ricevuto. Prima che questa vita finisca. Saranghae.”
“Quando perdo la mia strada nella foresta oscura. Quando la mia giovane anima sta piangendo. Guidami come una luce, come un miracolo. Prima che questa vita finisca. <3”
Entrambi sorrisero. Avevano pensato alla stessa cosa: Life, una delle canzoni preferite di Taemin. Ed avevano anche scritto quasi lo stesso pezzo, con la differenza che Tae aveva aggiunto un'unica parola nella sua lingua, alla fine della traduzione della canzone, mentre Bey aveva aggiunto solo un cuore, che era tutto quello che aveva da offrire.

* Beh.. Diciamo che quello a cui pensavo era pressappoco questo.. ^^

http://www.flickr.com/photos/jonjon_01/2496450232/

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Capitolo 9
*** 8 ~ 18.07.11 - #2 - The party ***


Rieccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! Non sono ancora morta! xD
E come promesso in questo capitolo ci sono un po' di nuovi personaggi che si aggiungono, anche se non sono ancora tutti e sarà sempre più problematico gestirli, ma dettagli.. ^^ Ah! E anche qualcosina in più sul mistero di Minho... Insomma, non so se si è capito ma il giorno del compleanno di Taemin è un giorno chiave della storia! xD
E.... Beh, direi basta! Come al solito buona lettura e grazie a chi commenta, cosa che mi fa sempre piacere! *^*

8 ~ 18.07.11 - #2 - The party

Taemin POV.

Nero. Era di nuovo tutto nero.
Bey, una volta scesi dalla torre, aveva messo a Taemin un'altra benda sugli occhi a tradimento, quindi lui adesso era di nuovo cieco.
«Amore..? Dai, mi dici dove andiamo?» Chiese ancora una volta, dopo aver sentito la terra muoversi sotto i suoi piedi.
«Per ora siamo su un ascensore.» Gli rispose quella, stringendogli una mano.
«Sì, ma...»
«Ssssssssh...» Bey aveva poggiato un indice sulle sue labbra, costringendolo a tacere.
Dopodiché Taemin si era sentito trascinare fuori dall'ascensore, lungo quello che doveva essere un corridoio. Dopo circa un minuto, Bey lo aveva fermato, facendolo poi entrare in una stanza e togliendogli lentamente la benda dagli occhi.
Nero. Era esattamente come se avesse avuto ancora gli occhi bendati.
«Amore? Non capisco.» Tae si voltava e rivoltava su se stesso, non vedendo assolutamente niente. «Amore?!» Sentiva che la ragazza non era più accanto a se.
«Daiii! Dove sei adesso?!» Adesso stava quasi urlando ed aveva iniziato a camminare nel buio, con le mani tese davanti a se per non andare a sbattere contro qualcosa.
Dopo aver fatto una decina di passi, la mano di Taemin andò a scontrarsi contro quello che sembrava il petto di un'altra persona. Il ragazzo si fermò, mettendo una mano sul viso di quella persona ed alzando un sopracciglio, perplesso.
«Chi sei?»
«Così mi offendo, Minnie!»
Taemin trattenne il respiro. «Hyuuuuuuuuung!!» Disse, saltando al collo del ragazzo e sorridendo.
«E' un po' che non ci vediamo, che ci fai qui Sungmin Hyung?» Chiese poi, una volta separatosi dall'altro.
In quel momento ci fu un rumore strano e poi tutte le luci della stanza si accesero: Taemin si trovava in una delle sale delle riunioni dell'SM, soltanto che i tavoli, di solito disposti ordinatamente al centro, erano stati spostati sui lati ed allestiti a banchetto, ed il resto della stanza era occupato da molte persone, più di quante Taemin se ne aspettasse.
«Buon Compleanno Taemin!» Urlarono tutti insieme non appena le luci si accesero.
Lui non poteva far altro che sorridere. Guardarsi intorno e sorridere.

Onew POV.

Tutto era andato secondo i piani: Taemin era stato occupato tutto il pomeriggio con Bey, cosicché Onew, Key, Minho, Jonghyun e Ambra avevano potuto mettere a posto la stanza per la sera, poi erano iniziati ad arrivare gli altri invitati ad aiutarli, ed infine Bey aveva portato lì Tae senza che lui sapesse nulla. Una meraviglia, insomma. Il Leader finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo.
Cominciò poi a scrutare la massa di invitati che affollavano la stanza: c'erano molti gruppi dell'SM, tra cui i Super Junior, le F(x), gli U-Kiss, le SNSD, ed altri ancora, in più c'era anche qualche familiare di Taemin e degli altri quattro membri del gruppo. Erano tanti insomma.
In ogni caso, in quella valanga di persone, gli occhi di Onew erano attratti solo ed unicamente da una figura: camminava per la sala con eleganza, col suo vestito nero a metà coscia e l'aria spensierata. Onew non poteva fare a meno di guardarla.
Dopo circa dieci minuti che il ragazzo se ne stava in disparte ad osservare gli spostamenti della ragazza, capì che se voleva mettere qualcosa sotto i denti avrebbe dovuto sbrigarsi, visto che entro breve sarebbe partita la musica, e probabilmente a quell'ora il cibo si sarebbe volatilizzato. Quindi fece un profondo respiro e si diresse verso uno dei tavoli imbanditi, alla ricerca del suo amato pollo.
«Non ci credo Onew! Ma sei impossibile!» La voce di Ambra arrivò forte e chiara alle sue orecchie non appena ebbe dato il primo morso ad un cosciotto di pollo.
«Perché?» Riuscì a chiedere, mandando giù il boccone e voltandosi verso la ragazza, che si era posizionata poco lontano da lui.
«Perché mangi sempre il pollo!»
«Ma mi piace...» Ambra stava ridendo, mentre metteva qualcosa da mangiare nel suo piattino di plastica.
«Ti prendevo solo un po' in giro... Lo so Dubu.» E detto questo gli fece l'occhiolino e tornò da Jong, che stava parlando con alcuni degli invitati poco più in là con Sky accoccolato tra le braccia.
'Dubu. Mi ha appena chiamato Dubu.' Non poteva crederci. In sette mesi che si conoscevano l'aveva chiamato nei modi più disparati, da Pollo a Jinki, ma mai aveva usato quel soprannome. Non sapeva bene perché ma il fatto che lo avesse usato quella sera sembrava ad Onew quasi un segno, oltre a riempirgli il cuore di felicità.
Perché era lei che i suoi occhi continuavano a cercare tra la folla, lei che non avrebbe mai smesso di guardare, lei che negli ultimi mesi aveva continuato ad osservare in silenzio, senza poter mai fare o dire nulla a nessuno, lei che aveva sempre più spesso popolato i suoi sogni, lei che teneva in mano le redini del suo umore, lei che avrebbe voluto accanto, lei che era già felicemente fidanzata con Jonghyun, lei che non avrebbe mai potuto avere. Lei.
Onew sospirò, continuando a mangiare il suo pollo in silenzio. Forse quella sera sarebbe cambiato qualcosa. Forse quella sera sarebbe stata diversa. Non sapeva perché ma sentiva che nell'aria qualcosa stava cambiando.

Minho POV.

Era scappato. Ok, lo sapeva benissimo, ma non avrebbe potuto rimanere lì un momento di più. Non ce l'avrebbe fatta. Sapeva che sarebbe andata a finire così, lo aveva saputo fin da quando aveva letto la lista degli invitati per la prima volta.
Eppure non si era immaginato che sarebbe stato così debole, aveva anche avuto modo di prepararsi psicologicamente alla cosa. Ed invece no, non era servito a nulla: lui, il Re delle sfide, il Maestro delle competitività, era miseramente scappato di fronte all'evidenza.
Una volta arrivato sulla grande terrazza che dava sulla strada sottostante e da cui si poteva scorgere un pezzo del fiume Han, Minho si fermò, posò i gomiti sul parapetto ed aspirò una grande boccata d'aria.
'Non capisco perché deve farmi questo effetto. Proprio non lo capisco.' Si lasciò andare ad un altro profondo sospiro.
«Che cosa ti turba, Minho?» La voce di Donghae lo aveva colto di sorpresa, così il ragazzo aveva fatto un salto, girandosi si scatto nella direzione da cui essa proveniva.
«Hyung...... Non lo fare mai più.» Una volta detto ciò tornò a voltarsi verso la città, preferiva non rispondere a quella domanda, anche se era stato Donghae Hyung a porgliela.
«Scusa, non volevo spaventarti... Semplicemente ti ho visto uscire a tutta velocità dalla stanza e... Mi stavo chiedendo cosa fosse successo.»
«Niente di speciale... Avevo semplicemente bisogno d'aria.» Adesso Donghae si era messo accanto a lui, e come lui osservava le luci dei palazzi intorno a loro.
«D'accordo, ma se avrai bisogno sappi che potrai sempre contare su di me, ok?»
«Sì Donghae Hyung, lo so.» La voce di Donghae ed il suo tono calmo riuscivano sempre a rilassarlo. «Grazie.» Aggiunse poi Minho, voltandosi verso di lui e sorridendogli.
L'altro gli sorrise di rimando. «Rientriamo, dai... Se no non troveremo più nulla.» Disse poi, incamminandosi verso la porta ed aspettando che l'altro lo seguisse.
Minho decise di andare, visto che adesso aveva recuperato la calma, quindi seguì l'altro all'interno della stanza.

Ambra POV.

Ambra aveva sempre amato le feste, soprattutto quelle che le permettevano di incontrare di nuovo persone che di solito non aveva molto tempo di vedere. Ed in questo frangente c'erano moltissime persone che lei voleva vedere. Infatti, dopo aver salutato Jonghyun, era subito corsa alla loro ricerca.
Dopo circa un minuto che si faceva largo tra i gruppetti di gente che si erano formati per la sala, finalmente i suoi occhi incontrarono una delle suddette persone. Così, senza pensarci troppo, Ambra prese la rincorsa e letteralmente saltò addosso ad un ragazzo che doveva avere un paio d'anni più di lei.
«Keeeeeeeeeeeeviiiiiiiiiiin!!» Esultò andando a stampargli un bacio sulla guancia.
«Oddio! Ambra quante volte ti ho detto che non puoi fare così! Qui poi la gente pensa male!» Le rispose quello, voltandosi verso di lei e rivolgendole un sorriso amichevole.
«Sì sì, va bene. Io però ti saluto come mi pare!» Sentenziò lei. «Come va allora? E soprattutto... Dov'è Dongho!?» Aggiunse poi, riferendosi al compagno di band dell'amico.
«Te la devi smettere di importunare il nostro maknae. Comunque sarà in giro, come gli altri. Te piuttosto? Tutto bene con Jonghyun?»
«Io non importuno nessuno, IO. Comunque con Jong tutt......» Ambra interruppe la frase a metà, scorgendo un gruppo di persone ben conosciuto dietro le spalle di Kevin.
«Kevin? Tu sei il mio migliore amico, vero?» Chiese allora, stampandosi in faccia uno dei suoi sorrisi angelici.
«Cosa vuoi chiedermi?»
«Ti arrabbi se prima di metterci a parlare vado a salutare anche i SuJu?»
Kevin sospirò. Ormai era abituato ad Ambra, quindi annuì con aria rassegnata. «Certo che puoi, tanto mi trovi in giro quando hai fatto.» Detto questo le posò leggermente una mano sulla spalla sinistra per salutarla.
«Grazie Kevin. Ti prometto che dopo sarò tutta tua.» Così la ragazza si allontanò verso i dieci ragazzi che aveva individuato poco prima.
«Euuuuuuuuuuuuuu!! TU! LUI! ESSERE! E, e, e... Tutti voi!!» Per chi non avesse conosciuto Ambra quelle potevano sembrare urla sconclusionate, ma i dieci ragazzi, che già l'avevano incontrata diverse volte, avevano subito capito che erano indirizzate a loro. Infatti, uno dopo l'altro, tutti e dieci si voltarono verso di lei.
«Quando ti deciderai ad imparare i nostri nomi?» Era stato Eunhyuk a parlare, facendo un passo avanti verso di lei e sorridendo.
«Ma li so! Solo che ormai tu sei rimasto Tu, Ryeowook è rimasto Lui e... Yesung è Essere! Lo sai, no?» Ebbene sì, la ragazza, quando per la prima volta aveva incontrato i Super Junior, aveva avuto qualche problema di pronuncia con i loro nomi, in particolare con quelli di Eunhyuk, Ryeowook e Yesung. Quindi li aveva semplicemente chiamati con gli appellativi più facili che le erano venuti in mente al momento.
Eunhyuk sorrise comprensivo. «Va bene, d'accordo. Ora vieni qui.» Detto ciò circondò Ambra in un abbraccio veloce. Dopodiché, uno ad uno, anche tutti gli altri membri del gruppo la salutarono.
«Toh Guarda! Ambra con un vestito nero! Che bella novità.» Heechul, con un bicchiere di vino in mano, stava osservando Ambra dall'alto.
«Hai qualcosa da ridire contro i vestiti neri?» Il tono della ragazza era tagliente.
«Ecco che ricominciano. Ma perché lo Hyung non fa altro che cacciarsi nei guai?» Il tono che Donghae aveva appena usato parlando con Eunhyuk era rassegnato.
«Perché lo sai che è fatto così.»
«Assolutamente nulla. Semplicemente notavo la singolare scelta nel colore, tutto qui.» Heechul stava usando il suo tono di totale indifferenza che sapeva avrebbe mandato in bestia l'altra.
«Tu vuoi che io in capo alla serata ti faccia male! Lo so che lo vuoi.»
«Sinceramente spererei in qualcos'altro, ma dettagli.»
«Heechul!!» Tre persone avevano urlato il suo nome contemporaneamente: Leeteuk, Eunhyuk e Kyuhyun.
«Sìììììììììì?» Quello si voltò sorridendo verso di loro. «Ma che avete capito? Mica intendevo da lei, visto che non mi interessa per nulla. Pensate davvero che i miei standard siano così bassi?»
«Kim Heechul. Io ti ammazzo!»
A quel punto la scena era diventata comica: Ambra che cercava disperatamente di raggiungere un Heechul alquanto poco spaventato, ma che pretendeva di far credere di esserlo, che si era messo a correre intorno a Leeteuk e Sungmin; Eunhyuk e Donghae che si scambiavano occhiate perplesse ed iniziavano a fare scommesse con Siwon su chi sarebbe stato il vincitore; Kyuhyun che sembrava un po' scocciato dall'intera situazione; e tutti gli altri che semplicemente se la ridevano di gusto.
«Insomma! Heechul, vuoi smetterla di girarci intorno? E tu! Ambra! Per favore porta un po' di rispetto per il tuo Oppa.» Leeteuk alla fine si era intromesso, non aveva potuto farne a meno.
«Io non porto rispetto a chi non ne porta a me!» La risposta di Ambra non era tardata ad arrivare.
«Ma...» Leeteuk, che stava per aggiungere qualcosa, era stato fermato da uno sguardo di Eunhyuk: era inutile controbattere in quel momento, e lo sapevano entrambi.
Heechul nel frattempo aveva deciso che non aveva più voglia di correre intorno ai due ragazzi, così, di punto in bianco, si era fermato. Ambra invece, non avendolo visto, aveva continuato a correre, andando a sbattere contro la sua schiena, perdendo l'equilibrio e cascando all'indietro.
«Cosa vuoi che faccia adesso?» Heechul, con i suoi riflessi, era riuscito e tenere la ragazza per i fianchi con un braccio, ma gli sarebbe bastato toglierlo ed in un attimo Ambra sarebbe finita in terra.
«Hyung... Saranghae.» Fu tutto quello che disse lei, sorridendogli.
Il ragazzo sospirò, mettendola in piedi e riportando finalmente la sua attenzione sul bicchiere che aveva in mano.
«Hyung?» Heechul guardò la ragazza con sufficienza, e forse un pizzico di perplessità: di solito per le fan, ma anche per tutte le altre ragazze dell'SM, lui era 'Oppa', non 'Hyung'.
«Pace?»
«Mi sembra di parlare con una bambina di tre anni, ma va bene: te la concedo.» Detto questo posò delicatamente la mano libera sulla testa di Ambra, per poi farle una linguaccia ed incamminarsi verso gli altri invitati.
Ambra invece aveva solo sorriso. Il suo rapporto con il ragazzo più grande era sempre staro così: odio e amore. Nulla di più e nulla di meno. Quando erano insieme alternavano momenti in cui non potevano neanche dirsi una parola a momenti in cui sembravano migliori amici da sempre. La ragazza non sapeva bene perché ma le piaceva quel rapporto che aveva solo con lui, era un qualcosa su cui poteva sempre contare.

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Capitolo 10
*** 9 ~ 18.07.11 - #3 - In the end.. ***


Al mio solito sono in ritardo! Non ci sperate più ormai, eh??! Comunque qui si conclude questa festa infinita, e contando che a questo punto dell'anno dovrei essere almeno di due capitoli avanti a questo, direi che era l'ora!! XD
Beh, spero che vi piaccia e sappiate che nei prossimi due ne scopriremo di più su Minho e su un altro personaggio che introdurrò.. ^^ (Della serie: se non faccio spoiler non sono contenta! xD)
Buona lettura e grazie a chi commenta e commenterà! **
<3

9 ~ 18.07.11 - #3 – In the end..

Jong POV.

Ok, forse aveva bevuto un bicchiere di troppo. Jong sentiva l'alcool scorrergli nelle vene e non poteva fare assolutamente nulla per fermarlo. Non si ricordava bene come era finito a ballare con Key, sapeva solo che dopo aver mangiato un pezzo della torta di Taemin aveva mandato giù qualche drink di troppo. Poi sapeva per certo che all'inizio ballava con Ambra, che lei aveva detto di andare in bagno e... Eccolo qui: a ballare in mezzo agli altri con Key.
Non che la cosa di per se gli dispiacesse, ovvio, ma quel piccolo barlume di lucidità che gli restava in testa gli stava urlando che qualcosa non andava, più di una cosa a dirla tutta: la sua ragazza non era più tornata dal bagno, o se l'aveva fatto, adesso non era lì con lui; voleva davvero ballare in quel modo con Key, ma sapeva benissimo che era meglio che la suddetta ragazza non lo vedesse; stava decisamente perdendo la testa in quel momento e sapeva che non era una buona cosa, considerando i primi due punti della lista.
Eppure Jong stava continuando a ballare, le mani sui fianchi dell'altro ragazzo e la bocca ad un soffio dal suo orecchio sinistro. Quella posizione era pericolosa. Quei movimenti erano pericolosi. Tutta quella situazione era decisamente pericolosa.
Jong sentiva solo i battiti del suo cuore farsi sempre più forti. Gli occhi di Key erano stranamente incollati ai suoi, segno che anche lui aveva bevuto abbastanza da inibire la sua mente e non distogliere lo sguardo. Inoltre gli stava lentamente passando le mani intorno al collo, avvicinandosi sempre di più a lui. Il più grande sentiva che non avrebbe resistito ancora a lungo a quella tortura.
Quando poi le labbra del più giovane raggiunsero il suo orecchio, decise che non poteva più trattenersi. Prese quindi la mano di Key, incamminandosi verso i bagni.
«Non in mezzo a tutti Yeobo, lo sai.» Fu tutto quello che gli disse prima di chiudersi la porta alle spalle con un sorriso malizioso sulle labbra.

Onew POV.

Con i gomiti appoggiati sul muretto della terrazza e lo sguardo perso tra i grattacieli di Seoul, Onew se ne stava tranquillo ad osservare la notte. Si era presto stancato della musica che c'era dentro, e di certo non aveva voglia di mettersi a ballare, dato che l'unica persona con cui avrebbe voluto farlo stava ballando con uno dei suoi migliori amici.
Il ragazzo sospirò, alzando lo sguardo verso le poche stelle che si potevano vedere di lì, dato l'inquinamento luminoso della città. Doveva smetterla di pensare a quelle cose. La cosa migliore in quel momento sarebbe stata pensare al suo amato pollo, eppure gli riusciva stranamente difficile.
Poi le vetrate dietro di lui si aprirono, ed Ambra uscì da dietro di esse con un'espressione scocciata.
«Ehy. Che è successo?»
«Jonghyun.» Fu l'unica parola che disse lei, raggiungendolo ed incrociando le braccia, prima di appoggiarsi con la schiena al muretto.
«Che ha fatto?»
«Beh... Sono andata a prendere qualcosa da bere e quando sono tornata lui stava ballando con Key!!» La sua voce era un po' più alta del normale, segno che anche lei non ci era andata leggera con l'alcool, nonostante teoricamente non potesse bere in Corea.
Onew sospirò. Jong era sempre il solito: sapeva che non doveva bere quando si trovava nello stesso posto con Ambra e Key, eppure puntualmente lo faceva.
«Ma sarà stato Key ad andare da lui, infondo lo sai com'è fatto, no?» Lui provava sempre a fare il ragionevole.
«Non mi interessa. Sa, anzi sanno, che mi da noia.» Ambra aveva messo il broncio, ed Onew non poteva far altro che notare quanto sembrasse ancora più bella con quell'espressione sul viso.
Non sapeva se era perché a forza di stare in compagnia della ragazza stava lentamente scordando i suoi principi, se invece era merito di quella serata che gli era subito sembrata diversa dalle altre, se l'odore dell'alcool che c'era dentro aveva avuto un qualche effetto strano su di lui, oppure se stava semplicemente impazzendo. Fatto sta che in un attimo si ritrovò ad abbracciare quella ragazza che gli stava tanto a cuore.
In quel momento Onew sentiva solo che quella era la cosa giusta da fare: circondare le sue braccia intorno al corpo di Ambra e stingerla a se. Odiava doverle mentire facendo finta di non sapere che per lui vedere Jong e Key in certe circostanze era ormai la normalità. Se fosse stato lui il ragazzo di Ambra non le avrebbe mai fatto una cosa del genere, ed un po' odiava Jong per come si comportava con lei, ma lui era comunque uno dei suoi migliori amici.
Poi Onew sentì la braccia della ragazza ricambiare il suo abbraccio, andando a stringersi dietro il suo collo.
«Sta' tranquilla. Ci sono io.» Quelle parole gli uscirono di bocca senza che lui se ne accorgesse, troppo occupato ad accarezzare i capelli di Ambra.
Lei invece alzò lo sguardo su di lui, puntandolo dritto nei suoi occhi.
Azzurro. In quel momento poteva vedere solo l'azzurro degli occhi della ragazza. Fin dal primo momento in cui l'aveva vista quegli occhi l'avevano impressionato, forse perché in Corea era molto difficile trovare ragazze con gli occhi chiari. Comunque adesso sentiva che infondo li aveva sempre amati.
Tutto quello che successe dopo fu troppo veloce perché nessuno dei due potesse davvero accorgersene prima che fosse già finito: le labbra del ragazzo avevano raggiunto quelle di lei in un veloce bacio a stampo. Subito dopo però Onew si era allontanato velocemente da lei, sciogliendo l'abbraccio e facendo due passi indietro.
«S-Scusa... I-Io non avrei dovuto...» Detto questo Onew si voltò allontanandosi da Ambra per dirigersi all'interno della sala.

Taemin POV.

Era andato tutto bene. Benissimo, anzi. Anche perché il 'non più così piccolo' Taemin non si aspettava una festa così, complice il fatto che entro qualche giorno sarebbero dovuti partire per il Giappone, quindi ne era rimasto felicemente sorpreso.
Adesso che la festa era finita, Taemin si aggirava per la stanza osservando tutto quello che era rimasto, per poi finire con lo sguardo sui suoi compagni.
«Grazie.» Fu tutto quello che disse, prima di abbracciarli ad uno ad uno, fino ad arrivare a Bey e stringerla a se. Lei ricambiò l'abbraccio, facendosi scappare uno sbadiglio.
«E' tardi, vero?»
«Sono le 3 e un quarto.» Rispose Jong guardando Taemin.
«Beh, allora potremmo anche andare a casa, tanto qui metteranno a posto domani, no?»
«Beh, sì, quello non è un problema...» La voce di Key sembrava stanca, ma anche preoccupata. «Il vero problema è un altro: dove sono Ambra e Minho?»
Già, anche Taemin aveva notato la loro assenza, ma pensava che fossero in bagno, o magari fuori in terrazza.
«Quando vi siete accorti che non c'erano?» Chiese allora, guardandoli uno per uno, compresa Bey.
«Io sono abbastanza sicuro di aver visto Minho ballare, e poi parlare con qualcuno... Dei Super Junior forse... Ma per il resto... Boh!» Jong stava parlando più che altro rivolto a Key che agli altri, perché sapeva che era lui quello attento ai dettagli.
«E io invece sono abbastanza sicuro di non averlo più visto da dopo che sono andati via i tuoi, Honey. Ma a quel punto sono stato distratto da altro...» Key lasciò la frase in sospeso, lasciandosi però scappare un sorriso malizioso.
Taemin sospirò: si vedeva che quei due avevano bevuto un po' troppo, se no non si sarebbero mai comportati così davanti a Bey.
«Jonghyun, tu dovresti sapere meglio dov'è la tua ragazza, non Minho.» Taemin si girò verso Onew con aria sorpresa. Era raro che il Leader usasse frasi così dure.
«Beh... Io... Sì... Hai ragione, ma...» Come al solito, quando Jong non sapeva cosa dire iniziava a mettere insieme parole di poco senso. «Ecco... Io... So solo che ad un certo punto ero in bagno e...» I suoi occhi erano di nuovo su Key, ma poi si spostarono su Onew. «E quando sono uscito non l'ho vista e... Deve avermi detto qualcosa forse, e... E... Aspettate!»Jong sembrò avere un'illuminazione: tirò fuori il cellulare di tasca, ed iniziò a spippolare.
Dopo pochi minuti il suo sguardo si illuminò. «Ecco! Mi ha mandato un messaggio un po' di tempo fa: dice che è andata a casa.»
Silenzio.
«Ma perché?!>> Jonghyun sembrava sconsolato. «Perché è andata a casa?»
«Boh, non lo so Hyung, ma almeno sappiamo dov'è... Minho invece?» Taemin stava guardando a tratti Jong a tratti Onew, come se i due più grandi sapessero meglio cosa fare.
«Beh, per Minho è più facile: secondo me è andato a letto, quindi ci basterà tornare a casa e lo troveremo lì!» Invece era stato Key a parlare prima di tutti.
«In effetti mi sembra la cosa più probabile.» Bey si era introdotta nel discorso.
«Sì, penso anche io.» Annuì Onew, iniziando ad incamminarsi verso l'uscita. «Andiamo allora?» Aggiunse poi, voltandosi verso gli altri per assicurarsi che lo stessero seguendo.
«Ci siamo Hyung, tranquillo... E comunque dobbiamo prima riaccompagnare Bey a casa.» Disse Taemin, stringendo la mano della ragazza e recuperando con l'altra il piccolo Sky, che sembrava stranamente il meno stravolto di tutti.
«Sì sì, lo so Tae.»

«Ma se era così facile per Minho... Allora perché prima hai fatto notare che non l'hai più visto da dopo che se ne sono andati i miei?» Avevano appena riaccompagnato Bey a casa, e Jong si era sistemato con Key nei sedili dietro e lo guardava negli occhi.
«Perché, Yeobo, tu hai il prosciutto sugli occhi.» Rispose lui, accarezzandogli il viso e nascondendo un sorrisetto.

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Capitolo 11
*** 10 ~ Tomorrow ***


OK, non starò a scusarmi per l'immane ritardo nel pubblicare questa storia.. Anche perché questa volta non è stata neanche interamente colpa mia: il mio corpo ha deciso di ammalarsi per ben tre volte, rendendomi decisamente poco sana a livello mentale.. -Come se di solito io fossi normale! XD Va beh, sorvoliamo!-
Quindi beh, che dire? Godetevi questo capitolo e non odiatemi troppo! Tra l'altro, come promesso, qui verrà rivelato il mistero di Minho!! *__* Anche se se ne aggiungerà subito un altro, ma dettagli!! xD
Ok, la finisco adesso! Ringrazio già infinitamente chi recensirà, in particolare Aicchi, che è sempre così <3!! Grazie mille! (Anche se so che mi odi molto per i miei ritardi! xD)
Quindi.. Buona lettura!! *_*

PS: Già che ci sono, mi scuso anche perché ho praticamente smesso di leggere fic! T____T Non ho tempo di fare nulla durante l'anno, MA mi rifarò l'estate! Promesso! **
10 ~ Tomorrow

Ambra POV.

Sdraiata sul letto, Ambra ripensava a tutto quello che era successo durante il compleanno di Taemin: non riusciva a capacitarsi come fosse potuto accadere. In effetti era stato tutto un susseguirsi di cose strane: Jong che ballava tranquillamente con Key come se lei non fosse presente; Onew che la abbracciava in quel modo, Onew che le parlava in quel modo, Onew che la baciava; e poi di nuovo Jong che non le chiedeva neanche perché se ne stesse andando a metà serata. Insomma, tutto era strano, come se fosse tutto sbagliato, o forse tutto dannatamente giusto. Non riusciva a capire.
La ragazza sospirò, rigirandosi per l'ennesima volta nel letto e guardando il soffitto, esasperata.
'Perché? Perché se chiudo gli occhi continuo a ripensare a quello sguardo, a quelle labbra, a quel bacio?' Pensieri come quelli le giravano nella testa da almeno un'ora, quando sentì la porta di casa aprirsi: Bey doveva essere rientrata. Il che significava che la festa era finita, e che Onew e Jonghyun erano di nuovo insieme, e che poteva star succedendo qualunque cosa in quel momento. Il cuore di Ambra cominciò a battere all'impazzata per l'ennesima volta dall'inizio di quell'infinita giornata.
Non sapeva assolutamente che fare: fingersi addormentata, far vedere che invece era ancora sveglia, dire tutto all'amica, non dirle niente, urlare, stare zitta, imprecare o pregare un Dio inesistente. Assolutamente non sapeva decidersi. Tutte le possibilità le sembravano decisamente buone ed un secondo dopo dannatamente sbagliate. Insomma, in linea con la giornata.
Quando infine sentì Bey che spegneva la luce in camera sua, si rassegnò al fatto che sarebbe stato meglio rimanersene zitta e buona sotto le coperte del suo caro letto, abbracciando l'adorato cuscino. Sulla parte del pregare o bestemmiare era ancora decisa, ma alla fine optò per la cosa più adatta alla sua personalità: imprecare silenziosamente. Al da farsi con tutto il resto del mondo poteva pensare il giorno dopo.

Minho POV.

«Song Dam, scusa, posso... posso parlarti un attimo?» La sua voce doveva sembrare strana, visto che aveva corso tutte le scale dell'edificio dell'SM di volata per raggiungerla prima che se ne andasse. In più era abbastanza sicuro che i genitori di Jonghyun Hyung lo stessero guardando in modo decisamente strano, ma nessuna di queste cose aveva la benché minima importanza per Minho. Tutto quello che in quel momento poteva fare era osservare gli occhioni della ragazza difronte a lui, che lo guardavano con sorpresa.
«S-Sì, dimmi.» Le rispose finalmente quella, con voce confusa.
«Ecco io... Volevo sapere se... Magari.. Uno di questi giorni... Ecco... Magari setiandavadiuscireconme uno di questi giorni?!» Non sapeva se quello che aveva detto poteva risultare comprensibile ad una normale persona perché alla fine la domanda gli era uscita tutta insieme in una confusione di parole appiccicate l'una all'altra.
Lo sguardo di Song Dam di per se non stava dando segni di aver capito quello che l'altro le aveva appena chiesto, quindi Minho era abbastanza in ansia e stava trattenendo il fiato.
«Ecco...» Song Dam aveva leggermente voltato la testa verso i genitori, lanciandogli un'occhiata a cui Minho non sapeva dare un significato preciso, poi si era voltata nuovamente verso di lui con un'espressione seria in volto.
«Mi dispiace, ma proprio non posso.» Parole concise e dirette, come le lame che, una dopo l'altra, avevano trafitto il cuore del ragazzo, lacerandolo.
«Scusami, ma adesso devo proprio andare.» E detto ciò, con un'ultima occhiata nella sua direzione, si era voltata ed allontanata con i genitori.
Minho dal canto suo era rimasto immobile. Da quando la bocca della ragazza si era definitivamente chiusa, non riusciva neanche più a respirare. Un attimo. Era bastato un attimo perché la sua vita passasse da normalmente buona ad assolutamente schifosa. Non che lui avesse mai sperato veramente in qualcosa, sapeva di partire svantaggiato in tutti i sensi: Song Dam era la sorella di Jonghyun, e non solo, era anche di quattro anni più grande di lui, il che implicava che era una sua Noona, e poi beh, c'era anche il fatto che ormai si conoscevano da abbastanza tempo, quindi se anche lei avesse provato qualcosa per il ragazzo lui in un modo o nell'altro lo sarebbe venuto a sapere, no?
Mentre quella più altre mille domande a cui non avrebbe mai avuto risposta gli frullavano vorticosamente nella testa senza che lui riuscisse a focalizzarne neanche una, la terra sotto di se cominciò lentamente a scomparire, lasciandogli addosso la sensazione di cadere nel vuoto. Ancora un paio di secondi ed intorno a Minho non erano rimasti che i contorni sfocati di quella che era la strada ed i palazzi che aveva intorno. Al loro posto una coltre nera sempre più fitta. Poi più nulla, solo nero.

«Minho!!» Qualcuno chiamava a gran voce il suo nome. «Dai! Su!!» Era la voce di Key, ne era abbastanza sicuro.
Una mano sulla sua spalla destra. Le dita affusolate dell'amico l'avevano afferrata saldamente prima di strattonarlo in quella direzione. «Vuoi svegliartiiiii?! Come al solito sei l'ultimo! E siamo anche in ritardo!»
'Ritardo?' Minho aprì bruscamente gli occhi, realizzando in quel momento che si trovava a casa, e non davanti al palazzo dell'SM, in un letto, e non in piedi a guardare la schiena di Song Dam allontanarsi da lui. Si mise a sedere sul letto. Un sogno. Quanto avrebbe dato perché fosse stato davvero tutto un sogno, e invece no, non solo era davvero successo tutto la notte precedente, ma Minho era anche stato costretto e riviverlo nei suoi sogni.
«Evviva! Non sai quant'è che ti chiamo.» Sbuffò Key, prima di guardarlo attentamente in faccia. L'altro ragazzo sospirò, guardando gli occhi felini dell'amico. «Scusa.» Fu tutto quello che riuscì a dire prima di alzarsi e dirigersi verso il bagno: decisamente quella mattina sarebbe stato anche più silenzioso del solito.

Key POV.

C'era decisamente qualcosa che non andava. Non solo nel fatto che Minho gli avesse chiesto scusa con quell'aria così arrendevole per poi dirigersi con sguardo basso verso il bagno, ma anche nel suo essersi alzato dal letto con così poca riluttanza, come invece era solito fare. E' vero, Key aveva detto di averlo chiamato tante volte, ma di certo non erano più delle volte che lo chiamava le altre mattine. Anzi, forse era stato anche fin troppo facile rispetto alla solita routine. Quindi perché mai Minho avrebbe dovuto chiedergli scusa?
No, qualcosa non quadrava, e Key pensava di sapere perfettamente che cosa fosse. Anche se Key poteva sembrare quello più incline a dire cose stupide, o ad abbassarsi agli stupidi giochi che proponeva Jong, lui era anche quello tra tutti loro che stava più attento ad ogni minimo dettaglio, e non solo per quanto riguardava gli altri membri del suo gruppo, ma in generale per tutto quello che lo circondava.
Per questo riusciva sempre a sapere che cosa era meglio per tutti o a prevedere in anticipo quello che gli altri stavano pensando. Era sempre stata una delle sue migliori qualità, insieme al saper imitare qualunque cosa dopo averla vista o sentita una volta sola.
Quindi in quel momento Key poteva dire con sicurezza che a Minho non era andata molto bene la sera precedente, e che probabilmente questo aveva a che fare con la sua uscita veloce dalla festa e con Song Dam, la sorella maggiore di Jong. Key era abbastanza sicuro di tutte queste cose.
«Umma ti sei di nuovo incantato!» La voce di Taemin l'aveva sorpreso al punto che doveva aver fatto un salto, facendo ridere il più piccolo.
«Quante volte ti ho detto che non devi urlare quando sto ragionando?!» Key si era voltato nella sua direzione con sguardo assassino.
«Sì certo, Umma.» Sempre ridendo Tae gli si era poi avvicinato, dandogli una leggera spinta sulla spalla. Dopo circa tre secondi Key si era ritrovato spintonato da tutte le parti della stanza dalle mani di Taemin ed Onew, che insieme se la ridevano di gusto nel tirarselo e rigirarselo, come se lui fosse una bambola che loro potevano lanciarsi da una parte all'altra della camera.
«Ragazziiiiiiiiiiiiii!!»
Risate.
«Perché stamani vi è presa cosìììììììììììììì?! Yeobooooooooooo!»
Ma Jong non sembrava intenzionato ad arrivare entro breve, dato il silenzio che seguì l'urlo disperato di Key, occupato solo dalle risate degli altri due ragazzi.

Jong POV.

Jonghyun d'altra parte non poteva certo aver sentito l'urlo di Key, essendo dieci piani più sotto in strada con un cucciolo di Husky legato al guinzaglio che lo tirava e lo strattonava da un parte all'altra del marciapiede.
«Skyyyy! Andiamo, non tirare!» Continuava a ripetergli in coreano, sperando che questo lo ascoltasse.
Il cane invece continuava tranquillamente per la sua strada, seguendo chissà quali odori.
Dopo circa cinque minuti di cammino, Jong arrivò all'entrata del grande parco dietro il palazzo dove abitavano. Quello dove quasi due settimane prima avevano giocato a nascondino tutti insieme a notte fonda.
Sembrava ci fosse poca gente a quell'ora, così Jong decise di prendere uno dei sentieri principali invece di sperdersi in quelli secondari e più tortuosi. Sky dal canto suo sembrava felicissimo di avere nuove cose da poter annusare e con cui giocherellare, tanto che, dopo circa dieci minuti, aveva quasi buttato in terra il ragazzo due volte, girandogli e rigirandogli intorno e legandogli il guinzaglio intorno alle gambe.
Dopo il terzo tentativo di omicidio, Jong decise quindi di lasciare libero il cane e sperare che non scappasse a gambe levate.
«Allora Sky, patti chiari e amicizia lunga.» Disse al cane, mettendosi in ginocchio davanti a lui e prendendogli il muso tra le mani. «Io ti lascio libero, ma tu resti dove io possa vederti, ok?!» Sky lo stava guardando con l'espressione più tenera del mondo, così Jong decise che era una risposta affermativa e liberò il cane dal guinzaglio.
Sky, dopo i primi secondi impiegati per capire che non aveva più legami col ragazzo, iniziò a correre a più non posso verso uno spiazzo d'erba oltre alcuni alberi alla sinistra di Jong.
«Ehyyyyyyyyyyyy! Cosa ti avevo detto??!» Jonghyun era sconsolato. Sospirò e si mise all'inseguimento del cane, sperando che non sparisse dalla sua vista.
Inaspettatamente però, quest'ultimo arrivò fino a metà campo, si fermò, guardò indietro verso Jong, abbaiò e tornò indietro a corsa verso di lui. Il ragazzo prese un respiro di sollievo: a quanto pareva Sky voleva solo correre e giocare nei dintorni, non aveva nessuna intenzione di allontanarsi di più.
Scoperta questa bella notizia, Jong si sdraiò sul prato, guardando a tratti il cane a tratti le poche persone che passavano lungo la strada che costeggiava il prato. Dopo circa dieci minuti, la sua attenzione venne catturata da una strana ragazza che camminava con molta calma lungo il sentiero: aveva l'aria di una persona che cerca qualcosa ma non è sicura di essere nel posto giusto. Infatti tra le mani aveva quella che doveva essere una cartina della città.
A giudicare dall'aspetto, Jong avrebbe detto che si trattava di una persona europea, forse perfino italiana, ma di questo non poteva certo essere sicuro. Aveva i capelli ricci che le arrivavano quasi a metà schiena, un paio di shorts di jeans, una maglietta giallo fluorescente con sopra uno smile ed una borsa a tracolla. Jong non avrebbe saputo dire di che colore avesse gli occhi perché era troppo lontano rispetto a lei, ma le uniche due cose che sapeva erano che da dietro probabilmente l'avrebbe scambiata per Bey, e che lui odiava dare indicazioni agli stranieri perché così facendo sarebbe poi stato costretto ad accompagnarli esattamente dove volevano andare, ed in quel momento quello era il suo ultimo desiderio. Arrivato a questa conclusione, Jong stava per muoversi lentamente verso un posto in cui la ragazza non lo avrebbe visto, quando questa si scontrò per puro caso con una coppia che passava di lì e chiese informazioni a loro.
'Bene, menomale.' Pensò allora il ragazzo, aspettando però altri cinque minuti prima di poter essere sicuro che non sarebbe tornata indietro. Non sapeva perché ma in quel momento non aveva proprio voglia di parlare con nessuno, tranne con l'unica persona che non sembrava intenzionata a considerarlo: la sua ragazza.

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