Hopeless Love

di SweetButterfly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap.1 Nuovo incontro ***
Capitolo 3: *** Cap.2 La vita...può cambiare ***
Capitolo 4: *** Cap.3 La nuova missione ***
Capitolo 5: *** Cap. 4 Una giornata rovinata ***
Capitolo 6: *** Cap.5 Inquietante presenza ***
Capitolo 7: *** Cap. 6 Il mio sogno... ***
Capitolo 8: *** Cap. 7 Al tuo ritorno sarò qui ***
Capitolo 9: *** Cap. 8 Ritorno...alla normalità ***
Capitolo 10: *** Cap. 9 Dimenticare? ***
Capitolo 11: *** Cap. 10 Proteggere Sophie ***
Capitolo 12: *** Cap. 11 Aggressione ***
Capitolo 13: *** Cap. 12 Scambio ***
Capitolo 14: *** Cap. 13 La verità ***
Capitolo 15: *** Cap. 14 Nevicata speciale ***
Capitolo 16: *** Cap. 15 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
-Seguimi.
L'uomo dai capelli bianchi,gli occhi spenti e privi di vitalità,il corpo reso debole dalle cure che avrebbero dovuto salvarlo,seguiva i movimenti di quella strana presenza nella sua piccola stanza in ospedale.
-Seguimi, la tua vita è completa. Ti aspetta la pace eterna.
L'uomo era impaurito,ma quando dietro di me iniziò a risplendere la luce che lo avrebbe portato alla salvezza si rilassò e chiuse gli occhi. Così mi avvicinai a lui e posai la mia mano al centro del suo petto.
Adesso l'anima di quell'uomo era libera;lasciava il suo involucro terreno in quel letto e seguiva il tunnel di luce segnato dalla mia ombra.
Ecco...il mio compito era concluso,avevo donato la pace ad un'anima sofferente. Anche se alcune volte il compito da me svolto mi metteva di fronte a situazioni difficili e mi faceva ricredere sul grande disegno divino,ad uno come me non era permesso provare sentimenti.
La vita era solo uno stato di passaggio,come una strada da seguire prima di raggiungere la meta, ed io ero l'ultimo accompagnatore di quelle anime.
Io ero l'Angelo della Morte. 

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Capitolo 2
*** Cap.1 Nuovo incontro ***


Capitolo 1

Quella mattina mi toccava un compito estremamente difficile. Avrei dovuto accompagnare un'altra anima verso la salvezza...era una donna giovane,una madre di famiglia. Come avrei potuto allontanare quell'anima dalla sua unica ragione di vita?la sua famiglia?
Ma io non potevo preoccuparmi delle conseguenze,dovevo svolgere il mio compito e poi andarmene. Perciò entrai nella stanza d'ospedale della donna.
-Non ce la farà.
-Ne siete sicuri?.
A parlare era stata una ragazza,si rivolgeva al dottore con un tono di voce ormai rassegnato.
-Le sue condizioni sono peggiorate. Temo che non passerà la notte.
Il dottore guardava la ragazza e aspettava una risposta,ma non arrivò,per cui promise che sarebbe tornato a controllare la paziente e uscì dalla stanza.
La ragazza salutò il dottore e si diresse verso il letto della donna. Per la prima volta la guardai in viso e vidi due occhi del colore del cielo pieni di lacrime,i suoi capelli neri come la notte si muovevano leggeri a causa del vento che entrava dalla finestra semiaperta. La ragazza prese le mani della donna e si sedette accanto a lei.
-Per favore non lasciarmi. Come farò senza di te?
Scoppiò a piangere,non riusciva più a parlare,ormai sentivo solo i singhiozzi soffocati del suo pianto.
Ed io ero lì, a guardare quello struggente spettacolo,io,presenza invisibile e portatrice di morte,ero lì a profanare i loro ultimi attimi insieme.
Decisi perciò di uscire da quella stanza, avrei portato a termine il mio compito più tardi.
So che non avrei dovuto farlo...non mi era permesso lasciarmi sopraffare dai sentimenti umani,ma c'era qualcosa in quella ragazza che mi tratteneva dal mio scopo.
 
Rientrai nella stanza della donna molto tempo dopo il mio ultimo ingresso. trovai la ragazza distesa accanto al letto della donna. Stava dormendo,probabilmente avrebbe passato lì la notte.
Il mio compito non poteva aspettare,dovevo farlo ora...per cui mi avvicinai alla donna e protesi la mano verso il suo petto.
-Chi...sei?
Era la donna,aveva aperto gli occhi.
-Non importa. Seguimi,ti aspetta la pace eterna.
La donna non sembrò impaurita né sorpresa,era serena,come se sapesse che cosa le stesse accadendo. Non staccò mai gli occhi dal mio viso.
-Ti prego,prima che io me ne vada,promettimi che ti prenderai cura di mia figlia. è ancora piccola,è molto sensibile e non so come reagirà alla mia scomparsa. Ti prego dille che l'amavo con tutto il cuore,dille che era l'unica ragione per cui ho lottato contro la morte fino ad adesso.
Gli occhi della donna non si staccavano dai miei,ed io non sapevo cosa fare; non ero mai capitato in una situazione del genere.
-Ma io non posso...io...
-Ti prego,non abbandonarla. So che tu sarai l'unica speranza di alleviare il dolore di Sophie.Non le rimarrà nessuno dopo che io me ne sarò andata.
-Mi dispiace ma io non posso farlo.
La donna ormai priva di forze,richiuse gli occhi e lasciò il mio sguardo.
-Ho fiducia in te.
Con queste ultime parole la donna lasciò il suo corpo e quell'anima sofferente si diresse vero il tunnel di luce alle mie spalle.
Il mio compito era concluso. La donna finalmente era libera dalle sofferenze terrene...ma aveva lasciato una strana inquietudine dentro di me.
Dovevo andarmene, adesso, prima che Sophie si svegliasse,ma non feci in tempo.
Mi allontanai da quella stanza ascoltando le grida di disperazione della ragazza che avrei dovuto proteggere. 

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Capitolo 3
*** Cap.2 La vita...può cambiare ***


Capitolo 2

Cara mamma,
oggi finalmente sono riuscita a divertirmi. Ho vissuto finalmente una giornata da sedicenne spensierata.
Sai qui a casa di zia non sto poi così male. Ti ho già raccontato di Eliza,vero? La mia nuova amica e vicina di casa. Andiamo anche a scuola insieme, è merito suo se oggi mi sono sentita di nuovo viva.
Dopo che te ne sei andata non sapevo cosa mi aspettasse,avevo paura. Cambiare città,casa,amici...per me è stato difficile.
Ma và meglio. Sì,è vero, è passato solo un mese ma ultimamente ho pensato parecchio a tutto ciò che è accaduto. So che tu mi proteggerai sempre, sarai sempre al mio fianco ed io non sarò mai sola.
Ecco perché oggi ho deciso di uscire con Eliza.Siamo andate al centro commerciale;lì c'erano già due sue amiche, Crystal e Jade. Devo dire che all'inizio,appena arrivata nella nuova scuola,mi erano antipatiche. Ma Eliza mi ha detto che per giudicarle avrei dovuto conoscerle. Ed infatti aveva ragione.
Anche essendo le due ragazze più popolari della scuola mi hanno accettato per quella che sono,senza pregiudizi.
Beh...mamma devo finire qui questa lettera. Stasera tocca a me lavare i piatti e zia sta già urlando dalla cucina.
Sai com'è la zia...d'altronde cosa ci si aspetterebbe da tua sorella?
Ti mando un abbraccio e un bacio.
A presto mamma.
Sophie


Anche quella sera ripiegai la lettera e la misi nel secondo cassetto della scrivania,insieme alle altre lettere che avevo scritto a mia madre in quel mese dopo la sua morte.
Mia madre era stata portata via da un cancro fulmineo ai polmoni e io non avevo potuto fare niente per salvarla. Perciò ogni sera scrivevo una lettera indirizzata a lei, con la speranza che anche da lassù mi sentisse.
Mi alzai dalla scrivania e uscì dalla mia stanza.
-Arrivo zia.
Scesi le scale che portavano al pian terreno e mi diressi in cucina.
-Eccomi,scusa ma stavo scrivendo.
-Va bene,sei perdonata per il ritardo.
Adoravo mia zia. Era giovane,non era molto più grande di me,era la sorella minore di mia madre e come lei amava la vita. Viveva spensierata,si divertiva quando poteva,ma quando era a lavoro nessuno avrebbe detto che avesse solo 25 anni e che si godeva la vita. Era una donna rigida, ma d'altronde nel suo ambiente non poteva comportarsi diversamente. Lavorava in una rivista di moda ed era riuscita ad arrivare al top in poco tempo, era la vice-direttrice.
-Sai oggi sono tornata a casa dopo pranzo per prendere una cosa che avevo dimenticato e tu non c'eri. Per caso c'entra un ragazzo?
Mi zia sembrava una ragazzina in quei momenti. Mi fissava con i suoi occhi da cerbiatto e un mezzo sorriso sulle labbra.
-No, niente ragazzi. Ero con Eliza e altre due amiche.
-Ah davvero?mmm...mi deludi così! Sei mia nipote e ancora non hai accalappiato un bel ragazzo!
-Ma zia!
- Hey...è la verità!Io alla tua età avevo una sfilza di ragazzi ai miei piedi.
- Vivien per favore,non iniziamo questo argomento.
-Ok,ma sei una così bella ragazza...non capisco perché nessuno si fa’ avanti.
-Io non sono attraente.
-Cosa? Stai scherzando vero?
-Ok Vivian.Io vado in camera.
Mia zia mi diede la buonanotte e mi lasciò andare in camera mia.
Mi sdraiai sul letto e presi la mia vecchia copia sgualcita di Orgoglio e Pregiudizio . Cominciai a leggere da dove avevo lasciato la sera prima,il decimo capitolo.
Leggendo,pian piano mi persi nel sonno e sognai mia madre. Era nella cucina della mia vecchia casa e mi disse due precise parole
"Ti Proteggerà" 

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Capitolo 4
*** Cap.3 La nuova missione ***


Capitolo 3

D'ora in poi sarà diverso.
Oggi sarò un ragazzo normale che vive la sua vita tra casa,scuola e amici;e tutto per mantenere una promessa. Tutto per proteggere lei.
Quella donna mi aveva colpito con la sua forza,anche negli ultimi istanti di vita. Era riuscita a farsi coraggio e ad affrontare la morte. Io non potevo tradire quell'anima così fiduciosa in me.
Il mio compito sarà proteggere Sophie.


-No Eliza! Per favore non mi va di parlarne.
-Dai Sophie!Ti prego,dimmi che vi siete detti.
-Ma se ti ho detto che non mi và ci sarà un motivo.
-Se se...tu vuoi nascondermi qualcosa.
-Se ne sei convinta.
Eliza non la smetteva di ossessionarmi quella mattina;dopo aver passato un'ora di biologia avendo come compagno il ragazzo più bello della scuola e facendo la figura della stupida,non mi andava di parlare con lei.
Dovevamo fare un esperimento e io dopo aver combinato un disastro ho iniziato a farneticare,a dire cose senza senso. Quando è finita l'ora sono corsa fuori dall'aula come se stessi scappando da un mostro. E lui non ha detto nulla,sorrideva...probabilmente si divertiva della mia goffaggine.

Oggi l'ho incontrata per la prima volta. Cioè per la prima volta da essere umano. Mi sono iscritto alla sua stessa scuola ed oggi eravamo insieme all'ora di biologia. è davvero una ragazza strana,con le sue amiche è così solare e spontanea,ma non appena si trova davanti ad un ragazzo diventa l'opposto. Ha iniziato a parlare di cose assurde,dopo aver rovinato la riuscita dell'esperimento; quando è finita l'ora è fuggita dalla classe. Devo dire che mi sono divertito...purtroppo non sono riuscito a presentarmi. Vorrei che ci conoscessimo e diventassimo amici, in modo da poter passare più tempo con lei e proteggerla.
Spero di non aver provocato l'effetto contrario con il mio atteggiamento...spero di poterci parlare domani.

Dopo la scuola tornai subito a casa. Non volevo incontrare nessuno,specialmente Eliza,mi avrebbe fatto di nuovo il terzo grado. Ma non potevo considerarmi salva così presto. Quella sera aveva organizzato una serata cinema a casa sua, aveva invitato anche Crystal e Jade. Avremmo visto un film d'amore,quei soliti film smielati per adolescenti: lei ,la ragazza sfigata,da sempre innamorata di lui,lui il più popolare della scuola che non pensa ad altro che alle belle ragazze, lei cambia per lui,lui si accorge di lei, escono insieme, si innamorano,lui capisce di aver sempre amato lei. Il solito lieto fine scontato. Io odiavo quei film, avrei preferito un film d'azione o un bel horror; ma pur di passare una serata in compagnia avevo accettato l'invito.
-Eliza non osare nemmeno pensare di farmi manicure o cose del genere. Non è un pigiama party da 13enni.
-Ma Sophie...così mi offendi. Crystal sta portando tutto l'occorrente per farci belle e Jade la sta aiutando.
I miei peggiori incubi si stavano avverando. Passare una serata nel meraviglioso mondo rosa delle principesse era una vera e propria tortura per me. Crystal ce la vedevo bene. In fondo era la ragazza più bella e popolare della scuola,un fisico perfetto,da cheerleader ovviamente,bionda,occhi azzurri, figlia di un famoso direttore di banca...per cui i soldi non le mancavano per niente. Altra importante caratteristica: era ben accetta tra i ragazzi. Nonostante tutto si stava bene in sua compagnia,quando non parlava del suo mondo perfetto.
Jade era la sua migliore amica,ma potevo benissimo definirla la sua "servetta".
Le stava sempre appiccicata, qualunque cosa Crystal chiedesse Jade l'avrebbe fatta senza obiettare. Era un po’ più bassa,con un bel fisico da cheerleader anche lei, capelli scuri e corti sulle spalle. Non era poi tanto carina, ma stare accanto a Crystal aveva i suoi vantaggi.
Arrivarono presto a casa di Eliza. Sembrava che avessero svaligiato un negozio; uscimmo anche noi per aiutarle a portare tutto dentro.
La serata passò ovviamente come mai avrei immaginato di fare nella mia vita. Iniziarono con manicure,pedicure,maschere per il viso,acconciature strane,ecc...
Finita questa lunghissima tortura,ci gustammo il film più prevedibile e smielato tra tutti i film d'amore per adolescenti. Per fortuna non durò moltissimo e io con una scusa tornai a casa in tempo per scrivere la mia lettera e leggere il mio amato libro,perdendomi nelle campagne inglesi di inizio ottocento. 

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Capitolo 5
*** Cap. 4 Una giornata rovinata ***


Capitolo 4

-Sophie devi venirci assolutamente!
-No,ho detto no. Se non l'hai ancora capito ho detto...No!
- è un occasione unica...le selezioni per le nuove cheerleader non si fanno così,a metà anno per sfizio.
-Seriamente Eliza,tu mi ci vedi con quella mini-divisa a saltare e canticchiare con i pon pon colorati?
Guardai Eliza in modo da farle capire che non avrei mai accettato una cosa del genere. Io cheerleader? Ma stiamo scherzando?
-Sophie così mi costringi a passare alle maniere forti. Tu verrai con me ai provini oggi pomeriggio. Costi quel che costi. Ti trascinerò se sarà necessario. Ah...sai una cosa? Lo dirò anche a Crystal, con lei non si scherza su queste cose. Perciò cerca di fare la brava,passo a prenderti alle quattro.
-Eliza!
Niente da fare,era già scomparsa dietro l'angolo. Perciò mi ritrovai sola in corridoio, davanti al mio armadietto in cerca di una scusa plausibile per evitare i provini delle cheerleader.
Ero ancora lì quando suonò la campanella e tutti uscirono dalle aule per il cambio dell'ora.
Odiavo quella confusione,per cui rovistai nel mio armadietto in cerca dell'orario delle lezioni.
Vediamo...cosa ho adesso?Biologia...letteratura straniera...trigonometria...ecco,Storia. Mi toccava l'ora di storia con il professor Connely; un uomo sui quaranta,affascinante direi. Quell'ora non mi sarebbe dispiaciuta per niente,se non per un leggero dettaglio:in classe con me c'era Alex.
Si,Alex,il ragazzo più popolare della scuola, il quarterback della squadra di football,il ragazzo con cui mi ero umiliata all'ora di biologia.
Stavo pensando a tutto questo quando sentì:
-Ciao.
Oh mio dio,era Alex. Cosa ci faceva vicino al mio armadietto,perché mi aveva rivolto la parola?
-Che vuoi? Che ci fai qui?
-Ehm...questo è il mio armadietto. E poi mi sembra buona educazione salutare le persone.
-Ah...beh io ho pensato che...cioè no,veramente...beh lascia stare,non importa.
Ecco stavo di nuovo farneticando davanti a lui. Volevo sprofondare nell'abisso della mia vergogna.
Ecco lui stava di nuovo ridendo di me. Ma perché devo fare certe figure io?
-Piacere io sono Alex. L'ultima volta che ci siamo visti non ho avuto l'onore di presentarmi.
-Ah,certo...sì ti conosco...cioè non di persona...ovviamente non abbiamo mai parlato ma tu...
Basta Sophie!Basta! Stai di nuovo farneticando. Respira con calma e rispondigli. Ogni tanto pensavo che ci fossero più persone nella mia testa...ok stai perdendo tempo. Rispondigli!
-Ehm piacere...Sophie.
-Bene Sophie,ci vediamo dopo. Ciao.
Mi salutò e si diresse verso il cortile. Io rimasi lì a pensare a quello che era appena accaduto. Alex mi aveva rivolto la parola,per cui non mi considerava così stupida...
-Sophie!
-Si?Ah...ciao Crystal.
-Senti Eliza mi ha detto che verrai a fare i provini oggi. Sono così contenta!!! Vedrai ti faremo entrare subito nel nostro gruppo.
-No Crystal...veramente...
-Non voglio obbiezioni. Alle quattro e mezza qui a scuola. Ah...e tanto per chiarezza...sta lontana da Alex. Lui è mio.
-Ma io non...
-Ah-ah-ah...non mentirmi,ti ho visto prima che parlavi con lui. Lascialo in pace!
Crystal mi fulminò con i suoi grandi occhi turchesi,voleva accertarsi che avessi capito il concetto di "proprietà privata".
-Beh...ci vediamo oggi allora. Ciao Sophie!
Bene. La mia giornata era definitivamente rovinata. Dovevo partecipare ad un insulso provino per cheerleader,ero stata minacciata da Crystal,per non finire avevo notato che un ragazzo mi fissava tutto il giorno,senza rivolgermi la parola. Dov'ero io,c'era anche lui. A dir la verità era un po’ inquietante,non vorrei proprio essere la preda di un maniaco in questo periodo.

Sophie è sempre più vicina. Si è accorta di me finalmente. Da adesso farò in modo che lei possa fidarsi di me. 

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Capitolo 6
*** Cap.5 Inquietante presenza ***


Capitolo 5

Eccomi qui a saltellare con quella semi-tuta da cheerleader. Ma chi me l'ha fatto fare?
-Sophie! un po’ più d'entusiasmo...
Un pò più d'entusiasmo? Un Po’ Più d'Entusiasmo???Adesso glielo faccio vedere io l'entusiasmo!
-La Cheerleader mai farò ed ora me ne andrò!Yeah!
Mi misi a canticchiare,tipo slogan,quella frase tentando di imitare le loro mosse. Buttai i pon-pon a terra,presi le mie cose e uscì dalla palestra,lasciando tutti ammutoliti. Tranne Eliza,non riusciva a trattenersi,stava per scoppiare a ridere.
Che liberazione! Non mi sentivo così bene da tanto tempo. Non è che avessi fatto chissà cosa,ma mi sentivo soddisfatta.
Ero nel corridoio che mi conduceva al cortile,sola,ma avevo la sensazione che qualcuno mi stesse osservando. Mi guardai intorno,non vidi nessuno...quella sensazione era davvero orrenda. Perciò mi affrettai verso il portone che conduceva fuori; lo raggiunsi e uscì all'aria aperta.
"Adesso si che và meglio".
Guardai ancora una volta dentro,ma niente,nessuno. Tirai un sospiro di sollievo.
Mi girai di scatto e mi scontrai con qualcuno.
-Oh...scusa.
Era un ragazzo,lo guardai in viso e per poco non svenni. Era Alex.
-Ehy!Non preoccuparti.
-No scusami. Ti sono venuta addosso. Non ti ho visto,il fatto è che ero spaventata. Ero nel corridoio e avevo la sensazione di essere seguita...sono corsa fuori e non ti ho visto. Oh...ma l'ho già detto questo,scusami.
Oddio stavo farneticando ancora. Ma che problemi aveva il mio cervello? Dalla mia bocca continuavano a uscire parole,senza che io riuscissi a fermarmi.
-Sophie,Sophie...non scusarti...non è colpa tua...
-Sì,ma io non sto mai attenta. Ho la testa altrove. Sempre! Scusami davvero.
Alex posò un dito sulle mie labbra, in modo da farmi zittire...e ci riuscì.
-Sophie basta con queste scuse. Non è niente,davvero.
Mi sorrise e io non potei fare altro che ricambiare il suo sorriso. Era davvero bello...non riuscivo a pensare ad altro. Quando sorrideva tutto il suo viso si illuminava. Gli occhi,di un colore verde-azzurro stupendo, scrutavano il mio viso.
-Sai prima sei stata davvero grande.
-Cosa?
-Prima in palestra,con Crystal e le altre.
-C'eri anche tu lì?
-Ehm...ero fuori dalla palestra, ma passandoci davanti ti ho visto e non potevo perdermi quello spettacolo.
-Hai visto tutto?
-Se per tutto intendi anche la scenata prima di fuggire,sì.
Ecco un'altra figura da perfetta stupida davanti ad Alex.Come mi considerava ora?Una ragazzina petulante e presuntuosa?
-Ok,è meglio che me ne vada.
-E perché?
Alex mi guardò sorpreso. Se me ne volevo andare avevo i miei buoni motivi: non volevo fare altre figure con lui.
-Ho i miei motivi.
-Che ti è successo?
Aveva notato il mio cambiamento d'umore; poteva leggermi così facilmente in viso?O era il mio viso troppo facile da leggere?
-No,niente. Devo andare.
-Ma stai bene?
-Si si.
Mi allontanai da lui,cercando di raggiungere la macchina di Eliza. L'avrei aspettata lì,avrebbe finito da un momento all'altro i provini. Poggiai le mie cose sul cofano e mi ci sedetti sopra,in attesa di Eliza. Alex mi osservava da lontano,da dove l'avevo lasciato. Era rimasto spaesato dal mio atteggiamento.
Spostai lo sguardo da lui e ne incontrai un altro. Era il ragazzo che mi perseguitava. Adesso sì che mi spaventava,era a poca distanza da me e mi fissava.
-Ciao.
Cosa?Si stava rivolgendo a me? Mi guardai intorno e non vidi nessuno. Per cui gli risposi.
-Ciao.
Si avvicinò a me. Adesso era di fronte all'auto di Eliza e continuava a fissarmi. Per la prima volta riuscì ad osservare il suo viso. Aveva gli occhi scuri,i capelli erano scompigliati come se fosse appena sceso da una moto in corsa senza usare il casco. Era un bel ragazzo tenebroso,vestito totalmente in nero,Il che aiutava l'aspetto inquietante.
-Io sono Azrael.
-Cosa vuoi da me?
-Niente. Solo conoscerti. Tu sei Sophie,vero?
-Come fai a sapere il mio nome?
-Oh...ho i miei motivi.
-perché mi segui?
Non rispondeva. Mi guardava con i suoi occhi neri e non rispondeva alla mia domanda. Adesso iniziavo a sentire la vera paura,la sua voce poi era cupa,oscura,tenebrosa...
-perché mi Segui???
Quasi urlai quella domanda. Azrael continuava a fissarmi. Scesi dalla macchina,cercando di allontanarmi da lui. In quel momento arrivò Eliza.
-Sophie eccomi,scusa se sono in ritardo.
-Oh Eliza!
-Sophie...che è successo?
Le corsi incontro e l'abbracciai.
-Quel ragazzo...mi fa paura.
-Quale ragazzo?
-Quello davanti alla tua macchina.
-Sophie non c'è nessun ragazzo.
Mi voltai e rimasi sorpresa...Azrael non c'era. Guardai dappertutto,ovunque,ma nessuna traccia di quel ragazzo inquietante.
-Ma era lì un attimo fa’!
Eliza mi tranquillizzò e mi fece sedere in macchina. Tornata a casa corsi subito in camera e mi buttai sul letto.
Non mi ero immaginata tutto. Quel ragazzo era lì. Mi aveva parlato. Pensando a tutto questo sprofondai nel sonno,dopo quell'estenuante giornata piena di emozioni. 

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Capitolo 7
*** Cap. 6 Il mio sogno... ***


Capitolo 6

"Finalmente il fine settimana tanto sperato".
Mi svegliai così quella mattina. Pensando che avrei fatto di tutto per divertirmi in quei due giorni; non volevo assolutamente deprimermi,né pensare alla settimana,davvero strana, appena trascorsa.
Scesi in cucina per fare colazione e incontrai mia zia Vivian che stava per uscire.
-Buongiorno Vivian.Dove stai andando?
-Ehy buongiorno. Ti vedo di buon umore. Comunque anche oggi devo andare a lavorare. Lunedì inizia la settimana della moda a Parigi e c'è un sacco di lavoro da sbrigare.
-Settimana della moda? Parigi? O mio dio...è il mio sogno sin da piccola! Ci vai tu?
-Non so Sophie. Come ho detto prima dobbiamo ancora organizzarci.
-Ti prego zia, Ti prego!Se ci vai portami con te!
-E con la scuola come fai? Mancheresti una settimana intera.
-Dai ti prego portami con te. Ti prometto che recupererò tutte le lezioni.
-Mmm...non so,vedremo.
-Ti prego!!!
-Ho detto vedremo. Dobbiamo decidere chi andrà.
-Va bene,ma tu fai il possibile per andarci.
-Ok ok. Vado che è tardi, a stasera.
-Ciao zia!
Quella mattina era iniziata benissimo. Il mio sogno probabilmente si sarebbe avverato e non vedevo l'ora di passeggiare per le strade di Parigi e assistere alle sfilate dei grandi stilisti.
Mi vestì in fretta e andai da Eliza per raccontarle tutto.
-Parigi?
-Si Si!
-Settimana della Moda?
-Siiiiiiii!
Io e Eliza sembravamo due ragazze totalmente fuori di testa. Io poi mi stavo comportando come una copia venuta male di Crystal; urlavo per niente e saltavo sul letto.
-Mamma mia! è un sogno,non ci posso credere!
-Neanche io!
-Sei davvero fortunata,anche io voglio una zia come Vivian.
-E no,mi dispiace!Mia zia è unica.
Ed era la verità. Mia zia Vivian era unica al mondo,le volevo un bene immenso. Non avrei mai saputo cosa fare nell'ultimo periodo senza di lei.
-Beh ancora non è sicuro che vada lei,ma le ho detto di fare di tutto per andarci.
-Capisco,incrociamo le dita allora.
Stare con Eliza era davvero divertente. Era una ragazza così esuberante. Si faceva voler bene da tutti ed era anche una bella ragazza. Alta,snella,carnagione scura,quasi dorata, capelli ricci e scompigliati che riflettevano il suo carattere. Quando rideva non si poteva fare a meno di ridere insieme a lei.
-Sophie scusami se sto per rovinare questo momento,ma devo dirti una cosa.
-Dimmi Eliza.
-Ecco...Crystal è arrabbiata con te.
-Per il fatto delle cheerleader vero?Lo sapevo,ma glielo avevo già detto che non mi piaceva.
-No Sophie,non è per quello.
-E per cosa allora?
-Per Alex.
-Alex?
-Sì. Ti ha visto insieme a lui ieri. Vi ha visto parlare,e voi eravate molto "vicini",se capisci cosa intendo.
-Ma io non...cioè non è successo niente.
-Gliel'ho detto,ma non vuole darmi retta.
-Giuro. Non è successo niente di speciale.
-Lo so, ma lei è convinta del contrario.
-Mmm...capisco. Vedrò di sistemare le cose.
Passai la mattinata da Eliza e a pranzo mi fermai da lei,mia zia sarebbe tornata solo per l'ora di cena. Nel pomeriggio non avevo nulla da fare,non potevo neanche stare con Eliza; lei e i suoi genitori dovevano andare a fare visita a sua nonna in ospedale. Mi aveva invitato ad andare con lei,ma non volevo essere di troppo.
Perciò tornai a casa,convinta che avrei passato un sabato pomeriggio noioso e senza sorprese.
Stavo guardando la tv quando sentì bussare alla porta.
-Arrivo.
Mi precipitai alla porta e quando l'aprì rimasi sconvolta. Di fronte a me,sotto il portico di casa c'era Alex.
-Ciao.
Mi salutò con uno dei suoi meravigliosi sorrisi stampato sul viso.
-Ciao. Che...che ci fai qui?
-Volevo assicurarmi che tu stessi bene. Ieri mi sembravi un pò turbata.
-Ah,capisco. Mi dispiace che tu ti sia preoccupato,sto bene.
Detto questo Alex sembrò tranquillizzarsi e anche io mi sentì meglio. Quell'atmosfera di tensione che sentivo quando eravamo insieme svanì del tutto.
-Beh...posso entrare?
-Certo. Prego,entra.
Mi feci da parte ed entrò in casa. Nel frattempo che io chiusi la porta lui era già nel salone e guardava le mie,imbarazzanti, foto di quando ero piccola.
-Vivi con tua zia vero?
-Si.
-è lei questa nella foto?
-No, quella è mia madre.
-Ah...si somigliano molto.
-è vero. Mia madre era la più grande delle due.
-Era?
-Si...beh vedi,mia madre è morta pochi mesi fa.
Alex mi guardò e riuscì a riconoscere nei suoi occhi sorpresa, compassione, dolore.
-Mi dispiace Sophie. Non volevo farti rivivere certi momenti.
-Non ti preoccupare,ho imparato a conviverci. E poi sono sicura che lei sia sempre al mio fianco.
-Ma è comunque una grande perdita. So come ti senti,io ho perso mio padre.
A quel punto rimasi sorpresa io. Aveva perso suo padre. Io non avevo mai conosciuto mio padre,era sparito dopo la mia nascita e mia madre non ne parlava volentieri. Ma il dolore di non conoscerlo era diverso. Sapevo che in qualche parte del mondo lui era vivo,mentre mia madre non sarebbe più tornata.
-Mi dispiace Alex.
-Sophie se vuoi parlarne io sono qui. Con me puoi parlare di tutto ciò che vuoi.
Alex mi stava offrendo una spalla su cui piangere?
Consapevole di aver trovato qualcuno che potesse realmente capirmi, i ricordi riaffiorarono più vivi che mai e portarono con sé il dolore. Tutto quel dolore soppresso,le lacrime non tardarono a sgorgare dai miei occhi che non si staccavano da lui.
Quando mi vide in quelle condizioni mi abbracciò e mi cullò tra le sue braccia. Ogni tanto sentivo le sue labbra che sfioravano la mia fronte; e io non riuscivo a fare altro che piangere a dirotto, confortata dalla sua presenza. 

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Capitolo 8
*** Cap. 7 Al tuo ritorno sarò qui ***


Capitolo 7

-Sophie! Sono a casa,ho una grande notizia.
O mio Dio!Quanto tempo era passato?
Ero ancora tra le braccia di Alex, non piangevo più ormai,ma stare lì era la cosa più naturale che potessi fare in quel momento. Mi sentivo protetta.
Mi allontanai da lui e con un semplice sguardo gli feci capire che stavo meglio, e poi non volevo che mia zia fraintendesse tutta la situazione.
-Zia, sono qui in salotto.
Mia zia comparve all'entrata del salotto e in meno di un secondo la sua espressione passò dalla sorpresa alla felicità. Stava pensando ,sicuramente, che avessi passato il "brutto periodo" e che stavo uscendo con un ragazzo.
-Salve,io sono Alex.
Alex mi spiazzò. Senza preavviso si fece avanti e strinse la mano a mia zia. Con uno dei suoi meravigliosi sorrisi sul volto, ovviamente.
-Piacere. Io sono Vivian,la zia di Sophie.
-Sa questa casa è stupenda. Complimenti.
-Oh...grazie. Puoi venirci quando vuoi, sarai sempre il benvenuto. Penso che a Sophie non dispiacerà per niente.
-Zia!
Tentai inutilmente di farla smettere,ma non mi sentiva...o faceva finta di non sentirmi.
-Finalmente porta a casa un bel ragazzo. è da tanto che le sto dicendo di trovarsi qualcuno.
-Zia, per favore.
Mi avvicinai a lei e le presi un braccio. Dovevo trascinarla via da lì,prima che mi mettesse in imbarazzo ancora di più. Alex sorrideva,come al solito.
Bene ora non rideva solo di me,ma anche della mia famiglia.
-Zia andiamo,pesano queste borse. Poggiamole sul tavolo.
Ne presi una e spinsi mia zia verso la cucina.
-Ehy Alex, resti a cena qui da noi?
Oddio, Alex a cena? Con mia zia? Un suicidio!
Dovevo trovare subito una scusa,ma non mi veniva in mente nulla.
-No,mi spiace. Devo declinare l'invito, ho un impegno.
-Ecco,vedi. Alex ha da fare,era passato a salutarmi.
Beh...non è che mi avesse semplicemente salutato. Avevo passato l'intero pomeriggio tra le sue braccia. Una sensazione che, al ricordo, mi metteva i brividi.
-Capisco,accompagnalo alla porta almeno.
-Certo zia. Vieni Alex.
-Buonasera signora.
-Oh...per favore. Non chiamarmi signora,non sono così vecchia. Chiamami Vivian.
-D'accordo. Allora a presto Vivian.
-Ciao Alex.
Io ero lì,sotto la porta, in attesa che mia zia la finisse di fare la civettuola con Alex. L'avrei strozzata in quel momento.
Mia zia percepì lo sguardo da "assassina" che cercavo di fare,ma si mise a ridere e tornò in cucina.
-Beh...è stato...bello.
-Cosa?Ah...certo.
Alex era uscito,era sulle scale del portico e mi guardava. Il suo sguardo così intenso mi disorientava. Si avvicinò di nuovo a me.
-Sophie ci sarò sempre per te.
Si avvicinava sempre di più , il suo viso era a pochi centimetri dal mio.
-Sophie...io...
Sentivo il suo dolce respiro sulle labbra.
-Alex io non posso...
-Ti prego non dire nulla.
Prese il mio viso tra le mani e le nostre labbra si incontrarono.
Era il più dolce e delicato dei baci. Sentivo solo le sue labbra sulle mie. Era un momento perfetto. I nostri corpi così vicini, il viso a pochi centimetri di distanza,le mie mani aggrappate alle sue spalle possenti,le nostre labbra che fremevano nell'assaporare una il gusto dell'altra.
Troppo presto Alex si staccò da me e guardandomi negli occhi disse:
-Al tuo ritorno sarò qui, ad aspettarti.
-Cosa?
-Presto capirai.
Io? capire? In quel momento non ero del tutto cosciente ,o comunque consapevole di ciò che accadeva intorno a me.
-Sophie? Sei ancora fuori?
Mia zia...ma perché doveva rovinare i momenti più belli della mia vita?
-è meglio che vada.
-No,aspetta...Alex.
Niente da fare,non si fermò. Mi diede un ultimo sguardo da lontano e sparì.
-Che c'è?
-La grande notizia,non la vuoi sapere?
-Ok,dimmi questa grande notizia.
Dissi svogliata.
-Andremo a Parigi!
Mi ci volle un minuto per ritornare mentalmente sulla terra.
-Davvero?
-Certo Sophie. Andremo a Parigi!!!
-Zia...ti voglio bene!!!
Le corsi incontro e l'abbracciai urlando. Il mio sogno si stava avverando e Alex aveva deciso, finalmente, di farne parte.


Baciare Sophie era stato stupendo. La sua bocca era così dolce e delicata. I suoi occhi avevano catturato il mio cuore.
-Salve Alex. O preferisci che ti chiami Marcus?
-Azrael?! Che ci fai qui?
-Cosa faccio qui?Dovresti sapere la risposta.
Azrael era sulla Terra, e quando scendeva qui era solo per un motivo: punire chi trasgrediva la Legge.
-Non rispondi? Allora,vediamo, facciamo un elenco: non svolgere il proprio compito, impossessarsi di un corpo, provare sentimenti umani,baciare una ragazza.
-Azrael io l'ho fatto per un motivo.
-Quale sarebbe?
-Mantenere una promessa.
-L'angelo della morte non stringe legami con gli essere umani!
-E chi l'ha deciso questo?
Azrael era furioso. Non solo stavo infrangendo tutte le regole,ma lo stavo anche sfidando; e Azrael non era un tipo che manteneva la calma.
Perciò quando mi si parò davanti mi preparai allo scontro,cercando il modo di uscirne vivo.  

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Capitolo 9
*** Cap. 8 Ritorno...alla normalità ***


Capitolo 8

Ciao mamma,
Scusami se ti scrivo solo adesso. Oggi io e zia siamo tornate a casa dopo una stupenda settimana a Parigi.
Ma ci pensi? Io a Parigi!
Ho sempre sognato di andarci e finalmente il mio sogno si è avverato. Camminare per le strade di Parigi è stato quasi irreale. E poi che dirti delle sfilate di moda? Semplicemente Divine!
Mamma tu sai benissimo qual è il mio scopo e puoi capirmi se ti dico che ho visto il mio futuro.
Farò di tutto per diventare qualcuno d'importante. La moda sarà la mia vita.
Sai questi giorni,mentre ero lì, ho disegnato altri modelli e zia ne era entusiasta, e se lo dice lei vuol dire che non sono tanto male,no?
Ah...un altra cosa mamma,penso di essermi innamorata. So di averlo detto più di una volta,ma questa credo sia reale.
Alex è un ragazzo meraviglioso,prima di partire ci siamo baciati e lui mi ha detto che mi avrebbe aspettato.
E poi è così bello,e da come mi guarda penso che anche lui sia molto preso da me.
Mamma sono sicura che questo sarà l'inizio di un lungo e felice periodo per me. Vado a letto ora,sono stanchissima e domani devo ritornare a scuola.
Un bacio,ti voglio bene.
Sophie


Chiusi l'ennesima lettera indirizzata a mia madre,la misi insieme alle altre nel cassetto della scrivania e andai a letto. Avevo passato una settimana intensa e mi ci voleva una bella dormita. Quella notte sognai Alex e quel misterioso ragazzo in nero;era un sogno così reale,che non sapevo più cosa pensare: Sogno o Realtà?
Ricordo ancora gli occhi di Alex che mi fissavano e lui che mi diceva che se ne sarebbe andato. L'avrebbe fatto per il mio bene,perché era la scelta migliore. Io cercavo inutilmente di fermarlo,ma pian piano scomparve nel buio. Al suo posto apparve Azrael, con la sua espressione compiaciuta e gli occhi scuri e profondi,capaci di leggere sin dentro l'anima,mi diceva che avrei dovuto dimenticare Alex. Mi ripeteva che dovevo tornare alla mia vita, ma più io mi opponevo, più lui diventava arrogante. Mi guardava e sogghignava,l'avrei picchiato se avessi potuto,ma proprio in quel momento mi svegliai.
Quella mattina ero davvero turbata. Il sogno che avevo fatto mi preoccupava più del dovuto. Ma decisi che non mi sarei fatta rovinare la stupenda giornata che mi aspettava da una cosa del genere. Prima di tutto avrei rivisto Alex e ogni cosa sarebbe tornata alla normalità. Secondo dovevo raccontare tutto ad Eliza e con lei sapevo che sarei stata bene.
Mentre io ed Eliza percorrevamo la strada per andare a scuola le raccontai ogni minimo dettaglio del viaggio,così tenni la mente occupata e libera dal sogno inquietante.
Appena arrivate la salutai e mi allontanai con una scusa,dovevo cercare Alex. Camminavo per i corridoi guardando dappertutto,in cerca di quel viso e quel sorriso stupendo. Per fortuna tra i mille volti riconobbi il suo,stava sorridendo e parlando con qualcuno che non riuscivo a vedere. C'erano troppi ragazzi che occupavano la visuale.
Mi avvicinai e mi immobilizzai.
Alex stava parlando con Crystal.Stavano scherzando insieme e sembravano proprio una coppietta felice. Io ero ancora lì a fissarli,immobile,quando vidi Alex salutarla e chinarsi per baciarla. Lì,davanti a tutti.
In quel momento percepì un rumore sordo provenire dal mio petto. Il mio cuore si era spezzato.
Avevo fatto tanta fatica per riordinarne i pezzi dopo la morte di mia madre, e adesso in pochi secondi era stato distrutto.
Con le lacrime che ormai rigavano il mio viso corsi verso il bagno,cercando di evitare sguardi indagatori.
Arrivata in bagno sprofondai nel dolore. Alex mi aveva solo illusa. E pensare che mi ero fidata di lui,mi aveva consolato e stretto tra le sue braccia. Mi aveva baciato,ed ora pensare a quel bacio mi faceva male.
Nello stesso istante mi venne in mente il sogno che avevo fatto durante la notte. Che centrasse qualcosa con quello che era successo?
Avevo i miei dubbi,ma dovevo scoprire la verità. Perciò mi feci coraggio,ero una persona forte e un ragazzo non poteva ridurmi in quello stato.
Uscì da lì, decisa che non appena avessi incontrato Alex gli avrei chiesto spiegazioni su tutto. E se lui non fosse stato in grado di rispondermi, sarei andata in cerca di Azrael,perché sentivo, dentro di me, che lui avrebbe risolto ogni cosa. 

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Capitolo 10
*** Cap. 9 Dimenticare? ***


Capitolo 9

-Sophie! Ma dov'eri finita?
-Scusami Eliza,ma non stavo bene.
-Cosa? Stai bene adesso? Che è successo?
-Niente,non ti preoccupare.
-Hai saltato le prime due ore di lezione,qualcosa deve essere successo.
-Niente Eliza,niente!Sto bene.
Non mi ero resa conto di aver passato più di un'ora in giro per la scuola cercando Alex o Azrael.Ma in fondo sapevo che era più la voglia di picchiare Alex a spingermi nella mia ricerca. Effettivamente avrei potuto andare a lezione e incontrarlo lì, ma non mi andava di affrontarlo davanti a tutti,soprattutto davanti a Crystal.
Perciò avevo deciso di girare per la scuola aspettando il momento giusto,anche con la speranza che facendo così avrei scovato Azrael.
-Sophie forse è meglio se torni a casa.
-Eliza per favore,lasciami stare. Ho detto che sto bene. Decido io cosa è meglio per me!
Non avevo mai parlato così ad Eliza,ma ora i nervi erano a fior di pelle e chiunque mi avesse rivolto la parola avrebbe ricevuto una risposta come quella.
-Ok, come vuoi Sophie.
Eliza era arrabbiata. E la potevo capire,mi stavo comportando da perfetta stronza. Tipo Crystal quando non le girava bene.
Non mi salutò nemmeno,si diresse in classe senza degnarmi di uno sguardo. Io rimasi lì,appoggiata al mio armadietto, aspettando che Alex mi raggiungesse per il cambio dell'ora.
La mia attesa non fu vana. Vidi Alex in fondo al corridoio procedere dritto verso di me.
Quando arrivò non mi guardò e aprì il suo armadietto, prese i libri e fece per andarsene,ma lo bloccai in tempo.
-Non si saluta più adesso?
-Cosa? Dici a me?
-Si, dico a te. O dopo tutto quello che è successo non ti degni neanche di dirmi ciao?
-Ma che diavolo stai dicendo? Chi sei?
Alex mi guardava con i suoi occhi stupendi e sembrava realmente non riconoscermi. Ma io non cascavo di certo nei suoi giochetti. Mi misi di fronte a lui e guardandolo negl'occhi dissi tutto quello che avevo pensato quando l'avevo visto con Crystal.
-Sei uno stronzo bugiardo!Mi hai solo usato,ti sei preso gioco di me. Ti sei divertito vero?Cos'era? Una scommessa con i tuoi amici? Vediamo quanto tempo ci metti a conquistare la nuova arrivata?
-Ma tu sei pazza!Non ti conosco nemmeno e mi accusi di cose che non ho fatto. Ma levati di mezzo!
Ma cosa sta succedendo? Alex non era lo stesso. Non mi aveva mai parlato così; e non mi guardava più come prima. Ed io non ero pazza, non mi ero inventata nulla.
Alex se ne andò e io rimasi lì, sconvolta,per quello che era appena accaduto. L'Alex che avevo conosciuto era scomparso, l'Alex con cui avevo litigato era diverso. Dovevo parlarne con qualcuno e la sensazione che quel qualcuno fosse Azrael si faceva sempre più forte.
Terza ora di lezione,corridoi vuoti, classi colme di studenti attenti alla lezione, silenzio assoluto, una sola meta: trovare Azrael.
Non sapevo minimamente da dove iniziare la mia ricerca;quando non volevo che ci fosse era lì a fissarmi, ora che volevo parlargli non appariva magicamente da nessuna parte.
Decisi di uscire fuori,nel cortile, a prendere un po’ d'aria e decidere sul da farsi. Ero lì, ad assaporare il vento sul mio viso,un vento che scompigliava i miei capelli, quando sentì un' oscura presenza alle spalle.
Mi voltai di scatto e trovai il viso di Azrael a pochi centimetri dal mio.
-Mi cercavi?
-Si,ho qualche domanda da farti.
A quella breve distanza potevo scorgere ogni dettaglio del suo viso,era perfetto. La bocca sottile che si piegava in un sorriso malizioso. Il naso lineare,come fosse quello di una statua di marmo,gli dava un'aria altezzosa. Gli occhi scuri,che prima pensavo fossero neri, invece erano di una stupenda tonalità blu notte. La fronte ampia coperta dal ciuffo di capelli neri. Era davvero un ragazzo affascinante,anche se tutto di lui faceva pensare ad un'unica parola:pericoloso.
-Allora? Queste domande? sto aspettando.
Mi allontanai un po’ da lui,mi serviva concentrazione e perdermi nei suoi occhi non era la miglior cosa da fare in quel momento.
-Ecco...non so da dove iniziare.
-Inizia da dove vuoi tu.
La sua voce profonda a affascinante non aiutava la mia,già poca, concentrazione.
-Stanotte ho sognato te e Alex. Lui mi diceva che se ne sarebbe andato e tu che l'avrei dovuto dimenticare. Che legame c'è tra voi due?
-Nessun legame.
-E perché vi ho sognato insieme?Nel sogno doveva esserci un collegamento fra voi.
-Questo non lo so. Se la tua mente contorta fa certe cose, la colpa non è mia.
-Smettila di fare l'arrogante. Spiegami allora perché ho la sensazione che tu centri con quello che è successo e che puoi spiegarmi tutto. Visto che l'ultima volta che ci siamo incontrati mi hai spaventata a morte.
-Non posso spiegarti nulla. Faresti meglio a dimenticare tutto. Iniziando da questa conversazione. Dimenticati di Alex,per sempre.
Detto questo Azrael sparì. Non mi lasciò neanche il tempo di replicare; mi guardai intorno ma nessuna traccia di lui.
E adesso cosa avrei fatto?
Dimenticare tutto? O scoprire la verità? 

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Capitolo 11
*** Cap. 10 Proteggere Sophie ***


Capitolo 10

Sophie non si merita questo. Ha già sofferto abbastanza ed ora è di nuovo per colpa mia. Dopo aver portato via sua madre, pensa che l'abbia solo illusa. Ma sapevo che impossessarmi di un corpo,di una vita, solo per conoscerla era sbagliato. Cosa avrei dovuto fare allora?
Io sono l'angelo della morte, non posso stringere legami con gli esseri umani,non posso provare sentimenti umani...ma era successo.
Sophie mi aveva cambiato. Mi aveva spinto a fare cose che non avrei mai immaginato. Ora,dopo aver tentato di stare insieme a lei, ero tornato alla mia "normalità", sentendo dentro di me qualcosa di nuovo. Un'anima umana.
Con Sophie avevo scoperto finalmente cosa fosse l'amore; quell'amore che osservavo da migliaia di anni e di cui non avevo mai capito il senso. Ora finalmente sapevo perché l'amore era la forza del mondo.
Che mondo sarebbe senza amore?
Ecco...quello era il mio mondo,un mondo privo di sentimenti e pieno solo di certezze e obblighi.
Forse era proprio questo il motivo per cui a noi angeli era vietato stare sulla Terra insieme ai comuni mortali. Dopo aver vissuto lì nessuno sarebbe più tornato indietro.
Ma purtroppo, anche vietandolo, tutto ciò era accaduto. Molti angeli erano scesi sulla Terra con l'intenzione di rimanere. Ed ecco che a quel punto era entrato in scena Azrael. Lui, il primo angelo della morte, era stato incaricato di punire chi non rispettava la Legge.
Avevo visto Azrael più volte in azione,sapevo cos'era capace di fare. Ecco perché avevo deciso di seguirlo e tornare alla mia "vita".
Sarò stato un codardo? Sì,forse è proprio questo che sono:un codardo.
Perciò merito di soffrire così. Ma non lei, non Sophie.
-Marcus.
-Salve Azrael.
-Ti vedo bene. Sai ho appena parlato con la tua amichetta umana.
-Cosa? Non le avrai fatto del male!?
-Certo che no. Sono un gentiluomo io,abbiamo solo parlato. Faccia a faccia. Diciamo che è stato un colloquio molto intimo.
Azrael stava facendo di tutto per farmi arrabbiare e con quella sua espressione compiaciuta sulla faccia ci stava riuscendo. Ma dovevo calmarmi,dovevo stare calmo. Scontrarmi con Azrael non era ciò che volevo in quel momento.
-Allora?Non ti dispiace se ci provo con lei? Per essere un umana è davvero carina.
-Tu non puoi! Come tutti noi angeli!
-Ah-Ah...sbagliato mio caro Marcus.Ci sono sempre le eccezioni.
-Sta lontano da lei!
Avevo perso il controllo, pensare Sophie e Azrael insieme era una tortura. Mi buttai su di lui,tentando di colpirlo in viso con un pugno,ma Azrael con un abile mossa mi scaraventò a terra e con una mano,che stringeva il mio collo,mi costrinse a rimanere sdraiato.
-Ahhh....Marcus,Marcus,Marcus...sei troppo impetuoso. Prima di tutto non è il luogo adatto per scontrarsi, sopra a questo palazzo nessuno ci vedrebbe. Beh...in teoria vedrebbero solo me che mi dimeno nell'aria visto che tu sei solo un angelo. Io ho la capacità di materializzarmi, quindi primo punto per me.Secondo io sono Azrael! Diamine chi non ha mai sentito il mio nome?Sono famoso. E terzo sono molto più forte ed esperto di te.
-La...lascia....lasciami!
La mano intorno alla mia gola si stringeva sempre di più e non riuscivo a parlare. Mi stava soffocando. Improvvisamente lasciò la presa.
-Qualcuno mi sta chiamando. Sarà forse Sophie? avevo deciso di non incontrarla più ,ma vista la tua reazione penso proprio che mi divertirò con lei.
-Non osare toccarla!
Ma dissi quelle parole nel vuoto. Appena finito di parlare era sparito. Adesso ero lì,solo, a pensare a cosa avrei dovuto fare per proteggere Sophie.

-Che felicità! Un altra serata in solitudine.
Quella sera ero di nuovo sola a casa,mia zia era a lavoro e sarebbe tornata tardi. Eliza era ancora arrabbiata con me, quindi stare con lei avrebbe creato solo altri problemi. Mi sarei chiarita non appena mi fossi calmata. Dopo tutto quello che era successo avevo bisogno di rilassarmi. Però quella serata,da sola, si stava rivelando davvero noiosa.
Stavo leggendo il mio amato libro Orgoglio e Pregiudizio sul divano, quando sentì il campanello.
-Si? Chi è?
Andai verso la porta ma nessuna risposta; aprì e mi ritrovai di fronte Azrael.
-Che vuoi?
Dissi stizzita. Era l'ultima persona che avrei voluto vedere.
-Che accoglienza. Dovresti essere un po’ più dolce con me.
-Oh...ciao Azrael.Che piacere vederti,come stai? Entra pure.
-Ecco così va meglio.
Lo guardai in cagnesco,ma lui sorridendo mi fece spostare ed entrò in casa.
-Guarda che non sei il benvenuto.
-Dalla tua risposta non sembrava.
Si diresse verso il salone e lo vidi accasciarsi sul divano mettendo le gambe sul tavolino di vetro. Non avevo scelta. Chiusi la porta e andai da lui.
-Togli i piedi da lì.
-Ma sto comodo.
-Ho detto toglili!
Mi guardò e sorridendo si mise seduto educatamente, gli passai davanti e mi sedetti alla poltrona.
-Cosa vuoi?
- Perché pensi che voglia qualcosa?
-Sei venuto a casa mia. Qualcosa ti passa per la mente.
- Mmm...forse hai ragione.
Si alzò,venne verso di me e mi fece alzare. Più che altro mi tirò a sé. Mi mise un braccio intorno alla vita e mi strinse a lui,sentivo il calore del suo corpo e il suo profumo. Mise l'altra mano tra i capelli,dietro la nuca, e mi baciò. Era un bacio violento,passionale. Tenendomi così stretta mi spinse contro il muro e io non riuscì ad oppormi. Dalla schiena la sua mano passò alla mia coscia e con un movimento rapido mi costrinse ad avvolgere le gambe intorno alla sua vita. La mano dietro la testa si spostò verso il collo e con violenza mi fece voltare il viso. Ora mi baciava il collo, mi mordeva la gola, come fosse un vampiro assetato del mio sangue.
-Smettila! mi fai male!
Ma lui non si fermava, era troppo forte per me e anche se le mie mani,sul suo petto, cercavano di allontanarlo, non ci riuscì.
La sua bocca tornò sulla mia e questa volta il bacio era più famelico,come se avesse fame di me.
La mano che stringeva la coscia avanzò piano sotto la maglietta e quando sentì le sue dita sulla schiena ebbi un brivido. Azrael lo percepì e ridendo continuò a baciarmi. La mano saliva sempre di più e i miei brividi aumentavano. L'altra mano da dietro il collo passò sulla spalla e accarezzandomi tutto il braccio si ritrovò dietro la schiena.
Con un rapido movimento mi tolse la maglietta e rimasi così,immobile,senza dire una parola,mezza nuda tra le sue braccia.
Azrael continuò a baciarmi. Prima sulla bocca,poi il collo, passò per la spalla e arrivò al mio petto. Avevo ancora il reggiseno per cui le sue mani esperte trovarono il gancetto e lo staccarono. Proprio in quel momento,prima che Azrael mi togliesse il reggiseno la porta dell'entrata si aprì. Mia zia era tornata a casa.
-Sophie! 

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Capitolo 12
*** Cap. 11 Aggressione ***


Capitolo 11

-Zia! Non è come pensi,io...
-Senti per favore vestiti e dopo ne parliamo.
Mia zia mi guardò disgustata e andò sopra in camera sua. Dopo mi aspettava una bella discussione. Ma cosa avrei detto?
Presi la maglietta da terra e mi vestì. Azrael era ancora dietro di me,mi voltai e stava ridendo. Sorrideva con quella sua espressione compiaciuta. Non lo potevo sopportare,mi dava sui nervi. Ero così nervosa che gli tirai uno schiaffo.
-Ehy!
-Sei uno stronzo! Ma come ti sei permesso di...di venire qui e...
-Non sembravi molto contrariata prima.
E sfoderò il suo sorriso malizioso. Ma perché? Perché? perché dovevo incontrare i ragazzi più strani di questo mondo?
-Vattene!
-Ok ok...e comunque non dirmi che non ti è piaciuto.
-Esci!
Finalmente sembrò capire,smise di sorridere. Tornò serio, mi passò accanto e uscì. Sentì i suoi passi e dopo brevi secondi la porta si chiuse.
Sospirai. Senza di lui riuscivo a pensare coerentemente. Ma che mi aveva preso?Cioè ero stata sul punto di farlo con Azrael?
No...non mi sarei mai spinta a tanto,mi sarei fermata,avrei fatto di tutto per fermarlo. Ma era quello che volevo?
-Sophie!
Oh no...era arrivato il momento.  Dovevo affrontare mia zia.
Andai sopra,era nella sua camera. Entrai e la vidi seduta a cavalcioni e con le braccia conserte sul bordo del letto. Tipica posizione che assumeva quando era arrabbiata.
-Allora?
-Zia io...
Non riuscivo a continuare, non sapevo cosa dire. Lei continuava a fissarmi e io distoglievo lo sguardo, non avevo il coraggio di guardarla negli occhi.
-Sono ancora qui,sto aspettando.
-Zia mi dispiace. La verità è che quel ragazzo è...io non sono riuscita a liberarmi dalla sua presa.
-Vuoi dire che stava per...violentarti?
Si allarmò subito. Da quello che avevo detto sembrava proprio così. Azrael se lo sarebbe meritato. Una bella denuncia e gettato in cella,ma una parte di me lo voleva proteggere e non ne sapevo il motivo. Perciò tranquillizzai mia zia.
-No zia,no. Io ero...ok lascia stare. è tutta colpa mia, non mi sono fermata in tempo. Stavamo andando troppo in là e non ho avuto la forza di fermarmi.
-Tutto qui? Non hai nient'altro da dire?
-No. Mi dispiace,non accadrà mai più.
Uscì da quella stanza e scesi nel salotto. Non volevo più discutere con mia zia. Mi sentivo strana e volevo andarmene da quella casa. Presi la giacca e uscì da lì.
La serata era calma. La luna brillava in cielo insieme ai miliardi di stelle. Il colore di quella notte mi ricordava gli occhi di Azrael.No,no,no...basta!
Scuotevo la testa cercando di mandare via quell'immagine.
C'era una leggera brezza,avevo i brividi in tutto il corpo. Faceva davvero freddo. Camminavo per le strade di Franklin senza una meta precisa.
Passai davanti ad un pub, fuori c'era un gruppo di ragazzi. Erano ubriachi,perciò cercai di farmi notare il meno possibile.
-Ehy bellezza!
Oddio mi avevano vista. Appena li sentì accelerai il passo...
-Dove vai piccola?
Ma quanti erano? Sentivo i loro passi sempre più vicini.
Iniziai a correre. Pensai di averli seminati ma in pochi istanti mi trovai circondata. Mi guardai intorno,erano in quattro. Non sapevo se sarei mai uscita viva da lì,perciò raccolsi tutto il coraggio che mi rimaneva e con uno spintone cercai di farmi spazio tra due ragazzi. Erano ubriachi per cui il loro equilibrio era precario,uno addirittura cadde a terra. L'altro invece riuscì ad afferrarmi il braccio ma io tirai così forte, che pensai mi fossi slogata una spalla, per liberarmi. Per mia fortuna ci riuscì. Iniziai a correre,sempre più veloce.
Guardai indietro,i quattro ragazzi non mi seguivano più. Ero felicissima,con le mie sole forze ero sfuggita ad una aggressione.
Sentì il clacson di un auto,le gomme che stridevano sull'asfalto e un rumore fortissimo di qualcosa che si schiantava contro il vetro.
Mi ritrovai a terra insanguinata. A scontrarsi contro quell'auto ero stata io.
L'ultima immagine che ricordavo erano i fari dell'automobile davanti a me. Stavo sprofondando nell'oscurità,sentivo le voci allarmate sempre più lontane. Un  ambulanza aveva acceso la sirena .
Ma non c'era più nulla da fare,la fine era vicina. Con le ultime forze dissi una frase che proveniva direttamente dal mio cuore.
-Mamma sto arrivando. 

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Capitolo 13
*** Cap. 12 Scambio ***


Salveee :D dopo tanto tempo ho deciso di concludere questa storia...non sapevo se farlo o no perchè avevo dei dubbi ma alla fine sono riuscita a finirla...spero qualcuno la  legga e apprezzi il mio lavoro, per quello che è possibile xD
xoxo SweetButterfly



Capitolo 12



Non posso farlo...non posso farlo!
Non lei!
Quella notte la vita mi poneva di fronte ad un bivio. Seguire la mente o seguire il cuore?
Vedevo davanti a me,inerme, nel letto d'ospedale quella dolce ragazza che mi aveva rubato il cuore. Sophie stava morendo. E ad allungare la sua sofferenza ero io; io che non mi decidevo a liberare la sua anima.
-Ti prego,ci sarà un altra possibilità!
Azrael era insieme a me. Non so se fosse realmente preoccupato o volesse solo che eseguissi gli ordini. Fatto sta che era lì,accanto a me a vegliare su Sophie.
-Marcus...
-Deve esserci!
-Marcus...
-Non posso farlo.
-Marcus!Se la smetti di frignare e mi fai parlare forse possiamo trovare una soluzione.
-Davvero? E quale sarebbe?
Lo guardavo in viso,tentando di capire se stesse mentendo o quella fosse la verità. Lui non mi guardava,osservava Sophie e nei suoi occhi sembravo scorgere preoccupazione.
-Una cosa da fare ci sarebbe,ma ad una condizione.
-Farei di tutto per lei.
-Di tutto?Anche rinunciare alla tua immortalità?
-Cosa?
-Saresti disposto a rinunciare alla tua immortalità per salvarla?
-Dimmi cosa devo fare.
Avevo deciso. Per lei avrei fatto di tutto;rinunciare alla mia immortalità mi sembrava un niente. Sarei diventato umano dunque? Non mi dispiaceva affatto. I vantaggi c'erano: avrei vissuto finalmente sulla terra,avrei provato tutti quei sentimenti che fino ad adesso mi erano stati vietati, sarei rimasto per sempre accanto a Sophie.
-Beh...è come quando liberi un anima dal suo corpo. Questa volta però ve la scambierete.
-Cosa?
-Tu e Sophie vi scambierete l'anima. Tu diventi umano,lei angelo.
-Cosa?
-Ehy non ho detto che fosse una cosa facile e divertente.
-Ma così...io non...
-Tu non...cosa?
Azrael aveva lasciato da parte il suo animo "umano" e adesso stava di nuovo sfoderando la sua arroganza da Angelo della morte.
-Smettila!Così mi fai innervosire e basta!
-Tu mi hai chiesto se ci fosse una possibilità di salvarla ed è questo che ti propongo. Altrimenti...
-Ok ok,ho capito. Cosa devo fare quindi?
-Baciala.
-Devo baciarla?Cioè con un semplice bacio posso...
-Oddio basta!Non ti sopporto più,vai lì e baciala!
Stava diventando insopportabile. Ok,dovevo concentrarmi su Sophie adesso,Azrael doveva passare in secondo piano.
Mi diressi verso quel letto che ospitava una così bella e fragile creatura. Sembrava davvero un angelo,se non fosse stato per tutte quelle bende che la ricoprivano. Per fortuna il viso era libero, aveva solo qualche graffio sulle guance. Era bellissima.
Mi avvicinai ancora di più,presi tra le mie la sua piccola e delicata mano. Come potevo toccarla?Ero un angelo,ero incorporeo. Non sapevo spiegarmi cosa stesse accadendo,ma non era il momento adatto per certi problemi. Mi chinai su di lei e la baciai. Un bacio leggero,delicato, ma così dolce che mi provocò un brivido in tutto il corpo. Forse stava accadendo quello che aveva detto Azrael, ci stavamo scambiando le anime. Adesso sentivo delle scosse elettriche tra le nostre labbra. Ad un tratto mi sentì più pesante,avevo un po’ di difficoltà a muovermi. Mi staccai da Sophie,mi sentivo strano; dovevo sedermi,mi girava la testa.
-Che mi succede?
-Il corpo ha un suo peso,eh?
-Quindi sono un umano?
-E cosa se no?
-E Sophie?
-Sta per diventare un angelo della morte.
-Lei?Ma avevi detto angelo,non angelo della morte.
-Senti io ti ho spiegato tutto,sei tu quello lento di comprendonio forse.
-Ma non mi hai detto che sarebbe diventata un angelo della morte. E adesso come farà?Lei è così sensibile.
Mi preoccupavo davvero per Sophie. Non riuscivo ad immaginarla in quelle vesti. Fare l'angelo della morte dopo aver vissuto da umana e soprattutto dopo aver avuto una vita come la sua,non doveva essere facile.
-Che...succede?
-Benvenuta nel mondo degli Angeli Sophie.
Azrael sembrava soddisfatto,aveva pronunciato quella frase come se sapesse qualcosa che io non conoscevo.
-Cosa?
-Sei un angelo adesso.
-Chi sei tu?
Vero...Sophie non mi riconosceva. L'avevo incontrata nel corpo di Alex. Non conosceva il mio vero aspetto. Un attimo...c'è qualcosa che non quadra. Perché vedo Sophie? Lei è un angelo ormai e io sono umano.Non dovrei vederla.
-Azrael io la vedo.
-Lo so Marcus. Sapevo che sarebbe andata così.
Ecco cosa mi nascondeva Azrael.
-Sapevi tutto?
-Sapevo che Sophie era speciale. Lei è come me,adesso ha la capacità di materializzarsi.
-Quindi non dovrà...
-Oh ti prego! Non ricominciare.
Ero felicissimo. Sophie non avrebbe dovuto svolgere il suo "compito" da angelo della morte. Sarebbe stata un tramite tra il mondo umano e il mondo divino come Azrael.

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Capitolo 14
*** Cap. 13 La verità ***


 
Capitolo 13


Mi ero appena svegliata. Sembrava avessi dormito per anni prima di riaprire gli occhi in quella piccola stanza, con Azrael di fronte al mio letto e un altro ragazzo seduto sulla poltrona nell'angolo.
Mi sentivo strana, come se qualcosa in me fosse cambiato. E poi c'era quella cosa a cui avevano accennato i due ragazzi di fronte a me: Angeli. Cosa significava che adesso ero un Angelo? Ero sempre stata scettica per quanto riguardava il sovrannaturale.
-Azrael che succede?
Lui era l'ultima persona a cui avrei chiesto aiuto, ma in quel momento era l'unica che sembrava potesse darmi spiegazioni.
-Mia cara Sophie non l'hai ancora capito? Sei come me adesso, un angelo. Ora potremmo vivere per sempre insieme.
-Allora era questo il tuo piano sin dall'inizio! Ecco perché mi hai detto dello scambio,sapevi che io l'avrei fatto senza pensarci due volte. Di te non ci si può fidare, l'avrei dovuto capire prima!
-Avresti preferito che morisse?
Quel ragazzo aveva un' aria familiare,avevo la sensazione di averlo già conosciuto, eppure non ricordavo il suo viso. Aveva i capelli castani con una leggera sfumatura dorata, una bocca rosea e carnosa,perfetta da baciare...Cavolo! Ma a cosa sto pensando?!
E poi quegl'occhi....due occhi che avevo già visto...due occhi che mi avevano affascinato...dove avevo visto quegl'occhi verde-azzurro?
Ma certo...Alex! Erano gli occhi di cui mi ero innamorata,solo che l'ultima volta che li avevo incontrati mi guardavano con disprezzo.
In tutto questo tempo, un tempo che mi era servito per riconoscere quegl'occhi, i due ragazzi stavano discutendo della mia morte,della mia anima e della mia nuova immortalità.
-Ragazzi,ragazzi!
Urlai, tentando di farli smettere e con mia grande sorpresa ci riuscì.
-Per favore, ve lo chiedo per favore. Sono io quella in difficoltà, non credete? Mi sono svegliata in questo letto dopo un incidente, mi ritrovo con un ragazzo che ha cercato di portarmi a letto e un altro che non conosco, e...
-Cosa?!
Il ragazzo con gli occhi di Alex era sconvolto, anzi infuriato; stringeva i pugni come se fosse pronto a sferrare un gancio destro a quel viso maledettamente arrogante di Azrael.
-Che cosa hai fatto???Maledetto!
Il mio istinto non aveva sbagliato, quel ragazzo assestò un colpo al viso di Azrael, ma lui poco prima di essere colpito, aveva schivato il pugno e con entrambe le mani riuscì a bloccare l'altro ragazzo.
-Prima di passare alle mani forse dovresti chiedere a lei se non le è dispiaciuto. Sembrava non essere molto contrariata. E poi se vuoi proprio saperlo purtroppo non sono riuscito a concludere la faccenda.
-Che stai dicendo?
-Ah...che peccato,la zietta ci ha interrotto.
-Azrael smettila!
Era sempre il solito. Pensava di poter dire e fare quello che voleva lui. E poi quel ragazzo,perché si era agitato tanto?
-Lascialo andare Azrael. Tu chi sei? Di certo non devo dare conto a te delle mie azioni.
Azrael lasciò il ragazzo, mostrando il suo solito sorriso malizioso. Mi guardò con un espressione compiaciuta sul volto. C'era qualcosa di strano; a dir la verità tutta la situazione era strana.
Mi alzai dal letto,ma non appena misi i piedi a terra mi accorsi di aver il corpo coperto di bende. Non sentivo alcun dolore, stavo benissimo.
-Sophie non alzarti.
-Ancora non hai risposto alla mia domanda. Chi sei?
-Mi chiamo Marcus.
-Bene, almeno so il tuo nome. Ora puoi spiegarmi perché ti preoccupi tanto per me, e poi non ho certo bisogno di un protettore.
-Ora non più.
-Cosa? Che significa?
-Ormai sei un angelo, io non servo più.
- D’accordo questa cosa dell'angelo non mi è chiara ma il concetto è arrivato. Ti ho chiesto un' altra cosa, perché sei qui per me? Io non ti conosco neanche.
-Che devo fare? Devo raccontargli tutto?
Si era rivolto ad Azrael. Era poggiato al muro di fronte al letto con le braccia incrociate; osservava la scena divertito. Si allontanò dal muro e venne verso di noi.
-Mi sembra l'unica cosa da fare,non credi?
Prese la mia mano, le diede un leggero bacio e prima di svanire, mentre la sua immagine era sempre più sfocata, mi disse:
-A presto mia cara Sophie. La prossima volta che ci vedremo sarà tutto diverso fra noi.
Rimasi a guardarlo finché non rimanemmo solo io e Marcus nella stanza.
-Allora?
Mi rivolsi a lui, aspettandomi una spiegazione per tutto.
-Beh, la storia è lunga. Credo sia meglio sedersi.
Tutto quello che mi disse era totalmente lontano da ciò a cui avrei mai pensato. Mi raccontò di essere stato un angelo della morte, di mia madre, della sua promessa, di essersi impossessato del corpo di Alex, dell'arrivo di Azrael, di aver dovuto seguire gli ordini e dello scambio tra le nostre anime.
Nel frattempo io rimasi in silenzio, ad ascoltare tutto nei minimi dettagli. Appena finito di parlare Marcus mi guardò con aria serena.
-Ed eccoci qui. Ora che ti ho detto la verità mi sento meglio.
-Vattene via!
-Cosa? Sophie che stai dicendo?
-Ho detto vattene via!
Urlai. Le lacrime ormai rigavano il viso, ero totalmente sconvolta. Marcus mi aveva rovinato la vita.
-Sophie, Sophie...
-Vattene! Mi hai portato via mia madre, ti sei preso gioco di me, ti facevo pena! Anche adesso, ti faccio pena! Hai fatto tutto questo solo perché ti sentivi in colpa. Non ho bisogno della tua compassione! Và via!
Marcus non protestò,uscì dalla camera e mi lasciò sola. Continuai a piangere, disperata e senza saper cosa fare.
Ormai la mia vita non aveva più senso.

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Capitolo 15
*** Cap. 14 Nevicata speciale ***


Capitolo 14



-Sicura di voler restare sola stasera? Se vuoi rimango a casa?
Era l’ennesima volta che zia mi faceva la stessa domanda. Era passata una settimana dal mio risveglio in ospedale. Una settimana dall’inizio della mia nuova vita. I dottori erano stupiti dalla mia veloce guarigione , avevano detto a  zia che era un miracolo se potevo ancora camminare…non riuscivano a spiegarsi cosa fosse accaduto. Perciò dopo soli due giorni ero di nuovo a casa. Mi avevano raccomandato solo di riposare per cui ero rinchiusa in casa da più giorni e l’unica persona oltre a zia che avessi visto era Eliza. Con lei avevo chiarito tutto, più o meno, l’incidente ci aveva riavvicinate…  Come mai dopo eventi tragici tutto ciò che rimane dei litigi sembrano sciocchezze? Eppure prima che accadesse il peggio quelle sciocchezze sembravano insormontabili.
-No zia,vai…esci. Dopo tutto quello che è successo ti serve un po’ si svago.
-Si,ma sembra così insensibile. Lo sai quanto ti voglio bene vero?
-Ma certo zia. Non ti preoccupare, anche io ti voglio bene. E poi più tardi chiamo  Eliza, sicuramente verrà qui a trovarmi.
- Va bene, ci vediamo più tardi.
Prima di salutarmi mi venne a dare un bacio e uscì prendendo il suo giaccone. Quella sera doveva far davvero freddo. Le previsioni  alla tv portavano addirittura neve per i prossimi giorni. Ma non era possibile…eravamo già alla metà di marzo e stava per nevicare??? Impossibile!
A dir la verità ormai niente mi sembrava più impossibile. Ero un angelo adesso.
Mi ero svegliata dopo l’incidente e avevo ricevuto la notizia di essere diventata un angelo da Azrael e Marcus, uno lo odiavo perché mi aveva mentito tutto il tempo e riusciva a manipolarmi in non so quale modo. Era quasi riuscito a portarmi a letto.
L’altro ero uno stronzo ipocrita bugiardo. Mi aveva solo rovinato la vita. Ma che cavolo! Stavo di nuovo pensando a loro, dovevo trovarmi una distrazione.
Decisi di chiamare Eliza, un po’ di compagnia mi sarebbe servita. Mi alzai dal divano e andai in cucina per prendere il telefono. Passando accanto alla finestra che dava sul cortile dietro casa mi accorsi che stava nevicando… sul terreno c’era già un centimetro di neve. Ma da quanto tempo ero rinchiusa in quella casa??? E zia? Era uscita anche con questo tempo? Ero ancora immobilizzata alla finestra quando squillò il cellulare, era zia:
-Pronto? Zia tutto bene?
-Si Sophie, non ti preoccupare. Ti ho chiamato solo per avvisarti che per colpa della bufera di neve non posso tornare a casa stasera. Dormo qui da Kate. Quanto mi dispiace, non voglio lasciarti sola.
-Dai zia non farne un dramma, non è colpa tua. Starò bene, adesso chiamo Eliza così vediamo se può dormire qui da noi.
- Ah…ok. Spero che riesca a venire lì allora.
- Certo zia. Non ti preoccupare, a domani mattina allora.
- Va bene. Mi raccomando eh? Chiama Eliza.
- Si zia. Buonanotte.
-Buonanotte.
Riattaccai e composi il numero di Eliza…mi rispose dopo soli due squilli, doveva avere già il cellulare in mano.
-Eliza?
-Ehy Sophie dimmi,ti stavo per chiamare.
-Senti mia zia è bloccata a casa della sua amica per la bufera e stanotte rimarrò sola, mi chiedevo se per te non fosse un problema venire a dormire qui.
-Mi dispiace Sophie ma ti stavo chiamando proprio per dirti che non sarei venuta a trovarti stasera.
-Perché? Cosa è successo?
- La nonna. Hanno chiamato dall’ospedale, sta molto male. I miei genitori stanno uscendo e io non posso lasciare mio fratello da solo.
-Venite entrambi allora.
-Con questo tempo? Sai com’è cagionevole di salute mio fratello. Il tempo di arrivare a casa tua e domani avrà la febbre altissima.
-Capisco.
-Mi dispiace Sophie. Mi dispiace tantissimo.
-Non fa niente. Passerò la serata a leggere o guardare qualcosa in tv e quando sarò stanca andrò a letto. Non è niente di pericoloso una notte sola in casa, no?
-Scusami Sophie…
-Dai Eliza non fa niente. Ci sentiamo domani ok?
-Ok. Buonanotte allora.
-Buonanotte.
Chiusi e poggiai il telefono sul tavolo. Perfetto una nottata sola in casa con una bufera di neve in corso. E adesso che si fa? Improvvisamente sentì una presenza. In casa c’era qualcuno…ma la sensazione era strana. Non avevo sentito alcun rumore, ma avvertivo l’ “aura” di qualcuno.
-Chi c’è?
Urlai ma non ricevetti risposta. Quella strana sensazione non accennava ad andarsene. Dalla cucina mi spostai in salotto,nessuno…il salotto era vuoto. La porta d’ingresso era chiusa.
-Non pensavo di trovarti sola stasera.
Era dietro di me,mi sussurrò quelle parole vicino all’orecchio. Azrael. Mi voltai e trovai il suo viso a pochi centimetri di distanza dal mio.
-Cavolo! Mi hai spaventata. Non farlo mai più.
-Davvero? E io che pensavo ti fossi accorta già di me. Non riesci a sentire la mia presenza con i tuoi poteri?
-Poteri?
-Certo! Sei un angelo, dovresti avvertire la mia aura quando ti sono vicino.
-Ah…quindi quella sensazione che sentivo…
-Esatto, è la prova che tu sei un angelo a tutti gli effetti ormai.
Non gli risposi, gli  stavo concedendo  troppo spazio e sapevo che lui se ne sarebbe approfittato. Mi allontanai e andai in cucina, non sapevo cosa altro fare.
Lo guardai e vidi che aveva quel solito sorriso e quella solita aria compiaciuta. Non mi piaceva affatto,l’ultima volta che eravamo rimasti soli la situazione mi stava sfuggendo di mano.
-Sei a disagio, vero?
-Cosa? No, sono solo infastidita dalla tua presenza. Sai che mi dai sui nervi vero?
-Stai ripensando all’ultima volta che siamo rimasti soli.
-No, non è vero.
-Stai mentendo.
Si avvicinò a me, cercai di indietreggiare ma dietro di me c’era il tavolo. Era sempre più vicino.
-Allora se stai dicendo la  verità non farmi fare questo.
Prese il mio viso e mi baciò. Riconoscevo il suo bacio cruento,passionale. Il suo corpo aderiva al mio,mentre mi baciava avvolse le mani alla mia vita e mi  fece sedere sul tavolo. Ormai ricambiavo il bacio,avevo la sensazione di averlo desiderato da tanto tempo, quel bacio mi era mancato immensamente. Quella passione mi era mancata immensamente. Mi aggrappai a lui, mentre lui mi avvolgeva nelle sue braccia. Allontanò il mio viso per guardarmi ,i suoi occhi esprimevano solo una cosa. Mi desiderava.
-Mi dispiace Sophie ma sei una pessima attrice.
Ero senza fiato,quel bacio mi aveva tolto il respiro e adesso la sua risata,quasi un sussurro, mi faceva desiderare ancora di più le sue labbra.
-Zitto stupido.
Lo baciai con più foga di prima. Azrael rimase sorpreso in un primo momento,ma poi intuendo ciò che avevo in mente ricambiò il mio bacio. Desideravo  tanto far parte di qualcuno, sentirmi amata, e quella sera Azrael era lì per me.

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Capitolo 16
*** Cap. 15 ***


Capitolo 15


Eravamo nella mia camera. Non ricordo bene come fossimo arrivati lì.
Mi aveva presa in braccio e io per non perdermi il piacere delle sue labbra lo avevo avvolto con le mie braccia e le mie gambe stringevano la sua vita. Quella sera mi sarei lasciata andare, ne avevo bisogno. Arrivati nella mia camera mi aveva adagiato piano sul letto, coprendomi con il suo corpo.
Le sue mani scivolarono sotto la mia maglietta, esploravano il mio corpo…intente a percepire ogni mio singolo movimento. La sua bocca ora percorreva la sottile linea del collo, arrivando alla spalla, lasciando dietro di sé linee fiammeggianti. Il mio intero corpo era preda delle fiamme della passione. Le sue mani tornarono alle mie braccia, trovarono i polsi e con una mano li bloccò sopra la mia testa, l’altra cercava di togliermi la maglietta. Man mano che si sollevava, la mia pelle accoglieva fremente i suoi baci languidi, che mi provocarono un brivido lungo la schiena. Arrivò al mio petto e si fermò per guardarmi negli occhi. Sembrava volesse dirmi se poteva continuare, io di risposta mi tolsi la maglietta, presi il suo viso e lo baciai. Piano scesi sul suo collo, e poi su , arrivando all’orecchio.
- Ti prego continua.
Sussurrai quelle parole, mentre lui faceva scorrere le sue mani dietro la schiena in cerca del gancetto per togliermi il reggiseno. Lo trovarono subito, e delicatamente, mentre sfiorava con la lingua il mio collo, tolse la prima spallina, poi passò dall’altra parte e con un movimento rapido me lo tolse gettandolo nell’angolo dall’altra parte della stanza. Ora mi trovavo a petto nudo, sotto di lui, non volevo lasciar andare la sua bocca; le mie mani dietro la sua nuca lo bloccavano.  Aveva addosso ancora la maglietta, perciò le mie mani scesero sul suo petto, accarezzando quei muscoli che potevo solo immaginare fossero perfetti,gli sollevai la maglietta facendo scorrere le dita sulla sua pelle. Azrael intuì cosa volessi fare e mi aiutò a levarsi quell’orribile indumento che mi vietava di osservare quel petto scolpito. Era perfetto, sembrava una riproduzione fedele di un antica statua greca. La mia bocca lasciò la sua e si avventurò prima sul collo, poi sulla sua spalla, fino ad esplorare quel petto marmoreo.  Tornai su, verso la sua bocca, che mi aspettava impaziente. Le sue mani scesero lungo i fianchi, e poi tornarono su, trovarono il mio seno. Sentivo le sue calde e grandi mani sul mio petto, era una sensazione quasi divina. Poi in preda al desiderio bloccò le braccia accanto alla mia testa e le sue labbra scesero giù, arrivarono al mio petto e sentì la sua lingua percorrere quella leggera curva e poi le sue labbra che accoglievano il mio capezzolo e iniziavano a succhiare…di più…sempre di più. Gemetti presa dal piacere assoluto di quel momento, avvertì sempre più forte quel brivido al basso ventre, la schiena si inarcò fino a toccare il suo petto. Con le labbra tornò alla mia bocca, mi liberò le braccia e scese giù, fino ad arrivare al mio jeans che sbottonò facilmente. Non ero tesa, anzi desideravo che potessimo finalmente unirci, avevo tremendamente bisogno di essere parte di qualcuno. Mi tolse facilmente i jeans, cosa che io non avrei potuto mai fare in un momento del genere. Senza lasciare la mia bocca Azrael si tolse i pantaloni…il momento era quasi arrivato. La sua mano ora sul mio fianco, era pronta a togliermi gli slip, ma lo bloccai. Bloccai la sua mano con la mia, l’altra era aggrappata alla sua spalla, si allontanò per guardarmi, era perplesso. Ero imbarazzata,ora sì che ero davvero a disagio, mi abbracciai a lui affondando il viso nella sua spalla.
-È…è…la mia prima…volta.
Lo strinsi ancora di più a me.
-Farò piano. Sarò delicato con te.
Ero ancora in quella posizione,avvinghiata a  lui, sembrava volessi strozzarlo, ma non era affatto così. Lui tornò con la mano sul mio fianco e delicatamente mi tolse gli slip, adesso avevo paura, tutto quello che non avevo provato prima lo stavo sperimentando adesso.
-Stai tranquilla….Fidati di me.
La sua voce era un dolce sussurro al mio orecchio, riuscì a farmi rilassare un po’. Allentai la presa intorno al suo collo.
-Va….va bene.
Intanto lui aveva tolto i boxer ed era pronto ad entrare dentro di me.  Una sua mano era dietro la mia schiena, mi sorreggeva, l’altra accarezzò la mia coscia e piano mi fece aprire le gambe.
-Azrael…
-Shhh…vuoi che mi fermi?
Era ancora vicino al mio orecchio, lasciava leggeri baci sul collo, in attesa della mia risposta.
-…No.
Mi strinsi a lui ancora più forte di prima e sentì lui che entrava , piano,in me. All’inizio provai una fortissima sensazione di dolore, mi sfuggì un grido soffocato, chiusi gli occhi per trattenermi in quel momento. E poi venni sopraffatta dal piacere. 
 
 
Spalancai gli occhi. Mi ero appena svegliata. Era un sogno quindi? Guardai intorno, ero nel mio letto, sola. Dalla finestra entravano i primi raggi di sole. Era stato un sogno?
Mi misi seduta. Ero nuda sotto le lenzuola. Questo non era un buon segno, guardai nella stanza e vidi i miei vestiti sparsi per terra. Quindi era tutto vero.
Avevo fatto l’amore con Azrael. La mia prima volta era stata con un ragazzo che detestavo.
-Non può essere…non può essere!Ma che ho fatto???
Mi alzai dal letto avvolgendomi nelle lenzuola, c’era un biglietto attaccato allo specchio della mia scrivania.
“Mia cara Sophie, come avevo previsto è stato tutto diverso tra noi.
Ci vediamo presto Ma Chère.”
Ecco. Un'altra prova della mia nottata passata con Azrael. Non riuscivo ancora a crederci, cosa avevo combinato? Sentì un rumore di sotto, qualcuno stava entrando in casa.
-Sophie! Sono tornata.
Mia zia. Non potevo farmi vedere in quelle condizioni, e la stanza non era assolutamente presentabile. Dovevo sistemarmi in fretta, prima che mia zia entrasse nella stanza e facesse domande a cui io non avevo una risposta.

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