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di luna nueva 96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Because Sakura Haruno hates retarded ***
Capitolo 2: *** chapter filed? ***
Capitolo 3: *** mere illusion ***
Capitolo 4: *** When past and present become one ***
Capitolo 5: *** you and me in a war withouth end ***
Capitolo 6: *** Christmas party ***



Capitolo 1
*** Because Sakura Haruno hates retarded ***


Essere un perfetto agente immobiliare richiedeva fondamentalmente due qualità: una buona dose di pazienza ed essere capace di avere un buon tipo di rapporto con ogni genere di cliente. Sakura Haruno vantava di avere tutti i buoni principi per essere brava nel suo lavoro. Alcuni avrebbero azzardato considerandola addirittura “la migliore”.  
Lavorava in quell’agenzia da un anno, e da un anno i guadagni della stessa agenzia erano aumentati notevolmente. Coincidenza?
Tsunade-sama, il suo capo, riteneva che mai aveva avuto un’impiegata come Sakura, e che mai nella storia, la sua agenzia, appartenente alla sua famiglia da generazioni, aveva riscosso così tanto successo. Sakura era un vero e proprio asso delle vendite di immobili.

E anche quel giorno si trovava dentro la casa che avrebbe dovuto cercare di far acquistare ad un cliente, diceva Tsunade, non proprio facile da gestire. Non per niente aveva affidato il lavoro alla sua sottoposta migliore. Il problema era che Sakura detestava il suddetto cliente ancora prima di conoscerlo:lo stava aspettando là dentro da più di un’ora, e questo fantomatico tizio non accennava ad arrivare.
Sakura aveva tutta la pazienza del mondo, certo, ma non sopportava minimamente i ritardatari.
Ora che ci pensava non sapeva nemmeno il nome di questo tizio così cafone da non presentarsi ad un appuntamento importante come quello: sicuramente una delle poche negligenze di Tsunade. Poco male, avrebbe saputo il suo nome non appena sarebbe arrivato. Sempre se sarebbe arrivato.

Sentì il cellulare suonare nella tasca suonare. Si sorprese per questa tale dimenticanza, dato che non lasciava mai il cellulare acceso in servizio. Forse oggi era la giornata delle negligenze proprio per tutti. Appena vide il nome su display, si affrettò a rispondere.

“Pronto amore?”                                         

Lei e Naruto erano marito e moglie da quasi due anni. Si erano conosciuti al liceo e subito aveva trovato in lui un uomo speciale, un buon amico e una persona sempre disponibile. Sposarlo era sempre stata la decisione migliore che avrebbe mai potuto prendere nella vita.

“Amore, sei in servizio?” chiese l’Uzumaki

“si, in realtà, ma a quanto pare mi trovo ad avere a che fare con un cliente difficile e alquanto.. ritardatario”.
Enfatizzò l’ultima parola sicura che la sua dolce metà ne avrebbe compreso in pieno il significato. Lui stesso aveva avuto la conferma di questa sua piccola intolleranza il giorno del loro primo appuntamento: per fortuna quel baka aveva saputo come farsi perdonare, altrimenti non ci sarebbe stato alcun matrimonio.
Naruto, infatti, stette un po’ in silenzio esibendosi in un “mh-mh”, consapevole di ciò che la moglie avrebbe potuto fare al tizio in questione se non si fosse presentato a quell’appuntamento di lavoro con una scusa plausibile per il ritardo sproporzionato, per usare una parola di Sakura, in cui era caduto.

“Comunque avevo chiamato per dirti che questa sera prendo il ramen. Ti va bene?”.
Sakura alzò gli occhi al cielo, appuntandosi mentalmente di provvedere a stilare un elenco con una salutare dieta alimentare per Naruto.
“Certo, certo che mi va bene” disse rassegnata. Una serata in più di cibo spazzatura non avrebbe fatto la differenza.

La rosa salutò il marito con fare dolce e apprensivo e si affrettò a chiudere la chiamata: parlare al telefono durante un turno di lavoro non era certamente un comportamento degno di una professionista, e lei lo era. O almeno sperava di esserlo.

-Ti trovo in forma, Haruno- . Cinque parole, venti lettere, ma dette con una calma micidiale e con un gelo della voce che solo una persona al mondo riusciva a possedere. Non poteva essere lui, non poteva, era assolutamente impossibile!
Sakura si voltò piano nella direzione del suo interlocutore.
Nella sua mente scongiurò tutti gli dei presenti e non presenti in quel mondo di aiutarla e di far si che la persona alle sue spalle non fosse quella che tanto temeva. Le sue preghiere però, per quanto vivide e intense, non furono mai esaudite: avrebbe riconosciuto ovunque quelle pozze nere e quei capelli corvini. In quegli anni era cresciuto, ma in quegli occhi rivedeva pur sempre il ragazzo di cinque anni prima.

-S-Sasuke.- sussurrò lentamente.

In quel momento, dentro di lei, una voce urlò dal terrore. 


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Buonasera ragazzi e ragazze! Vi presento questa mia nupva fanfic che sarà formata per lo più da pochi capitoli. Di preciso quanti non lo so, ma staremo a vedere.
Come voi sapete non sono una fan del NaruSaku, mentre tutto il contrario il discorso vale per il SasuSaku. Ormai mi conoscete no?
Dedico questa fanfic a Hikari, principalmente, perchè è colei che mi sostiene sempre in ogni mia fic!
Baci

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Capitolo 2
*** chapter filed? ***


Quando disgrazie del genere accadono, noi comuni esseri mortali non possiamo fare altro che prendercela con qualcuno più in alto di noi. Che sia Dio, la morte o semplicemente il proprio capo che ci ha mandati a vendere un appartamento senza sapere il nome del cliente.
Ce la prendiamo con qualcun altro perché abbiamo paura di scoprire che non siamo in grado di gestire certe situazione, perché sono più grandi di quanto mai noi potremmo mai essere.
La stessa cosa stava succedendo più o meno a Sakura Haruno in quel preciso istante. Non vedeva Sasuke Uchiha dai tempi del liceo, cinque anni prima, e ora si presentava come se ne niente fosse accaduto. E così, come se fosse ritornata indietro nel tempo, Sakura guardò quegli occhi neri in cui mille e mille volte si era persa, e gli anni più oscuri della sua vita ritornarono a galla nella sua mente, creando un subbuglio di reazioni dolorose all’interno delle sua viscere. No, non gli avrebbe mai perdonato ciò che le aveva fatto
.
-Che ci fai qui?- gli chiese con voce apparentemente calma e buia. Lui parve sorpreso da questo tipo di reazione: si aspettava davvero che gli buttasse le braccia al collo e iniziasse a saltellare come una bambina per il suo ritorno? Beh, si sbagliava.
-Che modi Sakura! Sono appena tornato e non mi dici neanche “ciao”?-

Maledetto bastardo.

-Comunque- riprese poi- sono venuto per comprare questo posto. Prego, vuole illustrarmi le sue caratteristiche?- disse con un ghigno che le fece venire molta voglia di spaccargli la faccia e sformargli quei lineamenti d’angelo; non potè evitare di pensare che però sarebbe stato un vero spreco. Comunque, se era ciò che voleva, questo avrebbe avuto: d'altronde lei era pur sempre una professionista no?

-Questa favolosa villa, signor Uchiha, gode di una perfetta visuale su tutta Osaka, in particolare sul Castello, nostro grande vanto in tutto il mondo. Non per niente è una delle ville più invidiate del Quartiere. Nonostante poi si trovi in un posto decisamente tranquillo, dove azioni illegali accadano raramente, la dimora dispone di un ottimo sistema di sicurezza attivo 24 ore su..-
-e così sei un’agente immobiliare- la interruppe l’Uchiha con voce apparentemente atona  -cinque anni fa non l’avrei mai ritenuto possibile.- concluse con qualcosa nella voce che, se Sakura non lo avesse conosciuto bene, avrebbe scambiato per malinconia.
- Cinque anni sono lunghi e cambiano tante cose.- disse voltandosi per guardarlo negli occhi.

Tuttavia sorprese l’Uchiha con lo sguardo puntato sulle sue mani. No, su quella mano.

La fede nuziale.

-Il dobe o qualcun altro?- domandò. Sakura non rispose da sé, ma fece in modo che il moro notasse il cartellino di riconoscimento che aveva attaccato alla giacca rossa con il marchi dell’agenzia.
Sakura Uzumaki.
Quella volta aveva pregato Tsunade-sama perché sul cartellino ci fosse il suo nome coniugale: non sapeva perché aveva tanto insistito, forse per gratitudine a Naruto per tutto l’amore incondizionato che le donava ogni  giorno, o forse era solo fiera che qualcuno, vedendola, la associasse a suo marito.

-Andiamoci a prendere un drink.- sbottò Sasuke improvvisamente -in onore dei vecchi tempi.-
Non sapeva se fosse o no una sua impressione, ma dopo quella rivelazione, Sasuke era diventato subito più cupo. 
-Mi dispiace Sasuke, ma ti ricordo che io sto lavorando.- disse lei.
Detto fatto, il moro le strappò di mano la cartelletta, e scarabocchiò qualcosa con una penna estratta dalla tasca. Quando le riconsegnò il foglio, Sakura notò con sorpresa che aveva firmato il contratto di vendita
.
-Bene, adesso hai finito di lavorare. Deduco quindi che possiamo andare a prenderci questo benedetto drink.-

                                                  *****
 
-Dove sei stato per cinque anni?-domandò lei senza alcun contegno. Quello che all’inizio era cominciato come un gioco di sfacciataggine, era diventata pura curiosità in pochi secondi.
-Affari miei- la liquidò lui- Da quanto tempo sei sposata? -
-Affari miei.- replicò la rosa.
Se Sasuke giocava, perché lei non avrebbe potuto fare lo stesso?

Proprio in quel momento arrivò il cameriere con le loro rispettive ordinazioni; Sakura aveva preso solo un semplice cocktail, dato che Sasuke era stato così gentiluomo da non permetterle di pagare: di certo non voleva alcun debito con lui, nonostante riguardasse solo una semplice bibita. Anche se un conto salatissimo, dopo tutto quello che le aveva fatto, se lo meritava proprio.

-Danke.- disse il moro al cameriere, che in risposta sollevò un sopracciglio alquanto scettico. Ora, se la memoria non le faceva cattivi scherzi, il termine “danke” significava in tedesco “grazie”: non che avesse tutta questa buona conoscenza delle lingue straniere, ma più volte nell’ultimo anno era stata costretta a trattare con clienti che si erano trasferiti a Osaka dall’America o dall’Europa.

Germania. Sasuke aveva risposto in tedesco solo per abitudine? Probabilmente no.
Sasuke Uchiha è uno che non abbassa mai la guardia, probabilmente si era volontariamente fatto sfuggire questa informazione, sperando che lei leggesse tra le righe. Stupido orgoglio!
In questo modo era stato capace di rispondere alla domanda di prima senza mettersi troppo in mostra. Un classico!, peccato che lei non potesse fare lo stesso:le parole erano il suo unico modo di comunicare.
Sasuke era sempre stato più bravo di lei in questo tipo di gioco.

 -Quasi due anni- disse senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.



  La cosa peggiore della giornata però, arrivò quella sera, quando si accorse che non riusciva a dire a Naruto del suo incontro casuale, e un profondo senso di colpa si impadronì della sua membra nonostante teoricamente non avesse fatto niente di sbagliato. A quel punto una domanda principale irruppe nella sua testa: il capitolo Uchiha era davvero stato archiviato?  
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ok, mi scuo ufficialmente per lo spaventoso ritardo.Avevo promesso di aggiornare prima, ma per una forza di cose non mi è stato proprio possibile ç__ç so che ce l'avrete a morte con me adesso.
Tuttavia, spero di essermi fatta perdonare conil capitolo. Ammetto di avere avuto un po' di problemi nel scriverlo perchè mi sembrava  sempre un Sasuke molto OOC, ma adesso sono abbastanza soddisfatta del risultato! u.u
 Per qualsiasi critica naturalmente dovete solo recensire!
Baci


LUNA NEUVA 96

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Capitolo 3
*** mere illusion ***


Naruto glielo aveva detto tutto d’un fiato e con una palesità sconcertante. -Sasuke è tornato qui a Osaka. Voglio che tu gli stia lontana.- Naturalmente Sakura era stata più che favorevole a obbedire a ciò enunciato dal marito; Sasuke andava evitato a tutti i costi per non mettere a repentaglio la sorte della sua appena ritrovata sanità mentale, e di quella del suo consorte.
Sarebbe stato facile: Osaka era un centro molto grande, e lei si sarebbe intrattenuta in posti più distanti possibili dalla zona in cui si trovava l’attuale dimora di Sasuke, che lei stessa gli aveva venduto.

E così aveva passato i giorni successivi a quell’incontro a guardarsi ovunque, soprattutto alle spalle, con aria circospetta, come un ladro che non vuole farsi vedere dalla polizia, e a mettere sempre scarpe comode nel caso in cui, vedendolo comparire dal nulla, sarebbe stata costretta a compiere una fuga improvvisata.
Anche adesso, mentre era nella sua agenzia e in teoria sarebbe dovuta essere al sicuro (Sasuke aveva già una casa quindi non aveva alcun motivo per essere lì) non riusciva a sentirsi tranquilla.
Il suo piano perfetto stava diventando fin troppo paranoico. 

-Signorina Haruno, vuole darmi l’onore di prestare attenzione alle mie parole, dato che in questi giorni le riesce così complicato?- Con non poca difficoltà Sakura riportò i suoi pensieri alla vita reale e li concentrò su Tsunade, la quale aveva un’aria tutt’altro che paziente quel giorno. Proprio quest’ultima, nel momento in cui si accorse di aver avuto le attenzioni della sua impiegata, si lascò andare ad un sospirò esasperato. Sakura in quei giorni era intrattabile.
-Il tuo prossimo cliente si trova al confine tra il Suminoe e il Taisho. Vi incontrerete lì-.
Bene, Sasuke abitava nel quartiere Iruko; aveva ben poche possibilità di incontrarlo.
-Vai ora- continuò l’austera donna-e porta a termine l’affare come hai sempre fatto: senza farti distrarre da niente; in questi giorni sei davvero strana, Sakura.- Poche volte Tsunade si permetteva di chiamare la ragazza con il suo nome di battesimo: solo nelle circostanze in cui cercava di parlarle da madre e non da capo e, chissà perché, sentiva che la ragazza aveva problemi legati a qualunque cosa che non fosse il lavoro. Le conosceva bene, lei, le ragazze e i loro stupidi problemi di cuore!

-Tsunade- la chiamò la rosa- non si dimentichi di darmi il nominativo dell’acquirente, questa volta.-
 



Erano passati giorni da quando aveva concluso l’ultimo affare, e sapere di aver appena fatto il proprio dovere e che ciò che stava tartassando la sua vita privata non stava avendo alcun effetto sulla sua, la rendeva pienamente soddisfatta di sé. Aveva appena venduto un appartamento di modeste dimensioni ad un prezzo abbastanza alto ad un certo signor Tomiya che avrebbe abitato lì con la sua famiglia: la moglie, bionda e fuori forma, e due gemelline tutte pepe e allegria. Le aveva tenute tra i piedi solo un’ora, ma non ne sentiva per niente la mancanza: troppi schiamazzi, troppe urla, troppi pianti.
Poveri vicini.

Passando vicino a un locale, però, fece appena in tempo a notare la porta che si apriva con un’ampia falcata di scatto; se non avesse avuto da sempre degli ottimi riflessi l’avrebbe sicuramente centrata in pieno. Il tizio che aveva compiuto un gesto così avventato l’ avrebbe d certo sentita.

-Ehi tu, si può sapere dove..?!-

Cazzo no!

-Mi dispiace Sakura. Non ti avevo proprio visto-.

Non lui. Non di nuovo.

-Non importa, non mi sono fatta niente. Adesso, scusami devo andare- disse superando ampiamente la figura che le si stagliava davanti. Lei aveva appena concluso un affare importante, nessun Sasuke Uchiha sarebbe riuscito a rovinare un bel momento come quello: lei era assolutamente in grado di gestire la cosa.

Eppure sapeva che non sarebbe finita lì; il moro, infatti, la bloccò per un braccio, costringendola a girarsi verso di lui. Quelle pozze nere la folgorarono per un attimo, ma riuscì comunque a non dar vinta al suo istinto e di far prevalere il suo buon senso, riuscendo ad allontanarsi quel che bastava per non saltargli addosso con un solo azzardato gesto.

C’è Naruto a casa che ti aspetta. Ricordalo.

-Stai andando a casa?- le chiese atono, ma con una certa punta di interesse. Sakura deglutì: sapeva già dove sarebbe andata a finire tutta questa situazione. Non rispose, ma Sasuke a quanto pare prese il suo silenzio come un sì.

Chi tace acconsente, no?

 -Bene,ti do un passaggio.-indicò con un cenno del capo la sua Ferrari nera parcheggiata dall’altro angolo della strada.
Sasuke era così: gli piaceva essere notato, senza che lui stesso si sforzasse più di tanto per attirare l’attenzione. Semplicemente gli veniva naturale. Proprio come quella Ferrari.
- In realtà posso anche tornare da sola. Prenderò la metro come faccio ogni giorno.-
Ci provò, anche se conosceva già l’esito della sua performance.
-Non essere ridicola Sakura. Sarà bello rivedere il caro e vecchio Naruto.-

La rosa inspirò profondamente, prevedendo già cosa sarebbe successo non appena il suo amato marito l’avrebbe vista tornare in macchina col suo ex, che le aveva gentilmente pregato di non vedere, e di cui temeva terribilmente il ritorno.
Ma soprattutto si preoccupava per sé stessa, che avrebbe dovuto fare un intero viaggio seduta accanto a Sasuke, il quale avrebbe guidato con il vento tra i capelli e il sole che gli avrebbe accarezzato il viso rendendolo ancora più attraente, se possibile.

Poteva farcela. D’altronde era solo una passaggio, no?

Mera illusione. 
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Ok scusate! Sono in ritardissimo e, come se non bastasse, me ne esco fuori con questo capitolo cortissimo e che, per di più, non ha proprio nulla di eccezionale. Non mi stupirei se qualcuno mi desse delle banderine arancioni --.--"
Ah! Stavo quasi per dimenticarmene! I nomi "Suminoe", "Taisho" e "Iruka", che avete letto nel capitolo, corrispondono ai nomi di alcuni quartieri famosi di Osaka. Ho pensato d rendere la cosa più credibile, visto che si tratta di un AU
Baci

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Capitolo 4
*** When past and present become one ***


Occhiali scuri.

Vento tra i capelli corvini.

Aria spavalda ma sempre chiusa in sé stessa.

Profumo di notte.. profumo di pino.. profumo di lui.

Non era cambiato affatto in quegli anni Sasuke: bello, rilassato e con un’innaturale talento nell’ottenere tutto ciò che voleva. Quando lo aveva rivisto aveva sperato davvero che questa volta avrebbe potuto mettere almeno un po’ di voce in capitolo, ma era stato facile capire che alla fin fine era sempre la solita succube e si era rassegnata. Non per niente in quel momento era seduta su un comodissimo sedile in pelle di una grande decappottabile nera come la notte, a sfrecciare verso casa per le strade di Osaka (le quali sembravano essersi liberate al loro passaggio), pregando Dio che il viaggio durasse quanto più a lungo possibile; e a quanto pare anche Sasuke sembrava dello stesso parere: dando un’occhiata al contachilometri si poteva vedere chiaramente che la lancetta non raggiungeva mai i cento, cosa normale per chiunque, ma non per il moro, che aveva da sempre avuto un debole per le corse veloci.  

Lei lo sapeva bene. Oh, se lo sapeva.

E come se gli anni fossero solo secondi, smise di essere una famosa agente immobiliare con una grande carriera davanti, dimenticò di avere una casa propria, un marito che l’aspetta e che probabilmente aveva già preparato la cena; ritornò così ad essere una ragazzina dagli insoliti capelli rosa, all’ultimo anno di liceo, con grandi progetti e sogni d’amore e una vita che le avrebbe rivelato parecchie sorprese.



-Ma proprio oggi doveva ammalarsi quel baka!?!?-.
Il liceo di Osaka non era mai stato una passeggiata, e men che meno all’ultimo anno; tutti gli alunni, preoccupati fin dall’inizio per l’esame finale ma non abbastanza per mettersi comunque a studiare, cercavano ogni modo possibile per riuscire a copiare durante i compiti in classe o, i più fortunati economicamente, per corrompere i professori con ogni genere di bustarella. La maggior parte di quelle persone, però, richiamava su di sé tutte le antipatie degli incorrompibili proff di Osaka, intransigenti su ogni tipo di sgarro alla regola; in poche parole, solo in pochi riuscivano a farcela. E tra quei pochi c’era anche un certo Uzumaki che, chissà come e chissà perché, riusciva spesso a ottenere con qualche ora d’anticipo le tracce di compiti in classe, che prontamente faceva avere a lei e Sasuke, così che prendessero tutti e tre un voto abbastanza dignitoso da presentarsi agli esami di fine anno a testa alta.
Come riuscisse ad averle, quelle tracce, ancora non si sapeva: lei e Sasuke avevano immaginato, conoscendo Naruto e i suoi molteplici guai, che si trattasse di roba in cui centravano professoresse, spinelli e magari anche frustini.
Fatto sta che, però, la mattina del compito in classe di letteratura giapponese, quell’idiota non si era presentato a causa della febbre che gli era arrivata solo a 40, e aveva lasciato che sia lei che Sasuke consegnassero il foglio completamente in bianco. Non un dramma per l’Uchiha che vantava di avere una media di voti che raggiungeva l’ “Eccellente”, ma per lei, che riusciva ad arrivare a mala pena alla sufficienza, quello era un’ altra macchia nera nel suo listino scolastico.   
 

-Quell’idiota l’altra sera si è ubriacato e si è gettato nudo nel fiume*. Sono dovuto andarlo a recuperare io, e considerando che siamo a gennaio e la temperatura dell’acqua è gelida..- non finì la frase, troppo impegnato ad accendersi una sigaretta. Ben gli stava a quel baka la febbre a 40 gradi!, l’unico problema era che era lei a rimetterci in questa situazione. Certo, lei e Sasuke... ovvio.
-Cosa intendi fargli?- le chiese ad un certo punto, con una leggera punta d’interesse, il moro.
-Come scusami?-. Lo vide sogghignare leggermente.
-Naruto. Quale sarà la sua punizione?- Nei suoi occhi un lampo d’odio e di vendetta per il compito fallito, lo stesso che probabilmente c’era negli occhi verdi di lei.
-Non lo so, ma stanne certo: rimpiangerà quella birretta in più dell’altra sera .-



-A cosa pensi?- spostò la sua attenzione sul presente, dove Sasuke la guardava di sottecchi dal finestrino. Forse stava in silenzio da un po’ troppo tempo.
-Ricordavo-. Non c’era bisogno di aggiungere altro. Lui lo sapeva.
-Si. Anch’io-


Le mani di Sasuke indugiarono leggermente sotto la sua sottile maglietta,quella mattina.
Fu costretta a separarsi dal bacio profondo che si stavano scambiando, e che sarebbe potuto sfociare presto in qualcosa di più,per via dell’orario. Doveva arrivare a scuola in orario,e il professor Hatake, docente di matematica e fisica, aveva esplicitamente detto che non avrebbe più ammesso ritardi da parte sua.

-Ehi, non ti è bastato ieri sera?- soffiò Sakura contro le labbra del moro, il quale sembrava parecchio infastidito da quella brusca interruzione. -No Sakura. Dovresti saperlo che non mi basta mai.-   

 
Si toccò distrattamente la fede nuziale con impresso all’interno, oltre al suo nome, anche quello del suo attuale consorte. E non potè evitare di pensare che a quell’ora, su quello stesso anello, avrebbe potuto esserci scolpito un nome diverso.

-Ho sempre saputo che Naruto aveva una cotta per te- la sua voce scura attirò la mia attenzione- lui ti ha sempre amata. Sempre..- 


 
-Sakura devo dirti una cosa- disse Naruto prendendo un grosso respiro-riguarda Sasuke-.

Dopo il diploma, scoprire che lui se n’era andato senza lasciare traccia, senza dare né spiegazioni né indizi non solo alla sua ragazza, ma anche al suo migliore amico, era stata una pugnalata al cuore.
A Naruto l’aveva detto il giardiniere di villa Uchiha, ormai appartenente ad un’altra famiglia altolocata che però l’aveva comprata a poco prezzo, nonostante il suo reale valore in quanto villa seicentesca.


La notizia aveva sconvolto entrambi, scombussolato in modo irremovibile le nostre vite, disintegrato per molti mesi i nostri cuori, soprattutto il mio. Naruto aveva provato per mesi a cercarlo con ogni mezzo possibile, si era addirittura recato nell’ albergo dove, secondo le sue conoscenze, il moro risiedeva da parecchio tempo. Sasuke, però, non aveva voluto in alcun modo incontrarlo; inutili erano stati gli sforzi del biondo per entrare di forza nella stanza dell’amico: non avrebbe mai potuto fare niente contro la forza di tre bestioni dalla stazza enorme. Alla fine, con suo enorme dispiacere, ci aveva pensato lei a fermare quel teatrino per evitare che Naruto si facesse davvero del male e gli aveva detto di interrompere le ricerche.
A quanto pare Sasuke aveva preso una decisione e non voleva essere trovato da loro. 

Sapere che per lui, loro due erano stati solo un gioco, un passatempo, li aveva totalmente demoralizzati ad andare avanti, riuscendo a mantenersi in piedi solo grazie il sostegno l’uno dell’altra.

Questo fino a quando Naruto aveva detto “basta”, e si era ripreso, trasformando quel sentimento di malinconia verso Sasuke in puro e semplice odio.
Odio per quello che aveva fatto a lui.
Odio per quello che aveva fatto a lei.
Odio per quel cazzo di egoismo che si era sempre portato dietro.
Lei invece.. beh, lei era andata avanti affogando nel dolore, facendo un passo dopo l’altro, vivendo per inerzia, confortata solamente da calore umano di Naruto che ormai era entrato dentro il suo cuore in vesti più importanti di un amico. Lui la faceva star bene: per questo non aveva esitato a dirgli “si” in prima possibile.

 
-Siamo arrivati-disse a Sasuke, riconoscendo le luci di casa sua, dove immaginò che Naruto la stesse aspettando con un sorriso sulle labbra - grazie per il passaggio. Scusa se non ti invito ad entrare ma.. non credo sarebbe una buona idea-. Lui avrebbe capito certamente la situazione.
Ma proprio mentre stava per scendere dall’auto, qualcosa si strinse intorno al suo polso; gli occhi neri dell’Uchiha, forse per la  prima volta, imploravano qualcuno di rimanere con lui, e il bello era che era anche tentata di dire “si” anche a lui.
-Mi dispiace Sasuke- non sapeva dove aveva trovato il coraggio di dirlo- questa è la mia fermata.. e io scendo qui-.
La mano di Sasuke scivolò sul sedile, lasciando che il suo braccio fosse libero, come anche il resto del suo corpo.

La sua anima però..

Prima di voltarsi definitivamente verso casa, il finestrino automatico del posto del passeggero si aprì,e ciò che disse Sasuke le fece quasi perdere l’equilibrio, per quanto fu forte il giramento di testa che seguì dopo.

-Tu vorrai anche scappare e scendere qui.. ma sappi che non siamo ancora arrivati al capolinea, Sakura.- 

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*non so se c'è un fiume a Osaka.. prendetela come invenzione personale, se così fosse u_u

Holaaaaaa!, ok, ammetto di esseere abbastanza sorpresa di riuscire ad aggiornare anche questo storia nonostnate i moltepilici imegni legati alla scuola, ma a quantp pare con la buona volontà tutto è possbile!!!! :D
Il titolo del capitolo significa " Quando passato e presente diventano una cosa sola", e immagino che voi abbiate già capito perchè..
Ho immaginato che avreste voluto sapere cosa era successo prima no? Qualche flashback era d'obbligo è_é
Comunque, di questa storia inizio già a vedere la fine, quindi tenetevi forte, perchè inizia la discesaaaaaaaaaaa!!!!!!
Alla prossima
Baci

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Capitolo 5
*** you and me in a war withouth end ***


Le particelle subatomiche non obbediscono alle leggi fisiche, si muovono secondo il caso, il caos, la coincidenza… si scontrano, l’una con l’altra nel mezzo dell’universo e poi c’è il bang. E l’energia. Noi siamo come loro. La più grande qualità dell’universo l’imprevedibilità. Per questo è divertente.

SKINS 



Quando qualche giorno dopo Sakura tornò a casa, aveva trovato Naruto lì, a braccia aperte, impegnato a cimentarsi nel cucinare qualcosa di nuovo; non che ai fornelli fosse un completo disastro (Sakura si era premunita prima del matrimonio di insegnargli qualcosa nella raffinata arte culinaria, rifiutandosi categoricamente di preparare lei ogni giorno), ma di certo il suo repertorio aveva un margine limitato e, ogni qual volta che si illudeva di riuscire a preparare qualche specialità, magari vista in qualche stupido programma tv, l’unico risultato che otteneva era quello di mangiare cose intossicanti per la loro salute e di sporcare inevitabilmente la cucina, che poi naturalmente avrebbe dovuto pensare a ripulire lei.

“Eh, no”-aveva detto una volta suo marito- “io cucino, tu pulisci!, non accetto discussioni su questo!”

Avrebbe anche potuto fermare tutta quella faccenda delle ricette nuove che ogni lunedì sera (di ogni settimana di ogni mese) la impegnava in pulizie straordinarie, ma non appena vedeva l’espressione entusiasta di suo marito, eccitato come un bambino il giorno del suo compleanno quando viene riempito di regali dai genitori, non riusciva a mantenere il suo muro alto, cedendo ogni volta a quel tenero, dolce ricatto.
-Che cosa prepari oggi?- chiese Sakura appoggiando la borsa sul divano e recandosi verso la cucina per scoprire quale fosse la nuova “invenzione” del consorte, forse speranzosa dato che l’odore non era proprio quello di un topo stecchito. Purtroppo però, vedendo quello che doveva essere una specie di pesto di un colore piuttosto inquietante, si rassegnò ad un classico lunedì sera fatto di cibo spazzatura (in tutti i sensi) e ad un martedì segnato da continui malesseri fisici.
Solita routine, insomma.

Il biondo le porse con il mestolo un po’ della sua creazione, in modo che lei potesse assaggiarla; il contenuto era davvero terribile,ma Sakura, ripetendo questa commedia ogni settimana, aveva imparato a fingere bene.
-Uhm.. niente male- gli aveva detto facendogli l’occhiolino.
Naruto aveva scosso la testa ridendo leggermente. -Sai, tesoro, mi chiedo quando inizierai a dirmi la verità!-
La rosa arrossì leggermente per essere stata scoperta; avrebbe dovuto impegnarsi di più nel fingere, mannaggia e lei.
-Ah, Sakura-chan!, credi davvero che io non mi accorga che quello che cucino è terribile? Eppure tu fai finta di niente ogni volta per non darmi un dispiacere..- e qui si avvicinò, dandole un leggero bacio sulle labbra- sei meravigliosa-.

Sakura, dal canto suo, adorava quei momenti di vita quotidiana, così tranquilli, così sereni, quelli in cui, anche dopo un’intensa giornata lavorativa, sanno portarti il sorriso. Anche quel giorno Naruto si era rivelato la sua gioia più grande.
-Bene.. sai, dato che quello che cucino a quanto pare non è un granchè mi sono preoccupato di ordinare cibo cinese questa sera-disse prendendo da sotto il tavolo una busta di cartone dal cui interno arrivava un odore invitante (probabilmente quello sentito all’ingresso) -e,naturalmente, in via straordinaria per questa sera.. pulirò io questo disastro- storse leggermente la bocca ma non si tirò indietro. Lei,
intenerita da quella scena, non era stata capace di rispondere a parole, gli aveva solo sorriso e scoccato un sonoro bacio sulla guancia.
-Vado di sopra a cambiarmi- disse infine.

Inforcò le scale, ma quando fu a meno di metà rampa, la voce di Naruto la fermò. -Ah, a proposito!-gridò.
Sakura si fermò sul posto -Si?- disse.
-Ha telefonato Sasuke oggi. In realtà sono stato abbastanza sorpreso di sentirlo, ma mi ha detto che per l’ultimo dell’anno darà una festa e vuole che ci andiamo. Tu che ne dici?-.
Sakura, che non appena era stato pronunciato il nome “Sasuke” dalle labbra del marito aveva trattenuto il respiro, cercò di rilassare la mascella in modo da sembrare più calma di quanto non fosse.
-A te che va di fare?-domandò al compagno. Sperava tanto che questo dicesse di no, ma se lui avrebbe voluto andarci si sarebbe fatta coraggio e vi si sarebbe recata ignorando, per quanto fosse possibile ignorare, la presenza del suo ex fidanzato.
Le ragioni erano principalmente due: la prima era che, dicendo di no, Naruto avrebbe potuto sospettare che lei potesse pensare ancora al suo vecchio amore, e questo non era assolutamente vero; la seconda era che, solo perché lei non voleva più volerci avere niente a che fare, questo non voleva dire che per suo marito fosse lo stesso. Conoscendolo, da persona bonaria qual’era, pur di riavere indietro il suo vecchio amico gli avrebbe perdonato qualunque peccato.

-In realtà avrei pensato di farci un salto..-azzardò lui: sapeva di star camminando su un campo minato, quindi era meglio andarci con i piedi di piuma.
-Va bene-affermò Sakura, sperando in tutt’altra risposta-vorrà dire che domani porterò i vestiti da sera in tintoria.-
Era assolutamente certa che quello fosse stato un colpo basso a suo discapito per l’offesa di qualche sera prima; Sasuke quella volta era stato molto chiaro: non le avrebbe reso la vita facile, da adesso in poi. Andata in bagno, si lavò il viso con l’acqua gelida, sperando che questa sarebbe servita a svegliarla da quel torpore famigliare, e prepararla alla battaglia che si preannunciava per gli imminenti giorni.
Aveva cercato di ignorare Sasuke in tutti i modi possibili,sperando che lui facesse lo stesso, ma ogni fiducia nella sorte era stata vana: il moro non si sarebbe arreso facilmente. A quanto pare la pace era finita: era tempo di prepararsi a una vera e propria guerra, in cui, ne era certa, non sarebbero mancati i feriti. 


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Ciaooooo!, sembra incredibile che io sia riuscita ad aggiornare anche questa storia. Il fatto, però,è che sono sorti alcuni problemi: voi sapete tutti che io sono sempre stata una SASUSAKU accanita (e continuerò sempre ad esserlo), e questa mini-long, che all'inizio era nata per essere una sasusaku in piena regola, sta diventando qualcosa di diverso. Certo, io non avevo mai avuto niente contro il NaruSaku, ma non mi ero mai posta moltoil problema non considerandola mai una vera e propria coppia, ma ho scoperto che scrivere di loro è così semplice che lo si può pensare addirittura come a qualcosa di naturale.. Perciò avverto i lettori che non so se questa storia avrà un finale NaruSaku o SasuSaku... immagino che lo deciderò man mano che continuerò a scrivere.   
Grazie per l'attenzione e mi dispiace per gli accaniti fan SasuSaku che adesso sono leggermente più scoraggiati, ma, come ho già detto è ancora tutto da stabilire...
Spero che continuerete comunque a seguirmi perchè apprezzo moltissimo i vostri commenti..
Baci <3 LUNA NUEVA 96

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Capitolo 6
*** Christmas party ***


Casa Uchiha, quella stessa casa che lei gli aveva venduto, risultava essere la più bella di tutto il quartiere.
Già da lontano, nella loro auto, Sakura e Naruto erano riusciti a riconoscerla per il gran numero di luci che, come minimo, avrebbero causato a fine serata un black-out in tutta Osaka.
La grande atmosfera di festa, unita al soffice manto bianco che imperterrito continuava a formarsi sulla strada e sul tetto della casa, rendeva tutto così natalizio, tanto da far pensare a Sakura che quella sarebbe stata la cartolina perfetta. 

Naruto, dal canto suo, era sbigottito almeno quanto la moglie.
Se la sua memoria non lo ingannava, e questo era totalmente impossibile perché conosceva Sasuke da quando ancora indossavano entrambi il pannolino, l’Uchiha non era un grande amante del chiasso, delle luci o della presenza di altri esseri viventi accanto a lui. Quindi o questi anni passati in chissà quale parte del mondo gli avevano completamente fatto voltare facciata, o stava architettando qualcosa di davvero diabolico .

Il biondo lanciò una sguardo a Sakura, apparentemente tranquilla, seduta sul sedile del passeggero, con la cintura slacciata.

-Potrebbe sgualcirsi il vestito- aveva detto. Gli venne da ridere solo a pensarci. Cosa sarebbe potuto importare a lui su un letto di morte del suo vestito rosso perfettamente ordinato?
 


Non appena entrati, la prima cosa che videro fu la gente.
Ammassi e ammassi di gentaglia, probabilmente presa a caso, che ballava e si ubriacava ancora prima di mezzanotte.
Un tipo lurido e sudaticcio, con degli stracci al posto dei vestiti- probabilmente un barbone trovato per strada - mangiava a sbafo tutto ciò che si trovava sulle grandi tavolate, come se non avesse mai mangiato in vita sua; da tutt’altra parte, un ventenne ubriaco, con un bicchiere pieno in mano, si vantava con la sua combriccola di come si sarebbe sbattuto la sua ragazza quella sera.
Qua e là, invece, persone si potevano notare anche persone che Sakura e Naruto conoscevano benissimo, amici del liceo, dei quali con alcuni si erano persi i contatti, mentre altri che i due sposi erano soliti frequentare tutt’ora.

Dall’altra parte del tavolo, a far concorrenza al barbone,c’era Choji Akimichi, grande amico di Naruto ai tempi del liceo, il cui unico interesse era abbuffarsi; da quello che stava vedendo, certe persone non cambiavano mai.
Da tutt’altra parte, Shino Aburame faceva notare a delle persone le mille e più peculiarità del coleottero della Malesia, facendo saltare i nervi alla sua nuova compagna, Karin Hebi.
In un’ altra parte della sala, invece Rock Lee, immancabile nella sua tuta verde, che si sarebbe potuta confondere benissimo con l’albero di Natale posto in mezzo alla sala, insieme a Kankuro Sabaku, che avevano conosciuto in un programma di scambio culturale con Hiroshima al terzo anno, obbligavano due bionde alla loro compagnia.

Quando lo sguardo di Sakura cadde sulla grande scala, notai che solo una persona era là sopra, intento a osservare la scena dall’alto, e, se necessario a dirigere le redini della serata; grazie alla sua espressione compiaciuta la rosa potè giurare che stesse proseguendo tutto come aveva immaginato. L’Uchiha scandagliava la zona, come se stesse cercando qualcosa, o qualcuno, e poi, quando quelle due pozze nere, incrociarono le sue verdi, lo vide risvegliarsi dal suo torpore, e scendere in fretta le scale, mentre si dirigeva verso di loro.

-Naruto- disse scuotendogli il braccio.
Il biondo la guardò con un’espressione interrogativa, e Sakura, indicando coll’indice, gli segnalò Sasuke che con la sua solita grazia si faceva spazio tra la folla. Naruto si irrigidì all’istante ma non perse la sua calma, nemmeno quando l’ex-amico gli fu di fronte.

-Uzumaki-

-Uchiha-

I due si guardarono per un attimo interminabile, poi si strinsero forte la mano e si sorrisero come due vecchi amici. Chiunque, vedendo quella scena, avrebbe pensato che i due andassero d’amore e d’accordo, non immaginando nemmeno per niente che i due, invece, erano presi la lungi dissapori l’uno verso l’altro, e che quello era il primo vero riavvicinamento da anni.

Sakura guardò ad uno ad uno gli uomini che nella sua vita erano stati i più importanti, e non potè fare a meno di pensare che tra Sasuke e Naruto ci fosse un’alchimia tale che lei non aveva mai avuto con nessuno di loro due, e che fossero così meravigliosi che volerli entrambi, oltre ad essere un desiderio egoista, era anche totalmente legittimo.

-Sakura- disse poi l’Uchiha, accorgendosi solo in quel momento della presenza della rosa- Buon Natale!-

-Non ti pare un po’ presto, Sasuke? Non è ancora scoccata la mezzanotte del resto-

Il moro sorrise sornione. -Bene amici- disse- ho tante cose da fare, altri invitati da salutare… oh!, guarda lì per esempio- disse indicando Juugo che gli faceva segno con la mano- Sarà meglio andare. Divertitevi, mi raccomando!-

Non appena Sasuke si allontanò, Naruto tirò un sospiro di sollievo. Non era stata una situazione affatto facile, e Sakura lo capiva benissimo. Nonostante l’odio che il biondo aveva gli giurato eternamente, Sasuke sarebbe comunque rimasto in una parte del suo cuore l’amico delle pazzie del liceo, e quello stato era difficile per entrambi.

-Oh guarda!- disse proprio Naruto, in un attimo al settimo cielo, mentre si dirigeva come un razzo verso la grande tavolata.
Sakura lo seguì con lo sguardo, fino a vederlo armeggiare con chili e chili di ramen. Scosse la testa rassegnata. Non sarebbe più riuscita a portare via Naruto da quella festa, ora che aveva trovata l’unica cosa che di certo amava più lei! 


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Ok, inizio col dire che no, non sono pazza a far finire il capitolo così. In realtà ho avuto l'idea di staccare due dei capitoli perchè alla fin fine non mi andava che ci fosse un capitolo così lungo rispetto agli altri. Se mai vorrò ubblicargli insieme, lo farò come una one-short a parte, ma che indicherò come presa dalla storia "Tradimento". Non so ancora se lo farò, dipenderà dalle vostre recensioni, se saranno positive o negative. Non dovrei metterci moltissimo per il prossimo capitolo, anche perchè in parte l'ho già scritto.
Alla prossima
Baci <3
LUNA  

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