E se non fosse stato amore...

di Lady Eloise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un regalo speciale ***
Capitolo 2: *** Gone with the wind, again ***
Capitolo 3: *** Chiarezza ***
Capitolo 4: *** Ciao Elena... ***
Capitolo 5: *** Solo una notte ***
Capitolo 6: *** Necessità ***
Capitolo 7: *** E' un piacere rivederti ***
Capitolo 8: *** L'accordo ***
Capitolo 9: *** Primo giorno: Di nuovo insieme ***
Capitolo 10: *** Il piano ***
Capitolo 11: *** Il rumore di un cuore che si frantuma ***
Capitolo 12: *** Una notte per raccogliere i cocci ***
Capitolo 13: *** Una nuova vita ***
Capitolo 14: *** Seconda occasione ***
Capitolo 15: *** Fottuti sentimenti ***
Capitolo 16: *** Notizie ***
Capitolo 17: *** Ricerche ***
Capitolo 18: *** Non so se sopravviverò ***
Capitolo 19: *** Soluzione ***
Capitolo 20: *** Richmond ***
Capitolo 21: *** Perdere il controllo ***
Capitolo 22: *** Rebekah ***
Capitolo 23: *** Ti prego non morire ***
Capitolo 24: *** Un nuovo potere ***
Capitolo 25: *** Il rito ***
Capitolo 26: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 27: *** L'ultimo saluto ***
Capitolo 28: *** Che strana storia è la vita ***
Capitolo 29: *** Scontro tra fratelli ***
Capitolo 30: *** Ricominciare insieme ***
Capitolo 31: *** Un amore Originario ***
Capitolo 32: *** Epilogo L'eternità non è abbastanza ***



Capitolo 1
*** Un regalo speciale ***


CAp.1 Un regalo speciale

E SE NON FOSSE STATO AMORE….

 

CAP.1 Un regalo speciale

Caro diario,

da troppo ormai non scrivo più…non so come mai il bisogno che avevo prima di confidarmi ora non mi attanaglia più.

Dopo quella notte tutto è cambiato, il sacrificio mi ha cambiata, la morte di Jenna  e John, lo zio John che credevo di odiare e che mi ha sorpresa con quella lettera così dolce e piena di affetto, e poi  la partenza di Stefan tutto è diverso ora.

Penso spesso alla notte in cui Klaus ha spezzato la maledizione, ma non penso a quello che è accaduto, che ormai cerco di nascondere nell’angolo più buio della mia anima per non soffrire più, ma ripenso a quello che mi ha detto Stefan poche ore prima del rito, Damon mi aveva appena fatto bere il suo sangue e io ero sconvolta, ma perché poi…così sarei potuta restare con lui per l’eternità, in fondo dovevo essere contenta e invece ero terrorizzata dall’idea che la mia vita non sarebbe più mutata e che quello che avevo in quel momento sarebbe stato quello che avrei avuto per l’eternità…Stefan.

 

Erano passati ormai due mesi da quando Stefan era partito con Klaus e aveva riabbracciato il suo lato oscuro, mancavano pochi giorni al mio diciottesimo compleanno, sarei dovuta essere felice stavo per diventare un’adulta e non mi sarei più dovuta preoccupare di avere un tutore legale che si prendesse cura di me e Jeremy, invece ero nel mio momento più triste non riuscivo a dimenticare Stefan e purtroppo nessuno di noi sapeva dove avrebbe potuto essere.

Damon mi è stato vicino in questi mesi, legati da un dolore che ci unisce e distrugge, come al solito lui fa lo sbruffone ma io so che soffre, mi sembra che sia un libro aperto per me, dopo la notte in cui l’ho baciato sul letto di morte tutto tra noi è cambiato, si è instaurata una fiducia e un affetto che trascendono l’amicizia ma non sconfinano nell’amore, siamo in un limbo che corrode le nostre anime.

Per fortuna questa sera posso non pensare a cose tristi, devo solo pensare a farmi carina e a festeggiare il mio compleanno, chiuderò in cassetto tutto il dolore.

All’improvviso qualcuno bussò alla porta della mia camera da letto, senza aspettare la mia risposta Bonnie entrò in camera spalancando la porta, risvegliandomi da tutti i miei pensieri.

<< Elena siamo in ritardo per la festa al Grill!!!Devi sbrigarti avevamo detto alle otto! >> disse Bonnie con enfasi, << Perdonami Bonnie non mi ero resa conto dell’ora sai che ultimante non ci sto con la testa >> risposi sentendomi  in colpa per il ritardo.

Bonnie capiva perfettamente, sapeva cosa stavo  passando in fondo era la mia migliore amica ci conoscevamo da una vita e poteva capirmi con un solo sguardo, quindi non rincarò la dose e disse  << Non ti preoccupare, in fondo sei tu la festeggiata e se non se in ritardo che ingresso da festeggiata è, ricordati però che dovrai affrontare l’ira di Damon per il ritardo, ha preparato tutto in maniera così perfetta che non sta più nella pelle, anche se non vuole ammetterlo >> .

A quelle parole sussultai, ultimante quando sentivo parlare di Damon mi sentivo strana, a maggior ragione ora che sapevo che aveva organizzato la festa e mi stava aspettando, in pochi minuti finii di prepararmi, mi raccolsi i capelli presi la borsa e uscii con Bonnie.

La strada in auto fino al Grill era breve, dieci minuti o poco più, ma mi sembrarono un’eternità.

Appena arrivati davanti all’ingresso mi resi conto che tutto era stato organizzato alla perfezione, sentivo all’interno un band che suonava dal vivo e le voci dei mie amici che ridevano, la vera sorpresa però era all’interno.

Appena aperta la porta d’ingresso mi trovai davanti un locale tutto nuovo, non c’erano più i vecchi tavoli scheggiati, ma bei tavoli coperti da tovaglie porpora con centrotavola illuminati da candele bianche che diffondevano un buon profumo di vaniglia, e poi all’improvviso tra tutta la folla incrociai proprio gli occhi di Damon che aspettavano bramosi un mio cenno di gradimento.

In un batter d’occhio Damon mi fu accanto e disse avvicinandosi al mio orecchio << Allora è di tuo gradimento il nuovo arredamento ? Sai ho dovuto dare fondo a tutta la mia pazienza per organizzare questa festa con Caroline, adesso però ho  scoperto che la mia pazienza ha un nuovo limite >>  .

Cercavo faticosamente di trattenere una risata, l’umorismo tagliente di Damon mi metteva sempre di buon umore , così lo ringraziai e lo ripagai con la sua stessa moneta  << Grazie mille…adoro il nuovo arredamento e adoro anche che tu abbia scoperto un nuovo limite per la tua pazienza, credo che tutti gli abitanti di questa città saranno grati a Caroline per quello che ha fatto! >> .

Ci guardammo un attimo negli occhi e sentii di potermi perdere in quegli occhi duri come il ghiaccio che per me si accendono e diventano un fuoco che brucia l’anima, poi scoppiammo a ridere all’unisono.

Durante la serata mi soffermai spesso a pensare a ciò che avevo provato poco prima per Damon, non capivo cosa mi stava succedendo, è vero lui mi è stato vicino in questi mesi e mi ha consolata, ma io amo Stefan c’è posto solo per Stefan nel mio cuore, non potevo provare niente per il tenebroso Damon, ne ero sicura.

La serata proseguiva tranquilla, dopo aver mangiato la torta finalmente arrivò il momento di aprire i regali,

Bonnie eccitata  mi gridò << Devi aprire il mio per primo non aspettare sono curiosa di vedere la tua faccia quando la aprirai >> Jeremy le fece eco  << Per favore aprilo perché è una settimana che non fa altro che ripetermi che ti piacerà da morire, ma non vuole dirmi cos’è, e sono troppo curioso ora! >> .

Afferai il regalo di Bonnie e in attimo era scartato, dentro c’era un bel portachiavi dove avrei potuto mettere le chiavi della casa che un tempo era stata dei mie genitori, poi di zia Jenna e ora mia.

La ringraziai con tutto il cuore, scartai altri regali tra cui jeans, maglioni e tante altre cose, quando pensavo di aver aperto tutto mi si avvicina Damon con un pacchetto << Spero ti piaccia, è un oggetto della mia famiglia, in particolare era di mia madre, lo portava sempre non lo toglieva mai, me lo ha dato appena prima di morire >> con mani tremati afferro il pacchetto e lo apro <<  Damon non posso accettarlo è davvero troppo e poi era di tua madre >> all’interno c’era un meraviglioso bracciale d’oro con un piccolo ciondolo con incastonato uno zaffiro .

In un attimo senza rendermene conto Damon me lo mette al polso <<  Devi tenerlo è un mio regalo per te non puoi rifiutarlo >> senza pensarci lo abbraccio e lo bacio sulla guancia, lo sento prima irrigidirsi e poi sciogliersi sotto la stretta del mio abbraccio e sotto le mie labbra.

Ormai la serata è al termine tutti tornano a casa e anche io cerco un passaggio, si perché mi ha portata Bonnie ma ora se ne va con mio fratello e mi lasciano qui.

Non mi è servito molto tempo per trovare un passaggio, Damon c’è sempre se ho bisogno di aiuto.

Ci avviamo alla sua macchina e da bravo cavaliere mi apre la portiera e mi fa accomodare, una volta a bordo cominciamo a chiacchierare come al solito.

 <<  Allora la serata è stata di tuo gradimento? >>

<< Si grazie l’ho adorata avevo proprio bisogno di un po’ di svago, non so come ringraziarti per il tuo regalo è molto bello, forse troppo >>

<< Un modo per ringraziarmi ci sarebbe… >>

A quelle parole nelle mia mente scoppiò il panico sapevo cosa provava per me e sapevo cosa mi avrebbe chiesto come ringraziamento.

<< …il tuo rispetto e la tua fiducia >>

Ancora una volta mi aveva stupita, sia perché non mi aveva chiesto quello che mi aspettavo ma soprattutto perché pensava di non avere nessuno dei due.

<< Damon io già mi fido di te e ti rispetto più di ogni altra persona, non posso dimenticare che stavi per morire nel tentativo di salvarmi, che hai cercato di prendere il posto di Jenna, e che quando ero morta ai piedi di Klaus tu hai pensato a me, a portarmi al sicuro >>.

Forse avevo detto troppo perché non ci siamo più parlati fino a quando non siamo arrivati davanti alla mia porta di casa.

<< Beh allora buona notte Elena, ho fatto il mio dovere sei sana e salva a casa >>

<< Grazie per la serata, buona notte anche a te >>

Non so perché ma dopo quella frase il seguito è uscito dalla mia bocca come se il cervello non ne avesse controllo << Vuoi entrare? Sono sola potresti farmi compagnia, guardiamo un film se ti va? >> colto alla  sprovvista da quella domanda Damon accettò l’invito, entrò e si chiuse la porta alle spalle.

Nessuno avrebbe potuto immaginare che qualcuno li stava spiando e quello che sarebbe successo da li a pochi giorni.

CONTINUA…

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Capitolo 2
*** Gone with the wind, again ***


CAp.2 Un regalo speciale

CAP.2  Gone with the wind, again

<< Ehi, non serve che  ti dica di accomodarti sul divano, vero Damon? Ormai è come se fosse anche casa tua… >> gli dissi mentre mi dirigevo verso la cucina per preparare qualcosa da mangiare durante il film.

Stavo frugando nel frigorifero quando all’improvviso sentii la voce di Damon alle mie spalle << Allora che film vogliamo vedere? >>, appena mi voltai mi resi conto di essere così vicina a lui da poter sentire il suo respiro posarsi leggero sul mio viso.

Feci praticamente un balzo all’indietro fingendo di essermi spaventata, ma in realtà non era così, l’unica paura che avevo era quella di ammettere che provavo qualcosa.

Cercando di ricompormi faccio finta di pensare a un film da vedere << Non saprei Damon non c’è un film in particolare che vorrei vedere, stupiscimi! >>, << Ok Elena allora scelgo io, però poi non ti lamentare se non ti piace, e sbrigati con quei pop corn altrimenti dovrò fermarmi tutta la notte per finire di vedere il film >>.

Devo dire che all’affermazione di Damon di fermarsi per la notte avevo sorriso senza rendermene nemmeno conto, comunque mi diedi da fare e preparai i pop corn per me e per Damon portai una sacca di sangue che tenevo nel frigorifero per le emergenze, appena varcai la soglia del salotto lui mi fu accanto e prese il vassoi con le vivande << Da quando tieni del sangue nel frigorifero? >>, rimasi quasi di sasso, già da quando tenevo il sangue nel frigorifero, se dovevo essere sincera avevo cominciato a tenerlo da quando Stefan se n’era andato e Damon aveva cominciato a frequentare molto spesso casa mia, ma non potevo dirglielo o lui avrebbe capito cosa nascondevo ogni volta che incontravo il suo sguardo e distoglievo immediatamente il mio, così mentii << Da sempre, in fondo non sei il primo vampiro che frequenta casa mia.. >>.

Speravo  che mi avesse creduto, ma Damon era furbo e non era semplice ingannarlo, comunque si sedette sul divano e mi disse << Allora lo vediamo o no questo film? >> << Certo ma cosa hai scelto? Sono curiosa… >> non mi rispose e premette play sul telecomando, dopo pochi secondi mi resi conto del film che stavo per vedere << Ma hai scelto Via col vento, non credi che sia un po’ vecchiotto e poi.. >> singhiozzai e a fatica trattenni le lacrime << …sai cosa mi ricorda! >> quasi gli gridai in faccia, con calma si girò verso di me e mi disse << Mi dispiace come al solito non ho pensato, e ho fatto il cretino, è solo che tu sai cosa ricorda a me questo film e non faccio altro che vederlo e  rivederlo, scordandomi che a te ricorda solo la partenza di Stefan, perdonami… >> in quel momento la mia bocca si stava muovendo senza che io potessi controllarla e gli gridai in faccia con  tutta la rabbia che avevo << Nooo!!!mi ricorda che tu stavi per morire e che stavo per perderti per sempre!!! >>.

Mi resi conto solo dopo di cosa avevo fatto, avevo dato voce a quei sentimenti rinchiusi nel più profondo della mia anima, Damon mi stava guardando pietrificato come se il tempo si fosse fermato; ormai il danno era fatto lui sapeva, lo capivo dal suo sguardo incredulo che si spostava dai miei occhi alla televisione in cerca di qualcosa da dire, cosa strana perché Damon non restava mai senza parole, dopo qualche istante di silenzio finalmente riuscii a riprendere il controllo e a smettere di tremare.

Damon mi stava guardando, poi all’improvviso con la sua velocità mi fu davanti vicinissimo a me, continuava a fissarmi negli occhi, poi il suo sguardo si posò sulle mie labbra, quasi chiedendomi il permesso di baciarmi, decisi di annullare la distanza tra le nostre labbra e in un istante mi trovai tra le sue braccia, mi stringeva così dolcemente e continuava ad accarezzarmi i capelli mentre le nostre labbra si muovevano in un bacio casto e delicato pieno di dolcezza, molto simile a quello che gli avevo dato sul suo letto la notte in cui pensavo che sarebbe morto, ma quella sera il senso di disperazione che avevo provato in precedenza era stato soppiantato da un senso di pace e sicurezza.

Non appena ci allontanammo mi resi conto che avrei voluto che non smettesse mai di baciarmi, ma come era possibile, avevo rischiato la vita per suo fratello e ora a poca distanza dalla partenza  di Stefan non facevo altro che pensare a Damon, poteva essere che mi fossi sbagliata o che avessi scelto Stefan solo perché ritenevo sbagliato poter amare Damon così oscuro e all’apparenza sbagliato per me.

Non mi lasciò il tempo di dire nulla e guardandomi negli occhi mi disse << Se preferisci me ne vado? >>,

non sapevo cosa dire ci pensai un momento e poi andando contro tutto quello che il mio corpo voleva seguii il cervello << Credo che dovresti, forse è meglio, buonanotte >>.

Damon si diresse verso la porta, prese la sua giacca di pelle, e uscì salutandomi << Buonanotte, ci vediamo domani da me, Alaric deve parlarci >>.

Appena chiusa la porta rimasi a pensare di cosa dovesse parlarci Alaric, forse aveva scoperto dove si trovava Stefan, lo speravo ardentemente, forse con il suo ritorno quello che provavo per Damon sarebbe sparito.

Ormai era tardi, salendo le scale mi ritrovai a pensare ancora a quello che era appena successo, non riuscivo proprio a togliermelo dalla testa, arrivata nella camera che un tempo era stata di zia jenna e ora era mia, mi tolsi le scarpe e quasi le feci volare per la stanza, mi diressi verso il bagno e decisi di farmi una doccia per rilassarmi, mentre stavo in piedi con gli occhi chiusi sotto la doccia, mi scoprii di nuovo a pensare a lui e ad immaginare le sue mani scorrere lungo il mio corpo, chiusi l’acqua di scatto e uscii dalla doccia mettendomi un asciugamano rosa intorno al corpo.

Mi diressi verso la mia camera con l’idea di distendermi e rilassarmi un po’, ma appena entrai mi trovai davanti Damon, non mi disse niente, mi venne solo incontro mi prese tra le braccia e mi baciò con una passione che mi travolse, mi trovai inerme tra le sue braccia, potevo solo assecondarlo e seguirlo perché il mio corpo voleva solo lui e la mia testa non cercava neppure di opporsi.

Cominciò ad accarezzarmi dolcemente la schiena e i capelli, io gli tolsi la giacca e la gettai sul pavimento, la seguì quasi subito la maglietta, e a quel punto vidi il suo corpo perfetto, muscoloso e scattante fremere sotto le mie carezze, lo spinsi verso il letto continuando a baciarlo, era così dolce, non credevo potesse esserne capace, lo avevo sempre immaginato rude e privo di attenzioni, ed invece mi coccolava con una dolcezza che mi aveva lasciata spiazzata.

Mi allontanai un momento dalle sue labbra e lo guardai negli occhi, in quel momento mi sembrava di essere persa in un mare in tempesta e l’unico modo per calmarlo era lasciarmi travolgere << Resta con me… >> e poi aggiunsi timidamente << …ho bisogno di te >>, riprendemmo a baciarci, poi all’improvviso quando ormai ero pronta ad abbandonarmi a lui del tutto, Damon mi allontanò di scatto << Qualcuno ci osserva… >> sia alzò dal letto e mi fece segno di restare li, appena si avvicinò alla finestra il suo sguardo cambiò, mi sembrò quasi di leggerci della paura, prese le sue cose rivestendosi velocemente e saltando giù dalla finestra mi disse << Devo andare, resta in casa, tra poco Caroline sarà da te! >>.

Corsi alla finestra per vedere che cosa lo avesse fatto andare via così, ma non vidi nessuno neppure Damon.

Un istante dopo suonò il campanello, corsi di sotto, era Caroline, infuriata le dissi << Mi dovete una spiegazione, Damon è saltato fuori da una finestra ed è corso via e ha mandato qui te, cosa succede?! >>…..

CONTINUA….

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Capitolo 3
*** Chiarezza ***


CAp.3 Chiarezza

Bene eccomi qui con un nuovo capitolo...siamo solo all'inizio ma la situazione inizia a farsi difficile spero vi piaccia...Kiss kiss

CAP.3 Chiarezza

Camminavo febbrilmente avanti e indietro nel  mio salotto, avevo cercato di estorcere a Caroline qualche notizia a proposito di quello che stava succedendo,  ma niente lei non si era sbottonata, cosa strana visto che solitamente bastava poco per farla crollare, doveva essere una cosa davvero seria.

Ormai era davvero tardi e Caroline quella sera non avrebbe detto nulla, perciò decisi di andarmene a letto.

Dormii profondamente fino al mattino quando Caroline mi venne a svegliare con una bella tazza di caffè << allora Elena ti è passata l’arrabbiatura? >> disse Caroline cercando di apparire il più dispiaciuta possibile e poi mi fece la domanda che mi sarei aspettata la sera precedente << cosa ci faceva Damon a tarda notte da te? >>, mi ero già preparata una risposta credibile così con calma le dissi << Mi ha accompagnata a casa dopo la festa dato che Jeremy e Bonnie sono andati via insieme e poi visto che ero sola si è fermato per un film, il resto già lo sai >>, non ero sicura che ci avrebbe creduto, in effetti era strano che Damon si fosse trovato a tarda notte a casa mia, ma in fondo eravamo amici e poteva essere credibile, nessuno doveva sapere quello che era accaduto la notte precedente prima che io e Damon potessimo chiarirci.

Mi ero praticamente dimenticata della presenza di Caroline e quando tornai alla realtà me la trovai davanti decisamente spazientita mentre batteva la punta di un piede sul pavimento << allora vuoi smetterla di pensare a Damon, perché lo so che pensi a lui, ti conosco da tutta una vita , vuoi che non sappia quando mi racconti bugie, e deciditi a vestirti perché Alaric ci aspetta! >> colta alla sprovvista non sapevo proprio cosa risponderle, però era proprio vero mi conosceva bene, così decisi di non ribattere e mi preparai.

Dopo poco più di venti minuti eravamo in viaggio verso casa Salvatore a bordo dell’auto di Caroline, il viaggio era piuttosto lungo dato che la proprietà era fuori città, e l’attesa mi stava facendo impazzire, volevo sapere cosa stava succedendo, finalmente arrivammo nel vialetto d’ingresso, parcheggiammo e ci dirigemmo a piedi verso la porta, dopo aver bussato restammo qualche istante in attesa di qualcuno che ci aprisse, già pregustavo l’incontro con gli occhi di Damon non appena avesse aperto la porta, ma con mia grande sorpresa fu Jeremy ad aprici e farci accomodare.

Appena arrivate salutammo tutti, soffermai la mia attenzione su Kathrine, era preoccupata  e tesa, cosa strana perché lei non era mai tesa a meno che non ci fosse di mezzo Klaus, poi feci due più due, dov’era Damon non era in casa così mi feci coraggio e parlai << dov’è Damon? >> fissavo Kathrine insistentemente, sapevo che lei sapeva qualcosa, poi notai la giacca strappata e le scarpe sporche  di fango << eri tu ieri sera sotto la mia finestra.. >> le gridai in preda a una furia  incontrollabile << ..cosa gli hai fatto, l’hai attirato in una trappola per klaus? >> ormai ero fuori di me, ma Kathrine era imperturbabile, poi mi guardò negli occhi e mi parlò con una decisione che mi lasciò di stucco << vi ho salvato la vita, se vi avesse visti nella tua camera sareste morti entrambi, non è più quello che conoscevi prim,a adesso non controlla più i suoi istinti ed è tornato per te, ti riavrà con se qualsiasi sia il prezzo da pagare per te o per chi ti sta intorno, e non so dove sia Damon, quando sono rinvenuta dopo che Stefan mi aveva atterrata lui non c’era più >>.

Questo significava che sapevano del ritorno di Stefan già da un po’ altrimenti Kathrine non avrebbe avuto motivo di starsene appostata  sotto la finestra della mia camera a controllarmi, perché però nessuno me ne aveva parlato e mi avevano tenuto all’oscuro, poi proprio mentre ero assorta nei miei pensieri un rumore alle mie spalle mi scosse, mi accorsi che la porta di ingresso era spalancata e che tutti erano corsi da quella parte, sentii il mio cuore stringersi e una paura terribile impossessarsi di me, corsi anch’io verso la porta e mi trovai di fronte ad una scena che mai avrei creduto di vedere, Damon era disteso sul pavimento sanguinante con la camicia strappata e sporca di terra e vicino al cuore aveva conficcato un paletto, mi gettai accanto a lui, non sapevo cosa fare ero agitata e spaventata praticamente nel panico.

Alaric prese in mano al situazione e gridò alcuni ordini << Jeremy, Tayler aiutatemi a portarlo in camera, Caroline prendi delle sacche di sangue in cantina, parecchie, Kathrine resta con Elena e cerca di calmarla e tu Bonnie devi trovare un incantesimo per tenere Stefan fuori da questa casa,  così almeno questo sarà un posto sicuro! >>.

Controvoglia mi diressi verso la cucina con Kat, ero sicura che in questo momento anche lei era sconvolta come me, vedere Damon indifeso e ferito, per mano poi di Stefan che fino a pochi mesi prima non avrebbe mai potuto farlo, era una cosa terribile.

All’improvviso lo sentii gridare dal piano di sopra e controllata da una forza sovrumana spinsi Kathrine contro il frigorifero, lei non fece neppure in tempo ad opporsi, attraversai il salotto e salii le scale come una furia, in un istante fui in camera di Damon, Alaric aveva appena estratto il paletto e la ferita sanguinava copiosamente, Kat mi raggiunse e cercando di riportarmi di sotto mi disse << Elena è meglio che tu non stia qui, non è un posto per te >> mi voltai verso di lei e le ringhiai << dovunque ci sia lui è il mio posto >>, non provò nemmeno a ribattere vedendo la mia tenacia.

Mi avvicinai al letto e lo vidi contorcersi per il dolore, in quell’istante Caroline entrò in camera allarmata << non ci sono più sacche di sangue, qualcuno deve averle rubate >>, a quelle parole sapevo cosa avrei dovuto fare, mi feci spazio vicino al letto presi la mano di Damon e la strinsi forti, lo sentii ricambiare la stretta nonostante il dolore, mi avvicinai al suo orecchio e gli dissi << vorrei che prendessi il mio sangue, ti aiuterà a riprenderti quel tanto che basta per attendere il ritorno di Kathrine con delle nuove sacche >> non attesi neppure che mi desse un segno di qualche genere e dissi << uscite tutti, lasciateci soli, Kat vai a recuperare del sangue all’ospedale, sbrigati, non c’è tempo da perdere >>, alle mie parole così risolute tutti uscirono.

Rimasti soli mi sdraiai vicino e lui e gli ripetei la frase di prima, questa volta Damon rispose un flebile << No.. >>, provai ad insistere ma sembrava non voler cedere, ormai non avevo più tempo, poi decisi che l’unico modo per convincerlo era dirgli la verità su quello che provavo per lui, così cominciai a parlare a cuore aperto << Damon, devi prendere il mio sangue non hai altra scelta , se non lo fai morirai, sei ferito troppo gravemente, e io non posso permettere che tu muoia, non saprei come fare senza di te, sei fondamentale per me, ieri sera dopo che te ne sei andato sono rimasta a pensare a quello che sarebbe potuto succedere e non sono riuscita a trovare un solo motivo per pentirmi di quello che avevo fatto, ero sempre più sicura di aver preso la decisione giusta, non puoi morire proprio adesso che so quello che voglio e che provo per te…Damon ti amo e sono disposta a rischiare la mia stessa vita per salvare la tua oggi >>.

Per un attimo ci fu un silenzio quasi spettrale, poi con tutte le sue forse Damon si sollevò sui gomiti e si avvicinò a me << anch’io ti amo >> mi baciò delicatamente sulle labbra per poi spostarsi lentamente verso il mio collo, non appena fu nel punto giusto sentii le sue labbra appoggiarsi alla mia pelle e i suoi canini inciderla…

CONTINUA

Spazio autrice:

Allora per prima cosa vorrei ringraziare tutti quelli che commentano e vorrei a spronare chi non lo fa a decidersi a scrivere qualcosa, perchè per me sono molto importanti mi piace sapere cosa ne pensate sia in bene che in male perciò lasciate un commentino anche piccolo...Beh allora al prossimo capitolo...Kiss kiss

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Capitolo 4
*** Ciao Elena... ***


CAp.4 Ciao Elena... Buonasera a tutti quelli che mi seguono, ecco qua un nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento....kiss kiss

CAP.4 Ciao Elena…

Ero pronta a sentire un dolore lancinante come quando ero stata morsa da Stefan e poi da Klaus, invece la sensazione che provai fu un piacere intenso e senza freni, in quel momento mi sentivo parte di Damon e in pace con me stessa, sentivo Damon riprendere forza al contrario di me che mi indebolivo sempre di più, poi all’improvviso svenni.

Quando finalmente ripresi conoscenza mi accorsi di essere distesa sul letto di Damon, mi servirono alcuni minuti per rendermi conto che quello che era successo poco prima non era stato un sogno, quando tornai alla realtà mi accorsi che nel bagno scorreva l’acqua nella doccia, mi alzai e mi diressi verso il bagno, ero quasi arrivata quando l’acqua venne spenta e la porta della doccia si aprì, in un attimo Damon era nella camera da letto davanti a me con solo  l’asciugamano intorno alla vita, mi resi subito conto che stava meglio ma la ferita sul petto non era del tutto guarita << sei ancora ferito il mio sangue non ti è bastato, dovevi prenderne di più >> a quelle parole mi rispose in un modo che non mi sarei mai aspettata dopo quello che era successo << non fare finta che ti interessi, so che le cose che mi hai detto non contavano nulla, la tua era solo compassione, sapevi che l’unico modo per convincermi a bere il tuo sangue era dirmi quelle cose >> si voltò e non mi disse più nulla, si vestì in fretta e usci dalla camera.

Appena  rimasi sola cominciai a piangere disperata, come poteva avermi detto quelle cose, dopo che ero stata disposta a dare la mia vita per la sua, tra i singhiozzi mi resi conto che qualcuno bussava alla porta << avanti >> dissi tra le lacrime, mi trovai di fronte l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere << ti ho sentita piangere, ne vuoi parlare, posso darti buoni consigli conosco Damon da più di una vita >> disse Kathrine in modo quasi materno, << sai Kat credevo di essere stata chiara con lui prima, ma evidentemente non è così >> non mi ero mai resa conto di come potesse confortami parlare con lei, cominciavo a vederla sotto una luce diversa, << vedi Elena, secondo me sta cercando di proteggerti, hai visto cosa è successo ieri sera e Stefan neppure sapeva cosa stava accadendo in camera tua, se dovesse scoprirvi ucciderebbe anche te senza esitare e Damon non vuole che accada e l’unico modo per tenerti al sicuro è tenerti lontana da lui fino a che non riuscirà a trovare un modo per far tornare suo fratello in se >> la guardai sbalordita e senza pensarci su la abbracciai << grazie, credo che gli parlerò voglio sentire queste cose da lui e poi mi sentirò più tranquilla >>.

Uscii dalla stanza e corsi di sotto in salotto pensando di trovarlo li, ma al mio arrivo non vidi nessuno, allora mi diressi nel seminterrato dove trovai Alaric intento a riordinare le sacche di sangue nel frigorifero << Ciao, hai visto Damon? >> gli domandai, << Ah ciao ti sei svegliata finalmente, credo che Damon sia al Grill, ha detto che aveva bisogno di bere da solo, lo troverai di sicuro li >> << Grazie, ci vediamo più tardi >> dissi allegramente.

Risalii di corsa le scale, presi le chiavi della Camaro azzurra di Damon e uscii di corsa dalla porta, appena fuori mi resi conto che ormai era sera, avevo dormito per parecchie ore.

Salita in macchina mi diressi verso il Grill, durante il tragitto non riuscivo a riordinare le idee per cercare di mettere insieme un discorso da fare, così abbandonai il progetto e decisi che mi sarei fatta trasportare dal momento.

Finalmente arrivai a destinazione, parcheggiai l’auto e mi diressi verso l’ingresso, appena dentro i miei occhi vagarono alla ricerca di lui, lo vidi seduto al bancone con un bicchiere di whisky in mano, gli arrivai alle spalle ma non si voltò, così gli appoggiai una mano sulla spalla << Ciao, lo sai che non si beve da soli... >> e sfoderai il sorriso più credibile che riuscii a fare << che diavolo vuoi, pensavo di essere stato chiaro, non voglio la tua compassione! >> quasi me lo gridò in faccia, mi resi conto che fece fatica a trattenersi, << voglio parlare, e tu devi permettermelo! >> non mi disse nulla perciò continuai il mio discorso << so che non pensi quello che hai detto, ti conosco troppo bene, e sai anche che quello che ti ho detto non è altro che la pura e semplice verità, io non ti mentirei mai e non ti ferirei mai facendoti credere a delle bugie, mi rendo conto che il ritorno di Stefan ti possa spaventare visto che non è più lui, ma ti prego non chiudermi fuori lascia che ti aiuti non voglio che affronti tutto questo da solo, in fondo lui è tornato per me, insieme troveremo un modo per farlo ragionare, vedrai capirà… >> in una frazione di secondo si voltò verso di me e a denti stretti mi disse << tu non capisci, è diventato un mostro è peggio di quello che ero io prima di conoscere te, non è rimasto nulla dello Stefan che conoscevamo, mi ha lasciato vivere solo perché tu potessi vedere che cosa sarebbe disposto a fare pur di averti con lui, se non potrai essere sua non sarai di nessun altro, ti ucciderà piuttosto che vederti innamorata di qualcuno che non sia lui, perciò devi starmi lontana chiaro?! >> lo guardai dritto negli occhi e con tutta la fermezza che avevo gli dissi una cosa che non avrei mai pensato di dire << sei tu che non capisci, sono disposta a morire pur di passare anche solo un minuto della mia vita con te! >>  rimase talmente colpito dalla mia affermazione che non disse nulla, afferrò le chiavi della macchina che avevo appoggiato sul bancone, mi prese per mano e ci dirigemmo verso l’auto nel parcheggio.

Purtroppo la  mia frase non aveva sortito l’effetto sperato, era difficile da convincere, in fondo lo amavo anche per quello, aprì lo sportello dell’auto e mi disse << vattene a casa, credo che tu non abbia le idee chiare, buonanotte Elena >> con quelle parole chiuse lo sportello e si voltò per andarsene, ma rimase come pietrificato.

<< Ciao Fratello >> avrei riconosciuto quella voce ovunque era Stefan, << Ciao anche a te Elena, è un piacere vederti spero sia lo stesso per te, sarebbe carino se scendessi dall’auto così possiamo fare quattro chiacchiere visto che non ci vediamo da un po’, vedo che Damon si è ripreso piuttosto bene, merito del tuo sangue vero Elena… >>, scesi tremante dall’auto, spaventata soprattutto dal terrore sul volto di Damon, dovevo dargli ragione Stefan era totalmente diverso, sia nel modo di parlare che nel modo di vestire, somigliava in modo spaventoso a Klaus.

<< Vedo che in mia assenza vi siete dati da fare e non avete perso tempo, in fondo morto un Papa se ne fa un altro, vero Elena >> disse Stefan con un ghigno che mi terrorizzò a tal punto da non permettermi neppure di rispondere, così rimasi li immobile accanto a Damon come una statua, non vedendo nessuna reazione Stefan continuò con il suo discorso << vi tranquillizzo dicendovi che questa sera non sono venuto per uccidere nessuno, ma solo per avvisare Elena che non appena io e Klaus avremmo concluso i nostri affari in città lei verrà via con me, in fondo mi ha cercato così tanto che non mi sembra carino lasciarla qui da sola senza di me, buonanotte amore mio >> si avvicinò lentamente a me e mi baciò sulle labbra, sentii Damon ringhiare sommessamente, sapevo che sarebbe bastato un mio rifiuto e lui sarebbe intervenuto, così rimasi immobile, non potevo permette che Stefan gli facesse nuovamente del male.

In un battito di ciglia rimasi sola con Damon, ci fissammo per un istante che mi sembrò un’eternità, poi Damon si diresse verso il posto di guida dell’auto e io feci lo stesso con quello del passeggero, nessuno di noi disse una parola per tutto il viaggio di ritorno, finalmente parcheggiammo nel vialetto di casa Salvatore, ma il muro di silenzio che si era innalzato tra di noi dopo l’apparizione di Stefan non ne voleva sapere di sparire, così appena entrata in casa mi diressi verso il salotto presi un bicchiere e lo riempii con qualsiasi cosa di alcolico ci fosse nelle bottiglie sul tavolino dei liquori, lo bevvi tutto in un sorso, tornai verso l’ingresso dove Damon ancora stava in piedi e gli dissi << Buona notte, credo di essere stata maltrattata a sufficienza sia da te che da tuo fratello per questa sera, ora me ne vado a letto! >> mi voltai salii le scale e entrai nella stanza che un tempo era di Stefan.

Appena chiusa la porta cominciai a gridare e a piangere, sapevo che Damon mi sentiva, ma non mi importava, forse se avesse sentito cosa provavo, avrebbe capito il senso delle parole che gli avevo detto poco prima al Grill.

Dopo essermi sfogata, mi lavai il viso e mi misi il pigiama, sapevo che quella notte nessuno dei due avrebbe dormito, mi sdraiai comunque sul letto e chiusi gli occhi, pregando che prima o poi Damon capisse…

CONTINUA

Spazio autrice
Per prima cosa vorrei ringraziare davvero di cuore tutti quelli che mi seguono sia in silenzio sia commentando la mia storia, siete davvero troppo buoni, per seconda cosa volevo informarvi che dato che ormai l'estate sta finendo pubblicherò con più costanza e ho deciso di adibire il mercoledi al giorno del nuovo capitolo, perciò da oggi in poi pubblicherò ogni mercoledi, salvo imprevisti che nel caso vi comunicherò di volta in volta.
Ora una piccola cominicazione diciamo di servizio, questa sera parto per qualche giorno (rientrerò lunedi) periò molto probabilmente non potro rispondere ai vostri commenti fino a lunedi, quindi non offendetevi se non rispondo subito, appena arriverò lunedi mi metterò di impegno per rispondere a tutti....kiss kiss

 

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Capitolo 5
*** Solo una notte ***


Cap.5 Solo una notte

Ciao a tutti, eccoci ancora qui con un nuovo capitolo...decisamente romantico, è sicuramente il mio preferito tra quelli che ho scritto (e sono già parecchi) forse perchè sono una Delena sfegatata e poter finalmente scrivere di loro insieme mi fa sentire al settimo cielo.

Adesso vi lascio al prossimo capitolo...kiss kiss


Cap.5 Solo una notte

 

Nonostante tutti i miei sforzi non riuscivo a prendere sonno, non facevo altro che girarmi e rigirami nel letto, in quel letto che un tempo era stato un nido d'amore e che oggi era solo la prigione della mia anima, così alla fine decisi di alzarmi e di andare di sotto in salotto, non appena i miei piedi toccaro il pavimento di legno un brivido mi percose e mi sentii di nuovo libera, non più prigioniera di quel letto che ormai odiavo, con passo leggero mi diressi verso la porta, uscii dalla mia camera e percorsi il corridoio, mi sembrava più lungo del solito e più silenzioso che mai, quando arrivai vicino alla camera di Damon in automatico mi fermai e mi resi conto che nonostante l’ora tarda doveva essere ancora sveglio perché vedevo filtrare dallo spiraglio sotto la porta una flebile luce come quella di una candela, così comandata da una forza che non riuscivo a controllare misi la mano sulla maniglia e cercando di fare il minor rumore possibile la abbassai aprendo la porta, controllai dallo spiraglio se Damon fosse li ma non lo vidi da nessuna parte, così presi coraggio e sgattaiolai all'interno nella speranza di poter stare un pò tranquilla nella sua camera a godermi il suo profumo sulle lenzuola.

Non appena all'interno mi tornaro alla mente le immagini delle volte in cui ero stata in quella camera e ogni volta qualcuno stava soffrendo, prima Rose per il morso di un licantropo e poi Damon sempre il morso di un licantropo e poi per le ferite procurategli da Stefan, come era possibile che una camera che per me era un miraggio di felicità potesse attirare tanto dolore, persa nei miei pensieri continuai cercare Damon, ma niente di lui non c’era traccia, così mi resi conto della finestra aperta che dava sulla terrazza e allora pensai che fosse andato a caccia, sicura di essere sola uscii all’aria aperta, ero in piedi al centro di quella meravigliosa terrazza dalla quale si poteva vedere un panorama mozzafiato quando un brivido mi percorse la schiena, faceva più freddo di quanto pensassi, ma non volevo rientrare mi faceva sentire in pace con me stessa la visione di quella luna enorme e perfetta così candida e pura, in un attimo sentii il tessuto di una camicia sfiorami le spalle e appoggiarvisi, << prenderai freddo a quest’ora con solo il pigiama >> mi voltai e me lo trovai davanti così vicino da poter sentire il suo respiro sfiorare la mia pelle, bello come un dio, mi fissava con quegli occhi color del ghiaccio che mi mozzavano il respiro ogni volta che si scontravano con i miei, era diverso da prima, la rabbia che avevo visto al Grill era sparita, ora c’era solo dolcezza, quella dolcezza che riservava solo a me, << grazie, ma non sarei dovuta entrare, ero solo preoccupata, volevo essere sicura che fosse tutto a posto, me ne vado subito >> prese una mia mano tra le sue e la strinse così forte che pensai che me l’avrebbe rotta << dimmi solo che vuoi davvero me e io non gli permetterò di portarti via a costo della mia vita >> mi guardava così intensamente che avrebbe potuto leggermi l'anima se solo avesse voluto, così non avrei dovuto mentirgli perchè avrei voluto restare con lui ma non potevo lasciare che si sacrificasse per me così gli dissi << dammi solo una notte per essere felice e poi andrò con Stefan, sapere che mi ami mi basterà per sentirmi viva quando sarò con lui >>  quanto erano false quelle paole, non sareri più stata viva senza di lui, ma non potevo lasciare che facesse qualche cosa di avventato, rimasi a guardarlo un tempo che mi parve infinito poi si avvicinò a me così lentamente che mi sembrò un’eternità, finalmente mi accarezzò il viso con due dita e mi disse << sacrificheresti tutto per me? >> risoluta gli risposi << morirei per te >> vidi una lacrima solitaria sgorgare da quelle iridi meravigliore che mi stregavano ogni volta e scivolare sulla sua bellissima guancia, mi avvicinai e la asciugai con un dito, vederlo piangere mi fece capire quanto mi amasse, e quanto gli costasse anche solo pensare che io potessi andare via con Stefan proprio ora che mi aveva trovata, sapevo che non avrei avuto un’altra occasione per poter essere felice così decisi che avrei marchiato a fuoco nella mia memoria quella notte che avrei passato con lui.

Ormai piangevamo entrambi, tra una lacrima e l’altra ci scambiavamo baci dolcissimi e pieni di disperazione, poi lentamente cominciò a farsi spazio la passione, quella passione che ti brucia l’anima, che ti rende impossibile controllare le tue azioni e che ti spinge a non averne mai abbastanza dell’altro, i baci diventarono sempre più appassionati e le carezze sempre più sensuali, le mani mi tremavano e facevo fatica a slacciare i bottoni della sua camicia, al contrario Damon era sicuro di se e sapeva esattamente cosa fare per farmi sospirare di piacere, finalmente riuscii a togliergli la camicia e mi resi conto di quanto fosse perfetto e meraviglioso, con un gesto sicuro mi tolse la maglietta del pigiama e rimasi con il reggiseno, lo sentii sospirare, come se finalmente fosse riuscito a liberarsi di un peso enorme, doveva essere così doloroso per lui avermi per poi essere costretto a lasciarmi andare, una tortura alla quale non avrei mai voluto sottoporlo, prima o poi avrebbe capito, ne ero sicura.

Lentamente mi spinse verso il letto, ci sdraiammo e lui era sopra di me, sapevo che mi voleva sentivo la sua virilità premere contro di me, ogni sua carezza era come se lasciasse una scia bruciante sulla mia pelle, era decisamente più sicuro e più esperto di me, ogni suo gesto trasudava sicurezza, al contrario io ero talmente nervosa da essere quasi in preda al panico, avevo quasi perso completamente il controllo e non avrei resistito ancora a lungo alle sue carezze, sicuramente Damon si rendeva conto della mia impazienza, così mi sfilò anche i pantaloncini del pigiama lasciandomi in biancheria intima.

Imitando i suoi gesti gli sfilai i pantaloni e anche lui rimase in biancheria intima, continuava a baciarmi come se fossi l’unica cosa che lo tenesse in vita come se fossi la sua aria, l’unico suo bisogno, poi si fermò un istante mi fissò negli occhi intensamente e mi chiese << sei sicura? >> l’unica risposta che potevo dargli a quella domanda era un bacio nel quale racchiusi tutto l’amore e la passione che provavo per lui.

Quel gesto fu più significativo di qualsiasi parola, con dolcezza mi tolse prima il reggiseno e poi le mutandine, io feci lo stesso con lui e poi finalmente dopo tanta attesa ero completamente sua, i nostri corpi si muovevano con una sintonia che mi faceva pensare che non ci fosse niente di più perfetto, non mi ero mai sentita così prima, non per il piacere che sapeva darmi, ma per la sensazione di completezza che mi dava lo stare con lui, adesso sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa, sapevo che sarei stata indissolubilmente ed eternamente sua.

Raggiungemmo il piacere nello stesso momento e Damon stremato si sdraiò accanto a me, gli accarezzavo i capelli dolcemente, avrei voluto che quella notte non terminasse mai, era stata una notte meravigliosa, sentire Damon ripetermi all’infinito che mi amava era la cosa più bella che le mie orecchie potessero sperare di sentire, non avrei mai creduto che potesse essere un amante dolce e premuroso avevo sempre pensato che Damon fosse rude e violento che pensasse solo al suo piacere, invece quella notte si era dedicato completamente a me e a rendermi felice.

Sfiniti ma felici ci addormentammo abbracciati, sapevo che sarebbe stata una sola notte e ne avrei goduto fino all’ultimo minuto.

Le prime luci filtravano attraverso le pesanti tende di velluto blu della camera di Damon, mi svegliai e allungai la mano verso la sua parte del letto, ma come promesso lui non c’era, trovai solo il letto sfatto e il suo profumo che ancora aleggiava nella stanza riportandomi alla mente le immagini della notte trascorsa con lui, era stata la mia unica notte…

CONTINUA

Spazio autrice

Vorrei cominciare con il ringraziare tutti sia chi mi segue e commenta i miei capitoli, sia chi mi segue in silenzio, vorrei però spronare questi ultimi a lasciare un piccolo commento anche una parola...per capire cosa ne pensate e sapere se la trama vi piace..s

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto..so che è piuttosto insolito che Damon pianga ma ho pensato che potesse lasciarsi andare per una volta in modo differente (senza uccidere nessuno o distruggere qualcosa) e dimostrare che il suo cuore batte ancora..
Buona settimana a tutti ci vediamo mercoledi prossimo...kiss kiss

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Capitolo 6
*** Necessità ***


Cap.6 Necessità Eccomi qua con un nuovo capitolo, postato senza preavviso un giorno prima, purtroppo domani ho un impegno imprevisto, così ho preferito anticipare piuttosto che posticipare, settimana prossima tutto tornerà regolare.
Adesso godetevi il capitolo...

Cap.6 Necessità


Controvoglia mi alzai da quel letto che la notte prima era stato come un’isola in mezzo a un mare in tempesta, raccolsi le mie cose e lentamente mi infilai i vestiti, non volevo andarmene perchè voleva dire tornare alla realtà fatta di sofferenza e di decisioni difficili, dopo diversi minuti presi il coraggio a due mani, mi voltai un’ultima volta a guardare la camera prima di mettere la mano sulla maniglia, uscire e chiudermela alle spalle per sempre.

Mi diressi verso la mia camera decisa a farmi una doccia, percosi il corridoio che la sera precedente mi aveva portato in paradiso e sentivo un senso di oppressione schiacciarmi e i pensieri mi vorticavano in testa, come avrei fatto a guardare Damon e a fare finta di niente, come avrei potuto vivere sapendo che sarei dovuta partire con un uomo che non volevo, ormai ero praticamente in preda alla disperazione, forse avevo fatto a Damon una promessa che non potevo mantenere, ora che ero stata con lui non volevo più lasciarlo, ero un'egoista sapevo che la mia scelta era quella giusta, dovevo comportarmi da adulta e lasciarlo libero, era l'unico modo per tenerlo al sicuro.

Sapevo che se fossi rimasta avrei segnato la condanna dell’uomo che amavo, così mi feci forza e mi ripetei che nonostante tutto sarei partita.

Finalmente raggiunsi la mia camera, entrai e mi chiusi la porta alle spalle appoggiandovi la schiena contro, sentivo come se le mie gambe non potessero più reggere il peso del mio corpo,  come se in quel momento dovessi reggere il peso del mondo sulle mie deboli spalle, così mi accasciai tra i singhiozzi e le lacrime, se l'amore era sofferenza allora ero follememente innamorata di Damon perchè sentivo il petto squarciarsi per dolore.

Impiegai parecchio tempo a tornare in me e a ricompormi, ma alla fine ci riuscii e mi diressi verso il bagno, mi spogliai lentamente e prima di infilarmi sotto il getto dell'acqua mi diressi verso lo specchio e mi guardai per qualche istante come se non mi riconoscessi in quell'immagine pallida e con il volto rigato dalla lascrime dopo di che entrai nella doccia e  rimasi sotto l’acqua un tempo che mi sembrò infinito, appena uscita però mi resi conto che quella doccia mi aveva fatto bene, ora ero più tranquilla e mi sentivo pronta ad affrontare ogni sfida.

Rimasi più di dieci minuti imbambolata davanti all’armadio, cosa che non era da me in genere ero piuttosto sbrigativa nella scelta dell'abbigliamento, quando un luccichio nella pietra del bracciale che mi aveva regalato Damon attirò la mia attenzione, era troppo strano per essere naturale, sembrava quasi che fosse uno dei trucchetti di Bonnie, così decisi che avrei chiesto spiegazioni a Damon, in fondo se fosse stato qualcosa di sovrannaturale non mi sarei stupita.

Alla fine mi infilai un paio di jeans e una maglietta, mentre mi allacciavo le scarpe sentii bussare << avanti >> dissi, non mi sarei mai aspettata di vedere Damon alla porta << hai lasciato questa in camera mia >> mi disse, mi resi conto che in mano teneva il mio ciondolo con la verbena, in effetti lo avevo tolto la sera precedente quando ero stata con lui e non avendolo trovato poco prima in camera sua avevo creduto di averlo lasciato nella mia << quel ciondolo ti riporta sempre da me >> dissi sorridendogli, in un attimo mi fu alle spalle e mi spostò i capelli per mettermi la collana, al suo tocco sentii il mio corpo accendersi, avrei voluto essere di nuovo sua, mi voltai gli presi le mani e lo attirai a me.

Rimanemmo a fissarci per molto tempo, quegli occhi color del ghiaccio mi ipnotizzavano, in un’ istante mi avvicinai e lo baciai, dapprima non rispose al bacio e rimase impassibile, mi rendevo conto che stava facendo uno sforzo incredibile per resistermi così mi allontanai e gli dissi << non resistermi, so che ti avevo detto una sola notte, ma non riesco a starti lontano, sei la mia necessità primaria ancora più dell’aria, mi sembra di essere morta se non sei con me, non voglio andare con Stefan, voglio restare con te >> a quelle parole non seppe più resistere e mi baciò.

<< Ehi ragazzi comportatevi bene, credete che nessuno vi veda >> Bonnie era sulla soglia della mia camera e stava ridendo divertita, ci allontanammo controvoglia e ci voltammo verso Bonnie senza sapere cosa dire, così ovviò lei al problema << era ora! Sembravate due fantasmi, sempre depressi a struggersi per amore…quando avete finito di tubare venite in salotto ci sono novità, forse ho trovato un incantesimo per annullare l’invito di Stefan in questa casa >> si voltò e sparì nel corridoio, << va bene, arriviamo subito >> disse Damon risoluto, con le parole di Bonnie mi ricordai del bracciale e decisi di domandare a Damon << sai se sul bracciale che mi hai regalato per il mio compleanno è stato lanciato un qualche tipo di incantesimo, perché prima ho visto una strana luce nella pietra? >> mi guardò per un istante e poi mi rispose << in effetti si, mia madre lo portava perché poteva proteggerla da chiunque volesse farle del male, a differenza di mio padre lei credeva nel sovrannaturale e sapeva dell’esistenza di alcune creature maligne, così in gioventù aveva chiesto a una strega di incantare il bracciale con un sortilegio per proteggersi >> ero incredula, aveva pensato a me , donandomi il bracciale di sua madre sapeva di avermi messo al sicuro da Stefan, gli saltai al collo e lo ringraziai con un bacio << ora andiamo di sotto, sono curiosa di sapere le novità da Bonnie >>, uscimmo dalla mia camera mano nella mano e scendemmo in salotto.

Bonnie era seduta alla grande scrivania in un angolo del salotto e stava chiudendo in un sacchetto alcuni rametti di verbena e una ciocca di capelli che supposi fossero di Sfefan, appena ci sedemmo sul divano Bonnie iniziò il suo discorso << cominciamo con il dire che spero che funzioni, dato che in genere è difficile che venga ritirato l’invito a un vampiro, non ci sono molte prove che possa funzionare… >> prese in mano in sacchetto e lo portò sopra la testa, pronunciò alcune parole incomprensibili che supposi servissero ad incantare il sacchetto, poi riportò le braccia davanti al torace e disse << fatto, ora dobbiamo solo aspettare e vedere se funziona! >>.

Terminato il rito ognuno riprese le sue mansioni e il salotto si svuotò lasciando me e Damon soli, così lui colse l’occasione per riprendere il discorso cominciato in camera mia << sai che non sarà semplice, Stefan non si arrenderà ad un tuo rifiuto ad andare con lui, moriranno delle persone per difenderti, come è stato con Klaus, ma questa volta sarà ancora più difficile perché stiamo combattendo contro qualcuno che in fondo amiamo e che non vorremmo ferire, non tutti potrebbero volere il male di Stefan per salvarti >> mi parlò in tono così serio e deciso che mi fece sentire in colpa per la mia decisione di voler restare con lui, così un po’ risentita gli risposi pungente << preferiresti che andassi con lui? >>, non mi rispose neppure, mi prese in braccio e con la sua velocità in un attimo fummo in camera sua, chiuse la porta alle sue spalle, mi fece scendere, mi abbracciò e mi baciò, sapevo che in quel bacio c’era la risposta alla mia domanda…

CONTINUA

Spazio autrice

Vorrei cominciare con il ringraziare tutti quelli che mi seguono in silenzio oppure commentando, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, non succede nulla di particolare diciamo che è un capitolo di passaggio che ci porterà nella vera azione con il prossimo capitolo.

Ho notato che le visite sono diminuite di capitolo in capitolo, se c'è qualcosa che non vi piace nella storia o nello stile di scrittura o altro fatemelo notare, cercherò di migliorare, in fondo le critiche vanno sempre bene se sono costruttive e si può imparare qualcosa.
Passate una buona settimana e divertitevi nell week end, ci vediamo mercoledi prossimo...kiss kiss

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Capitolo 7
*** E' un piacere rivederti ***


Cap. 7 e

Ciao a tutti eccomi qua con un nuovo capitolo...spero vi piaccia....kiss kiss


Cap.7 E’ un piacere rivederti


In quel bacio così dolce e disperato sentivo tutto l’amore e la determinazione di Damon, avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, in fondo lui era uno che non mollava mai e me lo aveva dimostrato in molti modi.

Fece fatica ad allontanarsi da me, sentivo il bisogno che aveva di me e mi rendevo conto dello sforzo che stava facendo per controllarsi, improvvisamente mi ricordai che le sue ferite non erano del tutto guarite, perciò aveva assolutamente bisogno di nutrirsi e mi accorsi che parte dello sforzo era per allontanarsi dal mio sangue, così dolcemente gli dissi << Dovresti nutrirti è parecchio che non lo fai, mi sono accorta che sei teso quando sei con me, devi controllarti per la sete, vero? >> alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi e sottovoce mi rispose << si, ma non voglio lasciarti sola è pericoloso Stefan potrebbe presentarsi in qualsiasi momento e non voglio che ti succeda nulla >> dopo quelle parole la porta della camera di Damon si spalancò e Caroline, Bonnie e Kathrine entrarono come un ciclone e Kat disse << Questa sera andiamo tutte al Grill, così tu potrai nutrirti in pace e riposare, ed Elena sarà al sicuro con due vampiri e una strega, in fondo abbiamo bisogno di rilassarci un po’ >>, Damon era scettico, lo capivo dal suo sguardo ma alla fine acconsentì messo alle corde da quattro ragazze << va bene…ma fate attenzione e se ci sono problemi chiamatemi, magari potreste portarvi anche Rick, Jeremy e Tayler, Elena sarebbe ancora più protetta, farò il prima possibile >> , lo baciai e gli dissi dolcemente << grazie…ah una cosa non uccidere nessuno…mi raccomando….a più tardi >>,<< non ti preoccupare io mi so controllare a differenza di qualcuno! >> si voltò e di corsa saltò giù dalla finestra.

<< Allora ragazze sono quasi le sei di sera prima dell’uscita credo che potrebbe essere carino farci manicure, pedicure e capelli a vicenda >> disse Caroline, << assolutamente si !! >> rispondemmo in coro.

Uscite dalla camera di Damon ci dirigemmo nella mia, il resto del pomeriggio passò tranquillamente tra cure di bellezza e chiacchiere tra ragazze, ormai erano le otto passate , Bonnie e Caroline erano già in salotto con i loro accompagnatori Jeremy e  Tayler, mentre io ero ancora imbambolata davanti all’armadio quando entrò Kathrine << Non ti prepari?Gli altri sono già tutti di sotto, ti stiamo aspettando… >>, mi voltai verso di lei e con gli occhi pieni di lacrime le gridai << ho paura, non ne ho mai avuta così tanta, Kat cosa devo fare? >> , singhiozzavo in preda a quella che a tutti gli effetti era una crisi isterica, in un primo momento Kathrine rimase immobile forse stupita della mia reazione, poi in un istante mi fu vicino, mi fece sedere su letto e mi disse << non ti preoccupare, nessuno di noi permetterà che ti accada nulla, Damon saprà tenerti al sicuro, sai Damon è davvero pazzo e impulsivo, ma quando ama qualcuno no si risparmia, credo di saperlo bene, fidati di lui >> , la guardai con gli occhi ancora pieni di lacrime << non è per me che ho paura, ma per lui, so che si farebbe uccidere pur di salvarmi, sai rimpiango solo una cosa ed è di non essermi accorta prima di amarlo, forse tutto questo non sarebbe accaduto, ma lui era così sbagliato all’apparenza e invece non mi rendevo conto che era proprio lui quello giusto, quando sono con lui esce il meglio mi me, sono più coraggiosa, più determinata e più forte, lui mi cambia in meglio >> alle mie parole Kathrine non seppe trattenere una lacrima, la vidi scivolare lenta sul profilo del suo viso, mi feci forza e continuai il mio discorso << immagino che tu mi capisca, so che ami Stefan come io amo Damon è inutile che cerchi di nascondermelo, per questo mi devi aiutare, devi fare in modo che Stefan sappia che questa sera sono al Grill e che mi voglio consegnare a lui >>, Kathrine mi fissava seria e senza battere ciglio mi rispose << Lo farò >> si voltò uscì dalla mia camera, scese in salotto e la sentii chiudere la porta di casa dopo essere uscita, sapevo che Damon avrebbe sofferto ma era meglio così, preferivo farlo soffrire piuttosto che farlo uccidere.

Dopo quella conversazione con Kat finii di vestirmi,  poi mi sedetti alla scrivania, presi carta e penna e cominciai a scrivere…

 

Caro Damon,

so che ti sarà difficile capire il mio gesto, ma è meglio per tutti quanti e soprattutto per te, non potevo restare a Mystic Falls e sapere che forse ti avrei fatto uccidere da tuo fratello.

Non credere che non ti ami, questa è stata la decisione più difficile della mia vita, ho solo un rimpianto ed è quello di averti amato consapevolmente per troppo poco, si perché in fondo al mio cuore sapevo di amarti da sempre, anche quando professavo amore solo per Stefan, non pensavo di poter essere una così formidabile bugiarda tanto da poter nascondere così bene e così a lungo la verità anche a me.

Non essere arrabbiato e non odiarmi per non averti dato la possibilità di decidere di sacrificarti per me, questa è la mia decisione, la decisione che non mi hai permesso di prendere per il sacrificio con Klaus salvandomi la vita e sacrificando quella di altre persone, adesso scelgo di sacrificare la mia vita e la mia felicità per salvare la tua e quella dei nostri amici.

Il tempo lenirà la ferita, vedrai che prima o poi non soffrirai più per me, so che rimarrete uniti e che vi farete forza l’un l’altro.

Ti amo con tutta me stessa cuore, corpo e anima.

Elena

 

Piegai il foglio a metà e lo misi in una bella busta dove scrissi “Damon”, mi alzai e mi diressi verso la camera di Damon.

Appena aprii la porta fui investita dai ricordi di quella notte passata insieme a lui, rimasi come paralizzata sulla soglia in preda alla confusione, sapevo che la mia scelta era quella giusta ma non volevo lasciarlo, finalmente presi coraggio, entrai e depositai la busta sulla scrivania, mi voltai  e corsi di sotto in salotto.

Erano tutti pronti mancavo solo io, e ovviamente Kat, appena arrivai in salotto Alaric disse << allora ci siamo tutti, Kat ci raggiunge al Grill aveva da fare, quindi possiamo andare >>.

Uscimmo di casa e ci dividemmo tra l’auto di Alaric e quella di Tayler, finalmente partimmo alla volta del Grill.

In poco  tempo arrivammo nel parcheggio, lasciammo le auto e entrammo, il locale era davvero pieno, Matt ci venne incontro e ci fece sedere ad un tavolo in un posto tranquillo, quella sera c’era la musica così noi ragazze ci buttammo in pista mentre gli uomini rimasero al tavolo a parlare, suppongo di un piano per salvarmi.

La serata trascorse allegramente, poi con la coda dell’occhio notai Kat vicino alla porta d’ingresso, sapevo cosa significava così misi in scena il mio piano << credo  di aver lasciato il telefono nell’auto di Alaric, vado a controllare, non vorrei che Damon chiamasse e si preoccupasse >> dissi cercando di risultare credibile, Bonnie si avvicinò e mi disse << vai ti aspettiamo qui in pista, non vogliamo che a Damon prenda un colpo >> , le sorrisi sapendo che quasi sicuramente non l’avrei più rivista poi mi voltai e corsi fuori dal locale seguita da Kat.

Appena fuori Kathrine mi prese per un braccio << sicura di volerlo fare?puoi ancora cambiare idea >> la fissai negli occhi e dura  come la roccia le dissi << più che sicura, mi raccomando stai vicino a Damon non fargli fare cose stupide, mi fido di te >> per un istante ci guardammo, sapevo che la mia fiducia l’aveva toccata nel profondo e che sarebbe stata leale con me mantenendo la promessa di vegliare su Damon.

Sentii dei passi alle mie spalle, sapevo che era Stefan, poi la sua voce mi fece sussultare e mentre mi voltavo mi disse << ciao Elena è un piacere rivederti, non avrei mai sperato così presto, se vuoi seguirmi possiamo andare >> feci un cenno a Kat e mi diressi verso di lui, non appena gli fui davanti mi cinse la vita con le  mani e mi avvicinò a se << mi sei mancata così tanto, ora resterai per sempre con me >> e mi baciò con una violenza e una rabbia che mi lasciarono di sasso, non riuscivo neppure a muovermi, aspettavo solo che smettesse e si allontanasse da me, finalmente lo fece e mi resi conto che il suo viso era mutato, i canini si erano allungati e i suoi bellissimi occhi verdi ora erano neri come la notte.

Mi afferrò per un braccio e mi trascinò verso la sua auto scaraventandomi contro lo sportello, frastornata da quella botta mi accasciai a terra, mentre aspettavo che si avvicinasse per infierire ancora sentii un rumore di passi provenire da dietro Stefan, non poteva essere Damon, non doveva essere Damon, poi lo vidi procedere a passo sicuro verso di noi, potevo sentire la sua rabbia, aveva sicuramente letto la mia lettera.

Ormai era a pochi passi da noi e continuava a fissare Stefan che ora si era voltato per vedere chi lo stava sfidando, alla vista di Damon era comparso un ghigno demoniaco sulle sue labbra e spavaldo disse << Ciao fratello chi non muore si rivede >> rimasero a fissarsi per un’eternità poi in una frazione di secondo con un balzo Damon gli fu addosso buttandolo a terra e ringhiando gli disse << non la porterai via, dovrai uccidermi prima >> .

Potevo leggerglielo in faccia, Stefan non era assolutamente  intimorito dalla rabbia del fratello e infatti in un istante si rialzò afferrando Damon per il collo per poi lanciarlo e farlo sbattere contro un muro, in un attimo gli fu accanto di nuovo, lo sollevò estrasse un paletto e glielo conficcò nello stomaco, Damon cadde a terra contorcendosi per il dolore.

Ero disperata e non sapevo cosa fare, non volevo che lo uccidesse così corsi verso Damon per cercare di difenderlo, poi ebbi un’idea, potevamo fare un’accordo…

CONTINUA

Spazio autrice


Allora eccoci qua con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto, Elena ha fatto un gesto molto stupido e molto pericoloso nel tentativo di proteggere tutti, come al solito e come al solito Damon si fa rompere il c**o da qualcuno per salvarla!!

Questo gesto di Elena porterà a delle conseguenze molto serie e lo potremo vedere nei prossimi capitoli.
Ormai siamo decisamente nel pieno della storia, e le cose si faranno sempre più difficili per i nostri amici, presto rivedremo qualcuno che sarebbe stato meglio non avesse saputo che la piccola Elena era viva e rivedremo anche qualcuno che è in debito con il nostro gruppo di amici.
Adesso però basta spoiler altrementi vi racconto tutto...un'ulitma cosa..fate il conto alla rovescia per giovedi notte e godetevi la 3x01...kiss kiss

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Capitolo 8
*** L'accordo ***


Cap.8 L'accordo

Ciao a tutti quelli che mi seguono, perdonatemi se ieri non ho pubblicato come previsto e non vi ho avvisati ma la mia "fantastica" connessione a internet mi ha letteralmente lasciata a piedi, sono riuscita a ripristinarla solo oggi...ora vi lascio al capitolo...kiss kiss

Cap.8 L’accordo

<< Ti prego non  ucciderlo, ti ho promesso che verrò con te ma non ucciderlo, tu vuoi restare con me per sempre vero?Bene allora se lo lascerai andare io mi farò trasformare da te così staremo insieme per sempre! >> gridai con tutto il fiato che mi era rimasto nei polmoni, in quell’istante incrociai lo sguardo di Damon, mi stava fissando sbalordito e disperato, sapevo che stava soffrendo per le mie parole ma dovevo assolutamente provare a salvarlo.

Passarono alcuni minuti in cui Stefan continuava a fissare Damon come se fosse in preda all’indecisione poi si voltò verso di me e mi disse << Credo proprio che abbiamo un accordo… >> sospirai di sollievo << …ti do tre giorni poi verrò a prenderti >> terminata la frase in un istante sparì.

Ormai tutto il resto del gruppo era nel parcheggio e incredulo osservava la scena, corsi verso Damon che nel frattempo aveva estratto il paletto dal suo stomaco, ma non appena gli fui accanto mi gridò contro << Perché?Mi avevi detto  che volevi stare con me…mi hai scritto quella stupida lettera pensando che avresti risolto il problema…e adesso vuoi addirittura farti trasformare da lui quando pochi mesi fa eri terrorizzata che potessi trasformarti dopo aver bevuto il mio sangue prima del sacrificio!Mi hai mentito e preso in giro! >> non mi permise neppure di ribattere si alzò barcollante e si diresse verso l’uscita del parcheggio, Alaric lo inseguì, gli mise una mano intorno alla vita e gridò << Lo riporto a casa…ci vediamo li >> salirono in macchina e rimasi immobile come in trans a guardare i fari dell’auto che si allontanava.

<< Ma cosa diavolo credevate di fare tu e Kat? Siete impazzite! >> Bonnie mi gridava contro in preda a una furia che faticava a controllare, infatti il tempo stava mutando e si era alzato un forte vento, così cercai di calmarla << E' stata una mia idea, Kathrine non c’entra, cercava di aiutarmi… >> mi fermai un attimo per cercare di prendere fiato << …Bonnie è l’unica soluzione, devo andare via con lui, non posso permettere che vi facciate uccidere tutti per salvarmi! >> dalla sua espressione sapevo che mi capiva ma non approvava, all’improvviso intervenne Caroline << Forza torniamo a casa, dobbiamo andare a vedere come sta Damon! >> .

Per tutto il viaggio in macchina nessuno disse nulla, quando arrivammo davanti a casa Salvatore Alaric era seduto sulla soglia con la testa tra le mani, appena lo vidi gli corsi incontro terrorizzata pensando al peggio e gli dissi << Dov’è?cosa è successo? >> per un istante rimase immobile poi  alzò la testa e mi rispose << Sta bene fisicamente, però in questo momento è fuori di se, fossi in te non entrerei, potrebbe farti del male, metà del salotto è distrutto e credo che presto lo sarà anche l’altra metà >> non lo ascoltai nemmeno e mi diressi verso la porta e la aprii.

Una volta entrata in casa mi trovai di fronte a una scena apocalittica, sembrava quasi che ci fosse stato un tornado, i mobili del salotto erano tutti distrutti per non parlare delle finestre, poi la mia attenzione si spostò al centro del salotto davanti al caminetto accesso, Damon era in piedi e mi dava le spalle ma sapeva di sicuro che ero nella stanza, di scatto si voltò e in un istante mi fu di fronte, quasi non mi resi conto di quello che stava succedendo, mi afferrò per le spalle e mi bloccò contro il muro, poi ringhiando mi disse << Non mi sarei dovuto fidare di te, sei tale e quale a Kathrine mi hai preso in giro e usato come lei, alla fine scegliete tutte Stefan, non importa se è buono o cattivo! >> quelle parole mi ferirono profondamente, ma sapevo che qualunque cosa gli avessi detto quella sera non mi avrebbe creduto, così cercai di calmarlo e di farlo ragionare, lo fissavo negli occhi cercando di riordinare le idee, poi finalmente le parole uscirono come un fiume in piena << Perché mai avrei dovuto mentirti, non c’è una ragione e tu lo sai, se avessi voluto ancora Stefan non sarei mai venuta da te e tu sai anche questo, non potrei mai fare il doppio gioco come Kathrine, quello che provo per te è autentico, quello di questa sera è stato un disperato tentativo di salvarti, se non gli avessi proposto quell’accordo ora saresti morto e io sarei disperata! >> vidi la sua rabbia scemare lentamente, alla fine mi lasciò andare, si voltò e salì le scale, mentre se ne andava gli gridai << Ti prego abbiamo solo tre giorni, non sprechiamoli! >> sapevo che non mi stava neppure ascoltando così decisi che per quella sera sarebbe finita così.

Mi diressi verso la porta la aprii e uscii sulla soglia dove tutti  erano in attesa << Grazie di tutto, non preoccupatevi sta bene è solo sconvolto >> dissi senza guardare nessuno in faccia, Bonnie però non perse l’occasione di farmi notare di nuovo quanto ero stata stupida e mi disse << Ti rendi conto che lo hai distrutto di nuovo, non si fiderà mai più di nessuno, forse dovresti riflettere su quello che hai fatto >> non provai neppure a risponderle, così vedendomi titubante disse << Buonanotte, forza andiamo! >>, nessuno mi salutò, restai sulla soglia finché non sparirono dal vialetto a bordo delle auto, così mi voltai, entrai in casa e mi chiusi la porta alle spalle.

Mi resi conto di essere sola in casa con Damon e che avrei voluto essere con lui, ma decisi che sarebbe stato meglio cercare di riordinare il disastro che c’era in salotto, così cominciai piano piano  a raccogliere i cocci sul pavimento, finché sotto un bicchiere su un tavolino trovai la lettera che avevo scritto a Damon, la rilessi poi la appallottolai e la gettai nel fuoco gridando di rabbia.

Ero sfinita così decisi di andare a letto, salii le scale e mi diressi verso la mia camera da letto, sapevo che quando sarei arrivata davanti alla camera di Damon mi sarei sentita attratta come da una calamita e infatti fu così, mi fermai davanti alla sua porta, ma questa volta non entrai e proseguii verso la mia camera.

Una volta entrata mi lavai il viso, mi misi il pigiama e mi sdraiai a letto, sapevo che non avrei dormito, ma non potevo andare da lui era troppo arrabbiato non mi avrebbe voluta, così rimasi a letto nel vano tentativo di  prendere sonno.

Pregavo che l’indomani Damon fosse più ragionevole e meno arrabbiato e che mi ascoltasse, dopotutto avevamo tre giorni per stare insieme perché sprecarli cosi, cullata da questi pensieri finalmente presi sonno, ma un attimo prima di addormentarmi sentii come se qualcuno si fosse steso accanto a me nel letto, ma ero troppo stanca e non ci feci caso, stavo di sicuro sognando, così mi abbandonai del tutto alla stanchezza e mi addormentai…

CONTINUA

Spazio autrice
Bene bene le cose stanno davvero prendendo una brutta piega per i nostri amici, Elena ha fatto una stupidaggine ancora peggiore e ha deciso di consegnarsi a Stefan, ora Damon è furioso, deciderà di stare con lei per i prossimi tre giorni oppure se ne starà in disparte a rimuginare...chi vivrà vedrà...
Spero vi sia piaciuto, perchè ho notato che sono diminuiti i commenti e anche le visite, se la storia non dovesse piacervi più fatemelo sapere perchè vorrei cercare di migliorarla..grazie a tutti come al solito e buona visione di Tvd questa notte...kiss kiss

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Capitolo 9
*** Primo giorno: Di nuovo insieme ***


Cap.9 Primo giorno: Di nuovo insieme

Cap.9 Primo giorno: Di nuovo insieme

Erano la prime luci dell’alba e dalle tende filtrava una luce flebile e delicata che mi illuminava mentre mi risvegliavo da una notte di sonno tutt’altro che tranquilla.

Non appena fui del tutto sveglia mi resi conto che accanto a me era sdraiato qualcuno, mi voltai ed eccolo li, bello come un dio greco Damon dormiva accanto a me, il suo viso era rilassato e tranquillo, era ancora vestito come la sera precedente e aveva la camicia strappata dove Stefan lo aveva impalettato.

Decisi da alzarmi cercando di fare il minor rumore possibile, sapevo che il suo incredibile udito si sarebbe subito reso conto se avessi fatto rumore, così scesi dal letto in punta di piedi e mi diressi verso il corridoio, Damon doveva essere davvero distrutto perché non si accorse della mia piccola fuga, così raggiunsi indisturbata la cucina.

Preparai il caffè con calma e ne deposi due tazze fumanti su un bel vassoio, poi mi diressi di nuovo verso la mia camera sempre cercando di non fare rumore o almeno di farne il meno possibile, quando arrivai sulla soglia mi stupii di trovare Damon ancora addormentato, così entrai, appoggiai il vassoio con il caffè sulla scrivania e mi avvicinai con calma al letto.

Rimasi a guardarlo come rapita dalla sua perfezione, come poteva esserci così tanta rabbia e sofferenza in un essere così celestiale, ancora non mi capacitavo di tutto quello che era successo dalla partenza di Stefan e quel momento di solitudine mi dava la possibilità di ripensare a tutto l’accaduto.

All’improvviso Damon si mosse e come risvegliata dal mio torpore mi avvicinai al letto e dolcemente gli sussurrai << Buongiorno, amore mio >> poi mi avvicinai alla sua fronte e la baciai, scesi ancora e gli baciai la punta del naso, poi finalmente arrivai alle labbra, quelle labbra perfette e morbide che per me si dischiudevano in un sorriso dolcissimo e infatti come mi aspettavo eccolo li per me, solo per me, il suo splendido sorriso.

Aveva ancora gli occhi chiusi ma era indiscutibilmente sveglio, allungò una mano verso di me e sempre tenendo gli occhi chiusi cominciò ad accarezzarmi i capelli, le spalle e il collo.

Preoccupata dal fatto che continuasse a tenere gli occhi chiusi mi feci coraggio e gli dissi << Perché non mi guardi? >>, fece un leggero sorriso e poi mi rispose << Ho paura di stare sognando e se aprirò gli occhi il sogno svanirà >> lo guardai con dolcezza e poi gli sussurrai << Ti prometto che non svanirò, potrai continuare a sognare anche ad occhi aperti >> a quelle parole Damon aprì gli occhi e mi abbracciò.

Rimanemmo abbracciati per un tempo che mi sembrò lunghissimo, poi Damon mi allontanò leggermente da lui e mi guardò negli occhi, non serviva che ci dicessimo nulla sapevamo entrambi cosa stavamo provando, potevo leggerglielo negli occhi, occhi che solitamente erano azzurri e duri come il ghiaccio, oggi invece erano di un blu scurissimo come il mare in tempesta, sapevo che i suoi occhi rispecchiavano il tumulto che in quel momento c’era nella sua anima.

Gli accarezzai i capelli dolcemente per cercare di calmarlo, mi avvicinai lentamente e lo baciai, cercando di fargli capire quanto lo amassi e quanto lo desiderassi, non solo fisicamente ma anche con l’anima.

Sapevo che sarebbe bastato a riportare la pace nel suo cuore, noi due eravamo l’unica cosa importante, l’unica cosa che poteva renderci felici era essere l’uno parte dell’altro.

Lentamente i nostri baci diventarono sempre più profondi e appassionati e i gesti sempre più frenetici e passionali, gli tolsi delicatamente la camicia e notai che la ferita provocata da Stefan la sera prima non era del tutto guarita, rimasi un istante ad ammiralo, poi inizia a baciarlo, prima gli addominali scolpiti, poi i pettorali perfetti e infine il suo meraviglioso collo.

In una frazione di secondo mi afferrò e mi tolse con un solo gesto sicuro la maglietta del pigiama, così cominciò a baciarmi anche lui, dovunque mi toccasse sentivo la pelle bruciare, era una dolcissima tortura, sapeva esattamente cosa fare per rendermi questa tortura ancora più dolce.

Lentamente e un po’ impacciata gli slacciai i pantaloni e glieli sfilai lasciandolo con la biancheria intima, anche Damon non perse tempo e fece lo stesso con me, ci guardammo per un attimo, come se fosse la prima volta che avessimo la possibilità di vedere i nostri corpi privati di ogni indumento e invece ci rendemmo conto che quella era la prima volta in cui potevamo amarci senza freni e regole.

In un attimo fummo entrambi nudi e Damon era sopra di me, finalmente come la volta precedente ero sua e mi sentivo in pace, eppure mi resi conto che mancava qualcosa perché fossimo davvero uniti in tutti in modi, così lo guardai negli occhi e risoluta gli dissi << Mordimi!Voglio essere tua in tutti i modi possibili, so cosa significa per te mordermi, voglio che tu lo faccia >>, Damon rimase come paralizzato dalla mia richiesta poi mi rispose << Assolutamente no!potrei non essere in grado di fermarmi e ucciderti >> sempre ferma sulla mia posizione continuai a perorare la mia causa << Hai saputo fermarti quando eri gravemente ferito, so che lo farai anche questa volta, mi fido di te >> a quelle parole Damon perse tutta la sua fermezza e anche l’ultimo baluardo di resistenza cadde.

Mi avvicinai a lui e lo baciai, poi lentamente scostai i capelli dalla spalla per dargli la possibilità di arrivare al mio collo, lentamente Damon si avvicinava, quando sentii le sue labbra appoggiarsi al mio collo ebbi un fremito di piacere, finalmente affondò i suoi canini nella mia pelle e fui percorsa in tutto il corpo da una scossa elettrica, mi aggrappai alle sue spalle gemendo il suo nome, mentre lui mi sosteneva la schiena con una mano.

Quel momento durò troppo poco, Damon si stava già allontanando da me profondamente appagato da quell’atto, lo vidi distendersi rilassato, così mi sdraiai prendendo posto tra le sue braccia.

<< Ti amo, Damon >> era l’unica cosa che potevo dirgli, Damon rimase in silenzio poi si voltò verso di me e mi rispose << Ti amo anch’io >> rimanemmo a letto per molto tempo, non saprei nemmeno dire per quanto, poi all’improvviso il mio telefono suonò.

Mi alzai di corsa per vedere chi fosse e mi accorsi che era un messaggio di Bonnie: “Abbiamo un piano per fermare Stefan ci vediamo da voi nel pomeriggio”.

Corsi sul letto e feci leggere il messaggio a Damon che sarcastico disse << Speriamo che sia meglio di quello per tirare fuori Kathrine dalla cripta! >> lo guardai facendo finta di essere arrabbiata e gli dissi << Abbi un po’ di fiducia >> e scoppiai a ridere.

Solo allora mi ricordai di aver portato il caffè che ormai era sicuramente freddo, così corsi in cucina a farne dell’altro e in poco tempo tornai con del caffè appena fatto.

Mi sedetti sul letto e ne porsi una tazza fumante a Damon che la prese e la trangugiò in un istante, lo guardavo così attentamente da poter vedere ogni sfumatura di colore nei suoi capelli corvini, mi appoggiai a lui e gli dissi << Forse troveremo una soluzione e potrò restare con te >> Damon non rispose e rimanemmo a crogiolarci nel nostro abbraccio…

CONTINUA

Spazio autrice
Eccoci qua con un nuovo capitolo come ogni mercoledi, si spera per lungo tempo o per lo meno finchè qualcuno continuerà a farmi l'onore di leggere questa storia.
Ho pensato di mettere in stand by per un capitolo praticamente tutto e lasciare spazio ai nostri protagonisti perchè potessero approfondire il loro legame e dimostrarsi che si amano davvero e sono disposti a tutto, spero che questa mia idea via sia piaciuta, credo che per Elena sia davvero il massimo dell'amore concedere il proprio sangue spontaneamente a Damon e senza che sia in pericolo, ha voluto dimostrargli che per lui è disposta a fare cose che prima erano impensabili per lei.
Non preoccpatevi dal prossimo capitolo ricomincia l'azione, non posso anticiparvi di più.
Ringrazio davvero tutti quelli che mi seguono sia commentando che in silenzio, però vorrei spronare questo ultimi a farsi sentire perchè mi piacerebbe sapere cosa ne pensano.
Come al solito buona visione per la puntata di domani notte di Tvd, speriamo di vedere un pò di Delena anche in televisione...Kiss kiss

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Capitolo 10
*** Il piano ***


Cap.10 Il piano (ancora primo giorno)

Cap. 10 Il piano    

Ormai era pomeriggio inoltrato e di Bonnie e il resto del gruppo nessuna traccia, nel frattempo Damon si era addormentato nuovamente, al contrario io ero troppo agitata per starmene a letto così decisi di alzarmi  e di scendere in salotto, mi ero dimenticata del disastro che aveva fatto Damon la sera prima,  così appena entrai nella stanza rimasi sorpresa nel trovare tutto in disordine, poi lentamente mi tornarono alla mente le immagini della sera precedente.


Il  pensiero di rimettere in ordine quel disastro mi faceva impazzire, mi ci sarebbe voluto tutto il resto del pomeriggio, perché dovevo sempre farlo arrabbiare e perché lui doveva sempre distruggere tutto quando era arrabbiato.

Quando l'orologio a pendolo del salotto suonò i suoi rintocchi mi resi conto che erano le sei di sera e Bonnie non si era ancora fatta viva, non riuscii a finire quel pensiero che sentii bussare alla porta, mi voltai e corsi ad aprire, mi trovai davanti Bonnie con in braccio il suo grimorio e alle sue spalle c'erano Caroline, Tayler, Jeremy e Rick, li feci entrare e abbozzai timidamente un sorriso, sapevo che erano infuriati con me per il mio piano della sera precedente, ma che nonostante tutto mi avrebbero aiutata ancora una volta.

Alla fine presi coraggio e cominciai a parlare << Bonnie, nel messaggio mi hai scritto di avere un piano che potrebbe  funzionare, sono pronta a fare qualsiasi cosa, mi dispiace per ieri, ma credevo davvero di fare la cosa giusta, solo quando sono tornata a casa ho avuto l'occasione di ripensare a quello che avevo fatto e mi sono resa conto di aver sbagliato, vi avrei fatto soffrire tutti inutilmente >> a quelle parole Bonnie non mi rispose, si limitò ad annuirmi, sapevo che mi aveva perdonata, non servivano parole per confermarmelo.

<< Sono molto curioso di sentire questo incredibile piano >> esclamò Damon mentre scendeva la scalinata che portava al salotto, lo guardavo affascinata, ero inequivocabilmente innamorata persa di lui, ogni fibra del mio corpo era calamitata dalla sua presenza, non riuscivo a prestare attenzione a nulla se non ai suoi movimenti, ero come pianeta che ruota intorno al suo sole.

Rick si avvicinò a lui e dandogli una pacca sulla spalla gli disse << Sono felice che ti sia ripreso, ieri sera era un tantino fuori di testa! >> poi scoppiò a ridere coinvolgendo tutti nella sua risata.

<< Adesso torniamo alle cose serie, Bonnie spiegaci in cosa consiste questo piano >> disse risoluto Damon.

Bonnie rimase un attimo in silenzio, poi prese fiato e iniziò a parlare << Prima di spiegare in cosa consiste il piano vorrei dire che lo metteremo in pratica solo se Elena sarà d'accordo >>, Damon non sembrava contento di quella premessa ma prima di esprimersi lasciò che Bonnie finisse << Elena dovrà consegnarsi a Stefan come da accordi e fingere di partire con lui, non ti preoccupare non ti lasceremo priva di difese, so che il bracciale che ti ha regalato Damon è incantato, potenzierò quell'incantesimo, né Stefan né nessun altro potrà farti del male, se cercherà di farlo verrà respinto da un campo di forza, dovremo fare in modo che tutto si svolga nei pressi della cripta della vecchia chiesa, così non appena Stefan crederà di aver ottenuto quello che voleva e abbasserà la guardia lo potremo rinchiudere, a questo penseranno Damon e Caroline, tutti gli altri resteranno nei dintorni pronti ad intervenire >> Damon saltò in piedi e cominciò a gridare come un pazzo << Ma che razza di piano è, questa è follia pura, neppure  io sono così pazzo da potermi inventare una cosa del genere...mi rifiuto di consegnare Elena nelle mani di Stefan...questo piano non ha senso! >> restammo tutti  qualche istante ammutoliti, poi finalmente Bonnie riprese coraggio e continuò a parlare << Damon calmati, purtroppo non abbiamo altra alternativa, non possiamo mica scappare, dobbiamo far credere a Stefan di aver vinto...così abbasserà le difese e sarà più facile prenderci gioco di lui >> , Bonnie aveva assolutamente ragione non c'era un altro modo, tutto a un tratto però mi ricordai che Kathrine era sparita dalla sera precedente e che anche il suo aiuto sarebbe stato fondamentale così dissi << Dovremmo coinvolgere anche Kathrine, potrebbe esserci d'aiuto, se per voi va bene la chiamo...>> attesi qualche secondo ma nessuno disse nulla, così presi quel silenzio come un assenso e presi il cellulare.

Damon non voleva sentire ragioni e in preda alla furia corse in giardino sbattendo la pesante porta d'ingresso, mi voltai verso Bonnie e dolcemente le dissi << Va bene lo farò, non ti preoccupare a Damon ci penso io, lo convincerò, ho solo un dubbio, se non riuscissimo a disintossicare Stefan dal sangue umano, ricordi come è stato difficile quando ha bevuto quella piccola quantità da me ora chissà quanto ne ha bevuto, cosa faremo? >>  Bonnie si voltò verso di me e sicura mi disse << Se Damon mi avesse fatto parlare ora saprebbe anche il piano B! >> si voltò nuovamente verso il caminetto, prese il grimorio ed andò a sedersi sul divano.

Sospirai leggermente sapevo che Bonnie era arrabbiata, in fondo anche lei teneva a me e di sicuro non era contenta di mettermi in pericolo, così decisi di andare a parlare con Damon per convincerlo a cambiare idea e ad aiutarci, mi diressi verso la porta d'ingresso e mentre camminavo decisi di comporre il numero di Kathrine per renderla partecipe del nostro piano, quando varcai la soglia mi trovai davanti una scena che mai mi sarei aspettata, Stefan stava sbattendo violentemente Damon contro un albero e poco lontano Klaus lo osservava divertito.

La mia apparizione bloccò per un'istante la lotta, come se fosse stata messa in pausa, Damon era visibilmente in difficoltà, ferito e malconcio, ero talmente scioccata da quella scena inaspettata che rimasi congelata per un'istante lasciando cadere il telefono che si schiantò al suolo con un tonfo sordo, quando finalmente mi ripresi cominciai a gridare convulsamente << No!! Ti prego Stefan lascialo andare, avevamo un accordo, cosa è successo? >> , Stefan non accennava a lasciare la presa sul collo di Damon, alle mie grida però il resto del gruppo corse in giardino, erano poco lontani da me e guardavano la scena sconvolti, nessuno di loro sembrava intenzionato a reagire come se anche loro fossero congelati nelle loro posizioni.

Non appena mi voltai di nuovo verso Damon mi trovai davanti a pochi centimetri Klaus che mi osservava con il suo solito ghigno stampato in faccia << Buonasera dolcezza, è parecchio che non ti vedo, se non fosse stato per il tuo Stefan ti avrei creduta morta e invece lui mi ha raccontato tutto, così siamo tornati per te, nessuno può prendersi gioco di me, devi pagare per questo, Stefan ha deciso la pena, devi venire con noi e diventare una di noi, sarai una splendida vampira, lui però è ancora troppo buono e ti ha dato ben tre giorni per divertirti con il tuo nuovo fidanzatino, perciò ho pensato che se lo faccio fuori non dovrò più aspettare tre giorni, non ci saranno più motivi perché tu voglia rimanere >> sostenevo il suo sguardo senza nessun timore ormai ero dura come la roccia, non potevo credere che Stefan gli avesse raccontato il piano per salvarmi dal sacrificio e la presa in giro che avevamo riservato a Klaus, non mi sarei lasciata ferire ancora e non avrei più permesso che gli altri soffrissero per me di nuovo, così decisi che avrei tentato il tutto per tutto...
CONTINUA

Spazio autrice
Eccomi qua con un nuovo capitolo, come promesso le cose si sono complicate e finalmente possiamo vedere chi davvero sta manovrando tutto, come al solito Klaus è il grande cattivo, ora cosa succederà, Damon è in pericolo, Elena è disperata e il resto del gruppo non è pronto a combattere Klaus così all'improvviso...sarà dura e succederanno delle cose dolorose per tutti!
Spero vi sia piaciuto il capitolo, ringrazio tutti quelli che mi seguono e recensiscono, come al solito ringrazio anche chi non lo fa e li sprono a farlo, lo so lo so, sono noiosa e ripetitiva ma vorrei che trovaste un minuto per farmi sapere cosa ne pensate anche se sono critiche, infondo dalle critiche si può imparare e grazie ad esse si può migliorare...alla prossima settimana...kiss kiss

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Capitolo 11
*** Il rumore di un cuore che si frantuma ***


Cap.11 Il rumore di n cuore che si spezza Cap.11 Il rumore di un cuore che si frantuma  


Non sapevo se sarei stata capace di seguire i miei propositi, ma dovevo tentare solo così avrei potuto salvare Damon, così ferma e sicura fissando Klaus negli occhi lo sfidai dicendo << Non so di cosa tu stia parlando, tra me è lui non c'è nulla è solo un divertente passatempo per ingannare la noia, nell'attesa che Stefan tornasse per me, lo aspettavo sapevo che non mi avrebbe lasciata sola >> , non osai guardare Damon ma sapevo che stava soffrendo nel sentirmi pronunciare quelle parole, ma ero sicura che sapesse che il mio era un tentativo disperato di salvarlo, Klaus non l'avrebbe ucciso se fosse stato convinto che non mi importava di lui, in fondo sapevo che  Klaus voleva uccidere Damon solo per far soffrire me, dovevo assolutamente convincerlo di non provare nulla per lui.

Mentre stavo pensando a come proseguire la mia messa in scena mi resi conto dell'arrivo di Kathrine che allarmata sostava sul vialetto d'ingresso della villa, ora non so per quale motivo ma mi sentivo più forte, forse perché sapevo che Kat mi capiva profondamente e che nonostante le nostre divergenze passate lei poteva sostenermi, così presi tutto il coraggio che avevo e aggirai Klaus dirigendomi verso Stefan che ancora teneva Damon contro l'albero, gli posai la mano sulla spalla e dolcemente gli sussurrai all'orecchio << Non serve che tu lo uccida per avermi, sono sempre stata tua, sprecheresti solo tempo prezioso con lui che non vale nemmeno la metà di te >>  stavo dicendo delle parole in cui non vi era un barlume di verità e a cui neppure credevo, ma speravo che almeno Stefan e Klaus vi avessero creduto, non so neppure quanto rimasi in attesa di una reazione da uno dei due, finalmente sentii Stefan allentare la presa e vidi Damon cadere a terra con un rumore sordo, mi resi conto che i suoi occhi  di solito di un meraviglioso azzurro erano spenti, come vitrei, non mi guardava e teneva la testa bassa guardando il terreno talmente insistentemente che avrebbe potuto scavarvi una voragine.

Le mie parole avevano sicuramente sortito l'effetto sperato almeno in uno dei due vampiri a cui erano indirizzate, adesso dovevo solo convincerli a partire senza cercare di uccidere nessun altro, e la cosa non sarebbe stata semplice perché nessuno dei miei amici mi avrebbe lasciata partire con loro senza opporsi, facendosi  anche uccidere se fosse stato necessario, ora il mio piano cominciava a fare acqua da tutte le parti, le cose si stavano davvero complicando per tutti non solo per me. 

Presi la mano di Stefan e la strinsi forte cercando di infondere in quella stretta un briciolo di amore, sapevo che non sarebbe stato facile ma dovevo provarci, poi presi coraggio e parlai decisa << Se siamo pronti possiamo andare, non voglio restare un minuto di più >> guardai dritta negli occhi Klaus sperando che acconsentisse, mi resi conto però che le mie speranze sarebbero state vane, Klaus mi fissava con il suo solito ghigno stampato in faccia, poi improvvisamente iniziò a parlare << Mia cara Elena, sei così ingenua, credi veramente che me andrei lasciando vivere tutte queste persone che si sono prese gioco di me, devono morire tutti, e il primo sarà lui! >> con un movimento rapidissimo Klaus si era spostato di fronte a Damon che ancora giaceva seduto ai piedi dell'albero e lo aveva afferrato sollevandolo da terra, poi con un movimento fluido e rapido come quello di un cobra lo aveva trafitto con un paletto appena sotto il cuore lasciandolo letteralmente crocefisso contro l'albero dato che il paletto lo aveva trapassato da parte a parte.

Ero terrorizzata, le sue grida di dolore mi stavano facendo impazzire, avevo perso il controllo della situazione e di me stessa, adesso eravamo davvero nei guai, Damon sarebbe morto e io sarei morta con lui, non potevo pensare di vivere senza di lui, dovevo trovare un modo per fermare Klaus.

Mentre cercavo disperatamente di riordinare le idee e di calmarmi mi resi conto che Bonnie stava recitando una qualche formula di cui non capivo le parole e mi accorsi che Damon non gridava più, doveva aver usato qualche formula per togliergli il dolore, probabilmente cercava di rendergli la morte meno dolorosa come gesto caritatevole, nel frattempo Klaus si era avvicinato a Stefan e insieme guardavano la scena di sofferenza del povero Damon.

Colsi  l'occasione della loro lontananza per avvicinarmi di qualche passo a Damon e ai miei amici, sapevo di non poter parlare con loro e neppure con Damon, così facendo avrei mandato all'aria il mio piano di far credere a Klaus che non mi importava di loro, ma speravo almeno di potermi assicurare che Damon stesse bene avvicinandomi un pò.

Era terribilmente sofferente e pallido, mi sarei buttata su di lui per aiutarlo se solo avessi potuto, invece rimasi a guardalo soffrire senza poter fare nulla, sapevo che Bonnie gli aveva tolto il dolore ma quello che mi preoccupava ora era sapere se il suo cuore era ancora intatto o se le mie parole di prima lo avessero frantumato in mille pezzi.

Damon non osava alzare lo sguardo su di me, eppure ero sicura che sapesse che lo stavo guardando, anche se sofferente i suoi sensi erano comunque sempre allerta, rimasi a fissarlo per un tempo indefinito, potevano essere passati minuti come ore, poi con un gesto che mi colse alla sprovvista Klaus si scagliò contro Caroline che si trovava vicino a Damon nel tentativo di aiutarlo, la scaraventò per terra sovrastandola con tutto il peso del suo corpo, continuava a sbatterla contro il terreno provocando dei rumori sordi di ossa rotte che mi fecero rabbrividire.

Come una furia mi lanciai contro di lui, se solo Stefan non mi avesse trattenuta per un braccio ora sarei sicuramente morta e questa storia sarebbe finita, sentendo il mio braccio imprigionato nella stretta della sua mano mi voltai verso di lui e rabbiosa gli dissi << Come puoi lasciargli fare questo, noi siamo i tuoi amici e Damon è tuo fratello!! >>.

Stefan non mi rispose così cercai in tutti i modi di liberarmi dalla sua presa, ma era troppo forte per me, non avevo speranze, così rivolsi nuovamente la mia attenzione alla scena raccapricciante che si stava svolgendo alle mi spalle, Caroline ormai era priva di sensi e Klaus aveva spezzato un ramo dalla quercia su cui era crocefisso Damon per usarlo come paletto con Caroline, a quella visione persi totalmente il controllo della mie capacità cognitive e cominciai a gridare in preda ad una furia che non credevo di poter raggiungere << Uccidi me! Dopo che avrò bevuto il sangue di Stefan per trasformarmi potrai uccidermi, così saremo pari, io sarò morta, tu avrai la tua vendetta e Stefan la sua compagna per l'eternità! >> , dopo un istante di silenzio Klaus si voltò verso di me e con il suo solito ghigno diabolico diede il suo assenso alla mia proposta, rivolsi il mio sguardo ai miei amici orgogliosa di averli salvati con la mia proposta, poi presi coraggio ed esposi a Klaus l'unica condizione che avevo << Dovrai lasciare in pace tutti i miei amici, ora te ne andrai e domani mattina tornerete a prendermi, nessuno si opporrà alla mia partenza, è una promessa >> protesi la mano destra verso Klaus e rimasi in attesa che l'afferrasse per suggellare definitivamente il nostro patto, la stretta non tardò ad arrivare, ma con essa anche una minaccia << Non prenderti gioco di me piccola Elena, perché se così fosse la mia vendetta si abbatterà su tutte le persone che conosci e che ami >> , in un istante si voltò e sparì con Stefan.

Non appena mi resi conto che i due vampiri erano spariti corsi verso Damon e Caroline più veloce che potevo, non appena arrivai trovai Caroline seduta a terra, un pò malconcia ma tutto sommato in buone condizioni, l'abbracciai forte e le dissi << Non devi più farmi prendere uno spavento così, credevo che saresti morta >>, con il suo solito fare spensierato Caroline mi rispose << Per gli amici darei la vita e Damon è un amico, meritava di essere aiutato >> con quella frase mi resi conto che non avevo più davanti la solita Caroline egoista ed egocentrica, ma avevo davanti una persona nuova più matura e più adulta pronta a sacrificarsi per un amico.

Poi la mia attenzione si spostò verso la quercia dove Damon ancora era impalato e vidi Jeremy ed Alaric intenti a liberarlo, senza però ottenere risultati, così mi avvicinai e cerai di aiutarli ma il paletto era conficcato troppo a fondo nel tronco della quercia, così i due ragazzi decisero di entrare in casa per cercare degli attrezzi che potessero aiutarli, lasciando me e Damon soli.

Mi inginocchiai davanti a lui nel tentativo di obbligarlo ad alzare lo sguardo così da poterlo guardare negli occhi, ma Damon non si mosse, non aveva nessuna intenzione di guardarmi, potevo sentire la sua rabbia diffondersi intorno a  lui e rendere l'atmosfera gelida come in una notte invernale, Damon era sempre stato imprevedibile e impulsivo e quando la rabbia prendeva il controllo della sua mente poteva essere in grado di fare qualsiasi cosa, così un pò intimorita mi allontanai leggermente da lui.

Il mio gesto non doveva essere passato inosservato, perché in un momento sfilò il paletto dal suo sterno liberandosi dall'albero, si alzò in piedi e mi fissò negli occhi, in quel momento ebbi davvero paura, non c'era amore né compassione, solo dolore e rabbia, Damon aveva smarrito di nuovo la sua anima, ed era stata solo colpa mia, come un fulmine a ciel sereno mi resi conto che il rumore che avevo sentito quando Stefan aveva liberato Damon dalla sua presa lasciandolo cadere a terra altro non era che il rumore di un cuore che si frantuma, il cuore di Damon...
CONTINUA

Spazio autrice
Bene bene...come promesso le cose si stanno scaldando, abbiamo finalmente incontrato il burattinaio che tira i fili del povero Stefan, il nostro amato e allo stesso tempo odiato Klaus, spero vi sia piacuto il modo in cui ho cercato di farlo apparire terribilemte spaventoso ma allo stesso tempo un gentleman con un'educazione di altri tempi.
Voglio rassicurarvi dicendovi che è solo l'inizio la situazione si farà sempre più difficile, sopratutto per la nostra povera Elena che dovrà affrontare situazioni che la segneranno per sempre.
Come al solito ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate, ringrazio tutti quelli che mi seguono commentando e anche quelli che mi seeguono in silenzio, per questi ultimi però come sempre spero che prima o poi si facciane sentire con commentino...
Grazie a tutti ci vediamo mercoledi prossimo e buona visione per la nuova puntata di TVD di domani notte...kiss kiss

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Capitolo 12
*** Una notte per raccogliere i cocci ***


Cap.12 Una notte per raccolgliere i cocci Cap.12 Una notte per raccogliere i cocci  


Rimanemmo a fissarci per un tempo che mi sembrò un'eternità, senza dire niente, immobili come paralizzati, poi all'improvviso Damon esplose gridandomi in faccia con rabbia << Come hai potuto farmi questo, ti sei presa gioco di me, mi avevi promesso che avremmo trovato una soluzione e invece ti sei arresa senza combattere! >> ancora non credevo alle sue parole, come poteva pensare che mi fossi arresa, il mio era stato un tentativo disperato di salvarlo, di salvarli tutti, in preda alla furia gridai ancora più forte di lui << Non mi sono arresa, ho solo cercato di evitare che tu morissi, che tutti voi moriste questa sera, non c'erano altre alternative se non avessi proposto a Klaus il mio accordo, ora le cose sarebbero state diverse! >> per un attimo mi sembrò che Damon si fosse calmato, ma mi resi presto conto che la calma era solo esteriore, dentro di lui bruciava l'inferno, non tardò ad arrivare la sua risposta tagliente come al solito che mi lasciò decisamente spiazzata << Se questo non è arrendersi, dovresti essere pronta a sacrificare tutto per salvare te stessa e invece vuoi fare la martire, non mi stupisce che tu preferisca Stefan siete identici, volete sempre fare gli eroi! >> ero fuori di me, non era possibile che mi stesse dicendo quelle cose, se mi conosceva come diceva non poteva pensare che avrei sacrificato lui e i miei amici per la mia salvezza, io non ero Kathrine.
 
In un attimo le mie guance furono rigate da un fiume in piena di lacrime che bruciavano la mia pelle più del fuoco, ero davvero disperata, come avevo potuto credere alla sue parole, Damon non mi amava altrimenti non mi avrebbe detto quelle cose, così sempre più in preda alla rabbia decisi di infierire << Sentiamo se sono io quella che si arresa perché tu non ti sei difeso e non hai fatto nulla, avresti potuto combattere! >>, ormai non mi controllavo più e tramavo come una foglia per la rabbia che si era impossessata totalmente di me, stavo per voltarmi per dirigermi verso la villa quando Damon mi afferrò per un braccio e fissandomi tristemente negli occhi mi disse << Ho combattuto, ma Stefan è più forte di me, ora >>, non riuscivo a capire, Stefan beveva sangue umano, ma anche lui quindi gli chiesi spiegazioni << Perché cos'ha di diverso da te ora? >> mi rispose di getto senza pensare << E' più forte perché lui beve sangue umano e io no...da quando è partito con Klaus ho cominciato la "dieta Stefan" e ho smesso di bere sangue umano, fatta eccezione per le due volte in cui ho bevuto il tuo...l'ho fatto per te, ho pensato che così forse non mi avresti più visto come un mostro e avresti potuto amarmi >> ero decisamente sconvolta, non potevo credere a quello che avevo appena sentito, Damon aveva smesso di bere sangue umano per me, e per questo aveva rischiato la vita, tutte le volte che lo avevo visto uscire per andare a caccia allora andava nel bosco e non alla ricerca di qualche bella  ragazza da circuire, questo non era da lui aveva sempre preso in giro suo fratello per la sua insolita dieta e ora la seguiva anche lui, così mi preparai a dirgliene quattro ma appena prima che potessi aprire bocca Damon era già sparito.

Ero sola e guardavo verso la foresta, nella direzione in cui pensavo fosse andato Damon, quando mi resi conto che Kathrine era al mio fianco erano passati alcuni minuti, eravamo una accanto all'altra e non osavamo parlare, sapevo che anche lei era distrutta come me, la vista di Damon sofferente e di Stefan così cambiato ci avevano profondamente segnate, all'improvviso Kat mi mise una mano sulla spalla e mi disse << Tornerà presto non ti preoccupare, quando avrà sbollito la rabbia sarà di nuovo al tuo fianco, non può starti lontano >> purtroppo avevo poco tempo e prima dell'alba avrei voluto chiarire con lui, non potevo partire e lasciarlo cosi, sospirai profondamente e voltandomi verso Kathrine le dissi << Lo so >>, mi voltai e mi diressi verso casa seguita da Kat.

Una volta all'interno mi resi conto che regnava il caos più totale, Caroline Bonnie e Tayler discutevano animatamente sul da farsi per non consegnarmi a Klaus, Jeremy e Alaric stavano comparendo dalla scala che porta al seminterrato con dei pesanti attrezzi per liberare Damon, ignari che lui fosse già sparito, così mi avvicinai lentamente a loro e gli dissi << Non credo che serviranno, Damon si è già liberato ed è andato via >> nessuno dei  due mi rispose, si limitarono a girarsi e a riportare gli attrezzi nella cantina.

Mi diressi  verso il divano nel salotto e mi sedetti rimanendo in attesa della ricomparsa di Jeremy ed Alaric dalla cantina, non appena arrivarono presi coraggio e attirai l'attenzione di tutti schiarendomi la voce, quando fui sicura che tutti mi stessero guardando dissi << Quando torneranno per portarmi via nessuno di voi farà niente, sono pronta è il mio momento, ho già un piano che comprende un Originario che è in debito con noi >> sapevo di averli lasciati di stucco potevo leggerlo sui loro visi, infatti Bonnie si avvicinò e mi chiese << Spiegaci il tuo piano siamo pronti a tutto >> sapevo che era la verità, ma non potevo dir loro il mio piano, perché per ora il mio piano contemplava solo la fase uno, ovvero andare con Stefan e Klaus, così per non allarmarli dissi << Non preoccupatevi vi farò sapere cosa dovrete fare non appena sarò partita e avrò dato il via al piano, fidatevi di me >> , non erano assolutamente convinti e non si fidavano di me, in fondo avevo fatto parecchie cose per le quali tutti i torti a non fidarsi non li avevano, nessuno però disse nulla così decisi di andarmi a sdraiare in camera di Damon per riposare un pò e riordinare le idee, salutai tutti e mi diressi verso le scale, salii al primo piano e mi diressi verso la camera di Damon.

Non appena aprii la porta sperai che fosse li, ma non lo vidi da nessuna parte, così decisi di farmi una doccia bollente, di sicuro mi avrebbe rilassata, e così fu, non appena entrai nella doccia il getto bollente risvegliò ogni mio muscolo, mi sentivo come nuova, ora potevo affrontare una nuova sfida, lentamente uscii dalla doccia e mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo e mi diressi verso la camera, dove aprii l'armadio di Damon per prendere una sua camicia e indossarla.

Avevo ancora i capelli bagnati ed ero ancora accaldata per la doccia così uscii sulla terrazza per prendere un pò d'aria e godermi il panorama, visto che non mancava molto all'alba, posai le mani sul freddo cornicione di marmo e sentii una piacevole sensazione, come se quel contatto avesse riacceso tutti i miei sensi, rendendoli più vigili e attenti, mentre ancora godevo di quella sensazione mi resi conto che qualcuno mi osservava dal giardino sottostante, così cercai di aguzzare la vista, finalmente lo riconobbi, Damon.

Non mi fermai neppure un'istante a pensare a cosa fare, presi la rincorsa e saltai oltre la balaustra della terrazza, non potevo perdere tempo e scendere dalle scale, altrimenti se ne sarebbe andato, ne ero sicura, i miei piedi non toccarono mai il suolo, mi ritrovai tra le sue braccia possenti, sicura e protetta, sapevo che non mi avrebbe lasciata schiantare al suolo.
Fece toccare delicatamente il suolo ai miei piedi scalzi e fissandomi negli occhi accigliato mi disse << Sei impazzita, se non ti avessi presa! >> era impossibile, non mi avrebbe lasciata cadere così gli dissi dolcemente << Mi fido di te, sapevo che non mi avresti lasciata cadere, anche se sei in collera con me >>, la sua espressione si rilassò improvvisamente e con molta dolcezza mi disse << Non sono in collera con te, vorrei solo che non ti arrendessi e continuassi a combattere, ti voglio qui con me e viva, non chissà dove con Stefan e Klaus e per di più trasformata in un vampiro >> aveva decisamente ragione, mi ero arresa, avevo avuto un buon motivo, non volevo vederlo morto, ma mi ero comunque arresa, così decisi di informarlo del mio piano << Ho un piano, domani mi lascerete partire con Klaus e Stefan e io vi farò sapere cosa fare di volta in volta, avrai mie notizie presto, promesso >> Damon mi fissava sconcertato e incredulo, sapevo che il mio piano era campato in aria, ma se un Originario di mia conoscenza mi avrebbe concesso il suo aiuto, forse poteva funzionare.

Ero stanca morta e volevo riposare, così lo abbracciai e gli sussurrai << Andiamo a dormire domani sarà una giornata difficile e abbiamo solo poche ore di sonno >> appena terminai la frase Damon mi strinse forte e con un salto fummo sulla sua terrazza, entrammo in camera per mano e andammo a sdraiarci a letto, appoggiai la testa sul suo petto e mi lasciai circondare dalle sue braccia, in quella posizione mi sentivo al sicuro e tranquilla, non avrei mai voluto lasciarlo, ma se il mio piano avesse funzionato forse ci saremmo liberati del problema Klaus per sempre e avremmo salvato Stefan.

Stavo quasi per cadere tra le braccia di Morfeo cullata da Damon quando in un sospiro mi disse << Anche io mi fido di te, ma non farmene pentire >> mi strinsi ancora di più a lui e gli baciai il collo, poi mi abbandonai finalmente ad un sonno che speravo sarebbe stato infinito...
CONTINUA

Spazio autrice
Eccoci qui con un nuovo capitolo, come ogni mercoledi, spero vi sia piaciuto.
Damon è davvero sconvolto e dice delle cose che feriscono Elena, purtoppo però le pene per questi due piccioncini non sono finite, se sarà possibile perggioreranno.
Sto valutando più avanti se inserire anche un Pov di Kath, dato che in capitolo sarà fondamentale, se la cosa dovesse funzionare potrei metterne qualche altro, magari per spiegare qualche cambiamento di rotta nelle questioni amorose (più avanti capirete cosa intendo), fatemi sapere cosa ne pensate.
Detto questo, come al solito ringrazio tutti ma proprio tutti e vi lascio con un solo monito: COMMENTATE !!!! Kiss Kiss


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Capitolo 13
*** Una nuova vita ***


Cap.13 Una nuova vita Cap.13 Una nuova vita

Mi risvegliai dopo poco, forse ero troppo nervosa per dormire, così mi voltai dal lato del letto dove dormiva Damon ma mi resi subito conto che non c'era, mi alzai dal letto piuttosto spaventata, per prima cosa mi diressi verso il bagno ma non lo trovai neppure li, allora decisi di scendere in salotto, non appena mi affacciai nella grande stanza notai che il camino era acceso e che Damon mi voltava le spalle tenendo le mani appoggiate alla mensola di legno che sovrastava il camino, mi avvicinai lentamente ma lui non si girò, quando gli fui abbastanza vicina gli cinsi la vita con entrambe le braccia e lo sentii sospirare.

Rimanemmo a lungo in quella posizione, forse se fossimo rimasti abbastanza a lungo in quella posizione anche tutto il resto si sarebbe fermato, compreso il tempo.

Lasciandomi di stucco Damon si sciolse dal mio abbraccio e si diresse verso il mobile dei liquori, prese un bicchiere e lo riempì con del whisky che iniziò a sorseggiare lentamente mentre guardava fuori dalla finestra, poi con tono serio disse << E' quasi l'alba >> sapevo cosa intendeva, il nostro tempo era quasi terminato, era terribile dover restare in attesa senza sapere esattamente quando tutto sarebbe finito, così presi coraggio e dolcemente gli dissi << Non è ancora arrivata, abbiamo ancora tempo >> mentre gli parlavo mi avvicinavo con calma e quando fui alle sue spalle gli baciai la schiena, quel mio gesto accese in lui una scintilla che credevo ormai spenta, si voltò verso di me con uno scatto e mi abbracciò forte, quasi togliendomi il fiato, mi resi conto che stavo piangendo solo quando Damon  mi asciugò le lacrime che scorrevano impetuose sulle mie guance, ormai non mi trattenevo più singhiozzavo come una bambina, eppure la scelta era stata mia, potevo lasciare che tutti si sacrificassero per me e scappare e invece avevo scelto di sacrificarmi per tutti, la vera tortura era lasciare lui il mio angelo travestito da demone che mi aveva amata e protetta come solo lui sapeva fare, nel suo modo un pò folle e sconsiderato.

Cercavo in tutti i modi di controllare le lacrime che ormai scorrevano libere lasciando piccole macchie umide sulla camicia di Damon, il quale cercava di consolarmi in tutti i modi, ma ormai ero inconsolabile, la consapevolezza che tutto stava per volgere al termine mi aveva travolta come una tempesta che arriva all'improvviso e che lascia dietro di se una scia di distruzione, in questo momento nella mia anima c'era una tempesta, avrei  voluto ritrattare l'accordo con Klaus, decidere di rimanere a Mystic Falls, anche se sapevo che non vi erano speranze continuavo comunque e inesorabilmente a riporre nella speranza tutte le mie forze.

All'improvviso Damon appoggiò le sue labbra sulle mie e  mi baciò dolcemente e disperatamente, come l'avevo baciato io la notte in cui stava per morire, lentamente scese verso il collo, continuando a lasciare baci infuocati in ogni lembo di pelle dove appoggiava le sue labbra, lentamente slacciò uno per uno i bottoni della camicia che indossavo e me la sfilò lasciandola cadere a terra, svelando il mio corpo nudo, si lasciò scappare un sorriso e in un sospiro disse << Come farò senza di te >>, come lo amavo quando era così dolce e disperato, potevo vedere l'uomo e non il vampiro, potevo vedere quanto fosse fulgida e lucente la sua anima, ero davvero fortunata ad avere una persona come lui che amava solo me ed era disposto a tutto.

Mi gettai tra le sue braccia di nuovo e mentre gli baciavo il collo gli sussurrai << Mi amerai e aspetterai, come farò io, il momento per stare insieme di nuovo >>, non volevo più aspettare l'alba si avvicinava sempre di più e con lei anche la mia partenza, così gli slacciai la camicia e tracciai con un dito il profilo dei suoi meravigliosi pettorali e dei suoi addominali perfetti,  gli baciai nuovamente il collo e poi scesi per  baciare ogni angolo del suo corpo, lo sentivo fremere sotto i miei baci e le mie carezze, era notevolmente eccitato, così gli slacciai i jeans neri che fasciavano in modo perfetto le sue bellissime gambe muscolose e lo lasciai in biancheria intima.

Mi abbracciò continuando a far scorrere le sue mani forti lungo la mia schiena, provocandomi brividi che faticavo a controllare, lo guardavo sorridere soddisfatto dell'effetto che le sue carezze avevano su di me, lentamente mi spinse verso il tappeto che si trovava davanti al camino, mi sdraiai e lui fu subito accanto a me, mi accarezzava dolcemente il seno e scendeva con movimenti lenti fino all'ombelico per poi tornate ad accarezzarmi il seno e  il collo, ormai potevo vedere in lontananza i primi timidi raggi sole alzarsi all'orizzonte, così come se quella visione fosse accelerante versato su un incendio presi il controllo, gli tolsi la biancheria intima e invertii i ruoli posizionandomi sopra di lui.

Finalmente stavamo di nuovo insieme e come le altre volte mi sembrava di essere completa e in pace, potevo vedere lo stupore dipingersi sul suo volto per quel mio gesto, per lui ero la dolce Elena, non certo quella che teneva le redini del gioco, lo stupore lasciò presto spazio all'eccitazione e al piacere, ormai gemevamo entrambi ed eravamo stanchi e sudati, in un'istante Damon  si mise a sedere e fummo faccia a faccia, mentre io continuavo a muovermi ritmicamente sopra di lui, tra un gemito e l'altro Damon disse << E' solo grazie a te se sono un uomo migliore, senza di te sarei ancora all'Inferno, ti amo >>, avrei voluto gridare a tutti quanto lo amassi, non mi importava di essere giudicata o altro, così in preda all'eccitazione gli sussurrai all'orecchio << E' solo merito tuo se sei un uomo migliore, io ho solo fatto scattare in te il desiderio di esserlo, ti amo >>.

Sentivo il piacere crescere spasmodicamente dentro di me, ormai non riuscivo più a trattenere i gemiti e i sospiri, mi contorcevo sopra di lui in preda ad un piacere mai provato prima, Damon mi seguì dopo poco gemendo piuttosto forte per poi lasciarsi cadere pesantemente all'indietro sul tappeto, mi lasciai cadere stremata sul suo petto, respirando il suo profumo a pieni polmoni per portarne il più possibile nel mio viaggio.

Rimanemmo abbracciati a lungo, finché il primo raggio di sole attraversò la finestra, svegliandoci dal nostro sogno d'amore, fui la prima ad alzarmi, mi infilai  la camicia e allacciai i bottoni lentamente mentre Damon rimase disteso sul tappeto ad osservarmi, sospirava pesantemente come se un macigno enorme gli impedisse di respirare, in un istante me lo trovai davanti e afferrandomi per un braccio mi attirò a se stringendomi forte.

Improvvisamente mi sciolse dal suo abbraccio e si diresse prima verso la sua biancheria intima afferrandola e infilandosela, per fare lo stesso con tutto il resto dei suoi indumenti e si incamminò lentamente verso il bicchiere di whisky che aveva abbandonato sul tavolino vicino alla finestra, probabilmente deciso a finirlo, sapevo perfettamente il perché di quei gesti, dell'abbracciarmi e poi allontanarsi dandomi le spalle, sicuramente stava versando lacrime amare e non voleva che io lo vedessi, non voleva che io vedessi la sua debolezza.

Mi avvicinai lentamente a lui, stavo quasi per toccarlo per cercare di consolarlo, quando sentimmo bussare alla porta, Damon si voltò di scatto verso di me lasciandomi vedere il suo bellissimo viso rigato da una sola terribile lacrima, si asciugò con  un movimento brusco e guardandomi negli occhi mi disse con tono serio e deciso << Resta qui >>.

Rimasi immobile in attesa come mi aveva detto Damon, che nel frattempo si era diretto con passo sicuro verso la porta d'ingresso, con un gesto deciso afferrò la maniglia e aprì la porta, in un istante la sua espressione cambiò e da seria e preoccupata si trasformò in rilassata e dolce, lo vidi farsi da parte e invitare ad entrare tutto il gruppo di amici che lentamente sfilò nell'ingresso per raggiungermi in salotto, erano tutti li per me, per salutarmi e vedermi andare via.

Uno per uno mi abbracciarono, per ultimo mi trovai davanti mio fratello che mi guardava distrutto con gli occhi rossi e le occhiaie, probabilmente aveva pianto, gli buttai le braccia al collo e lo strinsi il più forte possibile per cercare di infondergli un pò di coraggio, rimanemmo abbracciati a lungo, quando lo lasciai ci guardammo ancora una volta negli occhi e dolcemente gli dissi << Prenditi cura di tutti mentre non ci sono, ti prometto che tornerò presto, ti voglio bene >>, mi ricordai in quel momento che avevo ancora con me le chiavi della mia vecchia casa e pensai che sarebbe stato giusto lasciarle ad Alaric che si era preso cura di noi da quando Jenna non c'era più, in fondo era anche casa sua, così lasciai tutti di stucco e corsi nella camera di Damon dove c'era la mia borsa, frugai a lungo al suo interno finché non trovai l'oggetto della mia ricerca, avere di nuovo tra le mani quelle chiavi mi fece ripensare alla sera del mio compleanno quando Bonnie mi aveva regalato il portachiavi che ora stringevo tra le mani, lentamente mi tornarono alla mente tutti i ricordi e sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma si trattenni e mi avviai verso il salotto scendendo le scale.

Non appena arrivai in salotto mi diressi verso Alaric e porgendogli le chiavi gli dissi << Conservale tu per me fino al mio ritorno, non potrei affidare in mani migliori la mia casa e la mia famiglia >> a quelle parole Rick si commosse e per celare una lacrima che ormai sgorgava libera mi abbracciò forte.

Improvvisamente Damon si  voltò verso la porta d'ingresso e il suo sguardo si fece truce, poi si voltò verso di me e disse << Sono arrivati, sei ancora in tempo se vuoi cambiare idea >> avrei davvero voluto farlo, tutti mi osservavano, molto probabilmente aspettavano solo un mio cenno per iniziare la battaglia, con calma e cercando di trasparire più sicurezza possibile dissi << Non ho nessuna intenzione di cambiare idea >> li guardai tutti negli occhi uno per uno nella speranza di far capire loro che non vi erano alternative, alla fine incrociai i suoi occhi color del ghiaccio, sapevo cosa stava provando, era disperato come me, ma sapevo che questa volta avrebbe rispettato la mia scelta.

Mi avvicinai alla porta lentamente sempre fissando Damon negli occhi, afferrai la maniglia e aprii la porta, fui investita dall'aria fresca del mattino e per un istante mi sembrò che le cose potessero andare diversamente, poi vidi Stefan e Klaus in piedi nel giardino antistante l'ingresso e con tutto il coraggio che mi era rimasto gridai << Sono pronta, possiamo andare >>.

Mi voltai un'ultima volta per vedere i miei amici che mi osservavano spauriti alle spalle di Damon, poi mi avvicinai a lui e appoggiai la mia fronte contro la sua e gli sussurrai << Ti amo adesso e per sempre, tornerò è una promessa >> vidi i suoi occhi inumidirsi e mi resi conto dello sforzo che stava facendo per trattenere le lacrime, poi prese coraggio e dolcemente mi rispose << Ti amerò anch'io per sempre, qualsiasi cosa succeda ti prometto che ti riporterò da me >> appoggiò le sue labbra alle mie e mi baciò dolcemente.

Mi allontanai contro voglia da lui e dalle sue labbra e mi voltai verso i due vampiri che mi attendevano in giardino, vidi Klaus sorridere beffardo, quella visione fece scaturire in me una sensazione di frustrazione e dolore, come poteva sorridere del dolore altrui, improvvisamente Klaus mi ridestò dai miei pensieri dicendo << Ma che bel quadretto, scommetto che eri disperata alla stesso modo quando Stefan è partito con me >> feci finta di non sentire le sue provocazioni e sperai che Damon alle mie spalle facesse la stessa cosa, scesi lentamente i tre gradini che mi separavano dal giardino, rimasi immobile a fissare i due vampiri davanti a me per qualche istante, poi la mia attenzione si spostò su una figura seminascosta nell'ombra poco lontana da noi, non potevo credere ai miei occhi era Kathrine e potevo vedere il suo viso rigato dalle lacrime contorto in una smorfia di sofferenza e rabbia, piangeva per me, per Damon e per se stessa, le sorrisi dolcemente e le mimai un "grazie", la vidi asciugarsi le lacrime e sorridermi di rimando per poi sparire nel buio in un istante.

Niente mi tratteneva più, così mi voltai un'ultima volta verso i miei amici e li salutai con un gesto, poi volsi la mia attenzione su Damon, e vidi che si stava asciugando una lacrima che era riuscita furtivamente a scappare senza che lui potesse trattenerla, sospirando per il dolore che quella visione mi aveva provocato mi voltai e mi diressi verso Klaus e Stefan.

Non appena li raggiunsi Stefan mi fece strada verso l'enorme suv nero parcheggiato nel vialetto e mi aprì la portiera facendomi salire, mi sedetti sul sedile posteriore e Stefan chiuse la portiera con un rumore metallico che mi fece trasalire, Klaus prese posto sul sedile del passeggero e Stefan alla guida, partimmo sgommando e io mi voltai a guardare la mia via vita e miei amici sparire nell'oscurità finché non furono del tutto fuori dalla mia visuale.

Nella mia mente si stava facendo strada una nuova consapevolezza, il periodo che avrei trascorso con i due vampiri sarebbe stato il peggiore della mia vita, ma io avevo una missione che mi avrebbe mantenuta viva nonostante tutto, tornare dall'unico uomo che avessi mai amato, Damon; così mi preparai ad affrontare una nuova avventura e una nuova vita, mentre il suv percorreva veloce le strade della mia città fino ad immettersi in autostrada diretto chissà dove, mi lasciai cullare dal rumore del suo motore e mi addormentai..
CONTINUA


Spazio autrice
Eccoci qui con un nuovo capitolo, ho adorato scriverlo, le cose dolci che si dicono fanno parte della mia anima romantica, spero di avervi emozionate con questo capitolo, devo dire che io lo sono, un pò per la dolcezza ma sopratutto perchè questo capitolo è un pò un giro di boa per la storia, d'ora in poi potremo vedere anche i pensieri di Damon in capitoli scritti appositamente per lui.
Amo molto il modo di essere di Damon, sa essere impulsivo ma anche dolce e premuroso, irascibile ma anche indifeso, è davvero un personaggio complesso e spero di poterlo gestire al meglio.
Per parlare di Elena possiamo dire che "finalmente" ha preso il largo con Stefan e Klaus e le cose per lei d'ora in poi andranno di male in peggio, vi darò un piccolo spoiler per i prossimi capitoli, Elena vivrà un'esperienza scioccante, descriverla  è stata molto difficile perchè non volevo scadere nel volgare...
Beh vi lascio con la curiosità nella speranza che ci sia...kiss kiss

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Capitolo 14
*** Seconda occasione ***


Cap.14 Seconda occasione Cap.14 Seconda occasione


Quando finalmente mi svegliai mi resi conto di non essere più in auto e di stare osservando un soffitto sconosciuto, così mi misi a sedere e mi guardai intorno, rimasi sbalordita da quello che vidi, ero seduta su un enorme letto a baldacchino di legno scuro adornato con tende semitrasparenti che svolazzavano cullate dalla brezza che entrava dalla finestra aperta, le pareti della stanza erano ricoperte da una carta da parati beige con piccoli disegni marroni e il copriletto sul quale ero seduta era estremamente morbido e vaporoso decorato con fili dorati, scesi dal letto per terminare di esplorare la stanza e mi diressi verso la finestra aperta, rimasi un istante sulla soglia per poi uscire sulla terrazza, mi trovai di fronte un panorama stupendo, potevo vedere il sole scendere all'orizzonte e una luce aranciata espandersi su tutto il bosco che si estendeva ai piedi della mia terrazza, ricordavo soltanto un altro panorama che mi aveva lasciato a bocca aperta ed era quello che potevo ammirare dalla camera da letto di Damon.

Mi stavo ancora crogiolando nel ricordo dei momenti passati con Damon quando sentii una voce alle mie spalle << Buongiorno, finalmente ti sei svegliata, sono due giorni che dormi, non volevo partire senza prima averti salutata >>, mi voltai e lo vidi, Stefan stava sulla soglia della finestra e mi fissava insistentemente sorridendomi in modo arrogante come se avesse qualcosa di terribile in mente.
In un istante si portò di fronte a  me e mi afferò le spalle con forza avvicinandomi a lui, mi trascinò all'interno della camera da letto e scaraventandomi sul letto cominciò a baciarmi con violenza, cercavo di respingerlo in ogni modo ma era decisamente troppo forte per me, così mi abbandonai a lui e non potei fare altro che piangere nella speranza che non andasse fino in fondo.
Purtroppo mi resi conto molto presto che non si sarebbe fermato, ero in preda al panico non volevo in nessun modo stare con lui, non sapevo più cosa fare, ormai ero rimasta in biancheria intima e anche Stefan si stava spogliando, con un movimento mi fu addosso e mi schiacciò con tutto il suo peso contro il materasso, ormai ero pronta a soccombere quando una luce mi avvolse e vidi Stefan sbattere violentemente contro il muro, mi resi conto che era merito del bracciale che mi aveva regalato Damon se Stefan aveva fatto quella fine.
Stefan rimase a terra alcuni secondi poi si alzò con uno scatto e  balzò sul letto accanto a me, mi afferrò e cercò di togliermi il bracciale che prontamente lo respinse una seconda volta scaraventandolo contro l'armadio, Stefan non si perse d'animo e in un attimo fu nuovamente in piedi e con rabbia mi gridò << Dovevo immaginarlo, mio fratello protegge sempre le sue proprietà, ora non ho tempo da perdere, quando tornerò troverò il modo di togliertelo e allora sarai mia di nuovo >> lo vidi uscire dalla camera con la sua velocità lasciandomi sola sul letto.

Ero ancora sconvolta da quello che era successo, non era da Stefan, come aveva potuto anche solo pensare di fare quelle cose a me, ora però sapevo che sarebbe stato via e di sicuro sarebbe partito con Klaus, se ero furba potevo dare il via al mio piano, così mi rivestii e uscii dalla camera da letto, cominciai ad aggirarmi con circospezione per i corridoi, mi resi conto subito che la casa era enorme ed era anche vuota, era impossibile che mi avessero lasciata sola, non erano degli sprovveduti, così mi diressi verso la porta d'ingresso e la spalancai, osservai all'esterno se ci fosse qualcuno di guardia, ma non notai nessuno, così presi coraggio e con passo deciso uscii, ma non appena fui sulla soglia andai a sbattere contro qualcosa che mi impedì di uscire, doveva esserci un incantesimo, così decisi di chiudere la porta e mi misi alla ricerca della scala per scendere in cantina.

Non appena la trovai mi diressi nel seminterrato, stavo ancora pensando all'incantesimo, e se non avessi potuto mettere in pratica il mio piano perché nessuno poteva uscire, dato che non avevo altri piani decisi di tentare comunque, la cantina era terribilmente buia e umida e non riuscivo a vedere nulla, così continuavo a muovermi a tentoni toccando ogni cosa, all'improvviso toccai qualcosa che poteva assomigliare ad una leva, la tirai e di fronte a me si aprì una porta nel muro, potevo vedere una flebile luce provenire dalla stanza oltre la porta, per un attimo temetti che ci potesse essere qualcuno, rimasi in ascolto ma non sentii nessun rumore, così entrai.
Non avrei mai creduto che sarebbe stato così facile trovare la cripta dove Klaus teneva il resto della sua famiglia, pensavo che avrei dovuto aspettare a lungo prima di poter attuare il mio piano e invece era già alla prima fase, mi mossi silenziosa tra le bare finché non trovai quella che cercavo, il nome del suo proprietario svettava sul coperchio scritto in caratteri pieni di fronzoli sopra una targhetta d'oro, ero quasi emozionata le mani mi tremavano, presi coraggio e aprii il coperchio, ed eccolo davanti ai miei occhi, Elijah.

Afferrai decisa il pugnale che sbucava dal suo petto e con un gesto deciso lo estrassi, per qualche istante non accadde nulla il vampiro nella bara rimase immobile, il panico prese possesso di me e mille ipotesi invasero la mia mente, e se Klaus avesse trovato un modo per porre definitivamente fine alla vita del fratello, a quel punto non avrei avuto speranza, da soli non potevamo sconfiggere Klaus.

Ormai avevo perso le speranze quando Elijah scattò a sedere e mi fissò con gli occhi sbarrati, di sicuro non si aspettava di tornare tanto presto, rimase per un pò seduto nella sua bara guardandosi intorno spaesato, poi fissò il suo sguardo su di me e mi disse << Cosa è successo, l'ultima cosa che ricordo è mio fratello che mi pugnala alle spalle >> lo guardai negli occhi e sospirai, era venuto il momento di dargli delle spiegazioni e metterlo al corrente del mio piano, così con voce ferma dissi << Tuo fratello ti ha tradito, come tu hai tradito noi, ti sto dando una seconda occasione per redimerti...purtroppo sono prigioniera, Stefan e Klaus mi hanno catturata e mi devi aiutare a scappare >> speravo di essere stata abbastanza risoluta da convincerlo senza ulteriori spiegazioni, purtroppo Elijah non si fece convincere così facilmente e rimase in attesa di ulteriori spiegazioni, così continuai il mio racconto << Dopo che Klaus ti ha ucciso prendendosi gioco di te, Stefan è partito con lui dato che Klaus gli aveva fornito la cura per il morso di licantropo di Damon, purtroppo però Stefan e tornato a cercarmi dopo alcuni mesi, completamente trasformato dalla vicinanza di tuo fratello e dal continuo nutrirsi di sangue umano e mi ha rapita con l'aiuto di Klaus, ora tu mi devi aiutare a scappare >> lo guardai in viso senza distogliere lo sguardo per fargli capire che non aveva alternative, in tutta risposta Elijah scoppiò a ridere fragorosamente come se gli avessi raccontato qualcosa di estremamente divertente e con fare irriverente mi disse << E come pensi di obbligarmi ad aiutarti? >>.
Odiavo ricattare le persone, ma non avevo alternativa mi serviva il suo aiuto e non c'era altro modo, così abbozzai un sorrisino compiaciuto, cercando di assomigliare il più possibile a Kathrine e gli dissi << Potrei rivelare a Klaus della tua fuga, e non faresti neppure in tempo a nasconderti che lui ti avrebbe già trovato e poi se mi aiuterai potresti avere la possibilità di vendicarti di quello che ti ha fatto >>, vidi la sua espressione passare da divertita e spavalda a spaventata e pensierosa, non sapevo se avrebbe accettato la mia proposta ma ero sicura che adesso non fosse più così tanto convinto di avere una scelta.
Con un balzo saltò fuori dalla bara e si mise di fronte a ma guardandomi negli occhi, rimase a lungo ad osservarmi, forse per capire se gli stavo mentendo poi con un filo di voce, spezzata dalla rabbia mi disse << Mi giuri che avrò la mia vendetta, costi quel che costi? >>, l'unico modo per convincerlo era dargli la possibilità di vendicarsi di suo fratello, sapevo che avrebbe voluto occuparsene Damon, ma in quel momento era necessario convincerlo e portarlo dalla mia parte, così allungai la mano destra e attesi che lui la stringesse, Elijah non tardò ad afferrarla e sempre mantenendo lo sguardo fisso nel mio mi disse << Dimmi cosa devo fare >>.

Presi fiato e con tono fermo e deciso gli raccontai il mio piano << Dovrai andare da Damon e dirgli che sto bene, per essere sicura che tu lo abbia rintracciato mi farai mandare un messaggio da Bonnie, non ti preoccupare lei saprà come fare, poi dovrai aiutarli a trovare un modo per rendere Klaus inoffensivo, in fondo sei un Originario anche tu e non posso credere che tu non conosca il modo di ucciderne uno senza che possa tornare in vita, tutti conoscono i loro punti deboli, quando avrete trovato un modo e solo allora potrai svelare loro dove mi trovo altrimenti faranno dei gesti avventati a verrano senza un piano, ci siamo capiti? >> rimasi in attesa di una conferma da parte dell'Originario che mi guardava perplesso, forse c'era qualcosa di poco chiaro nel piano, perché non mi dava nessuna conferma, poi improvvisamente cominciò a parlare << Va bene, c'è solo un problema, non c'è un modo per uccidere un originario, questo già dovresti saperlo >> aveva dannatamente ragione, avevo davvero sperato che almeno lui conoscesse un altro modo, avevo organizzato tutto il mio piano basandomi su questa convinzione e ora cosa potevo fare, così rimasi qualche secondo a pensare e poi gli dissi << Sono sicura che con l'aiuto di Bonnie, Damon e degli altri troverete un modo, adesso devi andare >>.
Non gli diedi il tempo di replicare e mi avviai alla scala per tornare al piano terra e accompagnarlo alla porta, Elijah mi seguiva in silenzio con passo deciso, non appena fummo davanti alla porta afferrai la maniglia e la aprii un pò titubante, rimasi sulla soglia e gli feci segno di andare con la testa, Elijah uscì e si voltò verso di me, colsi l'occasione per dargli le ultime direttive << Se entro un giorno non avrò notizie da Bonnie svelerò la tua fuga a Klaus, non perdere l'occasione di vendicarti >> mi voltai e mi chiusi la porta alle spalle, tremavo come una foglia, avevo paura, se non avessero trovato un modo di fermare Klaus non avrei avuto via di scampo, sarei dovuta restare con loro e farmi trasformare.

Mi diressi verso le scale che portavano al secondo piano, le percorsi con passo stanco, come se dovessi trasportare il peso del mondo sulle mie spalle, finalmente arrivai alla porta della mia camera da letto, entrai e mi buttai sul letto, misi il viso tra i cuscini e cominciai a piangere, potevo sentire il tessuto delle lenzuola bagnarsi con le lacrime che sgorgavano senza freno dai miei occhi, rimasi a lungo a letto, quando finalmente riuscii a smettere di piangere, mi alzai e uscii sulla terrazza, ormai era buio e il tramonto aveva lasciato il posto a un manto estremamente fitto di stelle, cercai di farmi forza e pensai che in fondo non ero così lontana da Damon perché di sicuro anche lui stava osservando le stesse stelle, sentivo la sua mancanza più di ogni altra cosa, non sapevo se avrei resistito senza di lui, con questa consapevolezza mi diressi verso il letto, ero davvero stanca, avevo avuto decisamente troppe emozioni, così mi sdraiai e mi lasciai cullare dai ricordi così che lentamente potessi addormentarmi sognando le persone che amavo.
CONTINUA


Spazio autrice
Eccoci qua con un nuovo capitolo, come promesso le cose si stanno mettendo male e la nostra povera Elena è in balia di Stefan, purtroppo per lei questo non sarà il capitolo peggiore che dovrà affrontare.ù
Finalmente il piano è nella fase uno, risvegliare Elijah, vedremo presto che sarà fondamentale.
Spero vi sia piaciuto, a mercoledi prossimo...kiss kiss

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Capitolo 15
*** Fottuti sentimenti ***


Cap.15 Fottuti sentimenti Cap.15 Fottuti sentimenti    


Dio come mi odiavo, di sicuro non mi ero mai odiato così tanto in tutta la mia miserabile non vita e forse anche in tutta la mia vita umana.
Ero stato così debole, non era da me, non avrei dovuto accettare le sue condizioni, ora forse sarei morto ma lei sarebbe stata salva, non potevo perdonarmi in nessun modo e mi sarei sentito colpevole per il resto della mia dannata eternità, non avrei più avuto il coraggio di guardarla negli occhi.
Ormai era partita da due giorni e tra poche ore sarebbero stati tre, tre terribili giorni senza di lei, non avevo avuto ancora nessuna notizia e chissà quanto ci sarebbe voluto prima che potessi averne qualcuna, ero totalmente pervaso da una sensazione di impotenza che mi faceva impazzire risvegliando in me gli istinti da predatore, da quando era partita ero tornato ad essere il vampiro spietato di un tempo, ero tornato ad uccidere, come se la mia umanità fosse partita con lei.
Anche ora che stavo seduto sul divano davanti al camino nel mio salotto, volevo uccidere e far soffrire, come se le sofferenze altrui potessero lenire le mie.
Mi alzai con uno scatto dal divano e scagliai il bicchiere di whisky che stavo sorseggiando poco prima dritto nel fuoco, che alimentato dall'alcool aumentò le sue fiamme, anche se ero annebbiato dalla rabbia e dall'alcool i miei sensi super sviluppati percepirono una presenza alle mie spalle così lentamente mi voltai e mi trovai davanti Alaric visibilmente preoccupato e affranto, non servivano parole per capirci, potevamo sentire l'uno il dolore dell'altro, non riuscivo ancora a capacitarmi di come un semplice umano come lui avesse potuto abbattere le mie barriere e diventare così importante per me tanto da potermi fidare di lui e da potergli affidare il mio dolore per cercare conforto e aiuto per lenirlo, eppure Rick ci era riuscito, con il tempo avevamo costruito un rapporto molto simile all'amicizia, fatto di rispetto, comprensione e perdono, doveva avere un cuore davvero grande per avermi perdonato di aver trasformato Isobel, e ora era davanti a me come sempre pronto a caricarsi il peso della mia sofferenza per rendermela più sopportabile.
Restammo a guardarci per qualche secondo poi Rick disse << Ancora nessuna notizia ? >> non gli risposi, mi limitai a fare cenno di no con il capo, così Alaric proseguì << Forse dovresti uscire da qui, e non per dissanguare qualcuno ma per farti una sana bevuta con me al Grill ? >> lo guardai con gli occhi sbarrati, come diavolo faceva a saperlo, non poteva avermi seguito e tenuto sotto controllo in questi giorni me ne sarei accorto, così decisi di domandarglielo << Verrò con te al Grill solo se mi dici come fai a sapere delle persone che ho ucciso ! >> rimasi in attesa di una risposta a lungo, forse Rick stava coprendo qualcuno, poi finalmente parlò << Kathrine ti tiene d'occhio e ha coperto le tue tracce dato che tu non te ne sei preoccupato >> lo fissai stupito e abbozzai un sorriso compiaciuto, dovevo ricordarmi di ringraziare Kat, cosa che non avrei mai creduto di fare, così dato che Rick aveva risposto alla mia domanda mantenni la promessa, afferrai il giubbotto di pelle appoggiato sul divano e mi diressi verso la porta facendo cenno a Rick di andare, percorsi il vialetto seguito da Alaric e salii al posto di guida della mia Camaro, rimasi in attesa che Alaric salisse in auto e non appena fummo entrambi a bordo partii sgommando alla volta del Grill.
Il viaggio mi sembrò più breve di quanto ricordassi, forse la sola presenza di qualcuno al mio fianco con cui condividere il mio dolore mi faceva sentire meno solo, eppure ero abituato ad essere solo, non riuscivo capire come era possibile che la sola presenza di Rick potesse darmi conforto, forse era questo che significava essere umani, trarre conforto dagli altri, era passato talmente tanto tempo da quando lo ero anche io che non riuscivo a ricordare come fosse, di una cosa ero sicuro, Alaric sarebbe stato un amico qualunque cosa sarebbe successa in futuro.
Parcheggiammo davanti all'ingresso e ci dirigemmo all'interno del locale, come al solito era tutto pieno e brulicante di ragazzi che si divertivano tra di loro, prendemmo posto proprio al bancone dove il barista ci servì senza perdere tempo un whisky a testa, lo trangugiammo in un sorso e Rick rivolto al barista disse << Ehi Steve non ti fermare finché non stiamo più in piedi, abbiamo parecchi dispiaceri da dimenticare! >> , non facevamo in tempo a finire il drink nel bicchiere che già ne avevamo un altro davanti, in poco tempo ne avevamo bevuti una decina a testa ed eravamo decisamente ubriachi fradici, così finalmente Steve smise di servirci da bere.
Ormai straparlavamo entrambi, Rick mi raccontava di Jenna e di come la sua morte lo avesse distrutto, aveva perso per la seconda volta la donna che amava e forse non avrebbe più avuto il coraggio di innamorarsi, aveva troppo paura di soffrire ancora, e io gli raccontavo di come Elena fosse stata la mia salvezza e la mia luce.
L'orario di chiusura aveva messo fine alle nostre confessioni a cuore aperto e ci aveva messo davanti al problema di come tornare a casa, eravamo entrambi troppo ubriachi per guidare, così ci sedemmo sul cofano della mia auto in attesa di riacquistare un pò di lucidità per poter far si che almeno uno dei due fosse  in grado di guidare senza andare fuori strada o peggio.
Mentre aspettavamo mi resi conto che ci stavano venendo in contro Bonnie e Jeremy, probabilmente avevano passato anche loro la serata al Grill, ma avevano preferito restare in disparte per darmi la possibilità di sfogarmi con Rick.
Bonnie ci fece un segno di saluto con la mano restando un pò in disparte in attesa che Jeremy tornasse da lei, al contrario il fratello di Elena si era avvicinato e aveva dato una pacca sulla spalla a Rick e ridendo aveva detto << Ragazzi siete proprio messi male, ne avrete da aspettare prima che possiate tornare a casa...se ti va puoi tornare con me Rick >>, il mio compagno di bevute non se lo fece ripetere due volte e voltandosi verso di me mi disse << Non ti dispiace vero Damon, tanto non credo che resterai solo a lungo >>, non riuscivo a capire cosa intendesse dire, comunque gli feci cenno di andare e rimasi seduto da solo, di nuovo.
Li guardavo allontanarsi mentre raggiungevano a piedi l'auto di Bonnie parcheggiata poco lontano dalla mia, avevo la sensazione che l'oscurità mi stesse risucchiando di nuovo cancellando anche lo spiraglio di luce che mi aveva lasciato la serata trascorsa con Alaric, come avevo previsto i miei sensi si erano acutizzati e messi in allerta, come se la sbornia fosse passata in un istante, il mio istinto da predatore era ufficialmente alla ricerca di una preda senza che io potessi controllarlo, mi resi conto di dirigermi spavaldo e sicuro verso una ragazza che cercava le chiavi della sua auto all'interno della borsa, era piuttosto carina anche se non era quello che mi interessava, mi appoggiai con una mano al cofano della sua auto e la guardai, sicuro che il mio aspetto la avrebbe attirata come una calamita, dopotutto ero stato creato  per la caccia e tutto di me doveva ammaliare la preda, anche questa volta non fallii e la ragazza alzò il suo sguardo su di me rimanendo praticamente imbambolata, così non mi lasciai scappare l'occasione e mi scagliai contro di lei pronto a succhiarle tutta la vita, stavo per azzannarla al collo quando qualcosa mi respinse e andai a sbattere violentemente contro il muro del locale che era a diversi metri di distanza.
Mi alzai in un istante, ma della ragazza non c'era più nessuna traccia, in compenso fui atterrato di nuovo e quando mi resi conto di quello che stava succedendo identificai il mio assalitore in Kathrine che mi teneva a terra bloccandomi le spalle con le mani, mi guardava con rabbia e delusione e mi sputò in faccia tutto il suo disappunto << Che diavolo fai, sei diventato pazzo, non ho più intenzione di coprirti, va bene nutrirsi di sangue umano, ma ucciderli senza motivo è un'altra cosa, l'ho imparato anche io, che diavolo ti succede ? >>, non volevo rispondere alle sue domande, dopotutto non glielo dovevo, visto quello che mi aveva fatto in passato, così la spinsi via e mi alzai, mi ripulii i vestiti impolverati dalla caduta e mi diressi verso l'auto deciso a tornarmene a casa, senza voltarmi salii in macchina e sgommando mi diressi verso casa mia, lasciando Kathrine nel parcheggio da sola.
Quando arrivai a casa salii direttamente in camera, mi tolsi la camicia e mi diressi sulla terrazza, erano le tre del mattino passate da un bel pò e il cielo era pieno di stelle, rimasi ad osservarle a lungo nella speranza che potessero dirmi qualcosa, se almeno avessero potuto dirmi che stava bene, se almeno avessero potuto dirle che la amavo da morire, e invece non avevo modo di comunicare con Elena, questa situazione spingeva la mia frustrazione e la mia rabbia a dei nuovi limiti, che non avrei mai pensato di raggiungere, quanto meno non per una donna, Elena si era radicata così profondamente in me da cambiarmi e da spronarmi ad essere migliore solo per cercare di essere degno di lei, non sempre ne ero stato capace ma lei mi aveva sempre perdonato e capito, questa piccola e fragile umana era senza dubbio l'altra metà della mela, la mia anima gemella, la persona con cui ero destinato a condividere la mia vita.
Con questa consapevolezza mi diressi verso il mio enorme letto, troppo vuoto senza di lei, e mi sdraiai lasciandomi cadere tra i cuscini, ero davvero stremato, cosa insolita per un vampiro, ma la serata era stata sentimentalmente impegnativa per me che non ero abituato a dare sfogo ai miei sentimenti, se non a quelli negativi come la rabbia e la sofferenza, se c'era qualcosa che non andava io distruggevo e ammazzavo di certo non mi psicanalizzavo come questa sera, che diavolo mi era successo, questi fottuti sentimenti mi avevano reso più umano e meno vampiro, più debole e meno coraggioso, più vivo e meno morto.
Lentamente mi addormentai cullato dalla consapevolezza che avevo fatto un passo in più per avvicinarmi a lei, per essere più simile ad un uomo piuttosto che ad un mostro, un passo in più per essere l'uomo che lei voleva che io diventassi e l'unico modo per esserlo era lasciarmi guidare dal mio cuore, lo stesso che lei aveva fatto ricominciare a battere e che ora mi gridava di essere migliore per lei ma anche per me stesso.
CONTINUA

Spazio autrice
Ciao a tutti...spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento... e spero di aver reso l'idea della sofferenza che sta spingendo Damon sull'orlo del barato.
Ho deciso di inserire anche i Pov di Damon per dare più spessore alla storia, in fondo Elena alla lunga può essere noiosa, non solo da leggere ma anche da scrivere, con Damon posso esplorare nuove sfaccettature caratteriali molto interessanti.
Comunque sproloqui da pazza a parte, spero di avervi soddisfatte..
A settimana prossima...kiss kiss

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Capitolo 16
*** Notizie ***


Cap.16 Notizie Cap.16 Notizie     


Quando mi svegliai avevo un terribile mal di testa e di certo questo maledetto sole che mi sferzava la pelle e gli occhi non mi aiutava, così mi alzai per chiudere le tende, volevo solo dormire e non pensare, volevo solo aspettare senza potermi rendere conto del tempo che passava per soffrire un pò di meno, afferai la tenda e feci per chiuderla quando nel giardino notai una figura così simile a lei e il mio cuore sobbalzò, per un attimo mi sembrò di sentirlo battere di nuovo, sforzai la mia vista da vampiro ancora infastidita dal sole e riconobbi le fattezze di Elena ma non il suo profumo, era sicuramente Kathrine, così chiusi deluso le tende e mi diressi in salotto dove ero sicuro che Kat mi avrebbe aspettato per farmi l'ennesima predica.
Non appena varcai la soglia del salotto notai Kathrine che sorseggiava un bicchiere colmo di sangue guardando fuori dalla finestra, quanto l'avevo amata e poi odiata con altrettanta forza e ora cosa provavo nei suoi confronti di sicuro gratitudine, se lei non mi avesse usato e poi trasformato ora non sarei qui e non potrei amare la mia anima gemella, mi avvicinai lentamente al divano e mi sedetti senza fare rumore, si era sicuramente resa conto che ero li ma non accennava a voltarsi o a proferire parola.
Guardai l'orologio a pendolo del salotto e mi resi conto che erano le cinque del pomeriggio, avevo dormito parecchio, non era decisamente da me, all'improvviso Kathrine attirò la mia attenzione sbuffando rumorosamente, aveva sicuramente qualcosa da dirmi ma non trovava il coraggio, così parlai per primo << Cosa devi dirmi ? >>, Kat si voltò con uno scatto e con un balzo mi schiacciò contro il divano e con rabbia mi gridò in faccia << Le ho fatto una promessa, lo capisci questo, devo tenerti d'occhio, ma tu mi rendi le cose complicate, io non sono una baby sitter, si fida di me e non posso deluderla >>, aveva fatto una promessa ad Elena, da quando erano così amiche e da quando Elena si fidava di lei, ero sconvolto, non potevo credere alle parole che avevo appena sentito, Elena aveva affidato il compito di tenermi sotto controllo a Kathrine e non a Caroline o Alaric, così cercai di ricompormi e sussurrai << Grazie >> , io Damon Salvatore avevo appena detto grazie e lo avevo detto a Kathrine Pierce, alzai lo sguardo e mi resi conto che sul viso di Kat era scivolata silenziosa una lacrima, in 145 anni mai l'avevo vista piangere e ora era  davanti a me in lacrime più vulnerabile che mai, tutto per una persona che solo qualche mese prima aveva cercato di uccidere senza ripensamenti, ora avevo la certezza che Elena fosse davvero speciale, il suo potere non era una forza fuori dal comune o una super velocità ma la capacità di penetrare nelle anime e nei cuori delle persone che incontra sul suo cammino e di cambiarli e migliorali.
Le misi le mani sulle spalle e la spinsi delicatamente lontano da me fino a farla sedere sul divano, mi accomodai accanto a lei, rimasi a guardarla piangere silenziosamente per molto tempo, poi presi coraggio e la abbracciai dolcemente, come si abbraccia un amico per dargli conforto e le sussurrai all'orecchio << Andrà tutto bene la riporteremo a casa, te lo prometto >>, la allontanai leggermente da me e la guardai negli occhi risoluto, li sul quel divano io e Kathrine non eravamo mai stati così vicini e così uniti, sapevo che mi avrebbe aiutato in qualunque modo pur di salvare Elena.
Molto lentamente si ricompose e smise di piangere, ora era la solita Kathrine, prepotente e iraconda, mi scoccò un'occhiataccia e mi disse << Se dici a qualcuno quello che è successo ti giuro che ti strappo il cuore con le mie mani e lo in pasto ai licantropi ! >> la guardai divertito, ora non poteva più minacciarmi perchè non le avrei più creduto, aveva oltrepassato un limite dal quale non si torna più indietro e io lo sapevo bene, finsi comunque di stare al gioco e fingendomi terrorizzato le dissi << Ti prego non farmi del male, ti prometto che non lo dirò a nessuno >> ci guardammo un istante e poi entrambi sorridemmo, Kat mi fece un cenno di saluto con la mano e in una frazione di secondo ero di nuovo solo, con quella traditrice della mia anima che mi stava facendo letteralmente impazzire.
Grazie a Dio rimasi solo per poco, non so se sarei riuscito a trattenere il mio istinto da predatore a lungo, non riuscivo a ricordare da quando mi piacesse stare in compagnia ero sempre stato un solitario, anche quando ero umano, ero davvero diventato una persona nuova che mi era totalmente sconosciuta, alzai lo sguardo e mi resi conto che erano passate un paio d'ore da quando Kathrine era andata via e avevo passato la maggior parte del tempo seduto sul divano con la testa tra le mani nel tentativo di spegnere quei sentimenti che tanto mi facevano soffrire, purtroppo fu tutto vano e stizzito mi alzai per dirigermi in cantina a prendere una sacca di sangue, quando sentii bussare e mi diressi verso la porta, la aprii e mi trovai davanti Caroline, come al solito la salutai prendendola in giro << Ciao Barbie >> vidi allargarsi un sorriso enorme sul suo viso, forse le piaceva quando la salutavo così, non ci avevo mai pensato, dopotutto aveva rischiato la sua vita per aiutarmi durante l'ultimo scontro con Klaus, dovevo ammettere che l'avevo sottovalutata e di molto, fino a quel giorno, aveva rischiato la sua vita per salvare quella di una persona che l'aveva usata e maltratta, forse non era così stupida e superficiale come avevo sempre creduto.
Le feci cenno con la testa di entrare e non se lo fece ripetere due volte, si fiondò in salotto andando a sedersi sul divano, la raggiunsi e mi sedetti accando a lei, solo allora notai che teneva un pacchetto sulle ginocchia, iniziò delicatamente a scartarlo e dolcemente mi disse << So che non abbiamo bisogno di mangiare, ma questo mi aiuta quando sono triste e depressa >>, mi resi conto che teneva tra le mani una stecca di cioccolato fondente, la spezzò in due con gesto deciso e me ne porse metà, la guardai un pò stupito e poi le dissi << E' da poppanti, io non lo mangio il cioccolato >>, mi guardò divertita e mi disse << Sarà il nostro segreto, non dirò a nessuno che il terribbile Damon Salvatore si è mangiato mezza tavoletta di cioccolato perchè era depresso >>, le sorrisi e afferrai il cioccolato che teneva in mano, questa ragazza mi sconvolgeva sempre di più, si era trasformata in tutti i sensi, non solo diventando un vampiro ma anche diventando una donna leale e sicura di se, equilibrata e ironica, era diventata una persona speciale e per una volta avevo contribuito anche io a creare qualcosa di buono, mi sentivo quasi un genitore, in fondo il sangue che l'aveva trasformata, anche se involontariamente era il mio.
Non l'avrei mai ammesso neppure sotto tortura, ma il cioccolato mi era piaciuto parecchio e aveva anche risollevato il mio morale, anche se probabilmente più che del cioccolato era stato merito della simpatia di Caroline, mi faceva decisamente sorridere e mi sentivo più leggero quando le stavo vicino, questa esperienza mi stava facendo scoprire persone che credevo mi odiassero e invece si preoccupavano per me, era solo colpa mia che li avevo sempre tenuti lontani e mi ero isolato, mi ero così tanto impegnato a disprezzarli che non mi ero accorto che invece loro tenessero a me sinceramente, nonostate tutto quello che avevo combinato.
Ormai erano le nove passate e Caroline doveva andarsene aveva appuntamento con il suo lupo al Grill, così la accompagnai alla porta e con mia grande sorpresa quando la aprii mi trovai davanti Alaric che sorridendo a Caroline le disse << Anche tu qui, oggi c'è stata una processione, so che è passata anche Kathrine >>, Caroline ricambiò il sorriso e mentre scendeva le scale per andarsene disse << Già, sono parecchi quelli che si preoccupano per il nostro vampiro triste >>, restammo a guardarla scomparire dal vialetto, poi feci accomodare Rick in salotto e gli versai un whisky, ma appena gli porsi il bicchiere lo guardò disgustato e disse << Ehi amico non ti sono bastati quelli di ieri sera, devo ancora smaltire la sbornia >> sorrisi e in un sorso trangugiai il bicchiere che avevo in mano, come risposta alla sua affermazione di prima, poi l'atmosfera si fece silenziosa ed entrambi sapevamo il perchè, il nostro pensiero era rivolto a lei, chissà dov'era, se stava bene, se l'avremmo mai rivista.
Rick si alzò si diresse verso il camino appoggiando le mani sulla mensola di legno che sovrastava la struttura di marmo del camino e con un filo di voce mi disse << Ancora nulla ? >>, questa volta non riuscii a trattenermi ed eplosi con un vulcano in piena eruzione, lanciai con tutta la mia forza il bicchiere che avevo in mano che si schiantò contro il muro diventando praticamente polvere e gridando in preda alla furia investii Rick con tutta la rabbia che avevo represso fino a quel momento << No nessuna cazzo di notizia, non credo che ce ne saranno e non credo che la rivedremo più, continuare a chiedere se ci sono notizie non le farà di certo arrivare e di certo non mi farà sentire meno colpevole, perchè lo sappiamo tutti che è per colpa mia se è partita, se lo ha fatto è stato solo per salvare me, ancora una volta è di nuovo colpa mia, dovrei uccidermi e farla finita forse la gente intorno a me la finirebbe di soffrire ! >> respiravo affannosamente come se quelle parole che avevo appena gridato mi fossero costate uno sforzo fisico terribile, avevo stretto talmente forte i pugni che dovevo essermi ferito da solo perchè le mie mani stavano sanguinado copiosamente, fortunatamente ero un vampiro e le ferite si rimarginarono subito.
Alaric mi fissava sconvolto per la scena alla quale aveva appena assistito, ero appena crollato davanti ai suoi occhi schiacciato dai sensi di colpa, rimase immobile a guardarmi, forse spaventato dalla mia reazione improvvisa e violenta, poi lentamente si avvicinò e mettendomi una mano sulla spalla mi disse << Non è colpa tua, è partita per salvarci tutti, siamo sulla stessa barca, non devi portare questo peso da solo, condividilo con noi, siamo i tuoi amici e ti vogliamo bene >> mi attirò a se con la mano che aveva appoggiato sulla mia spalla e mi abbracciò, era un' abbraccio fraterno, come quelli che ci scambiavamo io e Stefan quando eravamo ancora umani, mi sentii stranamente rincuorato da quella stretta e riacquistai un pò di calma, poi improvvisamente sentimmo bussare alla porta e ci voltammo entrambi un pò preoccupati, ormai si era fatto tardi chi poteva essere a notte fonda.
Ci avvicinammo alla porta e Rick impugnò il paletto che teneva nella tasca della giacca, mi fece cenno di aprire, afferai la maniglia e con un solo rapidissimo gesto aprii la porta, per un istante l'aria smise di arrivare ai polmoni di entrambi.
Davanti a noi sulla soglia c'era Elijah che ci sorrideva beffardo, ero pronto ad attaccarlo se solo avesse mosso un muscolo, ero decisamente furioso, come poteva essere li dopo quello che aveva fatto, ci aveva traditi, era solo colpa sua se Klaus era ancora vivo, così gli ringhiai con rabbia << Che diavolo ci fai qui ? >>, dal suo viso sparì il sorriso beffardo che fino a poco prima mi aveva irritato e gentilmente disse << Mi ha mandato Elena, sono qui per aiutarvi, dovete chiamare subito la strega >>, mi voltai verso Rick, sapevo che stavamo pensando la stessa cosa, mi spostai dall'ingresso e deciso gli dissi << Entra >>.
Ci dirigemmo in salotto ed Elijah si accomodò sul divano, nel frattempo Alaric era andato a chiamare Bonnie, così ebbi l'occasione di restare da solo con lui, continuavo a fissarlo e se solo lo sguardo avevesse potuto uccidere credo proprio che Elijah sarebbe morto sul colpo, mi persi mei pensieri mentre attendevamo il ritorno di Alaric, ero così felice di sapere che almeno Elena era viva e che si stava adoperando per farsi salvare, ora mi sentivo un pò meno in colpa e potevo vedere la luce alla fine del tunnel.
Rick tornò in salotto e disse << Ho avvisato tutti, tra poco saranno qui >>, nessuno disse niente, anche se eravamo curiosi di sapere il messaggio che ci mandava Elena, avevamo deciso di aspettare l'arrivo del resto del gruppo, così mi sedetti sulla poltrona vicino al camino e mi persi a guardare le fiamme che scoppittavano allegre e senza regole, finchè non fui risvegliato dal mio torpore dal suono del campanello, eravamo tutti nel salotto pronti a sentire il racconto del vampiro Originario ed eravamo ancora più pronti per organizzare un piano di salvataggio.
CONTINUA

Spazio autrice
Eccoci qua con un nuovo capitolo, la storia sta ufficilamente entrando nella fase centrale, nei prossimi capitoli assisteremo all'organizzazione del salvataggio di Elena che sarà tutt'altro che facile e senza problemi, comunque non posso anticiparvi niente...
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, non è accaduto niente di fondamentale a parte l'arrivo di Elijah che porta notizie della nostra piccola Elena.
Nel capitolo precedente abbiamo visto un Damon distrutto e in crisi, in questo capitolo è ancora in crisi ma comincia a rendersi conto di non essere solo, Alaric gli dice che i suoi amici gli vogliono bene e Caroline e Kat si prodigano una per proteggerlo l'altra per tirarlo su di morale.
Purtroppo questa settimana non posso augurarvi una buona visione per il nostro telefilm preferito e allora vi auguro buona attesa per il prossimo capitolo...kiss kiss

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Capitolo 17
*** Ricerche ***


Cap.17 Ricerche Cap.17 Ricerche  


Eravamo tutti riuniti nel salotto e aspettavamo con ansia di avere delle spiegazioni dall'Originario, la tensione era altissima ed eravamo tutti estremamente nervosi, sopratutto il sottoscritto, continuavo a camminare nervosamente su e giù per tutta la lunghezza del salotto, sembravo quasi posseduto da una forza che non mi permatteva di stare fermo, dopo alcuni minuti che mi sembrarono interminabili Elijah con voce ferma disse << Elena sta bene per il momento, non vuole che vi riveli dove si trova, ma vuole che Bonnie le mandi un messaggio per dirle che sono con voi e che andrà tutto bene, dovremo lavorare insieme per trovare un modo per sconfiggere Klaus, non sarà semplice ma con le mie conoscenze sugli Originari e con le conoscenze di Bonnie sulla magia, forse potremmo trovare un modo >> non era quello che volevo sentirmi dire, volevo sapere dove si trovava Elena e correre a salvarla così mi avvicinai ad Elijah e afferandolo per il colletto della camicia gli dissi << Devi dirmi dove si trova, la devo andare a prendere, non mi serve un piano, ci penserò strada facendo >> l'Originario non si scompose e con un sorrisetto beffardo stampato in faccia mi disse << Elena me lo aveva detto è proprio per questo che non vuole che vi riveli dove si trova, non vuole che ti faccia uccidere, non preoccuparti appena avremo un piano partiremo per salvarla >> ormai ero furioso, facevo fatica a trattenermi, così gli ringhiai a denti stretti << Bonnie farà un incantesimo di localizzazione e la troverò senza il tuo aiuto >>, Elijah quasi scoppiò a ridermi in faccia, nonstante ancora lo tenessi per la camicia e lo strattonassi abbastanza violentemente e mi disse divertito << Sei proprio un novellino, mio fratello è furbo, avrà sicuramente fatto un incantesimo per evitare che li trovassimo, ma se volete provare siete liberi di farlo, ora Bonnie ti pregherei di mandare il messaggio alla tua amica e ritengo la discussione chiusa >>, Bonnie non se lo fece ripetere e prese un foglio su cui scrisse un messaggio per Elena
" Verremo a salvarti, non avere paura ", appallottolò il foglio e si sedette a gambe incrociate sul tappeto, cominciò a pronuciare delle formule e in un istante la palla di carta sparì dalle sue mani.
Adesso era il momento di elaborare un piano, ma prima di tutto ci serviva un modo per uccidere Klaus, cosa non semplice purtroppo, così presi in mano la situazione e dissi << Dobbiamo metterci alla ricerca di notizie su come uccidere un ibrido, credo che Bonnie dovrebbe andare a parlare con Emily, forse lei può aiutarci, gli altri mi daranno una mano a controllare i grimori che abbiamo preso al Dr. Martin, forse li troveremo qualcosa di utile >>, nessuno osò contraddirmi, tutti si diressero alle loro occupazioni, Bonnie decise che appena fosse sorto il sole sarebbe andata con Jeremy a chiedere aiuto ad Emily, solo Elijah rimase immobile con lo sguardo rivolto alla finestra come se fosse in trance, all'improvviso si voltò verso di me e disse << Forse ho la soluzione, conosco una strega molto antica, forse più antica di noi Originari, magari lei potrebbe aiutarci, purtoppo però dovremo andare a Chicago >> , ero pronto a partire anche subito quando Kat intervenne e disse << Vengo io con te, è meglio che Damon rimanga a Mystic Falls >> non mi opposi alla decisione di Kathrine e neppure Elijah lo fece, così in una frazione di secondo sparirono alla volta della città del vento.
Passammo il resto della nottata a sfogliare i grimori e a leggere incantesimi inutili, così in preda alla frustrazione scagliai il libro che tenevo in mano contro il muro, ormai era mattina e il sole era alto nel cielo da diverse ore, Bonnie era già andata ad interpellare Emily, ma non era ancora rientrata, così si insinuò in me il terrore che Emily non volesse aiutarci perchè aveva delle questioni irrisolte con me o che ancora peggio non sapesse nulla di come uccidere un ibrido, ero davvero nervoso, non sarei stato d'aiuto in questo momento, così senza dare spiegazioni a nessuno uscii e mi diressi nel bosco, forse li da solo mi sarei calmato.
Camminai a lungo senza meta, finchè mi resi conto di essere arrivato alla vecchia cava, dove tutto era cominciato, dove mio fratello mi aveva obbligato a trasformarmi, dove avevo giurato di odiarlo per l'eternità e di rendere la sua non vita un'inferno, sorrisi al solo pensiero di quante cose erano cambiate, di come alla fine non l'avessi mai odiato veramente e avessi sempre cercato di proteggerlo, ma ora le cose sarebbero state ancora così, non sapevo se sarei riuscito ad aiutarlo e a salvarlo da se stesso un'altra volta, la prima volta era stata Lexi a mostrargli la via per non essere un mostro, ma questa volta non sarebbe stato così semplice, il mostro si era radicato così profondamente in lui tanto da farmi dubitare delle sue possibilità di redenzione.
Oggi a differenza del passato, la mia priorità è proteggere la donna che amo e non so se sarei disposto ad anteporre la salvezza di mio fratello alla sua sicurezza, lui ha sacrificato la sua vita e la sua umanità per salvare la mia vita, ma ora che sono felice non posso non essere almeno un pò egoista, sono stato solo per tutta la mia vita e anche dopo, non mi è mancata la compagnia femminile, questo no di certo, ma nessuna di loro mi ha mai amato, erano solo marionette per rendere la mia vita un pò meno vuota, ora che ho trovato una persona che mi ama non posso permettere che nulla la ferisca o le faccia del male, anche se significa combattere contro mio fratello, anche se lo amo immensamente.
Sapevo che non sarebbe stato facile, ma nulla è più importante di lei in questo momento, tutto il mio universo ruota intorno alla mia Elena, dovevo fare una scelta, non avevo alternative, dovevo sacrificare la salvezza di mio fratello per quella della donna che amo, non avrei potuto salvarli entrambi senza conseguenze.
Ormai era pomeriggio inoltrato ed ero stato lontano parecchio, sicuramente si stavano chiedendo che fine avessi fatto, così decisi di tornare a casa, appena mi voltai mi resi conto di una presenza dietro un albero, sapevo perfettamente chi fosse, così la salutai beffardo << Ciao Barbie, adesso mi segui >>, la vidi uscire dal suo nascondiglio con un enorme sorriso stampato in faccia, con un movimento fulmineo mi fu accanto e di slancio mi gettò le braccia al collo abbracciandomi, rimanemmo in quella posizione per alcuni minuti, un pò perchè Caroline non accennava ad allontanarsi un pò perchè mi aveva colto alla sprovvista.
Quando finalmente si allontanò da me mi disse << Sapevo che ne avevi bisogno, gli abbracci fanno davvero bene >> le sorrisi dolcemente e le dissi << Hai ragione ora mi sento meglio >> era incredibile come questa bambolina bionda potesse irritarmi e mettermi di buon umore nello stesso momento, vedeva il mondo sempre rosa anche quando era tutto nero e sapeva contagiare gli altri, se restavi nel suo campo gravitazionale abbastanza a lungo potevi vedere qualche sfumatura di rosa anche tu, come succedeva a me che per definizione vedevo tutto nero praticamente sempre.
Sapeva sempre quando mi serviva il suo modo di affrontare le cose e anche ora era giunta in mio soccorso, si schiarì la voce e mi disse << So a cosa pensi, non ti preoccupare li salveremo entrambi, non dovrai scegliere >>, doveva avere delle doti speciali perchè avevo la sensazione che potesse leggermi nella mente, non le risposi e mi limitai ad abbozzare un sorriso di ringraziamento e le feci cenno con la mano per farle strada verso casa, speravo davvero che avesse ragione e che non fossi obbligato a scegliere, altrementi sarebbe stata di sicuro una scelta straziante per tutti.
Percorremmo il resto della strada in silenzio fianco a fianco, quando arrivammo a casa trovammo il resto del gruppo in fermento, Bonnie era rintrata e le voci concitate che si sovrapponevano ci fecero capire che dovevano esserci novità, entrammo in salotto attirando l'attenzione di tutti e Alaric agitato disse << Abbiamo delle novità, siamo sulla buona strada >>, cercai Bonnie con lo sguardo e le feci cenno di raccontare, era visibilmente provata ma si fece forza e dopo aver inspirato profondamente cominiciò a parlare << Emily ci ha confermato che non c'è un modo per uccidere un ibrido come Klaus, l'unico modo per fermarlo è trasformarlo nuovamente in un essere umano e poi ucciderlo, ma è un incantesimo molto antico e molto potente, non ne ho trovato traccia in nessuno dei grimori che abbiamo qui, quindi è antecedente a queste fonti, ho già avvisato Kat, ora dobbiamo solo sperare che la strega interpellata da Elijah sappia dirci qualcosa, altrementi siamo in un vicolo cieco >>, ora mi sentivo un pò meno in colpa e un pò più tranquillo, un modo per battere Klaus esisteva, ora le nostre speranze erano riposte nella strega di Elijah, se ci avesse dato qualche informazione più dettagliata avremmo potuto organizzare un piano che avesse un senso, ringraziai Bonnie con un cenno della testa e mi avvicinai al tavolino dei liquori, mi versai un whisky e cominciai a sorseggiarlo lentamente mentre osservavo il tramonto, alle mie spalle sentivo le voci dei miei amici ma non li ascoltavo più, ora pregustavo solo il momento in cui avrei avuto la mia rivincita su Klaus e avrei riabbracciato la donna della mia vita.
CONTINUA


Spazio autrice
Prima di tutti perdonatemi di non aver postato mercoledi, ma ho avuto problemi al lavoro e ho fatto degli orari da sfruttamento.
Ora passiamo al capitolo, innanzitutto spero che vi sia piaciuto, anche qui non è accaduto nulla di emozionante ma si comincia a delineare una strategia per battere Klaus e cominciano a venire a galla degli incantesimi per sconfiggere l'Originario.
Nei prossimi capitoli finalmente vedremo cosa faranno i nostri amici e come svilupperanno il loro piano e ci sarà anche una nuova coppia di innamorati decisamente inedita...kiss kiss

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Capitolo 18
*** Non so se sopravviverò ***


Cap.18 Non so se sopravviverò Cap.18 Non so se sopravviverò

Avevo passato la giornata ad aggirarmi pigramente per le stanze di quella enorme villa, in fondo al mio cuore speravo che Klaus si fosse dimenticato di me e mi avesse abbandonata li, sapevo che non poteva essere vero, non mi averebbe mai liberata, ero il suo premio e la sua rivincita, ero sicura che mi avrebbe fatta soffrire immensamente per vendicarsi dell'affronto subito.
Mi avvicinai lentamente alla finestra che dava sull'enorme terrazza della mia camera da letto e vidi in lontanaza tre figure che si avvicinavano alla villa, cercai di metterle a fuoco al meglio, ma la mia vista da umana non mi era d'aiuto, finalmente quando furono abbastanza vicini mi resi conto che Stefan e Klaus, erano in compagnia di una giovane donna molto attraente, aveva lunghi capelli biondi lisci come la seta, la pelle era leggermente abbronzata, portava dei jeans stretti, una maglietta nera leggermente morbida sui fianchi e un paio di ballerine di vernice nera, sembrava quasi una modella visto il modo aggrazziato e felino allo stesso tempo in cui si muoveva, pensai che fosse la cena di uno dei due vampiri, dovevo ammettere che avevo scelto proprio un pasto grazioso.
Decisi di rientrare in camera e di attendere il loro arrivo, così mi accomodai sulla morbida poltrona di velluto beige posizionata accanto alla finestra e con rassegnazione attesi che qualcuno venisse a cercarmi, attesi a lungo ma nessuno si fece vivo, eppure ero sicura che fossero entrati in casa dato che avevo sentito le loro voci al piano di sotto, forse avevano preferito prima cenare e poi venirmi a cercare, attesi ancora alcuni minuti poi stanca dell'attesa decisi che mi sarei avventurata al piano di sotto per vedere che fine avevano fatto, magari  avrei potuto salvare quella povera ragazza dalle loro grinfie.
Stavo per aprire la porta quando qualcuno mi anticipò ed entrò nella mia camera, mi trovai di fronte la stupenda ragazza che avevo visto rientrare poco prima con i due vampiri, da vicino era ancora più bella, come se risplendesse di luce propria, mi osservò per un'istante poi allungò la mano destra verso di me e con un dolcissimo sorriso sulle labbra mi disse << Ciao sono Scarlett, tu devi essere il mio incarico ? >>, dapprima la guardai un poi esterrefatta, io ero il suo incarico, non riuscivo a capire, chi era questa ragazza, poi notando che non era intenzionata ad abbassara la mano la afferrai e un pò titubante mi presentai << Ciao sono Elena >> mi guardava così intensamente negli occhi che credetti volesse leggermi nel pensiero, poi il suo sguardo si abbassò sulla mia mano che ancora teneva nella sua e disse << Davvero un bel lavoro, magia davvero potente, ma penso proprio che sarà un gioco da ragazzi per me! >>, con quelle parole mi resi conto di cosa stava parlando, strattonai la mano allontanandola da quella della strega e un muto terrore prese possesso del mio corpo, come promesso Stefan aveva trovato una strega in grado di togliermi il bracciale di Damon, senza quello non avrei più avuto protezione e avrebbero potuto fare quello che volevano di me, tremavo come una foglia, ma sapevo che non avevo via di scampo, non potevo fuggire, così cercai di convincere Scarlett a non compiere l'incantesimo << Ti prego non farlo, senza questo bracciale sono perduta, non potrò difendermi in nessun modo >> ormai singhiozzavo convulsamente, e il mio viso era inondato dalle lacrime, tutto ciò però non sembrò scalfire neppure un pò la mia interlocutrice che fredda mi disse << Non ho nulla contro di te, ma sono in debito con Klaus e non posso sottrarmi a questa richiesta >> con un gesto rapidissimo, più simile a quello di una creatura dell'oscurità che a quello di una giovane donna, mi afferò il polso dove portavo il bracciale e me lo strinse forte per non farmi scappare, cominciò a pronunciare delle parole in una lingua decisamente troppo arcaica perchè potessi afferne il significato, ma non appena si interruppe vidi il bracciale slaccairsi e cadere a terra, non appenà toccò il suolo mi resi conto che la pietra che prima emanava luccicchi sovrannaturali era diventata grigia, come se fosse morta, mi gettai sul pavimento e afferrai il bracciale incredula, alzai lo sguardo verso la strega e la vidi voltarsi verso la porta, non appena la raggiunse si voltò nuovamente verso di me e disse << Come promesso la ragazza è libera dall'incantesimo, il nostro patto è sciolto >>, la porta si aprì e Stefan varcò la soglia della camera rivolgendomi un sorriso che mi fece raggelare il sangue, cosa aveva in mente, quel sorrisetto prospettava solo guai per me, poi si volto verso Scarlett e disse << Il patto è sciolto puoi andartene >>, la strega non se lo fece ripetere due volte e velocemente sparì dalla nostra vista chiudendosi la porta della camera alla spalle.
Ero sola con Stefan, non riuscivo a capire cosa potesse avere in mente, sapevo che voleva traformarmi, ma sapevo anche che non lo avrebbe fatto così presto, Klaus non glielo avrebbe permesso, sicuramente prima avrei dovuto soffrire, poi mi resi conto di quali fossero i suoi piani, Stefan mi voleva, voleva stare con me, aveva già tentato di avermi pochi giorni prima ma grazie al dono di Damon ero salva, ora non c'era più nulla a proteggermi, ero in balia del suo desiderio e non potevo fare nulla per fermarlo.
Rabbrividii al pensiero delle sue mani sulla mia pelle e come di riflesso strinsi pù forte il bracciale che ancora tenevo in mano, molto probabilemente Stefan si accorse della mia paura e avvicinadosi con passo felino mi disse << Non dovresti avere paura, sei stata con me parecchie volte e questa non sarà diversa >>, il mio sguardo perlustrava rapidamente la stanza alla ricerca di una via di fuga o di qualcosa con cui difendermi, non trovai nessuna delle due allora cercai di farlo ragionare << Non sei questa persona, ti prego Stefan, tu sei dolce e gentile non faresti mai una cosa del genere, ti prego non farlo >>, ormai piangevo in preda al terrore, sapevo perfettamente di non avere speranze, avevo avuto più volte la prova che del vecchio Stefan non era rimasto nulla, eppure speravo ancora di poter risvegliare il suo lato gentile, per un istante mi osservò come combatutto da sentimenti contrastanti, poi riprese a venirmi incontro con quel sorriso agghiacciante stampato in faccia, avevo fallito miseramente, ora dovevo solo piegarmi al mio aguzzino.
Mi afferò per un braccio e sentii le ossa scricchiolare sotto la sua presa ferrea, soffocai un grido di dolore e mi lasciai trascinare contro di lui, sentivo il suo corpo marmoreo premere contro il mio, mi afferrò i capelli e tirandoli mi obbligò a reclinare la testa all'indietro, lasciando il collo alla sua mercè, ormai ero pronta, mi avrebbe morsa e forse anche anche uccisa, sentii le sue labbra posarsi sulla delicata pelle del mio collo, ma invece di mordermi cominciò a coprire ogni centimetro del mio collo di baci, baci che non desideravo, dai quali però non potevo sottrarmi, cercavo di pensare ad altro, cercai di immaginare che quelle labbra fossero di Damon, ma ogni tentativo era vano, ogni movimento di Stefan mi riportava alla realtà e infrangeva la bolla che mi ero costruita.
Non era più la persona che avevo conosciuto, in lui albergavano rabbia e risentimento, che in quel momento ero sicura che avrebbe scaricato su di me, come previsto con un gesto secco e deciso mi strappò la maglietta e i pantaloni lasciandomi in biancheria intima, mi osservava come un animale privo di ogni morale, pronto a dare sfogo ad ogni suo desiderio, anche il più perverso.
Mi diede una spinta e mi scaraventò sul letto, non feci neppure in tempo a rendermi conto di quello che stava accandendo che me lo trovai addosso, mi teneva schiacciata contro il materasso con tutto il suo peso in modo che non potessi fuggire, non riuscivo più neppure a piangere, avevo pianto talmente tanto che avevo esaurito le lacrime, l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare era Damon, cosa gli avrei detto quando sarei riuscita a rivederlo, se mai ci sarei riuscita.
Non c'era dolcezza nei suoi gesti, ma solo furia e desiderio, così senza tanti preamboli mi strappò anche la biancheria intima e mi prese, con tutta la rabbia e la violenza che poteva scaraventarmi addosso, ero soprafatta dal dolore e mi mancava il respiro, ogni spinta era come una ferita nel mio cuore che non si sarebbe mai più rimarginata.
Mi sembrava che il tempo si fosse fermato, potevo vedere ogni suo gesto a rallentatore, potevo sentire ogni mio muscolo fremere per il dolore e la sofferenza che mi stava provocando, finalmente raggiunse il piacere e con un gesto brusco si allontanò da me, si rivestì in fretta e uscì dalla camera lasciandomi da sola con la mia sofferenza.
Rimasi distesa sul letto a lungo rannicchiata in posizione fetale, non avevo neppure il coraggio di alzarmi, come aveva potuto farmi questo, fino a poco tempo prima aveva detto di amarmi e ora in cosa si era trasformato, un mostro senza morale.
Finalmente riuscii a prendere coraggio e mi diressi verso il bagno per farmi una doccia, nella speranza di lavare via le sensazioni terribili provate poco prima, mi insaponai accuratamente e mi sciaquai con altrettanta attenzione, ma nonostate la mia cura continuavo a sentirmi sporca, non sarei più stata la stessa, la parte innocente di me era morta a causa della violenza che avevo subito da Stefan.
Uscii dalla doccia e guardandomi allo specchio mi resi conto degli innumerevoli lividi che mi aveva lasciato Stefan, afferrai stizzita un asciugamano e me lo avvolsi intorno, mi diressi verso la finestra della camera e notai in un angolo un foglio accartociato, per un istante il mio cuore sobbalzò e perse un battito, ero sicura che Elijah avesse svolto il suo compito quel messaggio poteva essere solo dei miei amici, lo afferrai e distesi velocemente il foglio, sospirando lessi il messaggio " Verremo a salvarti, non avere paura ", mi accasciai al suolo e diedi libero sfogo alla lacrime, un pò per il sollievo un pò perchè quando avrei rivisto Damon avrei dovuto affrontare quello che era successo con Stefan e non sapevo come l'avrebbe presa.
Sperai con tutte le mie forze che arrivassero al più presto a salvarmi perchè non sarei sopravvissuta a lungo, ero sicura che quella casa sarebbe presto diventata la tomba della mia umanità, non avevo altro modo per sopravvivere se non spegnere ogni sentimento e costruirmi una corazza inespugnabile.
CONTINUA


Spazio autrice
Bene bene...eccoci qua con un nuovo capitolo...spero che vi sia piaciuto.
Finora, a mio avviso, è il capitolo più crudo di tutta la storia, non è stato facile descivere la violenza subita da Elena senza scadere nel volgare ma cercando comunque di far passare la rabbia e la violenza che Stefan usa.
Dal prossimo capitolo si torna a Mistic Falls e sapremo come il nostro gruppetto sovrannaturale preferito deciderà di risolvere la situazione con Klaus.
Buon week end e ci vediamo mercoledi prossimo...kiss kiss



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Capitolo 19
*** Soluzione ***


Cap.19 Soluzione Cap.19 Soluzione    

Ero sdraiato sul mio letto, al buio e in silenzio, dal momento in cui avevamo scoperto che era possibile sconfiggere Klaus ognuno era tornato alle proprie case e io ero solo, il silenzio spettrale che mi avvolgeva mi obbligava ad acuire ancora di più i miei sensi, già tesi al massimo, per cercare di percepire anche il più piccolo rumore per non sentirmi del tutto abbandonato.
Attraverso le spesse tende di velluto blu della mia camera potevo scorgere una lama di luce che andava ad infrangersi sul pavimento di legno antico e cosumato dal tempo, era sicuramente giorno inoltrato, forse addirittura pomeriggio, avevo passato la giornata ad autocommiserarmi e a deprimermi, quello non ero io, io ero combattivo e determinato, forse un pò irresponsabile, ma non ero di certo uno che si abbatteva, se solo fossi più vecchio e di conseguenza più forte forse potrei salvarla senza attendere la messa in scena di un piano che forse non sarebbe neppure servito, ci stavamo fidando di una strega morta più di centocinquanta anni fa, che come se non bastasse mi odia a morte e sono sicuro farebbe qualsiasi cosa per trarmi in inganno.
Ero ancora immerso nei miei pensieri quando mi resi conto che dal piano di sotto provenivano dei rumori, anche se molto tenui, potevo sentirli chiaramente, potevano essere solo Kathrine ed Elijah, se fosse stato qualche altro vampiro sarei stato nei guai, scesi lentamente le scale e non appena arrivai sulla soglia del salotto vidi Kathrine che si versava da bere, mossi un passo verso di lei ma bloccai immediatamente, quello che vidi mi lasciò senza parole, Elijah si stava avvicinando lentamente a Kath, non appena fu abbastanza vicino le posò una mano sulla guancia e molto dolcemente la accarezzò, decisi di farmi notare schiarendomi la voce, ma Elijah non diede segno di voler modificare la sua posizione e mi disse << So che sei li da un pò, vieni fuori dobbiamo parlare >>, non me lo feci ripetere due volte ed entrai in salotto, non persi l'occasione per lanciare una frecciatina a Kath << Spero che con lui starai più attenta, ricordati che suo fratello ti vuole morta e non credo che le tue doti seduttive gli farebbero cambiare idea >>, Kathrine mi scoccò un sorrisetto divertito e decise di ribattere << Niente più giochetti, finalmente ci siamo ritrovati, ho passato tanto tempo a scappare e a manipolare che pensavo di essermi dimenticata di cosa volesse dire sentire la mancanza di qualcuno, decisamente mi sbagliavo >>, le sorrisi di rimando e spostai la mia attenzione sul vampiro originario << Allora cosa avete scoperto a Chicago, oltre al fatto che vi amate nonstante abbiate cercato per secoli di uccidervi a vicenda >> per un istante gli occhi di Elijah fiammeggiarono, accesi dalla mia ironia  pungente, poi uno scambio di sguardi con Kath fece in modo che l'ira delll'originario si placasse, lo vidi prendere fiato per cercare di calmare gli ultimi rimasugli di rabbia e scegliendo con cura le parole disse << Purtroppo la strega che conoscevo di nome Elisabeth è morta, così abbiamo dovuto cercare un'altra strega che conosco sempre a Chicago, Gloria, abbiamo scoperto che anche Klaus la conosce, molto tempo fa erano amici, poi qualcosa è cambiato, ci ha detto che c'è una sola cosa che può far tornare umana una creatura dell'oscurità, ed è una pietra chiamata "Pietra della vita", putroppo pare che non ve ne siano in circolazione da molto tempo, secondo Gloria ne esiste un solo esemplare, dato che la strega che le ha create non esiste più si stanno esaurendo, siccome una volta utilizzate perdono ogni potere >> ero sconvolto non potevo credere che ci fosse davvero un modo per far tornare un demone umano, c'era però una cosa che non capivo che interesse doveva aver avuto Elisabeth a far tornare umani i vampiri, così mi rivolsi ad Eliajh << C'è una cosa che non capisco, perchè Elisabeth voleva far tornare umani i vampiri? >> l'originario mi guardò un pò stupito e sorridendo mi disse << Tu per quale motivo vorresti poter tornare ad essere umano ? >>, ci pensai qualche istante, poi come un fulmine a ciel sereno un pensiero o meglio un viso attraversò la mia mente e sicuro dissi << Per amore... >>, spostai il mio sguardo su Elijah e attesi che mi raccontasse la storia della strega, l'originario si spostò verso il caminetto spento e appoggiando le spalle contro la mensola di legno situata sopra il caminetto cominciò il suo racconto << Più di mille anni fa Elisabeth si innamorò di un vampiro, Herman, purtoppo essendo una strega non poteva amare un vampiro andava contro le leggi della natura, così decise di comune accordo con il suo amato che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farlo tornare umano e poter vivere insieme un'esistenza normale, ci mise diversi secoli ma alla fine forgiò un incantesimo che le permetteva di instillare nuovamente il soffio della via nei non morti, presto la voce si sparse ed Elisabeth divenne un punto di riferimento per  tutte le coppie che volevano vivere una vita umana >>, forse avrei potuto trovare una seconda pietra da usare su di me, finalmete avrei avuto tutto ciò che volevo, avrei avuto l'amore e sarei tornato umano, avrei finalmente potuto sentire il calore del sole sulla pelle senza temerlo, avrei poteuto avere una famiglia e non avrei dovuto condannare Elena ad una vita che non voleva, fui scosso dai miei pensieri dalla voce di  Kathrine che dolcemente mi diceva << Telefono al resto del gruppo, dobbiamo metterci immediatamente alla ricerca della pietra >>, mi lasciai cadere pesantemente sul divano e sbuffai rumorosamente, Elijah si voltò verso di  me e con un mezzo sorriso disse << So a cosa stai pensando, quando ci saremo liberati di Klaus e avremo salvato Elena, se lo vorrete entrambi ti aiuterò a cercare un'altra pietra, nella speranza che ve ne siano ancora >>.
L'attesa non durò a lungo e in pochi minuti il resto della brigata si riversò nel mio salotto occupando tutti posti a sedere rimasti, Elijah non attese oltre e raccontò agli altri quello che già avevo sentito in precedenza, durante la narrazione osservavo attentamente i visi di tutte le persone che affolavano la stanza e mi soffermai in modo particolare su quello di Bonnie dove potevo notare un enorme sorriso, la vedevo contorcesi e fremere sulla sua poltrona, come in preda ad una irrefrenabile necessità di muoversi, finalmente l'originario terminò il suò discorso e vidi Bonnie saltare in piedi come una molla, faceva fatica a controllare l'euforia, poi prese fiato per cercare di calmarsi e disse << Ci serve il portachiavi che Elena ha dato a Rick, li c'è incastonata la pietra che cerchiamo, era in possesso della mia famiglia da più di un secolo, l'ho donata ad Elena perchè se la leggenda fosse stata vera avrebbe potuto usarla non appena avremmo riportato Stefan a casa, ma sinceramente non ero mai riuscita a trovare una prova della sua veridicità, così non ho raccontato nulla ad Elena per non illuderla >>.
Guardavamo Bonnie esterrefatti, la soluzione era sempre stata nelle nostre mani e noi non lo sapevamo, eravamo stati degli stolti e superficiali, ora dovevamo solo cercare l'incantesimo da pronunciare per usare il potere della pietra e sicuramente tra i libri che Bonnie aveva portato dalla casa della nonna potevamo trovare qualcosa, così tutti si misero silenziosamente alla ricerca, come se fosse stato ordinato loro di farlo, nessuno di noi si sarebbe fermato finchè non avessimo trovato qualcosa.
Ormai era sera tardi ed avevamo quasi perso le speranze di trovare qualcosa quando Jeremy cominciò a gridare come un pazzo, Bonnie gli strappò il libro dalle mani e la vidi leggere la formula scritta sul grimorio, alzò lo sguardo e disse << Ci siamo, abbiamo la formula >>, eravamo ufficialmente pronti, non stavo più nella perlle, sarei partito subito se Elijah non fosse intervenuto dicendo << Ormai è tardi, tornate tutti a casa, riposatevi e preparate le armi per lo scontro, domani mattina all'alba partiremo, vi condurrò dalla vostra amica >>, vidi il gruppo allontanarsi verso la porta ed uscire, solo Rick rimase e si avvicinò, mi porse la pietra e disse << Conservala tu, con te è più al sicuro, buonanotte amico >>, lo salutai con gesto del capo e abbassai lo sguardo verso la pietra che stringevo tra le mani, era di un bel color ambra rotonda e liscia, per un attimo avrei voluto utilizzarla per me, ma ripresi subito il controllo e mi diedi dello stupido per averlo solo pensato, salutai Kathrine ed Elijah che sedevano abbracciati sul divano del salotto e salii in camera mia.
Appena entrai depositai la pietra sulla scrivania e mi diressi in bagno per farmi una doccia, il getto caldo dell'acqua che si infrangeva sulla mia pelle mi faceva sentire rilassato e al tempo stesso spossato, erano giorni che non mi riposavo, dormivo male e il mio cervello non smetteva mai un momento di lavorare per cercare una soluzione a questo casino, forse finalmente questa notte, libero dal peso di dover trovare un modo per salvare Elena, sarei riuscito a riposare e a rinvigorirmi per la battaglia del giorno seguente.
Uscii parecchio tempo dopo dalla doccia, mi infilai velocemente i vestiti, mi sciugai i capelli e mi diressi verso la scrivania dove afferrai la pietra e cominciai a rigirarla tra le dita, nella speranza di scorgere un segno, uno qualsiasi che mi desse la certezza che il nostro piano avrebbe funzionato, purtroppo quella pietra sembrava una pietra qualsiasi, nulla di lei sembrava straordinario così cominciai a pensare che fosse solo un sasso qualsiasi, lo strinsi con più forza e pensai intensamente ad Elena, quasi terrorizzato dal fatto che forse stavamo riponendo la nostra fiducia in una leggenda, improvvisamente mi trovai in piedi in una camera da letto che non avevo mai visto, l'imponente letto a baldacchino, la carta da parati beige adornata con raffinati disegni marroni, la mia attenzione fu attirata dal profumo che arrivò alle mie narici, era inconfondibile, poteva essere solo lei, con la mia velocità raggiunsi in un istante il letto e accocolata sotto il piumino la vidi, bella come un angelo, doveva aver pianto appena prima di addormentarsi perchè il suo meraviglioso viso era ancora rigato dalla lacrime, notai ai piedi del letto un mucchietto di stracci che ad una attenta analisi riconobbi come gli abiti che indossava il giorno della partenza, chissà in quale modo avevvano fatto quella misera fine, allungai una mano per toccarla quando mi ritrovai di nuovo nella mia camera frastornato ma felice di sapere che tutto sommato stava bene, ora ero sicuro che quella pietra sarebbe stata la nostra arma più potente, ne avevo avuto la prova, adesso ero davvero pronto a tutto.
CONTINUA


Spazio autrice
Ciao a tutti, per prima cosa vorrei scusarmi per non aver postato la scorsa settimana ma la mia beneamata connessione a internet ultimamente fa i capricci.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, non succede niente di particolarmente emozionante ma finalmente i nostri amici hanno scoperto come fermare Klaus...Evviva!!
Spero di non aver creato un'insurrezione  mettendo insieme Kath e Elijah, li adoro assieme, so che Kath fin dall'inizio ha dato l'idea di amare Stefan anche in alcune discussioni con Elena, ma dopotutto non lo ha mai confermato e così eccoci qui...fatemi sapere cosa ne pensate..
Comunicazione di servizio : Causa vacanze di Natale vi saluto e vi faccio tanti auguri anche di Buon Anno e il prossimo capitolo lo potrete leggere il 4 gennaio...kiss kiis

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Capitolo 20
*** Richmond ***


Cap.20 Richmond Cap.20 Richmond    

La notte trascorsa era stata un'inferno, l'immagine di Elena in lacrime in un letto sconosciuto mi aveva perseguitato, per quale motivo aveva pianto, forse si sentiva sola o forse era successo qualcosa che l'aveva sconvolta, non riuscivo a darmi pace e nella mia mente si susseguivano una serie di ipotesi a volte pazzesche a volte più realistiche, finchè finalmente non mi resi conto che dalle pesanti tende della mia camera filtrava una lama di luce rosata che preannunciava la nascita di un nuovo giorno, il giorno in cui avrei salvato Elena e avrei ucciso Klaus.
Era ancora molto presto e la casa era silenziosa, come immersa in una bolla di calma quasi surreale, allungai la mano verso il lato del letto che un tempo aveva ospitato il corpo caldo e profumato di Elena, non appena la mia mano toccò il lenzuolo freddo provai un dolore terribile al petto come se il mio cuore ormai morto da tempo avesse ricominciato a battere e poi fosse stato improvvisamente stroncato dalla sofferenza, ero sicuro che se fossi stato ancora umano sarei impazzito a causa di quella sofferenza, in quel momento decisi che avrei spento le mie emozioni fino a quando Elena non fosse stata al sicuro, non volevo che la mia nota impulsività rovinasse tutto solo per il desiderio di averla tra le braccia il prima possibile.
Attesi ancora qualche minuto disteso ad osservare le travi di legno scuro a vista sul soffitto, improvvisamente sentii dei rumori dal piano di sotto e sentii distintamente Caroline incitare Tayler a caricare la macchina più infretta, non riuscii a trattenere un sorriso, quella ragazza lo metteva sempre in riga, afferai velocemente la camicia nera appoggiata sulla poltroncina vicino alla finestra e la infilai mentre scendevo dalle scale.
Non appena varcai la soglia del salotto ebbi la senzasione di trovarmi in un alveare pieno di api laboriose, c'era un via vai continuo di persone, i mobili erano stati accantonati negli angoli della stanza e il pavimento era cosparso di armi ordinatamente divise per tipo, da un lato tutte le balestre, dall'altro tutti i paletti e in un angolo le granate alla verbena, dovetti notare che era davvero un'organizzazione perfetta, solo una persona era in grado di organizzare tutto così bene, infatti la sentii in giardino mentre impartiva ordini su come caricare le auto, così mi diressi verso l'esterno e appena fuori la vidi, i capelli biondi raccolti in una coda, un enorme sorriso stampato in faccia e la solita euforia contagiosa, così mi avvicinai lentamente e colsi l'occasione per prenderla in giro come al solito << Ehi Barbie, mi avete svegliato con questa confusione e poi non credi di portarti un pò troppa roba per andare in vacanza, hai schiavizzato tutti per farti caricare l'auto ! >>, si voltò verso di me e si limitò a farmi una linguaccia, per poi tornare in fretta al suo lavoro.
Sentii in lontananza il passo deciso di Elijah seguito da quello leggero e seducente di Kathrine scendere dalle scale, così non persi tempo e li andai ad accogliere, non appena me li trovai davanti rimasi sconvolto da quello che vidi, Kathrine indossava gli abiti di Elena ad era pattinata come lei, per un attimo dovetti reprimere il desiderio di correre ad abbracciarla, poi Elijah rivolgendosi a Kath disse << Raduna tutti in salotto, dobbiamo organizzare nei minimi dettagli il piano >>, con queste parole la bella vampira sparì e ritornò poco dopo seguita dal resto del gruppo che ordinatamente si disponeva in salotto dove trovava spazio.
Quando tutti fummo nel salotto Elijah con la sua solita autorità prese la parola e ci spiegò il piano << Per prima cosa devo dirvi che Elena si trova poco fuori Richmond, Klaus la tiene prigioniera in una villa, dobbiamo sbrigarci perchè se conosco mio fratello non resterà a lungo li, e non so dove sia diretto perciò Richmond è l'unica occasione che abbiamo di trovarli a colpo sicuro, detto ciò credo che il piano sia piuttosto semplice, dobbiamo attirare Klaus e i suoi scagnozzi fuori dalla villa in modo che Kathrine travestita da Elena possa scendere nella cripta sotto la casa e liberare mia sorella Rebekah, lei è l'unica che può aiutarmi a tenere testa a Klaus dato che lo odia quanto me, quando anche mia sorella si sarà unita a noi potremmo mettere in atto il resto del piano, ovvero trasformare Klaus e ucciderlo, poi potremo portare via Stefan ed Elena >>, ero pronto come non mai a combattere, ero pronto a morire, se fosse servito non avrei esitato a sacrificarmi, non potevo però credere che potesse essere lo stesso per Kath, lei non aiutava gratis se così si può dire, così la afferai per un braccio e la trascinai nell'ingresso sotto lo sguardo sgomento del resto del gruppo.
Non  appena fummo soli tagliente le dissi << Quale fregatura c'è sotto, tu non fai niente per niente ! >>, ci guardammo per qualche secondo, poi Kathrine mi rispose così dolcemente che per un istante feci fatica a credere che fosse lei << Lo faccio per Elijah, farei qualsiasi cosa per lui >>, rimasi di stucco, aveva passato cinquecento anni a scappare da lui e lo aveva amato ogni istante, nonostante il suo compito fosse quello di ucciderla, questo si che si poteva dire perseverare sempre e comunque, le feci un sorriso, le accarezzai una spalla e mi diressi velocemente in camera mia al piano di sopra.
Non appena entrai  in camera afferai un borsone e ci buttai dentro un paio di jeans e una maglietta che Elena aveva lasciato nel mio armadio, dato che da ciò che avevo potuto vedere dalla sera precedente Elena di sicuro  non aveva nulla da indossare per la fuga, così mi ripromisi di farglieli consegnare da Kath, così avrebbe avuto il tempo di vestirsi, mi diressi verso la scrivania, presi un foglio e vi scrissi un breve messaggio " Ti amo. Damon", poi afferai la pietra, me la infilai velocemente in tasca e corsi di sotto per consegnare la borsa a Kathrine.
Vagai alla ricerca della vampira per un pò finchè la trovai nella cantina intenta a preparare le scorte di sangue, la aggirai e mi posizionai davanti a lei e serio le dissi << Quando andrai a cercare la sorella di Elijah devi portare questa ad Elena, questa notte ho avuto una specie di visione grazie alla pietra e ho visto che non ha abiti per la fuga, ho visto quelli che indossava a brandelli ai piedi del letto, non so cosa sia successo ma so che avrà bisogno di questi >>, vidi Kath irrigidirsi per un istante, così pensai che non volesse farlo e mi preparai a pregarla, all'improvviso afferò la borsa dalla mia mano e con sorriso tirato disse << Lo farò >>, sparì in una frazione di secondo come se il mio racconto l'avesse sconvolta, così rimasi solo in cantina a terminare di raggrupare le scorte di sangue, la cosa mi occupò buona parte della mattina dato che praticamente avevamo svaligiato una banca del sangue e stavamo cercando di caricarla tutta sulla mia auto, così avrei dovuto viaggiare con non so neppure quanti litri di sangue tra il bagagliaio e i sedili posteriori, di sicuro non sarei morto di sete.
Erano quasi le due del pomerioggio quando finalmente tutto era pronto per la partenza, eravamo tutti radunati in salotto e attendevamo di dare il via al piano, non appena Elijah comparve, tutto il brusio e il fermento che fino a pochi istanti prima caratterizzavano la stanza sparirono, come se tutti ci fossimo congelati in attesa di un segnale da parte sua, segnale che non tardò ad arrivare, tutti si diressero alle auto, non appena chiusi la porta della pensione Elijah mi comparve davanti e con fare minaccioso mi disse << Non fare niente di impulsivo e non farti ammazzare ! >> mi diede una pacca sulla spalle e andò  a sedersi al posto di guida dell'auto di Kathrine, dove lo attendevano Bonnie, Jeremy e Alaric, mentre Tayler, Caroline e Kathrine viaggiavano sull'auto di Caroline, dato che la mia auto era carica anche nell'abitacolo viaggiavo solo, non appena fummo tutti nelle rispettive auto finalmente partimmo.
Il viaggio sarebbe durato al massimo un paio d'ore, saremmo arrivati sicuramente prima dell'imbrunire, perciò avremmo dovuto attendere nascosti che scendesse la sera, così sarebbe stato più facile per Kathrine intrufolarsi in casa se ci fosse stata parecchia sorveglianza, ero troppo impaziente , il pensiero di dover attendere ancora senza far nulla mi faceva impazzire, poi ripensai alla mattina, quando avevo deciso di spegnere le emozioni per evitare questo genere di cose, così afferai una sacca di sangue dal sedile posteriore e mentre cominciavo a bere misi su off le emozioni, ormai ero concentrato  sulla strada e l'unica cosa a cui pensavo era a bere più sangue possibile per guadagnare sempre più forze, così quando finalmente arrivammo a Richmond e parheggiammo al limitare di un bosco che confinava con la proprietà dove Klaus teneva Elena, mi resi conto di aver bevuo più di sei sacche di sangue e l'unica cosa che sentivo era il desiderio di berne ancora e ancora, rimasi seduto in auto alcuni istanti per cercare di riprendere il controllo e non appena fui padrone di me stesso scesi dall'auto e andai raggiungere gli altri.
Mi sentivo tutti gli occhi addosso come se non facessero altro che fissarmi, avevo la sensazione di essere stranamente irascibile e nervoso, cercavo di controllare la rabbia e di mantenere la calma, ma ormai era il sangue che controllava me, non ero più abituato a berne così tanto e sinceramente non ricordavo neppure come fosse quando non puoi farne a meno, volevo solo uccidere e in modo particolare volevo uccidere Klaus, farlo soffrire, desideravo stringere fra le mani il suo cuore ancora nel petto e vederlo implorare di risparmiargli la vita, volevo avere in pugno la sua vita e volevo decidere di togliergliela mentre lo guardavo negli occhi.
Elijah mi fissava insistentemente, come per cercare di capire se era tutto a posto, gli feci un cenno con la testa per rassicuralo, così spostò la sua attenzione sul resto del gruppo e disse << Da qui poseguiamo a piedi, le auto fanno troppo rumore, caricatevi in spalla tutto il contenuto dei veicoli e incamminiamoci, prima di sera dobbiamo arrivare vicino alla villa e nascondere le armi >>, ognuno di noi si  diresse verso le auto e chi più chi meno eravamo tutti carichi come dei muli.
Lungo il tragitto Caroline aveva più volte cercato di parlami per cercare di capire cosa mi era successo, ma avevo accuratamente evitato di farmi coinvolgere in un discorso, non dovevo lasciarmi distrarre da nulla, non volevo lasciarmi convincere da nessuno a riaccendere le mie emozioni, perchè sapevo che sarebbero state solo d'intralcio, in fondo non ero mai stato capace di gestirle, neppure da umano, ora però avevo il vantaggio di poterle annullare, ed essere un perfetto assassino senza rimorso, potevo essere di nuovo il mostro di un tempo, per una sera potevo dare sfogo a tutta la rabbia repressa senza preoccuparmi dei sensi di colpa, per poi tornare ad essere il Damon con l'anima non appena fossi tornato a Mystic Falls con Elena.
CONTINUA


Spazio autrice
Bentornati a tutti...le vcanze sono finite e con loro anche la mia pausa...spero che abbiate sentito la mia mancaza.
Per quanto riguarda il capitolo finalmente i nostri amici sono diretti a salvare Elena, spero che non vi sia dispiaciuta la mia Kath un pò sdolcinata...mi sono sempre immaginata una relazione molto profonda con Elijah perciò non credo che Kath dovrebbe avere paura di mostrare i propri sentimenti per lui. 
Non è accaduto nulla di particolarmente emozionante in questo capitolo, ma mi è servito per spiegare a grandi linee il piano, sempre che tutto vada per il verso giusto ovviamente, come tutti sappiamo con Damon in circolazione tutto potrebbe finire a gambe all'aria in un attimo.
Finalmente posso dirlo e lo dico...buona lettura e rullo di tamburi...buona visione per la puntata di Tvd di domani sera...alla prossima settimana...commentate numerosissimi...kiss kiss

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Capitolo 21
*** Perdere il controllo ***


Cap.21 Perdere il controllo Cap.21 Perdere il controllo   

Camminavamo da più di due ore e per alcuni di noi ero sicuro che la fatica cominciasse a farsi sentire, così rallentai il passo e dopo aver affiancato Rick afferrai la sua borsa e senza dire nulla me la caricai in spalla, riprendendo immediatamente a camminare con passo marziale, non volevo che niente mi rallentasse, ogni passo mi avvicinava sempre di più alla mia vendetta e non volevo attendere un secondo di più inutilmente.
Raggiunsi Elijah in testa al gruppo e continuando a guardare davanti a me, come se avessi puntato il mio obiettivo e solo il fatto di averlo raggiunto mi potesse fermare, dissi << Li attiro io fuori dalla casa ! >>, senza attendere nessuna risposta usai la mia velocità per allontanarmi e raggiungere la villa il prima possibile.
Dopo pochi istanti ero già arrivato al limitare del giardino della proprietà, alle mie spalle il bosco si stagliava imponete e oscuro, potevo sentire i passi pesanti del resto del gruppo che ancora arrancava nel fitto della boscaglia, ero troppo impaziente, volevo sfogare la mia rabbia, ma sapevo che dovevo attendere l'arrivo degli altri e nel frattempo organizzare qualcosa per attirare all'esterno tutti gli occupanti
di quell'enorme casa o almeno la maggior parte .
Volsi la mia attenzione alla villa poco distante e mi resi conto di trovarmi di fronte a una meravigliosa villa in stile coloniale, tipica architettura del sud, forse dei primi dell'ottocento, era talmente somigliante alla villa in cui vivevo con mio fratello prima della trasformazione che per un istante sentii le gambe tremare come se non potessero sopportare il peso dei ricordi che si affollavano nella mia mente.
Le imponenti colonne bianche e il porticato mi riportarono alla mente i momenti in cui ignaro dell'esistenza di qualunque cosa fosse sovrannaturale, inseguivo mio fratello fra quelle colonne o sedevo rilassato sui divani di vimini intrecciato posti nel porticato, spesso in dolce compagnia e a volte anche da solo a bere e a pensare, quei ricordi non fecero altro che aumentare la mia frustrazione e la mia rabbia, non c'era più niente di quel ragazzo ingenuo e spensierato e non solo per via della trasformazione ma sopratutto per via di Kathrine che per più di un secolo si era fatta desiderare, illudendomi e prendendosi gioco di me e dei miei sentimenti, se oggi sono quello che sono la colpa è solo sua, se il mio cuore si è indurito e i miei modi sono freddi e sprezzanti e solo perché non voglio essere ferito nuovamente, anche se oggi sono la scelta di Elena non posso comunque essere "l'uomo" che vorrei essere per lei, per lei che se lo merita, per lei che ha rischiato tutto scegliendo me, la paura di soffrire ancora mi frena, la paura che lei si penta e si renda conto della scelta sbagliata che ha fatto non mi permette di sciogliere il ghiaccio che si è formato intorno al mio cuore.
La rabbia ormai si è impossessata del tutto di me, sento anche gli ultimi spiragli di lucidità abbandonare la mia mente, l'assassino ha definitivamente preso il posto del vampiro innamorato, non riuscirò ad attendere ancora a lungo l'arrivo del resto del gruppo, dopotutto che senso ha aspettare ormai il sole sta tramontando e mentre io mi diverto un pò a fare fuori qualche stupido tirapiedi di Klaus, gli altri mi raggiungeranno e il caos che avrò generato aiuterà Kath ad intrufolarsi in casa.
Mi alzai e uscii dalla boscaglia, la villa distava alcune decine di metri dal mio nascondiglio, mi presi tutto il tempo che mi occorreva per percorrere quel breve tratto e mi impegnai per concentrare i miei pensieri su un'unica cosa, la mia missione era uccidere il maggior numero di vampiri possibile, sentivo ogni muscolo del mio corpo tendersi e rilassarsi ad ogni passo, mi sentivo una perfetta macchina per uccidere, ogni mio senso era in massima allerta, anche il più piccolo fruscio non sarebbe passato inosservato, ogni minimo movimento sarebbe stato captato dalla mia vista perfetta, era da tempo che non ero più così terribilmente perfetto sotto ogni aspetto, ogni mia caratteristica sovrannaturale era al massimo della forma, questa notte la mia furia si sarebbe scatenata senza controllo su chiunque avesse incontrato il mio cammino.
Finalmente arrivai alla porta d'ingresso, attesi qualche secondo, poi con un calcio poderoso la sfondai e attesi che i miei agnelli sacrificali si presentassero ai miei occhi, ma nulla, nessuno osava farsi vedere, così accennai un passo per varcare la soglia, ma non feci in tempo ad entrare che due energumeni alti il doppio di me mi si pararono davanti, indossavano entrambi pantaloni di pelle nera e due magliette senza maniche del medesimo colore che lasciavano scoperte due enormi braccia piene di muscoli, uno dei due aveva i capelli biondi quasi del tutto rasati e un sorrisino stampato in faccia che mi faceva incazzare immensamente, mentre l'altro aveva dei capelli castani pieni di gel fissati in un ciuffo enorme che lo faceva sembrare ancora più alto, dal suo viso non traspariva nessuna emozione sembrava di ghiaccio.
Non mi lasciai spaventare e li guardai dritto negli occhi e con il mio mezzo sorriso gli dissi << Pronti a morire >>, afferrai il biondino per la maglietta e lo scaraventai in giardino, seguito a ruota dal suo amico, non gli lasciai neppure il tempo di rialzarsi che già gli ero addosso, tenevo fermo il vampiro biondo con un ginocchio piantato proprio in mezzo allo stomaco, quando il suo amico dal ciuffo enorme mi afferrò per la camicia e mi fece sbattere contro un albero, ero talmente infuriato che non mi fermai neppure per notare che avevo la camicia strappata su un braccio e un vistoso taglio faceva capolino dal tessuto leggero, mi rialzai in una frazione di secondo e mi portai alle spalle del vampiro biondo, non gli lasciai neppure il tempo di reagire, estrassi un paletto che avevo incastrato nella cintura dei pantaloni e lo trafissi, il suo amico mi saltò addosso decisamente infuriato, lottammo per un pò, in fondo mi stavo divertendo e non volevo che tutto finisse subito, lo lasciai pensare di essere superiore per un pò, alla fine mi stufai e mentre si rialzava dopo che lo avevo atterrato gli fui addosso con un balzo e gli conficcai un paletto nel cuore, mentre lo osservavo morire, potevo sentire l'assassino che era in me compiacersi del mio operato.
Ero solo nel cortile antistante la casa, potevo sentire i passi del resto del gruppo ormai giunto al limitare del giardino, vidi Elijah sbucare dalla boscaglia seguito da Kathrine e mano a mano da tutti glia altri, stavo per raggiungerli con calma quando mi resi conto che c'era un altro vampiro, questa volta ben nascosto tra la boscaglia, sorrisi tra me e me pronto per una nuova battaglia, convinto che il nuovo venuto avrebbe tentato di vendicare i suoi amici cercando di uccidermi, invece velocissimo sbucò dal suo nascondiglio e si scagliò contro Kathrine, forse convinto che fosse Elena, in un attimo, non  so neppure come sia stato possibile, mi frapposi tra il vampiro e  Kathrine e con un gesto deciso attraversai la cassa toracica del vampiro con la mano fino ad afferrare il suo cuore e lo estrassi, il vampiro cadde a terra morto e io rimasi a fissare il cuore nella mia mano, potevo sentire gli sguardi  di tutti  su di me, ma il mio unico pensiero era come fosse oliato il mio istinto di assassino e come fosse stato inebriante togliere la vita e sentirsi senza colpa, libero di essere quello che la mia natura mi imponeva di essere.
Improvvisamente mi resi conto che per gli altri dovevo essere una visione terribile, ero coperto di sangue, che non era solo mio e me ne stavo in piedi con un cuore in mano e un sorriso soddisfatto stampato in faccia, a questo punto era ufficiale per tutti Damon era tornato lo stronzo senz'anima né sentimenti che era prima di conoscere Elena.
Gettai a terra il cuore in modo sprezzante e mi rivolsi a Kathrine << Credo sia arrivato il momento della tua parte del piano >> la vampira mi osservò per un istante, potei notare nel suo sguardo della preoccupazione, per cosa poi, questo era il vero Damon Salvatore, non il ragazzo innamorato che avevano imparato a conoscere negli ultimi tempi, ora si che mi sentivo di nuovo me stesso, non avrei più dovuto provare rimorso per nulla, non avrei più dovuto soffrire, l'unica mia esigenza era uccidere, umani o creature sovrannaturali non faceva differenza.
Osservai attentamente Kathrine mentre si allontanava diretta all'ingresso della villa ormai apparentemente vuota, mi sorpresi a pensare alla fragile Elena, da quando ero sceso dalla mia auto il suo pensiero non mi aveva mai sfiorato, annebbiato com'ero dalla gran quantità di sangue bevuto durante il viaggio, in quell'istante però mi resi conto del motivo per il quale mi ero nutrito così, per lei, per portarla in salvo, per riaverla con me e con lei anche la mia umanità che avevo riguadagnato con tanta fatica.
Elijah mi scosse dai miei pensieri afferrandomi  bruscamente per un braccio e trascinandomi lontano dal resto del gruppo, quando finalmente fummo soli non perse tempo e mi fece una bella paternale << Credo che dovresti farti da parte e lasciar fare a noi, non ci sei d'aiuto ridotto così, sei solo una mina vagante >>, come poteva pensare di parlarmi così, non ero certo un ragazzino che poteva sgridare a suo piacimento, così decisi che mi sarei fatto valere, non poteva estromettermi dal piano << Io una mina vagante, forse non hai notato che se non fosse stato per me ora Kathrine sarebbe cibo per vermi ! >>, Elijah mi osservò immobile per alcuni istanti poi mi afferrò per il collo e mi scaraventò contro un albero poco lontano che per il colpo si inclinò pericolosamente.
Ero ancora a  terra quando l'Originario mi afferrò per il colletto della camicia e mi sollevò di fronte al suo viso, potevo vedere la rabbia per l'affronto subito fiammeggiargli negli occhi, se avesse potuto mi avrebbe ucciso li e in quel momento, fortunatamente per me aveva stretto un accordo con Elena che di sicuro comprendeva la mia protezione, attese qualche secondo poi mi sputò in faccia tutta la sua rabbia e a denti stretti ripeté << Credo che dovresti lasciar fare a noi, non farmelo ripetere una terza volta o potresti pentirtene...se avrò bisogno di te lo saprai, resta nelle retrovie! >>, ero sicuro che le sue parole fossero vere, perciò non sfidai la sorte e gli feci cenno di si con il capo, dopodiché mi diressi nuovamente verso il resto del gruppo.
Appena arrivammo nella radura di fronte alla villa, ci rendemmo conto entrambi che c'era qualcosa di strano, tutto il trambusto che avevo causato poco prima doveva aver attirato all'esterno altri vampiri dato che il resto del gruppo era decisamente in allerta, poi lo vidi, Klaus scendeva con calma le scale che collegavano il porticato con il giardino sottostante, il solito sorriso sprezzante stampato in faccia e il suo squartatore al seguito, a quella visione non riuscii a trattenere un righio che sembrava più animale che altro, riuscii a malapena a trattenermi dal saltargli addosso solo per via della promessa fatta ad Elijah ma al contrario non riuscii proprio a trattenermi dal minacciarlo, gridavo talmente forte che ero sicuro mi avesse sentito anche Elena, anche se era prigioniera in casa << Dov'è, dove la tieni, se non me la consegni subito ti strappo il cuore con le mie mani e poi lo brucio ! >>, la mia minaccia non sortì nessun effetto se non una risatina di scherno da parte dell'ibrido.
Dietro di me Elijah era appena uscito dalla boscaglia e vidi il suo sguardo incontrare quello del fratello, tremava dalla rabbia, ma sapeva controllare perfettamente tutta la sua frustrazione al contrario di me che facevo sempre più fatica a stare calmo, poi la vidi, Klaus aveva paura, la vista del fratello lo aveva spiazzato e terrrorizato allo stesso tempo, ora avevamo il coltello dalla parte del manico.
La tensione era palpabile e un silenzio surreale avvolgeva il giardino, nessuno osava proferire parola o attaccare, poi Klaus con il suo solito modo di fare altezzoso disse << Quella ragazzina è davvero furba, me l'ha fatta sotto il naso, vorrà dire che per fargliela pagare Stefan sei autorizzato a farle anche di peggio >>, cosa voleva dire con quelle parole, cosa le avevano già fatto e cosa volevano farle ancora, ero furioso, Stefan aveva osato farle del male, appena sarà libera farò soffrire a quel bastardo di mio fratello le pene dell'inferno, lo ripagherò con la stessa moneta ma cento volte peggiore.
Ormai ci fronteggiavamo da diversi minuti ma sembrava che nessuno volesse fare la prima mossa, così decisi che avrei dato io il via ai giochi, afferrai alcuni dardi alla verbena e una granata sempre alla verbena dallo zaino di Rick e la lanciai verso i nostri nemici, almeno avrei creato scompiglio e forse sarei riuscito a liberarmi di Stefan usando i dardi alla verbena.
Appena la granata esplose sia Stefan che Klaus si gettarono a terra per proteggersi, così come se avessimo tutti un unico cervello ci muovemmo veloci verso Stefan, tutti tranne Elijah che si diresse verso il fratello per ingaggiare battaglia.
Potevo sentire il vento sferzarmi il viso e sentivo la verbena che ancora aleggiava nell'aria bruciarmi la pelle, ma non mi fermai, alle mie spalle i miei amici mi seguivano veloci e silenziosi, pronti a portare a termine la nostra missione, neutralizzare Stefan.
CONTINUA


Spazio autrice
Ciao a tutti, spero che vi sia piaciuto il capitolo, non so se sono riuscita a rendere l'idea di Damon in preda all'ira e senza controllo, beh se non ci sono riuscita l'intento era quello.
Finalmente i nostri eroi sono arrivati al luogo dove Klaus tiene Elena, d'ora in poi vedremo diversi momenti della battaglia, per il prossimo capitolo ho una piccola sorpresina, ho decido di aggiungere i Pov di un altro personaggio per spiegare meglio la storia, non so ancora se ce ne saranno altri o sarà un caso isolato, dipende da come reagirete.
Credo che non ci sia altro, buona visione per domani sera...kiss kiss




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Capitolo 22
*** Rebekah ***


Cap.22 Rebekah Cap.22 Rebekah     


Vagavo da diversi minuti alla ricerca della cripta, potevo sentire il rumore della battaglia all'esterno e la voce di Klaus che ironico schermiva Damon, poi improvvisamente mi ricordai che Elena sapeva esattamente come trovare la cripta, così mi diressi verso il piano superiore alla ricerca della mia alter ego.
Dopo aver aperto diverse porte senza successo finalmente arrivai davanti ad una enorme porta di legno scuro finemente intarsiata, doveva essere la camera da letto padronale, una volta all'interno potei ammirare la maestosità degli arredamenti, al centro della camera faceva bella mostra un meraviglioso letto a baldacchino e le pareti della stanza erano ricoperte da una elegante carta da parati beige con piccoli decori marroni, inspirai il profumo delicato che aleggiava in camera e mi resi conto che nascosta dietro le tende di velluto, decorate con un motivo molto simile a quello della carta da parati, c'era la piccola Elena, si celava da me ma sopratutto da coloro che affolavano il parco sottostante, il suo viso ere in parte nascosto da delle tende leggere che le permettevano di spiare senza essere vista, come previsto da Damon non aveva abiti per la fuga ed era avvolta da una delle lenzuola del letto.
Era talmente concentrata su quello che stava accadendo sotto ai suoi occhi che non si era neppure accorta della mia presenza, potevo vedere il suo sguardo fisso su Damon mentre con rabbia si mordeva un labbro fino a farlo sanguinare, cosa la  poteva sconvolgere così tanto, alla fine presi coraggio e mi avvicinai alla finestra stando attenta a non spaventarla e una volta arrivata alle sue spalle la salutai << Ciao Elena >> la vidi voltarsi e per un'istante il suo sguardo si accese di gioia, per poi tornare spento e triste come se fosse vuoto.
Esitò qualche secondo poi mi rivolse un sorriso dolce e amaro allo stesso tempo, la sua felicità per la mia presenza era resa più amara da qualcosa che la turbava immensamente, la presi dolcemente per mano e altrettanto dolcemente la tirai verso la porta, inaspettatamente Elena oppose resistenza, non voleva venire con me, così mi decisi a porle la fatidica domanda << Che problema c'è? >> tutto mi sarei aspettata, ma non una reazione così violenta dalla dolce Elena, afferò una sedia e la scaraventò con violenza contro il muro, poi fu il turno di alcuni bicchieri appoggiati su di un tavolino, in pochi istanti si frantumarono uno dietro l'altro contro l'armadio, infine fu il turno di Elena che sconvolta dalla sua stessa reazione si inginocchiò a terra davanti a me farfugliando cose senza capo ne coda.
Mi inginocchiai davanti a lei e dolcemente la afferrai per le spalle cercando di guardarla in faccia, ma non aveva alcuna intenzione di collaborare, così decisi di passare alle maniera forti, la sollevai di peso e brutalmente cercai di farla tornare in sé << Non abbiamo tempo da perdere abbiamo un piano da portare a termine o moriranno tutti quanti...qualsiasi cosa sia successa mettila da parte e torna in te ! >>, se neppure questo metodo avesse funzionato avrei dovuto caricarmela in spalla e portarla via di peso.
Per mia fortuna le mie parole la risvegliarono, puntò i suoi occhi nei miei e quasi in un sussuro mi rivelò il suo segreto << Stefan mi ha violentata...non posso tornare, cosa dirò a tutti quanti...cosa dirò a Damon >>, non potevo credere alle mie orecchie, cos'era diventato, come aveva potuto farle del male, proprio lui che poco prima era stato disposto a morire per lei più di una volta, nonostate tutto però non era il momento di pensarci, avevamo un obiettivo e tutto il resto del gruppo contava su di me, avremo avuto tempo in seguito per affrontare le conseguenze del gesto di Stefan, perciò guardai Elena negli occhi e cercai di rassicurarla << Non potevi fare nulla e non puoi fare nulla ora, devi assolutamente tornate in te e portarmi nella cripta >> sapevo di essere stata un'insensibile ai suoi occhi, ma non potevamo assolutamente permetterci di perdere un secondo per nessun motivo.
Elena continuava a fissarmi con gli occhi pieni di lacrime, probabilmente sconvolta dalla mia reazione brusca, poi flebilmente diede sfogo alla sua paura << Damon non mi vorrà più, sono un traditrice >>, non potevo permetterle di sentirsi in colpa, non ne aveva nessun motivo, la colpa era solo di Stefan e del suo comportamento mostruoso, così la afferai decisa per un braccio e la scossi con forza, cercando di essere il più dolce possibile ma allo stesso tempo risoluta cercai di consolarla << Damon ti ama, hai visto cosa sta facendo per salvarti, credi che quello che è accaduto con Stefan possa cambiare le cose, non l'hai voluto, te lo ha imposto ! >>, come risvegliata dalle mie parole la dolce Elena si voltò verso la finestra e osservò per un'istante la scena che si stava svolgendo in giardino, la vidi osservare i nostri amici e poi Damon, non appena il suo sguardo si posò su di lui un dolce sorriso si dipise sul suo volto facendola risplendere come un cristallo che attraversato dalla luce solare riflette l'arcobaleno, Damon era il sole e lei cristallo.
Elena si voltò di scatto verso di me e  mi venne incontro con passo deciso, mi passò davanti e si diresse verso la porta, non appena ebbe varcato la soglia si voltò verso di me e mi fece cenno di seguirla, così la raggiunsi in un istante la trattenni per un braccio e le porsi il borsone con i vestiti, non appena fu pronta per portarmi nella cripta le consegnai un paletto di legno, così avrebbe potuto proteggersi se mi fosse successo qualcosa.
Scendemmo velocemente le scale, agevolate dal fatto che tutti vampiri erano all'esterno impegnati a non farsi ammazzare da Damon, la scala che portava in catina era buia e stretta, le pareti erano di roccia, appena arrivammo alla fine della scale davanti a noi si aprì un'enorme stanza altrettanto buia e umida, grazie alla mia vista potevo vedere piuttosto bene, ma Elena si stava sicuramente muovendo a tentoni, senza poter vedere nulla.
Improvvisamente la mia copia si arrestò davanti a me e in un bisbilgio mi disse << Lungo questa parete da qualche parte ci deve essere una leva, con la tua vista la troverai subito, la prima volta ci ho messo parecchio tempo >>, non me lo feci ripetere due volte e mi misi subito alla ricerca, in pochissimo tempo trovai la leva e la tirai, davnti a noi si aprì un porta e all'interno c'era la solo la flebile e tremante luce di una candela, Elena mi passò davanti con passo sicuro e si fece strada all'interno della cripta.
Una volta all'interno iniziammo subito la ricerca della bara dov'era conservata Rebekah, ci volle un pò prima di poterla trovare, dato che era nella parte più profonda della cripta, poi all'improvviso eccola li davanti a noi, sul coperchio era inciso con un carattere molto raffinato il suo nome, afferrai il coperchio e lo feci volare via, davanti ai nostri occhi c'era una ragazza bionda con i capelli mossi, non aveva più di diciotto anni ed era bellissima, indossava abiti decisamente retrò, il che voleva dire che da quando Klaus l'aveva uccisa dovevano essere passati  diversi anni.
Rebekah giaceva come addormentata all'interno della cassa, l'unica cosa che rendeva la scena tremendamente macabra era il fatto che al centro del petto aveva conficcato un enorme paletto di legno, senza troppe remore Elena l'afferò e lo estrasse tirando con forza, per alcuni istanti non accadde nulla, poi all'improvviso l'Originaria con un salto uscì dalla bara e afferrò Elena per il collo sollevandola da terra, cercai in vano di liberare la ragazza ma Rebekah purtroppo era troppo forte.
Avevo quasi perso le speranze quando Elena le sferrò un colpo alla spalla con il paletto che le aveva estratto da cuore, l'Originaria la scaraventò a terra facendola prima sbattere contro muro, corsi subito da Elena che nel frattempo si era già rialzata anche se era ancora intontita.
Sfruttai il momento di smarrimento di Rebekah per raccontarle il motivo del suo risveglio << Non vogliamo farti del male, ci manda Elijah, vuole fermare Klaus e ha bisogno del tuo aiuto ! >>, dopo le mie parole l'Originaria si addolcì e con gentilezza prese Elena per un braccio, aiutandola a stare in piedi, ora sembrava una ragazza dolce e gentile, non una vampira millenaria pronta a farci fuori in un istante, l'aver sentito il nome di Elijah l'aveva indotta a fidarsi di noi.
Percorremmo le scale verso l'uscita della cantina molto lentamente per via di Elena che ancora malconcia faticava a tenersi in piedi, una volta arrivati nell'ingresso della villa Rebekah si decise a parlare e con voce argentina disse << Mi dispiace per la mia reazione di prima, ma non mi aspettavo di risvegliarmi, comunque spiegatemi il piano >>, non persi tempo e le raccontai della pietra della vita, e del piano per trasformare Klaus e ucciderlo, Rebekah mi osservava e seguiva con attenzione ogni mia parola come rapita dal mio racconto, purtoppo fummo interrotte da alcuni vampiri che scappando dalla battaglia all'esterno avevano deciso di rientrare il casa.
Rapidissima afferai l'appendiabiti di legno vicino alla porta e gridai ad Elena << Scappa! >>, attesi un istante per essere sicura che si fosse messa in salvo al piano di sopra, poi con un movimento fluido e controllato colpii quel maledetto in pieno petto trefiggendogli il cuore, lo vidi accasciarsi ai miei piedi e morire in pochi secondi.
Alle mie spalle atrettanto velocemente Rebekah aveva afferto una poltoncina imbottita e aveva rotto una gamba con la quale aveva ucciso il suo rivale con una maestria tale da lasciarmi esterrefatta. 
All'appello mancavano solo Elena e il terzo vampiro che di sicuro l'aveva seguita al piano di sopra, così in silenzio salimmo le sale, appena arrivate al piano di sopra trovammo Elena in un angolo con il vampiro che la teneva per le spalle, non sapevo cosa fare, non avevamo il tempo di fermalo se avesse cercato di mordela, così per attirare la sua attenzione lo sbeffeggiai << Ehi tu te la prendi con le ragazzine non ti vergogni >>, la mia frase riuscii a distrarre il vampiro il tempo necessario per far fuggire Elena che molto velocemente scivolò sul corrimano delle scale diretta al piano inferiore, ma il vampiro fu più veloce e con un salto oltre la balaustra della scale si ritrovò al piano di sotto proprio al termine delle scale, a questo punto Elena stupì tutti e invece di urlare terrorizzata si lasciò cadere addosso al vampiro e gli conficcò il paletto nella schiena  centrando il cuore, il vampiro cadde a terra e sia io che Rebekah corremmo al piano di sotto per essere sicuri che Elena stesse bene.
Non potevo credere ai miei occhi era stata incredibile, aveva elaborato un ottimo piano e si era salvata da sola, la abbracciai con trasporto e le dissi << Mi hai fatto spaventare, sei stata davvero brava, qualche tempo fa ti saresti nascosta in un angolo in attesa che qualcuno ti venisse a salvare >>.
Finalmente avevo portato a termine il mio compito, potevamo tornare dal resto del gruppo così presi Elena per mano e feci cenno a Rebekah di seguirmi all'esterno, non appena varcammo la soglia mi resi conto che ormai era notte e le stelle affolavano la volta celeste, era passato diverso tempo da quando ero entrata in casa, cercai con lo sguardo Elijah e mi resi conto che stava lottando con Klaus poco lontano dall'ingresso della villa, feci cenno ad Elena e Rebekah di rimanere in disparte e mi diressi verso la battaglia.
Ormai ero a pochi passi da Elijah quando Klaus si voltò verso il porticato e puntò il suo sguardo sulla sorella, sul suo viso comparve un sorriso amaro, poi in un istante sparì nella foresta seguito da Elijah.
Ero ancora di spalle quando sentii un grido e un tonfo proprio dietro di me, mi voltai di scatto e vidi Stefan che sovrastava Damon mentre lo teneva schiacciato a terra con una mano conficcata nel petto del fratello, probabilmememente nel tentativo di strappargli il cuore.
Spostai immediatamente la mia attenzione verso Elena che gridava sconvolta, Rebekah la tratteneva senza sforzo per un braccio, mi avventai su Stefan nel tentativo di liberare Damon ma venni spinta lontano senza difficoltà, era troppo forte anche per me, l'essere tornato "lo squartatore" lo aveva reso molto più forte della sua età.
Dopo essermi rialzata cercai con lo sguardo il resto del gruppo che impietrito seguiva la scena, nessuno di noi sapeva cosa fare, Rick mi fece capire di non avere più verbena, l'unico dardo era nella mano di Damon, perciò al momento era impossibile da raggiungere.
Quello che successe in seguito lasciò tutti di stucco, Rebekah si diresse con passo deciso verso Stefan portando Elena con se, una volta raggiunto il vampiro con voce vellutata lo chiamò << Stefan >>, lo chiamava come se si conoscessero da sempre, come se fossero intimi, Stefan alzò lo sguardo sull'Originaria e rimase  come impietrito da quella vista, pur tenendo ancora la mano nel petto del fratello  doveva aver allentato la presa sul cuore perchè Damon non emetteva più rantoli strozzati di sofferenza ma si limitava a gemere debolmente.
Rebekah si inginocchiò accanto a Stefan e gli accarezzò dolcemente il viso << Non sei cambiato per niente, sei il solito ragazzino prepotente di novant'anni fa...solo che almeno novant'anni fa avevi rispetto per tuo fratello! >>, come ridestato da quelle parole Stefan sfoderò un sorriso strafottente e tagliente rispose << Neppure tu sei cambiata, sei sempre la solita ragazzina capricciosa, per quale motivo pensi di potermi fare la predica, mio fratello, come lo chiami tu mi ha rubato la donna, mentre ero via con tuo fratello per salvargli il culo ! >>, adesso eravamo sicuri che si conoscessero da tempo, parlavano di eventi che li avevano fatti scontrare in passato e avano fatto allontanare le loro strade, ma era nell'aria il fatto che tra di loro ci fosse stato e fosse ancora presente un legame molto forte.
Rebekah sorrise  dolcemente e accarezzò il viso di Stefan, i suoi movimenti dolci e pieni di attenzioni celavano una decisione e una forza che la rendeva impossibile da contraddire, così senza perdere tempo afferrò Stefan per una spalla e cogliendo al volo il fatto che Stefan avesse allentato la presa sul cuore di Damon lo inchiodò contro il muro della villa tenedolo fermo con una mano contro il collo, entrambi sorridevano come se la situazione fosse divertente, poi Rebekah abbracciò Stefan e gli disse << Mi sei mancato >>, Stefan non rispose ma la strinse più forte, per farle capire che la cosa era reciproca.
Nel frattempo Elena si era gettata sul corpo martoriato di Damon cercando di scuoterlo per farlo rinvenire, senza però ottenere risultati, ormai eravamo tutti rassegnati al peggio quando Damon tossì rumorosamente, Elena si voltò verso di me e come se le avessi letto nel pensiero mi diressi nel bosco verso le scorte di sangue stipate nell'auto di Damon.
CONTINUA

Spazio autrice
Buongiorno a tutti, per prima cosa vorrei autopublicizzarmi, ieri sera ho postato una shot intitolata "Alba" sempre sul Delena e mi piacerebbe che chi segue la mia long desse un occhiata e i facesse sapere cosa ne pensa, vorrei ringraziare Aria che mi ha  già dato un parere.
Ora parliamo del capitolo, come promesso ho inserito i Pov di un nuovo personaggio, la nostra amata/odiata Kathrine, spero di non aver scontentato nessuno, dopotutto Kat è un personaggio controverso e non tutti la amano, purtroppo o perfortuna era necessario inserire il suo Pov per lo svolgimento della storia altrementi ci sarebbe stato un buco troppo grosso e non avrei potuto raccontare la liberazione di Rebekah.
Beh fatem sapere cosa ne pensate,  se Kat vi è piaciuta forse potrei pensare di inserire qualche altro Pov.
Come al solito vi auguro buona visione per la puntata 3x12 di domani sera..prima di andare non dimeticate di lasciarmi un commento anche piccolo, sono sempre molto importanti per migliorare la storia e renderla più piacevole da leggere...kiss kiss


 









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Capitolo 23
*** Ti prego non morire ***


Cap.23 Ti prego non morire Cap.23 Ti prego non morire    


Non potevo credere ai miei occhi, Damon era disteso a terra con un profondo squarcio nel petto, il suo sangue era sparso ovunque, ero totalmente fuori di me, era come se potessi vedere tutto ciò che stava accadendo a rallentatore, mi gettai sul suo corpo e lo afferrai per le spalle squotentolo violentemente, così in preda al panico e non sapendo cos'altro fare avvicinai il viso al suo e gli sussurrai dolcemente << Ti prego non morire >> attesi invano alcuni minuti sperando che la mia supplica fosse ascoltata, ma ancora nessun segno .
Le mie mani e i miei abiti erano imbrattati dal sangue del vampiro che non dava segni di riprendersi nonostante i miei tentativi, così scoppiai a piangere disperata in preda ai singhiozzi, non poteva finire così, non poteva essere morto dopo tutto quello che avevamo passato insieme, era andato vicino alla morte così tante volte ma era sempre tornato, doveva essere così anche questa volta.
Caroline mi afferò delicatamente per le spalle cercando di farmi alzare e allontanarmi dal corpo di Damon, cercai di resistere il più possibile ma alla fine la vampira riuscì a farmi alzare e voltare verso di lei, quando i nostri occhi si incontrarono Caroline sussultò alla vista del mio viso coperto di sangue e lacrime, sentivo montare in me una rabbia mai provata prima, qualcosa di così primordiale e violento da farmi uscire di senno, mi voltai lentamente verso Stefan e con passi lenti e misurati mi diressi verso di lui.
Quando fui a diversi passi da lui inspirai profondamente per cercare di rimanere lucida e lo investii con tutta la rabbia che avevo << Tu maledetto bastardo, dopo tutto quello che ti ho dato, potevo accettare tutto, anche quello che mi hai fatto, ma non questo, come hai potuto era tuo fratello, sangue del tuo sangue, ha rischiato la vita tante volte per aiutarti, non c'è più niente nel tuo cuore, sei un mostro! >> sentivo gli occhi di tutti puntati su di me, sapevo perfettamente che ogni mia mossa era controllata da molti occhi viglili, ma in quel momento era la rabbia a guidarmi, la rabbia per aver perso l'unico compagno che avrei mai amato, l'unico per il quale sarei stata disposta a mettere fine alla mia vita mortale per cominciarne una nuova ed eterna con lui, così con tutta la rapidità che poteva caratterizzare una creatura umana afferai il paletto abbandonato vicino ai miei piedi e mi lanciai verso Stefan.
Colto alla sprovvista dal mio gesto il vampiro non si mosse e mi permise di arrivare tanto vicino da potergli puntare il paletto al cuore, i miei occhi fiammeggianti di rabbia erano fissi nei suoi, rimasi in attesa di una sua qualsiasi reazione che non arrivò, così non persi l'occassione e affondai il paletto nella carne, avevo già ucciso altri vampiri ma questo era diverso, potevo provare un piacere perverso nel sentire i suoi lamenti, desideravo vederlo soffrire e supplicare pietà per la sua miserabile vita.
Ormai ero pronta a dargli il colpo di grazia quando una mano decisa ma delicata mi afferò per una spalla e mi trascinò lontano da Stefan, cercai con tutte le mie forze di divincolarmi ma la presa era troppo salda e non feci altro che farmi male, così mi lasciai allontanare e aspettai di potermi voltare per vedere in faccia che mi aveva allontanato dalla mia vittima.
Quando finalmente la presa sulla mia spalla si fece più debole e riuscii a voltarmi con mia grande sorpresa mi trovai davanti Rebekah che mi osservava con sguardo severo, non poteva averlo fatto, come aveva potuto togliermi forse l'unica possibiltà di vendicarmi, di vendicare Damon.
Ero pronta a rispondere anche a lei per le rime e anche ad ucciderla se fosse stato necessario, quando sentii alle mie spalle Damon tossire e lamentarsi, ogni cosa nella mia mente perse di significato, l'unica cosa alla quale riescii a pensare era che Damon era ancora vivo.
Improvvisamente Rabekah mi afferò per un braccio e squotendomi delicatamente disse << E' molto debole, ha bisogno di sangue, non sopravviverà fino all'arrivo di Kathrine >>, non persi tempo e corsi verso il mio vampiro, non appena lo raggiunsi mi inginocchiai e gli accarezzai il viso nel tentativo di farlo rinvenire, ma non ebbi nessuna risposta, così lo scossi delicatamente afferandolo per il colletto della camicia, ancora niente, non avevo altra scelta, alzai la testa e con lo sguardo cercai Rick, appena lo vidi notai che era decisamente sconvolto, la camicia sporca di sangue  e le mani tremanti, con voce decisa gli intimai << Dammi il tuo coltello ! >>, occhi negli occhi ci osservammo per una frazione di secondo, poi Rick  mi fece cenno di no con il capo, a quel gesto mi alzai di scatto e come una furia mi diressi verso di lui, appena fummo abbastanza vicini con voce bassa come se fosse un ringhio ripetei << Dammi il tuo coltello !! >>, dal tono era chiaro che non fosse una domanda, ma Rick non dava segno di voler obbedire, così lo afferai per la camicia beige coperta di macchie si sangue e lo strattonai violentemente sotto gli occhi esterrefatti di tutti e gridai << Avresti fatto qualsiasi cosa per salvare Jenna, la stessa cosa vale per me con Damon, ora dammi quel maledetto coltello, se non vuoi che ti faccia del male >>, ero stata davvero dura, ma la mia priorità era salvare Damon ed ero disposta a tutto.
Le mie parole fecero l'effetto sperato perchè Rick sfilò il suo coltello da caccia dal fodero di pelle e me lo porse, prima di afferarlo lo guardai neglio occhi e vi lessi comprensione e dolcezza, sapeva quello che stavo provando e che ero disposta a tutto pur di salvarlo.
Tornai velocemente verso Damon e mi inginocchiai di nuovo accanto a lui, strinsi più forte l'impugnatura del coltello e lo appoggiai sulla pelle bianca e delicata del mio polso, inspirai profondamente e praticai un taglio piuttosto profondo dal quale sgorgava impetuoso un fiotto di sangue rosso come rubino, avvicinai il polso alla bocca di Damon nella speranza che almeno l'odore del sangue lo potesse risvegliare, attesi alcuni istanti senza nessuna reazione da parte del vampiro.
Improvvisamente Damon afferrò il mio polso e se lo portò alla bocca affondandovi i canini senza tanti convenevoli, provocandomi anche un gemito di dolore, era così debole che faceva fatica a bere, così gli accarezzai dolcemente i capelli come per incoraggiarlo a a bere, non se lo fece ripetere e cominciò a cibarsi dal mio polso con una violenza e un'ingordigia che non aveva mai usato con me, ero un pò spaventata, in questo momento quello che avevo davanti non era il mio dolce e tormentato Damon ma un vampiro affamato che si ciba di una preda.
Cominciavo a sentirmi sempre più debole, cercai inutilmente di allontanare Damon dal mio polso, ma nonostante tutti i miei sforzi il vampiro non accennava a lasciare la presa, lentamente ma inesorabilmente le forze mi vennero meno e cominciai ad avere la vista annebbiata, stavo per perdere i sensi quando sentii uno strattone al braccio e un tonfo non molto lontano da me, aprii gli occhi e vidi Damon schiacciato a terra da Rebekah, l'Originaria quasi faticava a trattenerlo tanto Damon si agitava nel tentativo di attaccarmi nuovamente.
Lentamente mi alzai, le gambe mi reggevano a stento ma cercai comunque di avvicinarmi a Damon e Rebekah, mi ci vollero alcuni minuti per percorrere la breve distanza che ci separava, quando finalmente arrivai a pochi passi da loro rimasi sconvolta da quello che vidi, Damon era tutt'altro che sotto controllo, i suoi occhi erano iniettati di sangue e aveva della vistose vene sul visto, i canini erano lunghi e affilati, non lo avevo mai visto così e per un istante raggelai al pensiero di quello che avrebbe potuto farmi se si fosse liberato dalla presa dell'Originaria.
Presi a due mani tutto il coraggio che avevo e mi inginocchiai accanto a lui e dolcemente gli dissi << Damon calmati, sono io, sono Elena >> il vampiro si immobilizzò come in trance, poi improvvisamente il suo aspetto tornò normale.
Mi fissò per qualche secondo come se non credesse ai suoi occhi, poi allungò una mano e mi spostò i capelli dietro un orecchio, com'era solito fare quando voleva guardarmi negli occhi, per un istante vidi i suoi occhi inumidirsi di lacrime che prontamente ricacciò indietro, mi sussurò << Ti prego perdonami >>, non seppi resistere e mi lasciai scappare un sorriso mentre gli facevo segno di si con il capo.
Nonostante fossi al settimo cielo, c'era sempre quella tremenda sensazione di tradimento che mi faceva sentire a disagio, così mentre Damon si sporgeva per darmi un bacio sulle labbra mi scansai e lo feci deviare sulla fronte, notai subito che la cosa lo spiazzò, in fondo erano parecchi giorni che non ci vedevamo e di sicuro si aspettava una reazione diversa da quella che aveva ricevuto.
Nessuno dei due disse nulla e ci fu un momento di imbarazzo al quale solo l'arrivo di Kathrine pose fine, la vampira arrivò di corsa nella radura di fronte alla villa colonica portando con se un borsone con alcune sacche di sangue, lo depose accanto a Damon che non se lo fece ripetere due volte e dopo averlo aperto afferrò alcune sacche di sangue e le bevve avidamente in pochi secondi.
Dopo assersi nutrito a sufficienza, Damon era di nuovo in forze e pronto a combattere così rivolto a Kath disse << Devi condurci da Elijah, sono sicuro che prima di portarmi il sangue li hai seguiti per essere sicura che Elijah stesse bene >> la vampira non rispose neppure e si incamminò veloce nel bosco seguita da tutti noi.
Camminavamo da alcuni minuti quando Damon mi afficancò e schietto mi disse << Cosa c'è che non va? >>, con tutte le domande che poteva farmi, doveva farmi proprio questa, dovevo ammettere che mi conosceva proprio bene, così presi fiato e cercando di simulare un sorriso convincente dissi << Nulla, sono solo nervosa per quello che sta succedendo >> Damon mi scrutò con attenzione per un istante e poi replicò << Balle, dimmi la verità >> rallentai il passo fino a fermarmi, attesi che il resto del gruppo fosse abbastanza lontano e senza guardarlo in faccia dissi bisbigliando << Stefan mi ha violentata >>, non attesi una sua reazione e non gli diedi la possibilità di dire nulla perchè aggiunsi quasi pregandolo << Promettimi che non darai fuori di matto, io sto bene e sappiamo entrambi che Stefan in questo momento non è in se, in seguito potresti pentirtene >>, Damon non rispose si limitò ad abbracciarmi, sentivo il suo corpo marmoreo fremere per la rabbia, potevo solo immaginare lo sforzo che stava facendo per controllarsi per esaudire la mia richiesta, così alzai il viso e lo guardai negli occhi, vidi una tempesta nelle sue meravigliose iridi color del ghiaccio, dentro di lui si stava agitando una furia che faceva fatica a controllare, così gli presi il viso tra le mani e lo obbligai dolcemente a guardarmi negli occhi, quando finalmente i nostri occhi si scontrarono gli dissi << Adesso non pensare a nulla, baciami e basta >> non se lo fece ripetere e delicatamente posò le sue labbra sulle mie, finalmente avevo trovato la mia oasi nel deserto, come un assetato non vorrebbe mai smettere di bere così io non volevo smettere di baciarlo e di amarlo con tutta me stessa, lo abbracciai più forte finchè per attirami ancora più a se Damon mi sollevò da terra, rimanemmo in questa posizione alcuni minuti, quando Damon mi fece appoggiare i piedi a terra di nuovo era decisamente più calmo, così lo presi per mano e riprendemmo a camminare in silenzio.
Raggiungemmo il gruppo in pochi minuti, e Kath ci fece segno di restare nascosti, la vampira sparì nella boscaglia per tornare poco dopo e informarci che Klaus ed Elijah stavano combattendo nella radura poco più avanti, così ci rimettemmo in cammino.
Dopo diversi minuti finalmente arrivammo al limitare della radura, i segni della battaglia erano evidenti, alberi sradicati e rocce frantumate, uno per volta sbuccammo nella radura e ci trovammo di fronte Elijah che fronteggiava Klaus.
Purtroppo Elijah era in difficoltà e piuttosto malconcio, aveva diverse ferite e i vestiti erano strappati e coperti di sangue, a quella vista Kath si gettò nella battaglia per aiutare il suo compagno.
Klaus di certo non si aspettava di vederci e per un istante rimase imbambolato a guardarci poi sul suo viso tornò il solito ghigno sbeffeggiatore, non si lasciò scappare l'occasione di prendersi gioco di noi e disse << Fratello è arrivata la cavalleria !! >>, Damon intervenne e gridò << Sei morto amico! >>, in un attimo tutti si gettarono in battaglia nel tantativo di fermare Klaus.
CONTINUA


Spazio autrice
Ciao a tutti, per prima cosa vorrei sccusarmi di non aver postato il capitolo la scorsa settimana ma purtroppo mi sono presa una gastroenterite che mi ha praticamente distrutta.
Per quanto riguarda il capitolo non c'è molto da dire, non è particolarmente cruciale le due cose principali sono Elene che svela la violenza che ha subito da Stefan e l'arrivo nella radura dove si svolge la battaglia.
Per il momento Damon non ha cercato di uccidere Stefan, come richiesto da Elena, ma come sappiamo bene il nostro bel vampiro è uno che la vendetta la serve fredda, perciò aspettatevi risvolti su questo argomento nei prossimi capitoli.
Dal prossimo capitolo si aprirà la parte finale della storia con il combattimento vero e proprio e alcuni colpi di scena, si articolerà in alcuni capitoli fino a giungere all'epilogo, non ho ancora deciso se lasciare un finale aperto o mettere la parola fine in maniera definitiva, questo dipenderà da quello che mi direte voi, se vorrete leggere un seguito oppure no.
Ok mi sono dilungata anche troppo, dopotutto la storia non è ancora finita, è solo che non vorrei finisse mai e già mi dispiace di dover mettere la parola fine.
Allora come al solito spero che via sia piaciuto il capitolo e ringrazio chi mi segue sia commentando che in silenzio, colgo l'occasione per spronare questi ultimi a lascarmi un commento anche se piccolo, è importante sapere cosa ne pensate per migliorare la stesura della storia e rendervela più piacevole alla lettura.
Buona visione per la puntata di Tvd di domani sera...kiss kiss












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Capitolo 24
*** Un nuovo potere ***


Cap.24 Un nuovo potere Cap.24 Un nuovo potere   



Non potevo nascondermi e non volevo farlo, dovevo assolutamente essere d'aiuto in qualche modo, ma come, ero una semplice umana e non potevo di certo contrastare Klaus usando la forza, dovevo usare la testa.
Ero ancora immersa nei miei pensieri quando vidi Damon schiantarsi contro un albero e rialzarsi immediatamente, combatteva come un leone, sapevo che era disposto a tutto, lo vidi schivare diversi colpi mentre gli altri cercavano di fermare Klaus per dare il via al rito, improvvisamente Klaus riuscì a liberarsi e a sparire nuovamente nella foresta, Damon ed Elijah si lanciarono subito all'inseguimento lasciandoci da soli.
Alaric si caricò immediatamente il borsone pieno di armi e si incamminò nel bosco seguito da Tayler, Rebekah, Bonnie e Stefan, così rimasi con Caroline, Kathrine e Jeremy, la vampira bionda si avvicinò e posandomi una mano sulla spalla mi disse << Forse dovresti restare in disparte insieme a Jeremy, così saremo più tranquilli e potremo pensare solo a Klaus >> rimasi senza parole, come poteva chiederemelo, là fuori c'erano i miei amici, le persone che amavo, come avrei potuto restarmene da parte e aspettare di vederli tornare oppure di piangere la loro morte, così cercai di mantenere la calma, dopotutto lo faceva per protteggermi e le dissi << No! voglio venire anch'io, non posso restarmene in disparte, come puoi anche solo pensarlo >> non le diedi neppure il tempo di rispondere e mi incamminai nella foresta seguita da Jeremy, senza però non notare le occhiatacce che si scambiarono Kathrine e Caroline.
Vagammo un pò nel bosco alla ricerca del combattimento, di sicuro le due vampire sapevano esattamente dove fosse, ma cercavano di tenermi lontana in tutti i modi, così mentre erano distratte probabilmente dai rumori della battaglia che potevano sentire grazie al loro udito, mi allontanai dal gruppo alla ricerca di Damon e Klaus.
Naturalmente senza alcuna capacità particolare vagai senza meta, ormai ero senza speranze quando in lontananza sentii un grido di dolore, non avevo dubbi era Damon, così cominciai a correre nella direzione in cui avevo sentito il grido.
Non badavo a nulla, alle spine dei cespugli di rovi che mi strappavano i pantaloni e mi ferivano le gambe, ai rami degli arbusti che mi sferzavano violentemente tutto il corpo mentre correvo a perdifiato nel bosco, correvo da diversi minuti quando inciampai una radice di un albero, caddi rovinosamente e mi strappai i pantaloni, il dolore era lancinante pensavo di esseremi rotta una gamba, quando finalmente dopo diversi minuti riuscii a rialzarmi zoppicavo vistosamente e di sicuro non sarei riuscita a correre, così cominciai a camminare appoggiandomi ai tronchi degli alberi per sostenermi.
Camminai faticosamente alcuni minuti, quando notai che intorno a me il paesaggio stava cambiando, c'erano alberi spezzati o addirittura sradicati da terra e lanciati lontano dalle loro posizioni originarie, così mi fermai e cercai un'arma per difendermi, anche se in queste condizioni non mi sarei potuta difendere poi molto.
Non lontano dai miei piedi trovai un ramo spezzato che poteva fungere da paletto, così lo afferrai e ripresi a camminare.
Avevo trovato diversi segni di lotta, ma dei miei amici nessuna traccia, ero davvero preoccupata, prima quel grido e poi più nulla, e dove erano finite Kath e Caroline, possibile che non mi avessero ancora trovata, non potevano essere tutti morti, non potevo crederci, ma al momento non avevo altra alternativa che continuare a cercare, mossi un passo e mi resi conto di aver inciampato in qualcosa o meglio in qualcuno, esitai un istante poi abbassai lo sguardo e la vidi, Bonnie era distesa a terra con un vistoso taglio su un sopracciglio e un rivolo di sangue le sporcava il  viso, molto probabilemente aveva battuto la testa da qualche parte, così mi inginocchiai e la scossi leggermente per cercare di svegliarla, dovetti tentare una seconda volta per avere un risultato, lentamente la mia amica aprì gli occhi e mi sorrise debolmente, con una grande sforzo cercò di parlare e con un filo di voce disse << Prendi tu la pietra, sei la nostra unica speranza, non so dove siano gli altri ma devi trovare Klaus e usarla su di lui >> non poteva dare a me questo compito, io non ero una strega e non sapevo fare incantesimi, doveva essere lei a farlo, così in preda al panico le dissi << Bonnie non sono in grado, non sono una strega, devi farlo tu, ti prego devi alzarti >>, la strega non mi rispose si limitò ad appoggiarmi una mano su una spalla e a bisbigliare qualcosa, all'improvviso sentii un brivdo percorre tutto il mio corpo e un potere incredibile si fece strada dentro di me, più io diventavo forte più Bonnie si spegneva, quando sfinita  lasciò cadere a terrra il braccio che teneva sulla mia spalla con un sorriso dolcissimo e con l'ultimo respiro disse << Ora sei pronta, non lasciare che sia morta in vano >> una lacrima solitaria scivolò lungo la sua guancia bangnando la mia mano che le sorreggeva la testa, rimasi in ginocchio ad abbracciarla alcuni minuti, ero come congelata in un luogo dove tutto si era fermato, il tempo e lo spazio non esistevano più, c'eravamo solo io e Bonnie, fino alla fine insieme, il suo potere era dentro di me, come se ora fossimo una cosa sola, il suo sacrificio per la nostra salvezza.
Mi alzai lentamente e asciugai l'unica lacrima che avevo versato, animata da una nuova forza ripresi il mio cammino alla ricerca di Klaus, passarono diversi minuti in cui il mio unico compagno era il silenzio della foresta, potevo sentire l'energia della natura fluire dentro di me e darmi forza guarendo le mie ferite, ogni secondo che passavo  nella foresta ero sempre più forte, all'improvviso da dietro un albero comparve una figura conosciuta, quei capelli biondi e quelle movenze così poco umane, come se fosse impalpabile non produceva alcun rumore mentre si muoveva nella boscaglia, quando Scarlett mi fu abbastanza vicino abbozzò un sorriso malizioso e mi fecce cenno di tornare indietro, ovviamente  non lo feci e in un istante mi trovai inchiodata ad un albero senza che avesse neppure mosso un dito.
Era decisamente una brutta situazione, ma per lei anche se non lo sapeva, Bonnie mi aveva donato i suoi poteri, i poteri della strega più potente mai esistita, e io sapevo esattamente come usarli come se fossi nata per questo, mi bastò pensare a Scarlett che veniva scaraventata contro un albero per vederlo avverarsi, approfittai del momento di sgomento della strega per estorcerle delle notizie, dato che era chiaro che lavorasse per Klaus.
Forte dei miei poteri mi avvicinai sempre tenendola sollevata da terra e schiacciata contro un albero, ora ero sicura che avrei potuto estorcerle delle notizie sui miei amici, così forte della mia nuova condizione cominciai l'interrogatorio, presi fiato e decisa dissi << Dimmi dov'è Klaus e dove sono i miei amici e ti risparmierò la vita >>, Scarlett mi fissava con un'aria di sfida che mi fece decisamente innervosire così decisi di darle prova delle mie intenzioni e le provocai dei dolori terribili alla testa, la strega di fronte a me non dava segno di cedimento nonostante si contorcesse per il dolore, così decisi di continuare nella mia torura nella speranza che prima o poi cedesse.
Finalmente dopo diversi tentativi Scarlett si decise a cedere e mi rivelò tutto ciò che sapeva, così venni a sapere che il resto dei miei amici era rinchiuso in una grotta da un incantesimo che impediva loro di uscire e che Damon e Klaus stavano combattendo poco lontano dalla cava, così senza degnare la strega di uno sgurdo mi voltai e feci per incamminarmi verso la cava quando Scarlett disse con un filo di voce << Il sacrificio della tua amica streghetta è stato inutile, non fermerai Klaus e farai la sua stessa fine ! >>, mi voltai così velocemente che ne rimasi stupita, non era da me essere così coordinata, con passo marziale mi diressi verso Scarlett e mi fermai a pochi passi da lei, con lo sguardo fisso nei suoi occhi e un sorrisetto di chi sapeva di aver già vinto le dissi << Molto probabilmente morirò come la mia amica, e il mondo finirà per mano di Klaus, ma tu sarai ancora qui nella foresta in questo punto esatto e morirai da sola senza la possibilità di scappare >> interruppi il contatto visivo e alzai un braccio in aria mimando il disegno di un cerchio, improvvisamente il terreno ricoperto di foglie intorno ai piedi di Scarlett prese fuoco, non appena le fiamme si spensero sul terreno rimasero l'erba e le foglie bruciate a formare un cerchio dal quale la strega non sarebbe mai più uscita.
Non attesi neppure che si rendesse conto di quello che le avevo fatto, tanto appena avrebbe tentato di spezzare l'incantesimo si sarebbe accorta di non avere più i suoi poteri, poteri che naturalmente ora erano miei, così le voltai le spalle e mentre me ne andavo la sentivo gridare come una furia parole nei miei confronti davvero irripetibili, sul mio viso si aprì un sorriso di soddisfazione e di fierezza, ora ero pronta a combaterre come una leonessa, non ero più indifesa come un gattino.
Aiutata dalla foresta che mi parlava come un confidente trovai piuttosto in fretta Klaus, rimasi qualche minuto nascosta nella boscaglia per studiarlo, intanto la battaglia con Damon proseguiva e purtoppo Damon era decisamente in svantaggio, il suo bel viso era imbrattato di sangue proveniente da un profondo taglio proprio sopra ad un sopracciglio e i suoi abiti sempre perfetti ora erano sporchi e strappati, ma la cosa peggiore era vederlo appoggiarsi alla parete di roccia per reggersi in piedi, non avrebbe mollato, non era da lui, ma presto Klaus lo avrebbe ucciso ormai non era più in grado di contrastarlo, al contrario l'Originario sembrava appena uscito da un salone di bellezza, capelli perfetti e vestiti perfetti, solo un piccolo strappo  su una manica della camica lasciava intendere che fosse nel bel mezzo di una battaglia e non nel salotto di  casa sua a sorseggiare il the delle cinque.
La mia attenzione fu attratta da un mucchio di stracci ai piedi di un albero, aguzzai la vista al massimo dato che erano piuttosto lontani e con sgomento riconobbi Tayler che giaceva senza vita riverso a terra.
Per un istante rimasi come paralizzata, il mio pensiero volò immediatamente a Caroline ne sarebbe stata annientata senza alcun dubbio, un tonfo sordo mi risvegliò dal mio trance e potei vedere Damon atterrare con la schiena contro una roccia frantumandola, era il momento di agire o Damon avrebbe avuto la peggio, così mi alzai lentamente e uscii dal mio nascondiglio, Damon fu il primo a notare la mia presenza e ancora prima che Klaus potesse vedermi mi fece segno di allontanarmi, ma al contrario mi avvicinai ancora di più al centro della radura finchè anche l'Originario si accorse della mia presenza, per un istante mi sentii intimorita dal suo sorriso beffardo e dal suo portamento fiero ed indietreggiai, Damon si frappose subito tra me e Klaus per proteggermi, l'Originario non accennava a fermarsi, era evidente che Damon non lo intimoriva neanche un pò, quando fu abbastanza vicino estrasse da dietro la schiena un paletto, che probabilmente teneva incastrato nella cintura dei pantaloni e sferrò un colpo in direzione del cuore di Damon, in un primo momento Damon cercò di difendersi ma ormai era stremato e stava letamente soccombendo all'Orignario decisamente più forte di lui.
Quando ormai tutto sembrava perduto decisi di entrare in azione, mi ero odiata a morte non era da me mettere in pericolo le persone che amo ma l'effetto sorpresa era fondamentale per prendere Klaus alla sprovvista, così mi concentrai con tutte le forze sul paletto che Klaus tenava puntato sul cuore di Damon e lentamente il legno cominciò a sgretolarsi e a trasformarsi in polvere sotto gli occhi sconcertati dei due vampiri.
Non appena la mano dell'Originario fu priva dell'arma aiutai Damon ad alzarsi senza mai smettere di fissare Klaus negli occhi in segno di sfida, l'Originario rimase qualche istante come congelato, forse cercava di capie cosa fosse potuto succedere, poi non appena si riprese fece un passo verso di me e disse << Non puoi essere stata tu, sei una ragazzina qualunque ! >>, la voce del vampiro tremava come se la rabbia fosse mista alla paura e all'incredulità, ero così felice di averlo sconvolto che a fatica trattenni un grido di gioia, mi voltai verso Damon per sincerarmi delle sue condizioni e mi resi conto che i suoi occhi mi scrutavano nello stesso modo di quelli di Klaus increduli e spaventati, così gli sorrisi dolcemente e per tranquillizzarlo gli dissi << E' stata Bonnie, prima di morire mi ha dato i suoi poteri, e nella strada per venire qui ne ho presi altri da una strega al servizio di Klaus >> , non feci in tempo e terminare la frase che Damon saltò in piedi nel tentativo di fermare Kluas che ci stava attaccando, ma era troppo debole, così mi voltai anch'io il più velocemente possibile e con un gesto del braccio lo feci schiatare contro il tronco di un albero, l'Originario si accasciò ai piedi dell'albero visibilmente stordito dal colpo, non gli diedi il tempo di risprendersi, lo sollevai usando i miei poteri e lo inchiodai contro l'albero, nel frattempo sia io che Damon ci eravamo avvicinati, quando fui abbastanza vicino a denti stretti dissi << Siamo alla resa dei conti finalmente pagherai per quello che hai fatto >>, prima di mettere in atto il rito dovevo liberare il resto del gruppo, il loro apporto era fondamentale per la riuscita del rito, così ordinai al terreno di far crescere degli arbusti di verbena e strozzalupo che imprigionassero Klaus fino al mio ritorno, lentamente dal terreno nacquero dei sottili rami verdi  con all'estremità bellissimi fiori viola che avvolsero l'Originario imprigionandolo, mi voltai verso Damon e dissi << Devo liberare gli altri mi serve il loro aiuto per l'incantesimo, resta con Klaus controllalo, la verbena e lo strozzalupo non lo lascieranno scappare >>, mi avvicinai al mio vampiro probabilmete ancora sconvolto per quello che stava succedendo e gli posai un leggero bacio sulle labbra, poi sparii nella foresta alla ricerca della grotta di cui mi aveva parlato Scarlett.
CONTINUA


Spazio autrice
Eccoci qua con un nuovo capitolo che ci avvicina sempre di più alla fine.
Bonnie è morta ma prima di morire riesce a dare i suoi poteri ad Elena, che li usa subito per dare una bella lezione a quell'antipatica di Scarlett e come ciliegina sulla torte le frega pure i poteri.
Nel frattempo Damon è decisamente in difficoltà, per una volta è la nostra Elena, perennemente in pericolo a salvare la situazione e ad imprigionare Klaus, evviva le donne con le palle!!
Nel prossimo capitolo vedremo come si svolgerà il rito e la parte avventurosa della storia sarà conclusa, dopo di che i sarà il rientro a casa e vedremo come si evolveranno le cose per i nostri amici ora che alcuni di loro non ci sono più e altri sono cambiati radicalmente.
A questo punto non mi resta che lasciarvi con i soliti ringraziamenti a tutti e vorrei dire a chi mi legge in silenzio di lasciarmi un commentino visto che siamo in dirittura d'arrivo per farmi sapere se è stato piacevole trascorrere questo tempo insieme e se vi è piaciuta la storia.
In fine vi auguro buona visione per domani sera, speriamo che le "Dangerous liasones" non siano solo nel titolo della puntata, insomma ce lo vogliono far vedere o no un pò di pepe, a parte il mio commento vi auguro buon week end e ci vediamo la prossima settimana...kiss kiss




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Capitolo 25
*** Il rito ***


Cap.25 Il rito Cap.25 Il rito   


La foresta diventava sempre più fitta e la luce del sole faceva fatica a filtrare ma nonostante le condizioni avverse mi muovevo come se conoscessi quei sentieri da sempre, mi risultò piuttosto semplice trovare la grotta, la natura mi parlava come una confidente e mi guidava sicura verso i miei amici, dopo alcuni minuti di cammino vidi in lontanza una fessura nel fianco di una parete di roccia, mi avvicinai in silenzio, una volta nelle vicinanze vidi mio fratello seduto vicino all'entrata con la testa fra le gambre, sembrava disperato, allungai il passo e appena arrivai davanti all'ingresso mi inginocchiai alla sua altezza e dissi << Ehi che ci fate qui, Damon sta combattendo e voi vi riposate ? >> come delle furie si lanciarono contro l'ingresso della grotta cercando di uscire per abbracciarmi, purtroppo furono respinti da un muro invisibile che li sbalzò tutti a terra.
Dopo averli fatti allontanare dall'ingresso tracciai alcuni simboli runici sull'ingresso della grotta, improvvisamente si alzò un forte vento e le foglie cominciarono a vorticare furiosamente, nuvole nere si adensarono nella zona di cielo sopra la grotta e il silenzio fu riempito dal fragore dei tuoni, poi come tutto era cominciato finì, il vento si placò e tornò il sereno, feci cenno ai miei amici di uscire e uno ad uno si portarono all'esterno della grotta.
Sapevo che erano sconvolti dall'accaduto, potevo leggerlo sui loro visi, ero consapevole che avrei dovuto raccontare loro tutto l'accaduto, compresa la morte di Bonnie e Tayler, così presi fiato e con voce tremante raccontai loro tutta la storia, nessuno osò dire nulla e restammo a lungo a guardarci senza sapere cosa dire, poi Kathrine prese in mano la situazione e disse << Andremo io e Caroline a cercare il corpo di Bonnie e la riporteremo alla macchina mentre tu tornerai da Damon con gli altri e vi occuperete del rito e di Tayler>> mi limitai a farle un cenno di assenso, ora sapevo che avrei dovuto affrontare la situazione di Caroline così volsi la mia attenzione alla vampira che fino a quel momento era rimasta in silenzio come congelata dalle notizie appena ricevute, in un giorno aveva perso un'amica e il ragazzo che amava, mi avvicinai lentamente e l'abbracciai stringendola il più forte possibile, compatibilemente con la mia natura umana, in quell'abbraccio volevo infondere tutto l'affetto che provavo per lei e farle capire che ci sarei sempre stata, dopo alcuni istanti si allontanò da me e con la voce ridotta ad un soffio disse << Come sono morti ? >>, purtoppo non le sapevo rispondere così le feci solo un cenno con il capo sconsolata e poi le dissi << Damon saprà dircelo era con loro >>, Caroline si limitò a farmi un cenno affermativo con il capo, si asciugò le lacrime con un gesto brusco e mi fece segno di tornare da Damon per il rito.
Sempre guidata dai miei poteri raggiunsi in un pochi minuti il luogo dove avevo lasciato Damon e Klaus, appena sbucammo nella radura trovai Damon seduto a terra con la schiena appoggiata contro una  rocccia, nell'istan in cui si rese conto della nostra presenza si alzò in piedi e ci venne in contro molto faticosamente, quando fu abbastanza vicino ci regalò uno dei sorrisi più belli e dolci che avessi mai visto, era sinceramente contento di vederci e di sapere che stavamo bene, poi il suo viso tornò serio e mi  fece capire che era il momento di cominiciare il rito, così inspirai profondamente e mi avvicinai a Klaus.
L'Origianario continuava a fissarmi con il suo solito sorrisetto beffardo, nonostante fossi sicura di me la sua spavalderia mi irritava enormemente così appoggiai una mano sul tronco al quale era legato con gli arbusti e mi avvicinai al suo viso, poi lentamente gli appoggiai il dito indice sulla fronte e gli provocai delle allucinazioni nelle quali aveva la sensazione di bruciare vivo, Klaus gridava in preda al dolore, non appena ritenni che fosse abbastanza mi allontanai e gli dissi << Ora forse smetterai di ridere >>.
Feci alcuni passi indietro e decisi che era venuto il momento di dare il via al rito, così puntai il dito verso la terra e tracciai un cerchio immaginario che si disegnò perfettamente nella terra come lo avevo tracciato con la mano, mi inginocchiai proprio al centro e feci cenno a Damon e Jeremy di fare lo stesso uno alla mia destra e l'altro alla mia sinistra.
Estrassi la pietra dalla tasca dei jeans e la deposi a terra proprio davanti a me, poi mi voltai verso Damon e gli porsi la mano attendendo che anche lui facesse lo stesso, non appena ebbi la mano del vampiro tra le mie estrassi dal fodero il coltello di Rick che avevo portato con me e feci un taglio sul palmo della mano di Damon, lasciai fluire il sangue sulla pietra e recitai con voce ferma la prima parte del rito << Con il sangue del dannato pago pegno per i miei peccati >>, mi voltai verso Jeremy e gli porsi la mano per ripetere il rito, anche questa volta lasciai fluire il sangue sulla pietra e recitai la seconda parte del rito << Con il sangue del santo che io possa essere purificato >>, chiusi gli occhi e afferrai le mani di entrambi, mi concentrai e finalmente la pietra iniziò ad illuminarsi come se all'interno ci fossero mille luci.
Era arrivato il momento di completare il rito così afferai la pietra e mi diressi verso Klaus, appena fui abbastanza vicina gli appoggiai la pietra sul petto proprio dove dovrebbe esserci un cuore vivo, improvvisamente sia io che l'Originario venimmo avvolti dalla luce della pietra, sentii i miei amici che gridavano per il terrore e Damon cercò di afferrarmi per allontanarmi ma accecato dalla luce mancò il mio braccio e afferrò solo l'aria, da questo momento in poi fummo solo io e Klauus come sospesi in un limbo dove c'era  solo la luce accecante emanata dalla pietra, l'Originario cercò di divincolarsi ma inutilemente, dopo un tempo che sembrò interminabile la luce svanì e tutto diventò buio.
L'unico motivo per il quale ero sicura di essere ancora viva era perchè sentivo il battito del mio cuore e poi all'improvviso eccone un secondo, flebile e veloce come il battito delle ali di un colibrì, lentamente si aprì uno sprazzo di luce e mi apparve davanti agli occhi una scena di vita quotidiana di una famiglia, riconobbi immediatamente Rebekah con la sua sfolgorante bellezza, poi notai in un angolo un ragazzo poco più grande di lei, leggeva un libro seduto su una poltrona davanti al camino, il sorriso sulla labbra e lo sguardo sereno, Klaus.
Immediatamente mi resi conto di essere in un ricordo della vita umana di Klaus, di quando probilmente era solo un ragazzo, quando la vita ancora non lo aveva tradito e indurito.
Venni catapultata di nuovo nell'oscurità e quando finalmente riuscii a trovare un altro ricordo in cui immergermi, mi pentii subito di averlo fatto, la scena che mi trovai davanti agli occhi fu terribile, Klaus stringeva fra le braccia la madre e tra le mani aveva il suo cuore, l'espressione felice e dolce del ricordo precedente era sparita ora era il mostro che conoscevo e odiavo, poi di nuovo il buio.
Perchè era arrivato a compiere un gesto così terribile come uccidere la madre, perchè era arrivato ad odiarla così tanto profondamente, cercai di concentrarmi, dovevo assolutamente trovare il ricordo giusto, quello che mi potesse dare la risposta.
Finalmente riuscii a trovare un altro spiraglio di luce e vi entrai, ero esterrefatta, Klaus era in compagnia di una ragazza identica a me, pensai subito che fosse Kathrine, ma quando lo sentii pronunciare il nome Charlotte capii subito che si trattatava della doppleganger originale, stavano discutendo e Klaus la strattonava, Charlotte gli disse che non poteva amarlo per via di quello che era, un mostro senz'anima, poi si allontanò lasciandolo solo, Klaus si diresse verso casa e non appena varcò la soglia capii di aver trovato il ricordo giusto, la madre di Klaus teneva tra le braccia il corpo inerme di Charlotte e spiagava al figlio che la sua maledizione di ibrido era stata legata al sangue di Charlotte e di tutte le sue discendenti e finchè non fosse riuscito a farsi accettare da una di loro sarebbe rimasto un mostro, solo l'amore di una discendente di Charlotte poteva redimerlo, Klaus si avventò sulla madre e la uccise, ora sapevo perchè era diventato quello che è, per amore, era stato rifiutato e aveva punito la colpevole, la madre lo aveva prima concepito con un licantropo, poi trasformato in un vampiro e in seguito condannato alla solitudine, a causa della madre era doppiamente mostruoso, la diperazione e l'incapacità di farsi amare lo avevano trasformato in nel mostro che oggi tenevamo, poi improvvisamente fu tutto buio di nuovo ma questa volta non ci furono nuovi ricordi da visitare fui solo assallita da una stanchezza incredibile così mi lasciai cullare dall'oscurità e dal silenzio addormentandomi.
Quando finalmente riaprii gli occhi la prima cosa che vidi furono due pozze di un azzurro così intenso da fare male, preoccupate dannatamente preoccupate, sorrisi dolcemente e mi misi seduta, il mio sguardo vagava alla ricerca di Klaus, lo individuai ai piedi dell'albero sdraiato a terra e sul viso il sorriso dolce che avevo visto in uno dei suoi ricordi.
Cercai di alzarmi ma ero così debole che Damon mi dovette sollevare di peso, alzai lo sguardo e incrociando i suoi occhi mi sentii finalmente protetta e capii cosa doveva aver provato Klaus quando era stato rifiutato, mi sentii in colpa per aver fatto la stessa cosa per tanto tempo con Damon denigrandolo e maltrattandolo, riuscii a comprendere i motivi che lo avevano spinto a trasformarsi in un mostro, forse gli stessi che avevano spinto anche Damon a spegnere le sue emozioni per tanto tempo, il desiderio di smettere di soffrire era così grande da diventare più importate di qualsiasi altro sentimento.
Dopo avermi fatto appoggiare delicatamente i piedi a terra Damon si diresse verso Klaus, si inginocchiò vicino a lui e restò qualche secondo in ascolto, poi si alzò e voltandosi verso di me impassibile disse << Ha funzionato, ora facciamolo fuori così saremo liberi >> non ci lasciò neppure il tempo di replicare che afferrò un paletto e si avventò su Klaus, un istante prima che Damon mettesse a segno il colpo gridai con tutta la voce che avevo << Fermati, lui è come te ! >> vidi Damon fermarsi e voltarsi verso di me e con sguardo interrogativo disse << Cosa vorresti dire che sono un mostro anch'io ? >>, sorrisi consapevole del fatto che il mio vampiro era proprio uno stupido insicuro e mi decisi a dare delle spiegazioni esaurienti a tutti  così iniziai il mio racconto << Certo che no, volevo solo dire che Klaus ha spento le sue emozioni come te a causa di una donna o meglio a causa di una mia antenata Charlotte Petrova la doppleganger originale, Charlotte lo ha rifiutato  per via di quello che è, così lui ha punito la madre per averlo concepito con un licantropo, poi per averlo trasformato in un vampiro e condannato alla solitudine, forse potremmo dargli un'altra possibilità per essere felice, dopotutto tutti hanno diritto a una seconda chance >> Elijah e Rebekah mi guardavano annuendo nella speranza che anche gli altri fossero d'accordo con come.
Come previsto Damon si oppose fermamente, mentre gli altri non sollevarono particolari dubbi, posero però una sola clausula, se al suo risveglio Klaus fosse stato ancora il bastardo di prima, ovvio senza nessun potere particolare ma pur sempre un bastardo, avremmo posto fine alla sua miserabile esistenza, con questa clausula anche Damon si convinse anche se non del tutto.
Finalmente era tutto finito ora potevano tornare a casa, forse anche Klaus ora avrebbe avuto la sua occassione per essere felice, in fondo non si smette mai di saper amare.
CONTINUA


Spazio autrice
Per prima cosa mi scuso per non aver postato mercoledi, ma sono afflitta da una congiuntivite che non mi permette di stare davanti al computer, così con grande fatica sono riuscita a postare solo oggi.
Questo il capitolo conclusivo per quanto riguarda la parte "avventurosa" abbiamo visto la conclusione del rito e la spiegazione delle motivazioni per il quale Klaus è diventato quello che, anche lui ha sofferto per amore e come sappiamo l'amore ci cambia e non sempre in meglio.
Una volta tornati a casa i nostri amici dovranno fare i conti con la realtà delle perdite dei loro cari e tutto questo li farà crescere e alcuni di loro faranno delle cose che davvero saranno troppo anche per un Santo.
Sto valutando l'idea di inserire un capitolo per ogni personaggio per mostrare come sono andate le cose dopo il rientro a casa e cosa è successo con i problemi che si sono portati a casa, e poi ovviamente ci sarà l'epilogo che non so ancora se sarà conclusivo o se lo lascerò "aperto" per un eventuale seguito, sempre se lo vorrete, vi chiedo di farmi sapere cose ne pensate di queste due idee perchè una o l'altra cambierebbero lo svolgimento degli ultimi capitoli.
Beh vi lascio...alla prossima settima kiss..



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Capitolo 26
*** Ritorno a casa ***


Cap.26 Ritorno a casa Cap.26 Ritorno a casa   

A questo punto niente ormai poteva tenerci lontani da casa, così felici per la vittoria ma allo stesso tempo distrutti per la perdita di alcuni nostri amici decidemmo di dirigerci verso le auto che avevamo lasciato al limitare della foresta vicino alla villa dove Klaus mi teneva prigioniera.
Damon si avvicinò lentamente a Klaus che giaceva ancora a terra svenuto e se lo caricò senza tanti convenevoli in spalla, nonostante avesse acconsentito all'accordo non aveva nessuna voglia di portarsi a casa un piantagrane come Klaus.
Nel frattempo Rebekah
si avvicinò al corpo di Tayler che con l'aiuto di Jeremy avevo deposto vicino ad un masso al centro della radura, lentamente si inginocchiò accanto al corpo e con fare materno gli accarezzò i capelli, poi volse la sua attenzione verso Stefan e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi, il vampiro no se lo fece ripetere e avendo compreso le intenzioni dell'Originaria si caricò Tayler in spalla senza fiatare e attese disposizioni sul da farsi.
Lentamente defluimmo nella foresta, in silenzio ci muovevamo tra la boscaglia, nessuno osava parlare, ogni cosa sembrava troppo stupida o superficiale per essere detta, eravamo tutti consapevoli del fatto che appena avremmo fatto ritorno a Mystic Falls la morte dei nostri amici sarebbe stata reale e ci avrebbe schiacciati inesorabilmente lasciandoci senza fiato, ma ora potevamo ancora sperare che fosse un sogno, un brutto sogno dal quale ci saremmo svegliati la mattina seguente e del quale avremmo riso.
Un silenzio spettrale avvolse tutto il viaggio di ritorno verso le auto, di tanto in tanto davo un occhiata a Damon e ogni volta mi appariva sempre più cupo, finalmente arrivammo alle auto e quando mi resi conto che Kathrine e Caroline ci attendevano con il corpo di Bonnie adagiato ai loro piedi mi bloccai, i miei piedi divennero improvvisamente pesanti come il piombo e il mio corpo non rispondeva più agli stimoli che il mio cervello gli inviava disperatamente, ogni cosa mi appariva surreale, come quando si guarda il mondo attraverso una lente che lo rende sfocato e indefinito, così mi appariva tutto quello che stava accadendo in quel momento.
Damon scaricò Klaus senza tanti complimenti sul sedile posteriore della sua auto e rimase ad osservare suo fratello che lentamente si avvicinò all'auto di Caroline e una volta aperto il portabagagli vi depose il corpo di Tayler, la vampira in un attimo fu accanto al suo licantropo e mentre piangeva gli accarezzava il viso, la sentivo singhiozzare senza controllo in preda al dolore, poi come un soffio di vento fu di fronte a Damon e lui capì cosa tutti noi volevamo sapere, così sospirò e con un filo di voce visibilmente distrutto disse << Li ha uccisi entrambi la strega di Klaus mentre cercavano di aiutarmi >> poi depose una mano sulla spalla di Caroline e la attirò a se abbracciandola, sapevo quanto avessero legato nell'ultimo periodo ed ero certa che Damon fosse distrutto nel vedere Caroline così sconvolta.
In seguito fu il turno di Bonnie che Kathrine depose nel portabagagli dell'auto di Damon, ancora non mi capacitavo di quello che i miei occhi stavano vedendo, il mio cervello non era ancora stato in grado di elaborare la situazione che mi sembrava tuttaltro che reale, ero li che guardavo la mia amica che giaceva senza vita nell'auto di Damon e non riscivo a muovere un muscolo neppure uno anche se avrei voluto con tutta me stessa stringerla e urlare.
Feci violenza su me stessa e ripresi il controllo delle mie facoltà mentali ormai ridotte all'osso e mi diressi verso Bonnie, quando fui abbastanza vicina la mia attenzione venne attirata dall'espressione rilassata e felice che aveva in volto, come se nel momento della morte tutte le sofferenze e il dolore che la vita ci aveva obbligate ad affrontare l'avessero abbandonata lasciandole solo i momenti belli di cui bearsi nei suoi ultimi istanti.
Ormai era tutto così maledettamente reale e non appena seremmo giunti a casa avremmo dovuto fare i conti con tutti coloro che li amavano quanto noi e li avevano persi come noi, con questa nuova consapevolezza salimmo sulle auto e ci dirigemmo verso casa.
Il viaggio in auto non fu molto lungo, Klaus dormì per tutto il viaggio, forse fu meglio così perchè Damon non era di certo dell'umore giusto per iniziare una discussione con l'ex vampiro, di certo Damon non era dell'umore giusto per iniziare nessuna conversazione in questo momento, così decisi di attendere per parlargli di Stefan e del fatto che non volevo che lo uccidesse per quello che mi aveva fatto, ma come se mi avesse letto nel pensiero mi colpì come un fulmine a ciel sereno e disse << La prima cosa che farò appena arrivati a casa sarà strappare il cuore a Stefan per quello che ti ha fatto, ti avevo promesso che avrei aspettato, ora ho aspettato ma sono comunque ancora incazzato e la voglia di ammazzarlo non mi è passata ! >> mi voltai verso di lui di scatto, posai la mia mano sulla sua che stava sul cambio e dolcemente gli dissi << Se sono in grado io di trovare la forza per perdonarlo sono sicura che sarai in grado di trovarla anche tu, è pur sempre tuo fratello e nell'ultimo periodo non era del tutto in sé, sono sicura che prima o poi te ne pentiresti, magari non oggi né tra un anno ma tra cinquanta o più lo perdonerai e ti pentirai di averlo ucciso, hai tutta l'eternità per trovare la forza e la voglia di perdonarlo, sii migliore di quanto lo è stato lui >>, lo vidi squotere la testa e sorridere con il suo sorriso sornione che adoravo, poi si voltò verso di me e mi disse << Non posso credere che nonostate tutti gli anni che ho vissuto una ragazza di diciotto anni possa fare discorsi più sensati e saggi dei miei, non posso prometterti che sarò mai in grado di perdonarlo, ti prometto che cercherò di non uciderlo e sottolineo cercherò, lascia però che gli dia almeno una bella lezione, non può passarla liscia così ! >> gli feci cenno di si con la testa e poi ridendo gli dissi << E' proprio perchè sono saggia e so tenere a bada il tuo brutto carattere che mi ami ! >> Damon rise sotto i baffi e schiacciò il piede sull'acceleratore, anche lui non vedeva l'ora di tornare a casa.
"Benvenuti a Mystic Falls", non avevo mai amato così tanto quel cartello come oggi, ed ero sicura che anche per gli altri era così, anche se avremmo dovuto affrontare la morte dei nostri amici ora che eravamo a casa tutto sarebbe stato più semplice, avremmo avuto vicino ancora più persone che ci amavano e che ci avrebbero sostenuto, e il fatto di riprendere la nostra vita normale di certo ci avrebbe aiutati a superare la perdita di due persone che amavamo immensamente.
Ci dirigemmo verso Casa Salvatore, non appena raggiungemmo il vialetto d'ingresso parcheggiammo le auto e scesi di corsa diretta verso la porta d'ingresso, la spalacai e fui investita dal profumo di tutte le cose che amavo, il legno antico della mobilia, la legna bruciata nel caminetto in salotto e la pelle dei divani che avevano ospitato molte della serate trascorse con i miei amici.
Lentamente il resto del gruppo riempì il salotto e cominciammo a organizzarci per riconsegnare i corpi dei nostri amici alle famiglie, Caroline si offrì di riportare il corpo di Tayler alla madre e mio fratello volle a tutti i costi prendesi il gravoso compito di riconsegnare il corpo di Bonnie al padre, anche se non stavano più insieme da diverso tempo era comunque rimasto molto legato a lei tanto da sentirsi in dovere di dirlo alla sua famiglia.
Elijah e Rebekah portarono Stefan nello scantinato e lo chiusero nella cella dove già era stato rinchiuso per disintossicarsi dal sangue umano, mentre Damon sempre controvoglia chiuse Klaus in un'altra cella accanto a quella di Stefan, se fosse stato per Damon lo avrebbe ucciso senza pensarci su ma come spesso accadeva metteva da parte i suoi desideri per soddifare i miei anche se andavano contro le sue idee.
Caroline e Jeremy accompagnato da Alaric si diresso rispettivamente verso le case di Tayler e Bonnie, mentre Rebekah decise di rimanere accanto a Stefan nella cantina almeno per un pò, così io e Damon rimanemmo soli con Kathrine ed Elijah, mi avvicinai al divano e mi lasciai cadere tra i morbidi cuscini che lo affolavano, appoggiai i piedi sul tavolino davanti al divano e chiusi gli occhi, finalmente ero a casa, avevo atteso quel momento a lungo e ora non mi sembrava vero, alle mie spalle sentivo Damon ed Elijah discutere ma non me ne curai, decisi che in quel momento mi sarei solo goduta la mia casa, la mia vita e la mia felicità finalmente ritrovata.
Ero ancora immersa nei miei pensieri quando sentii qualcuno sedersi delicatamente accanto a me, aprii gli occhi e vidi Kath che mi scrutava, le sorrisi e attesi che mi dicesse ciò che aveva da dire, ormai la conoscevo piuttosto bene e sapevo esattamente che ogni qualvolta avesse una richiesta diventava dolce e indifesa come una gattina, nascondendo egregiamente il suo carattere tutt'altro che dolce e malleabile, diciamo che l'avrei paragonata più a una tigre che a una gattina, Kathrine si schiarì la voce e mi disse << Forse ora che è tutto finito io ed Elijah potremmo restare qui con voi, non abbiamo un altro posto dove andare >> non potevo credere alle mie orecchie mi stava chiedendo di rimanere a vivere a Casa Salvatore, di sicuro Damon non avrebbe mai accettato, la sua autostima con un Originario in giro per casa ne avrebbe risentito, invece ancora una volta mi stupì, lo vidi avvicinarsi al divano dove ero seduta con Kathrine seguito da Elijah, si sedette sul bracciolo del divano e con un meraviglioso sorriso sganciò la sua bomba << Perchè no, sempre se ad Elena fa piacere >>, non capii la sua affermazione, era casa mia ma ci avrebbe vissuto lui con Kathrine ed Elijah, perciò io cosa centravo, comunque ero felice che avessero deciso di fermarsi così abbracciai Kathrine e le feci cenno di si con la testa.
Ormai il tramonto dipingeva di arancio tutto il salotto e presto sarebbe scesa la sera, l'ultimo periodo era stato piutto stressante e nessuno di noi aveva voglia di stare in compagnia, soprattutto perchè sapevamo che come ci aveva comunicato Caroline il giorno seguente saremmo dovuti andare al funerale dei nostri amici, così stremati ci dirigemmo nelle rispettive camere.
Elijah e Kathrine presero possesso della camera da letto dei genitori di Damon che si trovava proprio in fondo al corridoio a pochi metri dalla nostra, mentre Rebekah decise di dormire nella stanza di Stefan.
Quando finalmente aprii la porta della camera di Damon, rimasi come congelata sulla soglia, i ricordi mi investirono come un fiume in piena e travolta dalla loro potenza scoppiai a piangere, in un attimo due braccia forti mi abbracciarono e mi strinsero cercando di consolarmi, come sempre Damon era così dolce e protettivo con me, si prodigava sempre per soddisfare ogni mio desiderio, ma questa volta non avevo bisogno di essere consolata, le mie lascrime erano zampillli di pura gioia, finalmente ero di nuovo al suo fianco e non lo avrei più lasciato.
Lo strinsi più forte che potevo, come per cercare di fondermi con lui, per essere sicura che non si sarebbe più allonatato da me, lo sentii sorridere mentre mi baciava i capelli, alzai il viso e incontrai quei meravigliosi zaffiri che mi avevano stregata, potevo leggere un amore sconfinato in quei meravigliosi occhi così dolci e tristi, avrei dedicato ogni minuto della mia esistenza ad amarlo e a renderlo felice, non meritava altro che questo da me.
Mi alzai in punta di piedi e finalmente sentii le nostre labbra scontrarsi, prima in una bacio casto e delicato che ben presto si trasformò in uno scontro di passioni impossibili da contenere, le sue mani vagavano sul mio corpo e mi stringevano convulsamente, come se avesse paura che da un momento all'altro potessi sparire, le sue labbra lasciavano su di me segni indelebili marchiati a fuoco nella mia anima, niente era più perfetto di quel momento, la camera era inondata dal nostro amore e c'era spazio solo per i nostri corpi che si stringevano in un abbraccio indissolubile.
Quando finalmente fui sua ogni fibra del mio corpo rispose perfettamente  ad ogni suo movimento come se fossimo due corpi ma una sola mente, fui invasa da una sensazione di completezza e pace che solo l'appartenere a lui sapeva darmi.
Ormai stremati giacevamo distesi sul letto, baciati dalla luce della luna che illuminava i nostri corpi ancora abbracciati, dolcemente accarezavo il suo petto e mi beavo della sua perfezione, mentre lui mi accarezzava i capelli, più lo guardavo più in me si faceva strada una paura che era sempre stata sopita in un angolo della mia mente e alla quale non avrei mai voluto dare voce, prima o poi io sarei invecchiata e lui sarebbe rimasto giovane e bello per l'eternità, prima non avrei mai pensato di poter diventare un vampiro ma ora non sapevo più nulla e il solo pensiero di perderlo mi faceva uscire di senno.
Ormai soprafatta dalla stanchezza mi addormentai abbracciata a lui, stretta nel suo abbraccio la notte passò tranquilla, quando al mattino il sole che filtrava dalle tende mi svegliò mi resi subito conto che Damon non era più con me, così mi alzai e andai in bagno per prepararmi, tra poche ore saremmo andati al funerale di Bonnie e Tayler.
CONTINUA


Spazio autrice
Buonasera a tutti, eccoci qua con un nuovo capitolo, i nostri amici hanno fatto ritorno a casa e dovranno affrontare le conseguenze della morte dei lori amici.
Da qui in avanti vedremo come affronteranno il rientro a casa e potrete leggere alcuni Pov come quelli di Caroline alla quale non ho mai dato voce fino ad ora ma che ritenevo giusto lasciar parlare per chiudere il suo arco narrativo con un finale inaspettato.
Vedremo alcuni chiarimenti e vedremo il futuro di Rebekah e Stefan e ultimo ma non ultimo scopriremo il futuro di Elena e Damon.
Non ho ancora deciso se lasciare spazio anche ad altri personaggi come Elijah, Kathrine, Jeremy e Alaric.
Per quanto riguarda Elijah e Kathrine sarei propensa a scrivere qualcosa, dopotutto sono stati estremamente presenti e importanti nello svolgimento della storia, invece per quanto riguarda Jeremy ed  Alaric non saprei sono stati solo due personaggi di secondo piano che ho lasciato entrare nella storia solo al momento del bisogno perciò farei fatica a concludere una storyline che non è davvero mai iniziata, comunque deciderò nel corso della stesura degli altri capitoli, magari fatemi sapere se vi piacerebbe leggere qualcosa anche su di loro così saprò regolarmi.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, non c'era azione ma lo ritengo comunque molto intenso, ora che sono a casa sarà dura affrontare queste due perdite e per alcuni lo sarà più di altri.
Come al solito ringrazio tutti quelli che mi seguono sia in silenzio che commentando, vorrei esortare però chi mi segue in silenzio a lasciarmi un commento almeno ora che stiamo giungendo al termine della storia per farmi sapere come l'avete trovata.
Per ultima cosa vorrei fare un pò di pubblicità personale, se avete tempo andatevi a leggere due One-Shot che ho scritto, una ovviamente Delena intitolata "Alba", mentre l'altra celebra il rapporto speciale che c'è tra i fratelli Salvatore e si intitola "Condanna", fatemi sapere cosa ne pensate lasciandomi un commento.
Grazie a tutti e buon week-end ci vediamo la prossima settimana...kiss kiss










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Capitolo 27
*** L'ultimo saluto ***


Cap.27 L'ultimo saluto Cap.27 L'ultimo saluto   


Passai più di un'ora chiusa in bagno, non perchè volessi farmi bella ma perchè uscire di li ed indossare il mio vestito nero mi avrebbe sbattuto in faccia la realtà, stavo per uscire per andare all'ennesimo funerale della mia vita, ero decisamente troppo giovane per avere così tanti ricordi legati al cimitero di Mystic Fall, gran parte delle persone che amavo erano sepolte li e spesso facevo loro visita ma questo era davvero troppo, il mio cuore non avrebbe retto altra sofferenza e altre perdite, c'è un limite a quanto dolore un essere umano è in grado di sopportare e io avevo sicuramente oltrepassato il mio.
Quando finalmente riuscii a prendere coraggio e mi decisi ad uscire dal bagno trovai Damon ad aspettarmi seduto sul letto e già pronto per uscire, mi rivolse un sorriso e mi porse il vestito che era deposto sul letto accanto a lui, lo afferai e lentamente lo indossai, la prima spallina e poi la seconda, quando lo ebbi indossato Damon mi raggiunse e delicatamente fece scorrere la cerniera dell'abito chiudendola, mi depose un bacio su di una spalla e si diresse verso la porta della camera, prima di uscire si voltò un'ultima volta e mi sorrise di nuovo, poi scomparve diretto al piano di sotto.
L'enorme specchio della camera di Damon rifletteva la mia immagine vestita di nero ma quella che vedevo non ero io, delle profonde occhiaie facevano bella mostra sul mio viso e tutto il mio corpo era attraversato da un leggero tremito che mi era impossibile sedare, cominciai a pettinarmi i capelli per raccoglierli in una coda ma ogni colpo di spazzola era come lo sferzare di una frusta che inesorabile lacerava la mia anima, mi ritrovai ben presto accovacciata a terra in preda ai singhiozzi, le lacrime mi inondavano il viso come un fiume in piena, in preda all'ira scagliai la spazzola che tenevo in mano contro lo specchio che finì in mille pezzi spargendosi per la stanza, cercai di alzarmi ma mi ferii una mano con delle schegge, rimasi ad osservare il sangue che defluiva dalla ferita andare a sporcare il pavimento come ipnotizzata.
Probabilmente allarmata dal rumore fece capolino dalla porta Kathrine, rimase qualche secondo sulla soglia poi vedendomi a terra mi corse incontro, gentilmente mi fece alzare e mi aiutò a sedermi sul letto, afferò la mano che mi ero ferita e cominciò a bendarla, purtoppo la sua presenza non riuscì a placare i miei songhiozzi e ben presto ripresi a piangere senza controllo.
La vampira mi abbracciò con fare materno e mi accarezzò i capelli finchè i miei singhiozzi si placarono, ormai ero talmente stremata che non avevo nemmeno più la forza di piangere, avevo versato così tante lacrime negli ultimi anni che forse non me ne erano rimaste altre da versare.
Finalmente dopo molto più del tempo necessario ero pronta per scendere in salotto, lasciai che Kathrine mi precedesse, mi presi ancora qualche secondo, feci un respiro profondo e indossai il mio miglior sorriso per dimostrare a tutti che nonostante i drammi e le sofferenze ero pronta a rialzarmi e ad andare avanti, afferrai la maniglia della porta e in un attimo ero in corridoio, arrivai in cima alle scale e cominciai a scendere, il  primo gradino fu il più difficile di tutti, quando i miei occhi incontrarono quelli di Damon che mi attendeva in fondo alle scale tutto mi sembrò facile come respirare e quella scalinata non mi sembrò più una discesa negli Inferi ma solo un altro sentiero da percorrere per riunirmi all'unico uomo della mia vita.
La sua mano era pronta ad accogliere la mia e a stringerla per infondermi coraggio, come al solito la sua vicinanza era la panacea per tutti i miei mali, ebbi immediatamente la sensazione di essere più forte e di poter affrontare qualunque cosa, incrociai gli sguardi di tutti i miei amici e in ognuno di loro lessi la stessa tristezza e dolore che sicuramente loro avevano visto in me.
Come una cosa sola ci dirigemmo verso le auto parcheggiate nel vialetto e una volta a bordo delle rispettive auto partimmo verso il cimitero.
Durante tutto il viaggio nessuno ebbe il coraggio di parlare, spesso mi scambiavo sguardi attraverso lo specchietto retrovisore con Kathrine che era seduta dietro a Damon, ma niente di più, il silenzio la faceva da padrone.
Quando arrivammo al cimitero molte delle persone che conoscevano i nostri amici erano già li e il prete era in piedi vicino alla due lapidi con i nomi dei nostri amici, ci avvicinammo lentamente e tra la folla riuscii a riconoscere la madre di Tayler e il padre di Bonnie che stringevano mani e accettavano le condoglianze da chiunque le porgesse.
Niente fu più straziante del momento in cui dovetti avvicinarmi a loro, cercai di mantenere un contegno, abbracciai la signora Lockwood e strinsi la mano al signor Bennet, poi mi diressi da Caroline e la presi per mano cercando di infonderle coraggio e dimostrarle che ci sarei stata se avesse avuto bisogno di me.
Non appena il prete prese la parola il brusio che aveva caratterizzato il cimitero fino a quel momento si arrestò e tutti volsero la lo attenzione all'uomo di Chiesa che ci snocciolava tutte le incedibili qualità di queste due meravigliose creature strappate troppo presto alla vita.
La verità era che non li conosceva affatto, non sapeva quanto fosse testarda e difficile Bonnie e neppure quanto fosse iroso e prepotente Tayler, ma dopotutto quanto si passa a miglior vita si ricordano solo le qualità e non i difetti, senza contare però che spesso quello che ci faceva amare queste persone erano proprio i loro difetti, che le rendevano speciali e uniche.
La cerimonia proseguì tranquilla e silenziosa, ogni tanto sentivo Caroline seduta accanto a me sussultare per trattenere i singhiozzi, così in silenzio le stringevo ancora più forte la mano cercando di consolarla, sapevo che sarebbe stato difficile ma con l'aiuto di tutti ne sarebbe uscita e presto o tardi avrebbe ricominciato a vedere i colori, a sentire i profumi insomma avrebbe ricominciato a vivere.
Quando qualcuno di amato ci lascia, sopratutto prima del tempo, ci sentiamo impotenti e tutto quello che ci circonda ce li ricorda, ogni luogo, ogni suono, perfino un'auto uguale a quella della persona che ci ha lasciati, questi ricordi possono ridare la libertà ad un dolore che faticosamente avevamo nascosto nel profondo del nostro cuore, non avrei permesso che questo accadesse alla mia amica, le sarei stata vicino e le avrei insegnato e imparato con lei a fare tesoro di quei ricordi e a non rinchiuderli in un angolo ma a viverli a pieno per sentirci ancora con loro.
Ormai la funzione stava volgendo al termine e  le bare erano state calate nelle rispettive fosse e ricoperte, ora eravamo davvero arrivati alla fine, tutto quello che avevo cercato disperatamente di evitare si era avverato e niente poteva essere più terribile di questo momento, cercai Damon con lo sguardo tra la folla per ottenere il suo sostegno, ma non lo trovai, così mi avvicinai lentamente tenendo tra le mani due rose biache, simbolo di purezza e grazia, mi inginocchia prima accanto alla tomba di Tayler e vi deposi una delle due rose, osservai per qualche istante la lapide e dovetti impormi di non piangere perchè sentivo già gli occhi pizzicare e la vista si stava annebbiando, dovevo essere forte non per me ma per chi contava su di me, presi il coraggio a due mani e mi alzai per avvicinarmi alla tomba di Bonnie, anche qui deposi una rosa, accarezzai la lapide, poi investita da un'ondata di dolore decisi di allontarmi per fare una passeggiata, avrei colto l'occasione per restare un pò da sola con i miei pensieri e per lavorare sul mio dolore.
La sfortuna di avere molta familiarità con il cimitero di Mystic Falls era che sapevo esattamente dove stavo andando e che sicuramente mi sarei fatta ancora più del male, come previsto in pochi minuti arrivai davanti alla tomba della mia famiglia, quattro lapidi una accanto all'altra, due più vecchie , ormai coperte di polvere e rampicanti, come il mio dolore vecchio e arruginito ma non per questo meno vivo e terribilie e due più nuove ancora pulite e perfette, mi avvicinai alla lapide di Jenna e vi appoggiai la mano, in un istante spuntò dalla terra una rampicante che la avvolse e la inondò di meravigliosi fiori viola, poi mi avvicinai alla lapide di John e ripetei la stessa cosa, forse era ora che il dolore e la sofferenza potessero entrare a far parte del passato, un passato dal quale avrei attinto solo i momenti belli trascorsi con le persone che oggi non erano più con me, forse l'unico modo per andare avanti era chiudersi una porta alle spalle e guardare avanti senza mai voltarsi.
Mi voltai per tornare verso l'ingresso del cimitero, quando la mia attenzione venne attirata da una figura nella parte vecchia del cimitero, per il mio incredibile senso di avventura decisi di controllare, chi poteva avere dei parenti in quella parte di cimitero erano troppo vecchie quelle lapidi perchè qualcuno potesse ricordarsi di loro, affrettai il passo e in pochi minuti varcai il cacelletto che introduceva al vecchio cimitero, la figura che mi dava le spalle non accennava a muoversi, quando fui abbastanza vicina mi resi conto che la figura non era altro che Damon, solo lui poteva essere li in quella parte del cimitero, lentamente gli arrivai alle spalle e intrecciai la mia mano con la sua, il mio vampiro si voltò e mi sorrise, poi tornò a guardare la lapide talmente intesamente che avrebbe potuto frantumarla con lo sguargo se avesse voluto.
Diressi la mia attenzione ai caratteri scolpiti sulla lapide ma era troppo coperta di rampicati e usurata dal tempo perchè potessi capire cosa ci fosse scritto, così sciolsi l'intreccio con la mano di Damon e mi avvicinai alla lapide, la sfiorai con un dito e tutte le erbacce e le sterpaglie lasciarono libero il marmo di vedere di nuovo il sole, quello che vidi mi lasciò di stucco, l'incisione era chiaramente molto vecchia ma quello che mi stupì davvero fu il nome che vidi, Evelyn Salvatore, Damon non mi aveva mai parlato di sua madre ma ero certa che quella fosse la sua tomba, non sapevo che si chiamasse Evelyne non l'aveva mai chiamata per nome ma non c'era nessun'altra ragione per la quale Damon potesse essere li.
Lentamente tornai da lui e intrecciai nuovamente la mia mano alla sua, restammo fissare la lapide per molto tempo, Damon sembrava fatto dello stesso marmo, poi il sole si andò a nascondere dietro all'orizzonte e cominciai a sentire freddo, non appena il mio corpo fu attraversato dal primo brivido Damon si svegliò dal suo trance e sempre tendomi per mano in silenzio si diresse verso l'uscita del cimitero.
Il viaggio in auto fu davvero silenzioso, data l'ora tarda erano già andati via tutti così in auto ero da sola con Damon, avrei voluto chiedergli di sua madre, ma mi mancò il coraggio, sapevo che era un argomento spinoso così vista la giornata pesante decisi di rimandare la chiaccherata ad un'alrta volta perchè era certo avrei voluto sapere di più su di lei ora che sapevo che era importante per Damon.
Arrivammo alla pensione e da bravo cavaliere Damon mi aprì lo sportello della auto e mi aiutò ad uscire ma appena fui fuori puntò il suo sguardo nel mio e il mio mondo per un istante smise di girare, tutto era così vuoto e privo di significato, solo lui mi teneva ancorata alla realtà con la sua dolcezza, lo vidi raccogliere il coraggio e poi parlare << Grazie  >>, non capivo lui ringraziava me, sarebbe dovuto essere il contrario, così decisi di chiedergli delucidazioni << Per cosa ? >>, non mi lasciò ad aspettare a lungo e sospirando disse << Per non aver detto niete al cimitero e per essere rimasta con me, erano molti anni che non tornavo a trovare mia madre perché non credevo di farcela e invece ho scoperto che vivere così a lungo rende tutti i ricordi molto più dolci e meno dolorosi e anche la sofferenza piano piano viene sepellita da montagne di altri sentimenti più vividi che presto o tardi prendono il posto di quelli che ti hanno distrutto... >>, non potevo credere a quello che le mie orecchie stavano sentendo, mi avvicinai per abbracciarlo ma mi fermò e riprese a parlare << ...mentre tornavamo da Richmond mi hai detto che ti amo perchè sai tenere a bada il mio brutto carattere ed in parte è vero ma ora vorrei dirti io perchè ti amo, ti amo perchè tiri fuori la parte migliore di me, quando sono con te non so mai cosa farò stravolgi il mio mondo e le mie certezze ogni volta che ti parlo, sei saggia e riflessiva tutto quello che non sono io ma sei anche essere passionale e selvaggia, ho ucciso e ferito, per secoli sono stato un mostro e niente e nessuno era riuscito a riportarmi sulla retta via, ora so perchè, nessuna di loro era la persona giusta, ora so che tutto quello che ho fatto e subito era solo un percorso per permettermi di arrivare a te, ti ringrazio di permettermi di assagiare un pò di quel calore e amore che ho cercato per secoli, ti amo come non ho mai amato nessuno e non potrò mai più amare nessuno come amo te perchè senza di te non c'è amore >>, ero sconvolta non avevo mai ricevuto una dichiarazione d'amore così dolce e sincera, non gli diedi il tempo di rendersene conto che già gli ero saltata al collo, non sapevo se piangere o ridere, ero felice da morire, alla fine una giornata terribile si stava chiudendo nel miglior modo possibile.
Mano nella mano ci dirigemmo verso l'ingresso del Pensionato e una volta all'nterno mi avviai verso la scala che portava al secondo piano quando Elijah fermò Damon che mi fece segno di andare pure di sopra, ovviamente non era da me andarme a letto, dovevo sapere di cosa dovevano parlare a notte fonda, cosa poteva essere così importante da non poter aspettare la mattina seguente, così attesi che entrassero in salotto e senza far rumore mi accovacciai sull'ultimo scalino prima dell'ingresso e nascosta dalle tenebre aspettai di saperne di più.
Per prima cosa si versarono entrambi da bere e come dei gentiluomi dell'ottocento si accomodarono sulle potrone davanti all'enorme camino che come al solito ospitava un fuoco allegro e scoppittante, ormai ero seduta in quella scomodissima posizione da più di mezz'ora ma di argomenti importanti neppure l'ombra, solo chiacchere da bar, forse avevano sentito la mia presenza e non avrebbero parlato finchè fossi stata li, così scoraggiata decisi di andare a dormire ma appena feci per alzarmi le mie orecchie captarono alcune cose piuttosto interessanti, Elijah stava promettendo a Damon di aiutarlo a cercare un'altra Pietra della Vita da usare su di lui così avrebbe potuto stare con me da umano e vivere una vita normale insieme, per quello che ne sapevo non c'erano altre pietre in circolazione e non volevo che Damon si imbarcasse in una  ricerca estenuate di qualcosa che non esisteva solo per vivere una vita normale, io amavo la mia vita con lui proprio così com'era e non volevo che cambiasse niente di lui per me.
Avevo sentito abbastanza, sapevo che avrei dovuto affrontare l'argomento prima o poi, ma non questa sera, ormai la stanchezza della giornata cominciava a farsi sentire, così mi alzai sempre senza fare rumore e mi diressi in camera di Damon, appena arrivai in camera presi la rincorsa e mi gettai sul letto affondando nel piumino come avvolta da una nuvola, immaginando di volare mi lasciai catturare da Morfeo nel sonno più riposante e tranquillo di tutta la mia vita.
CONTINUA

Spazio autrice
Ciao a tutti, per prima cosa mi devo scusare per non aver postato la scorsa settimana ma purtroppo mio padre è stato ricoverato in ospedale e ho avuto molte cose da fare.
Per quanto riguarda il capitolo non ci sono molte cose da dire, è stato molto difficile scriverlo, ho perso da poco una persona fondamentale nella mia vita e affrontare questo argomento mi ha messa in difficoltà, alcune cose che ho scritto sono sentimenti personali che ho elaborato con il passare del tempo e affrontando il dolore.
Spero che vi sia piaciuto, nell'ultima parte ho inserito una dichiarazione d'amore di Damon ad Elena secondo me molto bella, non è farina del mio sacco ma sono più o meno le parole che mi ha detto mio marito quando mi ha chiesto di sposarlo, a parte dove parla di uccidere o ferire quello mio marito non me lo ha detto, se me lo avesse detto molto probabilmente sarei scappata!
Ho cercato a lungo il nome della madre di Damon ma non avendo trovato nulla e non ricordando se era mai stata citata nella serie ne ho scelto uno che mi piaceva, se qualcuno di voi sa il vero nome me lo dica così correggo l'imprecisione.
Questa volta non vi lascio spoiler poichè di fatto la storia si è conclusa, nei prossimi capitoli vedremo solo cosa accadrà nel periodo seguente al rientro a casa, nello specifico il prossimo capitolo riguarderà Caroline.
Ora vorrei lasciarvi una nota di servizio, dato che mio padre è ancora in ospedale e ne avrà per almeno due settimane e io ovviamente non avrò il tempo di scrivere vi comunico che ci rivedremo il 28 marzo con  un nuovo capitolo, mi dispiace molto ma davvero mi sarà impossibile concentrarmi sulla storia.
Vorrei chiudere oltre che con i soliti saluti a chi mi segue con un saluto speciale per una persona che ho amato immensamente e che adesso mi legge da lassù...ciao Sam 21/6/1984 - 20/2/2012.






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Capitolo 28
*** Che strana storia è la vita ***


Cap.28 Che strana storia è la vita Cap.28 Che strana storia è la vita   POV CAROLINE 

Il tempo era decisamente volato, per molto tempo tutto intorno a ma era rimasto fermo come congelato in un presente senza fine, le mie giornate erano scandite al mattino dalle visite al cimitero alla tomba di Tayler e alla sera dal bere tanto da non ricordarmi più chi fossi al Grill, ero spesso sola e la compagnia non faceva altro che aumentare il mio cattivo umore e accendere la mia rabbia, ogni occasione era buona per distruggere qualcosa, più di una volta Damon era venuto in mio soccorso prima che riuscissi a distruggere anche me stessa.
Era stato difficile decidere di affrontare la causa di tutta la mia rabbia ma una mattina presi il coraggio a due mani e decisi che era il momento di guardare negli occhi la persona che mi aveva rovinato la vita, così salii in macchina e mi diressi verso il Pensionato dei Salvatore.
Durante il viaggio pensai e ripensai a cosa gli avrei detto, gli avrei urlato la mia rabbia o avrei cercato di analizzare l'accaduto senza dare di matto, avrei cercato di ucciderlo o l'avrei compatito per la sua miserabile esistenza, seguendo il filo dei miei pensieri il viaggio sembrò essere ancora più breve e una volta davanti all'ingresso rimasi immobile con la mano sulla maniglia nell'attesa di trovare la forza di entrare e scendere in quello scantinato.
La sofferenza per la perdita di Tayler era li rintanata in una angolo del mio cuore e solo dopo un mese autodistruttivo ero riuscita a rinchiuderla in un angolo per permettermi di continuare ad esistere senza impazzire, mi bastava un attimo di distrazione ed eccola li che si ripresentava subdola e viscida, senza il controllo della ragione mi era impossibile mandare avanti la mia vita, così da un mese a questa parte non avevo fatto altro che spegnere tutte le emozioni concentrandomi solo ed escusiavamente sulla mia testa.
Davanti a quella porta però non era più così facile tenere sotto controllo tutte le emozioni che avevo tenuto in un cassetto, lentamente ma inesorabilemente sentii montare una rabbia così feroce da scuotermi tutto il corpo con dei tremiti, rafforzai la presa sulla maniglia e la girai, per poco non strappai la porta dai cardini nell'aprirla, entrai come una furia nel salotto e feci altrettanto mentre scendevo le scale verso la cantina, passai davanti alla cella di Stefan ma quando arrivai al mio obiettivo mi resi conto che la cella era vuota, rimasi immobile con la bocca aperta investita dalla sorpresa, poi corsi di nuovo di sopra in salotto e rimasi in ascolto sperando di sentire la sua presenza da qualche parte.
Non potevo credere che fosse scappato o peggio che lo avessero lasciato andare, non ora che avevo trovato il coraggio per affrontarlo, poi sentii provenire dal giardino delle risate, decisi di uscire e di andare a vedere chi fosse dato che non riuscivo a riconoscere le voci, così uscii nel porticato e cominciai a seguire le voci, venni condotta nel giardino sul retro dove mi nascosi dietro un muro e rimasi ad osservare una scena davvero insolita, Klaus sedeva su una poltrona di vimini e leggeva un libro mentre Rebekah sedeva a terra ai suoi piedi e rideva di gusto, sembravano due fratelli qualsiasi che si godevano un pomeriggio di sole in giardino, se non fosse stato per quello che mi aveva fatto Klaus poteva anche essere così.
Mi spostai leggermente per vedere meglio quando calpestai un rametto di legno che si spezzò, Rebekah si accorse subito della mia presenza e si congedò dal fratello lasciandolo solo.
Attesi ancora qualche secondo nascosta per osservare le mosse di Klaus, ma contro ogni mia aspettativa rimase seduto a leggere, sembrava tranquillo e sereno mentre scorreva le frasi scritte sul libro, per un istante ebbi un moto di tenerezza nei  suoi confronti, forse dopotutto aveva ritrovato la pace interiore che aveva cercato per secoli, forse ora era pronto per ricominciare a vivere.
Presi coraggio e uscii dal mio nascondiglio, non appena si rese conto della mia presenza chiuse il libro con un colpo secco e si diresse verso di me, appena fummo uno di fronte all'altro accennò un inchino e mi fece cenno di accomodarmi sulla sua poltrona, non lo degnai di una risposta e rimasi ad osservarlo sperando di intimorirlo e indurlo a scusarsi per tutto ciò che aveva fatto, anche se delle sue scuse me ne sarei fatta poco vederlo umiliarsi mi avrebbe comunque fatto sentire meglio perciò perseverai nel mio tentativo di intimidazione.
Purtoppo non sortii nessun effetto e Klaus continuava a sorridermi in maniera piuttosto irritante, ma non irritante perchè beffarda ma perchè vergognosamente felice, cosa difficile da accetare visto la mia attuale situazione così sbottai in maniera decisamente poco educata << Cosa cavolo hai da sorridere? >> cercai di essere il più minacciosa possibile ma Klaus non smise di sorridere e gentilmente disse << Perchè non dovrei, il sole splende e posso sentirne il calore sulla pelle, leggo un libro e ora sono anche in dolce compagnia >>, era pazzo o cosa, ora che era umano avrei potuto ucciderlo con un dito per sedare il mio desiderio di vendetta e lui lo sapeva dato che era a causa sua che Tayler era morto, ma c'era qualcosa in quella sua serenità che contagiò anche me e mi rese molto più dispinibile nei suoi confronti così mi addolcii e gli domandai << Cosa staresti leggendo di così bello da farti sentire felice ? >> continuai a guardarlo negli occhi e riuscii a leggervi solo dolcezza e comprensione e un enorme e profondo dolore, nemmeno Klaus interruppe il contatto visivo e disse << Twilight, me lo ha dato Rebekah dice che queste cose sui vampiri vanno di moda ma ci sono scritte così tante inesattezze e assurdità che più che un romanzo d'amore sembra una commedia >>, non potevo credere ai miei occhi, stava leggendo un libro per adolescenti, lui che molto probabilemente aveva letto o magari parlato con tutti gli scrittori più famosi della storia, mi lasciai scappare una risatina un pò isterica, e gli feci cenno di seguirmi, mi sedetti sulla poltrona di vimini e lui si accomodò in una vicino, aprì il libro e ricominciò a leggere a voce alta da dove si era interrotto prima del mio arrivo.
La sua voce era un velluto sul quale le parole scorrevano e creavano immagini della storia che stava leggendo, non lo avrei mai interrotto la sua voce mi aveva stregata e annebbiata in maniera così totale da rendermi quasi un automa nelle sue mani, nonostante al mio arrivo mancasse più di metà del libro rimasi finchè non terminò la lettura, con un colpo secco chiuse il libro e mi ridestò dal mio limbo.
Ormai era sera e dovevo tornare a casa così mi alzai e mentre mi allontanavo lo sentii dire << Dovremmo rifarlo, è stato bello >> non mi voltai neppure per rispondere, come aveva potuto stregarmi fino al punto da trattenermi l'intero pomeriggio a leggere un libro per ragazzi e come poteva essere possibile che volessi tornare per ascoltare ancora la sua voce, ero andata li per ucciderlo e ora non potevo più fare a meno di lui.
La notte passò costellata da incubi terribili e sensi si colpa che mi toglievano il respiro, potevo essere una persona così terribile da aver già perdonato l'uomo che aveva ucciso il mio fidanzato e potevo già essere arrivata al punto da apprezzarlo, mi sentivo una traditrice, sporca come una prostituta e indegna come una ladra, dovevo assolutamente parlarne con qualcuno che mi capisse, così decisi che nel pomeriggio sarei passata da Elena per parlare con lei.
Quando arrivai dai Salvatore la casa sembrava vuota, Damon ed Elijah erano chissà dove e Kathrine era con Rebekah a fare shopping, così corsi subito al piano di sopra nella camera di Damon, e trovai Elena seduta alla scrivania che scriveva come al solito sul suo diario, appena mi vide lo chiuse e mi venne incontro, mi abbracciò e mi fece cenno di seguirla al piano di sotto, ci sedemmo sul divano davanti al camino e con un sorriso mi disse << So già perchè sei qui, me lo ha detto Rebekah, ieri sei stata tutto il pomeriggio con Klaus e ora ti senti in colpa >> ero sconvolta, quella pettegola di Originaria mi aveva spiata, di sicuro mi sarei vendicata prima o poi, forse poi piuttosto che prima, comunque Elena aveva centrato il bersaglio mi sentivo in colpa per quello che stavo facendo, la mia amica sapeva sempre cosa mi passava per la testa e non sbagliava mai, così le feci cenno di si con la testa ormai incapace anche di risponderle e la lasciai continuare << Non devi sentirti in colpa, non stai facendo niente di male, so che è presto e che Tayler ci ha lasciati da poco, e che ti sembra terribile interessarti proprio alla persona che lo ha ucciso, ma devi fidarti di te stessa se hai visto delle qualità che ti hanno ammaliata devi lasciarti guidare dal tuo cuore, magari non è così terribile come credi, forse ha delle buone qualità, forse ora che ha la possibilità di vivere come una persona normale potrebbe essere tutto diverso, dovresti dargli una chance, io l'ho fatto >>, forse Elena aveva ragione, una possibilità non si nega a nessuno, così l'abbracciai e dissi << Mi ha chiesto di leggere con lui ancora ma io sono scappata, forse ora non vorrà più farlo >>, Elena mi guardò e mi fece cenno di guardare fuori dalla finestra, così mi alzai e andai verso la finestra, appoggiai la fronte contro il vetro freddo e quello che vidi mi fece sorridere, Klaus era seduto sulla poltrona di vimini e teneva il libro aperto sulle ginocchia, con la mano destra teneva un mazzo di fiori e con la sinistra si aggiustava convulsamente i capelli e la maglietta come se fosse nervoso.
Corsi verso la porta e uscii, poi rallentai il passo e mi diressi verso di lui, appena mi vide scattò in piedi facendo cadere a terra il libro che teneva sulle ginocchia, si piegò per raccoglierò e gli cadde il mazzo di fiori, non fece in tempo a raccaglierlo perchè mi abbassai per aiutarlo e le nostre mani si scontrarono mentre raccoglievamo insieme il mazzo di fiori, in un primo momento esitai a prolungare il contatto ma ben presto mi resi conto che il contatto con la sua mano mi faceva stare bene così gli permisi di tenermela mentre ci sedevamo e leggevamo insieme un altro libro, attività che ci occupò la maggior parte dei pomeriggi della settimana e quando non leggevamo mi raccontava il suo passato e tutto quello che aveva fatto cose belle e brutte perchè voleva che di lui sapessi tutto e accettassi tutto, il bene e il male e di male ne aveva fatto e ricevuto tanto ma ora vedevo solo amore e dolcezza e ogni giorno lo apprezzavo sempre di più.
Poi una mattina aprii gli occhi e tutto era svanito, il dolore e la rabbia erano solo un ricordo annebbiato e lontano, il mio cuore era leggero come una piuma, tutto mi sembrava più colorato e definito e il mondo mi sembrava un posto ricco di amore e felicità.
In un angolo remoto sentivo ancora la presenza del senso di colpa ma il desiderio di vederlo e di poter stare con lui mi dava la forza per tenerlo ben nascosto in quell'angolo.
Ben presto mi ritrovai a passare tutti i pomeriggi con lui, a volte a casa ma ultimamente andavamo in giro, mi portava a fare shopping o al Grill a bere qualcosa, sembravamo quasi una coppia di fidanzati, con la sola differenza che io non sapevo ancora cosa provavo per lui, di sicuro amavo molto la sua compagnia ma non ero sicura che il sentimento che ci univa fosse diverso dall'amicizia, con Matt e Tayler era stato facile capire i miei sentimenti tutto era chiaro e definito ma con Klaus ogni cosa era il contrario di se stessa e niente era bianco o nero, e io ero terribilmente confusa, quando ero con lui non avrei mai voluto lasciarlo e quando non era con me pensavo solo a lui, forse sapevo perfettamente dove fosse il confine con l'amore ma non avevo il coraggio di ammettere di averlo oltrepassato già da tempo.
Una pomeriggio come al solito lo andai a trovare ma quando arrivai di lui non c'era traccia, lo cercai a lungo in casa ma niente, così uscii e mi diressi nel bosco, tutto era tremendamente silenzioso e calmo, nessun rumore di passi o altro, cominciò a prendere possesso di me la paura che potesse essere andato via così cominciai a correre finchè non arrivai nei pressi della cava e la mia attenzione fu attirata da una figura che sedeva su una roccia, mi avvicinai e riconobbi Klaus, stava osservando il tramonto che dipingeva di arancio le acque della cava, sembrava assorto nei suoi pensieri, così lo raggiunsi e mi sedetti accanto a lui, appena lo raggiunsi si voltò verso di me e mi sorrise, il suo viso inondato dalla luce aranciata del tramonto sembrava ancora più perfetto e triste, così gli sorrisi e lui mi accarezzò il viso con la mano, poi sospirò profondamente e disse << Grazie, se non fosse per te la mia vita sarebbe miserabile come la via non vita, mi hai insegnato che non importa quello che hai fatto tutti hanno una seconda chance >> lentamente avvicinò le sue labbra alle mie e vi depose un bacio dolcissimo, non appena sentii le sue labbra premere contro le mie mi irrigidii ma nel momento in cui  venni investita dal mare di emozioni che si stavano scatenando in me mi lasciai travolgere, portai le braccia attorno al suo collo e lo attirai ancora più vicino.
Quando malgrado tutto Klaus si allontanò da me rimanemmo a guardarci per qualche secondo poi gli sorrisi dolcemente e con un filo di voce gli dissi << Sono io che devo ringraziare te mi hai insegnato che non bisogna fermarsi alle apparenze e che spesso quello che c'è sotto la superficie non è affatto quello che ci aspettavamo >> mi avvicinai di nuovo a lui e lo baciai ancora e ancora.
La sera ci sorprese ancora abbracciati, nel nostro angolo personale di Paradiso dove niente e nessuno poteva distrurbarci, lentamente ci alzammo e mano nella mano decidemmo che era venuto il momento di  tornare al mondo reale, arrivammo a casa Salvatore e lo salutai sulla porta con altri baci, poi mi diressi all'auto per tornare a casa.
Mentre mi dirigevo verso casa tutto mi fu chiaro, ancora non sapevo come sarebbe andata a finire e se Kluas fosse la persona giusta per me ma di sicuro sapevo che tutto quello che avevo passato era una prova per dimostrarmi che spesso l'apparenza inganna, sorrisi tra me e me e pensai "Che strana storia è la vita".
CONTINUA


Spazio autrice
Eccomi qua con un nuovo capitolo, spero che questo Pov vi sia piaciuto, ho voluto provare ad immedesimarmi anche in Caroline spero di non essere stata troppo OOC.
Purtroppo siamo in dirittura d'arrivo e mancano davvero pochi capitoli alla fine, quattro o al massimo cinque, non ho ancora deciso.
Allora analizzando il capitolo, so che la scelta di mettere Caroline in coppia con Klaus è più che scontata, ma insieme mi piacciono molto emanano un'elettricità e una tensione emozionale che mi piace molto, si piacciono si desierano ma continuano a punzecchiarsi.
Vi lascio con un piccolo spoiler, nel prossimo capitolo vedremo come Damon chiuderà la storia della violenza da parte del fratello alla sua piccola Elena.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono sia lasciando recensioni che in silenzio, vorrei però esortare quesi ultimi a lasciarmi una recensione per farmi sapere cosa ne pensano anche loro della storia, soprattutto adesso che siamo alle battute finali...alla prossima settimana...Kiss








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Capitolo 29
*** Scontro tra fratelli ***


Cap.29 Sontro tra fratelli Cap.29 Scontro tra fratelli    POV DAMON


Il tempo era volato e ormai erano passate alcune settimane dal funerale e ovviamente non avevo ancora parlato con mio fratello, un pò perché sapevo che lo avrei ucciso con le mie mani e un pò perché sapevo che me ne sarei pentito, così cercavo disperatamente un compromesso che facevo fatica a trovare, la situazione era complicata, quello che aveva fatto alla mia Elena era terribile ma non era in sé e che diritto avevo io di giudicarlo se non lo aveva fatto neppure Elena e lo aveva perdonato ormai da tempo.
Quando avevo aperto gli occhi questa mattina ero rimasto estasiato dalla bellezza della ragazza che dormiva tranquilla al mio fianco, ancora non riuscivo a credere che fosse tutto vero, ogni volta che la guardavo riposare tranquilla, come questa mattina, montava in me una rabbia primordiale che faticavo a controllare, come aveva potuto fare una cosa del genere ad una creatura così dolce e gentile come lei, forse meritava di morire, che senso aveva continuare a vivere se non riusciva a cogliere la bellezza del mondo che ci circondava e l'unico fine era far soffrire gli altri.
Mi alzai di scatto dal letto e il mio gesto brusco fece svegliare Elena si soprassalto, la vidi voltarsi verso di me e regalarmi un sorriso meraviglioso, si avvicinò lentamente e appoggiò le sue labbra sulle mie, la sentii sorridere mentre mi baciava, cinsi la sua vita con un braccio e la attirai a me, non appena cercai di approfondire il bacio Elena si allontanò e sorridendomi mi fece cenno di no con la testa, in quel momento mi ricordai che aveva promesso a Caroline di vedersi al Grill così la lasciai andare e la osservai mentre si dirigeva in bagno per prepararsi.
Era tutto così normale, se per noi c'era davvero qualcosa di normale, da quando eravamo tornati, niente più nemici o combattimenti, sembravamo quasi una coppia di normali fidanzati, poterla avere vicino senza complicazioni era meraviglioso, finalmente era il mio turno di essere felice.
Mentre Elena era sotto la doccia decisi di scendere in cantina per prendere una sacca di sangue, così mi alzai e lentamente scesi in cantina, non avevo nessuna voglia di scendere dato che per prendere il sangue dovevo passare davanti alla cella di Stefan ma questa mattina eravamo soli io ed Elena e non potevo chiedere a nessuno di andarci al mio posto, da quando eravamo rientrati a casa non ero mai andato in cantina e spesso il sangue me lo portava Kathrine quando andava a prenderne per sé.
Questa mattina non avevo scelta così feci leva sul mio autocontrollo e mi diressi verso il frigorifero dove tenevo il sangue, cercai in tutti i modi di non lasciare che la mia curiosità prendesse il sopravvento, ma appena arrivai davanti alla cella di mio fratello non riuscii a trattenermi dal rallentare il passo fino a fermarmi, guardai attraverso le sbarre e lo vidi accovacciato in un angolo con la testa tra le ginocchia, per un istante mi fece pena e mi sentii un mostro per non essere andato da lui prima, ma appena l'immagine del viso di Elena nel momento in cui mi aveva confessato la violenza di mio fratello mi tornò alla mente ogni briciolo di compassione che avevo provato nei suoi confronti sparì.
Doveva essere molto debole perché non si era ancora accorto della mia presenza nonostante non avessi fatto particolare attenzione a non provocare rumore, rimasi ancora immobile ad osservarlo finché molto probabilmente si rese conto della mia presenza e alzò lentamente la testa puntando i suoi occhi verdi nei miei, nessuno dei due parlò e ci guardammo per alcuni minuti poi Stefan con non poco sforzo e appoggiandosi alle pareti di roccia della cella si alzò e con un filo di voce disse << Sono pronto, ti stavo aspettando >>, mi conosceva come le sue tasche, nonostante fossimo uno l'opposto dell'altro sapeva perfettamente cosa mi era passato per la testa in quei giorni e sapeva che ero li per ucciderlo, o meglio il Damon irrazionale era li per ucciderlo mentre quello razionale e riflessivo che stavo imparando a conoscere nell'ultimo periodo lottava per farsi valere e per fare la cosa giusta, nel profondo sapevo che perdonarlo era la cosa giusta da fare ma non era nel mio dna essere riflessivo, nonostante mi sforzassi di esserlo per Elena, così lasciai campo libero alla mia rabbia e con un calcio poderoso sfondai la porta della cella che andò a sbattere contro la parete dietro Stefan accartocciandosi ed entrai come una furia, lo afferrai per la gola e lo sollevai da terra, avvicinai il suo viso al mio e con un ringhio animale gli vomitai addosso tutta la mia rabbia << Ora ti pentirai di quello che hai fatto, ti strapperò il cuore e lo darò in pasto ai lupi, ma prima ti farò soffrire come non hai mai sofferto in vita tua ! >> senza dargli neppure il tempo di ribattere lo scaraventai contro la parete opposta e rimasi ad osservarlo mentre tentava faticosamente di rialzarsi, non appena fu di nuovo in piedi lo colpii con un potente pugno allo stomaco facendolo sbattere contro il muro alle sue spalle, lo vidi cadere sulle ginocchia e mi lanciai di nuovo all'attacco colpendolo ancora e ancora, nonostante i miei colpi Stefan non accennava a reagire e neppure a difendersi, stavo cercando di ucciderlo e lui non faceva niente, rimaneva immobile ad incassare i colpi.
Ormai controllato completamente dalla rabbia afferrai una sedia che era appoggiata al muro e ruppi una gamba procurandomi così un paletto più che efficace per un vampiro ridotto male come mio fratello, mi diressi lentamente verso Stefan e appena fui abbastanza vicino al suo corpo martoriato mi inginocchiai e lentamente appoggiai il paletto nel punto esatto in cui c'era il suo cuore, lo guardai negli occhi e cominciai a spingere il paletto per farlo penetrare nella carne, volevo guardarlo negli occhi mentre moriva, volevo essere sicuro che l'ultima cosa che avrebbe visto era il suo assassino.
Continuavo a far penetrare sempre più a fondo il paletto ma Stefan non emetteva nessun suono, era pronto a morire consapevole di tutte le sue colpe, consapevole che vivere così non era vita e io ne sapevo qualcosa, se non fosse stato per il legame che nonostante tutto ci ha sempre tenuti uniti forse ora ci sarei io al suo posto, dopotutto era partito con Klaus per salvarmi e il suo sacrificio mi aveva dato una seconda chance, mi fermai e lo osservai ancora un istante, ma Stefan con le ultime forze che gli erano rimaste afferrò la mano che avevo stretta intorno al paletto e quasi tra le lacrime disse << Ti prego fallo, non posso vivere con questo senso di colpa che pende sulla mia testa come una spada, è meglio morire che portare questo peso >> per un istante la certezza di voler esaudire il suo desiderio si fece strada dentro di me alimentata sopratutto dalla rabbia che ancora controllava i miei pensieri e i miei gesti, poi quando riuscii a riprendere il controllo di me stesso mi resi conto che esaudire il suo desiderio non sarebbe stato altro che un regalo, un regalo che mio fratello non meritava, tutto quello che era successo aveva avuto inizio con il morso di licantropo che avevo ricevuto da Tayler, ma Stefan aveva comunque una scelta, poteva scegliere di non sottostare alle regole dell'Originario e seguire la sua coscienza, invece aveva scelto di spegnere le sue emozioni e di diventare un burattino nelle mani di un mostro che aveva trasformato ogni molecola del suo essere riducendolo ad un involucro vuoto e senz'anima.
Lentamente mi alzai ed estrassi il paletto dalla carne di mio fratello, lo osservai mentre quasi incredulo faceva saettare lo sguardo dal mio viso al paletto sporco del suo sangue che tenevo in mano, il suo sguardo sembrava pregarmi di ripensarci, di porre fine alla sua miserabile vita e di dargli la pace eterna, indietreggiai alcuni passi e rimasi immobile ad attendere che Stefan si rialzasse, quando finalmente riuscì ad alzarsi mi avvicinai nuovamente a lui, puntai i miei occhi nei suoi e con una spinta lo bloccai contro il muro che aveva alle spalle, non sapevo ancora cosa avrei fatto perché il desiderio di ucciderlo era ancora li vivo e prepotente, inspirai ed espirai alcune volte nel tentativo di calmarmi poi sfruttando la mia velocità sparii al piano di sopra lasciando Stefan libero di uscire dalla sua cella.
Mi diressi in salotto verso il mobile dei liquori, presi una bottiglia di bourbon e ne versai una generosa quantità in un bicchiere, lo afferrai e lo bevvi tutto d'un fiato, il mio udito sopraffino non poté non sentire il rumore di passi che proveniva dalle scale che portavano alla cantina, Stefan stava sicuramente salendo dalle scale e presto sarebbe comparso in salotto, trassi un respiro molto profondo per cercare di calmarmi e attesi il suo arrivo, quando lo vidi comparire in salotto non ebbe il coraggio di guardarmi in faccia e continuava a puntare lo sguardo sul pavimento, se conoscevo mio fratello e lo conoscevo piuttosto bene, doveva essere in difficoltà, non era mai stato bravo ad affrontare la mia rabbia, la maggior parte delle volte spariva ed andava a nascondersi, ma questa volta non aveva scelta, non c'era nessuno a difenderlo e non c'erano vie di scampo, in un modo o nell'altro avrebbe pagato.
Mossi alcuni passi nella sua direzione e mi fermai non appena alzò il viso e mi guardò dritto negli occhi, tremava come una foglia e soffriva terribilmente, non per le ferite che gli avevo inflitto poco prima, ma per il dolore che provava ogni qualvolta incrociava il mio sguardo, il senso di colpa e la vergogna per tutto quello che aveva fatto lo stavano lacerando nel profondo dell'anima, tanto da fargli desiderare la morte piuttosto che continuare a vivere una vita a metà, lo vidi sospirare e prendere coraggio, poi come un soffio disse << Perché? >>, nel tentativo di controllarmi ogni muscolo del mio corpo era teso e contratto e vibravo come una corda di violino, strinsi i pugni più forte che potevo fino a ferirmi i palmi delle mani e cercando di controllare il più possibile il tono di voce per mantenerlo atono e freddo dissi << Non meriti di morire,sarebbe un regalo troppo grande, la tua punizione sarà vivere ed imparare a convivere con quello che hai fatto, sarai costretto a vedere le persone alle quali hai fatto del male e subire il loro disprezzo con la consapevolezza che nessuno di loro ti amerà mai più, sarai solo per il resto dell'eternità, forse un giorno riuscirò di nuovo a guardarti senza provare disprezzo, forse un giorno la tua presenza non mi disgusterà più, ma anche allora niente potrà tornare come prima, il perdono non fa parte dei miei piani per il futuro >> mi voltai e velocemente mi diressi in camera mia, appena varcata la soglia vidi subito Elena che avvolta in un asciugamano mi tendeva le braccia per accogliermi nel suo abbraccio, mi avvicinai e la strinsi, lentamente avvicinò le labbra al mio orecchio e dolcemente disse << Sappiamo entrambi che le cose che hai detto non sono vere e che in fondo lo hai già perdonato, ma capisco che tu lo voglia farlo sentire in colpa, sarebbe troppo facile ricevere il perdono senza fare ammenda >> non avevo idea di come avesse fatto a sentire tutto, ma aveva più che ragione, il mio orgoglio non mi aveva permesso di concedergli il perdono senza lasciarlo soffrire per fare ammenda, strinsi ancora più forte le braccia intorno all'esile corpo di Elena e la sentii abbandonarsi completamente al mio abbraccio, poi lentamente la liberai dalla mia stretta e mi sedetti sul letto mentre con lo sguardo seguivo ogni suo movimento, finchè non fu pronta per uscire e si avvicinò lasciandomi un bacio sulla fronte, la accompagnai alla porta e attesi che lasciasse il vialetto con l'auto.
Da quel giorno non incontrai Stefan per diverse settimane, nonostante abitassimo sotto lo stesso tetto era una presenza sfuggente, si aggirava per la casa come un'ombra e spariva non appena facevo il mio ingresso, mi era capitato più volte di osservarlo mentre chiacchierava con Elena, quando era con lei si trasformava e tornava ad essere il vecchio Stefan, ma appena restava solo tornava ad essere triste e scontroso, come se gli mancasse qualcosa.
Con il passare del tempo le cose cominciarono a tornare alla normalità anche se il rapporto tra noi non era più lo stesso e forse non lo sarebbe mai più stato, nonostante ci impegnassimo entrambi  c'era sempre qualcosa che ci teneva lontani, come un muro invisibile che non mi permetteva di raggiungerlo, ogni giorno desideravo sempre di più riavere accanto mio fratello, probabilmente non avrei mai del tutto dimenticato l'accaduto, ma il desiderio di riavere la nostra complicità fraterna era più forte di tutto e spinto anche dall'insistenza di Elena una mattina lo attesi in salotto e come tutte le mattine lo vidi arrivare con Rebekah, non appena l'Originaria mi notò ci lasciò da soli, non sapevo esattamente cosa gli avrei detto ma in qualche modo dovevo  pur cominciare, così mi schiarii la voce e dissi << Ti perdono, mi sembra di impazzire, credevo di poter trascorrere l'eternità odiandoti, ma evidentemente non mi è possibile, innumerevoli volte mi sono voltato dall'altra parte quando avevi bisogno di me, questa volta non sarà così, perdonarti è l'unica strada per liberati dal senso di colpa, voglio che tu possa essere felice, sei la mia famiglia e l'affetto che mi lega a te è a prescindere da tutto >> vidi il suo sguardo accendersi e un enorme sorriso comparve sul suo viso, non lo vedevo sorridere da così tanto che mi sembrò incredibile che una cosa semplice come quella che avevo fatto potesse renderlo così felice, mi schiarii la voce di nuovo e dissi << Ora basta smancerie, per colpa di Elena mi sto trasformando in te, per festeggiare credo che potremmo andare al Grill ad ubriacarci, questo si che è da me ! >> afferrammo entrambi le giacche di pelle e noncuranti del fatto che fosse mattina presto ci dirigemmo al Grill per fare quello che sapevamo fare meglio, essere fratelli.
CONTINUA


Spazio autrice
Innanzitutto vorrei dirvi che sono molto felice di essere tornata a pubblicare dopo un periodo decisamente pesante, scrivere è la mia valvola di sfogo e sinceramente nell'ultimo periodo ne avevo davvero bisogno.
Ora passiamo al capitolo, nell'ultimo dialogo Damon secondo me è decisamente OOC, ma ho immaginato che l'amore per suo fratello potesse essere più forte di tutto e potesse per una volta abbattere le sue barriere emozionali consentendogli per una volta di esprimere i suoi sentimenti.
In questo capitolo traspare l'amore che c'è tra questi due fratelli che nonostante il dramma che hanno subito e le cose terribili che si sono fatti a vicenda sanno fare solo una cosa davero bene ;"essere  fratelli", credo che quest'ultima frase riassuma il senso di tutta la storia, a prescindere dall'amore e dai triangoli, questa è una storia di fratellanza dove c'è sacrificio e dolore, ma alla fine il rapporto tra questi due fratelli anche se tormentato vince su tutto, Stefan sacrifica la sua vita e il suo amore per salvare il fratello e Damon sacrifica il suo orgoglio per concedere al fratello una seconda chance.
Spero che vi sia piaciuto, devo dire che è stato una dei miei capitoli preferiti, spero sarà lo stesso per voi.
Piccolo spoiler per il prossimo capitolo, parleremo di un'Originaria un pò capricciosa e di una amore di vecchia data, sta a voi scoprire di chi si parlerà
Come al solito ringrazio tutto quelli che mi leggono sia in silenzio sia lasciandomi i loro commenti.
Alla prossima settimana...kiss kiss

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Capitolo 30
*** Ricominciare insieme ***


Cap.30 Non si può smettere di amare Cap.30 Ricominciare insieme   POV STEFAN


Il ritorno alla mia vecchia città era stato tutt'altro che piacevole, passavo le mie giornate rinchiuso in una cella con un pensiero fisso che mi faceva impazzire, mi corrodeva il cervello e mi rendeva instabile, il sangue.
Non c'era niente che desiderassi di più al mondo, solo il pensiero del suo sapore e del suo calore sul palato scatenavano la mia sete, ogni fibra del mio corpo era ormai distrutta dall'astinenza e mi chiedeva insistentemente di abbandonarmi alla bramosia e al piacere che solo il sangue sapeva darmi, che solo l'essere l'artefice della vita o della morte poteva darmi.
Qualsiasi tentativo di redenzione cercavo di metter in pratica falliva miseramente, facendomi ripiombare nell'oblio, solo come un cane.
I giorni e le notti si susseguivano tutti uguali e ormai potevano essere passati giorni come anni, la mia prigionia sembrava durare in eterno, senza via di scampo o di salvezza.
La sensazione di solitudine che ormai accompagnava le mie giornate mi stava rendendo folle e i ricordi delle mie vittime non tardarono a presentarsi sotto forma di allucinazioni che mi torturavano senza lasciarmi tregua, rivivevo ancora e ancora tutte le uccisioni, le sofferenze e la disperazione che avevo causato seguendo il mio istinto da Squartatore.
Finchè un giorno, il giorno che avevo atteso da quando ero tornato a Mystic falls, mio fratello mi fece visita e mise fine almeno ad uno dei miei tormenti predonandomi per quello che avevo fatto ad Elena, da quel momento in poi tutto mi sembrò più facile, anche se la strada sarebbe stata tutta in salita mi sentivo più forte e determinato, sapevo che ce l'avrei fatta, prima o poi avrei ripreso il controllo della mia vita.
In tutto quello che ormai era solo caos si era fatta spazio, in silenzioe e senza grandi gesti ma con una determinazione e una dolcezza che ormai l'avevano resa il mio punto di riferimento, Rebekah.
La sua presenza era costante e ormai se non era accanto a me mi chiedevo dove fosse, tanto ero abituato ad averla sempre con me.
Mi aveva spronato ad essere migliore di quello che ero diventato, il fatto che ci conoscessimo da sempre l'aveva aiutata ad abbattere il muro di indifferenza che mi ero costruito per difendermi dalla sofferenza che si agitava nella mia anima.
Non sapevo se sarei mai più riuscito a tornare ad essere il vecchio Stefan, ma con lei accanto di certo potevo sperare di lasciarmi alle spalle almeno la Squartarore.
Quando finalmente dopo diverse settimane riuscii ad uscire dalla mia prigione e a restare nella stessa stanza con degli esseri umani senza provare il desiderio di farli a pezzi, Damon e Rebekah decisero che ero pronto a tornare alla vita civile, in mezzo alle persone o per lo meno potevo tornare nella mia stanza e abbandonare la cella nel semi interrato.
Da quel giorno in poi riacquistai lentamente le mie abitubini e il controllo sui miei istini, il sangue umano era ancora l'elemento predominante della mia dieta, ma invece di attingere direttamente dal collo di qualche malcapitato mi rifornivo dalle sacche di sangue che mio fretello teneva stipate in un frigorifero in cantina, decisamente un bel passo avanti secondo Rebekah, visti i miei precedenti con la dipendenza da sangue umano.
La nostra relazione si faceva sempre più profonda e grazie all' amicizia che ci legava sopportare tutti i sensi di colpa e la sofferenza emotiva mi risultava meno difficile, lei era sempre li ogni volta che ne avevo bisogno e ormai eravamo assolutamente inseparabili.
Non ero ancora sicuro che quello che ci univa fosse qualcosa di più dell' amicizia, ma di una cosa ero sicuro, eravamo assolutamente indispensabili l'uno per l'altra, ogni momento libero lo passavamo insieme, io la accompagnavo a fare shopping, per il quale aveva praticamente un'ossessione e lei veniva con me quando andavo a caccia di animali nel bosco, insomma sembravamo una coppia affiatata e ben oliata.
Un giorno inesorabilmente ma inevitabilmente mi resi conto che Mystic Falls cominciava a starmi stretta e che non c'era più niente lì per me, mio fratello era felice e non aveva più bisogno di me e nessun nemico si sarebbe presentato alla loro porta, così si fece strada in me la consapevolezza che per diventare una persona nuova e lasciarmi alle spalle tutto quello che ero stato e che avevo fatto dovevo assolutamente costruirmi una nuova vita che a Mistic Falls non avrei mai avuto, perciò dovevo andarmene e ricominciare da capo ogni cosa.
C'era soltanto una persona il cui solo pensiero metteva freno al mio desiderio di scappare, Rebekah, come avrei potuto partire senza di lei, lei che per me in questi mesi era diventata indispensabile e lo sarebbe stata di sicuro anche nella mia nuova vita, ma come potevo chiederle di abbandonare il fratello che aveva bisogno di lei quanto ne avevo io e come avrei potuto chiederle di abbandonare una vita che ormai aveva imparato a conoscere e ad amare per qualcosa di ignoto che di sicuro non sarebbe stato perfetto, mi distrussi per settimane con questi interrogativi e cercai diverse volte di parlarle, ma ogni volta che la vedevo felice con suo fratello o con gli amici abbandonavo il progetto sconsolato.
Una mattina qualcosa in me cambiò, aprii gli occhi nel mio letto e fissando il soffitto bianco della mia camera raggiunsi la consapevolezza che se fossi rimasto tutto sarebbe andato a rotoli comunque, nonostante la presenza di Rebekah, così mi alzai e mi diressi in salotto dove trovai l'Originaria seduta sul divano intenta a leggere un libro, mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei, non sapevo da dove cominciare, di solito ero bravo con le parole ma questa volta era difficile trovare quelle giuste, la osservai alcuni istanti finché mi decisi a parlare e con un filo di voce dissi << Dobbiamo parlare, ho preso una decisione che cambierà la mia vita, ho deciso di lasciare Mystic Falls, questo posto non fa più per me, sono qui per salutarti >>, l'Originaria si voltò e fissandomi intensamente negli occhi mi disse << Perché mi saluti, non mi vuoi con te ? >>, non mi aspettavo una risposta di questo tipo così imbarazzato le dissi << Non pensavo che volessi...si insomma...che volessi venire con me, qui hai molte persone che ti vogliono bene, qui sei felice >>, Rebekah abbassò lo sguardo e lo puntò sulle sue ginocchia, la osservavo mentre si torturava insistentemente le mai, poi mi fissò nuovamente e disse << Qui sono felice perché tu sei qui, se andremo da un'altra parte sarò felice lì se tu sarai con me>>, non le risposi, mi avvicinai lentamente e la baciai con dolcezza, era la mia risposta, ero pronto per condividere la mia nuova vita con lei.
Nei giorni seguenti mettemmo tutti al corrente della nostra decisione e quando arrivò il momento della partenza tutti i nostri amici erano lì per augurarci un futuro felice e radioso.
Forse un giorno saremmo tornati a casa ma ora era il momento di partire e di seguire la nostra strada, per avere la possibilità di ricominciare a vivere e per essere felici insieme.
Fu estremamente difficile salutare le uniche persone che nella mia esistenza mi avevano amato nonostante tutto, ma il momento più straziante arrivò quando dovetti salutare mio fratello, tratteni le lacrime a fatica, ero sicuro che anche Damon fosse devastato dalla mia partenza ma da bravo fratello maggiore che mi leggeva come un libro aperto sapeva che era l'unica cosa giusta da fare per permettermi di cominciare una nuova vita e lasciarmi alle spalle quella vecchia con tutte le sue sofferenze.
Attesi che anche la mia compagna di viaggio salutasse i suoi fratelli e tutti gli amici, poi afferrai gli ultimi bagagli e ci dirigemmo verso l'auto, Rebekah si sedette al posto del passeggero mentre io caricavo le ultime cose nel portabagagli, non appena ebbi finito mi diressi  verso il posto di guida e mi fermai un attimo ad osservare ancora una volta la casa che mi aveva visto nascere e poi morire, poi nuovamente tornare alla vita, ripensai a tutti momenti che avevo vissuto lì, i giochi con mio fratello, la prima volta che mi ero innamorato quando ero ancora umano, poi tutto era precipitato e il caos aveva preso il sopravvento fino a schiacciarmi del tutto e come era già capitato lasciavo la mia vita e la mia casa per cercare di rimettere insieme i pezzi di un puzzle che ormai avevo distrutto troppe volte.
Ogni volta avevo trovato una compagna di viaggio che mi aveva ispirato aiutandomi a controllare i miei istinti, riportando alla luce un'umanità che spesso nel corso della mia non vita avevo spento e riacceso più volte fino a perderne il controllo, fino a perdermi del tutto, fino a seppellirmi sotto mucchi di cadaveri e atrocità, ogni volta era stato difficile e doloroso riprendere il controllo della mia mente e rinchiudere lo Squartatore nell' angolo più buio della mia anima, ma ogni volta ero riuscito nel mio intento, soffrendo e gridando, distruggendo me stesso e poi ricostruendomi da capo, lavorando sulla mia anima come si lavora sulla creta, smussando gli angoli e rendendola fluida e malleabile.
Venni ridestato dai miei pensieri dalla mano di Rebekah che bussava sul vetro del finestrino, le sorrisi dolcemente e salii in macchina, per un istante ci guardammo negli occhi, entrambi sapevamo quello che stava pensando l'altro, non sarebbe stato facile e la tentazione di restare si faceva sentire prepotente, appoggiai una mano sul volante e l'altra sulle chiavi inserite nel quadro, le girai e misi in moto, ingranai la marcia e partimmo, nessuno dei due si voltò a guardare la nostra vita che si allontanava, d'ora in poi avremmo guardato solo avanti, ad una nuova vita, una vita da cominciare insieme.


Spazio autrice
Eccoci qua con un nuovo capitolo, ormai la storia sta volgendo al termine e mancano solo due capitoli alla conclusione.
Che dire di questo capitolo, Stefan è tornato tra la gente ma è ancora distrutto da quello che ha fatto e sente la necessità di ricominciare da capo, come d'altronde ha fatto già diverse volte, questa volta al posto di Lexi con lui ci sarà Rebekah che lo guiderà e lo sosterrà.
Vi lascio con un piccolo spoiler sul prossimo capitolo, si parlerà di Elijah e devo dire che è uno dei miei capitoli preferiti, sperò piacerà anche a voi.
Ringrazio come al solito tutti quelli che mi seguono in silenzio o lasciandomi un commento e spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima settimana...kiss kiss










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Capitolo 31
*** Un amore Originario ***


Cap.31 Un amore Originario Cap.31 Un amore Originario    POV ELIJAH


Nel corso della mia esistenza ero stato molte persone e avevo vissuto molte vite, nessuna delle quali mi aveva reso felice, nessuna delle quali avevo scelto di mia spontanea volontà, ogni mia esistenza era la somma di bugie e tradimenti, di sofferenze e dolore, ma più di ogni altra cosa erano state tutte legate da un filo conduttore, la solitudine.
Mille anni di solitudine erano decisamente al di sopra della soglia di sopportazione di qualsiasi uomo, certo le donne non mi erano mancate ma nessuna di loro mi aveva colpito come fece lei, lei che per i secoli seguenti era stata la mia dolce ossessione, la mia sofferenza preferita, lei che era stata l'unica donna che non avrei mai potuto e dovuto amare, Katerina.
Ancora oggi se chiudo gli occhi le immagini della prima volta che l'ho incontrata si ripresentano vivide nella mia mente, ricordo il suo profumo, limone e zenzero che per l'epoca era assolutamente sfacciato e sensuale, il suono che produceva il suo vestito di seta grigia ogni qualvolta si inchinava per salutare qualcuno, ma la cosa di lei che più mi aveva colpito era il suo sguardo, forte e fiero, senza pudore o paura, sapevo che niente l'avrebbe piegata, nonostante il suo aspetto delicato e docile dentro di lei si nascondeva una leonessa e presto me ne avrebbe dato prova.
Passare i pomeriggi ad intrattenerla per conto di mio fratello Klaus era una dolce tortura, mi beavo della sua presenza e marchiavo a fuoco nella mia mente ogni immagine e ogni conversazione per poterle portare con me anche quando lei non sarebbe più stata con me.
Nonostante i miei tentativi di dissuaderlo Klaus non cambiò idea e portò avanti il suo piano, il dolore che provai nel sapere che lei sarebbe morta non era paragonabile a niente che avevo provato fino a quel momento, Katerina mi era entrata così profondamente sotto pelle che non riuscivo ad immaginare un'esistenza senza di lei, così presi la decisione più difficile della mia lunga esistenza, tradire mio fratello, quando finalmente trovai un modo per salvarla Klaus non volle sentire ragioni e questo mi spezzo il cuore, come poteva mio fratello essere così egoista da precludermi la felicità senza pensarci su due volte.
Il giorno in cui Katerina scoprì il piano di mio fratello, me lo ricordo come fosse ieri, il cielo era plumbeo e il vento sferzava violentemente le piante, la vidi correre via attraverso la finestra della mia camera, la osservai mentre spariva nel fitto della foresta e capii ogni cosa, non persi tempo e la seguii, non ci misi molto a trovarla, ma come mi aspettavo non voleva che mi avvicinassi, mi temeva come se fossi un mostro, mi respingeva come se l'avessi sempre maltrattata, all'improvviso un fulmine squarciò il cielo, colsi l'occasione per avvicinarmi a lei e posarle le mani sulle spalle, fissavo i suoi meravigliosi occhi, così belli e così terrorizzati, la attirai a me e l'abbracciai, in principio cercò di divincolarsi ma poi si rese conto che le mie intenzioni non erano ostili, così si rilassò e alzò il viso puntando i suoi occhi nei miei, da quel momento in poi tutto successe in maniera così convulsa che a volte non sono nemmeno sicuro di come siano andati i fatti, la vidi avvicinarsi e appoggiare le sue labbra morbide e calde sulle mie, non ebbi neppure il tempo di gioire per l'accaduto che sentii in lontananza mio fratello e il suo gruppo che la cercavano, non persi tempo e le deposi in mano un foglio con scritto il nome di una persona che l'avrebbe aiutata, Trevor.
Rimasi ad osservarla  mentre si allontanava di corsa, mentre la pioggia cominciava a cadere copiosa guardavo la mia vita correre via senza voltarsi, non sapevo se l'avrei mai più rivista, non sapevo se si sarebbe salvata ma di una cosa ero certo, in quella giornata di pioggia il mio cuore era morto definitivamente.
Per diversi secoli non seppi più niente di lei, intanto il mondo intorno a me mutava e si trasformava stravolgendosi sempre di più, tutto quello che avevo imparato a conoscere era cambiato, solo una cosa era rimasta immutata nel tempo, la mia passione e il mio amore per lei, poi un giorno, insieme all'arrivo dell'uomo sulla luna il mio cuore riprese a battere per una breve parentesi, passeggiavo per le vie di New York quando i miei occhi furono catturati da una figura sinuosa che camminava sul marciapiede dal lato opposto della strada, il mio cuore sussultò, era lei non mi sarei mai sbagliato, l'avrei riconosciuta tra un milione di persone, non persi tempo e attraversai la strada, la inseguii e appena fui abbastanza vicino le afferrai la mano, quando si voltò i suoi occhi si dilatarono per lo stupore e sul suo viso si allargò un sorriso meraviglioso che mi lasciò senza fiato, non mi disse niente l'unica cosa che fece fu posare le sue labbra sulle mie, questa volta c'era passione e desiderio, ma sopratutto c'era amore, anche lei mi aveva amato per tutti quei secoli, quando si allontanò mi accarezzò la guancia, non mi diede il tempo di dire nulla, in un soffio era già sparita, tutto mi crollò addosso ancora una volta.
Per la seconda volta nella mia esistenza precipitai in un baratro che mi risucchiò per molti degli anni successivi, uccidevo e mi ubriacavo e poi uccidevo di nuovo, Katerina mi aveva reso suo schiavo a tal punto da farmi uscire di senno, niente e nessuno riusciva a tenere sotto controllo i miei istinti e presto divenni un mostro, un'ombra che vagava sulla terra alla ricerca della donna che lo aveva reso tale.
Ancora una volta non seppi più niente di lei per molti anni, nonostante continuassi a cercarla non riuscivo a scoprire dove fosse, dovevo ammetterlo aveva una dote innata, nessuno sapeva nascondersi e sparire dalla faccia della terra come lei, poi un giorno mio fratello mi chiamò a colloquio e mentre sorseggiavo un bicchiere di whisky trafisse il mio cuore con un pugnale, facendomi cadere in un sonno di attesa e oblio che durò circa vent'anni, finché una sera finalmente una ragazza estrasse il pugnale dal mio cuore, Elena.
Quella sera credetti che Katerina fosse venuta a salvarmi, quando Elena mi spiegò l'accaduto le mie speranze di poterla incontrare nuovamente si frantumarono e svanirono in un istante, così quella sera decisi che avrei avuto la mia rivincita su mio fratello, finalmente avrebbe pagato il conto e sarebbe stato salato.
L'unica cosa che mi spiazzò più della somiglianza di Elena con Katerina fu arrivare al pensionato dei Salvatore e scoprire che Katerina era lì da parecchio tempo, i nostri sguardi stupiti si incontrarono ed entrambi rimanemmo senza parole, quando finalmente fui da solo nel salotto del pensionato lei mi arrivò alle spalle e mi abbracciò facendo scivolare le sue braccia intorno alla mia vita, per un istante desiderai che fosse un sogno perché il pensiero di perderla ancora mi avrebbe fatto impazzire definitivamente, lentamente intrecciai le mie dita alle sue e rimanemmo ad osservare il fuoco stretti in quell'abbraccio così familiare e ricco di sentimento.
Tutto intorno a me da quella sera era cambiato, ora non ero più solo, ma sopratutto non sarei mai più stato così codardo da lasciare che il timore e la reverenza che provavo per mio fratello ci allontanassero, avrei combattuto per lei senza risparmiarmi, morendo per lei se sarebbe stato necessario.
Finalmente poteva essere mia, finalmente potevo sentire la sua pelle morbida infuocarsi al contatto con le mie dita, potevo sentirla gemere di piacere mentre la stringevo a me, mentre la rendevo mia, mentre finalmente potevo inondarla con il mio amore.
Tutto quello per il quale avevo sofferto e mi ero distrutto adesso era mio e non me lo sarei più lasciato portare via, ogni momento della nostra vita eterna sarebbe stato dedicato ad amarci e a recuperare i secoli perduti.
Svegliarmi accanto a lei dopo tutto quello che avevamo passato era la cosa che più mi rendeva felice, poterla guardare mentre Morfeo ancora la abbracciava dolcemente cullandola mi faceva sentire l'uomo, si l'uomo perché accanto a lei non ero altro che un uomo innamorato, più felice del mondo, osservavo i suoi meravigliosi capelli sparsi sul cuscino e inspiravo il suo profumo che nel corso dei secoli non era cambiato e mi beavo della sua bellezza che mi lasciava ogni volta senza fiato.
Dopo tutto quello che era successo finalmente potevo avere la mia dose di felicità e come un drogato il mio unico pensiero era poterne avere ancora e ancora, senza tregua, come se l'unica cosa che mi teneva in vita fossero i suoi sospiri e i suoi gemiti, sentire il mio nome pronunciato dalle sue labbra all' apice del piacere era estasi pura per le mie orecchie e per il mio cuore.
Anche ora che la stavo osservando dormire, sentivo prepotente in me il desiderio di lei, tutto quello che mi serviva per proseguire la mia eternità era disteso in quel letto accanto a me, la osservai mentre si voltava e il lenzuolo che la copriva scivolava fino a lasciarle la schiena perfetta scoperta, delicatamente vi depositai un bacio, poi due poi tre, la sentivo muoversi sotto le mie labbra e sospirare sotto ogni mio tocco, ben presto la dolcezza lasciò posto ad una passione sfrenata impossibile da controllare, ogni tocco era una cicatrice che sarebbe rimasta impressa nelle nostre anime per l'eternità, ogni bacio era un sigillo d'amore eterno, i nostri corpi si muovevano in sincrono come se fossero una cosa sola, il piacere non tardò ad arrivare per entrambi e stremati ci abbracciammo scambiandoci dolci carezze.
Ogni volta che stavamo insieme era come se fosse la prima, come se le nostre anime si incontrassero per la prima volta, sapevo esattamente cosa desiderasse lei da me e lei sapeva esattamente quelli che erano i miei desideri, così ogni volta era come se tutto il nostro mondo fosse quel letto,
quello che provavo per lei aveva superato innumerevoli prove, aveva superato la morte e il passare dei secoli, all' inizio feci fatica a capire ma in seguito tutto mi fu più chiaro, amavo Katerina con tutto me stesso, con il cuore, con l'anima e con il corpo, perché amare davvero qualcuno è desiderare così ardentemente la sua felicità tanto da bruciare vivo, perché amare qualcuno davvero è sentirsi a casa anche in mezzo al deserto se sei con lei, ma sopratutto amare qualcuno davvero vuol dire avere la forza di aspettare e di sopportare sofferenze indicibili in attesa del momento in cui potrai starai con lei, in attesa del momento giusto in cui finalmetne le anime di due innamorati saranno pronte per diventare una.

Spazio autrice
Ciao a tutti, eccomi qua con un nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto leggerlo come a me è piaciuto scriverlo, non so se Elijah risulterà OOC ma io me lo immagino così mentre si strugge per Kathrine.
Devo dire che adoro questo vampiro, è così sfuggente e difficile da comprendere senza tralasciare il fatto che non è niente male.
Purtroppo questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l'epilogo dovre avremo due POV, quindi sarà un pò più lungo del solito, non vi svelo niente ma pensate solo a chi ancora non abbiamo visto e capirete di chi saranno i POV.
Ora una comunicazione di servizio, mercoledi prossimo ovvero il 25 aprile non posterò il capitolo perchè non sarò a casa perciò per l'Epilogo dovrete aspettare per il 2 maggio.
Allora come al solito vi auguro buona visione per domani sera (finalmente ci sarà un pò di azione Delena) e come al solito ringrazio tutti quelli che mi seguono sia lasciandomi una recensione sia in sielenzio, esorto questi ultimi a lasciarmi un commentino almeno ora che siamo alla fine così saprò se la storia vi è piaciuta...kiss

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Capitolo 32
*** Epilogo L'eternità non è abbastanza ***


Epilogo L'eternità non è abbastanza Epilogo L'eternità non è abbastanza    

Pov Damon

Erano passate diverse settimane dal termine della battaglia con Klaus e tutto era tornato alla normalità, se così si poteva dire, non c'era mai stato niente di normale nel nostro gruppo di amici e di sicuro non ci sarebbe mai stato.
Nell'ultimo periodo avevo fatto molte ricerche sulla Pietra della Vita ma non avevo trovato nessuna fonte attendibile e neppure nessuna notizia che potesse essere credibile, ormai avevo perso le speranze.
Ero ufficialmente intrappolato in una vita che ormai non mi apparteneva più da tempo, anche Elijah aveva fatto molte ricerche e aveva trovato una vecchia strega che ne sapeva qualcosa ma erano solo racconti, l'unica speranza che avevo era che fossero veri, ormai avevo deciso, avrei  parlato con Elena e sarei partito per Chicago con Elijah.
La mattina in cui decisi di parlare con Elena pioveva a dirotto e il cielo era coperto da nuvole scure e minacciose; la attesi a lungo in salotto, come al solito mi versai un bicchiere di Bourbon e lo sorseggiai con calma nell'attesa, quando sentii i suoi passi avvicinarsi alle scale e scenderle aumentai involontariamente la presa sul bicchiere e lo ruppi, rimasi ad osservare i vetri sul tappeto finché Elena non comparve in salotto preoccupata, mi voltai lentamente e la osservai mentre si avvicinava e prendeva la mia mano tra le sue in modo amorevole, puntò i suoi vivaci occhi castani nei miei e preoccupata disse << Va tutto bene ? >>, le sorrisi debolmente e le feci cenno di si, ma Elena mi conosceva bene e sapeva che c'era qualcosa che dovevo dirle, così sciolsi l'intreccio delle nostre mani e mi avvicinai pensieroso al caminetto, appoggiai entrambe le mani sulla mensola di legno che lo sovrastava e sempre voltandole le spalle dissi << Domani parto con Elijah per Chicago, ho avuto delle notizie su una seconda Pietra della Vita e voglio trovarla, non possiamo andare avanti così >>, la sentii sospirare rumorosamente e sistemarsi convulsamente i capelli, poi ogni rumore cessò e dolcemente disse << Cosa non può continuare così, mi sembra che le cose vadano piuttosto bene ? >>, sulle mie labbra spuntò un sorriso amaro, ero già passato in questa situazione, con Kathrine era stata la stessa cosa, all'inizio tutto andava bene ma in seguito mi ero reso conto che lei sarebbe rimasta giovane e bella mentre io sarei invecchiato e lei inevitabilmente si sarebbe stufata di me, è stato proprio allora che avevo desiderato restare con lei per sempre facendomi trasformare segnando la mia condanna, non avrei mai voluto la stessa cosa per Elena.
Mi voltai con un movimento piuttosto brusco e vidi Elena sobbalzare, non me ne curai e lentamente la raggiunsi, le posai entrambe le mani sulle spalle e dolcemente le dissi << Ancora non te ne rendi conto ma prima o poi le cose si complicheranno, ci sono già passato, non può funzionare tra un'umana e un vampiro, almeno non a lungo termine, se invece anch'io fossi umano le cose sarebbero più semplici, potremmo vivere una vita normale >>, la vidi sbattere le palpebre come se non avesse capito quello che le stavo dicendo, poi improvvisamente si fece seria e tutto d'un fiato disse << Vuoi dire che prima o poi visto che io invecchierò ti cercherai una più giovane e mi pianterai in asso, e tu vorresti ovviare al problema diventando umano, beh se è questo quello che pensi risparmiati la fatica, tanto non credo che arriveremo mai a quel punto, e io che ti credevo cambiato ! >> la vidi voltarmi le spalle e allontanarsi.
Ero come paralizzato, non riuscivo neppure a muovermi, come aveva potuto anche solo pensare che l'avrei lasciata per un'altra dopo tutto quello che avevo fatto ed era successo, quando finalmente mi ripresi Elena era quasi arrivata alla porta d'ingresso e solo grazie alla mia velocità la raggiunsi prima che riuscisse ad uscire, la afferrai per un braccio e la feci voltare verso di me, ero pronto a dirle in faccia tutto quello che pensavo ma quando incrociai i suoi occhi e mi resi conto che erano pieni di lacrime allentai la presa sul suo braccio e la lasciai andare, rimasi sulla soglia ad osservarla mentre scappava da me sotto la pioggia.
Ero sconvolto come poteva aver preso quella piega una discussione che doveva essere una cosa positiva, dopotutto stavo facendo il possibile per permetterle di vivere una vita normale e rimanerle comunque accanto, proprio non riuscivo a capacitarmi del baratro che si era aperto sotto i miei piedi in pochi secondi.
Tornai in salotto, afferrai il telefono che avevo appoggiato sul mobile dei liquori e composi velocemente il numero di Elena, uno...due...tre squilli e nessuna risposta, riprovai ancora e ancora ma Elena non si degnava di rispondermi, così frustrato mi sedetti sul divano con la testa tra le mani, rimasi alcuni minuti in quella posizione finché un tuono che fece vibrare i vetri mi risvegliò dal mio torpore e mi convinse ad uscire alla ricerca di quella testona di Elena, così afferrai la giacca di pelle e uscii diretto chissà dove.
Non avevo la minima idea di dove potesse essere, così mi diressi nei posti dove sarei andato io, con il senno di poi non erano decisamente quelli giusti, andai dritto al Grill, ma di lei nessuna traccia, eppure io sarei andato subito lì, qual'è il  posto migliore per sfogare la propria rabbia se non un posto dove si può trovare alcool a volontà, ma evidentemente non era l'idea di Elena, così uscii dal Grill e la cercai prima a casa sua, ma Jeremy e Rick mi dissero di non averla vista, allora mi diressi al cimitero, forse era andata dai suoi familiari, ma anche lì non c'era traccia della mia Elena.
Cominciavo a preoccuparmi e la preoccupazione si trasformò presto in frustrazione che nel mio caso diventava rabbia cieca quando si parlava di Elena, così mi trovai nel bel mezzo di un cimitero e per di più sotto la pioggia battente ad imprecare con delle parole assolutamente irripetibili, dove diavolo si era cacciata quella stupida, possibile che ogni volta che discutevamo doveva scappare via e magari fare qualcosa di stupido.
Afferrai nuovamente il telefono dalla tasca dei pantaloni e composi ancora il numero di Elena e ovviamente ancora una volta nessuno rispose, ora ero davvero incazzato, mi stava forse prendendo per il  culo, dovevo essere io quello offeso, mi aveva insultato con quello che mi aveva detto eppure ero in giro sotto la pioggia a cercarla e lei non si degnava di rispondere al quel maledetto telefono, chi diavolo credeva di essere, va bene tutto, va bene che ero innamorato ma non ero stupido, non si poteva permettere di trattarmi in quel modo e poi non rispondere al telefono, avevo il diritto di replica su quello che mi aveva detto.
Avevo un'ultima opzione prima di gettare la spugna e tornare a casa ad aspettare che tornasse, sempre sotto una pioggia battente mi diressi nell'unico posto che per me contava qualcosa, incurante della pioggia abbandonai il cimitero e mi inoltrai nel bosco, i fulmini squarciavano il cielo e il vento sferzava le chiome degli alberi che si piegavano come fuscelli, quando finalmente il bosco cominciò a diradarsi trassi un sospiro di sollievo, finalmente l'avevo trovata, era andata nell'unico posto in cui era sicura che l'avrei trovata, alla vecchia cava.
CONTINUA


Pov Elena

Quando mi ero svegliata quella mattina avevo avuto uno strano presentimento e come ogni volta finiva per risultare vero, sapevo che le cose con Damon erano state troppo belle per durare, non era da lui avere una relazione duratura, me lo avevano detto tutti e oggi me lo aveva confermato, in sostanza mi aveva fatto presente che prima o poi si sarebbe stufato di me, come aveva potuto.
In genere non ero una che si disperava, ero piuttosto brava ad affrontare le situazioni difficili ma questa volta mi aveva davvero ferita, non sarebbe stato facile farsi perdonare.
Attraversai di corsa il vialetto di casa Salvatore senza curarmi della pioggia che gelida mi entrava nelle ossa facendomi rabbrividire, non mi voltai per vedere se Damon fosse ancora sulla soglia e aumentai la velocità per allontanarmi il più velocemente possibile da lì.
Camminai a lungo sotto la pioggia, stranamente il freddo che avevo sentito inizialmente aveva lasciato il posto ad una sensazione di calore e protezione molto rassicuranti, così continuai la mia fuga sotto la pioggia finché giunsi in città, mi diressi verso il Grill, per una volta avrei provato il metodo alla Damon per sfogare la mia rabbia, entrai nel locale decisa a bere tutto il possibile prima di perdere conoscenza, ma appena mi sedetti al bancone e ordinai il primo drink il mio telefono squillò, lo estrassi dalla tasca dei pantaloni e lessi il numero di Damon sul display, frustrata appoggiai il telefono sul bancone e cominciai a bere, dopo diversi drink e altrettante chiamate da parte del vampiro mi alzai e uscii dal locale.
Se era possibile la tempesta infuriava ancora più di prima e dei tuoni terribili facevano impazzire gli allarmi delle automobili parcheggiate lungo la strada, nonostante tutto io mi sentivo tranquilla e al sicuro, come se quella tempesta potesse colpire tutti tranne me, le persone intorno a me correvano per mettersi al riparo dalla furia della tempesta, mentre io continuavo a passeggiare con calma sotto gli sguardi esterrefatti di chi correva per mettersi al riparo.
Proseguii la mia strana passeggiata e giunsi davanti alla mia "vecchia" casa, da quando eravamo tornati non avevo più rimesso piede a casa, ero stata troppo impegnata a prendermi cura di tutti tranne che di me stessa, silenziosamente salii le scale che portavano al portico ed entrai in casa, senza farmi sentire e sperando di non incontrare nessuno mi diressi nella mia vecchia camera.
Una volta all''interno mi chiusi la porta alle spalle e mi lasciai travolgere dai ricordi, ogni cosa bella o brutta era legata a quella stanza, la prima volta che mio padre mi aveva messa in punizione era stata perché avevo fatto entrare Matt dalla finestra, quando mia madre mi disse che stavo per avere un fratello ero seduta proprio su quel letto, ricordo ancora le coperte rosa con gli orsetti, la prima volta che avevo ammesso a me stessa di amare Damon ero proprio accanto alla finestra.
Lentamente mi avvicinai alla scrivania e aprii il primo cassetto dove trovai un libricino azzurro chiuso da una fibbia dorata, lo aprii e lessi una pagina a caso...
 
10 settembre 2009

Oggi a scuola ho incontrato un ragazzo meraviglioso, si chiama Stefan Salvatore, c'è qualcosa di lui che mi attrae come una calamita, mi ha chiesto di uscire e io ho accettato, sono così emozionata questo pomeriggio passerò a casa sua a trovarlo per parlare un pò...
...Sono appena rientrata da un pomeriggio meraviglioso, sono andata a trovare Stefan ma quando sono arrivata lui non era in casa e mi ha aperto la porta suo fratello Damon, sono rimasta ipnotizzata dai suoi occhi, duri come il ghiaccio e profondi come il mare, c'è però qualcosa che mi spaventa in lui, non faceva altro che fissarmi, quasi come se volesse mangiarmi, so che non è possibile ma la mia impressione era quella...

Non seppi trattenermi e continuai sfogliare ancora il mio diario e ogni volta che leggevo qualcosa mi rendevo sempre più conto di quanto ci  fosse di Damon in quel diario, fin dal primo giorno in cui l'avevo conosciuto mi era entrato dentro prepotentemente, continuai a girare le pagine finché la mia attenzione fu attirata da una pagina strappata e in seguito rimessa al suo posto che non ricordavo di aver scritto, quando cominciai a leggerla mi resi conto che l'inchiostro della penna era sbavato dalle lacrime, lessi la data e tutto mi fu chiaro, ma non mi sarei mai aspettata niente di quello che c'era scritto...

12 maggio 2011

Ormai é tutto finito, Klaus ha avuto il suo sacrificio, per un attimo avevo sperato che le cose si sarebbero sistemate, finché Stefan non mi ha detto che Damon è stato morso da Tayler, se solo penso che era venuto a trovarmi e a chiedermi il mio perdono e io da insensibile l'ho cacciato.
Appena ho saputo quello che era successo sono corsa da lui, ho guidato come una pazza senza rispettare nessun limite di velocità e rischiando la vita troppo volte, poi tutto è precipitato, l'ho visto soffrire e gridare, l'ho ascoltato delirare e l'ho perdonato tra le lacrime soffrendo con lui.
Per un attimo ho messo da parte ogni cosa e ho lasciato che il fiume in piena di sentimenti che provo per lui rompesse gli argini, la paura di perderlo per sempre mi ha dato la forza di lasciar defluire almeno una piccola parte del sentimento che c'è nel mio cuore.
Non avrei mai creduto che potesse salvarsi ma per merito di Stefan ora lui è qui con me e io mi sento in colpa, come ho potuto fare questo a Stefan che si è sacrificato per salvare suo fratello, eppure non riesco a non pensare a Damon e a quello che si siamo detti.
Adesso sono qui a scrivere tra le lacrime sconvolta come non mai, arrabbiata ma sopratutto terrorizzata per quello che provo e non dovrei....

Chiusi il diario con un gesto secco e sorrisi delle mie stesse parole, forse se avessi letto prima quelle pagine non mi sarei sentita in colpa per tanto tempo nei confronti di Stefan, forse mi sarei resa conto molto prima che Damon era sempre stato l'unico a possedere il mio cuore.
Sentii dei rumori provenire dal piano di sotto, molto probabilmente Jeremy e Rick erano rientrati, così aprii la finestra dalla mia camera e facendo il più attenzione possibile mi calai dalla grondaia fino a raggiungere il giardino sottostante, mi assicurai di non essere stata notata e attraversai di corsa il giardino.
Ora vagavo di nuovo senza meta, anche se una meta in testa l'avevo, così i miei piedi mi guidarono dalle persone che più mi mancavano in assoluto, i miei familiari, mentre camminavo verso il cimitero il telefono squillò diverse volte ma come prima non gli diedi importanza.
Raggiunsi in breve tempo le lapidi dei miei genitori e di zia Jenna e zio John, ero stata da loro talmente tante volte che non mi occorreva neppure leggere i nomi sulle lapidi per essere sicura di essere nel posto giusto, mi bastava appoggiare una mano sull'erba che ricopriva le loro tombe per sentire la loro energia e il loro amore che defluivano in me.
Ognuna delle persone che avevo amato mi aveva inesorabilmente lasciata prima del tempo, tutto quello che desideravo era non essere più obbligata a perdere qualcuno che amavo, il fatto che Damon volesse tornare umano mi esponeva a quella possibilità nuovamente, se si fosse presentato qualche altro nemico lui non si sarebbe tirato indietro per proteggermi, ma senza le sue "qualità" sarebbe stato inerme e senza possibilità di vincere.
Non potevo pensare neppure per un'istante di dover sopportare il dolore di non poterlo più vedere o toccare, di non poter più condividere con lui le nostre litigate e il nostro modo di fare pace, ma sapevo benissimo che quando Damon si metteva in testa qualcosa era praticamente impossibile fargli cambiare idea, l'unica cosa che potevo fare era aprirmi completamente con lui e sperare che capisse come mi sentivo.
Come ogni volta in cui andavo a trovare le persone che amavo anche questa volta mi avevano portato consiglio e mi avevano indirizzato verso la strada giusta, la sincerità, non avevo niente da nascondere a Damon e probabilmente venire a conoscenza di quanto lo amavo gli avrebbe fatto cambiare idea o almeno lo avrebbe spinto a rivedere la sua idea.
Il temporale infuriava impetuoso e non dava cenno di voler smettere, c'era però un punto all'interno del bosco in cui sembravano cadere la maggior parte dei fulmini, così per merito del mio senso di autoconservazione molto poco sviluppato decisi di andare a vedere per capirne il motivo, mi inoltrai lentamente nel bosco e camminai per un pò con calma, all'inizio non capii dove mi stava portando la mia ricerca ma in seguito mi resi conto di aver abbandonato il cimitero e di essere diretta alla vecchia cava.
Ero come attratta da una forza che non riuscivo a combattere, l'unica alternativa era lasciarmi condurre da essa e vedere dove voleva portarmi con esattezza.
Non dovetti attendere a lungo, dopo alcuni minuti di cammino la foresta cominciò a diradarsi e in lontananza potevo vedere il bacino d'acqua della cava.
Mi avvicinai alla riva e mi sedetti su un masso in parte sommerso dall'acqua, osservai in silenzio lo spettacolo incredibile che si era presentato ai miei occhi, centinaia di fulmini cadevano a ripetizione nel lago illuminando le sue acque come un milione di lampadine.
Il vento mi accarezzava il viso dolcemente e la pioggia si confondeva con le lacrime che numerose bagnavano il mio viso, poi come un sussurro il vento cominciò a parlarmi, inizialmente non riuscivo a distinguere quello che stava dicendo, ma ascoltandolo con più attenzione riconobbi in un sussurro il suo nome "Damon", non capivo cosa stesse cercando di dirmi finché alle mie spalle non sentii la sua presenza, era arrivato ed era lì per me.
CONTINUA


Elena non si voltò, ma sapeva che Damon si stava avvicinando, poteva sentire l'energia che il suo corpo emanava avvolgerla come un bozzolo protettivo, per scaldarla e difenderla dal temporale, la ragazza sorrise dolcemente pensando a quanto amore il bel vampiro bruno le dava senza tirarsi mai indietro.
Nonostante la loro litigata lui era lì per lei, pronto a difenderla, pronto ad amarla come solo lui sapeva fare, nel suo personalissimo modo, spesso disperato e al limite dell'ossessione ma sempre incondizionato e senza limiti.
La brunetta si voltò lentamente verso il vampiro e con un movimento fluido e aggraziato si spostò dal viso i capelli che il vento aveva scompigliato rendendoli selvaggi, si appoggiò dal masso sul quale era seduta e lentamente posò i piedi sull'erba bagnata dal temporale.
Il solo fragore dei tuoni spezzava il silenzio che si era creato tra loro, come un muro invisibile li separava e non permetteva loro di ritrovarsi, l'incomprensione li aveva travolti come un fiume in piena rendendoli sordi l'uno alle parole dell'altro, impedendolo loro di sentire i sussurri d'amore che si annidavano tra una parola e l'altra.
Nessuno dei due si mosse, entrambi accecati dall'orgoglio e dal desiderio di prevaricare l'altro, come in una battaglia i loro occhi si scontravano e combattevano all'ultimo sangue per non mostrare il fianco, ma come accadeva in tutte le battaglie uno dei contendenti era più forte o forse maggiormente motivato, così Elena perse presto tutta la sua determinazione e si lasciò ammaliare dallo sguardo di ghiaccio del suo vampiro.
La brunetta mosse qualche passo insicuro verso Damon, si aspettava che il vampiro le andasse incontro e l'abbracciasse, ma non accadde nulla di tutto ciò.
Damon strinse forte i pugni, mentre osservava statuario Elena avvicinarsi, decise di combattere ogni istinto di abbracciarla, di correre da lei, non poteva permettere ancora una volta che lei facesse di lui la sua marionetta, non poteva lasciarla vincere così facilmente, per lei aveva cambiato il suo essere, aveva sofferto ma nonostante tutto aveva perseverato convito che prima o poi lei avrebbe visto il vero Damon, quello che non si tira indietro, quello che quando ama da tutto quello che ha, purtroppo tutto quello che gli aveva detto oggi lo avevano spinto nuovamente nel baratro, nessuno lo avrebbe mai visto davvero.
Elena fece ancora qualche passo, conscia del fatto che Damon non si sarebbe mosso a costo di diventare una statua, lo conosceva bene e sapeva esattamente quanto fosse risentito per il suo comportamento, ma in quel momento aveva creduto giusto comportarsi in quel modo, offesa dalle parole che Damon le aveva rivolto, anche se sapeva perfettamente che il vampiro non volesse assolutamente intendere ciò che lei aveva chiaramente lasciato ad un'interpretazione del tutto personale.
Improvvisamente il vento sferzò Elena che rabbrividì per il freddo stringendosi nelle spalle per ripararsi almeno un pò dal freddo che a differenza di prima le stava penetrando nelle ossa, si rese conto di essere completamente fradicia e di avere tutti i capelli bagnati.
Il vampiro notò immediatamente il gesto della ragazza e senza perdere tempo la abbracciò facendole scudo con il proprio corpo, proteggendola così dal vendo che la faceva rabbrividire, cercò di resistere al desiderio di guardarla ma ben presto si lasciò vincere dalla passione che provava per lei e spostò il suo sguardo fino a puntarlo negli occhi di lei, l'unica cosa che vide fu tristezza e dolore, rammarico e sofferenza, gli occhi della ragazza erano vuoti, come se senza di lui non fosse capace di provare sentimenti.
Damon le accarezzò dolcemente il viso, la ragazza chiuse gli occhi e si beò del contatto che aveva ottenuto e lo prolungò appoggiando la sua mano su quella del vampiro per trattenerla, Damon non oppose resistenza e continuò ad accarezzarla senza sosta.
La brunetta sapeva che presto non sarebbero più bastate le carezze per cancellare quello che era successo, prima o poi avrebbe dovuto parlare con il vampiro e spiegare le sue ragioni, nessuna ragione le sembrava più giusta, lei non voleva che Damon tornasse umano, voleva diventare come lui per non abbandonarlo mai.
<< Credo che dovremmo parlare di quello che ci siamo detti >> disse con timore la ragazza.
<< So che non è facile credere che sia cambiato, ma ti assicuro che è così, volevo darti una vita normale e magari dei figli >> disse Damon senza  guardare la ragazza in viso.
<< Io non voglio che diventi una persona diversa, voglio solo che mi ami e io farò lo stesso, non voglio una vita normale e dei figli se significa perderti un giorno >> sospirò Elena.
<< Non serve che tu me lo dica, ti amo già a dismisura, farei qualsiasi cosa per te >> rispose serio Damon.
<< Se sei disposto a fare qualsiasi cosa per me, ti chiedo una cosa sola, trasformami, non voglio una vita in cui avrò la certezza che prima o poi non sarò più con te >> disse la ragazza con le lacrime agli occhi, conscia che la risposta del vampiro sarebbe stata negativa.
<< Come puoi chiedermi questo, sai cosa comporta diventare un vampiro, non posso condannarti ad un Inferno ! >> gridò Damon in preda alla rabbia.
<< Se sarò con te sarà il mio eterno e personale Paradiso >> rispose Elena sorridendo dolcemente mentre nella sua mente si formavano le immagini di un'eternità con l'uomo che amava.
<< Io...io..non...non posso, ti prego non farmelo fare, come potrei ucciderti con le mie mani ? >> rispose il vampiro sconvolto.
Le lacrime cominciarono a scendere impetuose sulle guance delle ragazza, anche il temporale sembrò intensificarsi nuovamente, i fulmini ripresero ad illuminare il cielo e i tuoni squarciarono il cielo con il loro fragore, il vampiro cercò inutilmente di asciugare almeno in parte le lacrime che affollano il viso della ragazza, ma ottenne solo il risultato opposto, facendo aumentare i singhiozzi della ragazza.
Elena pianse in preda alla disperazione per alcuni minuti, poi raccolse tutto il suo coraggio e la sua forza e puntò i suoi occhi nocciola in quelli di ghiaccio del vampiro, doveva mostrargli la via, non poteva permettere che ancora una volta si convincesse di essere inferiore a lei, di essere un mostro, doveva capire che per lei era perfetto ed era pronta a seguirlo per tutta l'eternità, doveva capire che per lei era fondamentale poter avere la forma dell'amore, la sua.
<< Non mi importa di tutte le cose che vorresti darmi e che non puoi, mi basta avere te, l'unica cosa che voglio è restare per sempre con te, permettimi di essere la cosa che più amo al mondo, te >> disse la ragazza in un sussurro.
Il vampiro rimase pietrificato mentre Elena gli riversava addosso un mare di parole stupende che mai avrebbe pensato di sentir dire su di lui, come poteva dirle ancora di non volerla trasformare, dopotutto era una bugia e lo sapeva bene, aveva pensato molte volte a come sarebbe stata la sua vita quando Elena non sarebbe stata più al suo fianco e non aveva visto altro che un groviglio di dolore e sofferenza dove le sfumature di grigio regnavano sovrane, come avrebbe fatto a vivere un'eternità senza poter più vedere i colori che la sua Elena le aveva insegnato ad amare.
Il vampiro appoggiò delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza e la strinse ancora più a sé, in quel bacio era racchiuso tutto quello che non si erano mai detti, tutto quello che era stato e quello che doveva ancora venire.
Damon si allontanò lentamente dalle labbra della ragazza e rimase qualche secondo ad osservare il meraviglioso sorriso che si stava aprendo sul suo viso, poi alzò il viso verso il cielo e anche Elena fece lo stesso, entrambi rimasero estasiati dal meraviglioso arcobaleno che svettava nel cielo.
<< Non credevo di essere talmente importante da spingerti a creare una tempesta quando litighiamo >> la sbeffeggiò Damon cercando di allentare la tensione.
Elena sorrise dolcemente e accarezzò il viso del vampiro, dopotutto non poteva essere in collera con lui, lo amava talmente tanto da permettergli di fare di lei qualunque cosa volesse e anche questa volta sarebbe stata la stessa cosa, sapeva che Damon non avrebbe acconsentito a trasformala ma di certo lei non si sarebbe arresa, avrebbe tentato ancora e ancora.
La ragazza sciolse l'abbraccio con il vampiro e intrecciò le loro mani, poi cominciò a camminare in direzione del Pensionato, era ora di tornare a casa.
<< Lo farò >> disse Damon in un sospiro.
Elena si voltò stupita dall'affermazione del vampiro, le sue parole dovevano averlo colpito nel profondo, si avvicinò lentamente e lo baciò sulle labbra con dolcezza, cercando di infondergli tutto l'amore che provava per lui.
<< Quando sarai pronto, solo allora lo sarò anch'io >> rispose la ragazza con dolcezza.
Il vampiro cinse le spalle di Elena e la strinse a sé mentre il sole tramontava pronto a lasciare spazio ad una notte stellata ed in seguito ad una nuova alba, la loro.
FINE


Spazio autrice
Ciao a tutti, purtroppo siamo arrivati al termine, se siete arrivati fin qui vuol dire che almeno un pò la storia vi è piaciuta.
Spero che questo capitolo, ma soprattutto la scelta che ho fatto per la fine non vi abbia deluso, mi sembrava il modo più giusto per concludere, Damon ha acconsentito ma Elena gli lascia la possibilità di decidere quando sarà pronto a farlo.
Che altro dire, come al solito ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita sia recensendo sia in silenzio, vorrei chiedere a questi ultimi di lasciarmi un commento almeno ora che siamo arrivati alla fine per sapere cosa ne pensate della storia.
Ci sono due persone in particolare che vorrei ringraziare per i loro commenti sempre perspicaci e ricchi di significato Iansom e Meiousetsuna, grazie siete state una fonte di ispirazione.
Spero di tornare al più presto con qualcosa di nuovo al quale sto già lavorando.
Per chi volesse pubblicherò sicuramente delle shot da adesso in poi, per poi tornare quest'autunno con una long, perciò passate a dare un'occhiata ogni tanto.
A presto...kiss kiss





 

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