Cold, dark world.

di Rumor3 Bianco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei il mio peccato. ***
Capitolo 2: *** Inghiottita dalle tenebre ***
Capitolo 3: *** Promesse infrante. ***



Capitolo 1
*** Sei il mio peccato. ***


               ~ your trick your lovers
             that you're wicked and divine
        you may be a sinner
             but your innocence is mine
          please me
             show me how is done
              tease me
                     you are the one
~  



Sirius camminava per il lungo corridoio per arrivare alla Sala Grande.
Erano passati sette anni e quasi non gli sembrava che tutto, TUTTO, stava stesse per finire.
I suoi passi rimbombarono tra le pareti di pietra.
L'angoscia gli attanagliò il cuore.
Non per gli esami, nè per paura di un futuro incerto. Aveva paura di lasciare l'unico posto al mondo dove si sentiva felice, in cui poteva essere se stesso e in cui poteva amarla.
Arrivò alla sua destinazione, ma prima di entrare osservò il grande portone d'entrata, che da li a una settimana per lui sarebbe stato l'uscita. L'uscita dalla sua felicità.
Un' ombra gli attraversò il bel viso.
Si avviò verso il suo tavolo. Remus e James gli avevano tenuto un posto. Si sedette accanto a loro, li salutò appena per poi concentrarsi a fare a pezzi con la forchetta il pasticcio di carne che aveva nel piatto.
Tra gli esami e il quidditch non l'aveva più vista se non alle lezioni, ma in quei momenti era inavvicinabile. Nessuno dei due si sarebbe mai fatto vedere con l'altro in pubblico. Sarebbe stato uno scandalo talmente enorme che nemmeno le spesse mura di Hogwarts sarebbero riuscite a contenerlo e sarebbe arrivato alle orecchie sbagliate. Così Sirius si limitò a guardarla aspettando di incrociare il suo sguardo, che purtroppo non arrivò.
Allora si alzò scalciando la panca.
-Non mi sento bene- biascicò agli altri - Me ne vado nella sala comune a riposare.- Non attese nè un cenno di risposta nè una parola. Uscì sotto gli occhi di tutti ed imboccò le scale.


                                                                                                                         ***

Bellatrix era entrata nella Sala Grande sperando di incontrarlo, ma al tavolo dei Grifondoro lui non c'era. Lo passò più volte con gli occhi avanti e indietro, ma di lui nemmeno l'ombra.
Con leggero fastidio si sedette vicino a Lucius Malfoy che subito iniziò a parlare di chissà quale sciocchezza, ma finse di ascoltarlo mentre controvoglia smangiucchiava delle patate fritte.
 Era completamente persa nei suoi pensieri guardando gli occhi azzurri di Lucius quando lui esclamò: - Chissà perchè Black si sente sempre in dovere di fare queste uscite ad effetto.-
Gli occhi della ragazza guizzarono sul cugino che usciva dalla sala, apparentemente furente.
Si obbligò a fare un sorriso ironico e a non rincorrerlo.
- Sì, mio cugino ha sempre avuto un talento innato per il melodramma.
Disse provocando uno sbuffo divertito a Rodolphus Lestrange seduto davanti a loro. Lo guardò con aria di sufficienza e tornò al suo piatto e ai suoi pensieri.
Passato un ragionevole lasso di tempo dall'uscita del cugino Bellatrix borbottò una scusa e lasciò il suo tavolo.
I lunghi corridoi erano abbracciati alla notte e nemmeno le torce riuscivano a dissolverne l'oscurità.
Non sapeva bene dove andare, sperava tanto che Sirius non fosse andato nel suo dormitorio, così continuò a camminare apparentemente senza meta. Poco dopo, quasi senza volerlo si trovò nell'ala est del castello dove una piccola balconata permetteva di osservare il cielo.
Scorse i capelli neri mossi dal vento. Sorrise.
- Sapevo di trovarti qui, Black.
Il ragazzo si girò e la guardò serio.
-Bella..- sussurrò.

                                                                                                                              ***

Dopo essere uscito l'ultima cosa di cui aveva voglia era andare la a sedersi su una poltrona ad aspettare l'arrivo degli altri, così si diresse nell'ala est, sotto l'arco dove di solito andava a guardare il cielo e pensare. Era in alto e lontano dalle aule, quindi poco conosciuto.
Arrivato uscì nel piccolo balcone appoggiando i gomiti sul parapetto. Una folata di vento gli scompigliò i capelli e lui chiuse le palpebre cercando di far scivolare via l'ansia.
-Sapevo di trovarti quì, Black-
Si girò di scatto guardandola negli occhi. Si perse in quelle iridi scure, immergendosi in esse prima di sospirare il suo nome.
- Bella..-
Il suo corpo si mosse da solo verso di lei. Le prese il viso tra le mani e la baciò. Dopo qualche istante lei lo spinse via.
-Sei matto!? Qualcuno potrebbe vederci!
-Nessuno viene mai quì- disse Sirius stringendosi di nuovo a lei, ma fu respinto nuovamente.
-Se passasse Pix andrebbe a dirlo al mondo intero e io sarei finita!
- Qui Pix non viene, questo è il posto preferito del Barone Sanguinario.
-Peggio ancora! Se mi vedesse l'intera casa dei Serpeverde verrà a saperlo. Non posso rischiare così tanto. Non sarei dovuta venire.
Fece per andarsene, ma Sirius la prese per un braccio e la schiacciò tra il suo corpo e il muro baciandola in maniera completamente diversa da poco prima. Fu un bacio rabbioso e passionale. Questa volta lei non lo respinse. Prese a baciarle il collo con tanta foga che i baci sembravano morsi. Un piccolo sospiro sfuggì dalle labbra della ragazza, eccitando ancora di più Sirius che avvicinò il bacino a quello della cugina iniziando a sbottonarle la divisa.
-Si-Sirius..- Sospirò Bella chiudendo gli occhi e gettando indietro la testa.
Era tutto ciò che lui stava aspettando.
Si tolse la camicia e la trascinò giù con lui nell'oscurità di quella notte.

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Capitolo 2
*** Inghiottita dalle tenebre ***


  ~We can never go home
       we no longer have one
     I'll help you carry the load
        I'll carry you in my arms
          The kiss of the snow
      The crescent moon above us
 Our blood is cold
    and we're alone
       but I'm alone with you
.~

Il silenzio e la notte li avvolgevano. Solo alcuni raggi di luna entravano dal piccolo balcone, illuminando i loro corpi bianchi coperti solo da uno scuro mantello. Un alito di vento freddo li sfiorò e un brivido persorse la schiena di Sirius.
Il ragazzo girò la testa di lato e incrociò i suoi occhi che lo guardavano. Sorrise. Si protese verso di lei e la baciò.
Fu lei a rompere il silenzio per prima.
-Sirius, cosa succederà quando ce ne andremo da qui?
-Non lo so. Potremmo continuare a vederci..
-Sì, certo. E i tuoi o i miei potrebbero beccarci e ucciderci- Aggiunse sarcastica.
-Ma no! Tanto io mi trasferirò da James, non rimarrò in quella casa un minuti in più del necessario. E' peggio che stare in prigione, diventeri matto a passarci la vita.. Peggio, diventerei come mio fratello Regulus.
-Andiamo, ma non ti mancherà nessuno di loro?
-No! Li odio tutti. Dal primo all'ultimo. Loro è quella loro mania per il sangue puro. Come se chiamarsi Black lavasse via ogni difetto o colpa. Sono la peggiore famiglia che esista, non se ne salva nessuno. Sono persone orribili.
-Capisco..- Annuì lei.
Poggiò la testa per terra e chiuse gli occhi come se volesse dormire.
Le accarezzò la spalla diafana che spuntava da sotto il mantello nero.
-A cosa pensi?-
-A niente..- la voce fredda lo trafisse.
Aggrottò la fronte. Con un gomito si puntellò su un fiancho per poterla guardare meglio.
Continuava a tenere gli occhi ostinatamente chiusi.
-Apri gli occhi.-
Non arrivò nessuna risposta, sembrò non aver sentito.
-Bella, aprili.
-Lasciami in pace, Black.
-Che cos'hai?
Di nuovo ignorò la domanda, ma aprì gli occhi, senza guardarlo e iniziò a vestirsi.
-Bella! Dimmi cos'hai!- Chiese con fermezza mettendosi a sedere.
Lei si abbottonò alla meglio la camicia, dopo essersi infilata la gonna e gli diede le spalle. Prese ad allacciarsi le scarpe, ignorandolo.
-Bella.Ti prego.-



                                                                                                                       ***

Quelle parole le avevano aperto gli occhi. Lui sarebbe stato infelice a vivere un'intera vita con lei.
Alla lunga l'avrebbe disprezzata, avrebbe disprezzato la sua vita, i suoi ideali, le sue scelte. Ogni cosa che faceva parte di lei.
Non c'era alcun futuro per loro, illudersi era inutile.
-Cos'ho? Te lo dico subito, Black. Ho che mi sono stancata di te e di questa storia. Andava bene quando avevamo 15 anni, ma ormai siamo maggiorenni e stiamo per entrare nel mondo vero. Non è abbastanza per me. Non sei abbastanza.
Si sforzò di dire queste parole senza tradire nessuna emozione, ma il cuore le si stava lacerando nel petto.
-Bella, ma.. Posso cambiare, questa storia può cambiare. Fuori di qui sarà tutto diverso..
Lei scosse la testa sforzandosi di sorridere ironica.
-Tu non vuoi capire. Io mi vergogno di stare con uno come te all'interno di queste mura, non potrei mai farlo la fuori. Io non voglio che questa storia cambi, io voglio che finisca.-
Lui la guardò come se non capisse quello che dicesse e invece che sentirsi irritata le venne quasi da piangere.
Lo guardò negli occhi con tutta la freddezza che possedeva.
-Addio, Black.-
Si girò lentamente e scomparve nella notte.



                                                                                                              ***
Sirius la guardò allontanarsi.
In un primo momento si era sentito morire, poi tutto gli era scivolato addosso. Ora si sentiva vuoto e freddo.
Fissava il nulla, come se fosse in trance.
Prese i suoi vestiti e se li infilò. Raccolse il mantello e si incamminò in modo meccanico verso il dormitorio.


                                                                                                       ***
Appena fu sicura di essere abbastanza lontana da non farsi sentire iniziò a correre. Le lacrime le solcarono il viso, ma lei con un movimento brusco della mano le cancellò. Non poteva permettersi di essere debole.
Scese le scale che portavano nei sotterranei e arrivò all'entrata della sua sala comune.
Cercò di ricomporsi. Entrò.
Non c'era nessuno, si avviò verso il dormitorio.
-Ti sei divertita con Black?
Si girò terrorirazzata. Su una poltrona un'ombra scura la stava osservando. Si avvicinò e scoprì essere Rodolphus Lestrange.
-Cosa vorresti insinuare, Lestrange?
-insinuare..? Niente. So solo che quasi tutte le notti tu scompari per andare a scoparti tuo cugino.
Lo guardò fredda - Non sono affari tuoi.           
-Oh sì, invece. Da ora sì. - Alzò una lettera che teneva in mano.
-Cosa vorresti dire? E cosè quella?
-Questa?- Sorrise- Questa è una lettera in cui mio padre mi informa che ha appena finito un trattativa con tuo padre.
-E allora?
- E allora tuo padre e il mio hanno deciso che dopo la fine delle scuola ci sposeremo. Questo fa di te la mia fidanzata, perciò gradirei che d'ora in poi smettessi di avere qualunque contatto con gli altri ragazzi, compreso Black.
Bellatrix sgrano gli occhi e rimase senza fiato. Non riusciva a crederci. Non poteva essere vero, gli strappo la lettera dalle mani e la lesse più volte. Era vero. Abbassò la testa rassegnata.                  
Lui prese per la vita, le alzò il viso e la bacio insinuandole la lingua ruvida nella bocca. La ragazza sentì un moto di repulsione. Com'era possibile che pochi attimi prima lo stesso gesto fosse stato così diverso?
Pensò a Sirius e il mondo sembrò crollarle addosso.
Voleva solo che Rodolphus si allontanasse.       
Così fu. Dopo essersi preso ciò che voleva si allontanò da lei scomparendo senza dire una parola.
Bella crollò sulle ginocchia e chiuse gli occhi sperando di venire ingoiata dalle tenebre. Forse la sarebbe stata felice o per lo meno, non sarebbe stata così triste.    

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Capitolo 3
*** Promesse infrante. ***


-The day you left me
       there was a feeling I have never shown
     The day you told me
        there were the words that I have never known
           And now it's over
       So what's left that I should ever feel
             cause since the day you left me I have been so alone
~




Sirius era nel suo letto, aveva chiuso le tende del baldacchino e fissava il soffitto.
Erano passati poco più di tre giorni da quella notte sulla torre est e in tutta la scuola ormai girava la voce del fidanzamento tra Bellatrix e Rodolphus.
Strinse i pugni per soffocare il nervoso e le unghie gli si conficcarono nei palmi.
Com'era possibile? Lestrange! Come poteva preferirlo a lui!? Lui lo aveva sempre considerato poco più che un insetto. Grande, grosso e ottuso. Forse in fondo non era così ottuso..
Era completamente perso nei suoi pensieri quando la voce di Remus lo riportò alla realtà.
-Felpato, muoviti! Faremo tardi all'esame di trasfigurazione!
-Oh, caz..!
Lo aveva dimenticato!
 Sbucò velocemente fuori dal baldacchino, si mise le scarpe e afferrò la borsa rincorrendo l'amico fuori dal buco del ritratto.
La Sala Grande era stata adibita per ospitare il penultimo esame scritto dell'anno. Trasfigurazione: il terrore dei 3/4 degli studenti dell'ultimo anno.
Sirius non aveva aperto un libro, ma non era preoccupato. La professoressa McGranitt si era ammalata e il suo sostituto era il professor Vitious. Avrebbe copiato tutto da Lunastorta senza problemi.
L'esame ebbe inizio; diede all'amico il tempo di rispondere alle prime domande, intanto percorse con lo sguardo la sala. Anvanti e indietro. James era due tavoli più a sinistra. Gli sorrise e gli fece cenno con la testa, poi tornò ad interessarsi al compito del vicino. Spinse lo sguardo più avanti e incontrò gli acquosi e preoccupati occhietti di Codaliscia che stava cercando qualcuno disposto a passargli le risposte. Girò la testa a sinistra e vide gli inconfondibili e unticci capelli corvini di Severus Piton, troppo preso dal suo compito per accorgersi di lui. Lo superò con disprezzo e infine la trovò: un' inconfondibile massa di ricci castani.
Era intenta a scrivere e nemmeno lei si accorse del suo sguardo. Aveva la mano sinistra tra i capelli, per tenerli lontani dagli occhi mentre scriveva. Il suo viso era contratto in un'esppressione concentrata; le sopracciglia ravvicinate, i denti mordicchiavano il labbro e la piuma si muoveva svelta sulla pergamena.
La guardò a lungo poi si accorse che già metà del tempo era passato; imprecò sotto voce e iniziò a copiare le risposte in fretta.
Rispose all'ultima domanda pochi attimi prima che il professor Vitious dichiarò la fine dell'esame.
Dopo che tutti i compiti furono ritirati si alzò e decise che era ora di parlarle.
La vide uscire di fretta dalla porta principale, fece per seguirla, ma James gli si piazzò davanti.
-Ehy Felpato, com'è andata?
Sirius si passò una mano fra i capelli e sorrise.
-Beh, dovresti chiederlo a Lunastorta. E' lui che ha fatto l'esame per entrambi.
Scoppiarono tutti a ridere.
-Beh, Felpato, abbiamo visto tutti che non hai aperto un libro. Non potevo permetterti di rimanere bocciato perchè hai qualche ragazza per la testa..
-Ah proposito, amico. Chi è?
Sirius aprì e chiuse la bocca, cercando una risposta alla domanda di James quando all'improvviso una fiammata di capelli rossi aabbracciò l'amico.
-Lil, come ti è andato l'esame?- Disse Remus, mentre James l'accoglieva con un bacio.
-Oh tutto bene, Rem.- Sorrise ai tre, poi si rivolse al suo ragazzo. -Andiamo?-
-Certo! Volete venire? Noi andiamo a Mielandia, stranamente la rossa si è lasciata convincere a usare i passaggi segreti.
Lily diede un leggero pungo a James ridendo.
-No grazie, Ramoso. Voglio ripassare per difesa contro le arti oscure. Ciao a tutti.- Remus si avviò per uscire e subito fu inseguito da Codaliscia.
-E tu, Felpato?
-No,no. Non ci tengo a fare il terzo incomodo con voi piccioncini. Divertitevi!
Li salutò e finalmente uscì nel parco.
Girò un po' e fu fermato diverse volte per parlare. Dopo aver evitato il maggior numero possibile di chiacchiere si avvicinò al lago.
Sentì la sua risata, un suono che da lungo tempo gli era estraneo; si avvicinò ad un albero, la trovò seduta appoggiata al fusto di una quercia e vicino a lei c'era Severus Piton.
Prima Lestrange e ora lui. Lo voleva davvero morto!
Piton si accorse di lui e si irrigidì portando la mano alla bacchetta.
-Non preoccuparti, Mocciosus. Non sono qui per te, volevo congratularmi con la mia cara cugina per il suo fidanzamento.
Il ragazzo non diede segno di averlo sentio. Sussurrò qualcosa all'orecchio di Bellatrix che annuì sorridendo, poi lui si alzò e se ne andò lanciando uno sguardo sprezzante a Sirius.
-Beh, da quando fai comunella con dei Mezzosangue? Non ti fa un po' schifo?- Le chiese ironico
-Cosa vuoi, Black?
-Oh, giusto. Lui diventerà un grande mago oscuro quindi merita la tua compagnia, che sciocco!
-Cosa diavolo vuoi?
La guardò negli occhi cambiando espressione.
-Una spiegazione.
-E cosa ti dovrei spiegare? Sentiamo.
-Come cosa?! Ti sposi! E lo devo venire a sapere da un gruppetto di Tassorosso ridacchiani?
- E come volevi saperlo? Magari una lettera portata in volo da delle colombe?
-Non avrei voluto saperlo. Perchè lo sposi?
-Perchè è un purosangue, un buon partito e perchè devo cancellare la vergogna che hai gettato sulla nostra famiglia inisieme a tua cugina Andromeda. E' giusto così.
-Ma non lo ami.
-Chi sei tu per dirlo, eh?
-Sai benissimo chi sono per te.
-E chi saresti? Non crederai mica di essere il mio principe azzurro- Bella si alzò ridendo -Magari avrai anche pensato che ti amassi vero? Che avremmo passato la vita insieme. Povera stella, mi dispiace deluderti allora.
-Bella, stai zitta.
-Eri un gioco.
-Sta zitta.
-Un passatempo per quando mi annoiavo.
-Zitta!
-Tu non sei nulla.
-HO DETTO ZITTA!
-Oh, ti arrabbiato piccolo Sirius? Mi dispiace non volevo. - Ghignò Bella.
-Certo, ridi. Io so che non era questo che volevi dalla tua vita.
-Tu non sai niente di me.
-Già, a quanto pare nemmeno tu. C'erano delle promesse che avevi fatto a te stessa, le hai dimenticate?
-Non osare farmi la paternale. Erano sciocchi sogni di una ragazzina egoista. Ora so qual'è la mia strada e la seguirò.
-Non erano sogni e non eri tu quella egoista. Ora le tue promesse sono state infrante e ti sei costretta da sola a seguire la srtada di qualcun altro spacciandola per tua. Ti stai punendo solo per aver cercato di essere felice. Quel che mi chiedo è : perchè?
-Io non mi sto punendo per niente e tu vedi le cose come le vuoi vedere. Sei solamente un bambino viziato che si crede un eroe perchè vive in una tenda nel giardino dell'amico invece che a casa con i suoi e sparla di loro in continuazione.  Cresci un po' invece di venire a darmi lezioni di vita.
-Come preferisci. Non venire a lamentarti da me quando ti ritroverai ingabbiata in casa tua.
-Taci, Blakc. Vattene!
-Altrimenti?
-Benissimo, me ne vado io.
Bellatrix raccolse in fretta la sua borsa e sorpassò Sirius sbattendogli volutamente contro la spalla.
-Questo vuol dire che non sono invitato al matrimonio?
Le urlò dietro con un sorriso che subito scomparve nel momento in cui si accorse che l'aveva perduta. Forse per sempre.








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