Will you remember me?

di Nag_
(/viewuser.php?uid=125217)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** 1. Then, you remember me? ***
Capitolo 3: *** 2. Evie's Family ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione

«Quando saremo grandi ti ricorderai di me?» chiese la bambina all'amichetto di giochi conosciuto qull'estate.
«Certo che mi ricorderò di te! Non potrei dimenticarti..» rispose convinto il bambino «E poi l'anno prossimo ci rivedremo, vero?!» aggiunse preoccupato.
La bambina annuì e lui rincuorato le schioccò un bacio sulla guancia.
La piccola prese allora la macchina polaroid lasciatale dalla madre e scattò una foto, la fece vedere all'amichetto e la infilò nello zaino.

Purtroppo, però, non andò così.
L'anno successivo non si rincontrarono.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1. Then, you remember me? ***


1. Then, You remember me?



Evie si guardò intorno in preda all’ansia.
Quel giorno lui sarebbe arrivato, sarebbe tornato a casa.
La ragazza si sistemò il cappellino che aveva indossato per non dare nell’occhio e strinse la polaroid tra le mani.
L’altoparlante annunciò l’arrivo di quelle che, presumibilmente, doveva essere il suo volo.
Controllò che non vi fossero pullman in pista, altrimenti il suo piano sarebbe andato in fumo, ma non ve ne era traccia.
Estrasse qualcosa dalla tasca e vi scrisse una frase, appesa poi la polaroid al collo e la girò appoggiandola sulla schiena.
Si avviò verso l’uscita del gate e lo vide, circondato da quattro uomini e qualche e persona intenta a guardarlo mentre attraversava la passerella.
Lanciò sulla passerella ciò che aveva in mano e assicuratasi che lui la ebbe raccolta, si voltò e se ne andò.


Il ragazzo raccolse un pezzo di carta che era planato sulla passerella, salvo poi accorgersi che era una fotografia polaroid di lui da bambino insieme ad una bimba dai capelli color miele e gli occhi marroni.
Sotto vi era una scritta: “Allora, ti ricordi di me?”
Il ragazzo alzò lo sguardo e si mise a cercare la proprietaria della fotografia.
Ad un certo punto vide una ragazza che andava verso l’uscita: con una macchina polaroid al collo.
«Evie! Mi ricordo di te!» urlò il ragazzo.
Evie si bloccò per un attimo ma non si girò anzi riprese, poi, a camminare verso l’uscita.
«Signor Fabregas, dobbiamo andare..» disse uno degli uomini al ragazzo, che si voltò.
«Certo certo, andiamo..» rispose Francesc Fabregas all’uomo del FC Barcelona che lo accompagnò al campo sportivo.


L’indomani Cesc era già a casa del suo migliore amico per parlare dell’accaduto , infatti dopo solo due giorni la notizia era su tutte le testate giornalistiche nazionali.
«Guarda Ger.. E’ già su tutti i giornali..» disse stancamente Cesc guardando la prima pagina della rivista !Hola¡ e passandola all’amico.
«”Evie! Mi ricordo di te!” sono le prime parole dette dal nuovo acquisto della squadra catalana FC Barcelona, Francesc Fabregas, una volta atterrato all’aeroporto El Prat ieri mattina.
Il centrocampista di Arsenal, Barcelona e Nazionale Spagnola, ha detto queste parole dopo aver trovato sulla passerella una polaroid raffigurante due bambini.
Che questa bambina della foto sia la famosa Evie pare indubbio, ma se è la stessa ad aver recapitato la foto a “Cesc” Fabregas non si sa.
Sotto la foto che prova l’esistenza della ragazza.» lesse ad alta voce Gerard Piqué mentre guardava una foto scattata dalle telecamere di servizio dell’aeroporto.
«In pratica tu hai conosciuto questa Evie in vacanza, da bambino, e le avresti promesso di non dimenticarla? Solo che poi non sei più andato in vacanza in quel posto, poi hai lasciato Barcellona ed ora grazie alla TV lei ti ha riconosciuto e trovato, e vuole sapere se ti ricordi di lei? Meglio di cenerentola..» disse teatralmente Ger.
«Possibile che tu sia sempre così idiota?» lo canzonò l’amico.
«Cattivo Cesc!» rispose con la voce da bambino Ger, suscitando lo sconforto in Cesc.
«Ger, seriamente, devo trovarla..» sentenziò Cesc fissando negli occhi il suo nuovo compagno di squadra.


«Mari sono a casa..» urlò Evie togliendosi il cappellino.
«Allora com’è andata?» chiese Mari all’amica.
«Pacco recapitato, ora torno a dormire..» rispose l’altra sorridendo.
Due giorni dopo Mari arrivò a casa come un fulmine, travolgendo l’amica.
Mari era così, semplicemente un uragano, capace di radere al suolo l’intera casa in pochi secondi.
«Guarda Evie!» disse spargendo delle riviste sul tavolino del salotto.
Prese la rivista !Hola! e una volta trovata la giusta pagina iniziò a leggere quanto scritto.
«”Evie! Mi ricordo di te!” sono le prime parole dette dal nuovo acquisto della squadra catalana FC Barcelona, Francesc Fabregas, una volta atterrato all’aeroporto El Prat ieri mattina.
Il centrocampista di Arsenal, Barcelona e Nazionale Spagnola, ha detto queste parole dopo aver trovato sulla passerella una polaroid raffigurante due bambini.
Che questa bambina della foto sia la famosa Evie pare indubbio, ma se è la stessa ad aver recapitato la foto a “Cesc” Fabregas non si sa.
Sotto la foto che prova l’esistenza della ragazza.»
«Non mi aspettavo che diventasse una notizia da prima pagina in tutte le riviste di gossip..» disse Evie una volta che l’amica ebbe finito di leggere «E tantomeno è ciò che volevo..» continuò poi.
«Dovevi immaginartelo invece. Non è più il Cesc di quindici anni fa, ora è un giocatore di calcio famoso a livello mondiale..» le rispose Mari.
«Beh comunque sia mi importa poco, non è certo pubblicità su una stupida rivista ciò che voglio..» continuò Evie.
«Dici che il suo amico, quello stupendo..» Mari non fece in tempo a finire la frase che fu bloccata da Evie.
«Alt! Non so nemmeno se rivedrò Cesc quindi non farti filmini mentali inutili..» le disse l’amica ricevendo come risposta uno sbuffo.
«E’ inutile che sbuffi Mari..»
«Tanto so che il pianto della mia cara amichetta andrà che è una meraviglia..»
«Si beh.. Vado a trovare mia madre..» disse Evie sforzandosi di sorridere.
L’amica annuì.




-----------------------------------
Spero non vi siano errori nel capitolo, non l'ho riletto!
E grazie a chi mi ha messo tra le storie seguite!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2. Evie's Family ***


2.  Evie's Family

 

 

Evie attraverso lentamente il corridoio guardandosi attorno, come ogni volta.

Odiava quel posto, così come odiava tutti i posti simili, ma quello più di tutti.

«Ciao Evie!» la salutò una donnina passandole di fianco.

La ragazza rispose solo con un cenno al saluto della donna, di nome Maria, e continuò nel suo cammino.

Alla fine del corridoio entrò in quella che era l'ultima stanza.

La stanza era una specie di salottino, ma all'interno vi era una sola donna intenta a guardare il panorama al di fuori della finestra.

Si avvicinò alla donna e le baciò la fronte.

«Ciao mamma.. Come stai oggi?» chiese Evie alla madre.

La donna la guardò con sguardo vacuo per poi tornare alla più piacevole azione di guardare al di fuori della finestra.

Evie abbassò per un momento gli occhi sconsolata, ma poi le ritornò il sorriso sul volto.

«Mamma ti ricordi di Francesc? Il ragazzino con cui passavo tutto il mio tempo al villaggio quando ero piccolina?» la madre si voltò verso di lei interessata perciò, che ricordasse o meno, Evie continuò nel suo discorso «Ti ricordi che se ne era andato a Londra?! E' da poco tornato, ed io l'ho rivisto. Diciamo che in realtà l'ho più intravisto. E lui pare ricordarsi di me..» continuò sorridente Evie.

La donna rispose al sorriso e per la prima volta da quando Evie era arrivata parlò.

«Che storia interessante.. Ma posso chiederle una cosa signorina?» chiese la donna.

Evie annuì.

«Lei chi è?»

Ad Evie scoppiò una lacrima, ma rispose subito alla madre.

«Sono tua figlia mamma, Evie..»

La donna iniziò a ridere contenta.

«Ho una figlia? Ma che bella cosa..» disse la donna sbattendo le mani tra di loro come una bambina.

«Si mamma, ed hai anche un figlio.. Si chiama Javier..»

«E Javier dov'è ora?» chiese ingenuamente la donna.

«Javier è in Argentina mamma..» “forse” aggiunse poi tra sé e sé.

«Capisco..» disse in un momento di serietà «In pratica non hai idea di dove sia. Di cosa faccia, con chi lo faccia. O è ancora convinto di essere un ribelle del nuovo millennio?» chiese la madre.

Per un momento Evie rimase stupita dell'improvvisa serietà della madre, ma poi ricordò che spesso accadevano alla madre momenti di lucidità, che in pochi secondi dimenticava di avere avuto.

«Scusami devo essermi persa un secondo tra i miei pensieri» rise la donna «Javier.. Che bel nome..» rise la donna.

«Mamma io ora devo andare.. Ti vengo a trovare domani..» salutò nuovamente dandole un bacio sulla fronte.

Evie uscì dalla casa di cura più sconsolata del solito ma, come sempre, lasciò i sentimenti all'interno della casa di cura “El Sol” e pensò alla prossima difficoltà che le sarebbe toccata: andare in polizia.

Evie aveva un amico, Sergio, che lavorava all'interno della polizia e faceva per lei indagini sulla possibile locazione del fratello in Argentina, o dovunque fosse.

Salì di nuovo in sella alla sua vespa azzurra e si diresse alla stazione di polizia.

Le ci vollero poco più di venti minuti per arrivare, e appena entrata si diresse verso l'ufficio di Sergio.

Bussò e la voce dell'amico le diede il via libera per entrare.

«Ciao Sergio..» lo salutò Evie.

«Evie..» l'abbraccio l'amico che nel vederla si era subito diretto verso di lei.

Si staccarono dall'abbraccio e Sergio riprese posto dietro la scrivania mentre Evie si sedette su una sedia posizionata dall'altra parte.

«Notizie di Javier?» chiese la ragazza senza troppi fronzoli.

L'amico annui.

«Abbiamo la certezza che fino a due mesi fa fosse ancora vivo.. Si trovava ancora a Buenos Aires però pare che sia stata catturata una guerriglia di ribelli in quel periodo. Oppure potrebbe essere insieme ad alcuni ragazzi che si sono spostati verso il Chile..» disse Sergio.

«Non si hanno altre notizie?» rispose la ragazza.

«Entro la prossima settimana la polizia argentina dovrebbe inviarmi la lista dei catturati in quel blitz. Ti chiamo appena ho novità Evie..»

La ragazza annuì e un po' più rincuorata fece ritorno a casa.

 

«Sono a casa..» urlò Evie entrando nell'appartamento.

In un primo momento non le rispose nessuno ma poi Mari si affacciò dalla sua camera con un libro in mano.

«Ciao Evie! Notizie?» chiese l'amica riferendosi indubbiamente al fratello di Evie.

«No Mari, per lo meno niente di recente.. Pare che fosse in Argentina ma ora non si sa..» disse abbassando lo sguardo sulle sue scarpe «Come ora devo pensare al prossimo passo da fare con la questione Cesc.. Devo fargli recapitare un biglietto.. Devo scoprire dove sta alloggiando.. Vieni con me per la missione spionaggio?» chiese Evie all'amica.

«Certo! Magari mi imbatto in Piqué!» disse Mari.

«Mari! Lo sai che potresti mandare a fanculo tutto il mio lavoro se solo tu rivolgessi anche solo la parola a Piqué! Comunque ho preso una cosa.. Così almeno lo potrai vedere da lontano..» concluse Evie facendo vedere all'amica due biglietti per il Trofeo Gamper, tra Barça e Napoli, con un sorrisone dipinto sul volto.

Mari spalancò la bocca per lo stupore e poi saltò letteralmente in braccio all'amica facendola arretrare di qualche passo.

«Calma Mari.. Calma!»  disse Evie all’amica che di lì a poco sarebbe potuta cadere per terra.

«Scusa scusa scusa.. Ma io ti amo! Cioè tu hai comprato i biglietti per la partita del Barça, in tribuna, grazie ai quali potrò vedere Piqué all’opera! Chissà se da quella distanza si vede il Piqueton.. » disse Mari alzando le sopracciglia.

«Perché ho un’amica così? Comunque torniamo serie, lo spionaggio attende..» concluse poi Evie prendendo Mari per un braccio e trascinandola sulla sua vespa.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=790426