AMAMI PER SEMPRE di mikilily (/viewuser.php?uid=140534)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PREFAZIONE ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2°capitolo ***
Capitolo 4: *** 3.capitolo ***
Capitolo 5: *** 4. Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5.CAPITOLO ***
Capitolo 7: *** 6.CAPITOLO ***
Capitolo 8: *** 7.CAPITOLO ***
Capitolo 9: *** 8.CAPITOLO ***
Capitolo 10: *** AVVISO ***
Capitolo 11: *** 9.capitolo ***
Capitolo 12: *** 10. calunnie via Giornale. ***
Capitolo 13: *** 11.Capitolo ***
Capitolo 14: *** 12. CAPITOLO ***
Capitolo 15: *** 13. Capitolo ***
Capitolo 16: *** 14.CAPITOLO ***
Capitolo 17: *** 15. Capitolo ***
Capitolo 18: *** 16.Capitolo ***
Capitolo 19: *** 17.Capitolo. ***
Capitolo 20: *** 18.Capitolo ***
Capitolo 21: *** 19.Capitolo ***
Capitolo 22: *** 20.Capitolo ***
Capitolo 23: *** 21.Capitolo ***
Capitolo 24: *** 22.Capitolo. ***
Capitolo 25: *** 23.Capitolo ***
Capitolo 26: *** 24.Capitolo- supplemento- ***
Capitolo 27: *** 25.Capitolo ***
Capitolo 28: *** 26.Capitolo ***
Capitolo 29: *** EPILOGO ***
Capitolo 1 *** PREFAZIONE ***
INTRODUZIONE...
Sono
passati più di cinque anni dalla fine della grande guerra
Magica.
Molte
cose sono cambiate...
Hermione
Granger è diventata un auror ed è felice per
questo. Il suo
lavoro la impegna talmente tanto che riusciva a non farla pensare a
quello
stronzo che porta il nome di Ron Weasley.
L’ex
portiere di Grifondoro, dopo
anni di fidanzamento, l’aveva tradita ripetutamente e infine
lasciata per
scappare con la sua amante Gabrielle Delacour, sorella della sua ex
cognata
Fleur.
Per
fortuna, Hermione, aveva ancora l’affetto dei coniugi Potter,
infatti, Harry e Ginny si erano sposati e avevano già avuto
la bellezza di tre
figli, l’ultima era addirittura sua figlioccia compito che la
prendeva
moltissimo e che condivideva con un suo collega e amico Draco Malfoy.
La sua
ancora di salvezza in quel periodo buio in cui era precipitata.
Infatti, grazie
a Draco, che Hermione aveva superato in parte il suo dolore. Ma da
lì a poco
anche lui la lascerà, scopriamo insieme perché.
|
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Capitolo 2 *** 1. ***
-
Anche
tu mi hai lasciato-
Ore
7.00 di un afoso 20 agosto Londinese.
Erano
ore che si trovava
distesa sopra il divano color ocra, avvinghiata a uno dei grandi
cuscini. Lì,
tra quel sofà che l’aveva vista addormentarsi di
botto, si rigirava incurante
del tempo che passava, erano passate ore, infinite ore... forse giorni.
Pian
piano, i suoi occhi
incominciarono ad aprirsi. La luce che penetrava dalla grande finestra
della
sala era troppo forte.
Un
cerchio alla testa le
ostruiva i pensieri.
Troppo
dolore. Troppo.
Tastò
piano lo spazio
che la circondava, muovendo appena la mano indolenzita per la posizione
assunta
durante il sonno.
Constatò
di trovarsi nel
suo salone: riconosceva il suo divano, i cuscini e il tavolino davanti
alla tv,
sentiva l’odore delle rose nel vaso sopra il tavolo.
Hermione
era a casa ma
non si ricordava niente altro.
La
stanza era avvolta
dalla luce della mattina, la tv era stranamente rimasta accesa con un
volume
notevolmente alto per quell’ora.
Chi
aveva lasciato la tv
accesa? si chiese.
Quello
era stata una
delle cause della sua sveglia indesiderata, insieme alla luce; Lei
amava
dormire nel buio più totale.
Quella
mattina molte
furono le cose strane che capitarono.
***
Dopo
cinque anni dalla
fine della seconda guerra magica, aveva intrapreso la carriera di Auror
presso
il Ministero della Magia di Londra. Harry Potter, il suo caro amico
Harry, era
il suo capo. Ron l’amore della sua vita, l’aveva
lasciata per un'altra ed ora
viveva in Francia. L’unico uomo che ora le stava vicino,
oltre a Harry, era
Draco. Sì, Draco Malfoy era diventato un amico della
mezzosangue Hermione
Granger.
Dopo
la guerra aveva
aiutato L’ordine della Fenice a scovare tutti i mangiamorte
fedeli a Voldemort,
e dopo alcuni anni era entrato a far parte del gruppo di auror del
Ministero.
***
Si
era ritrovava nel
divano ancora vestita, se quelli potevano chiamarsi vestiti.
Indossava
una maglia
grigia a costine senza reggiseno, non lo indossava mai quando stava in
casa, mentre
sotto aveva un paio di shorts neri.
Ok
culottes, talmente ristretti
che s’intravedeva tutto. Questi avevano disegnato il muso di
un maialino nella
parte anteriore e la codina rosa in quella posteriore. Erano
notevolmente
ridicoli per una donna di spicco com’era lei,
com’era stata lei.
Per
fortuna,
pensò Hermione nessuno
l’avrebbe vista in
quello stato.
Sbuffo,
purtroppo nessuno la vedeva più
come una
donna.
La
sua natura stava pian
piano scomparendo, come la sua autostima.
Notevolmente
sotto i
tacchi.
La
tv continuava ad
annunciare le notizie principali. Sky news 24, canale babbano che
seguiva
spessissimo, annunciava in successione tutte le notizie principali:
La
crisi del governo
Inglese, una nuova legge sul codice della strada, Il principe William e
la
moglie Kate aspettavano finalmente il tanto agognato erede maschio e la
squadra
di calcio per cui tifava Draco, aveva sonoramente perso in una strana
coppa
chiamata Champions ligue.
Quando
il suo sguardo fu
catturato da quattro bottiglie di whisky incendiario invecchiato, il
migliore,
rimase scioccata.
Le
guardò attentamente
erano posate sopra il tavolino, vicino al sofà ed erano
completamente vuote. Poco
distante da queste vi erano anche due bicchieri.
Era
stato lì, ma ora dov’era?.
Soprattutto,
perché non si ricordava nulla della sera
prima?
Aveva
bevuto ?
la
risposta era semplicemente :Sì.
Aveva
bevuto e visto il
cerchio alla testa e il vuoto di memoria non si era risparmiata.
Si
alzò di scatto e
quasi il suo stomaco non resse al movimento.
(inizio
Flashback)
Era
mercoledì sera,
Draco, sarebbe arrivato tra poche ore. Harry, era in vacanza con Ginny
e i
bambini in Grecia, e visto che sia lei sia Draco erano rimasti in
città, decise
di organizzare una serata relax davanti alla TV.
Avrebbero
guardato un bel
film se quella non
fosse stata la prima
giornata di coppa e il suo collega e amico amava quello sport babbano.
Draco
amava il Calcio, quindi l’avrebbe accontento. Anche se,
benché si sforzasse di
capire, non trovo alcun motivo plausibile sul perché gli
uomini si appassionassero
a tale assurdità.
Si
era documentata, era
pur sempre Hermione Granger l’ex so -tutto –io di
Hogwarts, ma non capiva come
22 uomini che rincorrevano una palla, tutti sudati sotto
un’afa opprimente in
estate e la pioggia battente in inverno, potessero appassionare milioni
di
persone.
Non
l’avrebbe mai
capito ma non se ne curò, almeno non quella sera.
Decise
che avrebbe
passato una bella serata in compagnia del suo
amico, chiacchierando tra un
boccone e l’altro, dimenticando per una sera tutta la
malinconia e la tristezza
che oramai da diversi mesi l’accompagnavano. Lui sapeva come
fare, quando c’era
lui la tristezza passava.
Draco
riusciva nell’intento,
ormai raro, di farla ridere e anche quando parlavano di cose serie,
sapeva come
prenderla. Era l’unico che ci riusciva.
Prima
dell’arrivo
dell’ex Sepeverde, la giovane Auror decise di riordinare un
po’, quella casa
sembrava un bazar.
Prese
la bacchetta e in
un batti baleno e un semplice incantesimo, che altro non era che il
famoso Gratta
e Netta, tutto si riposizionò lindo e pulito. Quindi
Hermione si mise comoda, e
visto l’afa opprimente rimase in maglietta e shorts. Prese
poi una burrobirra
dal frigorifero in cucina e si sedette nel divano attendendo
l’arrivo di Draco.
Solo
allora il suo sguardo
si posò sulla miriade di lettere che si stavano
accatastando, da non so quante
settimane, sulla credenza.
Prese
coraggio e
incominciò a scartarle una ad una...
Complimenti
lei ha vinto una macchina… lesse.
-Bla
questa è spazzatura
babbana-, disse mentre ne inceneriva alcune dove si complimentavano per
la
vincita di qualche elettrodomestico.
Scartò
ancora alcuni
inviti per serate di gala cui non avrebbe mai partecipato, erano mesi
che non
aveva l’umore adatto.
Soprattutto
quando le chiedevano di lui.
Sospirò,
prima di scacciare
quel nome dalla mente con uno scossone del capo, continuando ad aprire
le
lettere e leggere delle cartoline.
Quella
più simpatica era
di quella matta di Luna, la sua amica, che scriveva dal Brasile.
Si
era recata lì con il
suo fidanzato, un naturalista alla ricerca di nuovi animali fantastici .
Sorrise.
Se
non le avesse trovate, sicuro se le sarebbe
inventate.
L’ultima
lettera che
aprii aveva una busta color rosa cipria molto elegante,
con rifiniture in oro. Quello era
sicuramente un invito.
L’
aprii piano e il
cuore si fermò nel petto per alcuni secondi, minuti, ore.
La
vista le si appannò.
Non
credevo ai suoi
occhi, era impossibile.
Perché?
Perché farle anche questo. Non bastava tutto
il male che le aveva procurato, l’umiliazione di quei mesi.
No,
anche questo doveva fargli?
Non
riusciva a crederci.
Le lacrime scorrevano lente sul viso, calde, amare .
Buttò
giù tutta la
burrobirra che era rimasta nella bottiglia. Tutto in un solo e rapido
sorso poi
rilesse il biglietto.
Ronald
Bilius Weasley
&
Gabrielle
Delacour
Sono
lieti di invitarvi al loro matrimonio che si svolgerà.
Il
29 settembre a Parigi
h.10.00
È
gradita la conferma.
Stronzo!
Come osava?
Come
si permetteva di umiliarla ancora.
Buttò
giù altre due
bottiglie di burrobirra, molte altre, poi il gusto cambiò
sentendo pizzicare la
gola.
Intorno
a se’ sentiva
una voce, un dolce sottofondo, anche se non riuscì
a focalizzare l’ombra
della persona che aveva di fronte. Tolse la bottiglia dalle mani e si
stese sul
divano.
Sentì
una mano
accarezzarle la fronte, i polpastrelli di una mano fredda sfiorare
piano il suo
viso.
Lunghe
e sinuose dita percorrevano
ogni lembo della sua pelle, sentiva i brividi mentre queste passavano
dalle
tempie alle gote con movimenti circolari. Si lasciò
accarezzare poi pronunciò
il suo nome e tutto cambiò.
-Ron,
amore sei tornato-
disse.
Poi
tu il buio più
totale Hermione non ricordava più nulla.
L’unica
cosa che
ricordava era che le lunghe dita smisero di accarezzarle il viso.
(fine
flash back)
Si
alzò dal divano
decisa a fare due passi, nonostante la testa martellasse forte, sempre
più
forte.
Doveva
andare in bagno
al più presto, la nausea salì
all’improvvisò e corse fino al bagno.
La
prossima volta avrebbe dovuto bere di meno.
Bere
non è mai una soluzione per nascondere i
problemi, per scacciarli.
Infatti,
dopo che bevi e
ti sbronzi, vomiti e alla fine ti rimane solo un feroce mal di testa
mentre i
tuoi problemi sono sempre lì, che ti guardano.
Si
lavò il viso sotto il
flusso continuo dell’acqua fresca decidendo di farsi un bel
caffè nero e amaro,
prima di una bella doccia.
Cosi
s’ incamminò verso
la cucina. L’aroma del caffè aveva invaso la
stanza, l’osservò salire lento.
Quando
fu pronto versò
il liquido nero in una tazza rosso -oro, la sua tazza Grifondoro,
sedendosi nello
sgabello davanti alla penisola della cucina.
Solamente
in quel
momento, con la coda dell’occhio, notò varie copie
della Gazzetta del Profeta.
Era abbonata da anni ma da alcune settimane, non aveva avuto il tempo
di
sfogliare il quotidiano.
Si
era isolata, constatò
tristemente ed era sempre di Ron la colpa. Così, presa da
una sorta di rivalsa,
prese il giornale e focalizzò la sua attenzione sulla
notizia in prima pagina,
mentre butto giù un lungo sorso di caffè amaro.
Quasi
soffocò quando
lesse il primo articolo, che ricopriva per intero la prima pagina.
Draco
Lucius Malfoy e Astoria Greengrass
Rompono
il fidanzamento che li lega da ben 20 anni.
Segue
a pag.2,3.4.10,12.
Mentre
una grande foto
dei due faceva capolino, dal giornale.
Hermione
era ghiacciata
dalla notizia, non aveva mai fatto caso ad Astoria. Ogni volta
che si
recava a casa di Draco, lei non c’era mai. Aveva creduto che
quello strano
contratto matrimoniale, stipulato anni prima dai Malfoy, fosse una
leggenda.
Non credeva che, dopo tutti quegli anni e soprattutto dopo la guerra,
Draco acconsentiva
ancora a quegli ideali strampalati.
Sfogliò
bramosa di
notizie la rivista. La curiosità la pervase tanto che non
sentiva neanche la
testa pulsare.
Hermione
era curiosa di
sapere tutto, Avrebbe potuto chiamare Draco per sapere le
cose in
modo dettagliato.
Evitò,
sentendo una
strana sensazione attanagliare il suo stomaco. Infondo, aveva il
giornale tra
le mani e leggere era la sua passione fossero tomi o giornali
scandalistici, sempre
di lettura si trattava.
*
Il
rampollo dell’antica casata dei Malfoy, ha annunciato in una
lettera alla
Gazzetta del Profeta, la rottura del patto matrimoniale che alcuni anni
fa suo
padre, Lucius Malfoy e l’avvocato Greengrass avevano
stipulato.
Il
patto consisteva nello sposare la giovane e
bellissima strega
Astoria Greengrass, ora medimago al san Mungo nel reparto
maternità.
La
strega non ha voluto rilasciare dichiarazioni...
*
Patto
matrimoniale? Perché non ne sapevo niente.
Ero
convinta di essere sua amica.
Sì
sentì quasi offesa.
Poi
la domanda arrivò
chiara nella sua mente :
Perché
l’aveva lasciata?
Ricordò
di averli visti
insieme alcune volte a delle feste, quando anche lei andava. Erano
sicuramente
belli da vedere: lui con i suoi capelli biondi, il viso pallido e lo
sguardo
fiero.
Nonostante tutto, sorrise.
Anche
lei era bella,
alta, magra. Aveva i capelli neri come la notte e la pelle candida come
la
neve.
Erano
belli da vedere,
ma forse... le apparenze ingannano.
Certo
che ingannano, si
rispose, basta
vedere Ron.
Chi
l’avrebbe mai detto,
guardando il suo viso, che si sarebbe dimostrato il più
grande stronzo sulla
faccia della terra.
Nessuno!
Continuò a leggere, oramai era
avida di notizie .
*
Il giovane Draco Malfoy, non
ha voluto lasciar
dichiarazioni riguardo le dimissioni da auror del ministero della magia.
Il
mago, era entrato a far parte della squadra di Harry Potter…
La
tazza gli scivolò
dalle mani, quando lesse quella frase.
Che
stava succedendo?
Era forse uno scherzo?
Era
dentro a uno di
quegli strampalati programmi babbani che piacevano tanto a suo padre.
Rilesse
il tutto più
volte e dovette ammettere che vi era scritto veramente quello:
Draco
Malfoy aveva lasciato
il suo posto come Auror al Ministero della Magia, non dando alcuna
spiegazioni
al giornale.
Perché
avrebbe dovuto
darle, infondo.
A
lei. A lei sì che doveva dare spiegazioni.
Fece
la prima cosa che
le passo in mente prese il telefono, compose il numero del suo
cellulare e lo
chiamò.
Quello
era stato un suo
regalo alcuni anni prima, la tecnologia babbana aveva catturato anche
il più
rigoroso dei purosangue.
-l’utente
da lei
chiamato non è al momento raggiungibile, la preghiamo di
riprovare più tardi-.
-Stronzo
aveva staccato
il telefono-.
Andò
a sentire la
segreteria telefonica del telefono di casa , magari l’aveva
chiamata. Niente,
oltre Ginny che l’aveva chiamata per farle sentire la piccola
Lily che
piangeva; Sua madre che la rimproverava perché non si era
fatta viva; Di lui,
non vi era traccia.
Non
si scoraggiò, corse
in bagno a lavarsi. Mise un paio di jeans chiari, una maglia senza
maniche un
paio di flat ai piedi e si materializzo a villa Malfoy.
Suonò attendendo di
essere accolta nella villa.
Come
spesso accadeva ad
accoglierla nel maniero, che una sera di tanto tempo prima aveva
creduto diventasse
la sua tomba, le aprì un piccolo elfo domestico che si
chiamava Tibly.
-Ciao
Tibly ti ricordi
di me, sono la collega del signorino Draco-
-Certo
signorina
Hermione. Certo che Tibly si ricorda di lei-.
-Prego.
Le chiamo la
signora, sarà contenta di vederla-.
-Tibly,
il signorino
Draco non c’è?- chiese Hermione.
-No.
Il signorino, no. È
andato via-.
-Via!
Andato via. Dove?
Tibly-.
-Non
so. Tibly non sa
queste cose. Aspetti, chiamo la signora Narcissa. Rimanga qui. Io vado
a
chiamare la signora-.
E
l’elfo sparì oltre la
porta e dopo pochi secondi arrivò insieme alla donna.
-Hermione
cara-, disse
la strega. Narcissa aveva oramai una certa età, anche se
portava con classe
ogni ruga. Aveva sofferto quella donna, aveva lottato, aveva combattuto
in
silenzio. Era stata succube del marito, obbligata a tacere per amore
del
figlio. Devastata dalla pazzia della sorella, ma era ancora
lì, davanti ad
Hermione Granger una mezzosangue accettata da Narcissa Black come amica
del
figlio Draco.
Sì,
la guerra aveva
cambiato molte cose, aveva cambiato molti cuori.
-Buongiorno
lady Narcissa,
mi scuso se sono venuta a casa vostra a quest’ora- disse
Hermione in imbarazzo.
- Non
riesco a trovare
Draco-, aggiunse, mordendosi il labro.
-Hai
voglia di fare una
passeggiata nel parco?- Domandò Narcissa.
Passeggiarono
nel
sentiero che dal piccolo giardino davanti al cancello
d’ingresso portava alle
serre private del retro. Narcissa amava le piante come Draco che
diceva: che
erano belle da osservare e utili per le pozioni.
Non
avrebbe mai messo le
sue dita lunghe e candide nella terra nera. No, un Malfoy non si
sporcherebbe mai
le mani in quel modo. Le amava a suo modo, da osservatore, come un
critico
osserva le opere d’arte. Lui ammirava le piante, non faceva
il giardiniere, non
faceva il pittore.
-Draco
ha deciso di
lasciare il suo lavoro come Auror, ha dato le dimissioni alcuni giorni
fa-.
Disse lady Narcissa.
-Potter,
ha cercato di
convincerlo a rimanere, ma non aveva più lo stimolo-.
-Stimolo?
Io non mi sono
accorta di nulla- rispose mesta.
-Immaginavo
Hermione, la
notizia è uscita alcuni giorni fa, prima
dell’annullamento. Sentiva che la
stava guardando.
-Non
sapevo neanche
quello-, disse vergognandosi. Non conosceva il suo amico. Lui, sapeva
ogni suo
segreto ma non le aveva confidato nulla.
Era
troppo impegnato a
sentire le sue pene, le lamentele sul mondo, sugli uomini, su Ron.
Camminarono
ancora un
poco, prima che si trovare una scusa abbastanza plausibile per andare
via da
maniero, rifugiandosi ancora una volta nella sua casa.
Sola.
Era rimasta sola.
Ora,
non aveva neanche
più la sua ancora, la spalla su cui piangere. Anche lui si
era stancato di lei.
|
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Capitolo 3 *** 2°capitolo ***
(Prov
Malfoy).
Camminavo
a passo
sostenuto lungo i corridoi del grande castello che mi avevano visto
crescere.
Ricordi dolorosi mi attraversavano la mente.
Tanti.
Troppi.
Io
a undici anni che
sbeffeggiavo tutti dall’alto del mia casata e del mio sangue
puro, dentro di me
sapevo di non essere superiore a nessuno di loro. Non avevo niente di
cui vantarmi,
ero solo un bambino sbruffone che si vantava, di essere migliore degli
altri.
Certo, non l’avrei mai ammesso, non a
quell’età.
Ricordai
le lotte, i
duelli, le botte con i Grifondoro.
La
prima punizione, un
ghigno si dipinse sul viso.
Le
innumerevoli
punizioni con Potter. Ricordai i litigi, le urla e gli insulti con
Hermione. Al
ricordo il mio cuore smise di battere. Detestavo ripensare a quei
momenti, ma la
mia mente, inesorabile e incurante di questo, continuava a
torturarmi.
Weasley.
No, degli
insulti a Ron Weasley non mi pentivo. Lui, continuavo a detestarlo. Non
perché
fosse un traditore del suo sangue o un Grifondoro. Quello non
c’entrava niente,
non era più importante. Lo detestavo a causa sua, solo a
causa sua. Il male che
aveva fatto e continuava a fare a lei, alla mia Hermione me lo faceva
odiare.
Poi,
i ricordi si fecero
più crudi, più intensi più duri da
sopportare.
La
squadra
d’inquisizione, la mia voglia di distruggere Potter. Katie
Bell stregata dalla
collana che avevo comprato da magie Sinistre. L’avevo quasi
uccisa.
Avevo
fatto peggio,
molto peggio. Il respiro si mozzò all’improvviso.
Avevo
fatto
entrare Fenrir Greyback nel castello.
Il
marchio nero era già
nel mio braccio, la mia punizione per essere figlio di Lucius Malfoy.
Voldemort
puniva me, perché mio padre aveva fallito non riuscendo a
uccidere Harry
Potter.
La
mia punizione sarebbe
stata quella di uccidere Silente, fallii anch’io condannando
un altro uomo a
compiere il vile gesto, anche lui perì per colpa mia.
Si,
Piton è morto per
colpa mia. Io dovevo morire. Io ero il possessore di ciò che
cercava. Io avevo
disarmato il possessore della bacchetta.
Io.
Se
l’avesse saputo, non
starei qui percorrendo ancora per una volta questo pavimento di pietra.
Un
morsa di dolore mi
attanagliò il cuore.
Vidi
i corpi straziati
di chi aveva combattuto per la pace. Vedevo Fred, uno dei gemelli
Weasley,
disteso a terra.
Vidi
Lupin il mio ex
professore di difese, il lupo mannaro che aveva sposato mia cugina
Ninfadora
Tonks anch’ella morta in battaglia nella seconda grande
guerra magica, disteso
a terra.
Io
che dovevo morire
riuscii a salvarmi grazie a mia madre, grazie a Harry Potter. Vidi
Tiger arso
vivo dal suo stesso incantesimo, l’ardemonio.
Scossi
il capo
stringendo i pugni facendo diventare bianche le nocche delle mani.
Ero
giunto davanti al
Gargoyles che portava alla presidenza, niente era cambiato. Tutto era
intatto.
Tutto era stato ricostruito, tranne i miei rimorsi quelli affondavano
la mia
anima.
Dissi
la parola d’ordine
e salii per le scale di pietra, bussai.
La
sua voce non era
cambiata, era sempre la stessa. La guardai ancora una volta:
Gli
occhiali a
mezzaluna, i capelli raccolti un po’ più bianchi
di come l’avevo lasciata
alcuni anni fa, il suo solito vestito scozzese e quello sguardo
austero.
Sì,
Minerva McGranitt
riusciva ancora a mettermi in soggezione nonostante tutto il tempo che
era
passato.
-Draco,
accomodati-.
Disse. Non si alzo in piedi ma quando giunsi vicino alla sua scrivania,
si
sollevo per scingermi la mano. Ricambiai la stretta e mi sedetti
difronte alla
preside di Hogwarts.- Ho letto attentamente la tua lettera ed ho
chiesto in
giro- disse.- Le tue referenze sono ottime- finì.
La
guardavo, attento
senza perdere nessuna delle parole che quella strega diceva e quando
diede la
sentenza trattenni il respiro.
-Sono
veramente
orgogliosa di averti tra i nuovi insegnanti di Hogwarts. Spero che
questo ruolo
giovi a te come alla scuola-. Sapeva qualcosa, non chiesi nulla
però timoroso
si scoprirmi troppo.
Le
strinsi la mano, poi
m’incamminai verso la porta. Un’idea mi
balenò
-Professoressa.
Scusi
preside McGranitt. Sarò professore di cosa?- domandai.
-
Difese contro le arti
Oscure-. rispose lei con un sorriso sulle labbra.
Respirai
e sorrisi di
rimando.
Aveva
accettato la mia
richiesta, benché sapessi che non era il solo ruolo che
ancora le mancava.
Quando
finalmente Gazza,
il vecchio custode a cui non ero mai piaciuto, mi accompagno nelle mie
stanze
mi abbandonai nel letto. Ero stanco, le emozioni, i ricordi mi avevano
stremato
e caddi in un sonno profondo. Un sonno in cui due dolci labbra si
univano alle
mie, calde, morbide e un profumo di vaniglia inebrio la mia mente.
L’eco della
sua voce rimbombavano nella mia testa, lei che pronunciava quel nome ed
io
spaventato che la guardavo addormentarsi nella mia spalla. Tutto
scorreva
nitido come se non fosse un sogno, infatti, non lo era.
Era
un ricordo, il mio
incubo, il mio modo di scappare da lei, dalla sofferenza che provavo
standogli
accanto.
Vedendola soffrire per un
uomo che non
l’amava.
Soffrendo
io stesso
perché mai sarei potuto diventare qualcosa per lei, qualcosa
diverso da un
amico, un confidente. Era già troppo per tutto quel male che
le avevo fatto.
Avevo
un ruolo
nella sua vita fin troppo importante, per il dolore che le avevo
provocato. Non
meritavo neanche un saluto, una carezza, un abbraccio da Hermione
Granger. Ma
li avevo avuti e avevo scoperto di volere di più, molto di
più da lei.
Di
voler essere amato
dalla donna che avevo umiliato, deriso, insultato e non avevo difeso
dalle mani
sporche di sangue di mia zia Bella.
Io
non la meritavo, non
meritavo niente. Mi svegliai di colpo, una goccia di sudore mi solcava
la
tempia.
Avevo
bisogno di una
doccia fredda e della mia amata sigaretta. Lei, non ci sarebbe stata
quella
volta a dirmi di smettere. Lei, non l’avrebbe saputo che
avevo deciso di andare
via per lei. Harry avrebbe tenuto il segreto. Un'altra amicizia che non
mi
meritavo, un'altra persona che aveva voluto guardarmi dentro
cancellando cosa
ero stato. Guardando solo quello che ero diventato.
|
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Capitolo 4 *** 3.capitolo ***
Erano
passati tre giorni
e di Draco non si sapeva più niente. Hermione finse di non
essere in ansia,
cancellando dalla mente i pensieri più brutti che
l’avevano accompagnata.
Ogni
giorno l’attesa
della Gazzetta del Profeta era spasmodica, faceva le preghiere per non
vedere
il suo nome tra quello di qualche mago scomparso o in pericolo.
Prese
l’abitudine di
comprare tutti i giornali babbani.
Aveva
una fottuta paura
che fosse successo qualcosa. Magari, pensò la Granger
potevano averlo
aggredito, avrebbe potuto perdere la memoria e finire, così,
in qualche
ospedale babbano.
Per
giunta aveva un nome
strano: Draco Lucius Malfoy. Era un nome strano, troppo.
Sì,
potevano prenderlo
per matto, era questa una delle idee balorde che le vennero in mente
una sera
notevolmente afosa.
Lui
era un po’ matto, in
effetti.
Se s’incavolava,
faceva valere la sua anima
Serpeverde, quella boriosa aria da guardatemi sono Draco Malfoy
l’erede della
casata dei Malfoy e dei Black.
Inchinatevi alla mia purezza
di sangue.
Sorrise
amaro. Aveva intasato
la segreteria di Harry, aveva contattato Narcissa tante di quelle
volete, che
ora sicuramente si era convita che Hermione si era innamorata del
figlio.
Poi
fu un lampo, come
avevo fatto a dimenticarsi di Blaise Zabini.
Prese
la guida
telefonica, sfogliando avida. Cercò sotto la zeta...
Zalley,
Zaceey, Zabini
ecco Blaise Zabini. L’elenco telefonico per i maghi era una
grande idea i gufi,
a volte, erano fastidiosi soprattutto in ambiente medico.
Poi
lo trovò...
Studio
medimago, num 040.35.34.230 Studio privato.
340.23.24.555
Ora
dove chiamo?
Pensò
Hermione ricordò che un tempo possedeva il
numero di casa ma a quest’ora, quel gran
simpaticone, doveva essere
in ospedale e
non aveva alcuna voglia di parlare con qualche segretaria.
Devo
avere il suo numero di cellulare.
Sì disse ancora
Pensa
Hermione, pensa. Dove l’hai messo.
Perché
avevi il suo
numero. Sì per la festa a sorpresa a Draco.
Quella
che avevi organizzato a casa sua, quella dove
avevi scoperto il tuo fidanzato nella stanza da letto del festeggiato
tra le
braccia di Gabrielle. Il giorno che la tua vita è crollata.
Doveva
esserci ancora quel numero.
Non
buttava via niente,
amava torturarsi e quei ricordi, erano dolorosi e lei amava le torture.
Aprii
un cassetto e la
vide. L’agenda rossa dove aveva annotato ogni dettaglio sulla
festa. Sfogliò
avidamente fino alla rubrica.
Le
labbra si distesero
in un sorriso soddisfatto.
Zabini!
Ecco il numero
del cellulare
339.34334331.
Infine compose il numero, e fu felice nel constatare che era libero.
Attese
con il cuore in
gola.
Era
certa che l’aveva
sicuramente contattato. Draco non sarebbe mai andato via senza andare
da
Blaise.
Mai.
Il
moro rispose dopo tre
squilli.
-Zabini-,
chiese.
-Sì,
chi parla?-
Bene
aveva cancellato il mio numero.
-Ciao,
sono Granger.
Hermione Granger . Ricordi? -
Oddio
che stavo dicendo certo che sa chi è Hermione
Granger.
Stava
ridendo lo stronzo.
-Sì
Granger, che c’è-
rispose ridendo ancora senza alcuna vergogna.
Stronzo
-Scusa
se ti disturbo. Volevo
sapere se avevi sentito Draco, ultimamente?- domandò.
-Draco!-.
-Sì,
Draco Malfoy: Alto,
biondo, occhi grigi, lunatico, intrattabile il più delle
volte.
Leale e pronto a darti tutto se entri nelle sue
grazie. Questo però non
lo disse.
-So
chi è Draco- rispose
serio.- Hermione, che ne dici se ci vediamo nel bar
dell’ospedale. Ho delle
visite ora e vorrei parlarti. Avrei dovuto contattarti io-
finì Zabini.
Il
suo tono di voce era tranquillo,
strano per lui. Hermione non gli certo simpatica almeno cosi sembrava
quando si
incontravano. sempre con Draco presente.
Poi
Hermione riprese
lucidità e chiese:
-che
è successo. Draco
sta male?
-No
tranquilla. Draco,
credo, stia bene. Non lo sento da un po’ ma se stesse male,
lo saprei. Fidati.
Allora ci vieni tra un’ora all’ospedale a prendere
un caffè- chiese ancora.
-Sì,
Certo. Tra un’ora
al San Mungo-terminò il medimago.
Zabini
sapeva qualcosa. Zabini sapeva sempre tutto.
Come
avevo fatto a non pensarci prima. Era certa che
si trattasse di Astoria, lui ne era innamorato e lei no. Quella stronza
l’aveva
lasciato.
Quando
uno lascia tutto, le donne c’entrano sempre,
Sì disse Hermione.
si
cambiò in fretta mettendosi
la prima cosa che vide nell’armadio: un vestitino in pizzo
san gallo che
arrivava a metà coscia.
Almeno era fresco,
l’aria afosa che da giorni
opprimeva Londra non la faceva respirare. Arrivò puntuale
all’appuntamento,
Blaise era già lì. Il camice bianco candido
avvolgeva il ragazzo alto e dalla
carnagione ambrata, i suoi capelli neri e corti, i suoi occhi verdi, lo
notai
per la prima volta, Zabini era un bell’uomo e non era certo
la prima volta che
lo vedevo.
Draco,
quando
organizzava le cene a casa sua, lo invitava sempre era il suo legame
tra il vecchio
Draco e il nuovo.
Tra il principe delle serpi
e l’auror.
-Ciao-
disse, attirando
gli sguardi del popolo femminile del bar. Quelle oche le stavano
sicuramente
lanciando qualche maledizione senza perdono. Doveva avere un fan club
Zabini,
ma non sembrava interessargli.
Sorrise
di rimando e si
sedette al mio fianco.
-Ciao,
avrei voluto un
tavolino, ma ho tenuto per la tua
incolumità-disse ridendo mentre guardava le infermiere che
avevano la bava alla
bocca.
Che
stronzo.
-Allora,
dove si è
cacciato Draco?- domandò senza più indugiare.
-Sono da
Mercoledì che non lo sento- finì
Hermione.
-Da
mercoledì-, fece lui,
pensieroso.
-si
mercoledì- ribadì
con cipiglio severo.
-Cavolo
Granger,
è passato un bel po’- disse -pensavo
che mi avresti contattato prima-.
-Avevo
altre priorità-
si scusò Hermione, mentre lui la guardava con un
sopracciglio alzato.
-Altre
priorità?-
domandò.
-Sì,
altre priorità-
rispose. Hermione evitò di dirgli che per due giorni ero
collassata nel divano
semi svestita e completamente ubriaca.
Risposi
solo che aveva
contattato Harry e Narcissa. In pratica avevo contattato solo loro,
tante volte,
solo loro due.
-Capisco-,
rispose.- E
che ti hanno detto-.
-Beh
Harry è in vacanza
in Grecia e l’ho sentito al volo. Niente di che e non mi ha
spiegato perché
Draco ha dato le dimissioni- rispose triste.
-Sei
convinta che lo
faccia?- domando guardandola negli occhi.
-Certo
,che lo farà-
replicò Hermione.
-Convinta
tu-.
Mamma
mia che nervi questo qua. Era logico che Harry
mi avrebbe detto tutto.
Quando anche lui
avrebbe saputo...
-Narcissa,
invece, mi ha
spiegato di Astoria e mi vuole convincere che la Greengrass non
c’entri nulla
con la scomparsa di Draco- disse vergognandosi un attimo dopo per
quella frase.
-Infatti,
Astoria non
c’entra nulla- disse Zabini sorridendo divertito.
-ah
ah ah, senti Zabini
io sono una donna e so per certo che quando un uomo scompare
c'è una donna di
mezzo. Quest’Astoria c’entra qualcosa- concluse.
-Draco
ne era innamorato
e lei non lo corrispondeva. Così lui che è un
puro-
Oddio
Draco non era proprio puro e che non avrebbe mai
accettato una donna che non lo amasse,
pensò
Hermione
-
l’ha lasciata libera.
-Che
teoria strampalata
Granger e pensare che eri la strega più brillante del nostro
anno- la canzonò.
È
ufficiale Zabini mi sta sulle palle. E forse l’ha
appena capito, dal mio sguardo pieno d’ira.
-Senti
Granger- riprese
il medimago, -Draco ha preso una pausa. Ci sono state delle situazioni
nella
sua vita che l’hanno sconvolto. Quindi cambiare aria, era
l’unica soluzione-.
-Non
mi ha avvertito di
questo- rispose Hermione agitandosi. -Io non sapevo niente.
Perché tu sì e io
no-. Disse pentendosi di aver detto questo.
-Evidentemente
Granger
io sono meglio di te come amico, non trovi-.
-No,
non trovo e credo
che anche Harry sa dove è Draco non solo tu
Zabini-replicò.
-Sicuro!
Harry lo sa
sicuro sei tu Granger, che non lo sai e so che la cosa ti da veramente
fastidio-disse
irriverente facendola innervosire ancora.
-Comunque
quando ne avrà
voglia, si metterà in contato con te-.
-Quando
ne avrà voglia!
Ma scherzi. Non penserai, anzi, non penserà che rimanga a
casa aspettando sue
notizie- Urlò Hermione e non le fregò nulla degli
sguardi che ormai tutti
avevano puntati su lei e Zabini.
-Beh
non è quello che
hai fatto da mercoledì. Un giorno in più uno in
meno-. Disse Zabini, mandandola
letteralmente in bestia.
-Se
senti Malfoy mandalo
all’inferno da parte mia-. Disse alzandosi e sparendo dal bar
in un secondo.
Stronzo
di un Serpeverde. Stronzissimo di un Malfoy,
purosangue di cacca.
Era
notevolmente offesa, lei stavo in casa e lui aveva
detto all’amico del cuore, dove era, cosa faceva e
soprattutto di non farne parola
con lei.
Harry
Potter l’altro
giuda, sapeva. Hermione guardò l’orologio. Sarebbe
tornato a ore dal viaggio in
Grecia, come sorpresa ad attenderlo a casa avrebbe trovato anche una
Hermione
Granger incazzata.
Alcune
ore dopo davanti a casa Potter...
-Hermione,
che ci fai
qui in giardino, nascosta dentro la casetta dei ragazzi?-
domandò Ginny.
-Ciao,
siete arrivati
finalmente- disse,- ha cominciato a piovere improvvisamente, e non
sapevo dove
nascondermi. C’erano babbani in giro e mi sono nascosta qui-
finì vergognandosi.
-Devo
parlare con Harry-
aggiunse infine. Ginny sembrò triste.
-è
andato a lavoro.
Aveva delle grane da risolvere- rispose..
-Tu
lo sapevi? chiese di
slancio alla sua migliore amica.
-Cosa
?- domandò Ginny
preoccupata.
-Di
Draco- aggiunse
Hermione osservando ogni mossa delle signora Potter.
-
No, l’ho saputo la
settimana scorsa. Harry non mi ha detto nulla- spiegò Ginny.
-Capito-
rispose
Hermione tristemente. -Saluto i bimbi e vado anch’io- disse.
Stritolò
la sua bella
figlioccia e coccolò i due campioni di casa Potter e infine
si recò al
ministero.
Arrivata
davanti alla
porta di Harry e non vedendo la sua segretaria bussò senza
aspettare risposta.
-Harry
posso...- disse.
Un mugugno che interpretò come avanti le fece aprire la
porta.
Si
gelo il sangue quando
vide chi c’era davanti al suo migliore amico.
-Hermione-
disse Harry.
Facendo girare anche l’altro uomo che era nel suo studio.
Quando
vide l’ ex
fidanzato, ex amico Ron Weasley pensò di morire
all’istante.
-Passo
dopo- disse,
farfugliando agitata la frase.
-Tranquilla
Hermione,
stavo andando via- disse lui, poi girandosi nuovamente verso il capo
auror -
Pensaci Harry, saremo come ai vecchi tempi-. scivolò via,
dopo averle rivolto
un gesto di saluto con il capo.
Hermione
rimase
immobile, esterrefatta dalla situazione grottesca in cui si ero
cacciata.
-Perché,
sei entrata
senza bussare?- Chiese Harry, preoccupato per lo stato in cui ora
Hermione si
trovava.
-Ho
bussato Harry-
rispose ritrovando l’uso della parola.
-Hai
visto la mia
segretaria? Linda ti avrebbe detto chi c’era qui-
domandò.
-No,
Harry deve essere
andata a prendere il caffè- rispose.
-Mi
dispiace- disse lui,
in evidente imbarazzo.
-Tranquillo,
non dovete
sempre difendermi senza farmi vedere la realtà. Sono grande
Harry, lui se n’è
andato e tra poco si sposa. Me ne devo fare una ragione- aggiunse.
-Stai
bene Hermione?-
-Sì,
avrei voluto dirgli
che lo odio, che lo detesto, che neanche morta avrei dato a quella
stronza
della sua fidanzata la soddisfazione di vedermi al suo matrimonio, ma
per il
resto sto bene- disse ricevendo l’ennesimo sguardo
compassionevole.
-Non
si direbbe. Ma poi,
perché sei qui se hai ancora due giorni di ferie?-
domandò Harry felice di
cambiare argomento.
-ah
sì, Dove cazzo è
finito Draco Malfoy- Disse.
Harry
sbiancò appena
cercando di non guardarla in viso.
Che
aveva? perché faceva così?
- Ha dato le dimissioni,
credo che hai letto il
giornale no-.
-si
l’ho letto. Ma tu
perché non mi hai detto niente e soprattutto,
perché non mi ha chiamato, tu l’hai
sentito?-
-Io...
Eh sì. Ieri. Sta
bene- disse Harry sempre più pallido.
-Dov’è?
Perché non mi
chiama?
-Vuole
un po’ di pace-.
-è
per Astoria vero,
c’entra quella. Non ha ragione Zabini dimmelo Harry che
è successo?-
-Hermione,
non posso.
Non vuole. Mi dispiace se vorrà, sarà lui a
cercarti anche sua madre è stata
tagliata fuori. Non sei la sola-.
Quelle
frasi furono un
pugno nello stomaco, l’aveva tagliata fuori dalla sua vita.
-Mi
stai dicendo che
Draco Malfoy, quello che consideravo un mio amico, mi ha mollato in
punto in
bianco e io non so e non posso sapere perché e tu si . Tu e
quel grande stronzo
di Blaise Zabini-.
-Hermione...
-.
-Fanculo
Harry- disse di
impeto.
-Hermione,
dobbiamo
parlare- . Disse,
-Non
ho niente da dirti
se tu non mi dici dove cazzo, è finito Malfoy-
-Ron
vuole tornare in
squadra, qui con noi- Harry lanciò la bomba prima che lei
girasse i tacchi e
uscisse dal suo ufficio. Il mondo le crollò addosso,
-
ora che Draco è andato
via, siamo uno in meno-.
-Me
ne vado Harry-.
Dissi.
Erano
giorni che ci pensavo dovevo lasciare da tempo.
Dalla batosta della festa di Draco.
-Che
dici Hermione, non
puoi-
-Certo
che posso. Voglio
un permesso un anno sabatico, cosi si dice.
Ho
lavorato sotto stress per mesi, quando tutti
volevate che restassi a casa. Io, nonostante il cuore sanguinante sono
rimasta al
mio posto, sempre in prima linea. Dovevamo catturare Dolorov ricordi-.
-sì-
-ora
voglio un anno di
riposo-.
-che
farai?-
-Non
lo so, forse
accetterò un lavoro. Il primo lavoro che mi diedero dopo il
diploma-.
-Hogwarts-
disse
spalancando gli occhi.
-si.
Credo di si. Pensi
che non potrei cavarmela con dei ragazzetti-.
-che
volevi insegnare?-
-trasfigurazione,
incantesimi, anche divinazione se la Preside vuole. Ma Harry voglio
andare via
da qui al più presto-.
-trasfigurazione,
la
McGranitt ha bisogno di un insegnante per quel ruolo-.
-grazie
Harry-
-so
che non posso
trattenerti, ma chiama e dillo tu a Ginny, so che
s’incavolerà di brutto se sa
che te ne vai perché torna il fratello e pure mia suocera.
-mi
spiace- disse, sapendo
che Harry Potter sarebbe stato in mezzo al fuoco delle donne Weasley,
le uniche
che avevano preso male la relazione di Ron con la sorella di Fleur.
Le
uniche che le
volevano bene: una come figlia e l’altra sorella.
***
Carissima
Hermione
Sono
felicissima di accettare la tua
candidatura a insegnante di Trasfigurazione.
Ti
aspetto il 1 settembre al castello
(prendi tranquillamente l’espresso da Londra al binario 9 e
¾, credo non ci
siano problemi per te per raggiungerlo).
Cordiali
saluti la preside:
Minerva
McGranitt
Rilesse
più e più volte
la lettera dell’ ex insegnate ora preside della scuola di
magia e stregoneria
di Hogwarts.
Sì
aveva fatto la scelta
migliore. Avrebbe insegnato a giovani menti una materia che amava, che
avevo
sempre amato. Avrebbe dedicato anima e corpo a istruire quei ragazzi,
insegnandoli ciò che sapeva, ciò che aveva
appreso anche lei non meno di cinque
anni prima.
Partiva
per una nuova
avventura, tornava al magico castello. Dove, Hermione Granger era
diventata: la
strega del trio, l’amica di Potter, la fidanzata di Weasley.
Tornava come auror,
senza più Weasley come fidanzato ma sempre Harry come amico.
Unica diversità
rispetto ai cinque anni antecedenti erano la lacerazione per la
mancanza del
suo nuovo amico.
Quello che era scappato
senza darle alcuna
spiegazione, non la considerava degna proprio come anni prima non
considerava
puro il suo sangue . Erano particolari. Forse piccoli ma tornava al
castello
con una sola certezza: Draco Malfoy non la riteneva ancora meritevole
della sua
amicizia.
|
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Capitolo 5 *** 4. Capitolo ***
4°.capitolo.
L’agitazione
arrivò
improvvisa non appena vidi la locomotiva che mi avrebbe riportato a
Hogwarts, e
ritornai indietro nel tempo...
Da
pochi giorni avevo
scoperto che nelle mie vene scorreva la magia. Sì, io
Hermione Jean Granger ero
una strega, ne fui in principio spaventata poi l’eccitazione
per la nuova
avventura, mi fece presto cambiare idea.
Ero
la prima della mia
famiglia a essere una strega, nessuno se ne stupì. Ero
diversa, cosi dicevano
spesso i miei genitori. Ero speciale e anche se furono dispiaciuti
della mia
partenza, non mi fecero mai sentire in colpa per questo.
Ora
a distanza di quasi
tredici anni eccomi ancora qua, sul binario 9 e ¾ in
fibrillante attesa. La locomotiva
nera è già accesa gli ultimi alunni salutano i
genitori prima di salire in
carrozza.
Il
cuore batte forte sto
tornando a Hogwarts dove tutto è cominciato. Dove, grazie
allo studio, l’abilità
e l’ingegno sono diventata Hermione Granger, la strega del
trio che ha
sconfitto l’oscuro signore.
Il
fischio lungo della
locomotiva mi distolse dai miei ricordi. Salii su alla ricerca dello
scompartimento dei professori, che da quanto avevo appreso dalla
preside
avrebbe avuto una sola passeggera. Me.
Durante
tutto il viaggio
lessi un po’ il libro di testo e organizzai alcune lezioni
per i giorni
seguenti. Come al solito la mia mania dell’organizzazione non
venne mai meno,
anche ora che da alunna ero diventata insegnante.
Quando
verso sera
giungemmo a Hogsmeade il mio cuore, esulto, ero a casa e quando vidi
Hagrid
corsi ad abbracciarlo. Ero sempre Hermione e quell’uomo,
mezzo gigante, aveva
un pezzo del mio cuore.
***
-Blaise,
come va?- Disse
Draco, sedendosi ai tre manici di scopa davanti
all’amico. -A cosa devo la tua visita-. concluse il biondo
-l’ho
vista-, disse il
moro e il cuore dell’insegnante di Difese fece un balzo. -Non
sa perché sei
andato via. Ha delle teorie, strampalate, ma non tanto a essere
sinceri- ribadì
Zabini.
-Quali
teorie?- chiese
Draco pallido.
-Pensa
che sia colpa di
Astoria-.
-Astoria!
Che cosa
c’entra Astoria-.
-Pensa
che, se un uomo
sparisce cosi, c’entrino sempre le donne-. Draco fece una
smorfia ma il moro
continuò il suo racconto.
-Pensa
che, ne eri
innamorato e che poiché lei se né andata, tu hai
deciso di cambiare aria per
riflettere-.
-Astoria
sarebbe la
donna che secondo lei amo- ribadì perplesso Draco.
-Dimmi
che durante
qualche missione ha preso un colpo in testa, perché
è impossibile che sia la
stessa so –tutto-io di Hogwarts. Dimmelo Draco- chiese
preoccupato Blaise.
-Ti
è sembrava cambiata,
da allora?- domandò Malfoy all’amico.
-No.
Oltre al fatto che
è notevolmente bella- disse Zabini, facendo cosa irrigidire
Draco,- è sempre la
solita grifondoro indisponente. Mi chiedo come hai fatto…-
-Silente
ti
risponderebbe l’amore. Io Blaise, ti dico solo che non lo so.
So solo che non
posso starle ancora accanto. E benché meriti di soffrire,
non voglio soffrire.
Starle vicino, vederla struggersi per quel babbeo senza poter far
niente che
consolarla, mi distrugge-.
-Quindi,
scappare era
l’unica soluzione. Giusto Draco-.
-L’ho
baciata, mentre
era ubriaca-. Ammise il biondo.
-Quindi?
Non ricorda,
che ti frega-. Rispose Blaise
-Ha
risposto al bacio
solo che dopo mi ha chiamato con il nome di quel demente- confessarlo a
qualcuno per alleggerire i pensieri era l’unica cosa che
riusciva a fare.
-Ah
ecco, l’orgoglio dei
Malfoy. Mai inferiore a nessuno. Giusto- ricordò Blaise sferzante.
-Che
avresti fatto nei
miei panni-. Chiese Draco. Rivolgendo il suo sguardo
all’amico d’infanzia.
-Amico,
non ti dico cosa
avrei fatto io nei tuoi panni. Ti dico, però, cosa avresti
fatto tu solo cinque
anni fa. L’avresti baciata, spogliata e portata nel tuo
letto. Poi, dopo aver
soddisfatto tutte le tue esigenze, l’avresti scacciata via.
Come hai sempre fatto
con tutte. Sei cambiato Draco. In meglio per certi punti di vista,- ma
ora
guardando quello che quella strega ti ha fatto rimpiango il vecchio
Draco.
Quello stronzo, che non sapeva cosa era l’amore-
finì con quella massima Blaise.
-La
devo dimenticare,
devo togliermela dalla testa-.
Non
lo stava ascoltando, Hermione li prosciugava i
pensieri, gli toglieva la ragione.
-I
tuoi? Che dicono
della fuga- chiese Zabini.
-Mia
madre adora
Hermione, lo sai. Non vuole capire che ama un altro. Pensa che se le
chiedo di
sposarmi lei lo farà, perché a chiederlo, sono
io. La trovo una cosa umiliante-
disse Draco portandosi le mani sul viso.
-Ha
ragione la Granger
sei diventato un puro. I nostri genitori, amico, si sono sposati per
convenienza e hanno avuto la fortuna di innamorarsi. Cosa ne sai se
capita
anche a lei- disse Blaise.
-Non
accetterebbe mai
una cosa del genere e dovrei confessargli il mio di amore-.
-Umiliante,
vero Malfoy?-.
-Sì.
Molto umiliante-.
rispose Draco. -Non voglio perdere contro Weasley e lui che ama non me.
Non
amerà mai me come ha amato lui. Mai- disse sempre
più triste e mogio.
-Lucius,
invece ha
ripreso a odiarla-. riprese Draco, attirando l’attenzione del
moro.
-
Era l’unico che aveva
capito che mi stavo innamorando di lei e che mi ricordava del patto con
Greengrass. Non so neanche perché il vecchio Bilius si sia
fatto convincere ad
annullare il fidanzamento-.
-Astoria-.
Disse il
moro.- È innamorata di te da anni-.
-Infatti,
perché ha voluto
sciogliere il fidanzamento?- domandò scettico-
-Perché
le donne
vogliono essere amate e tu per cinque anni in ogni festa non gli hai
mai
rivolto neanche uno sguardo poiché i tuoi occhi erano tutti
per una mora con i
capelli lunghi e boccolosi con occhi
color cioccolato-. Terminò Blaise.
-Lei
non se né accorta,
le altre si Draco. Sono meravigliato che nessun giornale
l’abbia mai scoperto-.
-Ora,
sono preoccupati
di sapere che fine ho fatto- rispose .
-Sì
ho visto. Per la
gazzetta sei di nuovo un mago oscuro. Com’era il titolo... ,
ah si:
Malfoy il grande inganno. L’ex mangiamorte inguaia Potter e
si congiunge al
lato oscuro. Quel giornale è sempre peggio-.
-Concordo-,
disse il
biondo guardando l’orologio. Ora devo andare Blaise a breve
incomincia il
banchetto-.
-Ok
professor Malfoy la
lascio ai suoi alunni-. Sorrise il moro.
-Ciao-
disse Blaise Zabini.
-Ciao,
amico- rispose
Draco mettendosi il mantello sulle spalle e uscendo dalla locanda
dirigendosi
ora al castello.
La
sua nuova avventura
aveva inizio.
***
Aveva
accolto la
proposta di Hagrid, l’ennesima idea strampalata, e ora se ne
pentiva.
Aveva
accolto la sua richiesta
di accompagnarlo lungo il tragitto che ogni anno percorreva in
barca con
le matricole attraverso il lago nero era stata una grande stupidata.
Giunse
al castello in
condizioni pessime: i capelli erano gonfissimi e alcune foglie si erano
impigliate in essi, il viso, visto il tragitto in barca, doveva essere
verde.
Odiava
navigare e il
lago era agitato.
Solo
in Inghilterra il tempo peggiora in tre giorni,
Pensò. Infatti Hermione era passata dall’afa
Londinese al freddo pungente scozzese. Ora ero fradicia, si
asciugò in fretta
con un colpo di bacchetta ed entrò in sala prima dei bambini
che aspettavano lo
smistamento.
Gli
altri alunni erano
già tutti seduti nei loro tavoli.
Percorse
tutta la sala
con Hagrid al suo fianco e senza guardarsi intorno, sapendo di aver
attirato
l’attenzione dai mormorii che sentiva, si sedette accanto al
gigantesco amico.
Finalmente
il banchetto
ebbe inizio.
Accanto
a lei vi era Neville
Paciock, era da un bel po’ di tempo che non lo vedeva. Subito
dopo la guerra
era entrato nel corpo insegnanti di Hogwarts, insegnava erbologia, e
durante la
cena riuscì a raccontarle
tantissime
cose interessanti, sulla scuola, sui colleghi, sugli alunni. Non la
smise di
parlare un solo attimo.
Lo
trovò cambiato, non
era più il ragazzo timido che conosceva, era anche
migliorato fisicamente.
Perché
notò questo proprio, non lo sapeva.
Hermione,
benché si
fosse sporta un poco, non riuscì a vedere le altre persone
che stavano al
tavolo insegnanti, fino a quando la preside non cominciò a
presentarli.
La
prima insegnante
ad essere presentata fu lei.
Divenne
rossa e si meravigliò
degli applausi che le furono riservati. Poi fu il turno di Neville e
Hagrid, accolti
da ovazioni, soprattutto dal tavolo dei Grifondoro. Il prossimo
insegnante era
quello di Incantesimi e si meravigliò nel constatare che
fosse McLaggen, un
altro ex compagno di classe.
Sorrise
pensando che la
McGranitt amava ancora circondassi di Grifondoro. Il professor
Lumacorno era
ancora il professore di Pozioni ma da quanto aveva capito, non
rappresentava
più la sua casa. Chi sarebbe stato l’altro
Serpeverde?
Hermione
non riusciva a
vedere chi fosse, fino a quando la McGranitt non lo chiamò:
-Ora
il nuovo insegnante
di Difese contro le arti Oscure. Sono lieta di presentarvi Draco
Malfoy-, Hermione
si girò sconvolta guardando oltre la preside. Lui, non si
era neanche alzato,
aveva mosso un braccio per salutare la folla.
La
sala era piombata nel
silenzio, oltre agli applausi provenienti dal bancone dei Serpeverde
nessuno
applaudì.
Così,
la McGranitt
riprese a parlare...
-Il
professor Malfoy
sarà il rappresentante della casa di Salazar Serpeverde. La
professoressa
Sprite rappresenterà i Corvonero; Ortis, il professore di
Divinazione
rappresenterà i Tassorosso, e se la signorina Granger
è d’accordo, vorrei che
fosse lei la rappresentante di Grifondoro-.
Sorrise
alla preside e acconsentì
portando come dote un’altra dose di immeritati applausi.
Dopo
che la preside ci
compensò dalla tavola, Hermione fu letteralmente attorniata
dai nuovi colleghi.
Neville
era
eccitatissimo dalla nuova avventura e contento che la sua ex compagna
fosse lì
al castello, erano amici e così non sarebbe stato
l’unico giovane. Vi era anche
McLaggen, questo si, ma con lui il caro Neville non aveva mai avuto
niente a
che fare.
Fortunato!
Hermione,
invece non l’era
per niente stata ancora ricordava la festa di Lumacorno nel quale
cretina come
poche aveva portato quel polipo, con l’intento di far
ingelosire Ron.
Quante
cose stupide avevo fatto per Ron quando era una
giovane e indifesa ragazza. Quante cose stupide faceva ora per sfuggire
da lui.
Quando
finalmente tornò
in se chiese a Neville notizie su Malfoy...
-Non
so perché la
preside ha accettato la sua candidatura come professore di Difese.
Malfoy è
pericoloso sta sicuramente complottando qualcosa-. Disse Neville
sbalordendola.
-Ieri
ho visto il suo
marchio Nero-, disse Ortis l’insegnante di divinazione,
avvicinandosi al nostro
gruppetto- pensavo fosse solo una leggenda-.
Hermione
si sentì
morire.
Perché
parlavano male di Draco? Loro non lo
conoscevano?
Non
replicò nulla per
discolpare il biondo e lui, del resto, appena la preside si era alzata
dal
tavolo era scomparso oltre la porta d’ingresso.
Neanche
un cenno, neanche un saluto.
Sarebbe
stata una bugiarda
ad affermare che la cosa la lasciò indifferente.
Indifferente
non rimase
nemmeno quando quella
notte lesse le
accuse, per niente velate della Gazzetta del Profeta.
Perché
ancora tutto quell’astio contro Draco? Perché
nessuno lo vedeva come lo vedeva come Harry e lei.
Ma
soprattutto Perché, non l’aveva neanche salutata.
Sono
una sua amica. Io sono l’unica amica che ha in
questo castello.
Fu come tornare indietro negli anni.
Il
passato non gli
avrebbe mai lasciati.
Mai.
***
(
prov Draco)
Non
avrei mai pensato di
ritrovarmi ancora in questa sala ad assistere allo smistamento. Non
avrei mai
pensato di sedermi in questo tavolo.
Io,
Draco Malfoy, erede
delle famiglie Malfoy e Black ero diventato un semplice insegnante a
Hogwarts.
Molti penseranno che la mia vita sia un fallimento...
Quando
avevo l’età di
questi ragazzi, la mia vita era veramente un fallimento.
Ero
uno sbruffone senza
cervello, mi lasciai incantare e come mio padre delle teorie
strampalate di un
mago oscuro. Avevo poche certezze nella vita, una di questa e che mai
avrei
fatto l’insegnante.
Avrei
potuto svolgere
ogni professione: il medimago, il legismago,. avrei potuto amministrare
gli
averi dei Malfoy. Mai avrei pensato di fare l’auror,
diventare amico di Harry
Potter, innamorarmi della Granger.
Sbuffò.
Scappare
da lei e dal
nulla che provava nei miei confronti e ritrovarmi ancora qui, in questa
scuola
dove più di 13 anni prima incontrai la mezzosangue che mi
avrebbe stravolto la
vita, mi impensieriva. Se questa mia decisione mi avrebbe giovato o
meno
sarebbe stato solo il tempo a dirlo.
Quando
la porta si aprii
e il mezzo gigante, amico di Harry, entrò il mio cuore si
fermo.
Hermione,
cosa ci faceva Hermione ?
La
seguii con lo sguardo
e fui felice nel constatare che non si accorse della mia presenza.
Sapevo che
quella situazione non sarebbe durata molto. Di lì a poco la
preside avrebbe
fatto il discorso e la donna da cui ero scappato, si sarebbe accorta di
me.
Maledizione!
Rimuginai
sul da farsi
in tutta la cena, sentivo le chiacchiere dei professori e quella dei
colleghi
affianco a me.
Da
alcuni giorni ero al
castello e oltre ai miei vecchi professori, nessuno dei nuovi mi aveva
rivolto
la parola.
L’articolo
della
Gazzetta del Profeta gli aveva resi ancora più restii nei
miei confronti, ed
ora c’era lei.
Lei
che avrebbe fatto? che avrebbe detto? Anche lei,
mi avrebbe odiato?
Mi
ero cacciato in un
grosso casino. Harry aveva ragione quando diceva: -Non devi scappare
Draco,
parlale, magari…-
Quando
la preside
incomincio a parlare mi sentii quasi morire, non avevo mangiato nulla,
la testa
mi stava esplodendo.
Troppi
pensieri, troppe
idee malsane.
Quando
la presentò,
l’intera sala esplose. Sorrisi, sapevo che ne era felice.
Hermione aveva
bisogno di tutto il calore. Anse dopo averla avuta come insegnante in
molti si
sarebbero ricreduti, se pretendeva dai suoi alunni come pretendeva da
se stessa
come alunna per quelle giovani menti sarebbe stata la fine.
Quando
la preside arrivo
a presentarmi, mi sentii morire. Alzai un braccio per salutare la
bancata dei
Serpeverde che mi salutava, gli unici .
Sentii
il suo sguardo trafiggere
la mia pelle, scottava.
Era
all’oscuro di tutto,
Harry non mi aveva tradito.
Lei
non era qui per me
quella fu l’ennesima pugnalata.
Quando
finalmente la preside
ci dispensò dalla tavolata, non aspettai un attimo; mi
precipitai fuori dalla
porta senza posare neanche per un attimo, il mio sguardo su di lei.
Oramai non potevo
più scappare, lei era qui a
Hogwarts e ci sarebbe stata per tutto l’anno scolastico. Non
avevo voglia di
parlare, non ora, la lasciai a Paciock e McLaggen.
Loro
sì che meritavano
la sua compagnia, non certo io un ex Mangiamorte.
|
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Capitolo 6 *** 5.CAPITOLO ***
5. capitolo
Mi avviai a
passo sostenuto verso le mie camere.
Volevo mettere
più distanza possibile tra me e lei. Tra me e il resto del
mondo.
Dovevo farlo
se no sarei impazzito.
Avevo fatto
male i miei conti, avevo deciso di allontanarmi da Londra, di non
vederla più
di non cercarla. Ero scappato e lei senza volerlo mi aveva trovato.
Senza saperlo
era finita nello stesso posto che avevo scelto per nascondermi da lei.
Per nascondere
il mio cuore ferito.
E Ora non
sapevo come comportarmi, Ora che eravamo nuovamente colleghi che
avremmo
lavorato nuovamente fianco a fianco in questa scuola, la nostra vecchia
scuola.
Come
mi sarei comportato.
L’avrei
snobbata, ignorata ed evitata. Si mi dissi, cercando di convincere il
mio cuore
di quell’assurdo piano. Ma avrei fallito, lo sapevo, mi sarei
sciolto al suo primo
sorriso, al suo dolce tocco o banalmente all’incatenarsi dei
nostri occhi.
Hermione
Granger era l’unica strega sulla
faccia della terra che riuscisse a rendermi umano. Ma lei non lo
sapeva, non l’avrebbe
mai saputo.
Io non valgo
abbastanza per stargli affianco.
E incurante
del richiamo del vecchio custode gazza mi chiusi nelle mie stanze e
affondai i
miei dispiaceri nel vino elfico invecchiato.
***
Quando la
cena finì, fui attorniata dai miei colleghi. Neville
dispensava sorrisi e ogni
tanto mi lanciava sguardi che non riuscivo a decifrare mentre
parlottava fitto
fitto con il professor Lumacorno. La McGranitt sorrideva guardando gli
studenti
uscire scompostamente dalla sala grande. Io invece mi trovavo col
braccio
incastrato con quello di Cormac McLaggen,
mi tallonava e non riuscivo a liberarmi dalla sua presa. Il suo essere
polipo
non era cambiato con il tempo e il suo modo di comportarsi non mi
piaceva, come
non mi piacevano i sorrisi che in molti indirizzavano verso di me. Io,
nel mio
piccolo, volevo solo seguire Draco.
Dovevo
parlargli assolutamente. Ma benché
cercassi di allontanarmi dalle grinfie del professore
d’incantesimi, non
riuscivo a uscire dalla stanza e quando anche Neville si
avvicinò a noi, persi
tutte le speranze di parlare con il mio amico.
-ragazzi,
disse l’ex grifondoro ora professore di Erbologia, la preside
ci ha invitati
per un cordiale nel suo studio. Su andiamo concluse, mentre mi prese
sotto
braccio staccandomi dalle manacce di Cormac, capii in
quell’istante che ero
passata dalla padella alla brace.
Cercai di
staccarmi da quella presa ferrea appena giungemmo in presidenza e
finalmente
fui accontenta grazie ad un quadro che stava alla destra del pensatoio
in
pietra che un tempo era dell’ex preside di Hogwarts Albus
Silente.
Il quadro in
questione era quello di Severus Piton, il peggior incubo di Neville
Paciock e benché
il mio vecchio professore di Pozioni non mi era mai stato simpatico,
non
riuscii a trattenermi dal regalargli un sorriso cosa che, in effetti,
stupì
anche lui.
-Hermione
cara, disse un quadro alla destra del professor Piton un quadro che
conoscevo
molto bene, visto che per sei mesi era stato all’interno
della mia borsetta di
perline.
Phineas
Nigellus Black non era cambiato in questi anni e come poteva, era pur
sempre un
quadro. La sua voce strascicata, il suo sguardo schifato che non
mancava di
rivolgermi non si erano dissolti come la neve in primavera nonostante
anche lui
avesse contribuito alla vittoria dei buoni nella seconda guerra magica.
Sentire
pronunciare il mio nome, unito all’aggettivo cara, risultava
una sorta d’insulto.
Anche se, in effetti, non lo era. Lo guardai con cipiglio deciso,
sferzante
come sempre quando il suo sguardo fiero e ostinatamente purosangue
incontrava
il mio ma non trovai niente su cui obbiettare. Avevo conquistato anche
lui, un
altro sepeverde ma quello che più mi stava a cuore mi
evitava. Non era venuto
neanche in presidenza a bere qualcosa con i suoi nuovi colleghi. Era
scappato e
il mio sesto senso mi diceva che era successo qualcosa e forse io
centravo. Forse
ero io la causa. Forse…ma non era possibile. Forse quella
sera avevo combinato
un guaio, l’avevo offeso. Ero ubriaca non ricordavo nulla.
Sapeva che ero
ubbriaca non ero in me quando bevevo.
Oddio, avevo
perso Draco per colpa di Ronald Weasley, per colpa della sua stupida
partecipazione di nozze. Non avrei permesso a quel figlio, la signora
Molly non
c’entrava nulla mi corressi…a quello stronzo di
rovinare l’unica cosa bella che
in quegli anni ero riuscita a instaurare. L’amicizia con
Draco Malfoy era l’unica
cosa bella che mi capitò in quei cinque lunghi anni dopo la
guerra magica.
***
-amore,
disse un’ancora assonato Harry Potter mentre si dirigeva
scalzo e ancora in
pigiama contro la donna dai lunghi capelli rossi che portava il nome di
Ginevra
Weasley. Come mai sei già in piedi? Lily non ti ha fatto
dormire? Chiese il
moro in tutta la sua stupidità.
La donna dal
canto suo scaccio il marito con un gesto della mano e si
diresse con cipiglio deciso verso la
finestra del soggiorno dove un enorme allocco bruno aspettava il marito.
-è
qui dall’alba
e forse anche di più. Disse la donna.
-sei offesa
perché
mi mandano posta all’alba? Chiese un titubante Harry.
-no, Harry James
Potter, non sono offesa perché ricevi posta, no…
no… disse la donna agitando un
dito sopra il naso del bambino sopravvissuto. Sono offesa
perché ho ricevuto questa,
disse Ginny srotolando una pergamena di due pagine con una scrittura
talmente
fitta che poteva essere scritta solo da una donna…
-Hermione-
disse il moro.
-E sai che
scrive Hermione qui dentro sventolando la pergamena in aria.
-no, rispose.
-ah, lui non
lo sa. Disse la donna. Potter mettiamo in chiaro le cose. Deve ancora
nascere
il mago che mi prende per i fondelli. Sai benissimo cosa mi ha scritto
Hermione
in questa lettera.
-Ginny. Io non
so, ti giuro. Sempre…che…
-ecco bravo.
Oltre a prendere per i fondelli reciti e pure male.
-Ginny,
scusa io dovevo dirtelo.
-dovevi
dirmelo. Dovevi dirmelo. Certo che dovevi dirmelo ma dovevi dirlo
soprattutto a
Draco. Harry. È andato via da Londra e si è
rifugiato a Hogwarts perché
non ha le palle di dirle che la ama e
tu consigli Hermy di andare nell’unico posto in cui non deve
andare. L’unico.
-lo so. Ma
può
darsi che non sappia.
-per ora Harry,
per ora non sa che l’hai spinta la. Ma quando lo scopre, non
oso immaginare.
-lo sto
aiutando.
-Harry non vuole
essere aiutato lo capisci L’inglese. Non vuole.
-fidati che
questo
anno a Hogwarts per loro sarà l’anno migliore di
tutta la loro vita.
-se lo dici
tu. Non la apri chiese infine Ginny osservando l’allocco che
guardava truce il
marito. Cosi il moro slego la pergamena dalla zamba e lesse.
Stronzo
di
uno sfregiato che non sei altro.
Spera
con
tutto il cuore che non venga a sapere che tu centri qualcosa con Hermy
qua a
Hogwarts come insegnante perché quello che non ha finito
Voldemort, lo finisco
io.
Saluta
Ginny
e i bambini
In
fede.
Il tuo amico, ancora per
poco.
D.L.M.
-Ti saluta.
Disse
il moro sorvolando sulla velata minaccia dell’amico. Lei
invece che dice. Chiese
infine.
- lui la
evita ed ha paura di aver fatto qualcosa il giorno che se
n’è andato. Ma non lo
ricorda. Harry rimase spiazzato da quello che la moglie stava dicendo
cercando
di mantenere la calma. Aveva tenuto il segreto che Draco gli aveva
rivelato.
Ginny per
fortuna
non si accorse di niente grazie alla trionfale entrata di James e
Albus. Cosi il
discorso scemo, ma anche il grande Harry Potter a breve sarebbe
crollato Ginny
avrebbe sicuramente trovato il modo di farlo cantare.
SPAZIO AUTRICE.
BUONA SERA RAGAZZE, FINALMENTE HO
AGGIORNATO. SPERO CHE LA STORIA VI CONTINUI AD INTERESSARE HO VISTO CHE
IN MOLTI LA LEGGETE ANCHE SE IN POCHI RECENSISCONO.
QUINDI RECENSITE.
|
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Capitolo 7 *** 6.CAPITOLO ***
6 Capitolo.
Mi svegliai
con la testa che scoppiava, avevo dormito pochissimo quella notte tanto
che mi
girai e rigirai più volte nel grande letto a baldacchino.
Non la smettevo di pensare
a lei, ai suoi occhi che mi guardavano increduli mentre scappavo
lontano, non
l’avevo degnata di un saluto e il vino elfico non aveva certo
contribuito a
farmi sentire meglio, anzi, Mi maledì, perché
quel giorno non potevo
permettermi di arrivare in ritardo.
Avevo
lezione con quelli del settimo anno e
volevo fare una bella impressione.
Il mio primo
giorno da insegnante a Hogwarts, difesa contro le arti oscure, chi ci
avrebbe
mai pensato che io, Draco Lucius Malfoy un giorno sarebbe diventato
insegnante.
Io, che per
i miei sette –otto anni qua, in questo castello, non avevo
certo brillato come
miglior alunno. Non ero un fannullone questo no, non ero Weasley ma non
ero
neanche eccezionale, non ero un-so- tutto-io, come lei.
Come Hermy.
Anche mia
madre stentava a crederci quando le ho inviato un gufo
l’altra mattina. Sbuffai
un poco mentre mi guardavo distrattamente allo specchio e uscii dalla
mia
stanza, l’aula si trovava al secondo piano, avevo saltato la
colazione tanto
non avevo fame. Mentivo a me stesso e il mio stomaco stava protestando,
ma no,
avrei evitato la sala grande a tutti i costi. La dovevo evitare. Il mio
unico
pensiero dovevano essere i ragazzi e la mia materia, niente distrazioni.
Nessuna,
neanche lei la donna che possedeva il mio cuore e che neanche lo sapeva.
Ma evitarla
sarebbe stata un’impresa. Quella strega era cocciuta e non
avrei resistito
molto. Un suo sorriso era come l’acqua per un assetato, i
suoi occhi erano il
pane per un affamato e la sua voce… la sua voce era il
paradiso. No, non ci sarei
riuscito. Dannato Potter lui lo sapeva. Lo sapeva che con lei qui avrei
rischiato di rovinare tutto. Ero scappato da Londra proprio per questo.
Per non
rovinare tutto anche se ormai era inevitabile. Amavo la mia migliore
amica che
invece era ancora persa per il suo ex infedele.
***
Ero scesa in
sala grande di prima mattina sperando di vederlo, di poter parlare con
lui. Ma
non scese. Ora ne ero sicura, mi evitava, Draco amava fare colazione e
non
avrebbe mai rinunciato a quella bella e rilassante rutine quotidiana.
Oramai
erano giunte le nove meno dieci, mi
alzai sconsolata e uscii attraversando il grande portone. La mia prima
lezione
come insegnante di trasfigurazione si sarebbe svolta tra pochi minuti e
non
avevo neanche l’umore adatto per combattere con quelli del
primo anno, ma io
ero Hermione Granger, la ragazza che con Harry Potter e a quello
stronzo di Ron
aveva sconfitto Voldemort, non mi facevo certo spaventare da dei
nanerottoli di
undici anni.
Oddio
che stavo pensando. Sembro Draco. Oh Draco
perché non mi parli, che ti ho fatto.
Abbassai
la testa sconsolata, non era da me
comportarmi cosi. Io ero fiera, ero orgogliosa, ero combattiva io ero
una
grifondoro. Sarei andata da lui a costo di schiantarlo ma volevo un
chiarimento
due settimane che mi evitava, senza un valido motivo.
Arrivai
all’aula . guardai davanti a me ed entrai nella stanza. La
mia prima lezione
ebbe inizio. La mia nuova vita e per due ore tutto il resto venne meno.
Tutto tranne
lui. Perché io di Draco avevo un bisogno assurdo. Questo
però l’avrei capito
solo molto tempo dopo. Forse troppo.
***
Draco
riuscì
ad evitare la direttrice della casata dei grifondoro per ben due giorni
fino
all’inevitabile. La preside l’aveva convocato nel
suo studio alle nove della
sera.
L’ex
auror
arrivo davanti alla grande scala in pietra che portava allo studio che
un tempo
era stato di Silente, quanto tempo era passato da quel giorno. Salii
lentamente
le scale e quando finalmente giunse a destinazione, diede un leggero
colpo alla
porta che subito si aprii… le solite magie di Hogwarts.
Quando entro
nell’ampia stanza la prima cosa che noto fu la donna che gli
dava le spalle e
che stava proprio di fronte alla Preside. La Mc Granitt alzo il viso
verso di
lui
-Entra Draco,
stavamo aspettandoti. Avanzai e mi sedetti nella sedia che la vecchia
donna m’indico.
Evitai di guardare la persona che mi sedeva, affianco, non avevo
bisogno di
guardarla . il suo profumo la precedeva. Dovevo rimanere lucido. Dove
trattenermi.
Oddio, stavo impazzendo. Mi sforzai di guardare ancora la preside, che
per
fortuna riprese presto a parlare.
-bene ora
che ci siete entrambi, vi spiego il perché vi ho fatti
chiamare. Disse la donna
guardandoci. Ho intenzione di ristabilire il vecchio Club dei Duellanti
e
voglio che voi siate gli insegnanti, disse la donna sorridendo. Oddio
era inquietante
quando lo faceva, la preferivo quando mi disprezzava durante le sue
lezioni con
un semplice sguardo.
-oh preside,
ne sono onorata. Accetto volentieri, disse Hermy. Ora avevo gli occhi
delle due
donne puntati su di me. Ricordai in un lampo l’ultima volta
che avevo
partecipato a una cosa simile. Era il mio secondo anno e dovetti duellare
con
Harry. Avevo evocato un Serpensortia che per poco non si avventava su
Justin
Finch-Fletchey e solo all’intervento di Potter il mio
compagno si salvò. Un velo
di tristezza mi percorse la mente, quanto ero stupido. Mi vergognai
tanto.
-io non
credo di essere un buon esempio, lo dissi non alzando lo sguardo verso
la
preside. L’ultima volta non è sono stato per
niente corretto ed io…
-stupidaggini
Draco, disse la McGranitt. Lei è perfetto per questo ruolo e
visto che la
signorina Granger non ha obbiezioni al riguardo, vi lascio decidere
quando e
come incontrarvi per portare avanti questo progetto. So che non mi
deluderete. Disse
infine. E i due furono invitati gentilmente alla porta.
Hermione usci
prima di me e alla fine della scala si girò.
- Devo parlarti.
Mi devi delle spiegazioni. Conoscevo quello sguardo, non avrebbe
accettato
alcun rifiuto. Vederla lì davanti a me con il suo cipiglio
severo mi fece
tremare.
-Hermy tutto
bene? Disse uno dietro di lei.
-Paciock,
tranquillo non mordo ancora. Dissi e li superai… a Natale
avrei dovuto regalargli
dei cioccolatini.
Non sapevo
che dire a Hermione e grazie a quello stupido di Paciock avrei
guadagnato del
tempo. Del tempo prezioso per inventarmi una scusa abbastanza
credibile. Anche se
sapevo che non ci sarebbe voluto molto perché capisse,
perché tutti capissero
che non potevo stargli lontano. Anzi dovevo stargli lontano, un
mangiamorte non
può amare una dea. L’avrei sporcata.
SPAZIO AUTRICE.
finalmente ho ripreso a scrivere la
mia dramione, mi scuso se non ho aggiornato per molto tempo. dovevo
prima finire l'altra storia quella si LILY& SCORPIUS. ed ora
che tutto è finito , riprendo questa.
non so se questo capitolo vi
piacerà, mi sembra un piccolo passaggio niente di
che.
prossimamente draco
lotterà con se stesso per resistere alla tentazione...eh che
tentazione. Hermy dal canto suo è circondata da molte api
lei logicamente è la rosa.
Recensite vi prego. noto che in molti
hanno letto fino ad ora ma sono troppo poche le persone che mi danno un
parere.
|
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Capitolo 8 *** 7.CAPITOLO ***
7. Capitolo
-Neville
stai tranquillo non succede niente, dissi esasperata.
Il mio ex
compagno di casa, ora professore di erbologia, si stava rivelando un
po’ troppo
appiccicoso per i miei gusti e non sapevo più come
comportarmi. Ginny me ne
aveva parlato, ricordo ancora quello che mi scrisse non più
tardi di una
settimana fa…
-Hermy
credo che a Neville tu interessi
ancora, forse non te ne sei mai resa conto, ma era innamorato di te dal
primo
anno.
Sbuffai,
volevo bene a Neville ma per lui non avrei mai provato qualcosa di
diverso che
della sincera amicizia.
-Mione,
disse distogliendomi dai mie pensieri, volevo chiederti se ti va questo
fine settimana
di uscire con noi a prendere qualcosa alla testa di porco? Ci farebbe
piacere. Mi
farebbe piacere, concluse, mentre un sorriso gli illuminava lo sguardo.
Annui cercando
di guardare nel punto in cui Draco era sparito. Anche questa volta non
ero riuscita
a parlare con lui. Sola, dovevo rimanere sola con lui per parlargli.
Solo così,
avrei capito il suo comportamento nei mie confronti, solo cosi poteva
spiegarmi
tutto.
Quella
scuola aveva troppi occhi, troppe
orecchie e Draco non avrebbe mai parlato con tutti li intenti a
scavargli l’anima,
a leggergli la mente a guardargli il marchio che aveva nel braccio.
Solamente a
me avrebbe spiegato il perché del suo strano comportamento.
Solo
con me sarebbe stato nuovamente Draco e
non Malfoy, il mangiamorte.
***
Erano passati
due giorni da quando la preside ci aveva affidato il nuovo incarico, il
club di
duello, che cretinata. Dovevo rifiutare invece mi ero fatto incantare
da quella
vecchia strega e dal profumo di Hermione.
Ogni volta
che sentivo quel profumo la mia mente, non riusciva a pensare, smetteva
completamente di connettere. Pensavo solo a lei, ai suoi occhi, il suo
corpo,
la sua pelle sul mio.
Sogni, solo
inutili sogni. Irrealizzabili.
Cazzo Draco.
Smettila. Mi sciacquai la faccia con un getto di acqua gelata.
Lessi nuovamente
la piccola pergamena che mi era stata recapitata di buon mattino da un
gufo:
h.10.00 alla
testa di Porco.
Ci manchi amico
e vogliamo sapere come stai.
Blaise
Presi il mio
mantello e uscii diretto al villaggio, sperando di non incontrare
nessuno oltre
ai miei vecchi amici d’infanzia ma sbagliavo, oramai lo
facevo di continuo e
quasi quasi mi ero abituato alla cosa.
***
-Scusate il
ritardo, dissi entrando alla testa di porco. Mentre mi toglievo il
mantello
dalle spalle.
L’autunno
stava facendo spazio all’inverno e
fuori s’incominciava a sentire l’odore di neve. Io
amavo la neve.
Avanzai
lentamente verso il tavolo in cui
tutti i miei amici erano seduti. Quando giunsi, li guardai uno a uno.
Neville era
super sorridente, avevo accettato il suo invito e nonostante non fosse
un vero
appuntamento come sperava, ero lì con lui e molti altri, per
fortuna. Accanto al
professore di erbologia stava Luna, erano mesi che non la vedevo da
quando era
partita con il marito in cerca di animali speciali, fantastici. Era
diventata
una naturalista e delle ricerche strampalate del padre ne aveva fatto
una
professione ed era felice, ma lei lo era sempre.
Cormac McLaggen invece
importunava Calì, il solito
porco pensai, prima di salutare la mia ex compagna di scuola, ora
stilista
affermata da quando aveva realizzato l’abito da sposa di
Ginny, la mia migliore
amica.
-Calì,
ci
sei anche tu? Chiesi. Come stai?
-bene
professoressa
Granger, disse prendendomi in giro. Prima di scoppiare a ridere.
Mi sedetti al
suo fianco, guardando ogni tanto le mosse da polipo di Cormac, se ci
fosse stata,
un’altra al posto di Calì l’avrei preso
per i fondelli. Ma non volevo offendere
la mia amica. Quel viscido ci provava con tutte. Assurdo.
La porta del
locale si aprì altre volte e ogni tanto Neville, la guardava
in attesa del
messia. Messia che arrivo solo dopo una buona mezz’ora.
-scusate il
ritardo, disse Harry Potter notevolmente in imbarazzo, non abbiamo
trovato
nessuno che tenesse la piccola Lily.
Mi alzai di
scatto per correre incontro alla mia amica rossa. Ginny era
notevolmente stanca
si vedeva dal viso, ma sorrideva. Lei aveva tutto quello che
desiderava. Aveva Harry
l’unico uomo che aveva mai amato, aveva i suoi bimbi tre
pesti bellissime e
aveva l’affetto della sua famiglia, la sua bellissima,
immensa e rumorosa
famiglia. Invidiavo Ginny per questo. Un’invidia buona lei lo
meritava tutto
quell’amore.
-accomodatevi,
disse Neville facendo spazio ai coniugi Potter mentre io tenevo tra le
braccia
la mia bella figlioccia.
-allora
ragazzi, come va al castello, disse finalmente Harry rompendo
l’atmosfera fatta
di sorrisi e sguardi indagatori, soprattutto quelli che Luna e Ginny
lanciavano
a me e Calì.
-bene Harry,
ora che c’è Mione, sembra veramente il paradiso,
arrossi violentemente alle parole
di Neville non sapevo cosa il mio ex compagno di casa intendesse con
quelle
parole ma Harry mi guardò meravigliato.
Proprio quando
dalla porta del locale non entrarono tre persone e il mio cuore esplose.
Ad aprire la
fila c’era il medimago Blaise Zabini alto, moro con gli occhi
azzurri, quasi
tutte le donne del locale lo stavano guardando e lui presuntuoso ed
egocentrico
come Narciso si faceva ammirare. Ricordai in quell’istante
che aveva
addirittura un fan club al san mungo, il deficiente. Lo vidi sorridere,
anzi, ghignare
per essere precisi era sempre il solito sepeverde spocchioso,
l’unico a cui
davo ancora sui nervi, cosa reciproca del resto.
Al suo
fianco Teo Nott, era alto e bello come il suo ex compagno di casa, ma
era certamente
simpatico al contrario di Blaise ed era il fidanzato di una mia amica,
oddio un’amica
di Draco, che avevo imparato ad apprezzare.
Pansy
Parkinson non era più l’oca giuliva che
frequentava Hogwarts non più tardi di cinque anni fa, era
diventata un
legismago molto famoso a Londra. Non mi trattenni e salutai con la mano
verso Teo,
cosi tutti si girarono verso la porta proprio mentre i due sepeverde si
spostarono e dietro di loro comparve lui.
L’ex
principe delle serpi.
Il
nuovo insegnante di difese contro le arti
oscure.
Lui,
l’uomo che mi evitava da settimane.
Lo guardai
ammirata, aveva i capelli mossi sul viso come piacevano a me, senza gel.
I pantaloni
neri aderivano alle cosce muscolose, fasciandole.
La camicia,
anch’essa nera, aveva i primi due bottoni aperti che
mostravano o facevano
immaginare il suo petto senza la minima traccia di un pelo.
Infilata
nei pantaloni c’era la cintura nera
con la doppia G, la riconobbi subito quella cintura, era opera di uno
stilista
babbano che mi piaceva moltissimo tanto che quello fu il mio regalo di
Natale.
Quando
finalmente i suoi occhi incrociarono i miei, sentii i brividi
percorrermi la
schiena. Che mi stava succedendo, perché i suoi occhi, il
suo corpo, mi faceva
quell’effetto.
Era Draco.
Cavolo
era Draco, perché non lo vedevo più
come Draco la mia ancora di salvezza, il mio sostegno per andare
avanti, la
spalla su cui piangere. Perché?
Quando Teo
arrivo al tavolo in cui eravamo seduti feci un balzo, impercettibile a
tutti
tranne che a Ginny. Non mi levava gli occhi di dosso, stavo pregando
per la
prima volta nella mia vita in un Dio in cui non credevo, pregavo
perché la mia
amica non leggesse i miei pensieri. I miei sconci pensieri.
-oh è
una
riunione Grifondoro disse Teo, guardandoci con un super sorriso.
Ricambiato da
quasi tutti. Tutti, tranne Neville e Cormac.
-si, Nott
questa è una riunione tra amici disse Neville. Aveva
cambiato tono, l’aveva
cambiato proprio ora per rispondere al sepeverde.
-scusa
Paciock, non volevo disturbare. Teo era in imbarazzo e non era il solo.
Erano cambiate
tante cose in quegli anni, molti di noi erano diventati amici ma
Neville non
aveva mai dimenticato, come avrebbe potuto. I suoi genitori erano
diventati
pazzi dopo le torture che una donna completamente dissennata aveva
inflitto a
loro. La donna che aveva torturato anche me, la stessa che aveva
torturato
anche loro, ma molti non lo sapevano. Molti non lo sapevano che Bella
Black era
una pazza e non faceva differenza tra amici o nemici, lei torturava
perché gli
piaceva farlo.
Aveva
torturato il nipote, era stata sua l’idea
di marchiarlo, era venuta a lei quell’insana idea. Tutto per
punire Lucius e
Narcissa.
Avevano
fallito e Draco avrebbe pagato.
Draco era
una vittima non un carnefice, nessuno l’aveva capito e ancora
erano pochi
quelli che provavano a farlo.
-Non
disturbi affatto Teo, a parlare fu Ginny. La guardai un attimo mentre
aggiunse
tre sedie al nostro tavolo. E continuò –Zabini,
sono tutte troppo piccole per
te, facendo ridere sia Harry sia Teo, siediti con noi. Qua pare ci
siano ancora
delle giovani donne che non hai ancora conosciuto.
Concluse Ginny
guardando Calì e Cormac.
Era
evidente che l’ex portiere dei grifondoro
non fosse per niente simpatico alla rossa, ma a chi stava simpatico il
professore d’incantesimi.
Teo e Blaise
si sedettero subito, mentre lui era ancora in piedi con il viso
contratto. Aveva
paura a stare con noi. Per fortuna che Luna decise di rompere il
silenzio.
-Malfoy, non
ti avevo riconosciuto. Disse l’ex corvonero. Ho saputo che
sei diventato
insegnante, la McGranitt deve essere impazzita, sorrideva Luna e lo
prendeva in
giro bonariamente come al solito.
-effettivamente,
disse a denti stretti Cormac McLaggen.
Ma
Luna non ci fece caso e continuò.
-pensa che
quando sei sparito…
Fai
che non lo dica, ti prego, fai che non lo
dica. Pensai…
-c’è
stata
una che ti ha cercato addirittura in Brasile. Stava ridendo. Sai ti ci
vedo
proprio alla ricerca dei Nargilli. Quello si che sarebbe uno scoop. E
con fare
teatrale annuncio un fantomatico annuncio sul giornale:
“
Draco Malfoy
si ritira dalle scene e sceglie una vita calma e tranquilla, immerso
nella
natura”.
Concluse
Luna mentre tutti ridevano tranne io,
Draco e Neville.
….l’ha
detto…
non c’erano speranze di sopravvivenza quella mattina.
Abbassai lo sguardo
decisamente in imbarazzo, per fortuna Luna non disse che quella ragazza
che lo
cercava in Brasile ero io, ma l’avevano capito tutti. Forse
Neville e Cormac no,
ma se il tipo di argomenti non cambiavano, l’avrebbero capito
anche loro.
In mio
soccorso giunsero le parole del bambino che è sopravvissuto.
Se non ci fosse Harry
Potter…
-comunque amico
si saluta. Harry afferrò Draco per un braccio e lo
strattono, era il loro
abbraccio e quando vidi sul viso dell’ex, sepeverde un timido
sorriso, mi
rilassai anche io. Era tornato il nostro Draco, almeno in quel momento
lo
riconobbi come tale.
Anche se due
persone vicino a me non avevano nulla di rilassato.
Neville
era allibito dal comportamento di
Harry con Draco. Sì, non aveva letto i giornali negli ultimi
cinque anni, il
buon Neville. Era l’unico che non sapeva
dell’amicizia tra i due ex nemici. Assurdo.
Mentre Cormac era schifato dal condividere un tavolo con i sepeverde.
Ma non mi
curai di loro e cominciai a parlare, dovevo parlare con lui. Lo
desideravo. Desideravo
stargli affianco.
-Dra, dissi
attirando lo sguardo di tutti su di me, la vuoi tenere Lily. Mi guardo
nuovamente negli occhi, m’imposi di non arrossire per quello
sguardo di fuoco e
dopo il suo consenso le passai la nostra figlioccia. Non prima di
sfiorare la
sua mano. Un altro brivido mi percorse la schiena.
Volevo Draco,
lo desideravo.
La sua
lontananza
mi aveva fatto male.
Per me era
una necessita vivergli affianco, avere il suo consenso, il suo appoggio.
Si, era solo
quello, pensai tra me e me. Lo speravo. Perché se fosse
stato altro, avrei
rischiato di perderlo per sempre. Ed ora che era lì seduto
tra Harry e Luna che
giocava con Lily, che rispondeva in modo garbato a Neville. Non potevo
permettermi di perderlo. Sarei sprofondata nell’abisso senza
Draco.
SPAZIO AUTRICE.
BUONA SERA RAGAZZE/I
ENNESSIMO CAPITOLO, DI QUESTA STORIA, CHE NON SO SE PIACE O NO. VEDO
CHE IN MOLTI LA LEGGETE MA I COMENTI SONO POCHI POCHI. DITEMI SE FA
SCHIFO COSI ALMENO MI METTO IL CUORE IN PACE.
Ora veniamo al capitolo.
non è successo molto o forse si, Hermy sta cominciando a
vedere draco in un altra veste ed ha paura di perderlo, cosa strana
visto che lui sta scappando da lei perche non riesce a stargli vicino
come amico. quindi lui ha paura di stargli vicino come amico
perche vuole di piu e lei vuole stargli vicino come amica perche ha
paura che se si lancia in qualcosa lo perde. bella cosa no.
immaginate cosa succede quando incominciano le lezioni del club dei
duellanti.
KISS.
P.S.
RECENSITE
|
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Capitolo 9 *** 8.CAPITOLO ***
8.Capitolo
Erano state
settimane dure, quelle che avevo trascorso.
Settimane
devastanti.
Ora
ricordarle mi faceva sorridere. I pianti,
le mille lagne, La super sbronza che aveva fatto precipitare tutto. No,
ricordavo tutto di quei giorni, tutto tranne quella sera.
Di
quella sera ricordavo poco e niente, solo la
partecipazione sul tavolino e le bottiglie di whisky incendiario che
avevo
scolato piano piano da sola, avevo bevuto come una spugna e io non
reggo l’alcol.
Ed era da quella sera di fine estate, quella sera che mi aveva
sconvolto la
vita e fatto cambiare lavoro che cambiò tutto, che
cambiò Hermione.
Quanto era
passato da quel giorno, due settimane. Solo due fottute settimane, ed
ora che m’incamminavo
nel sentiero che conduceva al castello, pensavo a tutti quei
cambiamenti. Finalmente
ero rimasta sola, pensare a tutti i miei sbagli, a tutta la mia vita,
che più
scorreva via, veloce contro il tempo e più scorreva e
più mi rendeva infelice. E
dopo quello che avevo provato quella mattina, sapevo che la mia
sofferenza
sarebbe solo aumentata. No, non sarei mai stata felice. Mai.
Quasi mi
pentii di non essere rientrata con Neville e Cormac, pensiero che
scacciai
subito dalla mente appena mi ripresi ripensando a quanto erano
appiccicosi i
miei nuovi colleghi. Neville era certamente interessato a me e mi
scocciava
fargli capire che non era per niente ricambiato, mentre Cormac. Beh,
lui era un
polpo squallido, lo detestavo da quando andavamo a scuola e con il
tempo era
peggiorato.
Ecco, non mi
pentii per niente di rientrare da sola al castello, anche se stava
incominciando a piovere e non vedevo, dove stavo andando. Sentivo solo
le gocce
d’acqua bagnarmi il mantello e i capelli mentre le mie
lacrime si mischiavano
alla pioggia. Non lo sentii arrivare, non sentii nulla, la pioggia
batteva
ferocemente sul sentiero di pietra che portava al castello, quando
sollevai lo
sguardo e notai un ombrello che mi riparava la testa, mi girai di
scatto. Eccolo
lì bello e austero al mio fianco. Quanto mi era mancato
averlo vicino. Sorrisi sperando
che non notasse che l’acqua che m’inondava il viso
non era la pioggia ma
lacrime, lacrime che ora versavo per lui e non per Ron. Stupida come
cosa,
accorgerti dopo cinque anni che il tuo migliore amico ti interessa,
accorgertene
quando lui non pensa a te ma alla sua ex, stronza che l’ha
lasciato. La sua ex
fidanzata, la sua promessa sposa.
Quando mi
porse un fazzoletto candido con sopra le sue iniziali, mi sentii
morire. Ma evitai
di proferii parola. Ero imbarazzata per la prima volta dopo anni. Ero
imbarazzata
dai suoi gesti verso di me. Stupida, ero una grande stupida.
-grazie,
dissi asciugandomi alla bene e meglio il viso. Oramai quel fazzoletto
era zuppo,
l’unica cosa che risaltava, erano le sue iniziali ricamate in
basso a destra.
D.L.M.
Erano ricamate
con filo di seta verde
smeraldo, il suo colore. Il colore dei sepeverde.
-ti serve ancora
? chiese
spiazzandomi. Lo guardai un attimo ceracando di capire le sue
intenzioni.
-te lo lavo,
risposi.
-è
già lavato Emi, disse sorridendo.
Il suo sorriso, quanto mi era mancato il suo sorriso. Le sue fossette
sulle
guance erano irresistibili, se tutte le donne che si era portato a
letto
avessero visto quel sorriso. Non avrebbero rinunciato a lui tanto
facilmente. Cretina
di una Greengrass come hai fatto a lasciare un uomo simile, pensai tra
me e me.
-Hermy? ci sei?
Disse riportandomi
sulla terra ferma.
-si,
sì. Tranquillo te lo lavo comunque
prima di rendertelo, dissi. Tanto non credo che scapperai
ancora. La McGranitt ti crucia se
non porti a termine la tua promessa sul club dei duellanti.
-dici che se
scappo in Brasile, mi
cerca anche li. Diventai rossa, sapevo che l’aveva capito che
ero l’unica scema
al mondo disposta a cercarlo, ma non pensavo che mi prendesse in giro
per
questo. Ma cosa pretendevo era una serpe, ora anche direttore della
casa.
-no, risposi
quel nascondiglio te lo
sei bruciato. Sorrisi guardandolo. Oddio stavo bruciando solo a
guardarlo.
Difficili,
quei mesi sarebbero diventati molto
difficili.
***
Dopo tre
settimane al castello ero finalmente felice.
Sapevo
che la mia felicità sarebbe durata
poco, forse il tempo di un suo sorriso.
Ma
potevo bearmi di quei pochi momenti. Avrebbero
sopperito le mie inquietudini, i miei tormenti, le mie mille lagne. Mi
restava
poco per gioire della sua presenza. Pochissimo, fino a quando non mi
avrebbe
allontanato. Fino a quando tutto sarebbe diventato evidente e per una
sveglia
come Hermy ci sarebbe voluto poco.
Dovevo
stargli lontano.
Sì,
Draco
non ci credi neanche tu, mi dissi. Ora che hai parlato, riso e
scherzato con
lei, non riuscirai a stargli lontano. È impossibile
resistere ad Hermione, è
impossibile non innamorarsi di lei.
Se solo ne
fossi degno.
Se
solo potessi renderla felice.
Se
solo…
Erano questi
i pensieri che mi accompagnarono fino alle mie stanze. Prima di
buttarmi nell’alcol.
Quell’alcol che mi serviva per dimenticare tutti i miei
sbagli, per dimenticare
il mio marchio, il mio sangue e il mio cognome.
Malfoy, ero
un Malfoy nonostante avessi rinnegato gli ideali di Voldemort,
nonostante
avessi collaborato con l’ordine, i buoni, il ministero,
nonostante fossi
diventato Auror. Ero sempre un Malfoy, un odioso Mangiamorte purosangue
e mai
sarei stato degno di starle accanto.
Non
lo ero neanche come collega.
Lei
era pura, lei era il bene. Lei era tutto quello
di cui avevo bisogno, ma non potevo infettarla. Io non potevo. Non ne
ero degno
e mai lo sarei stato.
***
Finalmente era
domenica, avevo deciso di concedermi un po’ di relax per il
castello e mi sarei
data alla lettura, finalmente avrei potuto leggere la sezione proibita
senza
nascondermi sotto il mantello di Harry, mantello che per altro non
avevo. Figurati
se Harry ti presta il suo prezioso mantello.
Mi feci una
veloce doccia, acconciai i miei capelli ed uscii dalle mie stanze
diretta alla
biblioteca. Oggi avrei parlato anche con Draco, dovevamo decidere cosa
fare nel
nostro laboratorio-club dei duellanti.
Tutte le mie
intenzioni furono rese vane da Ortis, il professore di divinazione. In
quel
momento lo odiai profondamente quasi mi fece rimpiangere quella pazza
della
Cooman e quello era veramente il colmo, io odiavo quella impostora,
anche se
col tempo ho dovuto ammettere che due previsioni giuste le aveva fatte.
Due in
un mare di fregnacce.
Ortis mi
aveva visto vicino alle scale che portano alla biblioteca e per mia
sfortuna
aveva deciso di starmi appiccicato tutto il giorno, non sapevo bene per
quale
motivo, anzi, lo immaginavo ma cercai di togliermi dalla testa che
anche con il
nuovo professore di divinazione non poteva esserci altro che
un’amicizia, forse
neanche quella, visto tutte le volte che guardava la mia scollatura.
Ringraziai
mentalmente il gelo del castello che non m’ aveva fatto
mettere il vestitino bianco.
Vestito
che faceva risaltare tutte le mie
curve e che solo uno a cui non interessavo più come donna,
riuscì a non apprezzare.
Infatti, a Ron quel vestito non faceva né caldo ne freddo,
mentre ogni volta
che avevo voglia di sentirmi coccolata e ammirata, ogni volta che
sentivo che
Ron e la nostra storia mi sfuggiva di mano, lo indossavo. Un
po’ di autostima
non faceva male a nessuno e anche una donna come me, Fiera, orgogliosa,
tenace
aveva bisogno delle carezze.
Non so
perché
la mia mente vagasse verso quei ricordi. Ricordi dolorosi, come tutti
quelli che
riguardavano Ron. Avvolte, pensavo che mi avessero lanciato un imperio
per
ridurmi come un tappetino nei confronti di quel mentecatto di Weasley.
Levare il
salame dagli occhi fu la cosa più difficile e per
risollevarmi c’erano voluti
ben due anni e ancora non riuscivo a camminare.
Ricordo che
Ginny
aveva organizzato per me diversi incontri con l’altro sesso.
Incontri disastrosi,
se ci penso, rido ancora. Anche se al momento non ridevo affatto, solo
Draco
era contrario a quella terapia d’urto. Secondo lui dovevo
stare a casa e
rilassarmi con gli amici. Amici che si rivelavano essere solo lui,
Harry, Ginny,
Pansy ,Teo e Luna quando non era in viaggio per lavoro.
Camminai
affianco
del professore di divinazione, senza prestare attenzione a quello che
diceva,
fino a quando giungemmo nell’andito che portava alla
biblioteca e li vidi
qualcosa di sconvolgente. Una fila enorme di gente, anzi di ragazze
aspettava
il proprio turno.
Guardai Ortis
e anche lui non sapeva niente di quello che stava succedendo visto
l’espressione
da pesce lesso che aveva fatto.
- quella che
aula è , chiesi al mio collega.
-l’aula
di
difese. Rispose.
Sogghignai,
Draco
le aveva messe in fila per qualche oscuro motivo.
Mi avvicinai
alla lunga fila e chiesi alla prima ragazza che mi i palesò
davanti delle
lucidazioni su quello che stava succedendo.
-Scusa, mi
sai dire perché siete tutti in fila dietro questa porta?
State ostruendo il
passaggio verso la biblioteca. La ragazza alta dai lunghi capelli neri,
bella
decisamente molto bella, dava un’aria a Astoria e mi si
strinse lo stomaco al
solo pensiero, mi stava guardando. Valutava se era vantaggioso
rispondermi, che
stronza.
-pretendo
una risposta Ragazzina, sottolineai la parola
“ragazzina” per farle comprendere
chi aveva il coltello dalla parte del manico. Lei sbuffo, sonoramente
cosa che
mi diede ancora più sui nervi.
-ci siamo
iscrivendo al club dei duellanti, il professor Malfoy, e li vidi i
cuoricini
nei suo occhi, è il professore.
-il
professore del club dei duellanti, disse Ortis allibito dalla notizia
appena appresa.
Malfoy. Assurdo continuò il professore di divinazione. Ora
manca che chiami il
padre per insegnare Pozioni.
Guardai allibita
Ortis che blaterava della vita privata di un collega, strinsi la mano
in un
pugno ero quasi pronta per tirare un cazzotto ad un'altra persona
all’interno
di quel castello, forse stare qui faceva uscire la voglia di menar le
mani
anche a una pacifica come me. Questa, infatti, sarebbe stata la seconda
volta,
ma questa volta non ci sarebbe stato nessun sepeverde a riceverlo, non
sarebbe
stato Draco a ricevere l’ennesimo pugno da Hermione Granger.
Cercai di
ritrovare la calma ed evitai di guardare quel cretino di Ortis, mi
avvicinai
alla porta e bussai. Non attesi neanche l’invito ad entrare
che spalancai la
porta.
La scena era
comica. Draco era seduto dietro la sua scrivania mentre un avvenente
ragazza
cercava in tutti i modi di circuirlo e lui incurante di ciò
cercava di capire
se aveva attitudini abbastanza elevate per partecipare al club dei
duellanti. Quando
entrai nella stanza la ragazza, si tirò su la manica della
blusa che indossava
e che aveva fatto scivolare con poca grazia nel momento in cui avevo
spalancato
la porta. Inesperta, pensai non deve essere una sepeverde quelle
mangiano pane
e malizia. Infatti, quando giunsi vicino alla cattedra, vidi lo stemma
dei
tassorosso nella sua giacca.
-esci,
dissi. Devo parlare con il professor Malfoy e avvisa fuori; Le
selezioni sono
sospese. Lo vidi alzarsi in piedi ma non disse nulla, non disse fino a
che la
porta non fu chiusa e insonorizzai il suo studio.
Poi ci scannammo
come non capitava da mesi. Mi ci volevano le litigate con Draco. Erano
le prime
cose che adorai di lui, mi facevano sentire viva. Mi ricordavano la
vecchia
Hermione quella che si batte per non essere soprafata. Quella che
combatte a
testa alta. Anche se ora non litigavamo più per la purezza
del sangue ma per la
scelta e l’organizzazione di uno stupido club per duellanti.
***
SPAZIO AUTRICE.
Oggi mi sono data alla pazza gioia, dopo il nulla di alcune settimane.
ecco l'ottavo capitolo.
non so come è venuto, prendetelo cosi com'è.
avevo questa ispirazione.
RECENSITE, mi basta anche un ciao sono passata ad insultare la tua
storia cretina...
ma sarei piu felice se sapessi che vi piace il tutto. io ci spero
sempre :D
kiss
|
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Capitolo 10 *** AVVISO ***
Buon giorno ragazze/i, vi scrivo per sapere cosa pensate di questa storia?
Ormai ho perso le speranze, vedo che in molti leggete, ma nessuno recensisce.
Sono al'ottavo capitolo ed ho ricevuto una manciata di recensioni al massimo, ringrazio le anime pie che l'hanno fatto logicamente. Ma ora mi trovo ad un bivio continuo o no questa storia? vi interessa? Ho il nono capitolo in lavorazione aspetto di sapere che mi dite.
Ciao a tutti. Miki |
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Capitolo 11 *** 9.capitolo ***
9- Capitolo
-Dimmi se
sei diventato cretino tutto d’un tratto, dissi aggredendolo.
Quelle ti mettono
nei guai. Stanno aspettando il momento giusto per sputtanarti. Tutto il
mondo
magico sta aspettando un tuo passo falso.
Ero incazzata,
avevo paura che qualcuno potesse interpretare male la sua selezione di
sole
ragazze per il club dei duellanti.
-perché
ridi? Draco non c’è niente da ridere. Proprio
niente rispose piccata.
-fai ridere,
Emi, sei l’unica donna oltre mia madre che si preoccupa per
quello che pensano
le altre persone su di me.
-tutti sanno
che ami le donne, Disse l’ex Grifondoro.
-gelosa
Granger. Ghigno Malfoy.
-assolutamente
NO, Malfoy. Risposi
-queste non
sono donne, sono ragazzine. Non è venuta nessuna Sepeverde?
Chiesi e senza
aspettare la risposta del mio collega continuai il mio monologo. Quelle
sarebbero
state toste da contrastare. Era divertito della cosa. Assurdo.
-quelle,
immagino che verranno direttamente la notte nelle tue stanze, come
facevi tu
quando eri un alunno.
- non tutte
le sepeverdi sono come le descrivi tu. E perla cronaca sono stato anche
con le
Grifondoro.
Rimasi spiazzata
dalla notizia non avevamo mai parlato delle sue donne, di solito
parlavamo
delle mie paturnie con Ron.
- anche
delle nate babbane. Riprese lui. Non so perché mi sentii
offesa. Tutte avevano
trovato riparo tra le sue braccia anche quando era un emerito stronzo
mentre io
ero derisa e umiliata. Offesa e schernita. Lo guardai stranita e
incredula, trattenevo
la rabbia. Rabbia che mi era salita all’improvviso senza
motivo.
-Non ti sei
fatto mancare niente dissi acidamente, volevi primeggiare anche in
quello.
Non sapevo
perché
gli stavo dicendo quelle cose, non sapevo perché mi sentivo
cosi strana. Così continuai.
–Immagino che sei stato con loro perché non erano
importanti e non ti potevano
scalfire o farti innamorare. Pensa se il grande Malfoy
s’innamora. Pensa se a
farlo sbarellare è una mezzosangue, vaneggiavo…
eh no, nessuno reggeva il
confronto con la grande Astoria. Poi lei ti ha spezzato il
cuore… e sei
scappato.
-Astoria ?
oddio Emi, non sono andato via per Astoria. Tu non capisci. Non capisci
mai.
-NO Draco,
sono stupida perché non ti capisco. Perché non
comprendo perché sei sparito
senza salutarmi.
-Avevo
bisogno di cercare me stesso. Replicò il biondo.
-non mi hai
neanche salutato, non ti ho sentito per due settimane. Due settimane
Draco. Stava
urlando.
-l’hai
già
detto e comunque mi hai cercato in Brasile… rise lui
prendendola in giro
bonariamente cercando di stemperare la tensione tra di loro.
-non mi sono
divertita, lo sai Draco. Poteva essere successo di tutto. Qualcuno
poteva
averti ucciso perché eri diventato un auror, sai le vendette
esistono. Potevi esserti
sentito male in un locale babbano e non ti conosceva nessuno.
-mi hai
cercato in un ospedale babbano Granger?
-si. Ero
preoccupata.
Ammise la professoressa di Trasfigurazione.
-sei malata,
lasciatelo dire. Un’ansiosa patologica.
Stavamo
discutendo
da ore, tra urla e risate era tornato con me era il mio Draco dirli che
pensavo
a lui in un altro modo l’avrebbe allontanato definitivamente
ed io senza il suo
sostegno, le sue battute, le sue risate mi sentivo persa. Mi sentivo
come una
barca nella tempesta. L’avrei amato per sempre senza dirlo
mai.
***
Avevamo discusso
animatamente per ore, era sempre la solita isterica e impulsiva, anche
quello
mi piaceva di lei. Oltre al suo corpo, al suo sorriso, alle sue labbra,
ai suoi
occhi, alla sua cocciutaggine e la sua intelligenza. La sua
intelligenza m’irritava
avvolte, mi faceva sentire un mentecatto. Ma soprassedevo per stargli
vicino,
avrei accettato tutto. Ora ne ero certo, non sarei più
riuscito a staccarmi da
lei fino a che il cuore avrebbe retto, fino a che un altro non
l’avesse
allontanata da me. Perché l’avrebbero capito
subito che io dipendevo da lei. Che
le mie azioni erano un suo volere.
-allora
Granger come ci mettiamo d’accordo per il club dei duellanti.
Chiesi mentre la
guardavo sorseggiare la sua acqua viole.
-uhm, non
so. Dovremmo affliggere un annuncio in bacheca. Pregando che non ci sia
la
processione di ragazzine.
-perché
non
vuoi che ci siano ragazze al nostro club, dissi sogghignando.
-certo che
voglio che ci siano anche le ragazze. Sono per la parità dei
sessi. Ma non
voglio che siano lì perché il professore
è affascinante e sperano di
ammaliarlo.
-affascinante?
Ah vero mi ricordo che anche tu al nostro secondo anno ti iscrivesti
perché il
professore era affascinante. La presi in giro e lei divenne rossa.
Deliziosa, era
deliziosa quando diventava rossa per l’imbarazzo.
-ero una
ragazzina e lui … disse Hermione.
-un’incompetente….finii
io. Granger, Paragonami ad Allock un’altra volta e
dovrò schiantarti veramente.
-tremo
Malfoy, mi rispose lei scoppiando a ridere.
Ero stato
bene quella mattina con lei. Tutto sembrava tornato nella
normalità ma sapevo
che nonostante tutto in molti non avrebbero approvato il nostro modo di
parlare, di ridere, scherzare. Molte persone non vedevano di buon
occhio il
nostro grado di amicizia. Molte persone non vedevano di buon occhio me
come
insegnante, ma quello lo scoprii solo la mattina dopo leggendo la
gazzetta del
profeta.
SPAZIO AUTRICE
Bene dopo le turbe mentali di questa mattina riposto un capitolo. Non
succede nulla , ma in realtà succede molto. Almeno Draco e
Emi parlano, litigano e scherzano.
entrambi hanno paura a chiamare i sentimenti che provano con il loro
vero nome.
entrambi fuggono per paura di perdere l'altro, ma non fuggono nel vero
senso della parola. sanno entrambi che fuggire dall'altro li
farà stare anche peggio.
Ve lo dico ...Recensite...ma se anche non lo farete so che molte
ragazze fantastiche leggono questa storia, che piace e ne sono felice.
grazie a tutte.
|
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Capitolo 12 *** 10. calunnie via Giornale. ***
10. Calunnie via
Giornale.
Alzarmi la
mattina era sempre stato il mio più grande problema, ma quel
lunedì, sarei
dovuto rimanere a letto evitandomi, cosi, le occhiate malevole di
alcuni miei
colleghi e gli sguardi timorosi di molti miei alunni. Ma nessuno mi
avvisò e
cosi come tutti gli altri giorni, mi alzai di malvoglia, mi lavai, mi
vestii e
scesi in sala grande per la colazione quello era per me Il momento
più rilassante
dell’intera giornata, ma quel giorno qualcosa andò
storto.
Avrei mangiato
la mia fetta di pane tostato con burro e marmellata rigorosamente di
albicocche. Avrei sorseggiato il mio caffè espresso Italiano
mentre il solito
gufo planava per portarmi la posta e la gazzetta del profeta, di cui
ero
ritornato a essere abbonato tutto questo mentre sfogliavo
distrattamente le
notizie riguardanti l’economia magica.
Infine,
avrei bevuto la spremuta alle arance rosse di Sicilia, la mia preferita
per
quel gusto aspro e deciso che sentivo appartenermi. Poi mi sarei
rilassato
poiché
Avrei avuto
una lezione solo nel pomeriggio.
Grifondoro e sepeverde del terzo, avevo già
deciso che avrei parlato dei
mollicci e come il mio ex professore gli avrei fatti lavorare ed
esercitare con
uno che avevo trovato nell’ala est ancora in disuso dopo la
guerra. Avevo
programmato tutto, ma non avevo messo in conto loro.
Cosi come un
tempo fu mio padre a parlar male dei miei professori, attaccandoli
pubblicamente dalle pagine dei giornali, ora erano i miei ex compagni e
colleghi a parlare di me e del mio nuovo ruolo in maniera del tutto
inopportuna.
Slegai il
giornale dalla zampa del gufo postino e incominciai a leggere ma ben
presto la
fetta di pane tostato mi si blocco nello stomaco.
UN
MANGIAMORTE A HOGWARTS
La
McGranitt
sull’orlo della pazzia concede la cattedra di difese contro
le arti oscure a
Draco Lucius Malfoy.
Rimasi
esterrefatto dalla prima pagina e nonostante sapessi che tutti
mi stavano guardando continuai a leggere lì, in sala grande.
Ennesimo
Scandalo a Hogwarts.
Un
mangiamorte come docente.
Draco
Malfoy, figlio del braccio
destro di-voi-sapete-chi, ha ricevuto un nuovo incarico.
Draco
Lucius Malfoy, ha solo ventitré anni ma il suo armadio
è pieno di scheletri. Il
giovane rampollo della casata dei Malfoy dopo essere stato in prima
linea
durante la seconda guerra magica, nelle file del nemico, tanto che,
risulta
essere uno dei più giovani maghi con marchio nero sul
braccio è riuscito
misteriosamente o quasi a uscire pulito da tutta la losca vicenda.
Cosa
non riescono a fare vagonate di galeoni, miei cari lettori.
Infatti,
grazie alle risorse finanziarie che il suo casato possiede, il giovane
Draco, è
riuscito a non essere giudicato dal
wizengamot
al completo e per lo stesso motivo che
cui, il suo illustre e malvagio padre è scampato alla
prigione magica di Azkaban,
e ora sconta la sua pena nel grande Manor di sua proprietà.
Il
Malfoy, dice un mago che vuole tenere l’anonimato,
è riuscito a incantare tutti
anche Harry Potter e Hermione Granger due esponenti del grande trio dei
miracoli,
tanto da entrare nell’accademia per diventare auror sporcando
con il nome l’intera
categoria. Ma sono state enormi i misfatti del giovane fin in giovane
età, fu incaricato
da Voi-sapete chi di uccidere silente, ma falli per puro caso, cosi ad
ucciderlo fu Piton. Pensi, dice il mago, che aveva tentato di
avvelenarmi e ha
mandato una mia compagna al san mungo per mesi.
Ecco Weasley e
il suo inevitabile attacco.
Come
ben sapete i Malfoy sono legati a doppio filo con la magia oscura,
essendo loro
stessi maghi oscuri, dice N.P. un ex alunno e collega del giovane
professore. Quando
la preside, Minerva McGranitt, mi ha annunciato che Malfoy sarebbe
diventato un
professore di Hogwarts ho storto il naso ero pronto, addirittura, a
dare le
dimissioni ma poi ho pensato ai ragazzi. Non potevo abbandonarli al
loro
destino con uno cosi come guida.
Alzai lo sguardo
verso Paciock, lo stronzo non riusciva neanche a
guardarmi in faccia, mentre quel viscido di McLaggen mi sorrideva
beffardo. Ripresi
a leggere.
La
cosa più sconvolgente, dice un altro professore di Hogwarts
che vuole mantenere
l’anonimato, è che ora Malfoy
incomincerà un laboratorio studio con gli
studenti, una sorta di club dei duellanti, dove sono sicuro, si
useranno magia
nera e maledizioni senza perdono come se si stesse mangiando una
gelatina tutti
i gusti + una…
Continua
a pagina 12
Molte
sono le proteste che i genitori dei giovani hanno recapitato alla
preside, ma
la vecchia pipistrella Minnie ha glissato dicendo che per quanto le
riguarda
Draco Malfoy, era un ottimo ragazzo, era stato un ottimo auror e da
quanto
dicevano gli alunni dopo la prima settimana di lezione anche un
bravissimo
professore…
Speriamo
che a parlare non siano state solo le ragazzine visto, i precedenti del
giovane
Malfoy con il gentil sesso e che nessuna gravidanza disturbi il sonno
del
giovane rampollo di casa Malfoy.
Ma
se questo dovesse succedere, non temete la vostra Rita vi
terrà aggiornati.
Finii di
leggere gli innumerevoli articoli. Avevano cercato di parlare anche con
mia
madre, che per fortuna chiamò Harry per far sgombrare la
schiera di giornalisti
fuori dai cancelli del manor. La cosa che più mi diede
fastidio fu leggere
quelle cose sulla morte di Silente, sapevo che in pochi sapevano quello
che era
realmente accaduto, quello era in realtà un segreto e
nessuno avrebbe mai parlato,
nessuno tranne… Ron Weasley lo stronzo. Mi sarei vendicato,
ero pur sempre un
sepeverde e con lui avevo troppi discorsi ancora in ballo.
Mi alzai dal
tavolo dei professori senza proferir parola, sentii gli sguardi di
tutti
addosso e uscii dal portone proprio quando arrivo lei. Non la guardai
nemmeno, non
mi fermai quando mi chiamò e andai nelle mie stanze.
Avrei pensato
un po’. Più scappavo, più i miei errori
m’inseguivano. Era impossibile
liberarmi.
Non
sarei mai diventato pulito, non avrei mai
cancellato gli errori, le macchie che il mio animo e il mio corpo
portavano.
Non sarei
mai stato libero, perché per tutti io ero marcio.
***
Avevo dormito
troppo quella mattina, ma il lunedì era traumatico un
po’ per tutti ed io non
facevo certo differenza. Cosi quando aprii gli occhi e vidi che la mia sveglia babbana
segnava le H.08.45
mi venne un coccolone.
Mi
alzai di scatto ed entrai in bagno, mi preparai
cosi di fretta che raccattai il primo jeans che trovai
nell’armadio, misi una
camicia bianca sopra un maglioncino a v e le mie ballerine rosse e dopo
aver
raccolto i capelli scesi in sala grande per la collazione, magari
riuscivo a
bere una bella tazza di the prima della lezione con i ragazzi del
4° anno.
Arrivai
ansimando davanti alla grande porta della sala grande vi era un
silenzio irreale,
talmente assurdo da non sembrava neanche di stare a Hogwarts. Stavo per
entrare
quando vidi Draco venirmi incontro, non mi guardava e dal passo svelto,
la
faccia contratta capii che non era certo nel suo giorno migliore.
-Ciao Dra-
dissi.
Ma lui continuò a camminare senza degnarmi di uno sguardo,
senza un minimo
gesto di saluto. Continuo a camminare diretto alle sue stanza nella
zona ovest
del castello.
Quando entrai
in sala grande, sembrava che Hogwarts avesse ripreso a vivere. Arrivai
nel
tavolo dei professori mentre Cormac e Neville parlottavano fitto fitto
tra di
loro, appena mi videro si bloccarono di colpo e mentre io mi accomodavo
accanto
ad Hagrid, loro, si alzavano scambiandosi un sorriso compiaciuto.
Abbassai lo
sguardo verso una coppia della gazzetta del profeta che Neville, aveva
fatto
scivolare con nonchalance verso di me poco prima di abbandonare il
tavolo e di
sfuggita lo guardai.
Rimasi ferma
sulla prima pagina per non so quanto tempo. Alzai lo sguardo notando
che tutti
in quel momento guardavano me. Presi la coppia del giornale e uscii
dalla
stanza. Dovevo assolutamente parlare con Draco.
Arrivai davanti
alla sua porta e quasi tremavo, sapevo che avremmo litigato, capitava
spesso
quando si sentiva a disagio. Quando tutto quello che era successo,
quando tutto
quello che era stato, veniva tirato in ballo. Quello era il suo punto
debole e
nonostante tutto non riusciva a conviverci.
Respirai
profondamente
cercando di calmarmi, mi tremavano le mani dalla paura che stesse
scappando
nuovamente dalla realtà, da me.
Bussai, senza
attendere risposta spalancando la porta che portava al piccolo
salottino e lo
vidi, lì seduto nella poltrona verde smeraldo stile luigi
XXIII a lui tanto
cara. Aveva un bicchiere in mano e la cosa non mi piacque affatto.
Mi portai
davanti a lui decisa a scuoterlo ma quando lo vidi cosi, abbattuto,
disperato
mi si strinse il cuore. Perché tutti ce l’avevano
con lui, perché nessuno
voleva conoscere il vero Draco, perché tutti continuavano a
dargli le colpe di
tutto, perché.
-Draco-
m’inchinai
verso di lui, togliendoli con dolcezza il bicchiere dalle mani, non
fece
resistenza.
-Draco,
io… -
Non
terminai di parlare che incomincio lui.
-ho dato le
mie dimissioni alla McGranitt-
-Draco-
-non le ha
accettate- sospirai ma non dissi nullo, continuai a farlo
parlare… lui voleva
parlare, sfogarsi.
-Hanno
ragione a lamentarsi, io non merito questo posto, io non merito niente
io
merito il carcere-. No potei trattenermi, avevo sentito troppo.
-Draco
Lucius Malfoy, cosa cazzo stai dicendo. Tutto quello che sei ora, lo
hai fatto
con i tuoi sacrifici, senza l’aiuto o i soldi della tua
famiglia-.
-lo so-
-Allora
perché
ora sei in questo stato-
-perché,
nessuno mai mi vedrà come mi vedi tu, come mi vede Harry,
Ginny o Blaise-
-è un
loro
problema- dissi.
-No Granger
è mio il problema. Io per loro sono sempre e solo un
mangiamorte, non potrò mai
diventare un buono. Io sono marcio e stando al mio fianco la gente
prede credibilità-.
-Un’altra
cazzata, Malfoy. L’ennesima che dici-
-Tu non vuoi
capire, tu vedi sempre tutto positivo-
-Io vedo
quello che c’è da vedere. So valutare quando uno
merita o no il mio rispetto e
tu lo meriti tutto. Meriti il mio rispetto, la mia stima e il mio
sostegno-.
-Non lo
merito-
-Altra
cazzata Malfoy, oggi ne stai dicendo parecchie. Stai per superare il
record-
-hai letto
gli articoli?-
-non tutti-
ammisi.
-l’hai
letto
quello dove, il tuo ex ha visto bene di informare tutto il mondo magico
che ero
stato io quello incaricato da Voldemort, a uccide Silente-
-Ron, non
poteva…cazzo-
-Non credo si
preoccupi delle conseguenze che quelle chiacchiere amorevoli con la
Skeeter,
possano portare. Infondo è pur sempre il cognato del
salvatore del mondo-
-Harry
sarà
incazzato-
-credoanch’io,
ma alla fine non ha mai fatto niente contro Weasley, neanche
quando…-
-dillo Draco.
Harry non è intervenuto neanche quando ha saputo delle corna
che Ron mi faceva
da mesi. Tranquillo l’ho superata puoi dirlo ormai non
m’interessa più-
-non ne sono
convinto-
-Invece ti
sbagli, non m’interessa più Ron come uomo o
fidanzato, non m’interessa la sua vita
e neanche quello che pensa, per me non esiste-
-fino a
quando non lo vedi, poi lo incontri e il tuo cervello smette di
funzionare, e
invece, che una strega intelligente e brillante ti riduci a una stupida
ragazzina in preda agli ormoni-
-come osi-
-è la
verità, tu non ti rendi conto-
-cazzo, Draco
sei qui perché alcuni ti hanno calunniato su un giornale e
tu ti preoccupi di
me e del mio infatuamento per Ronald Weasley-
Lo guardai
sbalordita,
perché ora stavamo litigando su Ron.
-dato che mi
calunnia perché sono diventato tuo amico- urlo Draco.
-lui ti calunnia
perché ti odia, la nostra amicizia non c’entra. Tu
perché lo continui a odiare,
invece?- chiesi
-perché,
non
sa apprezzare le cose belle che la vita gli ha offerto. Trattandole
come delle
scarponi vecchi- lo disse con tanta rabbia che neanche si accorse, che
in quell’istante
stava rivelando molto di più di quello che era disposto a
dire. Di quello che
avrebbe mai rivelato in una conversazione normale.
-cosa
significa, questo Draco?- ero sconvolta. Stavamo urlando.
-niente-
disse il biondo alzandosi di scatto dirigendosi verso la finestra dove
una
civetta bianca aspettava a entrare.
Sfilo la
pergamena dalla zampa di Edvige II, la civetta di Harry, e lesse.
-Bene Granger,
pare che il ministro sia stato costretto, grazie alle dichiarazioni dei
tuoi
amici e alle migliaia di lettere di genitori preoccupati, a mandare
qualcuno a
Hogwarts. Non sia mai infligga qualche maledizione senza perdono alle
giovani
menti.-
Rimasi ferma
a osservare il ghigno di tristezza che percorreva il giovane volto di
Draco. Era
bello anche in quel momento di dolore, si sapevo che stava soffrendo.
Era evidente.
-Harry che
dice?- chiesi, riprendendomi.
-che vuoi
che dica. Si scusa delle dichiarazioni di quel cretino, ma non
può nulla contro
il ministro che ha visto bene di spedirci proprio il buon vecchio rosso
per
controllare meglio -
-cosa?-
-si Granger,
arriva Ron Ron, non sei felice- disse con il suo solito sarcasmo.
-No-
-eh mi spiace
ma non possiamo contradire il ministro e aimè non posso
andarmene ora, visto
che la preside non mi ha dato scelta-
-almeno lei
ha sale in zucca-
-se mi
concedeva le dimissioni, avresti avuto doppia cattedra e ti evitavi la
faccia
di quel demente, non ringraziarla molto Granger. la preside non ti sta
facendo
certo un favore-
-sicuro
Malfoy-
-certo che
ne sono sicuro-
-allora sono
lieta di contradirti, ma l’unica notizia bella di oggi e che
tu rimani qui con me
e ora scusami ma ho lezione- mi avvicinai a lui e gli scoccai un bacio
sulla
guancia e scappai prima che si accorgesse che ero diventata rossa come
i
capelli di Ginny.
***
Spazio
Autrice.
Buona sera belle, ho messo su questo capitolo in
tre giorni ma più lo rileggo e più non mi
convince appieno.
Draco viene attccato a mezzo stampa da alcuni colleghi che
non vedono di buon occhio lil suo incarico a Hogwarts e dopo alcune
dicchiarazioni e le lettere dei genitori dei ragazzi viene mandato un
uomo del ministero per savalguardare i ragazzi, la sfiga di
Hermione e draco è che il ministro manda Ron, quindi
immaginate....
al prossimo capitolo.
Recensite. kiss
|
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Capitolo 13 *** 11.Capitolo ***
11.Capitolo
Ero
disperato quel giorno ma una flebile speranza, un piccolo barlume di
luce nel
buio della mia vita si era presentato pochi attimi prima, quando le sue
labbra
si erano avvicinate alla mia guancia.
Un
semplice bacio sulla guancia, una cosa
prettamente infantile, mi stava facendo sognare come non mi capitava da
tanto
tempo.
Dimenticandomi
così, del casino che non meno
di due ore prima mi aveva portato sull’orlo della
disperazione. Un bacio e le
sue parole, le sue dolci parole, ecco cosa serviva per rendere la mia
vita meno
amara.
Sapevo che
quel momento sarebbe stato passeggiero, come una folata di vento,
sarebbe
scomparso appena il “rosso” fosse giunto al
castello.
Ma
non m’interessava.
Ora
pensavo a lei, a quando aveva detto che
ero importante, a quando aveva ammesso che sapermi lì
vicino, nonostante tutto,
la rendeva felice.
Era felice
nonostante tutto, nonostante i casini che mi circondavano.
Cosi passai
la mattinata di quel famoso Lunedi, pensando ai suoi occhi marroni, ai
suoi
boccoli castani, alla sua pelle bianca e candida, desiderando
ardentemente il
giorno in cui il suo volermi vicino non fosse solo per amicizia ma per
amore.
Un giorno
che aimè non vedrà mai l’alba.
Perché,
benché io l’amassi lei, mi vedeva solo come il suo
confidente, la sua ancora,
un caro amico da proteggere dalle ingiurie del mondo magico.
***
Quella
mattinata era volata, mi sarei quasi venduta l’anima
affinché non terminasse
mai.
Affinché
i
miei occhi non si trovassero più davanti
quell’uomo alto dinoccolato, dalle
iridi azzurre come il cielo e i capelli rossi come il tramonto.
Affinché,
non vedessi più quel sorriso sghembo, incorniciagli il viso,
lo stesso sorriso
che tormenta le mie notti. Lo stesso che aveva il giorno che cercava di
spiegarmi perché mi lasciava, mentendo su tutto. Tradendo
anche il ricordo di
quello che avevamo vissuto. Umiliandomi ancora come donna.
Harry
mi aveva confermato che era lui, l’auror
che ministero mandava a controllare Draco. Il peggio che potesse
capitare per
tutti.
Il peggio
che potesse capitare per noi.
Per me, che
ancora raccoglievo i cocci di una storia durata tre anni, ma che si
trascinava
da quando ne avevo tredici. Io, quei cocci avrei cercato ancora di
tenerli
insieme, a costo di utilizzare il magic shock magari mi andava bene, ma
il vaso
era infranto e lui mille miglia lontano da me, lontano da noi. Come se
niente
ci avesse mai legato.
Un’amicizia,
la guerra e poi l’amore… tutto si
era sciolto come il ghiaccio al sole.
Tutto si era
infranto, come se il nostro amore non ci fosse mai stato. Come se il
suo amore
per me si fosse prosciugato.
Una sbandata
ed Il tradimento, la libertà fu la giustificazione del
gesto, cambiare donna la
sua soluzione.
Cosi Gabrielle
s’insinuò tra di noi, cosi lo porto via da me,
senza che me ne accorgessi,
senza che potessi fare niente. Era già totalmente suo,
quando mi accorsi della
loro storia. Un’altra donna si era insinuata tra noi, aveva
occupato il mio
posto affianco a lui nel nostro letto e la mia vita tanto perfetta si
era
sgretolata lasciandomi immobile in balia degli eventi.
Ero rimasta
nell’aula vuota, pensavo alla mia vita, a com’era
cambiata in quei due anni
dalla rottura con Ron, mi accorsi solo per caso che mancava poco alla
cena e
che avrei dovuto farmi una doccia, rendermi presentabile e forse
parlare con
Draco.
Draco, non
avevo pensato al comportato di Ron nei suoi confronti, ero stata troppo
assorta
nel commiserarmi nel dolore di rivederlo, dimenticando la ragione per
cui
quello stronzo veniva al castello.
Come
si sarebbe comportato Draco, come si opporrà
alla presenza inquisitoria di Ron. Cosi mentre salivo diretta alle mie
stanze
numerosi flashback mi riportavano indietro a ricordi estremamente
tristi di
quello che eravamo e che per fortuna avevamo superato, tutti, tranne
uno dai
capelli rossi che non aveva mai accettato un biondo nel magico trio.
Forse era
quello che ancora odiava di lui, l’essere diventato mio amico
durante i mesi
dell’addestramento per diventare auror, o forse le lodi che
Harry gli fece alla
prima uscita in missione quando Draco riuscì a sventare un
agguato salvandoci
letteralmente le penne a tutti.
Ma il loro
rapporto di odio e disprezzo durava da circa dodici anni, tanti ne
erano
passati da quando per la prima volta ci incontrammo tutti
sull’espresso per Hogwarts.
Pensai a
tutto quello che negli anni c’era stato tra loro e il sangue
mi si gelo nelle
vene. Ron non aveva mai perdonato gli insulti e le risate che Draco
undicenne
chi riservava, non aveva perdonato gli sberleffi e quella canzoncina
cretina
che chi cantava dagli spalti dello stadio.
Odiava quando
lo faceva sentire inferiore, nonostante il sangue puro scorresse nelle
sue vene
come in quelle di Draco, ma per lui era un traditore del suo sangue, un
signor
nessuno al confronto della casata dei Malfoy. Ricordavo ogni gesto che
Draco e
suo padre avevano rivolto ai Weasley, i loro disprezzo e le
maledizioni.
Ricordo la
guerra e le torture.
Ricordo tutto,
ricordo Fred, ma ricordo anche, che Draco non c’entrava
niente non aveva ucciso
uno dei gemelli, non aveva ucciso Silente era solo una marionetta come
Lucius nelle
mani di Voldemort.
Questo era
uno dei motivi per cui la mia storia con Ron finì. Io
difendevo Draco dalle sue
accuse, mentre, per lui ero ceca, soggiogata da un serpente che si
stava
insinuando tra di noi per ucciderci lentamente.
Non aveva
mai provato a capirlo a sentire il suo dolore. Non ci sarebbe mai
riuscito, perché
la rabbia lo rendeva cieco. Cieco per vedere la sofferenza di un
giovane uomo
che era cambiato, ma che per i ciechi era sempre una serpe infida e
pericolosa.
***
La McGranitt
attese davanti al grande portone di legno i nuovi ospiti, Il ministro
della
magia, Kingsley Shacklebolt, portava la lunga tunica color arancio e il
solito
copricapo da cui il grande mago di colore non si separava mai. Al suo
fianco un
giovane mago imponente quanto il ministro della magia, si guardava
attorno, ansioso
di vivere nuovamente la magia e l’atmosfera che solo Hogwarts
sapeva dare.
Era questo,
quello che vide Hermione Granger, professoressa di trasfigurazione,
mentre si
recava nella sala grande per la cena in quel lunghissimo Lunedi di fine
settembre. Guardò le due figure entrare nella sala scortate
dalla vecchia
preside prima di riprendere a camminare, cosi, senza degnare nessuno di
uno
sguardo, un saluto o una parola, avanzò
nell’indifferenza più totale e quando
giunse al tavolo che ora accoglieva i nuovi arrivati, sfilo dritta,
superando
il suo solito posto affianco ad Hagrid e sedendosi affianco a Draco con
cui
scambio un veloce sguardo.
Hermione aveva
annunciato al ministero, ai suoi
colleghi e ai suoi alunni da quale parte stava. Nessun dubbio, nessuna
incertezza ancora fianco a fianco ancora in battaglia come lo erano
stati per
cinque anni durante le missioni da auror. Ora, era finalmente giunto il
momento
in cui lei sostenesse la sua ancora.
Colui che per
anni l’aveva consolata,
spronata e incoraggiata a non arrendersi mai davanti alle difficolta,
all’abbandono
alle cattiverie.
SPAZIO AUTRICE
Questo è un capitolo
intermedio, la calma dopo la tempesta, credo, ma serviva non trovate si
spiegano delle cose, i perche dell'odio di Ron per Draco. odio che per
un certo verso si puo anche capire, ma quando anche harry potter decide
di diventargli amico e tu invece di tenere la tua ragazza lontano dalla
serpe vedi bene di tradila e mollarla . ecco in quei momenti capisci
che proprio tanto simpatico Ron Weasley non lo sei...
voi che dite.... ecco se avete da
chiedere parlate vi prego...voglio sentire cosa pensate di questo
capitolo quindi
RECENSITE:
|
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Capitolo 14 *** 12. CAPITOLO ***
12.
Capitolo.
La tensione,
quel lunedì sera, si tagliava a fette nella sala grande di
Hogwarts. Draco e
Hermione non alzarono mai lo sguardo dal piatto, nessun bisbiglio,
nessun tocco
ci fu tra i due professori che continuavano a gustare in silenzio le
pietanze.
Poco lontano
da loro, all’altra estremità del tavolo dei
professori, stavano gli ex
Grifondoro Neville Paciock e Ron Weasley. I due, incuranti del ruolo e
degli
sguardi che la maggior parte dei presenti gli rivolgeva, non toglievano
gli occhi
ai due ragazzi. Diversi, erano però, i loro pensieri.
Se per il
professore di Erbologia, quel gesto di Hermione fu
un’autentica sconfitta per
la sua autostima, poiché, annunciava alla scuola da quale
parte, stava la
professoressa di trasfigurazione. Un semplice gesto che innalzava cosi,
un muro
tra lei e il resto dei professori, un muro che sarebbe stato difficile
da
abbattere.
Per
l’auror, invece, quella fu una vera e
propria dichiarazione di guerra e non sarebbe stato solo il mangiamorte
a
pagare l’affronto, ma con lui, avrebbe pagato anche la sua ex
fidanzata ed ex
amica. Hermione Granger, l’aveva messo in ridicolo,
l’aveva fatto per troppo
tempo e lui non poteva più permetterlo.
***
La cena in
sala grande procedeva nel più assoluto silenzio, solo alcuni
bisbiglii
impercettibili provenienti dalla preside e il ministro, fecero da
sottofondo a
quel lauto banchetto.
<-Mi
spiace per questa situazione, Minerva- Disse l’uomo dalla
pelle d’ebano vestito
arancio, seduto al fianco della Vecchia Preside. –Ho cercato
di arginare le
voci, ma sono arrivati più di cento gufi per chiedere
spiegazioni, era quasi
impossibile mettere tutto a tacere.- Sospirava il ministro, stanco per
l’intera
situazione. –Ho dovuto cercare un auror disposto a venire fin
qui, nessuno
voleva fare un torto a Malfoy - disse. – Potter, era
notevolmente contrariato
da tutta questa situazione ed ha minacciato querele alla Gazzetta,
capirà anche
lei, che non era conveniente mandare qui il capo degli auror visto,
l’amicizia
che lo lega al Signor Malfoy - concluse.>
<-Immagino->
disse la donna, guardando per un momento l’uomo dai capelli
rossi all’estremità
del tavolo. Com’ era cambiato Ronald Weasley in cinque anni,
oramai non lo
riconosceva più quel ragazzo allegro e pasticcione che il
primo giorno di lezione
le aveva fatto i complimenti per la sua trasformazione in gatto.
Dov’era.
Erano passati
anni da quel giorno e anche il sorriso del più giovane dei
Weasley si era
spento. Man mano che gli anni passavano, che la guerra si portava via
le
persone amate. Lui cambiava, evolveva, cancellando il solare Ron e
divenendo
uno stronzo incurante degli altri. Era come se Weasley e Malfoy si
fossero scambiati
la personalità. Come se quello che un tempo era il biondo
sepeverde si fosse impossessato
delle idee e i sentimenti del Grifondoro e viceversa.
<-
Weasley
era l’unico disposto a venire -> si scusava ancora il
Ministro.
<-
Immagino
-> ripeté la donna asciugandosi le labbra con la
salvietta.
***
Il cuore non
aveva cessato di rimbombarle nel petto neanche per un minuto, non aveva
trovato
pace. Così,
quando nel grande tavolo dei
professori comparve il dolce, lei decise che era giunta l’ora
di tornare nelle
sue stanze. Tutto le sembrava sbagliato quel giorno, tutto.
Sfiorò
appena
la mano del suo vicino di sedia, si guardarono un attimo, il tempo
necessario affinché
quegli occhi argentei le scaldassero il cuore e le rasserenassero la
mente. Si alzo
piano, salutò con un gesto il ministro e scivolò
via, oltre la grande porta di
legno. Aveva bisogno di pensare, Hermione, aveva necessità
di allontanarsi da
quel rosso che la guardava con disprezzo e astio. Un disprezzo che non
si
meritava, non era lei ad essere nel torto, non era lei ad aver tradito.
Quelli sarebbero
stati lunghi e dolorosi giorni per lei e più si guardava
attorno e più tutto le
sembrava nero e difficile sopportare.
Si
ritrovò,
così, a pensare ai tre anni insieme, un lungo amaro viaggio
che l’aveva trasformata,
spezzettata, delusa. Della vecchia Hermione non si era salvato nulla,
dell’orgogliosa
Grifondoro erano rimasti i ricordi degli amici, i flashback dei
pensieri e le
cicatrici della guerra. Del loro amore, invece, erano rimasti solo i
suoi
pianti e quel senso di vuoto che le opprimeva il cuore.
I sentimenti
hanno consapevolezza, ed ora che non riusciva neanche a guardarlo in
faccia, si
rese conto che Innamorarsi di lui era stata una follia.
L’unica e la più
crudele che una saggia ragazza potesse mai fare.
***
Quando il
ministro si alzo dal tavolo, molti avevano già abbandonato
la grande sala ed erano
tornati nei ristrettivi dormitori. Così
dopo aver parlato per pochi attimi con il ministro salutò la
preside e si
diresse verso le sue stanze.
Era strano
salire verso il quinto piano e non scendere nei sotterranei come aveva
fatto
per anni, quando di quel castello era un semplice alunno.
<-Malfoy
-
disse una voce alle sue spalle. –
Dovresti cominciare a far le valigie- rise l’uomo –
Tra poco sarai una persona
sgradita anche qui dentro. ->
Si giro
lentamente con un sorriso in viso, il solito ghigno stampo Malfoy.
Quello non l’aveva
mai rinnegato. Scrutò l’uomo che si trovava a
pochi metri da lui. Alto, fiero e
per niente impacciato erano passati anni da quando Ronald Weasley era
cambiato,
in peggio per certi versi.
In molti ora
stentavano a riconoscerlo perfino sua madre.
I suoi modi,
le sue azioni, le sue parole, tutto di lui era cambiato tranne quel
viso da
perfetto imbecille, i suoi movimenti dinoccolati e quegli orribili
capelli
color carota.
<-Non
sperarci SFIGATO-> lo disse strascicando le parole, ricordando
tutte le volte
che l’aveva fatto, tutte le volte che quel
Castello aveva sentito le loro litigate e
fu felice di ricordarglielo. Era sempre uno sfigato, la sua condizione
in quei
cinque anni non era migliorata, aveva perso tutto in quel breve lasso
di tempo.
Aveva perso
gli amici come Potter e Luna, aveva perso il rispetto della famiglia,
soprattutto quello di sua madre e sua sorella ma soprattutto aveva
perso l’amore
incondizionato che Hermione gli aveva donato. L’aveva tradita
alla prima
difficolta, al primo disaccordo. L’aveva umiliata davanti a
tutto il mondo
magico ed ora difronte a lui si ergeva a paladino della legge senza
macchia e
senza paura.
Ridicolo e
Sfigato era sempre stato cosi Ronald Weasley.
<-Malfoy,
non ti resta che la tua arroganza e i pochi spiccioli della tua
famiglia ma
stai certo che dopo che finirò, neanche quelli ti
salveranno- . Si avvicinò
lentamente al professore di difese, i volti dei due uomini quasi si
sfiorarono.
– Nessuno più ti darà uno straccio di
lavoro e finirai a strisciare e chiedere
aiuto e sarà li che io avrò ottenuto la mia
vittorio-> rideva Weasley si beava
della sua posizione di potere.
<-Ride
bene chi ride ultimo, Weasley. - Disse il biondo. –
questo, se non lo sai, è un detto babbano- riprese
ghignando. –Ma noto che l’influenza di Emi su di te
non ha sorto alcun effetto-
riprese – quando si dice: braccia rubate
all’agricoltura->.
E se ne
andò
ridendo, Draco amava prendersi beffe di Ronald Weasley. Era
l’unico del vecchio
trio che continuava a detestava. Sapeva perfettamente che quel
sentimento non
sarebbe mai cambiato, che mai si sarebbe evoluto. Ron non era Potter
che nel
tempo era diventato suo compare e amico fidato ma soprattutto non era
Hermione
la donna che gli aveva rubato il cuore.
SPAZIO AUTRICE.
oddio cosa è questo
scempio...non lo so ero bloccata tutto il giorno su lla prima parte e
in effetti fa pena, ma anche il resto non scherza.
Mi piace solo la parte in cui draco
si da ai proverbi babbani, na cretinata lo so.
va bhe la prossima vediamo di
attivare questo corso per duellanti...
chi di vuoi vuole la dimostrazione di
duello con Draco e Ron alzi la mano...
anzi me lo faccia sapere.
RECENSITE:
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Capitolo 15 *** 13. Capitolo ***
13. Capitolo
Chiuse gli
occhi abbandonandosi dolcemente nell’abbraccio del comodo
divano di pelle
bianca che faceva bella mostra nella sua stanza.
Il suo respiro,
prima ansioso
e agitato, si stava pian piano normalizzando, l’incenso che
aveva acceso appena
era giunta stava finalmente facendo effetto e ora le inebriava la
mente. Lavanda
e magnolia rasserenavano e tranquillizzavano la mente di Hermione.
Aveva
sciolto i capelli liberandosi dalle innumerevoli forcine e ora i
boccoli lunghi
e pieni le ricadevano sulle spalle in modo scomposto. Con un leggero
gesto
portò indietro il capo, rilassandosi sopra il suo comodo
divano. Le dita lunghe
e sinuose torturavano la pergamena appena giunta via gufo, Ginny le
aveva mandato
una lettera, invitandola a mantenere la calma, almeno lei, di fronte
alle
probabili angherie del fratello.
Ron era il
motivo che le aveva fatto abbandonare la cena anzitempo per ritirarsi e
per
certi versi scappare da quell’assurda situazione. Ma lo
sapeva bene Hermione,
non si poteva scappare. Lui era lì e tutti non facevano che
ricordarglielo. Lui
non faceva che ricordargli la sua pesante presenza. I suoi sguardi
carichi di
odio, i suoi sorrisi sprezzanti e le sue battute di cattivo gusto,
com’era
stata stupida a innamorarsi di un tale individuo, ingenua ecco cosa
era. E non
poteva essere solo Gabrielle la causa di quel cambiamento in Ron, non
poteva
essere solo l’astio per Draco, lui godeva nel metterla in
imbarazzo nel
mostrare le debolezze e i punti deboli della ragazza. Lui la umiliava
ogni
volta che la guardava facendola sentire inadeguata, sbagliata, sporca.
Come se
la fine del loro amore fosse solo causa sua, come se fosse stata lei a
tradire.
Respiro
profondamente,
inalando le essenze che vibravano nell’aria e si
alzò, Avrebbe dormito quella
notte magari ricorrendo alla pozione sonno senza sogni, ma non avrebbe
rivissuto il suo incubo.
Non voleva
rivedere per l’ennesima volta la notte
dell’abbandono, il pianto disperato, la preghiera
a non lasciarla.
Non
voleva rivedere lo schiaffo e la spinta
che Ron le infliggeva per liberarsi delle sue mani che disperate
cercavano di trattenerlo
ancora li, nella loro casa. Si era umiliata quella notte, si umiliava
da un
anno per tenerlo con sé, nonostante sapesse che non la amava
più e che forse
mai l’aveva amata.
Affetto,
forse provava affetto per quella
ragazza nata babbana che l’era stata affianco durante
l’adolescenza, che lo
capiva e lo sosteneva ma che non riusciva a farlo innamorare. Certe
volte,
quando si svegliava disperata dopo quei sogni, stentava anche lei a
dargli
torto. Chi mai vorrebbe stare con una come lei, priva di fascino,
taciturna e
dedita al lavoro ora e allo studio prima; nessuno neanche il
più innamorato
degli uomini. Si era trovata tante volte a dare ragione a Ron, dopo
quel sogno.
“Nessuno
vorrebbe starti al fianco, perché sei
arida Hermione”, queste erano state le sue ultime parole, le
ultime prima di
chiudere la porta alle sue spalle e sparire.
***
Dopo il
piccolo battibecco con Weasley si sentiva proprio bene, avrebbe voluto
spaccargli la faccia ma ci sarebbe stato anche quel momento, un giorno.
Lo
sapeva Draco che tra di loro si sarebbe risolto tutto così,
con un duello alla
babbana perché di riverenze e onore Ronald Weasley non ne
era degno. I duelli
con un troglodita non sono giusti, con lui si possono usare solo il
desto e il
sinistro, intervallati da alcuni ganci.
Rise
Draco, la situazione gli cominciava a piacere
e nonostante fosse notte inoltrata ed avesse ancora tra le mani la
lettera che Harry
gli aveva inviato, invitandolo a mantenere la calma difronte alle
probabili
battute di Ron, Draco continuava a rideva.
Amava quel
sentirsi sul filo di un rasoio, i pregiudizi erano il suo pane
quotidiano, l’avrebbero
seguito fino alla tomba e avrebbero seguito i suoi figli, se mai un
giorno ne
avesse avuto. Ma non gli importava lei ora era al suo fianco. Aveva
sfidato l’amore
della sua vita, una stretta al cuore percorse l’ex Sepeverde.
Così,
lei
considerava quel demente, il suo amore, uno che non l’aveva
mai rispettata,
amata, protetta. Ma ora aveva aperto gli occhi, i suoi grandi occhi
color
cioccolato e l’aveva finalmente visto quell’essere
imperfetto che non poteva
essere paragonato ad un uomo. E sorrise ancora Draco nel ricordare la
sua mano
lunga e sinuosa che sfiorava la sua, un semplice gesto nessuna parola
ma una
complicità tale da riscaldare il cuore e rasserenare
l’anima. Hermione era con
lui e non gli importava niente di cosa pensassero le altre persone.
Prese la sua
scopa e per la prima volta da quando era a Hogwarts decise di fare un
giro,
nonostante il vento, nonostante il freddo, nonostante tutto avrebbe
ripreso a
volare prima su una scopa e poi nella vita. Lo sentiva quella sarebbe
stata la
svolta e ora si sentiva pronto per giocarsi le sue carte, ora lei
avrebbe visto
anche lui, oltre al rosso. Forse non tutto era perduto anche un Malfoy
può
essere amato.
***
La mattina
dopo Tutti gli alunni della scuola furono accolti da una piacevole
novità,
nella bacheca, affianco all’ingresso principale fu affisso un
avviso che non
passò inosservato.
Grifondoro,
Corvonero, Tassorosso e Sepeverde per la prima volta provavano le
stesse
emozioni e cosa ancor più particolare parlottavano tra di
loro, ammiccavano
felici, cosa strana visto che non più tardi di una
mezz’ora sarebbero tutti
andati in classe per le rispettive lezioni.
Ma cosa era
che rendeva agitata l’intera popolazione di Hogwarts? Presto
detto. Quella
mattina fu affisso direttamente dal professore di Difese contro le arti
Oscure,
Draco Malfoy, l’invito per chi lo volesse iscriversi al
Leggendario club
dei Duellanti.
Nessuna
distinzione di
sesso, età o di casa, solo voglia di mettersi alla prova,
sfidare il pericolo
con classe e determinazione e una buona dose di abilità.
Questi, sono i
semplici ingredienti che servono per diventare un abile duellante.
Chi volesse
partecipare
può venire questa sera per la lezione di prova presso
l’aula 7 nelle segrete.
D.L.M. &
H.J.G.
Questo era
ciò era scritto nella missiva.
Ed è
per
questo che l’intera popolazione di Hogwarts non vedeva
l’ora che fosse già sera
per partecipare alla prima lezione presieduta da Hermione Granger
professoressa
di Trasfigurazione, direttrice della casa dei Grifondoro e Draco Malfoy
professore di difese contro le arti Oscure, direttore della casa di
Sepeverde.
I due professori
alle sette in punto percorrevano i corridoi che portavano alle segrete,
non si
parlavano dalla mattina e forse per i troppi occhi sopra non parlarono
neanche
li, mentre raggiungevano la vecchia stanza dei duelli. Giungi fino alla
grande
porta di pietra si guardarono appena, Hermione sfiorò la
mano del giovane uomo
e sfilò davanti a lui, precedendolo di alcuni passi, dopo di
che anche Draco
entrò nella grande stanza.
L’aula
si
presentava pressoché piena, molti ragazzi di tutte le case
erano presenti dai più
piccoli, che forse erano lì per vedere la novità,
ai più grandi desiderosi di
mettersi veramente alla prova.
Fu Malfoy il
primo a prendere la parola. Salì sulla pedana, posta al
centro della stanza,
interamente ricoperta da un grande tappetto rosso e dopo che tutti
piombarono
nel più assoluto silenzio, spiegò
l’intento ultimo di quel club.
<-
Benvenuti a tutti - Disse ammiccando come solo lui sapeva fare.
–
Io e sa Professoressa Granger, siamo felici
di aver scaturito in voi cosi tanto interesse - Sorrise sprezzante,
guardando i
bambini del primo anno che pendevano dalle sue labbra estasiati.
-Nel nostro
club, come avete già letto nella missiva, sono richieste
poche qualità che
credo voi tutti possediate- si schiarì la voce.
–
Determinazione; Sagacia; Abilità; Lealtà; e
una buona predisposizione agli incantesimi base. Niente di
più e presto questa
scuola avrà gli allievi più bravi nella nobile
arte del duello di tutta Europa-
Concluse Draco > .
I ragazzi si
guardavano tutti elettrizzati, fino a quando a parlare, non fu il turno
della
bella professoressa Granger.
< - Bene
ora vi spiego come si svolgeranno le lezioni - Disse la professoressa.
– Chi è
interessato deve firmare la pergamena che ho lasciato nella cattedra
vicino
alla porta. Per prima cosa dobbiamo vedere quali sono i vostri
rudimentali con
gli incantesimi difensivi - Riprese
fiato.
–La difesa, badate bene è il miglior attacco- Sorrise.
–
Anche Il grande Harry Potter ad esempio,
usava spesso un expelliamus anche nella grande battaglia che un
più complicato
e pericoloso incantesimo offensivo- tutti gli occhi erano su di lei e
lo
sapeva, che strega straordinaria era la Granger, una serpe ammaliatrice
nascosta in una Grifondoro.
– Dopo
di
che, verrete divisi in due gruppi le ragazze si alleneranno con il
professor
Malfoy- il direttore della casa la guardo stranito.- mentre i ragazzi
si
eserciteranno con la sottoscritta->.
<- Io se
fossi in voi- disse una voce riconoscibilissima proveniente da un
angolo
nascosto dell’aula,- chiederei una dimostrazione ai
professori. –disse ghignando.
–
Infondo, chi vi dice che il professor Malfoy
è abile negli incantesimi difensivi, da quanto dice la
stampa-, gli occhi dell’uomo
brillavano – dovrebbe conoscere molti incantesimi, ma dubito
che siano legali e
noi non vogliamo certo che le giovani menti che risiedono in questa
scuola,
apprendano l’arte oscura. Giusto Signorina Granger->
<- Giusto
signor Weasley. - Sorrise lei di rimando, lasciando l’uomo
interdetto. – Quindi,
non troverà niente di sbagliato se sarà lei a
duellare con il Professor Malfoy.
- L’uomo deglutì->.
Draco negli
anni dell’accademia per diventare Auror era stato il migliore
in incantesimi e
duelli, nessuno mai era riuscito a schiantarlo e solo le esercitazioni
con
Harry Potter finivano con un pareggio.
< - Ma
certo- disse il biondo - Per i miei alunni non mi tiro mai indietro.
Neanche
sfidare un auror tanto famoso, mi preoccupa se poi voi, cari ragazzi
riuscirete
ad apprendere la preziosa arte.- Disse
avanzando lentamente e riprendendo il suo posto affianco della
professoressa
Granger, che sorrideva di rimando al collega.- La Prego signor Weasley
di voler
duellare con me, ma la imploro non mi umili- lo canzonò il
professore
trattenendo a stento le risate >.
Ora tutti i
ragazzi si girarono verso l’angolo in cui l’auror,
chiamato dal ministero per
osservare i comportamenti dell’ex Mangiamorte e ora
professore di difese, si
trovava. I ragazzini incominciarono ad ammiccare e a borbottare tra
loro. Weasley
non riuscì a capire cosa dicevano quelle pulci ma dai
sorrisi divertiti dei più
grandi si poteva ben capire cosa quelle menti immaginavano.
Paura,
timore per l’uomo tanto avvezzo all’arte oscura.
<- Certo-
> disse il rosso avanzando svogliatamente fino alla pedana dove
lo
attendevano i due professori.
Tutti gli
occhi dei ragazzi erano ora puntati sui tre; alla sinistra si trovava
il rosso Ron
Weasley, l’Auror alto e dinoccolato, famoso per essere uno
degli elementi del
famoso trio che sconfisse l’oscuro signore. Era agitato
Weasley, lo si capiva
dai gesti guizzanti, dalle movenze e dall’espressione tirata
del suo volto.
A tutti i
presenti, ora era chiaro, che della spavalderia che un attimo prima
animava l’auror
non vi era più traccia.
L’uomo
che si
trovava alla sua destra incuteva rispetto. Era Alto, biondo, sereno e
sorrideva
beffardo.
Niente avrebbe
scalfito la prestanza fiera di Draco Malfoy, l’eleganza che
era innata nei suoi
movimenti. Ammaliava con lo sguardo Draco, sapeva di sprigionare con un
semplice gesto paura e riverenza e lì davanti
all’unico nemico rimasto restava immobile
aspettando il primo gesto, la prima sfida, il passo falso che il rosso
avrebbe
inesorabilmente commesso. Aveva sangue freddo Malfoy altra dote
importante per
superare indenni una battaglia o un semplice duello dimostrativo, ma
quello non
era un semplice duello era la resa dei conti dopo anni.
La donna,
invece, si era già pentita di aver assecondato il duello tra
i due. Da una parte
c’era il suo ex fidanzato che l’aveva delusa e
abbandonata e dall’altra il suo
amico che in tutti quegli anni l’aveva difesa, sostenuta e
aiutata e ora lì tra
i due fuochi doveva essere imparziale.
<- Bene-
disse la donna. Distogliendo i ragazzi dal brusio in cui erano ricaduti
- Ora
il Professor Malfoy e il signor Weasley andranno rispettivamente
infondo alla
pedana uno a destra e l’altro a sinistra-. Riprese fiato,
mentre con lo sguardo
osservava i due uomini che obbedirono alla sua richiesta. - Dopo di
che, ci sarà
il famoso inchino, niente di sfarzoso un modo elegante per incominciare
il duello,
basta abbassare un poco il capo. Questa badate bene è la
prima regola, fare l’inchino
è sinonimo di rispetto verso l’altro, si duella
per l’onore- Sorrise la Granger
. – Poi, al mio tre partirà il duello vero e
proprio- finì. –Ora se siete
pronti, disse rivolta ai due uomini che stavano sulla pedana.
–Potete iniziare->.
I due uomini
s’inchinarono brevemente senza mai perdersi di vista. Gli
occhi grigi di Draco
scrutavano quelli azzurri di Ron. Sollevarono contemporaneamente il
capo e dopo
che la Professoressa Granger dichiarò aperto il duello,
incominciò il
combattimento di bacchette.
<-
Furnunculus-
disse l’auror, un attimo prima che la Granger desse in
realtà il via->.
<-Stop-
disse la professoressa, -Al mio via, non prima Weasley è
scorretto. Ora potete
riprendere->.
<-Tarantallegra-
disse Malfoy mentre le gambe dell’auror presero a ballare sul
posto>.
<-scalpo-
grido l’auror>
<-Protego-
urlo Draco sventando l’attacco>.
.
<-Stupeficio-Disse
il professore schiantando l’auror nel muro- Grazie, grazie-
disse Draco
sorridendo alle ragazzine che applaudivano al suo stupendo
incantesimo>.
<-Serpensoria-
disse Ron, sorridendo beffardo per aver colto alla sprovvista
l’ex sepeverde>.
<-Evanesco-
Disse il biondo. –Avis- Disse subito dopo, senza attendere la replica
dell’auror. – Expelliarmus-
concluse e mentre ancora Ron combatteva con uno stormo di uccelli
impazziti, la
bacchetta gli volò dalle mani>.
<- Duello
concluso- urlò la Granger –Grazie ai nostri
duellanti- riprese, facendo con un
abile gesto della bacchetta evanescere lo stormo dal viso di Ron, che
usci
dalla stanza senza proferì parola seguito dallo sguardo
allibito di tutti i
ragazzi. – Va bene, doveva esserci l’inchino
conclusivo, ma delle volte la
rabbia fa dimenticare dei semplici gesti- sorrise>.
Un fragoroso
applauso avvolse i due professori mentre una fila lunghissima di
ragazzi di tutte
le case si apprestava a iscrivere il proprio nome al club dei duellanti.
<-
è
andata bene- ammiccò Draco>.
<-si,
penso di sì. Si sono iscritti tutti. Non so come faremo a
fare lezione con
cento alunni->. Era preoccupata Hermione.
<- Dopo
la prima lezione diverranno molti meno, fidati e alla fine resteranno
solo i
più abili- disse Draco >.
<- ne sei
così sicuro?- chiese la riccia>.
<-
Sicurissimo
Granger, quanto sono sicuro dell’avversione del tuo ex per
l’incantesimo
Avis->.
<-l’hai
fatto apposta- disse lei guardandolo male>.
<-Assolutamente
sì, cosi si ricorda che non deve farti del male->.
<-Draco-
disse fermandosi di colpo –Perché fai
così->.
<-Cosa
farei, di grazia->.
<-
Perché
mi vuoi bene?- Chiese la donna, spiazzando il professore di Difese che
si
riprese un attimo prima di rispondere>.
<-
perché,
sei una gemma rara e preziosa, Hermione Granger e non tollero che una
sottospecie
di troll ti tratti con sufficienza e poca grazia. Meriti il meglio e
lui è
niente in confronto a te->.
Lo disse guardandola in viso
senza la minima
ombra d’imbarazzo, senza aspettare la replica della riccia
accelerò il passo e
spari oltre le scale che portavano alle sue stanze. Non gli
importò che lei
capisse, ma era giunto il momento di farle notare che era speciale e
che quella
sottospecie di uomo non meritasse neanche il suo prezioso saluto.
Spazio Autrice.
Buona Domenica mie care, vedo che la storia vi
piace e ne sono felice, spero di non deludervi.
Aimè ho peccato, nessun duello alla babbana tra Draco e Ron
ma no sono sicura che un giorno il tanto agognato scontro avvenga, per
ora spero vi accontentiate dell'umiliazione pubblica in fatto di
incantesimi.
Ditemi che ne pensate, grazie in anticipo a tutte .
kiss
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Capitolo 16 *** 14.CAPITOLO ***
14.Capitolo.
<-Perché
mi
vuoi bene?->
La sua
domanda tanto semplice e allo stesso tempo tanto complicata non
smetteva di
frullargli nella mente. Aveva risposto Draco, a quella domanda, con il
suo
solito fare emblematico cercando di nascondere la verità,
mettendo il tutto su
un piano più affettuoso, amicale.
Mostrandosi
ancora,
come il cavaliere amico che cerca di salvare lei, la bella principessa,
dal
troll scorbutico e rozzo.
Fino a
quanto avrebbe retto la sua copertura, fino a quando la mente saccente
di lei,
avrebbe capito l’arcano segreto. Poco tempo ancora, per
bearsi dei momenti in
sua compagnia… fino a che anche una minima avvisaglia dei
sentimenti del biondo
amico le giungesse alle orecchie.
Perché
lì,
in quella scuola, ormai in molti l’avevano capita la strana
attrazione che l’ex
principe dei Sepeverde, ora professore di Difese aveva per lei, La
regina dei
Grifondoro professoressa di Trasfigurazione. Solo Hermione, aveva le
bende agli
occhi, le stesse che in passato le avevano mostrato un ragazzo dai
capelli
rossi come un principe non accorgendosi che in realtà le
apparenze le avevano
nascosto un mostro dai mille volti e dai mille inganni.
Era rimasto
così, fermo a guardare il fuoco scoppiettare piano mentre in
piedi davanti ad
esso sorseggiava il suo amato vino elfico invecchiato, regalo che suo
padre
Lucius si era premurato a inviargli appena saputo del nuovo incarico.
“Nei
momenti di soddisfazione e tristezza”,
gli aveva scritto. Sapendo che quelle sensazioni si rincorrevano in
Draco.
Da anni non
lo abbandonavano.
Molte erano
state le soddisfazioni, alcune insperate dopo gli eventi che avevano
preceduto
la grande battaglia. Il diploma, la fedina penale pulita, il corso da
auror
superato a pieni voti e infine quell’incarico da professore
di Difese neanche
il Signore Oscuro c’era riuscito e lui dopo soli cinque anni
dal diploma era lì
in quella scuola a insegnare a dei ragazzini tutto quello che sapeva
sulla
magia di autodifesa…lui che nella vita aveva attaccato non
difeso.
Buttò
giù
tutto d’un sorso il vino e con un rapido gesto
riempì nuovamente il bicchiere,
mentre pian piano gli innumerevoli attimi di tristezza di cui la sua
vita era
percorsa si rifacevano avanti, brandendo la sua anima riportandolo alla
dura
realtà. Quella che gli sbatteva in faccia da tanto tempo,
quella che ogni maledetto
giorno gli ricordava che mai lui sarebbe stato felice, che non si
meritava la
felicità.
Uno come lui,
con il suo carattere, il suo passato e il suo cognome doveva subire e
soffrire
in silenzio espiare per il male commesso.
Per la
principessa sarebbe stato solo il cavaliere senza macchia che la
difendeva dal
lupo o dallo stolto ma che poi si sarebbe fatto da parte
all’arrivo del
principe. Lo sapeva Draco mentre l’ultimo sorso di vino gli
bruciava nella
gola.
***
Aveva
lasciato passare alcuni giorni prima di parlare con lei. Non si era
preparato
un discorso. Come sempre, le parole per ferirla gli sarebbero arrivate
incontrando quello sguardo fiero, quel corpo rigido e la sua irritante
aria da
io sono la perfezione e tu non sei nessuno.
Quello che
un tempo lo attraeva di quella donna gli sembrava insignificante, ora
che aveva
una modella per compagna. L’intelligenza e l’acume
di Hermione non erano nulla
in confronto al calore che Gabrielle sapeva dargli sotto le lenzuola. I
discorsi, gli interminabili litigi su tutto avevano finito con il
distruggere
quel poco sentimento che lo legavano a lei facendogliela odiare e
spingendolo
tra le braccia della piccola strega dai capelli color del
grano.
L’unica
donna
che lo ascoltava, lo comprendeva, lo ammirava e in silenzio dentro una
stanza
da letto o in mezzo alla gente lo faceva sentire importante. Per la
prima volta,
non era uno dei tanti ma il primo tra tutti.
Lei invece,
si era venduta al nemico, era rimasta soggiogata dai modi scaltri e
raffinati
della serpe, si era fatta abbindolare da gesti e parole. Per la prima
volta
aveva abbassato le barriere, non con lui che era il suo fidanzato, che
la
conosceva da una vita, ma con Malfoy l’uomo che
l’aveva derisa, insultata. L’aveva
tradito, riservando gesti e sorrisi all’unico al quale doveva
negarli e l’avrebbe
pagata.
Oh si se
l’avrebbe
pagata, Hermione ancora non aveva idea di quanto quel suo stringere
amicizia
con un mangiamorte fallito l’avrebbe portata a un pozzo senza
fondo.
L’aspettò
nell’andito buio del secondo piano quello che portava alle
sue stanze, non era
ancora rientrata dalla cena e già si sfregava le mani
perché sapeva che lui non
c’era, questa volta non l’avrebbe difesa la sua
cara amichetta. Infatti, era stato
facile convincere un ragazzino dei sepeverde a invitare il loro
direttore di
casa agli allenamenti, un vero gioco da ragazzi pensò Ron.
Il rumore
dei tacchi che toccavano la dura pietra rimbombava gradualmente nelle
orecchie
dell’auror, prima un rumore lieve quasi impercettibile, poi
man mano che il
tempo passava il rumore, si faceva più vivida ora era
lì nella rete del ragno.
Arrivò
alle
spalle facendola sussultare tanto che i libri che teneva in mano, le
caddero provocando
un tonfo sordo. Spaurita e incredula lo fissava senza parlare. Quello
sguardo
diceva tutto. Quello sguardo gli faceva bollire il sangue nelle vene.
Odio il
suo sguardo da saputella, da io sono meglio di te…da te ne
approfitti perché
sei forte.
Quei grandi
occhi che un tempo lo guardavano con amore ora lo disprezzavano.
<-Granger,
Granger, Granger- rideva con una risata fredda e gutturale.
– non
ti
hanno insegnato a non avventurarti da sola nella notte- un sorriso
sghembo gli
si formò in viso.
-Potresti
incontrare il lupo cattivo->.
La senti
deglutire e perdere il proverbiale colorito roseo, che normalmente gli
si formava
in viso quando camminava veloce.
<-
che vuoi farmi?->
Chiese
titubante guardandolo negli occhi
sfidandolo ancora una volta.
Rideva Ron,
non si era mai divertito tanto. Vederla lì, indifesa e
impaurita, cera tra le
sue mani, lo eccitava e gli dava potere…per la prima volta.
<- la
scenetta di alcuni giorni fa non mi è piaciuta-
s’inumidì le labbra con la
lingua.
–
No, No…mia cara, sai bene che chi si prende gioco
di me. Poi ne paga le conseguenze. Nessuno mi fa fare una figura
ridicola con
quelle pulci. Né tu né quell’avanzo di
galera del tuo amico->
<-Non mi
fai paura Ron. Non mi fai più alcun effetto->
Rideva Ron e
il gelo gli invadeva i polmoni non facendola respirare, era bianca,
tremava era
un fuscello tra le sue mani.
<-Non hai
più paura Granger- la guardava con disprezzo.
-Si è
già
insinuato nel tuo letto ti ha fatto godere quando L’ hai
avuto tra le gambe… Dimmi,
è riuscito a sciogliere la frigida donna che
c’è in te-> rise.
Mentre Ron
le tratteneva le braccia spingendolo al muro. Paura, per la prima volta
aveva
paura di Ron, il suo Ron. Ma di quell’amico con cui era
cresciuta, non vi era
rimasto niente solo il corpo, il suo involucro tutto il resto era
marcio,
logoro dal troppo rancore.
<-
Granger, ora incominciamo a giocare-> disse infine a fior di
labbra strascicando
le parole.
Nell’andito
risuonavano altri passi venire in quella direzione la guardò
appena e si
avventò su di lei. Baciandola con rabbia, strusciando su
quel corpo rigido, che
si opponeva a quei tocchi rozzi a quei contatti violenti privi di
dolcezza.
Poi lo
sentii… quello per cui aveva montato tutto quel teatrino
quello da ferire...
<-
Toglile le mani di dosso-> era una furia Draco.
<- ah
Malfoy, ancora non l’hai conquistata poiché basta
un gesto perché cada ancora
ai miei piedi->.Disse il rosso.
Il tarlo era
stato insinuato. Gli occhi grigi di Malfoy andavano da lei a Weasley in
rapida
successione.
Rideva Ron
quando un pugno in pieno viso gli spense la risata stridula, non
rispose
continuò a ridere mentre il biondo si allontanava a passo
svelto scomparendo
oltre il corridoio.
Rideva
guardando la donna seduta a terra con le mani sul viso, rideva vedendo
le sue
lacrime incorniciargli il viso. Godeva, del suo dolore. Nel vederla
sola senza
nessuno, com’era lui, dopo che i suoi amici avevano scelto il
nemico, avevano
scelto Malfoy.
Rideva
guardandola Scappare via, usata per ferirlo era cera nelle mani.
SPAZIO AUTRICE.
Incomincio col ringraziere tutte le
persone che hanno inserito questa storia tra le seguite, preferite e
ricordate... molte ma molte grazie
ringrazio quelle anime candide che
hanno recensito. ed ora vi lascio al capitolo...dove aimè
Hermione viene usata e resa partecipe dell'unica cosa che una
donna sacente e intelligente come lei non si accorge l'amore.
Come faccia non lo so...i paraocchi
forse. Ron è decisamente Stronzo lo so, sembra un
Sepeverde...
chi è Fan mi
scusi.
ah dimenticavo una cosa super
importante
RECENSITE.
|
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Capitolo 17 *** 15. Capitolo ***
Aveva pianto
disperata nel letto per tutta la notte, avrebbe voluto bere per
dimenticare le
parole taglienti, i gesti umilianti e quel bacio di scherno che Ron, il
suo ex
fidanzato, aveva usato per lei.
Ma non vi
riusciva, inesorabili quei momenti affioravano nella sua mente.
Umiliata,
derisa, usata per distruggere Draco, per umiliare anche lui. Quelle
parole poi,
non smettevano di ripresentarsi ogni qualvolta smetteva di piangere
cercando di
calmarsi.
Si è
già insinuato nel tuo letto… ti
ha fatto godere quando L’ hai avuto tra le gambe…
è riuscito a sciogliere la
frigida donna che c’è in te…
E poi
ancora.
Malfoy, ancora
non l’hai conquistata…
Perché
quelle frasi? Che volevano dire? Perché cercava di ferirlo
così. Non aveva
senso, tranne che…
No, non
poteva essere. Era assurdo Draco non è… lui non
può… è mio amico, ama
Astoria…
No Hermy,
Astoria l’ha lasciata, diceva il suo cervello.
Merda…
come
ho fatto a non capire. Perché sono tanto intelligente con
tutto e non capisco
niente degli uomini e dei loro sentimenti.
Perché?
Si ripeteva
mentre ancora le lacrime le inondavano il viso fino a quando morfeo non
decise
di catturarla regalandogli un po’ di pace dopo tutti quegli
scompensi emotivi.
La mattina
seguente si alzò tardissimo forse spossata per la nottata in
bianco, sarebbe
voluta andare da lui prima di colazione magari parlarvi ma quando
arrivo, la
sua stanza era chiusa e non vi era traccia di Draco da nessuna parte.
La sala
Grande era deserta tranne che per tre ragazzine intente a parlare di
scacchi e lì,
che la tanto brillante mente di Hermione Granger ebbe un
tuffo…
Era Sabato e
c’era la prima partita di Quidditch, ma non una semplice
partita no. Grifondoro
contro Sepeverde e lei, direttrice della casa di Grifondoro era in
ritardo, super
ritardo, che assurda figura avrebbe fatto con la preside.
Corse
a perdifiato, come una ragazzina
qualsiasi arrivò stremata allo stadio e salì fino
alle tribune dove stavano i
professori.
La preside
osservava
il nuovo spiker fotocopia di Lee Jordan, accalorarsi per un fallo
commesso dai
Sepeverde non visto dall’arbitro.
Ron era in
basso con Neville a spiegargli alcune regole che il caro professore di
Erbologia ignorava dello sport più importante tra i maghi.
Tempo perso, pensò
Hermione se non si fosse appassionato prima, non l’avrebbe
certo fatto in quel
momento. Guardò attentamente tutte le persone che stavano
sedute, ma di Draco
non vi era traccia, si sedette accanto alla preside cercando una scusa
valida
per il suo super ritardo.
<-Hermione->
Disse la donna, continuando a guardare il campo.
<-Scusi,
io…. Ricerca->
<- Hai
una pessima cera mia cara- disse la preside.- se fossi stata in te,
sarei
rimasta al castello tanto più che stiamo perdendo->.
<-Perdendo?->.
<- si
pare che il signor Malfoy, abbia spiegato a quei ragazzi come si gioca
e gli ha
allenati alla morte. Me l’ha detto il professor
Lumacorno.-> Disse
sconsolata la preside McGranitt.
<- Mi
dispiace Preside, io ... non so->. Rispose sconfortata Hermione.
<- Non
preoccuparti cara, lo so che il quidditch non è il tuo sport
preferito->.
<- Dove
è
il professore-> chiede Hermione con il cuore che le rimbombava
nel petto.
<- Con i
suoi allievi in curva->.
Disse la
donna indicando con lo sguardo la tribuna in cui i Sepeverde si
trovavano.
lo vide
lì,
con la sua inconfondibile sciarpa Verde argento, i suoi cappelli biondi
e il
suo tipico ghigno e fece un tuffo nel passato; Quello era il vecchio
Draco,
quello che la odiava e se tutto ora fosse cambiato se avesse ripreso a
detestarla. Respirò affannosamente catturando
l’attenzione della vecchia
preside che stava al suo fianco.
<-
Tutto bene Hermione-> chiese.
<- si
preside tutto bene-> rispose la professoressa di Trasfigurazione.
Mentre il
suo sguardo era ancora rivolto a Draco ora impegnato in una discussione
con
alcuni ragazzi, sicuramente stava spiegando alcuni schemi, il quidditch
era una
sua grande passione. Un giorno tentò anche con lei ma
fallì inesorabilmente il quidditch
e tutte le cose che comportavano volare non erano il suo forte.
Dopo poco il
cercatore dei Sepeverde catturò l’agognato Boccino
e la partita finì, molti
tornarono al castello sconsolati con testa la preside. Le serpi,
invece,
festeggiavano portando in trionfo due persone, il cercatore capitano e
il
direttore della loro casa Draco Malfoy, così che Hermione si
dovette rassegnare,
non avrebbe parlato con lui neanche quella sera. Le serpi organizzavano
sempre
delle feste e lui che un tempo ne era l’anima non li avrebbe
certo ostacolati.
***
Era riuscito
a evitarla per via della partita, la fortuna era stata dalla sua parte
avevano
vinto e festeggiato fino a tardi così da non incontrarla
neanche a cena.
Stava
deliberatamente scappando dal confronto con Hermione per paura,
sì un Auror
aveva paura di rivelare i propri sentimenti, di veder sgretolare il
proprio
cuore dall’unica donna che ne era la proprietaria.
L’avrebbe
distrutto, lo sentiva.
Sentiva
l’ansia
attanagliarli i polmoni bloccando avvolte il respiro, nonostante fosse
tre
piani sotto rispetto a dove si trovava lei. Nonostante fosse nel mezzo
di una
festa Sepeverde carica di alcol ed Eros, lui pensava a lei, la bella
direttrice
della casa Grifondoro.
<-
Professore. Grazie- > disse un ragazzo che riconobbe come uno
dei battitori.
Draco
sorrise di rimando, cercando di scacciare i pensieri e buttando
giù un po’ di whisky
incendiario. Illegale, era tutto illegale se avesse saputo cosa aveva
consentito l’avrebbe ucciso dopo averlo umiliato per via dei
suoi sentimenti.
Erano quasi
le due della mattina e Draco decise di congedarsi avviandosi nelle sue
stanze. Gli
anditi bui del castello mettevano tristezza e riportavano alla mente i
giorni
nefasti della grande seconda guerra, quando lui era il nemico.
Le statue,
sistemate
nell’andito che portava alla sua camera, avevano tutte subito
qualche danno e
forse erano state messe li apposta per fargli ricordare che anche loro
avevano
lottato dalla parte dei giusti, mentre lui aveva un marchio nero e una
famiglia
di mangiamorte alle spalle.
Arrivò
davanti alla sua porta con passo lento e strascicato e finalmente dopo
essersi
chiuso alle spalle tutti quei ricordi, si appoggio a essa e chiuse gli
occhi.
Il fuoco era
acceso sentiva lo scrocchiare delle brace, aprì lentamente
gli occhi e la vide,
era addormentata sulla sua poltrona verde con un libro tra le mani.
Il cuore
prese a battere all’impazzata ma rimase fermo ancora con le
spalle appoggiate
alla porta. Che fare? Svegliarla o lasciarla lì addormentata
sulla poltrona.
Si avvicino
piano per paura che un rumore la svegliasse, prima ancora di aver
deciso come
comportarsi con lei. Le tolse piano il libro che aveva tra le mani.
“Mille
schemi per vincere a Quidditch”, sorrise Draco sapendo che la
sconfitta l’aveva
infastidita.
Rimase ancora
un poco a osservarla e poi decise di portarla sul suo letto, nonostante
fosse
impacciato, un’assurdità per uno abituato a
trattare le donne da quando aveva
tredici anni.
La poggio con
grazia sulle coperte sfilando le scarpe, evitò di toglierle
i vestiti per farla
stare comoda, non avrebbe gradito dopo quello che aveva saputo.
Forse
non avrebbe gradito neanche essere messa
sul suo letto a dormire.
Le
accarezzò la guancia mordendosi le labbra
per non farsi sfuggire il dolore che ora lo invadeva. Aveva perso, lo
sapeva
anche prima si sentirselo dire.
Lei ora non
era più neanche sua amica, forse aveva ripreso a odiarlo e
infondo era giusto
cosi. Gli angeli non possono andare d’accordo con i peccatori
,con i diavoli e
lui ex mangiamorte faceva parte senza dubbio della peggior specie di
diavolo.
Prese una spessa
coperta dall’armadio e se la buttò sopra e si
accoccolò in posizione fetale
sulla poltrona della sua stanza da letto e dopo poco anche lui si
abbandonò a
morfeo.
***
Si svegliarono
insieme infastiditi dalla luce che filtrava dalla finestra.
Gli occhi
marroni di lei, osservavano la sua posizione e il suo giaciglio
improvvisato
notando solo in quel momento che era ancora vestita e stesa un letto
talmente
grande da contenere tre persone.
Non
parlarono, Draco neanche la guardava, rimaneva fermo in
un’assurda posizione con
gli occhi riversi sul pavimento.
Paura, ecco
che cosa sentiva Hermione.
Ron
gli aveva tolto anche Draco e una lacrima
gli scese sul viso senza che la sua forza di volontà
riuscisse a fermarla.
Lui si
alzò
dalla poltrona senza dire ancora nulla, ripiegò la coperta e
la spedì nell’armadio
e si trascino verso il bagno, giunto vicino alla porta disse:
<- So
cosa pensi. Mi dispiace enormemente per quello che ho fatto. Per tutte
le bugie
che ti ho detto in questi anni. - Appoggio una mano sulla porta
spingendo un
poco per aprirla.
-Non ho mai
meritato il tuo rispetto, sono conscio del fatto che non merito
null’altro da
te. So ancora meglio che non posso starti affianco, magari tu volessi
ancora
poi…-
Rise. Con una
risata fredda e vuota. Dolore, ecco cosa emanava quella risata.
-
Ho
distrutto tutto, la nostra amicizia e il nostro rapporto mi sono
spinto, dove
non avrei dovuto. Dovrei andare via più lontano possibile da
te.-
<-Draco-
cercò di parlare Hermione lo doveva fermare…dove
dire qualcosa.>
<- No,
stai tranquilla non c’è bisogno. Sto bene, non
pensavo di prenderla così è stato peggio quel
mercoledì. Sì, quel mercoledì mi
sono odiato. Ma ho superato tutto. L’ho superato in certi
versi questo l’ho
imparato da te, me l’hai insegnato tu a esserlo. Ti ringrazio
per tutto Hermione,
ti ringrazio per essere entrata nella mia vita. Ma ora, ti chiedo di
uscirne. Fallo
tu perché io non riesco. Ti prego vai. Vai ora->.
<-fammi
parlare->. Disse lei.
<-se mi
vuoi bene, un poco, vai via->. Mentre entrava
nel bagno e si chiudeva la porta alle spalle, l’ennesima
porta che lo
allontanava dalla sua felicità. Quella che non meritava
perché lui era il
diavolo.
Dopo poco senti
la porta della sua stanza chiudersi, se n’era
andata. E come un bambino pianse per l’ennesimo fallimento
della sua inutile
vita. Ora era sicuro per lui non c’era più
speranza, Ron Weasley aveva vinto. Lei
non sarebbe mai stata sua.
SPAZIO AUTRICE
Super ritardo, ma ultimamente mi sono data
all'altra FF " Un viaggio tra i graffi dell'anima". Passate per dare
uno sguardo se vi va...
Cmq, questo capitolo è triste, a me ha messo una tristezza
assurda. Mi sono scapate le lacrime, ma sono emotiva e in effetti non
conto...ditemi che ne pensate?
Lo so, Hermione anche qui è la solita fragilona, ma con i
sentimenti è un casino. Quando capirà di Draco e
di quello che prova per lui spero non sia troppo tardi...
RECENSITE
|
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Capitolo 18 *** 16.Capitolo ***
16-Capitolo.
Dobbiamo perderci di vista
Non sentirci più
Tanto un’amicizia
fra noi è impossibile
Seduto nella
penombra della stanza, osservava distrattamente il fuoco scoppiettare.
Nelle
lunghe e fini mani, regali anch’esse come del resto tutto il
suo corpo, si
rigirava la bacchetta di biancospino.
Erano
già
passati alcuni giorni e sembrava passato un anno, Weasley era andato
via non appena
la Preside gli aveva comunicato la decisione presa, aveva ottenuto
ciò che
voleva.
Aveva
vinto.
Fuori dal
castello la neve aveva cambiato il paesaggio, Hogwarts in quel periodo
era più
magica e affascinante, inondava calore, gioia e spensieratezza. Draco,
da anni non
sentiva più niente di simile per il Natale, lui si sentiva
bene solo al suo fianco.
Oramai,
aveva preso la sua decisione non vi sarebbe stato nessun passo
indietro, come
poteva farlo, infondo.
Aveva deciso
tutto con la lucidità che lo contraddistingueva da giorni,
aveva evitato di
presentarsi in sala Grande a mangiare e quando non poteva evitarlo, si
sedeva
tra i suoi ragazzi nel tavolo dei Sepeverde, per continuare ad
affiatarsi con i
suoi alunni.
La
preside non aveva avuto niente da ridire
per quei suoi piccoli e particolari gesti, anche se, si era lamentata o
forse
solo dispiaciuta per la sua decisione. Rimase
fermo nella sua posizione Draco, non avrebbe cambiato idea neanche
sotto
imperio.
Lontano da
lei, assolutamente lontano da lei.
Ormai non vi
era altra soluzione, era terminato tutto anche il loro legame era
finito:
Né
innamorati, né amanti, né amici, forse
neanche conoscenti.
Ora
non restava niente, solo il ricordo dei
momenti passati insieme, dei sorrisi, dei litigi, delle risate e dei
pianti. Milioni
di ricordi da custodire infondo al cuore, da tenere nascosti
perché avrebbe
fatto male ricordare, avrebbe fatto male pensare ancora a lei.
Irraggiungibile
e bellissima strega.
Eccolo
il perfetto purosangue, il perfetto
sepeverde che fugge senza meta perché ama e non
può amare.
Certo non è facile
Fingere che tu
Sia improvvisamente
irraggiungibile
Aveva pensato
a quanti modi possibili vi erano per allontanarsi da lei, senza che ve
ne
accorgesse senza che capisse che quello era l’ultimo sguardo
che gli lanciava,
l’ultima volta che per distrazione le sfiorava un braccio o
che distrattamente
la salutava senza soffermarsi a chiacchierare come da anni accadeva.
Aveva pensato
e programmato tutto, si era assicurato che la vecchia preside non lo
tradisse,
almeno non prima che si fosse smaterializzato lontano.
Lontano
dal castello, lontano da Londra,
lontano da chi lo conosceva ma soprattutto lontano da lei che opprimeva
il suo
cuore, che non lo faceva respirare e che lo buttava nello sconforto .
Rimaneva il
suo sogno, l’unica donna che un mago potente non
può avere, che i soldi non
possono comprare e che un bastardo non saprà mai
conquistare.
Troppo pura,
troppo bella.
In
poche parole unica nel suo genere e proprio
per questo troppo per uno come lui.
Per uno
scarto del mondo magico. Infondo, ha ragione Weasley: “ Tu
non dovresti neanche
stare in mezzo alle persone, dovresti marcire in galera dove quelli
come te
stanno”.
Ma
il fato e la fortuna l’avevano aiutato, ma
se solo potesse barattare la povertà con uno di quegli
sguardi che lei dedicava
a Weasley, lo avrebbe datti ora stesso…ma i sogni sono solo
per gli stolti.
Ma un amore non
può mai
Un amore non può
mai
Tornare indietro
Trovarsi
lì
a riflettere su quali fossero i motivi per cui si era cacciato in
quella
situazione.
Come
aveva fatto a innamorarsi di lei?
Lui,
che per anni aveva rifiutato l’amore.
Tutto per
Draco Malfoy era sempre ruotato intorno al sesso.
Sesso
non amore…i Malfoy non amano, diceva suo
nonno quando era piccolo e anche suo padre negli anni glielo aveva
ripetuto
spesso quasi alla nausea, ma lui lo sapeva era un Malfoy diverso uno
debole un fallito.
Ricordava i
suoi trascorsi al castello quando in molte facevano la fila per stare
nel suo
letto, in molte sognava di dormire con lui in quegli anni.
Nessuna,
però, aveva mai avuto tale
concessione. Quanto tempo è passato da quei giorni, non lo
sapeva Draco, sapeva
solo che non era più lo stesso che nel tempo, col tempo
anche l’algido e
bastardo sepeverde era cambiato. Ora si che avrebbe voluto una donna
nel suo
letto mentre si abbandonava a morfeo, avrebbe voluto lei, ma lei non
l’avrebbe
mai avuta.
La fine di un amore
E la paura di soffrire
Incontenibile desiderio di
fuggire
Così
aveva
deciso di fuggire ancora. Fuggire sempre.
Ogni
qualvolta il suo volto gli sarebbe
apparso davanti e con esso un piccolo ricordo balenato nella mente
sarebbe
fuggito ancora.
Avrebbe
abbandonato tutto per sfuggire a lei
ai suoi occhi grandi, i suoi capelli ricci che gli cadevano lungo la
schiena,
la sua pelle diafana che profumava di vaniglia. Fuggire dal desiderio
di averla,
sapendo di non poter nulla per questo.
Fuggire per
sempre abbandonandosi a una vita fatta di niente perché
senza di lei, niente è
bello e felice, ma è giusto così
perché la felicità per lui non è
possibile.
Fuggire per
darle la speranza di sorridere di nuovo.
Ma quando fuggirai
Allora fallo in silenzio.
Sarebbe
andato via quella notte, quando il castello dormiva, e senza salutare
nessuno.
Era
solo lei l’unica che voleva salutare, ma l’unica
che non avrebbe salutato.
Rimase
un attimo a osservare il castello mentre
la neve continuava a cadere e un filo di fumo si alzava lentamente dal
comignolo
del guardacaccia. Avrebbe dovuto salutare anche lui, vedeva la luce
accesa
della cucina. Avrebbe, ma non lo fece, scivolò via come
quella volta che
trascinato da Piton scappo via dal castello dopo che il professore
uccise Silente
e fu la stessa stretta al cuore quella che sentì.
Fuggire
nel silenzio con la morte nel cuore,
ma per il suo bene, per il mio bene dovevo andare. Con me non
può essere felice,
con me non lo sarà mai nessuna. E le immagini di quella
notte non fecero che
confermarlo.
La fine di un amore
Non si sottolinea mai
La fine di un amore
Non ti risparmia mai
La fine di
un amore ti accompagna nel dolore per quello che un tempo
c’è stato e per come
lo hai distrutto, ma se l’amore non è mai nato.
Se
non l’hai vissuto, consumato e l’hai solo
sperato.
Come ti
senti? Come stai quando vivi tutto questo?
Continui
a respirare, anche se non vorresti,
le tue gambe ti sostengono fino a quando non stramazzerai al suolo,
socchiudi
gli occhi cercando di cancellare tutte le immagini e soprattutto
cancellare
lei.
Poi,
continui a fuggire, senza meta, senza
scopo, senza l’utilizzo della ragione.
Lontano
troppo lontano scappando anche da te stesso per la paura di guardarti
in faccia
e capire che della tua vita non vi è niente da salvare,
niente di cui gioire ed
essere felice niente che un giorno la possa far avvicinare nuovamente a
te.
SPAZIO AUTRICE-
Mi scuso con tutte voi che avete
messo questa storia tra le preferite per non aver aggiornato
subito...Prometto di farlo almeno ogni due giorni. Manca poco in
effetti alla fine.
RECENSITE.
|
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Capitolo 19 *** 17.Capitolo. ***
17.Capitolo.
Anche questo
Natale era arrivato inesorabile come ogni anno.
Hagrid
aveva già addobbato la sala Grande con
grossi abeti, Neville aveva incantato il vischio intrecciandolo con le
stelle
di natale e ora ricopriva tutti i passamani delle innumerevoli scale
del castello,
Il coro dei fantasmi faceva ridere i primini e nell’aria
l’odore della cannella
mista a quella della neve immergeva il grande castello
nell’aria natalizia.
Pochi erano gli alunni che sarebbero tornati alle loro case, da quando
la
guerra era finita Hogwarts era un posto tranquillo e proprio
accogliente come
quando il preside era Albus Silente. Anche se in quegli anni succedeva
un po’
di tutto, ma erano anni difficili.
Hermione
assisteva a tutto quello spettacolo
come una spettatrice disincantata non era più la ragazzina
sprovveduta che
guarda a testa in su le fiaccole che s’issavano nel soffitto
della sala la
magia di Hogwarts. Non era più la bambina che meravigliata,
aspettava la magica
notte per scambiare i regali, era ancora meno la donna che credeva alle
dolci
frasi di circostanza a Natale, siamo tutti più buoni.
Da
qualche tempo, ormai, aveva smesso di
credere a queste congetture sul Natale, la vita l’aveva
cambiata, era diventata
realista, forse solo da alcune settimane, si era accorta che la vita ti
porta a
incontrare varie tipologie di persone.
Quelle
stesse che un tempo credevi amiche e
perfette, in realtà sono la peggior specie possibile e
quelli che per anni hai
cercato di tenere lontani sono le vere persone che tengono a te, ma che
purtroppo
non credono in e stesse.
Questi erano
i pensieri che attanagliavano la mente della professoressa di
trasfigurazione
la mattina della vigilia di Natale, mentre seduta nel suo posto
affianco a Hagrid,
attendeva di vederlo spuntare dalla porta dell’ingresso della
sala grande.
La
sua attesa fu vana, non entrò mai ma quella
mattina non lo vide, né nel tavolo dei professori
né in quello dei sepeverde
verso la fine del pranzo un giovane primino dei Corvonero gli
recapitò un
biglietto. In cuor suo Hermione sperò che fosse lui a voler
parlare con lei, ma
quando lo lesse, rimase delusa.
La preside
la invitava per prendere un cordiale insieme, osservo il suo piatto
ancora
intanto visto la poca fame e decise che forse era più
interessante parlare con
la McGranitt che rimane lì a martoriare il suo piatto di
pollo con patate.
Arrivò
davanti alla scala in pietra che portava in presidenza dopo alcuni
minuti, non
aveva la più pallida idea di cosa la preside volesse
discutere con lei.
Il giorno
prima avevano parlato del corso dei duellanti e
dell’andamento dei giovani
alunni nella sua materia, tutto era stato discusso, mentre saliva,
però una
fitta nella bocca dello stomaco si fece largo in lei una strana
sensazione, una
brutta sensazione.
<-Prego
accomodati Hermione. Ti stavo aspettando->Disse la preside
subito dopo che
la giovane insegnante varcò la porta in pietra.
Si sedette
nella poltrona rossa che stava davanti alla grande scrivania mentre la
vecchia
preside osservava fuori dalla finestra, era pensierosa la McGranitt, in
effetti, lo era da alcuni giorni e sempre da alcuni giorni si era
sforzata di
sorridere lei che non aveva mai sorriso.
<- Ti
chiederai perché ti ho fatto chiamare- Hermione non
parlò continuava a guardare
la donna.
- E ti chiederai
perché l’ho fatto solo ora- Hermione, si sposto
appena sulla sedia irrigidendo
la schiena come se fosse pronta a scattare.
-Ho cercato
con tutti i mezzi, questo spero lo capirai.- il cuore batteva talmente
forte
che da un momento all’altro sarebbe uscito.
-Ma non ci
sono riuscita, ho fallito-> la vecchia preside si
girò a guardare la sua ex
allieva che rigida come non mai fremeva sopra la poltrona,
avanzò lentamente
fino alla sedia e si sedette di fronte guardandola negli occhi e
lì anche
Hermione capì e la stretta al cuore fu dolorosa, mozzava il
cuore.
<-Quando?->
Chiese a fil di voce, quasi sussurrando come se le parole non volessero
uscire.
<-Ieri
notte sul tardi-> rispose la McGranitt.
<-perché?->
la donna deglutì e abbasso lo sguardo. Per tanti motivi, ma
il principale credo
sia tu. Starti vicino fa male e non è giusto.
<-Io->
disse sconsolata.
<-Mi
spiace non ha voluto sentir ragioni->.
<-è
scappato come un ladro, è scappato dando così
ragione a chi lo accusava
ingiustamente->.
La donna la
guardava annuendo a ogni cosa la ragazza dicesse.
<-Da
quando lo sa-> la preside s’irrigidì, ecco
quello era il punto da quando lo
sapeva, da quando custodiva il segreto di Draco?
<-da
alcune settimane->
<-Dopo la
partita?-> la preside acconsentì con un semplice
gesto del capo.
<-Io
dovevo
essere tenuta all’oscuro da tutto questo, immagino, ma
perché?->.
<- Credo
per non intralciare i piani, la forza di Draco
nell’allontanarsi da te per non
farti soffrire sia una delle cose sia lo rendono ancora un perfetto
sepeverde. Anche
se…->
<-Lui ha
un cuore degno del più grande Grifondoro, nessuno conosce il
suo cuore, nessuno
vuole vederlo il suo cuore-> due lacrime sfuggirono al suo
controllo e
rigarono il suo viso.
<-Lo so
Hermione, lo so-> disse sconsolata la donna.
<-lei
sa?-> chiese all’improvviso.
<-No mi
dispiace, ha fatto le cose per bene. Mi ha chiesto di mantenere il
segreto
dandomi del tempo per trovare un sostituto per la cattedra- Hermione
granò gli
occhi.
- Mi ha
fatto promettere di non dire niente a nessuno delle sue intenzioni,
soprattutto. L’unica che sarebbe riuscita a fermarlo o almeno
a farlo
ragionare. Hai una tale influenza sulla sua vita che se vi foste
incontrati
prima…-.
La donna non
finì la frase rapita dall’immagine che si mostrava
davanti agli occhi. Hermione
Granger disperata che piangeva in silenzio. Era andato nuovamente via,
per la
seconda volta nel giro di pochi mesi si era allontanato da lei e questa
volta
sapeva il perché e soprattutto sapeva che non avrebbe
lasciato niente al caso. Non
si sarebbe mai fatto trovare se non voleva essere trovato e Draco non
voleva
nel modo più assoluto farsi trovare.
Ora
si che aveva vinto Ron, gli aveva tolto
tutto, gli aveva tolto Draco.
<- Vorrei
alcuni giorni di permesso- disse Hermione tra un singhiozzo e un altro.
<-Hermione->.
Voleva impedire anche a lei di andare via ma lo strazio del suo cuore a
pezzi
fece desiste la vecchia Professoressa di trasfigurazione ora preside.
<-Devo
pensare e vorrei tornare a casa, oggi stesso->. Disse con un
filo di voce la
Granger.
<-Prenditi
tutto il tempo che vuoi-> rispose infine la donna.
<- per i
ragazzi?->
<-Mi
arrangerò, non preoccuparti-> disse infine la vecchia
Preside.
La ragazza
si alzò lentamente dalla poltrona.
<-Grazie->
affermò infine uscendo dalla presidenza.
Camminava
lentamente nell’andito, infischiandosene se la vedevano
piangere, se la
vedevano distrutta.
<-Hermione->Disse
Neville, ma non lo degnò di uno sguardo e
continuò a camminare verso i suoi
alloggi.
Quando
giunse, si buttò nel letto e pianse,
pianse e pianse ancora.
La
fine di un amore mai nato, ma che sapeva da
troppo tempo esistente nel suo cuore.
SPAZIO AUTRICE-
Buona giornata ragazze, ho deciso di aggiornare subito, così
da non far perdere il filo a chi ha letto, e sono stati tanti, il
capitolo precedente.
Questo come vedete è un po tristino...come se il resto non
lo fosse, va bhe spero vi piaccia. Per il prossimo non ho idea ho delle
idee ma aiuto non sono positive quindi incrociate le dita per Hermy e
draco perche l'autrice è in vena tragica questi giorni ...
kiss
|
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Capitolo 20 *** 18.Capitolo ***
18.Capitolo.
Era
rientrata a Londra da meno di un’ora, aveva lasciato subito
il Castello appena
avuto l’ok della preside. Aveva sistemato le sue cose nel
baule e salutato
Hagrid, l’unico di cui realmente gli importava oltre alla
McGranitt.
Si era
guardata le spalle dopo aver varcato il grande portone, ammirando
l’imponente
castello, non poté che pensare a tutto quello che quella
scuola aveva
significato per lei.
Quante
avventure,
quanti sorrisi, quanta sofferenza ed era per sfuggire a
quest’ultima che andava
via, per alcuni giorni ma forse per sempre. Senza di lui non sarebbe
stato lo
stesso, l’aveva capito tardi ma l’aveva capito,
amava Draco Malfoy.
Era con
quello strano stato d’animo che era ritornata alla sua casa
di Londra e
ritrovarsi li, l’aveva destabilizzata ancora di
più, poiché ogni angolo, ogni
luogo gli ricordava lui.
Come
poteva ricordargli Draco? Pensò.
Quella casa
era stata comprata con Ron, per vivere insieme a lui il giorno che
avevano
deciso di incominciare la loro storia e magari di sposarsi.
Quella era
la stessa casa in cui aveva perso la verginità, la casa dove
avevano riso e
gioito, ma anche litigato furiosamente.
La stessa dove l’aveva picchiata, Tradita e
lasciata per un'altra donna.
Ma
era anche, la stessa casa che l’aveva vista
consolata dalle sue braccia forti, la stessa in cui si allenavano in
incantesimi per poi finire a fare la lotta con i cuscini come dei
semplici
babbani, la stessa in cui guardavano la tv e gustavano un buon piatto
di pesce,
la stessa in cui lui tutto era finito con Ron ed era iniziato con Draco
solo
che lei non lo sapeva. Lei non l’aveva capito.
Prese in
mano il vecchio album delle fotografie, ed ecco i ricordi fare capolino
nella
sua mente. Innumerevoli ricordi di una vita insieme vissuta attimo per
attimo
in cui solo negli ultimi anni lui era divenuto essenziale quasi quanto
l’aria.
La foto deI
diploma
con lei in mezzo a Draco e Blaise Zabini i migliori del corso di
pozioni.
Lei e Draco
al corso per diventare auror con la divisa nera ed elegante, Ancora, la
foto
nel bunker e nella palestra dopo che Draco aveva vinto il concorso come
il
duellante migliore. Li, s’intravedeva anche Ron notevolmente
scocciato a vedere
la sua fidanzata tra le braccia del suo peggior nemico.
E
poi ancora innumerevole foto, come quella del
battesimo di Lily, dove sfoggiava un bell’abito turchese in
tinta con gli occhi
della bimba mentre lui era stupendo con quell’abito nero di
alta sartoria che
ne risaltava le gambe muscolose e il petto.
Aveva trovato
anche la foto della sera della cattura di Dolorov quando la costrinse a
posare,
nonostante la sofferenza dei giorni passati dovuti
all’abbandono di Ron, e
sorridere con il resto della squadra.
Poi da una
busta semi aperta scivolò un’altra foto, dove
faceva bella mostra un bel salone
tutto affrescato e così si ricordò di quella
sera: La sua prima cena di Natale
al Manor…la cena di Natale dai Malfoy.
Come aveva
fatto a non pensarci prima.
Doveva
parlare con Narcissa non sarebbe partito senza avvertire Lucius e sua
madre.
Si
cambiò in
fretta, mise un jeans, un paio di decolté nere e un maglione
a collo alto, si
buttò sopra il trench e prese la borsa e si
smaterializzò di fronte al grande
cancello di ferro battuto, dove due serpenti intrecciati si
avvinghiavano sulla
“M” dei grande e antichissimo casato dei Malfoy.
Entrò
a
passo svelto rilasciando solchi nella neve fresca, i pavoni albini di
Lucius
erano scomparsi, forse, dal troppo freddo gli elfi li avevano fatti
riparare in
qualche tugurio del maniero, l’acqua della grossa fontana
davanti al portone
era completamente ghiacciata osservo la giovane strega passandovi
vicino.
Quando
finalmente
giunse dinanzi al Portone prese la grossa maniglia di ottone tra le
mani, un
serpente con la bocca aperta che morde un leone un ben venuto ai
Grifondoro
pensò.
Diede un
solo colpo e subito un elfo si presentò a lei.
<-Signorina
Hermione, non l’attendevamo- disse l’esserino.
- Prego, venga
dentro c’è una tale bufera fuori. Avviso la
signora,-> Asserì e si
smaterializzo in un attimo prima che la ragazza potesse dire una sola
parola.
Il manor era
sempre bellissimo durante le feste, anche se bello lo era sempre, ma in
quel
periodo dell’anno la magia e l’atmosfera erano
più magiche. Niente al confronto
alla infausta serata in cui fu portata per la prima volta davanti a
quella sala
quella nell’ala est, quella chiusa da cinque anni.
<-Hermione
cara- Disse Mrs. Narcissa comparendo dalla porta della sala est quella
dove
probabilmente era piena di maghi e streghe altolocate.
-è
successo
qualcosa a Draco?-> Hermione impallidì, lui non era
li le sue speranze erano
naufragate subito alla prima frase della donna.
Narcissa
non stava mentendo dal suo viso si
capiva che era preoccupata nel vederla lì nel bel mezzo
della festa della
vigilia alla ricerca di suo figlio, perché lo sapeva bene se
Hermione era, li
era solo per Draco.
<-è
andato via- disse sussurrando evitando di guardare la donna in viso,
aveva
sentito altri passi almeno due persone, alzò lo sguardo e
vide le uniche due
persone che con lei erano sempre rimasti neutri.
Lucius Malfoy
e Blaise Zabini, non stravedevano per Hermione, anche se, Lucius la
riteneva
una ragazza a modo e gioviale. Blaise, invece, cordialmente la
detestava per
come aveva cambiato il suo amico di conquiste; Da quando lei era
entrata nella
vita dell’ex professore di difese non era più lo
stesso. Non era più Draco Malfoy
il mangia streghe.
-è
andato
via a causa mia-> riprese.
L’aveva
finalmente detto, si era tolta un peso
e ora aspettava il verdetto, la sentenza e la condanna. Sarebbe
arrivata
inesorabile. O Lucius, o Blaise l’avrebbero condannata senza
scusanti, lei
scusanti non ne aveva era andato via per colpa sua, solo e unicamente
colpa
sua.
<-Via?-
via da dove Granger- disse in tono aspro Zabini. – Aspetta,
non dirmi che a
causa di quel coglione del tuo ex se ne andato dal castello->
Hermione non
replicò scosse solo la testa.
<-Ha
detto,
dove andava- > Chiese Narcissa e anche a quella domanda Hermione
scosse il
capo.
<-Granger,
guardami in faccia- disse in tono duro Lucius.- Mio figlio se ne andato
via dal
castello senza avvertirci di niente a causa tua e della tua
stupidità->.
<-Si
io->
<-Non
m’interessano
le tue scuse. Lo sapevo che starti accanto avrebbe portato
problemi->.
<-Lucius->
disse Narcisa.
<-No
Cissy, l’ha cambiato, l’ha reso debole e neanche si
è accorta che era
innamorato di lei. È colpa sua e se non ti dispiace, glielo
faccio notare->
disse urlando il padrone di casa.
Un clap distolse
l’attenzione dei presenti dalla giovane strega, osservando
ora tre uomini in
nero, smaterializzati poco oltre l’entrata.
Harry
Potter, Samantha Elider e George Galley,
erano entrati senza annunciarsi nel grande maniero e quello voleva dire
solo
due cose o erano sotto attacco da parte di qualche Mangiamorte non
ancora
arrestato o era successo qualcosa e purtroppo la seconda ipotesi era
quella più
accreditata.
<-Potter->
disse Malfoy senior osservando il capo auror.
<-Signori
Malfoy, mi dispiace piombare qui nel bel mezzo di una festa.- Era
pallido il
salvatore del mondo magico e quello non era un bel segno lo
capì subito Lucius.
-
È
successa una disgrazia, un treno babbano ha deragliato in Scozia nei
pressi Loch
Ness - Lo sconcerto dei presenti era palpabile.
Perché
Harry Potter
era al manor a parlare di un incidente che coinvolgeva babbani, cosa
poteva
importare ai Malfoy dei babbani.
-
Ci
sono delle persone, dei maghi, che affermano che su quel treno
c’era anche
Draco- Disse guardando un punto indefinito oltre la sala.
-
Ditemi
che si sbagliano. Ditemi che è qui è festeggia
con voi il Natale -.
Più
che un’affermazione
era una richiesta, Harry Potter chiedeva una conferma alla sua
speranza, ma
essa non arrivò. Il silenzio aveva avvolto la sala, anche la
musica che
proveniva dalla sala delle feste, si era assopita. Tutti gli ospiti del
Manor
erano lì davanti agli auror, nessuno osava parlare.
Il tono basso e
triste dell’auror li aveva come ghiacciati, lo
stesso Harry era come assente, come se il solo corpo si trovasse in
presenza di
tutti quei maghi mentre la sua mente fosse rimasta ferma vicino alla
radura
Loch Ness. Come se, la sua mente continuasse a vedere le scene
raccapriccianti
di poco prima: corpi straziati, macerie e fumo e l’ansia
s’impadronì di lui.
<-Potter
portami sul luogo->. Dichiarò Lucius. Harry
capì che la sua speranza era vana il suo migliore amico non
era a casa e solo
in quel momento la vide. Hermione era caduta a terra senza alcuna
forza, come
un fuscello abbattuto dal vento, si stava spezzando ancora una volta.
Un’altra
donna, anch’essa esile la tirò su rivelando una
forza che nessuno le attribuiva.
<-Veniamo
anche noi Potter- disse Mrs. Narcissa. Ottenendo
uno sguardo poco convinto da parte del marito.
-Quando lo
troveremo lui, vorrà vedere noi- disse. Attirando su di se e
Hermione lo
sguardo di tutti.
- Siamo le
donne della sua vita-> lo disse con la voce rotta ma non pianse,
trattenne
per supportare quella giovane ragazza al suo fianco ,quella che era
caduta nel
baratro della disperazione.
SPAZIO AUTRICE-
Veloce come una saetta ecco il nuovo capitolo...aspetto le
recensioni e dai recensite...lo vedo che la leggere questa storia...
magari un po vi piace eh dai ...
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Capitolo 21 *** 19.Capitolo ***
19. Capitolo
Si
smaterializzarono lungo la brughiera che si estendeva a est del grande
lago di Loch
Ness, il Castello di Urquhart si ergeva oltre la collina a Nord e
sovrastava il
lago.
A stento,
però, le vecchie mura si scorgevano a causa del fumo che si
era issato subito
dopo il disastro ferroviario, era lì che erano diretti i tre
auror capitanati
da Harry Potter. Lucius Malfoy sorretto dal suo antico bastone con
l’impugnatura
in argento raffigurante un serpente stemma del suo antico casato,
teneva il passo
del salvatore del mondo magico; Subito dietro i due uomini, avanzavano
lentamente
due figure notevolmente provate, una donna sulla cinquantina dai lunghi
capelli
biondi e uno strano ciuffo nero sorreggeva una ragazza con lunghi
capelli ricci
color cioccolato decisamente magra.
Arrivarono
ai piedi della radura proprio, dove un gruppo di babbani incominciavano
i primi
soccorsi, gli uomini si guardarono solo un attimo prima che Harry
Potter avanzò
verso il Poliziotto babbano.
<-Buon
giorno- Disse.
- Sono il
capo dei servizi investigativi. So per certo che un uomo pericoloso era
su
questo treno vorrei sapere se avete trovato qualcuno vivo?->.
<-Chi
è
lei?-> chiese un uomo corpulento con lunghi baffi che giungeva
dalla zona in
cui una locomotiva interamente avvolta tra le fiamme era stata sbalzata.
<-Io sono
Potter, il capo dei servizi segreti Inglesi- disse il ragazzo che
è
sopravvissuto. L’uomo sbarrò gli occhi osservando
prima Harry poi una figura
che poco distante da lui stava sopraggiungendo.
Il primo
ministro
babbano avanzava lentamente sul luogo del tragico incidente, al suo
fianco un
altro uomo di colore con una lunga tunica color magenta parlava con
lui.
Kingsley
Shacklebolt
salutò con un gesto appena accennato Harry, mentre guardava
il grasso poliziotto
davanti a lui.
<- Chi
è
che ha il comando dell’operazioni di salvataggio e recupero?-
Chiese il primo
ministro babbano.
<-Io
rispose->l’uomo decisamente sorpreso nel trovarsi T.
Bleur davanti in una
brughiera della scozia la notte della vigilia di Natale.
<- Ah
ecco, devo chiederle di lasciare il campo al Signor
…-Guardò Harry un attimo.
<-Potter.
Capo dei servizi segreti Inglesi-> Si affrettò a
specificare Harry. L’uomo
rimase spiazzato da questo coinvolgimento del primo ministro e
benché non
volesse farsi sopraffare da un ragazzino di sicuro inesperto non poteva
fare
storie davanti al primo ministro.
<-Il
signor Potter prenderà in mano le operazioni, da
subito-> Affermò il Primo
Ministro, lasciando l’uomo spiazzato di tutto.
I poliziotti
ci misero alcuni minuti a capacitarsi della cosa e malavoglia andarono
via
lasciando campo libero alla squadra speciale auror.
Il gruppo di
uomini era nutrito vi erano più di dieci auror che
scandagliavano con la magia
ogni perimetro di terra alla ricerca di ogni minimo indizio. Era stato
scagliato sulla radura un incantesimo repellente anti babbani, ma per
ora le
ricerche erano state vane.
Anche Lucius
aiutava nonostante la sua età e la sua assenza di bacchetta
.
<-
Lucius- disse Harry - continueremo a scandagliare tra le macerie fino a
che non
troveremo un indizio-> l’uomo guardo il ragazzo e
acconsenti.
<-Credo
sia tempo perso- disse
un uomo appena
smaterializzato tra di loro, facendoli bloccare tutti.
<- Siete
qui da parecchie ore e non vi è traccia di lui. Tutti i
migliori auror sono
fuori Londra da quanto, tre ore e dell’uomo che cercate
neanche mezzo indizio.
Per quanto ne sapete, potrebbe essere bruciato tra le fiamme di quella
locomotiva-> Disse senza mostrare il minimo turbamento,
ghiacciando il
gruppo che si era fermato ad ascoltarlo.
<-Avrebbe
fatto l’incantesimo fredda fiamma-> ribadì
un giovane auror appena
diplomato.
<-
Potrebbe, ma stiamo pur parlando di uno che viaggiava su un treno
babbano.
Nessuno si è chiesto perché viaggiava su di
esso?-> continuava ad
argomentare.
<-Perché
c’è freddo a viaggiare su una scopa Weasley- disse
Tom Bielsa un auror
argentino che aveva preso il posto di Ron Weasley quando si era
trasferito in Francia
e ora che il rosso era tornato in servizio in Inghilterra avevano preso
a detestarsi
a causa della strafottenza dell’ultimo maschio dei Weasley.
<- Sei
cosi stupido Bielsa, che ancora non mi spiego come hai fatto a superare
le
selezioni per diventare auror->.Disse il rosso.
<-Come ti
permetti->. Urlò l’argentino.
Ron
non si curò del fatto che alcuni colleghi
a stento trattenevano il giovane auror Argentino e cominciò
a camminare verso Harry
Potter.
<-Non ha
usato la smaterializzazione, perché non ne era in grado.
È inutile che lo
cerchiate ancora-> Harry lo guardava allibito con poteva andare
lì tra i
colleghi di Draco, tra i suoi famigliari e dire quelle parole senza il
minimo
rispetto.
<-Weasley.
Che ci fai qui?-> Disse finalmente Harry Potter.
<-Niente
sono venuto a vedere i vostri tentativi naufragare e dato che ci sono
magari
scopro se Nelli esiste sul serio- rise.
<-credo
non ci sia niente da ridere-> Neville Paciock era stato
informato da Harry Potter
in persona della tragedia in cui Draco Malfoy era stato coinvolto.
<-Oddio
Neville,
hanno immischiato anche te in questa stupida cosa->.
Neville lo
guardava allucinato, come se quello che parlava non potesse essere la
stessa
persona che lui aveva conosciuto, la stessa che per sei anni aveva
condiviso
con lui la stanza nella torre dei Grifondoro, non poteva essere il
simpatico,
allegro e sempre disponibile Ron Weasley. Qualche demone si era
impossessato di
lui.
<-Stupida
cosa Ron, stiamo parlando di un uomo,
stiamo cercando un uomo. Un collega un…->
<-Ti
prego non dire amico Neville se no ti faccio rinchiudere al San Mungo
come…->.
<-Dillo
Ron. Su dillo. Come i miei- Disse con voce sdegnata. – Tu sei
cento volte
peggio di com’era lui quando stavamo a scuola solo che lui ha
capito i suoi
errori ed è cambiato tu sei diventato un emerito
stronzo->.
Ron rise
ancora con la solita risata fredda e calcolatrice.
Da alcuni
minuti Hermione aveva preso a camminare lungo la tenda che gli auror
avevano
allestito per lei e per Narcissa, la donna era stata sedata da una
pozione
perché troppo provata, cosi la ragazza dopo un primo momento
di indecisione
decise che fosse arrivato il momento di agire. Doveva cercare Draco
doveva
parlarci lui non era morto lui non l’aveva lasciata, lo
sapeva, lo sperava..
Arrivò
fino
alla radura, dove era accaduto l’incidente, in lontananza si
sentivano molte
voci concitate ma non per le ricerche ma per litigi, stavano litigando.
La cosa
sembrava impossibile non litigavano mai durante le operazioni, tutto il
gruppo
non litigava poiché andavano d’accordo da
quando…
<-Che
cazzo ci fai tu qui- disse arrivata in prossimità del gruppo
scorgendo l’alto
uomo con i capelli rossi.
-Non sei il
benvenuto-> termino, arrivando fino a lui con la bacchetta tra
le mani.
<-Oddio
Harry ti sei portato anche lei. Assurdo->.
<-Come
osi-> disse Susan difendendo Hermione.
<-Lascia
stare- disse La riccia rivolgendosi alla mora collega al suo fianco.
-
Per
quanto la cosa irriti Signor Weasley io qui ci faccio molto
più che la sua
insulsa persona. La prego quindi di andare->
<-Mi stai
mandando via Hermione?->
<-Si. La
sto mandando via. Prima che il suo viso venga sfregiato
da qualcosa di appuntito. Non vorrà certo uscire male nelle
foto delle nozze->.
<-addirittura
minacce->.ripeté Ron canzonandola.
<-Mione,
basta-> disse Harry accanto alla riccia, ma lei
non vi badò.
Non si
curò né della faccia livida di Lucius, che era
guardato a vista dal due auror, né di Blaise che impugnava
la bacchetta pronto
ad attaccare.
<-Si
scandalizza signor Weasley. Mi meraviglio di questo,
giacché le minacce ormai sono il suo pane quotidiano. Ah e
poiché ci sono, la accuso
di violenza fisica e psicologica, visto che il capo auror è
qui->.
<-Come
osi Puttana->. Urlò il rosso.
<-Proteggo-
Strillò Harry Potter.- Tu- indicò un giovane
auror – porta il signor Wesley al bunker e rinchiudilo fino a
quando non
torniamo. Avvisa la sua famiglia e spiega loro la situazione->.
<-Potter
->
<-Lo so
signor Malfoy me ne scuso- >.
<-Non mi
servono le tue scuse ma pretendo che quell’uomo
sia allontanato immediatamente dal servizio pubblico che
svolge->.
<-Non si
preoccupi, era mia intenzione farlo appena sarei
tornato dalle vacanze, la sua uscita ha solo velocizzato le
pratiche->.
<-Ora
riprendete le ricerche->. Disse Harry rivolto al
resto degli auror.
Erano passato un
giorno dall’incidente, ma di Draco non vi
era traccia. Trovarono il suo mantello da viaggio un po’
bruciacchiato ma
niente altro, ormai anche il più ottimista degli auror era
abbattuto.
Harry decise di
dare un po’ di respiro ai suoi uomini e
concedere loro una pausa. Anche i Malfoy si trovarono
d’accordo con il capo
auror ma non lasciarono la radura e con loro erano rimasti anche Blaise
e
Hermione.
Quest’ultima
si era inoltrata fino alle rovine del grande Castello
di Urquhart e fu sopraffatta da una strana sensazione.
La strega si
aggirava tra i vecchi muri che un tempo erano
stati un grande e maestoso castello, aveva studiato sui libri babbani
della sua
esistenza, delle fantastiche storie che fin da piccola
l’avevano affascinata.
Come quella dell’enorme animale che viveva nelle acque del
lago, "Nessie",
un ipotetico mostro preistorico. Ricordava che sua madre ripeteva
sempre che la
sua fantasia era molto vasta, come quella degli uomini che avevano
detto di
aver visto quel mostro, ma si ricredette il giorno che sua figlia fu
invitata
in una scuola per maghi e streghe e capì che infondo le cose
non sono tutte
come si mostrano ai nostri occhi.
Camminava su
quei sassi e sentiva uno strano effetto su di
se, come se quel luogo fosse intriso di magia.
<-Rivelo-
urlo> e il suo incantesimo fu bloccato da una
forza superiore.
Cosa
nascondevano quelle rovine?
Tornò
correndo alla tenda dove Lucius e Narcissa si stavano
riposando.
<-Sapete
dirmi qualcosa sul Castello di Urquhart, sapete
se è un luogo magico?->.
Chiese la
giovane strega.
Narcissa la
guardò come in trans, Mentre Lucius cominciò a
ridere.
<- Le ha
pensate tutto, tuo figlio Cissy->.
<-Non
capisco, sapete, dove è Draco->
<-
Portami alla radura Granger->Disse Malfoy senior.
Smaterializzati
lì tutti e quattro il vecchio Lucius, cominciò
a camminare lungo le rovine con un beffardo ghigno sul viso.
<-Ce
qualcosa chiese Blaise?-> dando voce anche ai
mille pensieri di Hermione.
<-Oh
sì, certo caro Blaise che c’è qualcosa.
Un coglione
che ci ha fatto morire di paura perché non ha le palle di
ammettere i suoi
sentimenti per una …->.
Hermione
impallidì si aspettava che da un momento all’altro
la vecchia anima da mangiamorte del signor Malfoy prendesse il
sopravento. Ma
si sbagliava.
<-…donna.
Ora un Malfoy ha paura delle donne. Facevi prima
a uccidermi quando eri piccolo diventando Grifondoro Draco->.
<-Ma che
sta facendo-> chiese Hermione titubante a Mrs.
Narcissa-.
<-Hermione
cara, disse l’uomo- sto chiedendo a quel
deficiente di mio figlio di aprirci la porta per farci entrare
perché io senza
bacchetta non posso e solo i Malfoy entrano nel grande e magico
Castello di
Urquhart.->.
Narcissa, si era
dimenticata quel particolare, Blaise sospirò
e Hermione attese guardandosi intorno.
<-Draco
ti prego-> disse a fil di voce Narcissa Black e
tutti lo sapevano che se Narcissa chiedeva qualcosa suo figlio non
riusciva a
dirle di no, mai.
I
mattoni sparsi per
la piazza si issarono uno su l’altro ricomponendo il grande e
maestoso castello
che ora si specchiava sul lago insieme alla grande e bianca luna. D’un tratto i
due maghi e le due streghe si
trovarono di fronte ad un grande portone di legno massiccio, tutto
intarsiato,
non aspettarono di bussare alla porta per entrare, ma essa si
aprì appena il
castello divenne visibile e Tibly si
presentò davanti a loro.
<-
Tibly->
dissero in coro. Mentre l’elfo si abbassò in un
rapido inchino.
<-Prego
signori, il padroncino Draco vi attende->disse
il piccolo esserino saltellando.
<-Ci
mancherebbe altro non ci attendesse Tibly, disse
Lucius.- e mi aspetto delle spiegazioni da tuo figlio Cissy. Ti rendi
conto… ha
rubato un mio elfo->
Hermione
camminava lentamente dietro di loro titubante.
<-Stai
tranquilla- disse Blaise. Se ti ha fatto entrare
forse vuole chiarire.
<-Oh
forse vuole dirmi non cercarlo più-> Blaise la
guardò un attimo.
<-Almeno
spiegherà il suo assurdo comportamento->.
L’elfo
portò i quattro in una grande sala, tutta affrescata
con dipinti raffiguranti un grosso e fantastico animale marino. La luce
all’interno della sala era
fioca erano accese
solo due lanterne
così l’uomo seduto sulla poltrona rimaneva nella
penombra nascosto agli occhi
dei nuovi arrivati, almeno fino a quando non giunsero accanto al grande
camino.
<-Draco->
disse Narcissa andando ad abbraciare suo
figlio che si alzò per abbraciare la madre.
<-madre.
Sto bene non piangete, vi avrei avvisato->
<-davvero.
Che bel gesto figlio. Avvisarci quando tra un
mese->
<-Vi
avrei avvisato quando avreste tolto le tende dalla
radura. Padre->
<-bel
gesto da parte tua. Trattaere cosi i tuoi vecchi
genitori-Riprese Lucius. Mentre draco sbuffò.
<-Ti sei
fatto male?- chiese Blaise.
<-No
niente, ho fatto l’incantesimo fredda fiamma e ho
salvato dei babbani ma loro non se lo ricordano e sono andati via prima
che
arrivassero i poliziotti->
<-Quel
demente…-> Incominciò Blaise, ma
lasciò perdere
i commenti su Ron Weasley.
<-Beh io
ho sonno e vado a dormire. Annunciò Lucius,
avvicinandosi al figlio dandogli una pacca sulla spalla. Blaise vieni
ti mostro
le stanze del castello- disse Malfoy senior facendo alcuni passi verso
il
miglior amico del figlio.
-Narcissa,
vieni?->
<-Si,
arrivo- rispose la donna baciando suo figlio e
salutando la ragazza che ancora stava nascosta nel buio della sala.
La ragazza
avanzò lentamente verso il cammino, trattenendo il
respiro.
Lì ad
attenderla c’erano due occhi bellissimi di un intenso
Grigio, due occhi che chiedevano perdono per tutto: per la sofferenza,
per
l’angoscia e il dolore e lei non riuscì
più a pensare e gli volò letteralmente
tra le braccia incominciando
a piangere.
<-scusa-
disse piano Draco, inebriandosi del suo profumo.
Lo strinse
più forte.
<-Non
avrei dovuto farvi questo-> lei gli accarezzo la schiena.
<- so di
avervi, di averti fatto soffrire e che nonostante tutto, sei mia
amica->.
Chi
baciò il
petto e respirò affondo il suo profumo.
<-Credevo
che non ti avrei mai visto, che non ti avrei più toccato,
più sentito parlare.
Mi sentivo persa, senza te io sono persa non sono io.->rispose
lei.
<-Non
dire cret…-> riprese lui , ma la riccia lo interruppe
subito, dandogli dei
leggeri pugni sul petto.
<-Sta
zitto Draco. Sono stanca di aver uomini che decidono per me. Uomini che
mi lasciano
senza spiegazioni, che mi trattano come se non contassi, come se non
avessi
sentimenti.
<-Che
stai dicendo->.
<-Sto
dicendo, che tu non sei molto meglio di lui. Te ne sei andato. Anzi mi
hai dichiarato
il tuo amore, senza che potessi replicare. Mi hai detto: ” Io
provo questo, ma
non voglio niente e tu non puoi pretenderlo” e Te ne sei
andato senza
salutarmi- stava alzando la voce Hermione.
-Per la seconda
volta e poi mi hai fatto vivere un incubo- Draco abbasso il capo mentre
Hermione
si staccava da lui.
-Non sai
cosa ho pensato, come mi sentivo, tuo padre…->
<-che ha
detto?- chiese allarmato.
<-La
verità. Che era colpa mia se te n’eri andato
perché sono talmente cieca che non
mi sono accorta di niente, che non mi sono accorta di te. Il problema e
che io
prima di accorgermi di te dovevo ammettere che di Ron non
m’interessava niente
e sai quando me ne sono accorta. Quest’estate sentivo che
stava cambiando tutto
che ogni volta che
rimanevo sola con te
io a lui non pensavo più, piangevo per farmi consolare e
stringere tra le tue
braccia->.
<-Non
è
vero Hermy, lo sai. Quella sera quando ti ho
baciato…->.
<-Mi hai
baciato?- chiese stupita Hermione.- dai continua-> riprese
mentre un leggero
sorriso le si dipinse in viso.
<-Quella
sera dopo il bacio tu hai detto il suo nome->.
<-E che
significa secondo te?->
<-Che
volevi baciare lui-> rispose secco Draco.
<-Ah si
da quando hai l’occhio Draco Malfoy? Dovresti chiedere la
cattedra di
Divinazione altro che difese->
<-Neghi
che stavi pensando a lui?-> domandò Draco.
<-Ero
ubriaca Draco, non ricordo neanche quanto ho bevuto sono stata due
giorni sul
divano, secondo te mi ricordo a chi pensavo, avresti potuto anche fare
altro
oltre il bacio e non me lo ricorderei->.
<-Non
sono quel genere di uomo->.
La ragazza
si sedette davanti a lui, osservandolo meglio.
<-No,
infatti. Sei di un’altra pasta rispetto al mio ex.- disse
–ora dovrei mandare
un messaggio a Harry per annunciare che il suo amico sta bene->
<-Gli ho
mandato il mio Patronum. Appena vi ho visti tutti e quattro qua->
<-Ci
avresti fatto entrare anche senza la richiesta di Narcissa->
<-Credo,
di si->
<-Se
fossi stata sola?->
<-Sarei
rimasto a guardarti, fino a quando saresti andata via->
<-Immaginavo-
il cuore fece un tumulto,
non l’avrebbe
mi fatta entrare.
-Ora
è
meglio andare a dormire- disse la mora avvicinandosi a Draco.
-Buona Notte
e buon Natale.-> sussurrò a fior di labbra.
Draco la
guardò immergendosi nei suoi grandi occhi, cercando di
mantenere un contegno.
<-Grazie->.
Rispose mentre continuavano a guardarsi…
<-Vieni
ti accompagno nella tua stanza-> e si avviarono lentamente lungo
le scale
dell’antico Castello.
SPAZIO AUTRICE...
Oggi sono stata molto
buona tre capitoli e siamo quasi alla fine. mancano si e no due
capitoletti devo ancora decidere.
Qui ho evitato di tediare
con i soliti rompicapi di Hermione e l'ho resa un po
più intramprendente...anche se il boom sarà nel
prossimo capitolo.
Recensite.
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Capitolo 22 *** 20.Capitolo ***
20. Capitolo
Aveva
dormito profondamente quella Notte, anche se, avrebbe voluto
raggiungerlo nella
sua stanza per parlarle con lui, ma non appena aveva poggiato la sua
testa sul
morbido guanciale, si era totalmente abbandonata a Morfeo.
La mattina
dopo fu svegliata dall’allegro e gioviale elfo domestico dei
Malfoy, il
preferito di Draco da quando era piccolo.
<-Signorina.
Le ho portato gli asciugamani e il cambio->.
<-Grazie
Tibly-
> Rispose Hermione.
<-La
signora ha trovato una veste da strega della sua taglia. Spera sia di
suo
gradimento-> proferì l’esserino prodigo
d’inchini verso la riccia.
Hermione si
stiracchiò un poco e guardò verso
l’elfo per vedere l’abito che Narcissa aveva
trovato per lei in qualche armadio disperso nel castello.
Era
semplicemente stupendo, una ricca veste
color verde smeraldo, lunga fino ai piedi con scollo a cuore e bustino
stretto,
chiuso da lacci di un verde più intenso, le maniche erano
lunghe e asimmetriche
come si usava un tempo “a pipistrello”.
Dopo essersi
concessa un bagno veloce, indossò l’abito e scese
nella sala.
<-Buon
Giorno-> disse attirando su di se gli sguardi di tutti i
presenti.
Blaise
Zabini la guardo sgranando appena gli occhi per poi far finta di niente
e
continuando a dedicare la sua attenzione alle frittelle di mela davanti
a lui.
Lucius ghigno come spesso faceva suo figlio quando era più
giovane, mentre Draco
la guardava estasiato.
<-Oh, sei
bellissima mia cara, sapevo che questo abito avrebbe risaltato la tua
carnagione, sei cosi bianca che sembri fatta di porcellana->
Disse Narcissa
correndo incontro alla giovane e portandola fino alla tavola imbandita.
<-Grazie
Mrs. Narcissa, non si doveva disturbare-> affermò la
ragazza guardando l’abito
che aveva indosso.
<-Scherzi
su di te risplende. Vero Draco?->
<-Come
madre?->
<-Dicevo
che, l’abito che indossa Hermione le sta divinamente. Non
trovi?->
Lui la
guardò.
<-Si
madre, ora è meglio fare collazione prima che si
freddi-> Rispose distogliendo
lo sguardo.
Anche la
ragazza evitò di guardarlo per non far trasparire tutta la
sua delusione.
<-Ragazzi
cosa volete fare questa mattina?-chiese Lucius alzando lo sguardo dalle
notizie
della Gazzetta del profeta.- Potreste fare un giro sul lago abbiamo una
vecchia
barca nella rimessa.->
<-Magari
questo pomeriggio- lo anticipò Draco.- Ho invitato Harry e
Ginny per
pranzo->.
<-Bene,
avrò l’onore di mangiare con il salvatore del
mondo magico, chi l’avrebbe mai
detto solo cinque anni fa- enunciò Lucius Malfoy
ributtandosi a leggere il suo
giornale.
<-Potter
ha accettato l’invito?-> chiese un allibito Zabini.
<-Si
perché
non avrebbe dovuto-> replicò Draco.
<-Pensavo
che i Weasley tenessero al Natale e lo passassero tutti
insieme->Disse
Blaise.
<-Infatti,
è così-> disse Hermione
<-Ho
pensato che visto quello che ho saputo oggi su Ron Weasley, Harry
avesse poca
voglia di stare in loro compagnia-> spiegò brevemente
il biondo.
<-Che
vuol dire?-> chiese Hermione.
<-Che
hanno preso male, la notizia che il tuo ex sta in carcere e che a
mettercelo è
stato suo cognato a causa tua, Granger e credo anche a causa di mio
figlio->.
Affermò
Lucius senza sollevare lo sguardo verso la riccia.
<-Oh bene
quindi ci saranno anche i bambini? Disse un’euforica Narcissa.
- Io amo i
bambini-> Disse la donna attirando gli sguardi di tutti.
<-Davvero
Madre-> chiese uno sconcertato Draco.
<-certo
che amo i bambini-> rispose la donna leggermente offesa.
<-Scusa e
perché sono figlio unico?->
Lucius
sbuffò.
<-Draco
smettila
di fare domande inopportune- disse Lucius- Ora se volete scusarmi, vado
a
curiosare per il castello->. L’uomo dai lunghi capelli
biondi e il grosso
bastone si avviò lentamente verso le segrete del castello.
<-
Scusatelo-
disse Narcissa.- Si sforza di essere al passo con i tempi ma questi
argomenti
non lo mettono a suo agio-> cercò di argomentare
Narcissa.
<-Sapevo
–
la interruppe Hermione.- che tutte le grandi famiglie di alto lignaggio
non
hanno che un solo figlio se il primo è maschio->.
<-Sei
informatissima Granger-> disse Blaise sorridendo.
<-Beh lo
saresti anche tu, se quel giorno avessi fatto la ricerca che il
professore di
storia della magia ci aveva assegnato, ma mi pare ci fosse la grande
partita
con i Grifondoro che…aspetta avete perso->.
<-cavolo
che memoria, Hermione cara. Quanti anni sono passati->
<-Beh era
l’anno in cui c’era La Umbridge->.
<-l’hanno
in cui Dra ha fatto a pugni con tutti i Weasley->. La interruppe
Blaise ridendo..
<-Blaise
per favore->
<-hai
fatto a pugni?->
<-ecco
Blaise, Grazie->
<-Lei non
lo sapeva?->
<-No
Hermione, certo che non lo sapevo. Mio marito evitava di dirmi queste
cose->.
Hermione spalancò gli occhi.
<-Quindi
lei non sa niente?->Disse una sconcertata riccia guardando la
donna.
<-Che
devi raccontarle per umiliarmi?-> rispose piccato il biondo.
<-Niente-
replicò lei guardandolo male. – Vado a fare una
passeggiata scusatemi-, disse
alzandosi di scatto dalla sedia come se scottasse stare ancora
lì davanti a
lui->.
Uscì
quasi
correndo dalla stanza e si tranquillizzò solo quando
arrivò ai bordi del grande
lago di Loch Ness. Passò su quel lago quasi tutta la
mattinata, fino a quando
non le fu posato sulle spalle una grossa mantella.
<-Te la
manda Narcissa- >. Disse la voce di una ragazza che lei
conosceva benissimo.
Hermione si
girò di scatto mentre due braccia esili, l’
abbracciavano.
<-Quando
siete arrivati?- chiese Hermione guardando la sua migliore amica, Ginny
Weasley.
<-Poco
fa. Draco sta facendo vedere il castello a Harry e ai bimbi e Narcissa
guarda
Lily. La bimba ha un debole per quella donna ma quando ha visto Lucius
Malfoy,
sembrava in estasi->Rise Ginny.
<-la
madre invece. Che ha pensato quando l’ha visto?-> si
informò la riccia.
<-Mi ha
fatto un certo effetto, non posso negarlo. Ma è stato
discreto mi ha baciato la
mano e fatto gli auguri per il Natale.-> disse la rossa.
<-Quindi
va tutto bene-> disse Hermione sforzandosi di sorridere.
<-Si in
un certo senso si->
<-I
tuoi?-> doveva sapere perché non erano andati dai
Weasley…
<-Ecco,
su quel frangente non va per niente bene.- Ginny guardò
verso il lago e
cominciò il suo racconto.
-Gabrielle
ha detto di tutto, su Harry->
<-Si
è
scordata che un tempo le ha salvato la vita->. La interruppe
Hermione.
<-cosi
pare. Ha detto delle cattiverie su di te->
<-Che
faccio la vittima-> replicò la professoressa di
trasfigurazione.
<-Si
anche quello, ma anche tanto altro qualcosa di meschino
che…->
<-Non mi
interessa quello che Gabrielle pensa di me, Ginny. Tua madre voglio
sapere che
ha detto Molly->.
<-è
offesa con tutti noi, perché Ron Ha passato la notte in
carcere e per l’accusa.
->
<-Offesa->
ripetè.
<-Pare
che il matrimonio sarà annullato perché lui
avrà il processo.->
<-Processo…->
<_le tue
accuse sono gravi, Hermy.->
<-lo so,
disse mesta la ragazza.- ma sono anche vere->
Ginny rimase
immobile.
<-Mi ha
picchiato diverse volte quando stavamo ancora insieme.->
<-Perché?->
<-Era
geloso di Draco e della nostra affinità sul lavoro. Diceva
che gli scaldavo il
letto e che facevo la sua puttana.->
<-Perché
non mi hai mai detto queste cose?->.
<-Perché
già
lo odiavi per come mi aveva lasciato e non volevo che vedessi Ron come
lo
vedevo io->.
<-Lui lo
sa?- >
<-Si il
giorno che se né andato era venuto a portarmi dei documenti
da parte di Harry e
mi ha trovato stesa sulle scale. L’ho pregato
affinché dimenticasse, ma non
credo l’abbia mai fatto->.
<-Tu
l’hai
dimenticato->
<-Ci
provo. Avvolte, penso che con tuo fratello sono stata felice, ma quando
mi metto
a pensare, ricordo solo i pianti, le botte e le ingiurie che mi
lanciava->.
Ginny la
guardava spiazzata dal suo racconto.
<-Harry
mi ha detto quello che ha detto ieri a Neville->.
<-Non ero
ancora arrivata->
<-lo ha
preso in giro perché cercava Draco e quando Neville le ha
spiegato che anche
lui era un essere umano oltre a un collega gli ha riso in faccia e
chiesto se
non voleva finire al san mungo->.
<-Tua
madre dovrebbe sapere queste cose prima di mettersi dalla sua parte
-disse Hermione>.
-lo so Hermy
ma non me la sento di dirglielo io. Pensa che mettersi contro Ron
sarebbe come perderlo
com’era successo con Percy e non reggerebbe. ->
<-Sta
perdendo
te, però, comportandosi cosi->.
<-Sa’
che
non mi perderà mai- disse la rossa. –Ora andiamo a
pranzo, so che Tibly ha
fatto tante pietanze squisite->.
Il pranzo di
santo Stefano andò a meraviglia i maghi disquisirono sulle
nuove leggi in
ambito giuridico. Blaise illuminò i presenti sulle sue
ricerche su una pozione
che guariva da certe fatture mentre le donne parlavano di moda, gossip
e
pannolini.
<- Quanti
figli vorresti Hermione->chiese a brucia pelo Narcissa proprio
nel momento
in cui anche gli uomini avevano smesso di parlare.
<-Oddio
,non
lo so è una cosa che si decide in due-> rispose
un’imbarazzata Hermione.
<-Certo,
ma non farti fregare, mia cara- riprese la Donna dai lunghi capelli
dorati
- I figli
mettono allegria e sono sinonimo d’amore. Basta guardare
Ginny e Harry->
I
coniugi Potter divennero rossi.
<-Ma io
non sono fortunata. Hanno già deciso per me- disse la riccia
abbassando lo
sguardo verso la fetta della torta al cioccolato che stava davanti a se.
-Non credo
mi sposerò mai- a Narcissa cascò la forchetta.
-Per fortuna
ho Lily, così sfogherò le voglie di madre con mia
figlioccia- concluse la
riccia osservando la piccola culla dove la più piccola dei
Potter dormiva
beatamente.
<-Potter,
Blaise, venite vi porto a vedere Nassie. Signore, volete venire anche
voi?->
Chiese
Lucius.
<-Certo
caro, vieni Ginny cara- disse Narcissa prendendo la rossa sotto braccio
e
scomparendo prima che Hermione potesse dire una parola.
<-Non mi
hanno aspettata-> disse più a se stessa che
all’unico uomo che era rimasto
seduto a tavola.
<- da
quando non ti vuoi sposare?-chiese Draco.
Hermione
sollevò
lo sguardo verso il biondo che stava a capotavola,
all’estremità del tavolo.
<-Che
importa?->
<-Non si
risponde a una domanda con un'altra domanda. Professoressa
Granger->
<-Non si
smette di lottare per chi sì ma Professor Malfoy->.
<-Non sai
di cosa stai parlando, non capisci->.
<-Certo
che capisco, non sono mai stata stupida. Un tempo mi sbeffeggiavi anche
perché
ero una so tutto. Ora non puoi dirmi che non capisco->
<-Invece
si- disse Draco, alzandosi e sbattendo con non curanza il tovagliolo
sul
tavolo- Ora ti sei convinta che vuoi questo ma non è vero e
mia madre non la
smette con queste cretinate->.
<-Pensi
che l’amore sia una cretinata Draco?- disse alzandosi e
raggiungendolo alla
finestra dove il ragazzo osservava i suoi amici e i suoi genitori
vicino al
lago.
Lui non
rispose.
-Mi sembra
strano che pensi questo, visto che sei fuggito per questo-, gli sfioro
la
schiena.
<-smettila->
<-No->
<-Non
puoi fare questo Hermione, non puoi fiorarmi e pretendere che io non
impazzisca.->
<-Ma io
voglio che tu impazzisca Draco- disse lei con voce roca- mentre
stringeva
ancora più forte il corpo dell’uomo al suo.
Si
avvicinò
alla bocca dell’uomo, sfiorando con le lunghe dita bianche
fredde le sue
labbra. Draco chiuse gli occhi e sospirò.
<-Hermy…->
<-Schisi-
disse la donna.- Non parlare->.
Si
sollevò
sulle punta e congiunse le sue labbra a quelle del biondo inebriandosi
di tutte
le innumerevoli sensazioni che quel bacio provocò loro.
Quando
aprì
gli occhi, si perse nei suoi occhi ghiaccio.
<-sai che
ho sempre pensato che i tuoi occhi fossero bellissimi-> disse
lei.
<-Grazie->
Disse, prima
che le loro bocche s’incontrassero ancora, questa volta
esplorandosi affondo
buttandosi in una sensuale danza.
Che purtroppo
fu interrotta dal pianto di una bimba…
<-Lily,
tesoro c’è la zia – disse la riccia
prendendo in braccio la bambina mentre Draco
la guardava estasiato.
Perché
più
cerco di starle lontano e più i miei intenti falliscono,
pensava Il bel biondo,
mentre si avvicinava alle due piccole donne.
<- Vieni
con zio Draco->disse rivolto alla piccola, che gli
regalò un ampio sorriso e
protrasse le piccole braccine verso la serpe.
SPAZIO AUTRICE.
Ancora un altro piccolo capitolo...spero vi piaccia.
Recensite, che mi fa piacere...tanto tanto Piacere.
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Capitolo 23 *** 21.Capitolo ***
21.Capitolo-
Il Santo Stefano
ormai era volto al termine, i coniugi Potter erano tornati a Londra e
anche Blaise
Zabini era rientrato a casa, poiché aveva il turno in
ospedale, al grande e
magico castello erano rimasti solo i Malfoy e Hermione che era rimasta
visto le
insistenze di Narcissa e Lucius. Mentre il biondo dopo il bacio del
pomeriggio aveva
evitato la riccia come la peste.
<-Draco-
disse
Narcissa, attirando l’attenzione del suo unico figlio.
-ho deciso
di spostare il Party di capodanno qua al castello. –Draco
alzò il sopracciglio
guardando stranito sua madre.
-Ho
già
avvisato tutti i nostri amici, dammi i nomi dei tuoi, così
non mancherà
nessuno.->
<-Madre,
io non ho alcuna voglia di festeggiare-> disse in tono piatto,
attirando l’attenzione
di Hermione che fino a quel momento gustava la sua minestra ascoltando
distrattamente il discorso tra madre e figlio proprio come Lucius.
<-Mi
spiace Draco ma il party di fine anno è una delle regole su
cui non transigo->,
disse la donna guardando suo figlio negli occhi, lui sbuffo appena.
<-Per
sapere chi hai invitato?-> chiese aspettandosi il peggio.
<- I
soliti Caro, gli Warrington, i Montague, I Bletchley, gli Higgs, I Bulstrode- Hermione
arricciò il naso ricordando
la volta che si era accapigliava con la figlia dei Bulstrode, ma
evitò di dire
alcunché.
-
Poi,
verranno anche i Belby, sono da poco rientrati a Londra- disse ancora
Narcissa e
poco dopo lanciò la bomba.
-logicamente
verranno anche Teo e Pansy, i Parkinson oltre
alla famiglia Greengrass- Hermione deglutì la sua minestra
di botto->.
<-Hai
deciso di invitare tutta la Londra Magica madre- disse sferzante Draco.
<-No mio
caro solo i nostri amici come sempre, più Andromeda Harry e
i tuoi ex colleghi,
poi se magari qualche amico di Hermione- disse alla fine la donna
rivolgendosi
alla sua sinistra dove la professoressa di trasfigurazione si trovava.
<-No,
Narcissa non si preoccupi. Io per il primo sarà a
Hogwarts->
Lucius
alzò lo sguardo verso la ragazza
stranito la prima donna che rinunciava a un Party era veramente strana
quella
ragazza.
<-Hermione,
stai scherzando- disse Narcissa Black. – Non puoi non esserci
al party, Draco
di qualcosa-> chiese sua madre disperata.
<-Non
vedo perché devi obbligarla a fare una cosa che non
vuole->. Intervenne il giovane professore, anche se si notava
che la notizia
appena ricevuta l’aveva scosso.
<-Ma
lei…-> cercò di argomentare Narcissa
<-Lei non
fa parte della famiglia madre- la ragazza
abbassò il capo, sapeva bene di non essere un membro dei
Malfoy era una
mezzosangue.
- … e
può sfuggire a questo supplizio. Almeno lasciala in
pace. -Disse Draco visibilmente scocciato dalla piega che aveva preso
quella
conversazione.
<-Ora se
volete scusarmi, mi ritiro nella mia stanza->.
<-Draco-
cercò di spiegarsi Narcissa.
<-Lascialo
stare -> disse Lucius, mentre Draco con
tutta l’eleganza possibile si alzò e
sparì oltre la porta, diretto alle sue
stanze al secondo piano.
La cena
proseguì lentamente, anche se ogni tanto Narcissa sollevava
lo sguardo verso la
bella Grifondoro. Che consumava lentamente il suo rosbif senza proferir
parola.
<-Io
pensavo- disse Narcissa.- che tra di voi fosse tutto risolto- ad
Hermione cadde
la posata.
-Pensavo,
che entro la fine dell’anno avremmo organizzato un
matrimonio. Questa volta fu
Lucius a poggiare la forchetta in un modo poco conforme alle regole del
galateo->.
<-Narcissa-
disse Lucius Malfoy con il suo tono gelido.>
<-Mi
spiace- disse la ragazza interrompendo gli sguardi che i due coniugi
Malfoy si
stavano lanciando.
-Non credo
di essere la donna adatta a vostro figlio e non sono sicuramente quello
che vi
aspettate lui sposi.->
<-Cara ma
che stai dicendo-> disse una perplessa Narcissa
<-La
verità, non sarei mai stata nel vostro elenco del party se non per puro caso. Lo
stesso caso che mi ha
visto collega di Draco per questi cinque anni. Credo che sia il caso
allontanarmi da lui come ha richiesto più volte. Non posso
obbligarlo a stare
con me se non mi vuole al suo fianco->
<-Ma lui
ti vuole, piccola. Lui ti…->
<-Narcissa
-> disse Malfoy senior ora in piedi con un’espressione
che non ammetteva
repliche.
<-Spero
che almeno lei sia d’accordo con me- disse la riccia
guardando l’uomo che un
tempo le incuteva timore . Lucius la guardò appena.
<-Fai
quello che vuoi. Per quello che mi riguarda scappare non porta a
niente, ma non
posso certo obbligarti a fare una cosa che non vuoi. Non ho diritti su
di te e
in effetti non li ho neanche su mio figlio li ho persi da tanto tempo
quelli e
ancora mi stupisco che mi parli.->
<-Draco
la ama- disse Hermione>
<-Ama
molte persone – rispose Lucius.- ma almeno sulle donne del
suo cuore non posso
obbiettare-> concluse infine lasciando spiazzata la ragazza.
Che aveva
voluto dire, che lui approvava il sentimento del figlio per lei.
Il vecchio
Malfoy abbandonò la sala da pranzo dirigendosi in un piccolo
salottino per
leggere in santa pace senza sentire le chiacchiere di sua moglie.
<-Hermione->
riprese Narcissa- ti prego rimani almeno per il Party.
<-Lui non
mi vuole qui con voi- disse quasi sussurrando.
<-Non
è
vero non la smette di guardarti, lo sai bene che è
così li senti i suoi occhi
sopra di te.
<-Signora
->.
<-Oddio
Hermione, smettila di chiamarmi signora sono sempre stata Narcissa per
te->
la ragazza la guardò storto.
<-Narcissa,
questi discorsi sono privati e mi sento a disagio a parlarne con lei
visto che…->
<-Cosa
Hermione,
ti senti a disagio a parlare di mio figlio con me?- chiese la donna.
-Sai da
quanto so che è innamorato di te?- la ragazza
impallidì->
<-Dalla
guerra. Hermione da quando mia sorella ti torturava. Lui ti amava
già allora e già
allora sapeva che per voi non vi erano speranze. Sai quanto di
è straziato e
sbriciolato il suo cuore, quando ti aveva conquistata come amica ma in
lui non
vedevi altro. Per te era diventato Draco, ma nel tuo cuore
c’era solo quello
che ti tradiva e ti picchiava- Hermione granò gli occhi.
-eh si mi ha
detto anche questo, mia cara. Mi ha detto ogni cosa, solo io e Blaise
sappiamo
cosa è per lui starti vicino, la sofferenza che prova a
vederti sorridere e
vederti piangere e ti ha visto piangere tante di quelle volte per quel
verme
che mi stupisco ancora a pensare a mio figlio che ha resistito a non
ucciderlo
con le sue mani.
<-Draco
non lo farebbe – rispose la ragazza.
<-Hai
ragione non lo farebbe, ma non perché non voglia o abbia
paura di finire ad Azkaban.
No, non lo fa perché questo ti farebbe soffrire.->
<-Non
è
come pensa lei->
<-No?- e
cosa penso io Hermione->
<-Lei
pensa che io soffrirei perché Ron non
c’è più, invece la mia sofferenza
sarebbe
per Draco perché si macchierebbe di una cosa
insulsa.->
<-Mi
spiace Hermione comunicarti questa notizia ma io la penso come te- la
ragazza
rimase immobile osservando la strega dai lunghi capelli doranti davanti
a se.
-E lui che
la pensa in questo modo e lui che devi convincere.- disse la strega che
poi
continuò.
-Vorrei
restassi al Party. Vorrei restassi accanto a mio figlio e si lo ammetto
vorrei
diventassi mia nuora. Non ci trovo niente di male e mi piaci sia come
donna e
come futura signora Malfoy.->
<-Draco…->
<-Draco,
Draco, Draco… prendi in mano la situazione e riprenditi quel
mentecatto di mio
figlio, credo che sai come districarti con un uomo Hermione- la ragazza
arrossì
appena.
-Ecco brava.
Ora scusa ma vado a vedere se mio marito è ancora offeso con
me.
SPAZIO AUTRICE
Buon Saboto belle, ho inserito un
piccolo capitolino, niente di che... un piccolo preambolo prima del
Party.
Spero vi piaccia. Si accettano i
commenti .
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Capitolo 24 *** 22.Capitolo. ***
22. Capitolo.
Il giorno
dopo Narcissa e Tibly si erano già messi a lavoro per
allestire la grande sala
da ballo.
L’elfo
aveva
lustrato a fondo ogni angolo dell’antico castello, pulito
l’argenteria,
ordinato i fiori e con Narcissa avevano deciso il menù per
il party.
Non ci
sarebbe stata la solita cena stopposa ma una sorta di pranzo buffet con
tartine
di cane e di pesce, frutta fresca, dolci al cucchiaio tutto contornato
da fiumi
di champagne rigorosamente babbano, che era diventato una delle bevande
preferite
di Lucius e dei suoi amici.
Mancavano solo
alcune piccoli dettagli per rendere indimenticabile il party, la prima,
era
senza dubbio la parte pirotecnica della festa, così su
suggerimento di Hermione
decisero di affidarsi ai fantastici fuochi artificiali Weasley che
furono
ordinati in quantità smisurata e trasportati dallo stesso
George nel castello
solo il giorno prima della festa.
Ma
Il dettaglio che metteva Narcissa sulle
spine in modo più assoluto erano gli abiti delle donne,
infatti, come tutte le
signore dell’alta società, Mrs. Narcissa aveva un
debole per abiti da sera
rigorosamente da strega.
La
donna aveva scritto appositamente e di
proprio pugno in tutti gli inviti, che tutte le dame dovevano indossare
una
veste da strega. Quella era l’unica cosa che in quegli anni,
dopo la guerra
magica, non aveva mai cambiato, li reputava di classe e un segno
distintivo del
loro appartenere a quella stirpe. Nessuna distinzione tra purosangue o
sangue
sporco, erano tutti maghi e per questo, come tali si dovevano vestire
almeno
per i party tra di loro.
Questo
però
fu uno dei punti dolenti che dovette affrontare con la giovane strega.
Hermione,
non aveva alcun abito elegante per un party di alta classe stregonesca
che era
abituata ad organizzare Narcissa e dovette chiedere alla donna un
po’ di
supporto per cercarne uno.
Le
due donne, coadiuvate dall’elfo domestico
cercarono per tutto il castello, visto che oramai era tardi per farsi
confezionare un abito dalla Magicsarta.
La fortuna
di Hermione era decisamente sfacciata poiché quel castello
nei secoli era stato
abitato da donne ricche di buon gusto e con la vita sottile come quella
della Grifondoro.
<-Signora,
Signora- Urlava il piccolo elfo domestico->. Ho trovato gli
abiti Alisia
Malfoy, il famoso…
<-abito
di stelle->Concluse la donna estasiata alla vista
dell’abito.
Narcissa
prese in mano la veste azzurra dalle mani dell’elfo e la
osservò meglio.
L’abito era vecchio di secoli ma magicamente intatto, era
lungo e di seta blu
scuro come la notte.
Il
corpetto, era interamente ricoperto di
cristalli che sembravano piccole stelle incantate e in
realtà lo erano. I
frammenti magici del globo lunare, rendevano quella seta impalabile uno
degli
abiti più belli in assoluto, nessuno più ne
confezionava di simili.
Di
quell’abito si parlava anche sui libri di
storia, quella donna, una delle poche Malfoy, aveva fatto perdere la
testa a uno
stuolo di maghi ma in realtà non si sposò mai
rimanendo sempre accanto a suo
fratello che continuò la tradizione di famiglia di un unico
erede maschio.
<-Stupendo-
Disse Narcissa. –Tibly, portalo nella stanza della signorina
Hermione->.
Sorrideva
Narcissa suo figlio non avrebbe guardato alcun’altra donna a
quel party, ma
infondo lo sapeva già, anche senza l’abito
più bello. Hermione Granger, la
mezzosangue più famosa del mondo magico aveva rubato il
cuore dell’algido Draco
Lucius Malfoy e conquistato il cuore sia di Lady Narcissa sia del
freddo
Lucius. L’unica che ancora non aveva capito questo era
proprio la giovane
strega ancora titubante in quel mondo fatto di vecchie amicizie e
casati
antichi.
***
La
biblioteca era uno dei posti in cui Hermione amava rintanarsi in quei
giorni
frenetici per sfuggire all’assillante Lady Narcissa e al suo
fido elfo
domestico che cercavano in tutti i modi di coinvolgerla
nell’organizzazione del
party.
La signora
Malfoy era riuscita a convincere la giovane strega a rimanere fino al
veglione
di capodanno, ma nonostante questo Draco e Hermione si erano
pressoché evitati.
Il mago
aveva preso la brutta abitudine a mangiare in camera sua, mentre la
strega
faceva di tutto per utilizzare solo due stanze dell’enorme
castello, appunto la
biblioteca e la stanza dove dormiva rigorosamente da sola.
La ragazza
sfogliava avida un vecchio tomo impolverato, seduta su un tappeto di
fronte al
camino, era talmente intenta a leggere il libro che trattava rimedi e
pozioni
antiche alcune mai sentite, che non si accorse che nella biblioteca era
entrata
un'altra persona.
<-Hermione
che ci fai ancora qua?- la ragazza alzò lo sguardo
stralunata da giorni l’aveva
evitato e pensava che anche lui evitasse lei.
<-Leggo->
rispose decisamente in imbarazzo nel trovarsi Draco con i soli calzoni
e
vestaglia da camera.
<-Pensavo
fossi rientrata a Hogwarts- Chiese lui distogliendo lo sguardo dalla
strega
stesa a terra a leggere e osservando lo scaffale dal quale prese
anch’egli un
libro.
<-No sono
scesa a patti con tua madre- disse la Grifondoro guadagnando
l’attenzione del
ragazzo che ora si adagiava nella poltrona che stava accanto al fuoco.
<-Rimani
per il suo lussuoso party pieno di gente boriosa e noiosa e lei che fa
per te
professoressa Granger?-> chiese il biondo osservando la strega
illuminata
dalla sottile luce del fuoco che rendeva l’atmosfera troppo
intima tra i due
che per questo evitavano di guardarsi negli occhi.
<-Viene a
scuola per parlare dei duelli che ha vinto con la scuola-> disse
la ragazza
alzandosi da quella posizione.
<-Ah
bene, immaginavo che non ci sarebbe voluto molto per scoprire che era
una delle
migliori duellanti del regno magico. Quando l’hai
scoperto?-> Chiese Draco
affondando il viso dentro libro.
<-Al
secondo anno- rispose Hermione. Questa volte non riuscì a
non guardarla.
- ora vado-
disse la ragazza- prima che tua madre si faccia strane idee a trovarmi
qua con
te->
Draco
sorrise.
<-Non
temere- > disse sussurrando ma lei non lo sentì
perché era già fuori dalla
stanza.
***
Alle venti
del 31 Dicembre gli ospiti stavano già facendo il loro
ingresso al grande e
antichissimo Castello di Urquhart, in quell’occasione mille
luci circondavano
l’ingresso che dal lago Loch Ness portava fino al grande
portone di legno
intarsiato, lì ad attendere gli ospiti vi erano i coniugi
Malfoy Lucius e
Narcissa e il loro bellissimo erede Draco.
La padrona
di casa aveva scelto una lunga veste color verde mentre sia il marito
sia il
figlio avevo un abito nero con mantello da stregone.
I primi ad
arrivare furono I Bletchley e gli Higgs, che vivevano vicini, poi
arrivarono i Warrington
con le rispettive figlie tutte e tre more e molto belle come la loro
madre
Melissa.
<-Narcissa.
Disse la strega dai lunghi capelli castani. Grazie
dell’invito al tuo stupendo
party->
<-Oh
Melissa
cara- disse lady Narcissa- Ancora non so come sarà il party
non riempirmi di
complimenti che non merito-> la donna sorrise appena.
<-Allora,
se vuoi ti presento le mie incantevoli figlie- disse la strega.
-Questa e
Phoebe,- disse la strega spostandosi un attimo per far scorgere ai
Malfoy la
giovane figlia con i capelli neri e due occhi altrettanto scuri e una
belle
talmente bianca da farli risaltare, l’abito che la ragazza
indossava era nero
anch’esso e abbastanza scollato da mettere in evidenza le
forme appena
accennate della ragazza.
-… la
maggiore ha studiato a Beauxbatons e si è diplomata
quest’anno ha ricevuto ben
cinque “O” ai suoi Mago- Concluse Melissa , mentre
Narcissa sorrise alla
ragazza che s’inchinò appena alla strega e di
sfuggita guardò Draco.
- anche Milka
e Alisea hanno studiato a Beauxbatons sono al quinto e sesto anno-
disse la
donna presentando le sue giovani figlie molto simili alla madre ma con
una bellezza
ancora acerba.
<-Lieta
di avervi qui ragazze-> disse Lady Narcissa, sorridendo affabile
alle
giovani donne e compiacendo il loro padre che disquisiva con Lucius e
Draco di
affari e leggi.
Quando la
famiglia Warrington
entrò nella sala arrivarono anche gli altri ospiti, Teo e
Pansy erano
elegantissimi e abbinati uno all’altro lui in verde marcio e
lei in argento per
ricordare i vecchi colori della loro casa di Hogwarts. Subito dopo i
ragazzi fu
la volta dei Greengrass e delle loro due bellissime figlie.
Daphne,
salutò Draco con affetto mentre Astoria rimase un
po’ più fredda ma non
distolse mai lo sguardo dal professore di difese che per anni era stato
il suo
promesso sposo.
<-Ti
trovo bene Astoria->disse Narcissa salutando la più
piccola delle Greengrass
che sorrise affabile alla donna scompigliando appena i suoi lunghi
capelli
neri.
<-Grazie
Mrs. Narcissa, anche lei è bellissima come sempre. Ora se
permettete raggiungo
i mie-> disse sorridendo e si dileguo non prima di aver salutato
Lucius e
Draco.
Gli ultimi
ad arrivare furono Harry con Ginny e Blaise che salutarono i padroni di
casa ed
entrarono con essi nella sala.
<-Dra,
dove è la Gran…-> Blaise non
riuscì a terminare la frase quando dalla scala
arrivò la vera sorpresa del party la donna che in un attimo
conquistò le
attenzioni degli uomini della sala e l’invidia delle donne.
<-Hermione
cara, vieni che ti presento un po’ di gente-> disse
Narcissa portando la
giovane Grifondoro qua e la a conoscere tutte le migliori famiglie
della Londra
che conta.
<-Draco
respira-> enunciò Lucius abbandonando anche lui il
figlio tra i suoi due
amici Blaise e Harry.
<-Tua
madre c’è andata giù pesante
Draco-> disse Harry. Dando una leggera pacca sulla
spalla al suo amico e raggiungendo sua moglie Ginny che chiacchierava
con Pansy
e Teo.
La serata
prosegui
tra chiacchiere e sorrisi, Draco fu letteralmente attorniato da tutte
le
ragazze in cerca di marito soprattutto Phoebe Warrington che aveva
conquistato
anche Blaise Zabini che non era facile alle chiacchere e ai sorrisi e
poco dopo
al trio si aggiunse Astoria.
<-Buona
sera- disse la mora rivolta ai due ex Sepeverde. –Vedo che vi
state divertendo-
osservando Draco che cercava di far l’indifferente.
-Ciao- disse
guardando la giovane Warrington.- Io sono Astoria->
<-So chi
sei-> disse la ragazza continuando a sorridere con
fare distaccato alla presenza della
Greengrass.
<-Sono
felice di essere famosa, allora, però non sono tanto
fortunata perché ignoro il
tuo nome-> disse affabile la bella Astoria.
<-Allora
faccio le presentazioni- disse Blaise- Astoria cara ti presento la
bellissima,
simpaticissima e dolcissima Phoebe Warrington->. La Mora Phoebe
sorrise alle
lusinghe di Blaise.
<-
Warrington,
non ricordo alcuna Warrington
a Hogwarts-> continuò la più giovane delle
Greengrass.
<-Non ho
studiato a Hogwarts ma a Beauxbatons-> disse la ragazza con uno
sguardo
penetrante verso la ex sepeverde.
Blaise
notò
la tensione tra le ragazze e cerco con la classe di smorzare i toni e
gli
sguardi tra le due mentre Draco con non curanza osservava un gruppo di
donne
che chiacchieravano con un incantevole ragazza con un abito di seta blu
e
alcuni uomini che dalla parto opposta alla sua non la smettevano di
guardare la
Granger.
<-Ciao
Serpe- disse una donna dai lunghi capelli rossi sorridendo al biondo
mentre la Warrington
misurava con uno sguardo indagatore il potenziale di Ginny.
-Mi inviti a
ballare- disse prendendo il braccio di Draco, che rimase spiazzato
dalla
richiesta della signora Potter e si fece letteralmente trascinare in
pista
senza opporre resistenza.
<-Ginny,
sei impazzita tra poco ti tirano i coltelli- la ragazza rise
appoggiando la
fronte al petto del compare, fregandosene degli sguardi di tutte le
ragazze del
party.
<-Ho
notato una nuova pretendente-> disse Ginny.
<-beh
l’avrebbe notata anche un cieco- rispose Draco.
<-Non fa
avvicinare nessun’altra-> continuò Ginny
mentre volteggiavano in pista
<-Nessuno
si vuole avvicinare-> Rispose Draco.
<-Incute
timore-> rise Ginny.
<-Non
voglio illudermi Ginny e so che non può esserci
futuro->.
<-Draco
tu hai solo paura di essere felice e lei uguale. Comunque, ora sono
stanca e se
permetti vado a ballare con mio marito. Scusa-
Ginny si girò all’improvviso e
afferrando il braccio della ragazza che ballava
affianco a loro la fermò di colpo.
-Scambio di
coppia-disse, e senza perdere neanche un attimo afferrò
Harry Potter e si
rimise a ballare lasciando Draco davanti a Hermione.
La
grifondoro guardò Draco un attimo e poi abbassò
lo sguardo facendo un passo
indietro,
<-No
aspetta, dai balliamo- disse afferrando il braccio della ragazza e
avvicinandola al suo corpo. Una strana agitazione si stava
impossessando di
Draco, a stento cercava
di trattenere il
battito accelerato del suo cuore e i mille pensieri che la sua mente
frullava
frenetica.
disse per prima cosa, giusto per rompere il
ghiaccio.
<-Grazie->
rispose la riccia, continuando a sfuggire allo sguardo del biondo,
mentre mille
occhi si puntavano su di loro.
<-Ti stai
divertendo?-> chiese il biondo, cercando di fare conversazione
per
stemperare la strana atmosfera che da giorni c’era tra loro.
<-Si sono
tutti molto simpatici, anche se le donne parlano solo di moda->
Con tono
dispiaciuto, e conoscendola Draco capì che per lei quella
serata era stata
estremamente noiosa e lui non l’aveva protetta per proteggere
il suo cuore
dalla sua vicinanza.
Il solito
stupido egoista Sepeverde.
<-Dovevi
unirti al nostro gruppo, la Warrington parla di pozioni pare una
piccola
Severus e anche difese l’affascina parecchio->.
Cavolo
Draco, potevi dire di tutto e tu di chi parli, di quella ragazzina
arrivista
che non si è schiodata un attimo dal tuo braccio. Stupido,
sei sempre più
stupido, is maledì da solo .
<-La
Warrington
è quella con l’abito nero, che mi sta sicuramente
maledendo e che sta arrivando
qua->chiese Hermione.
<-Hermy->
riuscì a dire Draco prima che la professoressa di
trasfigurazione non lasciò il
braccio del giovane Malfoy e lo consegno alla ragazza senza disquisire
con lei
ulteriormente.
Stava lasciando
carta bianca a una ragazzina, con il cuore in gola e le lacrime agli
occhi,
lasciò la sala per prendere un po’
d’aria.
Non voleva
vederlo tra le sue braccia, non voleva vedere come una ragazzina gli
rubava Draco
da sotto il naso e lei lasciava fare perché era diventata
una debole, una che
ha paura di amare. Di lottare per prendersi un uomo che sapeva
l’amava, di far
crescere questo amore, ma non riusciva, temeva di fallire di
distruggere tutto
anche questa volta, perché ogni cosa che toccava si
sgretolava tra le mani.
Uscì
nel
balcone adiacente alla sala del ricevimento, l’aria del lago
era magicamente
mite quel fine dell’anno e quel tempo faceva a contrasto con
il freddo che
sentiva dentro.
<-Stai
sbagliando tutto Granger->disse una voce roca alle sue spalle.
<-Blaise,
non sapevo che fossi diventato un mio fan->rispose senza
voltarsi.
<-Sai
poco allora, mia cara so tutto- la ex grifondoro si girò
appena a guardare il
bel moro.
<-Pensavo
dal tuo modo affabile e dalle risate che mi sono giunte alle orecchie
che la
giovane Warrington, ti piacesse parecchio->.
Blaise
sorrise
<-la
Warrington
è decisamente intrigante. Ma Granger lo sappiamo tutti che
quella è la
tipologia di donna che Dra si sbatteva tanti anni fa e non certo una
possibile
futura Signora Malfoy->. Hermione rimase stupida
dall’affermazione che
Blaise Zabini, ex sepeverde e miglior amico di Draco Malfoy le aveva
appena
fatto. Il primo in tredici anni di conoscenza.
<-Che
intendi Blaise?-> era impossibile che lui il bel sepeverde moro,
la stesse
incoraggiando con il suo amico. Lei era una mezzosangue, lei era il
nemico o
forse l’ex nemico…
<-Che
dovresti combattere e prenderti quello che è tuo, da brava
Grifondoro.
Ora se
permetti vado da Daphne, non vorrei pensasse che anch’io
abbia perso la testa
per te-> la ragazza lo guardò allibita, mentre il
moro la lasciava sola nel
balcone ad ammirare la luna che si specchiava nel grande lago.
Una
lacrima di tristezza e rabbia gli solcò il
viso mentre gli invitati dietro di lei incominciavano a uscire per
assistere
allo spettacolo pirotecnico.
Hermione
cercò
di ricomporsi ma non vi riuscì molto, senti la risata
Warrington penetrarle i
timpani e stritolargli il cuore.
<-Draco
da questa parte si vede meglio-> disse ridendo. Mentre Hermione
cercò di
allontanarsi un poco.
<-Cazzo
ora la meno-> disse Pansy, facendo ridere Teo Nott che si
trovavano a pochi
passi da lei, cercò di ricomporsi stringendosi con forza lo
scialle sulle
spalle.
<–Hermione
cara tutto bene?- disse Narcissa passandogli accanto, osservando la
faccia
pallida della giovane insegnante.
<-si Mrs.
Narcissa solo un po’ di nostalgia ma ora passa, rispose
cercando di sorridere.
Mentire, mentire sempre.
<-Dra, se
questa ragazza ci fa spazio, possiamo metterci qua- disse la giovane
mora>
Merda, penso Hermione, con un balcone lungo chilometri proprio accanto
a lei
voleva mettersi questa.
<- si
tranquilla fai pure- disse la Granger,- Tanto io stavo andando
dentro->
rispose abbassando lo sguardo e indietreggiando senza guardare la bella
mora
avvolta nell’abito nero.
<-Ecco
brava, Draco…Draco...->
Voleva
scappare da quella voce, continuando a indietreggiare il balcone
già non vo
vedeva più. Scappava da quel posto, da tutto, era
già nella porta quando
incominciarono a contare e una mano le strinse forte il braccio.
<-5->
Urlavano, mentre alzava lo sguardo verso l’uomo che la stava
tenendo.
<- la tua
amica ti sta cercando-> disse, cercando di mantenere la calma
<-4->
<-Non
m’importa->rispose.
<-lasciami
Draco-> gli intimò Hermione sperando che nessuno
guardasse verso di loro
<-3->
<-Scordatelo->
rispose, quasi rabbioso.
Si stava
avvicinando troppo. Era troppo, troppo vicino… non doveva
guardarlo…non doveva
guardare i suoi occhi. Se l’avesse fatto non avrebbe
resistito.
<-2->
urlarono i maghi portando in alto i calici…
<-Non
riesco a starti lontano->.
<-Non si
direbbe-> risposte secca. Mentre lui ghigno.
<-1->
-Buon anno-
urlarono tutti abbracciandosi e baciandosi affettuosamente.
<-Buon
Anno, amore->. Disse Draco baciandola sulle labbra mentre i
fuochi pirotecnici
Weasley illuminavano il cielo e una Narcissa Malfoy sorrideva fiera del
suo
Party di fine d’anno.
SPAZIO AUTRICE.
Pubblico in ritardo, spoerando che anche questo capitolo vi
piaccia...ci sarà il dopo fuochi ...sperando che sia
finalmenter Hermione a mettere il fuoco nella coppia, fuoco intesa come
passione eh eh eh.
Recensite.
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Capitolo 25 *** 23.Capitolo ***
23.Capitolo
Si
baciavano
nascosti da occhi indiscreti, dietro una lunga e spessa tenda mentre
fuori nel
lungo balcone la folla di maghi e streghe assisteva ai fantastici
fuochi
pirotecnici Weasley.
<-Profumi
di buono. Lo sai Hermy->. Le sussurrò piano
nell’orecchio mentre con la mano
le accarezzava il lungo collo lasciato scoperto.
<-Dra,
smettila stanno per finire i fuochi –Disse la riccia, mentre
lui interrompeva
ogni sua parola da un bacio a stampo che le faceva arrossire le gote e
bruciare
il cuore.
<-Me
lo
concedi un valzer dopo?-> chiese baciandole ancora il collo e
respirando
affondo il suo profumo.
<-E
come
fai a sfuggire dalle grinfie della tua venere in nero-> disse
sussurrando a
fior di labbra.
<-Mi
vieni a prendere e non opporrò resistenza->. Rispose
lui di rimando.
<-Io
non
vengo a prenderti per ballare. Da che mondo e mondo è
l’uomo che invita la
donna->. Orgogliosa come tutte le Grifondoro, pensò
il Sepeverde.
<-Non
ti
conviene che sia io a venire a prenderti. Sarei capace di fare un
discorso
davanti a tutti e ti sentiresti veramente in imbarazzo->. Lo
guardò mettendo
su un piccolo broncio aveva imparato a farli imitandolo, lui era il
principe
anche in quello.
<-Non
oseresti-> gli rispose sbuffando.
<-Non
mettermi alla prova Granger->. Guardandola con un ghigno stampo
Malfoy stampato
in viso.
<-è
una
sfida?-> rispose piccata.
<-Si
tanto è vero che ti amo->.
Sbuffò
nuovamente
Hermione.
<-Potrebbe
essere un’infatuazione-> rispose lei mentre lui le
accarezzava le esili braccia
e la guardava negli occhi.
<-Si
che
dura da più di cinque anni->Sorrise, mentre lei lo
guardava ancora. Quanto
stava bene tra le sue braccia si trovò a pensare.
<-Dobbiamo
smetterla stanno per rientrare- >. Disse distogliendo dalla
mente quei
pensieri poco opportuni visto la gente che li circondava.
<-Si
si,
continua a scappare mia bella Grifondoro. Ma stai sicura che se non
vieni di
tua spontanea volontà, sarò io a
venire->disse sussurrando affabilmente,
anche se era una sorta di minaccia.
<-Draco
non fare ca…-> non riuscì a finire la
frase, la bella Hermione che i maghi e
le streghe rientrarono nella sala e i due professori si staccarono
l’uno dall’altro.
Draco
uscì
per primo dal nascondiglio accalappiato subito, da quella rompi pluffe
della Warrington.
<-Draco.
Ti
stavo cercando-> disse Phoebe attaccandosi al braccio del biondo.
<-ah
si->rispose
vago girandosi appena proprio quando Hermione usci dal nascondiglio
cercando di
ricomporsi.
<-
Si ti
sei perso lo spettacolo pirotecnico. Ma dove ti sei cacciato.->
Chiese la
giovane strega dai lunghi capelli neri.
<-
Sono
stato piacevolmente trattenuto- disse sogghignando mentre Hermione li
superava
in tutta fretta.
<-Come?
–>chiese
Phoebe
<-stavo
parlando ora scusami devo andare a dare gli auguri a mia
madre->.
Si liberò dalla
ragazza in un baleno
raggiungendo ad ampie falcate sua madre intenta a baciare Hermione.
<-Madre.
Auguri di buon Anno-> disse Draco baciandole delicatamente la
guancia.
<-Draco.
Lo
sai che m’imbarazzano questi dimostrazioni
d’affetto davanti a tutti-Disse la
donna sogghignando in direzione del figlio che non curante gliene diede
un
altro.
<-Quando
avrai un figlio Hermione cara. Insegnali a non oltrepassare la linea
del pudore
io con mio figlio non ci sono riuscita- disse Mrs. Narcissa, anche se
si notava
a chilometri la sua felicità per quei gesti
d’affetto del suo unico figlio.
<-Auguri
anche a te Granger- disse Draco guardandola un attimo prima di
depositarle un
bacio sulla guancia mentre i suoi occhi guardavano la sua bocca.
Narcissa
sorrise.
<-Draco
hai detto a Hermione della tradizione dei Malfoy?-> chiese
Narcissa ma Draco
rise, prima di parlare…
<-No
madre->. Rispose.
<-Quale
tradizione?-> chiese la riccia agitata.
<-Pare
che tutte le donne presenti, in età da marito, debbano
sfidarsi l’una contro l’altra
per ottenere il favore dello scapolo migliore.->
proferì un divertito Malfoy.
<-Quale
sarebbe lo scapolo migliore?-chiese sapendo già la risposta.
<-Io,
logicamente, rise –>
<-anche
mia madre a suo tempo ha sfidato un bel po’ di streghe per
conquistare mio
padre->.
Narcissa
ride e accarezzò Hermione.
<-Ti
ho
iscritta e spero vivamente tu vinca. Disse lasciando la ragazza
allibita dalla
situazione assurda in cui si trovava.
<-Mi
stai
dicendo che devo sfidare delle matte per te?->.
<-Si->
<-E
cosa
ci guadagno?->
<-cosa
vuol dire cosa ci guadagni?- ci guadagni me, antipatica
Grifondoro->.
<-
e se
perdo?-
<-Mi
vince un’altra e sarò
costretto…->
<-Costretto...->
<-Draco,
tesoro mi sono iscritta al duello- disse Phoebe tutta emozionata
<-Brava
signorina Warrington-> rispose lui, lanciando uno sguardo a
Hermione.
Stronzo
lo
faceva apposta a farla ingelosire con quella cretina.
<-Farai
il tifo per me- Chiese lei maliziosa incurante dello sguardo penetrante
di Hermione.
<-non
sarebbe corretto per le altre pretendenti, disse affabile la serpe.
***
La
festa
continuò per un po’ con alcuni balli, fino a che
la padrona di casa non prese
la parola.
<-Scusate
un attimo d’attenzione. Disse la bella Narcissa- Volevo
invitare voi tu nella
sala dei duelli. Sorrise verso la folla che la guardava ammaliata.
-tra
poco le
ragazze che si sono iscritte al torneo si sfideranno per aver il favore
dello
scapolo d’oro->.
La
folla
riprese a chiacchierare tra loro e a dirigersi nella sala indicata da
Narcissa.
<-Che
tradizione è-> chiese Ginny arrivata alle spalle di
Hermione.
<-una
cretinata maschilista-> disse la riccia scocciata dalla
situazione
<-Quindi
tu…?-> chiese Ginny Weasley.
<-partecipo-
l’anticipò senza guardarla in viso>
<-Oh
lo
scapolo è il bel biondino che ti ha baciata quando si faceva
il countdown->
rideva Ginny beccandosi però uno sguardo poco simpatico
dalla sua migliore
amica.
<-sciiiiii,
non urlare Ginny- disse la riccia guardandosi intorno per vedere se
qualcuno
ascolta.
<-ah
ah
ah, amica mia sei fregata lo sai.->
<-Si
lo
so non so come sono finita in questa situazione-> rispose
sconsolata.
<-perché
ti sei iscritta se ti vergogni->
<-Infatti,
non sono stata io, L’ha fatto Narcissa->.
<-Immaginavo-
sospirò Ginny- Ci tiene proprio a farti diventare sua
nuora->
<-A
quanto pare… rispose Hermione.
<-allora
in bocca al lupo. E straccia quella ragazzina insignificante->
<-Oddio
Ginny anche tu …-> ma non riuscì a
terminare la frase che fu presa sotto
braccio da Teo e Blaise.
<-Allora
Granger,
disse Nott- dobbiamo ideare una strategia. Pare che la più
pericolosa sia la
venere nera-
Hermione
li
guardò storto ma non parlò.
<-le
altre te le mangi in un boccone e alcune credo ti temano solo per il
tuo nome,
la tua fama ti precede- annunciò Blaise->
<-Mentre
la ragazzina non ti fila proprio. Perché è
cretina – disse Teo ridendo.
-è
un bene,
sai… la si frega così->
<-mi
spiegate che state facendo?-chiese finalmente Hermione.
<-siamo
i
tuoi coach. Tutte ne hanno uno disse Nott- mostrando la sala ed
effettivamente
tutte le ragazze parlavano con un uomo e nella maggior parte dei casi
quell’uomo
era il loro padre.
-
Siamo
venuti noi perché Lucius sarebbe stato troppo di
parte->
<-sarebbe
venuto Lucius- chiese strabuzzando gli
occhi->
-
Beh
in effetti voleva venire Draco, ma non era il caso non trovi->
disse Blaise.
<-Questa
cosa è ridicola, lo sapete->
<-No
è
eccitante, non la senti l’adrenalina scorrerti nelle vene-
disse Blaise.
<-Teo->
disse imbarazzata, mentre lui rideva coinvolgendo anche Zabini.
<-
combatti
per quello che è tuo, anche se è un gioco. Mostra
a tutti che con te non si
scherza. Ok Hermy- disse Teo posando le labbra nella fronte della
riccia.
-Blaise
sarà
il tuo secondo->.
<-Oddio
se muoio, cerca di perdere perché Draco si rifiuterebbe di
passar la notte con
te- disse divertita…->
<-perché
non sa cosa si perde…-> rispose Blaise facendo ridere
gli altri due.
<-Ok
siamo gli unici che ridono-> fece notare Hermione.
<-Si
perché
sappiamo di vincere- rispose Nott.->.
<-Sonorus-
Disse Lucius.
-Tutte
le
pretendenti vengano qua sulla pedana.
Le
ragazze
arrivarono una a una ancora fasciate negli abiti da sera e visibilmente
emozionate. Draco le scrutava tutte e valutava la loro determinazione.
Andò
a
stringere la mano a ognuna di loro e augurò a tutte di
vincere, il solito marpione,
quando arrivò davanti a Hermione, evitò di
stringerle la mano ma si avvicinò
piano fino a sussurrarle all’orecchio queste parole:
<-Se
vinci torno con te a Hogwarts-> disse e in un lampo era
già seduto nella
comoda poltrona per assistere al duello.
<-prego
ragazze- disponetevi sei da una parte e sei da un'altra. Sfiderete
quella
davanti a voi, dopo di che affronterete la vincente della sfida
affianco a voi
fino a che non ne resterà che una-> disse tutto
d’un fiato Lucius Malfoy.
-Tutti
gli
incantesimi sono leciti, tranne quelli senza perdono- disse Malfoy
senior.
-
Abbiamo il
capo auror e non si può, capitemi ragazze-> rise
Lucius.
Sbarazzarsi
delle
prime due ragazze per Hermione fu un gioco da ragazzi neanche si
preoccupo più
di tanto con la prima utilizzò un semplice “Furnunculus”
e la ragazza tanto distratta dai grossi bubboni
sul viso non senti neanche l’incantesimo successivo, un
Expelliarmus, che
consegno la bacchetta della giovane nelle mani della riccia grifondoro.
Con
la
seconda ragazza il discorso non cambiò poi di molto
utilizzò il Gambemolli
unito all’Inciampante e subito dopo aggiunse Expelliarmus e
anche la seconda
pretendente fu sconfitta.
Fino
all’ultima
sfida quella che la vedeva fronteggiare la cosi chiamata venere nera
della
serata, la tanto ammirata signorina Warrington.
Prima
dell’ultimo
duello Lucius riprese la parola presentando le due ragazze e chiedendo
loro
quali fossero i loro desideri in caso di vittoria.
La
Warrington
senza nessun imbarazzo disse:
<-Draco
Malfoy tutto per me- Lucius sorrise.- per sempre-> e in molti,
soprattutto
donne batterono le mani.
<-Lei
invece signorina cosa vuole in caso di Vittoria?-Chiese Lucius
osservando Hermione.
<-Il
ritorno in cattedra-> non aggiunse altro anche se la sua
dichiarazione aveva
ammutolito la sala.
<-Stai
combattendo per cosa?-chiese la Mora davanti a lei.
<-per
il
ritorno in cattedra del signor Malfoy. Ha abbandonato i suoi ragazzi e
vorrei tornasse
a Hogwarts come insegnante->
<-la
trovo una cosa stupida per battersi in duello, soprattutto contro di
me- disse
<-Beh
io
trovo stupido battersi in duello per un uomo che non ti guarda neanche
di
striscio ma non mi metto a sindacare con lei su questo->
La
ragazza
la guardò malissimo.
<-Bene
abbiamo
acceso già la sfida-> disse Lucius rivolto al suo
pubblico, -questa confronto
sarà sicuramente entusiasmante-
Ora
Hermione
e Phoebe- andate all’estremità della pedana.
<-Hermione->disse
la Warrington.
<-si
cara-
disse Lucius,- stai per combattere contro l’eroina del mondo
magico Hermione
Granger pensavo tu lo sapessi-> ma Lucius si sbagliava o forse
aveva fatto
in modo che la giovane Phoebe non scoprisse il cognome della giovane e
bella
riccia che si trovava di fronte.
La
ragazza
sorrise amaro cercando di non far trasparire la tensione che ora era
palpabile
mentre Hermione senza alcun indecisione arrivo fino alla fine della
pedana e
con un rapido inchino era già pronta per il duello.
<-Al
mio
tre. Disse Lucius. 1…., 2….,
3…-> pronunciò il mago.
<-
Serpensortia->
urlò
La
giovane Warrington
attaccando subito
<-Proteggo-
disse Hermione – vipera Evanesco- enunciò di
seguito sorridendo alla ragazza.
-saresti
una
Sepeverde, dunque.- Languelingua-
urlò infine scagliando l’incantesimo verso la
ragazza che si riprendeva dallo shock
appena subito.
E
l’incantesimo
di Hermione andò a segno facendo attaccare la lingua nel
palato così che la
ragazza non potesse più parlare. La professoressa di
grifondoro aspettò un
secondo appena dopo che Phoebe si liberò
dall’incanto e riprese ad attaccare in
sequenza, adorava farlo e la ragazza l’aveva fatta
innervosire. Draco aveva
osato dire che voleva Draco tutto per se.
<
-
Aguamenti-
disse Hermione mentre
dalla sua bacchetta uno schizzo d’acqua inzuppava la giovane
mora e non
contenta continuò- Mangia
Lumache –urlò ancora spiegando mentre la giovane
disperata cercava di
trattenere gli esserini che uscivano dalla sua bocca a fiumi
-questo
è
stato uno dei primi incantesimi di Draco quando andavamo a scuola, col
tempo è
uno dei mie preferiti. Si sentì ridere sia Draco sia Harry
mentre il resto dei
maghi guardavano le dinamiche del duello. Infine la riccia pronuncio
altri due
incantesimi in sequenza.
-Incarcerus.
Attese un attimo fino a che sottili funi dorate strinsero ai polsi la
ragazza
ancora alle prese con le lumache e infine pronunciò
l’ultimo incantesimo che
gli diede la vittoria.
-
Expelliarmus->
disse e la
bacchetta della giovane Phoebe Warrington le arrivo in mano in un lampo.
Un
caloroso
applauso investì la riccia mentre due occhi di neri le
penetravano il cranio.
Hermione
fu
attorniata da una quantità di maghi assurda che si
complimentava per la sua
dimestichezza nei duelli, per la classe e la leggiadria con la quale
aveva
combattuto. Quasi non si rese conto di essere nuovamente in sala e che
l’orchestra
aveva ripreso a suonare.
Ballò
con
Harry e con Blaise che si congratularono e risero delle espressioni
sconvolte
della giovane Warrington che però si era ripresa subito e
ora ballava con Draco,
la stronza pensò Hermione.
Erano
quasi
le due della mattina e l’orchestra annunciò
l’ultimo ballo, l’ultimo valzer. Il
cuore incominciò a battere furioso, cercava Draco ma non lo
vedeva, magari si
era dimenticato della cosa, forse era con la ragazzina e la stava
consolando. Non
trovava neanche quella arrivista osservando la sala …
Poi
lo vide,
aveva un espressione dura in viso come fosse scocciato.
Era
scocciato?
Fece
un
passo verso il biondo, notando la piccola folla che lo attorniava. La
giovane
arrivista era appiccicata al suo braccio, c’erano anche
Daphne e Pansy che la
guardavano dall’altro in basso le solite Sepeverdi, sorrise
Hermione.
Quando
arrivò
davanti al gruppo respirò piano e poi parlo.
<-Amore,
me lo concedi questo ballo-> Disse con tono alto e fiero da vera
Grifondoro.
Oddio cosa aveva detto.
Tre teste si girarono
all’unisono nella sua direzione.
Pansy
rise con
la sua inconfondibile risata piena e dissacrante. Daphne con la classe
che la contraddistingueva
sorrideva con gli occhi ma rimase impassibile ma la faccia migliore era
quella
della giovane Warrington sconvolta, letteralmente sconvolta dalla frase
che Hermione
Granger aveva appena pronunciato.
Draco
si
liberò in un secondo dalla morsa della mora e prese la mano
di Hermione,
sfiorandola appena con le labbra.
<-avrei
fatto meno scena io chiedendoti di sposarmi- disse bloccando la ragazza
con
quella frase.
E
poi rise
tirandola fino alla pista e cominciando a volteggiare.
<-credo
che la Warrington ti voglia morta- disse Draco osservando lo sguardo
che la
mora lanciava nella loro direzione.
Hermione
sbuffò
appena.
<-Mi
vuoi
veramente sposare- chiese non commentando la sua frase.
Lui
osservo
i suoi grandi occhi che sbrilluccicavano solo quando era emozionata e
sorrise.
<-
Si è
quello che desidero. E spero che un giorno…->
<-Si->
rispose stringendolo a se e bloccandosi di colpo
<-Si
cosa
Hermy->. Chiese Draco guardandola negli occhi.
<-Si
anche io voglio stare con te- E sollevandosi sulle punte lo
baciò fregandosene
del ballo, della gente che li osservava e della situazione.
Ora
aveva
capito che all’amore non si sfugge se l’amore
è quello giusto. Quello che dura
per sempre.
Quello
per
cui vale la pena lottare.
<-Amami
per sempre Draco->
<-Amami
per sempre Hermione->
Si
dissero a
fior di labbra prima di riprendere a baciarsi.
SPAZIO
AUTRICE.
Buona
Domenica ragazze visto sono stata di parola avevo detto che la storia
era alle
battute finali e questo credo sia il capitolo
conclusivo…forse faccio una
piccola shot o come si chiama per la notte e magari
l’epilogo…ma non ne sono
sicura. Fatemi sapere.
Recensite.
|
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Capitolo 26 *** 24.Capitolo- supplemento- ***
24.
Capitolo.
L’enorme
camino in marmo rosa, rendeva ancora più accogliente la
grande sala d’inverno
del Castello di Urquhart , oramai era notte fonda, anche i grandi
quadri
raffiguranti alcuni avi di Draco sonnecchiavano profondamente, solo sei
ragazzi
erano ancora svegli in quella prima notte dell’anno.
Hermione si
era abbandonata sopra una comoda poltrona affianco al grande fuoco che
frusciava lento e lì, osservava i suoi amici; Blaise e
Daphne erano seduti nel
divano quasi nascosto della sala, la bionda ancora fasciata nel suo
elegante
abito cipria osservava distratta il moro al suo fianco che sorseggiava
un whisky
incendiario d’annata, quante parole non dette tra i due
venivano mostrate con
quegli sguardi.
Ginny
Weasley stava in piedi e come sempre
resisteva sopra i suoi altissimi tacchi come se quella fosse stata una
serata
normale e non il party più lungo cui avesse mai partecipato,
il fuoco rendeva i
suoi lunghi capelli ancora più rossi ma niente la distolse
dal massaggiare
dolcemente la schiena di suo marito che inebriato
dall’atmosfera si era
abbandonato tra le sue braccia.
Sprizzavano
amore da tutti i pori pensò la
riccia.
Lui,
invece era seduto davanti al piano e ogni
tanto accarezzava un tasto, non suonava da mesi o forse anni.
Hermione
l’aveva sentito suonare solo poche
volte e sempre su richiesta di sua madre ma quella volta si sedette di
propria
volontà.
La
melodia lenta e struggente catturò l’attenzione
dei presenti avvolgendo la sala di una strana atmosfera, Harry
aprì gli occhi
osservando prima la sua amica poi il biondo che suonava e si
alzò lentamente
posando su Hermione un bacio casto e prendendo la mano della moglie si
avvicino
a Draco e con un semplice gesto si congedò.
Dopo poco
anche Blaise e Daphne uscirono dalla sala, lasciandoli i due
definitivamente
soli.
Si tolse le
scarpe massaggiandosi i piedi doloranti e poco dopo liberò i
suoi ricchi dalla moltitudine
di forcine e si avviò lentamente al fianco di Draco che ora
aveva cambiato
melodia, toni più acuti, sferzate decise, la musica dapprima
melodiosa era
diventata aspra dura.
Accarezzò
la
spalla del biondo delicatamente e poi il suo collo sedendosi alcuni
minuti dopo
al suo fianco, lui non smise di suonare, anche se sentì la
sua presenza e il
suo profumo entrargli dentro e la melodia divenne nuovamente dolce.
Rimasero cosi
per alcuni interminabili minuti, senza parlare, si sentivano solo lo
scricchiolare
della brace nel camino e la musica celestiale prodotta dalle mani di
Draco che
accarezzava piano i tasti bianchi.
Smise solo
quando lei posò la sua mano bianca e fredda sopra quella del
ragazzo,
fermandola, non si guardarono ma quel contatto racchiudeva mille parole.
Smaterializzarsi
nella camera di lui fu un lampo, una necessita, ma nessuna parola.
Forse
avevano parlato tanto per anni da sapere cosa provavano in quel
determinato
momento.
Accarezzandogli
le spalle e lasciando cadere la giacca per terra fu il primo gesto che
fece Hermione,
sollevando appena lo sguardo per osservarlo meglio.
Aveva acceso
mille candele che volteggiavano nell’aria, ad alcuni
quell’atmosfera poteva
risultare macabra una camera da letto stracolma di candele e due
ragazzi
immobili che si guardavano negli occhi, denudando la propria anima.
Un altro
piccolo passo prima di denudarsi veramente.
Draco le
accarezzò le spalle bianche scendendo fino alle braccia
lunghe e sottili, sfilò
con delicatezza l’abito lasciandola con la sola biancheria
davanti a se.
Perfetta.
La
contemplò
ancora per parecchi minuti fino a che non fu lei a sbottonagli la
camicia,
lentamente, bottone dopo bottone senza mai abbassare lo sguardo.
Quello sguardo
che bruciava dentro e mozzava il respiro, che riscaldava in un lampo e
mostrava
a Draco il desiderio di appartenergli per sempre.
Quando anche
il ragazzo rimase con i soli boxer neri di fronte a lei, capirono che
era
arrivato il momento di diventare un’unica essenza, fondendosi
l’uno nell’altra.
Amandosi completamente, lasciando cadere ogni tabu, Isolando in un solo
gesto, il
mondo esterno fuori dalla porta.
Amandosi
finalmente per sempre.
Con le
lunghe dita gli sfiorò il petto, prima lo sterno poi su
verso la spalla,
girandogli attorno fino ad arrivare alla schiena e posando
definitivamente un
bacio tra le clavicole.
Draco era
suo, ora lo sapeva, penetro a piene mani tra i crini dorati
scompigliandoli e
ridendo per questo, lui non fiatò.
Prese ad
annusare
la sua pelle, sapeva di menta e sandalo ,i suoi profumi.
Quello
era il profumo di Draco Malfoy.
I
profumi di casa e amore, quello che lui era
per lei da troppo tempo ma che codarda, come una Sepeverde non voleva
vedere,
lei era Grifondoro, per diammine, come aveva fatto a nascondere
l’evidenza al
suo cuore.
Rimase
imbambolata
un attimo pensando a quello, mentre Draco si girava.
In un attimo
la strinse a se, pretendendo il suo corpo, agognato da tempo, tanto e
troppo
tempo.
Baciò
la
guancia, il collo e la spalla mentre con le mani percorreva la schiena
con
delicate carezze da provocare in Hermione dei leggeri fremiti,
sganciò il
reggiseno e si fermò ad osservarla un attimo, prima di
riprendere a baciale il
corpo della strega. Ora la sua attenzione era rivolta a quelle piccole
e sode
valli di un candido rosa, baciò anch’esse prima
delicatamente poi con più
ardore era inginocchiato davanti a lei trattenendo tra le labbra i
capezzoli,
succhiandoli e rendendoli più turgidi.
La strinse
tra le braccia conducendola sul letto ancora senza parlare, per loro
parlavano
gli sguardi e le carezze, quelle che lei donava a lui, sfilandogli i
boxer e
prendendo il suo membro tra le mani un gesto delicato.
Prima timide
carezze e poi a poco a poco più decise, mentre lui chiudeva
gli occhi e si
perdeva nel piacere di quei leggeri tocchi.
Presto il
gesto di Hermione fu ricambiato, Draco sfilò le mutandine di
pizzo nero
sfiorando con le dita il basso ventre della ragazza che rise un attimo
presa
alla sprovvista da quel tocco, pian piano le dita del ragazzo
avanzarono
lentamente fino a giungere alla femminilità della ragazza,
penetrando al loro
interno prima con tocchi leggeri s’insinuava in
profondità, poi man mano che
sentiva il suo respiro farsi pesante e ansimare mise più
forza. Hermione cercava
di trattenersi era quasi al limite fino a che lui si
posizionò tra le sue
gambe.
Lo accolse
dentro di se stringendolo in una morsa, legandogli le gambe attorno
alla
schiena e con movimenti decisi incominciarono la loro prima danza
insieme,
senza mai staccare gli occhi l’uno dall’altra fino
a che toccarono insieme l’apice
del piacere e lui riversò il suo seme dentro il corpo della
ragazza.
Si
accasciò
sul suo seno con ancora il membro dentro il suo corpo, mentre Hermione accarezzava piano i suoi
crini biondi.
<-Questo
si prova a fare l’amore con la donna che ami?->chiese
sussurrando mentre
pian piano il battito tornava alla normalità e il corpo si
rilassava.
<-Si->rispose
Hermione continuando ad accarezzare l’uomo che gli aveva
ridato un cuore.
L’uomo
che l’avrebbe
finalmente resa felice. Si addormentarono così quella notte
uno nelle braccia
dell’altro dopo essersi augurati una dolce notte.
SPAZIO AUTRICE
Non so perche ho deciso di
aggiungere questo capitolo, la prima notte d'amore per una FF che si
chiama "Amami per sempre", era obbligatoria dopo tanti patimenti dei
protagonisti voi che ne dite...fa schifo???
Forse si. Dai su
recensite...
|
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Capitolo 27 *** 25.Capitolo ***
25-Capitolo.
Dopo aver
passato due giorni a crogiolarsi ininterrottamente tra baci, carezze e
gite sul
grande lago di Loch Ness arrivò il momento di riprendere i
contatti con la
realtà.
Il ritorno a
Hogwarts avvenne nella mattinata del sei gennaio, i due professori
arrivarono
al grande castello tramite la metro polvere che li catapultò
direttamente in
presidenza e, dopo aver salutato la preside, si diressero ai loro
rispettivi
alloggi.
Non avevano
detto a nessuno della storia e decisero di comportarsi come nei mesi
passati,
anche se i loro sguardi e i loro sorrisi mostravano qualcosa di
diverso,
qualcosa che solo persone attente e animi romantici notarono.
Neville
Paciock era uno di questi, lui l’aveva intuito.
Ricordava
bene la sera della vigilia in cui Draco era scomparso, Hermione quel
giorno
aveva mostrato a tutti la sua pena e l’affetto che provava
per l’ex Sepeverde,
più che un collega, più che un amico, molto di
più.
Ma nel
castello vi erano anche uomini ciechi che non riuscivano a vedere al di
là del
proprio naso, uno di questi era Cormac, che aveva deciso come proposito
per il
nuovo anno di conquistare Hermione e già dalla prima sera al
castello
incominciò a buttare le basi per il suo piano.
<-Granger
cara- disse il professore di Incantesimi- Passato bene le vacanze?-
>.
Sarebbe
stata una domanda cortese se il professore avesse atteso la risposta
della
collega, ma non lo fece, come al solito l’uomo risultava
ancora pieno di se
come quando era un illuso sostituto-portiere dei Grifondoro si
pavoneggiò come
un pavone …
- Immagino
di no, visto che non sono stato in tua compagnia->.
Hermione si
girò appena guardandolo allibita e con lui la maggior parte
dei professori, la
McGranitt dilatò gli occhi dallo sconcerto mentre Draco lo
osservava da
lontano.
<-In
verità Cormac, ho passato delle bellissime vacanze di
Natale, un sogno- sorrise
in direzione di due occhi argentei che la guardavano. Neville sorrise e
con lui
anche Lumacorno e la Preside.
Tutti
avevano notato il viso sereno della Professoressa di Trasfigurazione,
che da
giorni aveva preso a sorridere a tutti, anche ai suoi alunni nonostante
le
interrogazioni assidue che infliggeva loro.
Quando
finalmente giunse Febbraio e la famosa festa di San Valentino era alle
porte,
Hermione si sentiva come un’adolescente e complice il fatto
che quella giornata
sarebbe caduta di sabato fu invitata in uno dei più
esclusivi ristoranti
Londinesi.
<-Ma sei
sicuro Draco- chiese guardando il ragazzo negli occhi la sera che
l’aveva
invitata.
<-Sicurissimo-
rispose il professore di Difese.- Ho chiesto alla preside un permesso
per tutti
e due-
La ragazza
alzò lo guardo interrogativa verso l’ex Serpe.
<-che le
hai detto?->chiese la giovane insegnante.
<-Niente
di compromettente fece lui, girandosi verso il fuoco e prendendo a
sorseggiare
il suo vino elfico-.
<-Draco,
hai chiesto un permesso per me e te alla preside nella serata di san
valentino
e lei non ti ha chiesto altro?->.
<-Non
credo che la McGranitt metta i volantini in sala comune, ma se vuoi,
poi
accettare l’invito di Cormac McLaggen. Ho sentito Neville che
ne parlava->. Disse
piccato il biondo.
<-Neville.
–sbuffo.- ora si è messo anche a farti la
radiocronaca delle cose che mi
succedono quando non ci sei->.
<-è
stato
gentile->.
<-Beh
certo perché tu non ti puoi fidare di me e mi fai
controllare, sei …assurdo
Malfoy-> era contrariata Hermione tanto da sbattere il libro che
aveva sulle
gambe a terra.
<-Detesto
queste cose Draco, detesto che mi fai seguire che non ti fidi di
me…sai come
sono. Devi fidarti di me io…->
<-Sono
geloso. Non è vero che non mi fido di te, Io non mi fido di
lui e Neville mi ha
detto solo che cercherà in tutti i modi di stare con te il
giorno di San
valentino. E quando dice stare con te, non intende una passeggiata mano
nella
mano Granger. Sono
un uomo e non posso
sopportare che la mia …
<-Donna,
Malfoy? Riduci sempre tutto a uomo e donna…->
Lui
evitò di
rimarcare l’affermazione della riccia e continuò
il suo discorso.
<-
fidanzata sia nei sogni erotici di uno che non sono io.->
<-Io non
sono la tua fidanzata- rispose Hermione alzandosi- e mi dispiace essere
nei
sogni erotici di qualcuno ma non ci posso fare niente.->
Draco
accusò
il colpo, soprattutto della prima parte dell’affermazione.
“Non
sono la
tua fidanzata…” era una stilettata al cuore.
Rimase
immobile ad osservarla mentre si rimetteva le scarpe e riponeva il
libro nella
piccola libreria della stanza.
<-Vado in
camera mia-> disse senza aspettare risposta o un gesto da parte
del biondo
uscì dalla stanza e una nuova consapevolezza lo
assalì avevano litigato per la
prima volta da quando stavano insieme o si frequentavano ed era colpa
sua e
della sua gelosia.
La gelosia
aveva corroso anche l’altra relazione di Hermione e lui si
preoccupò, non
voleva diventare come Weasley, doveva farsi perdonare assolutamente.
***
Per giorni la
tensione tra i due professori fu palpabile.
Lei era
stizzita e saltava ad ogni frase che il direttore Sepeverde le
rivolgeva, lui
dal canto suo, evitava di ritornare sull’argomento
sforzandosi di non insultare
il collega McLaggen in sua presenza e benché la voglia di
schiantarlo ogni qual
volta quel cretino si avvicinasse ad Hermione.
Draco
si trattenne sempre, supportato da due
complici: la preside e il professore di Erbologia; mentre i suoi due
amici,
Harry e Blaise, gli avevano consigliato di schiantarlo tanto il
professore
d’incantesimi non era poi così importante.
Quindi tra
una tensione e un consiglio era finalmente giunta la tanto attesa cena.
Draco aveva
preparato tutto alla perfezione, aveva spolverato il suo abito nero
sartoriale
con camicia nera e cravatta argento intonata ai suoi occhi, aveva
ordinato un
mazzo di tulipani rossi che nel linguaggio dei fiori simboleggiano
l’amore vero
ed infine aveva confermato il pernottamento al ristorante e alla suite
per la
notte.
Niente fu
lasciato al caso, niente doveva sfuggire al suo controllo quella
sarebbe stata
la giornata perfetta…l’aveva aspettata e agognata
da anni.
Hermione,
invece, era talmente adirata con Draco che non si preoccupò
né di cercargli un
piccolo pensiero per quella prima ricorrenza insieme né un
vestito per la
serata.
A dire il
vero si dimenticò completamente che quel sabato era il
sabato tanto atteso e
solo, i sorrisi sdolcinati delle ragazzine, le dichiarazioni ridicole
di alcuni
ragazzi e la stana eccitazione che perversava in tutta la sala grande
la
riportò alla realtà, prima che un grosso allocco
non le recapitò tra le braccia
il bellissimo mazzo di tulipani rossi e nell’imbarazzo
più assoluto lesse il
bigliettino che vi era appuntato.
Ti
amo e ti amerò per sempre.
Il biglietto
non era firmato, ma non ve n’era bisogno la calligrafia
elegante e sinuosa
poteva essere solo la sua e il profumo su quella pergamena non lasciava
alcun
dubbio.
Nonostante
il forte imbarazzo per gli occhi di tutta la sala puntati su di lei
Hermione
riuscì a sorridere portandosi i fiori al naso annusando il
loro profumo, poi si
ricordò all’improvviso.
Come ci si
veste per andare a mangiare nel ristorante più
“in” di tutta Londra?
Panico totale,
doveva chiedere aiuto.
Ma a chi?
Narcissa o
Ginny.
Ginny o
Narcissa e poi decise, l’aiuto doveva essere grande grande,
quindi tutte e due
e senza badare agli sguardi di tutti sparì oltre la porta
della sala mentre lui
entrava in essa ricevendo solo un rapido sguardo e un impercettibile
sorriso.
L’aveva
perdonato e quello era solo l’inizio della spettacolare
serata che aveva
pensato per lei.
La professoressa
di Trasfigurazione aveva passato tutta la mattina per negozi magici e
non alla
ricerca di un abito adatto per la serata, Mrs. Narcissa e Ginny erano
due
grandi intenditrici di moda e conversavano amabilmente con le commesse
e
proprietarie dei negozi disquisendo su scolli lunghezze e tacchi come
lei non
aveva mai fatto in vita
sua, un’altra
cosa che la so tutto di Hogwarts non sapeva la moda.
Alla fine
dopo ben cinque ore aveva scelto l’abito uno lungo fino ai
piedi senza spalline
e con una leggera arricciatura sul seno e una specie di fiocco dietro,
l’avevano
preso in un negozio babbano e fu una sorpresa sapere che era stata
Narcissa ad
insistere per andare li, infatti, nella boutique lavorava la figlia di
una sua
vecchia fiamma che però era magonò.
<-Ragazze
se mai vi capita evitate di dire a Lucius che siamo venuti qua a
prendere l’abito
. disse Narcissa.
- non gli
è
mai stato simpatico Alfred- rise>.
Prese anche
una mantella nera che si chiudeva con una grossa spilla di strass e
delle
scarpe nere decisamente alte, ma per l’occasione erano
d’obbligo disse Narcissa
e Hermione si fidò del
gran gusto della
strega, era famosa in tutta la Londra magica la sua classe.
Comprarono anche
l’intimo decisamente troppo sexy per i gusti di Hermione che
amava gli slip con
gli animaletti ma Ginny aveva dato di matto al solo pensiero che
volesse indossare
tale oscenità sotto l’abito Valentino che aveva
appena preso, quindi si lasciò
convincere dalla sua amica.
Infine,
l’ultima
tappa si svolse nel centro estetico magico la magic estetista in un
lampo
depilò la riccia, mentre un’altra le faceva la
manicure e pedicure, laccandogli
le unghie di un rosso hot molto intenso e chic.
Il magic
parrucchiere le dispose nei capelli la pozione alliscia capelli in
tutta la
lunghezza raccogliendo poi alcune ciocche sulla parte anteriore e
collocandole
dietro la nuca intrecciandole tra di loro e fermandole con un fermaglio
di
stras e pietre preziose regalo di Narcissa per l’occasione,
l’ultimo tocco fu
della magic estetista che fece una veloce smokey eye sul nero e
applicò un
rossetto color ciliegia così che Hermione era pronta per la
sua magica serata
di san valentino.
***
Camminava
agitato
per tutta la stanza, era in ritardo di una buona mezz’ora,
non sarebbe venuta o
magari aveva accettato l’invito di quell’altro.
L’aveva persa ancora e sarebbe
stato traumatico per lui continuare a vivere dopo averla avuta per se.
Pensava a
questo Draco quando qualcuno bussò alla sua porta.
Scattò
subito
verso l’uscio e aprì di scatto e la vide la sua
principessa, fasciata in un
abito rosso e coperta almeno in parte da un mantellina, poi la
guardò negli
occhi e non capì più nulla, la voleva baciare
stringerla a se ma fu lesta a
negarsi con un rapido gesto.
<-scordatelo
mi rovini il trucco e sono stata due ore in quel centro estetico e non
intendo
rovinare niente del mio aspetto, per una volta che sono carina
–aggiunse camminando
verso il cammino mentre Draco la guardava estasiato ancora sulla porta.
-che vuoi
fare? Siamo o no in ritardo disse sollecitando il biondo->.
Lui rise,
guardandogli le labbra.
<- sei
pericolosa vestita così lo sai?-
<-Certo
immagino disse lei stizzita. E negli altri modi che non lo
sono->.
<-Non ho
detto questo, ma meglio lasciare stare come hai detto tu siamo in
ritardo e non
ho alcuna voglia di litigare ancora Hermy, quindi se vuoi->
disse
chiedendole il braccio che prontamente fu afferrato dalla donna si
smaterializzarono
all’interno del ristorante.
La sala era
tutta addobbata per la romantica occasione e già piena, un
cameriere si
avvicinò subito alla coppia.
<-Signor
Malfoy, prego mi segua il vostro tavolo è nel
privè-> disse il cameriere.
Hermione si
girò
ad osservare i maghi e le streghe che affollavano la grande sala tutti
intenti
a mangiare e conversare amabilmente, notò anche una chioma
rossa ma distolse
subito lo sguardo cercando di rasserenassi subito, era lui lo sapeva.
Dopo aver
superato tutta la sala, vennero fatti accomodare in una sala
più piccola dove
vi era solo un grande tavolo tondo, il loro.
Draco la
fece accomodare e poi si sedette anche lui di fronte a lei.
La tavola
era bellissima allestita con una tovaglia rossa e con al centro candele
color
avorio e dei petali di rosa rossa sparsi qua e la, i piatti erano tutti
in
finissima porcellana e i bicchieri erano in cristallo lavorato.
<-hai
prenotato un privè?-> chiese osservandosi in giro.
<-Si, ti
dispiace.-> Chiese Draco teso dalla possibile risposta.
<-No, ma
credo sia esagerato.-> Lui abbassò lo sguardo come
sconsolato,
lei non era
felice della sua idea.
Ad interrompere
quella strana atmosfera fu il cameriere che portò i menu e
stappo la bottiglia
di vino rosso precedentemente ordinato da Draco.
Hermione rise
appena aprì il menù.
<-Perché
ridi?- chiese Draco interrompendo il silenzio.
<-Vi sono
pietanze che costano più di alcune coppie di Libri
introvabili->
Draco
Abbassò
la testa la sua idea romantica stava facendo acqua da tutte le parti,
Hermione
lo guardò stranita che aveva, perché non
rispondeva alle sue battute.
<- quando
il cameriere arrivò Draco ordinò per se un
risotto ai funghi porcini e dell’astice
e attese l’ordinazione di Hermione.
<-pennette
al salmone e carne ai ferri-> disse.
Aveva scelto
le pietanze meno care di tutto il menù.
Quando il
cameriere andò via lui la guardò di sfuggita ma
fu lei a parlare.
<-Mi
spieghi che hai?- sei strano Draco. C’è qualcosa
che non va, non ti piaccio
come sono vestita o è perché nell’altra
sala c’è Ron che sei così?-.
Lui
sollevò
lo sguardo verso di lei, dalla sua espressione si capiva che di Ron non
ne
sapeva nulla.
Harry
gli aveva detto che era stato rilasciato
grazie al pagamento del riscatto e che gli era stato intimato di
tenersi
lontano da Hermione il più possibile.
<-No non
preoccuparti- rispose prima di venire interrotto dal violista che
suonò per
loro.
Hermione
guardò
il musicista che suonava divinamente una struggente melodia e poi Draco
che
abbassava lo sguardo ogni qual volta lei incontrava i suoi occhi
rimasero cosi
per buona parte della cena.
<-Mi
dispiace che ti annoi – disse il biondo non sollevando lo
sguardo.
<-chi ti
ha detto questo?-> chiese
<-So che
non ti piace nulla di questa serata, non volevi neanche venirci e forse
avrei
dovuto evitare. Disse sconsolato.>
<-Signori
tutto bene-> disse il cameriere portando via il piatto dei
giovani.
<-Si
tutto bene,-> rispose Draco congedando l’uomo.
<-Sai che
sei stano Dra, mi porti qui mi fai vestire bene, mi offri una cena con
i fiocchi,
nel ristornate più bello e costoso della città.
Un musicista suona la serenata per
noi e tu neanche mi guardi negli occhi.
Posso pensare
che sono io quella che non va->.
Disse tutto
d’un fiato Hermione.
<-Tu non
hai niente che non va, né in questa situazione né
nelle altre disse- piano ma
abbastanza forte perché lei sentisse.
<-Allora
perché
mi eviti, non abbiamo parlato che di sciocchezze->.
<-Ho
paura->
<-Paura?
Di
cosa avresti paura. Spero non di me?->
<-In
realtà si- lei spalancò la bocca.
Incredulità e stupore s’impadronirono di lei.
-Paura, di
quello che dirai, ma soprattutto non dirai tra un minuto->.
Un cameriere
arrivo di filato posizionando un vassoio coperto al posto del piatto di
Hermione
e dopo un attimo lo sollevo dileguandosi.
Il vassoio
non conteneva alcuna pietanza ma una piccola scatolina blu che
lasciò spiazzata
la ragazza, che sollevò subito lo sguardo verso il biondo.
<-Che
significa Draco->
Lui
respirò
affondò prima di parlare.
<-Aprilo->
Sciolse il
nastrino bianco che avvolgeva il pacchetto e con delicatezza apri la
scatolina
dove faceva bella mostra di se un solitario. Hermione lo tolse e lo
osservò
meglio l’anello era in oro bianco e aveva un solo diamante
rialzato non enorme,
ma giusto.
<-è
molto
bello- disse, facendo sorridere appena Draco che si alzò e
andò verso di lei, s’inginocchiò
ai suoi piedi prese l’anello tra le mani e lo infilo nel suo
dito.
<-Avevo
preparato un discorso, tante frasi sdolcinate che, in effetti, non mi
appartengono. Ora come ora, non so che dire perché il mio
cervello è in tilt da
quando sono entrato in questa sala, ma infondo lo sai bene il mio
cervello è in
tilt da molti anni ormai da quando mi sei entrata dentro- toccandosi il
cuore- so
che senza di te sono niente e che non ti merito, non merito neanche di
camminarti
affianco-Prese a respirare affondo, mentre Hermione non gli toglieva
gli occhi
di dosso.
-
Ho
preparato tutto questo per chiederti una cosa importante, una cosa che
devo
chiederti da tanto e che non ho il coraggio di chiederti
perché ho paura di un
tuo rifiuto->.
<-continua->
disse Hermione.
<-Hermione
vuoi rendere questo sepeverde, infido, codardo e bastardo
l’uomo più felice del
mondo magico e babbano.
In pratica
mi vuoi Sposare?-> chiese mentre gli si seccava la gola dalla
tensione.
Hermione sorrise
sfiorandogli il viso con le lunghe dita.
<-Hai
fatto tutto questo per chiedermi di sposarti. Sai che sei strano Draco
Malfoy,
disse- sai benissimo qual è la mia risposta gelando il
ragazzo che divenne
leggermente più pallido.
<-Oddio
non lo sai qual è la mia risposta?-chiese senza aspettare
risposta.
-si Draco
è sì,
certo che ti sposo. Ti amo e ti amerò per sempre->
disse abbracciando
stretta il suo bel Sepeverde.
<-Grazie-
rispose lui, perdendosi nel suo abbraccio.- vuoi ballare?->. gli
chiese e
dopo il consenso della riccia non si staccarono più per
tutta la sera.
Quella notte
fu una delle notti piu eccitanti e romantiche che i due vissero insieme
amandosi e confidandosi ogni piccolo segreto, un altro passo verso la
più
totale condivisione per una vita futura insieme.
SPAZIO
AUTRICE.
OK lo
so sono giorni che dico che la storia è finita che questo
che l'altro ma poi , mi passano mille idee in testa e dico ma
perchè no aggiungo un altro capitolo, spero non vi
dispiaccia.
La
richiesta di matrimonio... non è delle migliori ma ci stava
credo.
fatemi
sapere, un bacio a tutte le mie fan.
|
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Capitolo 28 *** 26.Capitolo ***
26.
Capitolo.
Al castello
di Urquhart tutto era pronto quel caldo trenta giugno.
Il
giorno che Draco e Hermione scelsero per coronare
il loro sogno d’amore.
La cerimonia
si sarebbe svolta nella piccola cappella all’interno del
castello, che la sposa
e la suocera avevano deciso di rendere semplice e più
delicata possibile.
Scelsero
delle rose rosa pallido e i banchi vennero coperti da lunghi veli di
seta
bianchi e in ognuno venne appuntate due rose bianche simbolo di purezza
e una
spiga simbolo di prosperità.
A celebrare
l’unione venne il Ministro della magia in persona che per
l’occasione era abbigliato
con una veste rossa che faceva risaltare la sua pelle
d’ebano.
Tutti gli
invitati erano già accomodati e chiacchieravano tra di loro
amabilmente, a
sinistra stavano gli invitati dello sposo. Le più ricche e
aristocratiche
famiglie Purosangue
provenienti da tutta
l’Inghilterra e dalla Francia erano state invitate dalla
famiglia Malfoy per gioire
con loro all’unione di Draco e Hermione, unione che venne
celebrata anche sulla
gazzetta del profeta.
A
destra invece, stavano gli amici e i parenti
della sposa, alcuni babbani come i genitori della riccia e la nonna
materna che
guardava strabiliata il resto degli invitati soprattutto un bambino che
ogni
due minuti cambiava colore di cappelli. Tra gli ospiti vi era anche la
famiglia
Wesley il signor Arthur e la signora Molly avevano accettato con grande
piacere
di partecipare come invitati alle nozze d’amore dei due
professori.
Dalla parte
di Hermione vi erano anche gli ex insegnanti dei due sposi e alcuni
colleghi
come Neville e Lumacorno oltre alla preside McGranitt che per
l’occasione era
vestita con il suo vestito migliore rosso e oro che fece storcere il
naso a
Lucius e sorridere soddisfatta la vecchia strega.
Draco era
già
nella cappella vestito con un abito grigio perla che sembrava fosse
stato
cucito addosso al mago, affianco aveva i suoi due testimoni Blaise
Zabini e
Harry Potter agitati anch’essi per la cerimonia, della sposa
ancora nessuna
traccia.
<-Harry
se non viene cosa faccio?->,Chiese il biondo disperato.
<-Non
credo sia una possibilità Dra, ma se non viene ti uccido e
poi uccido lei, sai
quanto odio vestirmi in questo modo e a causa vostra lo sto facendo un
po’
troppo spesso.-> Disse l’eroe del mondo magico facendo
ridere anche Blaise
mentre Draco era talmente agitato che non riuscì neanche ad
abbozzare uno dei suoi
famosi ghigni stampo Malfoy.
Finalmente dopo
alcuni minuti di attesa nei quali Draco era riuscito
nell’impresa di diventare
ancora più bianco del solito Mrs. Narcissa Black in Malfoy
entrò nella cappella
dando il via all’orchestra che suonò la marcia
nuziale.
Na Na
Nana…na
nana na nanana n ana naannananan.
Ad aprire il
corteo nuziale era la piccola Lily Potter con un delizioso abitino in
pizzo san
gallo e un fiocco in raso rosa che delineava il busto della bambina,
sui lunghi
capelli rossi era posata una coroncina di fiori, mentre tra le mani
aveva un
piccolo cestino con i petali di rose rosa, bianchi e rossi che buttava
per tutta
la navata.
Dietro la
bimba stavano le due testimoni della sposa Ginny Weasley e Daphne
Greengrass
tutte due con abito rosa cipria dal taglio a impero lungo fino ai piedi.
Nelle mani
tenevano un piccolo mazzolino con rose bianche e rosa, quando
arrivarono vicino
all’altare sorrisero allo sposo e ai loro rispettivi compagni
affianco a lui,
posizionandosi nella parte destra aspettando l’entrata in
scena della sposa.
Hermione
attese un solo minuto prima di entrare nella cappella sotto il braccio
di suo
padre Matt Granger.
Aveva scelto
un abito semplice lungo e di seta color bianco avorio con la scollatura
a “V”,
non troppo profonda che faceva intravedere appena il piccolo seno sodo,
le
braccia erano ricoperte dal pizzo realizzato da alcune artigiane
Babbane e rivestiva
interamente il corpetto, la gonna terminava
con una coda lunga di due metri.
Il velo
bianco le copriva il viso mentre sui capelli teneva un piccolo diadema
regalo
di Narcissa, il bouquet era di rose bianche con al centro tre tulipani
rossi
simbolo del loro eterno amore.
Quando
l’orchestra
riprese la marcia nuziale Hermione alzò la testa cercando i
suoi occhi di
ghiaccio e sorrise, lui era lì e la stava aspettando e in
quel momento che Draco
capì che la sua vita sarebbe stata stupenda
perché la sua dea sarebbe stata
sempre al suo fianco.
Quando Matt
Granger consegno la mano della sua unica figlia a Draco Malfoy sorrise
anche
lui verso il biondo, chi l’avrebbe mai immaginato che quei
due un giorno
sarebbero convolati a nozze.
Il ministro
della magia Kingsley Shacklebolt prese la parola.
<-Oggi
siamo
qui riuniti, in questo bellissimo e magico Castello per celebrare e
festeggiare
con Draco e Hermione la
loro sacra
unione.
Chi come me li conosce ed ha avuto modo
di stare affianco
a questi ragazzi non si è stupito di ricevere le loro
partecipazioni di nozze e
come me si è rallegrato.- disse il mago.
- La loro
unione deve rappresentare per tutti noi il cambiamento e
l’abbattimento dei
vecchi ideali che non tanto tempo fa regnavano tra i maghi, questa
è per tutti
l’unione tra il mondo magico e il mondo babbano, fra i
purosangue e i
mezzosangue ma è soprattutto il trionfo
dell’amore.
Di quello vero
che durerà per sempre, perché Draco e Hermione si
amano e lo si nota dai loro
gesti, dai loro sguardi …- rise il ministro.
- E da molto
altro. Quindi non vorrei dilungarmi ancora e dò voce ai due
sposi con le loro
promesse->.
La prima a
prendere la parola fu un’emozionata Hermione che ora aveva
tra le mani una
piccola pergamena.
<- Draco
Amore
mio, insieme ne abbiamo passate tante, - disse guardandolo negli occhi
e
mordendosi appena le labbra dall’imbarazzo e
continuò.
- ma se
siamo qui In questo momento tutti gli ostacoli le pene e le sofferenze
che ci
hanno intralciato la strada si sono dissolte come la nebbia regalandoci
così
questo speciale e irripetibile giorno. Spero veramente di poterti stare
vicino
e sostenerti in ogni momento che sia facile o difficile! Ne passeremo
ancora
tante insieme, ma so che al tuo fianco ogni ostacolo ogni problema
sarà meno
grave perché ci sosterremo a vicenda, perché il
nostro amore resisterà a tutto
e a tutti perché solo con te il mondo è migliore
per tutto questo io voglio
sposarti e esserti fedele sempre.-> disse infine la mora.
<-Lo
voglio –>rispose Draco e dopo fu il suo turno.
<-Hermione,
sono qui per dichiarati tutto il mio amore. Come ben sai, e credo lo
sappiano anche
tutti quelli che sono qui riuniti, che per me questa è una
cosa difficile. Io
non sono abituato ad esternare i miei sentimenti ma con te e per te
farei di
tutto per renderti felice e so che questo ti renderà felice.-
Disse
guardando la riccia dai quali occhi
scendevano delle lacrime di commozione e riprese a parlare.
-Il tuo
amore per me non è un di più, ma
l’essenziale di cui non posso fare a meno
neanche per un istante. Ho bisogno di te per sentirmi vivo e felice. So
che Il
nostro amore mai si spezzerà, il nostro amore
durerà per sempre, perché siamo
come i fiori sotto il chiaro di luna, ombra e sostanza di un essere
solo. Tutto
questo sei per me ed è per questo che ti chiedo di diventare
mia moglie.->
<-Lo
voglio- rispose la riccia ancora commossa.
<-Con i
poteri conferitimi dall’ordine magico dichiaro Draco e
Hermione uniti nel sacro
vincolo del matrimonio. Nessun mago o babbano possa interferire in
questo
matrimonio come in tutte le unioni magiche questa è
inscindibile e impugnabile
da alcuno-> concluse il ministro.
<-Ora lo
sposo può baciare la sposa-> Draco non fece attendere
oltre la sua neo sposa
e sollevando il velo della riccia la guardò negli occhi
prima di unire le sue
labbra a quelle della ragazza.
<-Ti
amo->
le sussurrò a fior di labbra, lei sorrise e rispose:
<-anche
io Draco, anch’io ti amo.-> disse Hermione, prima di
stampare un altro bacio
sulle labbra del biondo.
Dopo
la cerimonia tutti gli invitati
aspettarono gli sposi fuori dalla cappella per lanciare il riso e i
petali di
rosa, mentre i due sposi fecero volare due colombe simbolo di pace.
Dopo poco
tutti gli ospiti si riversarono nella radura che
era stata interamente allestita per il
ricevimento con ampi gazebi magici dove
erano stati sistemati tanti tavoli tondi e li vennero fatti accomodare
gli
ospiti. Una piccola orchestra suonava vicino al grande lago di Loch
Ness,
proprio accanto agli alberi del bosco nero era stato messo un picco
palchetto
dove vennero aperte le danze.
Era da quel
preciso punto che arrivò l’unico uomo non felice
della festa, l’unico a non essere
invitato.
Ron Weasley
avanzò
indisturbato tra la folla senza destare l’attenzione su di
sé, Giuse fino agli
sposi che in quel momento ricevevano gli auguri da alcuni parenti
francesi di Draco.
<-
Hermione-
disse il rosso facendo girare i due sposi all’unisono.
-finalmente
hai trovato uno scemo che ti ha sposato. – sollevando appena
la voce attirando
l’attenzione degli invitati che stavano lì vicini.
-un ripiego
perché
non hai potuto avere me.- Draco rise guardando Ron.
<-Weasley,
ti stai rendendo ridicolo-> disse Draco mentre Harry cercava di
portare il
suo ex migliore amico via da quel posto. Ma Ron non si
spostò e continuò la sua
performance.
<-Sei un
illuso Malfoy. Un illuso. Lei ama me, solo me ricordalo->.
Anche
l’orchestra
smise di suonare e alla piccola folla che si era formata si aggiunsero
i
signori Weasley.
Ma alla fine
fu Hermione a prendere la parola.
<-Spesso
le persone cattive sono in realtà dotate di grande
intelletto, ma questo non è
il tuo caso Ron. Mi disgusti e mi vergogno per te, per quello che sei
diventato, puoi fare solo una cosa buona ed intelligente nella tua
vita:
sparire per sempre dalla mia!-> disse Hermione stringendo i
pugni. Ringraziò
non avere tra le mani la sua bacchetta se no l’avrebbe come
minimo maledetto
per tutte le cose che quell’insulso uomo le aveva fatto.
<-io mi
devo vergognare- io Hermione ti rendi conto che hai sposato un
Mangia…->
<-se
fossi in te ragazzo disse il ministero della magia eviterei di rendermi
ancora
ridicolo sei in presenza di tutto il mondo magico e da quanto so
dovresti stare
a distanza di km dalla signora Malfoy senza contare che stai mancando
di
rispetto ai tuoi genitori- disse il mago di colore rivolgendo uno
sguardo al
signor Arthur Weasley che avanzò verso il ministro e
strattonò con forza l’ultimo
maschio dei suoi figli e lo trascino via dal banchetto di nozze.
L’orchestra
riprese
a suonare su invito di Narcissa che strinse un poco la sua giovane
nuora tra le
braccia prima di lasciare la ragazza tra le braccia della signora Molly.
<-Hermione
cara- disse la donna dai capelli rossicci.
- mi
vergogno tanto per tutto quello che è successo-
Disse
trattenendo
a stento le lacrime che sgorgarono dai suoi occhi azzurri.
-Tu non
meritavi quelle parole, nessuna donna le merita. Tu meriti tutta la
felicità e
io te lo auguro bambina mia. in cuor mio speravo che diventassi la
moglie di
mio figlio ma lui non è degno, lui è una vera
delusione. Malfoy ti ama e tu ami
lui e vi auguro tutto il bene possibile. Tutto il bene disse la donna
ora presa
dai singhiozzi->
Hermione
l’abbraccio
e la fece calmare.
<-le
voglio bene signora Weasley e per me lei sarà sempre una
seconda mamma, la
prima mamma magica.->
<-Oh
cara->rispose la donna stringendola ancora. Draco si
avvicinò piano alle due
donne che erano in disparte e le osservò mentre si
abbracciavano non voleva
disturbare ma era tradizione che gli sposi ballassero il primo valzer
della
serata quindi si fece coraggio.
<-Hermy,
disse il biondo facendo girare le due donne.
-Ci stanno
aspettando per il valzer->Affermò guardando sua
moglie.
La signora Molly
si asciugò le lacrime e si sollevò di scatto
lasciando la ragazza con suo
marito non prima di aver stritolato anche il biondo Malfoy tra le sue
grossa
braccia.
<-Andiamo->
disse la riccia facendosi condurre dal neo marito al centro della pista.
La loro vita
insieme incominciava da li, sarebbe stata dura perché il
mondo era pieno zeppo
di stronzi come Ron ma se loro stavano insieme e continuavano ad amarsi
come si
amavano niente e nessuno gli avrebbe mai separati perché il
loro amore, ne
erano sicuri, sarebbe durato per sempre.
SPAZIO AUTRICE.
Ora ne sono sicura questo è l'ultimo capitolo...non so se
mai farò delle piccole slot su questa storia o se magari
prenderò spunto dall'epilogo, che ho gia in testa, per farne
una serie, vediamo cosa uscirà dalla mia fantasia.
Vi ringrazio di cuore per tutte le parole d'incitamento che
ho ricevuto . Siete fantastiche, senza il vostro sostegno non ci sarei
mai riuscita.
Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti ben 22 persone.
chi tra i ricordati ben 10.
e poi il numero più grande, quelli che hanno messo AMAMI PER
SEMPRE tra le storie seguite. ben 94 persone. Ringrazio anche tutti
quelli che sono passati di qua e hanno letto in silenzio la mia storia
spero che le mie emozioni siano arrivate a voi tramite i personaggi di
Draco e Hermione.
Un bacio Grande Michela.
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Capitolo 29 *** EPILOGO ***
-EPILOGO-
Dopo il
matrimonio Hermione e Draco Malfoy decisero di andare a vivere nel
castello Urquhart.
I
giovani coniugi erano affezionati al castello
poiché era stato testimone della loro favola, si erano
dichiarati, baciati,
sempre li avevano fatto per la prima volta l’amore e tra
quelle mura antiche e
ricche di magia avevano coronato il loro sogno d’amore
convolando a nozze.
Subito dopo
il matrimonio ripresero a lavorare come Auror presso il ministero della
magia,
anche se dopo solo un anno Hermione cambiò lavoro
dedicandosi a un nuovo ruolo
all’interno del mondo magico diventano responsabile del
Dipartimento della
Regolazione della Legge Magica.
Negli anni il
castello aveva visto molti altri momenti felici della coppia, la
nascita dopo
un solo anno di matrimonio del piccolo Altàis fu una di
queste. Il primo figlio
di Draco e Hermione nacque confermando tutti i cliscé del
perfetto Malfoy,
maschio, biondo e in seguito Sepeverde. Il piccolo già in
tenera età aveva una
grande cotta per la bella Lily Potter nonostante avesse tre anni di
differenza
e lei lo snobbasse sempre. A due anni di distanza dalla nascita di
Altàis
nacquero anche le gemelle
Cassiopea e Nihal.
Che diedero
nuova vitalità alla coppia.
***
L’alba
di un
nuovo giorno illuminava il grande lago di Loch Ness e due bambine dai
capelli
biondi osservavano lo spettacolo.
<-Sai
Cassy dobbiamo goderci ogni attimo insieme perché se saremo
smistate in altre case,
non potremo più fare le cose che facciamo qui->. La
piccola Cassy girò il
viso verso sua sorella più grande di appena due minuti e la
guardò stranita.
<-Nihal
io voglio finire nella tua stessa casa. Non voglio stare sola lo sai
che mi
sento triste se non stiamo insieme e poi Altàis dice che
possiamo chiedere al
cappello di metterci dove vogliamo. Lui l’ha fatto->.
Cassiopea Malfoy
era bambina dolce e spensierata amava la natura e le poesie ma secondo
sua
sorella gemella non aveva la stoffa per diventare una sepeverde. Da sua
madre
aveva ereditato la linfa vitale della perfetta grifondoro, il coraggio,
il
puntiglio e l’orgoglio si mescolavano in lei anche se il suo
fisico e i suoi
colori erano al cento per cento made Malfoy ma a differenza della
sorella
gemella Nihal anch’essa bionda e senza dubbio prossima
sepeverde, Cassy aveva
ereditato da sua madre Hermione anche i capelli ricci.
<-Lascia
stare quello che dice Altàis, lui è finito a
Sepeverde perché tutti i maschi
Malfoy finiscono lì …->replicò
stizzita Nihal.
<-Ma ha
detto che l’ha chiesto per stare con Lily-
Nihal sbuffò.- ancora credi alle cose che dice
Cassy. Mente e manipola
se Lily fosse stata, grifondoro come i suoi fratelli e il nostro
adorato Altàis
avesse chiesto al capello di finire lì l’avrei
capito, ma zio Neville ha detto
che il capello si è appoggiato appena quando ha urlato,
sepeverde e quindi non
ci sono dubbi lui non ha chiesto niente e se continui cosi è
scontato che
finisci a Grifondoro.-> concluse sprezzante.
La piccola Cassy
si rabbuiò forse quella sarebbe veramente stata
l’ultima volta che avrebbe
condiviso una cosa con sua sorella gemella se non fosse finita a
Sepeverde,
sarebbe stata la prima Malfoy da secoli a essere smistata in un'altra
casa.
Forse suo
nonno Lucius non le avrebbe più regalato la cioccolata
bianca che lei amava
tanto se avesse disonorato il buon nome dei Malfoy, ma quel suo segreto
non lo
disse mai a nessuno troppo orgogliosa per ammetterlo, come la sua mamma.
Si lo sapeva
in cuor suo che sarebbe stata la prima Malfoy a grifondoro.
<-Ecco
dove sono finite le mie due principesse- disse un uomo alto e biondo e
fantasticamente bello che faceva il nome di Draco Malfoy.
<-Papà
stiamo aspettando l’alba, disse Nihal guardando suo padre
Draco che si accomodò
nel prato affianco alle sue due figlie.
<-anche
io lo facevo spesso quando ero piccolo lo sapete-> disse
guardando il
pallido sole che si alzava piano nel cielo e illuminava la valle.
<-Non
avevo mai visto l’alba- disse una voce dietro i tre Malfoy.
<-Hermy
amore vieni- disse Draco facendo spazio a sua moglie che si
accoccolò affianco
di suo marito. Prima di essere letteralmente sopraffatti da quelle due
streghette.
Era
così che
i coniugi Malfoy passavano le ultime giornate di vacanze estive prima
che anche
le loro ultime due figlie prendessero il treno che le avrebbe condotte
a
Hogwarts il luogo dove tutto nasce e tutto evolve e dove tanto tempo
prima
anche loro si erano conosciuti, disprezzati odiati, schiantati e infine
amati.
Fine.
SPAZIO
AUTRICE.
Ringrazio
tutte le persone che hanno seguito questa storia,m spero che l'epilogo
vi piaccia...apre nuove strade e una possibile serie futura.
Amami
per sempre è un titolo che si presta e io non mi precludo
niente finche la mia fantasia regge.
kiss.
|
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