Every rose has its thorn

di Valentina_Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** ll senso della vita ***
Capitolo 3: *** 14 Febbraio 1985 ***
Capitolo 4: *** Una nuova vita ***
Capitolo 5: *** Caro amico ti scrivo... ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


Si erano conosciuti per caso…Lui non sapendo come sbarcare il lunario si era appostato all’ingresso di una linea della metropolitana londinese a cantare e suonare la chitarra sperando che qualcuno gli lasciasse qualche spicciolo che insieme a quelli racimolati dagli altri 4 amici sarebbero bastati almeno a comprare al fast food sotto casa (la topaia senza servizi dove vivevano) un piatto di minestra e una bottiglia di vino scadente. Lei prendeva tutte le mattine la stessa linea della metropolitana per arrivare al lavoro, allo studio dove posava come modella per dei cataloghi di abbigliamento sportivo ed era rimasta molto colpita da quel bel ragazzo con i capelli rossi lunghi fino alle spalle, i grandi occhi verde/azzurro, quel fisico così esile, la belle bianchissima…Il suo aspetto etereo era in netto contrasto con i numerosi tatuaggi sparsi su ogni parte del suo corpo e il suo abbigliamento trasandato a metà tra il metallaro ed il punk. Erin lo trovava davvero carino, di solito le piacevano i mori, ma questo ragazzo aveva un fascino così particolare…Non aveva molta dimestichezza con il sesso maschile, finora non era mai stata fidanzata e era anche molto timida, per cui inizialmente si limitava a sorridergli e lui contraccambiava. Dopo un paio di mesi, dato che lo vedeva ormai tutti i giorni, con la scusa che faceva freddo lo invitò a bere un caffè in un locale vicino e per attaccare bottone, gli chiede di dove fosse. Lui rispose che si chiamava William e che era di Layafette, Indiana, negli Usa e che con un gruppo di amici stava girando per l’Europa vivendo qua e la e arraggiandosi per dormire e mangiare come meglio poteva. Lei si presentò come Erin, disse che era irlandese e che faceva la modella per potersi pagare gli studi di letteratura inglese presso l’università di Londra, gli disse che suo padre era un cantante famoso in Eire e che probabilmente lui non l’aveva mai sentito nominare…Invece William, da grande esperto di musica, rivelò di conoscere il padre di Erin, anzi chiese alla ragazza di procurargli un autografo. Inizio così la frequentazione di Erin e William, due persone diametralmente opposte. William capì subito che Erin era ben diversa dalle ragazze che aveva frequentato finora: era molto bella, ma non conscia di esserlo, dimostrava di essere molto timida e insicura. Vestiva in modo poco appariscente, non si truccava, teneva sempre i lunghi capelli mossi sciolti, aveva un modo di fare a volte anche un po’ impacciato e William era realmente divertito da questo suo lato. Non aveva nessuna esperienza sentimentale, era ancora vergine ed era imbarazzata anche solo a farsi fare da William una carezza o a farsi dare un bacio…Per ridere gli amici di William l’avevano soprannominata “Virgin Mary” e a lui questo dava molto fastidio. Erin era dolce, ingenua e amava sinceramente William nonostante tutti le dicessero che era un ragazzo un po’ troppo “navigato” per una brava ragazza come lei…Le serate con i suoi amici finivano sempre in festini a base di alcool e sostanze, Erin non amava bere, figuriamoci farsi. Le ragazze della compagnia la schernivano per i suoi modi di fare così tranquilli, nominavano locali e posti dove lei non era mai stata…Il massimo divertimento per Erin era starsene a casa a leggere un libro, uscire a mangiare una pizza con una amica, fare shopping…Il caos e i locali rumorosi non facevano per lei, era un tipo riflessivo e introspettivo che coltivava di più l’aspetto intellettuale che quello fisico. Anche i primi approcci di tipo sessuale con William furono alquanto difficili, non era mai stata toccata da un ragazzo ed era spaventatissima…Finì per concedersi più per la paura di perderlo, che per reale convinzione e dopo averlo fatto finì per sentirsi sporca, in colpa. William era attratto fisicamente da lei, ma la vedeva più che altro come un bel giocattolino piuttosto che come la donna della propria vita, mentre lei vedeva in lui l’amore vero, sognava a occhi aperti una famiglia, dei figli. La loro storia stava prendendo una brutta piega: lui frequentava anche altre ragazze, era sempre più freddo e scostante con Erin ed era arrivato anche a maltrattarla numerose volte sia verbalmente che fisicamente anche in presenza di altri. Lei soffriva sempre di più, sua sorella e le sue amiche non sapevamo più come fare capire che William non era adatto a lei e che prima troncava la relazione, meglio sarebbe stato per tutti. Ma ben presto una notizia sconvolse Erin: dopo due mesi che frequentava William scoprì di essere incinta, era stata così stupida da fidarsi di quello che lui le diceva pur di avere un rapporto con lei, aveva utilizzato nessuna precauzione e ci era cascata in pieno. Per un paio di mesi Erin tacque a William il suo stato, poi lui capì che qualcosa non andava e nel momento in cui glielo rivelò, lui le disse immediatamente che doveva assolutamente sbarazzarsi del bambino, lui non aveva nessuna intenzione di diventare padre e poi chi gli garantiva che il figlio fosse suo? Erin era disperata, cosa avrebbe detto ai suoi genitori in Irlanda, così cattolici e puritani, come l’avrebbero presa sua sorella, le sue amiche?Perchè l’uomo che amava e per il quale aveva sconvolto la sua vita era così freddo e cinico da dirle che il bambino che aspettava non era suo sapendo bene che lei era stata solo con lui e che lo amava così tanto che mai e poi mai l’avrebbe tradito? Se da un lato l’aborto l’avrebbe liberata di questo pesante fardello, dall’altro immaginava il suo bambino, pensava a quanto sarebbe stato bello stringerlo fra le braccia, cullarlo…Un bambino tutto suo, uno dei suoi sogni da sempre…

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Capitolo 2
*** ll senso della vita ***


Da Erin e William nel lontano 1985, siamo passatiai giorni nostri, all’estate 2011.
 
William guardava sua figlia che tranquilla siedeva davanti alla tv ed era profondamente meravigliato da quanto quella ragazza fosse così somigliante nei modi di fare e negli atteggiamenti a sua madre…
Fisicamente era la fotocopia di suo padre, stessi capelli rossi, stessi occhi azzurri quasi verdi, stessa pelle bianchissima, stesse lentiggini, stesso sguardo, tatuaggi a volontà come lui, ma nell’anima era completamente diversa.
La sua anima era in pace con sé stessa, non conosceva minimamente i turbamenti interiori ed i conflitti che latevano in suo padre fin dalla più tenera età…A scuola era sempre andata abbastanza bene anche se non era mai stata la prima della classe, con gli insegnanti ed i compagni era sempre andata d’accordo, aveva poche amicizie ma buone e anche sul lavoro aveva sviluppato rapporti di amicizia.
Val (Valentina) era molto tranquilla, schiva, riservata, non amava essere al centro dell’attenzione ed era nota con i suoi amici per saper mantenere sempre anche in condizioni di forte stress il proprio self – control.
William ammirava moltissimo questo lato del suo carattere che nel corso degli anni l’aveva salvato da situazioni spiacevoli, lei cercava sempre di fargli capire le cose dalla giusta prospettiva e di mitigare la sua irruenza ed impulsività.
Ovvio che Val non fosse una santa, anche a lei piaceva bere in compagnia, fumare qualche spinello ma non era mai andata oltre i limiti consentiti, anche se un paio di volte si era messa alla guida un po’ alticcia.
Ma detto questo, Val era davvero una figlia esemplare, più che figlia era quasi una mamma per William.
Erano sempre stati insieme fin da quando lei era nata, lui le aveva fatto da padre e da madre, dato che la madre di Val, Erin, era morta dandola alla luce a causa di una grave patologia denominata CID che a volte colpisce coloro che si sottopongono ad un intervento di tipo ostetrico.
La CID a volte può essere fatale, come nel caso della povera Erin.
Erin aveva atteso quella bimba tra grosse difficoltà e non aveva nemmeno potuto vederla, non aveva nemmeno saputo se fosse maschio o femmina.
Ma Val sapeva che da qualche parte una mamma l’aveva e ogni tanto chiedeva a William di parlarle di lei, ma per lei rimaneva una figura astratta, il suo contatto con la vita reale era unicamente William.
Val aveva sempre seguito suo padre, anche quando lui preso da una passione travolgente per una bella spagnola, Stefania, aveva preso armi e bagagli e si era trasferito con sua figlia nei dintorni di Madrid al seguito della sua amata e di Daniel, il figlio di lei.
Val aveva 8 anni e non era stato facile per lei adattarsi ad un nuovo stile di vita, in un Paese del quale ignorava completamente la lingua…Inoltre, dopo soli pochi mesi il rapporto tra William e Stefania era naufragato e lei si era ritrovata di nuovo sola con suo padre.
Ma si era ben adattata ai cambiamenti ed ora era una spagnola a tutti gli effetti.
Un altro colpo per Val era stato quando suo padre aveva rotto l’amicizia con Saul, un caro amico inglese che conosceva da quando erano ragazzi…Erano andati in Spagna insieme alle loro due ragazze (anche la ragazza di Saul, Renata, era spagnola) ma dopo pochi anni a causa di alcune incomprensioni e del carattere impossibile di William avevano rotto la loro amicizia.
Val era tristissima per questo fatto, era legata a Saul e pensare che lui e la sua compagna di allora l’avevano tenuta 1 mese quando suo padre si era recato negli Usa per assistere al funerale di sua madre Sharon.
Nel lontano 1996 aveva preferito non portare con sé Val, lei era ancora troppo piccola e forse era meglio non vedesse e sapesse alcuni particolari sulla vita famigliare di William da ragazzo.
Solo anni dopo le aveva raccontato tutto, delle violenze e degli abusi fisici e sessuali subiti, del rapporto conflittuale con sua madre e questo l’aveva fatta soffrire profondamente, per lui William oltre ad essere un padre, era un amico, un confidente e lei finiva per giustificarlo nelle sue scelte, forse senza conoscere il lato “oscuro” di suo padre che anni prima aveva inflitto prodonda sofferenza a sua madre, colpevole solo di amare quello strano ragazzo con i lunghi capelli rossi.
Solo con Val William non era mai stato violento, non gli passava neppure per la mente di toccare sua figlia, anche se a volte per motivi futili le faceva scenate.
Val era l’unica persona per la quale lui avesse mai provato un amore incondizionato e più volte aveva ribadito che se non fosse stato per lei, si sarebbe senz’altro tolto la vita molti anni prima.
Gli sarebbe piaciuto avere altri figli, ma il rapporto con l’altra donna importante della sua vita, Stefania, era miserabilmente naufragato e così era rimasto solo con la sua unica figlia, una figlia arrivata e concepita per caso in un’epoca in cui la sua vita era tutta concentrata su sballi e sesso, altro che bambini.
Ma ce l’aveva fatta, l’aveva cresciuta e lei era lì bella e sana in tutto il suo splendore…Si ricordava ancora di averla portata a casa dall’ospedale, in quella vecchia topaia senza servizi dove abitavano in 5…Non era certo la casa adatta ad un neonato e lui non aveva nulla per accudirla, se non dei vecchi abitini e altri articoli usati che delle infermiere caritatevoli che gli avevano donato.
Per poterla accudire si era trovato un lavoro come guardiano notturno e la notte si portava al lavoro la sua Val, lei nel suo cestino sotto la postazione che occupava dormiva beatamente.
Fortunatamente era una bimba molto tranquilla che mangiava e dormiva, facile da gestire…I suoi compagni inzialmente non ne volevano sapere di vivere insieme ad un neonato, ma poi era finiti per affezionarsi alla piccola, in particolar modo Saul.
William a volte sbarellava e gridava contro la piccola se piangeva, così i suoi compagni intervenivano per farlo smettere, ma nella maggior parte dei casi guai a chi si avvicinava senza il suo consenso alla sua bambina, chissà mai che quella manica di tossici come li definiva lui facessero qualcosa alla sua piccola.
William amava tantissimo sua figlia, ma la sua inquietudine, il suo male di vivere erano sempre in agguato…Una sera di agosto del 1987 quando Val aveva circa due anni e mezzo, William era particolarmente nervoso, inquieto, tanto da ingurgitarsi un flacone intiero di Valium e finire in coma.
Saul e la sua fidanzata di allora, Randy, si erano occupati della piccola e al risveglio di William, Tom, un suo amico morto un paio di mesi dopo di overdose, l’aveva ammonito ricordandogli l’esistenza della sua piccola.
William voleva tutto tranne che far soffrire sua figlia, temeva a volte di finire come il suo padre ed il suo patrigno, ma invece con lei era dolce, affettuoso, comprensivo…I suoi colpi di testa avevano influenzato la vita di Val, ma lei era sempre con lui, dolce, disponibile, amorevole…
Un angelo, la sua ancora di salvezza.
“Le devo la vita, è l’unica cosa bella che abbia mai fatto in tutta la mia vita…menomale che Erin non ha abortito, grazie a Dio questa bambina è nata ed è stata la cosa più bella che mi potesse accadere in questa merda di vita…” pensava tra sé e sé William osservando Val….
 
To be continued

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Capitolo 3
*** 14 Febbraio 1985 ***


Erin si era proprio rotta le scatole della tirannia di Bill (William) e delle sue angherie e decise che era il momento di agire secondo il suo istinto.
Gli rispose convinta che avrebbe avuto quel bambino con o senza di lui, all’inizio aveva acconsentito ad abortire, ma per lei questo sarebbe stato andare contro le sue convinzioni morali e religiose ed era troppo.
Per lui si era già messa contro la propria famiglia, le proprie amicizie, aveva già dato troppo.
Non avrebbe rinunciato ad una cosa bella come un figlio solo perché il padre della sua creatura era uno psicotico sballato e drogato, assolutamente no.
Dato che la propria famiglia le aveva voltato le spalle e che a causa della gravidanza era impossibilitata a lavorare, Erin decise di lasciare Londra e di trasferirsi nella più tranquilla Watford da Patty, una cara amica dell’università che aveva preso a cuore la sua situazione e la voleva aiutare.
Erin orgogliosa come era, non accettava di fare l’ospite da Patty e cercava in tutti i modi di rendersi utile, ma questo diveniva per lei sempre più difficile, non stava affatto bene, la gravidanza era più difficile del previsto, aveva già avuto delle perdite e il dottore le aveva consigliato di stare a riposo il più possibile.
Inoltre, Bill dopo un paio di mesi aveva scoperto dove si era rifugiata e non smetteva di tormentarla telefonicamente, inizialmente cercando di convincerla ad abortire e poi, capendo che lei era irremovibile, dicendole che era pentito per averla trattata in malo modo e che voleva tornare con lei.
Alla fine Erin, innamoratissima di lui e troppo stupida, decise di perdonarlo ed acconsentì a andare a vivere con lui in uno squallido appartamentino di Watford tutto spifferi e umido.
Patty non la prese bene, Erin aveva bisogno di un ambiente confortevole e sereno dove portare a termine la sua già compromessa gravidanza, ma l’amore è cieco e nel giro di due mesi Erin e Bill andarono a vivere insieme.
Furono dei mesi di inferno per Erin, lei faceva fatica a occuparsi della casa nelle condizioni in cui era e lui la rimproverava continuamente, la giornata di Erin era scandita da liti furiose con Bill e dalle continue vessazioni fisiche e psicologiche che subiva da parte sua.
Bill con i lavoretti saltuari che faceva riusciva malapena a raccimolare qualcosa per un pranzo ed una cena e finiva spesso che spendesse tutti i suoi magri risparmi in alcool o sostanze.
Dal canto suo, Erin era preoccupata per la mancanza di denaro e per il fatto che tra 4 mesi suo figlio/a sarebbe venuto al mondo ed ad aspettarlo non c’era nulla di bello, solo una squallida casa, un padre sempre ubriaco e violento.
Lei e Bill erano talmente poveri che non avevano nemmeno i soldi necessari per comprare il corredo per il bambino, Erin era tormentata da questo pensiero e a volte credeva che l’adozione sarebbe stata l’unica soluzione possibile…ma quel bambino era suo, come avrebbe fatto a vivere senza una parte di se stessa?
Bill sembrava ignorare la pancia di Erin che cresceva sempre più e negli ultimi mesi non lavorava nemmeno più, quindi Erin era stata costretta a andare a lavorare in un pub come barista.
Stare tutto il giorno in piedi di certo non le giovava, invece di pensare felice alla imminente nascita del suo bambino, al nome che avrebbe potuto dargli/le, agli acquisti per lui o lei, era tormentata da mille pensieri e doveva lottare e faticare per sopravvivere giorno dopo giorno.
Alla lunga tutto questo si fece sentire: all’alba del settimo mese e mezzo di gravidanza, la notte del 13 Febbraio 1985, Erin ebbe le avvisaglie di un parto prematuro.
Bill era ubriaco come al solito e nemmeno si rendeva conto di quello che stava accadendo, così Erin chiamò la sua amica Patty per farsi portare all’ospedale di Watford.
Il bambino era sofferente, troppo piccolo e debole per riuscire a nascere da solo, così i medici decisero di praticare a Erin un taglio cesareo d’urgenza.
Dall’anestesia per il taglio cesareo Erin non si risveglio mai più, dopo aver partorito una bimba piccolissima, di neanche 2Kg di peso e lunga 42 cm con vari problemi a livello cardiaco e respiratorio, subentrò in lei una grave patologia denominata CID (coagulazione intravasale diffusa), una fortissima emorragia che la portò prima al coma e dopo alla morte.
I medici fecero il possibile per salvarla, ma non riuscirono e alle 06.00 del 15 Febbraio 1985 dopo aver partorito da poco più di 24 ore, Erin cessò di vivere.
Un’orrenda morte per una ragazza di neanche 20 anni, dotata di una bellezza e di una dolcezza non comuni.
Bill giunse all’ospedale quando Erin era già sotto i ferri per il taglio cesareo, alle prime luci dell’alba del 14 Febbraio 1985 Valentina (Val) Rose vide la luce.
Erin era in coma e suo padre non sapeva cosa ne avrebbe fatto della piccola.
Per lei i suoi genitori non avevano nemmeno deciso il nome, Valentina fu suggerito da un’infermiera che si ricordò che il 14 Febbraio era San Valentino appunto.
Suo padre inizialmente voleva darla in adozione e sembrava non preoccuparsi della sorte della figlia, tanto che aspettò tre giorni prima di firmare i moduli per il riconoscimento della figlia.
La madre non fu neppure citata sul certificato di nascita della bambina, era morta senza neppure poterne effettuare il riconoscimento.
In questo modo alquanto mesto vide la sua venuta al mondo la nostra Val…Per chi è credente, il corpo muore, ma l’anima no e probabilmente Erin era lassù da qualche parte a vegliare sulla sua Valentina.
Quella piccola bimba con gli stessi colori e tratti somatici del padre che non si capiva bene perché fosse venuta al mondo probabilmente aveva una qualche missione da compiere nella propria vita…Come si suol dire “non c’è foglia che Dio non voglia”…

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Capitolo 4
*** Una nuova vita ***


Stefania, Stefania, Stefania…Nella sua mente c’era posto solo per lei. L’aveva conosciuta una sera a casa di amici comuni e ne era rimasto folgorato. Era bella, alta, con lunghi capelli lisci castani e profondi occhi marroni, un fisico asciutto e tonico nonostante avesse avuto da solo un anno un bambino. Era in Inghilterra da circa due anni, lavorava come baby sitter e domestica presso alcune famiglie e aveva rotto da poco un legame importante con quello che era il padre di Daniel, il suo bambino di 11 mesi. Bill non si sentiva così colpito da una bella donna da…più o meno 7 anni, ma quella era un’altra storia che lui voleva dimenticare. La serata in compagnia di Stefania era stata piacevole, per una volta avevano lasciato a casa i rispettivi figli e si erano concessi un po’ di tempo solo per loro. Stefania era una ragazza molto sicura di sé e determinata: nonostante il parere contrario dei propri genitori aveva lasciato il suo paesino vicino a Madrid e aveva iniziato a lavorare in Inghilterra come ragazza alla pari presso una famiglia, aveva migliorato grazie a questa esperienza il suo inglese, anche se l’accento spagnolo rimaneva molto marcato. Poi aveva conosciuto un inglese, un uomo sposato che le aveva promesso di lasciare la famiglia per lei, e poco dopo era rimasta incinta e la solita fine: lui che la lascia e lei che tiene il bambino diventando così una ragazza madre. Oltre a essere una bellissima ragazza era anche intelligente, sveglia, con lei si potevano spaziare diversi argomenti e aveva sempre la risposta pronta, era ironica, divertente…Gli erano sempre piaciute le donne che gli sapevano tener testa, che sapevano il fatto loro… Bill era dell’opinione che due persone per poter andare d’accordo dovessero essere simili, non credeva nella teoria degli opposti che si attraggono e Stefania sembrava essere proprio il suo alter ego femminile. Solo una volta aveva fatto la cazzata di innamorarsi di una ragazza completamente diversa da lui, oddio innamorarsi era una parolona…Aveva 22 anni quando l’aveva conosciuta e più che altro era rimasto colpito da lei per i suoi occhioni blu e lunghi capelli castani…Caratterialmente non si azzeccavano per niente. Poi questa aveva avuto la brillante idea di andarsene lasciandogli un bel ricordino…Se sua figlia gli avesse mai chiesto di sua madre…cosa le avrebbe risposto?Che lei era stata l’amore della sua vita?No, non era da lui essere ipocrita: le avrebbe detto la verità, l’aveva amata come un ragazzo di 22 anni può amare una bella ragazza…Di certo non pensava a lei come alla storia della sua vita, ai tempi non gli passava neppure per l’anticamera del cervello… Gli piaceva, aveva provato per lei un sentimento, ma punto e basta…se non fosse stato per Valentina, probabilmente si sarebbe già scordato di lei…Anche se teneva ancora una sua foto nel portafogli, ogni tanto sua figlia voleva vedere sua madre. Stefania invece era l’emblema della donna ideale…Si erano messi insieme da sole tre settimane e lui già fantasticava: una bella casa dove allevare i loro due figli e quelli che avrebbero avuto insieme…Daniel era un bambino dolcissimo e poi la sua Val bene si sarebbe adattata ai cambiamenti. Aveva solo 6 anni, ma aveva già cambiato casa tre volte, aveva vissuto fino ai 5 anni con il padre e i suoi amici, poi loro due da soli e ora questa nuova avventura a 4…Lei non diceva mai nulla, non si lamentava mai, seguiva suo padre e basta. Era abituata alle stranezze del padre e una figura femminile nella sua vita non avrebbe potuto che fare bene. Bill e Stefania erano attratti l’un l’altra come il fuoco attira l’acqua che vuole spegnerlo, lei era una delle donne più sensuali che avesse mai conosciuto…Si vedeva che aveva sangue caliente nelle vene. Era una donna estremamente attraente, quando altri uomini la squadravano con quegli occhi misti di passione e libidine, Bill perdeva le staffe…Stef era sua e solo sua. Dopo l’iniziale “magia” la coppia aveva iniziato a discutere, due caratteri troppo accesi finiscono per litigare e Stef non era una di sicuro che le cose le mandava a dire. Litigavano anche di fronte ai bambini, Val a 6 anni era abituata alle sfuriate del padre e ormai non ci faceva più caso, mentre Daniel, dal canto suo, era ancora troppo piccolo e le urla dei due lo facevano piangere…Bill odiava vedere il piccolino piangere, si stava affezionando a lui e voleva fosse sereno. Per il figlio della sua nuova compagna, Bill stava mettendo anche in disparte sua figlia, passava i we a portare in giro il piccolo della sua nuova compagna e a creare situazioni adatte ad un bambino di 11 mesi…Val di anni ne aveva 6 e dopo aver giocato con lui si annoiava…Così lei finiva per passare le sue giornate a casa di Saul, l’amico di suo padre, e della sua compagnia Renata. Loro di figli non ne avevano ancora, ma a Renata piacevano molto i bambini e Saul era legatissimo a Val, così si divertivano a portarla a spasso e ad allenarsi a fare i genitori. Val era una bambina bravissima, paziente, Saul spesso la guardava e restava quasi impietrito davanti allo sguardo di quella bambina: stesso sguardo penetrante del padre, stessi occhi che incutevano quasi timore…aveva 6 anni ma ragionava e si comportava come fosse un’adulta. A volte pensava al destino di quella povera creatura sfortunata ancora prima di nascere…Non aveva chiesto di venire al mondo e lui si augurava con tutto il cuore che fosse felice, come ogni altro bambino di 6 anni. A Stef poi, diciamo la verità, non è che di Val importasse molto, era concentrata sul suo nuovo amore e su suo figlio e se lei non c’era si sentiva anche meglio, meno da fare…Che ci fosse o no, era lo stesso, tanto quella strana bimba dai capelli rossi non dava alcun problema, quindi la sua presenza era insignificante agli occhi di Stef. Le rare volte che Val reclamava le attenzioni di suo padre, finiva per essere sgridata e trattata in malo modo da lui che la additava come una bambina viziata e capricciosa, una volta in preda ad una delle sue soliti crisi le aveva pure gridato che se non fosse nata, sarebbe stato meglio. La storia andò avanti così per due anni, tra liti e sfuriate e clamorose riappacificazioni la storia tra Bill e Stef andò avanti, finchè lei non decise un bel giorno di tornare a Madrid. Era rimasta influenzata dalla ragazza di Saul, Renata, spagnola come lei che aveva deciso di rientrare nel suo paese natale per assistere la madre malata, Saul l’aveva seguita e presa da nostalgia di casa oppure da un’altra delle sue stranezze aveva deciso di tornarci anche lei. Bill pur di seguirla aveva lasciato tutto (oddio non che avesse molto in Inghilterra!), lavoro, casa e portandosi dietro la sua figlioletta di 8 anni si era trasferito nel Dicembre del 1992 nei dintorni di Madrid. Val era stata iscritta in una scuola della zona, non sapeva una parola di spagnolo ed era abituata agli usi e costumi dell’Inghilterra, ma che importava a suo padre?Fu premura delle maestre aiutarla a imparare lo spagnolo e aiutarla a inserirsi in una classe già formata e a anno scolastico già iniziato. Nel Febbraio del 1993, Stef e Bill decidono di sposarsi, ma dopo solo tre settimane lei esasperata dalle continue liti, lo lascia. Lui cade nella disperazione più totale, perde il lavoro, si trascura sotto ogni punto di vista e si dimentica di avere una bambina… Ancora una volta Saul e Renata intervengono, lui cerca di consolare Bill e lei si occupa della bambina e delle sue necessità. Bill vuole tornare in Inghilterra, poi ci ripensa e vuole restare in Spagna, chissà mai che Stef cambi idea e torni con lui. Intanto i mesi passano e anche gli anni…Stef non torna indietro sulle proprie decisioni, anzi dopo qualche mese addirittura si sposa con un imprenditore del luogo e mette al mondo altri 3 figli. E Bill…Dopo aver passato un po’ di anni a girovagare qua e là con lavoretti vari, nel 1999 si trasferisce definitivamente a San Fernando de Henares, trova lavoro in una grande fabbrica che produce componenti per pc e continua la sua vita con sua figlia….Ha qualche storiella di poca importanza, Stef è lontana anni luce ma lui ci pensa ancora. Bill ha litigato con l’ex migliore amico Saul, l’ha bandito per ragioni futili dalla vita sua e di sua figlia, senza ricordare quello che l’amico ha fatto per lui. La mente di Bill non è completamente ottenebrata, ha mandato a p………….e molte cose nella propria vita, come i rapporti con la propria famiglia d’origine, che dalla morte di sua madre nel 1996 sente sporadicamente, i rapporti con i propri amici, che a parte uno, hanno fatto comunella con Saul ed hanno appoggiato la sua causa di non rivedere più l’amico ingrato, ma ha capito di aver tremendamente sbagliato molte volte con sua figlia ed ora vuole recuperare. Non è sempre stato un padre presente, è stato parecchio egoista, non sempre l’ha ascoltata e capita, l’ha trascurata nella fase più nera della sua vita, l’ha sgridata molte volte per nulla, ma sta cercando di fare del suo meglio per migliorare. Val ha patito parecchio per il distacco da Saul, non l’ha visto per ben 12 anni ed ha saputo da vie traverse che lui e Renata si erano lasciati per il fatto che Renata volesse dei figli e lui invece non si sentisse ancora pronto. Sempre per vie traverse ha saputo che lui si è sposato con una cubana di nome Perla, parecchio più giovane di lui, e che insieme hanno avuto due bambini. Lei e Saul si sono rincontrati 12 anni dopo per caso, quasi come un segno del destino e si sono raccontanti parecchie cose…lui ormai un uomo adulto, padre di famiglia, e lei 23 enne ormai…Ma sempre con lo stesso sguardo di quella bimba di 6 anni che lui aveva tanto amato… Ma questa è un’altra storia… Ragazzi, la mia mente malata sta partorendo una storia un pò stramba che spero però vi piaccia...Mi è sempre piaciuta l'idea di un Axl in versione padre, lui sta facendo del suo meglio per crescere sua figlia, ma il suo passato ed il suo temperamento gli stanno creando notevoli difficoltà...Sto leggendo delle ff sui Guns meravigliose, con personaggi così ben descritti e interessanti da sembrare situazioni vere...Spero di essere all'altezza anch'io, attendo con ansia i vostri pareri...Recensite, vi aspetto!!!!

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Capitolo 5
*** Caro amico ti scrivo... ***


Solitamente Val era una ragazza timida, non le piaceva fermare le persone per la strada, ma quel pomeriggio di Agosto il suo istinto le diceva che avrebbe dovuto farlo.
Erano circa le 15 del pomeriggio e Val era andata in un centro commerciale a Madrid con la sua amica Vanessa a prendere un po’ di fresco…Un pomeriggio come tanti altri, fatto di confessioni tra le due amiche, scherzi, compere e anche un po’ di noia.
Suo padre era al lavoro, smontava alle 22 e Val avrebbe dovuto andarlo a prendere, con un’auto sola si dovevano sempre destreggiare tra gli impegni dell’uno e dell’altra.
Val era seduta con Vanessa al tavolino di un bar a bere un caffè, quando qualcosa attirò la sua attenzione…un uomo in compagnia di due bambini che avranno avuto 6 o 7 anni li stava facendo giocare sulle giostre.
Nulla di strano, se non fosse che lei quell’uomo l’avrebbe riconosciuto tra un milione…Folti capelli ricci, cappello in testa, sigaretta in bocca e fisico scolpito.
Era Saul, l’amico di suo padre che negli anni più difficili della sua infanzia le aveva fatto da amico, da secondo padre, da compagno di giochi…L’avrebbe voluto chiamare, corrergli incontro, ma qualcosa la frenava…L’ira di sua padre se avesse saputo che stava per contattare il suo acerrimo nemico, una sorta di timidezza, la paura di essere rifiutata o che lui facesse finta di non riconoscerla…Mille dubbi arrovellavano la mente di Val, ma prima che potesse decidere, Vanessa si era accorta che l’amica era immersa nei suoi pensieri ed aveva capito che stava fissando quello strano individuo.
Scherzosamente le ribadì che era sposato e troppo vecchio per lei, Val era troppo agitata per rispondere alle provocazioni della sua amica e in breve come un fiume in piena raccontò all’amica tutta la storia riguardo Saul e l’amicizia interrotta tra lui e suo padre.
Vanessa sapeva già qualoosa, non era la prima volta che Val le esprimeva la sua volontà prima o poi di andarlo a cercare e Bill aveva parlato della faccenda a Elisabeth, sua madre.
Beta (Beth) aveva cercato invano di far ragionare Bill e farlo tornare sui propri passi con l’amico, ma la parola “ragionare” era un vocabolo a lui sconosciuto.
Vanessa prese per un braccio Val e la trascinò da Saul…Con fare deciso disse all’uomo che la sua amica aveva qualcosa di importante da dirgli.
Saul all’inizio non capì cosa volessero quelle due strambe ragazzine da lui, ma non appena vide Val la riconobbe…quel volto era inconfondibile.
Era un po’ preoccupato: l’ultima volta che l’aveva vista lei era una undicenne, se la ricordava come una bambina molto tranquilla e dolce, ma erano passati tanti anni e si chiedeva se non si fosse trasformata in una piccola tiranna come il padre, magari l’aveva fermato solo per dirgli come osava presentarsi nello stesso centro commerciale dove era andata lei…Bill ne sarebbe stato capacissimo.
I dubbi si sciolsero quando vide che la ragazza aveva accennato un debole sorriso e sembrava piuttosto imbarazzata….Tentava di dire qualcosa, ma la voce le mancava…Alla fine chiese se si ricordasse di lei.
Saul le sorrise e rispose di si, che in tutti quelli anni non l’aveva mai dimenticata, che spesso l’aveva pensata e che avrebbe tanto voluto contattarla, ma sapeva che suo padre non avrebbe mai permesso dei contatti tra i due.
Anzi, pensava che fossero tornati in Inghilterra, ma poi una conoscenza comune gli aveva rivelato che erano rimasti nei dintorni di Madrid.
Val gli spiegò brevemente della loro vita attuale, di dove lavorava il padre, del suo lavoro come impiegata, gli presentò Vanessa,….Saul a sua volta presentà a lei Leonardo e Antonio i suoi bambini di 8 e 6 anni, somigliantissimi al padre e si rammaricò che sua moglie Perla non fosse con loro, sarebbe stata sicuramente felice di conoscerla.
Saul guardava la ragazza e notava che era sempre più somigliante a suo padre: era una versione femminile di lui alla medesima età, 25 anni,
Capelli della stessa lunghezza e colore, stesso colore di occhi, stessa pelle bianchissima quasi diafana, stesso modo di guardare le persone mentre parlavano, stesso modo di gesticolare con gli oggetti, come Bill anche gli occhi di Val ti penetravano nel profondo nel momento in cui affrontavi qualche argomento di cui lei non voleva parlare.
Inoltre, a differenza di Vanessa che indossava un abitino corto e un paio di sandaletti molto carini e femminili, Val indossava una maglia lunga con un disegno della bandiera americana, dei jeans stracciati, camperos e aveva le braccia riempite di tatuaggi e braccialettini di ogni sorta.
Si sentiva come tornato indietro di 20 anni e quella ragazza gli incuteva anche se senza motivo una certa sorta di timore.
Parlarono per un paio di ore, con il sottofondo dei bambini che si stavano annoiando a sentire il parlare e quella strana sconosciuta che continuavano a parlare e di Vanessa, che doveva ancora andare in profumeria e chiedeva all’amica di accompagnarla.
Alla fine, si salutarano con un caloroso abbraccio, si scambiarono i rispettivi numeri di telefono che Val codificò nel suo cellulare sotto un nome fittizio e si promisero reciprocamente di tenersi in contatto, in fin della fiera abitavano a soli 20Km di distanza.
Saul lasciò la ragazza dicendo che lui era sempre pronto a un confronto con suo padre, che dopo tanti anni e la nascita di due figli aveva messo da parte ogni rancore e che tutto si poteva sistemare.
Val disse a Vanessa di non proferire parola con suo padre di quell’incontro ben sapendo che Vanessa aveva la lingua lunga e le chiese, dato che sapeva già che avrebbe spifferato tutto a sua madre, loro vicina di casa nonché grande amica di Bill, di mantenere il segreto almeno per il momento.
Se solo Bill avesse saputo del suo incontro con Saul non solo le avrebbe fatto una testa così su quello che l’amico aveva detto e fatto 20 anni or sono, ma probabilmente le avrebbe anche proibito di prendere la macchina in sua assenza e l’avrebbe interrogata ogni volta che usciva…Non che Bill le aveva mai impedito di uscire a divertirsi, ma già sapeva cosa l’aspettava in quel frangente…Cosa assolutamente da evitare per la sanità mentale sua, di suo padre e anche di Vanessa.
Ma nello stesso tempo non era disposta a lasciar andare di nuovo quell’amicizia appena ritrovata, la vita era sua e era adulta abbastanza per decidere cosa fare.
 

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