Harry Potter e la gara di ballo

di FatinaInnamorata
(/viewuser.php?uid=106967)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Normalità (?) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Stranezze ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Normalità (?) ***


Capitolo 1

Normalità (?)

 

Harry James Potter stava tranquillamente seduto sul suo letto, nella stanza più piccola del numero 4 di Privet Drive. Erano le sette del mattino del 31 luglio, Harry aveva compiuto quattordici anni da appena sette ore e già uno sbanderno di gufi andavano e venivano dalla finestra della stanza, carichi di lettere di auguri, torte, libri che mordono e presagi di morte.
Harry stava leggendo una lettera piuttosto minacciosa da parte del più grande mago oscuro di tutti i tempi: Tom Orvoloson Riddle, alias Lord Voldemort.
La lettera era piuttosto breve e coincisa:
 
Carissimo Harry,
sto dettando a Codaliscia quello che deve scrivere, quindi non prendertela se la calligrafia è piuttosto mediocre.
Ma veniamo a noi, oggi, 31 luglio, tu, Harry, compi gli anni. Ora, non mi importa se ne compi quattordici, quarantadue o centoventicinquemila, quel che importa è che io ti ucciderò!
Tanti avada, con affetto,
Zio Voldie
 
 
Harry accartocciò incredulo la lettera e fece per buttarla nel cestino, quando un gufo stridente entrò dalla finestra e lo beccò con furia. Harry prese la lettere e mandò via a calci il gufo, aiutato da Edvige. La lettera era di Piton.
 
Odiatissimo Potter,
sto dettando a Codaliscia quello che deve scrivere, quindi non prendertela se la calligrafia è piuttosto mediocre.
Ma veniamo a noi, per il tuo compleanno ti auguro con tutto il cuore di morire avvelenato, o, in alternativa, schiacciato sotto l’espresso per Hogwarts.
Allego questi pasticcini assassini, gustateli e danne uno anche al tuo amico Weasley da parte mia.
Piton
PS: Il fatto che io abbia fatto scrivere la lettera a Codaliscia non fa di me un mangiamorte. Spero che questo sia chiaro a tutti.
PPS: Sei identico a tuo padre, orgoglioso e pieno di sé. Farai la sua stessa fine, ucciso dal mio padrone, l’Oscuro signore.
PPPS: Quanto detto sopra non fa di me un mangiamorte.
 
Harry sgranò gli occhi e scoppiò in un’infida risata. Si sbarazzò della lettera e dei pasticcini, ma poi ci ripensò e li mise nel baule di Hogwarts, con l’intenzione di darne uno a Draco.
Prese le lettere dei suoi amici: ce n’era una da Ron, una da Hermione, una da Ginny, una da Fred e George, una da Hagrid, una da Silente, una da Neville e una da Luna.
“Strano, ne manca una da...”
Le riflessioni intense di Harry furono interrotte da un sonoro schiocco come di frusta e dall’apparizione di uno strano essere con grandi occhi a palla e uno straccio legato in vita.
-Dobby!- esclamò Harry. –Che ci fai qui?-
-Dobby è venuto per fare gli auguri al suo amico Harry Potter, signore!- disse l’elfo, con i grossi occhi luccicanti posati sul viso di Harry. Gli porse un pacchetto piuttosto schiacciato e puzzolente.
-G-grazie Dobby, non dovevi!- disse Harry scartando il pacchetto, che si rivelò contenere un paio di calzini, senza dubbio usati.
-Sono i calzini preferiti di Dobby, Harry Potter. Dobby ha cercato di lavarli, ma Dobby aveva finito il detersivo…- balbettò.
Subito si scagliò contro lo stipite della finestra e iniziò a prenderlo a testate. Dopo averlo salvato e tranquillizzato, Harry lo salutò e Dobby scomparve.
Piuttosto confuso, Harry gettò i calzini nel baule e scese per la colazione.
 
 
 
In cucina trovò zia Petunia che rivoltava furiosamente le frittelle, zio Vernon che leggeva il giornale borbottando cose riguardanti la crisi di dimensioni gargantuesche, e Dudley, il suo grassoccio e maialesco cugino, che si ingozzava come sempre. Harry si sedette in silenzio e zia Petunia gli sbatté un’unica frittella carbonizzata nel piatto. Harry la ingurgitò senza lamentele.
Fece per tornare di sopra a ingozzarsi segretamente di torta, quella mandata dalla signora Weasley, ma un grosso tonfo lo distolse dalla sua idea. Si accorse che un gufo cercava disperatamente di entrare dalla finestra chiusa.
-Ah, questi gufi! Quanto starebbero bene cucinati in crosta!- esclamò zio Vernon furente.
Harry si precipitò ad aprire la finestra e prese il gufo stordito. Portava la solita lettera di Hogwarts con l’elenco di libri da comprare. Harry portò il gufo nella gabbia di Edvige, che strillò parecchio e si ribellò, ma alla fine si accontentò di appollaiarsi sulla spalliera del letto. Harry alzò un’asse dal parquet e ne estrasse la famigerata torta.
 
 
 
Il resto dell’estate trascorse lento e inesorabile ed Harry si ritrovò a desiderare con tutto il cuore la compagnia di Piton.
Cercando di scacciare l’idea, disgustato, arrivò indenne alla partenza per Hogwarts, il primo settembre.
Alla stazione di King’s Cross caricò tutti i suoi averi su un carrello e attraversò la barriera del vagone numero nove. In un attimo si trovò davanti all’espresso per Hogwarts, il grosso treno scarlatto che lo avrebbe portato a scuola.
All’improvviso gli comparve davanti una folta chioma di capelli crespi, che lo abbracciò forte.
-Ehi, Hermione!- disse lui, ricambiando l’abbraccio.
-Ciao Harry! Hai passato una bella estate?-
-Si fa come si può, sai, con la famiglia che mi ritrovo…-
-Ti è piaciuto il mio regalo?-
-Se mi è piaciuto? Hermione, è un libro meraviglioso! Non avrei mai creduto che un libro potesse piacermi.- rispose il moretto, riferendosi al libro “Il quidditch attraverso i secoli”. –A proposito, sai dov’è Ron?-
-E’ laggiù, guarda!-
Harry gettò un’occhiata nella direzione indicata da Hermione e subito intravide una chioma rosso fuoco venire verso di lui, anzi, due chiome rosso fuoco. Erano Ron e Ginny. Si abbracciarono, felici di rivedersi.
-Ehi, Harry! Sei cresciuto, quest’estate.- disse Ginny, che, al contrario dell’anno precedente, ora guardava Harry dal basso.
Harry sorrise e si scompigliò i capelli, cosa che provocò non pochi sospiri e grida soffocate da un gruppo di ragazze del terzo anno poco distanti. Harry alzò gli occhi al cielo, ma Hermione si intromise.
-Non guardarle così, Harry, se vuoi il mio parere non sei mai stato così attraente... Non che tu mi piaccia, certo che no, ma sono pur sempre una ragazza e noto certi particolari.- si affrettò ad aggiungere.
-Va bene, ma non sono molto propenso a farmi inseguire da una folla di sospiri ogni volta che mi muovo o che faccio così.- disse Harry facendo il gesto di scompigliarsi i capelli. Un’ondata di gridolini lo investì. Atterrito si lasciò trascinare sul treno da Ron.
-Ehi, rubacuori, va bene questo scompartimento?- chiese l’amico.
Harry entrò con la testa per controllare, e scorse un gruppo di ragazze urlanti che aveva appeso una sua foto al finestrino. Si affrettò a ritirare la testa e guardò male Ron, che sghignazzò. Quando ebbero trovato uno scompartimento vuoto Harry si lasciò cadere sul sedile, preoccupato che quelle ragazze fossero riuscite a scattargli una foto chissà dove e quando senza che lui se ne accorgesse.
Una domanda di Ron lo distolse dai suoi pensieri.
-Harry, chi credi che possa essere il nuovo insegnante di Difesa? Sai, Raptor è morto, Allock è ancora al San Mungo, Lupin ha dato le dimissioni…- Ron contò sulle dita.
-Non saprei, forse un Auror?-
-Potrebbe.- intervenne Ginny.
-Già, potrebbe.- disse una voce.
Harry alzò lo sguardo e vide Fred e George che si facevano posto ai due lati di Hermione.
-Ma volete il nostro parere?- domandò George.
-Secondo noi sarà un vampiro!- completò Fred.
-Bleah!- esclamò Ginny.
-Non dite sciocchezze, no che non sarà un vampiro!- intervenne Hermione –Piuttosto, non avete letto la lettera di Hogwarts?-
-No.- dissero all’unisono Harry, Ron, Fred e George.
-Io sì.- disse Ginny.
-Beh, alla lettera era allegato un post scriptum che diceva che a questo sarà un anno molto speciale. Forse si riferiva al nuovo professore?-
-Forse- asserì Harry, che ancora pensava a quella foto, inquieto.
-Secondo me invece non si riferiva a chi ricoprirà la cattedra di Difesa, ma tutto è possibile. Comunque, tra non molto lo scopriremo.-
Tutti annuirono.
Il resto del viaggio trascorse tra partite di gobbiglie e scacchi magici, figurine delle cioccorane e racconti dell’estate.
Ben presto arrivarono ad Hogwarts. Ginny si unì ad un gruppo di amiche che urlarono senza ritegno al passaggio di Harry. Fred e George raggiunsero Lee Jordan e Harry, Ron e Hermione salirono su una carrozza con Neville.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Stranezze ***


Capitolo 2

Stranezze

 
Arrivati in Sala Grande, Harry, Ron e Hermione presero posto al tavolo dei Grifondoro, dove Lee Jordan si divertiva a far crescere la barba ai ragazzi più piccoli. Ben presto iniziò la cerimonia dello smistamento. La professoressa McGranitt posò il cappello parlante sul solito sgabello e prese posto a lato di esso, con in mano la lista dei ragazzini del primo anno.
Il cappello iniziò a cantare la sua canzone di benvenuto.
 
 
“Se sei felice e tu lo sai
Batti le mani!
Clap clap!
Se sei felice e tu lo sai
Vieni ad Hogwarts!
Clap clap!
Se sei felice e tu lo sai
Venire qui tu lo vorrai,
se vieni a Hogwarts
anche tu batti le mani!
Clap clap!
Sarà forse Grifondoro
La tua casa piena d’alloro!
Sarà forse Serpeverde
dove insieme mai si perde!
Sarà invece Corvonero
Dove è libero il pensiero!
Oppure Tassorosso
Per cui io sono commosso!
Ma se sei felice e tu lo sai
Vieni qui e non esitare
Non potrai dimenticare
Che si prova a esser feliciiiiiiiiiiiiii!”
 
 
Al termine di essa, la direttrice della casa di Grifondoro lesse in ordine tutti i nomi dei nuovi alunni. Alla fine, mentre Corvonero guadagnava come nuovo membro un certo Jim Zock, il cappello fu portato via e Silente prese posto dove stava prima esso. Si schiarì la voce e iniziò il suo discorso di benvenuto.
-Un nuovo anno inizia ad Hogwarts, benvenuti agli alunni nuovi e bentornati ai vecchi. Come una piccola minoranza di voi saprà, tra la quale sicuramente la signorina Granger, signor Weasley, non rida, stavo dicendo, come allegato alla lettera annuale scritta dalla nostra vicepreside, c’era un piccolo e misterioso messaggio. Per chi, signor Potter, non avesse letto la lettera, il messaggio è il seguente: “Questo sarà un anno molto speciale”. Molti di voi si staranno chiedendo cosa significhi. Bene, siete accontentati. Quest’anno, l’intera scuola e l’intero corpo insegnanti parteciperà ad una gara di ballo contro altre due scuole di magia, la scuola di Durmstrang e la scuola di Bauxbatons. Naturalmente, le ubicazioni di queste due scuole, ovvero Norvegia e Francia, sono assolutamente segrete. Le due scuole non saranno nostre ospiti per evitare inutili diverbi tra squadre. Annuncio inoltre che parteciperanno a favore di Hogwarts i mangiamorte e Lord Voldemort! Quest’ultimo utilizzerà lo pseudonimo di Eosvaldo per evitare malintesi. Comunque, per via della presenza del signor Potter, storico rivale di Eosvaldo, sarà necessaria una tregua. Vieni avanti Eosvi!-
Voldemort andò zampettante da Silente, e, tutto sorridente, invitò Harry a raggiungerli. Harry guardo Ron e poi Hermione. Si alzò in piedi cercando di ignorare i gridolini e si affiancò a Silente. Quest’ultimo si ritrasse e invitò i due a stringersi la mano in segno di tregua. Harry obbedì, e non appena toccò Voldemort ebbe un collasso a causa del dolore alla cicatrice. Sentendosi responsabile, quest’ultimo chiamò Madama Chips che rimise in piedi Harry. Silente prese la parola mentre il moretto di affrettava a tornare al tavolo.
-Bene, dovremo stilare il quadro degli orari di allenamento in modo che quelli del quarto anno e quelli di Eosvaldo e la sua troup non coincidano mai, per il bene del signor Potter. Detto questo, abbuffatevi pure!-
Tutti iniziarono a mangiare, tranne Harry, ancora sotto shock. Ma si sa, non c’è shock che tenga davanti ad un piatto di cosciotto di tacchino, così Harry ben presto si riprese miracolosamente e attaccò la carne.
Quando ebbe finito di scannare qualsiasi cosa gli si parasse davanti, lui, Ron, Hermione, Neville e Ginny fecero per andare in sala comune, ma la comparsa di Silente in tutina da ballo e il conseguente  eccesso di ilarità da parte di Harry e Ron li interruppe. Silente guardò fisso davanti a sé.
-Si sente bene, professore?- chiese Hagrid.
Il preside salì con fare maestoso sul tavolo di Serpeverde e iniziò a danzare a ritmo di Born this way, cosa che causò ad Harry il secondo collasso della giornata, stavolta dovuto alle troppe risate che gli impedivano di respirare. Ben presto anche a Ron toccò la stessa sorte e Madama Chips li ricoverò in infermeria per la notte. Intanto Silente aveva finito la performance e il professor Vitious aveva preso il suo posto, ballando Blowin’ in the wind. Hermione e Ginny salirono sul tavolo e iniziarono a cantare. Neville, che non sapeva se ridere o essere spaventato, decise di dedicarsi alla ricerca del suo rospo, Oscar.
Quando la canzone finì, Silente scese dal tavolo con un saltello aggraziato. Fece cenno a tutti di tacere.
-Dovete sapere, miei cari alunni, che quando ero molto giovane, circa cento anni fa, ovvero quando ero solo “il piccolo Albus” e non il professor Silente, beh, il mio sogno era quello di diventare un ballerino. Passavo le giornate ad allenarmi, ed ero anche molto bravo!-
-E perché non è diventato un ballerino?- chiese Lavanda Brown.
-Ci sto arrivando, mia cara. Dunque, un giorno, mentre tornavo a casa dopo un incontro con il mio amico Grindelwald, un’automobile guidata da Rihanna mi ha investito. Sono stato in ospedale per mesi, e la mia gamba non è più stata la stessa. Non potevo più ballare. Per questo ho sviluppato un odio per Rihanna e adesso amo Lady Gaga.-
Silente si interruppe e scoppiò in lacrime.
-Wow…- disse Hermione.
Quando si riprese, Silente proclamò:
-Bene, le prove si svolgeranno nella stanza delle Necessità, ad ognuno di voi sarà distribuito l’orario. Questo provocherà ovviamente la diminuzione delle ore di lezione. Potete andare.-
Hermione e Ginny, le uniche superstiti, presero un orario dalla professoressa McGranitt, che stava litigando con Silente perché lui voleva che lei si sciogliesse i capelli per il balletto, ma lei lo trovava un insulto alle buone maniere.
Le due ragazze andarono in sala comune, dove i commenti sulla dimostrazione di Silente stavano divagando. Hermione si sedette e fece cenno a Ginny di mettersi accanto a lei.
-Ginny, devo dirti una cosa.-
-Dimmi, Hermione.-
-Beh, ecco…-
Ginny inarcò un sopracciglio. Hermione fece un respiro profondo e disse:
-Io mi sono fidanzata con Draco.-
-Accidenti! Volevo provarci io!- esclamò Ginny delusa.
-Credi che Ron ed Harry mi odieranno per questo?- chiese Hermione ignorando l’uscita sorprendente dell’amica.
-Ma certo che no! Insomma, lo hai visto? E’ così… figo!-
-Anche Harry non è da meno…-
-Mi stai dicendo che ci proveresti con Harry?- domandò Ginny interdetta.
-Certo che no! E’ il mio migliore amico! E poi, io ho già Draco.-
-Bene, allora ci provo io con Harry.-
-Non credo che funzionerà, tu piaci a Neville, non a Harry.-
-A Neville? Beh, nemmeno lui è poi così male.- disse Ginny maliziosa.
-Allora parlaci.-
-Morirebbe dalla vergogna…-
-Non so, vedi tu, magari aspetta un po’. Ora vado, ho un appuntamento con Draco.-
-Ciao, Hermione!-
-‘Notte, Ginny.-
Hermione uscì dalla torre attraverso il buco del ritratto e Ginny salì al dormitorio delle ragazze.
 
Quando Hermione raggiunse il luogo dell’appuntamento con Draco, il parco, era ormai mezzanotte. Agitata, si sedette su un masso, poi cambiò idea e si rialzò. Aspettò un paio di minuti e all’improvviso un paio di mani le presero il seno. Lei si girò e vide Draco davanti a sé.
Fece per dire qualcosa, ma lui, visibilmente arrapato, la trascinò al riparo da sguardi indiscreti, e lei lo seguì ben volentieri. Lui fece scorrere la sua mano sulla coscia di lei, finché non riuscì a sfilarle la gonna della divisa. Lei gli tolse il mantello e la maglietta e lo baciò. Il resto è privacy. Si può solo dire che Hermione tornò al dormitorio tutta spettinata e con indosso la maglietta di Draco.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=783227