Segreti di famiglia

di Flami Destrangis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il racconto dell'Americana di Osaka ***
Capitolo 3: *** L'arrivo ***
Capitolo 4: *** L'omicidio ***
Capitolo 5: *** L'indizio ***
Capitolo 6: *** Heiji in trappola ***
Capitolo 7: *** Prove e deduzioni ***
Capitolo 8: *** La soluzione ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Segreti di famiglia

 

PROLOGO

Era una calda giornata primaverile, e il sole scottava come non mai, riflettendosi sul cemento della città. Ran cercava in tutti i modi di impegnarsi a studiare, ma i suoi buoni propositi erano difficili da mantenere. Pensava a tutt’altro. Per prima cosa: Shinichi non la chiamava da un po’ di tempo.  Gli aveva scritto qualche messaggio, ma non aveva ottenuto risposta. Che gli fosse successo qualcosa? No, come al solito si preoccupava troppo. Shinichi sapeva badare a se stesso. Ma perché doveva rimanere lontano tutto questo tempo?Non poteva tornare, anche per poco, anche solo per vederla una volta? Forse di lei non gliene importava poi così tanto, o, almeno, non quanto a lei importava di lui, pensò sospirando. Il secondo pensiero che la teneva occupata era quello di Conan. Dove si era cacciato quel bambino? La scuola era finita da un pezzo. Aveva l’abitudine di sgattaiolare da una parte all’altra della città senza avvertire. Certe volte, la faceva preoccupare quanto, se non più, di Shinichi. Quei due avevano molto in comune, pensò.  Si alzò, e scese nello studio del padre. Non c’era nessun cliente e, come al solito, Goro stava guardando la tv sorseggiando una birra. E non doveva essere la prima. Si affacciò alla finestra, giusto in tempo per vedere Conan che, tranquillo come non mai, rientrava a casa. Lo aspettò ferma sulla soglia, cercando di mostrarsi il più arrabbiata possibile.

“Ehi, Conan. Ti pare questa l’ora di tornare a casa?” chiese con aria minacciosa.

Conan si fermò, pensando a quanto fosse noioso essere un bambino. Quanto avrebbe voluto tornare diciassettenne! Poi, con un sorriso che dissimulava i suoi pensieri, rispose:  “Scusami Ran, mi sono fermato a casa del dottor Agasa. Ho fatto i compiti con Ai, avevamo una ricerca..”

“Potevi avvertire! Mi fai sempre preoccupare! Sei peggio di quell’altro detective da strapazzo.” Disse sedendosi  sul divano.

Ascoltando queste parole, Conan non ne afferrò subito il senso. Detective da strapazzo? L’unica persona che conosceva degna di tale soprannome era senza dubbio Goro. No, inutile mentire, Ran probabilmente, anzi  sicuramente, non si stava riferendo al padre.

“E’ successo qualcosa, Ran?” chiese, facendo il finto tonto.

“Te lo dico io cosa succede, ragazzino.” Intervenne Goro, “Mia figlia pensa ancora troppo a quell’ingrato detective che si crede lo Sherlock Holmes del duemila. Se ce l’avessi sotto mano…” iniziò, lasciando la frase a metà.

-Ma se  mi hai sotto mano..- pensò Conan, ignorandolo e rivolgendo l’attenzione a Ran.

Shinichi non mi telefona da un po’ di tempo. Sono preoccupata..di solito, si faceva sentire più spesso.”

-Ci credo, mi vuoi sempre accompagnare dappertutto. Come faccio a chiamarti?- pensò Conan, per poi dire: “Vedrai che sarà impegnato in qualche caso complicato, e, appena lo risolverà, di sicuro tornerà a farsi sentire..”

“Non illuderla, ormai quello si sarà trovato un’altra.” Sentenziò Goro.

-Ma come osa..- si limitò a pensare Conan.

“Penso che papà abbia ragione. Non risponde nemmeno ai miei messaggi.”

-In realtà, ho appena comprato la ricarica e la mia intenzione era quella di risponderti questa sera..- pensò, per poi tranquillizzarla a voce.

Ran sorrise. “Scusa se mi sfogo sempre con te, Conan. E’ che sei un ragazzino sveglio, e sai sempre come consolarmi.”

Lo abbracciò forte, facendolo diventare rosso come un peperone. Ah, se Ran avesse saputo che lui era quel Shinichi che tanto cercava, e che era proprio fra le sue braccia!!

“Ma piuttosto, parliamo di te..” iniziò Ran, rinfrancata, “Mi sembra che nell’ultimo periodo tu e Ai siate diventati molto amici.. di’ la verità, Conan.. non sarà mica la tua fidanzatina?” chiese con tono malizioso.

Conan diventò improvvisamente rosso. Come veniva in mente a Ran di chiedergli una cosa del genere? Lo Shinichi dentro di lui si sentì ferito nell’orgoglio. Come poteva innamorarsi di una bambina? Anche se in realtà Ai non lo era.. ma comunque, a lui piaceva una e una sola persona!

Ma… ma cosa dici?” disse, ridendo come se Ran avesse fatto la battuta del secolo.

“Dai, a me puoi dirlo! Sei tutto rosso.. confessa..”

Mentre Conan continuava a negare assiduamente e Ran a punzecchiarlo, qualcuno bussò alla porta.

“Ma cosa vogliono a quest’ora?! Insomma, è quasi orario di chiusura..” protestava Goro, “Apri tu, Ran?”

La visitatrice era una giovane donna. Di bel portamento, ben vestita, salutò cortesemente il detective e Ran, offrendo poi una caramella al piccolo Conan.  Portava una gonna nera e una camicia bianca, sulla quale ricadevano alcune ciocche di capelli biondi che sfuggivano all’elastico che li teneva raccolti. Si sedette sul divano, su invito del detective. Li fissava con due grandi occhi azzurri, leggermente imbarazzata. Insomma, sembrava tutto tranne che giapponese.

 

 

Ciao a tutti!!! Come state, carissimi fan di Detective Conan?

Vi devo confessare che, nonostante sia una grande appassionata del nostro piccolo detective occhialuto e del mitico investigatore privato Sherlock Holmes, non mi sono mai cimentata nello scrivere una storia “gialla”. Visto che questo è il mio primo esperimento, aspetto pareri da tutti voi, positivi o negativi che siano, che mi aiutino a migliorare!

Questo è solo il prologo, ma dal prossimo capitolo la storia entrerà più nel vivo e il nostro Conan avrà la possibilità di nutrire già i primi sospetti sul caso che si troverà di fronte.. beh, spero che continuiate a leggere! Grazie a tutti!

Accidenti, quasi dimenticavo! Vorrei ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno letto e recensito la mia precedente fan fiction, “La tua eterna estate non potrà mai svanire”.. siete stati gentilissimi/e!

A presto, con il prossimo capitolo! Fla95

PS: avrete notato che, per quanto riguarda Kogoro, ho usato il nome utilizzato nell’anime italiano, cioè Goro.. non so perché, ma mi piace di più =)

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Capitolo 2
*** Il racconto dell'Americana di Osaka ***


IL RACCONTO DELL’AMERICANA DI OSAKA

Dal momento in cui aveva puntato gli occhi sulla graziosa cliente, i modi di Goro erano del tutto cambiati. Ora  si predisponeva, gentile come non mai, ad ascoltare il racconto della ragazza.

“Salve detective. Mi scuso per l’ora, ma purtroppo il treno da Osaka ha subito un ritardo, e sono potuta arrivare solo ora a Tokyo..” iniziò, con un forte accento americano.

-Da Osaka?- pensò Conan  -E come mai, invece di rivolgersi a un detective di Osaka, è venuta fin qui?-

“Non si preoccupi, continui pure, e mi esponga il caso.” Affermò Goro, sedendosi davanti a lei.  Accanto a lui c’era Conan, mentre Ran ascoltava incuriosita appoggiata alla scrivania del padre.

“Ecco, vede, in realtà era il mio fidanzato che oggi doveva venire da lei. Ma purtroppo, ha avuto un impegno di lavoro, e ha delegato me al suo posto.” Fece una piccola pausa, per poi riprendere “Per esporle la storia, sarà meglio prima presentarmi. Il mio nome è Annah Smith, sono americana come avrete già capito, e mi sono trasferita qui qualche anno fa, dopo aver studiato giapponese nel mio paese. Da sempre, la mia città preferita è stata Osaka, e così, dopo la laurera, fu lì che decisi di andare. Fu in quel periodo che conobbi il mio attuale fidanzato Daisuke Ikeda. Ci conoscemmo per caso su un autobus. Posso dire che fu un colpo di fulmine, e iniziammo a frequentarci. La famiglia Ikeda ha una tenuta poco distante da Osaka, una grande casa antica giapponese, sullo stile del famoso castello della città. Solitamente, era lì che l’intera famiglia trascorreva i periodi di vacanza. Un’estate, dopo il nostro fidanzamento, mi portò proprio nella sua tenuta, perché facessi la conoscenza della sua famiglia.”

Conan si fece pensiero. Gli sembrava che quella storia avesse un che di familiare. Quei nomi, gli sembrava di averli già sentiti. Sì, ma dove? Nei casi che si era trovato a risolvere ad Osaka con Heiji, non gli era mai capitato di avere a che fare con quella famiglia. Eppure..

“La sua famiglia non è particolarmente numerosa. Daisuke aveva un fratello maggiore di due anni,  di nome Kuma. La prima cosa che mi colpì, fu che non si somigliassero per niente. In effetti, venni poi a sapere che Kuma era stato adottato. ”

“Come mai parla di questo Kuma al passato?” domandò Goro, incominciando a intuire la risposta.

“E’ morto. Ma questa è solo la parte finale della mia storia, la prego di ascoltarmi fino alla fine..”

“Oh, ma certo..” disse Goro mortificato, notando il tono leggermente infastidito della ragazza.

“La prego di scusarmi, detective.” Si affrettò ad aggiungere lei, “ma sono molto stanca a causa del viaggio e..”

“Non deve scusarsi, continui.”

Nel frattempo, Conan continuava a pensare e ripensare. Dove aveva già sentito quei nomi? Quella storia stava diventando più interessante del previsto e sul suo volto si poteva leggere una certa dose di curiosità.

“Poi, conobbi il padre di Daisuke, il signor Noburo.  E’ un uomo alto, dai capelli brizzolati, a prima vista un po’ scontroso. In realtà è solo un uomo riservato e, superato l’impatto iniziale, mi accettò nella famiglia come se fossi sua figlia. La madre di Daisuke, Izumi, ben presto fece lo stesso, se non prima. E’ sempre stata molto gentile con me. Lo stesso non si può dire del nonno di Daisuke, il padre di Izumi. Fu sempre di poche parole con me, e più in generale con tutti.”

Anche questa volta, Goro notò che la ragazza aveva parlato al passato. Tenne il pensiero per sé, evitando di fare domande.

“Conobbi poi il loro maggiordomo, Sadao, e la loro cameriera, Takako. La domestica è estremamente cordiale e gentile: posso dire che sia la migliore amica che ho in quella casa. Nessun altro abitava la tenuta, erano pochi i componenti della famiglia, e ora, sono ancora di meno.”

Rabbrividì, pensando a ciò che doveva raccontare. Conan si fece più attento e assorto, non voleva perdere una sillaba di quel racconto.

“Questa storia risale a meno di un anno fa. La scorsa estate, verso fine agosto,  ci ritrovammo tutti nella tenuta di campagna, per passare una settimana.. come dire.. in famiglia. Tutto andava per il meglio, finché, una mattina, notammo che Kuma non era in camera sua. Lo cercammo per tutta la casa, ma invano. Quindi, pensammo che fosse uscito per fare una passeggiata mattutina, e aspettammo il suo ritorno. A ora di pranzo non si era ancora fatto vivo. Fu così che io, Daisuke, Noburo e Izumi uscimmo a cercarlo, mentre Takako preparava il pranzo. Ci dividemmo e ci incamminammo per il bosco che dà sulla tenuta. Fu Daisuke a trovarlo. Era impiccato ad un albero, non molto lontano dal sentiero che attraversava il bosco. Il nostro primo pensiero fu che si fosse suicidato. Probabilmente, durante la notte era uscito per compiere questo gesto estremo. Ma a Daisuke tutto questo sembrava impossibile, suo fratello non avrebbe mai avuto motivo di suicidarsi. Anche l’agente della polizia di Osaka mandato sul posto, arrivò alla stessa conclusione di tutti noi. E cioè, che si trattava di suicidio. Ma c’era un ragazzo con lui, un ragazzo che non si dava pace, dicendo che quell’uomo era stato assassinato. Credeva alla versione di Daisuke, secondo cui Kuma non aveva motivo di togliersi la vita.”

Ascoltando quel pezzo della storia, Conan ebbe un lampo di genio. Ma certo! Era stato Heiji a parlargli di quel caso. Ora, ricordava tutto.

“Il nome di quel ragazzo è per caso Heiji Hattori?” chiese alla donna,  con un amabile sorriso da bambino in volto.

“Sì, proprio lui.. ma tu come fai a saperlo?” chiese incredula.

“E’ un nostro amico.” Rispose Ran, precedendo Conan.

“Vada avanti.” La incalzò Goro.

“Capisco. Meglio così, forse..” Disse la donna. “Beh, comunque sia, questo Hattori sosteneva che Kuma fosse stato ucciso. Devo ammettere che ha un intuito formidabile o , forse, solo una grande fantasia. Arrivò ad una conclusione a dir poco stupefacente. Volle mostrate alcune foto della vittima, e notò un particolare che a noi tutti era sfuggito. Attraverso le foto, vide che Kuma e Noburo avevano uno stesso piccolo difetto sul lobo dell’orecchio destro, un difetto ereditario, che si trasmette di padre in figlio. Nessuno di noi ci aveva fatto caso, ma era la verità. Il ragazzo sostenne dunque di non credere alla coincidenze, e disse che Kuma era figlio di Noburo, probabilmente un figlio illegittimo. L’agente della polizia sembrava dare molto credito a questo Hattori,  e, quando chiese il test del DNA, Noburo confessò. Kuma era suo figlio, avuto con un’amante, la quale era morta dandolo alla luce. Fu la sorella di lei a informarlo della morte prematura della donna, chiedendogli di non sottrarsi ai suoi doveri di padre. Fu così che, per salvare l’onore della famiglia e per mantenerla unita, Noburo aveva finto di adottare un figlio non suo. Di fronte a tali rivelazioni, la moglie scoppiò a piangere, chiudendosi poi in camera sua. Non volle più uscirne per almeno un giorno. Questo fu tutto ciò che il ragazzo di Osaka riuscì a dimostrare. L’autopsia provò che Kuma era morto per soffocamento. Il caso fu archiviato come un suicidio.”

“Che terribile storia. Mi dispiace molto, signorina.” Le disse Goro, cercando di confortarla. Si vedeva che la ragazza non raccontava felicemente questi avvenimenti.

-Deve esserci dell’altro..- pensò Conan  -Altrimenti, che motivo c’era di venire fin qui?-

“La storia non finisce qui. Dopo una serie di litigi, Izumi disse che, ora come ora, non aveva senso piangere sul latte versato. Anche se il marito le aveva tenuto nascosto per tanto tempo una simile verità, Kuma era morto, e, in suo ricordo, bisognava tenere unita la famiglia. Tutto sembrò tornare alla normalità. E per qualche mese vivemmo in pace. Ma poi, venne diagnosticato un brutto male al nonno di Daisuke, e i medici gli dissero che gli restavano pochi mesi di vita. La settimana seguente, in un giorno di vacanza, ci ritrovammo tutti nuovamente nella tenuta di campagna. Daisuke voleva passare del tempo con suo nonno, prima di dirgli addio. Ci recammo lì la mattina presto e passammo l’intera giornata fra camminate nei boschi e un pic-nic in riva ad un fiume che scorre ad un quarto d’ora di strada. Andammo tutti a domrire molto tardi, quel giorno, e la mattina non ci risvegliammo se non verso le dieci. Ci aspettava una sgradevole sorpresa. Il nonno di Daisuke era scomparso. Non c’era nella sua camera e nemmeno in qualsiasi altro luogo della casa. Pensammo che fosse uscito, ma non aveva con sé né soldi né telefono. Non sapevano come rintracciarlo, e aspettammo per qualche ora il suo ritorno. A fine giornata chiamammo la polizia. Eravamo molto in pensiero. Pensammo che fosse uscito per una normale passeggiata e che fosse scivolato in qualche luogo da cui non riusciva più a risalire, o che si fosse perso. Lo cercammo per una settimana intera, ma niente. Alla fine ritenemmo che non avesse retto alla notizia datagli dai medici e che avesse deciso di porre fine alla sua vita prima del previsto. Ma la sua scomparsa è ancora un mistero, detective. Non è stato ritrovato alcun corpo: è come se si fosse volatilizzato. La signora Izumi è molto preoccupata, poverina.

 

. La triste notizia giunse anche alle orecchie di quell’Hattori, che avevo imparato a conoscere come “il famoso detective del liceo”, il quale ci mandò una lettera di scuse per i problemi che aveva causato alla nostra famiglia. Probabilmente, alla luce dei recenti avvenimenti, si sentiva in colpa per aver turbato la famiglia svelando verità che erano rimaste nascoste per tanto tempo. Tutto questo risale a poco più di un mese fa. Izumi e Noburo si sono definitivamente trasferiti nella loro tenuta di campagna e, per un problema dovuto allo smistamento della lettera, questa arrivò al destinatario solo la settimana scorsa. Così, i genitori di Daisuke, in segno di riappacificazione, lo hanno invitato a trascorrere il fine settimana nella loro casa, per passare qualche giorno fuori dal caos della città.”

-Heiji che manda una lettera di scuse? Qualcosa non mi convince…- pensò Conan. Cosa aveva in mente il suo amico? Solo allora si ricordò del messaggio che aveva ricevuto quella mattina da parte del detective di Osaka. Chiamami appena puoi, diceva. Che cosa stava succedendo?

“Mi scusi signorina, ma non vedo come io..” iniziò Goro.

“Certo, lo so, non vede come lei possa c’entrare in questa storia. Deve sapere che, nonostante tutto, Daisuke, il mio fidanzato, non è ancora convinto della versione del suicidio di Kuma. Quando ha saputo che quel geniale Hattori veniva da noi per il week-end, ha pensato subito di invitare anche lei, ritenendo che due menti come le vostre potessero aiutarlo a far luce sul caso. Deve sapere, detective, che la sua fama è ormai nazionale. Il signor Noburo è un suo grande fan. Daisuke ha pensato di fargli una sorpresa invitandolo. I suoi genitori non sanno niente di questa idea.”

“Veniamo molto volentieri..” iniziò Conan. La sua frase fu subito bloccata da una pronta sberla di Goro.

“L’invito non era rivolto a te!”

La signorina Smith scoppiò a ridere: “Com’è buffo questo bambino! Ovviamente, detective, può portare anche lui e sua figlia.. non c’è alcun problema.”

Goro sbuffò, pensando che doveva sempre portarsi dietro quel ficcanaso di Conan. Ma, in fondo, quel bambino era stato l’inizio della sua fortuna. Da quando lui era arrivato, era andato sempre tutto bene.

“Certo signorina. Accettiamo con piacere l’invito.”

“Perfetto!” esclamò lei raggiante “Daisuke sarà così felice!Allora,” disse, alzandosi “Potrete recarvi alla tenuta venerdì pomeriggio, insieme al detective Hattori. Visto che lo conoscete, non c’è alcun problema.”

 

 

Ciao a tutti!:)

Per prima cosa, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto il Prologo, e in particolare Kazuha_97, Isabella Potter Warren e kahlan90 che hanno recensito! Grazie di cuore per avermi dato il vostro parere! Poi, un altro grazie va di nuovo ad Isabella Potter Warren per aver messo la mia storia tra le seguite e, per lo stesso motivo, un grazie anche a ChibiRoby!

Nel prossimo capitolo appariranno anche Heiji e Kazuha, così la comitiva sarà al completo.. beh, spero che questo capitolo vi sia piaciuto!! Lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate se avete un po’ di tempo!

A presto con l’altro capitolo! Un bacione, Fla95

 

 

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Capitolo 3
*** L'arrivo ***


L’ARRIVO

“Allora Heiji, si può sapere cos’hai in mente?”

Si erano dati appuntamento alla stazione di Osaka per le tre di pomeriggio, l’orario d’arrivo del treno.  Heiji e Kazuha li avevano aspettati davanti al grande orologio della stazione, e, appena visti i loro amici, li avevano salutati , cercando di farsi vedere nella folla che riempiva la grande sala. Kazuha e Ran avevano talmente tante cose da raccontarsi che Heiji e Conan non ebbero alcuna difficoltà a parlare tra loro lontano da orecchie indiscrete. Da parte sua, Goro non faceva altro che sbadigliare, nonostante avesse dormito per tutto il tempo del viaggio.

“Che cosa intendi, Shinichi?” chiese lui di rimando, sorridendo. Sapeva che il suo amico aveva capito senz’altro cosa gli passava per la testa.

“Non fare il finto tonto. Non ci credo alla tua lettera di scuse, non sei il tipo. In più, prima ho sentito Kazuha lamentarsi con Ran del fatto che tu non volessi portarla con te. Facendo due più due, ne deduco che tu voglia proteggerla. Allora, hai scoperto qualcosa di nuovo?”

“Non proprio.” Disse Heiji, facendosi serio. “Ma il presunto suicidio del vecchio non mi ha convinto. Non è stato ritrovato alcun cadavere, è come se si fosse volatilizzato nel nulla. C’è qualcosa che non mi convince in quella famiglia.”

“E così, hai scritto quella lettera per cercare di riagganciare i contatti.”

“Esattamente. Ma non pensavo mi avrebbero addirittura invitato a casa loro.”

Conan restò un attimo pensieroso.

“Qualcosa non quadra.” Disse poi. “Quest’invito cade troppo a pennello. Stai attento, Heiji.”

“Lo so. Per questo non volevo portare Kazuha.. ma quella testarda che non è altra…

“Chi sarebbe la testarda?!” esclamò una voce dietro di lui. Kazuha lo osservava con due occhi inquisitori.

“Ma niente Kazuha, hai sentito male..” cercò di difendersi.

“Non cercare scuse. Io sarò anche testarda, ma tu sei un egoista! Ti viene offerta la possibilità di passare un week-end di vacanza, e non mi vuoi nemmeno portare con te!”

“Sei tu che ti sei auto invitata. La tua presenza non era richiesta…” insinuò Heiji.

“Ah, davvero, sarebbe così?!” scoppiò lei, infuriata.

-Mamma mia, quanto sono stressanti...- pensò Conan.  Shinichi appariva come un bambino, certo, ma alle volte Heiji sembrava più infantile Conan!

“Quando li vedo, penso spesso a me e Shinichi. Anche noi litigavamo così, a volte.”

A parlare era stata Ran, accanto a lui. Spostò il suo sguardo dalla coppia di amici alla ragazza. E’ vero. Anche loro spesso litigavano per delle sciocchezze. Quanto gli mancava essere Shinichi.. se solo Ai fosse riuscita a creare un antidoto al veleno che aveva ingerito! Tutto sarebbe tornato alla normalità. Lui avrebbe potuto riprendere la sua vita, stare con i suoi amici, stare con Ran, scherzare con lei, litigare con lei, uscire con lei, dirle quanto le voleva bene. Accidenti! Doveva sbrigarsi a tornare quello di prima. Per quanto ancora Ran avrebbe aspettato? E soprattutto, per quanto ancora lui sarebbe riuscito a tenere segreta l’identità di Conan?

“Insomma! La volete smettere?!” li sgridò Goro, facendo tacere i due amici.

Quando uscirono, videro un auto della polizia parcheggiata poco distante.

“Non mi dirai che ne hai preso in prestito una..” disse Ran, allibita. Odiava muoversi con le auto della polizia. Li guardavano tutti come se fossero dei criminali.

“Certo che si! Ho anche la sirena per fare prima.. sai che traffico, la mattina!” esclamò sicuro Heiji, salendo accanto al posto di guida, dove invece sedeva Goro.

Iniziarono a percorrere le vie della città che, come previsto da Heiji, erano affollate, e non poco. Dopo una buona ora di cammino, riuscirono finalmente ad allontanarsi di grattacieli e dal cemento delle strade, per inoltrarsi poi in un bosco alla ricerca della loro meta.  In macchina, erano solo Ran  e Kazuha a parlare. Quest’ultima stava raccontando all’amica della vittoria schiacciante della squadra di baseball della loro scuola al torneo provinciale.  Erano diventati i campioni di Osaka! Non che il baseball la entusiasmasse poi così tanto, ma, aggiunse a bassa voce, Heiji l’aveva invitata ad assistere alla partita, e non aveva proprio voluto rifiutare. Accanto a loro, Conan, o meglio Shinichi, guardava pensieroso fuori dal finestrino, cercando di scorgere il volto di Heiji nello specchietto. Il suo amico era preoccupato quanto lui. C’era qualcosa, in quella storia, che puzzava di bruciato. Sì, ma cosa?

Arrivarono dopo una mezz’oretta di strada alla tenuta della famiglia Ikeda. L’antica casa giapponese era a dir poco enorme. Una vera e propria villa, con tanto di giardino e laghetto nel cortile interno. Al cancello trovarono ad accoglierli un uomo sulla quarantina, dalla carnagione chiara. Vestiva di scuro, e i suoi occhi seri erano contornati da un paio di spessi occhiali da vista. Doveva essere miope, e non poco. Goro abbassò il finestrino della macchina, sospettando che il maggiordomo non si aspettasse di trovarlo lì. A quanto pareva, invece, era già informato di tutto: la presenza del famoso Detective Goro doveva essere una sorpresa solo per i padroni di casa. Ed effettivamente, fu così. Appena i genitori di Daisuke lo videro, la sorpresa fu contenuta a stento. Il signor Noburo scoppiò di felicità: il famoso Goro il Dormiente! Il suo idolo di sempre! L’uomo che più stimava al mondo!  Non poteva davvero crederci. La reazione della moglie fu, invece, più contenuta.  Salutò il detective sorridendo, e dicendosi onorata di ospitare un personaggio tanto famoso a livello nazionale.

L’ultimo ad arrivare in sala fu Daisuke, che aveva preferito spiare da lontano la reazione del suoi genitori, per poi rivelarsi come l’artefice dell’invito a Goro. Con lui, entrò nella stanza anche Annah, accompagnata dalla domestica, Takako. Dal suo viso bonario, si potevano facilmente comprendere le parole che Annah aveva rivolto a Goro qualche giorno prima: quella cameriera sembrava, a prima vista, la bontà in persona. Si rivolgeva a tutti in maniera gentile, con sorrisi affabili. Conan notò come, però, il suo volto sembrasse stranamente tirato. Inoltre, aveva la mano destra fasciata.

“Comunque sia, la ringrazio per aver accettato il nostro invito, detective Hattori.”  Disse ad Heiji la signora Izumi.

“Ma cosa dite! Sono io che devo ringraziarvi. Sono molto felice che non serbiate rancore nei miei confronti, dopo l’errore commesso da me qualche mese fa..” rispose il ragazzo sorridendo.

“Suvvia, meglio non pensare a quella brutta storia. Piuttosto, visto che abbiamo qui anche il famoso detective Goro, potreste aiutarci a far luce sulla scomparsa del padre di Izumi. Ormai, non speriamo più che sia vivo. Ma siamo sicuri che sia da qualche parte, qui nel bosco.. dicono che lei sia infallibile, detective.” Osservò il signor Noburo, rivolgendosi a Goro.

-Come no..- pensò Conan, ridacchiando tra sé e sé.

“Sono d’accordo. Se per voi non è un problema, sarei molto contenta se  voleste farci questo favore.. sono talmente in pensiero per il mio povero padre.. se anche non ci fosse più, vorrei almeno ritrovare le sue spoglie..” disse la madre di Daisuke, con gli occhi lucidi.

“Nessun problema. Faremo un giro per il bosco, se suo marito può farci da guida..” iniziò Goro.

“E’ il minimo che possa fare per lei, signora.” Finì Heiji “Stia certa… che troverò suo padre.”

Calzò sul capo il suo inseparabile cappello, e si avvicinò a Goro. Il suo tono aveva un che di sfida.

Kazuha, tu rimani qui con Ran. Se troveremo qualcosa, di sicuro non sarà una bella scena.”

“Stai attento Heiji..” mormorò Kazuha, mentre il suo amico si allontanava.

Conan, istintivamente, si accodò al gruppetto che usciva.

“Ehi, tu! Dove credi di andare?!” lo fermò Ran, tirandolo per il colletto della maglietta.

“Dai, Ran..” la supplicò Conan, cercando di imitare il più possibile la voce di un bambino piagnucolone “Ti pregooo.. lasciami andare con Heiji..per favoreeee..”

“Tranquilla, Ran.” La rassicurò Heiji, prendendo Shinichi in braccio, “ci penso io al tuo piccoletto.”

“Al suo piccoletto, eh?” gli sussurrò Conan, tirandogli l’orecchio che più aveva a portata di mano.

La piccola e strana comitiva si allontanò. Non avrebbero trovato nulla nel bosco. Ma non sapevano cosa li attendeva quella notte.

 

Ciao a tutti :) !! Come state passando quest’ultima settimana di agosto? Nonostante il caldo soffocante, scrivere è sempre un piacere! :)

Vorrei ringraziare tutti coloro che leggono, tutti coloro che  hanno la storia tra le seguite (ChibyRoby, Eli Pazzoide, Isabella Potter Warren, Yukari Hoshina, celiane4ever) e chi ha recensito il primo capitolo, cioè Kazuha_97, Kishra e Eli Pazzoide (complimenti per il nick originale!!) Siete stati gentilissimi!

Detto questo, possiamo dire che la nostra comitiva sia ormai al completo e che dal prossimo capitolo si entrerà nel vivo della storia.. spero che continuiate a seguirmi! =)

Aspetto i vostri commenti e pareri!!!

A presto con l’altro capitolo, Fla95

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Capitolo 4
*** L'omicidio ***


L’OMICIDIO

Come Conan ed Heiji sospettavano, nel bosco non c’era nulla di strano. Ne avevano solo approfittato per fare una visita alla quercia dove, qualche mese prima, era avvenuto il presunto suicidio. La sparizione del vecchio padre di Izumi non convinceva nessuno dei due. Doveva essere successo qualcosa e, sicuramente, uno degli abitanti di quella casa sapeva più di quanto dava a vedere.  Ma chi? Il maggiordomo, forse? La signora Izumi? Il signor Noburo, lo sfegatato fan di Goro? O ancora, la bonaria domestica? O forse, Daisuke e Annah, i più insospettabili di tutti? Chi di loro stava nascondendo qualcosa?

La prima delle tante sorprese di quella serata, arrivò non appena fecero ritorno a casa. Scoprirono che la signora Izumi, Ran e Kazuha  avevano preparato una squisita cenetta italiana. La pasta come primo, poi un secondo di carne, infine frutta e dessert.

Si recarono in sala da pranzo, dove notarono che sulla tavola, accanto ad ogni piatto, c’era un cartellino con il nome di ogni invitato.

Prima di prendere posto, Heiji si avvicinò a Kazuha: “Senti un po’ piccola.. come mai la domestica non vi ha aiutate con la cucina?”

“Questa mattina si è procurata un brutto taglio alla mano destra, che sanguina ancora a tratti. Ecco perché non ha potuto cucinare.” Rispose Kazuha, arrossendo. Adorava quando Heiji la chiamava “piccola”.

“Un brutto taglio, eh? Stammi vicino, mi raccomando.”

“Perché dici così?”

“La prudenza non è mai troppa. Restami sempre accanto.”

Kazuha arrossì vistosamente. Certo, gli sarebbe rimasta sempre accanto, e l’avrebbe fatto molto volentieri.

La pasta preparata dalle due ragazze e da Izumi era semplicemente fantastica. Nemmeno nei migliori ristoranti italiani del centro si mangiava così! Quando poi il maggiordomo si occupò di portare in tavola il secondo, questo si rivelò non meno squisito del primo.

“Oh, accidenti!” esclamò Heiji “Con questo coltello non riesco a tagliare.. la lama non è molto affilata..”

“Prendi il mio, Heiji..” disse Conan.

“No, non voglio scomodare gli ospiti.” Disse la signora Izumi “Vado subito in cucina a prenderne un altro.”

Tornò poco dopo, con un coltello uguale agli altri.

“Per fortuna, me n’era avanzato ancora uno dello stesso servizio di posate.”  disse al ragazzo, porgendoglielo dalla parte del manico con tono affabile.

“La ringrazio, signora.” Rispose Heiji, prendendolo. Funzionava decisamente meglio del primo.

“Secondo me, sei tu ad essere imbranato, non il coltello a funzionare male..” lo punzecchiò Kazuha, ridacchiando.

“Che spiritosa..”

“Siete davvero una bella coppia.. si vede che vi volete molto bene!” esclamò Annah.

I due ragazzi diventarono entrambi rosso scarlatto.

“Ma cosa dice.. noi siamo solo amici..” si affrettò a dire Kazuha.

“Davvero?” chiese Daisuke, guardandoli stupito, “Eppure anche io avrei giurato che foste fidanzati!”

“No, invece siamo migliori amici.. buonissima questa carne!” esclamò il detective di Osaka, affrettandosi a cambiare argomento.

Finita la cena, fu proposto di giocare a carte e di bere qualcosa insieme.

Fu allora che Daisuke, il fidanzato di Annah, avvicinò Goro, chiedendogli di parlargli in privato.

“Detective, immagino che Annah le abbia raccontato il motivo per il quale l’ho invitata. Lei è il più famoso Detective del Giappone e, se non potrà darmi una mano, credo che nessun altro possa farlo.”

“Sta parlando del presunto suicidio di suo fratello, avvenuto qualche mese fa, non è vero?”

Il giovane annuì gravemente: “Non si è trattato di suicidio, ne sono certo. Qualcuno c’entra, qualcuno di questa famiglia. Forse mio nonno, ora scomparso, forse i miei genitori, forse la cameriera e il maggiordomo. Sono arrivato a sospettare di tutti.”

“Stia tranquillo, se c’è un colpevole da scovare, stia sicuro che lo scoverò.” Lo confortò Goro, con tono sicuro. Risolveva sempre qualsiasi caso, pur non ricordandosi come faceva. Certo, la sua mente era talmente geniale da eliminare totalmente dal cervello i casi passati, in modo da non riempirlo di informazioni inutili, informazioni che non potevano servire a risolvere gli altri casi. O almeno, così Goro il Dormiente credeva. La realtà, poi, era ben diversa.

Alla fine, poco prima di mezzanotte, gli ospiti furono condotti alle loro stanze.

“Vi accompagnerei volentieri io” , disse la signora Izumi, “Ma Takako non può lavare le stoviglie a causa di quel brutto taglio, e quindi tocca a me provvedere. Takako, potresti assegnare agli ospiti le loro stanze al posto mio, per  favore?”

“Certo, signora.” Rispose lei, avviandosi.

“Prego, seguitemi.”

Li condusse per un lungo corridoio, fino all’altra parte della villa, dove era situata all’ala riservata agli ospiti.

“La villa è talmente grande che la maggior parte delle stanze rimane spesso senza utilizzo. Per questo il signor Noburo preferisce dare una stanza singola agli ospiti, per poter, almeno una volta, usare anche quelle stanze che altrimenti sarebbero inutili. Spero che per voi non sia un problema. Sapete, il signor Noburo è un tipo molto metodico, fa sempre così con gli ospiti.”

“Non credo ci siano problemi.” Disse Goro, guardando i ragazzi.

“Vorrà dire che tu starai con me, Conan.” Gli disse Ran, prendendolo in braccio, per sussurrargli: “Ti prego, non andare con Heiji! Ho paura a stare tutta sola in questa villa enorme e semi disabitata!”

Conan non sapeva cosa dire, e si limitò ad annuire. Da solo in camera con Ran…accidenti, se solo avesse avuto il suo corpo!... Ma cosa andava a pensare? No, doveva concentrarsi sul mistero di quella villa.

Heiji ridacchiò e ,al momento dei saluti, si avvicinò a Conan, per bisbigliargli: “Mi raccomando, fatti valere Shinichi! Anche se, rimpicciolito come sei, non vedo cosa tu possa combinare …”

“Ma quanto sei scemo.” Fu la risposta del bambino, prima di dargli un pizzicotto sulla guancia.

Heiji si allontanò ridacchiando, per poi avvicinarsi a Kazuha.  Con Shinichi, Ran era al sicuro, ma la sua Kazuha  invece..

“Non allontanarti per niente al mondo dalla tua stanza. Se hai bisogno, scrivimi un messaggio, chiamami o vieni da me. E’ la prima camera, all’inizio di questo corridoio.”

La ragazza non sapeva cosa dire. Il suo amico era così apprensivo quel giorno! Che percepisse qualche pericolo nell’aria? Di solito, il suo fiuto era infallibile. Sentì un brivido attraversarle la schiena.

“Fai attenzione anche tu, Heiji.”

Dopo essersi augurati la buona notte, i vari componenti del gruppo si divisero, ognuno verso la sua stanza. La domestica si incamminò invece verso l’ala della villa riservata alla servitù. Poi, sulla casa calò il silenzio della notte. La quiete che avvolgeva l’abitazione non era destinata a durare a lungo. Improvvisamente, un urlo agghiacciante avvolse la tenuta, strappando i suoi abitanti dalla braccia di Morfeo.

Conan si svegliò di colpo, ritrovandosi tra le braccia di Ran, ancora in dormiveglia, che si chiedeva cosa mai fosse successo. Corse fuori dalla stanza come un fulmine, verso la direzione dalla quale sentiva provenire alcune voci. Arrivato alla fine del corridoio, vide che la porta della camera di Heiji era aperta: il suo amico doveva già essere sul posto. Arrivò nella piccola sala dalla quale il corridoio partiva e sulla quale la camera di Heiji dava. Le voci venivano da un’altra parte, dall’atrio principale della villa, da cui si ramificavano le varie ali dell’abitazione. Percorse un altro corridoio, questa volta più breve, e vi arrivò. Dietro di lui c’era Goro.  Le porte-finestre dell’atrio che davano sul grande cortile interno erano aperte. Uscirono e la scena che videro fece loro gelare il sangue nelle vene.  Il signor Noburo, in piedi, le mani fra i capelli, visibilmente spaventato.  Heiji accanto a lui, con gli occhi fissi per terra. Davanti a loro, steso sul terriccio del giardino, c’era un cadavere. Il corpo della signora Takako. Sembrava addormentata, non fosse stato per il profondo taglio che le solcava la parte sinistra della gola.

“Le hanno tranciato la carotide. Non c’è più nulla da fare: è morta.” Sentenziò Heiji.

 

Ciao a tutti!!

Finalmente i nostri due amici avranno la possibilità di investigare.. ma i colpi di scena non mancheranno :) ..! spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuiate a seguirmi!!

Come sempre, un ringraziamento va a coloro che leggono, coloro che hanno la storia tra le seguite, e un enorme GRAZIE a coloro che hanno recensito il secondo capitolo!! Grazie Eli Pazzoide e Kishra!!!

Con questo vi saluto, a presto con l’altro capitolo!! Fla95

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Capitolo 5
*** L'indizio ***


L’INDIZIO

Erano le quattro di mattina. Goro  aveva fatto riunire tutti nella sala da pranzo, ordinando di non muoversi per alcun motivo.  Non si poteva rischiare di inquinare le prove. Meglio aspettare la polizia, che sarebbe arrivata di lì a breve.

“Cosa ne pensi, Shinichi?”

“Penso quello che pensi tu, Heiji. Il colpevole è qui, in questa sala. E qui deve rimanere . Mi raccomando, assicurati che nessuno esca. A me non darebbero ascolto, con questo corpo da bambino..”

“Certo che è strano.” Disse Heiji a bassa voce, come se stesse pensando.

“Cosa?”

“A ritrovare il cadavere è stato il signor Noburo. A giudicare da quanto ho potuto vedere, prima che Goro ci cacciasse tutti dal cortile interno, la vittima era morta da meno di mezz’ora.  Noburo l’ha ritrovata intorno alle tre e mezza di mattina, mentre il decesso, quasi immediato, è avvenuto intorno alle tre e un quarto. Come ha fatto il colpevole a pulirsi, a non lasciare tracce, e, dopo pochissimo tempo, ad essere nel cortile interno insieme a noi? Mi sembra assurdo. A meno che..”

“A meno che?” lo incalzò Conan.

“No, niente, un’ipotesi poco verosimile e tutta da verificare. Lascia perdere.” Disse Heiji, ridendo.

In quel momento si avvicinò Kazuha: “Heiji.. io ho paura..” disse con voce tremante.

“E di cosa, piccola? Ci sono qui io.” La rassicurò lui.

“Sì, ma il colpevole.. se fosse una di queste persone ..”

“Tranquilla Kazuha.. io e Shi.. volevo dire, io e Goro risolveremo presto il caso. Vedrai, domani saremo già ad Osaka, e tutto questo ti sembrerà solo un brutto sogno.”

Poco tempo dopo, arrivò la polizia. L’agente inviato dalla questura di Osaka  era  una faccia nuova per Heiji.: doveva essere quel nuovo ispettore arrivato giusto quella settimana. Aveva sentito suo padre parlare di qualcosa di simile. Accidenti, proprio ora che aveva bisogno di una faccia conosciuta.

Dopo aver analizzato la scena del delitto, l’ora del decesso fu fissata intorno alle tre e un quarto, proprio come aveva sospettato Heiji. La ferita era stata inferta con un’arma da taglio, probabilmente un coltello. Gli agenti erano stati sguinzagliati in tutta la casa, alla ricerca dell’arma del delitto.  Il commissario, nel frattempo, interrogava i presenti.

“Partiamo da lei, signor Noburo. Ha ritrovato il corpo intorno alle tre e mezza, dico bene?” chiese, con tono inquisitore. I suoi occhi erano freddi come il ghiaccio, e la sua espressione corrucciata faceva capire che non aveva intenzione di andarsene di lì senza un colpevole tra le mani.

“Sì. Mi stavo recando al bagno, come al solito..”

“Come al solito?”

“Sì, sono una persona metodica, come i miei parenti potranno confermare. Quasi senza accorgermene, ogni notte mi reco al bagno sempre verso quell’ora. E’ un’abitudine, ormai.”

“Capisco. E il bagno è adiacente al grande atrio, a quanto ho potuto vedere.”

“Esattamente. Quello è il centro della casa. Da lì si ramificano tre brevi corridoi. Ognuno arriva ad una stanza, da cui parte poi un altro corridoio. Arrivando dalla sala da pranzo, a destra inizia il corridoio che conduce all’ala dove trascorriamo la notte noi della famiglia, l’ala di sinistra è quella della servitù, mentre continuando dritto si arriva a quella degli ospiti. Come avete visto, la sala non ha pareti. Sono tutte porte-finestre che conducono al giardino interno.  Di solito, Sadao, il maggiordomo, si occupa di chiuderle ogni sera. Notai, però, che ce n’era una aperta. Così, mi avvicinai per chiuderla, ma.. appena guardai fuori, vidi il corpo della povera Takako.”

L’investigatore prese qualche appunto sul suo taccuino.

“E lei, signor Sadao, conferma di aver chiuso tutti gli accessi al giardino anche questa sera?”

“Sì.” Rispose annuendo il maggiordomo.

“Dunque è stato l’assassino ad aprire la porta, o…” pensò ad alta voce l’investigatore.

“.. o la vittima stessa.”  Concluse Heiji.

L’uomo alzò lo sguardo dal suo taccuino. Chi aveva parlato? Vide davanti a sé un ragazzino, poco più che diciassettenne.

“Piacere, sono Heiji Hattori, liceale per ora, detective per il resto della vita.” Si presentò il giovane, come al solito, con una certa aria di superiorità.

“Investigatore Yamada. Hattori, hai detto? Sei forse il figlio di Heizo Hattori? In centrale ho sentito parlare di te.”

“In persona.” Disse Heiji, sorridendo.

-Ma sentilo..- pensò Conan, osservando la scena, -si vanta come se avesse già risolto il caso! Io non mi comportavo certo in questa maniera così antipat..-

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Ran: “Quando fa così, è proprio identico a Shinichi. Tu non pensi, Conan?”

Eh?! Lui identico a Heiji in versione vanitosa? Non era affatto vero!! Come si permetteva?!!

Ahah, hai proprio ragione…” disse alla fine, dissimulando i suoi pensieri.

“Se fosse qui, Shinichi avrebbe già capito qualcosa di più su tutto questo..” continuò la ragazza, la voce velata dalla malinconia.

-Infatti è così- pensò il bambino – ma Heiji, forse, questa volta ha un’intuizione che a me ancora sfugge.. sono sicuro che voglia arrivare fino in fondo da solo. E’ una questione personale per lui. Heiji, amico, non cacciarti nei guai.-

“Vedrai, Heiji e Goro risolveranno presto il caso.” La rassicurò, mentre venivano raggiunti da Kazuha.

Gli interrogatori degli altri presenti non portarono a nulla di nuovo. Tutti erano nelle loro camere mentre il delitto veniva perpetrato. Nessuno però, tranne Ran, Conan e la signora Izumi, cioè coloro che non erano in camera da soli, aveva qualcuno che potesse provarlo.

“Ispettore.”

Un agente era appena entrato nella sala, chiamando a sé l’investigatore. I due confabularono in privato.

“Ispettore Yamada.  Abbiamo ritrovato l’arma del delitto. E’ un coltello identico a quelli rivenuti nella cucina dell’abitazione. Era nascosto fra alcuni cespugli del giardino interno. Probabilmente, l’assassino ha dovuto disfarsene in fretta. Inoltre, da quanto abbiamo potuto analizzare, ha tentato di cancellare le sue impronte, ma, a causa del tempo che scarseggiava, non è riuscito a eliminarle del tutto.”

Yamada sorrise. Quel caso si rivelava più semplice del previsto. Che fortuna sfacciata! Si sarebbe presentato a Osaka catturando un assassino al primo colpo.

“Perfetto. Prendete le impronte a tutti coloro che erano qui stanotte. Il colpevole è in trappola. Nel frattempo, altri agenti perquisiscano tutte le stanze, anche quelle degli ospiti e quelle non utilizzate. Voglio che perlustriate la casa da cima a fondo. C’è altro?”

“Sì, ispettore. La vittima è stata narcotizzata prima di essere uccisa. Ecco come mai nessuno ha sentito udito il suo grido, ma solo quello del signor Noburo, che ha urlato dallo spavento quando ha ritrovato il cadavere.”

L’ispettore annuì, tornando nella sala da pranzo con un’agente della scientifica.

“Signori, ora prenderemo le impronte digitali ad ognuno di voi. Vi prego di collaborare con il mio collega.”

“E così,” iniziò Heiji, a bassa voce, “Avete trovato l’arma del delitto? Posso sapere cos’era?”

“Un coltello da cucina. Il colpevole non è riuscito a cancellare tutte le impronte. E’ in trappola.”

Heiji rimase in silenzio. Possibile che fosse tutto qui? Quel caso non poteva essere così assurdamente semplice.

“Saranno le impronte della signora Izumi, che ha lavato personalmente i piatti.” Gli disse Conan, notando lo scetticismo dell’amico. “Se solo potessimo muoverci a nostro piacimento, sarebbe tutto molto più semplice. Ma qui hanno dato ordine di restare fermi.”

“Già. Accidenti, avremmo già acciuffato il colpevole avendo il via libera per le stanze della casa.”

“Calmati, Heiji. Almeno il colpevole non avrà la possibilità di inquinare alcuna prova.”

Quando l’agente della scientifica ebbe finito di prelevare le impronte, si ritirò con alcuni colleghi nella sala attigua per procedere a compararle con quelle rinvenute sull’arma del delitto. Assicurarono all’ispettore che di lì a poco i risultati sarebbero arrivati.

In sala da pranzo, erano in pochi a parlare. Daisuke stringeva a sé Annah, visibilmente scossa e spaventata per aver perso la migliore amica che avesse in quella casa. La signora Izumi e il signor Noburo restavano in silenzio, così come il maggiordomo Sadao. Heiji e Conan sedevano l’uno accanto all’altro, le espressioni pensierose e, a volte, si scambiavano qualche parola. Kazuha e Ran, accanto a Goro, cercavano di parlare di qualcosa di allegro, per riuscire a distrarsi, ma risultava del tutto impossibile. Infine, il Detective Dormiente rifletteva tra sé, aspettando l’illuminazione per poter risolvere il caso. L’ispettore Yamada non staccava gli occhi di dosso dai sospettati.  La tensione era palpabile. Fu in quel clima di estenuante attesa che l’agente della scientifica entrò, chiedendo all’ispettore di avvicinarsi per comunicargli i risultati dei riscontri. Quando udì le parole che il collega gli sussurrò a bassa voce,  il signor Yamada sbiancò.

“Allora, signor ispettore? Non ci tenga sulle spine. Quali sono i risultati?” chiese Goro, impaziente.

L’ispettore si voltò, pallido in viso: “Le impronte semicancellate  sull’arma del delitto.. sono risultate quelle di.. Heiji Hattori.” Disse alla fine, con un filo di voce. Quello era il più imprevedibile dei risultati.

 

 

Ciao a tutti!!! Come state? Anche voi siete un po’ depressi/e per l’arrivo di settembre? Uff, l’estate era così bella :( …

Comunque sia, spero che il capitolo vi sia piaciuto … il nostro Heiji a quanto pare è nei guai! E il caso sembra più complesso del previsto.. spero che continuiate a seguirmiii!

Ora, vorrei passare ai ringraziamenti!Grazie a chi legge solamente, grazie a chi ha la storia tra le seguite (Barby_Chan, celiane4ever,ChibyRoby,Eli Pazzoide, valehinata1992, Yukari Hoshina, _Diane_, Ersilia ) e grazie a chi ha recensito il terzo capitolo, cioè _Diane_, kahlan90, celiane4ever, Kishra ! Siete tutti/e fantastici/he! Di nuovo grazie a _Diane_ , che si è presa la briga di recensire fin dal primo capitolo!! Grazie mille!!!!!!!

Che dire, ci si rivede presto con l’altro capitolo!! E se avete ancora qualche minuto da dedicare alla mia storia, mi piacerebbe molto leggere le vostre opinioni! =)

Un abbraccio a tutti i miei lettori/ lettrici! Fla95

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Capitolo 6
*** Heiji in trappola ***


HEIJI IN TRAPPOLA

Per un attimo nessuno parlò. Kazuha quasi svenne, Ran rimase esterrefatta, Goro strabuzzò gli occhi, Conan non riuscì a credere alle sue orecchie. Poi, Heiji scattò in piedi.

“Ma è assurdo!” urlò “Non potete credere che sia io il colpevole!”

L’ispettore Yamada capiva di trovarsi in una situazione imbarazzante. Una prova importante sembrava inchiodare il figlio del suo capo: cosa poteva fare?

“Calmati, Hattori. Bisogna ancora verificare tutto.” Rispose alla fine, cercando di districarsi.

“Non crederete davvero che sia stato io?! Insomma, come avrei potuto..”

“Ho detto calmati! Ragioniamo con lucidità.” Ripeté l’investigatore.

Conan capì in un batter d’occhio cos’era quello strano presentimento che lo aveva accompagnato fin dall’inizio di quella storia. Non aveva alcun dubbio sulla sincerità di Heiji: qualcuno stava cercando di incastrarlo. Sì, ma chi? Praticamente tutti avevano un alibi di ferro.  Nessuno avrebbe potuto commettere il delitto e poi ripulirsi in un così breve lasso di tempo, nemmeno il signor Noburo. Certo, bisognava considerare che la vittima era stata narcotizzata e il colpevole aveva quindi potuto agire con precisione chirurgica.. ma, ad ogni modo, i tasselli del puzzle non combaciavano. C’era qualcos’altro sotto. E toccava a lui scoprirlo.

“Ispettore.” Disse, con voce innocente, “Quei coltelli sono stati utilizzati da noi tutti per la cena di questa sera.”

“Giusto.” Lo interruppe Goro, “Il coltello utilizzato per il delitto potrebbe essere quello usato da Heiji la sera scorsa.  Se fosse stato lavato velocemente, e poi utilizzato con i guanti dal colpevole, forse le impronte avrebbero potuto conservarsi.. in questo caso sarebbe tutto una coincidenza.”

“Lo credo anch’io ispettore.” Intervenne il diretto interessato. “Faccia controllare tutti i coltelli. Ci saranno sicuramente le impronte di noi tutti, ne sono certo.”

Yamada annuì.

“Chi ha lavato le stoviglie la scorsa sera?”

La signora Izumi si alzò, gli occhi ancora rossi per il pianto: “Sono stata io, ispettore.”

“Vorrei che mi accompagnasse in cucina. La scientifica controllerà ogni singolo coltello. Nel frattempo, nessuno dovrà muoversi da qui. Nessuno. Soprattutto lei, Hattori.”

Heiji si morse il labbro. Era tutto così assurdo! Qualcuno, in quella sala, stava cercando di incastrarlo. I sospetti ricadevano su cinque persone: il maggiordomo, la signora Izumi, il signor Noburo, Daisuke e Annah. Il più probabile assassino, tra loro, era il signor Noburo. Già, lui aveva motivo per vendicarsi: era stato proprio Heiji a far venire a galla la verità riguardo alla sua relazione extraconiugale. Ma come aveva fatto a commettere il delitto? E a prendere proprio il coltello che lui aveva utilizzato a cena?  Forse la signora Izumi era sua complice. Ma, in ogni caso, come poteva aver ucciso la povera Takako, essersi pulito, aver pulito le tracce, il tutto in più o meno dieci minuti? Diamine! Quanto avrebbe desiderato muoversi da quella sala per poter investigare per i fatti suoi!

“Vedrai che anche nei nostri coltelli troveranno impronte digitali, Heiji. Resta il fatto,” gli disse Conan, accanto a lui, “che io non credo alle coincidenze. Appena possibile, me la svignerò e cercherò qualche indizio in più per la casa.”

“E’ evidente che qualcuno sta cercando di incastrarmi. Non mi stupirei se venissero trovate altre prove a mio carico.” Gli rispose il giovane.

“Non credo sia possibile. L’assassino non ha avuto abbastanza tempo per sviare ulteriormente le indagini. Ricorda che ha avuto solo un quarto d’ora a disposizione.”

Heiji.”

Il ragazzo si voltò. Dietro di lui c’era Kazuha, con gli occhi spaventati e  tremante. Lo abbracciò stretto, buttandogli le braccia al collo.

“Voglio andare via da qui. Non voglio che ti succeda nulla.” Gli disse, la voce strozzata dalle lacrime che tentava di trattenere.

Heiji sorrise, stringendola a sé: “Tranquilla, stupidina. E’ stato solo un errore. Andrà tutto bene, vedrai.”

Qualche minuto dopo, gli agenti della scientifica rientrarono nella sala. A parlare fu l’ispettore Yamada.

“Non abbiamo trovato impronte in nessun altro coltello. Sono tutti perfettamente puliti. Tranne quello utilizzato per il delitto.”

La sua voce sembrava sconfortata. Probabilmente, questo era l’ultimo risultato che l’ispettore voleva. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Proprio mentre Heiji stava per aprire bocca, entrarono gli agenti incaricati delle ricerche nella villa. Uno di loro si fece portavoce, per comunicare all’ispettore i risultati delle ricerche.

“Ispettore Yamada! Abbiamo ritrovato alcune tracce di sangue, che dai riscontri è risultato essere quello della vittima.”

“E allora,” iniziò Yamada, con impazienza, “dove le avete trovate?! Su, parlate!”

“Beh, ecco..” cominciò esitante l’agente “erano nella stanza del signor Hattori. Delle piccole macchioline sullo stipite della porta. Poi, ne abbiamo trovata qualcun’altra sul pavimento, vicino al letto.”

L’ispettore non proferì parola. Semplicemente, si girò verso il figlio del capo. Heiji era sbiancato. Come aveva fatto il colpevole a portare lì le tracce di sangue? Come aveva potuto? Sarebbe stato di sicuro notato da Conan e dagli altri ospiti mentre correvano fuori dalle loro stanze! Nessuno si era allontanato dopo il ritrovamento del corpo. Accidenti. Era in trappola. A questo punto, chi avrebbe potuto credere alla sua innocenza?

Hattori, ma tu..” iniziò l’investigatore.

“Ispettore, questo è del tutto assurdo!  Qualcuno vuole incastrami, ne sono certo. La prego, mi lasci investigare per la villa e acciufferò il vero colpevole.. mi metta pure un suo agente alle calcagna, se vuole..”

Hattori, ti rendi conto che le prove sono schiaccianti? Come posso farti girare all’interno della villa? Potresti inquinare ulteriori prove rimaste.. renditi conto che ciò che mi chiedi è impossibile.”

La voce del signor Yamada suonava affranta. Non era di certo il figlio di Heizo Hattori che avrebbe voluto come colpevole!

“Tutto questo è impossibile! Che motivo avrei avuto per uccidere quella donna?” urlò.

Heiji, cerca di capire l’ispettore.” Intervenne Goro, nel tentativo di calmare il ragazzo. “Le prove ci sono. Inoltre, la tua stanza è la più vicina dell’ala ospiti al luogo del delitto. Potresti esserti mosso senza che noi ce ne accorgessimo …”

“Papà!” esclamò Ran “Si può sapere cosa stai dicendo? Heiji non è l’assassino! Non farebbe mai una cosa del genere! E non ne avrebbe avuto motivo! Se solo.. se solo ci fosse qui Shinichi.” Aggiunse a bassa voce.

Dal momento della rivelazione della scoperta di tracce ematiche, Conan non aveva proferito parola. Doveva sbrigarsi, doveva agire. Doveva farlo prima che la rete di sospetti si chiudesse definitivamente intorno al suo migliore amico.

“Agenti.” Disse Yamada, rivolto a due poliziotti “portate Hattori nella stanza accanto. Non deve muoversi né parlare con nessuno finché non terminiamo di ispezionare la villa.”

Poi, rivolto al giovane detective: “Devo farlo, cerca di capirmi.”

Heiji guardò Conan dritto negli occhi e l’amico capì che implorava aiuto con il suo sguardo. Sembrava dire:  “Solo tu puoi salvarmi, Shinichi.”

Conan annuì, come a dire: “Ci penserò io, amico. Lascia fare a me.”

I due agenti si avvicinarono a Heiji, per scortarlo fuori dalla sala.

“No!” urlò Kazuha, “Heiji non ha fatto niente! Non può aver fatto niente, perché..”

Guardò il ragazzo dritto negli occhi, e Heiji capì cosa intendeva fare l’amica. La supplicò con lo sguardo di tacere. Non doveva immischiarsi in questa storia.

“Perché?” la incitò l’ispettore.

“Perché.. io ero con lui. Sì, ero nella sua camera quando abbiamo sentito il grido del signor Noburo. Eravamo insieme.” Disse, con voce ferma e decisa.

Il cervello di Heiji andò per un attimo in totale black out. Kazuha stava cercando di salvarlo, non preoccupandosi di poter finire implicata nel caso. Non le importava. Aveva raccontato quella bugia per potergli fornire un alibi. No, non poteva rischiare che la sua amica fosse accusata di falsa testimonianza o, addirittura, di essere sua complice. Se doveva finire in trappola, doveva finirci da solo. Non avrebbe permesso a Kazuha di sacrificarsi per lui.

“Non è vero.” Disse. “Kazuha non era con me. Era nella sua camera. La lasci stare, ispettore. Lei non c’entra nulla. Se qualcuno vuole incastrami, bene, allora mi incastri pure. Ma Kazuha non me la deve toccare nessuno.”

Le ultime parole le aveva quasi ringhiate. Non era rivolte all’ispettore, erano parole gettate al vento, perché il vento le portasse dal colpevole. Aveva un tale rabbia dentro!

Kazuha era rimasta immobile, incapace di dire qualcosa.  Vide gli agenti portare via il suo amico e crollò a terra in lacrime. Avrebbe voluto uccidere l’artefice di quella trappola. Chi voleva incastrare il suo adorato Heiji?!

Ran accorse a consolarla. Capiva perfettamente la sua amica, anche lei avrebbe fatto lo stesso per Shinichi, in una situazione del genere.  Avrebbe fatto di tutto per tirarlo fuori dai guai e per proteggerlo.

Conan, vicino a loro, guardò il suo amico allontanarsi. Heiji aveva fatto con Kazuha proprio ciò che lui avrebbe fatto con Ran. Piuttosto che coinvolgerla in un caso simile, avrebbe preferito sprofondare all’inferno. 

Ma ora toccava a lui salvare Heiji.  Il suo amico aveva riposto in lui tutta la sua fiducia. Doveva sbrigarsi, doveva capire chi era il colpevole prima che gli agenti finissero di ispezionare la casa, prima che Heiji venisse portato via.  Lo aspettava una corsa contro il tempo.

 

Salve a tutti!! Ecco qui l’altro capitolo!! Spero vi sia piaciuto.. a me sembrava carino, l’ho riletto molte volte e non mi sembra che ci siano errori di battitura.. in caso, chiedo perdono=)!

In questa fan fiction mi sono presa la “licenza” di far svolgere le analisi della scientifica a velocità supersonica.. ovviamente, non potevo aspettare i tempi reali! Quindi ho dovuto accelerare le operazioni (come fanno anche a Conan alla fin fine, dove il risultato dell’autopsia si sa dopo qualche ora O.O)..

Passiamo ai ringraziamenti! Come al solito, grazie a chi legge! Poi, grazie a chi ha questa storia tra le seguite, quindi: Barby_Chan, celiane4ever, ChibyRoby, Eli Pazzoide, Ersilia, valehinata1992, Yukari Hoshina, _Diane_, BlAcK_pAnTeR_94.

Grazie poi a chi ha recensito “L’indizio”, quindi: Yukari Hoshina, Debby_Akai, _Diane_,Kishra.

Grazie poi a Michelle_Fahlenbock_97 che ha messo la storia tra le preferite!!

Davvero, mi siete di immenso sostegno!!!!=)

Piccola precisazione: non sarò a casa fino a domenica (ultima vacanza estiva, sperando che ci sia bel tempo…. -.-), quindi aggiornerò lunedì! Mancano solo 3 capitoli alla fine, spero che continuiate a seguirmi!!=)

Ancora grazie a tutti!!!

Un bacione, Fla95

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Capitolo 7
*** Prove e deduzioni ***


PROVE E DEDUZIONI

Conan doveva trovare una scusa per sgattaiolare via dalla stanza. In quel preciso istante, fu felice di essere un bambino: per un insospettabile ragazzino certe cose erano molto più facili.

“Ispettore.” Disse, avvicinandosi a Yamada, “Ecco, io, dovrei andare al bagno. Potrei uscire?”

L’investigatore tentennò un attimo. Ma in fondo, quello era solo un bambino, e il bagno non era così distante dalla sala da pranzo. Quindi, acconsentì.

-E’ fatta- pensò Conan, tirando un sospiro di sollievo.

Quando Shinichi si trovava a dover sbrogliare la matassa di un mistero apparentemente inspiegabile, sentiva l’adrenalina corrergli nelle vene. Una strana frenesia si impossessava di lui, l’eccitazione di risolvere un caso confluiva tutta nell’attimo in cui trovava la prova decisiva, in cui i suoi sospetti venivano confermati. Non avrebbe saputo vivere senza quelle emozioni. Ma quella volta, tutto era diverso. All’adrenalina si era sostituita una strana agitazione. Cos’era? La paura di non farcela, forse? Era abituato a indagare in tutta tranquillità, con totale disinteresse verso il colpevole: ma ora, l’angoscia di non riuscire a svelare il mistero lo tormentava. Cosa ne sarebbe stato del suo amico, se per caso fosse stata rinvenuta qualche altra prova? No, doveva sbrigarsi, doveva agire prima di vedere trionfare il vero assassino. Questa era diventata una sfida personale ormai. Inconsapevolmente, l’assassino aveva trovato pane per i suoi denti: Shinichi Kudo non era facile da battere.

Cercò di calmarsi e di concentrarsi solo sul caso. Doveva ragionare con fredda lucidità, lasciando da parte ogni sentimento personale.  La prima mossa era quella di riuscire a vedere l’arma del delitto. L’avevano gli agenti della scientifica, nella sala accanto a quella da pranzo.

“Scusate agenti.” disse, con voce innocente, “il detective Goro mi ha chiesto di controllare una cosa.”

Gli agenti lo guardarono allibiti: che ci faceva lì un bambinetto di nemmeno dieci anni?!

Ma Conan non faceva caso al loro. Sul tavolo, riposta in un sacchetto trasparente, c’era l’arma del delitto. Veloce come un fulmine, salì in piedi sulla sedia per poterla analizzare più da vicino. Il coltello era effettivamente identico a quello usato da tutti loro quella sera. Notò poi un piccolo segno sotto al manico: sembrava un piccolissimo segmento disegnato con un pennarello rosso. Conan sorrise sicuro. Come sospettava. Corse via dalla stanza prima che gli agenti potessero dirgli qualcos’altro. Aveva trovato un primo indizio, che non gli permetteva però ancora di focalizzare i suoi sospetti su una sola persona. Ora, doveva tornare nuovamente nel luogo dove il corpo era stato ritrovato. Anche qui, utilizzò la solita scusa di essere un “inviato” di Goro.

Il corpo era ancora lì, coperto da un telo bianco. Non c’era dubbio che quello fosse anche il luogo dove il delitto era stato perpetrato : l’assassino non avrebbe avuto il tempo di spostare il cadavere. Stando a quanto aveva sentito, la vittima era stata precedentemente narcotizzata. Con cosa? ,pensò, iniziando a gironzolare per il giardino. Arrivato dalla parte opposta  a quella del ritrovamento della signora Takako, notò qualcosa di particolare. Nella poca luce che illuminava il cortile, riuscì a distinguere alcune strane orme. Erano molto, molto piccole. Le impronte di un bambino, forse? No.. ma certo! Qualcuno aveva camminato lì in punta di piedi. Vide inoltre che, man mano che si avvicinavano al parapetto rialzato dalle assi di legno, le impronte erano sempre meno nitide. Probabilmente, chi le aveva lasciate, aveva anche tentato di cancellare. Il pavimento era sollevato, come in ogni casa antica giapponese, e tra il terreno e la casa vera e propria c’era abbastanza spazio perché un uomo vi strisciasse o, addirittura, gattonasse. Fece luce con il suo orologio e si infilò cautamente tra le assi che sorreggevano la casa. Ben presto notò che proprio una di quelle assi era macchiata. Una macchiolina scura, una macchia di sangue. Inoltre, la terra era leggermente smossa, come se qualcuno avesse scavato.. non gli restava che cercare. Facendo molta attenzione, iniziò cautamente a spostare del terriccio. E vide fuoriuscire qualcosa di bianco. Cos’era? Mosse ulteriormente la terra, e riuscì a distinguere un fazzoletto di stoffa. Sembrava bagnato. Certo, ecco con cosa era stata narcotizzata la vittima. Il colpevole aveva provveduto a disfarsene subito. Estrasse un fazzolettino dalla tasca e raccolse quello che aveva trovato per terra,  stando attento a non toccarlo. Poi, lo nascose nuovamente nella sua tasca.

Gattonò quindi verso il giardino e corse, veloce come il vento, verso la camera di Heiji. Doveva vedere le tracce che erano state trovate sullo stipite dalla porta. Come immaginava, non erano impronte. Le macchioline sembrava piuttosto degli schizzi e..

“Ragazzino, si può sapere che ci fai qui?!” urlò una voce imperiosa.

Conan si girò. Un agente della scientifica lo fissava con aria minacciosa.

Conan ridacchiò, dicendo: “Accidenti, devo aver sbagliato stanza.. mi scusi tanto agente..”. E corse via.

Aveva bisogno di qualche altro indizio per rendere il quadro più chiaro. Non gli restava che controllare le camere dei sospettati, quindi l’ala del palazzo riservata alla famiglia Ikeda. Guardò l’orologio: ormai il tempo d’azione che la bugia raccontata all’ispettore gli consentiva di avere  era scaduto da un pezzo.

Ma non importava. Doveva vederci chiaro. Sentiva di esserci quasi, di aver quasi capito come si erano svolti i fatti.. aveva l’assassino in pugno. Ma mancavano ancora dei tasselli, qualcosa non quadrava..

La prima stanza che controllò su quella dei due coniugi Ikeda. Non c’era nulla di particolare. Il letto ancora disfatto, un armadio, una piccola libreria, qualche mensola. Nient’altro. Accidenti, doveva pur trovare qualcosa! Il tempo stringeva. Con fare frenetico, prese a correre da una parte all’altra della camera. Niente. Niente di niente. Gli agenti della scientifica dovevano aver finito da un pezzo le ricerche in quell’ala della villa. Regnava un silenzio assoluto.  Quando ormai stava per arrendersi e uscire per ispezionare la camere di Daisuke, notò un libro appoggiato sugli scaffali. Un libro che lui conosceva bene: “Il ritorno di Sherlock Holmes”.  Conan sorrise. Lì c’era qualcuna delle sue storie preferite. Già, come quella del… ma certo! Finalmente la lampadina si era accesa. Aveva capito, doveva essere andata senz’altro così.  Come aveva fatto a non pensarci prima?! Conan Doyle e Sherlock Holmes gli avevano fornito la chiave per risolvere il caso. Ora, mancava solo la conferma. E se il suo ragionamento era esatto, questa doveva trovarsi nell’ala ospiti della villa. Iniziò a correre, le sue gambe si muovevano da sole, spinte dal desiderio irrefrenabile di togliere l’ultimo velo che offuscava quella storia. Quando arrivò nuovamente davanti alla stanza di Heiji, notò che gli agenti della scientifica concentravano soprattutto lì le loro ricerche. Erano cascati in pieno nella trappola del colpevole! Sgattaiolò velocemente senza farsi notare e oltrepassò le camere dove avevano dormito quella notte. Aveva già notato in precedenza che ogni porta era opposta all’altra. Così la camera dove lui e Ran avevano dormito era davanti a quella di Goro, davanti a quella di Kazuha ve n’era una inutilizzata, quella di Heiji era davanti ad un ripostiglio. Alla fine del corridoio, però, vi era una stanza davanti alla quale non c’era altro che una parete di legno e un armadio.  Conan si chinò, cercando un qualsiasi indizio. E vide, proprio vicino all’armadio, una macchiolina rossa quasi impercettibile. Sorrise, per poi saltare e lasciarsi ricadere a terra con un tonfo sordo. Sentì un leggero rumore provenire da oltre la parete. Senza pensarci un secondo, si alzò e corse con un fulmine verso la sala da pranzo. Ogni suo sospetto era stato confermato e gli rimaneva una sola certezza: quella di aver finalmente capito chi era il colpevole.

Già, era proprio vero. Non era facile mettere in gabbia Shinichi Kudo.

 

 

Ciao a tutti!!

Come promesso, ho aggiornato lunedì:) … Passando al capitolo, possiamo dire che, come suo solito, Shinichi/Conan ha capito tutto.. e, se voi non avete capito, ci penserà il nostro detective occhialuto a spiegare tutto nel prossimo capitolo:) ..

Passiamo ai ringraziamenti!! Come al solito, grazie a chi legge la storia!! Poi, grazie a chi ha la storia tra le seguite, quindi Barby_Chan, BlAcK_pAnTeR_94, celiane4ever,ChibiRoby, ChibyLilla, Eli Pazzoide, Ersilia, shaula, velehinata1992, Yukari Hoshina e _Diane_ ! Poi, grazie a floravik, Michelle_Fahlenbook_97 e Osaka per avere la storia tra le preferite!! Doppio grazie a floravik e Osaka che hanno anche “La tue eterna estate non potrà mai svanire” tra le preferite!!

Poi, grazie _Diane_, Osaka, Yukari Hoshina e Kishra per le recensioni! Leggere i vostri commenti è la cosa più bella!!

Che dire ancora.. spero di non aver dimenticato nessuno e di non aver sbagliato nessun nick XD!

Aggiornerò il prima possibile!!

A presto, Fla95

PS: grazie a tutti anche per gli auguri di buone vacanze:) .. lasciate un commentino se avete un po’ di tempo!! Alla prossima!

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Capitolo 8
*** La soluzione ***


LA SOLUZIONE

“Vi prego di far tornare in sala anche Heiji. Bene. Ora che ci siamo tutti, vi illustrerò come si sono svolti i fatti.”

L’ispettore Yamada guardò Goro sconcertato. Certo, aveva sentito parlare del famoso balletto in cui Goro si esibiva prima di cadere in trance e risolvere anche i casi più difficili, ma quella scena gli sembrava davvero buffa! E in più, prima di fingersi addormentato, il detective aveva affermato che ormai, in quella villa, non c’era più niente da fare.. che strano comportamento!

Conan sorrise, accovacciato dietro la poltrona sulla quale Goro, addormentato, era seduto. Ce l’aveva fatta, era arrivato in tempo. Diede una sbirciata ai presenti, cercando di incrociare lo sguardo di Heiji. Gli fece l’occhiolino e vide l’amico tirare un sospiro di sollievo.

“Cosa intende dire detective? La nostra ricostruzione non è esatta?” chiese l’ispettore, che desiderava a tutti i costi una risposta affermativa. Tutto pur di non presentarsi in centrale con il figlio del suo nuovo capo.

“Per niente, ispettore. Qualcuno ha cercato di far cadere la colpa di questo brutale omicidio su Heiji Hattori. E questo qualcuno è in questa casa.” Sentenziò, con tono trionfante.

-Ti prego, Shinichi, evita di tirarla troppo per le lunghe..- pensò Heiji capendo per la prima volta cosa si provasse ad ascoltare un intelligente detective che sciorina le sue deduzioni: un senso di terribile frustrazione.

Fra i presenti calò il silenzio. Un brivido percorse la schiena del colpevole. Tutti osservavano il detective, trepidanti d’attesa.

“Partiamo dall’inizio, signor ispettore. Il colpevole ha predisposto ogni cosa con cura, certo di non fallire. Ma il mio arrivo ha scombussolato i suoi piani. Non credeva di avere più di un detective in giro per casa, dico bene, signora Izumi?”

Heiji sorrise: come sospettava.

La signora Izumi sgranò gli occhi, pallida come non mai. Poi, sbottò: “Ma cosa dice, detective…

“Lo faccia parlare, signora.” La interruppe l’ispettore Yamada.

“Non si agiti signora, ora le spiegherò punto per punto come sono arrivato a questa conclusione. La prima cosa che mi ha fatto insospettire è stato l’episodio del coltello.”

“Di quale episodio sta parlando?” chiese l’ispettore.

“Ora glielo spiego. La cenetta italiana della scorsa sera non è stata casuale. Lo scopo della signora era proprio quello di non farci usare le bacchette per mangiare, come si usa qui, bensì le posate. In questo modo, avrebbe potuto avere tranquillamente un coltello con le impronte di Hattori.”

“Non è concepibile! Come avrei potuto riconoscere il suo coltello? Le ricordo che sono tutti uguali!”

“Davvero? Allora, forse, ricorderà anche che quello di Heiji è stato sostituito e che, quando Conan si è offerto di prestargli il suo, lei ha insistito per prenderne un altro, andando poi lei stessa a prenderne uno nuovo, invece di farlo portare al maggiordomo o a Takako. Quando siamo arrivati qui, lei ha assegnato i posti a tavola, ma doveva assicurarsi di avere un coltello che solo Heiji avesse toccato. Per questo, gliene ha dato uno poco tagliente e inutilizzabile. Ho notato come, quando lei ha portato il coltello di cambio, stesse ben attenta a non toccare il manico: lo stringeva solo per la lama. Probabilmente aveva intenzione di prendere in qualche maniera quel coltello prima che Takako lavasse le stoviglie: ma la ferita della povera Takako le ha permesso di lavare lei stessa i piatti. Ha così potuto ripulire le sue impronte, senza cancellare quelle del manico. Ho mandato Conan in giro per la casa, chiedendogli di confermare alcuni miei sospetti. Come immaginavo, c’era un piccolo segnetto fatto con un pennarello sotto il manico dell’arma usata per il delitto: di sicuro, l’aveva fatto lei per riconoscerlo e non rischiare di lavarlo insieme agli altri.”

Nessuno parlò, e Goro/Shinichi continuò il discorso.

“ Inoltre, sapeva bene che il signor Noburo ha l’abitudine di dare camere singoli agli ospiti. Ha fatto in modo che Heiji avesse la camera più vicina al luogo del delitto, da lei già designato. In questo modo, non avrebbe avuto un alibi e, inoltre, non avrebbe dovuto passare davanti alle nostre camere per arrivare al giardino interno. Noi non avremmo potuto sentirlo, se si fosse mosso silenziosamente e con attenzione per arrivare fino all’atrio principale. Perché era lì che voleva attirarlo, vero, signora? Sono sicuro che la vittima designata per questa notte fosse proprio Heiji. Ma poi, le cose sono cambiate, e, sospetto anche il perché, la vittima è diventata la signora Takako. Ha quindi messo in piedi questa farsa per accusare Hattori.”

La signora Izumi scoppiò a ridere: “che fantasia, detective! e cosa mi dice allora delle macchie di sangue e del resto? Le ricordo inoltre che io ho un alibi. Ero in camera quando mio marito si è alzato per recarsi al bagno, quando il cadavere è stato scoperto.”

“Detective, la signora ha ragione.  Sia più chiaro!” lo ammonì Yamada.

“Certo, ispettore, ora vi spiegherò tutto, anche il cambiamento di piano della signora Izumi e il motivo per cui la vittima è diventata la signora Takako. Come dice lei, signora, era in camera quando il delitto è stato compiuto e quando il corpo è stato scoperto. Per questo, ho sospettato fin dall’inizio che lei avesse un complice. Ma esponiamo i fatti. Lei ha dato appuntamento alla signora Takako in piena notte in cortile, per discutere di una faccenda che sospetto, ma di cui parlerò dopo.  Nel luogo dell’appuntamento c’era invece il suo complice che, non appena ha visto arrivare la domestica, l’ha sorpresa alle spalle, tappandole la bocca con un fazzoletto imbevuto di narcotico. Poi, con l’arma che aveva precedentemente preso in cucina, dove lei l’aveva lasciata in bella vista, ha ucciso la signora Takako. Un freddezza a dir poco spietata. Ha utilizzato dei guanti, per non lasciare impronte. Poi, è corso in punta di piedi dall’altra parte del giardino. Sapeva di avere poco tempo: di lì a breve, come sua abitudine, il signor Noburo si sarebbe recato al bagno e, notando l’accesso al giardino aperto, avrebbe scoperto il cadavere.  Ha buttato l’arma tra i cespugli, certo che la polizia l’avrebbe ritrovata. Si è nascosto sotto la casa, strisciando tra le assi di legno che la tengono sollevata dal terreno, e ha nascosto il fazzoletto imbevuto di narcotico. Conan lo ha ritrovato, cercando dove gli avevo detto di cercare. Lì ci saranno le impronte del complice. Ma per togliere ogni incertezza, voglio raccontarvi le altre mosse di questo fantomatico assassino. E’ rimasto rannicchiato nel luogo in cui ha nascosto il fazzoletto per tutto il tempo in cui noi ci siamo radunati lì, aspettando il via libera per poter fuggire. E’ sgattaiolato verso l’ala ospiti. Arrivato alla camera di Heiji, ha tolto i guanti e, agitandoli in aria, ha fatto sì che il sangue della vittima schizzasse sullo stipite della porta e vicino al letto.”

“E chi sarebbe allora, questo fantomatico complice? Le ricordo, detective, che eravamo tutti insieme e insieme siamo rimasti fino ad adesso.” Disse il signor Noburo, sconcertato.

Goro/Shinichi ridacchiò: “E’ buffo, signora Izumi. E’ stato Conan a farmi capire come risolvere il caso. Nella sua stanza ha notato un libro, “Il ritorno di Sherlock Holmes”. E’ una raccolta di storie, tra le quali: “L’avventura del costruttore di Norwood”. Conan, che è un grande appassionato di Conan Doyle, me l’ha raccontata una volta. E appena ho sentito il nome di questo libro, mi è subito tornata in mente. E’ ho capito chi è il suo misterioso complice. Allora, signora Izumi, perché non ce lo rivela? Perché non ci dice la verità, ammettendo che suo padre non è mai misteriosamente scomparso, ma è invece qui, in questa villa, e si nasconde nell’ultima stanza del corridoio degli ospiti?”

Tutti sgranarono gli occhi, la signora Izumi abbassò lo sguardo.

“Ho notato che ogni stanza del corridoio ne ha davanti un’altra. Tutti tranne una, che ha davanti una parete di legno, con un grande armadio. Sono sicuro che quell’armadio nasconda un’apertura e che oltre quella parete vi sia una sala, dove suo padre si nasconde. Avanti, lo confessi. O preferisce che utilizziamo lo stesso trucco di Holmes? Potremmo urlare tutti “al fuoco!al fuoco!” ,simulando un incendio e  facendo uscire da solo il colpevole allo scoperto. Sono certo che ha ancora con sé i guanti con i quali ha commesso il delitto: e quelli sono una prova inconfutabile. Non serve mentire oltre, signora Izumi. Poco fa, Conan si è recato davanti all’armadio che nasconde l’entrata della stanza e ha trovato una piccola macchietta di sangue. Inoltre, provocando un tonfo, ha sentito un rumore provenire dall’altra parte. Suo padre deve essersi spaventato e, inconsapevolmente, si è mosso, provocando un rumore e confermando quindi i miei sospetti.”

Nessuno parlò, ad eccezione di Daisuke: “Mamma, dimmi che non è vero. Su, che aspetti, dì che è tutta una bugia..”

La signora Izumi aveva le spalle al muro. Non poteva fare nient’altro: “E’ tutto vero, dalla prima all’ultima parola. Ma come ha fatto, detective, a capire che la nostra vittima era all’inizio il signor Hattori?”

“Ho immaginato che volesse mettere Heiji a tacere per sempre. Non credeva che lui si fosse davvero convito che Kuma si fosse suicidato: e lei non poteva permettersi che la verità venisse a galla. Perché è stata lei, vero, signora, a uccidere Kuma con quella corda?”

“Ha scoperto anche questo, detective?” disse, con voce apatica. Ormai, non aveva nulla da perdere.

“Mi sono insospettito nel momento in cui ho saputo che, nonostante il segreto riguardante Kuma che suo marito le aveva celato, lei avesse deciso di perdonarlo. Come ha potuto mettere una pietra sopra così in fretta all’accaduto? Inoltre, anche io ho sospettato fin dall’inizio che non fosse stato un suicidio quello del fratello di Daisuke. Della sua colpevolezza era a conoscenza solo suo padre, immagino, forse suo complice anche qualche mese fa: e nel momento in cui i medici hanno detto a suo padre che gli restavano pochi mesi di vita, avete deciso di mettere in atto tutta questa messa in scena, e suo padre si era addossato l’ingrato compito di eliminare il giovane detective di Osaka. Fingendo di scomparire, si è invece nascosto in quella stanza, a cui nessuno è venuto in mente di cercarlo. Immagino che lei gli portasse da mangiare a sufficienza ogni notte. O sbaglio? Deve essere proprio per questo che la signora Takako, l’unica che aveva a che fare con la cucina, si è insospettita ed è arrivata a scoprire la verità. Avete quindi cambiato i vostri piani e progettato di eliminare lei facendo ricadere la colpa su Hattori. Le aveva dato appuntamento nel giardino per discutere di quanto lei aveva scoperto, o mi sbaglio?”

“E’ così.”

Il signor Noburo si sentì mancare. Daisuke, invece, si alzò in piedi urlando: “Ma come hai potuto? Perché l’hai fatto? Perché hai ucciso Kuma?!”

La signora Izumi sospirò, cominciando a parlare a bassa voce: “Un mese prima dell’accaduto, mi capitò di restare sola in casa con Kuma.  Lui aveva bevuto un po’ troppo e mi disse che, conducendo delle ricerche riguardo ai suoi veri genitori, aveva scoperto che Noburo era suo padre. Mi raccontò la storia della sua vera madre. Non immaginava che io avessi già scoperto tutto molto tempo prima, e che avessi taciuto per non rompere la famiglia in mille pezzi. Ma lui no, diceva che voleva raccontarlo, renderlo pubblico, dirlo a tutti. Non potevo permetterglielo. Io avevo sofferto tanti anni in silenzio e lui.. fu allora che presi la decisione di eliminarlo. E’ vero detective, anche in quel caso mio padre mi fu complice. Il resto, mi riserbo di raccontarlo in centrale.”

“Mi rincresce dirlo, ma questa estate aveva commesso un delitto praticamente perfetto. E’ stata la sua stessa ansia a tradirla, signora Izumi. Se non avesse organizzato questa farsa, probabilmente il presunto suicidio di Kuma sarebbe finito nel dimenticatoio. Forse non è il delitto perfetto a non esistere: per nostra fortuna, è l’assassino perfetto a mancare su questo pianeta.”

La donna teneva gli occhi bassi, non voleva vedere lo sconcerto nei volti dei suoi familiari. Aveva appena distrutto per sempre la famiglia per cui aveva sacrificato per tanti anni il suo orgoglio. Era proprio vero: quando si commetteva un delitto, l’istinto portava a compiere ogni azione, pur di nasconderlo.

Il silenzio del momento fu interrotto dall’urlo di Heiji: “Ora lo prendo io, quel…!” aveva esclamato, gettandosi a tutta velocità di corsa verso l’ala della villa riservata agli ospiti.

-E’ sempre il solito impulsivo…- pensò Conan, sorridendo.

Era tutto finito. Aveva salvato il suo amico dalla peggiore situazione in cui si fosse mai trovato (ok, non stava considerando tutte le volte in cui Kazuha si era infuriata con lui per i ritardi di ore ed ore agli appuntamenti).

E in quel momento ebbe la certezza che nemmeno il piano più astuto avrebbe mai potuto imbrogliare Shinichi Kudo.

 

 

Eccomi qui! Come state?

Allora, con questo capitolo ogni mistero è stato risolto! :) Finalmente gli assassini sono stati catturati.. e bravo Conan! Anche questa volta non hai fallito:)

Ok, la smetto. Manca solo un capitoletto alla fine di questa fan-fic.. spero che la soluzione del caso non vi abbia deluso! Nel prossimo capitolo avrete il finale della storia!

Passiamo ai ringraziamenti! Come al solito, grazie a chi legge! Poi, grazie a Barby_Chan, BlAcK_pAnTeR_94, celiane4ever,ChibiRoby, ChibyLilla, Eli Pazzoide, Ersilia, shaula, velehinata1992, Yukari Hoshina e _Diane_ che hanno la storia tra le seguite! E Osaka, floravik e Michelle_Fahlenbook_97 che hanno la storia tra le preferite! E poi, un grazie immenso a chi ha recensito, cioè: _Diane_, Kishra, celiane4ever, Osaka!

A presto con l’epilogo!! Mi raccomando, lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate! =)

Un bacione, Fla95

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Capitolo 9
*** Epilogo ***


EPILOGO

-          … Due settimane più tardi …   -

 

“Allora, che si dice da quelle parti?” chiese il detective di Osaka, sbadigliando.

“Niente di che.” Rispose Shinichi alias Conan, “La vita da bambino diventa ogni giorno più noiosa! Quanto vorrei tornare grande.. ”

I due amici stavano parlando al telefono. L’uno scrivendo velocemente la recensione di un libro per bambini che aveva già letto in passato, l’altro ricopiando in fretta e furia la soluzione di un problema di geometria solida.

Heiji ridacchiò: “Beh, credo di capirti. Deve essere brutto giocare con i bambini delle elementari e ripassare le tabelline..”

“Se non mi sbrigo a tornare grande, credo che impazzirò.”

“Ai non è ancora riuscita a trovare un vero e proprio antidoto?”

Shinichi rispose con tono sconsolato: “No, ancora niente. E nessuna traccia dell’Organizzazione per ora. Niente casi nuovi.”

“Per me è lo stesso. Niente casi nuovi da quello Ikeda. A proposito Shinichi, credo di non averti ancora ringraziato abbastanza..”

“E per cosa? Ho fatto quello che dovevo fare  e cioè smascherare il colpevole.”

“Mi hai salvato.”

“Sono sicuro che tuo padre avrebbe comunque scoperto la verità. Il piano di quella donna e di suo padre non era poi così ben costruito.” Disse sorridendo Shinichi, sicuro.

Heiji ridacchiò nuovamente: “Già. Non mi dimenticherò mai la faccia di quel vecchietto quando, spostando l’armadio, sono piombato nel suo nascondiglio. Se non fosse arrivata Kazuha a fermarmi, non so cosa avrei fatto!”

“Sembravi un toro infuriato! Più che me, dovresti ringraziare Kazuha. Non c’ha pensato due volte a tentare di coprirti.”

“Cosa credi, che non l’abbia fatto? Ho anche organizzato un bellissimo appuntamento per stasera. Sarà felicissima.”

“Se non arrivi tardi.”

“Tranquillo, non c’è pericolo stavolta. Ho l’orologio giusto qui davanti. E proprio per questo, devo salutarti. Questa volta voglio arrivare persino in anticipo.”

Shinichi sorrise: “Così mi piaci! Beh, allora ci sentiamo presto! Salutami Kazuha!”

“Certo, le dirò che Conan la saluta.”

Shinichi sbuffò. Che brutto essere se stesso senza esserlo! 

“Dai, sto scherzando. Salutami Ran e tuo padre. A presto Shinichi, e grazie ancora. Sei davvero un amico.”

“Avresti fatto lo stesso per me, Heiji. Ciao, amico, divertiti stasera, e fatti valere! .. Ah, solo una cosa..” aggiunse, prima di riattaccare.

“Dimmi tutto.”

“Quando, due settimane fa, ci siamo incamminati nel bosco per cercare le tracce del padre della signora Izumi, tu le hai detto con tono di sfida: < Stia certa che troverò suo padre! > .. non mi dirai che avevi già capito qualcosa e non me l’hai detto perché volevi arrivare fino in fondo da solo?”

Sentì Heiji ridere dall’altra parte: “E chi lo sa!” rispose, per poi riagganciare.

Shinichi tornò alla sua recensione, sicuro di non essersi sbagliato. Accidenti a quell’Hattori!

 

 

Ciaoo a tuttiii!!

Ecco qui l’ultimo capitolo.. =( è sempre una tristezza concludere una fan fiction.. =(

Beh, spero almeno che il finale non vi abbia deluso e che la storia vi sia piaciuta! Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto la storia dall’inizio alla fine,chi ha la storia tra le seguite, BlAcK_pAnTeR_94, celiane4ever,ChibiRoby, ChibyLilla, Eli Pazzoide, Ersilia,  FM107 3 RADIOCAOS, Melinda Warren, shaula, velehinata1992, Yukari Hoshina e _Diane_!

Poi, grazie a chi ha recensito, anche solo una volta:

_Diane_, Melinda Warren, kahlan90, Kazuha_97, Eli Pazzoide, Kishra, celiane4ever, Yukari Hoshina, Debby_Akai, Osaka…

Con la speranza di non aver dimenticato nessuno! Grazie popi a Osaka e floravik che hanno la storia tra le preferite!

Ora, avrei un favore da chiedervi =) Come vi ho detto, questo è il mio primo esperimento con un racconto giallo.. quindi, ora che è concluso, mi piacerebbe molto sapere cosa coloro che l’hanno letto ne pensano! Insomma, vi è piaciuto? Sono riuscita e creare una bella storia o qualcuno di voi l’ha reputata scontata e banale? Insomma, un parere da parte dei lettori spinge sempre a migliorare! Qualsiasi tipo di critica è ben accetta! Vorreste dedicare due minutini del vostro tempo a questa storia? Davvero, per me è importante =)

Per finire, grazie ancora a TUTTI!!!

Ci si rivede presto sulle pagine di EFP!

Un bacione, _Flami_

 

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