And if I don't want to be just a friend? di Nobody Is Perfect (/viewuser.php?uid=116992)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola! ***
Capitolo 3: *** Nuove conoscenze! ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Continuava a fissare la sua
figura allo specchio,
lisciandosi il lungo vestito bianco.
I capelli biondi erano raccolti in uno chignon e alcune
ciocche ricadevano ricce ai lati del viso.
Il vestito senza spalline, lasciava il collo scoperto,
lasciando intravedere il piccolo tatuaggio a forma di stella sulla
spalla
destra.
Il corpetto, rigorosamente di pizzo, scendeva stretto lungo
i fianchi, mettendo in evidenza le curve prosperose e si allargava
all’altezza
del bacino in un lungo strascico di velluto.
Le scarpe bianche come la neve erano state scelte
appositamente dalla madre della sposa, amante e fan dello stilista
Christian
Loboutin.
Il suo sguardo risalì al viso e non riconobbe se stessa.
La palpebra contornata da un soffice strato di ombretto
argento risaltava gli occhi verdi.
Dio solo, sapeva quanto rimmel era stato dato alle sue
ciglia.
Le labbra candide cosparse di un velo di lucidalabbra e
infine le guance rosee.
Sembrava una bambola!
Storse il naso e si allontanò dallo specchio, evitando di
guardare il suo riflesso.
Era
pronta!
Pronta
per un grande passo, che avrebbe cambiato la sua
vita.
Uscita
da quella porta tutto sarebbe cambiato.
Non
sarebbe stata più la ragazzina spensierata e buffa, ma
sarebbe diventata la signora Thompson.
Aura
Thompson…suonava così strano dirlo.
Tutte
le ragazze avrebbero sognato un matrimonio come il
suo.
Organizzato
nei minimi particolari da una wedding-planner,
ingaggiata da sua madre.
Sua
madre era sempre stata una donna perfezionista, mai una
cosa fuori posto, tutto in ordine, tutto organizzato.
Anche
la sua vita, di conseguenza era stata influenzata
dalla donna.
Aveva
richiesto una cerimonia semplice, ma sua madre come
sempre aveva fatto di testa sua, invitando 300 invitati, di cui la
metà erano
per lei sconosciuti.
Sorrise
ricordando sua madre impegnata nei preparativi.
Alla
fine le voleva bene, nonostante non la ascoltasse mai,
aveva organizzato una cerimonia perfetta per lei.
Una
cerimonia al Plaza, rinomato in città per la sua
capienza di ospiti e soprattutto per le conferenze ed i congressi che
si
tenevano.
Aveva
sempre pensato di sposarsi in chiesa e invece stava
per sposarsi al Plaza.
Si
sentiva un’ingrata, sua madre si era impegnata tanto e
lei non era soddisfatta di ciò.
*
Le
mani le tremavano e respirava a fatica, si sedette su una
delle poltroncine del Plaza e cercò di regolarizzare il
respiro.
Come
era possibile che tre semplici parole potessero
cambiare la vita di una persona?
-Si,
lo voglio- sussurrò a bassa voce.
Ce
la poteva fare, continuava a ripeterselo, ma detta così
sembrava diretta al patibolo, quando invece si sarebbe sposata.
Avrebbe
sposato l’uomo con cui avrebbe vissuto per tutta la
vita.
Tutta
la vita.
Per
sempre era un tempo infinito.
Un
senso di angoscia le colpì lo stomaco e strizzò
gli
occhi, accasciandosi sul divanetto.
-Aura
posso entrare?- trillò Eve dall’esterno della
porta.
Oh
no! Ci mancavi solo
tu.
-Certo,
entra!-
Eve
era la sorella del suo futuro sposo, era carina, dolce,
sensibile e simpatica e chi ne ha più ne metta!
La
ragazza perfetta che tutti avrebbero voluto come
fidanzata.
Aveva
solo un difetto, se così poteva essere considerato:
era troppo sicura di sé.
Certo,
era un difetto strano, bisognava vederlo dai punti di
vista, ma a quanto pare il suo ex fidanzato la pensava allo stesso modo
di Aura
ed era per questo che l’aveva lasciata per una ragazza
più semplice.
Eve
non era cattiva, ma involontariamente, riusciva a farti
sentire inferiore.
-Allora
sei eccitata?- chiese, accomodandosi accanto a lei.
C’è
una domanda di
riserva?
-Si,
ho paura- sospirò lievemente e si voltò a
guardarla.
-Oh
suvvia! Non dire cavolate, devi sposarti! Non sai quanto
ti invidio- si lisciò la gonna viola e sorrise.
Non
sai quanto invidio
te invece!
-Qualcosa
non va?- la guardò sospetta e con un sopracciglio
alzato.
-Ehm…no,
tutto bene- sorrise fintamente e si rilassò vedendo
la ragazza annuire.
-Dio!
Ancora non posso crederci che mio fratello si sposa-
disse con occhi sognanti.
Già,
nemmeno io.
-Eh
già- abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
-Sei
sicura di stare bene?- le accarezzò una mano – Sei
strana, capisco che hai paura, ma voi vi amate e coronerete il vostro
amore con
questo gesto- continuava ad accarezzarle la mano, cercando di
tranquillizzarla.
Non
sono più sicura di
niente, nemmeno di amarlo e non sarai di certo tu a tranquillizzarmi.
-Grazie-
sorrise dolcemente.
-Ragazze
è ora- disse un organizzatore della cerimonia,
spalancando la porta.
Si
alzò velocemente aiutata da Eve e dandosi
un’ultima
occhiata allo specchio, uscì dalla stanza.
Il
cuore le batteva forte e non sapeva quale fosse il
motivo.
Sperava
fosse per l’emozione, ma forse si sbagliava.
E
se stava facendo un errore?
Scosse
la testa e venne portata da sua padre, il quale
l’avrebbe accompagnata all’altare.
Appena
la vide sorrise orgoglioso alla sua bambina e le
accarezzò una guancia.
-Sei
bellissima- le sussurrò, prima di prenderla a
braccetto.
-Grazie
mille, papà- sorrise imbarazzata.
-Quel
ragazzo non sa la fortuna che ha sposandoti-
E
se non lo sposassi?
-Papà
io…ho paura- si morse il labbro inferiore per la
stupidità della sua uscita.
-Oh
tesoro! E’ una cosa normale- cercò di
tranquillizzarla,
invano.
Una
cosa normale? E’
normale che in questo momento vorrei essere da tutt’altra
parte, tranne che
qui?
Annuì
poco convinta e voltò lo sguardo davanti a lei.
Dinnanzi
a lei, oltre una porta di vetro, la sala era colma
di invitati.
Sorridevano,
chiacchieravano e si divertivano.
Vide
nelle prime file, Elena, la sua testimone che la salutò
alzando una mano.
Ricambiò
il saluto e si sentì subito più rilassata al
pensiero di avere la sua migliore amica al suo fianco.
-Siamo
pronti per partire- un altro organizzatore si
avvicinò a loro informandoli.
Aprì
la porta di vetro e si ritrovò gli invitati intenti a
fissarla.
Fece
un respiro profondo e si diresse verso l’altare,
accompagnata dalla marcia nuziale in sottofondo.
Sorrise
al suo sposo e prese posto accanto a lui, dopo
essersi scambiati un piccolo bacio.
Aveva
paura, tanta.
Un
dubbio le sorse spontaneo osservando il prete.
Era
davvero lui che voleva sposare?
Voleva
che fosse lui a metterle la fede al dito?
Lo
sai che non è lui
che vuoi!
Sbuffò
esasperata e alzò gli occhi al cielo, mentre il suo
sposo la osservava accigliato.
-Tutto
bene?- chiese confuso.
Già,
tutto bene?
-Ehm
si, è solo che il vestito mi stringe- mentì.
Il
vestito ti stringe
eh? Ma non farmi ridere! Lo sai che vorresti scappare, ma sei ancora in
tempo.
Sorrise
comprensivo come un padre alla figlia e volse di
nuovo lo sguardo al prete, che di lì a poco avrebbe cambiato
le loro vite.
Aura
rabbrividì al pensiero e sperò che la cerimonia
finisse
in fretta.
Ciao
ragazzi! E' la prima storia originale che scrivo! Fatemi sapere cosa ne
pensate. Sono accetti sia commenti positivi che negativi xD
Baci!
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Capitolo 2 *** Primo giorno di scuola! ***
Il
primo giorno di quarta
superiore era arrivato! Era incredibile
come
passava il tempo.
Aveva già diciassette anni e
presto avrebbe avuto anche la patente.
Spense
la sveglia e si alzò
controvoglia dal calduccio delle coperte.
Trascinò i piedi fino al piano
inferiore, dove trovò sua madre intenta a preparare la
colazione.
-Buongiorno- disse
accomodandosi al tavolo.
-Oh tesoro! Ben svegliata-
sorrise e le accarezzò una guancia, mettendole davanti una
brioche appena
sfornata.
-Sei emozionata?- chiese la
madre, sedendosi accanto a lei e bevendo la sua tazza di
caffè fumante.
-No, avrei preferito dormire…ma
devo proprio andarci a scuola?- fece una smorfia di disgusto e
voltò lo sguardo
verso la madre che la fissava contrariata.
-Aura non fare la capricciosa,
cambiando discorso, chi ti accompagnerà a scuola?-
-Andrò a scuola a piedi
insieme ad Alex, a proposito sono in ritardo…Alex
arriverà qui fra venti minuti
ed io non sono ancora pronta- addentò l’ultimo
morso della sua colazione e
corse per le scale.
-Quel ragazzo è davvero
amorevole- Ormai era ovvio che sua madre avesse un debole per Alex,
continuava
a ripeterle che sarebbero stati una bellissima coppia.
Alex era il classico bravo
ragazzo, onesto, leale e fedele.
Gentile con tutti, amichevole
e disponibile nel momento del bisogno.
Un figlio modello con ottimi
voti a scuola e aiutante dei genitori nel loro negozio in periferia.
Lei e Alex? Scosse la testa.
Alex era un suo amico e nulla di più.
-Mamma ti prego!non
iniziare
con questa storia- sbuffò dalla camera da letto.
-Ma perché
reagisci così?-
chiese la donna entrando.
-Perché io
e Alex siamo
soltanto amici, devo farti lo spelling della parola amici?-
ruggì Aura,
infilandosi la maglia.
-Va bene, non ti
dirò più
niente ok?-
-Grazie, te ne sarei
immensamente grata- trillò lei.
Finì di
prepararsi in fretta,
guardando di tanto in tanto l’orologio appeso alla parete.
Indossò un
paio di jeans
chiari strappati sulle ginocchia e una maglietta con le maniche a tre
quarti.
Si diede un leggero
strato di
ombretto sulle palpebre e un velo di lucidalabbra.
Sorrise allo specchio,
soddisfatta di se stessa e prese lo zaino, appena prima di sentire il
suono del
campanello.
-Ciao Alex- lo
salutò sua
madre con due baci sulle guancie.
-Salve signora Vibeke-
Scese velocemente le
scale e
abbracciò il suo amico, che non vedeva da esattamente due
settimane a causa
della vacanza che lui aveva fatto.
-Mi raccomando,
controllamela- disse Vibeke facendo l’occhiolino ad Alex che
rise di gusto.
-Non si preoccupi-
prese Aura
a braccetto e uscirono di casa, diretti verso la scuola.
-Allora che mi
racconti?- le
chiese osservandola di sbieco.
-Mah, nulla di nuovo e
tu? Com’è
andata la vacanza?-
-La Grecia
è davvero stupenda,
il mare è mozzafiato, dovevi assolutamente esserci-
-E che mi dici delle
ragazze?- sorrise beffarda.
-Beh le Greche sono
davvero
carine, non posso negarlo- osservò Aura che gli diede una
gomitata.
-Ma le mie preferite
sono le
finlandesi- disse abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.
-Che ruffiano!- gli
diede una
pacca sulla testa.
-Mi sei mancata! Come
ho
fatto a stare due settimane senza una rompipalle come te?-
-Ehi! Io non sono una
rompipalle-
si staccò dall’abbraccio e mise il broncio.
-Non fare la
bambina!lo sai
che ti voglio bene proprio perché sei insopportabile-
sorrise, attirandola a sé.
In pochi minuti si
ritrovarono davanti il cancello della scuola ed entrarono, osservando
le facce
nuove.
-Ehi Aura!- disse una
voce
alle loro spalle.
Come non riconoscerla?
Megghy, diciassette anni appena compiuti, capelli ricci e mori e occhi
marroni.
Alta e magra e
soprattutto
bella da togliere il fiato.
La sua migliore amica,
subito
dopo Alex.
Le corse
incontrò e la
stritolò in un abbraccio.
-Ho un sacco di cose
da
raccontarti- le soffiò Megghy in un orecchio.
-Su quale
argomento?-chiese
curiosa.
Megghy sorrise
maliziosa e
Aura capì al volo il concetto.
-Sei sempre la
solita!- rise.
La campanella che indicava
l’inizio
delle lezioni era suonata da poco più di un minuto e
nell’atrio regnava il caos
più totale.
Gente che si salutava
e
abbracciava, altra che non sapeva dove andare, alcuni che fumavano
anche se
espressamente vietato dal regolamento.
Fu presa per mano da
Megghy
che la condusse nella classe 4°a.
Salutò
tutti i suoi compagni
di cui aveva perso le tracce dopo la fine della scuola e si
accomodò al suo
banco, accanto ai suoi due amici.
La professoressa di
inglese
entrò con dieci minuti di ritardo e salutò tutti
cordialmente.
Certo adesso sorride!
Come minimo la prossima
settimana inizierà ad interrogare a raffica.
La prima ora passò
lentamente, tra racconti delle vacanze e aneddoti.
Finalmente
arrivò la
ricreazione e Aura si diresse nel bagno femminile, spinta da Megghy che
la
chiuse dentro con lei.
-Allora cosa devi
dirmi?-
chiese ironica.
-Oggi sei libera?-
trillò
Megghy saltellando.
-Credo di si-
-Perfetto! Ci vediamo
a casa
tua alle tre e mezza- e detto questo uscì dal bagno,
lasciandola sola.
Ma non potevo avere
un’amica normale?
Sbuffò ed
uscì anche lei,
ritornando in classe per sorbirsi le ultime due ore di scuola.
La campanella che segnava la
fine della giornata scolastica suonò e lei fu la prima ad
uscire, seguita
subito dopo da Alex che la affiancò.
-Ti accompagno a
casa?- le
chiese sorridendo.
Era così
carino che non gli
si poteva dire di no. Annuì impercettibilmente e si diresse
verso casa.
*
Il suono del campanello la
distrasse dai suoi pensieri e corse ad aprire la porta, trovandosi
davanti
Megghy.
Le fece segno di
entrare e
salirono le sclae, si sedettero sul letto ed Aura si voltò
pronta ad ascoltare
le mitiche avventure della sua amica.
Mitiche?
Avrà fatto sesso con un tipo di cui non sa
nemmeno il nome!
-Mi stai ascoltando?-
sventolò una mano davanti ai suoi occhi e si riprese dalle
sue riflessioni.
Chiamale riflessioni!
Hai appena detto che la tua
amica è una troia
-Io non l’ho detto-
sbottò
adirata, ricevendo un’occhiata confusa da parte
dell’amica. –Ehm, lascia
perdere, parlavo da sola- sorrise imbarazzata.
La ragazza scosse la
testa e
iniziò a raccontare.
-L’ho
conosciuto una
settimana fa-
Oddio! L’ha
fatto con uno che conosce da solo una
settimana!
-Ero
in spiaggia con le mie
cugine e l’ho visto da lontano, era bellissimo! Non
l’ho visto per alcuni
giorni e poi l’ho incontrato casualmente in un bar. Abbiamo
iniziato a chiacchierare
e ci siamo scambiati il numero- sussurrò con occhi sognanti.
-Vi siete baciati?- chiese
Aura curiosa.
-No, ma credo che non ci
rivedremo più, era qui in vacanza- rispose triste.
-Come si chiama?- chiese
appoggiando la testa sul cuscino.
-Mi sembra si chiamasse
Thomas, forse era tedesco!-
Il pomeriggio passò così tra
una chiacchiera e l’altra e si fece l’ora di
salutarsi.
*
Prima di andare a letto,
diede un’occhiata alla sua posta elettronica e dato che era
vuota, fece un
salto su msn.
“Leragazzemiadorano@hotmail.it
ti ha inviato una richiesta di amicizia”
Sorrise scuotendo la
testa e
nonostante non parlasse con sconosciuti, decise di accettarlo.
“Leragazzemiadorano
ha appena
effettuato l’accesso”
Leragazzemiadorano
scrive:
Ciao, come stai?
Aura scrive:
bene, grazie e tu?
Leragazzemiadorano
scrive:
Bene! Sai che sei
davvero
carina?
Ma che fa, ci prova?
Aura scrive:
Ehm…grazie.
Chi sei?
Leragazzemiadorano
scrive:
Non importa chi sono
io, l’importante
è che so chi sei tu.
Eh? Come fa a sapere chi
sono io?
Aura scrive:
Posso almeno sapere
come ti
chiami?
Leragazzemiadorano
scrive:
No! Tranquilla
piccola, ci
vedremo presto!
Piccola? Ci vedremo
presto? Ma chi diavolo è?
Aura
scrive:
Come fai a sapere che ci
vedremo presto?
Leragazzemiadorano scrive:
Me l’ha detto la mia sfera di
cristallo! Non vedo l’ora di vederti, spero che mi
riconoscerai.
Aura scrive:
Come farò a
riconoscerti? Non
sono mica una veggente?
Leragazzemiadorano
scrive:
Non preoccuparti,
farò in
modo di rendermi visibile ai tuoi occhi!
Questo è
pazzo!
Aura scrive:
Va bene! Adesso ti
saluto
nell’attesa di vederti.
Certo! Non dargli
false speranze, magari si fa strane
idee.
Leragazzemiadorano
scrive:
Ci vedremo prima di quanto ti
immagini! Ciao bellezza! Ps adoro la Finlandia e soprattutto le
Finlandesi.
“Leragazzemiadorano
non è in
linea”
Spense il computer e si
coricò, continuando a pensare alla conversazione avuta poco
prima.
Chi poteva essere? Ma
certo,
doveva essere per forza uno scherzo di Alex!
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Capitolo 3 *** Nuove conoscenze! ***
Ciao! Allora nella prima pagina ho inserito l'immagine della ff anche se non mi piace.
Partendo da sinistra ci sono Alex, Aura e Thomas.
Bene, spero che questo capitolo vi piaccia e vi lascio alla lettura.
Fatemi sapere cosa ne pensate u.u
Kiss Nobody Is Perfect
*
Una luce accecante la colpì in pieno viso, mugolò qualcosa tra i denti e si passò una mano sul volto, strofinandosi gli occhi.
-Muoviti pelandrona!sei in ritardo, come sempre oserei dire...dobbiamo andare a scuola-
Ricordate quel ragazzo di cui vi avevo parlato? Il mio migliore amico Alex? Beh ora non lo è più, considerando che per me il sonno è sacro!
-No ti prego! chiudi le persiane- piagnucolò, mettendo la testa fra i cuscini.
-Alzati- prese il lembo di lenzuola sopra la sua testa e lo trascinò in fondo al letto, nonostante le proteste di Aura.
-Pensi che dovrò chiamare il carro attrezzi per tirarti giù dal letto?- domandò sarcastico, rivolgendole un'occhiata eloquente.
-Ancora cinque minuti, ti prego- infilò la testa sotto il cuscino e chiuse gli occhi, sperando che il suo amico capisse il concetto.
-Allora passerò alle maniere forti-
Maniere forti? oh oh ho già paura
Sorrise impercettibilmente e chiuse gli occhi, pregustando una lunga dormita, quando si sentì prendere per le gambe.
Alex se la mise su una spalla e aiutandosi con una mano per sorreggerla, la trasportò al piano di sotto.
-Lasciami, voglio dormire- strillò, scalciando con le gambe.
-Si, ti lascio calmati!- si chinò a terra, facendola scendere.
-Ma non capisci l'italiano? Ho detto che volevo dormire!- sbuffò irritata, sedendosi a tavola.
-E tu non capisci che dobbiamo andare a scuola?- sospirò, mettendosi una mano sul viso.
Ormai conosceva Aura come le sue tasche, svegliarla contro il suo volere era un sacrilegio!
Era come svegliare un neonato, se non dorme a sufficenza diventa intrattabile e noioso, la stessa cosa si poteva dire della biondina.
La osservò di sbieco, mentre preparava il suo caffèlatte con addosso solo una canottiera e un paio di culotte.
Voltò subito lo sguardo, evitando di imbarazzarsi di fronte a lei.
Non si poteva negare che fosse una bella ragazza e lui essendo un ragazzo, non poteva negare che ci avesse fatto un pensierino un paio di volte.
Scosse la testa e osservò un punto indefinito sul soffitto.
Loro erano solo amici! Forse la vedeva diversa, ma era una cosa normale.
Insomma era un ragazzo come tutti, con gli ormoni a palla e il testosterone in abbondanza.
-A cosa stai pensando?- lo interruppe l'amica, osservandolo stranita.
-Ehm...niente-
Aura annuì poco convinta e continuò a girare il cucchiaino annoiata.
-Non credi che ormai lo zucchero si sia sciolto?- chiese ridendo.
Fece una linguaccia all’amico e accese il televisore, mentre sorseggiava il suo caffè.
-Cosa facciamo questa sera?- chiese continuando a fissare lo schermo dinnanzi a lei.
-Non lo so, pensavo di non uscire-
Aura lo fissò accigliata, curvando la testa di lato.
-Alex ti senti bene? Tu non vuoi uscire?Ma hai la febbre?- sorrise divertita e gli si avvicinò appoggiando la mano sulla sua fronte.
-No, a quanto pare non hai la febbre, quindi qual’è il problema?- picchiettò le unghie smaltate e lo fissò in attesa di una risposta.
-Non c’è nessun problema, solamente non ho voglia di uscire- sospirò alzando gli occhi al cielo.
-Uffa! Stasera mamma e papà non ci sono, se tu non esci non esco nemmeno io-
-Ma perché? Puoi benissimo uscire con Megghy-
-No…e se ci guardiamo un film qui a casa?- battè le mani per la sua geniale idea e aspettò una risposta, che non arrivò.
-Beh, mi hai sentito?- gli passò una mano davanti agli occhi.
-Ehm, si…mmh ok accetto, ma il film lo scelgo io- sorrise beffardo, anche se in cuor suo non aveva per niente voglia di stare solo con Aura.
Non fare storie, Alex! Basterà non saltarle addosso!
-Evviva, vado a prepararmi e torno- salì le scale saltellando e Alex non potè fare a meno di vedere il fondoschiena della bionda.
Si voltò frustrato e si massaggiò le palpebre per cancellare quella visione.
Come farò questa sera? Dio Alex, si vede che il sesso scarseggia ,ti fai dei pensierini persino sulla tua amica.
*
Megghy aveva telefonato ad Aura appena prima che uscisse di casa con Alex, per informarla che non sarebbe andata a scuola a causa dell’influenza.
Così ora si ritrovava a scuola seduta accanto ad un Alex piuttosto taciturno e accanto ad un banco vuoto.
Forse è meglio evitare il discorso della chat di ieri sera! Non mi sembra il momento adatto!
Il professore di matematica entrò in classe puntuale come un orologio svizzero e con un sorriso smaliante.
-Bene ragazzi, prima di iniziare la lezione, vorrei presentarvi un nuovo alunno-
Nuovo alunno? Questa mi è nuova!
-Prego entri- il professore fece segno a qualcuno di avvicinarsi.
Un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi entrò in classe spavaldo, osservandoli con riluttanza.
A quanto pare non gli piacciamo tanto!
Si osservò intorno con aria superiore e rivolse uno sguardo di disgusto al professore, che sembrò non accorgersene.
-Lui è Thomas- disse indicandolo –Mi raccomando, fatelo sentire a casa e comportatevi bene!- sorrise alla classe.
-Accomodati provvisoriamente…mmh…-
Ti prego non qui!
-…Vicino alla signorina Philips-
E te pareva?
Si incamminò velocemente verso la sua direzione e sorrise furbo, accomodandosi accanto a lei.
-Peccato sia solo provvisoriamente- le rivolse uno sguardo malizioso.
Il solito puttaniere!
-Come ti chiami, piccola?-
-Aura- Schietta. Seria.
-Carino come nome!-
-Signorina Philips?- il professore richiamò la sua attenzione –Oggi pomeriggio potrebbe far visitare la scuola al ragazzo?-
-Ma perché oggi pomeriggio e non ora?- chiese senza pelli sulla lingua.
-Dato che pensavo di darvi una ricerca da fare, pensavo di metterla in coppia con il signorino Thomas. Così oggi pomeriggio prima di fare la ricerca nella biblioteca della scuola, potrebbe mostrargli il resto.- sorrise cordiale, non accettando un no come risposta.
Maledetto!
-Certo-
Rivolse uno sguardo ad Alex, che guardava in cagnesco il nuovo arrivato.
Le ricerche le avevano sempre fatte insieme ed ora arrivava questo sconosciuto ad intromettersi.
-La ricerca si potrebbe fare in tre?- chiese speranzosa.
-Non si preoccupi signorina Philips, Alex riuscirà a fare la ricerca anche senza di lei- rispose con una nota d’ironia nella voce.
Brutto vecchio! Capisco che non sia bravissima in matematica, ma non ho fatto niente per meritarmi questo! Lo fa apposta.
-Mi dispiace Alex- sussurrò sottovoce.
-Non preoccuparti- le sorrise, accarezzandole una mano.
-Prometto che stasera guarderò qualsiasi film tu voglia vedere!-
-Anche un film horror?- rise, notando la sua espressione contrariata.
-Va bene!- si arrese.
-Ci vediamo oggi pomeriggio per studiare- calcò l’ultima parola sorridendo divertito.
Cosa lo fa ridere della parola “studiare”?
-Purtroppo- sventolò una mano per aria e se ne andò.
*
Era davanti al cancello della scuola da circa venti minuti e non c’era traccia di Thomas.
Sbuffò contrariata pensando che in quel momento poteva essere a casa con Alex a fare la ricerca.
Finalmente lo vide scendere da un’audi r8 e arrivarle incontro sorridendo.
Wow! Che macchina!
-Beh ce ne hai messo di tempo, eh?- disse acida.
-Meglio tardi che mai, forza entriamo- la prese a braccetto ed entrarono insieme dentro l’edificio.
-Hai intenzione di darmi una mano?-
Quel ragazzo la stava irritando più che mai.
Non sembrava intenzionato a fare la ricerca, contando che il suo occhio non era sui libri ma costantemente sul suo decolleté.
-Non ne ho voglia- fece spallucce.
-Io me ne vado- sbatté il libro sul tavolo e prese la sua borsa.
-Aspetta, ti accompagno a casa-
-No, vado da sola…ne ho già abbastanza di te-
Non li lasciò tempo di replicare e corse verso la porta.
-Aspetta- le urlò dietro il ragazzo –Ti offro un passaggio-
Alzò lo sguardo verso il cielo, non prometteva nulla di buono.
Cosa doveva fare? Infondo un passaggio non avrebbe ucciso nessuno, giusto?
-Va bene, accetto- sospirò rassegnata e lo seguì fino alla macchina.
-Beh allora grazie e ci vediamo- Aprì velocemente lo sportello e cercò di scendere, ma qualcosa o meglio qualcuno la bloccò.
-Come mai tanta fretta?- sorrise.
-Beh sai com’è! Dovrei finire una ricerca- si liberò dalla stretta al suo polso e scese dall’auto.
-Non mi inviti ad entrare?- rise –Non avrai mica paura che ti mangi, vero?-
Ma perché a me?
Alzò gli occhi al cielo e contò fino a dieci, evitando di sputargli addosso le prime parole che le venivano in mente.
-Invito solo le persone che voglio-
E detto ciò salì le scale di casa e si chiuse la porta alle spalle.
Il suono del campanello invase la quiete della casa, ma fece finta di non sentire e si chiuse in camera, lasciando a sua madre il compito di aprire.
-Tesoro?- trillò la donna dal piano inferiore –Hai visite!-
Visite? Alex doveva arrivare dopo cena, è un po’ in anticipo!
-Fallo salire- urlò.
La porta si aprì lentamente e apparve l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.
-Che diavolo ci fai qui? Ti avevo detto che invito solo chi voglio, ciò vuol dire che non sei il benvenuto-
Il ragazzo si guardò intorno sorridendo, iniziando a curiosare nella stanza.
-Tua madre è più simpatica di te- disse sedendosi sul letto.
-Lei non ti conosce- sputò acida.
-Ehi!- le accarezzò i capelli.
Scostò la mano dai capelli e lo guardò truce.
-Non ti sto simpatico?- sorrise beffardo e si avvicinò al suo volto.
Sentì il suo respiro caldo sfiorarle le labbra e si ritrasse imbarazzata.
-No- deglutì a fatica.
-Davvero?- le alzò il mento con le dita e la fissò negli occhi.
Nuova regola: assicurarsi chi sia l’ospite, prima di farlo salire in camera.
Annuì vigorosamente e si morse il labbro intimorita, vedendo il sorriso malizioso dipinto sul volto del ragazzo.
La spinse delicatamente sul letto e sorrise, vedendo che non opponeva resistenza.
-Ne sei davvero sicura?- le sussurrò in un orecchio.
Chiuse gli occhi, non sapendo cosa rispondere.
-Io…- un sospiro seguito da un leggero bacio sulla guancia.
-Ciao, ci vediamo domani a scuola- rise e si rialzò dal letto.
Le mandò un bacio volante e si chiuse la porta alle spalle, lasciandola sola.
Quel Thomas l’avrebbe fatta diventare matta, ne era certa ed era anche certa che fosse uno stronzo di prima categoria.
Mi ha dato solo un misero bacio sulla guancia? Stupida illusa! Credevi ti avrebbe baciato? Non potresti mai piacere ad un ragazzo del genere!
*
-Entra Alex- gli sorrise e gli fece segno di entrare.
La serata stava per iniziare!
-I miei stasera faranno tardi, quindi perché non resti a dormire qui?- chiese innocente.
Oh no! E ora cosa le dici?
-Ti prego! Non mi piace rimanere sola in casa- corrucciò le labbra.
-Ok, ma solo per questa volta-
La ragazza saltellò per il salotto e si accomodò sul divano, guardandolo in attesa.
-Perché mi guardi?-
-Beh, non inserisci il film nel lettore?- rise e lo incitò a prendere il dvd.
-Non so se ti piacerà…è “L’esorcista”- sorrise.
-No, ti prego! Non voglio- piagnucolò Aura.
-Ma ci sono io qui con te- le sorrise rassicurante e premette play.
-Vuoi che spengo?- chiese notando il viso della ragazza coperto dalle mani.
-Ehm…io- un urlo partì dal televisore ed Aura sussultò, abbracciando Alex.
-Si, spegni- annuì vigorosamente.
-Va meglio?- le accarezzò la schiena.
Lo abbracciò istintivamente, mettendosi a cavalcioni su di lui.
-Perché dovevi prendere questo film?, lo sai che mi fanno paura-
Alex rimase spiazzato dalla posizione in cui si trovavano e si guardò intorno spaesato, non sapendo dove mettere le mani.
-Scusami, ma non è colpa mia se sei una bambina timorosa-
-Io non sono una bambina timorosa- lo spinse e scese dalle sue gambe, dirigendosi in cucina.
-Ho fame e tu?-
Non tanta, non dopo la posizione in cui eravamo pochi secondi fa!
Deglutì e riprese il controllo di se stesso.
-No, grazie-
La seguì in cucina e la vide intenta a prendere un barattolo da uno scaffale, ma con una certa difficoltà.
-Hai bisogno di aiuto?- sghignazzò.
-Si, vieni qui e tirami su-
Eh? Cosa devo fare?
-Ma non puoi usare una sedia come tutte le persone normali?-
-Sei impazzito, mia madre mi uccide se metto i piedi sulle sue preziose sedie, quindi non rompere e vieni qui- non sembrava una richiesta, suonava come un ordine.
-Ok- si avvicinò il più lentamente possibile.
-Cosa stai aspettando, un messaggio divino che ti dica di tirarmi su?-
-Sei un po’ aggressiva stasera!- constatò.
-Ma è da stamattina che sei sempre sulle nuvole-
Beccato!
Sospirò e le cinse i fianchi, spingendola verso l’alto.
-Non ci arrivo- piagnucolò la ragazza.
La spinse con più forza e finalmente riuscì ad afferrare il barattolo di…nutella?
-Aura è mezzanotte e tu mangi la nutella?- scosse la testa divertito.
-Beh che c’è? –
-Niente- sorrise –Vado a prepararmi per dormire-
-Si, arrivo tra poco-
-Sempre se riuscirai ad entrare nel letto, dopo tutto quello che ti mangerai- rise e salì le scale.
Aura uscì dal bagno in reggiseno e mutande e si stese sul letto.
-Alex non vorrai mica dormire sulla poltrona?-
Veramente l’idea era quella!
-Non fare il timido! Ci conosciamo da sette anni, non ti vergogni, vero?-
-Ma se i tuoi tornano a casa e mi vedono lì con te?- indicò il letto.
-Alex quante storie! Chiudiamo la porta a chiave ok?-
-Così penseranno che abbiamo fatto chissà cosa- rise.
-Vieni?- sbatté una mano sul letto e gli fece posto.
Si alzò controvoglia dalla poltrona e si distese accanto all’amica.
Aura lo strinse a sé e appoggiò la testa sul suo petto.
-Sai Aura, io credo di considerarti più di un’amica, cioè non lo so, forse mi piaci. Nel senso che sei una bella ragazza e io sono un ragazzo quindi, se io ti dicessi che mi piaci non come amica?-
Ma perché non stai zitto Alex?
-Aura? Scusa lo so che non dovevo dirlo, probabilmente ora non vorrai più vedermi-
Nessuna risposta.
-Aura?-
Abbassò lo sguardo e la vide immersa nel mondo dei sogni.
Le spostò una ciocca di capelli dal viso e le schioccò un bacio sulla guancia.
-Buonanotte, ti voglio bene-
Non ti sbilanciare troppo eh?
-Prima o poi ti dirò la verità- le accarezzò una guancia e chiuse gli occhi, abbandonandosi alle braccia di Morfeo.
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