Sguardi (e) Segreti

di NanaTsukiko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Mou Nakanai To Sora Ni Chikatta Hi ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - La Chiamata Persa ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Una Piccola Pazzia ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Una Voce Spezzata ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Pochi istanti di emozioni ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Mou Nakanai To Sora Ni Chikatta Hi ***


 Capitolo I


la sveglia suonò per la quarta volta.
per la quarta volta allungai il braccio alla cieca per spegnere quell'odioso rumore.
per la quarta volta guardai l'ora: le 9.15.

alle 10 avevamo la registrazione di Quella canzone, ma quella mattina non volevo alzarmi per un'altro motivo.

io sono sempre stato sorridente e apparentemente spensierato, difficilmente sono stato imbronciato o visibilmente triste. mi sono sempre sentito in dovere di risollevare il morale dell'intera band, e questo avvenne soprattutto dopo la morte di Piyo.

ma quello che l'aveva superata meno ero proprio io.

se non fosse stato per... oh, per Lui.

nei giorni dopo l'incidente sperai di addormentarmi e di non svegliarmi più, mi sentivo la causa di tutto...
ma Lui mi rimase vicino, mi confortò, cercò di farmi capire che non avevo fatto niente di sbagliato e mi abbracciò.
per una settimana rimasi costantemente tra le sue braccia.
fu in quella settimana che il suo profumo mi entrò nel naso e il battito del suo cuore nella testa.

da quella settimana ogni mattina mi svegliavo con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
ogni volta che lo vedevo sorridere mi incantavo... e vi assicuro che i sorrisi di Shutaro sono per la maggior parte smorfie o facce da ebete.

ebbene sì, provavo qualcosa per Shu-chan.

era esattamente quello il motivo per cui da due giorn la mattina non volevo alzarmi dal letto.

quando mi accorsi di provare un'amore diverso entrai nel panico.

perchè?
perchè è mio amico e bandmate e credo che fosse innamorato di Yohya, o almeno faceva finta di esserlo...


ma ritornando a qella mattina,  
mi ripetei per l'infinitesima volta che Shu era soltanto un amico, un grande amico, per cui provavo un forte affetto poichè gli ero riconoscente per l'aiuto datomi.

e nulla più.

ma per l'infinitesima volta mi trovai a sorridere in modo strano abbracciato al cuscino pensando che dopo 20 minuti l'avrei visto.

un momento... 20 minuti?!!

anche quella mattina arrivai in ritardo... come tutta la settimana d'altronde.

ma visto il motivo per cui ci dovevamo incontrare tutti pensavano che fosse per la mia malinconia.

infatti stavamo scrivendo una canzone per Piyo, mou nakanai to sora ni chikatta hi.
ammetto che quando lessi il testo piansi per un paio d'ore, ma in quei giorni pensare ai bei momeni passati insieme mi riempiva di gioia e... sorridevo.

anche se erano sorrisi tristi.

quella mattina era l'ultima per finire le registrazioni. dovevamo sistemare alcuni pezzi, aggiustare la base e Shuchan aveva una sorpresa per noi.

potete immaginare la mia eccitazione.

appena entrai nela sala un coro non tanto amichevole mi diede il benvenuto: "Rito, sei sempre più in ritardo!"
e io come al solito risposi con un enorme inchino e la faccia paonazza dall'imbarazzo.

subito Shutaro mi guardò e disse "Rito, ora che ci sei anche tu posso farvi sentire la mia sorpresa".

ci guardammo con criosità e osservammo Shu avvicinarsi sghignazzando al pianoforte. era da anni che non lo toccava!

si sedette, sistemò le dita sulla tastiera e iniziò a sunare una melodia dolcissima, lenta, intervallata da molte pause. si fermò e riprese dopo qualche istante, la melodia divenne più forte e rapida. si fermò ancora e, con un telecomando, fece partire la canzone che continuò ad accompagnare per un minuto circa.

eravamo allibiti, era l'intro che stavamo cercando.

quando fermò la musica rimase qualche istante a fissare il pianoforte con sguardo lontano, poi si girò verso di noi e scoppiò a ridere vedendo le nostre espressioni.

" vi fa tanto schifo? " chiese ridendo.
" no è... stupenda! " gridò Yohya.

io annuii guardandolo e quando i nostri sguardi si incrociarono gli sorrisi, arrossendo. credo che lo notò sapete? perchè arrosì lievemente anche lui e rise, girando lo sguardo.

Tossy applaudì e noi facemmo lo stesso.  poi all'improvviso esclamò, spaventandomi non poco " su Shutaro, alza il sedere e vai a registrarlo! questa canzone non ha bisogno d'altro ".

dopo 4 ore la canzone era finalmente pronta per essere inchisa e venduta e noi eravamo estremamente soddisfatti... ed affamati.

Tossy e Yuu andarono a casa, l'uno a dormire l'altro a mangiare il ramen che si era fatto portare appositamente da Osaka-lo stomaco di Yuu era un buco nero-. così noi tre decidemmo di andare a mangiare fuori.

immagnatevi il mio imbarazzo.

Yohya andò 10 minuti a parlare col direttore dello studio e io rimasi con Shu...

" gi parlo? ma certo che gli parlo! siamo compagni! già.. solo compagni? aaaah Rito smettila una buona volta. vai e fagli i complimenti, su! " mentre litigavo con me stesso fu lui ad avvicinarsi e mi chiese, col sorriso più dolce che mi avesse mai fatto, " Richan, ti è piaciuto il mio intro? " " è strepitoso davvero! non pensavo che sapessi suonare così bene! adesso la canzone è perfetta, bravissimo!!!" esordìi con tanta foga che rimase quasi spiazzato.

divenni ancora rosso  e per stemperare l'imbarazzo borbottai " Piyo si sarebbe commosso..." a quelle parole mi guardò con occhi tristi, si avvicinò dolcemente, mi cinse le spalle, mi sussurò all'orecchio " mi basterebbe un suo ultimo sorriso " e mi abbracciò stringendomi a sè. ancora il suo profumo invase il mio naso e mi lasciai cullare dal suo battito rapido. quei pochi stanti furono eterni, per me. non avrei mai più voluto staccarmi....

lo fece lui al mio posto.

non so perchè ma d'un tratto mi staccò dal suo petto e disse, con aria imbarazzata, "su, andiamo a mangiare? sto morendo, senti quà che rumori!" indicando il suo stomaco e scoppiando a ridere.

io ci rimasi malissimo, non mi aveva mai mollato così all'improvviso cambiando radicalmene discorso.

poi vidi Yohya e capii...

una tristezza immensa mi strinse la gola e mi bagnò gli occhi, senza guardarli in faccia mormorai "andate, io sono stanco e me ne torno a casa". presi la custodia del mio basso e rapidamente lasciai lo studio.

tornato a casa mi buttai sul letto e iniziai a piangere, finchè la stanchezza non mi colse.

mi svegliai a notte fonda, avevo dormito per più di 8 ore consecutive.
sul cellulare una chiamata senza risposta: Shutaro.

lentamente mi sedetti davanti alla finestra, osservando la luna, chiedendole cosa avrei dovuto fare.



continua...


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mai scritto fanfic di questo genere.
spero di non aver scritto una schifezza e spero di non creare una storia troppo coplicata T_T

vi prego leggetela e ditemi cosa ne pensate, sincermente (basta che non siate troppo cattivi >.<)

aaaaarrivederci e a presto! .(^.^)/'

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - La Chiamata Persa ***


Capitolo II



“Perché l’ha lasciato?
Mi ha visto e ha smesso di abbracciarlo… ma perché?
E perché Rito è scappato in quel modo?
Aveva lo sguardo di chi commette un reato…”


Camminavo lentamente pensando alla scena vista pochi minuti prima.
Di fianco a me c’era Shutaro, che teneva lo sguardo basso  calciando tutti i sassolini che incontrava.

Probabilmente stavamo pensando alla stessa cosa

Arrivammo al sushi bar senza spiccicar parola.

Quando ci sedemmo, iniziai a prendere i piattini colorati che giravano sul nastro.
Avevo una gran fame e la mattina per non arrivare in ritardo allo studio non avevo mangiato nulla.

Anche Shutaro aveva fame, il suo stomaco lo gridava a gran voce. Ma era talmente preso dai suoi pensieri che non si accorse nemmeno del profumo di pesce che gli girava sotto il naso.

“ehm… Shu?.... Shu!” lo chiamai toccandogli la spalla. “Shutaro, sei vivo?”
“eh?!” trasalì lui, spaventandosi. “ah yohya, sei tu…”
“e chi credevi che fossi scusa, l’uomo nero?. Shu, ma stai bene? Ti vedo preoccupato… è per caso colpa della canzone?” chiesi, pur sapendo benissimo quale fosse la causa del suo sguardo.
“come? Oh no no, non centra. Sono estremamente soddisfatto del risultato finale. Lo siamo tutti, no?” chiese sicuro, girandosi verso di me.
“certamente, la tua trovata per l’intro è stata fenomenale. Ma allora cos’hai?”
rimase in silenzio qualche attimo, mentre distrattamente prendeva qualche piattino, senza far troppa attenzione al contenuto “nulla Yohya, ieri ho visto un film horror e ci stavo pensando adesso, tutto qui…”

guardai il suo pranzo, aveva preso solamente 2 miseri onigiri.

“Shu, i film horror non ti hanno mai dato problemi, o almeno non tanti da chiuderti lo stomaco. Ti conosco come fossi tuo marito… mi vuoi dire, seriamente, che cosa ti succede?”…

non fiatò.

“ok, ti rendo le cose più facili.
Mi vuoi dire perché quando mi vai visto hai smesso di abbracciare Rito? C’è rimasto malissimo, hai visto come se n’è andato. Perché l’hai fatto?”

A quelle parole si scosse e mi guardò sgranando gli occhi.
Dopo qualche minuto di irreale silenzio mi disse “ma… ma cosa dici?” scoppiò in una finta risata “non ho fatto nulla di simile io! Sei tu che credi di essere sempre al centro dell’attenzione” mi diede una pacca sulla spalla, continuando a ridere e voltandosi dall’altra parte.

Se la situazione fosse stata un’altra gli avrei dato un pugno in testa, lui avrebbe risposto e avremmo iniziato a rotolarci per terra, ridendo come matti.
Ma dato che…

un attimo.

Io e Shu eravamo come fratelli… ma molti ci dicevano che sembravamo marito e moglie dalla velocità con cui litigavamo e facevamo pace e… da come stavamo insieme.
Eravamo perennemente appiccicati e anche oggi, per l’ennesima volta, eravamo usciti a mangiare insieme.

Un dubbio mi balenò in testa.

“hai pensato che fossi geloso?”

“sì” bisbigliò, senza neppure guardarmi.

“se io abbracciassi un altro… come fai con lui… saresti geloso?”

si prese la testa tra le mani e rispose, tutto d’un fiato
“sei il migliore amico che abbia mai avuto, sarei geloso solo se tu mi sostituissi con un altro”

lo guardai fisso e non riuscii a trattenere un enorme sorriso, che sfociò in una grande risata, infine lo abbracciai. “oh Hide sama, sei la persona più complessa che abbia mai incontrato ShuShu” continuando a ridere.

Lui si voltò di scatto, lasciò le mie braccia e mi guardò allibito
“c…..come?!! non sei arrabbiato?”

smisi di ridere e gli sorrisi
“perché dovrei esserlo? Sei praticamente mio fratello, gemello oserei dire -visto tutte le cose che continuo a prestarti pur sapendo che non rivedrò mai più. Se pensavi che fossi innamorato di te… beh… dovresti sapere che preferisco tutt’altro genere…”

mi fissò con aria stravolta.

Tastandosi i pantaloni prese il cellulare.

Lo guardo e sollevando lo sguardo mi disse “sono un’idiota”

Rimase qualche minuto fissando il cellulare, al che gli chiesi che intenzioni avesse.
“d…..devo rimediare in qualche modo! Devo chiamarlo…. Devo vederlo! Gli devo spiegare tutto…” schiacciò il tasto verde e rimase in attesa, mentre io gli gridai
“gli devi spiegare CHE COSA? Che come hai capito che non sono innamorato di te hai deciso di ripiegare su di lui?”

“ma no…. Ma io…” guardò il cellulare “non risponde...” si prese la testa tra le mani e iniziò a sbattere la fronte sul banco del bar, sillabando ‘ io sono uno stupido ‘.

Anche se vederlo così era alquanto divertente, perché Shutaro anche nei momenti di disperazione totale nascondeva un non so che do estremamente comico, lo fermai  e lo abbracciai
“ShuShu, devi schiarirti un po’ le idee, sai che Rito è una persona estremamente fragile. Devi essere particolarmente cauto, con mosse affrettate rischieresti solo di ferirlo.

Mi guardò come per dirmi ‘ forse hai ragione ‘, ripose nella tasca il cellulare, guardò i suoi onigiri e disse “Yohya, io non ho più fame. Torno a casa”

Questa volta la sua faccia era veramente sconvolta e non potei fare altro che lasciarlo andare, anche perché non volle che lo accompagnassi al suo appartamento “preferisco andare da solo, se non ti spiace. Ci… ci vediamo”

Lo guardai uscire sconsolato dal bar.
Prima che chiudesse la porta gli dissi “chiamami se hai bisogno”
Lui si girò e mi sorrise, con uno dei sorrisi più tristi che gli avessi mai visto fare.

Vederlo in quel modo mi aveva fatto passare la voglia di mangiare, quindi pagai quel poco che avevo preso e me ne andai.

Passai vicino a casa di Rito e fui seriamente tentato di salire e parlargli, fargli capire che Shutaro quella mattina si era comportato in quel modo perché non voleva ferirmi… ma sarebbe stato come dirgli che teneva più a me che a lui.

Quindi tirai dritto, sperando che i sentimenti che stava provando –che per renderlo così sconvolto dovevano essere sinceri- non lo portassero a fare idiozie.


Continua...

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continuo  a sperare che prima o poi qualcuno legga le mie storie e che a qualcuno piacciano.

vi prego ancora di recensire, qualunque sia il vostro giudizio.


arrivederci e a presto! :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Una Piccola Pazzia ***


Capitolo III

     “…devi andarci cauto, sai quanto sia fragile,

penserebbe che tieni più a me che a lui…”



non era vero.

Le due cose non erano nemmeno lontanamente paragonabili.

Yohya era come un fratello per me, anche se spesso facevamo gli idioti e gli saltavo facilmente addosso, tra noi c’era soltanto una forte amicizia.

Mentre con Rito le cose sono sempre state particolari.

Da oltre 2 mesi, ogni volta che si trovava in difficoltà o che il suo dolce faccino si rabbuiava, provavo lo strano istinto di afferrarlo e stringerlo a me, baciandolo dolcemente, fino a che la tristezza non avrebbe lasciato il suo cuore.

Dopo la morte di Piyo, Rito si è trovato veramente in difficoltà e…
E io non sono più  riuscito a rimanere in disparte. Ho fatto di tutto per risollevargli il morale, anche se sono pessimo in questo genere di cose.

E lo stesso cercai di fare quel dannato giorno, dove la situazione si complicò definitivamente.
La motivazione per cui lo abbracciai era ormai diventata una scusa, avevo bisogno di sentirlo tra le mie braccia, di sentire il suo respiro lento e discreto, di vedere il suo sorriso, rivolto esclusivamente a me…

Però poi apparve Yohya, che mi sembrò guardasse la scena con aria strana… e per l’imbarazzo lasciai Rito.

Per un attimo pensai che fosse geloso di quell’abbraccio,
non so se geloso da amico o qualcosa di più…

però quando al sushi bar escluse quella possibilità… mi spaventai.

pensai di aver perso il mio Richan per sempre.

E quando non mi rispose al cellulare il mondo mi crollò addosso.

Quindi uscii in strada, senza aver toccato cibo, e girai per le stradine più nascoste per ore, senza sapere dove stessi andando né se sarei stato in grado di tornare a casa.

Camminavo lentamente, con le mani in tasca, la mascherina a coprirmi quasi tutto il viso, lo sguardo perso nel vuoto, quando un negozio attirò la mia attenzione, non so perché.
Decisi di entrare e appena varcata la soglia mi accorsi che era un negozio che creava stampe su ordinazione.

Non so cosa mi prese, ma in quel momento ebbi l’idea peggiore di tutta la mia vita.

Presi al volo una maglietta viola –il suo colore preferito- e chiesi che ci stampassero sopra la sua faccia. Non fu difficile, eravamo una band abbastanza conosciuta e la foto adatta la trovò in un attimo.

Quando uscii dal negozio mi accorsi che la taglia era enorme e che il viola era praticamente rosa… ma lì per lì pensai che quelli fossero dettagli secondari.

Vagai per un’altra ora abbondante, poiché non riuscivo a trovare la strada giusta per il mio appartamento.

Una volta in camera mia presi una gruccia e appesi quell’enorme  maglietta all’armadio, mi sedetti davanti e…

Suonò il telefono.

Era Yohya, che aveva organizzato le prove per il prossimo mese.
Due giorni dopo ci sarebbe stata la prima,  decisi quindi che lì avrei indossato l’enorme viso di Rito.

Credetemi, ora stento a ricordare il motivo per cui mi convinsi che avrebbe portato ad ottimi risultati.

Probabilmente speravo che capisse quanto tenessi a lui… tanto da andare in giro col suo sorriso stampato sulla pancia.

Non capivoi che sarebbe bastato un bacio.
Un piccolo e lieve bacio sulle sue timide labbra…

Ero convinto, anzi convintissimo, che fosse necessario un colpo di scena. Volevo stupirlo.

-E di sicuro lo feci…-

Pensando alla possibile reazione, la mente mi tornò alla conversazione con Yohya al sushi bar.
Non mi aveva chiesto nulla.
nè da quando né come il mio cuore fosse impegnato.
non mi aveva chiesto se avessi intenzioni serie, o che intenzioni avessi in generale.

Lui aveva capito quanto provassi solamente guardandomi.

Era il migliore amico che si potesse desiderare e il fato mi aveva permesso di trovalo…

La mia gratitudine fu interrotta dal mio stomaco.
In fondo ero a digiuno dalla mattina.

Così andai in cucina e mi preparai una zuppa.

Mi sedetti davanti alla finestra aspettando il tramonto
E poi la luna

Sperando che anche lui la stesse guardando.



Continua...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Una Voce Spezzata ***


Capitolo IV


Verso sera con una mail comunicai le successive date delle prove..

Farle così ravvicinate non era necessarie, ma per evitare che Shutaro si presentasse a casa sua gridandogli una serenata, decisi di farli incontrare sotto gli occhi di tutti.

Nella mia ingenuità pensavo che così non avrebbe commesso atti particolarmente imbarazzanti.

Ma la tristezza nei suoi occhi quando lasciò il sushi-bar prometteva solo un atto disperato…

E se per un innamorato che si strugge nel dolore un atto disperato può significare non mangiare più, dormire per giorni o incidersi il nome dell’amato sugli avambracci, per Shu le cose stavano diversamente.

Avevo paura che che facesse qualche idiozia, facendo scappare Rito.

E i miei timori erano fondati.

il giorno delle prove Rito entrò in silenzio, con cura appoggiò la custodia del suo basso, lo estrasse, lo mise al collo e si sedette. Quando lo guardai divenne paonazzo, il suo sguardo si fece ancora più triste e si rivolse al pavimento.

Volevo sedergli accanto a parlargli in modo amichevole, come avevamo fatto fino a 3 giorni prima, ma non feci in tempo a muovermi che il Disastro entrò in quella malaugurata sala.

Shu era fermo all’entrata. Ci guardava tranquillo, quasi felice.
Indossava l’idiozia che tanto avevo temuto: un’enorme maglietta rosa scuro coperta quasi interamente dal viso triplicato di Rito.

Nella stanza calò il silenzio.

Yuu accennò una risata, ma lo bloccai all’istante.

Rito era pietrificato. Indeciso se scoppiare a ridere o scoppiare a piangere.

Shutaro gli si avvicinò lentamente, gli si parò davanti e gli abbozzò un sorriso. Non fu un bel sorriso, era di quelli stupidi che faceva quando era imbarazzato.
Si girò un attimo e mi guardò, poi rivolse lo sguardo al povero Rito, rosso in viso, non per l’imbarazzo….
Che si alzò di scatto e strillò, con tutta la cattiveria accumulata in quei giorni
“ E QUESTO CHE CAZZO SAREBBE?!! “
Shu sgranò gli occhi
“ TI DIVERTI VERO? TI PIACE GIOCARE E FARE IL BAMBINO PICCOLO. MA VEDI SHUTARO, CI SONO COSE CON CUI NON PUOI GIOCARE!!”
si tolse il basso dal collo, lo diede violentemente a Shutaro e scappò.
Questo però lo afferò per un braccio e lo tirò a se
“Rito!” disse con un filo di voce.
Ma come risposta ricevette solo uno schiaffo.

Rimase immobile davanti alla porta, stringendo a se il basso.

Mi avvicinai e mi fermai alle sue spalle
“ShuShu, non hai proprio idea di cosa significhi ‘ andarci piano ‘!”
ma non mi diede retta. Come risposta mi diede a sua volta il basso e si precipitò nel corridoio.

Tutto quello che avevo cercato di evitare era accaduto.

Ora toccava a lui sistemare la situazione.


Tutto quello che sentì dopo fu lui chiamare Rito a gran voce
E troppe porte sbattere.

Il resto lo seppi 2 giorni dopo.


Continua...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Pochi istanti di emozioni ***




Capitolo V

quello schiaffo, anche se leggero, fu il più doloroso della mia vita.

in soli 3 minuti avevo rovinato tutto.

d'istindo mi gettai nel corridoio, senza sapere cosa sarebbe potuto succedere.

in fondo peggio di così non poteva andare.

gridai il suo nome troppe volte,tanto che la voce non mi si ruppe in un gemito disperato.

lo inseguii nei bagni, in 2 sale prova, finchè non mi trovai davanti un ascensore che si stava chiudento, con Rito dentro.

bloccai le porte con una mano, mi infilai rapidamente dentro e mi si chiusero alle spalle.
sembrava un cerbatto spaventato.
era schiacciato in un angolo, le spalle ricurve, gli occhi sgranati che fissavano quella dannata maglietta.

con uno scatto di rabba me la tolsi buttandola a terra.

quel mio gesto credo lo spaventò, perchè sussultò strzzando gli occhi gli occhi.

rimase così per qualche minuto.

il suo viso traziato mi strinse il cuore, tanto che gli occhi mi si inumidirono di lacrime.

ci fissammo intensamente per pochi secondi, che basyarono a farmi fremere le labbra.

lentamente mi avvicinai, sempre di più, finchè i nostri corpi si toccarono e le mie labbra si avvicinarono al suo collo.

quando sentii il suo lieve tocco sulla mia schiena nuda sentii un tuffo al cuore.

mi bloccai per un istante, ma subito dopo schiacciai il suo piccolo busto contro il muro baciandogli avidamente il collo, afferrandolo per le spalle.

mi sentii sciogliere e quando mi spinse via non riuscii a oppormi.

scoppiò in lacrime, scappando fuori appena le porte dell'ascensore si aprirono.

si lanciò in strada e con una rapidità sorprendente sparì.


Continua...

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