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Era una calda giornata primaverile, e il sole scottava come
non mai, riflettendosi sul cemento della città. Ran
cercava in tutti i modi di impegnarsi a studiare, ma i suoi buoni propositi erano
difficili da mantenere. Pensava a tutt’altro. Per prima cosa: Shinichi non la chiamava da un po’ di tempo.Gli aveva scritto qualche messaggio, ma non
aveva ottenuto risposta. Che gli fosse successo qualcosa? No, come al solito si
preoccupava troppo. Shinichi sapeva badare a se
stesso. Ma perché doveva rimanere lontano tutto questo tempo?Non poteva
tornare, anche per poco, anche solo per vederla una volta? Forse di lei non
gliene importava poi così tanto, o, almeno, non quanto a lei importava di lui,
pensò sospirando. Il secondo pensiero che la teneva occupata era quello di
Conan. Dove si era cacciato quel bambino? La scuola era finita da un pezzo.
Aveva l’abitudine di sgattaiolare da una parte all’altra della città senza
avvertire. Certe volte, la faceva preoccupare quanto, se non più, di Shinichi. Quei due avevano molto in comune, pensò.Si alzò, e scese nello studio del padre. Non
c’era nessun cliente e, come al solito, Goro stava
guardando la tv sorseggiando una birra. E non doveva essere la prima. Si
affacciò alla finestra, giusto in tempo per vedere Conan che, tranquillo come
non mai, rientrava a casa. Lo aspettò ferma sulla soglia, cercando di mostrarsi
il più arrabbiata possibile.
“Ehi, Conan. Ti pare questa l’ora di tornare a casa?” chiese
con aria minacciosa.
Conan si fermò, pensando a quanto fosse noioso essere un
bambino. Quanto avrebbe voluto tornare diciassettenne! Poi, con un sorriso che
dissimulava i suoi pensieri, rispose:“Scusami Ran, mi sono fermato a casa del
dottor Agasa. Ho fatto i compiti con Ai, avevamo una
ricerca..”
“Potevi avvertire! Mi fai sempre preoccupare! Sei peggio di
quell’altro detective da strapazzo.” Disse sedendosisul divano.
Ascoltando queste parole, Conan non ne afferrò subito il
senso. Detective da strapazzo? L’unica persona che conosceva degna di tale
soprannome era senza dubbio Goro. No, inutile
mentire, Ran probabilmente, anzisicuramente, non si stava riferendo al padre.
“E’ successo qualcosa, Ran?”
chiese, facendo il finto tonto.
“Te lo dico io cosa succede, ragazzino.” Intervenne Goro, “Mia figlia pensa ancora troppo a quell’ingrato
detective che si crede lo Sherlock Holmes del duemila. Se ce l’avessi sotto mano…” iniziò, lasciando la frase a metà.
-Ma semi hai sotto
mano..- pensò Conan, ignorandolo e rivolgendo l’attenzione a Ran.
“Shinichi non mi telefona da un
po’ di tempo. Sono preoccupata..di solito, si faceva sentire più spesso.”
-Ci credo, mi vuoi sempre accompagnare dappertutto. Come
faccio a chiamarti?- pensò Conan, per poi dire: “Vedrai che sarà impegnato in
qualche caso complicato, e, appena lo risolverà, di sicuro tornerà a farsi
sentire..”
“Non illuderla, ormai quello si sarà trovato un’altra.”
Sentenziò Goro.
-Ma come osa..- si limitò a pensare Conan.
“Penso che papà abbia ragione. Non risponde nemmeno ai miei
messaggi.”
-In realtà, ho appena comprato la ricarica e la mia
intenzione era quella di risponderti questa sera..- pensò, per poi
tranquillizzarla a voce.
Ran sorrise. “Scusa se mi sfogo
sempre con te, Conan. E’ che sei un ragazzino sveglio, e sai sempre come
consolarmi.”
Lo abbracciò forte, facendolo diventare rosso come un
peperone. Ah, se Ran avesse saputo che lui era quel Shinichi che tanto cercava, e che era proprio fra le sue
braccia!!
“Ma piuttosto, parliamo di te..” iniziò Ran,
rinfrancata, “Mi sembra che nell’ultimo periodo tu e Ai siate diventati molto
amici.. di’ la verità, Conan.. non sarà mica la tua fidanzatina?” chiese con
tono malizioso.
Conan diventò improvvisamente rosso. Come veniva in mente a Ran di chiedergli una cosa del genere? Lo Shinichi dentro di lui si sentì ferito nell’orgoglio. Come
poteva innamorarsi di una bambina? Anche se in realtà Ai non lo era.. ma
comunque, a lui piaceva una e una sola persona!
“Ma… ma cosa dici?” disse, ridendo
come se Ran avesse fatto la battuta del secolo.
“Dai, a me puoi dirlo! Sei tutto rosso.. confessa..”
Mentre Conan continuava a negare assiduamente e Ran a punzecchiarlo, qualcuno bussò alla porta.
“Ma cosa vogliono a quest’ora?! Insomma, è quasi orario di
chiusura..” protestava Goro, “Apri tu, Ran?”
La visitatrice era una giovane donna. Di bel portamento, ben
vestita, salutò cortesemente il detective e Ran,
offrendo poi una caramella al piccolo Conan.Portava una gonna nera e una camicia bianca, sulla quale ricadevano
alcune ciocche di capelli biondi che sfuggivano all’elastico che li teneva
raccolti. Si sedette sul divano, su invito del detective. Li fissava con due
grandi occhi azzurri, leggermente imbarazzata. Insomma, sembrava tutto tranne
che giapponese.
Ciao a
tutti!!! Come state, carissimi fan di Detective Conan?
Vi devo
confessare che, nonostante sia una grande appassionata del nostro piccolo
detective occhialuto e del mitico investigatore privato Sherlock Holmes, non mi
sono mai cimentata nello scrivere una storia “gialla”. Visto che questo è il
mio primo esperimento, aspetto pareri da tutti voi, positivi o negativi che
siano, che mi aiutino a migliorare!
Questo è
solo il prologo, ma dal prossimo capitolo la storia entrerà più nel vivo e il
nostro Conan avrà la possibilità di nutrire già i primi sospetti sul caso che
si troverà di fronte.. beh, spero che continuiate a leggere! Grazie a tutti!
Accidenti,
quasi dimenticavo! Vorrei ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno
letto e recensito la mia precedente fan fiction, “La tua eterna estate non
potrà mai svanire”.. siete stati gentilissimi/e!
A presto,
con il prossimo capitolo! Fla95
PS: avrete
notato che, per quanto riguarda Kogoro, ho usato il
nome utilizzato nell’anime italiano, cioè Goro.. non
so perché, ma mi piace di più =)
Capitolo 2 *** Il racconto dell'Americana di Osaka ***
IL RACCONTO
DELL’AMERICANA DI OSAKA
Dal momento in cui aveva puntato gli occhi sulla graziosa
cliente, i modi di Goro erano del tutto cambiati. Ora
si predisponeva, gentile come non mai,
ad ascoltare il racconto della ragazza.
“Salve detective. Mi scuso per l’ora, ma purtroppo il treno
da Osaka ha subito un ritardo, e sono potuta arrivare solo ora a Tokyo..”
iniziò, con un forte accento americano.
-Da Osaka?- pensò Conan-E come mai, invece di rivolgersi a un detective di Osaka, è venuta fin
qui?-
“Non si preoccupi, continui pure, e mi esponga il caso.”
Affermò Goro, sedendosi davanti a lei.Accanto a lui c’era Conan, mentre Ran ascoltava incuriosita appoggiata alla scrivania del
padre.
“Ecco, vede, in realtà era il mio fidanzato che oggi doveva
venire da lei. Ma purtroppo, ha avuto un impegno di lavoro, e ha delegato me al
suo posto.” Fece una piccola pausa, per poi riprendere “Per esporle la storia,
sarà meglio prima presentarmi. Il mio nome è Annah
Smith, sono americana come avrete già capito, e mi sono trasferita qui qualche
anno fa, dopo aver studiato giapponese nel mio paese. Da sempre, la mia città
preferita è stata Osaka, e così, dopo la laurera, fu
lì che decisi di andare. Fu in quel periodo che conobbi il mio attuale
fidanzato DaisukeIkeda. Ci
conoscemmo per caso su un autobus. Posso dire che fu un colpo di fulmine, e
iniziammo a frequentarci. La famiglia Ikeda ha una
tenuta poco distante da Osaka, una grande casa antica giapponese, sullo stile
del famoso castello della città. Solitamente, era lì che l’intera famiglia
trascorreva i periodi di vacanza. Un’estate, dopo il nostro fidanzamento, mi
portò proprio nella sua tenuta, perché facessi la conoscenza della sua
famiglia.”
Conan si fece pensiero. Gli sembrava che quella storia
avesse un che di familiare. Quei nomi, gli sembrava di averli già sentiti. Sì,
ma dove? Nei casi che si era trovato a risolvere ad Osaka con Heiji, non gli era mai capitato di avere a che fare con
quella famiglia. Eppure..
“La sua famiglia non è particolarmente numerosa. Daisuke aveva un fratello maggiore di due anni,di nome Kuma. La
prima cosa che mi colpì, fu che non si somigliassero per niente. In effetti,
venni poi a sapere che Kuma era stato adottato. ”
“Come mai parla di questo Kuma al
passato?” domandò Goro, incominciando a intuire la
risposta.
“E’ morto. Ma questa è solo la parte finale della mia
storia, la prego di ascoltarmi fino alla fine..”
“Oh, ma certo..” disse Goro mortificato,
notando il tono leggermente infastidito della ragazza.
“La prego di scusarmi, detective.” Si affrettò ad aggiungere
lei, “ma sono molto stanca a causa del viaggio e..”
“Non deve scusarsi, continui.”
Nel frattempo, Conan continuava a pensare e ripensare. Dove
aveva già sentito quei nomi? Quella storia stava diventando più interessante
del previsto e sul suo volto si poteva leggere una certa dose di curiosità.
“Poi, conobbi il padre di Daisuke,
il signor Noburo.E’ un uomo alto, dai capelli brizzolati, a prima vista un po’ scontroso.
In realtà è solo un uomo riservato e, superato l’impatto iniziale, mi accettò
nella famiglia come se fossi sua figlia. La madre di Daisuke,
Izumi, ben presto fece lo stesso, se non prima. E’
sempre stata molto gentile con me. Lo stesso non si può dire del nonno di Daisuke, il padre di Izumi. Fu
sempre di poche parole con me, e più in generale con tutti.”
Anche questa volta, Goro notò che
la ragazza aveva parlato al passato. Tenne il pensiero per sé, evitando di fare
domande.
“Conobbi poi il loro maggiordomo, Sadao,
e la loro cameriera, Takako. La domestica è
estremamente cordiale e gentile: posso dire che sia la migliore amica che ho in
quella casa. Nessun altro abitava la tenuta, erano pochi i componenti della
famiglia, e ora, sono ancora di meno.”
Rabbrividì, pensando a ciò che doveva raccontare. Conan si
fece più attento e assorto, non voleva perdere una sillaba di quel racconto.
“Questa storia risale a meno di un anno fa. La scorsa estate,
verso fine agosto, ci ritrovammo tutti
nella tenuta di campagna, per passare una settimana.. come dire.. in famiglia.
Tutto andava per il meglio, finché, una mattina, notammo che Kuma non era in camera sua. Lo cercammo per tutta la casa,
ma invano. Quindi, pensammo che fosse uscito per fare una passeggiata
mattutina, e aspettammo il suo ritorno. A ora di pranzo non si era ancora fatto
vivo. Fu così che io, Daisuke, Noburo
e Izumi uscimmo a cercarlo, mentre Takako preparava il pranzo. Ci dividemmo e ci incamminammo
per il bosco che dà sulla tenuta. Fu Daisuke a
trovarlo. Era impiccato ad un albero, non molto lontano dal sentiero che
attraversava il bosco. Il nostro primo pensiero fu che si fosse suicidato.
Probabilmente, durante la notte era uscito per compiere questo gesto estremo.
Ma a Daisuke tutto questo sembrava impossibile, suo
fratello non avrebbe mai avuto motivo di suicidarsi. Anche l’agente della
polizia di Osaka mandato sul posto, arrivò alla stessa conclusione di tutti
noi. E cioè, che si trattava di suicidio. Ma c’era un ragazzo con lui, un
ragazzo che non si dava pace, dicendo che quell’uomo era stato assassinato.
Credeva alla versione di Daisuke, secondo cui Kuma non aveva motivo di togliersi la vita.”
Ascoltando quel pezzo della storia, Conan ebbe un lampo di
genio. Ma certo! Era stato Heiji a parlargli di quel
caso. Ora, ricordava tutto.
“Il nome di quel ragazzo è per caso HeijiHattori?” chiese alla donna,con un amabile sorriso da bambino in volto.
“Sì, proprio lui.. ma tu come fai a saperlo?” chiese
incredula.
“E’ un nostro amico.” Rispose Ran,
precedendo Conan.
“Vada avanti.” La incalzò Goro.
“Capisco. Meglio così, forse..” Disse la donna. “Beh,
comunque sia, questo Hattori sosteneva che Kuma fosse stato ucciso. Devo ammettere che ha un intuito formidabile
o , forse, solo una grande fantasia. Arrivò ad una conclusione a dir poco
stupefacente. Volle mostrate alcune foto della vittima, e notò un particolare
che a noi tutti era sfuggito. Attraverso le foto, vide che Kuma
e Noburo avevano uno stesso piccolo difetto sul lobo
dell’orecchio destro, un difetto ereditario, che si trasmette di padre in
figlio. Nessuno di noi ci aveva fatto caso, ma era la verità. Il ragazzo
sostenne dunque di non credere alla coincidenze, e disse che Kuma era figlio di Noburo,
probabilmente un figlio illegittimo. L’agente della polizia sembrava dare molto
credito a questo Hattori,e, quando chiese il test del DNA, Noburo confessò. Kuma era suo
figlio, avuto con un’amante, la quale era morta dandolo alla luce. Fu la
sorella di lei a informarlo della morte prematura della donna, chiedendogli di
non sottrarsi ai suoi doveri di padre. Fu così che, per salvare l’onore della
famiglia e per mantenerla unita, Noburo aveva finto
di adottare un figlio non suo. Di fronte a tali rivelazioni, la moglie scoppiò
a piangere, chiudendosi poi in camera sua. Non volle più uscirne per almeno un
giorno. Questo fu tutto ciò che il ragazzo di Osaka riuscì a dimostrare. L’autopsia
provò che Kuma era morto per soffocamento. Il caso fu
archiviato come un suicidio.”
“Che terribile storia. Mi dispiace molto, signorina.” Le
disse Goro, cercando di confortarla. Si vedeva che la
ragazza non raccontava felicemente questi avvenimenti.
-Deve esserci dell’altro..- pensò Conan-Altrimenti, che motivo c’era di venire fin
qui?-
“La storia non finisce qui. Dopo una serie di litigi, Izumi disse che, ora come ora, non aveva senso piangere sul
latte versato. Anche se il marito le aveva tenuto nascosto per tanto tempo una
simile verità, Kuma era morto, e, in suo ricordo,
bisognava tenere unita la famiglia. Tutto sembrò tornare alla normalità. E per
qualche mese vivemmo in pace. Ma poi, venne diagnosticato un brutto male al
nonno di Daisuke, e i medici gli dissero che gli
restavano pochi mesi di vita. La settimana seguente, in un giorno di vacanza,
ci ritrovammo tutti nuovamente nella tenuta di campagna. Daisuke
voleva passare del tempo con suo nonno, prima di dirgli addio. Ci recammo lì la
mattina presto e passammo l’intera giornata fra camminate nei boschi e un
pic-nic in riva ad un fiume che scorre ad un quarto d’ora di strada. Andammo
tutti a domrire molto tardi, quel giorno, e la
mattina non ci risvegliammo se non verso le dieci. Ci aspettava una sgradevole
sorpresa. Il nonno di Daisuke era scomparso. Non c’era
nella sua camera e nemmeno in qualsiasi altro luogo della casa. Pensammo che fosse
uscito, ma non aveva con sé né soldi né telefono. Non sapevano come
rintracciarlo, e aspettammo per qualche ora il suo ritorno. A fine giornata
chiamammo la polizia. Eravamo molto in pensiero. Pensammo che fosse uscito per
una normale passeggiata e che fosse scivolato in qualche luogo da cui non
riusciva più a risalire, o che si fosse perso. Lo cercammo per una settimana
intera, ma niente. Alla fine ritenemmo che non avesse retto alla notizia
datagli dai medici e che avesse deciso di porre fine alla sua vita prima del
previsto. Ma la sua scomparsa è ancora un mistero, detective. Non è stato
ritrovato alcun corpo: è come se si fosse volatilizzato. La signora Izumi è molto preoccupata, poverina.
. La triste notizia giunse anche alle orecchie di quell’Hattori, che avevo imparato a conoscere come “il famoso
detective del liceo”, il quale ci mandò una lettera di scuse per i problemi che
aveva causato alla nostra famiglia. Probabilmente, alla luce dei recenti
avvenimenti, si sentiva in colpa per aver turbato la famiglia svelando verità
che erano rimaste nascoste per tanto tempo. Tutto questo risale a poco più di
un mese fa. Izumi e Noburo
si sono definitivamente trasferiti nella loro tenuta di campagna e, per un
problema dovuto allo smistamento della lettera, questa arrivò al destinatario
solo la settimana scorsa. Così, i genitori di Daisuke,
in segno di riappacificazione, lo hanno invitato a trascorrere il fine settimana
nella loro casa, per passare qualche giorno fuori dal caos della città.”
-Heiji che manda una lettera di
scuse? Qualcosa non mi convince…- pensò Conan. Cosa
aveva in mente il suo amico? Solo allora si ricordò del messaggio che aveva
ricevuto quella mattina da parte del detective di Osaka. Chiamami appena puoi,
diceva. Che cosa stava succedendo?
“Mi scusi signorina, ma non vedo come io..” iniziò Goro.
“Certo, lo so, non vede come lei possa c’entrare in questa
storia. Deve sapere che, nonostante tutto, Daisuke,
il mio fidanzato, non è ancora convinto della versione del suicidio di Kuma. Quando ha saputo che quel geniale Hattori
veniva da noi per il week-end, ha pensato subito di invitare anche lei, ritenendo
che due menti come le vostre potessero aiutarlo a far luce sul caso. Deve
sapere, detective, che la sua fama è ormai nazionale. Il signor Noburo è un suo grande fan. Daisuke
ha pensato di fargli una sorpresa invitandolo. I suoi genitori non sanno niente
di questa idea.”
“Veniamo molto volentieri..” iniziò Conan. La sua frase fu
subito bloccata da una pronta sberla di Goro.
“L’invito non era rivolto a te!”
La signorina Smith scoppiò a ridere: “Com’è buffo questo
bambino! Ovviamente, detective, può portare anche lui e sua figlia.. non c’è
alcun problema.”
Goro sbuffò, pensando che doveva
sempre portarsi dietro quel ficcanaso di Conan. Ma, in fondo, quel bambino era
stato l’inizio della sua fortuna. Da quando lui era arrivato, era andato sempre
tutto bene.
“Certo signorina. Accettiamo con piacere l’invito.”
“Perfetto!” esclamò lei raggiante “Daisuke
sarà così felice!Allora,” disse, alzandosi “Potrete recarvi alla tenuta venerdì
pomeriggio, insieme al detective Hattori. Visto che
lo conoscete, non c’è alcun problema.”
Ciao a
tutti!:)
Per prima
cosa, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto il Prologo, e in
particolare Kazuha_97, Isabella Potter Warren e kahlan90 che hanno recensito! Grazie di
cuore per avermi dato il vostro parere! Poi, un altro grazie va di nuovo ad Isabella Potter Warren per aver messo
la mia storia tra le seguite e, per lo stesso motivo, un grazie anche a ChibiRoby!
Nel
prossimo capitolo appariranno anche Heiji e Kazuha, così la comitiva sarà al completo.. beh, spero che
questo capitolo vi sia piaciuto!! Lasciate un commentino per farmi sapere cosa
ne pensate se avete un po’ di tempo!
Si erano dati appuntamento alla stazione di Osaka per le tre
di pomeriggio, l’orario d’arrivo del treno.Heiji e Kazuha li avevano
aspettati davanti al grande orologio della stazione, e, appena visti i loro
amici, li avevano salutati , cercando di farsi vedere nella folla che riempiva
la grande sala. Kazuha e Ran
avevano talmente tante cose da raccontarsi che Heiji
e Conan non ebbero alcuna difficoltà a parlare tra loro lontano da orecchie
indiscrete. Da parte sua, Goro non faceva altro che
sbadigliare, nonostante avesse dormito per tutto il tempo del viaggio.
“Che cosa intendi, Shinichi?”
chiese lui di rimando, sorridendo. Sapeva che il suo amico aveva capito
senz’altro cosa gli passava per la testa.
“Non fare il finto tonto. Non ci credo alla tua lettera di
scuse, non sei il tipo. In più, prima ho sentito Kazuha
lamentarsi con Ran del fatto che tu non volessi
portarla con te. Facendo due più due, ne deduco che tu voglia proteggerla.
Allora, hai scoperto qualcosa di nuovo?”
“Non proprio.” Disse Heiji,
facendosi serio. “Ma il presunto suicidio del vecchio non mi ha convinto. Non è
stato ritrovato alcun cadavere, è come se si fosse volatilizzato nel nulla. C’è
qualcosa che non mi convince in quella famiglia.”
“E così, hai scritto quella lettera per cercare di
riagganciare i contatti.”
“Esattamente. Ma non pensavo mi avrebbero addirittura
invitato a casa loro.”
Conan restò un attimo pensieroso.
“Qualcosa non quadra.” Disse poi. “Quest’invito cade troppo
a pennello. Stai attento, Heiji.”
“Lo so. Per questo non volevo portare Kazuha..
ma quella testarda che non è altra…”
“Chi sarebbe la testarda?!” esclamò una voce dietro di lui. Kazuha lo osservava con due occhi inquisitori.
“Ma niente Kazuha, hai sentito
male..” cercò di difendersi.
“Non cercare scuse. Io sarò anche testarda, ma tu sei un
egoista! Ti viene offerta la possibilità di passare un week-end di vacanza, e
non mi vuoi nemmeno portare con te!”
“Sei tu che ti sei auto invitata. La tua presenza non era richiesta…” insinuò Heiji.
“Ah, davvero, sarebbe così?!” scoppiò lei, infuriata.
-Mamma mia, quanto sono stressanti...- pensò Conan.Shinichi appariva
come un bambino, certo, ma alle volte Heiji sembrava
più infantile Conan!
“Quando li vedo, penso spesso a me e Shinichi.
Anche noi litigavamo così, a volte.”
A parlare era stata Ran, accanto a
lui. Spostò il suo sguardo dalla coppia di amici alla ragazza. E’ vero. Anche
loro spesso litigavano per delle sciocchezze. Quanto gli mancava essere Shinichi.. se solo Ai fosse riuscita a creare un antidoto
al veleno che aveva ingerito! Tutto sarebbe tornato alla normalità. Lui avrebbe
potuto riprendere la sua vita, stare con i suoi amici, stare con Ran, scherzare con lei, litigare con lei, uscire con lei,
dirle quanto le voleva bene. Accidenti! Doveva sbrigarsi a tornare quello di
prima. Per quanto ancora Ran avrebbe aspettato? E
soprattutto, per quanto ancora lui sarebbe riuscito a tenere segreta l’identità
di Conan?
“Insomma! La volete smettere?!” li sgridò Goro, facendo tacere i due amici.
Quando uscirono, videro un auto della polizia parcheggiata
poco distante.
“Non mi dirai che ne hai preso in prestito una..” disse Ran, allibita. Odiava muoversi con le auto della polizia.
Li guardavano tutti come se fossero dei criminali.
“Certo che si! Ho anche la sirena per fare prima.. sai che
traffico, la mattina!” esclamò sicuro Heiji, salendo
accanto al posto di guida, dove invece sedeva Goro.
Iniziarono a percorrere le vie della città che, come
previsto da Heiji, erano affollate, e non poco. Dopo
una buona ora di cammino, riuscirono finalmente ad allontanarsi di grattacieli
e dal cemento delle strade, per inoltrarsi poi in un bosco alla ricerca della loro
meta.In macchina, erano solo Rane Kazuha a parlare. Quest’ultima stava raccontando all’amica
della vittoria schiacciante della squadra di baseball della loro scuola al
torneo provinciale.Erano diventati i
campioni di Osaka! Non che il baseball la entusiasmasse poi così tanto, ma,
aggiunse a bassa voce, Heiji l’aveva invitata ad
assistere alla partita, e non aveva proprio voluto rifiutare. Accanto a loro,
Conan, o meglio Shinichi, guardava pensieroso fuori
dal finestrino, cercando di scorgere il volto di Heiji
nello specchietto. Il suo amico era preoccupato quanto lui. C’era qualcosa, in
quella storia, che puzzava di bruciato. Sì, ma cosa?
Arrivarono dopo una mezz’oretta di strada alla tenuta della
famiglia Ikeda. L’antica casa giapponese era a dir
poco enorme. Una vera e propria villa, con tanto di giardino e laghetto nel
cortile interno. Al cancello trovarono ad accoglierli un uomo sulla quarantina,
dalla carnagione chiara. Vestiva di scuro, e i suoi occhi seri erano contornati
da un paio di spessi occhiali da vista. Doveva essere miope, e non poco. Goro abbassò il finestrino della macchina, sospettando che
il maggiordomo non si aspettasse di trovarlo lì. A quanto pareva, invece, era
già informato di tutto: la presenza del famoso Detective Goro
doveva essere una sorpresa solo per i padroni di casa. Ed effettivamente, fu
così. Appena i genitori di Daisuke lo videro, la
sorpresa fu contenuta a stento. Il signor Noburo
scoppiò di felicità: il famoso Goro il Dormiente! Il
suo idolo di sempre! L’uomo che più stimava al mondo!Non poteva davvero crederci. La reazione
della moglie fu, invece, più contenuta.Salutò il detective sorridendo, e dicendosi onorata di ospitare un personaggio
tanto famoso a livello nazionale.
L’ultimo ad arrivare in sala fu Daisuke,
che aveva preferito spiare da lontano la reazione del suoi genitori, per poi
rivelarsi come l’artefice dell’invito a Goro. Con
lui, entrò nella stanza anche Annah, accompagnata
dalla domestica, Takako. Dal suo viso bonario, si
potevano facilmente comprendere le parole che Annah
aveva rivolto a Goro qualche giorno prima: quella
cameriera sembrava, a prima vista, la bontà in persona. Si rivolgeva a tutti in
maniera gentile, con sorrisi affabili. Conan notò come, però, il suo volto
sembrasse stranamente tirato. Inoltre, aveva la mano destra fasciata.
“Comunque sia, la ringrazio per aver accettato il nostro
invito, detective Hattori.”Disse ad Heiji la
signora Izumi.
“Ma cosa dite! Sono io che devo ringraziarvi. Sono molto
felice che non serbiate rancore nei miei confronti, dopo l’errore commesso da
me qualche mese fa..” rispose il ragazzo sorridendo.
“Suvvia, meglio non pensare a quella brutta storia.
Piuttosto, visto che abbiamo qui anche il famoso detective Goro,
potreste aiutarci a far luce sulla scomparsa del padre di Izumi.
Ormai, non speriamo più che sia vivo. Ma siamo sicuri che sia da qualche parte,
qui nel bosco.. dicono che lei sia infallibile, detective.” Osservò il signor Noburo, rivolgendosi a Goro.
-Come no..- pensò Conan, ridacchiando tra sé e sé.
“Sono d’accordo. Se per voi non è un problema, sarei molto
contenta sevoleste farci questo
favore.. sono talmente in pensiero per il mio povero padre.. se anche non ci
fosse più, vorrei almeno ritrovare le sue spoglie..” disse la madre di Daisuke, con gli occhi lucidi.
“Nessun problema. Faremo un giro per il bosco, se suo marito
può farci da guida..” iniziò Goro.
“E’ il minimo che possa fare per lei, signora.” Finì Heiji “Stia certa… che troverò
suo padre.”
Calzò sul capo il suo inseparabile cappello, e si avvicinò a
Goro. Il suo tono aveva un che di sfida.
“Kazuha, tu rimani qui con Ran. Se troveremo qualcosa, di sicuro non sarà una bella
scena.”
“Stai attento Heiji..” mormorò Kazuha, mentre il suo amico si allontanava.
Conan, istintivamente, si accodò al gruppetto che usciva.
“Ehi, tu! Dove credi di andare?!” lo fermò Ran, tirandolo per il colletto della maglietta.
“Dai, Ran..” la supplicò Conan,
cercando di imitare il più possibile la voce di un bambino piagnucolone “Ti pregooo.. lasciami andare con Heiji..per
favoreeee..”
“Tranquilla, Ran.” La rassicurò Heiji, prendendo Shinichi in
braccio, “ci penso io al tuo piccoletto.”
“Al suo piccoletto, eh?” gli sussurrò Conan, tirandogli
l’orecchio che più aveva a portata di mano.
La piccola e strana comitiva si allontanò. Non avrebbero
trovato nulla nel bosco. Ma non sapevano cosa li attendeva quella notte.
Ciao a
tutti :) !! Come state passando quest’ultima settimana di agosto? Nonostante il
caldo soffocante, scrivere è sempre un piacere! :)
Vorrei ringraziare
tutti coloro che leggono, tutti coloro chehanno la storia tra le seguite (ChibyRoby, Eli Pazzoide, Isabella Potter Warren, YukariHoshina,
celiane4ever) e chi ha recensito il primo capitolo, cioè Kazuha_97, Kishra
e Eli Pazzoide (complimenti per il nick originale!!) Siete stati gentilissimi!
Detto
questo, possiamo dire che la nostra comitiva sia ormai al completo e che dal
prossimo capitolo si entrerà nel vivo della storia.. spero che continuiate a
seguirmi! =)
Come Conan ed Heiji sospettavano,
nel bosco non c’era nulla di strano. Ne avevano solo approfittato per fare una
visita alla quercia dove, qualche mese prima, era avvenuto il presunto
suicidio. La sparizione del vecchio padre di Izumi non
convinceva nessuno dei due. Doveva essere successo qualcosa e, sicuramente, uno
degli abitanti di quella casa sapeva più di quanto dava a vedere.Ma chi? Il maggiordomo, forse? La signora Izumi? Il signor Noburo, lo
sfegatato fan di Goro? O ancora, la bonaria
domestica? O forse, Daisuke e Annah,
i più insospettabili di tutti? Chi di loro stava nascondendo qualcosa?
La prima delle tante sorprese di quella serata, arrivò non
appena fecero ritorno a casa. Scoprirono che la signora Izumi,
Ran e Kazuhaavevano preparato una squisita cenetta
italiana. La pasta come primo, poi un secondo di carne, infine frutta e
dessert.
Si recarono in sala da pranzo, dove notarono che sulla
tavola, accanto ad ogni piatto, c’era un cartellino con il nome di ogni
invitato.
Prima di prendere posto, Heiji si
avvicinò a Kazuha: “Senti un po’ piccola.. come mai
la domestica non vi ha aiutate con la cucina?”
“Questa mattina si è procurata un brutto taglio alla mano
destra, che sanguina ancora a tratti. Ecco perché non ha potuto cucinare.”
Rispose Kazuha, arrossendo. Adorava quando Heiji la chiamava “piccola”.
“Un brutto taglio, eh? Stammi vicino, mi raccomando.”
“Perché dici così?”
“La prudenza non è mai troppa. Restami sempre accanto.”
Kazuha arrossì vistosamente.
Certo, gli sarebbe rimasta sempre accanto, e l’avrebbe fatto molto volentieri.
La pasta preparata dalle due ragazze e da Izumi era semplicemente fantastica. Nemmeno nei migliori
ristoranti italiani del centro si mangiava così! Quando poi il maggiordomo si
occupò di portare in tavola il secondo, questo si rivelò non meno squisito del
primo.
“Oh, accidenti!” esclamò Heiji
“Con questo coltello non riesco a tagliare.. la lama non è molto affilata..”
“Prendi il mio, Heiji..” disse
Conan.
“No, non voglio scomodare gli ospiti.” Disse la signora Izumi “Vado subito in cucina a prenderne un altro.”
Tornò poco dopo, con un coltello uguale agli altri.
“Per fortuna, me n’era avanzato ancora uno dello stesso
servizio di posate.”disse al ragazzo,
porgendoglielo dalla parte del manico con tono affabile.
“La ringrazio, signora.” Rispose Heiji,
prendendolo. Funzionava decisamente meglio del primo.
“Secondo me, sei tu ad essere imbranato, non il coltello a
funzionare male..” lo punzecchiò Kazuha,
ridacchiando.
“Che spiritosa..”
“Siete davvero una bella coppia.. si vede che vi volete
molto bene!” esclamò Annah.
I due ragazzi diventarono entrambi rosso scarlatto.
“Ma cosa dice.. noi siamo solo amici..” si affrettò a dire Kazuha.
“Davvero?” chiese Daisuke,
guardandoli stupito, “Eppure anche io avrei giurato che foste fidanzati!”
“No, invece siamo migliori amici.. buonissima questa carne!”
esclamò il detective di Osaka, affrettandosi a cambiare argomento.
Finita la cena, fu proposto di giocare a carte e di bere
qualcosa insieme.
Fu allora che Daisuke, il
fidanzato di Annah, avvicinò Goro,
chiedendogli di parlargli in privato.
“Detective, immagino che Annah le
abbia raccontato il motivo per il quale l’ho invitata. Lei è il più famoso
Detective del Giappone e, se non potrà darmi una mano, credo che nessun altro
possa farlo.”
“Sta parlando del presunto suicidio di suo fratello,
avvenuto qualche mese fa, non è vero?”
Il giovane annuì gravemente: “Non si è trattato di suicidio,
ne sono certo. Qualcuno c’entra, qualcuno di questa famiglia. Forse mio nonno,
ora scomparso, forse i miei genitori, forse la cameriera e il maggiordomo. Sono
arrivato a sospettare di tutti.”
“Stia tranquillo, se c’è un colpevole da scovare, stia
sicuro che lo scoverò.” Lo confortò Goro, con tono
sicuro. Risolveva sempre qualsiasi caso, pur non ricordandosi come faceva.
Certo, la sua mente era talmente geniale da eliminare totalmente dal cervello i
casi passati, in modo da non riempirlo di informazioni inutili, informazioni
che non potevano servire a risolvere gli altri casi. O almeno, così Goro il Dormiente credeva. La realtà, poi, era ben diversa.
Allafine, poco
prima di mezzanotte, gli ospiti furono condotti alle loro stanze.
“Vi accompagnerei volentieri io” , disse la signora Izumi, “Ma Takako non può lavare le
stoviglie a causa di quel brutto taglio, e quindi tocca a me provvedere. Takako, potresti assegnare agli ospiti le loro stanze al
posto mio, perfavore?”
“Certo, signora.” Rispose lei, avviandosi.
“Prego, seguitemi.”
Li condusse per un lungo corridoio, fino all’altra parte
della villa, dove era situata all’ala riservata agli ospiti.
“La villa è talmente grande che la maggior parte delle
stanze rimane spesso senza utilizzo. Per questo il signor Noburo
preferisce dare una stanza singola agli ospiti, per poter, almeno una volta,
usare anche quelle stanze che altrimenti sarebbero inutili. Spero che per voi
non sia un problema. Sapete, il signor Noburo è un
tipo molto metodico, fa sempre così con gli ospiti.”
“Non credo ci siano problemi.” Disse Goro,
guardando i ragazzi.
“Vorrà dire che tu starai con me, Conan.” Gli disse Ran, prendendolo in braccio, per sussurrargli: “Ti prego,
non andare con Heiji! Ho paura a stare tutta sola in
questa villa enorme e semi disabitata!”
Conan non sapeva cosa dire, e si limitò ad annuire. Da solo
in camera con Ran…accidenti, se solo avesse avuto il
suo corpo!... Ma cosa andava a pensare? No, doveva concentrarsi sul mistero di
quella villa.
Heiji ridacchiò e ,al momento dei
saluti, si avvicinò a Conan, per bisbigliargli: “Mi raccomando, fatti valere Shinichi! Anche se, rimpicciolito come sei, non vedo cosa
tu possa combinare …”
“Ma quanto sei scemo.” Fu la risposta del bambino, prima di
dargli un pizzicotto sulla guancia.
Heiji si allontanò ridacchiando,
per poi avvicinarsi a Kazuha.Con Shinichi, Ran era al sicuro, ma la sua Kazuhainvece..
“Non allontanarti per niente al mondo dalla tua stanza. Se
hai bisogno, scrivimi un messaggio, chiamami o vieni da me. E’ la prima camera,
all’inizio di questo corridoio.”
La ragazza non sapeva cosa dire. Il suo amico era così
apprensivo quel giorno! Che percepisse qualche pericolo nell’aria? Di solito,
il suo fiuto era infallibile. Sentì un brivido attraversarle la schiena.
“Fai attenzione anche tu, Heiji.”
Dopo essersi augurati la buona notte, i vari componenti del
gruppo si divisero, ognuno verso la sua stanza. La domestica si incamminò
invece verso l’ala della villa riservata alla servitù. Poi, sulla casa calò il
silenzio della notte. La quiete che avvolgeva l’abitazione non era destinata a
durare a lungo. Improvvisamente, un urlo agghiacciante avvolse la tenuta,
strappando i suoi abitanti dalla braccia di Morfeo.
Conan si svegliò di colpo, ritrovandosi tra le braccia di Ran, ancora in dormiveglia, che si chiedeva cosa mai fosse
successo. Corse fuori dalla stanza come un fulmine, verso la direzione dalla
quale sentiva provenire alcune voci. Arrivato alla fine del corridoio, vide che
la porta della camera di Heiji era aperta: il suo
amico doveva già essere sul posto. Arrivò nella piccola sala dalla quale il
corridoio partiva e sulla quale la camera di Heiji
dava. Le voci venivano da un’altra parte, dall’atrio principale della villa, da
cui si ramificavano le varie ali dell’abitazione. Percorse un altro corridoio,
questa volta più breve, e vi arrivò. Dietro di lui c’era Goro.Le porte-finestre dell’atrio che davano sul
grande cortile interno erano aperte. Uscirono e la scena che videro fece loro
gelare il sangue nelle vene.Il signor Noburo, in piedi, le mani fra i capelli, visibilmente spaventato.Heiji accanto a
lui, con gli occhi fissi per terra. Davanti a loro, steso sul terriccio del
giardino, c’era un cadavere. Il corpo della signora Takako.
Sembrava addormentata, non fosse stato per il profondo taglio che le solcava la
parte sinistra della gola.
“Le hanno tranciato la carotide. Non c’è più nulla da fare:
è morta.” Sentenziò Heiji.
Ciao a
tutti!!
Finalmente
i nostri due amici avranno la possibilità di investigare.. ma i colpi di scena
non mancheranno :) ..! spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuiate
a seguirmi!!
Come
sempre, un ringraziamento va a coloro che leggono, coloro che hanno la storia
tra le seguite, e un enorme GRAZIE a coloro che hanno recensito il secondo
capitolo!! Grazie Eli Pazzoide e Kishra!!!
Con questo vi
saluto, a presto con l’altro capitolo!! Fla95
Erano le quattro di mattina. Goroaveva fatto riunire tutti nella sala da
pranzo, ordinando di non muoversi per alcun motivo.Non si poteva rischiare di inquinare le
prove. Meglio aspettare la polizia, che sarebbe arrivata di lì a breve.
“Cosa ne pensi, Shinichi?”
“Penso quello che pensi tu, Heiji.
Il colpevole è qui, in questa sala. E qui deve rimanere . Mi raccomando,
assicurati che nessuno esca. A me non darebbero ascolto, con questo corpo da
bambino..”
“Certo che è strano.” Disse Heiji
a bassa voce, come se stesse pensando.
“Cosa?”
“A ritrovare il cadavere è stato il signor Noburo. A giudicare da quanto ho potuto vedere, prima che Goro ci cacciasse tutti dal cortile interno, la vittima era
morta da meno di mezz’ora.Noburo l’ha ritrovata intorno alle tre e mezza di mattina,
mentre il decesso, quasi immediato, è avvenuto intorno alle tre e un quarto.
Come ha fatto il colpevole a pulirsi, a non lasciare tracce, e, dopo pochissimo
tempo, ad essere nel cortile interno insieme a noi? Mi sembra assurdo. A meno
che..”
“A meno che?” lo incalzò Conan.
“No, niente, un’ipotesi poco verosimile e tutta da
verificare. Lascia perdere.” Disse Heiji, ridendo.
In quel momento si avvicinò Kazuha:
“Heiji.. io ho paura..” disse con voce tremante.
“E di cosa, piccola? Ci sono qui io.” La rassicurò lui.
“Sì, ma il colpevole.. se fosse una di queste persone ..”
“Tranquilla Kazuha.. io e Shi.. volevo dire, io e Goro
risolveremo presto il caso. Vedrai, domani saremo già ad Osaka, e tutto questo
ti sembrerà solo un brutto sogno.”
Poco tempo dopo, arrivò la polizia. L’agente inviato dalla
questura di Osakaerauna faccia nuova per Heiji.:
doveva essere quel nuovo ispettore arrivato giusto quella settimana. Aveva
sentito suo padre parlare di qualcosa di simile. Accidenti, proprio ora che
aveva bisogno di una faccia conosciuta.
Dopo aver analizzato la scena del delitto, l’ora del decesso
fu fissata intorno alle tre e un quarto, proprio come aveva sospettato Heiji. La ferita era stata inferta con un’arma da taglio, probabilmente
un coltello. Gli agenti erano stati sguinzagliati in tutta la casa, alla
ricerca dell’arma del delitto.Il
commissario, nel frattempo, interrogava i presenti.
“Partiamo da lei, signor Noburo.
Ha ritrovato il corpo intorno alle tre e mezza, dico bene?” chiese, con tono
inquisitore. I suoi occhi erano freddi come il ghiaccio, e la sua espressione
corrucciata faceva capire che non aveva intenzione di andarsene di lì senza un
colpevole tra le mani.
“Sì. Mi stavo recando al bagno, come al solito..”
“Come al solito?”
“Sì, sono una persona metodica, come i miei parenti potranno
confermare. Quasi senza accorgermene, ogni notte mi reco al bagno sempre verso
quell’ora. E’ un’abitudine, ormai.”
“Capisco. E il bagno è adiacente al grande atrio, a quanto
ho potuto vedere.”
“Esattamente. Quello è il centro della casa. Da lì si
ramificano tre brevi corridoi. Ognuno arriva ad una stanza, da cui parte poi un
altro corridoio. Arrivando dalla sala da pranzo, a destra inizia il corridoio
che conduce all’ala dove trascorriamo la notte noi della famiglia, l’ala di
sinistra è quella della servitù, mentre continuando dritto si arriva a quella
degli ospiti. Come avete visto, la sala non ha pareti. Sono tutte
porte-finestre che conducono al giardino interno.Di solito, Sadao,
il maggiordomo, si occupa di chiuderle ogni sera. Notai, però, che ce n’era una
aperta. Così, mi avvicinai per chiuderla, ma.. appena guardai fuori, vidi il
corpo della povera Takako.”
L’investigatore prese qualche appunto sul suo taccuino.
“E lei, signor Sadao, conferma di
aver chiuso tutti gli accessi al giardino anche questa sera?”
“Sì.” Rispose annuendo il maggiordomo.
“Dunque è stato l’assassino ad aprire la porta, o…” pensò ad alta voce l’investigatore.
“.. o la vittima stessa.”Concluse Heiji.
L’uomo alzò lo sguardo dal suo taccuino. Chi aveva parlato?
Vide davanti a sé un ragazzino, poco più che diciassettenne.
“Piacere, sono HeijiHattori, liceale per ora, detective per il resto della
vita.” Si presentò il giovane, come al solito, con una certa aria di
superiorità.
“Investigatore Yamada. Hattori, hai detto? Sei forse il figlio di HeizoHattori? In centrale ho
sentito parlare di te.”
“In persona.” Disse Heiji,
sorridendo.
-Ma sentilo..- pensò Conan, osservando la scena, -si vanta
come se avesse già risolto il caso! Io non mi comportavo certo in questa
maniera così antipat..-
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Ran: “Quando fa così, è proprio identico a Shinichi. Tu non pensi, Conan?”
Eh?! Lui identico a Heiji in
versione vanitosa? Non era affatto vero!! Come si permetteva?!!
“Ahah, hai proprio ragione…” disse alla fine, dissimulando i suoi pensieri.
“Se fosse qui, Shinichi avrebbe
già capito qualcosa di più su tutto questo..” continuò la ragazza, la voce
velata dalla malinconia.
-Infatti è così- pensò il bambino – ma Heiji,
forse, questa volta ha un’intuizione che a me ancora sfugge.. sono sicuro che
voglia arrivare fino in fondo da solo. E’ una questione personale per lui. Heiji, amico, non cacciarti nei guai.-
“Vedrai, Heiji e Goro risolveranno presto il caso.” La rassicurò, mentre
venivano raggiunti da Kazuha.
Gli interrogatori degli altri presenti non portarono a nulla
di nuovo. Tutti erano nelle loro camere mentre il delitto veniva perpetrato.
Nessuno però, tranne Ran, Conan e la signora Izumi, cioè coloro che non erano in camera da soli, aveva
qualcuno che potesse provarlo.
“Ispettore.”
Un agente era appena entrato nella sala, chiamando a sé
l’investigatore. I due confabularono in privato.
“Ispettore Yamada.Abbiamo ritrovato l’arma del delitto. E’ un
coltello identico a quelli rivenuti nella cucina dell’abitazione. Era nascosto
fra alcuni cespugli del giardino interno. Probabilmente, l’assassino ha dovuto
disfarsene in fretta. Inoltre, da quanto abbiamo potuto analizzare, ha tentato
di cancellare le sue impronte, ma, a causa del tempo che scarseggiava, non è
riuscito a eliminarle del tutto.”
Yamada sorrise. Quel caso si
rivelava più semplice del previsto. Che fortuna sfacciata! Si sarebbe
presentato a Osaka catturando un assassino al primo colpo.
“Perfetto. Prendete le impronte a tutti coloro che erano qui
stanotte. Il colpevole è in trappola. Nel frattempo, altri agenti perquisiscano
tutte le stanze, anche quelle degli ospiti e quelle non utilizzate. Voglio che
perlustriate la casa da cima a fondo. C’è altro?”
“Sì, ispettore. La vittima è stata narcotizzata prima di
essere uccisa. Ecco come mai nessuno ha sentito udito il suo grido, ma solo
quello del signor Noburo, che ha urlato dallo
spavento quando ha ritrovato il cadavere.”
L’ispettore annuì, tornando nella sala da pranzo con
un’agente della scientifica.
“Signori, ora prenderemo le impronte digitali ad ognuno di
voi. Vi prego di collaborare con il mio collega.”
“E così,” iniziò Heiji, a bassa
voce, “Avete trovato l’arma del delitto? Posso sapere cos’era?”
“Un coltello da cucina. Il colpevole non è riuscito a
cancellare tutte le impronte. E’ in trappola.”
Heiji rimase in silenzio.
Possibile che fosse tutto qui? Quel caso non poteva essere così assurdamente
semplice.
“Saranno le impronte della signora Izumi,
che ha lavato personalmente i piatti.” Gli disse Conan, notando lo scetticismo
dell’amico. “Se solo potessimo muoverci a nostro piacimento, sarebbe tutto
molto più semplice. Ma qui hanno dato ordine di restare fermi.”
“Già. Accidenti, avremmo già acciuffato il colpevole avendo
il via libera per le stanze della casa.”
“Calmati, Heiji. Almeno il
colpevole non avrà la possibilità di inquinare alcuna prova.”
Quando l’agente della scientifica ebbe finito di prelevare
le impronte, si ritirò con alcuni colleghi nella sala attigua per procedere a
compararle con quelle rinvenute sull’arma del delitto. Assicurarono
all’ispettore che di lì a poco i risultati sarebbero arrivati.
In sala da pranzo, erano in pochi a parlare. Daisuke stringeva a sé Annah,
visibilmente scossa e spaventata per aver perso la migliore amica che avesse in
quella casa. La signora Izumi e il signor Noburo restavano in silenzio, così come il maggiordomo Sadao. Heiji e Conan sedevano
l’uno accanto all’altro, le espressioni pensierose e, a volte, si scambiavano
qualche parola. Kazuha e Ran,
accanto a Goro, cercavano di parlare di qualcosa di
allegro, per riuscire a distrarsi, ma risultava del tutto impossibile. Infine,
il Detective Dormiente rifletteva tra sé, aspettando l’illuminazione per poter
risolvere il caso. L’ispettore Yamada non staccava
gli occhi di dosso dai sospettati.La
tensione era palpabile. Fu in quel clima di estenuante attesa che l’agente
della scientifica entrò, chiedendo all’ispettore di avvicinarsi per
comunicargli i risultati dei riscontri. Quando udì le parole che il collega gli
sussurrò a bassa voce,il signor Yamada sbiancò.
“Allora, signor ispettore? Non ci tenga sulle spine. Quali
sono i risultati?” chiese Goro, impaziente.
L’ispettore si voltò, pallido in viso: “Le impronte
semicancellatesull’arma del delitto..
sono risultate quelle di.. HeijiHattori.”
Disse alla fine, con un filo di voce. Quello era il più imprevedibile dei
risultati.
Ciao a
tutti!!! Come state? Anche voi siete un po’ depressi/e per l’arrivo di
settembre? Uff, l’estate era così bella :( …
Comunque
sia, spero che il capitolo vi sia piaciuto … il nostro Heiji
a quanto pare è nei guai! E il caso sembra più complesso del previsto.. spero
che continuiate a seguirmiii!
Ora, vorrei
passare ai ringraziamenti!Grazie a chi legge solamente, grazie a chi ha la
storia tra le seguite (Barby_Chan,
celiane4ever,ChibyRoby,Eli Pazzoide, valehinata1992,
YukariHoshina, _Diane_, Ersilia ) e grazie a chi ha
recensito il terzo capitolo, cioè _Diane_,kahlan90, celiane4ever, Kishra ! Siete tutti/e fantastici/he!
Di nuovo grazie a _Diane_ , che si è presa la briga
di recensire fin dal primo capitolo!! Grazie mille!!!!!!!
Che dire,
ci si rivede presto con l’altro capitolo!! E se avete ancora qualche minuto da
dedicare alla mia storia, mi piacerebbe molto leggere le vostre opinioni! =)
Un
abbraccio a tutti i miei lettori/ lettrici! Fla95
Per un attimo nessuno parlò. Kazuha
quasi svenne, Ran rimase esterrefatta, Goro strabuzzò gli occhi, Conan non riuscì a credere alle
sue orecchie. Poi, Heiji scattò in piedi.
“Ma è assurdo!” urlò “Non potete credere che sia io il colpevole!”
L’ispettore Yamada capiva di
trovarsi in una situazione imbarazzante. Una prova importante sembrava
inchiodare il figlio del suo capo: cosa poteva fare?
“Calmati, Hattori. Bisogna ancora
verificare tutto.” Rispose alla fine, cercando di districarsi.
“Non crederete davvero che sia stato io?! Insomma, come
avrei potuto..”
“Ho detto calmati! Ragioniamo con lucidità.” Ripeté
l’investigatore.
Conan capì in un batter d’occhio cos’era quello strano
presentimento che lo aveva accompagnato fin dall’inizio di quella storia. Non
aveva alcun dubbio sulla sincerità di Heiji: qualcuno
stava cercando di incastrarlo. Sì, ma chi? Praticamente tutti avevano un alibi
di ferro.Nessuno avrebbe potuto
commettere il delitto e poi ripulirsi in un così breve lasso di tempo, nemmeno
il signor Noburo. Certo, bisognava considerare che la
vittima era stata narcotizzata e il colpevole aveva quindi potuto agire con
precisione chirurgica.. ma, ad ogni modo, i tasselli del puzzle non
combaciavano. C’era qualcos’altro sotto. E toccava a lui scoprirlo.
“Ispettore.” Disse, con voce innocente, “Quei coltelli sono
stati utilizzati da noi tutti per la cena di questa sera.”
“Giusto.” Lo interruppe Goro, “Il
coltello utilizzato per il delitto potrebbe essere quello usato da Heiji la sera scorsa.Se fosse stato lavato velocemente, e poi utilizzato con i guanti dal
colpevole, forse le impronte avrebbero potuto conservarsi.. in questo caso
sarebbe tutto una coincidenza.”
“Lo credo anch’io ispettore.” Intervenne il diretto
interessato. “Faccia controllare tutti i coltelli. Ci saranno sicuramente le
impronte di noi tutti, ne sono certo.”
Yamada annuì.
“Chi ha lavato le stoviglie la scorsa sera?”
La signora Izumi si alzò, gli
occhi ancora rossi per il pianto: “Sono stata io, ispettore.”
“Vorrei che mi accompagnasse in cucina. La scientifica
controllerà ogni singolo coltello. Nel frattempo, nessuno dovrà muoversi da
qui. Nessuno. Soprattutto lei, Hattori.”
Heiji si morse il labbro. Era
tutto così assurdo! Qualcuno, in quella sala, stava cercando di incastrarlo. I
sospetti ricadevano su cinque persone: il maggiordomo, la signora Izumi, il signor Noburo, Daisuke e Annah. Il più probabile
assassino, tra loro, era il signor Noburo. Già, lui
aveva motivo per vendicarsi: era stato proprio Heiji
a far venire a galla la verità riguardo alla sua relazione extraconiugale. Ma
come aveva fatto a commettere il delitto? E a prendere proprio il coltello che
lui aveva utilizzato a cena?Forse la
signora Izumi era sua complice. Ma, in ogni caso,
come poteva aver ucciso la povera Takako, essersi
pulito, aver pulito le tracce, il tutto in più o meno dieci minuti? Diamine!
Quanto avrebbe desiderato muoversi da quella sala per poter investigare per i
fatti suoi!
“Vedrai che anche nei nostri coltelli troveranno impronte
digitali, Heiji. Resta il fatto,” gli disse Conan,
accanto a lui, “che io non credo alle coincidenze. Appena possibile, me la
svignerò e cercherò qualche indizio in più per la casa.”
“E’ evidente che qualcuno sta cercando di incastrarmi. Non
mi stupirei se venissero trovate altre prove a mio carico.” Gli rispose il
giovane.
“Non credo sia possibile. L’assassino non ha avuto
abbastanza tempo per sviare ulteriormente le indagini. Ricorda che ha avuto
solo un quarto d’ora a disposizione.”
“Heiji.”
Il ragazzo si voltò. Dietro di lui c’era Kazuha,
con gli occhi spaventati etremante. Lo
abbracciò stretto, buttandogli le braccia al collo.
“Voglio andare via da qui. Non voglio che ti succeda nulla.”
Gli disse, la voce strozzata dalle lacrime che tentava di trattenere.
Heiji sorrise, stringendola a sé:
“Tranquilla, stupidina. E’ stato solo un errore.
Andrà tutto bene, vedrai.”
Qualche minuto dopo, gli agenti della scientifica
rientrarono nella sala. A parlare fu l’ispettore Yamada.
“Non abbiamo trovato impronte in nessun altro coltello. Sono
tutti perfettamente puliti. Tranne quello utilizzato per il delitto.”
La sua voce sembrava sconfortata. Probabilmente, questo era
l’ultimo risultato che l’ispettore voleva. Ma il peggio doveva ancora arrivare.
Proprio mentre Heiji stava per aprire bocca,
entrarono gli agenti incaricati delle ricerche nella villa. Uno di loro si fece
portavoce, per comunicare all’ispettore i risultati delle ricerche.
“Ispettore Yamada! Abbiamo
ritrovato alcune tracce di sangue, che dai riscontri è risultato essere quello
della vittima.”
“E allora,” iniziò Yamada, con
impazienza, “dove le avete trovate?! Su, parlate!”
“Beh, ecco..” cominciò esitante l’agente “erano nella stanza
del signor Hattori. Delle piccole macchioline sullo
stipite della porta. Poi, ne abbiamo trovata qualcun’altra sul pavimento,
vicino al letto.”
L’ispettore non proferì parola. Semplicemente, si girò verso
il figlio del capo. Heiji era sbiancato. Come aveva
fatto il colpevole a portare lì le tracce di sangue? Come aveva potuto? Sarebbe
stato di sicuro notato da Conan e dagli altri ospiti mentre correvano fuori
dalle loro stanze! Nessuno si era allontanato dopo il ritrovamento del corpo.
Accidenti. Era in trappola. A questo punto, chi avrebbe potuto credere alla sua
innocenza?
“Hattori, ma tu..” iniziò
l’investigatore.
“Ispettore, questo è del tutto assurdo!Qualcuno vuole incastrami, ne sono certo. La
prego, mi lasci investigare per la villa e acciufferò il vero colpevole.. mi metta
pure un suo agente alle calcagna, se vuole..”
“Hattori, ti rendi conto che le
prove sono schiaccianti? Come posso farti girare all’interno della villa?
Potresti inquinare ulteriori prove rimaste.. renditi conto che ciò che mi
chiedi è impossibile.”
La voce del signor Yamada suonava
affranta. Non era di certo il figlio di HeizoHattori che avrebbe voluto come colpevole!
“Tutto questo è impossibile! Che motivo avrei avuto per
uccidere quella donna?” urlò.
“Heiji, cerca di capire
l’ispettore.” Intervenne Goro, nel tentativo di
calmare il ragazzo. “Le prove ci sono. Inoltre, la tua stanza è la più vicina
dell’ala ospiti al luogo del delitto. Potresti esserti mosso senza che noi ce
ne accorgessimo …”
“Papà!” esclamò Ran “Si può sapere
cosa stai dicendo? Heiji non è l’assassino! Non
farebbe mai una cosa del genere! E non ne avrebbe avuto motivo! Se solo.. se
solo ci fosse qui Shinichi.” Aggiunse a bassa voce.
Dal momento della rivelazione della scoperta di tracce
ematiche, Conan non aveva proferito parola. Doveva sbrigarsi, doveva agire.
Doveva farlo prima che la rete di sospetti si chiudesse definitivamente intorno
al suo migliore amico.
“Agenti.” Disse Yamada, rivolto a
due poliziotti “portate Hattori nella stanza accanto.
Non deve muoversi né parlare con nessuno finché non terminiamo di ispezionare
la villa.”
Poi, rivolto al giovane detective: “Devo farlo, cerca di
capirmi.”
Heiji guardò Conan dritto negli
occhi e l’amico capì che implorava aiuto con il suo sguardo. Sembrava
dire:“Solo tu puoi salvarmi, Shinichi.”
Conan annuì, come a dire: “Ci penserò io, amico. Lascia fare
a me.”
I due agenti si avvicinarono a Heiji,
per scortarlo fuori dalla sala.
“No!” urlò Kazuha, “Heiji non ha fatto niente! Non può aver fatto niente,
perché..”
Guardò il ragazzo dritto negli occhi, e Heiji
capì cosa intendeva fare l’amica. La supplicò con lo sguardo di tacere. Non
doveva immischiarsi in questa storia.
“Perché?” la incitò l’ispettore.
“Perché.. io ero con lui. Sì, ero nella sua camera quando
abbiamo sentito il grido del signor Noburo. Eravamo
insieme.” Disse, con voce ferma e decisa.
Il cervello di Heiji andò per un
attimo in totale black out. Kazuha
stava cercando di salvarlo, non preoccupandosi di poter finire implicata nel
caso. Non le importava. Aveva raccontato quella bugia per potergli fornire un
alibi. No, non poteva rischiare che la sua amica fosse accusata di falsa
testimonianza o, addirittura, di essere sua complice. Se doveva finire in
trappola, doveva finirci da solo. Non avrebbe permesso a Kazuha
di sacrificarsi per lui.
“Non è vero.” Disse. “Kazuha non
era con me. Era nella sua camera. La lasci stare, ispettore. Lei non c’entra
nulla. Se qualcuno vuole incastrami, bene, allora mi incastri pure. Ma Kazuha non me la deve toccare nessuno.”
Le ultime parole le aveva quasi ringhiate. Non era rivolte
all’ispettore, erano parole gettate al vento, perché il vento le portasse dal
colpevole. Aveva un tale rabbia dentro!
Kazuha era rimasta immobile,
incapace di dire qualcosa.Vide gli
agenti portare via il suo amico e crollò a terra in lacrime. Avrebbe voluto
uccidere l’artefice di quella trappola. Chi voleva incastrare il suo adorato Heiji?!
Ran accorse a consolarla. Capiva
perfettamente la sua amica, anche lei avrebbe fatto lo stesso per Shinichi, in una situazione del genere.Avrebbe fatto di tutto per tirarlo fuori dai
guai e per proteggerlo.
Conan, vicino a loro, guardò il suo amico allontanarsi. Heiji aveva fatto con Kazuha
proprio ciò che lui avrebbe fatto con Ran. Piuttosto
che coinvolgerla in un caso simile, avrebbe preferito sprofondare
all’inferno.
Ma ora toccava a lui salvare Heiji.Il suo amico aveva riposto in lui tutta la
sua fiducia. Doveva sbrigarsi, doveva capire chi era il colpevole prima che gli
agenti finissero di ispezionare la casa, prima che Heiji
venisse portato via.Lo aspettava una
corsa contro il tempo.
Salve a
tutti!! Ecco qui l’altro capitolo!! Spero vi sia piaciuto.. a me sembrava
carino, l’ho riletto molte volte e non mi sembra che ci siano errori di
battitura.. in caso, chiedo perdono=)!
In questa
fan fiction mi sono presa la “licenza” di far svolgere le analisi della
scientifica a velocità supersonica.. ovviamente, non potevo aspettare i tempi
reali! Quindi ho dovuto accelerare le operazioni (come fanno anche a Conan alla
fin fine, dove il risultato dell’autopsia si sa dopo qualche ora O.O)..
Passiamo ai
ringraziamenti! Come al solito, grazie a chi legge! Poi, grazie a chi ha questa
storia tra le seguite, quindi: Barby_Chan,
celiane4ever, ChibyRoby, Eli
Pazzoide, Ersilia, valehinata1992, YukariHoshina, _Diane_, BlAcK_pAnTeR_94.
Grazie poi
a chi ha recensito “L’indizio”, quindi: YukariHoshina, Debby_Akai, _Diane_,Kishra.
Grazie poi
a Michelle_Fahlenbock_97 che ha
messo la storia tra le preferite!!
Davvero, mi
siete di immenso sostegno!!!!=)
Piccola precisazione:
non sarò a casa fino a domenica (ultima vacanza estiva, sperando che ci sia bel
tempo…. -.-), quindi aggiornerò lunedì! Mancano solo
3 capitoli alla fine, spero che continuiate a seguirmi!!=)
Conan doveva trovare una scusa per sgattaiolare via dalla
stanza. In quel preciso istante, fu felice di essere un bambino: per un
insospettabile ragazzino certe cose erano molto più facili.
“Ispettore.” Disse, avvicinandosi a Yamada, “Ecco, io,
dovrei andare al bagno. Potrei uscire?”
L’investigatore tentennò un attimo. Ma in fondo, quello era
solo un bambino, e il bagno non era così distante dalla sala da pranzo. Quindi,
acconsentì.
-E’ fatta- pensò Conan, tirando un sospiro di sollievo.
Quando Shinichi si trovava a dover sbrogliare la matassa di
un mistero apparentemente inspiegabile, sentiva l’adrenalina corrergli nelle
vene. Una strana frenesia si impossessava di lui, l’eccitazione di risolvere un
caso confluiva tutta nell’attimo in cui trovava la prova decisiva, in cui i
suoi sospetti venivano confermati. Non avrebbe saputo vivere senza quelle
emozioni. Ma quella volta, tutto era diverso. All’adrenalina si era sostituita
una strana agitazione. Cos’era? La paura di non farcela, forse? Era abituato a
indagare in tutta tranquillità, con totale disinteresse verso il colpevole: ma
ora, l’angoscia di non riuscire a svelare il mistero lo tormentava. Cosa ne
sarebbe stato del suo amico, se per caso fosse stata rinvenuta qualche altra
prova? No, doveva sbrigarsi, doveva agire prima di vedere trionfare il vero
assassino. Questa era diventata una sfida personale ormai. Inconsapevolmente,
l’assassino aveva trovato pane per i suoi denti: Shinichi Kudo non era facile
da battere.
Cercò di calmarsi e di concentrarsi solo sul caso. Doveva
ragionare con fredda lucidità, lasciando da parte ogni sentimento
personale.La prima mossa era quella di
riuscire a vedere l’arma del delitto. L’avevano gli agenti della scientifica,
nella sala accanto a quella da pranzo.
“Scusate agenti.” disse, con voce innocente, “il detective
Goro mi ha chiesto di controllare una cosa.”
Gli agenti lo guardarono allibiti: che ci faceva lì un
bambinetto di nemmeno dieci anni?!
Ma Conan non faceva caso al loro. Sul tavolo, riposta in un
sacchetto trasparente, c’era l’arma del delitto. Veloce come un fulmine, salì
in piedi sulla sedia per poterla analizzare più da vicino. Il coltello era
effettivamente identico a quello usato da tutti loro quella sera. Notò poi un
piccolo segno sotto al manico: sembrava un piccolissimo segmento disegnato con
un pennarello rosso. Conan sorrise sicuro. Come sospettava. Corse via dalla
stanza prima che gli agenti potessero dirgli qualcos’altro. Aveva trovato un
primo indizio, che non gli permetteva però ancora di focalizzare i suoi
sospetti su una sola persona. Ora, doveva tornare nuovamente nel luogo dove il
corpo era stato ritrovato. Anche qui, utilizzò la solita scusa di essere un
“inviato” di Goro.
Il corpo era ancora lì, coperto da un telo bianco. Non c’era
dubbio che quello fosse anche il luogo dove il delitto era stato perpetrato :
l’assassino non avrebbe avuto il tempo di spostare il cadavere. Stando a quanto
aveva sentito, la vittima era stata precedentemente narcotizzata. Con cosa?
,pensò, iniziando a gironzolare per il giardino. Arrivato dalla parte
oppostaa quella del ritrovamento della
signora Takako, notò qualcosa di particolare. Nella poca luce che illuminava il
cortile, riuscì a distinguere alcune strane orme. Erano molto, molto piccole.
Le impronte di un bambino, forse? No.. ma certo! Qualcuno aveva camminato lì in
punta di piedi. Vide inoltre che, man mano che si avvicinavano al parapetto
rialzato dalle assi di legno, le impronte erano sempre meno nitide.
Probabilmente, chi le aveva lasciate, aveva anche tentato di cancellare. Il
pavimento era sollevato, come in ogni casa antica giapponese, e tra il terreno
e la casa vera e propria c’era abbastanza spazio perché un uomo vi strisciasse
o, addirittura, gattonasse. Fece luce con il suo orologio e si infilò
cautamente tra le assi che sorreggevano la casa. Ben presto notò che proprio
una di quelle assi era macchiata. Una macchiolina scura, una macchia di sangue.
Inoltre, la terra era leggermente smossa, come se qualcuno avesse scavato.. non
gli restava che cercare. Facendo molta attenzione, iniziò cautamente a spostare
del terriccio. E vide fuoriuscire qualcosa di bianco. Cos’era? Mosse
ulteriormente la terra, e riuscì a distinguere un fazzoletto di stoffa.
Sembrava bagnato. Certo, ecco con cosa era stata narcotizzata la vittima. Il
colpevole aveva provveduto a disfarsene subito. Estrasse un fazzolettino dalla
tasca e raccolse quello che aveva trovato per terra,stando attento a non toccarlo. Poi, lo
nascose nuovamente nella sua tasca.
Gattonò quindi verso il giardino e corse, veloce come il
vento, verso la camera di Heiji. Doveva vedere le tracce che erano state
trovate sullo stipite dalla porta. Come immaginava, non erano impronte. Le
macchioline sembrava piuttosto degli schizzi e..
“Ragazzino, si può sapere che ci fai qui?!” urlò una voce
imperiosa.
Conan si girò. Un agente della scientifica lo fissava con
aria minacciosa.
Conan ridacchiò, dicendo: “Accidenti, devo aver sbagliato
stanza.. mi scusi tanto agente..”. E corse via.
Aveva bisogno di qualche altro indizio per rendere il quadro
più chiaro. Non gli restava che controllare le camere dei sospettati, quindi
l’ala del palazzo riservata alla famiglia Ikeda. Guardò l’orologio: ormai il
tempo d’azione che la bugia raccontata all’ispettore gli consentiva di
avereera scaduto da un pezzo.
Ma non importava. Doveva vederci chiaro. Sentiva di esserci
quasi, di aver quasi capito come si erano svolti i fatti.. aveva l’assassino in
pugno. Ma mancavano ancora dei tasselli, qualcosa non quadrava..
La prima stanza che controllò su quella dei due coniugi
Ikeda. Non c’era nulla di particolare. Il letto ancora disfatto, un armadio,
una piccola libreria, qualche mensola. Nient’altro. Accidenti, doveva pur
trovare qualcosa! Il tempo stringeva. Con fare frenetico, prese a correre da
una parte all’altra della camera. Niente. Niente di niente. Gli agenti della
scientifica dovevano aver finito da un pezzo le ricerche in quell’ala della
villa. Regnava un silenzio assoluto.Quando ormai stava per arrendersi e uscire per ispezionare la camere di
Daisuke, notò un libro appoggiato sugli scaffali. Un libro che lui conosceva
bene: “Il ritorno di Sherlock Holmes”.Conan sorrise. Lì c’era qualcuna delle sue storie preferite. Già, come quella
del… ma certo! Finalmente la lampadina si era accesa. Aveva capito, doveva
essere andata senz’altro così.Come
aveva fatto a non pensarci prima?! Conan Doyle e Sherlock Holmes gli avevano
fornito la chiave per risolvere il caso. Ora, mancava solo la conferma. E se il
suo ragionamento era esatto, questa doveva trovarsi nell’ala ospiti della
villa. Iniziò a correre, le sue gambe si muovevano da sole, spinte dal
desiderio irrefrenabile di togliere l’ultimo velo che offuscava quella storia.
Quando arrivò nuovamente davanti alla stanza di Heiji, notò che gli agenti
della scientifica concentravano soprattutto lì le loro ricerche. Erano cascati
in pieno nella trappola del colpevole! Sgattaiolò velocemente senza farsi
notare e oltrepassò le camere dove avevano dormito quella notte. Aveva già notato
in precedenza che ogni porta era opposta all’altra. Così la camera dove lui e
Ran avevano dormito era davanti a quella di Goro, davanti a quella di Kazuha ve
n’era una inutilizzata, quella di Heiji era davanti ad un ripostiglio. Alla
fine del corridoio, però, vi era una stanza davanti alla quale non c’era altro
che una parete di legno e un armadio.Conan si chinò, cercando un qualsiasi indizio. E vide, proprio vicino
all’armadio, una macchiolina rossa quasi impercettibile. Sorrise, per poi
saltare e lasciarsi ricadere a terra con un tonfo sordo. Sentì un leggero
rumore provenire da oltre la parete. Senza pensarci un secondo, si alzò e corse
con un fulmine verso la sala da pranzo. Ogni suo sospetto era stato confermato
e gli rimaneva una sola certezza: quella di aver finalmente capito chi era il
colpevole.
Già, era proprio vero. Non era facile mettere in gabbia
Shinichi Kudo.
Ciao a
tutti!!
Come
promesso, ho aggiornato lunedì:) … Passando al capitolo, possiamo dire che,
come suo solito, Shinichi/Conan ha capito tutto.. e, se voi non avete capito,
ci penserà il nostro detective occhialuto a spiegare tutto nel prossimo
capitolo:) ..
Passiamo ai
ringraziamenti!! Come al solito, grazie a chi legge la storia!! Poi, grazie a
chi ha la storia tra le seguite, quindi Barby_Chan,
BlAcK_pAnTeR_94, celiane4ever,ChibiRoby, ChibyLilla, Eli Pazzoide, Ersilia,
shaula, velehinata1992, Yukari Hoshina e _Diane_ ! Poi, grazie a floravik, Michelle_Fahlenbook_97 e Osaka
per avere la storia tra le preferite!! Doppio grazie a floravik e Osaka che hanno anche “La tue eterna estate non potrà
mai svanire” tra le preferite!!
Poi, grazie
_Diane_, Osaka, Yukari Hoshina e Kishra
per le recensioni! Leggere i vostri commenti è la cosa più bella!!
Che dire
ancora.. spero di non aver dimenticato nessuno e di non aver sbagliato nessun
nick XD!
Aggiornerò
il prima possibile!!
A presto,
Fla95
PS: grazie
a tutti anche per gli auguri di buone vacanze:) .. lasciate un commentino se
avete un po’ di tempo!! Alla prossima!
“Vi prego di far tornare in sala anche Heiji.
Bene. Ora che ci siamo tutti, vi illustrerò come si sono svolti i fatti.”
L’ispettore Yamada guardò Goro sconcertato. Certo, aveva sentito parlare del famoso
balletto in cui Goro si esibiva prima di cadere in
trance e risolvere anche i casi più difficili, ma quella scena gli sembrava
davvero buffa! E in più, prima di fingersi addormentato, il detective aveva
affermato che ormai, in quella villa, non c’era più niente da fare.. che strano
comportamento!
Conan sorrise, accovacciato dietro la poltrona sulla quale Goro, addormentato, era seduto. Ce l’aveva fatta, era
arrivato in tempo. Diede una sbirciata ai presenti, cercando di incrociare lo
sguardo di Heiji. Gli fece l’occhiolino e vide
l’amico tirare un sospiro di sollievo.
“Cosa intende dire detective? La nostra ricostruzione non è
esatta?” chiese l’ispettore, che desiderava a tutti i costi una risposta
affermativa. Tutto pur di non presentarsi in centrale con il figlio del suo
nuovo capo.
“Per niente, ispettore. Qualcuno ha cercato di far cadere la
colpa di questo brutale omicidio su HeijiHattori. E questo qualcuno è in questa casa.” Sentenziò,
con tono trionfante.
-Ti prego, Shinichi, evita di
tirarla troppo per le lunghe..- pensò Heiji capendo
per la prima volta cosa si provasse ad ascoltare un intelligente detective che
sciorina le sue deduzioni: un senso di terribile frustrazione.
Fra i presenti calò il silenzio. Un brivido percorse la
schiena del colpevole. Tutti osservavano il detective, trepidanti d’attesa.
“Partiamo dall’inizio, signor ispettore. Il colpevole ha
predisposto ogni cosa con cura, certo di non fallire. Ma il mio arrivo ha
scombussolato i suoi piani. Non credeva di avere più di un detective in giro
per casa, dico bene, signora Izumi?”
Heiji sorrise: come sospettava.
La signora Izumi sgranò gli occhi,
pallida come non mai. Poi, sbottò: “Ma cosa dice, detective…”
“Lo faccia parlare, signora.” La interruppe l’ispettore Yamada.
“Non si agiti signora, ora le spiegherò punto per punto come
sono arrivato a questa conclusione. La prima cosa che mi ha fatto insospettire
è stato l’episodio del coltello.”
“Di quale episodio sta parlando?” chiese l’ispettore.
“Ora glielo spiego. La cenetta italiana della scorsa sera
non è stata casuale. Lo scopo della signora era proprio quello di non farci
usare le bacchette per mangiare, come si usa qui, bensì le posate. In questo
modo, avrebbe potuto avere tranquillamente un coltello con le impronte di Hattori.”
“Non è concepibile! Come avrei potuto riconoscere il suo
coltello? Le ricordo che sono tutti uguali!”
“Davvero? Allora, forse, ricorderà anche che quello di Heiji è stato sostituito e che, quando Conan si è offerto
di prestargli il suo, lei ha insistito per prenderne un altro, andando poi lei
stessa a prenderne uno nuovo, invece di farlo portare al maggiordomo o a Takako. Quando siamo arrivati qui, lei ha assegnato i posti
a tavola, ma doveva assicurarsi di avere un coltello che solo Heiji avesse toccato. Per questo, gliene ha dato uno poco
tagliente e inutilizzabile. Ho notato come, quando lei ha portato il coltello
di cambio, stesse ben attenta a non toccare il manico: lo stringeva solo per la
lama. Probabilmente aveva intenzione di prendere in qualche maniera quel
coltello prima che Takako lavasse le stoviglie: ma la
ferita della povera Takako le ha permesso di lavare
lei stessa i piatti. Ha così potuto ripulire le sue impronte, senza cancellare
quelle del manico. Ho mandato Conan in giro per la casa, chiedendogli di
confermare alcuni miei sospetti. Come immaginavo, c’era un piccolo segnetto fatto con un pennarello sotto il manico dell’arma
usata per il delitto: di sicuro, l’aveva fatto lei per riconoscerlo e non
rischiare di lavarlo insieme agli altri.”
Nessuno parlò, e Goro/Shinichi continuò il discorso.
“ Inoltre, sapeva bene che il signor Noburo
ha l’abitudine di dare camere singoli agli ospiti. Ha fatto in modo che Heiji avesse la camera più vicina al luogo del delitto, da
lei già designato. In questo modo, non avrebbe avuto un alibi e, inoltre, non
avrebbe dovuto passare davanti alle nostre camere per arrivare al giardino
interno. Noi non avremmo potuto sentirlo, se si fosse mosso silenziosamente e
con attenzione per arrivare fino all’atrio principale. Perché era lì che voleva
attirarlo, vero, signora? Sono sicuro che la vittima designata per questa notte
fosse proprio Heiji. Ma poi, le cose sono cambiate,
e, sospetto anche il perché, la vittima è diventata la signora Takako. Ha quindi messo in piedi questa farsa per accusare Hattori.”
La signora Izumi scoppiò a ridere:
“che fantasia, detective! e cosa mi dice allora delle macchie di sangue e del
resto? Le ricordo inoltre che io ho un alibi. Ero in camera quando mio marito
si è alzato per recarsi al bagno, quando il cadavere è stato scoperto.”
“Detective, la signora ha ragione.Sia più chiaro!” lo ammonì Yamada.
“Certo, ispettore, ora vi spiegherò tutto, anche il
cambiamento di piano della signora Izumi e il motivo
per cui la vittima è diventata la signora Takako.
Come dice lei, signora, era in camera quando il delitto è stato compiuto e
quando il corpo è stato scoperto. Per questo, ho sospettato fin dall’inizio che
lei avesse un complice. Ma esponiamo i fatti. Lei ha dato appuntamento alla
signora Takako in piena notte in cortile, per
discutere di una faccenda che sospetto, ma di cui parlerò dopo.Nel luogo dell’appuntamento c’era invece il
suo complice che, non appena ha visto arrivare la domestica, l’ha sorpresa alle
spalle, tappandole la bocca con un fazzoletto imbevuto di narcotico. Poi, con
l’arma che aveva precedentemente preso in cucina, dove lei l’aveva lasciata in
bella vista, ha ucciso la signora Takako. Un
freddezza a dir poco spietata. Ha utilizzato dei guanti, per non lasciare
impronte. Poi, è corso in punta di piedi dall’altra parte del giardino. Sapeva
di avere poco tempo: di lì a breve, come sua abitudine, il signor Noburo si sarebbe recato al bagno e, notando l’accesso al
giardino aperto, avrebbe scoperto il cadavere.Ha buttato l’arma tra i cespugli, certo che la polizia l’avrebbe
ritrovata. Si è nascosto sotto la casa, strisciando tra le assi di legno che la
tengono sollevata dal terreno, e ha nascosto il fazzoletto imbevuto di
narcotico. Conan lo ha ritrovato, cercando dove gli avevo detto di cercare. Lì
ci saranno le impronte del complice. Ma per togliere ogni incertezza, voglio
raccontarvi le altre mosse di questo fantomatico assassino. E’ rimasto
rannicchiato nel luogo in cui ha nascosto il fazzoletto per tutto il tempo in
cui noi ci siamo radunati lì, aspettando il via libera per poter fuggire. E’
sgattaiolato verso l’ala ospiti. Arrivato alla camera di Heiji,
ha tolto i guanti e, agitandoli in aria, ha fatto sì che il sangue della
vittima schizzasse sullo stipite della porta e vicino al letto.”
“E chi sarebbe allora, questo fantomatico complice? Le
ricordo, detective, che eravamo tutti insieme e insieme siamo rimasti fino ad
adesso.” Disse il signor Noburo, sconcertato.
Goro/Shinichi
ridacchiò: “E’ buffo, signora Izumi. E’ stato Conan a
farmi capire come risolvere il caso. Nella sua stanza ha notato un libro, “Il
ritorno di Sherlock Holmes”. E’ una raccolta di storie, tra le quali:
“L’avventura del costruttore di Norwood”. Conan, che
è un grande appassionato di Conan Doyle, me l’ha
raccontata una volta. E appena ho sentito il nome di questo libro, mi è subito
tornata in mente. E’ ho capito chi è il suo misterioso complice. Allora,
signora Izumi, perché non ce lo rivela? Perché non ci
dice la verità, ammettendo che suo padre non è mai misteriosamente scomparso,
ma è invece qui, in questa villa, e si nasconde nell’ultima stanza del
corridoio degli ospiti?”
Tutti sgranarono gli occhi, la signora Izumi
abbassò lo sguardo.
“Ho notato che ogni stanza del corridoio ne ha davanti
un’altra. Tutti tranne una, che ha davanti una parete di legno, con un grande
armadio. Sono sicuro che quell’armadio nasconda un’apertura e che oltre quella
parete vi sia una sala, dove suo padre si nasconde. Avanti, lo confessi. O
preferisce che utilizziamo lo stesso trucco di Holmes? Potremmo urlare tutti
“al fuoco!al fuoco!” ,simulando un incendio efacendo uscire da solo il colpevole allo scoperto. Sono certo che ha
ancora con sé i guanti con i quali ha commesso il delitto: e quelli sono una
prova inconfutabile. Non serve mentire oltre, signora Izumi.
Poco fa, Conan si è recato davanti all’armadio che nasconde l’entrata della
stanza e ha trovato una piccola macchietta di sangue. Inoltre, provocando un
tonfo, ha sentito un rumore provenire dall’altra parte. Suo padre deve essersi
spaventato e, inconsapevolmente, si è mosso, provocando un rumore e confermando
quindi i miei sospetti.”
Nessuno parlò, ad eccezione di Daisuke:
“Mamma, dimmi che non è vero. Su, che aspetti, dì che è tutta una bugia..”
La signora Izumi aveva le spalle
al muro. Non poteva fare nient’altro: “E’ tutto vero, dalla prima all’ultima
parola. Ma come ha fatto, detective, a capire che la nostra vittima era
all’inizio il signor Hattori?”
“Ho immaginato che volesse mettere Heiji
a tacere per sempre. Non credeva che lui si fosse davvero convito che Kuma si fosse suicidato: e lei non poteva permettersi che
la verità venisse a galla. Perché è stata lei, vero, signora, a uccidere Kuma con quella corda?”
“Ha scoperto anche questo, detective?” disse, con voce
apatica. Ormai, non aveva nulla da perdere.
“Mi sono insospettito nel momento in cui ho saputo che,
nonostante il segreto riguardante Kuma che suo marito
le aveva celato, lei avesse deciso di perdonarlo. Come ha potuto mettere una pietra
sopra così in fretta all’accaduto? Inoltre, anche io ho sospettato fin
dall’inizio che non fosse stato un suicidio quello del fratello di Daisuke. Della sua colpevolezza era a conoscenza solo suo
padre, immagino, forse suo complice anche qualche mese fa: e nel momento in cui
i medici hanno detto a suo padre che gli restavano pochi mesi di vita, avete
deciso di mettere in atto tutta questa messa in scena, e suo padre si era
addossato l’ingrato compito di eliminare il giovane detective di Osaka. Fingendo
di scomparire, si è invece nascosto in quella stanza, a cui nessuno è venuto in
mente di cercarlo. Immagino che lei gli portasse da mangiare a sufficienza ogni
notte. O sbaglio? Deve essere proprio per questo che la signora Takako, l’unica che aveva a che fare con la cucina, si è
insospettita ed è arrivata a scoprire la verità. Avete quindi cambiato i vostri
piani e progettato di eliminare lei facendo ricadere la colpa su Hattori. Le aveva dato appuntamento nel giardino per
discutere di quanto lei aveva scoperto, o mi sbaglio?”
“E’ così.”
Il signor Noburo si sentì mancare.
Daisuke, invece, si alzò in piedi urlando: “Ma come
hai potuto? Perché l’hai fatto? Perché hai ucciso Kuma?!”
La signora Izumi sospirò,
cominciando a parlare a bassa voce: “Un mese prima dell’accaduto, mi capitò di
restare sola in casa con Kuma.Lui aveva bevuto un po’ troppo e mi disse
che, conducendo delle ricerche riguardo ai suoi veri genitori, aveva scoperto
che Noburo era suo padre. Mi raccontò la storia della
sua vera madre. Non immaginava che io avessi già scoperto tutto molto tempo
prima, e che avessi taciuto per non rompere la famiglia in mille pezzi. Ma lui
no, diceva che voleva raccontarlo, renderlo pubblico, dirlo a tutti. Non potevo
permetterglielo. Io avevo sofferto tanti anni in silenzio e lui.. fu allora che
presi la decisione di eliminarlo. E’ vero detective, anche in quel caso mio
padre mi fu complice. Il resto, mi riserbo di raccontarlo in centrale.”
“Mi rincresce dirlo, ma questa estate aveva commesso un
delitto praticamente perfetto. E’ stata la sua stessa ansia a tradirla, signora
Izumi. Se non avesse organizzato questa farsa,
probabilmente il presunto suicidio di Kuma sarebbe
finito nel dimenticatoio. Forse non è il delitto perfetto a non esistere: per
nostra fortuna, è l’assassino perfetto a mancare su questo pianeta.”
La donna teneva gli occhi bassi, non voleva vedere lo
sconcerto nei volti dei suoi familiari. Aveva appena distrutto per sempre la
famiglia per cui aveva sacrificato per tanti anni il suo orgoglio. Era proprio
vero: quando si commetteva un delitto, l’istinto portava a compiere ogni
azione, pur di nasconderlo.
Il silenzio del momento fu interrotto dall’urlo di Heiji: “Ora lo prendo io, quel…!”
aveva esclamato, gettandosi a tutta velocità di corsa verso l’ala della villa
riservata agli ospiti.
-E’ sempre il solito impulsivo…-
pensò Conan, sorridendo.
Era tutto finito. Aveva salvato il suo amico dalla peggiore
situazione in cui si fosse mai trovato (ok, non stava considerando tutte le
volte in cui Kazuha si era infuriata con lui per i
ritardi di ore ed ore agli appuntamenti).
E in quel momento ebbe la certezza che nemmeno il piano più
astuto avrebbe mai potuto imbrogliare ShinichiKudo.
Eccomi qui!
Come state?
Allora, con
questo capitolo ogni mistero è stato risolto! :) Finalmente gli assassini sono
stati catturati.. e bravo Conan! Anche questa volta non hai fallito:)
Ok, la
smetto. Manca solo un capitoletto alla fine di questa fan-fic..
spero che la soluzione del caso non vi abbia deluso! Nel prossimo capitolo
avrete il finale della storia!
Passiamo ai
ringraziamenti! Come al solito, grazie a chi legge! Poi, grazie a Barby_Chan, BlAcK_pAnTeR_94, celiane4ever,ChibiRoby, ChibyLilla, Eli Pazzoide, Ersilia, shaula,
velehinata1992, YukariHoshina
e _Diane_ che hanno la storia tra le seguite! E Osaka, floravik
e Michelle_Fahlenbook_97 che hanno
la storia tra le preferite! E poi, un grazie immenso a chi ha recensito, cioè: _Diane_, Kishra,
celiane4ever, Osaka!
A presto
con l’epilogo!! Mi raccomando, lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne
pensate! =)
“Allora, che si dice da quelle parti?” chiese il detective
di Osaka, sbadigliando.
“Niente di che.” Rispose Shinichi
alias Conan, “La vita da bambino diventa ogni giorno più noiosa! Quanto vorrei
tornare grande.. ”
I due amici stavano parlando al telefono. L’uno scrivendo
velocemente la recensione di un libro per bambini che aveva già letto in
passato, l’altro ricopiando in fretta e furia la soluzione di un problema di
geometria solida.
Heiji ridacchiò: “Beh, credo di
capirti. Deve essere brutto giocare con i bambini delle elementari e ripassare
le tabelline..”
“Se non mi sbrigo a tornare grande, credo che impazzirò.”
“Ai non è ancora riuscita a trovare un vero e proprio
antidoto?”
Shinichi rispose con tono
sconsolato: “No, ancora niente. E nessuna traccia dell’Organizzazione per ora.
Niente casi nuovi.”
“Per me è lo stesso. Niente casi nuovi da quello Ikeda. A proposito Shinichi, credo
di non averti ancora ringraziato abbastanza..”
“E per cosa? Ho fatto quello che dovevo faree cioè smascherare il colpevole.”
“Mi hai salvato.”
“Sono sicuro che tuo padre avrebbe comunque scoperto la
verità. Il piano di quella donna e di suo padre non era poi così ben
costruito.” Disse sorridendo Shinichi, sicuro.
Heiji ridacchiò nuovamente: “Già.
Non mi dimenticherò mai la faccia di quel vecchietto quando, spostando
l’armadio, sono piombato nel suo nascondiglio. Se non fosse arrivata Kazuha a fermarmi, non so cosa avrei fatto!”
“Sembravi un toro infuriato! Più che me, dovresti
ringraziare Kazuha. Non c’ha pensato due volte a
tentare di coprirti.”
“Cosa credi, che non l’abbia fatto? Ho anche organizzato un
bellissimo appuntamento per stasera. Sarà felicissima.”
“Se non arrivi tardi.”
“Tranquillo, non c’è pericolo stavolta. Ho l’orologio giusto
qui davanti. E proprio per questo, devo salutarti. Questa volta voglio arrivare
persino in anticipo.”
Shinichi sorrise: “Così mi piaci!
Beh, allora ci sentiamo presto! Salutami Kazuha!”
“Certo, le dirò che Conan la saluta.”
Shinichi sbuffò. Che brutto essere
se stesso senza esserlo!
“Dai, sto scherzando. Salutami Ran
e tuo padre. A presto Shinichi, e grazie ancora. Sei
davvero un amico.”
“Avresti fatto lo stesso per me, Heiji.
Ciao, amico, divertiti stasera, e fatti valere! .. Ah, solo una cosa..”
aggiunse, prima di riattaccare.
“Dimmi tutto.”
“Quando, due settimane fa, ci siamo incamminati nel bosco
per cercare le tracce del padre della signora Izumi,
tu le hai detto con tono di sfida: < Stia certa che troverò suo padre! >
.. non mi dirai che avevi già capito qualcosa e non me l’hai detto perché
volevi arrivare fino in fondo da solo?”
Sentì Heiji ridere dall’altra
parte: “E chi lo sa!” rispose, per poi riagganciare.
Shinichi tornò alla sua
recensione, sicuro di non essersi sbagliato. Accidenti a quell’Hattori!
Ciaoo a tuttiii!!
Ecco qui l’ultimo
capitolo.. =( è sempre una tristezza concludere una fan fiction.. =(
Beh, spero
almeno che il finale non vi abbia deluso e che la storia vi sia piaciuta!
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto la storia dall’inizio alla
fine,chi ha la storia tra le seguite, BlAcK_pAnTeR_94,
celiane4ever,ChibiRoby, ChibyLilla,
Eli Pazzoide, Ersilia, FM107 3 RADIOCAOS, Melinda Warren, shaula, velehinata1992, YukariHoshina e _Diane_!
Poi, grazie
a chi ha recensito, anche solo una volta:
Con la
speranza di non aver dimenticato nessuno! Grazie popi a Osaka e floravik
che hanno la storia tra le preferite!
Ora, avrei
un favore da chiedervi =) Come vi ho detto, questo è il mio primo esperimento
con un racconto giallo.. quindi, ora che è concluso, mi piacerebbe molto sapere
cosa coloro che l’hanno letto ne pensano! Insomma, vi è piaciuto? Sono riuscita
e creare una bella storia o qualcuno di voi l’ha reputata scontata e banale?
Insomma, un parere da parte dei lettori spinge sempre a migliorare! Qualsiasi
tipo di critica è ben accetta! Vorreste dedicare due minutini del vostro tempo
a questa storia? Davvero, per me è importante =)