AMAMI PER SEMPRE

di mikilily
(/viewuser.php?uid=140534)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PREFAZIONE ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2°capitolo ***
Capitolo 4: *** 3.capitolo ***
Capitolo 5: *** 4. Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5.CAPITOLO ***
Capitolo 7: *** 6.CAPITOLO ***
Capitolo 8: *** 7.CAPITOLO ***
Capitolo 9: *** 8.CAPITOLO ***
Capitolo 10: *** AVVISO ***
Capitolo 11: *** 9.capitolo ***
Capitolo 12: *** 10. calunnie via Giornale. ***
Capitolo 13: *** 11.Capitolo ***
Capitolo 14: *** 12. CAPITOLO ***
Capitolo 15: *** 13. Capitolo ***
Capitolo 16: *** 14.CAPITOLO ***
Capitolo 17: *** 15. Capitolo ***
Capitolo 18: *** 16.Capitolo ***
Capitolo 19: *** 17.Capitolo. ***
Capitolo 20: *** 18.Capitolo ***
Capitolo 21: *** 19.Capitolo ***
Capitolo 22: *** 20.Capitolo ***
Capitolo 23: *** 21.Capitolo ***
Capitolo 24: *** 22.Capitolo. ***
Capitolo 25: *** 23.Capitolo ***
Capitolo 26: *** 24.Capitolo- supplemento- ***
Capitolo 27: *** 25.Capitolo ***
Capitolo 28: *** 26.Capitolo ***
Capitolo 29: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PREFAZIONE ***


 

 

 

INTRODUZIONE...

 

Sono passati più di cinque anni dalla fine della grande guerra Magica.

Molte cose sono cambiate...

Hermione Granger è diventata un auror ed è felice per questo. Il suo lavoro la impegna talmente tanto che riusciva a non farla pensare a quello stronzo che porta il nome di Ron Weasley. 

L’ex portiere di Grifondoro, dopo anni di fidanzamento, l’aveva tradita ripetutamente e infine lasciata per scappare con la sua amante Gabrielle Delacour, sorella della sua ex cognata Fleur. 

Per fortuna, Hermione, aveva ancora l’affetto dei coniugi Potter, infatti, Harry e Ginny si erano sposati e avevano già avuto la bellezza di tre figli, l’ultima era addirittura sua figlioccia compito che la prendeva moltissimo e che condivideva con un suo collega e amico Draco Malfoy. La sua ancora di salvezza in quel periodo buio in cui era precipitata.

Infatti, grazie a Draco, che Hermione aveva superato in parte il suo dolore. Ma da lì a poco anche lui la lascerà, scopriamo insieme perché.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1. ***


-     Anche tu mi hai lasciato-

 

Ore 7.00 di un afoso 20 agosto Londinese.

 

Erano ore che si trovava distesa sopra il divano color ocra, avvinghiata a uno dei grandi cuscini. Lì, tra quel sofà che l’aveva vista addormentarsi di botto, si rigirava incurante del tempo che passava, erano passate ore, infinite ore... forse giorni.

Pian piano, i suoi occhi incominciarono ad aprirsi. La luce che penetrava dalla grande finestra della sala era troppo forte.

Un cerchio alla testa le ostruiva i pensieri.

Troppo dolore. Troppo.

Tastò piano lo spazio che la circondava, muovendo appena la mano indolenzita per la posizione assunta durante il sonno.

Constatò di trovarsi nel suo salone: riconosceva il suo divano, i cuscini e il tavolino davanti alla tv, sentiva l’odore delle rose nel vaso sopra il tavolo.

Hermione era a casa ma non si ricordava niente altro.

La stanza era avvolta dalla luce della mattina, la tv era stranamente rimasta accesa con un volume notevolmente alto per quell’ora.

Chi aveva lasciato la tv accesa? si chiese.

Quello era stata una delle cause della sua sveglia indesiderata, insieme alla luce; Lei amava dormire nel buio più totale.

Quella mattina molte furono le cose strane che capitarono.

***

Dopo cinque anni dalla fine della seconda guerra magica, aveva intrapreso la carriera di Auror presso il Ministero della Magia di Londra. Harry Potter, il suo caro amico Harry, era il suo capo. Ron l’amore della sua vita, l’aveva lasciata per un'altra ed ora viveva in Francia. L’unico uomo che ora le stava vicino, oltre a Harry, era Draco. Sì, Draco Malfoy era diventato un amico della mezzosangue Hermione Granger.

Dopo la guerra aveva aiutato L’ordine della Fenice a scovare tutti i mangiamorte fedeli a Voldemort, e dopo alcuni anni era entrato a far parte del gruppo di auror del Ministero.

 

***

Si era ritrovava nel divano ancora vestita, se quelli potevano chiamarsi vestiti.

Indossava una maglia grigia a costine senza reggiseno, non lo indossava mai quando stava in casa, mentre sotto aveva un paio di shorts neri.

Ok culottes, talmente ristretti che s’intravedeva tutto. Questi avevano disegnato il muso di un maialino nella parte anteriore e la codina rosa in quella posteriore. Erano notevolmente ridicoli per una donna di spicco com’era lei, com’era stata lei.

Per fortuna, pensò Hermione nessuno l’avrebbe vista in quello stato.

Sbuffo, purtroppo nessuno la vedeva più come una donna.

La sua natura stava pian piano scomparendo, come la sua autostima.

Notevolmente sotto i tacchi.

La tv continuava ad annunciare le notizie principali. Sky news 24, canale babbano che seguiva spessissimo, annunciava in successione tutte le notizie principali:

La crisi del governo Inglese, una nuova legge sul codice della strada, Il principe William e la moglie Kate aspettavano finalmente il tanto agognato erede maschio e la squadra di calcio per cui tifava Draco, aveva sonoramente perso in una strana coppa chiamata Champions ligue.

Quando il suo sguardo fu catturato da quattro bottiglie di whisky incendiario invecchiato, il migliore, rimase scioccata.

Le guardò attentamente erano posate sopra il tavolino, vicino al sofà ed erano completamente vuote. Poco distante da queste vi erano anche due bicchieri.

Era stato lì, ma ora dov’era?.

Soprattutto, perché non si ricordava nulla della sera prima?

Aveva bevuto ? la risposta era semplicemente :Sì.

Aveva bevuto e visto il cerchio alla testa e il vuoto di memoria non si era risparmiata.

Si alzò di scatto e quasi il suo stomaco non resse al movimento.

 

(inizio Flashback)

Era mercoledì sera, Draco, sarebbe arrivato tra poche ore. Harry, era in vacanza con Ginny e i bambini in Grecia, e visto che sia lei sia Draco erano rimasti in città, decise di organizzare una serata relax davanti alla TV.

Avrebbero guardato un bel film se  quella non fosse stata la prima giornata di coppa e il suo collega e amico amava quello sport babbano. Draco amava il Calcio, quindi l’avrebbe accontento. Anche se, benché si sforzasse di capire, non trovo alcun motivo plausibile sul perché gli uomini si appassionassero a tale assurdità.

Si era documentata, era pur sempre Hermione Granger l’ex so -tutto –io di Hogwarts, ma non capiva come 22 uomini che rincorrevano una palla, tutti sudati sotto un’afa opprimente in estate e la pioggia battente in inverno, potessero appassionare milioni di persone.

 Non l’avrebbe mai capito ma non se ne curò, almeno non quella sera.

Decise che avrebbe passato una bella serata in compagnia del suo amico, chiacchierando tra un boccone e l’altro, dimenticando per una sera tutta la malinconia e la tristezza che oramai da diversi mesi l’accompagnavano. Lui sapeva come fare, quando c’era lui la tristezza passava.

Draco riusciva nell’intento, ormai raro, di farla ridere e anche quando parlavano di cose serie, sapeva come prenderla. Era l’unico che ci riusciva.

Prima dell’arrivo dell’ex Sepeverde, la giovane Auror decise di riordinare un po’, quella casa sembrava un bazar.

Prese la bacchetta e in un batti baleno e un semplice incantesimo, che altro non era che il famoso Gratta e Netta, tutto si riposizionò lindo e pulito. Quindi Hermione si mise comoda, e visto l’afa opprimente rimase in maglietta e shorts. Prese poi una burrobirra dal frigorifero in cucina e si sedette nel divano attendendo l’arrivo di Draco.

Solo allora il suo sguardo si posò sulla miriade di lettere che si stavano accatastando, da non so quante settimane, sulla credenza.

Prese coraggio e incominciò a scartarle una ad una...

Complimenti lei ha vinto una macchina… lesse.

-Bla questa è spazzatura babbana-, disse mentre ne inceneriva alcune dove si complimentavano per la vincita di qualche elettrodomestico.

Scartò ancora alcuni inviti per serate di gala cui non avrebbe mai partecipato, erano mesi che non aveva l’umore adatto.

Soprattutto quando le chiedevano di lui.

Sospirò, prima di scacciare quel nome dalla mente con uno scossone del capo, continuando ad aprire le lettere e leggere delle cartoline.

Quella più simpatica era di quella matta di Luna, la sua amica, che scriveva dal Brasile.

Si era recata lì con il suo fidanzato, un naturalista alla ricerca di nuovi animali fantastici .

Sorrise.

Se non le avesse trovate, sicuro se le sarebbe inventate.

L’ultima lettera che aprii aveva una busta color rosa cipria molto  elegante, con rifiniture in oro. Quello era sicuramente un invito.

L’ aprii piano e il cuore si fermò nel petto per alcuni secondi, minuti, ore.

La vista le si appannò.

Non credevo ai suoi occhi, era impossibile.

Perché? Perché farle anche questo. Non bastava tutto il male che le aveva procurato, l’umiliazione di quei mesi.

No, anche questo doveva fargli?

Non riusciva a crederci. Le lacrime scorrevano lente sul viso, calde, amare .

Buttò giù tutta la burrobirra che era rimasta nella bottiglia. Tutto in un solo e rapido sorso poi rilesse il biglietto.

 

Ronald Bilius  Weasley

&

Gabrielle Delacour

Sono lieti di invitarvi al loro matrimonio che si svolgerà.

Il 29 settembre a Parigi

h.10.00

È gradita la conferma.

 

Stronzo! Come osava?

Come si permetteva di umiliarla ancora.

Buttò giù altre due bottiglie di burrobirra, molte altre, poi il gusto cambiò sentendo pizzicare la gola.

Intorno a se’ sentiva una voce, un dolce sottofondo, anche se non riuscì a focalizzare l’ombra della persona che aveva di fronte. Tolse la bottiglia dalle mani e si stese sul divano.

Sentì una mano accarezzarle la fronte, i polpastrelli di una mano fredda sfiorare piano il suo viso.

Lunghe e sinuose dita percorrevano ogni lembo della sua pelle, sentiva i brividi mentre queste passavano dalle tempie alle gote con movimenti circolari. Si lasciò accarezzare poi pronunciò il suo nome e tutto cambiò.

-Ron, amore sei tornato- disse.

Poi tu il buio più totale Hermione non ricordava più nulla.

L’unica cosa che ricordava era che le lunghe dita smisero di accarezzarle il viso.

(fine flash back)

Si alzò dal divano decisa a fare due passi, nonostante la testa martellasse forte, sempre più forte.

Doveva andare in bagno al più presto, la nausea salì all’improvvisò e corse fino al bagno.

 La prossima volta avrebbe dovuto bere di meno.

Bere non è mai una soluzione per nascondere i problemi, per scacciarli.

Infatti, dopo che bevi e ti sbronzi, vomiti e alla fine ti rimane solo un feroce mal di testa mentre i tuoi problemi sono sempre lì, che ti guardano.

Si lavò il viso sotto il flusso continuo dell’acqua fresca decidendo di farsi un bel caffè nero e amaro, prima di una bella doccia.

Cosi s’ incamminò verso la cucina. L’aroma del caffè aveva invaso la stanza, l’osservò salire lento.

Quando fu pronto versò il liquido nero in una tazza rosso -oro, la sua tazza Grifondoro, sedendosi nello sgabello davanti alla penisola della cucina.

Solamente in quel momento, con la coda dell’occhio, notò varie copie della Gazzetta del Profeta. Era abbonata da anni ma da alcune settimane, non aveva avuto il tempo di sfogliare il quotidiano.

Si era isolata, constatò tristemente ed era sempre di Ron la colpa. Così, presa da una sorta di rivalsa, prese il giornale e focalizzò la sua attenzione sulla notizia in prima pagina, mentre butto giù un lungo sorso di caffè amaro.

Quasi soffocò quando lesse il primo articolo, che ricopriva per intero la prima pagina.

 

Draco Lucius Malfoy e Astoria Greengrass

Rompono il fidanzamento che li lega da ben 20 anni.

 

Segue a pag.2,3.4.10,12.

 

Mentre una grande foto dei due faceva capolino, dal giornale.

Hermione era ghiacciata dalla notizia, non aveva mai fatto caso ad Astoria. Ogni volta che si recava a casa di Draco, lei non c’era mai. Aveva creduto che quello strano contratto matrimoniale, stipulato anni prima dai Malfoy, fosse una leggenda. Non credeva che, dopo tutti quegli anni e soprattutto dopo la guerra, Draco acconsentiva ancora a quegli ideali strampalati.

Sfogliò bramosa di notizie la rivista. La curiosità la pervase tanto che non sentiva neanche la testa pulsare.

Hermione era curiosa di sapere tutto, Avrebbe potuto chiamare Draco per sapere le cose  in modo dettagliato.

Evitò, sentendo una strana sensazione attanagliare il suo stomaco. Infondo, aveva il giornale tra le mani e leggere era la sua passione fossero tomi o giornali scandalistici, sempre di lettura si trattava.

*

 

Il rampollo dell’antica casata dei Malfoy, ha annunciato in una lettera alla Gazzetta del Profeta, la rottura del patto matrimoniale che alcuni anni fa suo padre, Lucius Malfoy e l’avvocato Greengrass avevano stipulato.

 

Il patto consisteva nello sposare la giovane  e bellissima strega Astoria Greengrass, ora medimago al san Mungo nel reparto maternità.

La strega non ha voluto rilasciare dichiarazioni...

*

 

Patto matrimoniale? Perché non ne sapevo niente.

Ero convinta di essere sua amica.

Sì sentì quasi offesa.

Poi la domanda arrivò chiara nella sua mente :

Perché l’aveva lasciata?

Ricordò di averli visti insieme alcune volte a delle feste, quando anche lei andava. Erano sicuramente belli da vedere: lui con i suoi capelli biondi, il viso pallido e lo sguardo fiero.

 Nonostante tutto, sorrise.

Anche lei era bella, alta, magra. Aveva i capelli neri come la notte e la pelle candida come la neve.

Erano belli da vedere, ma forse... le apparenze ingannano.

Certo che ingannano, si rispose, basta vedere Ron.

Chi l’avrebbe mai detto, guardando il suo viso, che si sarebbe dimostrato il più grande stronzo sulla faccia della terra.

Nessuno!

Continuò  a leggere, oramai era avida di notizie .

*

 Il giovane Draco Malfoy, non ha voluto lasciar dichiarazioni riguardo le dimissioni da auror del ministero della magia.

Il mago, era entrato a far parte della squadra di Harry Potter…

 

La tazza gli scivolò dalle mani, quando lesse quella frase.

Che stava succedendo? Era forse uno scherzo?

Era dentro a uno di quegli strampalati programmi babbani che piacevano tanto a suo padre.

Rilesse il tutto più volte e dovette ammettere che vi era scritto veramente quello:

Draco Malfoy aveva lasciato il suo posto come Auror al Ministero della Magia, non dando alcuna spiegazioni al giornale.

Perché avrebbe dovuto darle, infondo.

A lei. A lei sì che doveva dare spiegazioni.

Fece la prima cosa che le passo in mente prese il telefono, compose il numero del suo cellulare e lo chiamò.

Quello era stato un suo regalo alcuni anni prima, la tecnologia babbana aveva catturato anche il più rigoroso dei purosangue.

-l’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la preghiamo di riprovare più tardi-.  

-Stronzo aveva staccato il telefono-.

Andò a sentire la segreteria telefonica del telefono di casa , magari l’aveva chiamata. Niente, oltre Ginny che l’aveva chiamata per farle sentire la piccola Lily che piangeva; Sua madre che la rimproverava perché non si era fatta viva;  Di lui, non vi era traccia.

Non si scoraggiò, corse in bagno a lavarsi. Mise un paio di jeans chiari, una maglia senza maniche un paio di flat ai piedi e si materializzo a villa Malfoy. Suonò attendendo di essere accolta nella villa.

Come spesso accadeva ad accoglierla nel maniero, che una sera di tanto tempo prima aveva creduto diventasse la sua tomba, le aprì un piccolo elfo domestico che si chiamava Tibly.

-Ciao Tibly ti ricordi di me, sono la collega del signorino Draco-

-Certo signorina Hermione. Certo che Tibly si ricorda di lei-.

-Prego. Le chiamo la signora, sarà contenta di vederla-.

-Tibly, il signorino Draco non c’è?- chiese Hermione.

-No. Il signorino, no. È andato via-.

-Via! Andato via. Dove? Tibly-.

-Non so. Tibly non sa queste cose. Aspetti, chiamo la signora Narcissa. Rimanga qui. Io vado a chiamare la signora-.

E l’elfo sparì oltre la porta e dopo pochi secondi arrivò insieme alla donna.

-Hermione cara-, disse la strega. Narcissa aveva oramai una certa età, anche se portava con classe ogni ruga. Aveva sofferto quella donna, aveva lottato, aveva combattuto in silenzio. Era stata succube del marito, obbligata a tacere per amore del figlio. Devastata dalla pazzia della sorella, ma era ancora lì, davanti ad Hermione Granger una mezzosangue accettata da Narcissa Black come amica del figlio Draco.

Sì, la guerra aveva cambiato molte cose, aveva cambiato molti cuori.

-Buongiorno lady Narcissa, mi scuso se sono venuta a casa vostra a quest’ora- disse Hermione in imbarazzo. - Non riesco a trovare Draco-, aggiunse, mordendosi il labro.

-Hai voglia di fare una passeggiata nel parco?- Domandò Narcissa.

Passeggiarono nel sentiero che dal piccolo giardino davanti al cancello d’ingresso portava alle serre private del retro. Narcissa amava le piante come Draco che diceva: che erano belle da osservare e utili per le pozioni.

Non avrebbe mai messo le sue dita lunghe e candide nella terra nera. No, un Malfoy non si sporcherebbe mai le mani in quel modo. Le amava a suo modo, da osservatore, come un critico osserva le opere d’arte. Lui ammirava le piante, non faceva il giardiniere, non faceva il pittore.

-Draco ha deciso di lasciare il suo lavoro come Auror, ha dato le dimissioni alcuni giorni fa-. Disse lady Narcissa.

-Potter, ha cercato di convincerlo a rimanere, ma non aveva più lo stimolo-.

-Stimolo? Io non mi sono accorta di nulla- rispose mesta.

-Immaginavo Hermione, la notizia è uscita alcuni giorni fa, prima dell’annullamento. Sentiva che la stava guardando.

-Non sapevo neanche quello-, disse vergognandosi. Non conosceva il suo amico. Lui, sapeva ogni suo segreto ma non le aveva confidato nulla.

Era troppo impegnato a sentire le sue pene, le lamentele sul mondo, sugli uomini, su Ron.

Camminarono ancora un poco, prima che si trovare una scusa abbastanza plausibile per andare via da maniero, rifugiandosi ancora una volta nella sua casa.

Sola. Era rimasta sola.

Ora, non aveva neanche più la sua ancora, la spalla su cui piangere. Anche lui si era stancato di lei.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2°capitolo ***


 

(Prov Malfoy).

 

Camminavo a passo sostenuto lungo i corridoi del grande castello che mi avevano visto crescere. Ricordi dolorosi mi attraversavano la mente.

Tanti.

Troppi.

Io a undici anni che sbeffeggiavo tutti dall’alto del mia casata e del mio sangue puro, dentro di me sapevo di non essere superiore a nessuno di loro. Non avevo niente di cui vantarmi, ero solo un bambino sbruffone che si vantava, di essere migliore degli altri. Certo, non l’avrei mai ammesso, non a quell’età.

Ricordai le lotte, i duelli, le botte con i Grifondoro.

La prima punizione, un ghigno si dipinse sul viso.

Le innumerevoli punizioni con Potter. Ricordai i litigi, le urla e gli insulti con Hermione. Al ricordo il mio cuore smise di battere. Detestavo ripensare a quei momenti, ma la mia mente, inesorabile e incurante di questo, continuava a torturarmi.  

Weasley. No, degli insulti a Ron Weasley non mi pentivo. Lui, continuavo a detestarlo. Non perché fosse un traditore del suo sangue o un Grifondoro. Quello non c’entrava niente, non era più importante. Lo detestavo a causa sua, solo a causa sua. Il male che aveva fatto e continuava a fare a lei, alla mia Hermione me lo faceva odiare.

Poi, i ricordi si fecero più crudi, più intensi più duri da sopportare.

La squadra d’inquisizione, la mia voglia di distruggere Potter. Katie Bell stregata dalla collana che avevo comprato da magie Sinistre. L’avevo quasi uccisa.

Avevo fatto peggio, molto peggio. Il respiro si mozzò all’improvviso.

 Avevo fatto entrare Fenrir Greyback nel castello.

Il marchio nero era già nel mio braccio, la mia punizione per essere figlio di Lucius Malfoy. Voldemort puniva me, perché mio padre aveva fallito non riuscendo a uccidere Harry Potter.

La mia punizione sarebbe stata quella di uccidere Silente, fallii anch’io condannando un altro uomo a compiere il vile gesto, anche lui perì per colpa mia.

Si, Piton è morto per colpa mia. Io dovevo morire. Io ero il possessore di ciò che cercava. Io avevo disarmato il possessore della bacchetta.

Io.

Se l’avesse saputo, non starei qui percorrendo ancora per una volta questo pavimento di pietra.

Un morsa di dolore mi attanagliò il cuore.

Vidi i corpi straziati di chi aveva combattuto per la pace. Vedevo Fred, uno dei gemelli Weasley, disteso a terra.

Vidi Lupin il mio ex professore di difese, il lupo mannaro che aveva sposato mia cugina Ninfadora Tonks anch’ella morta in battaglia nella seconda grande guerra magica, disteso a terra.

Io che dovevo morire riuscii a salvarmi grazie a mia madre, grazie a Harry Potter. Vidi Tiger arso vivo dal suo stesso incantesimo, l’ardemonio.

Scossi il capo stringendo i pugni facendo diventare bianche le nocche delle mani.

Ero giunto davanti al Gargoyles che portava alla presidenza, niente era cambiato. Tutto era intatto. Tutto era stato ricostruito, tranne i miei rimorsi quelli affondavano la mia anima.

Dissi la parola d’ordine e salii per le scale di pietra, bussai.

La sua voce non era cambiata, era sempre la stessa. La guardai ancora una volta:

Gli occhiali a mezzaluna, i capelli raccolti un po’ più bianchi di come l’avevo lasciata alcuni anni fa, il suo solito vestito scozzese e quello sguardo austero.

Sì, Minerva McGranitt riusciva ancora a mettermi in soggezione nonostante tutto il tempo che era passato.

-Draco, accomodati-. Disse. Non si alzo in piedi ma quando giunsi vicino alla sua scrivania, si sollevo per scingermi la mano. Ricambiai la stretta e mi sedetti difronte alla preside di Hogwarts.- Ho letto attentamente la tua lettera ed ho chiesto in giro- disse.- Le tue referenze sono ottime- finì.

La guardavo, attento senza perdere nessuna delle parole che quella strega diceva e quando diede la sentenza trattenni il respiro.

-Sono veramente orgogliosa di averti tra i nuovi insegnanti di Hogwarts. Spero che questo ruolo giovi a te come alla scuola-. Sapeva qualcosa, non chiesi nulla però timoroso si scoprirmi troppo.

Le strinsi la mano, poi m’incamminai verso la porta. Un’idea mi balenò

-Professoressa. Scusi preside McGranitt. Sarò professore di cosa?- domandai.

- Difese contro le arti Oscure-. rispose lei con un sorriso sulle labbra.

Respirai e sorrisi di rimando.

Aveva accettato la mia richiesta, benché sapessi che non era il solo ruolo che ancora le mancava.

Quando finalmente Gazza, il vecchio custode a cui non ero mai piaciuto, mi accompagno nelle mie stanze mi abbandonai nel letto. Ero stanco, le emozioni, i ricordi mi avevano stremato e caddi in un sonno profondo. Un sonno in cui due dolci labbra si univano alle mie, calde, morbide e un profumo di vaniglia inebrio la mia mente. L’eco della sua voce rimbombavano nella mia testa, lei che pronunciava quel nome ed io spaventato che la guardavo addormentarsi nella mia spalla. Tutto scorreva nitido come se non fosse un sogno, infatti, non lo era.

Era un ricordo, il mio incubo, il mio modo di scappare da lei, dalla sofferenza che provavo standogli accanto.

 Vedendola soffrire per un uomo che non l’amava.

Soffrendo io stesso perché mai sarei potuto diventare qualcosa per lei, qualcosa diverso da un amico, un confidente. Era già troppo per tutto quel male che le avevo fatto.

 Avevo un ruolo nella sua vita fin troppo importante, per il dolore che le avevo provocato. Non meritavo neanche un saluto, una carezza, un abbraccio da Hermione Granger. Ma li avevo avuti e avevo scoperto di volere di più, molto di più da lei.

Di voler essere amato dalla donna che avevo umiliato, deriso, insultato e non avevo difeso dalle mani sporche di sangue di mia zia Bella.

Io non la meritavo, non meritavo niente. Mi svegliai di colpo, una goccia di sudore mi solcava la tempia.

Avevo bisogno di una doccia fredda e della mia amata sigaretta. Lei, non ci sarebbe stata quella volta a dirmi di smettere. Lei, non l’avrebbe saputo che avevo deciso di andare via per lei. Harry avrebbe tenuto il segreto. Un'altra amicizia che non mi meritavo, un'altra persona che aveva voluto guardarmi dentro cancellando cosa ero stato. Guardando solo quello che ero diventato.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3.capitolo ***


 

 

Erano passati tre giorni e di Draco non si sapeva più niente. Hermione finse di non essere in ansia, cancellando dalla mente i pensieri più brutti che l’avevano accompagnata.

Ogni giorno l’attesa della Gazzetta del Profeta era spasmodica, faceva le preghiere per non vedere il suo nome tra quello di qualche mago scomparso o in pericolo.

Prese l’abitudine di comprare tutti i giornali babbani.

Aveva una fottuta paura che fosse successo qualcosa. Magari, pensò la Granger potevano averlo aggredito, avrebbe potuto perdere la memoria e finire, così, in qualche ospedale babbano.

Per giunta aveva un nome strano: Draco Lucius Malfoy. Era un nome strano, troppo.

Sì, potevano prenderlo per matto, era questa una delle idee balorde che le vennero in mente una sera notevolmente afosa.

Lui era un po’ matto, in effetti.

 Se s’incavolava, faceva valere la sua anima Serpeverde, quella boriosa aria da guardatemi sono Draco Malfoy l’erede della casata dei Malfoy e dei Black.

 Inchinatevi alla mia purezza di sangue.

Sorrise amaro. Aveva intasato la segreteria di Harry, aveva contattato Narcissa tante di quelle volete, che ora sicuramente si era convita che Hermione si era innamorata del figlio.

Poi fu un lampo, come avevo fatto a dimenticarsi di Blaise Zabini.

Prese la guida telefonica, sfogliando avida. Cercò sotto la zeta...

Zalley, Zaceey, Zabini ecco Blaise Zabini. L’elenco telefonico per i maghi era una grande idea i gufi, a volte, erano fastidiosi soprattutto in ambiente medico.

 

Poi lo trovò...

Studio medimago, num 040.35.34.230 Studio privato. 340.23.24.555

Ora dove chiamo? Pensò Hermione ricordò che un tempo possedeva  il numero di casa ma a quest’ora, quel gran simpaticone, doveva  essere in ospedale e non aveva alcuna voglia di parlare con qualche segretaria.

Devo avere il suo numero di cellulare. Sì disse ancora

Pensa Hermione, pensa. Dove l’hai messo.

Perché avevi il suo numero. Sì per la festa a sorpresa a Draco.

Quella che avevi organizzato a casa sua, quella dove avevi scoperto il tuo fidanzato nella stanza da letto del festeggiato tra le braccia di Gabrielle. Il giorno che la tua vita è crollata.

Doveva esserci ancora quel numero.

Non buttava via niente, amava torturarsi e quei ricordi, erano dolorosi e lei amava le torture.

Aprii un cassetto e la vide. L’agenda rossa dove aveva annotato ogni dettaglio sulla festa. Sfogliò avidamente fino alla rubrica.

Le labbra si distesero in un sorriso soddisfatto.

Zabini! Ecco il numero del cellulare 339.34334331. Infine compose il numero, e fu felice nel constatare che era libero.

Attese con il cuore in gola.

Era certa che l’aveva sicuramente contattato. Draco non sarebbe mai andato via senza andare da Blaise.

Mai.

Il moro rispose dopo tre squilli.

-Zabini-, chiese.

-Sì, chi parla?-

Bene aveva cancellato il mio numero.

-Ciao, sono Granger. Hermione Granger . Ricordi? -

Oddio che stavo dicendo certo che sa chi è Hermione Granger.

Stava ridendo lo stronzo.

-Sì Granger, che c’è- rispose ridendo ancora senza alcuna vergogna.

Stronzo

-Scusa se ti disturbo. Volevo sapere se avevi sentito Draco, ultimamente?- domandò.

-Draco!-.

-Sì, Draco Malfoy: Alto, biondo, occhi grigi, lunatico, intrattabile il più delle volte.

Leale e pronto a darti tutto se entri nelle sue grazie. Questo però non lo disse.

-So chi è Draco- rispose serio.- Hermione, che ne dici se ci vediamo nel bar dell’ospedale. Ho delle visite ora e vorrei parlarti. Avrei dovuto contattarti io- finì Zabini.

Il suo tono di voce era tranquillo, strano per lui. Hermione non gli certo simpatica almeno cosi sembrava quando si incontravano. sempre con Draco presente.

Poi Hermione riprese lucidità e chiese:

-che è successo. Draco sta male?

-No tranquilla. Draco, credo, stia bene. Non lo sento da un po’ ma se stesse male, lo saprei. Fidati. Allora ci vieni tra un’ora all’ospedale a prendere un caffè- chiese ancora.

-Sì, Certo. Tra un’ora al San Mungo-terminò il medimago.

Zabini sapeva qualcosa. Zabini sapeva sempre tutto.

Come avevo fatto a non pensarci prima. Era certa che si trattasse di Astoria, lui ne era innamorato e lei no. Quella stronza l’aveva lasciato.

Quando uno lascia tutto, le donne c’entrano sempre, Sì disse Hermione.

si cambiò in fretta mettendosi la prima cosa che vide nell’armadio: un vestitino in pizzo san gallo che arrivava a metà coscia.

 Almeno era fresco, l’aria afosa che da giorni opprimeva Londra non la faceva respirare. Arrivò puntuale all’appuntamento, Blaise era già lì. Il camice bianco candido avvolgeva il ragazzo alto e dalla carnagione ambrata, i suoi capelli neri e corti, i suoi occhi verdi, lo notai per la prima volta, Zabini era un bell’uomo e non era certo la prima volta che lo vedevo.

Draco, quando organizzava le cene a casa sua, lo invitava sempre era il suo legame tra il vecchio Draco e il nuovo.

 Tra il principe delle serpi e l’auror.

-Ciao- disse, attirando gli sguardi del popolo femminile del bar. Quelle oche le stavano sicuramente lanciando qualche maledizione senza perdono. Doveva avere un fan club Zabini, ma non sembrava interessargli.

Sorrise di rimando e si sedette al mio fianco.

-Ciao, avrei  voluto un tavolino, ma ho tenuto per la tua incolumità-disse ridendo mentre guardava le infermiere che avevano la bava alla bocca.

Che stronzo.

-Allora, dove si è cacciato Draco?- domandò senza più indugiare.

 -Sono da Mercoledì che non lo sento- finì Hermione.

-Da mercoledì-, fece lui, pensieroso.

-si mercoledì- ribadì con cipiglio severo.

-Cavolo  Granger, è passato un bel po’- disse -pensavo che mi avresti contattato prima-.

-Avevo altre priorità- si scusò Hermione, mentre lui la guardava con un sopracciglio alzato.

-Altre priorità?- domandò.

-Sì, altre priorità- rispose. Hermione evitò di dirgli che per due giorni ero collassata nel divano semi svestita e completamente ubriaca.

Risposi solo che aveva contattato Harry e Narcissa. In pratica avevo contattato solo loro, tante volte, solo loro due.

-Capisco-, rispose.- E che ti hanno detto-.

-Beh Harry è in vacanza in Grecia e l’ho sentito al volo. Niente di che e non mi ha spiegato perché Draco ha dato le dimissioni- rispose triste.

-Sei convinta che lo faccia?- domando guardandola negli occhi.

-Certo ,che lo farà- replicò Hermione.

-Convinta tu-.

Mamma mia che nervi questo qua. Era logico che Harry mi avrebbe detto tutto. Quando anche lui avrebbe saputo...

-Narcissa, invece, mi ha spiegato di Astoria e mi vuole convincere che la Greengrass non c’entri nulla con la scomparsa di Draco- disse vergognandosi un attimo dopo per quella frase.

-Infatti, Astoria non c’entra nulla- disse Zabini sorridendo divertito.

-ah ah ah, senti Zabini io sono una donna e so per certo che quando un uomo scompare c'è una donna di mezzo. Quest’Astoria c’entra qualcosa- concluse.

-Draco ne era innamorato e lei non lo corrispondeva. Così lui che è un puro-

Oddio Draco non era proprio puro e che non avrebbe mai accettato una donna che non lo amasse, pensò Hermione

- l’ha lasciata libera.

-Che teoria strampalata Granger e pensare che eri la strega più brillante del nostro anno- la canzonò.

È ufficiale Zabini mi sta sulle palle. E forse l’ha appena capito, dal mio sguardo pieno d’ira.

-Senti Granger- riprese il medimago, -Draco ha preso una pausa. Ci sono state delle situazioni nella sua vita che l’hanno sconvolto. Quindi cambiare aria, era l’unica soluzione-.

-Non mi ha avvertito di questo- rispose Hermione agitandosi. -Io non sapevo niente. Perché tu sì e io no-. Disse pentendosi di aver detto questo.

-Evidentemente Granger io sono meglio di te come amico, non trovi-.

-No, non trovo e credo che anche Harry sa dove è Draco non solo tu Zabini-replicò.

-Sicuro! Harry lo sa sicuro sei tu Granger, che non lo sai e so che la cosa ti da veramente fastidio-disse irriverente facendola innervosire ancora.

-Comunque quando ne avrà voglia, si metterà in contato con te-.

-Quando ne avrà voglia! Ma scherzi. Non penserai, anzi, non penserà che rimanga a casa aspettando sue notizie- Urlò Hermione e non le fregò nulla degli sguardi che ormai tutti avevano puntati su lei e Zabini.

-Beh non è quello che hai fatto da mercoledì. Un giorno in più uno in meno-. Disse Zabini, mandandola letteralmente in bestia.

-Se senti Malfoy mandalo all’inferno da parte mia-. Disse alzandosi e sparendo dal bar in un secondo.

Stronzo di un Serpeverde. Stronzissimo di un Malfoy, purosangue di cacca.

Era notevolmente offesa, lei stavo in casa e lui aveva detto all’amico del cuore, dove era, cosa faceva e soprattutto di non farne parola con lei.

Harry Potter l’altro giuda, sapeva. Hermione guardò l’orologio. Sarebbe tornato a ore dal viaggio in Grecia, come sorpresa ad attenderlo a casa avrebbe trovato anche una Hermione Granger incazzata.

 

Alcune ore dopo davanti a casa Potter...

-Hermione, che ci fai qui in giardino, nascosta dentro la casetta dei ragazzi?- domandò Ginny.

-Ciao, siete arrivati finalmente- disse,- ha cominciato a piovere improvvisamente, e non sapevo dove nascondermi. C’erano babbani in giro e mi sono nascosta qui- finì vergognandosi.

-Devo parlare con Harry- aggiunse infine. Ginny sembrò triste.

-è andato a lavoro. Aveva delle grane da risolvere- rispose..

-Tu lo sapevi? chiese di slancio alla sua migliore amica.

-Cosa ?- domandò Ginny preoccupata.

-Di Draco- aggiunse Hermione osservando ogni mossa delle signora Potter.

- No, l’ho saputo la settimana scorsa. Harry non mi ha detto nulla- spiegò Ginny.

-Capito- rispose Hermione tristemente. -Saluto i bimbi e vado anch’io- disse.

Stritolò la sua bella figlioccia e coccolò i due campioni di casa Potter e infine si recò al ministero.

Arrivata davanti alla porta di Harry e non vedendo la sua segretaria bussò senza aspettare risposta.

-Harry posso...- disse. Un mugugno che interpretò come avanti le fece aprire la porta.

Si gelo il sangue quando vide chi c’era davanti al suo migliore amico.

-Hermione- disse Harry. Facendo girare anche l’altro uomo che era nel suo studio.

Quando vide l’ ex fidanzato, ex amico Ron Weasley pensò di morire all’istante.

-Passo dopo- disse, farfugliando agitata la frase.

-Tranquilla Hermione, stavo andando via- disse lui, poi girandosi nuovamente verso il capo auror - Pensaci Harry, saremo come ai vecchi tempi-. scivolò via, dopo averle rivolto un gesto di saluto con il capo.

Hermione rimase immobile, esterrefatta dalla situazione grottesca in cui si ero cacciata.

-Perché, sei entrata senza bussare?- Chiese Harry, preoccupato per lo stato in cui ora Hermione si trovava.

-Ho bussato Harry- rispose ritrovando l’uso della parola.

-Hai visto la mia segretaria? Linda ti avrebbe detto chi c’era qui- domandò.

-No, Harry deve essere andata a prendere il caffè- rispose.

-Mi dispiace- disse lui, in evidente imbarazzo.

-Tranquillo, non dovete sempre difendermi senza farmi vedere la realtà. Sono grande Harry, lui se n’è andato e tra poco si sposa. Me ne devo fare una ragione- aggiunse.

-Stai bene Hermione?-

-Sì, avrei voluto dirgli che lo odio, che lo detesto, che neanche morta avrei dato a quella stronza della sua fidanzata la soddisfazione di vedermi al suo matrimonio, ma per il resto sto bene- disse ricevendo l’ennesimo sguardo compassionevole.

-Non si direbbe. Ma poi, perché sei qui se hai ancora due giorni di ferie?- domandò Harry felice di cambiare argomento.

-ah sì, Dove cazzo è finito Draco Malfoy- Disse.

Harry sbiancò appena cercando di non guardarla in viso.

Che aveva? perché faceva così?

-  Ha dato le dimissioni, credo che hai letto il giornale no-.

-si l’ho letto. Ma tu perché non mi hai detto niente e soprattutto, perché non mi ha chiamato, tu l’hai sentito?-

-Io... Eh sì. Ieri. Sta bene- disse Harry sempre più pallido.

-Dov’è? Perché non mi chiama?

-Vuole un po’ di pace-.

-è per Astoria vero, c’entra quella. Non ha ragione Zabini dimmelo Harry che è successo?-

-Hermione, non posso. Non vuole. Mi dispiace se vorrà, sarà lui a cercarti anche sua madre è stata tagliata fuori. Non sei la sola-.

Quelle frasi furono un pugno nello stomaco, l’aveva tagliata fuori dalla sua vita.

-Mi stai dicendo che Draco Malfoy, quello che consideravo un mio amico, mi ha mollato in punto in bianco e io non so e non posso sapere perché e tu si . Tu e quel grande stronzo di Blaise Zabini-.

-Hermione... -.

-Fanculo Harry- disse di impeto.

-Hermione, dobbiamo parlare- . Disse,

-Non ho niente da dirti se tu non mi dici dove cazzo, è finito Malfoy-

-Ron vuole tornare in squadra, qui con noi- Harry lanciò la bomba prima che lei girasse i tacchi e uscisse dal suo ufficio. Il mondo le crollò addosso,

- ora che Draco è andato via, siamo uno in meno-.

-Me ne vado Harry-. Dissi.

Erano giorni che ci pensavo dovevo lasciare da tempo. Dalla batosta della festa di Draco.

-Che dici Hermione, non puoi-

-Certo che posso. Voglio un permesso un anno sabatico, cosi si dice. Ho lavorato sotto stress per mesi, quando tutti volevate che restassi a casa. Io, nonostante il cuore sanguinante sono rimasta al mio posto, sempre in prima linea. Dovevamo catturare Dolorov ricordi-.

-sì-

-ora voglio un anno di riposo-.

-che farai?-

-Non lo so, forse accetterò un lavoro. Il primo lavoro che mi diedero dopo il diploma-.

-Hogwarts- disse spalancando gli occhi.

-si. Credo di si. Pensi che non potrei cavarmela con dei ragazzetti-.

-che volevi insegnare?-

-trasfigurazione, incantesimi, anche divinazione se la Preside vuole. Ma Harry voglio andare via da qui al più presto-.

-trasfigurazione, la McGranitt ha bisogno di un insegnante per quel ruolo-.

-grazie Harry-

-so che non posso trattenerti, ma chiama e dillo tu a Ginny, so che s’incavolerà di brutto se sa che te ne vai perché torna il fratello e pure mia suocera.

-mi spiace- disse, sapendo che Harry Potter sarebbe stato in mezzo al fuoco delle donne Weasley, le uniche che avevano preso male la relazione di Ron con la sorella di Fleur.

Le uniche che le volevano bene: una come figlia e l’altra sorella.

***

 

Carissima Hermione

Sono felicissima di accettare la tua candidatura a insegnante di Trasfigurazione.

Ti aspetto il 1 settembre al castello (prendi tranquillamente l’espresso da Londra al binario 9 e ¾, credo non ci siano problemi per te per raggiungerlo).

Cordiali saluti la preside:

Minerva McGranitt

 

Rilesse più e più volte la lettera dell’ ex insegnate ora preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Sì aveva fatto la scelta migliore. Avrebbe insegnato a giovani menti una materia che amava, che avevo sempre amato. Avrebbe dedicato anima e corpo a istruire quei ragazzi, insegnandoli ciò che sapeva, ciò che aveva appreso anche lei non meno di cinque anni prima.

Partiva per una nuova avventura, tornava al magico castello. Dove, Hermione Granger era diventata: la strega del trio, l’amica di Potter, la fidanzata di Weasley. Tornava come auror, senza più Weasley come fidanzato ma sempre Harry come amico. Unica diversità rispetto ai cinque anni antecedenti erano la lacerazione per la mancanza del suo nuovo amico.

 Quello che era scappato senza darle alcuna spiegazione, non la considerava degna proprio come anni prima non considerava puro il suo sangue . Erano particolari. Forse piccoli ma tornava al castello con una sola certezza: Draco Malfoy non la riteneva ancora meritevole della sua amicizia.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4. Capitolo ***


4°.capitolo.

L’agitazione arrivò improvvisa non appena vidi la locomotiva che mi avrebbe riportato a Hogwarts, e ritornai indietro nel tempo...

Da pochi giorni avevo scoperto che nelle mie vene scorreva la magia. Sì, io Hermione Jean Granger ero una strega, ne fui in principio spaventata poi l’eccitazione per la nuova avventura, mi fece presto cambiare idea.

Ero la prima della mia famiglia a essere una strega, nessuno se ne stupì. Ero diversa, cosi dicevano spesso i miei genitori. Ero speciale e anche se furono dispiaciuti della mia partenza, non mi fecero mai sentire in colpa per questo.

Ora a distanza di quasi tredici anni eccomi ancora qua, sul binario 9 e ¾ in fibrillante attesa. La locomotiva nera è già accesa gli ultimi alunni salutano i genitori prima di salire in carrozza.

Il cuore batte forte sto tornando a Hogwarts dove tutto è cominciato. Dove, grazie allo studio, l’abilità e l’ingegno sono diventata Hermione Granger, la strega del trio che ha sconfitto l’oscuro signore.

Il fischio lungo della locomotiva mi distolse dai miei ricordi. Salii su alla ricerca dello scompartimento dei professori, che da quanto avevo appreso dalla preside avrebbe avuto una sola passeggera. Me.

Durante tutto il viaggio lessi un po’ il libro di testo e organizzai alcune lezioni per i giorni seguenti. Come al solito la mia mania dell’organizzazione non venne mai meno, anche ora che da alunna ero diventata insegnante.

Quando verso sera giungemmo a Hogsmeade il mio cuore, esulto, ero a casa e quando vidi Hagrid corsi ad abbracciarlo. Ero sempre Hermione e quell’uomo, mezzo gigante, aveva un pezzo del mio cuore.

***

-Blaise, come va?- Disse Draco, sedendosi ai tre manici di scopa davanti all’amico. -A cosa devo la tua visita-. concluse il biondo

-l’ho vista-, disse il moro e il cuore dell’insegnante di Difese fece un balzo. -Non sa perché sei andato via. Ha delle teorie, strampalate, ma non tanto a essere sinceri- ribadì Zabini.

-Quali teorie?- chiese Draco pallido.

-Pensa che sia colpa di Astoria-.

-Astoria! Che  cosa c’entra Astoria-.

-Pensa che, se un uomo sparisce cosi, c’entrino sempre le donne-. Draco fece una smorfia ma il moro continuò il suo racconto.

-Pensa che, ne eri innamorato e che poiché lei se né andata, tu hai deciso di cambiare aria per riflettere-.

-Astoria sarebbe la donna che secondo lei amo- ribadì perplesso Draco.

-Dimmi che durante qualche missione ha preso un colpo in testa, perché è impossibile che sia la stessa so –tutto-io di Hogwarts. Dimmelo Draco- chiese preoccupato Blaise.

-Ti è sembrava cambiata, da allora?- domandò Malfoy all’amico.

-No. Oltre al fatto che è notevolmente bella- disse Zabini, facendo cosa irrigidire Draco,- è sempre la solita grifondoro indisponente. Mi chiedo come hai fatto…-

-Silente ti risponderebbe l’amore. Io Blaise, ti dico solo che non lo so. So solo che non posso starle ancora accanto. E benché meriti di soffrire, non voglio soffrire. Starle vicino, vederla struggersi per quel babbeo senza poter far niente che consolarla, mi distrugge-.

-Quindi, scappare era l’unica soluzione. Giusto Draco-.

-L’ho baciata, mentre era ubriaca-. Ammise il biondo.

-Quindi? Non ricorda, che ti frega-. Rispose Blaise

-Ha risposto al bacio solo che dopo mi ha chiamato con il nome di quel demente- confessarlo a qualcuno per alleggerire i pensieri era l’unica cosa che riusciva a fare.

-Ah ecco, l’orgoglio dei Malfoy. Mai inferiore a nessuno. Giusto- ricordò Blaise  sferzante.

-Che avresti fatto nei miei panni-. Chiese Draco. Rivolgendo il suo sguardo all’amico d’infanzia.

-Amico, non ti dico cosa avrei fatto io nei tuoi panni. Ti dico, però, cosa avresti fatto tu solo cinque anni fa. L’avresti baciata, spogliata e portata nel tuo letto. Poi, dopo aver soddisfatto tutte le tue esigenze, l’avresti scacciata via. Come hai sempre fatto con tutte. Sei cambiato Draco. In meglio per certi punti di vista,- ma ora guardando quello che quella strega ti ha fatto rimpiango il vecchio Draco. Quello stronzo, che non sapeva cosa era l’amore- finì con quella massima Blaise.

-La devo dimenticare, devo togliermela dalla testa-.

Non lo stava ascoltando, Hermione li prosciugava i pensieri, gli toglieva la ragione.

-I tuoi? Che dicono della fuga- chiese Zabini.

-Mia madre adora Hermione, lo sai. Non vuole capire che ama un altro. Pensa che se le chiedo di sposarmi lei lo farà, perché a chiederlo, sono io. La trovo una cosa umiliante- disse Draco portandosi le mani sul viso.

-Ha ragione la Granger sei diventato un puro. I nostri genitori, amico, si sono sposati per convenienza e hanno avuto la fortuna di innamorarsi. Cosa ne sai se capita anche a lei- disse Blaise.

-Non accetterebbe mai una cosa del genere e dovrei confessargli il mio di amore-.

-Umiliante, vero Malfoy?-.

-Sì. Molto umiliante-. rispose Draco. -Non voglio perdere contro Weasley e lui che ama non me. Non amerà mai me come ha amato lui. Mai- disse sempre più triste e mogio.

-Lucius, invece ha ripreso a odiarla-. riprese Draco, attirando l’attenzione del moro.

- Era l’unico che aveva capito che mi stavo innamorando di lei e che mi ricordava del patto con Greengrass. Non so neanche perché il vecchio Bilius si sia fatto convincere ad annullare il fidanzamento-.

-Astoria-. Disse il moro.- È innamorata di te da anni-.

-Infatti, perché ha voluto sciogliere il fidanzamento?- domandò scettico-

-Perché le donne vogliono essere amate e tu per cinque anni in ogni festa non gli hai mai rivolto neanche uno sguardo poiché i tuoi occhi erano tutti per una mora con i capelli lunghi e boccolosi con  occhi color cioccolato-. Terminò Blaise.

-Lei non se né accorta, le altre si Draco. Sono meravigliato che nessun giornale l’abbia mai scoperto-.

-Ora, sono preoccupati di sapere che fine ho fatto- rispose .

-Sì ho visto. Per la gazzetta sei di nuovo un mago oscuro. Com’era il titolo... , ah si:
Malfoy il grande inganno. L’ex mangiamorte inguaia Potter e si congiunge al lato oscuro. Quel giornale è sempre peggio-.

-Concordo-, disse il biondo guardando l’orologio. Ora devo andare Blaise a breve incomincia il banchetto-.

-Ok professor Malfoy la lascio ai suoi alunni-. Sorrise il moro.

-Ciao- disse Blaise Zabini.

-Ciao, amico- rispose Draco mettendosi il mantello sulle spalle e uscendo dalla locanda dirigendosi ora al castello.

La sua nuova avventura aveva inizio.

***

Aveva accolto la proposta di Hagrid, l’ennesima idea strampalata, e ora se ne pentiva.

Aveva accolto la sua richiesta di accompagnarlo lungo il tragitto che ogni anno percorreva in barca con le matricole attraverso il lago nero era stata una grande stupidata.

Giunse al castello in condizioni pessime: i capelli erano gonfissimi e alcune foglie si erano impigliate in essi, il viso, visto il tragitto in barca, doveva essere verde.

Odiava navigare e il lago era agitato.

Solo in Inghilterra il tempo peggiora in tre giorni, Pensò. Infatti Hermione era passata dall’afa Londinese al freddo pungente scozzese. Ora ero fradicia, si asciugò in fretta con un colpo di bacchetta ed entrò in sala prima dei bambini che aspettavano lo smistamento.

Gli altri alunni erano già tutti seduti nei loro tavoli.

Percorse tutta la sala con Hagrid al suo fianco e senza guardarsi intorno, sapendo di aver attirato l’attenzione dai mormorii che sentiva, si sedette accanto al gigantesco amico.

Finalmente il banchetto ebbe inizio.

Accanto a lei vi era Neville Paciock, era da un bel po’ di tempo che non lo vedeva. Subito dopo la guerra era entrato nel corpo insegnanti di Hogwarts, insegnava erbologia, e durante la cena riuscì a  raccontarle tantissime cose interessanti, sulla scuola, sui colleghi, sugli alunni. Non la smise di parlare un solo attimo.

Lo trovò cambiato, non era più il ragazzo timido che conosceva, era anche migliorato fisicamente.

Perché notò questo proprio, non lo sapeva.

Hermione, benché si fosse sporta un poco, non riuscì a vedere le altre persone che stavano al tavolo insegnanti, fino a quando la preside non cominciò a presentarli.

 La prima insegnante ad essere presentata fu lei.

Divenne rossa e si meravigliò degli applausi che le furono riservati. Poi fu il turno di Neville e Hagrid, accolti da ovazioni, soprattutto dal tavolo dei Grifondoro. Il prossimo insegnante era quello di Incantesimi e si meravigliò nel constatare che fosse McLaggen, un altro ex compagno di classe.

Sorrise pensando che la McGranitt amava ancora circondassi di Grifondoro. Il professor Lumacorno era ancora il professore di Pozioni ma da quanto aveva capito, non rappresentava più la sua casa. Chi sarebbe stato l’altro Serpeverde?

Hermione non riusciva a vedere chi fosse, fino a quando la McGranitt non lo chiamò:

-Ora il nuovo insegnante di Difese contro le arti Oscure. Sono lieta di presentarvi Draco Malfoy-, Hermione si girò sconvolta guardando oltre la preside. Lui, non si era neanche alzato, aveva mosso un braccio per salutare la folla.

La sala era piombata nel silenzio, oltre agli applausi provenienti dal bancone dei Serpeverde nessuno applaudì.

Così, la McGranitt riprese a parlare...

-Il professor Malfoy sarà il rappresentante della casa di Salazar Serpeverde. La professoressa Sprite rappresenterà i Corvonero; Ortis, il professore di Divinazione rappresenterà i Tassorosso, e se la signorina Granger è d’accordo, vorrei che fosse lei la rappresentante di Grifondoro-.

Sorrise alla preside e acconsentì portando come dote un’altra dose di immeritati applausi.

Dopo che la preside ci compensò dalla tavola, Hermione fu letteralmente attorniata dai nuovi colleghi.

Neville era eccitatissimo dalla nuova avventura e contento che la sua ex compagna fosse lì al castello, erano amici e così non sarebbe stato l’unico giovane. Vi era anche McLaggen, questo si, ma con lui il caro Neville non aveva mai avuto niente a che fare.

Fortunato!

Hermione, invece non l’era per niente stata ancora ricordava la festa di Lumacorno nel quale cretina come poche aveva portato quel polipo, con l’intento di far ingelosire Ron.

Quante cose stupide avevo fatto per Ron quando era una giovane e indifesa ragazza. Quante cose stupide faceva ora per sfuggire da lui.

Quando finalmente tornò in se chiese a Neville notizie su Malfoy...

-Non so perché la preside ha accettato la sua candidatura come professore di Difese. Malfoy è pericoloso sta sicuramente complottando qualcosa-. Disse Neville sbalordendola.

-Ieri ho visto il suo marchio Nero-, disse Ortis l’insegnante di divinazione, avvicinandosi al nostro gruppetto- pensavo fosse solo una leggenda-.

Hermione si sentì morire.

Perché parlavano male di Draco? Loro non lo conoscevano?

Non replicò nulla per discolpare il biondo e lui, del resto, appena la preside si era alzata dal tavolo era scomparso oltre la porta d’ingresso.

Neanche un cenno, neanche un saluto.

Sarebbe stata una bugiarda ad affermare che la cosa la lasciò indifferente.

Indifferente non rimase nemmeno quando  quella notte lesse le accuse, per niente velate della Gazzetta del Profeta.

Perché ancora tutto quell’astio contro Draco? Perché nessuno lo vedeva come lo vedeva come Harry e lei.

Ma soprattutto Perché, non l’aveva neanche salutata.

Sono una sua amica. Io sono l’unica amica che ha in questo castello. Fu come tornare indietro negli anni.

Il passato non gli avrebbe mai lasciati.

Mai.

***

( prov Draco)

Non avrei mai pensato di ritrovarmi ancora in questa sala ad assistere allo smistamento. Non avrei mai pensato di sedermi in questo tavolo.

Io, Draco Malfoy, erede delle famiglie Malfoy e Black ero diventato un semplice insegnante a Hogwarts. Molti penseranno che la mia vita sia un fallimento...

Quando avevo l’età di questi ragazzi, la mia vita era veramente un fallimento.

Ero uno sbruffone senza cervello, mi lasciai incantare e come mio padre delle teorie strampalate di un mago oscuro. Avevo poche certezze nella vita, una di questa e che mai avrei fatto l’insegnante.

Avrei potuto svolgere ogni professione: il medimago, il legismago,. avrei potuto amministrare gli averi dei Malfoy. Mai avrei pensato di fare l’auror, diventare amico di Harry Potter, innamorarmi della Granger.

Sbuffò.

Scappare da lei e dal nulla che provava nei miei confronti e ritrovarmi ancora qui, in questa scuola dove più di 13 anni prima incontrai la mezzosangue che mi avrebbe stravolto la vita, mi impensieriva. Se questa mia decisione mi avrebbe giovato o meno sarebbe stato solo il tempo a dirlo.

Quando la porta si aprii e il mezzo gigante, amico di Harry, entrò il mio cuore si fermo.

Hermione, cosa ci faceva Hermione ?

La seguii con lo sguardo e fui felice nel constatare che non si accorse della mia presenza. Sapevo che quella situazione non sarebbe durata molto. Di lì a poco la preside avrebbe fatto il discorso e la donna da cui ero scappato, si sarebbe accorta di me.

Maledizione!

Rimuginai sul da farsi in tutta la cena, sentivo le chiacchiere dei professori e quella dei colleghi affianco a me.

Da alcuni giorni ero al castello e oltre ai miei vecchi professori, nessuno dei nuovi mi aveva rivolto la parola.

L’articolo della Gazzetta del Profeta gli aveva resi ancora più restii nei miei confronti, ed ora c’era lei.

Lei che avrebbe fatto? che avrebbe detto? Anche lei, mi avrebbe odiato?

Mi ero cacciato in un grosso casino. Harry aveva ragione quando diceva: -Non devi scappare Draco, parlale, magari…-

Quando la preside incomincio a parlare mi sentii quasi morire, non avevo mangiato nulla, la testa mi stava esplodendo.

Troppi pensieri, troppe idee malsane.

Quando la presentò, l’intera sala esplose. Sorrisi, sapevo che ne era felice. Hermione aveva bisogno di tutto il calore. Anse dopo averla avuta come insegnante in molti si sarebbero ricreduti, se pretendeva dai suoi alunni come pretendeva da se stessa come alunna per quelle giovani menti sarebbe stata la fine.

Quando la preside arrivo a presentarmi, mi sentii morire. Alzai un braccio per salutare la bancata dei Serpeverde che mi salutava, gli unici .

Sentii il suo sguardo trafiggere la mia pelle, scottava.

Era all’oscuro di tutto, Harry non mi aveva tradito.

Lei non era qui per me quella fu l’ennesima pugnalata.

Quando finalmente la preside ci dispensò dalla tavolata, non aspettai un attimo; mi precipitai fuori dalla porta senza posare neanche per un attimo, il mio sguardo su di lei.

 Oramai non potevo più scappare, lei era qui a Hogwarts e ci sarebbe stata per tutto l’anno scolastico. Non avevo voglia di parlare, non ora, la lasciai a Paciock e McLaggen.

Loro sì che meritavano la sua compagnia, non certo io un ex Mangiamorte.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5.CAPITOLO ***


5. capitolo

 

Mi avviai a passo sostenuto verso le mie camere.

Volevo mettere più distanza possibile tra me e lei. Tra me e il resto del mondo.

Dovevo farlo se no sarei impazzito.

Avevo fatto male i miei conti, avevo deciso di allontanarmi da Londra, di non vederla più di non cercarla. Ero scappato e lei senza volerlo mi aveva trovato. Senza saperlo era finita nello stesso posto che avevo scelto per nascondermi da lei. Per nascondere il mio cuore ferito.

E Ora non sapevo come comportarmi, Ora che eravamo nuovamente colleghi che avremmo lavorato nuovamente fianco a fianco in questa scuola, la nostra vecchia scuola.

 Come mi sarei comportato.

L’avrei snobbata, ignorata ed evitata. Si mi dissi, cercando di convincere il mio cuore di quell’assurdo piano. Ma avrei fallito, lo sapevo, mi sarei sciolto al suo primo sorriso, al suo dolce tocco o banalmente all’incatenarsi dei nostri occhi.

 Hermione Granger era l’unica strega sulla faccia della terra che riuscisse a rendermi umano. Ma lei non lo sapeva, non l’avrebbe mai saputo.

Io non valgo abbastanza per stargli affianco.

E incurante del richiamo del vecchio custode gazza mi chiusi nelle mie stanze e affondai i miei dispiaceri nel vino elfico invecchiato.

***

Quando la cena finì, fui attorniata dai miei colleghi. Neville dispensava sorrisi e ogni tanto mi lanciava sguardi che non riuscivo a decifrare mentre parlottava fitto fitto con il professor Lumacorno. La McGranitt sorrideva guardando gli studenti uscire scompostamente dalla sala grande. Io invece mi trovavo col braccio incastrato con quello di Cormac  McLaggen, mi tallonava e non riuscivo a liberarmi dalla sua presa. Il suo essere polipo non era cambiato con il tempo e il suo modo di comportarsi non mi piaceva, come non mi piacevano i sorrisi che in molti indirizzavano verso di me. Io, nel mio piccolo, volevo solo seguire Draco.

 Dovevo parlargli assolutamente. Ma benché cercassi di allontanarmi dalle grinfie del professore d’incantesimi, non riuscivo a uscire dalla stanza e quando anche Neville si avvicinò a noi, persi tutte le speranze di parlare con il mio amico.

-ragazzi, disse l’ex grifondoro ora professore di Erbologia, la preside ci ha invitati per un cordiale nel suo studio. Su andiamo concluse, mentre mi prese sotto braccio staccandomi dalle manacce di Cormac, capii in quell’istante che ero passata dalla padella alla brace.

Cercai di staccarmi da quella presa ferrea appena giungemmo in presidenza e finalmente fui accontenta grazie ad un quadro che stava alla destra del pensatoio in pietra che un tempo era dell’ex preside di Hogwarts Albus Silente.

Il quadro in questione era quello di Severus Piton, il peggior incubo di Neville Paciock e benché il mio vecchio professore di Pozioni non mi era mai stato simpatico, non riuscii a trattenermi dal regalargli un sorriso cosa che, in effetti, stupì anche lui.

-Hermione cara, disse un quadro alla destra del professor Piton un quadro che conoscevo molto bene, visto che per sei mesi era stato all’interno della mia borsetta di perline.

Phineas Nigellus Black non era cambiato in questi anni e come poteva, era pur sempre un quadro. La sua voce strascicata, il suo sguardo schifato che non mancava di rivolgermi non si erano dissolti come la neve in primavera nonostante anche lui avesse contribuito alla vittoria dei buoni nella seconda guerra magica. Sentire pronunciare il mio nome, unito all’aggettivo cara, risultava una sorta d’insulto. Anche se, in effetti, non lo era. Lo guardai con cipiglio deciso, sferzante come sempre quando il suo sguardo fiero e ostinatamente purosangue incontrava il mio ma non trovai niente su cui obbiettare. Avevo conquistato anche lui, un altro sepeverde ma quello che più mi stava a cuore mi evitava. Non era venuto neanche in presidenza a bere qualcosa con i suoi nuovi colleghi. Era scappato e il mio sesto senso mi diceva che era successo qualcosa e forse io centravo. Forse ero io la causa. Forse…ma non era possibile. Forse quella sera avevo combinato un guaio, l’avevo offeso. Ero ubriaca non ricordavo nulla. Sapeva che ero ubbriaca non ero in me quando bevevo.

Oddio, avevo perso Draco per colpa di Ronald Weasley, per colpa della sua stupida partecipazione di nozze. Non avrei permesso a quel figlio, la signora Molly non c’entrava nulla mi corressi…a quello stronzo di rovinare l’unica cosa bella che in quegli anni ero riuscita a instaurare. L’amicizia con Draco Malfoy era l’unica cosa bella che mi capitò in quei cinque lunghi anni dopo la guerra magica.

***

-amore, disse un’ancora assonato Harry Potter mentre si dirigeva scalzo e ancora in pigiama contro la donna dai lunghi capelli rossi che portava il nome di Ginevra Weasley. Come mai sei già in piedi? Lily non ti ha fatto dormire? Chiese il moro in tutta la sua stupidità.

La donna dal canto suo scaccio il marito con un gesto della mano e  si diresse con cipiglio deciso verso la finestra del soggiorno dove un enorme allocco bruno aspettava il marito.

-è qui dall’alba e forse anche di più. Disse la donna.

-sei offesa perché mi mandano posta all’alba? Chiese un titubante Harry.

-no, Harry James Potter, non sono offesa perché ricevi posta, no… no… disse la donna agitando un dito sopra il naso del bambino sopravvissuto. Sono offesa perché ho ricevuto questa, disse Ginny srotolando una pergamena di due pagine con una scrittura talmente fitta che poteva essere scritta solo da una donna…

-Hermione- disse il moro.

-E sai che scrive Hermione qui dentro sventolando la pergamena in aria.

-no, rispose.

-ah, lui non lo sa. Disse la donna. Potter mettiamo in chiaro le cose. Deve ancora nascere il mago che mi prende per i fondelli. Sai benissimo cosa mi ha scritto Hermione in questa lettera.

-Ginny. Io non so, ti giuro. Sempre…che…

-ecco bravo. Oltre a prendere per i fondelli reciti e pure male.

-Ginny, scusa io dovevo dirtelo.

-dovevi dirmelo. Dovevi dirmelo. Certo che dovevi dirmelo ma dovevi dirlo soprattutto a Draco. Harry. È andato via da Londra e si è rifugiato a Hogwarts  perché non ha le palle di dirle che la ama e tu consigli Hermy di andare nell’unico posto in cui non deve andare. L’unico.

-lo so. Ma può darsi che non sappia.

-per ora Harry, per ora non sa che l’hai spinta la. Ma quando lo scopre, non oso immaginare.

-lo sto aiutando.

-Harry non vuole essere aiutato lo capisci L’inglese. Non vuole.

-fidati che questo anno a Hogwarts per loro sarà l’anno migliore di tutta la loro vita.

-se lo dici tu. Non la apri chiese infine Ginny osservando l’allocco che guardava truce il marito. Cosi il moro slego la pergamena dalla zamba e lesse.

 

Stronzo di uno sfregiato che non sei altro.

Spera con tutto il cuore che non venga a sapere che tu centri qualcosa con Hermy qua a Hogwarts come insegnante perché quello che non ha finito Voldemort, lo finisco io.

Saluta Ginny e i bambini

In fede.

 Il tuo amico, ancora per poco.

D.L.M.

 

-Ti saluta. Disse il moro sorvolando sulla velata minaccia dell’amico. Lei invece che dice. Chiese infine.

- lui la evita ed ha paura di aver fatto qualcosa il giorno che se n’è andato. Ma non lo ricorda. Harry rimase spiazzato da quello che la moglie stava dicendo cercando di mantenere la calma. Aveva tenuto il segreto che Draco gli aveva rivelato.

Ginny per fortuna non si accorse di niente grazie alla trionfale entrata di James e Albus. Cosi il discorso scemo, ma anche il grande Harry Potter a breve sarebbe crollato Ginny avrebbe sicuramente trovato il modo di farlo cantare.

SPAZIO AUTRICE.

BUONA SERA RAGAZZE, FINALMENTE HO AGGIORNATO. SPERO CHE LA STORIA VI CONTINUI AD INTERESSARE HO VISTO CHE IN MOLTI LA LEGGETE ANCHE SE IN POCHI RECENSISCONO.

QUINDI RECENSITE.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6.CAPITOLO ***


6 Capitolo.

Mi svegliai con la testa che scoppiava, avevo dormito pochissimo quella notte tanto che mi girai e rigirai più volte nel grande letto a baldacchino. Non la smettevo di pensare a lei, ai suoi occhi che mi guardavano increduli mentre scappavo lontano, non l’avevo degnata di un saluto e il vino elfico non aveva certo contribuito a farmi sentire meglio, anzi, Mi maledì, perché quel giorno non potevo permettermi di arrivare in ritardo.

 Avevo lezione con quelli del settimo anno e volevo fare una bella impressione.

Il mio primo giorno da insegnante a Hogwarts, difesa contro le arti oscure, chi ci avrebbe mai pensato che io, Draco Lucius Malfoy un giorno sarebbe diventato insegnante.

Io, che per i miei sette –otto anni qua, in questo castello, non avevo certo brillato come miglior alunno. Non ero un fannullone questo no, non ero Weasley ma non ero neanche eccezionale, non ero un-so- tutto-io, come lei.

Come Hermy.

Anche mia madre stentava a crederci quando le ho inviato un gufo l’altra mattina. Sbuffai un poco mentre mi guardavo distrattamente allo specchio e uscii dalla mia stanza, l’aula si trovava al secondo piano, avevo saltato la colazione tanto non avevo fame. Mentivo a me stesso e il mio stomaco stava protestando, ma no, avrei evitato la sala grande a tutti i costi. La dovevo evitare. Il mio unico pensiero dovevano essere i ragazzi e la mia materia, niente distrazioni.

Nessuna, neanche lei la donna che possedeva il mio cuore e che neanche lo sapeva.

Ma evitarla sarebbe stata un’impresa. Quella strega era cocciuta e non avrei resistito molto. Un suo sorriso era come l’acqua per un assetato, i suoi occhi erano il pane per un affamato e la sua voce… la sua voce era il paradiso. No, non ci sarei riuscito. Dannato Potter lui lo sapeva. Lo sapeva che con lei qui avrei rischiato di rovinare tutto. Ero scappato da Londra proprio per questo. Per non rovinare tutto anche se ormai era inevitabile. Amavo la mia migliore amica che invece era ancora persa per il suo ex infedele.

***

Ero scesa in sala grande di prima mattina sperando di vederlo, di poter parlare con lui. Ma non scese. Ora ne ero sicura, mi evitava, Draco amava fare colazione e non avrebbe mai rinunciato a quella bella e rilassante rutine quotidiana.

 Oramai erano giunte le nove meno dieci, mi alzai sconsolata e uscii attraversando il grande portone. La mia prima lezione come insegnante di trasfigurazione si sarebbe svolta tra pochi minuti e non avevo neanche l’umore adatto per combattere con quelli del primo anno, ma io ero Hermione Granger, la ragazza che con Harry Potter e a quello stronzo di Ron aveva sconfitto Voldemort, non mi facevo certo spaventare da dei nanerottoli di undici anni.

 Oddio che stavo pensando. Sembro Draco. Oh Draco perché non mi parli, che ti ho fatto.

 Abbassai la testa sconsolata, non era da me comportarmi cosi. Io ero fiera, ero orgogliosa, ero combattiva io ero una grifondoro. Sarei andata da lui a costo di schiantarlo ma volevo un chiarimento due settimane che mi evitava, senza un valido motivo.

Arrivai all’aula . guardai davanti a me ed entrai nella stanza. La mia prima lezione ebbe inizio. La mia nuova vita e per due ore tutto il resto venne meno. Tutto tranne lui. Perché io di Draco avevo un bisogno assurdo. Questo però l’avrei capito solo molto tempo dopo. Forse troppo.

***

Draco riuscì ad evitare la direttrice della casata dei grifondoro per ben due giorni fino all’inevitabile. La preside l’aveva convocato nel suo studio alle nove della sera.

L’ex auror arrivo davanti alla grande scala in pietra che portava allo studio che un tempo era stato di Silente, quanto tempo era passato da quel giorno. Salii lentamente le scale e quando finalmente giunse a destinazione, diede un leggero colpo alla porta che subito si aprii… le solite magie di Hogwarts.

Quando entro nell’ampia stanza la prima cosa che noto fu la donna che gli dava le spalle e che stava proprio di fronte alla Preside. La Mc Granitt alzo il viso verso di lui

-Entra Draco, stavamo aspettandoti. Avanzai e mi sedetti nella sedia che la vecchia donna m’indico. Evitai di guardare la persona che mi sedeva, affianco, non avevo bisogno di guardarla . il suo profumo la precedeva. Dovevo rimanere lucido. Dove trattenermi. Oddio, stavo impazzendo. Mi sforzai di guardare ancora la preside, che per fortuna riprese presto a parlare.

-bene ora che ci siete entrambi, vi spiego il perché vi ho fatti chiamare. Disse la donna guardandoci. Ho intenzione di ristabilire il vecchio Club dei Duellanti e voglio che voi siate gli insegnanti, disse la donna sorridendo. Oddio era inquietante quando lo faceva, la preferivo quando mi disprezzava durante le sue lezioni con un semplice sguardo.

-oh preside, ne sono onorata. Accetto volentieri, disse Hermy. Ora avevo gli occhi delle due donne puntati su di me. Ricordai in un lampo l’ultima volta che avevo partecipato a una cosa simile. Era il mio secondo anno e dovetti duellare con Harry. Avevo evocato un Serpensortia che per poco non si avventava su Justin Finch-Fletchey e solo all’intervento di Potter il mio compagno si salvò. Un velo di tristezza mi percorse la mente, quanto ero stupido. Mi vergognai tanto.

-io non credo di essere un buon esempio, lo dissi non alzando lo sguardo verso la preside. L’ultima volta non è sono stato per niente corretto ed io…

-stupidaggini Draco, disse la McGranitt. Lei è perfetto per questo ruolo e visto che la signorina Granger non ha obbiezioni al riguardo, vi lascio decidere quando e come incontrarvi per portare avanti questo progetto. So che non mi deluderete. Disse infine. E i due furono invitati gentilmente alla porta.

Hermione usci prima di me e alla fine della scala si girò.

- Devo parlarti. Mi devi delle spiegazioni. Conoscevo quello sguardo, non avrebbe accettato alcun rifiuto. Vederla lì davanti a me con il suo cipiglio severo mi fece tremare.

-Hermy tutto bene? Disse uno dietro di lei.

-Paciock, tranquillo non mordo ancora. Dissi e li superai… a Natale avrei dovuto regalargli dei cioccolatini.

Non sapevo che dire a Hermione e grazie a quello stupido di Paciock avrei guadagnato del tempo. Del tempo prezioso per inventarmi una scusa abbastanza credibile. Anche se sapevo che non ci sarebbe voluto molto perché capisse, perché tutti capissero che non potevo stargli lontano. Anzi dovevo stargli lontano, un mangiamorte non può amare una dea. L’avrei sporcata.

SPAZIO AUTRICE.

finalmente ho ripreso a scrivere la mia dramione, mi scuso se non ho aggiornato per molto tempo. dovevo prima finire l'altra storia quella si LILY& SCORPIUS. ed ora che tutto è finito , riprendo questa.

non so se questo capitolo vi piacerà, mi sembra un piccolo passaggio niente di che. 

prossimamente draco lotterà con se stesso per resistere alla tentazione...eh che tentazione. Hermy dal canto suo è circondata da molte api lei logicamente è la rosa.

Recensite vi prego. noto che in molti hanno letto fino ad ora ma sono troppo poche le persone che mi danno un parere.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7.CAPITOLO ***


7. Capitolo

-Neville stai tranquillo non succede niente, dissi esasperata.

Il mio ex compagno di casa, ora professore di erbologia, si stava rivelando un po’ troppo appiccicoso per i miei gusti e non sapevo più come comportarmi. Ginny me ne aveva parlato, ricordo ancora quello che mi scrisse non più tardi di una settimana fa…

-Hermy credo che a Neville tu interessi ancora, forse non te ne sei mai resa conto, ma era innamorato di te dal primo anno.

Sbuffai, volevo bene a Neville ma per lui non avrei mai provato qualcosa di diverso che della sincera amicizia.

-Mione, disse distogliendomi dai mie pensieri, volevo chiederti se ti va questo fine settimana di uscire con noi a prendere qualcosa alla testa di porco? Ci farebbe piacere. Mi farebbe piacere, concluse, mentre un sorriso gli illuminava lo sguardo.

Annui cercando di guardare nel punto in cui Draco era sparito. Anche questa volta non ero riuscita a parlare con lui. Sola, dovevo rimanere sola con lui per parlargli. Solo così, avrei capito il suo comportamento nei mie confronti, solo cosi poteva spiegarmi tutto.

 Quella scuola aveva troppi occhi, troppe orecchie e Draco non avrebbe mai parlato con tutti li intenti a scavargli l’anima, a leggergli la mente a guardargli il marchio che aveva nel braccio. Solamente a me avrebbe spiegato il perché del suo strano comportamento.

 Solo con me sarebbe stato nuovamente Draco e non Malfoy, il mangiamorte.

***

Erano passati due giorni da quando la preside ci aveva affidato il nuovo incarico, il club di duello, che cretinata. Dovevo rifiutare invece mi ero fatto incantare da quella vecchia strega e dal profumo di Hermione.

Ogni volta che sentivo quel profumo la mia mente, non riusciva a pensare, smetteva completamente di connettere. Pensavo solo a lei, ai suoi occhi, il suo corpo, la sua pelle sul mio.

Sogni, solo inutili sogni. Irrealizzabili.

Cazzo Draco. Smettila. Mi sciacquai la faccia con un getto di acqua gelata.

Lessi nuovamente la piccola pergamena che mi era stata recapitata di buon mattino da un gufo:

 

h.10.00 alla testa di Porco.

Ci manchi amico e vogliamo sapere come stai.

Blaise

Presi il mio mantello e uscii diretto al villaggio, sperando di non incontrare nessuno oltre ai miei vecchi amici d’infanzia ma sbagliavo, oramai lo facevo di continuo e quasi quasi mi ero abituato alla cosa.

 

***

-Scusate il ritardo, dissi entrando alla testa di porco. Mentre mi toglievo il mantello dalle spalle.

 L’autunno stava facendo spazio all’inverno e fuori s’incominciava a sentire l’odore di neve. Io amavo la neve.

 Avanzai lentamente verso il tavolo in cui tutti i miei amici erano seduti. Quando giunsi, li guardai uno a uno.

Neville era super sorridente, avevo accettato il suo invito e nonostante non fosse un vero appuntamento come sperava, ero lì con lui e molti altri, per fortuna. Accanto al professore di erbologia stava Luna, erano mesi che non la vedevo da quando era partita con il marito in cerca di animali speciali, fantastici. Era diventata una naturalista e delle ricerche strampalate del padre ne aveva fatto una professione ed era felice, ma lei lo era sempre.

Cormac  McLaggen invece importunava Calì, il solito porco pensai, prima di salutare la mia ex compagna di scuola, ora stilista affermata da quando aveva realizzato l’abito da sposa di Ginny, la mia migliore amica.

-Calì, ci sei anche tu? Chiesi. Come stai?

-bene professoressa Granger, disse prendendomi in giro. Prima di scoppiare a ridere.

Mi sedetti al suo fianco, guardando ogni tanto le mosse da polipo di Cormac, se ci fosse stata, un’altra al posto di Calì l’avrei preso per i fondelli. Ma non volevo offendere la mia amica. Quel viscido ci provava con tutte. Assurdo.

La porta del locale si aprì altre volte e ogni tanto Neville, la guardava in attesa del messia. Messia che arrivo solo dopo una buona mezz’ora.

-scusate il ritardo, disse Harry Potter notevolmente in imbarazzo, non abbiamo trovato nessuno che tenesse la piccola Lily.

Mi alzai di scatto per correre incontro alla mia amica rossa. Ginny era notevolmente stanca si vedeva dal viso, ma sorrideva. Lei aveva tutto quello che desiderava. Aveva Harry l’unico uomo che aveva mai amato, aveva i suoi bimbi tre pesti bellissime e aveva l’affetto della sua famiglia, la sua bellissima, immensa e rumorosa famiglia. Invidiavo Ginny per questo. Un’invidia buona lei lo meritava tutto quell’amore.

-accomodatevi, disse Neville facendo spazio ai coniugi Potter mentre io tenevo tra le braccia la mia bella figlioccia.

-allora ragazzi, come va al castello, disse finalmente Harry rompendo l’atmosfera fatta di sorrisi e sguardi indagatori, soprattutto quelli che Luna e Ginny lanciavano a me e Calì.

-bene Harry, ora che c’è Mione, sembra veramente il paradiso, arrossi violentemente alle parole di Neville non sapevo cosa il mio ex compagno di casa intendesse con quelle parole ma Harry mi guardò meravigliato.

Proprio quando dalla porta del locale non entrarono tre persone e il mio cuore esplose.

Ad aprire la fila c’era il medimago Blaise Zabini alto, moro con gli occhi azzurri, quasi tutte le donne del locale lo stavano guardando e lui presuntuoso ed egocentrico come Narciso si faceva ammirare. Ricordai in quell’istante che aveva addirittura un fan club al san mungo, il deficiente. Lo vidi sorridere, anzi, ghignare per essere precisi era sempre il solito sepeverde spocchioso, l’unico a cui davo ancora sui nervi, cosa reciproca del resto.

Al suo fianco Teo Nott, era alto e bello come il suo ex compagno di casa, ma era certamente simpatico al contrario di Blaise ed era il fidanzato di una mia amica, oddio un’amica di Draco, che avevo imparato ad apprezzare.

 Pansy Parkinson non era più l’oca giuliva che frequentava Hogwarts non più tardi di cinque anni fa, era diventata un legismago molto famoso a Londra. Non mi trattenni e salutai con la mano verso Teo, cosi tutti si girarono verso la porta proprio mentre i due sepeverde si spostarono e dietro di loro comparve lui.

L’ex principe delle serpi.

 Il nuovo insegnante di difese contro le arti oscure.

 Lui, l’uomo che mi evitava da settimane.

Lo guardai ammirata, aveva i capelli mossi sul viso come piacevano a me, senza gel.

I pantaloni neri aderivano alle cosce muscolose, fasciandole.

La camicia, anch’essa nera, aveva i primi due bottoni aperti che mostravano o facevano immaginare il suo petto senza la minima traccia di un pelo.

 Infilata nei pantaloni c’era la cintura nera con la doppia G, la riconobbi subito quella cintura, era opera di uno stilista babbano che mi piaceva moltissimo tanto che quello fu il mio regalo di Natale.

Quando finalmente i suoi occhi incrociarono i miei, sentii i brividi percorrermi la schiena. Che mi stava succedendo, perché i suoi occhi, il suo corpo, mi faceva quell’effetto.

Era Draco.

 Cavolo era Draco, perché non lo vedevo più come Draco la mia ancora di salvezza, il mio sostegno per andare avanti, la spalla su cui piangere. Perché?

Quando Teo arrivo al tavolo in cui eravamo seduti feci un balzo, impercettibile a tutti tranne che a Ginny. Non mi levava gli occhi di dosso, stavo pregando per la prima volta nella mia vita in un Dio in cui non credevo, pregavo perché la mia amica non leggesse i miei pensieri. I miei sconci pensieri.

-oh è una riunione Grifondoro disse Teo, guardandoci con un super sorriso. Ricambiato da quasi tutti. Tutti, tranne Neville e Cormac.

-si, Nott questa è una riunione tra amici disse Neville. Aveva cambiato tono, l’aveva cambiato proprio ora per rispondere al sepeverde.

-scusa Paciock, non volevo disturbare. Teo era in imbarazzo e non era il solo.

Erano cambiate tante cose in quegli anni, molti di noi erano diventati amici ma Neville non aveva mai dimenticato, come avrebbe potuto. I suoi genitori erano diventati pazzi dopo le torture che una donna completamente dissennata aveva inflitto a loro. La donna che aveva torturato anche me, la stessa che aveva torturato anche loro, ma molti non lo sapevano. Molti non lo sapevano che Bella Black era una pazza e non faceva differenza tra amici o nemici, lei torturava perché gli piaceva farlo.

 Aveva torturato il nipote, era stata sua l’idea di marchiarlo, era venuta a lei quell’insana idea. Tutto per punire Lucius e Narcissa.

 Avevano fallito e Draco avrebbe pagato.

Draco era una vittima non un carnefice, nessuno l’aveva capito e ancora erano pochi quelli che provavano a farlo.

-Non disturbi affatto Teo, a parlare fu Ginny. La guardai un attimo mentre aggiunse tre sedie al nostro tavolo. E continuò –Zabini, sono tutte troppo piccole per te, facendo ridere sia Harry sia Teo, siediti con noi. Qua pare ci siano ancora delle giovani donne che non hai ancora conosciuto.

Concluse Ginny guardando Calì e Cormac.

 Era evidente che l’ex portiere dei grifondoro non fosse per niente simpatico alla rossa, ma a chi stava simpatico il professore d’incantesimi.

Teo e Blaise si sedettero subito, mentre lui era ancora in piedi con il viso contratto. Aveva paura a stare con noi. Per fortuna che Luna decise di rompere il silenzio.

-Malfoy, non ti avevo riconosciuto. Disse l’ex corvonero. Ho saputo che sei diventato insegnante, la McGranitt deve essere impazzita, sorrideva Luna e lo prendeva in giro bonariamente come al solito.

-effettivamente, disse a denti stretti Cormac  McLaggen. Ma Luna non ci fece caso e continuò.

-pensa che quando sei sparito…

 Fai che non lo dica, ti prego, fai che non lo dica. Pensai…

-c’è stata una che ti ha cercato addirittura in Brasile. Stava ridendo. Sai ti ci vedo proprio alla ricerca dei Nargilli. Quello si che sarebbe uno scoop. E con fare teatrale annuncio un fantomatico annuncio sul giornale:

“ Draco Malfoy si ritira dalle scene e sceglie una vita calma e tranquilla, immerso nella natura”.

 Concluse Luna mentre tutti ridevano tranne io, Draco e Neville.

….l’ha detto… non c’erano speranze di sopravvivenza quella mattina. Abbassai lo sguardo decisamente in imbarazzo, per fortuna Luna non disse che quella ragazza che lo cercava in Brasile ero io, ma l’avevano capito tutti. Forse Neville e Cormac no, ma se il tipo di argomenti non cambiavano, l’avrebbero capito anche loro.

In mio soccorso giunsero le parole del bambino che è sopravvissuto. Se non ci fosse Harry Potter…

-comunque amico si saluta. Harry afferrò Draco per un braccio e lo strattono, era il loro abbraccio e quando vidi sul viso dell’ex, sepeverde un timido sorriso, mi rilassai anche io. Era tornato il nostro Draco, almeno in quel momento lo riconobbi come tale.

Anche se due persone vicino a me non avevano nulla di rilassato.

 Neville era allibito dal comportamento di Harry con Draco. Sì, non aveva letto i giornali negli ultimi cinque anni, il buon Neville. Era l’unico che non sapeva dell’amicizia tra i due ex nemici. Assurdo. Mentre Cormac era schifato dal condividere un tavolo con i sepeverde.

Ma non mi curai di loro e cominciai a parlare, dovevo parlare con lui. Lo desideravo. Desideravo stargli affianco.

-Dra, dissi attirando lo sguardo di tutti su di me, la vuoi tenere Lily. Mi guardo nuovamente negli occhi, m’imposi di non arrossire per quello sguardo di fuoco e dopo il suo consenso le passai la nostra figlioccia. Non prima di sfiorare la sua mano. Un altro brivido mi percorse la schiena.

Volevo Draco, lo desideravo.

La sua lontananza mi aveva fatto male.

Per me era una necessita vivergli affianco, avere il suo consenso, il suo appoggio.

Si, era solo quello, pensai tra me e me. Lo speravo. Perché se fosse stato altro, avrei rischiato di perderlo per sempre. Ed ora che era lì seduto tra Harry e Luna che giocava con Lily, che rispondeva in modo garbato a Neville. Non potevo permettermi di perderlo. Sarei sprofondata nell’abisso senza Draco.


SPAZIO AUTRICE.
BUONA SERA RAGAZZE/I
ENNESSIMO CAPITOLO, DI QUESTA STORIA, CHE NON SO SE PIACE O NO. VEDO CHE IN MOLTI LA LEGGETE MA I COMENTI SONO POCHI POCHI. DITEMI SE FA SCHIFO COSI ALMENO MI METTO IL CUORE IN PACE.
Ora veniamo al capitolo.
non è successo molto o forse si, Hermy sta cominciando a vedere draco in un altra veste ed ha paura di perderlo, cosa strana visto che lui sta scappando da lei perche non riesce a stargli vicino come amico. quindi lui  ha paura di stargli vicino come amico perche vuole di piu e lei vuole stargli vicino come amica perche ha paura che se si lancia in qualcosa lo perde. bella cosa no.
immaginate cosa succede quando incominciano le lezioni del club dei duellanti.
KISS.

P.S.
RECENSITE

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8.CAPITOLO ***


8.Capitolo

Erano state settimane dure, quelle che avevo trascorso.

Settimane devastanti.

 Ora ricordarle mi faceva sorridere. I pianti, le mille lagne, La super sbronza che aveva fatto precipitare tutto. No, ricordavo tutto di quei giorni, tutto tranne quella sera.

 Di quella sera ricordavo poco e niente, solo la partecipazione sul tavolino e le bottiglie di whisky incendiario che avevo scolato piano piano da sola, avevo bevuto come una spugna e io non reggo l’alcol. Ed era da quella sera di fine estate, quella sera che mi aveva sconvolto la vita e fatto cambiare lavoro che cambiò tutto, che cambiò Hermione.

Quanto era passato da quel giorno, due settimane. Solo due fottute settimane, ed ora che m’incamminavo nel sentiero che conduceva al castello, pensavo a tutti quei cambiamenti. Finalmente ero rimasta sola, pensare a tutti i miei sbagli, a tutta la mia vita, che più scorreva via, veloce contro il tempo e più scorreva e più mi rendeva infelice. E dopo quello che avevo provato quella mattina, sapevo che la mia sofferenza sarebbe solo aumentata. No, non sarei mai stata felice. Mai.

Quasi mi pentii di non essere rientrata con Neville e Cormac, pensiero che scacciai subito dalla mente appena mi ripresi ripensando a quanto erano appiccicosi i miei nuovi colleghi. Neville era certamente interessato a me e mi scocciava fargli capire che non era per niente ricambiato, mentre Cormac. Beh, lui era un polpo squallido, lo detestavo da quando andavamo a scuola e con il tempo era peggiorato.

Ecco, non mi pentii per niente di rientrare da sola al castello, anche se stava incominciando a piovere e non vedevo, dove stavo andando. Sentivo solo le gocce d’acqua bagnarmi il mantello e i capelli mentre le mie lacrime si mischiavano alla pioggia. Non lo sentii arrivare, non sentii nulla, la pioggia batteva ferocemente sul sentiero di pietra che portava al castello, quando sollevai lo sguardo e notai un ombrello che mi riparava la testa, mi girai di scatto. Eccolo lì bello e austero al mio fianco. Quanto mi era mancato averlo vicino. Sorrisi sperando che non notasse che l’acqua che m’inondava il viso non era la pioggia ma lacrime, lacrime che ora versavo per lui e non per Ron. Stupida come cosa, accorgerti dopo cinque anni che il tuo migliore amico ti interessa, accorgertene quando lui non pensa a te ma alla sua ex, stronza che l’ha lasciato. La sua ex fidanzata, la sua promessa sposa.

Quando mi porse un fazzoletto candido con sopra le sue iniziali, mi sentii morire. Ma evitai di proferii parola. Ero imbarazzata per la prima volta dopo anni. Ero imbarazzata dai suoi gesti verso di me. Stupida, ero una grande stupida.

-grazie, dissi asciugandomi alla bene e meglio il viso. Oramai quel fazzoletto era zuppo, l’unica cosa che risaltava, erano le sue iniziali ricamate in basso a destra.

D.L.M.

Erano ricamate con filo di seta verde smeraldo, il suo colore. Il colore dei sepeverde.

-ti serve ancora ? chiese spiazzandomi. Lo guardai un attimo ceracando di capire le sue intenzioni.

-te lo lavo, risposi.

-è già lavato Emi, disse sorridendo. Il suo sorriso, quanto mi era mancato il suo sorriso. Le sue fossette sulle guance erano irresistibili, se tutte le donne che si era portato a letto avessero visto quel sorriso. Non avrebbero rinunciato a lui tanto facilmente. Cretina di una Greengrass come hai fatto a lasciare un uomo simile, pensai tra me e me.

-Hermy? ci sei? Disse riportandomi sulla terra ferma.

-si, sì. Tranquillo te lo lavo comunque prima di rendertelo, dissi. Tanto non credo che  scapperai ancora. La McGranitt ti crucia se non porti a termine la tua promessa sul club dei duellanti.

-dici che se scappo in Brasile, mi cerca anche li. Diventai rossa, sapevo che l’aveva capito che ero l’unica scema al mondo disposta a cercarlo, ma non pensavo che mi prendesse in giro per questo. Ma cosa pretendevo era una serpe, ora anche direttore della casa.

-no, risposi quel nascondiglio te lo sei bruciato. Sorrisi guardandolo. Oddio stavo bruciando solo a guardarlo.

 Difficili, quei mesi sarebbero diventati molto difficili.

 

 

***

Dopo tre settimane al castello ero finalmente felice.

 Sapevo che la mia felicità sarebbe durata poco, forse il tempo di un suo sorriso.

 Ma potevo bearmi di quei pochi momenti. Avrebbero sopperito le mie inquietudini, i miei tormenti, le mie mille lagne. Mi restava poco per gioire della sua presenza. Pochissimo, fino a quando non mi avrebbe allontanato. Fino a quando tutto sarebbe diventato evidente e per una sveglia come Hermy ci sarebbe voluto poco.

Dovevo stargli lontano.

Sì, Draco non ci credi neanche tu, mi dissi. Ora che hai parlato, riso e scherzato con lei, non riuscirai a stargli lontano. È impossibile resistere ad Hermione, è impossibile non innamorarsi di lei.

Se solo ne fossi degno.

 Se solo potessi renderla felice.

Se solo…

Erano questi i pensieri che mi accompagnarono fino alle mie stanze. Prima di buttarmi nell’alcol. Quell’alcol che mi serviva per dimenticare tutti i miei sbagli, per dimenticare il mio marchio, il mio sangue e il mio cognome.

Malfoy, ero un Malfoy nonostante avessi rinnegato gli ideali di Voldemort, nonostante avessi collaborato con l’ordine, i buoni, il ministero, nonostante fossi diventato Auror. Ero sempre un Malfoy, un odioso Mangiamorte purosangue e mai sarei stato degno di starle accanto.

 Non lo ero neanche come collega.

 Lei era pura, lei era il bene. Lei era tutto quello di cui avevo bisogno, ma non potevo infettarla. Io non potevo. Non ne ero degno e mai lo sarei stato.

 

***

Finalmente era domenica, avevo deciso di concedermi un po’ di relax per il castello e mi sarei data alla lettura, finalmente avrei potuto leggere la sezione proibita senza nascondermi sotto il mantello di Harry, mantello che per altro non avevo. Figurati se Harry ti presta il suo prezioso mantello.

Mi feci una veloce doccia, acconciai i miei capelli ed uscii dalle mie stanze diretta alla biblioteca. Oggi avrei parlato anche con Draco, dovevamo decidere cosa fare nel nostro laboratorio-club dei duellanti.

Tutte le mie intenzioni furono rese vane da Ortis, il professore di divinazione. In quel momento lo odiai profondamente quasi mi fece rimpiangere quella pazza della Cooman e quello era veramente il colmo, io odiavo quella impostora, anche se col tempo ho dovuto ammettere che due previsioni giuste le aveva fatte. Due in un mare di fregnacce.

Ortis mi aveva visto vicino alle scale che portano alla biblioteca e per mia sfortuna aveva deciso di starmi appiccicato tutto il giorno, non sapevo bene per quale motivo, anzi, lo immaginavo ma cercai di togliermi dalla testa che anche con il nuovo professore di divinazione non poteva esserci altro che un’amicizia, forse neanche quella, visto tutte le volte che guardava la mia scollatura. Ringraziai mentalmente il gelo del castello che non m’ aveva fatto mettere il vestitino bianco.

 Vestito che faceva risaltare tutte le mie curve e che solo uno a cui non interessavo più come donna, riuscì a non apprezzare. Infatti, a Ron quel vestito non faceva né caldo ne freddo, mentre ogni volta che avevo voglia di sentirmi coccolata e ammirata, ogni volta che sentivo che Ron e la nostra storia mi sfuggiva di mano, lo indossavo. Un po’ di autostima non faceva male a nessuno e anche una donna come me, Fiera, orgogliosa, tenace aveva bisogno delle carezze.

Non so perché la mia mente vagasse verso quei ricordi. Ricordi dolorosi, come tutti quelli che riguardavano Ron. Avvolte, pensavo che mi avessero lanciato un imperio per ridurmi come un tappetino nei confronti di quel mentecatto di Weasley. Levare il salame dagli occhi fu la cosa più difficile e per risollevarmi c’erano voluti ben due anni e ancora non riuscivo a camminare.

Ricordo che Ginny aveva organizzato per me diversi incontri con l’altro sesso. Incontri disastrosi, se ci penso, rido ancora. Anche se al momento non ridevo affatto, solo Draco era contrario a quella terapia d’urto. Secondo lui dovevo stare a casa e rilassarmi con gli amici. Amici che si rivelavano essere solo lui, Harry, Ginny, Pansy ,Teo e Luna quando non era in viaggio per lavoro.

Camminai affianco del professore di divinazione, senza prestare attenzione a quello che diceva, fino a quando giungemmo nell’andito che portava alla biblioteca e li vidi qualcosa di sconvolgente. Una fila enorme di gente, anzi di ragazze aspettava il proprio turno.

Guardai Ortis e anche lui non sapeva niente di quello che stava succedendo visto l’espressione da pesce lesso che aveva fatto.

- quella che aula è , chiesi al mio collega.

-l’aula di difese. Rispose.

Sogghignai, Draco le aveva messe in fila per qualche oscuro motivo.

Mi avvicinai alla lunga fila e chiesi alla prima ragazza che mi i palesò davanti delle lucidazioni su quello che stava succedendo.

-Scusa, mi sai dire perché siete tutti in fila dietro questa porta? State ostruendo il passaggio verso la biblioteca. La ragazza alta dai lunghi capelli neri, bella decisamente molto bella, dava un’aria a Astoria e mi si strinse lo stomaco al solo pensiero, mi stava guardando. Valutava se era vantaggioso rispondermi, che stronza.

-pretendo una risposta Ragazzina, sottolineai la parola “ragazzina” per farle comprendere chi aveva il coltello dalla parte del manico. Lei sbuffo, sonoramente cosa che mi diede ancora più sui nervi.

-ci siamo iscrivendo al club dei duellanti, il professor Malfoy, e li vidi i cuoricini nei suo occhi, è il professore.

-il professore del club dei duellanti, disse Ortis allibito dalla notizia appena appresa. Malfoy. Assurdo continuò il professore di divinazione. Ora manca che chiami il padre per insegnare Pozioni.

Guardai allibita Ortis che blaterava della vita privata di un collega, strinsi la mano in un pugno ero quasi pronta per tirare un cazzotto ad un'altra persona all’interno di quel castello, forse stare qui faceva uscire la voglia di menar le mani anche a una pacifica come me. Questa, infatti, sarebbe stata la seconda volta, ma questa volta non ci sarebbe stato nessun sepeverde a riceverlo, non sarebbe stato Draco a ricevere l’ennesimo pugno da Hermione Granger.

Cercai di ritrovare la calma ed evitai di guardare quel cretino di Ortis, mi avvicinai alla porta e bussai. Non attesi neanche l’invito ad entrare che spalancai la porta.

La scena era comica. Draco era seduto dietro la sua scrivania mentre un avvenente ragazza cercava in tutti i modi di circuirlo e lui incurante di ciò cercava di capire se aveva attitudini abbastanza elevate per partecipare al club dei duellanti. Quando entrai nella stanza la ragazza, si tirò su la manica della blusa che indossava e che aveva fatto scivolare con poca grazia nel momento in cui avevo spalancato la porta. Inesperta, pensai non deve essere una sepeverde quelle mangiano pane e malizia. Infatti, quando giunsi vicino alla cattedra, vidi lo stemma dei tassorosso nella sua giacca.

-esci, dissi. Devo parlare con il professor Malfoy e avvisa fuori; Le selezioni sono sospese. Lo vidi alzarsi in piedi ma non disse nulla, non disse fino a che la porta non fu chiusa e insonorizzai il suo studio.

Poi ci scannammo come non capitava da mesi. Mi ci volevano le litigate con Draco. Erano le prime cose che adorai di lui, mi facevano sentire viva. Mi ricordavano la vecchia Hermione quella che si batte per non essere soprafata. Quella che combatte a testa alta. Anche se ora non litigavamo più per la purezza del sangue ma per la scelta e l’organizzazione di uno stupido club per duellanti.

 

 

***

SPAZIO AUTRICE.
Oggi mi sono data alla pazza gioia, dopo il nulla di alcune settimane. ecco l'ottavo capitolo.
non so come è venuto, prendetelo cosi com'è. avevo questa ispirazione.
RECENSITE, mi basta anche un ciao sono passata ad insultare la tua storia cretina...
ma sarei piu felice se sapessi che vi piace il tutto. io ci spero sempre :D
kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** AVVISO ***


Buon giorno ragazze/i, vi scrivo per sapere cosa pensate di questa storia? Ormai ho perso le speranze, vedo che in molti leggete, ma nessuno recensisce. Sono al'ottavo capitolo ed ho ricevuto una manciata di recensioni al massimo, ringrazio le anime pie che l'hanno fatto logicamente. Ma ora mi trovo ad un bivio continuo o no questa storia? vi interessa? Ho il nono capitolo in lavorazione aspetto di sapere che mi dite. Ciao a tutti. Miki

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 9.capitolo ***


9- Capitolo

-Dimmi se sei diventato cretino tutto d’un tratto, dissi aggredendolo. Quelle ti mettono nei guai. Stanno aspettando il momento giusto per sputtanarti. Tutto il mondo magico sta aspettando un tuo passo falso.

Ero incazzata, avevo paura che qualcuno potesse interpretare male la sua selezione di sole ragazze per il club dei duellanti.

-perché ridi? Draco non c’è niente da ridere. Proprio niente rispose piccata.

-fai ridere, Emi, sei l’unica donna oltre mia madre che si preoccupa per quello che pensano le altre persone su di me.

-tutti sanno che ami le donne, Disse l’ex Grifondoro.

-gelosa Granger. Ghigno Malfoy.

-assolutamente NO, Malfoy. Risposi

-queste non sono donne, sono ragazzine. Non è venuta nessuna Sepeverde? Chiesi e senza aspettare la risposta del mio collega continuai il mio monologo. Quelle sarebbero state toste da contrastare. Era divertito della cosa. Assurdo.

-quelle, immagino che verranno direttamente la notte nelle tue stanze, come facevi tu quando eri un alunno.

- non tutte le sepeverdi sono come le descrivi tu. E perla cronaca sono stato anche con le Grifondoro.

Rimasi spiazzata dalla notizia non avevamo mai parlato delle sue donne, di solito parlavamo delle mie paturnie con Ron.

- anche delle nate babbane. Riprese lui. Non so perché mi sentii offesa. Tutte avevano trovato riparo tra le sue braccia anche quando era un emerito stronzo mentre io ero derisa e umiliata. Offesa e schernita. Lo guardai stranita e incredula, trattenevo la rabbia. Rabbia che mi era salita all’improvviso senza motivo.

-Non ti sei fatto mancare niente dissi acidamente, volevi primeggiare anche in quello.

Non sapevo perché gli stavo dicendo quelle cose, non sapevo perché mi sentivo cosi strana. Così continuai. –Immagino che sei stato con loro perché non erano importanti e non ti potevano scalfire o farti innamorare. Pensa se il grande Malfoy s’innamora. Pensa se a farlo sbarellare è una mezzosangue, vaneggiavo… eh no, nessuno reggeva il confronto con la grande Astoria. Poi lei ti ha spezzato il cuore… e sei scappato.

-Astoria ? oddio Emi, non sono andato via per Astoria. Tu non capisci. Non capisci mai.

-NO Draco, sono stupida perché non ti capisco. Perché non comprendo perché sei sparito senza salutarmi.

-Avevo bisogno di cercare me stesso. Replicò il biondo.

-non mi hai neanche salutato, non ti ho sentito per due settimane. Due settimane Draco. Stava urlando.

-l’hai già detto e comunque mi hai cercato in Brasile… rise lui prendendola in giro bonariamente cercando di stemperare la tensione tra di loro.

-non mi sono divertita, lo sai Draco. Poteva essere successo di tutto. Qualcuno poteva averti ucciso perché eri diventato un auror, sai le vendette esistono. Potevi esserti sentito male in un locale babbano e non ti conosceva nessuno.

-mi hai cercato in un ospedale babbano Granger?

-si. Ero preoccupata. Ammise la professoressa di Trasfigurazione.

-sei malata, lasciatelo dire. Un’ansiosa patologica.

Stavamo discutendo da ore, tra urla e risate era tornato con me era il mio Draco dirli che pensavo a lui in un altro modo l’avrebbe allontanato definitivamente ed io senza il suo sostegno, le sue battute, le sue risate mi sentivo persa. Mi sentivo come una barca nella tempesta. L’avrei amato per sempre senza dirlo mai.

 

***

Avevamo discusso animatamente per ore, era sempre la solita isterica e impulsiva, anche quello mi piaceva di lei. Oltre al suo corpo, al suo sorriso, alle sue labbra, ai suoi occhi, alla sua cocciutaggine e la sua intelligenza. La sua intelligenza m’irritava avvolte, mi faceva sentire un mentecatto. Ma soprassedevo per stargli vicino, avrei accettato tutto. Ora ne ero certo, non sarei più riuscito a staccarmi da lei fino a che il cuore avrebbe retto, fino a che un altro non l’avesse allontanata da me. Perché l’avrebbero capito subito che io dipendevo da lei. Che le mie azioni erano un suo volere.

-allora Granger come ci mettiamo d’accordo per il club dei duellanti. Chiesi mentre la guardavo sorseggiare la sua acqua viole.

-uhm, non so. Dovremmo affliggere un annuncio in bacheca. Pregando che non ci sia la processione di ragazzine.

-perché non vuoi che ci siano ragazze al nostro club, dissi sogghignando.

-certo che voglio che ci siano anche le ragazze. Sono per la parità dei sessi. Ma non voglio che siano lì perché il professore è affascinante e sperano di ammaliarlo.

-affascinante? Ah vero mi ricordo che anche tu al nostro secondo anno ti iscrivesti perché il professore era affascinante. La presi in giro e lei divenne rossa. Deliziosa, era deliziosa quando diventava rossa per l’imbarazzo.

-ero una ragazzina e lui … disse Hermione.

-un’incompetente….finii io. Granger, Paragonami ad Allock un’altra volta e dovrò schiantarti veramente.

-tremo Malfoy, mi rispose lei scoppiando a ridere.

Ero stato bene quella mattina con lei. Tutto sembrava tornato nella normalità ma sapevo che nonostante tutto in molti non avrebbero approvato il nostro modo di parlare, di ridere, scherzare. Molte persone non vedevano di buon occhio il nostro grado di amicizia. Molte persone non vedevano di buon occhio me come insegnante, ma quello lo scoprii solo la mattina dopo leggendo la gazzetta del profeta.



SPAZIO AUTRICE

Bene dopo le turbe mentali di questa mattina riposto un capitolo. Non succede nulla , ma in realtà succede molto. Almeno Draco e Emi parlano, litigano e scherzano.
entrambi hanno paura a chiamare i sentimenti che provano con il loro vero nome.
entrambi fuggono per paura di perdere l'altro, ma non fuggono nel vero senso della parola. sanno entrambi che fuggire dall'altro li farà stare anche peggio.
Ve lo dico ...Recensite...ma se anche non lo farete so che molte ragazze fantastiche leggono questa storia, che piace e ne sono felice. grazie a tutte.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 10. calunnie via Giornale. ***


10. Calunnie via Giornale.

Alzarmi la mattina era sempre stato il mio più grande problema, ma quel lunedì, sarei dovuto rimanere a letto evitandomi, cosi, le occhiate malevole di alcuni miei colleghi e gli sguardi timorosi di molti miei alunni. Ma nessuno mi avvisò e cosi come tutti gli altri giorni, mi alzai di malvoglia, mi lavai, mi vestii e scesi in sala grande per la colazione quello era per me Il momento più rilassante dell’intera giornata, ma quel giorno qualcosa andò storto.

Avrei mangiato la mia fetta di pane tostato con burro e marmellata rigorosamente di albicocche. Avrei sorseggiato il mio caffè espresso Italiano mentre il solito gufo planava per portarmi la posta e la gazzetta del profeta, di cui ero ritornato a essere abbonato tutto questo mentre sfogliavo distrattamente le notizie riguardanti l’economia magica.

Infine, avrei bevuto la spremuta alle arance rosse di Sicilia, la mia preferita per quel gusto aspro e deciso che sentivo appartenermi. Poi mi sarei rilassato poiché

Avrei avuto una lezione solo nel pomeriggio.  Grifondoro e sepeverde del terzo, avevo già deciso che avrei parlato dei mollicci e come il mio ex professore gli avrei fatti lavorare ed esercitare con uno che avevo trovato nell’ala est ancora in disuso dopo la guerra. Avevo programmato tutto, ma non avevo messo in conto loro.

Cosi come un tempo fu mio padre a parlar male dei miei professori, attaccandoli pubblicamente dalle pagine dei giornali, ora erano i miei ex compagni e colleghi a parlare di me e del mio nuovo ruolo in maniera del tutto inopportuna.

Slegai il giornale dalla zampa del gufo postino e incominciai a leggere ma ben presto la fetta di pane tostato mi si blocco nello stomaco.

 

UN MANGIAMORTE A HOGWARTS

 

La McGranitt sull’orlo della pazzia concede la cattedra di difese contro le arti oscure a Draco Lucius Malfoy.

 

Rimasi esterrefatto dalla prima pagina e nonostante sapessi che tutti mi stavano guardando continuai a leggere lì, in sala grande.

Ennesimo Scandalo a Hogwarts.

Un mangiamorte come docente.

Draco Malfoy, figlio del braccio destro di-voi-sapete-chi, ha ricevuto un nuovo incarico.

Draco Lucius Malfoy, ha solo ventitré anni ma il suo armadio è pieno di scheletri. Il giovane rampollo della casata dei Malfoy dopo essere stato in prima linea durante la seconda guerra magica, nelle file del nemico, tanto che, risulta essere uno dei più giovani maghi con marchio nero sul braccio è riuscito misteriosamente o quasi a uscire pulito da tutta la losca vicenda.

Cosa non riescono a fare vagonate di galeoni, miei cari lettori.

Infatti, grazie alle risorse finanziarie che il suo casato possiede, il giovane Draco, è riuscito a non essere giudicato dal wizengamot al completo e per lo stesso motivo che cui, il suo illustre e malvagio padre è scampato alla prigione magica di Azkaban, e ora sconta la sua pena nel grande Manor di sua proprietà.

Il Malfoy, dice un mago che vuole tenere l’anonimato, è riuscito a incantare tutti anche Harry Potter e Hermione Granger due esponenti del grande trio dei miracoli, tanto da entrare nell’accademia per diventare auror sporcando con il nome l’intera categoria. Ma sono state enormi i misfatti del giovane fin in giovane età, fu incaricato da Voi-sapete chi di uccidere silente, ma falli per puro caso, cosi ad ucciderlo fu Piton. Pensi, dice il mago, che aveva tentato di avvelenarmi e ha mandato una mia compagna al san mungo per mesi.

 

Ecco Weasley e il suo inevitabile attacco.

 

Come ben sapete i Malfoy sono legati a doppio filo con la magia oscura, essendo loro stessi maghi oscuri, dice N.P. un ex alunno e collega del giovane professore. Quando la preside, Minerva McGranitt, mi ha annunciato che Malfoy sarebbe diventato un professore di Hogwarts ho storto il naso ero pronto, addirittura, a dare le dimissioni ma poi ho pensato ai ragazzi. Non potevo abbandonarli al loro destino con uno cosi come guida.

Alzai lo sguardo verso Paciock, lo stronzo non riusciva neanche a guardarmi in faccia, mentre quel viscido di McLaggen mi sorrideva beffardo. Ripresi a leggere.

 

La cosa più sconvolgente, dice un altro professore di Hogwarts che vuole mantenere l’anonimato, è che ora Malfoy incomincerà un laboratorio studio con gli studenti, una sorta di club dei duellanti, dove sono sicuro, si useranno magia nera e maledizioni senza perdono come se si stesse mangiando una gelatina tutti i gusti + una…

Continua a pagina 12

Molte sono le proteste che i genitori dei giovani hanno recapitato alla preside, ma la vecchia pipistrella Minnie ha glissato dicendo che per quanto le riguarda Draco Malfoy, era un ottimo ragazzo, era stato un ottimo auror e da quanto dicevano gli alunni dopo la prima settimana di lezione anche un bravissimo professore…

Speriamo che a parlare non siano state solo le ragazzine visto, i precedenti del giovane Malfoy con il gentil sesso e che nessuna gravidanza disturbi il sonno del giovane rampollo di casa Malfoy.

Ma se questo dovesse succedere, non temete la vostra Rita vi terrà aggiornati.

Finii di leggere gli innumerevoli articoli. Avevano cercato di parlare anche con mia madre, che per fortuna chiamò Harry per far sgombrare la schiera di giornalisti fuori dai cancelli del manor. La cosa che più mi diede fastidio fu leggere quelle cose sulla morte di Silente, sapevo che in pochi sapevano quello che era realmente accaduto, quello era in realtà un segreto e nessuno avrebbe mai parlato, nessuno tranne… Ron Weasley lo stronzo. Mi sarei vendicato, ero pur sempre un sepeverde e con lui avevo troppi discorsi ancora in ballo.

Mi alzai dal tavolo dei professori senza proferir parola, sentii gli sguardi di tutti addosso e uscii dal portone proprio quando arrivo lei. Non la guardai nemmeno, non mi fermai quando mi chiamò e andai nelle mie stanze.

Avrei pensato un po’. Più scappavo, più i miei errori m’inseguivano. Era impossibile liberarmi.

 Non sarei mai diventato pulito, non avrei mai cancellato gli errori, le macchie che il mio animo e il mio corpo portavano.

Non sarei mai stato libero, perché per tutti io ero marcio.

***

Avevo dormito troppo quella mattina, ma il lunedì era traumatico un po’ per tutti ed io non facevo certo differenza. Cosi quando aprii gli occhi e vidi  che la mia sveglia babbana segnava le H.08.45 mi venne un coccolone.

 Mi alzai di scatto ed entrai in bagno, mi preparai cosi di fretta che raccattai il primo jeans che trovai nell’armadio, misi una camicia bianca sopra un maglioncino a v e le mie ballerine rosse e dopo aver raccolto i capelli scesi in sala grande per la collazione, magari riuscivo a bere una bella tazza di the prima della lezione con i ragazzi del 4° anno.

Arrivai ansimando davanti alla grande porta della sala grande vi era un silenzio irreale, talmente assurdo da non sembrava neanche di stare a Hogwarts. Stavo per entrare quando vidi Draco venirmi incontro, non mi guardava e dal passo svelto, la faccia contratta capii che non era certo nel suo giorno migliore.

-Ciao Dra- dissi. Ma lui continuò a camminare senza degnarmi di uno sguardo, senza un minimo gesto di saluto. Continuo a camminare diretto alle sue stanza nella zona ovest del castello.

Quando entrai in sala grande, sembrava che Hogwarts avesse ripreso a vivere. Arrivai nel tavolo dei professori mentre Cormac e Neville parlottavano fitto fitto tra di loro, appena mi videro si bloccarono di colpo e mentre io mi accomodavo accanto ad Hagrid, loro, si alzavano scambiandosi un sorriso compiaciuto. Abbassai lo sguardo verso una coppia della gazzetta del profeta che Neville, aveva fatto scivolare con nonchalance verso di me poco prima di abbandonare il tavolo e di sfuggita lo guardai.

Rimasi ferma sulla prima pagina per non so quanto tempo. Alzai lo sguardo notando che tutti in quel momento guardavano me. Presi la coppia del giornale e uscii dalla stanza. Dovevo assolutamente parlare con Draco.

Arrivai davanti alla sua porta e quasi tremavo, sapevo che avremmo litigato, capitava spesso quando si sentiva a disagio. Quando tutto quello che era successo, quando tutto quello che era stato, veniva tirato in ballo. Quello era il suo punto debole e nonostante tutto non riusciva a conviverci.

Respirai profondamente cercando di calmarmi, mi tremavano le mani dalla paura che stesse scappando nuovamente dalla realtà, da me.

Bussai, senza attendere risposta spalancando la porta che portava al piccolo salottino e lo vidi, lì seduto nella poltrona verde smeraldo stile luigi XXIII a lui tanto cara. Aveva un bicchiere in mano e la cosa non mi piacque affatto.

Mi portai davanti a lui decisa a scuoterlo ma quando lo vidi cosi, abbattuto, disperato mi si strinse il cuore. Perché tutti ce l’avevano con lui, perché nessuno voleva conoscere il vero Draco, perché tutti continuavano a dargli le colpe di tutto, perché.

-Draco- m’inchinai verso di lui, togliendoli con dolcezza il bicchiere dalle mani, non fece resistenza.

-Draco, io… -

 Non terminai di parlare che incomincio lui.

-ho dato le mie dimissioni alla McGranitt-

-Draco-

-non le ha accettate- sospirai ma non dissi nullo, continuai a farlo parlare… lui voleva parlare, sfogarsi.

-Hanno ragione a lamentarsi, io non merito questo posto, io non merito niente io merito il carcere-. No potei trattenermi, avevo sentito troppo.

-Draco Lucius Malfoy, cosa cazzo stai dicendo. Tutto quello che sei ora, lo hai fatto con i tuoi sacrifici, senza l’aiuto o i soldi della tua famiglia-.

-lo so-

-Allora perché ora sei in questo stato-

-perché, nessuno mai mi vedrà come mi vedi tu, come mi vede Harry, Ginny o Blaise-

-è un loro problema- dissi.

-No Granger è mio il problema. Io per loro sono sempre e solo un mangiamorte, non potrò mai diventare un buono. Io sono marcio e stando al mio fianco la gente prede credibilità-.

-Un’altra cazzata, Malfoy. L’ennesima che dici-

-Tu non vuoi capire, tu vedi sempre tutto positivo-

-Io vedo quello che c’è da vedere. So valutare quando uno merita o no il mio rispetto e tu lo meriti tutto. Meriti il mio rispetto, la mia stima e il mio sostegno-.

-Non lo merito-

-Altra cazzata Malfoy, oggi ne stai dicendo parecchie. Stai per superare il record-

-hai letto gli articoli?-

-non tutti- ammisi.

-l’hai letto quello dove, il tuo ex ha visto bene di informare tutto il mondo magico che ero stato io quello incaricato da Voldemort, a uccide Silente-

-Ron, non poteva…cazzo-

-Non credo si preoccupi delle conseguenze che quelle chiacchiere amorevoli con la Skeeter, possano portare. Infondo è pur sempre il cognato del salvatore del mondo-

-Harry sarà incazzato-

-credoanch’io, ma alla fine non ha mai fatto niente contro Weasley, neanche quando…-

-dillo Draco. Harry non è intervenuto neanche quando ha saputo delle corna che Ron mi faceva da mesi. Tranquillo l’ho superata puoi dirlo ormai non m’interessa più-

-non ne sono convinto-

-Invece ti sbagli, non m’interessa più Ron come uomo o fidanzato, non m’interessa la sua vita e neanche quello che pensa, per me non esiste-

-fino a quando non lo vedi, poi lo incontri e il tuo cervello smette di funzionare, e invece, che una strega intelligente e brillante ti riduci a una stupida ragazzina in preda agli ormoni-

-come osi-

-è la verità, tu non ti rendi conto-

-cazzo, Draco sei qui perché alcuni ti hanno calunniato su un giornale e tu ti preoccupi di me e del mio infatuamento per Ronald Weasley-

Lo guardai sbalordita, perché ora stavamo litigando su Ron.

-dato che mi calunnia perché sono diventato tuo amico- urlo Draco.

-lui ti calunnia perché ti odia, la nostra amicizia non c’entra. Tu perché lo continui a odiare, invece?- chiesi

-perché, non sa apprezzare le cose belle che la vita gli ha offerto. Trattandole come delle scarponi vecchi- lo disse con tanta rabbia che neanche si accorse, che in quell’istante stava rivelando molto di più di quello che era disposto a dire. Di quello che avrebbe mai rivelato in una conversazione normale.

-cosa significa, questo Draco?- ero sconvolta. Stavamo urlando.

-niente- disse il biondo alzandosi di scatto dirigendosi verso la finestra dove una civetta bianca aspettava a entrare.

Sfilo la pergamena dalla zampa di Edvige II, la civetta di Harry, e lesse.

-Bene Granger, pare che il ministro sia stato costretto, grazie alle dichiarazioni dei tuoi amici e alle migliaia di lettere di genitori preoccupati, a mandare qualcuno a Hogwarts. Non sia mai infligga qualche maledizione senza perdono alle giovani menti.-

Rimasi ferma a osservare il ghigno di tristezza che percorreva il giovane volto di Draco. Era bello anche in quel momento di dolore, si sapevo che stava soffrendo. Era evidente.

-Harry che dice?- chiesi, riprendendomi.

-che vuoi che dica. Si scusa delle dichiarazioni di quel cretino, ma non può nulla contro il ministro che ha visto bene di spedirci proprio il buon vecchio rosso per controllare meglio -

-cosa?-

-si Granger, arriva Ron Ron, non sei felice- disse con il suo solito sarcasmo.

-No-

-eh mi spiace ma non possiamo contradire il ministro e aimè non posso andarmene ora, visto che la preside non mi ha dato scelta-

-almeno lei ha sale in zucca-

-se mi concedeva le dimissioni, avresti avuto doppia cattedra e ti evitavi la faccia di quel demente, non ringraziarla molto Granger. la preside non ti sta facendo certo un favore-

-sicuro Malfoy-

-certo che ne sono sicuro-

-allora sono lieta di contradirti, ma l’unica notizia bella di oggi e che tu rimani qui con me e ora scusami ma ho lezione- mi avvicinai a lui e gli scoccai un bacio sulla guancia e scappai prima che si accorgesse che ero diventata rossa come i capelli di Ginny.

***

Spazio Autrice.

Buona sera belle, ho messo su questo capitolo in tre giorni ma più lo rileggo e più non mi convince appieno.
 Draco viene attccato a mezzo stampa da alcuni colleghi che non vedono di buon occhio lil suo incarico a Hogwarts e dopo alcune dicchiarazioni e le lettere dei genitori dei ragazzi viene mandato un uomo del ministero per savalguardare  i ragazzi, la sfiga di Hermione e draco è che il ministro manda Ron, quindi immaginate....
al prossimo capitolo.
Recensite. kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 11.Capitolo ***


11.Capitolo

Ero disperato quel giorno ma una flebile speranza, un piccolo barlume di luce nel buio della mia vita si era presentato pochi attimi prima, quando le sue labbra si erano avvicinate alla mia guancia.

 Un semplice bacio sulla guancia, una cosa prettamente infantile, mi stava facendo sognare come non mi capitava da tanto tempo.

 Dimenticandomi così, del casino che non meno di due ore prima mi aveva portato sull’orlo della disperazione. Un bacio e le sue parole, le sue dolci parole, ecco cosa serviva per rendere la mia vita meno amara.

Sapevo che quel momento sarebbe stato passeggiero, come una folata di vento, sarebbe scomparso appena il “rosso” fosse giunto al castello.

 Ma non m’interessava.

 Ora pensavo a lei, a quando aveva detto che ero importante, a quando aveva ammesso che sapermi lì vicino, nonostante tutto, la rendeva felice.

Era felice nonostante tutto, nonostante i casini che mi circondavano.

Cosi passai la mattinata di quel famoso Lunedi, pensando ai suoi occhi marroni, ai suoi boccoli castani, alla sua pelle bianca e candida, desiderando ardentemente il giorno in cui il suo volermi vicino non fosse solo per amicizia ma per amore.

Un giorno che aimè non vedrà mai l’alba.

Perché, benché io l’amassi lei, mi vedeva solo come il suo confidente, la sua ancora, un caro amico da proteggere dalle ingiurie del mondo magico.

***

Quella mattinata era volata, mi sarei quasi venduta l’anima affinché non terminasse mai.

Affinché i miei occhi non si trovassero più davanti quell’uomo alto dinoccolato, dalle iridi azzurre come il cielo e i capelli rossi come il tramonto.

Affinché, non vedessi più quel sorriso sghembo, incorniciagli il viso, lo stesso sorriso che tormenta le mie notti. Lo stesso che aveva il giorno che cercava di spiegarmi perché mi lasciava, mentendo su tutto. Tradendo anche il ricordo di quello che avevamo vissuto. Umiliandomi ancora come donna.

 Harry mi aveva confermato che era lui, l’auror che ministero mandava a controllare Draco. Il peggio che potesse capitare per tutti.

Il peggio che potesse capitare per noi.

Per me, che ancora raccoglievo i cocci di una storia durata tre anni, ma che si trascinava da quando ne avevo tredici. Io, quei cocci avrei cercato ancora di tenerli insieme, a costo di utilizzare il magic shock magari mi andava bene, ma il vaso era infranto e lui mille miglia lontano da me, lontano da noi. Come se niente ci avesse mai legato.

 Un’amicizia, la guerra e poi l’amore… tutto si era sciolto come il ghiaccio al sole.

Tutto si era infranto, come se il nostro amore non ci fosse mai stato. Come se il suo amore per me si fosse prosciugato.

Una sbandata ed Il tradimento, la libertà fu la giustificazione del gesto, cambiare donna la sua soluzione.

Cosi Gabrielle s’insinuò tra di noi, cosi lo porto via da me, senza che me ne accorgessi, senza che potessi fare niente. Era già totalmente suo, quando mi accorsi della loro storia. Un’altra donna si era insinuata tra noi, aveva occupato il mio posto affianco a lui nel nostro letto e la mia vita tanto perfetta si era sgretolata lasciandomi immobile in balia degli eventi.

Ero rimasta nell’aula vuota, pensavo alla mia vita, a com’era cambiata in quei due anni dalla rottura con Ron, mi accorsi solo per caso che mancava poco alla cena e che avrei dovuto farmi una doccia, rendermi presentabile e forse parlare con Draco.

Draco, non avevo pensato al comportato di Ron nei suoi confronti, ero stata troppo assorta nel commiserarmi nel dolore di rivederlo, dimenticando la ragione per cui quello stronzo veniva al castello.

 Come si sarebbe comportato Draco, come si opporrà alla presenza inquisitoria di Ron. Cosi mentre salivo diretta alle mie stanze numerosi flashback mi riportavano indietro a ricordi estremamente tristi di quello che eravamo e che per fortuna avevamo superato, tutti, tranne uno dai capelli rossi che non aveva mai accettato un biondo nel magico trio. Forse era quello che ancora odiava di lui, l’essere diventato mio amico durante i mesi dell’addestramento per diventare auror, o forse le lodi che Harry gli fece alla prima uscita in missione quando Draco riuscì a sventare un agguato salvandoci letteralmente le penne a tutti.

Ma il loro rapporto di odio e disprezzo durava da circa dodici anni, tanti ne erano passati da quando per la prima volta ci incontrammo tutti sull’espresso per Hogwarts.

Pensai a tutto quello che negli anni c’era stato tra loro e il sangue mi si gelo nelle vene. Ron non aveva mai perdonato gli insulti e le risate che Draco undicenne chi riservava, non aveva perdonato gli sberleffi e quella canzoncina cretina che chi cantava dagli spalti dello stadio.

Odiava quando lo faceva sentire inferiore, nonostante il sangue puro scorresse nelle sue vene come in quelle di Draco, ma per lui era un traditore del suo sangue, un signor nessuno al confronto della casata dei Malfoy. Ricordavo ogni gesto che Draco e suo padre avevano rivolto ai Weasley, i loro disprezzo e le maledizioni.

Ricordo la guerra e le torture.

Ricordo tutto, ricordo Fred, ma ricordo anche, che Draco non c’entrava niente non aveva ucciso uno dei gemelli, non aveva ucciso Silente era solo una marionetta come Lucius nelle mani di Voldemort.

Questo era uno dei motivi per cui la mia storia con Ron finì. Io difendevo Draco dalle sue accuse, mentre, per lui ero ceca, soggiogata da un serpente che si stava insinuando tra di noi per ucciderci lentamente.

Non aveva mai provato a capirlo a sentire il suo dolore. Non ci sarebbe mai riuscito, perché la rabbia lo rendeva cieco. Cieco per vedere la sofferenza di un giovane uomo che era cambiato, ma che per i ciechi era sempre una serpe infida e pericolosa.

***

La McGranitt attese davanti al grande portone di legno i nuovi ospiti, Il ministro della magia, Kingsley Shacklebolt, portava la lunga tunica color arancio e il solito copricapo da cui il grande mago di colore non si separava mai. Al suo fianco un giovane mago imponente quanto il ministro della magia, si guardava attorno, ansioso di vivere nuovamente la magia e l’atmosfera che solo Hogwarts sapeva dare.

Era questo, quello che vide Hermione Granger, professoressa di trasfigurazione, mentre si recava nella sala grande per la cena in quel lunghissimo Lunedi di fine settembre. Guardò le due figure entrare nella sala scortate dalla vecchia preside prima di riprendere a camminare, cosi, senza degnare nessuno di uno sguardo, un saluto o una parola, avanzò nell’indifferenza più totale e quando giunse al tavolo che ora accoglieva i nuovi arrivati, sfilo dritta, superando il suo solito posto affianco ad Hagrid e sedendosi affianco a Draco con cui scambio un veloce sguardo. 

Hermione aveva annunciato al ministero, ai suoi colleghi e ai suoi alunni da quale parte stava. Nessun dubbio, nessuna incertezza ancora fianco a fianco ancora in battaglia come lo erano stati per cinque anni durante le missioni da auror. Ora, era finalmente giunto il momento in cui lei sostenesse la sua ancora. 

Colui che per anni l’aveva consolata, spronata e incoraggiata a non arrendersi mai davanti alle difficolta, all’abbandono alle cattiverie.

SPAZIO AUTRICE

Questo è un capitolo intermedio, la calma dopo la tempesta, credo, ma serviva non trovate si spiegano delle cose, i perche dell'odio di Ron per Draco. odio che per un certo verso si puo anche capire, ma quando anche harry potter decide di diventargli amico e tu invece di tenere la tua ragazza lontano dalla serpe vedi bene di tradila e mollarla . ecco in quei momenti capisci che proprio tanto simpatico Ron Weasley non lo sei...

voi che dite.... ecco se avete da chiedere parlate vi prego...voglio sentire cosa pensate di questo capitolo quindi

RECENSITE:

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 12. CAPITOLO ***


12. Capitolo.

 

La tensione, quel lunedì sera, si tagliava a fette nella sala grande di Hogwarts. Draco e Hermione non alzarono mai lo sguardo dal piatto, nessun bisbiglio, nessun tocco ci fu tra i due professori che continuavano a gustare in silenzio le pietanze.

Poco lontano da loro, all’altra estremità del tavolo dei professori, stavano gli ex Grifondoro Neville Paciock e Ron Weasley. I due, incuranti del ruolo e degli sguardi che la maggior parte dei presenti gli rivolgeva, non toglievano gli occhi ai due ragazzi. Diversi, erano però, i loro pensieri.

Se per il professore di Erbologia, quel gesto di Hermione fu un’autentica sconfitta per la sua autostima, poiché, annunciava alla scuola da quale parte, stava la professoressa di trasfigurazione. Un semplice gesto che innalzava cosi, un muro tra lei e il resto dei professori, un muro che sarebbe stato difficile da abbattere.

 Per l’auror, invece, quella fu una vera e propria dichiarazione di guerra e non sarebbe stato solo il mangiamorte a pagare l’affronto, ma con lui, avrebbe pagato anche la sua ex fidanzata ed ex amica. Hermione Granger, l’aveva messo in ridicolo, l’aveva fatto per troppo tempo e lui non poteva più permetterlo.

***

La cena in sala grande procedeva nel più assoluto silenzio, solo alcuni bisbiglii impercettibili provenienti dalla preside e il ministro, fecero da sottofondo a quel lauto banchetto.

<-Mi spiace per questa situazione, Minerva- Disse l’uomo dalla pelle d’ebano vestito arancio, seduto al fianco della Vecchia Preside. –Ho cercato di arginare le voci, ma sono arrivati più di cento gufi per chiedere spiegazioni, era quasi impossibile mettere tutto a tacere.- Sospirava il ministro, stanco per l’intera situazione. –Ho dovuto cercare un auror disposto a venire fin qui, nessuno voleva fare un torto a Malfoy - disse. – Potter, era notevolmente contrariato da tutta questa situazione ed ha minacciato querele alla Gazzetta, capirà anche lei, che non era conveniente mandare qui il capo degli auror visto, l’amicizia che lo lega al Signor Malfoy - concluse.>

<-Immagino-> disse la donna, guardando per un momento l’uomo dai capelli rossi all’estremità del tavolo. Com’ era cambiato Ronald Weasley in cinque anni, oramai non lo riconosceva più quel ragazzo allegro e pasticcione che il primo giorno di lezione le aveva fatto i complimenti per la sua trasformazione in gatto. Dov’era.

Erano passati anni da quel giorno e anche il sorriso del più giovane dei Weasley si era spento. Man mano che gli anni passavano, che la guerra si portava via le persone amate. Lui cambiava, evolveva, cancellando il solare Ron e divenendo uno stronzo incurante degli altri. Era come se Weasley e Malfoy si fossero scambiati la personalità. Come se quello che un tempo era il biondo sepeverde si fosse impossessato delle idee e i sentimenti del Grifondoro e viceversa.

<- Weasley era l’unico disposto a venire -> si scusava ancora il Ministro.

<- Immagino -> ripeté la donna asciugandosi le labbra con la salvietta.

 

***

Il cuore non aveva cessato di rimbombarle nel petto neanche per un minuto, non aveva trovato pace.  Così, quando nel grande tavolo dei professori comparve il dolce, lei decise che era giunta l’ora di tornare nelle sue stanze. Tutto le sembrava sbagliato quel giorno, tutto.

Sfiorò appena la mano del suo vicino di sedia, si guardarono un attimo, il tempo necessario affinché quegli occhi argentei le scaldassero il cuore e le rasserenassero la mente. Si alzo piano, salutò con un gesto il ministro e scivolò via, oltre la grande porta di legno. Aveva bisogno di pensare, Hermione, aveva necessità di allontanarsi da quel rosso che la guardava con disprezzo e astio. Un disprezzo che non si meritava, non era lei ad essere nel torto, non era lei ad aver tradito.

Quelli sarebbero stati lunghi e dolorosi giorni per lei e più si guardava attorno e più tutto le sembrava nero e difficile sopportare.

Si ritrovò, così, a pensare ai tre anni insieme, un lungo amaro viaggio che l’aveva trasformata, spezzettata, delusa. Della vecchia Hermione non si era salvato nulla, dell’orgogliosa Grifondoro erano rimasti i ricordi degli amici, i flashback dei pensieri e le cicatrici della guerra. Del loro amore, invece, erano rimasti solo i suoi pianti e quel senso di vuoto che le opprimeva il cuore.

I sentimenti hanno consapevolezza, ed ora che non riusciva neanche a guardarlo in faccia, si rese conto che Innamorarsi di lui era stata una follia. L’unica e la più crudele che una saggia ragazza potesse mai fare.

 

***

Quando il ministro si alzo dal tavolo, molti avevano già abbandonato la grande sala ed erano tornati nei ristrettivi dormitori.  Così dopo aver parlato per pochi attimi con il ministro salutò la preside e si diresse verso le sue stanze.

Era strano salire verso il quinto piano e non scendere nei sotterranei come aveva fatto per anni, quando di quel castello era un semplice alunno.

<-Malfoy - disse una voce alle sue spalle.  – Dovresti cominciare a far le valigie- rise l’uomo – Tra poco sarai una persona sgradita anche qui dentro. ->

Si giro lentamente con un sorriso in viso, il solito ghigno stampo Malfoy. Quello non l’aveva mai rinnegato. Scrutò l’uomo che si trovava a pochi metri da lui. Alto, fiero e per niente impacciato erano passati anni da quando Ronald Weasley era cambiato, in peggio per certi versi.

In molti ora stentavano a riconoscerlo perfino sua madre.

I suoi modi, le sue azioni, le sue parole, tutto di lui era cambiato tranne quel viso da perfetto imbecille, i suoi movimenti dinoccolati e quegli orribili capelli color carota.

<-Non sperarci SFIGATO-> lo disse strascicando le parole, ricordando tutte le volte che l’aveva fatto, tutte le volte che  quel Castello aveva sentito le loro litigate e fu felice di ricordarglielo. Era sempre uno sfigato, la sua condizione in quei cinque anni non era migliorata, aveva perso tutto in quel breve lasso di tempo.

Aveva perso gli amici come Potter e Luna, aveva perso il rispetto della famiglia, soprattutto quello di sua madre e sua sorella ma soprattutto aveva perso l’amore incondizionato che Hermione gli aveva donato. L’aveva tradita alla prima difficolta, al primo disaccordo. L’aveva umiliata davanti a tutto il mondo magico ed ora difronte a lui si ergeva a paladino della legge senza macchia e senza paura.

Ridicolo e Sfigato era sempre stato cosi Ronald Weasley.

<-Malfoy, non ti resta che la tua arroganza e i pochi spiccioli della tua famiglia ma stai certo che dopo che finirò, neanche quelli ti salveranno- . Si avvicinò lentamente al professore di difese, i volti dei due uomini quasi si sfiorarono. – Nessuno più ti darà uno straccio di lavoro e finirai a strisciare e chiedere aiuto e sarà li che io avrò ottenuto la mia vittorio-> rideva Weasley si beava della sua posizione di potere.

<-Ride bene chi ride ultimo, Weasley. - Disse il biondo.  – questo, se non lo sai, è un detto babbano- riprese ghignando. –Ma noto che l’influenza di Emi su di te non ha sorto alcun effetto- riprese – quando si dice: braccia rubate all’agricoltura->.

E se ne andò ridendo, Draco amava prendersi beffe di Ronald Weasley. Era l’unico del vecchio trio che continuava a detestava. Sapeva perfettamente che quel sentimento non sarebbe mai cambiato, che mai si sarebbe evoluto. Ron non era Potter che nel tempo era diventato suo compare e amico fidato ma soprattutto non era Hermione la donna che gli aveva rubato il cuore.


SPAZIO AUTRICE.

oddio cosa è questo scempio...non lo so ero bloccata tutto il giorno su lla prima parte e in effetti fa pena, ma anche il resto non scherza.

Mi piace solo la parte in cui draco si da ai proverbi babbani, na cretinata lo so.

va bhe la prossima vediamo di attivare questo corso per duellanti...

chi di vuoi vuole la dimostrazione di duello con Draco e Ron alzi la mano...

anzi me lo faccia sapere.

RECENSITE:

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 13. Capitolo ***


13. Capitolo

Chiuse gli occhi abbandonandosi dolcemente nell’abbraccio del comodo divano di pelle bianca che faceva bella mostra nella sua stanza.

Il suo respiro, prima ansioso e agitato, si stava pian piano normalizzando, l’incenso che aveva acceso appena era giunta stava finalmente facendo effetto e ora le inebriava la mente. Lavanda e magnolia rasserenavano e tranquillizzavano la mente di Hermione.

Aveva sciolto i capelli liberandosi dalle innumerevoli forcine e ora i boccoli lunghi e pieni le ricadevano sulle spalle in modo scomposto. Con un leggero gesto portò indietro il capo, rilassandosi sopra il suo comodo divano. Le dita lunghe e sinuose torturavano la pergamena appena giunta via gufo, Ginny le aveva mandato una lettera, invitandola a mantenere la calma, almeno lei, di fronte alle probabili angherie del fratello.

Ron era il motivo che le aveva fatto abbandonare la cena anzitempo per ritirarsi e per certi versi scappare da quell’assurda situazione. Ma lo sapeva bene Hermione, non si poteva scappare. Lui era lì e tutti non facevano che ricordarglielo. Lui non faceva che ricordargli la sua pesante presenza. I suoi sguardi carichi di odio, i suoi sorrisi sprezzanti e le sue battute di cattivo gusto, com’era stata stupida a innamorarsi di un tale individuo, ingenua ecco cosa era. E non poteva essere solo Gabrielle la causa di quel cambiamento in Ron, non poteva essere solo l’astio per Draco, lui godeva nel metterla in imbarazzo nel mostrare le debolezze e i punti deboli della ragazza. Lui la umiliava ogni volta che la guardava facendola sentire inadeguata, sbagliata, sporca.

Come se la fine del loro amore fosse solo causa sua, come se fosse stata lei a tradire.

Respiro profondamente, inalando le essenze che vibravano nell’aria e si alzò, Avrebbe dormito quella notte magari ricorrendo alla pozione sonno senza sogni, ma non avrebbe rivissuto il suo incubo.

Non voleva rivedere per l’ennesima volta la notte dell’abbandono, il pianto disperato, la preghiera a non lasciarla.

 Non voleva rivedere lo schiaffo e la spinta che Ron le infliggeva per liberarsi delle sue mani che disperate cercavano di trattenerlo ancora li, nella loro casa. Si era umiliata quella notte, si umiliava da un anno per tenerlo con sé, nonostante sapesse che non la amava più e che forse mai l’aveva amata.

 Affetto, forse provava affetto per quella ragazza nata babbana che l’era stata affianco durante l’adolescenza, che lo capiva e lo sosteneva ma che non riusciva a farlo innamorare. Certe volte, quando si svegliava disperata dopo quei sogni, stentava anche lei a dargli torto. Chi mai vorrebbe stare con una come lei, priva di fascino, taciturna e dedita al lavoro ora e allo studio prima; nessuno neanche il più innamorato degli uomini. Si era trovata tante volte a dare ragione a Ron, dopo quel sogno.

 “Nessuno vorrebbe starti al fianco, perché sei arida Hermione”, queste erano state le sue ultime parole, le ultime prima di chiudere la porta alle sue spalle e sparire.

 

 

***

 

Dopo il piccolo battibecco con Weasley si sentiva proprio bene, avrebbe voluto spaccargli la faccia ma ci sarebbe stato anche quel momento, un giorno. Lo sapeva Draco che tra di loro si sarebbe risolto tutto così, con un duello alla babbana perché di riverenze e onore Ronald Weasley non ne era degno. I duelli con un troglodita non sono giusti, con lui si possono usare solo il desto e il sinistro, intervallati da alcuni ganci.

 Rise Draco, la situazione gli cominciava a piacere e nonostante fosse notte inoltrata ed avesse ancora tra le mani la lettera che Harry gli aveva inviato, invitandolo a mantenere la calma difronte alle probabili battute di Ron, Draco continuava a rideva.

Amava quel sentirsi sul filo di un rasoio, i pregiudizi erano il suo pane quotidiano, l’avrebbero seguito fino alla tomba e avrebbero seguito i suoi figli, se mai un giorno ne avesse avuto. Ma non gli importava lei ora era al suo fianco. Aveva sfidato l’amore della sua vita, una stretta al cuore percorse l’ex Sepeverde.

Così, lei considerava quel demente, il suo amore, uno che non l’aveva mai rispettata, amata, protetta. Ma ora aveva aperto gli occhi, i suoi grandi occhi color cioccolato e l’aveva finalmente visto quell’essere imperfetto che non poteva essere paragonato ad un uomo. E sorrise ancora Draco nel ricordare la sua mano lunga e sinuosa che sfiorava la sua, un semplice gesto nessuna parola ma una complicità tale da riscaldare il cuore e rasserenare l’anima. Hermione era con lui e non gli importava niente di cosa pensassero le altre persone.

Prese la sua scopa e per la prima volta da quando era a Hogwarts decise di fare un giro, nonostante il vento, nonostante il freddo, nonostante tutto avrebbe ripreso a volare prima su una scopa e poi nella vita. Lo sentiva quella sarebbe stata la svolta e ora si sentiva pronto per giocarsi le sue carte, ora lei avrebbe visto anche lui, oltre al rosso. Forse non tutto era perduto anche un Malfoy può essere amato.

 

***

La mattina dopo Tutti gli alunni della scuola furono accolti da una piacevole novità, nella bacheca, affianco all’ingresso principale fu affisso un avviso che non passò inosservato.

Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Sepeverde per la prima volta provavano le stesse emozioni e cosa ancor più particolare parlottavano tra di loro, ammiccavano felici, cosa strana visto che non più tardi di una mezz’ora sarebbero tutti andati in classe per le rispettive lezioni.

Ma cosa era che rendeva agitata l’intera popolazione di Hogwarts? Presto detto. Quella mattina fu affisso direttamente dal professore di Difese contro le arti Oscure, Draco Malfoy, l’invito per chi lo volesse iscriversi al

Leggendario club dei Duellanti.

Nessuna distinzione di sesso, età o di casa, solo voglia di mettersi alla prova, sfidare il pericolo con classe e determinazione e una buona dose di abilità. Questi, sono i semplici ingredienti che servono per diventare un abile duellante.

Chi volesse partecipare può venire questa sera per la lezione di prova presso l’aula 7 nelle segrete.

D.L.M. & H.J.G.

Questo era ciò era scritto nella missiva.

Ed è per questo che l’intera popolazione di Hogwarts non vedeva l’ora che fosse già sera per partecipare alla prima lezione presieduta da Hermione Granger professoressa di Trasfigurazione, direttrice della casa dei Grifondoro e Draco Malfoy professore di difese contro le arti Oscure, direttore della casa di Sepeverde.

I due professori alle sette in punto percorrevano i corridoi che portavano alle segrete, non si parlavano dalla mattina e forse per i troppi occhi sopra non parlarono neanche li, mentre raggiungevano la vecchia stanza dei duelli. Giungi fino alla grande porta di pietra si guardarono appena, Hermione sfiorò la mano del giovane uomo e sfilò davanti a lui, precedendolo di alcuni passi, dopo di che anche Draco entrò nella grande stanza.

L’aula si presentava pressoché piena, molti ragazzi di tutte le case erano presenti dai più piccoli, che forse erano lì per vedere la novità, ai più grandi desiderosi di mettersi veramente alla prova.

Fu Malfoy il primo a prendere la parola. Salì sulla pedana, posta al centro della stanza, interamente ricoperta da un grande tappetto rosso e dopo che tutti piombarono nel più assoluto silenzio, spiegò l’intento ultimo di quel club.

<- Benvenuti a tutti - Disse ammiccando come solo lui sapeva fare.

 – Io e sa Professoressa Granger, siamo felici di aver scaturito in voi cosi tanto interesse - Sorrise sprezzante, guardando i bambini del primo anno che pendevano dalle sue labbra estasiati.

-Nel nostro club, come avete già letto nella missiva, sono richieste poche qualità che credo voi tutti possediate- si schiarì la voce.

 – Determinazione; Sagacia; Abilità; Lealtà; e una buona predisposizione agli incantesimi base. Niente di più e presto questa scuola avrà gli allievi più bravi nella nobile arte del duello di tutta Europa- Concluse Draco > .

I ragazzi si guardavano tutti elettrizzati, fino a quando a parlare, non fu il turno della bella professoressa Granger.

< - Bene ora vi spiego come si svolgeranno le lezioni - Disse la professoressa. – Chi è interessato deve firmare la pergamena che ho lasciato nella cattedra vicino alla porta. Per prima cosa dobbiamo vedere quali sono i vostri rudimentali con gli incantesimi difensivi -  Riprese fiato. –La difesa, badate bene è il miglior attacco-  Sorrise.

 – Anche Il grande Harry Potter ad esempio, usava spesso un expelliamus anche nella grande battaglia che un più complicato e pericoloso incantesimo offensivo- tutti gli occhi erano su di lei e lo sapeva, che strega straordinaria era la Granger, una serpe ammaliatrice nascosta in una Grifondoro.

– Dopo di che, verrete divisi in due gruppi le ragazze si alleneranno con il professor Malfoy- il direttore della casa la guardo stranito.- mentre i ragazzi si eserciteranno con la sottoscritta->.

<- Io se fossi in voi- disse una voce riconoscibilissima proveniente da un angolo nascosto dell’aula,- chiederei una dimostrazione ai professori. –disse ghignando.

 – Infondo, chi vi dice che il professor Malfoy è abile negli incantesimi difensivi, da quanto dice la stampa-, gli occhi dell’uomo brillavano – dovrebbe conoscere molti incantesimi, ma dubito che siano legali e noi non vogliamo certo che le giovani menti che risiedono in questa scuola, apprendano l’arte oscura. Giusto Signorina Granger->

<- Giusto signor Weasley. - Sorrise lei di rimando, lasciando l’uomo interdetto. – Quindi, non troverà niente di sbagliato se sarà lei a duellare con il Professor Malfoy. - L’uomo deglutì->.

Draco negli anni dell’accademia per diventare Auror era stato il migliore in incantesimi e duelli, nessuno mai era riuscito a schiantarlo e solo le esercitazioni con Harry Potter finivano con un pareggio.

< - Ma certo- disse il biondo - Per i miei alunni non mi tiro mai indietro.

Neanche sfidare un auror tanto famoso, mi preoccupa se poi voi, cari ragazzi riuscirete ad apprendere la preziosa arte.-  Disse avanzando lentamente e riprendendo il suo posto affianco della professoressa Granger, che sorrideva di rimando al collega.- La Prego signor Weasley di voler duellare con me, ma la imploro non mi umili- lo canzonò il professore trattenendo a stento le risate >.

Ora tutti i ragazzi si girarono verso l’angolo in cui l’auror, chiamato dal ministero per osservare i comportamenti dell’ex Mangiamorte e ora professore di difese, si trovava. I ragazzini incominciarono ad ammiccare e a borbottare tra loro. Weasley non riuscì a capire cosa dicevano quelle pulci ma dai sorrisi divertiti dei più grandi si poteva ben capire cosa quelle menti immaginavano.

Paura, timore per l’uomo tanto avvezzo all’arte oscura.

<- Certo- > disse il rosso avanzando svogliatamente fino alla pedana dove lo attendevano i due professori.

 

Tutti gli occhi dei ragazzi erano ora puntati sui tre; alla sinistra si trovava il rosso Ron Weasley, l’Auror alto e dinoccolato, famoso per essere uno degli elementi del famoso trio che sconfisse l’oscuro signore. Era agitato Weasley, lo si capiva dai gesti guizzanti, dalle movenze e dall’espressione tirata del suo volto.

A tutti i presenti, ora era chiaro, che della spavalderia che un attimo prima animava l’auror non vi era più traccia.

L’uomo che si trovava alla sua destra incuteva rispetto. Era Alto, biondo, sereno e sorrideva beffardo.

Niente avrebbe scalfito la prestanza fiera di Draco Malfoy, l’eleganza che era innata nei suoi movimenti. Ammaliava con lo sguardo Draco, sapeva di sprigionare con un semplice gesto paura e riverenza e lì davanti all’unico nemico rimasto restava immobile aspettando il primo gesto, la prima sfida, il passo falso che il rosso avrebbe inesorabilmente commesso. Aveva sangue freddo Malfoy altra dote importante per superare indenni una battaglia o un semplice duello dimostrativo, ma quello non era un semplice duello era la resa dei conti dopo anni.

La donna, invece, si era già pentita di aver assecondato il duello tra i due. Da una parte c’era il suo ex fidanzato che l’aveva delusa e abbandonata e dall’altra il suo amico che in tutti quegli anni l’aveva difesa, sostenuta e aiutata e ora lì tra i due fuochi doveva essere imparziale.

<- Bene- disse la donna. Distogliendo i ragazzi dal brusio in cui erano ricaduti - Ora il Professor Malfoy e il signor Weasley andranno rispettivamente infondo alla pedana uno a destra e l’altro a sinistra-. Riprese fiato, mentre con lo sguardo osservava i due uomini che obbedirono alla sua richiesta. - Dopo di che, ci sarà il famoso inchino, niente di sfarzoso un modo elegante per incominciare il duello, basta abbassare un poco il capo. Questa badate bene è la prima regola, fare l’inchino è sinonimo di rispetto verso l’altro, si duella per l’onore- Sorrise la Granger . – Poi, al mio tre partirà il duello vero e proprio- finì. –Ora se siete pronti, disse rivolta ai due uomini che stavano sulla pedana. –Potete iniziare->.

I due uomini s’inchinarono brevemente senza mai perdersi di vista. Gli occhi grigi di Draco scrutavano quelli azzurri di Ron. Sollevarono contemporaneamente il capo e dopo che la Professoressa Granger dichiarò aperto il duello, incominciò il combattimento di bacchette.

<- Furnunculus- disse l’auror, un attimo prima che la Granger desse in realtà il via->.

<-Stop- disse la professoressa, -Al mio via, non prima Weasley è scorretto. Ora potete riprendere->.

<-Tarantallegra- disse Malfoy mentre le gambe dell’auror presero a ballare sul posto>.

<-scalpo- grido l’auror>

<-Protego- urlo Draco sventando l’attacco>.

.

<-Stupeficio-Disse il professore schiantando l’auror nel muro- Grazie, grazie- disse Draco sorridendo alle ragazzine che applaudivano al suo stupendo incantesimo>.

<-Serpensoria- disse Ron, sorridendo beffardo per aver colto alla sprovvista l’ex sepeverde>.

<-Evanesco- Disse il biondo. –Avis- Disse subito dopo, senza attendere  la replica dell’auror. – Expelliarmus- concluse e mentre ancora Ron combatteva con uno stormo di uccelli impazziti, la bacchetta gli volò dalle mani>.

<- Duello concluso- urlò la Granger –Grazie ai nostri duellanti- riprese, facendo con un abile gesto della bacchetta evanescere lo stormo dal viso di Ron, che usci dalla stanza senza proferì parola seguito dallo sguardo allibito di tutti i ragazzi. – Va bene, doveva esserci l’inchino conclusivo, ma delle volte la rabbia fa dimenticare dei semplici gesti- sorrise>.

Un fragoroso applauso avvolse i due professori mentre una fila lunghissima di ragazzi di tutte le case si apprestava a iscrivere il proprio nome al club dei duellanti.

<- è andata bene- ammiccò Draco>.

<-si, penso di sì. Si sono iscritti tutti. Non so come faremo a fare lezione con cento alunni->. Era preoccupata Hermione.

<- Dopo la prima lezione diverranno molti meno, fidati e alla fine resteranno solo i più abili- disse Draco >.

<- ne sei così sicuro?- chiese la riccia>.

<- Sicurissimo Granger, quanto sono sicuro dell’avversione del tuo ex per l’incantesimo Avis->.

<-l’hai fatto apposta- disse lei guardandolo male>.

<-Assolutamente sì, cosi si ricorda che non deve farti del male->.

<-Draco- disse fermandosi di colpo –Perché fai così->.

<-Cosa farei, di grazia->.

<- Perché mi vuoi bene?- Chiese la donna, spiazzando il professore di Difese che si riprese un attimo prima di rispondere>.

<- perché, sei una gemma rara e preziosa, Hermione Granger e non tollero che una sottospecie di troll ti tratti con sufficienza e poca grazia. Meriti il meglio e lui è niente in confronto a te->.

 Lo disse guardandola in viso senza la minima ombra d’imbarazzo, senza aspettare la replica della riccia accelerò il passo e spari oltre le scale che portavano alle sue stanze. Non gli importò che lei capisse, ma era giunto il momento di farle notare che era speciale e che quella sottospecie di uomo non meritasse neanche il suo prezioso saluto.

Spazio Autrice.

Buona Domenica mie care, vedo che la storia vi piace e ne sono felice, spero di non deludervi.
Aimè ho peccato, nessun duello alla babbana tra Draco e Ron ma no sono sicura che un giorno il tanto agognato scontro avvenga, per ora spero vi accontentiate dell'umiliazione pubblica in fatto di incantesimi.
Ditemi che ne pensate, grazie in anticipo a tutte .
kiss


Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 14.CAPITOLO ***


14.Capitolo.

<-Perché mi vuoi bene?->

La sua domanda tanto semplice e allo stesso tempo tanto complicata non smetteva di frullargli nella mente. Aveva risposto Draco, a quella domanda, con il suo solito fare emblematico cercando di nascondere la verità, mettendo il tutto su un piano più affettuoso, amicale.

Mostrandosi ancora, come il cavaliere amico che cerca di salvare lei, la bella principessa, dal troll scorbutico e rozzo.

Fino a quanto avrebbe retto la sua copertura, fino a quando la mente saccente di lei, avrebbe capito l’arcano segreto. Poco tempo ancora, per bearsi dei momenti in sua compagnia… fino a che anche una minima avvisaglia dei sentimenti del biondo amico le giungesse alle orecchie.

Perché lì, in quella scuola, ormai in molti l’avevano capita la strana attrazione che l’ex principe dei Sepeverde, ora professore di Difese aveva per lei, La regina dei Grifondoro professoressa di Trasfigurazione. Solo Hermione, aveva le bende agli occhi, le stesse che in passato le avevano mostrato un ragazzo dai capelli rossi come un principe non accorgendosi che in realtà le apparenze le avevano nascosto un mostro dai mille volti e dai mille inganni.

Era rimasto così, fermo a guardare il fuoco scoppiettare piano mentre in piedi davanti ad esso sorseggiava il suo amato vino elfico invecchiato, regalo che suo padre Lucius si era premurato a inviargli appena saputo del nuovo incarico.

 “Nei momenti di soddisfazione e tristezza”, gli aveva scritto. Sapendo che quelle sensazioni si rincorrevano in Draco.

Da anni non lo abbandonavano.

Molte erano state le soddisfazioni, alcune insperate dopo gli eventi che avevano preceduto la grande battaglia. Il diploma, la fedina penale pulita, il corso da auror superato a pieni voti e infine quell’incarico da professore di Difese neanche il Signore Oscuro c’era riuscito e lui dopo soli cinque anni dal diploma era lì in quella scuola a insegnare a dei ragazzini tutto quello che sapeva sulla magia di autodifesa…lui che nella vita aveva attaccato non difeso.

Buttò giù tutto d’un sorso il vino e con un rapido gesto riempì nuovamente il bicchiere, mentre pian piano gli innumerevoli attimi di tristezza di cui la sua vita era percorsa si rifacevano avanti, brandendo la sua anima riportandolo alla dura realtà. Quella che gli sbatteva in faccia da tanto tempo, quella che ogni maledetto giorno gli ricordava che mai lui sarebbe stato felice, che non si meritava la felicità.

Uno come lui, con il suo carattere, il suo passato e il suo cognome doveva subire e soffrire in silenzio espiare per il male commesso.

Per la principessa sarebbe stato solo il cavaliere senza macchia che la difendeva dal lupo o dallo stolto ma che poi si sarebbe fatto da parte all’arrivo del principe. Lo sapeva Draco mentre l’ultimo sorso di vino gli bruciava nella gola.

***

Aveva lasciato passare alcuni giorni prima di parlare con lei. Non si era preparato un discorso. Come sempre, le parole per ferirla gli sarebbero arrivate incontrando quello sguardo fiero, quel corpo rigido e la sua irritante aria da io sono la perfezione e tu non sei nessuno.

Quello che un tempo lo attraeva di quella donna gli sembrava insignificante, ora che aveva una modella per compagna. L’intelligenza e l’acume di Hermione non erano nulla in confronto al calore che Gabrielle sapeva dargli sotto le lenzuola. I discorsi, gli interminabili litigi su tutto avevano finito con il distruggere quel poco sentimento che lo legavano a lei facendogliela odiare e spingendolo tra le braccia della piccola strega dai capelli color del grano. 

L’unica donna che lo ascoltava, lo comprendeva, lo ammirava e in silenzio dentro una stanza da letto o in mezzo alla gente lo faceva sentire importante. Per la prima volta, non era uno dei tanti ma il primo tra tutti.

Lei invece, si era venduta al nemico, era rimasta soggiogata dai modi scaltri e raffinati della serpe, si era fatta abbindolare da gesti e parole. Per la prima volta aveva abbassato le barriere, non con lui che era il suo fidanzato, che la conosceva da una vita, ma con Malfoy l’uomo che l’aveva derisa, insultata. L’aveva tradito, riservando gesti e sorrisi all’unico al quale doveva negarli e l’avrebbe pagata.

Oh si se l’avrebbe pagata, Hermione ancora non aveva idea di quanto quel suo stringere amicizia con un mangiamorte fallito l’avrebbe portata a un pozzo senza fondo.

 

L’aspettò nell’andito buio del secondo piano quello che portava alle sue stanze, non era ancora rientrata dalla cena e già si sfregava le mani perché sapeva che lui non c’era, questa volta non l’avrebbe difesa la sua cara amichetta. Infatti, era stato facile convincere un ragazzino dei sepeverde a invitare il loro direttore di casa agli allenamenti, un vero gioco da ragazzi pensò Ron.

Il rumore dei tacchi che toccavano la dura pietra rimbombava gradualmente nelle orecchie dell’auror, prima un rumore lieve quasi impercettibile, poi man mano che il tempo passava il rumore, si faceva più vivida ora era lì nella rete del ragno.

Arrivò alle spalle facendola sussultare tanto che i libri che teneva in mano, le caddero provocando un tonfo sordo. Spaurita e incredula lo fissava senza parlare. Quello sguardo diceva tutto. Quello sguardo gli faceva bollire il sangue nelle vene. Odio il suo sguardo da saputella, da io sono meglio di te…da te ne approfitti perché sei forte.

Quei grandi occhi che un tempo lo guardavano con amore ora lo disprezzavano.

<-Granger, Granger, Granger- rideva con una risata fredda e gutturale.

– non ti hanno insegnato a non avventurarti da sola nella notte- un sorriso sghembo gli si formò in viso.

-Potresti incontrare il lupo cattivo->.

La senti deglutire e perdere il proverbiale colorito roseo, che normalmente gli si formava in viso quando camminava veloce.

 <- che vuoi farmi?->

 Chiese titubante guardandolo negli occhi sfidandolo ancora una volta.

Rideva Ron, non si era mai divertito tanto. Vederla lì, indifesa e impaurita, cera tra le sue mani, lo eccitava e gli dava potere…per la prima volta.

<- la scenetta di alcuni giorni fa non mi è piaciuta- s’inumidì le labbra con la lingua.

 – No, No…mia cara, sai bene che chi si prende gioco di me. Poi ne paga le conseguenze. Nessuno mi fa fare una figura ridicola con quelle pulci. Né tu né quell’avanzo di galera del tuo amico->

<-Non mi fai paura Ron. Non mi fai più alcun effetto->

Rideva Ron e il gelo gli invadeva i polmoni non facendola respirare, era bianca, tremava era un fuscello tra le sue mani.

<-Non hai più paura Granger- la guardava con disprezzo.

-Si è già insinuato nel tuo letto ti ha fatto godere quando L’ hai avuto tra le gambe… Dimmi, è riuscito a sciogliere la frigida donna che c’è in te-> rise.

Mentre Ron le tratteneva le braccia spingendolo al muro. Paura, per la prima volta aveva paura di Ron, il suo Ron. Ma di quell’amico con cui era cresciuta, non vi era rimasto niente solo il corpo, il suo involucro tutto il resto era marcio, logoro dal troppo rancore.

<- Granger, ora incominciamo a giocare-> disse infine a fior di labbra strascicando le parole.

Nell’andito risuonavano altri passi venire in quella direzione la guardò appena e si avventò su di lei. Baciandola con rabbia, strusciando su quel corpo rigido, che si opponeva a quei tocchi rozzi a quei contatti violenti privi di dolcezza.

Poi lo sentii… quello per cui aveva montato tutto quel teatrino quello da ferire...

<- Toglile le mani di dosso-> era una furia Draco.

<- ah Malfoy, ancora non l’hai conquistata poiché basta un gesto perché cada ancora ai miei piedi->.Disse il rosso.

Il tarlo era stato insinuato. Gli occhi grigi di Malfoy andavano da lei a Weasley in rapida successione.

Rideva Ron quando un pugno in pieno viso gli spense la risata stridula, non rispose continuò a ridere mentre il biondo si allontanava a passo svelto scomparendo oltre il corridoio.

Rideva guardando la donna seduta a terra con le mani sul viso, rideva vedendo le sue lacrime incorniciargli il viso. Godeva, del suo dolore. Nel vederla sola senza nessuno, com’era lui, dopo che i suoi amici avevano scelto il nemico, avevano scelto Malfoy.

Rideva guardandola Scappare via, usata per ferirlo era cera nelle mani.

SPAZIO AUTRICE.

Incomincio col ringraziere tutte le persone che hanno inserito questa storia tra le seguite, preferite e ricordate... molte ma molte grazie

ringrazio quelle anime candide che hanno recensito. ed ora vi lascio al capitolo...dove aimè Hermione viene usata e  resa partecipe dell'unica cosa che una donna sacente e intelligente come lei non si accorge l'amore.

Come faccia non lo so...i paraocchi forse. Ron è decisamente Stronzo lo so, sembra un Sepeverde... 

chi è Fan mi scusi. 

ah dimenticavo una cosa super importante 

RECENSITE.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 15. Capitolo ***


Aveva pianto disperata nel letto per tutta la notte, avrebbe voluto bere per dimenticare le parole taglienti, i gesti umilianti e quel bacio di scherno che Ron, il suo ex fidanzato, aveva usato per lei.

Ma non vi riusciva, inesorabili quei momenti affioravano nella sua mente.

Umiliata, derisa, usata per distruggere Draco, per umiliare anche lui. Quelle parole poi, non smettevano di ripresentarsi ogni qualvolta smetteva di piangere cercando di calmarsi.

Si è già insinuato nel tuo letto… ti ha fatto godere quando L’ hai avuto tra le gambe… è riuscito a sciogliere la frigida donna che c’è in te…

E poi ancora.

Malfoy, ancora non l’hai conquistata…

Perché quelle frasi? Che volevano dire? Perché cercava di ferirlo così. Non aveva senso, tranne che…

No, non poteva essere. Era assurdo Draco non è… lui non può… è mio amico, ama Astoria…

No Hermy, Astoria l’ha lasciata, diceva il suo cervello.

Merda… come ho fatto a non capire. Perché sono tanto intelligente con tutto e non capisco niente degli uomini e dei loro sentimenti.

Perché? Si ripeteva mentre ancora le lacrime le inondavano il viso fino a quando morfeo non decise di catturarla regalandogli un po’ di pace dopo tutti quegli scompensi emotivi.

La mattina seguente si alzò tardissimo forse spossata per la nottata in bianco, sarebbe voluta andare da lui prima di colazione magari parlarvi ma quando arrivo, la sua stanza era chiusa e non vi era traccia di Draco da nessuna parte.

La sala Grande era deserta tranne che per tre ragazzine intente a parlare di scacchi e lì, che la tanto brillante mente di Hermione Granger ebbe un tuffo…

Era Sabato e c’era la prima partita di Quidditch, ma non una semplice partita no. Grifondoro contro Sepeverde e lei, direttrice della casa di Grifondoro era in ritardo, super ritardo, che assurda figura avrebbe fatto con la preside.

 Corse a perdifiato, come una ragazzina qualsiasi arrivò stremata allo stadio e salì fino alle tribune dove stavano i professori.

La preside osservava il nuovo spiker fotocopia di Lee Jordan, accalorarsi per un fallo commesso dai Sepeverde non visto dall’arbitro.

Ron era in basso con Neville a spiegargli alcune regole che il caro professore di Erbologia ignorava dello sport più importante tra i maghi. Tempo perso, pensò Hermione se non si fosse appassionato prima, non l’avrebbe certo fatto in quel momento. Guardò attentamente tutte le persone che stavano sedute, ma di Draco non vi era traccia, si sedette accanto alla preside cercando una scusa valida per il suo super ritardo.

<-Hermione-> Disse la donna, continuando a guardare il campo.

<-Scusi, io…. Ricerca->

<- Hai una pessima cera mia cara- disse la preside.- se fossi stata in te, sarei rimasta al castello tanto più che stiamo perdendo->.

<-Perdendo?->.

<- si pare che il signor Malfoy, abbia spiegato a quei ragazzi come si gioca e gli ha allenati alla morte. Me l’ha detto il professor Lumacorno.-> Disse sconsolata la preside McGranitt.

<- Mi dispiace Preside, io ... non so->. Rispose sconfortata Hermione.

<- Non preoccuparti cara, lo so che il quidditch non è il tuo sport preferito->.

<- Dove è il professore-> chiede Hermione con il cuore che le rimbombava nel petto.

<- Con i suoi allievi in curva->.

Disse la donna indicando con lo sguardo la tribuna in cui i Sepeverde si trovavano.

lo vide lì, con la sua inconfondibile sciarpa Verde argento, i suoi cappelli biondi e il suo tipico ghigno e fece un tuffo nel passato; Quello era il vecchio Draco, quello che la odiava e se tutto ora fosse cambiato se avesse ripreso a detestarla. Respirò affannosamente catturando l’attenzione della vecchia preside che stava al suo fianco.

 <- Tutto bene Hermione-> chiese.

<- si preside tutto bene-> rispose la professoressa di Trasfigurazione.

Mentre il suo sguardo era ancora rivolto a Draco ora impegnato in una discussione con alcuni ragazzi, sicuramente stava spiegando alcuni schemi, il quidditch era una sua grande passione. Un giorno tentò anche con lei ma fallì inesorabilmente il quidditch e tutte le cose che comportavano volare non erano il suo forte.

Dopo poco il cercatore dei Sepeverde catturò l’agognato Boccino e la partita finì, molti tornarono al castello sconsolati con testa la preside. Le serpi, invece, festeggiavano portando in trionfo due persone, il cercatore capitano e il direttore della loro casa Draco Malfoy, così che Hermione si dovette rassegnare, non avrebbe parlato con lui neanche quella sera. Le serpi organizzavano sempre delle feste e lui che un tempo ne era l’anima non li avrebbe certo ostacolati.

***

Era riuscito a evitarla per via della partita, la fortuna era stata dalla sua parte avevano vinto e festeggiato fino a tardi così da non incontrarla neanche a cena.

Stava deliberatamente scappando dal confronto con Hermione per paura, sì un Auror aveva paura di rivelare i propri sentimenti, di veder sgretolare il proprio cuore dall’unica donna che ne era la proprietaria.

L’avrebbe distrutto, lo sentiva.

Sentiva l’ansia attanagliarli i polmoni bloccando avvolte il respiro, nonostante fosse tre piani sotto rispetto a dove si trovava lei. Nonostante fosse nel mezzo di una festa Sepeverde carica di alcol ed Eros, lui pensava a lei, la bella direttrice della casa Grifondoro.

<- Professore. Grazie- > disse un ragazzo che riconobbe come uno dei battitori.

Draco sorrise di rimando, cercando di scacciare i pensieri e buttando giù un po’ di whisky incendiario. Illegale, era tutto illegale se avesse saputo cosa aveva consentito l’avrebbe ucciso dopo averlo umiliato per via dei suoi sentimenti.

Erano quasi le due della mattina e Draco decise di congedarsi avviandosi nelle sue stanze. Gli anditi bui del castello mettevano tristezza e riportavano alla mente i giorni nefasti della grande seconda guerra, quando lui era il nemico.

Le statue, sistemate nell’andito che portava alla sua camera, avevano tutte subito qualche danno e forse erano state messe li apposta per fargli ricordare che anche loro avevano lottato dalla parte dei giusti, mentre lui aveva un marchio nero e una famiglia di mangiamorte alle spalle.

Arrivò davanti alla sua porta con passo lento e strascicato e finalmente dopo essersi chiuso alle spalle tutti quei ricordi, si appoggio a essa e chiuse gli occhi.

Il fuoco era acceso sentiva lo scrocchiare delle brace, aprì lentamente gli occhi e la vide, era addormentata sulla sua poltrona verde con un libro tra le mani.

Il cuore prese a battere all’impazzata ma rimase fermo ancora con le spalle appoggiate alla porta. Che fare? Svegliarla o lasciarla lì addormentata sulla poltrona.

Si avvicino piano per paura che un rumore la svegliasse, prima ancora di aver deciso come comportarsi con lei. Le tolse piano il libro che aveva tra le mani.

“Mille schemi per vincere a Quidditch”, sorrise Draco sapendo che la sconfitta l’aveva infastidita.

Rimase ancora un poco a osservarla e poi decise di portarla sul suo letto, nonostante fosse impacciato, un’assurdità per uno abituato a trattare le donne da quando aveva tredici anni.

La poggio con grazia sulle coperte sfilando le scarpe, evitò di toglierle i vestiti per farla stare comoda, non avrebbe gradito dopo quello che aveva saputo.

 Forse non avrebbe gradito neanche essere messa sul suo letto a dormire.

 Le accarezzò la guancia mordendosi le labbra per non farsi sfuggire il dolore che ora lo invadeva. Aveva perso, lo sapeva anche prima si sentirselo dire.

Lei ora non era più neanche sua amica, forse aveva ripreso a odiarlo e infondo era giusto cosi. Gli angeli non possono andare d’accordo con i peccatori ,con i diavoli e lui ex mangiamorte faceva parte senza dubbio della peggior specie di diavolo.

Prese una spessa coperta dall’armadio e se la buttò sopra e si accoccolò in posizione fetale sulla poltrona della sua stanza da letto e dopo poco anche lui si abbandonò a morfeo.

***

Si svegliarono insieme infastiditi dalla luce che filtrava dalla finestra.

Gli occhi marroni di lei, osservavano la sua posizione e il suo giaciglio improvvisato notando solo in quel momento che era ancora vestita e stesa un letto talmente grande da contenere tre persone.

Non parlarono, Draco neanche la guardava, rimaneva fermo in un’assurda posizione con gli occhi riversi sul pavimento.

Paura, ecco che cosa sentiva Hermione.

 Ron gli aveva tolto anche Draco e una lacrima gli scese sul viso senza che la sua forza di volontà riuscisse a fermarla.

Lui si alzò dalla poltrona senza dire ancora nulla, ripiegò la coperta e la spedì nell’armadio e si trascino verso il bagno, giunto vicino alla porta disse:

<- So cosa pensi. Mi dispiace enormemente per quello che ho fatto. Per tutte le bugie che ti ho detto in questi anni. - Appoggio una mano sulla porta spingendo un poco per aprirla.

-Non ho mai meritato il tuo rispetto, sono conscio del fatto che non merito null’altro da te. So ancora meglio che non posso starti affianco, magari tu volessi ancora poi…-

Rise. Con una risata fredda e vuota. Dolore, ecco cosa emanava quella risata.

-         Ho distrutto tutto, la nostra amicizia e il nostro rapporto mi sono spinto, dove non avrei dovuto. Dovrei andare via più lontano possibile da te.-

<-Draco- cercò di parlare Hermione lo doveva fermare…dove dire qualcosa.>

<- No, stai tranquilla non c’è bisogno. Sto bene, non pensavo di prenderla così è stato peggio quel mercoledì. Sì, quel mercoledì mi sono odiato. Ma ho superato tutto. L’ho superato in certi versi questo l’ho imparato da te, me l’hai insegnato tu a esserlo. Ti ringrazio per tutto Hermione, ti ringrazio per essere entrata nella mia vita. Ma ora, ti chiedo di uscirne. Fallo tu perché io non riesco. Ti prego vai. Vai ora->.

<-fammi parlare->. Disse lei.

<-se mi vuoi bene, un poco, vai via->. Mentre entrava nel bagno e si chiudeva la porta alle spalle, l’ennesima porta che lo allontanava dalla sua felicità. Quella che non meritava perché lui era il diavolo.

Dopo poco senti la porta della sua stanza chiudersi, se n’era andata. E come un bambino pianse per l’ennesimo fallimento della sua inutile vita. Ora era sicuro per lui non c’era più speranza, Ron Weasley aveva vinto. Lei non sarebbe mai stata sua.

 

SPAZIO AUTRICE
Super ritardo, ma ultimamente mi sono data all'altra FF " Un viaggio tra i graffi dell'anima". Passate per dare uno sguardo se vi va...
Cmq, questo capitolo è triste, a me ha messo una tristezza assurda. Mi sono scapate le lacrime, ma sono emotiva e in effetti non conto...ditemi che ne pensate?
Lo so, Hermione anche qui è la solita fragilona, ma con i sentimenti è un casino. Quando capirà di Draco e di quello che prova per lui spero non sia troppo tardi...
RECENSITE

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 16.Capitolo ***


16-Capitolo.

 

Dobbiamo perderci di vista

Non sentirci più

Tanto un’amicizia fra noi è impossibile

 

Seduto nella penombra della stanza, osservava distrattamente il fuoco scoppiettare. Nelle lunghe e fini mani, regali anch’esse come del resto tutto il suo corpo, si rigirava la bacchetta di biancospino.

Erano già passati alcuni giorni e sembrava passato un anno, Weasley era andato via non appena la Preside gli aveva comunicato la decisione presa, aveva ottenuto ciò che voleva.

 Aveva vinto.

Fuori dal castello la neve aveva cambiato il paesaggio, Hogwarts in quel periodo era più magica e affascinante, inondava calore, gioia e spensieratezza. Draco, da anni non sentiva più niente di simile per il Natale, lui si sentiva bene solo al suo fianco.

Oramai, aveva preso la sua decisione non vi sarebbe stato nessun passo indietro, come poteva farlo, infondo.

Aveva deciso tutto con la lucidità che lo contraddistingueva da giorni, aveva evitato di presentarsi in sala Grande a mangiare e quando non poteva evitarlo, si sedeva tra i suoi ragazzi nel tavolo dei Sepeverde, per continuare ad affiatarsi con i suoi alunni.

 La preside non aveva avuto niente da ridire per quei suoi piccoli e particolari gesti, anche se, si era lamentata o forse solo dispiaciuta per la sua decisione.  Rimase fermo nella sua posizione Draco, non avrebbe cambiato idea neanche sotto imperio.

Lontano da lei, assolutamente lontano da lei.

Ormai non vi era altra soluzione, era terminato tutto anche il loro legame era finito:

 Né innamorati, né amanti, né amici, forse neanche conoscenti.

 Ora non restava niente, solo il ricordo dei momenti passati insieme, dei sorrisi, dei litigi, delle risate e dei pianti. Milioni di ricordi da custodire infondo al cuore, da tenere nascosti perché avrebbe fatto male ricordare, avrebbe fatto male pensare ancora a lei.

Irraggiungibile e bellissima strega.

 Eccolo il perfetto purosangue, il perfetto sepeverde che fugge senza meta perché ama e non può amare.

 

 

Certo non è facile

Fingere che tu

Sia improvvisamente irraggiungibile

 

Aveva pensato a quanti modi possibili vi erano per allontanarsi da lei, senza che ve ne accorgesse senza che capisse che quello era l’ultimo sguardo che gli lanciava, l’ultima volta che per distrazione le sfiorava un braccio o che distrattamente la salutava senza soffermarsi a chiacchierare come da anni accadeva.

Aveva pensato e programmato tutto, si era assicurato che la vecchia preside non lo tradisse, almeno non prima che si fosse smaterializzato lontano.

 Lontano dal castello, lontano da Londra, lontano da chi lo conosceva ma soprattutto lontano da lei che opprimeva il suo cuore, che non lo faceva respirare e che lo buttava nello sconforto .

Rimaneva il suo sogno, l’unica donna che un mago potente non può avere, che i soldi non possono comprare e che un bastardo non saprà mai conquistare.

Troppo pura, troppo bella.

 In poche parole unica nel suo genere e proprio per questo troppo per uno come lui.

Per uno scarto del mondo magico. Infondo, ha ragione Weasley: “ Tu non dovresti neanche stare in mezzo alle persone, dovresti marcire in galera dove quelli come te stanno”.

 Ma il fato e la fortuna l’avevano aiutato, ma se solo potesse barattare la povertà con uno di quegli sguardi che lei dedicava a Weasley, lo avrebbe datti ora stesso…ma i sogni sono solo per gli stolti.

 

Ma un amore non può mai

Un amore non può mai

Tornare indietro

 

Trovarsi lì a riflettere su quali fossero i motivi per cui si era cacciato in quella situazione.

 Come aveva fatto a innamorarsi di lei?

 Lui, che per anni aveva rifiutato l’amore.

Tutto per Draco Malfoy era sempre ruotato intorno al sesso.

 Sesso non amore…i Malfoy non amano, diceva suo nonno quando era piccolo e anche suo padre negli anni glielo aveva ripetuto spesso quasi alla nausea, ma lui lo sapeva era un Malfoy diverso uno debole un fallito.

Ricordava i suoi trascorsi al castello quando in molte facevano la fila per stare nel suo letto, in molte sognava di dormire con lui in quegli anni.

 Nessuna, però, aveva mai avuto tale concessione. Quanto tempo è passato da quei giorni, non lo sapeva Draco, sapeva solo che non era più lo stesso che nel tempo, col tempo anche l’algido e bastardo sepeverde era cambiato. Ora si che avrebbe voluto una donna nel suo letto mentre si abbandonava a morfeo, avrebbe voluto lei, ma lei non l’avrebbe mai avuta.

 

 

La fine di un amore

E la paura di soffrire

Incontenibile desiderio di fuggire

 

 

Così aveva deciso di fuggire ancora. Fuggire sempre.

 Ogni qualvolta il suo volto gli sarebbe apparso davanti e con esso un piccolo ricordo balenato nella mente sarebbe fuggito ancora.

 Avrebbe abbandonato tutto per sfuggire a lei ai suoi occhi grandi, i suoi capelli ricci che gli cadevano lungo la schiena, la sua pelle diafana che profumava di vaniglia. Fuggire dal desiderio di averla, sapendo di non poter nulla per questo.

Fuggire per sempre abbandonandosi a una vita fatta di niente perché senza di lei, niente è bello e felice, ma è giusto così perché la felicità per lui non è possibile.

Fuggire per darle la speranza di sorridere di nuovo.

 

Ma quando fuggirai

Allora fallo in silenzio.

Sarebbe andato via quella notte, quando il castello dormiva, e senza salutare nessuno.

 Era solo lei l’unica che voleva salutare, ma l’unica che non avrebbe salutato.

 Rimase un attimo a osservare il castello mentre la neve continuava a cadere e un filo di fumo si alzava lentamente dal comignolo del guardacaccia. Avrebbe dovuto salutare anche lui, vedeva la luce accesa della cucina. Avrebbe, ma non lo fece, scivolò via come quella volta che trascinato da Piton scappo via dal castello dopo che il professore uccise Silente e fu la stessa stretta al cuore quella che sentì.

 Fuggire nel silenzio con la morte nel cuore, ma per il suo bene, per il mio bene dovevo andare. Con me non può essere felice, con me non lo sarà mai nessuna. E le immagini di quella notte non fecero che confermarlo.

 

 

 

La fine di un amore

Non si sottolinea mai

La fine di un amore

Non ti risparmia mai

La fine di un amore ti accompagna nel dolore per quello che un tempo c’è stato e per come lo hai distrutto, ma se l’amore non è mai nato.

 Se non l’hai vissuto, consumato e l’hai solo sperato.

Come ti senti? Come stai quando vivi tutto questo?

 Continui a respirare, anche se non vorresti, le tue gambe ti sostengono fino a quando non stramazzerai al suolo, socchiudi gli occhi cercando di cancellare tutte le immagini e soprattutto cancellare lei.

 Poi, continui a fuggire, senza meta, senza scopo, senza l’utilizzo della ragione.

Lontano troppo lontano scappando anche da te stesso per la paura di guardarti in faccia e capire che della tua vita non vi è niente da salvare, niente di cui gioire ed essere felice niente che un giorno la possa far avvicinare nuovamente a te.

SPAZIO AUTRICE-

Mi scuso con tutte voi che avete messo questa storia tra le preferite per non aver aggiornato subito...Prometto di farlo almeno ogni due giorni. Manca poco in effetti alla fine.

RECENSITE.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 17.Capitolo. ***


17.Capitolo.

Anche questo Natale era arrivato inesorabile come ogni anno.

 Hagrid aveva già addobbato la sala Grande con grossi abeti, Neville aveva incantato il vischio intrecciandolo con le stelle di natale e ora ricopriva tutti i passamani delle innumerevoli scale del castello, Il coro dei fantasmi faceva ridere i primini e nell’aria l’odore della cannella mista a quella della neve immergeva il grande castello nell’aria natalizia. Pochi erano gli alunni che sarebbero tornati alle loro case, da quando la guerra era finita Hogwarts era un posto tranquillo e proprio accogliente come quando il preside era Albus Silente. Anche se in quegli anni succedeva un po’ di tutto, ma erano anni difficili.

 Hermione assisteva a tutto quello spettacolo come una spettatrice disincantata non era più la ragazzina sprovveduta che guarda a testa in su le fiaccole che s’issavano nel soffitto della sala la magia di Hogwarts. Non era più la bambina che meravigliata, aspettava la magica notte per scambiare i regali, era ancora meno la donna che credeva alle dolci frasi di circostanza a Natale, siamo tutti più buoni.

 Da qualche tempo, ormai, aveva smesso di credere a queste congetture sul Natale, la vita l’aveva cambiata, era diventata realista, forse solo da alcune settimane, si era accorta che la vita ti porta a incontrare varie tipologie di persone.

 Quelle stesse che un tempo credevi amiche e perfette, in realtà sono la peggior specie possibile e quelli che per anni hai cercato di tenere lontani sono le vere persone che tengono a te, ma che purtroppo non credono in e stesse.

Questi erano i pensieri che attanagliavano la mente della professoressa di trasfigurazione la mattina della vigilia di Natale, mentre seduta nel suo posto affianco a Hagrid, attendeva di vederlo spuntare dalla porta dell’ingresso della sala grande.

 La sua attesa fu vana, non entrò mai ma quella mattina non lo vide, né nel tavolo dei professori né in quello dei sepeverde verso la fine del pranzo un giovane primino dei Corvonero gli recapitò un biglietto. In cuor suo Hermione sperò che fosse lui a voler parlare con lei, ma quando lo lesse, rimase delusa.

La preside la invitava per prendere un cordiale insieme, osservo il suo piatto ancora intanto visto la poca fame e decise che forse era più interessante parlare con la McGranitt che rimane lì a martoriare il suo piatto di pollo con patate.

Arrivò davanti alla scala in pietra che portava in presidenza dopo alcuni minuti, non aveva la più pallida idea di cosa la preside volesse discutere con lei.

Il giorno prima avevano parlato del corso dei duellanti e dell’andamento dei giovani alunni nella sua materia, tutto era stato discusso, mentre saliva, però una fitta nella bocca dello stomaco si fece largo in lei una strana sensazione, una brutta sensazione.

<-Prego accomodati Hermione. Ti stavo aspettando->Disse la preside subito dopo che la giovane insegnante varcò la porta in pietra.

Si sedette nella poltrona rossa che stava davanti alla grande scrivania mentre la vecchia preside osservava fuori dalla finestra, era pensierosa la McGranitt, in effetti, lo era da alcuni giorni e sempre da alcuni giorni si era sforzata di sorridere lei che non aveva mai sorriso.

<- Ti chiederai perché ti ho fatto chiamare- Hermione non parlò continuava a guardare la donna.

- E ti chiederai perché l’ho fatto solo ora- Hermione, si sposto appena sulla sedia irrigidendo la schiena come se fosse pronta a scattare.

-Ho cercato con tutti i mezzi, questo spero lo capirai.- il cuore batteva talmente forte che da un momento all’altro sarebbe uscito.

-Ma non ci sono riuscita, ho fallito-> la vecchia preside si girò a guardare la sua ex allieva che rigida come non mai fremeva sopra la poltrona, avanzò lentamente fino alla sedia e si sedette di fronte guardandola negli occhi e lì anche Hermione capì e la stretta al cuore fu dolorosa, mozzava il cuore.

<-Quando?-> Chiese a fil di voce, quasi sussurrando come se le parole non volessero uscire.

<-Ieri notte sul tardi-> rispose la McGranitt.

<-perché?-> la donna deglutì e abbasso lo sguardo. Per tanti motivi, ma il principale credo sia tu. Starti vicino fa male e non è giusto.

<-Io-> disse sconsolata.

<-Mi spiace non ha voluto sentir ragioni->.

<-è scappato come un ladro, è scappato dando così ragione a chi lo accusava ingiustamente->.

La donna la guardava annuendo a ogni cosa la ragazza dicesse.

<-Da quando lo sa-> la preside s’irrigidì, ecco quello era il punto da quando lo sapeva, da quando custodiva il segreto di Draco?

<-da alcune settimane->

<-Dopo la partita?-> la preside acconsentì con un semplice gesto del capo.

<-Io dovevo essere tenuta all’oscuro da tutto questo, immagino, ma perché?->.

<- Credo per non intralciare i piani, la forza di Draco nell’allontanarsi da te per non farti soffrire sia una delle cose sia lo rendono ancora un perfetto sepeverde. Anche se…->

<-Lui ha un cuore degno del più grande Grifondoro, nessuno conosce il suo cuore, nessuno vuole vederlo il suo cuore-> due lacrime sfuggirono al suo controllo e rigarono il suo viso.

<-Lo so Hermione, lo so-> disse sconsolata la donna.

<-lei sa?-> chiese all’improvviso.

<-No mi dispiace, ha fatto le cose per bene. Mi ha chiesto di mantenere il segreto dandomi del tempo per trovare un sostituto per la cattedra- Hermione granò gli occhi.

- Mi ha fatto promettere di non dire niente a nessuno delle sue intenzioni, soprattutto. L’unica che sarebbe riuscita a fermarlo o almeno a farlo ragionare. Hai una tale influenza sulla sua vita che se vi foste incontrati prima…-.

La donna non finì la frase rapita dall’immagine che si mostrava davanti agli occhi. Hermione Granger disperata che piangeva in silenzio. Era andato nuovamente via, per la seconda volta nel giro di pochi mesi si era allontanato da lei e questa volta sapeva il perché e soprattutto sapeva che non avrebbe lasciato niente al caso. Non si sarebbe mai fatto trovare se non voleva essere trovato e Draco non voleva nel modo più assoluto farsi trovare.

 Ora si che aveva vinto Ron, gli aveva tolto tutto, gli aveva tolto Draco.

<- Vorrei alcuni giorni di permesso- disse Hermione tra un singhiozzo e un altro.

<-Hermione->. Voleva impedire anche a lei di andare via ma lo strazio del suo cuore a pezzi fece desiste la vecchia Professoressa di trasfigurazione ora preside.

<-Devo pensare e vorrei tornare a casa, oggi stesso->. Disse con un filo di voce la Granger.

<-Prenditi tutto il tempo che vuoi-> rispose infine la donna.

<- per i ragazzi?->

<-Mi arrangerò, non preoccuparti-> disse infine la vecchia Preside.

La ragazza si alzò lentamente dalla poltrona.

<-Grazie-> affermò infine uscendo dalla presidenza.

Camminava lentamente nell’andito, infischiandosene se la vedevano piangere, se la vedevano distrutta.

<-Hermione->Disse Neville, ma non lo degnò di uno sguardo e continuò a camminare verso i suoi alloggi.

 Quando giunse, si buttò nel letto e pianse, pianse e pianse ancora.

 La fine di un amore mai nato, ma che sapeva da troppo tempo esistente nel suo cuore.

SPAZIO AUTRICE-

Buona giornata ragazze, ho deciso di aggiornare subito, così da non far perdere il filo a chi ha letto, e sono stati tanti, il capitolo precedente.
Questo come vedete è un po tristino...come se il resto non lo fosse, va bhe spero vi piaccia. Per il prossimo non ho idea ho delle idee ma aiuto non sono positive quindi incrociate le dita per Hermy e draco perche l'autrice è in vena tragica questi giorni ... kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 18.Capitolo ***


18.Capitolo.

Era rientrata a Londra da meno di un’ora, aveva lasciato subito il Castello appena avuto l’ok della preside. Aveva sistemato le sue cose nel baule e salutato Hagrid, l’unico di cui realmente gli importava oltre alla McGranitt.

Si era guardata le spalle dopo aver varcato il grande portone, ammirando l’imponente castello, non poté che pensare a tutto quello che quella scuola aveva significato per lei.

Quante avventure, quanti sorrisi, quanta sofferenza ed era per sfuggire a quest’ultima che andava via, per alcuni giorni ma forse per sempre. Senza di lui non sarebbe stato lo stesso, l’aveva capito tardi ma l’aveva capito, amava Draco Malfoy.

Era con quello strano stato d’animo che era ritornata alla sua casa di Londra e ritrovarsi li, l’aveva destabilizzata ancora di più, poiché ogni angolo, ogni luogo gli ricordava lui.

 Come poteva ricordargli Draco? Pensò.

Quella casa era stata comprata con Ron, per vivere insieme a lui il giorno che avevano deciso di incominciare la loro storia e magari di sposarsi.

Quella era la stessa casa in cui aveva perso la verginità, la casa dove avevano riso e gioito, ma anche litigato furiosamente.  La stessa dove l’aveva picchiata, Tradita e lasciata per un'altra donna.

 Ma era anche, la stessa casa che l’aveva vista consolata dalle sue braccia forti, la stessa in cui si allenavano in incantesimi per poi finire a fare la lotta con i cuscini come dei semplici babbani, la stessa in cui guardavano la tv e gustavano un buon piatto di pesce, la stessa in cui lui tutto era finito con Ron ed era iniziato con Draco solo che lei non lo sapeva. Lei non l’aveva capito.

Prese in mano il vecchio album delle fotografie, ed ecco i ricordi fare capolino nella sua mente. Innumerevoli ricordi di una vita insieme vissuta attimo per attimo in cui solo negli ultimi anni lui era divenuto essenziale quasi quanto l’aria.

La foto deI diploma con lei in mezzo a Draco e Blaise Zabini i migliori del corso di pozioni.

Lei e Draco al corso per diventare auror con la divisa nera ed elegante, Ancora, la foto nel bunker e nella palestra dopo che Draco aveva vinto il concorso come il duellante migliore. Li, s’intravedeva anche Ron notevolmente scocciato a vedere la sua fidanzata tra le braccia del suo peggior nemico.

 E poi ancora innumerevole foto, come quella del battesimo di Lily, dove sfoggiava un bell’abito turchese in tinta con gli occhi della bimba mentre lui era stupendo con quell’abito nero di alta sartoria che ne risaltava le gambe muscolose e il petto.

Aveva trovato anche la foto della sera della cattura di Dolorov quando la costrinse a posare, nonostante la sofferenza dei giorni passati dovuti all’abbandono di Ron, e sorridere con il resto della squadra.

Poi da una busta semi aperta scivolò un’altra foto, dove faceva bella mostra un bel salone tutto affrescato e così si ricordò di quella sera: La sua prima cena di Natale al Manor…la cena di Natale dai Malfoy.

Come aveva fatto a non pensarci prima.

Doveva parlare con Narcissa non sarebbe partito senza avvertire Lucius e sua madre.

Si cambiò in fretta, mise un jeans, un paio di decolté nere e un maglione a collo alto, si buttò sopra il trench e prese la borsa e si smaterializzò di fronte al grande cancello di ferro battuto, dove due serpenti intrecciati si avvinghiavano sulla “M” dei grande e antichissimo casato dei Malfoy.

Entrò a passo svelto rilasciando solchi nella neve fresca, i pavoni albini di Lucius erano scomparsi, forse, dal troppo freddo gli elfi li avevano fatti riparare in qualche tugurio del maniero, l’acqua della grossa fontana davanti al portone era completamente ghiacciata osservo la giovane strega passandovi vicino.

Quando finalmente giunse dinanzi al Portone prese la grossa maniglia di ottone tra le mani, un serpente con la bocca aperta che morde un leone un ben venuto ai Grifondoro pensò.

Diede un solo colpo e subito un elfo si presentò a lei.

<-Signorina Hermione, non l’attendevamo- disse l’esserino.

- Prego, venga dentro c’è una tale bufera fuori. Avviso la signora,-> Asserì e si smaterializzo in un attimo prima che la ragazza potesse dire una sola parola.

Il manor era sempre bellissimo durante le feste, anche se bello lo era sempre, ma in quel periodo dell’anno la magia e l’atmosfera erano più magiche. Niente al confronto alla infausta serata in cui fu portata per la prima volta davanti a quella sala quella nell’ala est, quella chiusa da cinque anni.

<-Hermione cara- Disse Mrs. Narcissa comparendo dalla porta della sala est quella dove probabilmente era piena di maghi e streghe altolocate.

-è successo qualcosa a Draco?-> Hermione impallidì, lui non era li le sue speranze erano naufragate subito alla prima frase della donna.

 Narcissa non stava mentendo dal suo viso si capiva che era preoccupata nel vederla lì nel bel mezzo della festa della vigilia alla ricerca di suo figlio, perché lo sapeva bene se Hermione era, li era solo per Draco.

<-è andato via- disse sussurrando evitando di guardare la donna in viso, aveva sentito altri passi almeno due persone, alzò lo sguardo e vide le uniche due persone che con lei erano sempre rimasti neutri.

Lucius Malfoy e Blaise Zabini, non stravedevano per Hermione, anche se, Lucius la riteneva una ragazza a modo e gioviale. Blaise, invece, cordialmente la detestava per come aveva cambiato il suo amico di conquiste; Da quando lei era entrata nella vita dell’ex professore di difese non era più lo stesso. Non era più Draco Malfoy il mangia streghe.

-è andato via a causa mia-> riprese.

 L’aveva finalmente detto, si era tolta un peso e ora aspettava il verdetto, la sentenza e la condanna. Sarebbe arrivata inesorabile. O Lucius, o Blaise l’avrebbero condannata senza scusanti, lei scusanti non ne aveva era andato via per colpa sua, solo e unicamente colpa sua.

<-Via?- via da dove Granger- disse in tono aspro Zabini. – Aspetta, non dirmi che a causa di quel coglione del tuo ex se ne andato dal castello-> Hermione non replicò scosse solo la testa.

<-Ha detto, dove andava- > Chiese Narcissa e anche a quella domanda Hermione scosse il capo.

<-Granger, guardami in faccia- disse in tono duro Lucius.- Mio figlio se ne andato via dal castello senza avvertirci di niente a causa tua e della tua stupidità->.

<-Si io->

<-Non m’interessano le tue scuse. Lo sapevo che starti accanto avrebbe portato problemi->.

<-Lucius-> disse Narcisa.

<-No Cissy, l’ha cambiato, l’ha reso debole e neanche si è accorta che era innamorato di lei. È colpa sua e se non ti dispiace, glielo faccio notare-> disse urlando il padrone di casa.

Un clap distolse l’attenzione dei presenti dalla giovane strega, osservando ora tre uomini in nero, smaterializzati poco oltre l’entrata.

 Harry Potter, Samantha Elider e George Galley, erano entrati senza annunciarsi nel grande maniero e quello voleva dire solo due cose o erano sotto attacco da parte di qualche Mangiamorte non ancora arrestato o era successo qualcosa e purtroppo la seconda ipotesi era quella più accreditata.

<-Potter-> disse Malfoy senior osservando il capo auror.

<-Signori Malfoy, mi dispiace piombare qui nel bel mezzo di una festa.- Era pallido il salvatore del mondo magico e quello non era un bel segno lo capì subito Lucius.

-         È successa una disgrazia, un treno babbano ha deragliato in Scozia nei pressi Loch Ness - Lo sconcerto dei presenti era palpabile.

 Perché Harry Potter era al manor a parlare di un incidente che coinvolgeva babbani, cosa poteva importare ai Malfoy dei babbani.

-         Ci sono delle persone, dei maghi, che affermano che su quel treno c’era anche Draco- Disse guardando un punto indefinito oltre la sala.

-         Ditemi che si sbagliano. Ditemi che è qui è festeggia con voi il Natale -.

 Più che un’affermazione era una richiesta, Harry Potter chiedeva una conferma alla sua speranza, ma essa non arrivò. Il silenzio aveva avvolto la sala, anche la musica che proveniva dalla sala delle feste, si era assopita. Tutti gli ospiti del Manor erano lì davanti agli auror, nessuno osava parlare.

Il tono basso e triste dell’auror li aveva come ghiacciati, lo stesso Harry era come assente, come se il solo corpo si trovasse in presenza di tutti quei maghi mentre la sua mente fosse rimasta ferma vicino alla radura Loch Ness. Come se, la sua mente continuasse a vedere le scene raccapriccianti di poco prima: corpi straziati, macerie e fumo e l’ansia s’impadronì di lui.

<-Potter portami sul luogo->. Dichiarò Lucius. Harry capì che la sua speranza era vana il suo migliore amico non era a casa e solo in quel momento la vide. Hermione era caduta a terra senza alcuna forza, come un fuscello abbattuto dal vento, si stava spezzando ancora una volta. Un’altra donna, anch’essa esile la tirò su rivelando una forza che nessuno le attribuiva.

<-Veniamo anche noi Potter- disse Mrs. Narcissa. Ottenendo uno sguardo poco convinto da parte del marito.

-Quando lo troveremo lui, vorrà vedere noi- disse. Attirando su di se e Hermione lo sguardo di tutti.

- Siamo le donne della sua vita-> lo disse con la voce rotta ma non pianse, trattenne per supportare quella giovane ragazza al suo fianco ,quella che era caduta nel baratro della disperazione.

 

SPAZIO AUTRICE-
Veloce come una saetta ecco il nuovo capitolo...aspetto le recensioni e dai recensite...lo vedo che la leggere questa storia... magari un po vi piace eh dai ...

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 19.Capitolo ***


19. Capitolo

Si smaterializzarono lungo la brughiera che si estendeva a est del grande lago di Loch Ness, il Castello di Urquhart si ergeva oltre la collina a Nord e sovrastava il lago.

A stento, però, le vecchie mura si scorgevano a causa del fumo che si era issato subito dopo il disastro ferroviario, era lì che erano diretti i tre auror capitanati da Harry Potter. Lucius Malfoy sorretto dal suo antico bastone con l’impugnatura in argento raffigurante un serpente stemma del suo antico casato, teneva il passo del salvatore del mondo magico; Subito dietro i due uomini, avanzavano lentamente due figure notevolmente provate, una donna sulla cinquantina dai lunghi capelli biondi e uno strano ciuffo nero sorreggeva una ragazza con lunghi capelli ricci color cioccolato decisamente magra.

Arrivarono ai piedi della radura proprio, dove un gruppo di babbani incominciavano i primi soccorsi, gli uomini si guardarono solo un attimo prima che Harry Potter avanzò verso il Poliziotto babbano.

<-Buon giorno- Disse.

- Sono il capo dei servizi investigativi. So per certo che un uomo pericoloso era su questo treno vorrei sapere se avete trovato qualcuno vivo?->.

<-Chi è lei?-> chiese un uomo corpulento con lunghi baffi che giungeva dalla zona in cui una locomotiva interamente avvolta tra le fiamme era stata sbalzata.

<-Io sono Potter, il capo dei servizi segreti Inglesi- disse il ragazzo che è sopravvissuto. L’uomo sbarrò gli occhi osservando prima Harry poi una figura che poco distante da lui stava sopraggiungendo.

Il primo ministro babbano avanzava lentamente sul luogo del tragico incidente, al suo fianco un altro uomo di colore con una lunga tunica color magenta parlava con lui.

Kingsley Shacklebolt salutò con un gesto appena accennato Harry, mentre guardava il grasso poliziotto davanti a lui.

<- Chi è che ha il comando dell’operazioni di salvataggio e recupero?- Chiese il primo ministro babbano.

<-Io rispose->l’uomo decisamente sorpreso nel trovarsi T. Bleur davanti in una brughiera della scozia la notte della vigilia di Natale.

<- Ah ecco, devo chiederle di lasciare il campo al Signor …-Guardò Harry un attimo.

<-Potter. Capo dei servizi segreti Inglesi-> Si affrettò a specificare Harry. L’uomo rimase spiazzato da questo coinvolgimento del primo ministro e benché non volesse farsi sopraffare da un ragazzino di sicuro inesperto non poteva fare storie davanti al primo ministro.

<-Il signor Potter prenderà in mano le operazioni, da subito-> Affermò il Primo Ministro, lasciando l’uomo spiazzato di tutto.

I poliziotti ci misero alcuni minuti a capacitarsi della cosa e malavoglia andarono via lasciando campo libero alla squadra speciale auror.

Il gruppo di uomini era nutrito vi erano più di dieci auror che scandagliavano con la magia ogni perimetro di terra alla ricerca di ogni minimo indizio. Era stato scagliato sulla radura un incantesimo repellente anti babbani, ma per ora le ricerche erano state vane.

Anche Lucius aiutava nonostante la sua età e la sua assenza di bacchetta .

<- Lucius- disse Harry - continueremo a scandagliare tra le macerie fino a che non troveremo un indizio-> l’uomo guardo il ragazzo e acconsenti.

<-Credo sia tempo perso-  disse un uomo appena smaterializzato tra di loro, facendoli bloccare tutti.

<- Siete qui da parecchie ore e non vi è traccia di lui. Tutti i migliori auror sono fuori Londra da quanto, tre ore e dell’uomo che cercate neanche mezzo indizio. Per quanto ne sapete, potrebbe essere bruciato tra le fiamme di quella locomotiva-> Disse senza mostrare il minimo turbamento, ghiacciando il gruppo che si era fermato ad ascoltarlo.

<-Avrebbe fatto l’incantesimo fredda fiamma-> ribadì un giovane auror appena diplomato.

<- Potrebbe, ma stiamo pur parlando di uno che viaggiava su un treno babbano. Nessuno si è chiesto perché viaggiava su di esso?-> continuava ad argomentare.

<-Perché c’è freddo a viaggiare su una scopa Weasley- disse Tom Bielsa un auror argentino che aveva preso il posto di Ron Weasley quando si era trasferito in Francia e ora che il rosso era tornato in servizio in Inghilterra avevano preso a detestarsi a causa della strafottenza dell’ultimo maschio dei Weasley.

<- Sei cosi stupido Bielsa, che ancora non mi spiego come hai fatto a superare le selezioni per diventare auror->.Disse il rosso.

<-Come ti permetti->. Urlò l’argentino.

 Ron non si curò del fatto che alcuni colleghi a stento trattenevano il giovane auror Argentino e cominciò a camminare verso Harry Potter.

<-Non ha usato la smaterializzazione, perché non ne era in grado. È inutile che lo cerchiate ancora-> Harry lo guardava allibito con poteva andare lì tra i colleghi di Draco, tra i suoi famigliari e dire quelle parole senza il minimo rispetto.

<-Weasley. Che ci fai qui?-> Disse finalmente Harry Potter.

<-Niente sono venuto a vedere i vostri tentativi naufragare e dato che ci sono magari scopro se Nelli esiste sul serio- rise.

<-credo non ci sia niente da ridere-> Neville Paciock era stato informato da Harry Potter in persona della tragedia in cui Draco Malfoy era stato coinvolto.

<-Oddio Neville, hanno immischiato anche te in questa stupida cosa->.

Neville lo guardava allucinato, come se quello che parlava non potesse essere la stessa persona che lui aveva conosciuto, la stessa che per sei anni aveva condiviso con lui la stanza nella torre dei Grifondoro, non poteva essere il simpatico, allegro e sempre disponibile Ron Weasley. Qualche demone si era impossessato di lui.

<-Stupida cosa Ron, stiamo parlando di un  uomo, stiamo cercando un uomo. Un collega un…->

<-Ti prego non dire amico Neville se no ti faccio rinchiudere al San Mungo come…->.

<-Dillo Ron. Su dillo. Come i miei- Disse con voce sdegnata. – Tu sei cento volte peggio di com’era lui quando stavamo a scuola solo che lui ha capito i suoi errori ed è cambiato tu sei diventato un emerito stronzo->.

Ron rise ancora con la solita risata fredda e calcolatrice.

Da alcuni minuti Hermione aveva preso a camminare lungo la tenda che gli auror avevano allestito per lei e per Narcissa, la donna era stata sedata da una pozione perché troppo provata, cosi la ragazza dopo un primo momento di indecisione decise che fosse arrivato il momento di agire. Doveva cercare Draco doveva parlarci lui non era morto lui non l’aveva lasciata, lo sapeva, lo sperava..

Arrivò fino alla radura, dove era accaduto l’incidente, in lontananza si sentivano molte voci concitate ma non per le ricerche ma per litigi, stavano litigando. La cosa sembrava impossibile non litigavano mai durante le operazioni, tutto il gruppo non litigava poiché andavano d’accordo da quando…

<-Che cazzo ci fai tu qui- disse arrivata in prossimità del gruppo scorgendo l’alto uomo con i capelli rossi.

-Non sei il benvenuto-> termino, arrivando fino a lui con la bacchetta tra le mani.

<-Oddio Harry ti sei portato anche lei. Assurdo->.

<-Come osi-> disse Susan difendendo Hermione.

<-Lascia stare- disse La riccia rivolgendosi alla mora collega al suo fianco.

-         Per quanto la cosa irriti Signor Weasley io qui ci faccio molto più che la sua insulsa persona. La prego quindi di andare->

<-Mi stai mandando via Hermione?->

<-Si. La sto mandando via. Prima che il suo viso venga sfregiato da qualcosa di appuntito. Non vorrà certo uscire male nelle foto delle nozze->.

<-addirittura minacce->.ripeté Ron canzonandola.

<-Mione, basta-> disse Harry accanto alla riccia, ma lei non vi badò.

Non si curò né della faccia livida di Lucius, che era guardato a vista dal due auror, né di Blaise che impugnava la bacchetta pronto ad attaccare.

<-Si scandalizza signor Weasley. Mi meraviglio di questo, giacché le minacce ormai sono il suo pane quotidiano. Ah e poiché ci sono, la accuso di violenza fisica e psicologica, visto che il capo auror è qui->.

<-Come osi Puttana->. Urlò il rosso.

<-Proteggo- Strillò Harry Potter.- Tu- indicò un giovane auror – porta il signor Wesley al bunker e rinchiudilo fino a quando non torniamo. Avvisa la sua famiglia e spiega loro la situazione->.

<-Potter ->

<-Lo so signor Malfoy me ne scuso- >.

<-Non mi servono le tue scuse ma pretendo che quell’uomo sia allontanato immediatamente dal servizio pubblico che svolge->.

<-Non si preoccupi, era mia intenzione farlo appena sarei tornato dalle vacanze, la sua uscita ha solo velocizzato le pratiche->.

<-Ora riprendete le ricerche->. Disse Harry rivolto al resto degli auror.

 

Erano passato un giorno dall’incidente, ma di Draco non vi era traccia. Trovarono il suo mantello da viaggio un po’ bruciacchiato ma niente altro, ormai anche il più ottimista degli auror era abbattuto.

Harry decise di dare un po’ di respiro ai suoi uomini e concedere loro una pausa. Anche i Malfoy si trovarono d’accordo con il capo auror ma non lasciarono la radura e con loro erano rimasti anche Blaise e Hermione.

Quest’ultima si era inoltrata fino alle rovine del grande Castello di Urquhart e fu sopraffatta da una strana sensazione.

La strega si aggirava tra i vecchi muri che un tempo erano stati un grande e maestoso castello, aveva studiato sui libri babbani della sua esistenza, delle fantastiche storie che fin da piccola l’avevano affascinata. Come quella dell’enorme animale che viveva nelle acque del lago, "Nessie", un ipotetico mostro preistorico. Ricordava che sua madre ripeteva sempre che la sua fantasia era molto vasta, come quella degli uomini che avevano detto di aver visto quel mostro, ma si ricredette il giorno che sua figlia fu invitata in una scuola per maghi e streghe e capì che infondo le cose non sono tutte come si mostrano ai nostri occhi.

Camminava su quei sassi e sentiva uno strano effetto su di se, come se quel luogo fosse intriso di magia.

<-Rivelo- urlo> e il suo incantesimo fu bloccato da una forza superiore.

Cosa nascondevano quelle rovine?

Tornò correndo alla tenda dove Lucius e Narcissa si stavano riposando.

<-Sapete dirmi qualcosa sul Castello di Urquhart, sapete se è un luogo magico?->.

Chiese la giovane strega.

Narcissa la guardò come in trans, Mentre Lucius cominciò a ridere.

<- Le ha pensate tutto, tuo figlio Cissy->.

<-Non capisco, sapete, dove è Draco->

<- Portami alla radura Granger->Disse Malfoy senior.

Smaterializzati lì tutti e quattro il vecchio Lucius, cominciò a camminare lungo le rovine con un beffardo ghigno sul viso.

<-Ce qualcosa chiese Blaise?-> dando voce anche ai mille pensieri di Hermione.

<-Oh sì, certo caro Blaise che c’è qualcosa. Un coglione che ci ha fatto morire di paura perché non ha le palle di ammettere i suoi sentimenti per una …->.

Hermione impallidì si aspettava che da un momento all’altro la vecchia anima da mangiamorte del signor Malfoy prendesse il sopravento. Ma si sbagliava.

<-…donna. Ora un Malfoy ha paura delle donne. Facevi prima a uccidermi quando eri piccolo diventando Grifondoro Draco->.

<-Ma che sta facendo-> chiese Hermione titubante a Mrs. Narcissa-.

<-Hermione cara, disse l’uomo- sto chiedendo a quel deficiente di mio figlio di aprirci la porta per farci entrare perché io senza bacchetta non posso e solo i Malfoy entrano nel grande e magico Castello di Urquhart.->.

Narcissa, si era dimenticata quel particolare, Blaise sospirò e Hermione attese guardandosi intorno.

<-Draco ti prego-> disse a fil di voce Narcissa Black e tutti lo sapevano che se Narcissa chiedeva qualcosa suo figlio non riusciva a dirle di no, mai.

 I mattoni sparsi per la piazza si issarono uno su l’altro ricomponendo il grande e maestoso castello che ora si specchiava sul lago insieme alla grande e bianca luna.  D’un tratto i due maghi e le due streghe si trovarono di fronte ad un grande portone di legno massiccio, tutto intarsiato, non aspettarono di bussare alla porta per entrare, ma essa si aprì appena il castello divenne visibile e Tibly si presentò davanti a loro.

<- Tibly-> dissero in coro. Mentre l’elfo si abbassò in un rapido inchino.

<-Prego signori, il padroncino Draco vi attende->disse il piccolo esserino saltellando.

<-Ci mancherebbe altro non ci attendesse Tibly, disse Lucius.- e mi aspetto delle spiegazioni da tuo figlio Cissy. Ti rendi conto… ha rubato un mio elfo->

Hermione camminava lentamente dietro di loro titubante.

<-Stai tranquilla- disse Blaise. Se ti ha fatto entrare forse vuole chiarire.

<-Oh forse vuole dirmi non cercarlo più-> Blaise la guardò un attimo.

<-Almeno spiegherà il suo assurdo comportamento->.

L’elfo portò i quattro in una grande sala, tutta affrescata con dipinti raffiguranti un grosso e fantastico animale marino.   La luce all’interno della sala era fioca  erano accese solo due lanterne così l’uomo seduto sulla poltrona rimaneva nella penombra nascosto agli occhi dei nuovi arrivati, almeno fino a quando non giunsero accanto al grande camino.

<-Draco-> disse Narcissa andando ad abbraciare suo figlio che si alzò per abbraciare la madre.

<-madre. Sto bene non piangete, vi avrei avvisato->

<-davvero. Che bel gesto figlio. Avvisarci quando tra un mese->

<-Vi avrei avvisato quando avreste tolto le tende dalla radura. Padre->

<-bel gesto da parte tua. Trattaere cosi i tuoi vecchi genitori-Riprese Lucius. Mentre draco sbuffò.

<-Ti sei fatto male?- chiese Blaise.

<-No niente, ho fatto l’incantesimo fredda fiamma e ho salvato dei babbani ma loro non se lo ricordano e sono andati via prima che arrivassero i poliziotti->

<-Quel demente…-> Incominciò Blaise, ma lasciò perdere i commenti su Ron Weasley.

<-Beh io ho sonno e vado a dormire. Annunciò Lucius, avvicinandosi al figlio dandogli una pacca sulla spalla. Blaise vieni ti mostro le stanze del castello- disse Malfoy senior facendo alcuni passi verso il miglior amico del figlio.

-Narcissa, vieni?->

<-Si, arrivo- rispose la donna baciando suo figlio e salutando la ragazza che ancora stava nascosta nel buio della sala.

La ragazza avanzò lentamente verso il cammino, trattenendo il respiro.

Lì ad attenderla c’erano due occhi bellissimi di un intenso Grigio, due occhi che chiedevano perdono per tutto: per la sofferenza, per l’angoscia e il dolore e lei non riuscì più a pensare e gli volò letteralmente tra le braccia  incominciando a piangere.

<-scusa- disse piano Draco, inebriandosi del suo profumo.

Lo strinse più forte.

<-Non avrei dovuto farvi questo-> lei gli accarezzo la schiena.

<- so di avervi, di averti fatto soffrire e che nonostante tutto, sei mia amica->.

Chi baciò il petto e respirò affondo il suo profumo.

<-Credevo che non ti avrei mai visto, che non ti avrei più toccato, più sentito parlare. Mi sentivo persa, senza te io sono persa non sono io.->rispose lei.

<-Non dire cret…-> riprese lui , ma la riccia lo interruppe subito, dandogli dei leggeri pugni sul petto.

<-Sta zitto Draco. Sono stanca di aver uomini che decidono per me. Uomini che mi lasciano senza spiegazioni, che mi trattano come se non contassi, come se non avessi sentimenti.

<-Che stai dicendo->.

<-Sto dicendo, che tu non sei molto meglio di lui. Te ne sei andato. Anzi mi hai dichiarato il tuo amore, senza che potessi replicare. Mi hai detto: ” Io provo questo, ma non voglio niente e tu non puoi pretenderlo” e Te ne sei andato senza salutarmi- stava alzando la voce Hermione.

-Per la seconda volta e poi mi hai fatto vivere un incubo- Draco abbasso il capo mentre Hermione si staccava da lui.

-Non sai cosa ho pensato, come mi sentivo, tuo padre…->

<-che ha detto?- chiese allarmato.

<-La verità. Che era colpa mia se te n’eri andato perché sono talmente cieca che non mi sono accorta di niente, che non mi sono accorta di te. Il problema e che io prima di accorgermi di te dovevo ammettere che di Ron non m’interessava niente e sai quando me ne sono accorta. Quest’estate sentivo che stava cambiando tutto che  ogni volta che rimanevo sola con te io a lui non pensavo più, piangevo per farmi consolare e stringere tra le tue braccia->.

<-Non è vero Hermy, lo sai. Quella sera quando ti ho baciato…->.

<-Mi hai baciato?- chiese stupita Hermione.- dai continua-> riprese mentre un leggero sorriso le si dipinse in viso.

<-Quella sera dopo il bacio tu hai detto il suo nome->.

<-E che significa secondo te?->

<-Che volevi baciare lui-> rispose secco Draco.

<-Ah si da quando hai l’occhio Draco Malfoy? Dovresti chiedere la cattedra di Divinazione altro che difese->

<-Neghi che stavi pensando a lui?-> domandò Draco.

<-Ero ubriaca Draco, non ricordo neanche quanto ho bevuto sono stata due giorni sul divano, secondo te mi ricordo a chi pensavo, avresti potuto anche fare altro oltre il bacio e non me lo ricorderei->.

<-Non sono quel genere di uomo->.

La ragazza si sedette davanti a lui, osservandolo meglio.

<-No, infatti. Sei di un’altra pasta rispetto al mio ex.- disse –ora dovrei mandare un messaggio a Harry per annunciare che il suo amico sta bene->

<-Gli ho mandato il mio Patronum. Appena vi ho visti tutti e quattro qua->

<-Ci avresti fatto entrare anche senza la richiesta di Narcissa->

<-Credo, di si->

<-Se fossi stata sola?->

<-Sarei rimasto a guardarti, fino a quando saresti andata via->

<-Immaginavo- il cuore fece un  tumulto, non l’avrebbe mi fatta entrare.

-Ora è meglio andare a dormire- disse la mora avvicinandosi a Draco.

-Buona Notte e buon Natale.-> sussurrò a fior di labbra.

Draco la guardò immergendosi nei suoi grandi occhi, cercando di mantenere un contegno.

<-Grazie->. Rispose mentre continuavano a guardarsi…

<-Vieni ti accompagno nella tua stanza-> e si avviarono lentamente lungo le scale dell’antico Castello.

SPAZIO AUTRICE...

Oggi sono stata molto buona tre capitoli e siamo quasi alla fine. mancano si e no due capitoletti devo ancora decidere.

Qui ho evitato di tediare con i soliti rompicapi  di Hermione e l'ho resa un po più intramprendente...anche se il boom sarà nel prossimo capitolo.

Recensite.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 20.Capitolo ***


20. Capitolo

Aveva dormito profondamente quella Notte, anche se, avrebbe voluto raggiungerlo nella sua stanza per parlarle con lui, ma non appena aveva poggiato la sua testa sul morbido guanciale, si era totalmente abbandonata a Morfeo.

La mattina dopo fu svegliata dall’allegro e gioviale elfo domestico dei Malfoy, il preferito di Draco da quando era piccolo.

<-Signorina. Le ho portato gli asciugamani e il cambio->.

<-Grazie Tibly- > Rispose Hermione.

<-La signora ha trovato una veste da strega della sua taglia. Spera sia di suo gradimento-> proferì l’esserino prodigo d’inchini verso la riccia.

Hermione si stiracchiò un poco e guardò verso l’elfo per vedere l’abito che Narcissa aveva trovato per lei in qualche armadio disperso nel castello.

 Era semplicemente stupendo, una ricca veste color verde smeraldo, lunga fino ai piedi con scollo a cuore e bustino stretto, chiuso da lacci di un verde più intenso, le maniche erano lunghe e asimmetriche come si usava un tempo “a pipistrello”.

Dopo essersi concessa un bagno veloce, indossò l’abito e scese nella sala.

<-Buon Giorno-> disse attirando su di se gli sguardi di tutti i presenti.

Blaise Zabini la guardo sgranando appena gli occhi per poi far finta di niente e continuando a dedicare la sua attenzione alle frittelle di mela davanti a lui. Lucius ghigno come spesso faceva suo figlio quando era più giovane, mentre Draco la guardava estasiato.

<-Oh, sei bellissima mia cara, sapevo che questo abito avrebbe risaltato la tua carnagione, sei cosi bianca che sembri fatta di porcellana-> Disse Narcissa correndo incontro alla giovane e portandola fino alla tavola imbandita.

<-Grazie Mrs. Narcissa, non si doveva disturbare-> affermò la ragazza guardando l’abito che aveva indosso.

<-Scherzi su di te risplende. Vero Draco?->

<-Come madre?->

<-Dicevo che, l’abito che indossa Hermione le sta divinamente. Non trovi?->

Lui la guardò.

<-Si madre, ora è meglio fare collazione prima che si freddi-> Rispose distogliendo lo sguardo.

Anche la ragazza evitò di guardarlo per non far trasparire tutta la sua delusione.

<-Ragazzi cosa volete fare questa mattina?-chiese Lucius alzando lo sguardo dalle notizie della Gazzetta del profeta.- Potreste fare un giro sul lago abbiamo una vecchia barca nella rimessa.->

<-Magari questo pomeriggio- lo anticipò Draco.- Ho invitato Harry e Ginny per pranzo->.

<-Bene, avrò l’onore di mangiare con il salvatore del mondo magico, chi l’avrebbe mai detto solo cinque anni fa- enunciò Lucius Malfoy ributtandosi a leggere il suo giornale.

<-Potter ha accettato l’invito?-> chiese un allibito Zabini.

<-Si perché non avrebbe dovuto-> replicò Draco.

<-Pensavo che i Weasley tenessero al Natale e lo passassero tutti insieme->Disse Blaise.

<-Infatti, è così-> disse Hermione

<-Ho pensato che visto quello che ho saputo oggi su Ron Weasley, Harry avesse poca voglia di stare in loro compagnia-> spiegò brevemente il biondo.

<-Che vuol dire?-> chiese Hermione.

<-Che hanno preso male, la notizia che il tuo ex sta in carcere e che a mettercelo è stato suo cognato a causa tua, Granger e credo anche a causa di mio figlio->.

Affermò Lucius senza sollevare lo sguardo verso la riccia.

<-Oh bene quindi ci saranno anche i bambini? Disse un’euforica Narcissa.

- Io amo i bambini-> Disse la donna attirando gli sguardi di tutti.

<-Davvero Madre-> chiese uno sconcertato Draco.

<-certo che amo i bambini-> rispose la donna leggermente offesa.

<-Scusa e perché sono figlio unico?->

Lucius sbuffò.

<-Draco smettila di fare domande inopportune- disse Lucius- Ora se volete scusarmi, vado a curiosare per il castello->. L’uomo dai lunghi capelli biondi e il grosso bastone si avviò lentamente verso le segrete del castello.

<- Scusatelo- disse Narcissa.- Si sforza di essere al passo con i tempi ma questi argomenti non lo mettono a suo agio-> cercò di argomentare Narcissa.

<-Sapevo – la interruppe Hermione.- che tutte le grandi famiglie di alto lignaggio non hanno che un solo figlio se il primo è maschio->.

<-Sei informatissima Granger-> disse Blaise sorridendo.

<-Beh lo saresti anche tu, se quel giorno avessi fatto la ricerca che il professore di storia della magia ci aveva assegnato, ma mi pare ci fosse la grande partita con i Grifondoro che…aspetta avete perso->.

<-cavolo che memoria, Hermione cara. Quanti anni sono passati->

<-Beh era l’anno in cui c’era La Umbridge->.

<-l’hanno in cui Dra ha fatto a pugni con tutti i Weasley->. La interruppe Blaise ridendo..

<-Blaise per favore->

<-hai fatto a pugni?->

<-ecco Blaise, Grazie->

<-Lei non lo sapeva?->

<-No Hermione, certo che non lo sapevo. Mio marito evitava di dirmi queste cose->. Hermione spalancò gli occhi.

<-Quindi lei non sa niente?->Disse una sconcertata riccia guardando la donna.

<-Che devi raccontarle per umiliarmi?-> rispose piccato il biondo.

<-Niente- replicò lei guardandolo male. – Vado a fare una passeggiata scusatemi-, disse alzandosi di scatto dalla sedia come se scottasse stare ancora lì davanti a lui->.

Uscì quasi correndo dalla stanza e si tranquillizzò solo quando arrivò ai bordi del grande lago di Loch Ness. Passò su quel lago quasi tutta la mattinata, fino a quando non le fu posato sulle spalle una grossa mantella.

<-Te la manda Narcissa- >. Disse la voce di una ragazza che lei conosceva benissimo.

Hermione si girò di scatto mentre due braccia esili, l’ abbracciavano.

<-Quando siete arrivati?- chiese Hermione guardando la sua migliore amica, Ginny Weasley.

<-Poco fa. Draco sta facendo vedere il castello a Harry e ai bimbi e Narcissa guarda Lily. La bimba ha un debole per quella donna ma quando ha visto Lucius Malfoy, sembrava in estasi->Rise Ginny.

<-la madre invece. Che ha pensato quando l’ha visto?-> si informò la riccia.

<-Mi ha fatto un certo effetto, non posso negarlo. Ma è stato discreto mi ha baciato la mano e fatto gli auguri per il Natale.-> disse la rossa.

<-Quindi va tutto bene-> disse Hermione sforzandosi di sorridere.

<-Si in un certo senso si->

<-I tuoi?-> doveva sapere perché non erano andati dai Weasley…

<-Ecco, su quel frangente non va per niente bene.- Ginny guardò verso il lago e cominciò il suo racconto.

-Gabrielle ha detto di tutto, su Harry->

<-Si è scordata che un tempo le ha salvato la vita->. La interruppe Hermione.

<-cosi pare. Ha detto delle cattiverie su di te->

<-Che faccio la vittima-> replicò la professoressa di trasfigurazione.

<-Si anche quello, ma anche tanto altro qualcosa di meschino che…->

<-Non mi interessa quello che Gabrielle pensa di me, Ginny. Tua madre voglio sapere che ha detto Molly->.

<-è offesa con tutti noi, perché Ron Ha passato la notte in carcere e per l’accusa. ->

<-Offesa-> ripetè.

<-Pare che il matrimonio sarà annullato perché lui avrà il processo.->

<-Processo…->

<_le tue accuse sono gravi, Hermy.->

<-lo so, disse mesta la ragazza.- ma sono anche vere->

Ginny rimase immobile.

<-Mi ha picchiato diverse volte quando stavamo ancora insieme.->

<-Perché?->

<-Era geloso di Draco e della nostra affinità sul lavoro. Diceva che gli scaldavo il letto e che facevo la sua puttana.->

<-Perché non mi hai mai detto queste cose?->.

<-Perché già lo odiavi per come mi aveva lasciato e non volevo che vedessi Ron come lo vedevo io->.

<-Lui lo sa?- >

<-Si il giorno che se né andato era venuto a portarmi dei documenti da parte di Harry e mi ha trovato stesa sulle scale. L’ho pregato affinché dimenticasse, ma non credo l’abbia mai fatto->.

<-Tu l’hai dimenticato->

<-Ci provo. Avvolte, penso che con tuo fratello sono stata felice, ma quando mi metto a pensare, ricordo solo i pianti, le botte e le ingiurie che mi lanciava->.

Ginny la guardava spiazzata dal suo racconto.

<-Harry mi ha detto quello che ha detto ieri a Neville->.

<-Non ero ancora arrivata->

<-lo ha preso in giro perché cercava Draco e quando Neville le ha spiegato che anche lui era un essere umano oltre a un collega gli ha riso in faccia e chiesto se non voleva finire al san mungo->.

<-Tua madre dovrebbe sapere queste cose prima di mettersi dalla sua parte -disse Hermione>.

-lo so Hermy ma non me la sento di dirglielo io. Pensa che mettersi contro Ron sarebbe come perderlo com’era successo con Percy e non reggerebbe. ->

<-Sta perdendo te, però, comportandosi cosi->.

<-Sa’ che non mi perderà mai- disse la rossa. –Ora andiamo a pranzo, so che Tibly ha fatto tante pietanze squisite->.

Il pranzo di santo Stefano andò a meraviglia i maghi disquisirono sulle nuove leggi in ambito giuridico. Blaise illuminò i presenti sulle sue ricerche su una pozione che guariva da certe fatture mentre le donne parlavano di moda, gossip e pannolini.

<- Quanti figli vorresti Hermione->chiese a brucia pelo Narcissa proprio nel momento in cui anche gli uomini avevano smesso di parlare.

<-Oddio ,non lo so è una cosa che si decide in due-> rispose un’imbarazzata Hermione.

<-Certo, ma non farti fregare, mia cara- riprese la Donna dai lunghi capelli dorati

- I figli mettono allegria e sono sinonimo d’amore. Basta guardare Ginny e Harry->

 I coniugi Potter divennero rossi.

<-Ma io non sono fortunata. Hanno già deciso per me- disse la riccia abbassando lo sguardo verso la fetta della torta al cioccolato che stava davanti a se.

-Non credo mi sposerò mai- a Narcissa cascò la forchetta.

-Per fortuna ho Lily, così sfogherò le voglie di madre con mia figlioccia- concluse la riccia osservando la piccola culla dove la più piccola dei Potter dormiva beatamente.

<-Potter, Blaise, venite vi porto a vedere Nassie. Signore, volete venire anche voi?->

Chiese Lucius.

<-Certo caro, vieni Ginny cara- disse Narcissa prendendo la rossa sotto braccio e scomparendo prima che Hermione potesse dire una parola.

<-Non mi hanno aspettata-> disse più a se stessa che all’unico uomo che era rimasto seduto a tavola.

<- da quando non ti vuoi sposare?-chiese Draco.

Hermione sollevò lo sguardo verso il biondo che stava a capotavola, all’estremità del tavolo.

<-Che importa?->

<-Non si risponde a una domanda con un'altra domanda. Professoressa Granger->

<-Non si smette di lottare per chi sì ma Professor Malfoy->.

<-Non sai di cosa stai parlando, non capisci->.

<-Certo che capisco, non sono mai stata stupida. Un tempo mi sbeffeggiavi anche perché ero una so tutto. Ora non puoi dirmi che non capisco->

<-Invece si- disse Draco, alzandosi e sbattendo con non curanza il tovagliolo sul tavolo- Ora ti sei convinta che vuoi questo ma non è vero e mia madre non la smette con queste cretinate->.

<-Pensi che l’amore sia una cretinata Draco?- disse alzandosi e raggiungendolo alla finestra dove il ragazzo osservava i suoi amici e i suoi genitori vicino al lago.

Lui non rispose.

-Mi sembra strano che pensi questo, visto che sei fuggito per questo-, gli sfioro la schiena.

<-smettila->

<-No->

<-Non puoi fare questo Hermione, non puoi fiorarmi e pretendere che io non impazzisca.->

<-Ma io voglio che tu impazzisca Draco- disse lei con voce roca- mentre stringeva ancora più forte il corpo dell’uomo al suo.

Si avvicinò alla bocca dell’uomo, sfiorando con le lunghe dita bianche fredde le sue labbra. Draco chiuse gli occhi e sospirò.

<-Hermy…->

<-Schisi- disse la donna.- Non parlare->.

Si sollevò sulle punta e congiunse le sue labbra a quelle del biondo inebriandosi di tutte le innumerevoli sensazioni che quel bacio provocò loro.

Quando aprì gli occhi, si perse nei suoi occhi ghiaccio.

<-sai che ho sempre pensato che i tuoi occhi fossero bellissimi-> disse lei.

<-Grazie->

Disse, prima che le loro bocche s’incontrassero ancora, questa volta esplorandosi affondo buttandosi in una sensuale danza.

Che purtroppo fu interrotta dal pianto di una bimba…

<-Lily, tesoro c’è la zia – disse la riccia prendendo in braccio la bambina mentre Draco la guardava estasiato.

Perché più cerco di starle lontano e più i miei intenti falliscono, pensava Il bel biondo, mentre si avvicinava alle due piccole donne.

<- Vieni con zio Draco->disse rivolto alla piccola, che gli regalò un ampio sorriso e protrasse le piccole braccine verso la serpe.

SPAZIO AUTRICE.
Ancora un altro piccolo capitolo...spero vi piaccia.
Recensite, che mi fa piacere...tanto tanto Piacere.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 21.Capitolo ***


21.Capitolo-

Il Santo Stefano ormai era volto al termine, i coniugi Potter erano tornati a Londra e anche Blaise Zabini era rientrato a casa, poiché aveva il turno in ospedale, al grande e magico castello erano rimasti solo i Malfoy e Hermione che era rimasta visto le insistenze di Narcissa e Lucius. Mentre il biondo dopo il bacio del pomeriggio aveva evitato la riccia come la peste.

<-Draco- disse Narcissa, attirando l’attenzione del suo unico figlio.

-ho deciso di spostare il Party di capodanno qua al castello. –Draco alzò il sopracciglio guardando stranito sua madre.

-Ho già avvisato tutti i nostri amici, dammi i nomi dei tuoi, così non mancherà nessuno.->

<-Madre, io non ho alcuna voglia di festeggiare-> disse in tono piatto, attirando l’attenzione di Hermione che fino a quel momento gustava la sua minestra ascoltando distrattamente il discorso tra madre e figlio proprio come Lucius.

<-Mi spiace Draco ma il party di fine anno è una delle regole su cui non transigo->, disse la donna guardando suo figlio negli occhi, lui sbuffo appena.

<-Per sapere chi hai invitato?-> chiese aspettandosi il peggio.

<- I soliti Caro, gli Warrington, i Montague, I Bletchley, gli Higgs,  I Bulstrode- Hermione arricciò il naso ricordando la volta che si era accapigliava con la figlia dei Bulstrode, ma evitò di dire alcunché.

-         Poi, verranno anche i Belby, sono da poco rientrati a Londra- disse ancora Narcissa e poco dopo lanciò la bomba.

-logicamente verranno anche Teo e Pansy, i Parkinson oltre alla famiglia Greengrass- Hermione deglutì la sua minestra di botto->.

<-Hai deciso di invitare tutta la Londra Magica madre- disse sferzante Draco.

<-No mio caro solo i nostri amici come sempre, più Andromeda Harry e i tuoi ex colleghi, poi se magari qualche amico di Hermione- disse alla fine la donna rivolgendosi alla sua sinistra dove la professoressa di trasfigurazione si trovava.

<-No, Narcissa non si preoccupi. Io per il primo sarà a Hogwarts->

 Lucius alzò lo sguardo verso la ragazza stranito la prima donna che rinunciava a un Party era veramente strana quella ragazza.

<-Hermione, stai scherzando- disse Narcissa Black. – Non puoi non esserci al party, Draco di qualcosa-> chiese sua madre disperata.

<-Non vedo perché devi obbligarla a fare una cosa che non vuole->. Intervenne il giovane professore, anche se si notava che la notizia appena ricevuta l’aveva scosso.

<-Ma lei…-> cercò di argomentare Narcissa

<-Lei non fa parte della famiglia madre- la ragazza abbassò il capo, sapeva bene di non essere un membro dei Malfoy era una mezzosangue.

- … e può sfuggire a questo supplizio. Almeno lasciala in pace. -Disse Draco visibilmente scocciato dalla piega che aveva preso quella conversazione.

<-Ora se volete scusarmi, mi ritiro nella mia stanza->.

<-Draco- cercò di spiegarsi Narcissa.

<-Lascialo stare -> disse Lucius, mentre Draco con tutta l’eleganza possibile si alzò e sparì oltre la porta, diretto alle sue stanze al secondo piano.

 

La cena proseguì lentamente, anche se ogni tanto Narcissa sollevava lo sguardo verso la bella Grifondoro. Che consumava lentamente il suo rosbif senza proferir parola.

<-Io pensavo- disse Narcissa.- che tra di voi fosse tutto risolto- ad Hermione cadde la posata.

-Pensavo, che entro la fine dell’anno avremmo organizzato un matrimonio. Questa volta fu Lucius a poggiare la forchetta in un modo poco conforme alle regole del galateo->.

<-Narcissa- disse Lucius Malfoy con il suo tono gelido.>

<-Mi spiace- disse la ragazza interrompendo gli sguardi che i due coniugi Malfoy si stavano lanciando.

-Non credo di essere la donna adatta a vostro figlio e non sono sicuramente quello che vi aspettate lui sposi.->

<-Cara ma che stai dicendo-> disse una perplessa Narcissa

<-La verità, non sarei mai stata nel vostro elenco del party se  non per puro caso. Lo stesso caso che mi ha visto collega di Draco per questi cinque anni. Credo che sia il caso allontanarmi da lui come ha richiesto più volte. Non posso obbligarlo a stare con me se non mi vuole al suo fianco->

<-Ma lui ti vuole, piccola. Lui ti…->

<-Narcissa -> disse Malfoy senior ora in piedi con un’espressione che non ammetteva repliche.

<-Spero che almeno lei sia d’accordo con me- disse la riccia guardando l’uomo che un tempo le incuteva timore . Lucius la guardò appena.

<-Fai quello che vuoi. Per quello che mi riguarda scappare non porta a niente, ma non posso certo obbligarti a fare una cosa che non vuoi. Non ho diritti su di te e in effetti non li ho neanche su mio figlio li ho persi da tanto tempo quelli e ancora mi stupisco che mi parli.->

<-Draco la ama- disse Hermione>

<-Ama molte persone – rispose Lucius.- ma almeno sulle donne del suo cuore non posso obbiettare-> concluse infine lasciando spiazzata la ragazza.

Che aveva voluto dire, che lui approvava il sentimento del figlio per lei.

Il vecchio Malfoy abbandonò la sala da pranzo dirigendosi in un piccolo salottino per leggere in santa pace senza sentire le chiacchiere di sua moglie.

<-Hermione-> riprese Narcissa- ti prego rimani almeno per il Party.

<-Lui non mi vuole qui con voi- disse quasi sussurrando.

<-Non è vero non la smette di guardarti, lo sai bene che è così li senti i suoi occhi sopra di te.

<-Signora ->.

<-Oddio Hermione, smettila di chiamarmi signora sono sempre stata Narcissa per te-> la ragazza la guardò storto.

<-Narcissa, questi discorsi sono privati e mi sento a disagio a parlarne con lei visto che…->

<-Cosa Hermione, ti senti a disagio a parlare di mio figlio con me?- chiese la donna.

-Sai da quanto so che è innamorato di te?- la ragazza impallidì->

<-Dalla guerra. Hermione da quando mia sorella ti torturava. Lui ti amava già allora e già allora sapeva che per voi non vi erano speranze. Sai quanto di è straziato e sbriciolato il suo cuore, quando ti aveva conquistata come amica ma in lui non vedevi altro. Per te era diventato Draco, ma nel tuo cuore c’era solo quello che ti tradiva e ti picchiava- Hermione granò gli occhi.

-eh si mi ha detto anche questo, mia cara. Mi ha detto ogni cosa, solo io e Blaise sappiamo cosa è per lui starti vicino, la sofferenza che prova a vederti sorridere e vederti piangere e ti ha visto piangere tante di quelle volte per quel verme che mi stupisco ancora a pensare a mio figlio che ha resistito a non ucciderlo con le sue mani.

<-Draco non lo farebbe – rispose la ragazza.

<-Hai ragione non lo farebbe, ma non perché non voglia o abbia paura di finire ad Azkaban. No, non lo fa perché questo ti farebbe soffrire.->

<-Non è come pensa lei->

<-No?- e cosa penso io Hermione->

<-Lei pensa che io soffrirei perché Ron non c’è più, invece la mia sofferenza sarebbe per Draco perché si macchierebbe di una cosa insulsa.->

<-Mi spiace Hermione comunicarti questa notizia ma io la penso come te- la ragazza rimase immobile osservando la strega dai lunghi capelli doranti davanti a se.

-E lui che la pensa in questo modo e lui che devi convincere.- disse la strega che poi continuò.

-Vorrei restassi al Party. Vorrei restassi accanto a mio figlio e si lo ammetto vorrei diventassi mia nuora. Non ci trovo niente di male e mi piaci sia come donna e come futura signora Malfoy.->

<-Draco…->

<-Draco, Draco, Draco… prendi in mano la situazione e riprenditi quel mentecatto di mio figlio, credo che sai come districarti con un uomo Hermione- la ragazza arrossì appena.

-Ecco brava. Ora scusa ma vado a vedere se mio marito è ancora offeso con me.

SPAZIO AUTRICE

Buon Saboto belle, ho inserito un piccolo capitolino, niente di che... un piccolo preambolo prima del Party.

Spero vi piaccia. Si accettano i commenti .

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 22.Capitolo. ***


22. Capitolo.

Il giorno dopo Narcissa e Tibly si erano già messi a lavoro per allestire la grande sala da ballo.

L’elfo aveva lustrato a fondo ogni angolo dell’antico castello, pulito l’argenteria, ordinato i fiori e con Narcissa avevano deciso il menù per il party.

Non ci sarebbe stata la solita cena stopposa ma una sorta di pranzo buffet con tartine di cane e di pesce, frutta fresca, dolci al cucchiaio tutto contornato da fiumi di champagne rigorosamente babbano, che era diventato una delle bevande preferite di Lucius e dei suoi amici.

Mancavano solo alcune piccoli dettagli per rendere indimenticabile il party, la prima, era senza dubbio la parte pirotecnica della festa, così su suggerimento di Hermione decisero di affidarsi ai fantastici fuochi artificiali Weasley che furono ordinati in quantità smisurata e trasportati dallo stesso George nel castello solo il giorno prima della festa.

 Ma Il dettaglio che metteva Narcissa sulle spine in modo più assoluto erano gli abiti delle donne, infatti, come tutte le signore dell’alta società, Mrs. Narcissa aveva un debole per abiti da sera rigorosamente da strega.

 La donna aveva scritto appositamente e di proprio pugno in tutti gli inviti, che tutte le dame dovevano indossare una veste da strega. Quella era l’unica cosa che in quegli anni, dopo la guerra magica, non aveva mai cambiato, li reputava di classe e un segno distintivo del loro appartenere a quella stirpe. Nessuna distinzione tra purosangue o sangue sporco, erano tutti maghi e per questo, come tali si dovevano vestire almeno per i party tra di loro.

Questo però fu uno dei punti dolenti che dovette affrontare con la giovane strega. Hermione, non aveva alcun abito elegante per un party di alta classe stregonesca che era abituata ad organizzare Narcissa e dovette chiedere alla donna un po’ di supporto per cercarne uno.

 Le due donne, coadiuvate dall’elfo domestico cercarono per tutto il castello, visto che oramai era tardi per farsi confezionare un abito dalla Magicsarta.

La fortuna di Hermione era decisamente sfacciata poiché quel castello nei secoli era stato abitato da donne ricche di buon gusto e con la vita sottile come quella della Grifondoro.

<-Signora, Signora- Urlava il piccolo elfo domestico->. Ho trovato gli abiti Alisia Malfoy, il famoso…

<-abito di stelle->Concluse la donna estasiata alla vista dell’abito.

Narcissa prese in mano la veste azzurra dalle mani dell’elfo e la osservò meglio. L’abito era vecchio di secoli ma magicamente intatto, era lungo e di seta blu scuro come la notte.

 Il corpetto, era interamente ricoperto di cristalli che sembravano piccole stelle incantate e in realtà lo erano. I frammenti magici del globo lunare, rendevano quella seta impalabile uno degli abiti più belli in assoluto, nessuno più ne confezionava di simili.

 Di quell’abito si parlava anche sui libri di storia, quella donna, una delle poche Malfoy, aveva fatto perdere la testa a uno stuolo di maghi ma in realtà non si sposò mai rimanendo sempre accanto a suo fratello che continuò la tradizione di famiglia di un unico erede maschio.

<-Stupendo- Disse Narcissa. –Tibly, portalo nella stanza della signorina Hermione->.

Sorrideva Narcissa suo figlio non avrebbe guardato alcun’altra donna a quel party, ma infondo lo sapeva già, anche senza l’abito più bello. Hermione Granger, la mezzosangue più famosa del mondo magico aveva rubato il cuore dell’algido Draco Lucius Malfoy e conquistato il cuore sia di Lady Narcissa sia del freddo Lucius. L’unica che ancora non aveva capito questo era proprio la giovane strega ancora titubante in quel mondo fatto di vecchie amicizie e casati antichi.

***

La biblioteca era uno dei posti in cui Hermione amava rintanarsi in quei giorni frenetici per sfuggire all’assillante Lady Narcissa e al suo fido elfo domestico che cercavano in tutti i modi di coinvolgerla nell’organizzazione del party.

La signora Malfoy era riuscita a convincere la giovane strega a rimanere fino al veglione di capodanno, ma nonostante questo Draco e Hermione si erano pressoché evitati.

Il mago aveva preso la brutta abitudine a mangiare in camera sua, mentre la strega faceva di tutto per utilizzare solo due stanze dell’enorme castello, appunto la biblioteca e la stanza dove dormiva rigorosamente da sola.

La ragazza sfogliava avida un vecchio tomo impolverato, seduta su un tappeto di fronte al camino, era talmente intenta a leggere il libro che trattava rimedi e pozioni antiche alcune mai sentite, che non si accorse che nella biblioteca era entrata un'altra persona.

<-Hermione che ci fai ancora qua?- la ragazza alzò lo sguardo stralunata da giorni l’aveva evitato e pensava che anche lui evitasse lei.

<-Leggo-> rispose decisamente in imbarazzo nel trovarsi Draco con i soli calzoni e vestaglia da camera.

<-Pensavo fossi rientrata a Hogwarts- Chiese lui distogliendo lo sguardo dalla strega stesa a terra a leggere e osservando lo scaffale dal quale prese anch’egli un libro.

<-No sono scesa a patti con tua madre- disse la Grifondoro guadagnando l’attenzione del ragazzo che ora si adagiava nella poltrona che stava accanto al fuoco.

<-Rimani per il suo lussuoso party pieno di gente boriosa e noiosa e lei che fa per te professoressa Granger?-> chiese il biondo osservando la strega illuminata dalla sottile luce del fuoco che rendeva l’atmosfera troppo intima tra i due che per questo evitavano di guardarsi negli occhi.

<-Viene a scuola per parlare dei duelli che ha vinto con la scuola-> disse la ragazza alzandosi da quella posizione.

<-Ah bene, immaginavo che non ci sarebbe voluto molto per scoprire che era una delle migliori duellanti del regno magico. Quando l’hai scoperto?-> Chiese Draco affondando il viso dentro libro.

<-Al secondo anno- rispose Hermione. Questa volte non riuscì a non guardarla.

- ora vado- disse la ragazza- prima che tua madre si faccia strane idee a trovarmi qua con te->

Draco sorrise.

<-Non temere- > disse sussurrando ma lei non lo sentì perché era già fuori dalla stanza.

***

Alle venti del 31 Dicembre gli ospiti stavano già facendo il loro ingresso al grande e antichissimo Castello di Urquhart, in quell’occasione mille luci circondavano l’ingresso che dal lago Loch Ness portava fino al grande portone di legno intarsiato, lì ad attendere gli ospiti vi erano i coniugi Malfoy Lucius e Narcissa e il loro bellissimo erede Draco.

La padrona di casa aveva scelto una lunga veste color verde mentre sia il marito sia il figlio avevo un abito nero con mantello da stregone.

I primi ad arrivare furono I Bletchley e gli Higgs, che vivevano vicini, poi arrivarono i Warrington con le rispettive figlie tutte e tre more e molto belle come la loro madre Melissa.

<-Narcissa. Disse la strega dai lunghi capelli castani. Grazie dell’invito al tuo stupendo party->

<-Oh Melissa cara- disse lady Narcissa- Ancora non so come sarà il party non riempirmi di complimenti che non merito-> la donna sorrise appena.

<-Allora, se vuoi ti presento le mie incantevoli figlie- disse la strega.

-Questa e Phoebe,- disse la strega spostandosi un attimo per far scorgere ai Malfoy la giovane figlia con i capelli neri e due occhi altrettanto scuri e una belle talmente bianca da farli risaltare, l’abito che la ragazza indossava era nero anch’esso e abbastanza scollato da mettere in evidenza le forme appena accennate della ragazza.

-… la maggiore ha studiato a Beauxbatons e si è diplomata quest’anno ha ricevuto ben cinque “O” ai suoi Mago- Concluse Melissa , mentre Narcissa sorrise alla ragazza che s’inchinò appena alla strega e di sfuggita guardò Draco.

- anche Milka e Alisea hanno studiato a Beauxbatons sono al quinto e sesto anno- disse la donna presentando le sue giovani figlie molto simili alla madre ma con una bellezza ancora acerba.

<-Lieta di avervi qui ragazze-> disse Lady Narcissa, sorridendo affabile alle giovani donne e compiacendo il loro padre che disquisiva con Lucius e Draco di affari e leggi.

Quando la famiglia Warrington entrò nella sala arrivarono anche gli altri ospiti, Teo e Pansy erano elegantissimi e abbinati uno all’altro lui in verde marcio e lei in argento per ricordare i vecchi colori della loro casa di Hogwarts. Subito dopo i ragazzi fu la volta dei Greengrass e delle loro due bellissime figlie.

Daphne, salutò Draco con affetto mentre Astoria rimase un po’ più fredda ma non distolse mai lo sguardo dal professore di difese che per anni era stato il suo promesso sposo.

<-Ti trovo bene Astoria->disse Narcissa salutando la più piccola delle Greengrass che sorrise affabile alla donna scompigliando appena i suoi lunghi capelli neri.

<-Grazie Mrs. Narcissa, anche lei è bellissima come sempre. Ora se permettete raggiungo i mie-> disse sorridendo e si dileguo non prima di aver salutato Lucius e Draco.

Gli ultimi ad arrivare furono Harry con Ginny e Blaise che salutarono i padroni di casa ed entrarono con essi nella sala.

<-Dra, dove è la Gran…-> Blaise non riuscì a terminare la frase quando dalla scala arrivò la vera sorpresa del party la donna che in un attimo conquistò le attenzioni degli uomini della sala e l’invidia delle donne.

<-Hermione cara, vieni che ti presento un po’ di gente-> disse Narcissa portando la giovane Grifondoro qua e la a conoscere tutte le migliori famiglie della Londra che conta.

<-Draco respira-> enunciò Lucius abbandonando anche lui il figlio tra i suoi due amici Blaise e Harry.

<-Tua madre c’è andata giù pesante Draco-> disse Harry. Dando una leggera pacca sulla spalla al suo amico e raggiungendo sua moglie Ginny che chiacchierava con Pansy e Teo.

La serata prosegui tra chiacchiere e sorrisi, Draco fu letteralmente attorniato da tutte le ragazze in cerca di marito soprattutto Phoebe Warrington che aveva conquistato anche Blaise Zabini che non era facile alle chiacchere e ai sorrisi e poco dopo al trio si aggiunse Astoria.

<-Buona sera- disse la mora rivolta ai due ex Sepeverde. –Vedo che vi state divertendo- osservando Draco che cercava di far l’indifferente.

-Ciao- disse guardando la giovane Warrington.- Io sono Astoria->

<-So chi sei-> disse la ragazza continuando a sorridere  con fare distaccato alla presenza della Greengrass.

<-Sono felice di essere famosa, allora, però non sono tanto fortunata perché ignoro il tuo nome-> disse affabile la bella Astoria.

<-Allora faccio le presentazioni- disse Blaise- Astoria cara ti presento la bellissima, simpaticissima e dolcissima Phoebe Warrington->. La Mora Phoebe sorrise alle lusinghe di Blaise.

<- Warrington, non ricordo alcuna Warrington a Hogwarts-> continuò la più giovane delle Greengrass.

<-Non ho studiato a Hogwarts ma a Beauxbatons-> disse la ragazza con uno sguardo penetrante verso la ex sepeverde.

Blaise notò la tensione tra le ragazze e cerco con la classe di smorzare i toni e gli sguardi tra le due mentre Draco con non curanza osservava un gruppo di donne che chiacchieravano con un incantevole ragazza con un abito di seta blu e alcuni uomini che dalla parto opposta alla sua non la smettevano di guardare la Granger.

<-Ciao Serpe- disse una donna dai lunghi capelli rossi sorridendo al biondo mentre la Warrington misurava con uno sguardo indagatore il potenziale di Ginny.

-Mi inviti a ballare- disse prendendo il braccio di Draco, che rimase spiazzato dalla richiesta della signora Potter e si fece letteralmente trascinare in pista senza opporre resistenza.

<-Ginny, sei impazzita tra poco ti tirano i coltelli- la ragazza rise appoggiando la fronte al petto del compare, fregandosene degli sguardi di tutte le ragazze del party.

<-Ho notato una nuova pretendente-> disse Ginny.

<-beh l’avrebbe notata anche un cieco- rispose Draco.

<-Non fa avvicinare nessun’altra-> continuò Ginny mentre volteggiavano in pista

<-Nessuno si vuole avvicinare-> Rispose Draco.

<-Incute timore-> rise Ginny.

<-Non voglio illudermi Ginny e so che non può esserci futuro->.

<-Draco tu hai solo paura di essere felice e lei uguale. Comunque, ora sono stanca e se permetti vado a ballare con mio marito. Scusa-  Ginny si girò all’improvviso e afferrando il braccio della ragazza che ballava affianco a loro la fermò di colpo.

-Scambio di coppia-disse, e senza perdere neanche un attimo afferrò Harry Potter e si rimise a ballare lasciando Draco davanti a Hermione.

La grifondoro guardò Draco un attimo e poi abbassò lo sguardo facendo un passo indietro,

<-No aspetta, dai balliamo- disse afferrando il braccio della ragazza e avvicinandola al suo corpo. Una strana agitazione si stava impossessando di Draco, a stento  cercava di trattenere il battito accelerato del suo cuore e i mille pensieri che la sua mente frullava frenetica.

disse per prima cosa, giusto per rompere il ghiaccio.

<-Grazie-> rispose la riccia, continuando a sfuggire allo sguardo del biondo, mentre mille occhi si puntavano su di loro.

<-Ti stai divertendo?-> chiese il biondo, cercando di fare conversazione per stemperare la strana atmosfera che da giorni c’era tra loro.

<-Si sono tutti molto simpatici, anche se le donne parlano solo di moda->

Con tono dispiaciuto, e conoscendola Draco capì che per lei quella serata era stata estremamente noiosa e lui non l’aveva protetta per proteggere il suo cuore dalla sua vicinanza.

Il solito stupido egoista Sepeverde.

<-Dovevi unirti al nostro gruppo, la Warrington parla di pozioni pare una piccola Severus e anche difese l’affascina parecchio->.

Cavolo Draco, potevi dire di tutto e tu di chi parli, di quella ragazzina arrivista che non si è schiodata un attimo dal tuo braccio. Stupido, sei sempre più stupido, is maledì da solo .

<-La Warrington è quella con l’abito nero, che mi sta sicuramente maledendo e che sta arrivando qua->chiese Hermione.

<-Hermy-> riuscì a dire Draco prima che la professoressa di trasfigurazione non lasciò il braccio del giovane Malfoy e lo consegno alla ragazza senza disquisire con lei ulteriormente.

Stava lasciando carta bianca a una ragazzina, con il cuore in gola e le lacrime agli occhi, lasciò la sala per prendere un po’ d’aria.

Non voleva vederlo tra le sue braccia, non voleva vedere come una ragazzina gli rubava Draco da sotto il naso e lei lasciava fare perché era diventata una debole, una che ha paura di amare. Di lottare per prendersi un uomo che sapeva l’amava, di far crescere questo amore, ma non riusciva, temeva di fallire di distruggere tutto anche questa volta, perché ogni cosa che toccava si sgretolava tra le mani.

Uscì nel balcone adiacente alla sala del ricevimento, l’aria del lago era magicamente mite quel fine dell’anno e quel tempo faceva a contrasto con il freddo che sentiva dentro.

<-Stai sbagliando tutto Granger->disse una voce roca alle sue spalle.

<-Blaise, non sapevo che fossi diventato un mio fan->rispose senza voltarsi.

<-Sai poco allora, mia cara so tutto- la ex grifondoro si girò appena a guardare il bel moro.

<-Pensavo dal tuo modo affabile e dalle risate che mi sono giunte alle orecchie che la giovane Warrington, ti piacesse parecchio->.

Blaise sorrise

<-la Warrington è decisamente intrigante. Ma Granger lo sappiamo tutti che quella è la tipologia di donna che Dra si sbatteva tanti anni fa e non certo una possibile futura Signora Malfoy->. Hermione rimase stupida dall’affermazione che Blaise Zabini, ex sepeverde e miglior amico di Draco Malfoy le aveva appena fatto. Il primo in tredici anni di conoscenza.

<-Che intendi Blaise?-> era impossibile che lui il bel sepeverde moro, la stesse incoraggiando con il suo amico. Lei era una mezzosangue, lei era il nemico o forse l’ex nemico…

<-Che dovresti combattere e prenderti quello che è tuo, da brava Grifondoro.

Ora se permetti vado da Daphne, non vorrei pensasse che anch’io abbia perso la testa per te-> la ragazza lo guardò allibita, mentre il moro la lasciava sola nel balcone ad ammirare la luna che si specchiava nel grande lago.

 Una lacrima di tristezza e rabbia gli solcò il viso mentre gli invitati dietro di lei incominciavano a uscire per assistere allo spettacolo pirotecnico.

Hermione cercò di ricomporsi ma non vi riuscì molto, senti la risata Warrington penetrarle i timpani e stritolargli il cuore.

<-Draco da questa parte si vede meglio-> disse ridendo. Mentre Hermione cercò di allontanarsi un poco.

<-Cazzo ora la meno-> disse Pansy, facendo ridere Teo Nott che si trovavano a pochi passi da lei, cercò di ricomporsi stringendosi con forza lo scialle sulle spalle.

<–Hermione cara tutto bene?- disse Narcissa passandogli accanto, osservando la faccia pallida della giovane insegnante.

<-si Mrs. Narcissa solo un po’ di nostalgia ma ora passa, rispose cercando di sorridere. Mentire, mentire sempre.

<-Dra, se questa ragazza ci fa spazio, possiamo metterci qua- disse la giovane mora> Merda, penso Hermione, con un balcone lungo chilometri proprio accanto a lei voleva mettersi questa.

<- si tranquilla fai pure- disse la Granger,- Tanto io stavo andando dentro-> rispose abbassando lo sguardo e indietreggiando senza guardare la bella mora avvolta nell’abito nero.

<-Ecco brava, Draco…Draco...->

Voleva scappare da quella voce, continuando a indietreggiare il balcone già non vo vedeva più. Scappava da quel posto, da tutto, era già nella porta quando incominciarono a contare e una mano le strinse forte il braccio.

<-5-> Urlavano, mentre alzava lo sguardo verso l’uomo che la stava tenendo.

<- la tua amica ti sta cercando-> disse, cercando di mantenere la calma

<-4->

<-Non m’importa->rispose.

<-lasciami Draco-> gli intimò Hermione sperando che nessuno guardasse verso di loro

<-3->

<-Scordatelo-> rispose, quasi rabbioso.

Si stava avvicinando troppo. Era troppo, troppo vicino… non doveva guardarlo…non doveva guardare i suoi occhi. Se l’avesse fatto non avrebbe resistito.

<-2-> urlarono i maghi portando in alto i calici…

<-Non riesco a starti lontano->.

<-Non si direbbe-> risposte secca. Mentre lui ghigno.

<-1->

-Buon anno- urlarono tutti abbracciandosi e baciandosi affettuosamente.

<-Buon Anno, amore->. Disse Draco baciandola sulle labbra mentre i fuochi pirotecnici Weasley illuminavano il cielo e una Narcissa Malfoy sorrideva fiera del suo Party di fine d’anno.

 

SPAZIO AUTRICE.
Pubblico in ritardo, spoerando che anche questo capitolo vi piaccia...ci sarà il dopo fuochi ...sperando che sia finalmenter Hermione a mettere il fuoco nella coppia, fuoco intesa come passione eh eh eh.
Recensite.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 23.Capitolo ***


23.Capitolo

Si baciavano nascosti da occhi indiscreti, dietro una lunga e spessa tenda mentre fuori nel lungo balcone la folla di maghi e streghe assisteva ai fantastici fuochi pirotecnici Weasley.
<-Profumi di buono. Lo sai Hermy->. Le sussurrò piano nell’orecchio mentre con la mano le accarezzava il lungo collo lasciato scoperto.
<-Dra, smettila stanno per finire i fuochi –Disse la riccia, mentre lui interrompeva ogni sua parola da un bacio a stampo che le faceva arrossire le gote e bruciare il cuore.
<-Me lo concedi un valzer dopo?-> chiese baciandole ancora il collo e respirando affondo il suo profumo.
<-E come fai a sfuggire dalle grinfie della tua venere in nero-> disse sussurrando a fior di labbra.
<-Mi vieni a prendere e non opporrò resistenza->. Rispose lui di rimando.
<-Io non vengo a prenderti per ballare. Da che mondo e mondo è l’uomo che invita la donna->. Orgogliosa come tutte le Grifondoro, pensò il Sepeverde.
<-Non ti conviene che sia io a venire a prenderti. Sarei capace di fare un discorso davanti a tutti e ti sentiresti veramente in imbarazzo->. Lo guardò mettendo su un piccolo broncio aveva imparato a farli imitandolo, lui era il principe anche in quello.
<-Non oseresti-> gli rispose sbuffando.
<-Non mettermi alla prova Granger->. Guardandola con un ghigno stampo Malfoy stampato in viso.
<-è una sfida?-> rispose piccata.
<-Si tanto è vero che ti amo->.
Sbuffò nuovamente Hermione.
<-Potrebbe essere un’infatuazione-> rispose lei mentre lui le accarezzava le esili braccia e la guardava negli occhi.
<-Si che dura da più di cinque anni->Sorrise, mentre lei lo guardava ancora. Quanto stava bene tra le sue braccia si trovò a pensare.
<-Dobbiamo smetterla stanno per rientrare- >. Disse distogliendo dalla mente quei pensieri poco opportuni visto la gente che li circondava.
<-Si si, continua a scappare mia bella Grifondoro. Ma stai sicura che se non vieni di tua spontanea volontà, sarò io a venire->disse sussurrando affabilmente, anche se era una sorta di minaccia.
<-Draco non fare ca…-> non riuscì a finire la frase, la bella Hermione che i maghi e le streghe rientrarono nella sala e i due professori si staccarono l’uno dall’altro.
Draco uscì per primo dal nascondiglio accalappiato subito, da quella rompi pluffe della Warrington.
<-Draco. Ti stavo cercando-> disse Phoebe attaccandosi al braccio del biondo.
<-ah si->rispose vago girandosi appena proprio quando Hermione usci dal nascondiglio cercando di ricomporsi.
<- Si ti sei perso lo spettacolo pirotecnico. Ma dove ti sei cacciato.-> Chiese la giovane strega dai lunghi capelli neri.
<- Sono stato piacevolmente trattenuto- disse sogghignando mentre Hermione li superava in tutta fretta.
<-Come? –>chiese Phoebe
<-stavo parlando ora scusami devo andare a dare gli auguri a mia madre->.
 Si liberò dalla ragazza in un baleno raggiungendo ad ampie falcate sua madre intenta a baciare Hermione.
<-Madre. Auguri di buon Anno-> disse Draco baciandole delicatamente la guancia.
<-Draco. Lo sai che m’imbarazzano questi dimostrazioni d’affetto davanti a tutti-Disse la donna sogghignando in direzione del figlio che non curante gliene diede un altro.
<-Quando avrai un figlio Hermione cara. Insegnali a non oltrepassare la linea del pudore io con mio figlio non ci sono riuscita- disse Mrs. Narcissa, anche se si notava a chilometri la sua felicità per quei gesti d’affetto del suo unico figlio.
<-Auguri anche a te Granger- disse Draco guardandola un attimo prima di depositarle un bacio sulla guancia mentre i suoi occhi guardavano la sua bocca.
Narcissa sorrise.
<-Draco hai detto a Hermione della tradizione dei Malfoy?-> chiese Narcissa ma Draco rise, prima di parlare…
<-No madre->. Rispose.
<-Quale tradizione?-> chiese la riccia agitata.
<-Pare che tutte le donne presenti, in età da marito, debbano sfidarsi l’una contro l’altra per ottenere il favore dello scapolo migliore.-> proferì un divertito Malfoy.
<-Quale sarebbe lo scapolo migliore?-chiese sapendo già la risposta.
<-Io, logicamente, rise –>
<-anche mia madre a suo tempo ha sfidato un bel po’ di streghe per conquistare mio padre->.
Narcissa ride e accarezzò Hermione.
<-Ti ho iscritta e spero vivamente tu vinca. Disse lasciando la ragazza allibita dalla situazione assurda in cui si trovava.
<-Mi stai dicendo che devo sfidare delle matte per te?->.
<-Si->
<-E cosa ci guadagno?->
<-cosa vuol dire cosa ci guadagni?- ci guadagni me, antipatica Grifondoro->.
<- e se perdo?-
<-Mi vince un’altra e sarò costretto…->
<-Costretto...->
<-Draco, tesoro mi sono iscritta al duello- disse Phoebe tutta emozionata
<-Brava signorina Warrington-> rispose lui, lanciando uno sguardo a Hermione.
Stronzo lo faceva apposta a farla ingelosire con quella cretina.
<-Farai il tifo per me- Chiese lei maliziosa incurante dello sguardo penetrante di Hermione.
<-non sarebbe corretto per le altre pretendenti, disse affabile la serpe.
***
La festa continuò per un po’ con alcuni balli, fino a che la padrona di casa non prese la parola.
<-Scusate un attimo d’attenzione. Disse la bella Narcissa- Volevo invitare voi tu nella sala dei duelli. Sorrise verso la folla che la guardava ammaliata.
-tra poco le ragazze che si sono iscritte al torneo si sfideranno per aver il favore dello scapolo d’oro->.
La folla riprese a chiacchierare tra loro e a dirigersi nella sala indicata da Narcissa.
<-Che tradizione è-> chiese Ginny arrivata alle spalle di Hermione.
<-una cretinata maschilista-> disse la riccia scocciata dalla situazione
<-Quindi tu…?-> chiese Ginny Weasley.
<-partecipo- l’anticipò senza guardarla in viso>
<-Oh lo scapolo è il bel biondino che ti ha baciata quando si faceva il countdown-> rideva Ginny beccandosi però uno sguardo poco simpatico dalla sua migliore amica.
<-sciiiiii, non urlare Ginny- disse la riccia guardandosi intorno per vedere se qualcuno ascolta.
<-ah ah ah, amica mia sei fregata lo sai.->
<-Si lo so non so come sono finita in questa situazione-> rispose sconsolata.
<-perché ti sei iscritta se ti vergogni->
<-Infatti, non sono stata io, L’ha fatto Narcissa->.
<-Immaginavo- sospirò Ginny- Ci tiene proprio a farti diventare sua nuora->
<-A quanto pare… rispose Hermione.
<-allora in bocca al lupo. E straccia quella ragazzina insignificante->
<-Oddio Ginny anche tu …-> ma non riuscì a terminare la frase che fu presa sotto braccio da Teo e Blaise.
<-Allora Granger, disse Nott- dobbiamo ideare una strategia. Pare che la più pericolosa sia la venere nera-
Hermione li guardò storto ma non parlò.
<-le altre te le mangi in un boccone e alcune credo ti temano solo per il tuo nome, la tua fama ti precede- annunciò Blaise->
<-Mentre la ragazzina non ti fila proprio. Perché è cretina – disse Teo ridendo.
-è un bene, sai… la si frega così->
<-mi spiegate che state facendo?-chiese finalmente Hermione.
<-siamo i tuoi coach. Tutte ne hanno uno disse Nott- mostrando la sala ed effettivamente tutte le ragazze parlavano con un uomo e nella maggior parte dei casi quell’uomo era il loro padre.
-         Siamo venuti noi perché Lucius sarebbe stato troppo di parte->
<-sarebbe venuto Lucius- chiese strabuzzando gli occhi->
-         Beh in effetti voleva venire Draco, ma non era il caso non trovi-> disse Blaise.
<-Questa cosa è ridicola, lo sapete->
<-No è eccitante, non la senti l’adrenalina scorrerti nelle vene- disse Blaise.
<-Teo-> disse imbarazzata, mentre lui rideva coinvolgendo anche Zabini.
<- combatti per quello che è tuo, anche se è un gioco. Mostra a tutti che con te non si scherza. Ok Hermy- disse Teo posando le labbra nella fronte della riccia.
-Blaise sarà il tuo secondo->.
<-Oddio se muoio, cerca di perdere perché Draco si rifiuterebbe di passar la notte con te- disse divertita…->
<-perché non sa cosa si perde…-> rispose Blaise facendo ridere gli altri due.
<-Ok siamo gli unici che ridono-> fece notare Hermione.
<-Si perché sappiamo di vincere- rispose Nott.->.
<-Sonorus- Disse Lucius.
-Tutte le pretendenti vengano qua sulla pedana.
Le ragazze arrivarono una a una ancora fasciate negli abiti da sera e visibilmente emozionate. Draco le scrutava tutte e valutava la loro determinazione.
Andò a stringere la mano a ognuna di loro e augurò a tutte di vincere, il solito marpione, quando arrivò davanti a Hermione, evitò di stringerle la mano ma si avvicinò piano fino a sussurrarle all’orecchio queste parole:
<-Se vinci torno con te a Hogwarts-> disse e in un lampo era già seduto nella comoda poltrona per assistere al duello.
<-prego ragazze- disponetevi sei da una parte e sei da un'altra. Sfiderete quella davanti a voi, dopo di che affronterete la vincente della sfida affianco a voi fino a che non ne resterà che una-> disse tutto d’un fiato Lucius Malfoy.
-Tutti gli incantesimi sono leciti, tranne quelli senza perdono- disse Malfoy senior.
- Abbiamo il capo auror e non si può, capitemi ragazze-> rise Lucius.
Sbarazzarsi delle prime due ragazze per Hermione fu un gioco da ragazzi neanche si preoccupo più di tanto con la prima utilizzò un semplice “Furnunculus” e la ragazza tanto distratta dai grossi bubboni sul viso non senti neanche l’incantesimo successivo, un Expelliarmus, che consegno la bacchetta della giovane nelle mani della riccia grifondoro.
Con la seconda ragazza il discorso non cambiò poi di molto utilizzò il Gambemolli unito all’Inciampante e subito dopo aggiunse Expelliarmus e anche la seconda pretendente fu sconfitta.
Fino all’ultima sfida quella che la vedeva fronteggiare la cosi chiamata venere nera della serata, la tanto ammirata signorina Warrington.
Prima dell’ultimo duello Lucius riprese la parola presentando le due ragazze e chiedendo loro quali fossero i loro desideri in caso di vittoria.
La Warrington senza nessun imbarazzo disse:
<-Draco Malfoy tutto per me- Lucius sorrise.- per sempre-> e in molti, soprattutto donne batterono le mani.
<-Lei invece signorina cosa vuole in caso di Vittoria?-Chiese Lucius osservando Hermione.
<-Il ritorno in cattedra-> non aggiunse altro anche se la sua dichiarazione aveva ammutolito la sala.
<-Stai combattendo per cosa?-chiese la Mora davanti a lei.
<-per il ritorno in cattedra del signor Malfoy. Ha abbandonato i suoi ragazzi e vorrei tornasse a Hogwarts come insegnante->
<-la trovo una cosa stupida per battersi in duello, soprattutto contro di me- disse
<-Beh io trovo stupido battersi in duello per un uomo che non ti guarda neanche di striscio ma non mi metto a sindacare con lei su questo->
La ragazza la guardò malissimo.
<-Bene abbiamo acceso già la sfida-> disse Lucius rivolto al suo pubblico, -questa confronto sarà sicuramente entusiasmante-
Ora Hermione e Phoebe- andate all’estremità della pedana.
<-Hermione->disse la Warrington.
<-si cara- disse Lucius,- stai per combattere contro l’eroina del mondo magico Hermione Granger pensavo tu lo sapessi-> ma Lucius si sbagliava o forse aveva fatto in modo che la giovane Phoebe non scoprisse il cognome della giovane e bella riccia che si trovava di fronte.
La ragazza sorrise amaro cercando di non far trasparire la tensione che ora era palpabile mentre Hermione senza alcun indecisione arrivo fino alla fine della pedana e con un rapido inchino era già pronta per il duello.
<-Al mio tre. Disse Lucius. 1…., 2…., 3…-> pronunciò il mago.
<- Serpensortia-> urlò
La giovane Warrington attaccando subito
<-Proteggo- disse Hermione – vipera Evanesco- enunciò di seguito sorridendo alla ragazza.
-saresti una Sepeverde, dunque.- Languelingua- urlò infine scagliando l’incantesimo verso la ragazza che si riprendeva dallo shock appena subito.
E l’incantesimo di Hermione andò a segno facendo attaccare la lingua nel palato così che la ragazza non potesse più parlare. La professoressa di grifondoro aspettò un secondo appena dopo che Phoebe si liberò dall’incanto e riprese ad attaccare in sequenza, adorava farlo e la ragazza l’aveva fatta innervosire. Draco aveva osato dire che voleva Draco tutto per se.
< - Aguamenti- disse Hermione mentre dalla sua bacchetta uno schizzo d’acqua inzuppava la giovane mora e non contenta continuò- Mangia Lumache –urlò ancora spiegando mentre la giovane disperata cercava di trattenere gli esserini che uscivano dalla sua bocca a fiumi
-questo è stato uno dei primi incantesimi di Draco quando andavamo a scuola, col tempo è uno dei mie preferiti. Si sentì ridere sia Draco sia Harry mentre il resto dei maghi guardavano le dinamiche del duello. Infine la riccia pronuncio altri due incantesimi in sequenza.
-Incarcerus. Attese un attimo fino a che sottili funi dorate strinsero ai polsi la ragazza ancora alle prese con le lumache e infine pronunciò l’ultimo incantesimo che gli diede la vittoria.
- Expelliarmus-> disse e la bacchetta della giovane Phoebe Warrington le arrivo in mano in un lampo.
Un caloroso applauso investì la riccia mentre due occhi di neri le penetravano il cranio.
Hermione fu attorniata da una quantità di maghi assurda che si complimentava per la sua dimestichezza nei duelli, per la classe e la leggiadria con la quale aveva combattuto. Quasi non si rese conto di essere nuovamente in sala e che l’orchestra aveva ripreso a suonare.
Ballò con Harry e con Blaise che si congratularono e risero delle espressioni sconvolte della giovane Warrington che però si era ripresa subito e ora ballava con Draco, la stronza pensò Hermione.
Erano quasi le due della mattina e l’orchestra annunciò l’ultimo ballo, l’ultimo valzer. Il cuore incominciò a battere furioso, cercava Draco ma non lo vedeva, magari si era dimenticato della cosa, forse era con la ragazzina e la stava consolando. Non trovava neanche quella arrivista osservando la sala …
Poi lo vide, aveva un espressione dura in viso come fosse scocciato.
Era scocciato?
Fece un passo verso il biondo, notando la piccola folla che lo attorniava. La giovane arrivista era appiccicata al suo braccio, c’erano anche Daphne e Pansy che la guardavano dall’altro in basso le solite Sepeverdi, sorrise Hermione.
Quando arrivò davanti al gruppo respirò piano e poi parlo.
<-Amore, me lo concedi questo ballo-> Disse con tono alto e fiero da vera Grifondoro.
 Oddio cosa aveva detto.
 Tre teste si girarono all’unisono nella sua direzione.
Pansy rise con la sua inconfondibile risata piena e dissacrante. Daphne con la classe che la contraddistingueva sorrideva con gli occhi ma rimase impassibile ma la faccia migliore era quella della giovane Warrington sconvolta, letteralmente sconvolta dalla frase che Hermione Granger aveva appena pronunciato.
Draco si liberò in un secondo dalla morsa della mora e prese la mano di Hermione, sfiorandola appena con le labbra.
<-avrei fatto meno scena io chiedendoti di sposarmi- disse bloccando la ragazza con quella frase.
E poi rise tirandola fino alla pista e cominciando a volteggiare.
<-credo che la Warrington ti voglia morta- disse Draco osservando lo sguardo che la mora lanciava nella loro direzione.
Hermione sbuffò appena.
<-Mi vuoi veramente sposare- chiese non commentando la sua frase.
Lui osservo i suoi grandi occhi che sbrilluccicavano solo quando era emozionata e sorrise.
<- Si è quello che desidero. E spero che un giorno…->
<-Si-> rispose stringendolo a se e bloccandosi di colpo
<-Si cosa Hermy->. Chiese Draco guardandola negli occhi.
<-Si anche io voglio stare con te- E sollevandosi sulle punte lo baciò fregandosene del ballo, della gente che li osservava e della situazione.
Ora aveva capito che all’amore non si sfugge se l’amore è quello giusto. Quello che dura per sempre.
Quello per cui vale la pena lottare.
<-Amami per sempre Draco->
<-Amami per sempre Hermione->
Si dissero a fior di labbra prima di riprendere a baciarsi.
 

SPAZIO AUTRICE.

Buona Domenica ragazze visto sono stata di parola avevo detto che la storia era alle battute finali e questo credo sia il capitolo conclusivo…forse faccio una piccola shot o come si chiama per la notte e magari l’epilogo…ma non ne sono sicura. Fatemi sapere.

Recensite.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 24.Capitolo- supplemento- ***


24. Capitolo.

L’enorme camino in marmo rosa, rendeva ancora più accogliente la grande sala d’inverno del Castello di Urquhart , oramai era notte fonda, anche i grandi quadri raffiguranti alcuni avi di Draco sonnecchiavano profondamente, solo sei ragazzi erano ancora svegli in quella prima notte dell’anno.

Hermione si era abbandonata sopra una comoda poltrona affianco al grande fuoco che frusciava lento e lì, osservava i suoi amici; Blaise e Daphne erano seduti nel divano quasi nascosto della sala, la bionda ancora fasciata nel suo elegante abito cipria osservava distratta il moro al suo fianco che sorseggiava un whisky incendiario d’annata, quante parole non dette tra i due venivano mostrate con quegli sguardi.

 Ginny Weasley stava in piedi e come sempre resisteva sopra i suoi altissimi tacchi come se quella fosse stata una serata normale e non il party più lungo cui avesse mai partecipato, il fuoco rendeva i suoi lunghi capelli ancora più rossi ma niente la distolse dal massaggiare dolcemente la schiena di suo marito che inebriato dall’atmosfera si era abbandonato tra le sue braccia.

 Sprizzavano amore da tutti i pori pensò la riccia.

 Lui, invece era seduto davanti al piano e ogni tanto accarezzava un tasto, non suonava da mesi o forse anni.

 Hermione l’aveva sentito suonare solo poche volte e sempre su richiesta di sua madre ma quella volta si sedette di propria volontà.

 La melodia lenta e struggente catturò l’attenzione dei presenti avvolgendo la sala di una strana atmosfera, Harry aprì gli occhi osservando prima la sua amica poi il biondo che suonava e si alzò lentamente posando su Hermione un bacio casto e prendendo la mano della moglie si avvicino a Draco e con un semplice gesto si congedò.

Dopo poco anche Blaise e Daphne uscirono dalla sala, lasciandoli i due definitivamente soli.

Si tolse le scarpe massaggiandosi i piedi doloranti e poco dopo liberò i suoi ricchi dalla moltitudine di forcine e si avviò lentamente al fianco di Draco che ora aveva cambiato melodia, toni più acuti, sferzate decise, la musica dapprima melodiosa  era diventata aspra dura.

Accarezzò la spalla del biondo delicatamente e poi il suo collo sedendosi alcuni minuti dopo al suo fianco, lui non smise di suonare, anche se sentì la sua presenza e il suo profumo entrargli dentro e la melodia divenne nuovamente dolce.

Rimasero cosi per alcuni interminabili minuti, senza parlare, si sentivano solo lo scricchiolare della brace nel camino e la musica celestiale prodotta dalle mani di Draco che accarezzava piano i tasti bianchi.

Smise solo quando lei posò la sua mano bianca e fredda sopra quella del ragazzo, fermandola, non si guardarono ma quel contatto racchiudeva mille parole.

Smaterializzarsi nella camera di lui fu un lampo, una necessita, ma nessuna parola. Forse avevano parlato tanto per anni da sapere cosa provavano in quel determinato momento.

Accarezzandogli le spalle e lasciando cadere la giacca per terra fu il primo gesto che fece Hermione, sollevando appena lo sguardo per osservarlo meglio.

Aveva acceso mille candele che volteggiavano nell’aria, ad alcuni quell’atmosfera poteva risultare macabra una camera da letto stracolma di candele e due ragazzi immobili che si guardavano negli occhi, denudando la propria anima.

Un altro piccolo passo prima di denudarsi veramente.

Draco le accarezzò le spalle bianche scendendo fino alle braccia lunghe e sottili, sfilò con delicatezza l’abito lasciandola con la sola biancheria davanti a se.

Perfetta.

La contemplò ancora per parecchi minuti fino a che non fu lei a sbottonagli la camicia, lentamente, bottone dopo bottone senza mai abbassare lo sguardo.

Quello sguardo che bruciava dentro e mozzava il respiro, che riscaldava in un lampo e mostrava a Draco il desiderio di appartenergli per sempre.

Quando anche il ragazzo rimase con i soli boxer neri di fronte a lei, capirono che era arrivato il momento di diventare un’unica essenza, fondendosi l’uno nell’altra. Amandosi completamente, lasciando cadere ogni tabu, Isolando in un solo gesto, il mondo esterno fuori dalla porta.

 Amandosi finalmente per sempre.

Con le lunghe dita gli sfiorò il petto, prima lo sterno poi su verso la spalla, girandogli attorno fino ad arrivare alla schiena e posando definitivamente un bacio tra le clavicole.

Draco era suo, ora lo sapeva, penetro a piene mani tra i crini dorati scompigliandoli e ridendo per questo, lui non fiatò.

Prese ad annusare la sua pelle, sapeva di menta e sandalo ,i suoi profumi.

 Quello era il profumo di Draco Malfoy.

 I profumi di casa e amore, quello che lui era per lei da troppo tempo ma che codarda, come una Sepeverde non voleva vedere, lei era Grifondoro, per diammine, come aveva fatto a nascondere l’evidenza al suo cuore.

Rimase imbambolata un attimo pensando a quello, mentre Draco si girava.

In un attimo la strinse a se, pretendendo il suo corpo, agognato da tempo, tanto e troppo tempo.

Baciò la guancia, il collo e la spalla mentre con le mani percorreva la schiena con delicate carezze da provocare in Hermione dei leggeri fremiti, sganciò il reggiseno e si fermò ad osservarla un attimo, prima di riprendere a baciale il corpo della strega. Ora la sua attenzione era rivolta a quelle piccole e sode valli di un candido rosa, baciò anch’esse prima delicatamente poi con più ardore era inginocchiato davanti a lei trattenendo tra le labbra i capezzoli, succhiandoli e rendendoli più turgidi.

La strinse tra le braccia conducendola sul letto ancora senza parlare, per loro parlavano gli sguardi e le carezze, quelle che lei donava a lui, sfilandogli i boxer e prendendo il suo membro tra le mani un gesto delicato.

Prima timide carezze e poi a poco a poco più decise, mentre lui chiudeva gli occhi e si perdeva nel piacere di quei leggeri tocchi.

Presto il gesto di Hermione fu ricambiato, Draco sfilò le mutandine di pizzo nero sfiorando con le dita il basso ventre della ragazza che rise un attimo presa alla sprovvista da quel tocco, pian piano le dita del ragazzo avanzarono lentamente fino a giungere alla femminilità della ragazza, penetrando al loro interno prima con tocchi leggeri s’insinuava in profondità, poi man mano che sentiva il suo respiro farsi pesante e ansimare mise più forza. Hermione cercava di trattenersi era quasi al limite fino a che lui si posizionò tra le sue gambe.

Lo accolse dentro di se stringendolo in una morsa, legandogli le gambe attorno alla schiena e con movimenti decisi incominciarono la loro prima danza insieme, senza mai staccare gli occhi l’uno dall’altra fino a che toccarono insieme l’apice del piacere e lui riversò il suo seme dentro il corpo della ragazza.

Si accasciò sul suo seno con ancora il membro dentro il suo corpo, mentre Hermione  accarezzava piano i suoi crini biondi.

<-Questo si prova a fare l’amore con la donna che ami?->chiese sussurrando mentre pian piano il battito tornava alla normalità e il corpo si rilassava.

<-Si->rispose Hermione continuando ad accarezzare l’uomo che gli aveva ridato un cuore.

L’uomo che l’avrebbe finalmente resa felice. Si addormentarono così quella notte uno nelle braccia dell’altro dopo essersi augurati una dolce notte.

SPAZIO AUTRICE

Non so perche ho deciso di aggiungere questo capitolo, la prima notte d'amore per una FF che si chiama "Amami per sempre", era obbligatoria dopo tanti patimenti dei protagonisti voi che ne dite...fa schifo???

Forse si. Dai su recensite...

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 25.Capitolo ***


25-Capitolo.

Dopo aver passato due giorni a crogiolarsi ininterrottamente tra baci, carezze e gite sul grande lago di Loch Ness arrivò il momento di riprendere i contatti con la realtà.

Il ritorno a Hogwarts avvenne nella mattinata del sei gennaio, i due professori arrivarono al grande castello tramite la metro polvere che li catapultò direttamente in presidenza e, dopo aver salutato la preside, si diressero ai loro rispettivi alloggi.

Non avevano detto a nessuno della storia e decisero di comportarsi come nei mesi passati, anche se i loro sguardi e i loro sorrisi mostravano qualcosa di diverso, qualcosa che solo persone attente e animi romantici notarono.

Neville Paciock era uno di questi, lui l’aveva intuito.

Ricordava bene la sera della vigilia in cui Draco era scomparso, Hermione quel giorno aveva mostrato a tutti la sua pena e l’affetto che provava per l’ex Sepeverde, più che un collega, più che un amico, molto di più.

Ma nel castello vi erano anche uomini ciechi che non riuscivano a vedere al di là del proprio naso, uno di questi era Cormac, che aveva deciso come proposito per il nuovo anno di conquistare Hermione e già dalla prima sera al castello incominciò a buttare le basi per il suo piano.

<-Granger cara- disse il professore di Incantesimi- Passato bene le vacanze?- >.

Sarebbe stata una domanda cortese se il professore avesse atteso la risposta della collega, ma non lo fece, come al solito l’uomo risultava ancora pieno di se come quando era un illuso sostituto-portiere dei Grifondoro si pavoneggiò come un pavone …

- Immagino di no, visto che non sono stato in tua compagnia->.

Hermione si girò appena guardandolo allibita e con lui la maggior parte dei professori, la McGranitt dilatò gli occhi dallo sconcerto mentre Draco lo osservava da lontano.

<-In verità Cormac, ho passato delle bellissime vacanze di Natale, un sogno- sorrise in direzione di due occhi argentei che la guardavano. Neville sorrise e con lui anche Lumacorno e la Preside.

Tutti avevano notato il viso sereno della Professoressa di Trasfigurazione, che da giorni aveva preso a sorridere a tutti, anche ai suoi alunni nonostante le interrogazioni assidue che infliggeva loro.

Quando finalmente giunse Febbraio e la famosa festa di San Valentino era alle porte, Hermione si sentiva come un’adolescente e complice il fatto che quella giornata sarebbe caduta di sabato fu invitata in uno dei più esclusivi ristoranti Londinesi.

<-Ma sei sicuro Draco- chiese guardando il ragazzo negli occhi la sera che l’aveva invitata.

<-Sicurissimo- rispose il professore di Difese.- Ho chiesto alla preside un permesso per tutti e due-

La ragazza alzò lo guardo interrogativa verso l’ex Serpe.

<-che le hai detto?->chiese la giovane insegnante.

<-Niente di compromettente fece lui, girandosi verso il fuoco e prendendo a sorseggiare il suo vino elfico-.

<-Draco, hai chiesto un permesso per me e te alla preside nella serata di san valentino e lei non ti ha chiesto altro?->.

<-Non credo che la McGranitt metta i volantini in sala comune, ma se vuoi, poi accettare l’invito di Cormac McLaggen. Ho sentito Neville che ne parlava->. Disse piccato il biondo.

<-Neville. –sbuffo.- ora si è messo anche a farti la radiocronaca delle cose che mi succedono quando non ci sei->.

<-è stato gentile->.

<-Beh certo perché tu non ti puoi fidare di me e mi fai controllare, sei …assurdo Malfoy-> era contrariata Hermione tanto da sbattere il libro che aveva sulle gambe a terra.

<-Detesto queste cose Draco, detesto che mi fai seguire che non ti fidi di me…sai come sono. Devi fidarti di me io…->

<-Sono geloso. Non è vero che non mi fido di te, Io non mi fido di lui e Neville mi ha detto solo che cercherà in tutti i modi di stare con te il giorno di San valentino. E quando dice stare con te, non intende una passeggiata mano nella mano Granger.  Sono un uomo e non posso sopportare che la mia …

<-Donna, Malfoy? Riduci sempre tutto a uomo e donna…->

Lui evitò di rimarcare l’affermazione della riccia e continuò il suo discorso.

<- fidanzata sia nei sogni erotici di uno che non sono io.->

<-Io non sono la tua fidanzata- rispose Hermione alzandosi- e mi dispiace essere nei sogni erotici di qualcuno ma non ci posso fare niente.->

Draco accusò il colpo, soprattutto della prima parte dell’affermazione.

“Non sono la tua fidanzata…” era una stilettata al cuore.

Rimase immobile ad osservarla mentre si rimetteva le scarpe e riponeva il libro nella piccola libreria della stanza.

<-Vado in camera mia-> disse senza aspettare risposta o un gesto da parte del biondo uscì dalla stanza e una nuova consapevolezza lo assalì avevano litigato per la prima volta da quando stavano insieme o si frequentavano ed era colpa sua e della sua gelosia.

La gelosia aveva corroso anche l’altra relazione di Hermione e lui si preoccupò, non voleva diventare come Weasley, doveva farsi perdonare assolutamente.

***

Per giorni la tensione tra i due professori fu palpabile.

Lei era stizzita e saltava ad ogni frase che il direttore Sepeverde le rivolgeva, lui dal canto suo, evitava di ritornare sull’argomento sforzandosi di non insultare il collega McLaggen in sua presenza e benché la voglia di schiantarlo ogni qual volta quel cretino si avvicinasse ad Hermione.

 Draco si trattenne sempre, supportato da due complici: la preside e il professore di Erbologia; mentre i suoi due amici, Harry e Blaise, gli avevano consigliato di schiantarlo tanto il professore d’incantesimi non era poi così importante.

Quindi tra una tensione e un consiglio era finalmente giunta la tanto attesa cena.

Draco aveva preparato tutto alla perfezione, aveva spolverato il suo abito nero sartoriale con camicia nera e cravatta argento intonata ai suoi occhi, aveva ordinato un mazzo di tulipani rossi che nel linguaggio dei fiori simboleggiano l’amore vero ed infine aveva confermato il pernottamento al ristorante e alla suite per la notte.

Niente fu lasciato al caso, niente doveva sfuggire al suo controllo quella sarebbe stata la giornata perfetta…l’aveva aspettata e agognata da anni.

Hermione, invece, era talmente adirata con Draco che non si preoccupò né di cercargli un piccolo pensiero per quella prima ricorrenza insieme né un vestito per la serata.

A dire il vero si dimenticò completamente che quel sabato era il sabato tanto atteso e solo, i sorrisi sdolcinati delle ragazzine, le dichiarazioni ridicole di alcuni ragazzi e la stana eccitazione che perversava in tutta la sala grande la riportò alla realtà, prima che un grosso allocco non le recapitò tra le braccia il bellissimo mazzo di tulipani rossi e nell’imbarazzo più assoluto lesse il bigliettino che vi era appuntato.

Ti amo e ti amerò per sempre.

Il biglietto non era firmato, ma non ve n’era bisogno la calligrafia elegante e sinuosa poteva essere solo la sua e il profumo su quella pergamena non lasciava alcun dubbio.

Nonostante il forte imbarazzo per gli occhi di tutta la sala puntati su di lei Hermione riuscì a sorridere portandosi i fiori al naso annusando il loro profumo, poi si ricordò all’improvviso.

Come ci si veste per andare a mangiare nel ristorante più “in” di tutta Londra?

Panico totale, doveva chiedere aiuto.

Ma a chi?

Narcissa o Ginny.

Ginny o Narcissa e poi decise, l’aiuto doveva essere grande grande, quindi tutte e due e senza badare agli sguardi di tutti sparì oltre la porta della sala mentre lui entrava in essa ricevendo solo un rapido sguardo e un impercettibile sorriso.

L’aveva perdonato e quello era solo l’inizio della spettacolare serata che aveva pensato per lei.

La professoressa di Trasfigurazione aveva passato tutta la mattina per negozi magici e non alla ricerca di un abito adatto per la serata, Mrs. Narcissa e Ginny erano due grandi intenditrici di moda e conversavano amabilmente con le commesse e proprietarie dei negozi disquisendo su scolli lunghezze e tacchi come lei non aveva mai fatto in  vita sua, un’altra cosa che la so tutto di Hogwarts non sapeva la moda.

Alla fine dopo ben cinque ore aveva scelto l’abito uno lungo fino ai piedi senza spalline e con una leggera arricciatura sul seno e una specie di fiocco dietro, l’avevano preso in un negozio babbano e fu una sorpresa sapere che era stata Narcissa ad insistere per andare li, infatti, nella boutique lavorava la figlia di una sua vecchia fiamma che però era magonò.

<-Ragazze se mai vi capita evitate di dire a Lucius che siamo venuti qua a prendere l’abito . disse Narcissa.

- non gli è mai stato simpatico Alfred- rise>.

Prese anche una mantella nera che si chiudeva con una grossa spilla di strass e delle scarpe nere decisamente alte, ma per l’occasione erano d’obbligo disse Narcissa e Hermione si fidò del  gran gusto della strega, era famosa in tutta la Londra magica la sua classe.

Comprarono anche l’intimo decisamente troppo sexy per i gusti di Hermione che amava gli slip con gli animaletti ma Ginny aveva dato di matto al solo pensiero che volesse indossare tale oscenità sotto l’abito Valentino che aveva appena preso, quindi si lasciò convincere dalla sua amica.

Infine, l’ultima tappa si svolse nel centro estetico magico la magic estetista in un lampo depilò la riccia, mentre un’altra le faceva la manicure e pedicure, laccandogli le unghie di un rosso hot molto intenso e chic.

Il magic parrucchiere le dispose nei capelli la pozione alliscia capelli in tutta la lunghezza raccogliendo poi alcune ciocche sulla parte anteriore e collocandole dietro la nuca intrecciandole tra di loro e fermandole con un fermaglio di stras e pietre preziose regalo di Narcissa per l’occasione, l’ultimo tocco fu della magic estetista che fece una veloce smokey eye sul nero e applicò un rossetto color ciliegia così che Hermione era pronta per la sua magica serata di san valentino.

***

Camminava agitato per tutta la stanza, era in ritardo di una buona mezz’ora, non sarebbe venuta o magari aveva accettato l’invito di quell’altro. L’aveva persa ancora e sarebbe stato traumatico per lui continuare a vivere dopo averla avuta per se.

Pensava a questo Draco quando qualcuno bussò alla sua porta.

Scattò subito verso l’uscio e aprì di scatto e la vide la sua principessa, fasciata in un abito rosso e coperta almeno in parte da un mantellina, poi la guardò negli occhi e non capì più nulla, la voleva baciare stringerla a se ma fu lesta a negarsi con un rapido gesto.

<-scordatelo mi rovini il trucco e sono stata due ore in quel centro estetico e non intendo rovinare niente del mio aspetto, per una volta che sono carina –aggiunse camminando verso il cammino mentre Draco la guardava estasiato ancora sulla porta.

-che vuoi fare? Siamo o no in ritardo disse sollecitando il biondo->.

Lui rise, guardandogli le labbra.

<- sei pericolosa vestita così lo sai?-

<-Certo immagino disse lei stizzita. E negli altri modi che non lo sono->.

<-Non ho detto questo, ma meglio lasciare stare come hai detto tu siamo in ritardo e non ho alcuna voglia di litigare ancora Hermy, quindi se vuoi-> disse chiedendole il braccio che prontamente fu afferrato dalla donna si smaterializzarono all’interno del ristorante.

La sala era tutta addobbata per la romantica occasione e già piena, un cameriere si avvicinò subito alla coppia.

<-Signor Malfoy, prego mi segua il vostro tavolo è nel privè-> disse il cameriere.

Hermione si girò ad osservare i maghi e le streghe che affollavano la grande sala tutti intenti a mangiare e conversare amabilmente, notò anche una chioma rossa ma distolse subito lo sguardo cercando di rasserenassi subito, era lui lo sapeva.

Dopo aver superato tutta la sala, vennero fatti accomodare in una sala più piccola dove vi era solo un grande tavolo tondo, il loro.

Draco la fece accomodare e poi si sedette anche lui di fronte a lei.

La tavola era bellissima allestita con una tovaglia rossa e con al centro candele color avorio e dei petali di rosa rossa sparsi qua e la, i piatti erano tutti in finissima porcellana e i bicchieri erano in cristallo lavorato.

<-hai prenotato un privè?-> chiese osservandosi in giro.

<-Si, ti dispiace.-> Chiese Draco teso dalla possibile risposta.

<-No, ma credo sia esagerato.-> Lui abbassò lo sguardo come sconsolato,

lei non era felice della sua idea.

Ad interrompere quella strana atmosfera fu il cameriere che portò i menu e stappo la bottiglia di vino rosso precedentemente ordinato da Draco.

Hermione rise appena aprì il menù.

<-Perché ridi?- chiese Draco interrompendo il silenzio.

<-Vi sono pietanze che costano più di alcune coppie di Libri introvabili->

Draco Abbassò la testa la sua idea romantica stava facendo acqua da tutte le parti, Hermione lo guardò stranita che aveva, perché non rispondeva alle sue battute.

<- quando il cameriere arrivò Draco ordinò per se un risotto ai funghi porcini e dell’astice e attese l’ordinazione di Hermione.

<-pennette al salmone e carne ai ferri-> disse.

Aveva scelto le pietanze meno care di tutto il menù.

Quando il cameriere andò via lui la guardò di sfuggita ma fu lei a parlare.

<-Mi spieghi che hai?- sei strano Draco. C’è qualcosa che non va, non ti piaccio come sono vestita o è perché nell’altra sala c’è Ron che sei così?-.

Lui sollevò lo sguardo verso di lei, dalla sua espressione si capiva che di Ron non ne sapeva nulla.

 Harry gli aveva detto che era stato rilasciato grazie al pagamento del riscatto e che gli era stato intimato di tenersi lontano da Hermione il più possibile.

<-No non preoccuparti- rispose prima di venire interrotto dal violista che suonò per loro.

Hermione guardò il musicista che suonava divinamente una struggente melodia e poi Draco che abbassava lo sguardo ogni qual volta lei incontrava i suoi occhi rimasero cosi per buona parte della cena.

<-Mi dispiace che ti annoi – disse il biondo non sollevando lo sguardo.

<-chi ti ha detto questo?-> chiese

<-So che non ti piace nulla di questa serata, non volevi neanche venirci e forse avrei dovuto evitare. Disse sconsolato.>

<-Signori tutto bene-> disse il cameriere portando via il piatto dei giovani.

<-Si tutto bene,-> rispose Draco congedando l’uomo.

<-Sai che sei stano Dra, mi porti qui mi fai vestire bene, mi offri una cena con i fiocchi, nel ristornate più bello e costoso della città. Un musicista suona la serenata per noi e tu neanche mi guardi negli occhi.

Posso pensare che sono io quella che non va->.

Disse tutto d’un fiato Hermione.

<-Tu non hai niente che non va, né in questa situazione né nelle altre disse- piano ma abbastanza forte perché lei sentisse.

<-Allora perché mi eviti, non abbiamo parlato che di sciocchezze->.

<-Ho paura->

<-Paura? Di cosa avresti paura. Spero non di me?->

<-In realtà si- lei spalancò la bocca. Incredulità e stupore s’impadronirono di lei.

-Paura, di quello che dirai, ma soprattutto non dirai tra un minuto->.

Un cameriere arrivo di filato posizionando un vassoio coperto al posto del piatto di Hermione e dopo un attimo lo sollevo dileguandosi.

Il vassoio non conteneva alcuna pietanza ma una piccola scatolina blu che lasciò spiazzata la ragazza, che sollevò subito lo sguardo verso il biondo.

<-Che significa Draco->

Lui respirò affondò prima di parlare.

<-Aprilo->

Sciolse il nastrino bianco che avvolgeva il pacchetto e con delicatezza apri la scatolina dove faceva bella mostra di se un solitario. Hermione lo tolse e lo osservò meglio l’anello era in oro bianco e aveva un solo diamante rialzato non enorme, ma giusto.

<-è molto bello- disse, facendo sorridere appena Draco che si alzò e andò verso di lei, s’inginocchiò ai suoi piedi prese l’anello tra le mani e lo infilo nel suo dito.

<-Avevo preparato un discorso, tante frasi sdolcinate che, in effetti, non mi appartengono. Ora come ora, non so che dire perché il mio cervello è in tilt da quando sono entrato in questa sala, ma infondo lo sai bene il mio cervello è in tilt da molti anni ormai da quando mi sei entrata dentro- toccandosi il cuore- so che senza di te sono niente e che non ti merito, non merito neanche di camminarti affianco-Prese a respirare affondo, mentre Hermione non gli toglieva gli occhi di dosso.

-         Ho preparato tutto questo per chiederti una cosa importante, una cosa che devo chiederti da tanto e che non ho il coraggio di chiederti perché ho paura di un tuo rifiuto->.

 

<-continua-> disse Hermione.

<-Hermione vuoi rendere questo sepeverde, infido, codardo e bastardo l’uomo più felice del mondo magico e babbano.

In pratica mi vuoi Sposare?-> chiese mentre gli si seccava la gola dalla tensione.

Hermione sorrise sfiorandogli il viso con le lunghe dita.

<-Hai fatto tutto questo per chiedermi di sposarti. Sai che sei strano Draco Malfoy, disse- sai benissimo qual è la mia risposta gelando il ragazzo che divenne leggermente più pallido.

<-Oddio non lo sai qual è la mia risposta?-chiese senza aspettare risposta.

-si Draco è sì, certo che ti sposo. Ti amo e ti amerò per sempre-> disse abbracciando stretta il suo bel Sepeverde.

<-Grazie- rispose lui, perdendosi nel suo abbraccio.- vuoi ballare?->. gli chiese e dopo il consenso della riccia non si staccarono più per tutta la sera.

Quella notte fu una delle notti piu eccitanti e romantiche che i due vissero insieme amandosi e confidandosi ogni piccolo segreto, un altro passo verso la più totale condivisione per una vita futura insieme.

 

 SPAZIO AUTRICE.

OK lo so sono giorni che dico che la storia è finita che questo che l'altro ma poi , mi passano mille idee in testa e dico ma perchè no aggiungo un altro capitolo, spero non vi dispiaccia. 

La richiesta di matrimonio... non è delle migliori ma ci stava credo.

fatemi sapere, un bacio a tutte le mie fan.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 26.Capitolo ***


26. Capitolo.

Al castello di Urquhart tutto era pronto quel caldo trenta giugno.

 Il giorno che Draco e Hermione scelsero per coronare il loro sogno d’amore.

La cerimonia si sarebbe svolta nella piccola cappella all’interno del castello, che la sposa e la suocera avevano deciso di rendere semplice e più delicata possibile.

Scelsero delle rose rosa pallido e i banchi vennero coperti da lunghi veli di seta bianchi e in ognuno venne appuntate due rose bianche simbolo di purezza e una spiga simbolo di prosperità.

A celebrare l’unione venne il Ministro della magia in persona che per l’occasione era abbigliato con una veste rossa che faceva risaltare la sua pelle d’ebano.

Tutti gli invitati erano già accomodati e chiacchieravano tra di loro amabilmente, a sinistra stavano gli invitati dello sposo. Le più ricche e aristocratiche famiglie  Purosangue provenienti da tutta l’Inghilterra e dalla Francia erano state invitate dalla famiglia Malfoy per gioire con loro all’unione di Draco e Hermione, unione che venne celebrata anche sulla gazzetta del profeta.

 A destra invece, stavano gli amici e i parenti della sposa, alcuni babbani come i genitori della riccia e la nonna materna che guardava strabiliata il resto degli invitati soprattutto un bambino che ogni due minuti cambiava colore di cappelli. Tra gli ospiti vi era anche la famiglia Wesley il signor Arthur e la signora Molly avevano accettato con grande piacere di partecipare come invitati alle nozze d’amore dei due professori.

Dalla parte di Hermione vi erano anche gli ex insegnanti dei due sposi e alcuni colleghi come Neville e Lumacorno oltre alla preside McGranitt che per l’occasione era vestita con il suo vestito migliore rosso e oro che fece storcere il naso a Lucius e sorridere soddisfatta la vecchia strega.

Draco era già nella cappella vestito con un abito grigio perla che sembrava fosse stato cucito addosso al mago, affianco aveva i suoi due testimoni Blaise Zabini e Harry Potter agitati anch’essi per la cerimonia, della sposa ancora nessuna traccia.

<-Harry se non viene cosa faccio?->,Chiese il biondo disperato.

<-Non credo sia una possibilità Dra, ma se non viene ti uccido e poi uccido lei, sai quanto odio vestirmi in questo modo e a causa vostra lo sto facendo un po’ troppo spesso.-> Disse l’eroe del mondo magico facendo ridere anche Blaise mentre Draco era talmente agitato che non riuscì neanche ad abbozzare uno dei suoi famosi ghigni stampo Malfoy.

Finalmente dopo alcuni minuti di attesa nei quali Draco era riuscito nell’impresa di diventare ancora più bianco del solito Mrs. Narcissa Black in Malfoy entrò nella cappella dando il via all’orchestra che suonò la marcia nuziale.

Na Na Nana…na nana na nanana n ana naannananan.

 

Ad aprire il corteo nuziale era la piccola Lily Potter con un delizioso abitino in pizzo san gallo e un fiocco in raso rosa che delineava il busto della bambina, sui lunghi capelli rossi era posata una coroncina di fiori, mentre tra le mani aveva un piccolo cestino con i petali di rose rosa, bianchi e rossi che buttava per tutta la navata.

Dietro la bimba stavano le due testimoni della sposa Ginny Weasley e Daphne Greengrass tutte due con abito rosa cipria dal taglio a impero lungo fino ai piedi.

Nelle mani tenevano un piccolo mazzolino con rose bianche e rosa, quando arrivarono vicino all’altare sorrisero allo sposo e ai loro rispettivi compagni affianco a lui, posizionandosi nella parte destra aspettando l’entrata in scena della sposa.

Hermione attese un solo minuto prima di entrare nella cappella sotto il braccio di suo padre Matt Granger.

Aveva scelto un abito semplice lungo e di seta color bianco avorio con la scollatura a “V”, non troppo profonda che faceva intravedere appena il piccolo seno sodo, le braccia erano ricoperte dal pizzo realizzato da alcune artigiane Babbane e  rivestiva interamente il corpetto, la gonna terminava con una coda lunga di due metri.

Il velo bianco le copriva il viso mentre sui capelli teneva un piccolo diadema regalo di Narcissa, il bouquet era di rose bianche con al centro tre tulipani rossi simbolo del loro eterno amore.

Quando l’orchestra riprese la marcia nuziale Hermione alzò la testa cercando i suoi occhi di ghiaccio e sorrise, lui era lì e la stava aspettando e in quel momento che Draco capì che la sua vita sarebbe stata stupenda perché la sua dea sarebbe stata sempre al suo fianco.

Quando Matt Granger consegno la mano della sua unica figlia a Draco Malfoy sorrise anche lui verso il biondo, chi l’avrebbe mai immaginato che quei due un giorno sarebbero convolati a nozze.

Il ministro della magia Kingsley Shacklebolt prese la parola.

<-Oggi siamo qui riuniti, in questo bellissimo e magico Castello per celebrare e festeggiare con Draco e Hermione  la loro sacra unione.

Chi come me  li conosce ed ha avuto modo di stare affianco a questi ragazzi non si è stupito di ricevere le loro partecipazioni di nozze e come me si è rallegrato.- disse il mago.

- La loro unione deve rappresentare per tutti noi il cambiamento e l’abbattimento dei vecchi ideali che non tanto tempo fa regnavano tra i maghi, questa è per tutti l’unione tra il mondo magico e il mondo babbano, fra i purosangue e i mezzosangue ma è soprattutto il trionfo dell’amore.

Di quello vero che durerà per sempre, perché Draco e Hermione si amano e lo si nota dai loro gesti, dai loro sguardi …- rise il ministro.

- E da molto altro. Quindi non vorrei dilungarmi ancora e dò voce ai due sposi con le loro promesse->.

La prima a prendere la parola fu un’emozionata Hermione che ora aveva tra le mani una piccola pergamena.

<- Draco Amore mio, insieme ne abbiamo passate tante, - disse guardandolo negli occhi e mordendosi appena le labbra dall’imbarazzo e continuò.

- ma se siamo qui In questo momento tutti gli ostacoli le pene e le sofferenze che ci hanno intralciato la strada si sono dissolte come la nebbia regalandoci così questo speciale e irripetibile giorno. Spero veramente di poterti stare vicino e sostenerti in ogni momento che sia facile o difficile! Ne passeremo ancora tante insieme, ma so che al tuo fianco ogni ostacolo ogni problema sarà meno grave perché ci sosterremo a vicenda, perché il nostro amore resisterà a tutto e a tutti perché solo con te il mondo è migliore per tutto questo io voglio sposarti e esserti fedele sempre.-> disse infine la mora.

<-Lo voglio –>rispose Draco e dopo fu il suo turno.

<-Hermione, sono qui per dichiarati tutto il mio amore. Come ben sai, e credo lo sappiano anche tutti quelli che sono qui riuniti, che per me questa è una cosa difficile. Io non sono abituato ad esternare i miei sentimenti ma con te e per te farei di tutto per renderti felice e so che questo ti renderà felice.-

 Disse guardando la riccia dai quali occhi scendevano delle lacrime di commozione e riprese a parlare.

-Il tuo amore per me non è un di più, ma l’essenziale di cui non posso fare a meno neanche per un istante. Ho bisogno di te per sentirmi vivo e felice. So che Il nostro amore mai si spezzerà, il nostro amore durerà per sempre, perché siamo come i fiori sotto il chiaro di luna, ombra e sostanza di un essere solo. Tutto questo sei per me ed è per questo che ti chiedo di diventare mia moglie.->

<-Lo voglio- rispose la riccia ancora commossa.

<-Con i poteri conferitimi dall’ordine magico dichiaro Draco e Hermione uniti nel sacro vincolo del matrimonio. Nessun mago o babbano possa interferire in questo matrimonio come in tutte le unioni magiche questa è inscindibile e impugnabile da alcuno-> concluse il ministro.

<-Ora lo sposo può baciare la sposa-> Draco non fece attendere oltre la sua neo sposa e sollevando il velo della riccia la guardò negli occhi prima di unire le sue labbra a quelle della ragazza.

<-Ti amo-> le sussurrò a fior di labbra, lei sorrise e rispose:

<-anche io Draco, anch’io ti amo.-> disse Hermione, prima di stampare un altro bacio sulle labbra del biondo.

 Dopo la cerimonia tutti gli invitati aspettarono gli sposi fuori dalla cappella per lanciare il riso e i petali di rosa, mentre i due sposi fecero volare due colombe simbolo di pace.

Dopo poco tutti gli ospiti si riversarono nella radura  che era stata interamente allestita per il ricevimento con ampi gazebi magici  dove erano stati sistemati tanti tavoli tondi e li vennero fatti accomodare gli ospiti. Una piccola orchestra suonava vicino al grande lago di Loch Ness, proprio accanto agli alberi del bosco nero era stato messo un picco palchetto dove vennero aperte le danze.

Era da quel preciso punto che arrivò l’unico uomo non felice della festa, l’unico a non essere invitato.

Ron Weasley avanzò indisturbato tra la folla senza destare l’attenzione su di sé, Giuse fino agli sposi che in quel momento ricevevano gli auguri da alcuni parenti francesi di Draco.

<- Hermione- disse il rosso facendo girare i due sposi all’unisono.

-finalmente hai trovato uno scemo che ti ha sposato. – sollevando appena la voce attirando l’attenzione degli invitati che stavano lì vicini.

-un ripiego perché non hai potuto avere me.- Draco rise guardando Ron.

<-Weasley, ti stai rendendo ridicolo-> disse Draco mentre Harry cercava di portare il suo ex migliore amico via da quel posto. Ma Ron non si spostò e continuò la sua performance.

<-Sei un illuso Malfoy. Un illuso. Lei ama me, solo me ricordalo->.

Anche l’orchestra smise di suonare e alla piccola folla che si era formata si aggiunsero i signori Weasley.

Ma alla fine fu Hermione a prendere la parola.

<-Spesso le persone cattive sono in realtà dotate di grande intelletto, ma questo non è il tuo caso Ron. Mi disgusti e mi vergogno per te, per quello che sei diventato, puoi fare solo una cosa buona ed intelligente nella tua vita: sparire per sempre dalla mia!-> disse Hermione stringendo i pugni. Ringraziò non avere tra le mani la sua bacchetta se no l’avrebbe come minimo maledetto per tutte le cose che quell’insulso uomo le aveva fatto.

<-io mi devo vergognare- io Hermione ti rendi conto che hai sposato un Mangia…->

<-se fossi in te ragazzo disse il ministero della magia eviterei di rendermi ancora ridicolo sei in presenza di tutto il mondo magico e da quanto so dovresti stare a distanza di km dalla signora Malfoy senza contare che stai mancando di rispetto ai tuoi genitori- disse il mago di colore rivolgendo uno sguardo al signor Arthur Weasley che avanzò verso il ministro e strattonò con forza l’ultimo maschio dei suoi figli e lo trascino via dal banchetto di nozze.

L’orchestra riprese a suonare su invito di Narcissa che strinse un poco la sua giovane nuora tra le braccia prima di lasciare la ragazza tra le braccia della signora Molly.

<-Hermione cara- disse la donna dai capelli rossicci.

- mi vergogno tanto per tutto quello che è successo-

Disse trattenendo a stento le lacrime che sgorgarono dai suoi occhi azzurri.

-Tu non meritavi quelle parole, nessuna donna le merita. Tu meriti tutta la felicità e io te lo auguro bambina mia. in cuor mio speravo che diventassi la moglie di mio figlio ma lui non è degno, lui è una vera delusione. Malfoy ti ama e tu ami lui e vi auguro tutto il bene possibile. Tutto il bene disse la donna ora presa dai singhiozzi->

Hermione l’abbraccio e la fece calmare.

<-le voglio bene signora Weasley e per me lei sarà sempre una seconda mamma, la prima mamma magica.->

<-Oh cara->rispose la donna stringendola ancora. Draco si avvicinò piano alle due donne che erano in disparte e le osservò mentre si abbracciavano non voleva disturbare ma era tradizione che gli sposi ballassero il primo valzer della serata quindi si fece coraggio.

<-Hermy, disse il biondo facendo girare le due donne.

-Ci stanno aspettando per il valzer->Affermò guardando sua moglie.

La signora Molly si asciugò le lacrime e si sollevò di scatto lasciando la ragazza con suo marito non prima di aver stritolato anche il biondo Malfoy tra le sue grossa braccia.

<-Andiamo-> disse la riccia facendosi condurre dal neo marito al centro della pista.

La loro vita insieme incominciava da li, sarebbe stata dura perché il mondo era pieno zeppo di stronzi come Ron ma se loro stavano insieme e continuavano ad amarsi come si amavano niente e nessuno gli avrebbe mai separati perché il loro amore, ne erano sicuri, sarebbe durato per sempre.

 

SPAZIO AUTRICE.
Ora ne sono sicura questo è l'ultimo capitolo...non so se mai farò delle piccole slot su questa storia o se magari prenderò spunto dall'epilogo, che ho gia in testa, per farne una serie, vediamo cosa uscirà dalla mia fantasia.
 Vi ringrazio di cuore per tutte le parole d'incitamento che ho ricevuto . Siete fantastiche, senza il vostro sostegno non ci sarei mai riuscita.
Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti ben 22 persone.
chi tra i ricordati ben 10.
e poi il numero più grande, quelli che hanno messo AMAMI PER SEMPRE tra le storie seguite. ben 94 persone. Ringrazio anche tutti quelli che sono passati di qua e hanno letto in silenzio la mia storia spero che le mie emozioni siano arrivate a voi tramite i personaggi di Draco e Hermione.
Un bacio Grande Michela.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** EPILOGO ***


-EPILOGO-

Dopo il matrimonio Hermione e Draco Malfoy decisero di andare a vivere nel castello Urquhart.

 I giovani coniugi erano affezionati al castello poiché era stato testimone della loro favola, si erano dichiarati, baciati, sempre li avevano fatto per la prima volta l’amore e tra quelle mura antiche e ricche di magia avevano coronato il loro sogno d’amore convolando a nozze.

Subito dopo il matrimonio ripresero a lavorare come Auror presso il ministero della magia, anche se dopo solo un anno Hermione cambiò lavoro dedicandosi a un nuovo ruolo all’interno del mondo magico diventano responsabile del Dipartimento della Regolazione della Legge Magica.

Negli anni il castello aveva visto molti altri momenti felici della coppia, la nascita dopo un solo anno di matrimonio del piccolo Altàis fu una di queste. Il primo figlio di Draco e Hermione nacque confermando tutti i cliscé del perfetto Malfoy, maschio, biondo e in seguito Sepeverde. Il piccolo già in tenera età aveva una grande cotta per la bella Lily Potter nonostante avesse tre anni di differenza e lei lo snobbasse sempre. A due anni di distanza dalla nascita di Altàis nacquero anche le gemelle Cassiopea e Nihal.

Che diedero nuova vitalità alla coppia.

 

***

L’alba di un nuovo giorno illuminava il grande lago di Loch Ness e due bambine dai capelli biondi osservavano lo spettacolo.

<-Sai Cassy dobbiamo goderci ogni attimo insieme perché se saremo smistate in altre case, non potremo più fare le cose che facciamo qui->. La piccola Cassy girò il viso verso sua sorella più grande di appena due minuti e la guardò stranita.

<-Nihal io voglio finire nella tua stessa casa. Non voglio stare sola lo sai che mi sento triste se non stiamo insieme e poi Altàis dice che possiamo chiedere al cappello di metterci dove vogliamo. Lui l’ha fatto->.

Cassiopea Malfoy era bambina dolce e spensierata amava la natura e le poesie ma secondo sua sorella gemella non aveva la stoffa per diventare una sepeverde. Da sua madre aveva ereditato la linfa vitale della perfetta grifondoro, il coraggio, il puntiglio e l’orgoglio si mescolavano in lei anche se il suo fisico e i suoi colori erano al cento per cento made Malfoy ma a differenza della sorella gemella Nihal anch’essa bionda e senza dubbio prossima sepeverde, Cassy aveva ereditato da sua madre Hermione anche i capelli ricci.

<-Lascia stare quello che dice Altàis, lui è finito a Sepeverde perché tutti i maschi Malfoy finiscono lì …->replicò stizzita Nihal.

<-Ma ha detto che l’ha chiesto per stare con Lily-  Nihal sbuffò.- ancora credi alle cose che dice Cassy. Mente e manipola se Lily fosse stata, grifondoro come i suoi fratelli e il nostro adorato Altàis avesse chiesto al capello di finire lì l’avrei capito, ma zio Neville ha detto che il capello si è appoggiato appena quando ha urlato, sepeverde e quindi non ci sono dubbi lui non ha chiesto niente e se continui cosi è scontato che finisci a Grifondoro.-> concluse sprezzante.

La piccola Cassy si rabbuiò forse quella sarebbe veramente stata l’ultima volta che avrebbe condiviso una cosa con sua sorella gemella se non fosse finita a Sepeverde, sarebbe stata la prima Malfoy da secoli a essere smistata in un'altra casa.

Forse suo nonno Lucius non le avrebbe più regalato la cioccolata bianca che lei amava tanto se avesse disonorato il buon nome dei Malfoy, ma quel suo segreto non lo disse mai a nessuno troppo orgogliosa per ammetterlo, come la sua mamma.

Si lo sapeva in cuor suo che sarebbe stata la prima Malfoy a grifondoro.

<-Ecco dove sono finite le mie due principesse- disse un uomo alto e biondo e fantasticamente bello che faceva il nome di Draco Malfoy.

<-Papà stiamo aspettando l’alba, disse Nihal guardando suo padre Draco che si accomodò nel prato affianco alle sue due figlie.

<-anche io lo facevo spesso quando ero piccolo lo sapete-> disse guardando il pallido sole che si alzava piano nel cielo e illuminava la valle.

<-Non avevo mai visto l’alba- disse una voce dietro i tre Malfoy.

<-Hermy amore vieni- disse Draco facendo spazio a sua moglie che si accoccolò affianco di suo marito. Prima di essere letteralmente sopraffatti da quelle due streghette.

Era così che i coniugi Malfoy passavano le ultime giornate di vacanze estive prima che anche le loro ultime due figlie prendessero il treno che le avrebbe condotte a Hogwarts il luogo dove tutto nasce e tutto evolve e dove tanto tempo prima anche loro si erano conosciuti, disprezzati odiati, schiantati e infine amati.

 

Fine.

 

 SPAZIO AUTRICE.

 Ringrazio tutte le persone che hanno seguito questa storia,m spero che l'epilogo vi piaccia...apre nuove strade e una possibile serie futura.

Amami per sempre è un titolo che si presta e io non mi precludo niente finche la mia fantasia regge. 

kiss.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=789310