La magia di Los Angeles.

di Laay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'ombra mi illuminò la giornata ***
Capitolo 2: *** Mi inviti a sedere sul tuo asciugamano? ***
Capitolo 3: *** Stars shine but your smile is brighter. ***
Capitolo 4: *** Non mi serve nessuna spiegazione. ***
Capitolo 5: *** Magari. ***
Capitolo 6: *** I'm Happy. ***
Capitolo 7: *** *Calling* ***
Capitolo 8: *** Una giornata con Nick Jonas. ***
Capitolo 9: *** Do you wanna fly with me? ***
Capitolo 10: *** La tua voce mi fa vibrare il cuore. ***
Capitolo 11: *** Una canzone tutta per me. ***
Capitolo 12: *** Rivelazioni. ***
Capitolo 13: *** Paranoie. ***
Capitolo 14: *** So cold. ***
Capitolo 15: *** Buco Nero. ***
Capitolo 16: *** A Night With You. ***
Capitolo 17: *** Sei colpa mia. ***
Capitolo 18: *** Una chiacchierata con Kev. ***
Capitolo 19: *** GoodBye. ***
Capitolo 20: *** Partenze. ***
Capitolo 21: *** Come Back Italy. ***
Capitolo 22: *** How is it going? ***
Capitolo 23: *** A ghost. ***



Capitolo 1
*** Un'ombra mi illuminò la giornata ***


Los Angeles, tutti la pongono come una delle città da visitare
nella propria vita. Io ho una casa lì e ci vado ogni estate e ogni
volta la "magia" che le persone vedono sbiadisce man mano ai miei
occhi che forse sono sempre stati incapaci di vederla.
I miei genitori sono considerati dei ricconi da molte persone e 
ovviamente in senso dispregiativo. Guadagnano soldi "a palate"
e li buttano in cose inutili. Ma insomma cosa ne puoi fare di
tutti quei soldi dopo aver comprato le cose necessarie? A volte
penso sia tutta "invidia". Loro possono, gli altri no. La verità è
che i soldi non fanno la felicità. I miei si nascondono a
vicenda segreti che dovrebbero essere rivelati e il rapporto di
coppia degenera ogni giorno di più. Penso che mio padre chiederà
il divorzio alla mamma, ormai non pranzano neanche più insieme.
La mamma dice che lui lavora troppo. Anche la segretaria di papà
lavora troppo. Forse è per questo che la mamma piange ogni notte,
poi il giorno dopo va a fare shopping credendo di poter affogare
i suoi dispiaceri nei vestiti e nelle scarpe. Per quanto mi riguarda
mi tengo sempre fuori da queste vicende. Di solito mangio sempre 
in camera e l'unica cosa che sento di loro sono i singhiozzi della
mamma durante la notte, di papà nemmeno l'ombra. 
Penso che andrò a farmi una passeggiata e mi fermerò in spiaggia.
Sistemo l'asciugamano a terra vicino a una piccola barca.
Ci appoggio la borsa e mi sistemo il cappello e gli occhiali da sole. 

Prendo l'ipod. "Hello Beautiful".


Hello beautiful,
how is it going? 
i hear its wonderful in california 
i've been missing you 
it's true 
tonight i'm gonna fly 
yeah tonight i'm gonna fly 
cause i could go across the world see everything and never be satisfied if i couldn't see those eyes .




A volte quella canzone è l'unica che riesce a farmi staccare.

 
Mi squilla il cellulare, tolgo le cuffie. E' papà, probabilmente
vorrà sapere dove sono finita e mi chiederà di tornare a casa
a rinquorare la mamma per qualcosa. Ma una melodia mi cattura,
proviene da dietro la barca. Stacco il cellulare. Mi alzo e mi
avvio piano a vedere da dove provenga quella musica. E' il
suono di una chitarra. All'improvviso la musica cessa e 
un'ombra si alza.



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Hei ragazzi ! Questo è il primo capitolo della mia fan fiction (: Spero vi piaccia perchè ho scritto già i prossimi 5 u.u
Mi sento abbastanza soddisfatta di questa storia, spero possa appassionarvi :D
Fatemi sapere cosa ne pensate :3
_Ginny

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Capitolo 2
*** Mi inviti a sedere sul tuo asciugamano? ***


Tolgo gli occhiali, quasi non credo a quello che vedo. Un ragazzo
si porta la mano nei capelli ricci e la fa scivolare all'indietro.
Porta gli occhiali da sole, gli stanno molto bene. Sembra quasi
si stia stiracchiando. Indossa un costume blu quasi fino al 
ginocchio e una maglia bianca aderente che mostra tutte le
curve dei muscoli. Appoggia la chitarra alla barca e cerca una
bottiglina d'acqua in una borsa frigorifero ma con scarsi risultati.
Alza gli occhiali sulla testa e si guarda intorno stringendo gli
occhi. Vede me. Rimango per un attimo paralizzata da colui che
sta camminando verso di me.
«Ciao»
«...ehm..Ciao» rispondo un pò confusa.
L'emozione mi prende, sento il cuore che batte forte
come non ha mai battuto prima d'ora, la pancia si dà da fare
facendo volare migliaia di farfalle.
«Scusami, è che ho finito l'acqua e ho una gran sete, non è che mi daresti un pò della tua? Per piacere.» Mi dice.
Quasi non ci credo, viene a chiedere l'acqua a me?
Proprio a me?
«Certo, te la prendo subito». Facendo attenzione ai miei 
movimenti, gli prendo una bottiglietta d'acqua naturale e gliela
porgo. Lui la avvicina alle labbra e inizia a bere.
Termina con un sospiro soddisfatto.
Squilla di nuovo il cellulare, di nuovo papà.
«Non rispondi?»
«No, non mi va» spengo il telefono, almeno papà non mi darà più fastidio.
«Ti capisco. Beh grazie mille per l'acqua, io sono Nicholas, detto Nick».
Si presenta come se non lo conoscessi!
«Lo so.. cioè.. piacere mio, sono Lorelai» gli rispondo.
Vorrei tanto trattenerlo con un qualsiasi argomento gli vada bene e infrangere questo imbarazzante silenzio.
«Stavi suonando?» Mi incito a dire.
«Si, Give love a Try»
«Amo tantissimo quella canzone, ho provato a suonarla ma non mi
riesce molto bene» 
«Oh grazie. Aspetta prendo la chitarra». 
Si allontana a passo veloce, giunge alla barca e prende la chitarra.
Torna qui sorridendo.
«Mi inviti a sedere sul tuo asciugamano?»
Lo guardo un pò meravigliata.
«Certamente, siediti pure» 
Così mi siedo accanto a lui. Non mi sembra vero. Sono seduta accanto
a Nick, Nick! Il mio sogno di tutti questi anni, l'unico sogno
che mi permetteva di scappare dalla mia avida realtà. 
«You, you're like driving on a Sunday, you, you're like taking
off on Monday, you, you're like a dream, a dream come true.»

 Canta, suona. Si, continua. Chiudo gli occhi. Avrei voglia di
fermare quest'attimo e farlo durare per sempre.


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Ragazzi! Ecco qui il secondo capitolo! ^^ Spero vi piaccia! :D Fatemelo sapere!
_Ginny

 

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Capitolo 3
*** Stars shine but your smile is brighter. ***


Per un attimo non mi accorgo di star in sua presenza e inizio a
cantare seguendo la musica. Poi torno alla realtà e zittisco 
d'improvviso sulla parola "time". Zittisce anche lui.
«Perchè ti sei fermata?» 
«Beh, insomma, non che la mia voce sia granchè ... e poi, mmm.. sono davanti a te, il chè è un pò imbarazzante, in senso buono, ovviamente.» Gli rispondo.
Lui mi guarda per qualche istante, poi sorride.
Non lo fa spesso ma dovrebbe perchè il suo sorriso è qualcosa di incredibile.
Così gli dico : "Stars shine but your smile is brighter" 
Ma da dove mi sarà uscito?
Lui ride. «Sei simpatica.»
Arrossisco.
«Grazie, anche tu.» 
Riprende la chitarra.
«Ti andrebbe di... » Squilla il suo cellulare. «Scusa, devo rispondere».
 Prende il cellulare e si alza, risponde camminando sul bagnasciuga.
«Cosa c'è ancora? Frankye te l'ho detto mille volte che non devi
chiamarmi quando scendo in spiaggia. Avanti dimmi. Cosa? Arrivo subito». 
Torna da me, sembra preoccupato.
«Scusami, devo proprio andare, mi ha chiamato mio fratello, è successo un imprevisto.»
Dice riponendo la chitarra nella custodia e mettendosela in spalla.
«Oh, figurati, vai pure» Gli dico, un pò dispiaciuta.
«Ti chiamo, magari» E corre via.
Come farà a chiamarmi senza numero?
«Nick!» Si volta. «Grazie, sono stata bene come non succedeva da tempo» 
Sorride ancora. Penso sia un record oggi, ha sorriso molte volte.
«Anche io, davvero bene» 
Si volta e sparisce nel caldo di Los Angeles.



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Ed ecco anche il terzo Capitolo *o* Spero vi piaccia anche questo ! :D Vi prego, recensite e fatemelo sapere!
Per me è importante *o*
_Ginny

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Capitolo 4
*** Non mi serve nessuna spiegazione. ***


Mi butto sul letto. Guardo il soffitto ancora stravolta dagli ultimi avvenimenti.
Insomma, quello era davvero Nick?! Quel Nick
che si trova sui poster che tappezzano la mia stanza?! Dai, 
andiamo! Sembra impossibile, eppure l'ho salutato pochi minuti fa.
Un momento... ha detto che mi avrebbe chiamata. Ma non ha
il mio numero! Bene, addio Nick. Andrei a cercare la sua casa ma
potrebbe pensare che io sia insistente o qualcosa del genere.
Insomma mi ha detto che mi avrebbe chiamata quindi aspetterò.
Prendo l'ipod e metto play su una canzone a caso. Give love a try.
Destino? mmm...
Mamma urla di sotto. Alzo il volume ma la sua voce
è comunque più alta. Tolgo le cuffie e apro la porta per ascoltare:
sono grida di disperazione quasi. Cavolo, mia madre è a pezzi.
Apre la porta d'ingresso e corre via in giardino, allora io scendo
in cucina. Sul tavolo ci sono le carte del divorzio mandate da
papà. Rimango per un attimo basita anche se prima o poi sapevo
che questo momento sarebbe arrivato. Meglio chiamare papà. Il 
cellulare squilla, ma risponde la segreteria telefonica.
«
Papà dobbiamo parlare, vieni a casa ma entra dal retro e sali nella
mia stanza appena puoi. Mamma non deve vederti.»
Spero si faccia vivo al più presto. Vado fuori dalla mamma: è distrutta.
Rientro 
dentro e le preparo una tisana con dei biscotti. Metto tutto su
un vassoio e glielo porto. Mi guarda con occhi che non vedono più
futuro. Mi prende violentemente mi abbraccia forte. Le accarezzo
i capelli.
«
Le hai viste, vero?» mi chiede.
«
Si, sono sul tavolo»
«Scusa, non avrei dovuto lasciarle lì, avrei dovuto parlartene di persona.»
«
Figurati, mamma. Non mi serve nessuna spiegazione,
quella che sta male sei tu. In fondo io già sapevo che questo
momento sarebbe arrivato. Papà non c'è mai stato, lavorava con
la sua segretaria. Per me è come se non cambiasse niente, per te
è la conferma di quello che già sapevi.»
Mia madre mi guarda.
«Ti voglio bene, bambina mia»
«Oh anche io mamma, tanto.»

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Capitolo 5
*** Magari. ***


Ho promesso a mamma che l'avrei accompagnata a fare shopping.
Come al solito cerca di affogare i suoi problemi nei vestiti.
Stavolta credo che svaligerà mezza Los Angeles. Ora è andata
a passggiare da sola, ha detto che ne aveva bisogno.
Bussano alla porta sul retro: Papà. Entra con passo veloce, mi guarda
con quei suoi occhi freddi.
«Cosa vuoi?» Mi chiede schietto, come se non volesse perder tempo.
«Cosa voglio?! Cosa voglio?! L'hai trattata come se fosse un cosa usa e getta.
Sta malissimo a causa tua. La scusa del lavoro con la segretaria.
Invece è proprio lei la causa della rottura con la mamma. La bugia
più vecchia del mondo, il lavoro. Non ci sei mai stato e ora le
hai dato il colpo di grazia.»
Gli dico con sicurezza.
«Pensa a far firmare i documenti a tua madre». Mi risponde, come se avesse ignorato il mio discorso.
«Certo, non preoccuparti. Lei li firmerà perchè non merita di portare ancora il tuo nome,
non merita di essere ancora sposata con uno come te. Avrà 
l'occasione di rifarsi una vita con una persona degna di lei. Ora
esci fuori da casa mia.»
Senza nemmeno un saluto o una parola
alza i tacchi e va via sbattendo la porta. Sobbalzo. Mi abbandono
sulla poltrona e finisco per addormentarmi ma all'improvviso
suona il cellulare. Nick! Nick! Nick! Sarà lui!
*Ilary* Mia cugina, fa lo stesso. Mi dice che ha saputo dell'accaduto e che mia madre
sta parlando con la sua. Le dispiace. Dopo aver trattato l'argomento
le parlo di Nick, lei quasi non ci crede, o forse non ci crede per
niente. Così le prometto che quando l'avrò conosciuto meglio
gliel'avrei presentato. Così la saluto. In casa non c'è nessuno e 
penso che lo shopping con la mamma sia rimandato.. beh meglio così.
Salgo sopra e accendo il pc. Lo spengo quasi subito. Scendo le 
scale, giungo il cucina e apro il frigo per vedere cosa mangiare in
serata. Organizzazione: affitare un film e guardarlo spaparanzata
sul divano. Preferibilmente una commedia, con tutto quello che sta
succedendo qualche risata ci vuole. Decido di comprare una pizza.
Prendo dei soldi e la borsa ed esco. Mentre cammino per le strade di Los Angeles
il cielo inizia a piangere. Piove, piove, piove... Sempre più forte.
Cavolo, non ho un ombrello. Meglio che corra nel negozio di film.


Nel frattempo Nick ed Elvis fanno una passeggiata quando, anche a loro,
la pioggia li sorprende all'improvviso.
«Bene, Elvis, grande. Sei voluto uscire ed ora piove! Contento?»
«Bau Bau»
«Si, Elvis, noto tutto il tuo entusiasmo. Ma dove mi porti? Fermo!»

Fuori la porta del Negozio di Film..
«Oh Elvis, meno male che hai avvisato un negozio aperto, almeno possiamo riparar... Lorelai?!»
«Nick? Cosa ci fai qui? Oh, c'è anche Elvis! Che carino che è!»
Devo dirlo, è un incontro inaspettato. Ma Elvis riesce a sciogliere il mio imbarazzo 
facendomi le feste.
«Io.. ehm Noi veramente stavamo facendo una passeggiata, poi la pioggia ci ha sorpresi
e abbiamo pensato di ripararci in questo negozio.. tu cosa ci fai qui?»
«Ah! Io in verità cercavo un film per evadere un pò dal mondo, è successo un casino a casa
e stasera starò da sola, quindi avevo pensato di affittare un film e prendere una pizza.»
«Non male come serata. Comunque è stato un bene rivederci. Sai, avevo dimenticato
di non avere il tuo numero e sono entrato in panico!»
Dai, Lorelai, fatti coraggio, chiedigli di venire con te.
«Oh .. Giusto! Ma poi l'imprevisto si è risolto, tutto bene?»
«Si, alla fine niente di grave, se vuoi ti racconto».
«Magari davanti a una pizza e un film?»
«Magari.»

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Capitolo 6
*** I'm Happy. ***


Finalmente siamo a casa. Wow, a casa, con Nick. Spero di non svegliarmi mai da questo sogno.
«Ti prendo qualcosa da bere, sistemati pure sul divano. Se ti va di asciugarti
o di darti una rinfrescata il bagno e sopra a sinistra.»
Senza nemmeno far cenno di "sì" con la testa sale velocemente le scale.
Mi sa che nel frattempo sia meglio asciugare Elvis.
Prendo un asciugamano pulito. Sarebbe utile anche il fono, ma c'è
Nick in bagno. 
Così accendo la tv mentre lo aspetto. Apro il cartone della pizza e 
mi siedo sul divano.
«Scusa se ci ho messo tanto ma stavo cercando di far asciugare la maglia
col fono» Si giustifica tornando giù.
«Figurati, dai adesso siediti qui.» Dico.
Penso che abbia notato un pò del mio imbarazzo.
«Allora, racconta.»
«Beh, appena arrivato a casa ho trovato Joe che mi aspettava per portarmi all'ospedale.
Pensavo fosse successa una catastrofe, ma la mamma era caduta per strada 
e si era slogata una caviglia. Tutto qua.»
«Ah, mi spiace per tua madre. Adesso sta bene?»
«Si, l'abbiamo riportata a casa. L'ambiente familiare le farà bene.»
Silenzio. 
E' davvero imbarazzante. Tra l'altro l'aria sembra farsi molto umida. 
Lui si sfrega le mani, forse è un pò in imbarazzo anche lui.
«Ehi Lò, ma quella è una piscina, giusto?»
Sta guardando fuori.
«Ehm, si certo.»
«Ti va di fare un bagno?»
Ci mancava solo questa. Farmi vedere in costume non è proprio un'idea 
allettante, ma non posso dirgli di no. Così, un pò interdetta faccio uscire un misero ed incerto "Okay" dalla bocca.
Usciamo fuori e andiamo nelle cabine a indossare il costume.
Per fortuna che abbiamo ancora i costumi maschili  di Dan, mio cugino.
E' venuto a trovarmi la settimana scorsa e ne ha lasciato un paio qui.
Così Nick indossa uno di quelli.
Esco dalla cabina col mio costume blu elettrico.
«Carino» mi dice.
Che imbarazzo.
Si tuffa per primo dal trampolino ma io non so
tuffarmi da lì così decido di sedermi a bordo piscina.
«Non vieni?»
«No..» 
«Avanti!» 
Notando la mia fermezza esce dalla piscina e mi viene dietro le spalle. Un
attimo e si sovrappongono le nostre voci
«Scusa, mi costringi»
«Cosa fai? Nick, fermo, fermo!»
*Splash* Sono in acqua. Si tuffa anche lui e inizia a schizzarmi. 
Ricambio, quasi per vendetta. E' davvero divertente giocare con lui.
Sono contenta. Lo è anche lui.
Non l'ho mai visto ridere così.
Si avvicina, prendomi per le braccia: 
«Sono felice» mi confessa.

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Capitolo 7
*** *Calling* ***


Arrosisco. Come potrei non essere felice a questo punto?
«Quando si sta bene il tempo vola.»
Guardo l'orologio. L'una.
«Hai proprio ragione. Meglio uscire dalla piscina. Se vuoi puoi andare in bagno a sciacquarti.»
«Faccio in un attimo»
Esce velocemente dalla piscina mentre io sono ancora in ammollo nell'acqua.
Meglio che esca anche io. 
Prendo un asciugamano e mi avvolgo in esso.
Oh ecco Nick, è appena sceso.
«Se mi dai un minuto mi rivesto e ti accompagno alla porta.»
«Okay.» 
Entra dentro e si siede sul divano.
Salgo sopra e vado in bagno. Una sciacquata veloce.
Asciugo velocemente i capelli col fono, le punte restano comunque un pò bagnate.
«Eccomi.» Dico dopo aver percorso velocemente le scale.
«Oh, eccoti. Beh che dirti, grazie mille della serata, sono stato davvero bene.»
«Ma figurati, quando vuoi. Grazie a te, a proposito.»
Mi guarda per qualche secondo poi indica la porta dicendo:
«Okay, ora vado. »
«Ti accompagno alla porta.»
Gli apro la porta.
«Beh, buonanotte Lorelai.»
Mi abbraccia. Affondo la testa nel suo petto.
Un brivido caldo ed uno freddo s'intrecciano percorrendo velocemente tutta la mia schiena.
«Notte, Nick»
Si stacca lentamente da me e cammina all'indietro verso la strada. Poi mi fà cenno
di un saluto con la mano e sparisce nel buio di Los Angeles.
Chiudo la porta.
Salgo su e mi butto sul letto.
«Wow» Dico sotto voce.
E mentre fantastico con la mente cado in un sonno profondo.


--******--

 

«Lorelai! Lorelai! Lorelai! Sveglia, è tardi!»
La voce di mia madre che tenta di svegliarmi, invano perlopiù. Mi giro dall'altro lato,
come facendo finta di non averla sentita.
Oh dannazione. Sta salendo le scale.
«Buongiorno Tesoro.»
Oh mamma! Dopo tutto quello che è successo ieri sera quasi dimenticavo che non ci eravamo
proprio viste.
«Oh Mamma, Buongiorno! Come stai? Sei stata dalla zia tutta la sera?»
«Si Tesoro mio. Ecco la colazione»
La colazione a letto! Quando adoro mia madre?
«Avete parlato?» le chiedo dando un morso ad un pancake.
«Si, molto. Ma adesso sono qui con te. Ti va di andare a fare shopping?»
Oh! Ha pronunciato quelle parole! Okay.  E shopping sia!


 

-******-
 

Rieccomi dopo un'intensa mattinata di shopping. 
Ho comprato un abitino blu elettrico con delle scarpe abbinate.
Davvero molto carino, spero solo di aver occasione di indossarlo.
«Tesoro, dove sono le carte del divorzio?»
Momento, momento, momento. Cos'è tutta questa "indifferenza" riguardo al divorzio?
«Sono sul tavolo mamma, dove le hai lasciate. Ma ti senti bene?»
«Mai sentita meglio, my sweet darling.»
Adoro il suo accento Americano.
«Ho solo capito che tuo padre non mi merita e non mi ha mai meritata.
Devo rifarmi una vita. Senza di lui.»
Le corro incontro e l'abbraccio forte.
Lei per ricambiare mi accarezza i capelli e mi bacia la testa.
«Dai tesoro, adesso vai, io firmo le carte e le porto all'avvocato. Non aspettarmi per pranzo.»
«Okay mamma, in bocca al lupo. A più tardi!»
Bene. Programmi per il pranzo? 
*Ilary Calling*
Oh, bene. Magari rispondo e le chiedo di andare a pranzo.
«Ehi, Ilary!»
«Ciao Lorelai, tutto bene? Con Nick?»
«Tu mi chiami solo per sapere le ultime novità! Okay. Ti va di vederci a pranzo?»
«Si è vero! Okay, solito posto?»
«Solito posto! A più tardi ! Salutami zia.»
Mi preparo e arrivo al nostro solito ristorante Italiano.
Noi che veniamo dall'Italia, ma da piccole ci siamo trasferite qui.
Ilary è già seduta al nostro solito tavolo.
Ordineremo il nostro Solito piatto?
«Hey Ilary!»
«Lorelai! In ritardo come sempre. Siediti e dimmi tutto avanti!»
Davanti a un piatto di spaghetti al pomodoro fresco, le racconto
tutta la storia con Nick.
«Beh ed ora quando vi rivedrete?»
Bella domanda. Diamine! Il numero di cellulare!
Neanche stavolta ce lo siamo scambiati!
Perfetto.
*Nick Calling*
«Chi è?» mi chiede curiosa.
«Nick.»

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Capitolo 8
*** Una giornata con Nick Jonas. ***


«E' Nick?! Rispondi, avanti!» mi incoraggia Ilary.
Come avrà avuto il mio numero?
«Pronto?»
«Lorelai!»
Mi prende un colpo allo stomaco. 
«Nick! Come.. tu.. il numero..»
«Giusto, scusa. E' che non li avevamo scambiati allora quando sei andata ad asciugarti
ho salvato i numeri di entrambi, spero non ti dispiaccia.»
«No, figurati, anzi! Tutto bene oggi?»
«Si, grazie. Volevo chiederti se ora hai da fare..?»
«Beh ora sono a pranzo con mia cugina...»
«Ah, capisco. Dove siete?»
«Al ristorante Italiano vicino casa mia»
«Ti va se passo di là?»
«Se mi va che tu passi di qua?- ripeto la sua frase in modo da dirlo anche a Ilary- Ma certo che mi va!»
«Bene, arrivo tra qualche istante!»
Stacco la chiamata e subito Ilary grida:
«OHMYGOOOOOOOOOOOD! Nick Jonas sta venendo qui? Aiutami.»
«Ehi, Tranquilla!»

Dopo qualche minuto Ilary va in bagno per rifarsi il trucco e nello stesso momento arriva Nick.
«Hey!» Mi saluta così e mi stampa un grosso bacio sulla guancia.
«Ciao Nick! Siediti pure! Anche se lì c'è Ilary, mia cugina, ora è a "rifarsi il trucco".»
Gli scappa una risatina.
«Prendo un'altra sedia»
Dopo qualche minuto ecco Ilary che ritorna.
«Ciao, tu devi essere Ilary, io sono Nick, piacere»
Ilary tutto d'un tratto sbianca totalmente.
«Pia-a-a-cere mi-mi-o». E' tutto quello che riesce a dire, balbettando.
Nick le sorride, magari anche per cercare di metterla a suo agio.
Lei si risiede con calma, pogiandosi la borsa nera sulle gambe.
«Allora, cosa volete fare?» Chiede Nick.
«Volete?» contrabbatte Ilary, meravigliata.
«Si, volete!»
«Sono compresa anche io nel "Volete"?»
«Certo!» le risponde Nick con un bel sorriso stampato sulla faccia.
«Wow! Una giornata con Nick Jonas! Okay, sarà il giorno più bello della mia vita!»

Così trascorriamo tutta la giornata in giro per la città e compriamo anche un gelato.
Ilary scatta fotografie in continuazione, penso che ancora non crede di essere in giro con Nick Jonas.
E poi deve postarle sul suo blog.
Finalmente la riaccompagnamo a casa, è ormai sera.
«Ciao Ilary! E' stato bello conoscerti!»
«Oh Nick, devi vedere per me quanto lo è stato! Grazie di tutto! Ciao Lorelai!»
Ci saluta chiudendosi la porta alle spalle.
«A te è piaciuta la giornata?» mi chiede Nick.
«Tantissimo!» gli rispondo arrossendo.
«Beh però non è detto che debba già finire» mi dice con un tocco di mistero nella voce.
«In che senso?»
«Possiamo farla continuare fin quando vogliamo»
Lo guardo un pò perplessa.
Scuote un pò la testa e mi guarda sorridendo.
Avvicina la bocca al mio orecchio e sussurra:
«Ci vieni con me in un posto?»

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Capitolo 9
*** Do you wanna fly with me? ***


«Certo! Dove?» Il mio entusiasmo è alle stelle ma cerco di mostrarne solo una piccola parte.
«Ti fidi di me?»
Mi copre gli occhi con una benda.
Non vedo più niente, posso solo fidarmi di lui e della sua voce.
«Si»
Mi prende la mano e sento una fitta improvvisa allo stomaco.
Porta il suo braccio intorno alle mie spalle e iniziamo a camminare.
E' bello perchè il mondo non lo vedo più, c'è solo lui ora.
«Mi dici dove stiamo andando?»
«E' una sorpresa! Ci siamo quasi»
Dopo poco ci fermiamo. Sento il vento sul viso.
Nick mi alza le braccia a mezz'aria e tiene le sue mani intorno ai miei fianchi.
La sua testa sulla mia spalle. E' tutto dannatamente perfetto.
«Do you wanna fly with me?» Mi sussurra.
Mi toglie la benda. Siamo su un piccolo promontorio.
Di fronte c'è il riflesso della luna che si specchia nel mare.
«Aspetteremo l'alba, se vuoi» Mi dice.
La felicità è talmente tanta che per poco non gli dò un bacio.
Ma tornando alla realtà lo stringo in un fortissimo abbraccio che lui ricambia.
«Promettimi una cosa»
«Tutto quello che vuoi»
«Questo è per me e per te»
«Per Sempre»
Pronuncia la più grande promessa del tempo, "Per Sempre".
Quelle parole intrappolate tra le sue labbra fino a qualche istante prima ora ci legano, Per Sempre.
Ci stendiamo e ci addormentiamo abbracciati sull'erba fresca fino all'alba.
«Nick, Sveglia! Sveglia!»
Si sveglia dopo qualche istante.
«Joe cosa ci fai qui?»
«Dannazione, Nick! Dobbiamo incidere! Te ne sei dimenticato?»
«Oh Miseriaccia, è vero!»
«Lei chi è? Nuova conquista?»
«Fatti gli affari tuoi!»
«Mmm, allora è una cosa seria!»
Io vengo svegliata dalla loro conversazione e noto che Nick guarda Joe con sguardo infastidito.
«Buongiorno!» Mi dice Joe.
«'Giorno!» rispondo.
«Nick, non me la presenti?» Chiede Joe indiscretamente.
Con tutta risposta, Nick sbuffa .
«'Giorno Lorelai. Lui è Joe, penso tu lo conosca. Joe, lei è Lorelai.»
«Piacere!» Diciamo entrambi.
«Okay ragazzi, vi lascio. Nick per piacere non tardare! Piacere d'averti conosciuta Lorelai!»
Si allontana mentre lo saluto con la mano e l'accenno d'un sorriso.
Nick si stende con le mani sul petto.
«Scusalo se è arrivato così all'improvviso. Penso che ci abbia trovati perchè qui è dove venivo da piccolo a comporre.»
«Oh, Nick. E' davvero un posto bellissimo. Ma ora dove devi andare?»
«Si, bellissimo. Vado ad incidere una nuova canzone, me ne ero completamente dimenticato. Scusa..»
«Figurati! Come si chiama?»
«Fly with me. L'ho scritta pensando a te.»
«Davvero?»
Inizio a piangere. Mi ha scritto una canzone! E' così strano... Bello.
«Hey! Mica ti spiace?» Mi asciuga le lacrime con le dita.
«Tutt'altro! Nessuno ha mai scritto una canzone per me.»
«Io l'ho fatto.»
Gli butto le braccia al collo. 
Mi sembra tanto di sognare. Io, Lui, l'alba, il mare e una canzone.
«Ti va di venire con me?»
«Oh, Nick. Era proprio quello che speravo mi chiedessi.»

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Capitolo 10
*** La tua voce mi fa vibrare il cuore. ***


"E' tutta per te" 
Questa frase inizia a rimbombarmi nella testa.
«Tutta per me .» Dico sottovoce. 
Mi porge il testo della canzone, anche se mi sembra di averla già imparata a memoria. 
Iniziamo a fare le prove.

If time was still 
The sun would never never find us 
We could light up 
The sky tonight 
I can see the world through your eyes 
Leave it all behind 

If it's you and me forever 
If its you and me right now 
That'd be alright 
Be alright ...
 
«Hey ragazzi, dobbiamo andare, è tardi!» Ci interrompe Joe, aprendo bruscamente la porta.
«Arriviamo!»  Diciamo insieme.
«Lorelai mi cambio un attimo la camicia, ti spiace?»
«Figurati!»
«Mi aiuti a scegliere? Secondo te è meglio questa bianca, questa celeste o questa a quadroni blu?»
«Penso che con le prime due sembreresti troppo.. ehm... meglio quella a quadroni con la maglia bianca sotto!»
«Perfetto! Allora lascio questa maglia che ho messo prima con la camicia che mi hai consigliato.»
Toglie la camicia a quadroni blu dalla stampella e se la infila.
Si spruzza un pò di profumo.
Quanto adoro il suo profumo! Ma non la fragranza, il suo profumo.
Il profumo della sua pelle.
«Andiamo dai!»
Scendendo le scale ci scontriamo con la madre.
«Ragazzi dove andate? Vi stavo portando qualcosa da bere!»
«Mamma, dobbiamo andare ad incidere la nuova canzone, Lorelai inciderà un pezzo con noi!»
«Fantastico! Sono proprio contenta! Tornate per ora di pranzo Vi preparo qualcosa di buono! Lorelai, resti con noi a mangiare?»
«Beh... » Dico un pò indecisa. Sono un pò imbarazzata a dire la verità.
«Si mamma, ci sarà anche lei con noi. Ciao!»  Risponde Nick per me.
Mi prende la mano e corriamo fino alla macchina.
Arrosisco. Ultimamente è sempre così. Non lo so che strano effetto mi fa.
«Lorelai, adesso è il momento di conoscere anche il terzo componente della band.
Kevin ci aspetta più avanti, dobbiamo andare a prenderlo.»
«Oh non vedo l'ora, Joe!»
Joseph è salito prima di noi in macchina.
Dopo qualche minuto di cammino ci fermiamo davanti a un piccolo negozio. 
«Buongiorno!» Kevin entra nell'auto.
«Ciao Kev!» Dicono loro.
«Ciao, piacere, sono Kevin, tu sei Lorelai, vero? Nick parla di te in continuazione, non hai idea!»
Arrossisco ancora una volta mentre Nick viene infastidito per l'ennesima volta da questa affermazione.
Magari-se fosse vero- non vuole che loro ne parlino davanti a me che sono la diretta interessata. 
«Piacere mio, si sono Lorelai!»
E' fantastico. Fino a qualche settimana fa loro tre erano solo delle immagini che tappezzavano
i muri della mia stanza. Adesso sono seduti accanto a me per andare ad incidere una canzone, insieme.
«Allora Lorelai, dimmi qualcosa di te, sono l'unico che ti ha appena conosciuta!»
«Beh, non c'e molto da dire. Sono Italiana ma quando ero piccola mi sono trasferita qui.
I miei genitori si stanno separando e credo-anche se mi spiace-sia la cosa migliore per entrambi. 
Vi seguo praticamente da sempre, amo la vostra musica, amo il modo in cui mi fate sentire quando cantate
e quando suonate. Qualsiasi vostra canzone riesce a tirar fuori il meglio di me, a farmi sentire felice. 
E adesso mi sembra quasi impossibile trovarmi qui, accanto a voi. Scusa, forse sto parlando troppo.»
A Kevin scende una lacrima. Si sarà commosso? 
«Ma figurati! E' davvero molto bello quello che hai detto su di noi, molto bello. Mi spiace per i tuoi. »
«Oh, figurati. Sentite ho un'idea! »
«Sputa il rospo, baby!» Esclama Joe con la voce da fighetto. 
Gli faccio una piccola linguaccia. Sorridiamo entrambi.
«Vostra madre mi ha invitato a pranzo da voi e a me fa molto piacere. Ma mi farebbe ancora più piacere 
ricambiare. Stasera devo cenare con la mamma, che ne dite di venire voi tre con i vostri genitori e Frankye a casa mia? 
Sarebbe davvero fantastico!»
«Oh che bella idea! Perchè no! » Risponde Kevin. 
«Penso che ci sia posto nella mia agenda per stasera, sai tra tutti i miei impegni... » Dice Joe scherzando.
Sempre il solito! Gli sorrido. 
«Per te Nick, va bene? Chiedo. »
E'l'unico che non mi ha ancora risposto.
«Beh in teoria avrei un impegno, ma sicuramente posso rimandare. Lasciatemi mandare un sms.»
«Okay perfetto! Mando anche io un sms alla mamma e la avviso!»
 
Mamma! Sto andando ad incidere una canzone con i Jonas!
Sai quei tre ragazzi che tappezzano la mia parete della stanza!? 
A pranzo mi fermo da loro, la mamma è stata tanto gentile da invitarmi. 
A cena vorrei ricambiare il favore. Ti va se li invito a casa nostra? 
 
Dopo qualche minuto mi arriva la risposta della mamma.
 
I Jonas? Vabbè, mi spieghi tutto stasera. Certo che puoi! Un bacione e in bocca al lupo!
 
Yeah!
Mi trattengo dal fare i salti di gioia. 
«L'ho detto alla mamma, tutto apposto! Ci fa gli auguri per la registrazione!»
«Stasera la ringrazieremo da vicino! Ora siamo arrivati, scendiamo.» Dice Kevin.
Entriamo nello studio di registrazione.
«Oh, ecco i Jonas! Scusate se abbiamo posticipato la registrazione, ma abbiamo avuto dei problemi!» 
Dice un signore di mezza età appena entriamo.
«Si figuri!» Lo rassicura Kevin.
«E chi è questa ragazza? Incide con voi? »
«Si, è una nostra amica.» Lo informa Nick.
«Bene, bene, bene! Entrate nella cabina!»
Mi posiziono davanti al microfono accanto a Nick.
Penso che lui stia leggendo un pò di ansia nei miei gesti.
«Tranquilla, andrai benissimo, lo so. Sono qui con te.»
Mi prende la mano.
Sospiro. Spero andrà bene. 
«Siete pronti? E One, Two, three..»
A quanto pare avevano già registrato la base.
Al tre inizio a portare il tempo con l'aiuto di Nick.
Sono troppo agitata, ho paura di sbagliare.
Ecco, arriva il mio turno.
 
If it's you and me forever 
If it's you and me right now 
That'd be alright 
Be alright 

We'll chase the stars to lose our shadow 
Peter Pan and Wendy turned out fine 
So won't you fly with me 

Wow. Dopo aver cantato questo pezzetto la paura mi abbandona all'improvviso.
Capisco che loro si divertono anche. Quando canti una canzone la devi sentire dentro,
quando la canti devi concentrarti su quello a cui ti fa pensare la canzone e allora sì, canterai da Dio.
La canzone è per me, l'ha scritta Nick che ora è vicino a me, non ho bisogno di altro. 
 
«Wow Lorelai, sei stata fantastica! Ti andrebbe di incidere anche altre canzoni?» Dice Kevin una volta usciti dallo studio di registrazione. 
«Beh mi piacerebbe, ma davvero ragazzi, sarebbe troppo!»
«Macchè troppo e troppo! Sei fantastica!» Dice Joe
«Beh grazie!» Dico arrossendo.
«Ragazzi voi andate, noi vi raggiungiamo a piedi.» Dice loro Nick.
«Okay ! A dopo!» Ci salutano Joe e Kevin.
Sono un pò preoccupata.
«Non ti sono piaciuta, vero? Se è così dimmelo! Devo saperlo!
Se sono andata male entra dentro, chiama gli altri e fate tutto d'accapo,
non voglio che per colpa mia la canzone debba venire male!»
Nick si ferma davanti a me impedendomi di camminare.
Ho paura di quello che sta per dirmi. Ho rovinato tutto probabilmente. 
Alza leggermente il capo e mi guarda negli occhi.
«Sei stata assolutamente meravigliosa.»
Il mio sguardo si illuma e scintilla.
«Quando hai cantato il mio stomaco si è contorto, ho sentito qualcosa dentro che non sentivo da tempo.
C'era solo la tua voce intorno, in quel momento mi sarebbe bastata quella, meglio dell'aria.
La tua voce mi fa vibrare il cuore, tu mi fai vibrare il cuore.»
Rimango per qualche attimo persa nei suoi occhi nocciola, poi le lacrime iniziano a scorrere velocemente,
senza nemmeno che io le avverta.
«E' la cosa più bella che qualcuno potesse dirmi. »
«Forse una, ma non la più bella»
«Si, invece! Dicendomi queste parole mi fai sentire al settimo cielo! Dico sul serio, Nick.»
Scuote la testa, come per farmi intendere di non aver capito a pieno il senso della sua ultima frase.
«Lorelai, io... »
*Calling*.

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Capitolo 11
*** Una canzone tutta per me. ***


Così ci dirigiamo verso un bar Italiano, ci sediamo ad un tavolino e ordiniamo.
«Cosa prendi, Lorelai? Prendo la stessa cosa anche io perchè non sono esperto della cucina Italiana e poi, mi fido di te.» Mi dice, mostrando sul volto
un finta -e molto buffa a parer mio- faccia seria.
«Cornetto e Cappuccino! » Gli rispondo.
«Perfetto! Cameriere, scusi!»
«Mi dica.» Disse il cameriere, affettandosi ad arrivare da noi.
«Ci può portare due cornetti e due cappuccini, per piacere?»
«Come li volete i cornetti?»
«Cioccolata!» Rispondo per entrambi.
«Sono subito da voi.»


Dopo aver gustato la nostra fantastica colazione, piaciuta molto anche a Nick,
ci dirigiamo verso le nostre case per una doccia veloce per poi rincontrarci allo
stesso bar dopo circa un'ora.
«Ciao Nick, a dopo allora!»
Stavolta sono io a stampargli un grande bacio sulla guancia.
Che guancia morbide che ha.
«Oh! A dopo Lorelai!»
Ci dirigiamo verso due direzioni opposte quando all'improvviso mi sembra di sentirgli dire sotto voce:
«Mi mancherai in questi pochi minuti.»
Mi giro di scatto. 
«Cos'hai detto?»
«Che spero non tarderai!» Mi fa una linguaccia.
«Oh no, stanne certo! A dopo!»
Mi aggiusto una ciocca dei miei capelli ricci e ribelli.
Mica come i suoi, così dannatamente morbidi.
Cammino verso casa sotto il caldo afoso di Los Angeles.
«Lorelai! Lorelai! Ehi!»
Una voce mi chiama, mi giro.
«Joe! Che sorpresa! Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a prepararti? Nick è appena andato.»
Sostiamo in un posto ombreggiato per sfuggire ai caldissimi raggi del sole.
«Beh in effetti! Ma preferivo fare prima un giro. Poi sono giù prontissimo e bellissimo, non vedi?»
Imposta il volto in una strana espressione altezzosa, ma poi scoppia a ridere con me.
«Sempre modesto!»
«Sempre!»
«Vabbè Joe, io corro a casa, devo prepararmi chè se arrivo in ridardo Nick mi ammazza! Sai, mi ha chiesto di assistere all'incisione.»
«Vuoi che ti accompagni?»
«Se a te fa piacere perchè no! E' sempre bello andare in giro con "Joe Jonas"!»
«Si, sono una celebrità, è questo il bello»
Dice ciò rifacendo la faccia buffa e strana di prima. Rido di nuovo.
Camminiamo verso casa mia parlando di tantissime cose, anche di quelle più sciocche.
Soprattutto ridiamo, tanto. E' davvero simpatico.
«Beh, grazie di essere venuto con me Joe! Io sono arrivata!»
«Oh figurati ! Ci vediamo dopo!»
Con entrambi le mani nelle tasche mi dà un leggero bacio sulla guancia.
Arrossisco.
«A dopo, Joe!»
Prendo le chiavi. Dannazione! Non riesco nemmeno ad aprire. Insomma è solo Joe, solo Joe!
Il simpatico e carino Joe, ma solo Joe!
Calma. 
Apro la porta.
Magari una bella doccia fredda mi aiuterà a schiarire i pensieri.
Entro, saluto la mamma velocemente.
Quel velocemente però dura più a lungo del previsto, anche se solo di qualche minuto.
«Hey, darling! Non così di fretta! Dove sei stata tutta la notte? Dove vai ora?»
«Mamma! E' davvero una storia sensazionale, ma ora proprio non posso spiegartela!
Ti va a cena? Prepara qualcosa di buono, io vado a farmi una doccia!»
Mamma mi guarda sospirando in un sorriso.
Corro di sopra e entro nella doccia.
Amo stare sotto l'acqua che scende, la cosa che odio è ritrovarmi bagnata una volta finito di lavarmi.
Mi asciugo in fretta e prendo le prime cose più carine che trovo nell'armadio.
Un paio di pantaloncini di jeans, una maglia bianca con la bandiera dell'America con un fiocchetto in basso
e un paio di all star color blue jeans.
Aggiusto i capelli, almeno per quello che posso, sono indomabili!
Scendo di corsa le scale, un bacio veloce alla mamma e corro via.
Arrivo davanti al bar, ma Nick non c'è ancora.
Ecco, poi chi era in ritardo?
Ah eccolo.
«Se avessimo scommesso adesso avrei vinto, visto?»
«Sei qui da molto?»
«No, appena arrivata, tranquillo.»
Ci incamminiamo verso lo studio di registrazione.
«Senti Lorelai, volevo chiederti una cosa..»
«Tutto quello che vuoi, Nick.» Gli dico mostrandogli un bel sorriso.
«Beh, la registrazione è stato posticipata di qualche ora e volevo chiederti se..»
«Se ?»
«Se ti andava di incidere qualche pezzetto della canzone con me.»
Mi lacrimano gli occhi. Incidere una canzone con lui! 
Scherza?
«Allora, ti va?»
Gli butto le braccia al collo e per poco non lo faccio cadere a terra.
«Certo che mi va! Mi hai reso la persona più felice del mondo negli utlimi giorni, sai?»
Adesso lui continua a stringermi sempre più forte e sussurra piano:
«Spero di poter continuare a farlo
A queste parole il mio cuore si blocca, il mio stomaco si contorce e si irridigidisce.
«Fino a quando vorrai
«Per Sempre va bene?»
«Nicholas Jerry Jonas! E' la seconda volta in una giornata che prometti "Per Sempre". 
Vedi di mantenere la promessa, perchè io ci credo davvero!»
«Tranquilla. Nicholas Jerry Jonas mantiene sempre le promesse! Ma adesso andiamo a provare.»
«Certo!»
Camminiamo per un pò verso non-so-dove.
Poi ci fermiamo davanti a una casa molto bella, molto molto bella.
Nick prende le chiavi e apre il portoncino che dà sul giardino.
Un giardino molto curato, l'erba tagliata fresca, i fiori profumati.
All'improvviso si sente un:
«Arrivaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!»
Nick viene preso alla sprovvista dall'arrivo di una palla lanciata da Frankye.
«Ehi Frankye! Ti dico sempre che devi giocare sul retro con la palla! O se ti va nel campetto.
Qui ci passa gente, capito?»
«Si Nicholas, tu mi dici sempre tutto. Lei chi è? La tua nuova ragazza?
Ciao nuova ragazza di Nick! Io sono Frankye!»
«Piacere mio, sono Lorelai! Ma non sono la nuova fidanzata di tuo fratello, mi dispiace!»
Perchè ho pronunciato anche le ultime due parole? Se capisse qualcosa?
«Oh!  Nick, allora chi è quella ragazza di cui parli in continuazione?»
Arrossisco. Ma probabilmente non si parla di me.
«Sta zitto Frankye, torna a giocare con i tuoi amici!»
«Si, signor capitano! Ciao Lorelai!»
«Ciao Frankye!» Gli sorrido.
Nick apre la porta di casa.
«Allora chi è questa ragazza di cui parli sempre, eh?»
«Niente, lascialo stare. Blatera a volte.»
Quando spalanca la porta mi trovo davanti una casa bellissima.
All'entrata c'è un appendiabiti. Più avanti c'è il salone.
La modernità dei mobili viene interrotta però da un camino stile antico.
Subito dopo il salone c'è la cosìdetta da Nick "Sala Della Musica".
Una stanza molto grande, dove ci sono strumenti di ogni genere.
Prima di riuscir a metter piede sul primo gradino della scala che porta di sopra
una signora ci viene alle spalle.
«Oh Nicholas, eccoti di nuovo qui! E lei chi è? E' la ragazza di cui hai parlato tanto?
Oh, piacere io sono Denise, la mamma di Nick.»
Arrosisco.
«Piacere signora Jonas, sono Lorelai.»
«Oh, niente signora Jonas! Denise va benissimo, cara. Vi preparo qualcosa?»
«No, grazie mamma, magari solo qualcosa da bere, abbiamo fatto colazione solo un'ora fa.»
Saliamo.
Entriamo nella stanza di Nick.
Sul lato c'è il suo letto ad una piazza e mezzo, con circa una dozzina di cuscini sistemati ordinatamente sopra.
Di fronte al letto c'è una spaziosa cabina armadio, affiancata da una porta-finestra che affaccia su un bel balcone.
Nell'angolo c'è una chitarra e appena affianco la tastiera.
Poi c'è una grande scrivania dove ci sono tantissimi fogli alla rinfusa, forse bozze di nuove canzoni.
Appesi ai muri delle fasce dei Road Dogs, dei riconoscimenti del gruppo e alcuni quadretti di famiglia, tra cui una foto di lui da piccolo.
E' adorabile, mi fiondo subito a guardarla da vicino.
«Che carino che sei qui!»
Era davanti ad una torta, con il ditino in bocca, probabilmente l'aveva affondato nella panna.
«Era il mio secondo compleanno.»
«Allora, vuoi farmi sentire questa canzone?»
Mette le mani sulla tastiera e quelle dita riescono solo a suonare meraviglie.
Quella testa riesce solo a creare meraviglie.
Quel cuore riesce solo ad esprimere meraviglie.
«E' la canzone più bella che io abbia mai sentito!»
Gli occhi mi diventano lucidi.
«Ed è tutta per te.» Mi dice.

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Capitolo 12
*** Rivelazioni. ***


«Io...»
Il suo telefono continua a squillare.
«Io.. Io..»
Continua quel fastidioso squillare, insistente ormai.
«Oh, dannazione ! Ma così le cose non si possono fare!»
«Dai Nick, rispondi, non far aspettare. Io inizio a tornare a casa.»
Mi fa cenno di sì con la testa e risponde al cellulare.
Mi avvio verso casa Jonas.
Io.. Io. Tu cosa Nick? Cosa vuoi dirmi?
Un brivido mi occupa tutta la schiena.
Dannato telefono, qualche giorno glielo rompo.
Lo sento correre alle mie spalle.
Eccolo, mi ha raggiunta.
«Lorelai scusa.»
«Fa niente, dai. Adesso sbrighiamoci, tua madre ci starà aspettando per il pranzo.»
«Okay... CHI-ARRIVA-ULTIMO-FA-UN-MASSAGGIO-ALL'ALTRO.»
Un massaggio? Cosa?!
Meglio correre!
Ahahah! Ecco Nick, sta quasi per cadere su un cagnolino. Non vorrei essere nei suoi panni.
Ecco, lo supero.
Mi piacerebbe avere come sottofondo "Hold on".
Tipo i film in cui mettono le canzoni come sottofondo di una scena.
No! Mi sta raggiungendo! Ecco che mi supera!
«Nicholas Jerry Jonas fermo!» Urlo invano.
Si gira e mi guarda sorridendo.
Lo raggiungo.
Mi guarda. Che gran begli occhi!
«Mi devi un massaggio!»
«Scemo! L'hai fatto apposta per superarmi! Me la paghi questa!»
Gli dico ridendo e cercando di raggiungerlo visto che ormai è lontano.
Oh peccato, ho perso. E' già arrivato a casa.
«Yeeeeeeah! Ho vinto! Mi devi un massaggio subito dopo mangiato!»
Sbuffo sorridendogli.
«Mamma! Siamo a casa!» Annuncia con un accenno di fiatone.
«Oh finalmente siete arrivati! Venite a tavola su, su! E' già tutto pronto!»
La madre ha preparato la tavola in sala da pranzo, non in cucina come facciamo a casa mia io e la mamma.
Devo dirle di preparare la cena per la sera fuori, vicino la piscina. Le mando un sms.
«Lorelai cara, accomodati!»
«Ciao Lorelai!» Mi saluta Frankye.
«Ciao piccolo!»
Ci sediamo tutti e iniziamo a mangiare.
Io sono seduta tra Nick e Joe. Kevin è a capotavola, accanto a sua madre e Frankye.
Il padre è al lavoro e così Kev ne fa le veci.
«Buon Appetito a tutti!» Ci dice.
Iniziamo a mangiare. E' davvero tutto squisito. Mamma Jonas oltre ad essere
un bella donna, simpatica, che ti mette subito a tuo agio è anche un'ottima cuoca!

«Ti è piaciuto il pranzo cara?» Mi domanda Denise una volta finito di mangiare.
«Tutto squisito Denise! Complimenti!»
«Mi fa tanto piacere!»
«Ah, se permette, vorrei invitare lei e la sua famiglia a cena da me stasera. 
A me e a mia madre farebbe molto piacere avervi con noi.»
«Grazie dell'invito cara! Ringrazia anche tua madre, ci saremo sicuramente!»
Mi abbraccia. 
Wow! 
«Mamma scusa se te la rubo ma deve mantenere la sua promessa!» Esclama Nick .
«Non era una promessa! Ma una scommessa!» Gli sottolineo.
«Che hai perso ! »
«Ma non mi hai nemmeno consultata per chiedere se ero d'accordo!»
«Questa è una scusa! Andiamo di sopra.»
Denise ci guarda un pò stranita.
«Entra in camera, io vado a prendere l'occorrente per i massaggi.»
«L'occorrente? Per quanto tempo dovrei fartelo questo massaggio?»
«Mezz'ora o più.»
«Cosa?! »
«Se devi farmi un massaggio devi farmelo bene!» Così dice dirigendosi nel bagno ridacchiando tra sè e sè.
Scuoto la testa.
«Ehi Lorelai!»
Mi chiama Joe mentre sale le scale.
Mi giro.
«Ciao Joe!»
«Come mai siete tornati a piedi?»
«Nick voleva parlarmi, ma poi gli è squillato il cellulare e non ha potuto dirmi più niente.»
«Oh.»
«Perchè quella faccia Joe?»
Lui sospira.
«Nick oggi ha un servizio fotografico. Ti andrebbe se andassimo a prendere un frullato e ne parliamo?»
«Okay. Spero sia niente di grave.»
Senza aggiungere altro fila dritto verso la sua stanza.
Meglio andare in camera di Nick, sarà di ritorno preso con "l'occorrente" per il massaggio.
Chiudo la porta, tolgo tutti i cuscini dal letto e li appoggio sul divanetto accanto.
Mi stendo sul letto.
Dopo qualche istante mi addormento.
«Lorelai.. Lorelai..»
Mi stiracchio delicatamente.
«Nick! Scusa mi sono addormentata!»
E' seduto accanto a me, a dorso nudo e con un asciugamano.
Ha proprio intenzione di farmigli fare un massaggio come si deve.
«Figurati, se vuoi continua a dormire, io mi rivesto.»
«No dai, ho perso la scommessa, ora devo farti il massaggio.»
«Okay! Se proprio insisti!»
«Scemo!» Gli faccio una linguaccia.
Si stende sul letto poggiando la nuca sulle braccia incrociante in avanti.
«Quest'olio va bene?»
«Si benissimo!»
Inizio a spalmarmi l'olio sulle mani e poi mi siedo sul letto.
Appoggio le mani sulla sua schiena bianca.
Salgo alle spalle e inizio a massaggiare.
Che imbarazzo. Insomma, sto toccando la sua pelle, sto massaggiando la sua schiena.
Scendo anche un pò sulle braccia, quelle braccia così forti.
Premo su tutta la spina dorsale.
«Sei brava, mi sto rilassando.»
Arrosisco, ma per fortuna non può vedermi.
«Grazie» Dico con un tono lieve e un pò imbarazzato.
«Guarda che potrei assumerti come massaggiatrice personale!»
«Mi spiace, questo è il primo è l'ultimo!»
Sbuffa.
«Dai, basta.» Dice dopo un pò di tempo.
«Sicuro?»
«Sicuro! Hai già fatto abbastanza, grazie.»
Sorrido.
«Nick, ho sonno!»
«Vieni qui.» Mi dice.
Così ci addormentiamo abbracciati mentre io appoggio la testa sul suo caldo petto nudo.

«Nick sveglia!»
«Ehi Kev che c'è?»
«Come che c'è? Sei in ritardo per il servizio fotografico!»
«Cavolo, l'avevo dimenticato!»
«Vestiti, ti accompagno.»

«Lorelai.. Lorelai.. svegliati!»
Apro piano gli occhi.
«Nick è andato al servizio fotografico.»
«Ah...»
«Noi vogliamo andare?»
«Sì, dammi cinque minuti, mi dò una rinfrescata nel bagno di Nick.»
Mi fà cenno di sì con la testa e fila dritto nella sua camera con le mani in tasca.
Davanti allo specchio faccio un resoconto mentale degli ultimi avvenimenti:
-Ho conosciuto i Jonas 
-Mi frequento con Nick, o almeno spero che lui pensi lo stesso.
-Ho inciso una canzone con loro
-Sono stata a pranzo con tutta la famiglia
-Ho fatto un massaggio a Nick (Eh wow *__* )
-Ho dormito con lui due volte
-Stasera saranno a cena da me.
Wow, tutto ciò in pochi giorni.
Mi sciacquo la faccia ed esco dal bagno.
Busso alla camera di Joe.
«Joe sono pronta! Andiamo?»
Apre la porta.
« Certo!»
Scendiamo le scale, salutiamo la mamma e Frankye e usciamo in giardino.
«Joe che ne dici se portiamo anche Elvis? Magari fa una passeggiata anche lui.»
«Sicura che Nick non si ingelosisca?»
«Tranquillo, per qualsiasi cosa mi prendo io la colpa.»
Gli faccio un occhiolino.
Mettiamo il guinzaglio a Elvis e tutti e tre usciamo.
«Stai qui con Elvis, prendo i frullati e torno, li beviamo per strada così camminiamo un pò.»
Entra nel bar mentre io aspetto fuori.
Oh, c'è Ilary.
«Ilary!»
«Lorelai! Hai preso un cane?»
«No, questo è il cane di Nick.»
«Sei con lui? Voglio salutarlo, dov'è?»
«No mi spiace, sono con Joe, è dentro, ora che esce te lo presento.»
«Hai intenzione di passarti tutti e tre i Jonas?!» Dice sarcastica.
«Stupida! Joe è solo un amico. Nick è andato ad un servizio fotografico e noi stiamo facendo un giro.»
«Ecco i frullati!» Annuncia Joe uscendo dal bar.
Ilary rimane completamente a bocca aperta.
«J-oooo-e J---oooo-naaa-ss!» Dice balbettando.
«Sì, piacere ! Tu sei?»
«Lei è mia cugina Ilary, ha già conosciuto Nick e ora conoscere anche te è una specie di sogno che si avvera!» Lo informo.
«Joe potresti farmi un autografo per piacere? Devo scappare, sennò sarei rimasta volentieri!»
«Certo!»
Le scrive una bella dedica e la salutiamo.
«Carina tua cugina.»
«Già, se ti va la invito stasera a cena.»
*Joy Calling*
«Scusa Joe, rispondo un attimo.»
«Fai pure.»
«Joy! Come va?»
«Bene, thanks. Tu?»
«Bene, sono con Joe ora!»
«Joe Jonas?» Mi dice con una voce alquanto meravigliata.
«Si lui! Ti racconto tutto poi! »
«Stasera a cena? Vengo da te! Ciao Lorelai!»
Attacca senza neanche darmi tempo di controbattere.
Beh troverà una bella sorpresa!
Mando un messaggio a mamma e la avviso che ci saranno anche Ilary e Joy a cena.
E lo mando anche a Ilary visto che ancora non l'ho avvisata.
«Stasera verrà anche la mia amica!»
«Ah davvero? Hai invitato un bel pò di gente!» Dice ridendo.
«Guarda che è molto carina, potreste perfino combinare qualcosa insieme.» Gli dico con una buffa faccia seria.
«Ah beh, se lo dici tu! Non vedo l'ora di conoscerla allora!»
«Joe, ma cosa dovevi dirmi?»
«E' difficile da dire..Cioè.. Te lo dico solo perchè ti voglio bene. Anche se ci conosciamo da poco a te ci tengo molto, davvero.»
«Beh anche io ti voglio bene, da tutta una vita!-Dico sottolineando il fatto di quanto tempo prima avevo iniziato ad amare tutti e tre- Ma così mi fai preoccupare...»
«Beh ecco... Nick ha una ragazza.»
Il mio cuore gela, le mie gambe si fermano, il mio stomaco si blocca. 
Nick, ragazza, Nick.
Quella ragazza non sono io, la sua ragazza non sono io.
Mi ha presa in giro tutto questo tempo allora? 
E' come tutte le rockstar. 
Mille ragazze da prendere in giro. Come potevo pensare di potergli piacere davvero?
Inizio a piangere.
«Scusa Joe, corro a casa. Devo prepararmi per stasera.» Dico singhiozzando.
Lo abbraccio forte.
«Grazie di tutto.»
 
 

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Capitolo 13
*** Paranoie. ***


«Ehi! Non correre via, scusa.» Mi dice Joe afferrandomi un braccio per impedirmi di andare.
«Figurati Joe! Devo solo andare a casa a prepararmi! Non tardare stasera!»
«No, davvero, scusa. Non avrei dovuto dirlo...»
«Invece hai fatto benissimo. Ho capito finalmente com'è fatto Nick.»
«Ma no, lui non è così. E' solo che...»
«E' solo che cosa? E' come tutte le altre rockstar!» Gli dico arrabbiata.
«Ehi! Io non sono così!» Mi dice con una mezza faccia offesa, forse anche per farmi sorridere.
«Scemo! Vabbè. Ti va di venire a casa con me e di rimanerci fino a stasera? Non mi va di restare da sola ora.»
«Certo! Se ti vado bene vestito così...» Mi dice guardandosi l'abbigliamento casual indossato al momento.
«Ehi! Tu sei Joe Jonas! Staresti bene anche in mutande!» Gli dico ridendo.
«Beh in effetti...»
«Beh in effetti sì!» Gli confermo.
Così ci avviamo verso casa che per fortuna non è molto lontana.
Non parliamo molto durante il traggitto.
Lui si limita ad avvolgere il suo braccio intorno alle mie spalle per farmi sentire che mi è vicino.
Eccoci finalmente a casa mia.
«Ehi Mamma! Sono tornata! Sono con Joe!» Annuncio una volta entrata cercando di asciugarmi gli occhi ancora pieni di lacrime.
«Oh Tesoro sei qui! - Mi abbraccia- Lei è Joe Jonas, giusto? Io sono Joanna.»
«Per piacere non mi dia del "Lei" mi sento in imbarazzo! Comunque piacere mio!»
«E tu non darmi del "Lei", mi fai sentire vecchia!» Gli dice mia madre dandogli un colpetto sulla spalla.
Joe le sorride.
Gli faccio fare un giro della casa e poi saliamo in camera mia.
«Hey, ma sono io quel figo appeso sul muro?» Dice scherzando.
«Già! Proprio tu! » Gli dico con una linguaccia.
«Cosa metterai stasera?» Mi chiede.
«Beh qualche giorno fa sono andata a fare shopping con la mamma e ho preso un vestitino blu, metterò quello.»
«Oh, sono curioso! Non ti ho mai vista con un vestitino!»
«Stasera mi vedrai, contento?»
«Beh sì!»
Gli sorrido.
«Joe vado a farmi la doccia, tu fa come se fossi a casa tua, prendi chitarra, pc, quello che vuoi!»
«Oh grazie Madame!»
«E un favore... quando arriva Joy puoi aprire tu?»
«Sarà fatto!»
Lascio Joe nella mia camera e entro in bagno.
Ento nella doccia ed apro l'acqua FREDDA.
Mi sento morire.
Mi ha mentito, mi ha mentito fino all'ultimo istante.
Ogni respiro che giaceva tra i nostri silenzi era dannatamente falso.
Ogni promessa, ogni dono, ogni canzone.
Tutto un gioco.
Uno stupido gioco.
Lui era il ragazzo sensibile? Ah beh, andiamo bene.
Mi sono dannata per lui tutti questi anni e lui mi ha usata così senza nemmeno considerare di quanto fosse vero tutto quello che provavo.

Senza considerare o pensare di quando la mia vita dipendesse dalla sua voce che si combina
perfettamente con la musica formando la colonna sonora della mia vita.
Ha buttato al vento tutti i miei sogni tutte le mie speranze.
Ha buttato via me.

Ha buttato via Noi.


*Din Don*
Joe scende in fretta le scale.
«Joanna vado io, non preoccuparti!»
«Oh, grazie Joe!»
Si dirige verso la porta, la apre e trova davanti a sè la figura di Joy totalmente paralizzata.
«Ciao, sono Joe! Tu sei Joy, giusto?»
Dalla bocca di Joy non fuoriesce nessuna parola, almeno nessuna di senso compiuto.
Con l'accappatoio ancora addosso scendo le scale in fretta per salvare la situazione.
«Ehi Joy! Sei già qui? Scusami ma non mi hai dato il tempo di avvisarti per telefono. Ci sarà la famiglia Jonas a cena da noi stasera, vieni, entra!»
«Ci--aaaa--o.» E' tutto ciò che riesce a fuoriuscire dalle labbra di Joy.
«Dai entra.» Le dico.
L'accompagno sul divano.
«Joy io vado in bagno a finire di prepararmi tu resti con Joe nella mia stanza?»
Fà un timido cenno di assenso.
Così saliamo tutti e tre di sopra ed io vado in bagno a finire di prepararmi lasciandoli nella mia stanza.
Speriamo bene.
Prendo il vestito blu e me lo infilo. 
Dai Lorelai, non pensarci, non pensare a tutto il male che ti ha fatto.
L'unica cosa da fare è essere indifferente, indifferente a lui e al mio dolore.
Non voglio che Nick litighi con Joe, non per un gioco.
Mi aggiusto i capelli.
Idea! Piastro il ciuffo liscio creando un boccoletto sulla punta.
Il resto dei capelli saranno sempre i miei bei ricci ribelli.
Chissà cosa starà succedendo di là.
Cerco di sopprimere le lacrime.
Nello specchio vedo di sfuggita i suoi occhi, quegli occhi che mi hanno catturata fino ad adesso
e che mi hanno portata nel più doloroso girone dell'inferno.

Paranoie, solo paranoie.
Mi sciacquo il viso un' ultima volta prima di truccarmi.
Esco dal bagno con i miei tacchi abbinati al vestito.
Joe rimane a bocca aperta.
«Wow.. wow..sei una favola!»
«Grazie Joe! - rispondo arrossendo- Qui come va? Vi siete conosciuti?»
«Si, stiamo prendendo confidenza» Mi informa Joe.
«Benissimo! Scendiamo, vi va?»
«Si, Lorelai la famiglia di Joe è già arrivata, prima ho aperto io.» Mi dice Joy.
«Oh, bene. C'è anche Nick?»
«No, lui non ancora. Tranquilla Lorelai. » Mi rassicura Joe.
Tutti e tre scendiamo.
Denise, il signor Jonas, Frankye, Kevin e Danielle sono già seduti in salone.
C'è anche Ilary! E' già arrivata, che puntualità!
Quando si tratta di Jonas...!
«Salve Denise! Salve Signor Jonas è un piacere conoscerla!»
Mi salutano entrambi.
«Hey Lorelai ti presento Danielle!» Kevin mi viene incontro dicendo ciò.
«Oh molto piacere Danielle! Non vedevo l'ora di conoscerti!»
«Piacere mio Lorelai! Tante grazie dell'invito!» 
Le sorrido.
«Ciao Frankye! Che bello averti qui!»
«Ciao Lorelai!»
Mi dà un bacio sulla guancia. Che carino il piccolo Jonas!
«Looooorelaaai! E' tutto meraviglioso!» Ilary mi viene incontro abbracciandomi.
«Mi fa piacere! Hai conosciuto tutti?»
«Oh si! Grazie mille per l'invito! E sei bellissima stasera, complimenti! Fatta bella per Nick?» Mi dice con un sorriso malizioso.
«Ehm.. grazie. No, non per Nick. Poi ti spiego. Ora devo andare ad aprire la porta, scusa.»
Faccio un annuncio. : «Signori accomodatevi pure fuori, io vado ad aprire la porta!»
Tutti escono dal salone. Io mi dirigo verso la porta d'ingresso.
Respira Lorelai, respira.
Va tutto bene, è solo Nick.
Solo Nick.
Apro la porta.
«Hey Lorelai! Sei fantastica stasera!» Si complimenta stampandomi un bacio sulla guancia e abbracciandomi forte.
«Ciao Nick.» Gli rispondo freddamente e senza muovere un muscolo .



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Capitolo 14
*** So cold. ***


«Che accoglienza calorosa!» Dice ironicamente.
«Scusami, sono solo un pò stanca.» Gli mento.
No dannazione! Non sono stanca! Vorrei solo urlarti contro tutto il male che mi hai fatto
e che continui a farmi. Vorrei far scendere tutte le lacrime che piange il mio cuore
disperatamente. Le vorrei far scendere davanti a te.
«Ah, ti capisco. Gli altri sono qui?»
«Si, sono fuori. Va pure, tanto conosci la strada.» Chiudo la porta.
Nick si avvia verso l'esterno e prende posto accanto a Joe.
«Ciao fratellino! Ti vorrei presentare Joy, è un'amica di Lorelai.»
«Piacere! Joy!»
«Molto lieto, sono Nick! Come mai la conosci già così bene, Joe?»
«E' stato qui tutto il pomeriggio e quando è arrivata Joy li ho lasciati conoscere.» Dico spezzando quell'aria
di disinvoltura creatasi intorno a Nicholas.
«Ah.» Risponde seccato.
«Bene! Vogliamo mangiare? Buon Appetito a tutti!» Dico.
Le pietanze della mamma sono squisite come sempre, ma stasera le sento un pò più amare.
Forse perchè la mia bocca è amara, il mio cuore è amaro, il mio stomaco è amaro, le mie lacrime sono amare.
Questo Amore è amaro.
Inghiotto l'ultimo boccone di ciò che mi è rimasto nel piatto.
«Lorelai, ti va se andiamo un pò di sopra?» Mi chiede Nick.
«Vai vai!» Mi suggerisce Joe da dietro, senza farsi notare dal fratello minore.
«Va bene, dammi solo un attimo, chiedo a tutti di spostarsi in salotto per il dolce.»
Mi fa cenno di sì e inizia a salire nella mia stanza.
«Cosa vuole ora?!» Chiedo a Joe.
«Non lo so, magari avrà bisogno di parlarti per questo ti ho consigliato di andare.»
«Signori spero che la cena sia stata di vostro gradimento e spero lo sarà altrettanto anche il dolce che ci attende tutti il salotto!»
Detto questo, mentre la famiglia Jonas, mia madre, Joy e Ilary si spostano in salotto, salgo le scale fino a giungere nella mia stanza.
Entro e mi chiudo la porta alle spalle.
«Dimmi Nick.»
«Mi spieghi cosa succede? Sei freddissima stasera.»
Vorresti spiegarmi tu qualcosa, invece?
«Ehm.. no niente, davvero, sono solo molto stanca.»
«Ti va se ci riposiamo un pò allora stanotte? Se vuoi resto a dormire da te.»
«No davvero Nick, sei molto gentile. E poi deve restare Joe, mi spiace.» E' una menzogna bella e buona ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.
«Joe?!» Mi chiede basito.
«Si! Joseph Adam Jonas! Come lo chiami tu? Io Joe.»
«Ehi! Sta calma, okay. Se vuoi stare con Joe tranquilla, puoi anche dirmelo.»
«Non ho detto che voglio stare con Joe, solo che stanotte dorme qui. Ti spiace? »
«Si ! Mi spiace, okay?! Problemi?»
Il suo sguardo inizia a farmi quasi paura.
Quelle già piccole fessure iniziano a stringersi ancora di più, minacciosamente.
«No, nessun problema. I tuoi problemi non mi riguardano.»
«Cosa?! Ma stai male? »
«Ma che vuoi ?! Non puoi avere tutte le ragazze del mondo, Nick! » Sarebbe stato meglio se non l'avessi detto.
«Co---ooosa?! Le ragazze del mondo? Ma di cosa parli?! Io ci tengo a te e non me ne frega un tubo delle ragazze del mondo.
E comunque scusami, ho un impegno. Quando tornerai in te, avvisami.» Mi dice deluso.
«E ti pareva. Sempre impegni, messaggi, chiamate. Ciao Nick.»
Mi guarda con la cosa dell'occhio e poi chiude la porta violentemente.
Struscio lungo la porta fino ad arrivare a terra, seduta. 
Piango.
La nostra prima lite. Spero sia anche l'ultima.
Le lacrime mi scendono senza controllo.
Da quando lo conosco non ho più controllo di niente: nè di emozioni, nè di lacrime, nè della mia vita ma soprattutto
non ho più il controllo del mio cuore.
Dipende tutto esclusivamente da lui.
Bussano alla porta.
«Lorelai, posso entrare?» E' la voce di Joe. Per fortuna! Parlare con lui mi fa sentire bene.
Mi alzo in piedi, mi aggiusto un pò il vestito e asciungo le lacrime, almeno ci provo.
Apro la porta.
«Vieni pure Joe.»
Chiudo la porta e ci sediamo sul letto.
Mi rifugio nelle sue braccia singhiozzando.
Mi accarezza i capelli cercando di rassicurarmi.
«Va tutto bene, tranquilla, adesso ci sono io. Cos'è successo?»
Gli racconto l'episodio.
«Gli hai detto che devo dormire da te?»
«Si scusami, ora so che non potrai tornare a casa a causa mia, ma mi farebbe piacere se rimanessi anche se forse non vuoi..»
Joe mi guarda con degli occhi scintillanti.
«Ma certo che voglio! Però adesso sorridi, scendiamo giù, mangi un pò di dolce, mandiamo tutti  a casa,
vieni con me a casa a prendere pigiama e il resto e poi torniamo qui e ti prometto che ti farò stare bene, Stanotte.»
"Ti prometto che ti farò stare bene, Stanotte."
Un brivido mi percorre la schiena.
Faccio cenno di sì con la testa, mi sciacquo la faccia, mi stampo un sorriso in faccia e scendo con Joe.
«Scusate l'assenza! Mangiamo il dolce?» Dico a tutti.
Denise mi viene vicino.
«Scusami cara, Nick è dovuto andare via.» Mi dice dispiaciuta.
«Lo so, non preoccuparti Denise!»
Mamma serve le fette di torta, ci sediamo tutti sul divano parlando del più e del meno
e poi dopo un pò ci diamo la buonanotte.
«Mamma, Joe resta a dormire da noi stasera, ora accompagniamo Joy e Ilary a casa e torniamo, okay?»
«Okay Darling, ora faccio i piatti e vado a dormire quindi vi inizio a dare la buonanotte.»
Dà un bacio a me e a Joe dopodichè noi usciamo.
Accompagniamo Ilary e Joy a casa e come ultima tappa ci fermiamo a casa Jonas.
Entriamo.
Saliamo di soppiatto le scale. Arrivati in cima, la porta della stanza di Nick si apre.
Ne esce lui in canottiera e con i capelli un pò fuori posto.
«Cosa ci fate qui?!» Ci dice arrabbiato.
«Devo prendere delle cose, sta calmo.» Gli dice Joe.
Indifferentemente e senza proferir parola seguo Joe nella sua stanza.
«Suscettibile tuo fratello, eh?!» 
«Si, a volte.» Mi risponde mentre prepara un piccolo zaino.
«Fatto, preso tutto! Andiamo?»
Gli faccio cenno di sì. 
Usciamo dalla sua stanza e scendiamo le scale mentre io mi ritrovo a guardare con la coda dell'occhio
la porta semi-aperta di Nick.
Che stupida.
Usciamo di casa e torniamo da me.
Saliamo nella mia stanza. Mamma è già a dormire a quanto pare.
Chiudo la porta alle nostre spalle.
«Joe c'è solo un problema..»
«Sarebbe?»
«Il letto! Ho solo il mio da una piazza e mezza.»
«Ci stringeremo! Qual'è il problema? E poi mica dormiremo tutta la notte!» Mi dice incuriosendomi.

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Capitolo 15
*** Buco Nero. ***


«Joe è l'una! Cosa hai intenzione di inventarti?!» 
«Non lo so, ma stanotte sono con te e non voglio solo dormire.»
Inizio a sentire un calore partente dai piedi che sale pian piano fino a raggiungere le guance, poi gli occhi.
«Hai ragione. Cosa si fa?»
Ci pensa un pò, poi si siede sul letto.
«Non penso che in camera tua ci sia molto da fare.»
«No, in effetti no, quindi fai in modo che la tua mente partorisca qualche idea geniale.»
«Perchè hai qualche dubbio a riguardo?»
Il buio assorbe i nostri ultimi respiri. Il riflesso della luna si ferma ad illuminare il suo sguardo.
Tutto intorno è silenzio, sembra quasi che il tempo non esista.
«Vieni con me.»
Si alza velocemente dal letto, mi afferra la mano e apre la porta. Scendiamo velocemente le scale
e ci dirigiamo verso la porta per uscire. 
«Joe! Le chiavi!»
«Entreremo dalla finestra, che problema c'è?» Mi sorride.
Io però gli faccio uno sguardo arrabbiato.
Mi prende la mano mentre camminiamo per una stradina sperduta sotto la luna.
«Love a girl in a whole another language People look at us strange Don’t understand us....» Inizia a canticchiare.
«Ehi Joe! Di chi è questa canzone? Solo i primi tre righi e la adoro già!»
«In realtà l'avrebbe partorita la mia mente geniale!» Dice con una faccia alquanto buffa.
«Davvero Joe?! E' meravigliosa! Voglio che tu la incida, ora!»
«Ora? Seguimi.»
«Joe era per dire! Dove andiamo?!»
Mi ha già preso la mano e ha iniziato a correre.
Sembriamo due ragazzini. In effetti lo siamo.
E' bello.
Corriamo per un bel pò di tempo, nonostante i miei disperati tentativi di fermarlo.
Poi ci fermiamo di fronte un edificio.
Joe fa un fischio. Dopo qualche minuto ci raggiunge un signore anziano con un mazzo di chiavi in mano.
«Grazie mille.» Gli dice Joe.
Apre un enorme portone e mi fa cenno di entrare prima di lui.
E' tutto buio, non lo vedo più.
«Joe?! Joe?! Dove sei?»
Sento all'improvviso un paio di mani scivolarmi sui fianchi e un naso sfiorare il mio.
«Sono qui.»
Il mio cuore parte e forse non tornerà più.
Batte, batte talmente forte che quasi sta per uscire dal petto ed entrare in quello di Joe.
Nel frattempo sento il suo battere alla stessa velocità del mio.
In quest'universo buio in cui ci troviamo i nostri cuori sono l'unico suono che chiede di brillare.
«Canta Joe, canta ancora.» Dico, quasi senza rendermene conto.
Chiudo gli occhi, non trovando più la differenza tra la luce e il buio.
In questa stanza ci siamo davvero solo noi, solo io e lui, nient'altro. 
Nemmeno la luce arriva qui.
Siamo in un buco nero, un buco nero che solo noi possiamo attraversare.
Un buco nero che solo noi possiamo vivere.
Lui sospira. 
«Love a girl in a whole another language - e il suo cuore sembra urlare "You, you! Italian girl."
People look at us strange
Don’t understand us. »

Canta Joe, canta per me. Tutta la notte, se necessario. Fa parlare il tuo cuore, fagli parlare di me.

«They try to change it
Try to say we won’t change.
They may say it sounds crazy»

 

Love’s even more wild when you’re angry
So say why you wanna change it
Girl listen to me!
Girl you’re just running from the truth
And I’m scared of losing you.
You are worth to much to lose
Baby if you’re still confused

Girl I’m just in love with you
Girl I’m just in love with you
No other words to use
I’m just in love with you » .

Quelle parole sembrano mettermi di fronte la realtà.

" Ragazza ascoltami!
Ragazza stai solo correndo incontro alla verità
E ho paura di perderti.

Vali troppo per perderti
Baby se sei ancora confusa

Ragazza sono solo innamorato di te
Ragazza sono solo innamorato di te
Non ci sono altre parole da usare
Sono solo innamorato di te" .

Qui, in questo luogo, tutto quello inizia ad avere un significato. Ora sono quì, immobile, ascoltando i suoi ultimi respiri
dopo aver finito di intonare quelle parole, cantando sulla base musicale che suona il suo cuore attaccato a me.
Sembra così sbagliato, ma allo stesso tempo tutto così giusto. Qui dentro nessuno può deciderlo, solo noi.
«I'm just in love with you.» Ripeto sotto voce.
Alzo lo sguardo, nonostante io non riesca a vedere niente a causa del buio.
Con mia sorpresa trovo i suoi occhi, emanano luce. Una luce incredibile, non l'ho mai vista prima.
Due piccole scintille di luce combinate a delle lacrime che si fanno spazio sul suo viso.
Gli accarezzo la guancia umida.
«Non pian..» 
«Shhh.» Mi interrompe. «Sei tu a non doverlo fare.» Mi dice tirando sù col naso.
Mi prende un colpo. Sto piangendo. Non me ne sono nemmeno accorta.
Lui sì, non so come, ma se ne è accorto.
Avvicina le sue labbra al mio orecchio.
«Ti prego.» Sussurra facendomi rabbrividire.
Non capisco cosa sia sul serio, se una richiesta di bloccare tutto ora e se un disperato bisogno di andare fino in fondo.
Sono io a scegliere ora.
«Sì.» Decido di aprire la bocca, qualsiasi cosa ne sarebbe uscita.
Sento il sistema vitale di Joe bloccarsi per qualche secondo, il suo cuore per qualche attimo fermarsi.
I suoi occhi spalancarsi e poi chiudersi subito dopo.

«Never knew what we have                                     Non hanno mai capito ciò che avevamo
They don’t understand                                              Non capiscono 
We’re just a waste of time                                       Siamo solo uno spreco di tempo
We know this is real.                                                 Sappiamo che è vero.   
I know how you feel                                                   So come ti senti
When you put your hand in mine.                           Quando mi prendi la mano.
I'm just...»

In questo momento non sono mai stata più sicura di qualcosa;
la mia testa, il mio corpo e il mio cuore per una volta mi ordinano di fare la stessa cosa.
«..in love with you.» Continuo io.
Gli butto le braccia al collo incrociandole dietro di esso.
Avvicino violentemente le mie labbra alle sue.
Penso di non essere mai stata più sicura di qualcosa.
Le sue mani mi stringono la vita e il mio stomaco spara fuochi d'artificio ovunque.
Quel buio universo ci regala il bacio migliore del mondo. Un bacio passionale e disperato, desiderato.
I nostri sapori si fondono in uno soltanto, fatto anche delle nostre lacrime precedenti.
E' tutto dannatamente perfetto.
Joe è un giro di emozioni che non finisce mai, la luce in tutto questo buio.
L'unico punto di riferimento che io ho qui, ora.
E questo bacio, forse, lo aspettavamo da troppo tempo.

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Capitolo 16
*** A Night With You. ***


Abbiamo iniziato qualcosa e mi piace.
Mi piace da morire. 
Aspettavo un momento simile da non so da quanto tempo.
Ora lo sto vivendo.
Sto trasferendo me stessa in lui.
Con questo bacio sto trasmettendogli tutto ciò che ho di me.
E forse Lui è la persona più giusta a cui donare me stessa.
Sto mischiando il mio sapore un pò amaro al suo, così dannatemente dolce.
Non so esattamente di cosa sa, solo d'Amore, forse.
Dopo qualche minuto stacchiamo lentamente le nostre labbra l'uno dall'altra.
Facciamo combaciare le nostre fronti quando lui all'improvviso mi abbraccia forte.
Penso abbia paura che tutto questo finisca, lo capisco dal modo in cui mi stringe.
«You are worth to much to lose.» Gli dico, cercando di rassicurarlo.
Si stacca dall'abbraccio e mi sorride lasciando cadere un'ultima lacrima.
«Seguimi.» Dice ciò stampandomi un nuovo bacio sulle labbra.
«Joe, non si vede niente!» 
«Ti fidi di me?»
Gli sorrido anche se in fondo non può vedermi in tutto quel buio.
«Certo.» Rispondo con dolcezza.
Camminiamo mano nella mano per un pò fin quando lui non si ferma di botto.
«Voglio che sia la nostra canzone. Non la conosce nessuno, apparte te. Voglio che quando la sentiranno ci sarai anche tu nell'incisione.»
«Joe, fai sul serio?»
«Sai come mi è venuta in mente?»
Scuoto la testa anche se non può vedermi, ma in fondo quella che mi ha fatto è una domanda retorica, non serve a molto
il mio "sì" o il mio "no".
«Ti ho sognata. Eri seduta per terra, su dell'erba fresca a guardare il tramonto.
Avevi in mano un quaderno piccolo e stavi scrivendo una pagina di diario.
Ma poi una voce ti chiamò, era Nick. Così accartocciasti quella pagina e la buttasti per terra,
quasi come la volessi nascondere. Io la raccolsi e la lessi. Una volta sveglio non ho dovuto far altro che scrivere la musica.»
Resto per un attimo perplessa; mi ha sognata. Ha sognato me!
«Andiamo Joe.»
Dopo qualche altro passo Joe accende la luce.
Dopo tutto questo buio finalmente vedo il suo viso.
E' così bello, così dolce. Ha ancora gli occhi rossi.
Gli avvolgo le braccia attorno alla vita stampandogli un lungo bacio.
Quando ci stacchiamo mi sorride.
Dannazione, che bel sorriso.
«Vieni.»
Siamo in uno studio di registrazione, non è lo stesso di dove abbiamo inciso la canzone con Nick.
Oh, Nick. Chissà...
«Lorelai?!»
Joe dice il mio nome facendomi tornare alla realtà. Amo quando pronuncia il mio nome.
Lo guardo un pò imbarazzata. Lui lo nota e mi sorride.
«Tranquilla. Ci siamo solo noi.»
Si Joe, appunto! E' proprio questo che mi imbarazza!
«Hai già inciso la base?»
«Certo! Adesso ti farò sentire un paio di volte la canzone sulla base in modo che potrai ascoltare gli attacchi e il resto. Dopodichè sarai pronta.»
Gli faccio cenno di sì con la testa e lui fa partire la musica.
C'è luce solo in questa piccola sala insonorizzata coi vetri che mostrano il buio del resto di quella camera enorme.
Joe inizia a cantare. Mentre lo fa mi guarda.
Adoro il suo modo di muovere le labbra, amo il suo modo di pronunciare le parole.
Adoro il suo modo di gesticolare mentre canta, amo il modo in cui mi guarda.
«Oh baby!» Minuto 1.57 della canzone. Adoro quando lo dice.
Mi si muove qualcosa dentro, non so spiegarlo.
So solo che potrei tagliare quella parte della canzone e creare una traccia audio
con quelle due parole ripetute in continuazione.
«E' il tuo momento.» Mi annuncia.
Sono un pò preoccupata così Joe mi prende la mani e mi guarda negli occhi.
Fa ripartire la base e iniziamo a cantare.
Cantare con lui, solo con lui, è qualcosa di incredibile.
Ci siamo solo noi, io, lui e la nostra canzone.
«I’m just in love with you
(Let me say it again. )
I’m just in love with you
(Just in love )
I’m Just In Love With You.»
Così chiudiamo la registrazione fatta cuore a cuore.
Joe si toglie le cuffie e fa scivolare le sue mani intorno la mia vita.
«Sei stata fantastica.»

Mi dà un bacio, un ennesimo lunghissimo bacio.
E' tutto così strano e bello. Stare con lui mi trasmette forza vitale.
«Adoro la nostra canzone.»
«La nostra canzone. Suona bene, sai tesoro?»
Il mio corpo si blocca insieme al mio pensiero.
Ho sentito bene l'ultima parola della sua frase?
Tesoro
«Dillo ancora.»
«Suona bene "La nostra canzone".»
«No, non quello.»
«Tesoro
«Dillo ancora, dillo finchè non ti sarai stancato.»
«Tesoro, non mi stancherò mai di chiamarti così.»
Gli butto le braccia al collo.

Finalmente siamo fuori casa, sono le 4 e mezza del mattino.
«Saliamo?»
«Non ancora.»
«Cos'hai in mente ora?»
«Sali.»
Mi ordina di salirgli in groppa.
«Dove andiamo?»
«A vedere le stelle.»
Corre velocemente verso una meta che io ancora non conosco.
Poi si dirige verso il mare.
Le sue scarpe entrano finalmente in contatto con la sabbia.
Si ferma di fronte al mare e mi lascia scendere delicatamente.
Si butta violentemente sulla sabbia togliendosi le scarpe.
«Sei già stanco?» Dico sarcasticamente.
«Vieni qui.»
Mi siedo accanto a lui, mi stendo anch'io.
Mi mette un braccio intorno al collo e poggio la mia testa sul suo petto.
Fa un pò freddo.
«Hai freddo?»
«Beh un pò.»
Si mette seduto e si toglie la maglia.
«Prendi.»
«No davvero Joe, tu come fai?»
«Non fa molto freddo, tranquilla. Poi, abbracciandoti, starò bene.»
Arrossisco.
Si stende di nuovo e io mi faccio il nido tra le sue braccia subito dopo avergli dato "il bacio della buonanotte".
Rimaniamo così, addormentati fino al mattino.
Io, tra le sue braccia. Con le stelle, il mare.

«Joe, Joe sveglia!»
Si stiracchia un pò e mi guarda con gli occhi semichiusi.
Avanza le labbra verso di me e mi dà un lungo bacio.
«Joe, dobbiamo tornare subito a casa, altrimenti mamma ci darà per dispersi! Avanti, corri!»
Si alza in fretta, mi prende la mano e iniziamo a correre.
«Joe, la maglietta! Non puoi camminare per L.A. senza!»
«Perchè? Dai, io sono Joe Jonas, posso tutto!» Mi dice con una finta faccia seria.
«Stupido! Sai quante ragazze ti vedranno?»
«Ahhhhh ! Sei gelosa, non è così? Ammettilo, ammettilo!»
«No, ma cosa dici?! Io, gelosa?!»
«Ehh ammettilo!»
Inizia a farmi il solletico ovunque, ridendo.
«Guarda che non la metto se non lo dici!»
«Basta, Joe! Smettila di farmi il solletico! Okay, lo ammetto! Sono gelosa!»
Si avvicina a me e mi accarezza la guancia con il pollice.
Mi stampa un nuovo bacio, una nuova  emozione.
Mi prende la mano e ci mettiamo subito a correre verso casa.
Joe si dirige verso la porta.
«Joe, abbiamo dimenticato le chiavi!»
«Le ho prese io, tranquilla.»
Così entriamo e guardo l'orologio: le 6 e 45.
La mamma si sveglierà tra circa un quarto d'ora.
Saliamo in camera, ci mettiamo i pigiami e ci infiliamo nel letto.
Dopo pochi istanti la mamma apre la porta e ci trova abbracciati l'uno all'altra,
nella stessa posizione in cui avevamo guardato le stelle.

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Capitolo 17
*** Sei colpa mia. ***


Ci osserva per qualche istante, o almeno così mi pare di capire, poi chiude delicatamente la porta.
«Per un pelo.»
«L'hai detto!»
Sento la mamma di sotto che fa colazione e poi si veste per andare a lavoro.
Dopo qualche minuto sento aprire e chiudere la porta d'ingresso.
E' andata.
«Joe...Joe...»
Oh ecco, si è addormentato! Lo sapevo! Dai però abbiamo dormito pochissimo.. meglio che chiuda gli occhi un pò anch'io.
Dopo pochi istanti mi addormento ancora col suo braccio attorno.
Faccio un sogno strano, alquanto.
C'è un ragazzo con dei bellissimi boccoli. Uno di questi gli scende un pò sulla fronte, è molto carino.
Abbastanza alto e muscoloso, con una pelle alquanto bianca. 
Porta una camicia a quadroni blu con sotto una maglia bianca a mezza manica abbinate ad un jeans.
Purtroppo non riesco a vedergli il viso, ma quel boccolo mi è così familiare.
Si trova davanti a me e mi tiene le mani ma poi si guarda indietro.
C'è qualcuno, o meglio qualcuna.
Ha dei lunghi capelli biondi ed è molto alta e con un fisico dannatamente perfetto.
Praticamente tutto il contrario di me. 
Ma perchè devo metterla a paragone con me?
In ogni caso lui si gira guardandola. Poi sposta di nuovo lo sguardo su di me.
Mi fa cenno con la testa di guardare indietro. Mi giro, così vedo Joe che mi saluta con la mano e mi viene incontro.
Mi giro di nuovo verso il ragazzo coi boccoli, ma lui è sparito.
Mentre lo cerco con gli occhi sento l'abbraccio di Joe da dietro.
Mi sveglio di soprassalto. Non ho nemmeno il tempo di pensare al mio sogno che squilla il cellulare di Joe.
Lui dorme come un ghiro, così rispondo di mia iniziativa.
«Pronto?»
Dalla parte opposta del telefono la voce di qualcuno si strozza improvvisamente.
«C'è Joe?»
E' Nick. Il mio corpo viene cosparso improvvisamente da una forza sconosciuta. 
E' solo da ieri sera che non lo sento ma mi sembra un'eternità.
«Dorme.» Gli rispondo.
«Ancora?! E' mezzogiorno e mezzo!» Dice con un leggero tono irritato.
«Abbiamo fatto tardi.»
«Tesoro, chi è?» E' Joe, si è svegliato.
«Oh ecco, s'è svegliato, pessamelo.» Dice Nick. Ora il suo tono irritato si inizia a sentire di più.
Senza proferir parola passo il telefono a Joe.
«E' Nick.» Gli dico mentre mi appoggio alla testiera del letto abbracciando un cuscino.
«Dimmi fratellino!» Probabilmente sa che non è opportuno usare quell'espressione ma lo starà facendo per "rompere il ghiaccio".
«E' la mezza, hai intenzione di tornare a casa per pranzo?»
«Si, dammi un pò di tempo per vestirmi.»
Chiude la telefonata, mi sorride e mi bacia.
Ma questo bacio ha un sapore diverso dagli altri. E' un bacio a sapor  Senso di Colpa.
«Scusami, devo tornare a casa. Dopo pranzo vieni da me?»
«Okay! » Dico poco convinta.
Mi stampa un bacio sulle labbra e va in bagno.
Io scendo di sotto e bevo un bicchiere di succo all'arancia.
Dopo qualche istante mi raggiunge anche lui già vestito e beve un sorso dal mio bicchiere.
Mi stampa un bacio più lungo del precendente e dicendo «A dopo, Lorelai!» esce di casa.
Mamma non torna a pranzo.
Ora chiamo Joy, ho bisogno di parlare con lei.
«Hey Joy!»
«Lorelai! Allora, come va?»
«Ho bisogno di parlarti. Ti va di pranzare da me?»
«Certo! Spero sia niente di grave. Arrivo subito!»
Dice ciò e chiudiamo la telefonata.
Che Casino.
Vado a farmi una doccia veloce e a vestirmi.
Dopodichè scendo giù e inizio a cucinare.
Niente pasta, ultimamente a Joy proprio non và.
Così preparo un'insalatona.
Dopo qualche minuto bussano alla porta.
«Joy!» Mi abbraccia, uno di quei suoi adorabili abbracci ballerini.
Entra e mi aiuta ad apparecchiare.
«Allora, cosa dovevi dirmi?»
«Joe.»
«Cos'ha fatto?»
«Un casino.»
«Ovvero?»
Prendo il pranzo e lo servo. Inizio a raccontarle il prologo della nottata passata con Joe.
«Vi siete baciati?!» Dice un pò entusiasta e un pò delusa, facendo cadere le posate nel piatto.
Faccio cenno di sì con la testa e inghiotto un nuovo boccone.
«Woooow...» Dice con un tono poco convinto.
«Lo so, non dovevo, anche nei tuoi riguardi. Scusami. Ma era un momento terribile.
Insomma, Nick, la sua ragazza. Poi avevo Joe così vicino e lui è così...»
«Ehi! Non devi scusarti con me. Probabilmente avrei fatto lo stesso.
Ma ti ripeto, non sono io colei con cui devi scusarti.»
«Nick?! Oh andiamo, ha una ragazza e non mi ha mai detto niente e io dovrei scusarmi?!»
«Perchè non gli parli? Così chiarite.»
«Non so. In ogni caso dopo pranzo devo andare a casa loro. Tu vieni con me?»
«Mah. Non saprei. Mi sentirei inadatta.»
«Joy! E' casa dei Jonas! Hai sempre sognato andarci!»
«Ma non in questa situazione.»
«Okay. Mi prometti che ci verrai qualche volta?»
«Perchè no!»
«Dopo chiamo Ilary così stasera vediamo di organizzarci noi tre per fare qualcosa, okay?»
«Certo!»
Sparecchiamo.
Forse Joy ha ragione, dovrei parlare con Nick, chiarire la situazione.

«Mi accompagni almeno fin lì?» Le dico una volta uscite di casa.
«Certo!»
Stavolta l'abbraccio io.
Durante il tragitto ascoltiamo "L.A. Baby" e la cantiamo a squarciagola.
E' sempre stato il nostro sogno farlo.
«Allora, entra e parla con Nick, okay?»
«Ci provo!»
La saluto sulla soglia di casa Jonas e lei mi lascia con un nuovo abbraccio ballerino.
Ne ho proprio bisogno!
Busso alla porta.
«Ciao Lorelai!»
«Ciao Frankye! Come stai?»
«Entra! Bene, tu? Nick è di sopra, comunque.»
Al suo nome sento un taglio nel mio sguardo.
«E Joe?»
«Nella sua stanza. Mamma e papà non ci sono.»
«Peccato! Ci tenevo a salutarli. Salgo!» Gli sorrido.
Salgo lentamente le scale. La prima porta che mi trovo davanti è quella della camera di Nick.
E' semiaperta.
In quello squarcio di visuale riesco a vederlo seduto al pianoforte.
Sta suonando. Anzi, no. Compone. Sta componendo i primi accordi di una nuova canzone.
L'inizio è già molto bello. Sembra una canzone d'amore, un amore isterico e disperato.
Un amore senza pregiudizi, che ti scoppia dentro. Un Amore che vorresti solo urlare e che aumenta ogni giorno sempre di più.
Un Amore che il cuore chiede di cacciare, perchè proprio non ce la fa a tenerlo solo per sè.
Un Amore che è costretto a vivere tormentato notte e giorno, costretto a convivere con una disperazione senza fine.
Un Amore forse rassegnato, costretto a camminare sulla via della solitudine.
Dalla postazione di Nick non giunge solo questa melodia.
Riesco a sentire anche dei singhiozzi, sta piangendo.
Mi avvicino ancora di più e intravedo delle lacrime cristalline graffiargli quel viso così candido.
E' una visione terribile. Vorrei tanto andare ad abbracciarlo per cercare di placare il suo dolore.
Sbadatamente faccio rumore toccando la porta.
Il suono melodico cessa improvvisamente lasciando nell'aria un vuoto colmo di imbarazzo.
Il volto di Nick si gira di scatto verso la porta della sua stanza.
«Lorelai, sei qui!» E' Joe che mi chiama dalla sua camera. Non ci voleva.
Sento i passi di Nick giungere fino la porta e l'ansia assalirmi l'anima.
Senza neanche guardare fuori chiude la porta, indifferente.
Corro in camera di Joe.
«Perchè eri ferma lì?»
«Stavo ascoltando tuo fratello suonare.»
«Non sei entrata a salutarlo?»
«No Joe, meglio di no.»
«Come meglio credi. Scusa, il cellulare.»
Joe risponde, è Kevin.
«Lorelai, devo fare una cosa con Kev. Non ci metto molto, mi aspetti qui?»
«Certo, va pure!»
Sta per stamparmi un bacio sulle labbra quando io giro la testa in modo da farlo arrivare sulla guancia.
Un pò stranito esce dalla porta e la chiude alle sue spalle.
Aspetto di sentire la porta d'ingresso chiudersi per uscire dalla stanza di Joe.
Penso sia giusto, ora, parlare con Nick.
Mi dirigo verso la sua stanza.
Dall'esterno sento un' ultima nota interrompere la melodia prima in atto.
Sento lo sgabello spostarsi verso l'indietro e Nick alzarsi e camminare.
Sospiro.
Busso una volta alla porta. Nessuna risposta.
Busso di nuovo, stavolta per due volte.
Sento Nick sospirare prima di dire: «Chi è?»
Ho paura di rispondere, l'ansia mi assale di nuovo.
«So-ooo-no Lo-ooo-relai.» Dico balbettando.
«Ho da fare, va via.»
«Nick ho bisogno di parlarti.»
Apre la porta. Mi ritrovo improvvisamente il suo volto davanti agli occhi.
E' pieno di lacrime. Gli occhi sono un fiume straripante.
«Quale parte di "Ho da fare, va via" non ti è chiara?» Dice stringendo i denti e chiudendomi violentemente la porta in faccia.
Mi sento morire. Le gambe deboli e il cuore a mille.
Poi bussano alla porta.
«Lorelai, puoi andare tu?»
E' la voce di Frankye proveniente dalla cucina.
Scendo velocemente le scale rischiando di cadere sul 5° gradino.
Apro la porta.
Davanti a me una ragazza con dei lunghi capelli biondi, alta e con un fisico perfetto.
Porta una minigonna di jeans con una canotta con dei strani disegni stampati sopra.
Un cappello bianco con una riga nera e un paio di zeppe molto alte.
«Ciao, tu sei?»
«Un'amica di famiglia. Chi cerchi?»
«Ah, sarai mica Lorelai? Comunque Nick, cerco Nick.»

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Capitolo 18
*** Una chiacchierata con Kev. ***


«Si, sono Lorelai. Vuoi Nick?»
Neanche il tempo di finire la frase, Nick scende dalle scale stropicciandosi gli occhi.
La ragazza mi urta leggermente correndogli in contro.
«Tesoro mio! Finalmente!» Urla la biondina abbracciando Nick.
"Tesoro mio? Finalmente?" Ma chi sei? Ma da dove diavolo vieni?
Chiudo la porta.
«Andiamo di sopra.» Le dice Nick guardandomi.
Loro salgono le scale lasciandomi a bocca asciutta.
E' lei la ragazza di cui mi ha parlato Joe? E' lei la ragazza di Nick?
Perchè conosce il mio nome?
Di nuovo la porta.
«Tesoro mio!» Dice Joe una volta entrato.
«Ehi...»
«Cos'hai?»
«Niente.»
«Lorelai...»
«Niente, davvero! Ho un'idea!»
«Avanti, sputa il rospo!»
«Hai il CD con l'incisione della canzone?»
«Certo! Perchè?»
«Ti va se stasera ceniamo tutti insieme e la facciamo sentire? Magari chiamo anche Joy, Ilary e la mamma!»
«E' una grandissima idea! Vado a dirlo a Nick! Poi prepariamo insieme, ti va? Così non facciamo stancare mamma!»
«Certo che mi va! E comunque attento, Nick non è solo.»
«La biondina?»
Annuisco.
Quindi non è la prima volta che viene qui. Fantastico.
Chi diavolo sei?
Mi dirigo in cucina, meglio non pensare a tutto ciò.
«Frankie sai che io e tuo fratello abbiamo una sorpresa per voi stasera?»
«Cosa? Tu e Nick state insieme e volete dirlo a tutti?»
Un colpo allo stomaco. NICK-IO-INSIEME.
Il promontorio, l'alba, Fly WIth Me, la piscina e tutto il resto.
No, Frankie. Questo proprio non dovevi dirlo.
«No Frankie. La sorpresa è da parte mia e di Joe. E comunque mi dispiace, io e Nick non stiamo insieme.»
«Oh.... - dice dispiaciuto- Stai con Joe?» Controbbatte alquanto basito dopo averci pensato un pò sù.
«Frankie! Aspetta stasera, dai!»
«Stai con Joe. E adesso chi lo dice a Nick? E chi lo sente dopo che gliel'avranno detto?!»
Detto ciò scende dallo sgabello dove era seduto e va via blaterando.
Ma cosa frega a Nick di me e Joe se lui sta con la biondina?
Inutili parole, Frankie. A Nick non importa nulla di me.
 
«Allora Joe, cosa cuciniamo?»
«Speravo avessi tu qualche idea!»
«Fantastico! Perchè non facciamo una specie di banchetto con diverse pietanze?»
«Perchè no!»
Così io e Joe ci mettiamo al lavoro preparando di tutto.
«Joe però manca una cosa.»
«Ovvero?»
«Il dolce!»
«Oh già! Cosa facciamo?»
«Sufflè?»
«E come si prepara?»
«Okay Joe, ci penso io!» Dico ridacchiando della sua ignoranza in materia.
Così mi metto a lavoro e chiedo a Joe di andare ad avvisare mia madre, Ilary e Joy.
Così mi saluta ed esce lasciandomi al mio sufflè al cioccolato.
«Allora, come vanno i preparativi?»
«Bene, Frankie. Sto facendo il sufflè.»
«Buono! Posso darti una mano?»
«Non preoccuparti, devo solo infornarlo!»
«Va bene!»
«Frankie sai per caso se la ragazza bionda rimarrà qui a cena?»
«Vado a chiederlo subito a Nick!»
Spero vivamente in una risposta negativa. 
Dopo qualche istante Frankie mi raggiunge.
«No, Lorelai. Ha detto che deve andar via. Ora sta scendendo.»
Sospiro.
Sento la porta della camera di Nick aprirsi e fuoriuscirne delle risate.
Stanno scendendo.
«Allora ci vediamo!»
«Quando vuoi!»
Si abbracciano e lei esce dalla porta.
«Nick, Nick! Lorelai sta facendo il sufflè per stasera!»  Esclama Frankie.
«Oh, davvero?- Dice Nick sprezzante- Quale grande sorpresa sarà la ciliegina sulla torta?» Continua con lo stesso tono.
Indirizzandomi un'occhiata poco amichevole sale velocemente di sopra.
Sospiro, di nuovo.
Inforno il sufflè e chiedo a Frankie di dargli un'occhiata.
«Vado un attimo da Nick, torno subito.» Gli dico.
Tolgo il grembiule che ho attaccato in vita e lo appendo.
Salgo le scale abbastanza lentamente e poi mi fermo qualche istante fuori la camera di Nick.
Avanti, Lorelai, bussa.
Batto un paio di colpi sulla porta.
«Frankie, sei tu?»
«Apri.» Dico.
Sento i suoi passi avanzare verso la porta che si apre dopo pochi istanti.
«Che vuoi?»
«Parlare.»
«Io no, va via.»
Il suono del campanello mi spezza la voce. Scendo ad aprire.
«Ciao Kev!»
«Hey Lorelai! Ma cos'hai?»
«Niente Kev.»
«Lorelai a Joe potrà anche sfuggire, a me no.»
«Non è sfuggito neanche a lui, credimi.»
«Ti va di parlarne?»
«Kev è che...»
«Niente Lorelai. Quando ti andrà sappi che io sarò qui per te senza giudicarti.»
«Grazie Kev.»
Lo abbraccio.
Mi fa un occhiolino e corre di sopra.
«Frankie! Frankie!»
Dopo qualche istante giunge da me correndo.
«Dimmi»
«Io torno a casa a lavarmi, sarò qui tra poco. Avvisa Joe nel caso arrivi prima di me, okay?»
«Certo! A dopo Lorelai!»
Gli dò un bacino ed esco.
Metto l'ipod nelle orecchie, mai come ora ho bisogno di sentire qualcosa nella testa.
Corro velocemente a casa senza fermarmi.
Entro in casa, mamma non c'è, forse sarà dal parrucchiere.
Salgo di sopra, apro l'armadio, prendo un vestitino color pesca che arriva fino al ginocchio con delle zeppe abbinate.
Corro velocemente in bagno e mi precipito sotto la doccia.
Cerco di non pensare a niente, eppure il boccolo di Nick fa capolino nei miei pensieri insieme alle ciocche bionde della ragazza arrivata prima di fronte ai miei occhi.
Scuoto la testa sperando di dimenticare quella visione.
Così esco dalla doccia e mi asciugo in fretta.
Indosso il vestito color pesca e le scarpe, un filo di trucco e torno a casa Jonas per gli ultimi preparativi.
Busso. Dopo qualche secondo mi apre Nick che, vedendomi, rimane a bocca asciutta.
«Ciao.-Gli dico indifferente- Non mi fai entrare?»
«Si, scusa, vieni. Joe ti aspetta in cucina.»
Annuisco e lasciandomelo alle spalle mi dirigo verso Joe.
Lui non mi ha ancora vista, così mi avvicino senza far rumore e da dietro gli copro gli occhi.
«Chi è?»
«mmmmmmm....»
«Lorelai!»
Si gira di scatto e rimane per un pò a guardarmi.
«Sei bellissima.» Dice serio.
«Grazie!»
Mette una mano intorno alla mia vita e l'altra intorno al mio viso. Mi bacia. Mi perdo in quell'attimo di sublime dolcezza interrotto però dall'amarezza della voce spezzata di Nick che stava per chiamare suo fratello. Mi giro di scatto. Lui è lì, fermo immobile a guardare la scena appena conclusa. Corre velocemente di sopra, salendo due gradini alla volta. Chiude violentemente la porta della sua stanza dopodiché regna il silenzio.
«Non dovevamo, non qui, non ora.» Inizio a dire.
«Lorelai, Nick l'avrebbe scoperto prima o poi.»
«Ma non così! Non avrebbe dovuto vederci, Joe! E' stato un modo squallido!»
Corro di sopra. Busso violentemente contro la porta della stanza di Nick.
«Apri dannazione, apri!»
Silenzio.
Continuo a battere violentemente un pugno dopo l'altro sulla porta.
«Nick, apri!»
«Va via, via! Devi andare via! Non voglio vederti mai più, capito?!»
Sono urla disperate, isteriche. Sta piangendo.
«Nick, apri!»
Si avvicina alla porta, la apre.
Ha degli strani segni sulla faccia rigata di lacrime.
«Ho aperto, adesso cosa vuoi fare?»
«Nick, io..»
Mi trascina dentro.
«Ti avevo chiesto di dirmelo se volevi stare con Joe, non ve lo avrei impedito.»
«Nick, mi dispiace.»
«E..?»
«Mi dispiace.»
«Pensi che basti? PENSI DAVVERO CHE BASTI?! Mi hai fatto aprire la porta e ora tutto quello che sai dire è "Mi dispiace" ? Cosa speri di ottenere? Pensi che dicendo così metterai apposto le cose? Va via.»
«Nick, io..»
«Io niente! Sai dire solo "Mi dispiace, mi dispiace" l'hai detto, ora puoi andare. Vai via!» Dice urlando.
Mi chiude la porta in faccia.
Faccio scivolare lentamente la schiena lungo la porta della stanza di Nick fino ad arrivare a sedermi a terra.
Inizio a piangere singhiozzando. Cosa ho fatto?! E' stato terribile. E' stato terribile vederlo piangere davanti ai miei occhi mentre non potevo fare niente.
«Lorelai..»
«Per piacere Joe, lasciami sola ora.»
Si avvicina e cerca di darmi un bacio in fronte, ma lo allontano con l'accenno d'uno sguardo.
Scende guardandomi con la coda dell'occhio.
Si avvicina Kevin lentamente.
Si siede accanto a me poggiando la testa al muro.
«Vuoi parlare?»
Annuisco.
«Vieni qui»
Mi abbraccia.
«E' che Nick...Joe...-dico singhiozzando-Kevin, sono un mostro.»
«No, Lorelai, non lo sei. Adesso dimmi tutto, con calma.»
«E' difficile.»
«Provaci.»
«Beh, Nick. Ho conosciuto Nick sulla spiaggia e poi abbiamo iniziato a vederci, mi ha scritto una canzone, l'abbiamo incisa insieme e tante altre cose. Poi Joe. E' spuntato così, all'improvviso. E' successo quello che è successo dopo una lite con Nick.»
«Cos'era successo con Nick?»
«Ha una ragazza, eppure si vedeva con me.»
«Una ragazza?»
Annuisco.
«Chi te l'ha detto?»
«Joe.»
«Joe?»
«Si. E quando alludevo a questo argomento con Nick lui faceva finta di niente! Così quella sera l'ho passata con Joe. Mi aveva scritto una canzone bellissima, mi ha portato in uno studio di registrazione di notte e l'abbiamo incisa insieme, stasera volevamo farvela sentire.»
«E..?»
«E ci siamo baciati.»
«Vi siete baciati?!»
Annuisco e nascondo la testa tra le gambe.
«Lorelai, non sto dicendo niente, continua ora.»
Lo guardo per qualche istante e poi sospiro.
«La cosa è andata avanti, penso che lui faccia sul serio.»
«Perchè tu no?»
«Fino a poco fa lo pensavo.»
«Cosa ti ha messa in dubbio?»
«Oggi sono venuta qui e ho trovato la porta della camera di Nick semiaperta. Stava suonando, anzi componeva. Stava piangendo mentre toccava il pianoforte. Sembrava una canzone d'amore, un amore isterico e disperato.»
«Pensi fosse per te?»
«Per qualche attimo l'ho pensato. L'ho visto distrutto, è stato terribile. Però poi è arrivata quella ragazza bionda e lui sembrava così felice. La ragazza bionda che è venuta a trovarlo oggi. Ho capito che è la sua ragazza. Ma non ho capito perchè quando prima Joe mi ha baciata e lui ci ha visti è corso qui a piangere. Mi ha urlato contro che so dire solo "Mi disapice" che devo andare via, che non vuole più vedermi. Non ho mai passato un momento peggiore.»
«Posso farti una domanda?» Mi chiede.
Annuisco.
«Tu lo ami?»

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Capitolo 19
*** GoodBye. ***


Bella domanda. Il fatto è che io pensavo davvero di amarlo, pensavo davvero che fosse il mio principe azzurro. Ma tutto questo prima della rivelazione fattami da Joe. Ero arrabbiata, disgustata, basita dal comportamento di Nick. Lui era sempre stato il mio idolo, sia per la sua voce, per la sua musica, per il suo modo di trasmettere le emozioni e anche per i suoi principi. Ma ora è tutto più confuso.
«Ehm…» Balbetto.
Il suono del campanello mi sottrae dal dover dare una risposta a Kevin.
«Va pure, ne parliamo un'altra volta.»
Annuisco e scendo velocemente le scale per aprire ma noto che Joe è già sulla soglia della porta a fare dei complimenti a Joy. E' bellissima stasera. Porta un vestitino bianco che aderisce perfettamente al suo corpo. Corto fin poco dopo il ginocchio e un po' stretto in vita. Una stola rosa confetto si adagia sulle sue spalle. Al piede, un paio di tacchi di un rosa simile a quello della stola. I suoi capelli sono raccolti, anche se non del tutto. Infatti si possono notare alcuni ricci scendere sulla sua spalla destra.
Stanno chiacchierando ma a quanto pare lui proprio non si decide a farla entrare.
«Joe, hai intenzione di lasciarla sulla porta di casa tutta la sera?» Mi intrometto.
«Hai ragione! Scusa Joy, entra!»
«Figurati Joe!» Dice arrosendo.
«Joy ho bisogno di parlarti un momento.»
«Fate con calma, io andrò da Kevin. A dopo ragazze!»
Prendo la mano di Joy e la trascino in cucina.
«Cos'è successo?»
Sospiro. E' così difficile da dire.
«Prima Joe mi ha baciata.»
«Beh Lorelai, è già successo, dov'è la novità?»
«Nick. Nick ci ha visti.»
Silenzio. Joy mi osserva per qualche istante mentre nascondo la testa tra le mani.
«Cos'altro è successo?»
«Ho tentato di parlargli.» 
Faccio delle pause, non riesco a dirlo tutto d'un fiato.
«Avanti Lorelai, muoviti ! Stanno per arrivare delle persone e noi dobbiamo risolvere questa situazione!»
«Hai ragione, scusa. Insomma, Nick ci ha visti ed è corso in camera piangendo. Sono salita e ho tentato di parlargli. Quando mi ha aperto la porta aveva il volto rigato di lacrime, era distrutto. E' stata una scena orribile. Gli ho detto che mi dispiaceva, ma non ho saputo dire altro. Davanti a quelle lacrime le mie parole non avrebbero avuto senso, i miei pensieri neanche. Per un attimo avrei voluto cancellare l'ultimo giorno trascorso, avrei voluto non essere la causa di tutto quel dolore. E' stato straziante. Lui mi ha ordinato di andare via e mi ha portata fuori dalla sua stanza chiudendo la porta.»
«Tu lo ami, Lorelai.»
«Joy, piano con le parole. Ha una ragazza.»
«Lorelai, non farmi credere che sei così ingenua. Nick stava morendo di dolore davanti ai tuoi occhi per causa tua e tu pensi davvero che abbia una ragazza?!»
Dice Joy, un po' arrabbiata, battendo una mano sul tavolo e camminando di tanto in tanto. 
«Ma me l'ha detto Joe.»
«Parla con Joe, Lorelai. E per piacere, rimandate questa cena.»
«Hai ragione. Ti voglio bene, Joy. Grazie.» L'abbraccio forte.
Mi serve la forza per affrontare questa situazione e so che lei può darmela. 
«Anch'io Lorelai, anch'io.»
Detto ciò Joy si dirige in salone dove c'è Frankie a giocare. Io avviso Kevin di chiamare gli altri e annullare l'invito. Fuori la camera di Nick si può avvertire un silenzio pieno di parole lasciate a metà. Un silenzio così pesante. 
Entro nella camera di Joe.
«Dobbiamo parlare.»
«Avanti… dimmi.»
Lo sa, sa che sto per dire qualcosa di brutto.
«Mi hai mentito?»
«Riguardo cosa?»
«Nick e la biondina.»
«No, Lorelai. Tu mi piaci molto ma non farei mai un torto a qualcuno, specie a mio fratello. Se lui non fosse stato fidanzato io mi sarei semplicemente fatto da parte. Gli voglio bene, non vorrei che gli succedesse qualcosa di brutto.»
«Joe, ma lui sta male, capisci? Prima aveva il viso rigato di lacrime, aveva le fessure degli occhi che gridavano "aiuto", aveva il viso arreso, aveva il cuore straziato.» 
Dopo qualche attimo di assoluto silenzio lui sospira.
«E' stato bello finchè è durato, giusto?»
Gli prendo la mano e la stringo nella mia.
«Ti voglio bene, Joe. Mi dispiace, mi dispiace da morire.»
Mi abbraccia.
«Ti voglio bene anche io. Promettimi solo una cosa.»
«Tutto quello che vuoi.»
«Non dimenticare mai quello che siamo stati, anche se per poco, non dimenticare quello che sei stata per me. Sappi che per qualsiasi cosa io sarò qui per te.»
«Mai, Joe, mai. Te lo giuro.»
Gli dò un bacio, un ultimo bacio. Il sapore dell'addio arriva fino al mio cuore.
Lentamente mi lascia la mano e esce dalla stanza lasciandomi sola, ad ascoltare il silenzio ululante della stanza accanto.
Dopo qualche istante esco dalla camera di Joe, nella casa regna il silenzio. Passo di nuovo fuori la camera di Nick. Vorrei tanto entrare, ma non saprei cosa fare. Vorrei abbracciarlo, ma non posso. I miei pensieri continuano a tartassarmi la testa. Idee confuse annebbiano la mia mente. Scuotendo la testa mi allontano e scendo di sotto. Joy è di fronte a me.
«E' finita.» Le dico singhiozzando.
Lei sospira.
«Ti ha mentito?»
«A quanto pare no.»
»Allora chi diavolo è quella ragazza?»
«Non lo so Joy, proprio non lo so.»
Entro in salotto e saluto Kevin e Frankie così torno a casa. Joe è uscito.
Joy và verso casa sua. Mi metto a correre, nonostante le zeppe.
Ho bisogno di arrivare a casa, di buttarmi sul letto, di pensare.
In poco tempo sono fuori la porta d'ingresso, la apro e corro di sopra. Mi butto sul letto, iniziando a piangere. Cosa c'è che non va? Fino a poco tempo fa non ero niente, non ero nessuno. E ora i ragazzi che più amo al mondo stanno male, male per me. Specie Nick. Lui, così fragile. Ho sempre pensato che lui avesse bisogno di qualcuna al suo fianco che lo facesse sorridere, perché il suo sorriso illumina il mondo. Ora però sono stata io stessa a toglierglielo. Sono un mostro. Ho bisogno di scrivere, ho bisogno di gettare pensieri su carta.
 
Caro Nick,
questa non è la solita lettera, almeno non come tutte le altre che ti ho scritto in passato, quelle che ti lodavano e in cui speravo di conoscerti. Ora questo si è avverato. E' possibile che io abbia rovinato tutto? Il fatto è che io me ne dò tutta la colpa, ma in fondo se tu non mi avessi ingannata tutto questo non sarebbe successo. Perché tu lo sai cosa significa amare una persona tutta la vita, finalmente conoscerla ed essere presa in giro da questa stessa? No, no che non lo sai. E' un'esperienza tremenda. Lo so, lo so che ho reagito da schifo, non avrei dovuto buttarmi tra le braccia di Joe. Ma lui era lì dove tu probabilmente non avevi la minima intenzione di stare. Non lo so perché questo gioco, non lo so perché queste lacrime. Che contraddizione. Mi chiedo ancora perché sprechi lacrime per me quando puoi sorridere con lei. Perché solchi il tuo viso di lacrime? Perché componi canzoni su amori disperati?  Tanti perché a cui non so dare risposta. Forse fino ad ora mi sono solo illusa che tu potessi essere diverso. Ma io credevo in te. Io ho sempre creduto in te, per qualsiasi cosa. Poi stavo iniziando a credere in un Noi distrutto però da un "Voi". Chi è lei? Cosa ci fa con te?
Sto male, Nick. Non è facile come sembra. Ho paura di ammettere perfino a me stessa quello che provo per te. Qualcosa di tormentato, critico, che ha solo paura di venire fuori. Ha paura di non essere accettato, di essere buttato al vento e costretto a sopprimersi. 
 
Dopo poco mi addormento, arresa dalle lacrime. Non finisco la lettera. Quando mi sveglio trovo Joy di fianco.
«Ben svegliata, Tesoro.»
«Che ore sono?»
«Ti basti sapere che hai dormito per un bel po'.»
Scuoto un po' la testa. Mi sembra di essermi appena svegliata da un coma.
«Scendiamo, ho portato i cornetti.»
Annuisco, senza fare troppi festeggiamenti.
Ci sediamo al tavolo e Joy mi serve un cornetto caldo caldo accompagnato ad un dolcissimo cappuccino. Mi si apre lo stomaco all'improvviso.
«Allora, hai intenzione di finirla e di dargliela?» Mi chiede dando un morso al cornetto.
«Cosa?» Dico come se avessi dimenticato ogni mia azione compiuta nelle scorse 24 ore.
«La lettera.»
Diavolo! La lettera, Nick, Joe. Gli ultimi avvenimenti della mia vita fanno capolino nella mia mente uno dopo l'altro, a ripetizione.
«Buttala.»
«Cosa?!»
«Joy, sono seria. Sto male. Da quando ho conosciuto Nick ho toccato il cielo con un dito ma poi.. poi sono stata scaraventata a terra d'improvviso. Adesso voglio solo riprendere la mia vita di sempre. Mi cercherò un lavoro e tra poco mi iscriverò all'università. Forse tornerò in Italia.»
«In Italia? Ma cosa diavolo stai dicendo?! La tua vita è qui! Qui c'è tua madre, qui ci sono io, c'è Ilary!»
«Joy, per favore. Voglio almeno dare uno sguardo alla Patria in cui sono nata. Poi se deciderò così, resterò lì. Ho dei parenti, starò da loro per un po' finchè non avrò trovato una sistemazione.»
«Tu stai blaterando, ti rendi conto?!»
«No Joy. Adesso scusa, vado a dirlo alla mamma e prenoterò il volo. Massimo due giorni e andrò via.»
Senza aggiungere altro Joy si alza dalla sedia ed esce di casa sbattendo la porta. 
Forse avrò davvero esagerato, avrò detto davvero qualcosa di insensato.
Ma forse la mia unica chance è questa. Andando in Italia potrò rifarmi una vita, daccapo. Ricominciare tutto senza il giudizio di qualcuno.
«Mamma!»
E' finalmente rientrata.
«Tesoro mio! Come stai? Perché avete annullato la cena?»
«Ci sono stati dei problemi. Però ora siediti, devo parlarti di una cosa.»
Con la faccia un po' stranita posa la borsa sul tavolo e si siede di fronte a me.
«Ho intenzione di andare in Italia.»
«E' meraviglioso tesoro! Quando?»
«No, mamma. Voglio andare in Italia e rimanerci.»
«Cosa?! E non cacciare la scusa del richiamo patriottico.»
«No, affatto. Ma l'America non mi vuole più e io so che c'è la mia patria ad accogliermi a braccia aperte. E comunque non è ancora deciso. Tra un paio di giorni partirò per una settimana e se lo riterrò opportuno mi trasferirò lì.»
«Tu sei impazzita, figlia mia. Nonostante ciò non posso impedirti di fare le scelte che vuoi.»
«Grazie per aver capito.»
L'abbraccio e salgo di sopra.
Accendo il pc e prenoto il volo per l'Italia.
Chiamo mia nonna .
«Nonna!»
«Piccolina! Come stai?»
«Bene, grazie nonna. Tu?»
«Bene! Quand'è che venite a trovarmi?»
«Beh, mamma non lo so, ma io pensavo di venire tra un paio di giorni se ti fa piacere.»
«Lo dici solo?! Ti preparo la stanza! Non vedo l'ora! Ci vediamo presto nipotina mia!»
«A presto, nonna. Ti voglio bene.»
Perfect.
 
Scriverò un biglietto per Kevin, Joe e Nick.
 
Caro Kevin,
ho deciso di tornare in Italia, forse per un giorno, forse per una settimana, forse per sempre. Non ho avuto il coraggio di venire a salutare tutti da vicino, comprendimi, per piacere. Volevo solo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, per essermi stato accanto nei momenti difficili, per avermi fatto ridere e per avermi capita. Ti voglio bene, chiamami quando vuoi! Mi mancherai tanto.
                                                                               Lorelai.
 
 
Caro Joe,
sto tornando in Italia, non so per quanto ci resterò. E' difficile dire "Addio" o "Ciao" in situazioni simili e forse mi reputerai una codarda e ti dò ragione perché credimi, sono io la prima a reputarmi tale. Ti porterò sempre con me. Il tuo ricordo farà battere il mio cuore nei momenti di totale difficoltà. Mi ricorderò sempre di quello che siamo stati e di quello che tu sei stato per me. Sei e sarai sempre importante e sono contenta che quando ti vedrò in tv cantare su un palcoscenico potrò dire: "Oh, si. Io lo conosco, lui è meraviglioso." Grazie di avermi fatto vivere una favola bellissima. 
A presto, Joe. 
                                                                             Lorelai.
 
Ed ora, la parte più difficile.
 
Caro Nick,
non so nemmeno se leggerai questo biglietto. Sto per tornare in Italia e se le cose andranno come previsto rimarrò lì, per sempre. Non mi sembrava carino non avvisarti, ho preferito che tu lo sapessi da me piuttosto che da qualcun altro.
Non sono venuta a salutarti da vicino perché probabilmente non avresti nemmeno voluto vedere la mia faccia ma ci sono delle cose che devi sapere. Me ne sto andando perché probabilmente voglio scappare dai problemi e lo so che scappare non risolve nulla. Me ne sto andando lasciando il mio cuore qui. Me ne sto andando lasciando qui mille interrogativi: "Chi è quella ragazza?" "Perché piangi per me quando sei fidanzato?" "Perché mi hai fatto questo?" E tante altre domande.  Me ne sto andando lasciandoti qui. Me ne sto andando con la consapevolezza che non vedrò mai più i tuoi bellissimi occhi o il boccolo che ti scende sulla fronte. Non voglio dilungarmi troppo quindi ti dirò una cosa, una cosa che avrei dovuto dirti da sempre, una cosa che forse non ho avuto mai il coraggio di dirti e che vorrei portare dentro di me lontano ma penso che questa sia l'ultima occasione per dirtela: TI AMO, NICK. 
Addio.
                                                                  Lorelai.
 
Una lacrima bagna le ultime parole che si sbiadiscono leggermente.
"Ti amo, Nick. GoodBye."

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Capitolo 20
*** Partenze. ***


Devi andare avanti, mi ripeto cercando disperatamente di convincere me stessa.
Prendo i bigliettini e li ripongo sulla scrivania. Squilla il cellulare.
*Joe Calling*.
«Ciao Joe!»
«Cosa diavolo hai in mente di fare?»
«Scusa?!»
«Non far finta di non capire.»
«Non ti seguo, davvero.»
«Lorelai, l'Italia!»
«Questa notizia ha viaggiato più di 300.000 km/s a quanto pare.»
«Sei impazzita?»
«Per niente.»
«Ti rendi conto che non ha senso? Non puoi scappare perchè è successo qualche casino.»
«Joe, per piacere. Non metterti in mezzo. Di queste cose poi certo non se ne parla a telefono. E comunque sta tranquillo, non è niente di deciso. Domani partirò per stare via una settimana, vado a far visita alla nonna. Poi deciderò se è meglio per me restare lì.»
«Sei solo una ragazzina che scappa dai problemi.»
«Lo so.»
Arrabbiatissima gli chiudo il telefono in faccia.
Ragazzina? Ragazzina?! Come si permette?!
Elimino gli ultimi minuti vissuti dalla mia mente. Accendo il pc, è molto che non lo faccio.
Controllo la mail ma niente di nuovo così riguardo i dettagli del viaggio. Ho già tutte le carte in regola. Il mio volo è previsto per le 10:30 di domani mattina.
Chiudo il pc e prendo dall'armadio la mia valigia. Tiro fuori tutti i vestiti migliori che ho e li metto dentro arruffatamente. Faccio in fretta così chiudo la valigia e la pongo accanto al comodino. 
Chiamo Joy.
«Siamo spiacenti, il numero da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile, la preghiamo di riprovare più tardi, grazie.»
Quanto posso odiare la segreteria?!
Devo trovare un modo per rintracciarla. Corro a casa sua.
«E' di sopra con un amico!» Mi informa sua madre. 
Un amico?! Un amico?! Sarebbe...?
Non faccio nemmeno in tempo a formula possibili ipotesi sull'identità di questo amico che aprendo la porta trovo Joy a piangere tra le braccia di Joe. 
Appena il mio sguardo fa capolino nella stanza i due lasciando l'abbraccio e mi guardano fisso, stupiti.
«Cosa ci fai qui?» domanda Joy, con amarezza mista a rabbia.
«Scusate l'intrusione, non volevo disturbare.» Rispondo facendo per andarmene.
«No, no! Dove vai? Torna subito qui!» Dice Joy, prendendomi per un braccio e dandomi uno di quegli abbracci che non mi dava da tempo.
«Joy, io.. io ero passata a salutarti, domani parto.» Dico con un sospiro.
Lei continua ad abbracciarmi.
«Lay, non partire, non partire, ti prego!»
Un colpo al cuore. Non mi chiamava Lay dalla quinta elementare.
«Joy, ho già prenotato il volo e poi sarà solo per qualche giorno!»
«No, non sarà per qualche giorno! Tu vuoi andare via, vuoi lasciarmi da sola!» Mi dice, tirandomi dei deboli pugni sulle spalle.
«Ehi, calmati! Joy per piacere, devi capirmi. E' un periodo difficile. Ho bisogno di starmene un pò da sola, ma poi torno! Joe, spiegaglielo anche tu!»
Lui senza proferir parola evita il mio sguardo.
«Lasciala andare, Joy. Lasciala essere irrespondabile scappando dai problemi e scappando dalle persone.»
«Joe, devi smetterla! Ho bisogno di andare via da questo posto perchè tu e il tuo caro fratellino mi avete portato dei brutti guai!»
No, perchè l'ho detto?! Perchè l'ho detto?!
Joe mi guarda con una faccia stupita. «Questa era la cosa peggiore che potessi dire. ESCI-SUBITO-DA-QUESTA-STANZA!» Mi dice arrabbiato, scandendo bene le ultime parole e facendo una pausa di pochi millesimi di secondo tra una e l'altra.
Intimorita e vergognosa di me stessa per le parole dette, dò un bacio a Joy sulla guancia e scappo via di corsa, salutando con un distante "Ciao" la madre della mia amica di sempre.
Lascio che mi si chiuda la porta d'ingresso alle spalle, trovandomi così sotto il sole di L.A. . Le strade sono affollate e cerco di confondermi con la gente. Ormai c'è poco da fare, partire, partire e basta. Joy è in buone mani, questo è sicuro. Chiamo Ilary per spiegarle la situazione e per incontrarla. Voglio salutarla. Il cellulare squlla per un pò quando poi una voce distratta mi risponde.
«Pronto?»
Le spiego tutto quello che è successo ultimamente e lei mi dice che è con me, mi consiglia di partire per un pò e di pensare a tutto ciò. Lei ora è fuori città e non può venirmi a salutare.
Sospiro e chiudo la telefonata. Cavolo! Devo lasciare i biglietti ai ragazzi. Beh, Joe ormai lo sa, ma glielo lascerò comunque. Così mi avvio verso casa per andarli a prendere. Il tragitto mi sembra più lungo del solito e mi faccio spazio tra la gente evitando di guardarli in volto. Dopo circa una decina di minuti, sembrati almeno 30, sono di fronte la porta di casa. Apro la porta e salgo velocemente di sopra. Esco di nuovo e prendo la bici per fare prima. Pedalo velocemente verso casa Jonas e assicurandomi di non essere vista da nessuno infilo i bigliettini nella cassetta della posta. Forse mi sbaglio, ho una strana sensazione. Mi sento gli occhi puntati addosso. Forse sarà solo una suggestione visto che sto cercando di far accadere l'esatto contrario. Alzo gli occhi e noto che la tenda della finestra della camera di Nick si muove leggermente, peccato che non ci sia un briciolo di vento. Squoto la testa, non mi importa, non mi importa! Mi ripeto. Rimonto in bici e torno a casa. Passo il resto della giornata sul divano, tra un panino e un film, fin quando non arriva l'ora di andare a dormire. Salgo velocemente, infilo il pigiama e vado a letto sperando che la nottata passi presto. 
All'improvviso sento una melodia, bella ma allo stesso tempo straziante. Inseguo quel suono per capire da dove possa provenire, così vedo delle mani, delle mani che battono pesantemente su un pianoforte. Mi avvicino, la voce continua a cantare senza accorgersi della mia presenza. Cerco di scorgere il viso, ma all'improvviso vedo la figura di spalle. La melodia continua fin quando non si spezza di botto e una voce sussura piano «Please, don't leave me
Mi sveglio di soprassalto. Era solo un sogno. Evito di pensarci, piuttosto devo pensare a quanto sia in ritardo per il volo! Sono le 9:00 e io non mi sono ancora alzata. Velocemente mi alzo e rifaccio il letto. Mi dò una sciacquata e mi vesto. Scendo di sotto e trovo la mamma ad aspettarmi.
«Buongiorno, signorina.»
Cerca di sembrare normale, ma riesco a capire quanto sia triste.
«'Giorno Mamma.»
«Ti ho preparato la colazione»
«Grazie mille! Mi mancherà la tua colazione!»
Mi dà un bacio sulla fronte e si dirige in cucina. Avrei voluto dirle che sono in ritardo che devo scappare ma non mi è sembrato proprio il caso.
Finisco la mia colazione più velocemente possibile, salgo di sopra prendo la valigia e il biglietto.
«Mamma io..» Dire che devo andare è difficile.
«Figurati Tesoro, và. Sappi che Ti Voglio Bene e che mi mancherai tantissimo. Chiama mi raccomando!» Mi abbraccia forte.
«Mi mancherai tantissimo anche tu, mamma. Ti chiamo appena arrivo! Ti voglio bene anche io.»
Mi stacco da quel dolce abbraccio e vado via chiudendo la porta.
Per fortuna l'aereoporto non è molto lontano da casa ma prendo un taxi. C'è un pò di traffico ma dopo poco giungo a destinazione. Sono le 10:00. Stranamente non sono in ritardo!
Trovo un posto in sala d'attesa mentre annunciano che il mio volo partirà con 10 minuti di ritardo. E io che ho cercato di fare presto!
Chiamo la nonna e le dico che sarò a casa per la sera e mando un SMS a Joy, ma non penso che risponderà.
Prendo un libro, evito di ascoltare musica, ho soltanto i Jonas nella playlist e non mi sembra il caso ora.
La mia mente non riesce a concentrarsi sulle parole scritte su quel pezzo di carta, riesce solo a pensare a come le piacerebbe fare un giro in gondola con Nick. Riesce a pensare solo a come vorrebbe salire sulla Tour Eiffel insieme a Nick, riesce solo a pensare a quanto sarebbe bello camminare mano nella mano con Nick mangiando un gelato e scambiarsi continuamente i diversi gusti. Riesce solo a pensare a quanto sarebbe bello guardare le stelle insieme a lui o semplicemente a quanto sarebbe bello essere tra le sue braccia. La mia mente riesce solo a pensare a Nick e a quanto il mio cuore con i suoi "Ti Amo" abbia ormai stonato qualsiasi altro pensiero e tutto il sistema nervoso.
«Hey!»
Una voce distrae minimanete i miei pensieri, ma all'inizio non le dò molta importanza.

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Capitolo 21
*** Come Back Italy. ***


«Hey!» La voce continua a chiamare, ma non riesco a riconoscerla. Alzo la testa e mi ritrovo avanti un bambino.
 «Frankie! Che cosa ci fai qui? Come ci sei arrivato?» 
«A piedi!»
«Da solo?! Frankie non farlo mai più, è pericoloso! Intesi?»
Lui annuisce, io gli dò un bacio sulla guancia.
«Avanti, dimmi. Come mai sei qui?» Gli dico suggerendogli di sedersi sulle mie gambe.
«Hai lasciato i biglietti a tutti. Hai avvisato tutti che partivi. Invece non mi hai nemmeno salutato.» Mi dice mettendo il musino.
Cavolo! Me ne sono completamente dimenticata! Con tutto il casino che è successo!
«Oh, Frankie, scusami tanto! Ma ci sono stati dei problemi e ...»
«Te ne sei dimenticata!»
«Scusami, hai ragione.»
Lui mi abbraccia.
«Dai, fa niente, ti farai perdonare.»
«Tu lo sai che ti voglio bene, no?»
Sorride. Adoro questo bambino.
«Lorelai, mi mancherai.»
«Anche tu piccolino! Ma tornerò presto, promesso!»
«Giuri?»
«Certo! E poi potrai chiamarmi ogni volta che vorrai!»
«Possiamo fare anche qualche videochiamata? Così ti vedo!»
«Ma certo!» Gli dico sorridendo e arruffandogli un pò i capelli con le mani.
«Tra quanto parti?»
«Il volo sarebbe per le dieci e mezza, ma è in ritardo di dieci minuti.»
«Forse è meglio che inizi ad imbarcarti, si sta facendo tardi...»
Guardo l'orologio.
«Cavolo, è vero! Adesso chiamo Kevin, così gli dico di venire a prenderti.»
Annuisce.
«Pronto Kev!»
«Ciao Lorelai! Sono Danielle, Kevin è un attimo in bagno.»
«Ohi, ciao! Beh volevo chiedergli se poteva venire a prendere Frankie all'aeroporto. Io sto per partire e gli è venuta la brillante idea di venire qui a piedi, da solo per salutarmi!»
«Maddai! Va bene, appena esce glielo dico! Dì a Frankie che non si muove di lì, tra poco arriviamo!»
«Va benissimo! Salutami Kev!»
«Certo! Fa buon viaggio Lorelai!»
«Grazie! Ciao Danielle!»

«Allora Frankie non muoverti di qui, capito? Kevin e Danielle stanno per venire a prenderti.»
«Comandi! Mi mancherai Lorelai!»
«Anche tu Frankie!»
Nella malinconia di un abbraccio lo lascio, stringendo in mano la maniglia della mia valigia blu.

Eccomi finalmente in aereo. Non vedo l'ora di arrivare dalla nonna. Dell'Italia ricordo pochissimo, in fondo ero molto piccola quando mi sono trasferita in America. So solo che il cibo è ottimo! La pizza, gli spaghetti... mmm. Mi sta già venendo fame! 
Mentre faccio questi pensieri mi addormento di botto e mi risveglio proprio quando l'aereo sta per atterrare. Ci sono le prime luci dell'alba a riscaldarmi leggermente una volta scesa dall'aereo. Entro nell'aeroporto e aspetto di trovare il mio bagaglio mentre chiamo la nonna.
«Nonna! Sono arrivata!»
«Cara! Come è andato il viaggio?»
«Tutto bene, ho dormito quasi tutto il tempo! Adesso prendo il bagaglio, poi chiamo un taxi e arrivo, okay?»
«Oh, non c'è nè bisogno!»
«In che senso, scusa?» Le dico mentre finalmente avvisto il mio bagaglio.
«C'è già qualcuno che ti aspetta e che ti porterà qui!»
«Ovvero?» «Hey, quella è la mia valigia!» Urlo correndo incontro un ragazzo col mio bagaglio in mano. Lui sorride.
«Tesoro, è solo William!»
«Chi?»
«E' un ragazzo che mi aiuta in casa, è molto bravo. Si è offerto subito di venirti a prendere all'aeroporto.»
«Quindi devo tornare con lui?»
«Si, Tesoro! A tra poco!»
Dicendo ciò chiude la telefonata.
Mi avvicino al ragazzo con in mano la mia valigia. «Sei tu William?»
«Si. Tu sei Lorelai, giusto?»
«Si, sono io.»
Silenzio. In fondo io non ho nulla da dirgli, non lo conosco. Ma per non essere sgarbata gli chiedo qualcosa sulla sua vita.
«Allora, William, come mai aiuti mia nonna in casa?» Chiedo mentre ci avviamo verso l'uscita dell'aeroporto.
«Beh, mi servivano dei soldi, tua nonna aveva bisogno di qualcuno e mi sono proposto subito!»
«Hai qualche progetto da realizzare con quei soldi?» Continuo per fare un pò di conversazione. Non lo faccio per curiosità.
«Si, sono il cantante di una band e stiamo cercando di far nascere qualcosa di concreto dai nostri sacrifici.»
Oh, un altro musicista tra i piedi. Fantastico!
«Capisco. Spero per te che i tuoi sogni si possano avverare!»
«Grazie. Lo spero davvero anche io! »
Detto ciò dopo pochi passi arriviamo alla macchina, William mi apre la portiera anteriore e io salgo mentre lui poggia le mie valigie nel porta-bagagli. Il viaggio è abbastanza silenzioso, se non per la radio che di tanto in tanto manda qualche canzone carina. Trovo che William sia alquanto nervoso, forse solo perchè non mi conosce. Io guardo fuori dal finestrino la strada scorrere e il cielo sempre lì, immobile. Sotto lo stesso cielo, a circa dieci ore di distanza, ho lasciato il mio cuore, ho lasciato le mie emozioni. Spero di non sentire troppo la mancanza.
«Tu non sei Americana, giusto?» Mi chiede William all'improvviso interrompendo i miei pensieri.
«No, sono Italiana, ma quando ero piccola mi sono trasferita a Los Angeles.»
«Io non ci sono mai stato, ma vorrei tanto andarci! Com'è?»
«Beh, ci sono le strade, le case, le finestre...» Lui ride. «Guarda che non scherzo! Ci sono davvero! -Continuo ridendo anche io- No, okay, faccio la seria. E' una bellissima città, non c'è che dire. C'è di tutto, tutto quello che vuoi è lì. Qualsiasi cosa, qualsiasi tipo di posto cerchi, c'è. E' meraviglioso.»
«Wooow! Mi piacerebbe andarci un giorno.» Dice sospirando.
«Prima o poi ci vanno tutti, fidati!» Gli faccio un occhiolino.
Dopo poco tempo eccoci a casa finalmente! Sto per prendere i bagagli ma lui mi ferma all'improvviso. «Faccio io.» Mi dice. Prende le chiavi di casa e le infila nella serratura. Non ricordo per niente la casa della nonna: è piccola ma accogliente. Appena entrati sulla sinistra c'è un piccolo tavolino con sopra il telefono fisso e accanto un lungo specchio. Mi guardo. Ho gli occhi un pò stanchi. Vedo subito dietro di me un'altra figura: occhi grandi verdi, capelli ricci, sorriso a trentadue denti. «Tua nonna è di là» Mi dice William. Annuisco e raggiungo mia nonna. «Lorelai! Oh, figlia mia, da quanto tempo!» Mi corre incontro. Mia nonna ha 80 anni, ma se li porta meravigliosamente, è ancora una signora molto arzilla. «Oh, nonna! Mi sei mancata!» Ci abbracciamo per tantissimo tempo. Mi sono mancati i suoi abbracci, le sue carezze, i suoi baci. Potrei definire mia nonna la mia casa.
 «Allora come è andato il viaggio? Come sta la mamma? Hai conosciuto William?» 
«Si nonna l'ho conosciuto. Il viaggio è andato benone e la mamma sta bene, diciamo.»
«Come mai diciamo? E' successo qualcosa? Tesoro, hai gli occhi un pò stanchi.»
«Si nonna, è solo un pò di stress, ma adesso che sono qui passerà. Comunque mamma e papà stanno divorziando. Non te l'ha detto?»
Gli occhi della nonna si spalancano per qualche attimo.
«No, nessun accenno.»
«Forse non voleva farti preoccupare. Tranquilla, lei ora sta benone, sta ricominciando a vivere.»
«Io l'ho sempre detto che tuo padre non mi è mai piaciuto! Ed ecco! Ahhh, nessuno mi dà mai ascolto!» E' così buffa mentre lo dice.
«William, perchè non vieni a farci compagnia?» Gli dice, notando che ci sta osservando in piedi, da lontano. Lui si avvicina lentamente.
«Vi preparo un caffè?» Ci chiede.
«Lo faccio io, tranquillo. Se ricordo ancora come si fa!» Dico andando in cucina. 
Prendo la macchinetta, metto l'acqua e il caffè e la metto sul fuoco. Dopo verso il caffè nelle tazzine e lo portò di là.
«Zuccherate a piacere. Spero sia venuto bene!»
Loro prendono la tazzina e iniziano a sorseggiare.
«Si sente troppo l'acqua, ma basta ridurne solo la quantità, tranquilla. Farai pratica!» Mi dice William.
«Ci credo!» Rispondo.
«Allora Lorelai, cosa ricordi dell'Italia?» Mi chiede la nonna.
«Oh, nonna, praticamente niente!»
«William, perchè domani mattina non la porti a fare un giro dopo che mi avrai accompagnata dal medico?»
«Ne sarei onorato.»
«Bene. Adesso fà vedere a Lorelai la sua camera, riposate e ci vediamo domani mattina! Buona notte ragazzi.» Ci dà un bacio.
«Buona notte!» Rispondiamo in coro.
Mentre la nonna si avvia in camera sua, William mi fa strada per arrivare nella mia stanza.
«Eccola, spero ti piaccia. Tua nonna ha cercato di farmela arredare seguendo i tuoi gusti.»
Questa camera è fantastica. C'è uno stereo enorme nell'angolo accanto a una bella finestra, un letto a una piazza e mezzo, un armadio tutto mio, un pc su una scrivania, una chitarra, un pianoforte. Sulla parete a cui è appoggiato il pianoforte ci sono dipinte delle frasi di alcune delle mie canzoni preferite.
«E' fantastica!»
«Ho fatto del mio meglio!» Mi risponde con modestia.
«Grazie, neanche mi conosci è hai fatto già tanto.»
«Figurati! Adesso meglio che dormi, sarai stanca. Buona notte!»
«Buona notte!»
«Ah Lorelai! Se hai bisogno di qualcosa per stanotte sono nella stanza accanto.» E dicendo questo esce dalla mia camera.

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Capitolo 22
*** How is it going? ***


"Hello beautiful, How is it going? I Heard it's wonderful in California, I've been missing you, it's true."
Sono le 11:30 ed è appena suonata la sveglia. Ho ancora la canzone dei Jonas preimpostata. La voce di Nick che al mattino mi dice "Hello Beautiful" mi ha sempre fatto svegliare di buon umore, peccato che adesso mi riporti in mente solo ricordi dolorosi. Scendo dal letto e vado in cucina per prepararmi la colazione. Trovo un biglietto: "Ti ho preparato il caffè e qualche pasticcino, non fare tardi, a mezzogiorno passo a prenderti. William". Che carino che è. Riscaldo il caffè e mangio un paio di dolcini, sono davvero buoni. William è proprio bravo, sono contenta che la nonna abbia una persona così che la assista. Si sta facendo tardi, meglio che mi sbrighi. Corro in bagno e faccio una doccia veloce, mi vesto con un paio di pantaloncini e una maglia a righe rosse e stendo un filo di trucco sul mio viso. Lascio i capelli sciolti. Sento suonare il campanello, deve essere William.

«Arrivo!» Mi precipito alla porta e la apro.
«Andiamo?» Mi dice lui. Annuisco. Saliamo in macchina.
«Dov'è nonna?»
«Da sua sorella, l'andiamo a prendere quando torniamo.»
«E ora dove andiamo?»
«Non so, al mare ti va bene?» 
«E il costume?» 
«Trovi sempre un negozio che ne vende vicino alla spiaggia, li prendiamo lì.»
L'idea di andare al mare con un quasi-sconosciuto non è proprio il massimo per me o forse è l'unica cosa di cui ho davvero bisogno.
«Allora William, quanti siete nel tuo gruppo?» 
«Cinque, ci conosciamo da molto tempo.»
«Qualche volta vorrei sentirvi suonare.»
«Dopodomani abbiamo le prove, non penso sia un problema per loro.»
«Fantastico!»
Ci stiamo avvicinando al mare, apro il finestrino. Si sente nell'aria quel profumo di libertà, quel profumo di fresco. Metto gli occhiali da sole, William mi vede e ride.
«Sembri proprio una diva di Hollywood così!» 
«Hey, guarda che lo sono già!» Dico scherzando.
Ride. In poco tempo eccoci arrivare sul lungomare per parcheggiare l'auto. Entriamo in un negozio e iniziamo a provare dei costumi. Alla fine ne compriamo un paio e ci dirigiamo verso la spiaggia. Non sono molto a mio agio a stare in costume davanti a William.

«Ti sta bene.»
«Grazie.» Arrossisco leggermente. 
«Ti va di andare in acqua?» Mi chiede.
«Volentieri! Ti raggiungo tra un minuto, devo rispondere a telefono.»
Così William entra piano in quelle meravigliose acque dove si specchia il cielo. Prendo il mio cellulare dalla borsa per vedere chi è. Un colpo al cuore: Joe.
«Pronto.» Rispondo.
«Ciao. Stai bene?»
«Si, grazie.»
«Potevi almeno chiamarci, ci stavamo preoccupando.»
«Non sapevo vi facesse piacere sentire la mia voce. Siete con Frankie?»
«Si.»
«Puoi passarmelo per favore? Dovevamo sentirci oggi.» Senza alcuna risposta Joe passa il telefono al fratello minore.
«Lorelai!» Mi fa. Quanto è dolce.
«Piccolino, tutto bene? Come va lì?»
«Qui come al solito, mi annoio un pò. Tu?»
«In questo momento sono al mare, mia nonna mi sta facendo vedere tutti i posti più belli che conosce!»
«Vorrei tanto vederli anche io! Quando torni?»
«Tra una settimana dovrei tornare.»
«Non vedo l'ora! Ti passo Nick? Sta scendendo ora le scale.» Al solo nome il mio stomaco si contorce, ha così tanta voglia di urlare.
«No, dai Frankie, facciamo spendere troppi soldi a Joe. Ci sentiamo presto, okay?»
«Va bene! Un bacione, divertiti!»
«Un bacione.»
Chiudo la telefonata. In fondo sono arrivata ieri in Italia e già mi sembra di non vederli da una vita. Una voce distoglie i miei pensieri, William è in acqua che salta mentre mi chiama. Scuoto la testa, poso cellulare e lo raggiungo. Adesso ho bisogno di pensare a me, ho lasciato casa per questo motivo, no? Corro in acqua e mi tuffo subito. Strano, non l'ho mai fatto. 


______________________________ Italy, 23:31
CARO DIARIO,
NON POSSO NEGARLO, MI MANCA, MI MANCA DA MORIRE. VORREI TANTO DIRGLI CHE LO AMO, IO LO AMO DA MORIRE EPPURE IO E IL MIO ORGOGLIO SIAMO SCAPPATI VIA DA TUTTO QUELLO. MAGARI SAREBBE BASTATO SOLO PARLARE E CHIARIRSI, MAGARI HO SBAGLIATO A FUGGIRE VIA COSÌ. IN FONDO STARÒ QUI PER UNA SETTIMANA, RIMANERE PER SEMPRE... MA CHI VOGLIO PRENDERE IN GIRO? SAREI DISPOSTA A RINUNCIARE A TUTTA LA MIA VITA E VENIRE QUI? NO, NO. QUESTA SETTIMANA NON CAMBIERÀ NIENTE. SONO UN'IDIOTA. HA RAGIONE JOE, SONO UNA RAGAZZINA. QUANDO TORNERÒ COSA AVRÒ RISOLTO? SARÒ DI NUOVO PUNTO E D'ACCAPO. SEMPRE SUL PUNTO DI AMARE QUEL RAGAZZO, SENZA MAI L'INTENZIONE DI SMETTERE. SEMPRE AD AMARE L'AMORE DELLA MIA VITA, SI, PERCHÈ LUI È L'AMORE DELLA MA VITA.

_________________________________ 09:43
Ieri sera mi sono addormentata dedicando i miei ultimi respiri a colui che me li ha sempre tolti. Ho continuato e continuo a pensarlo. È inutile credere di dimenticarlo. Troppo amore, troppo. Quando una persona entra a far parte della tua anima non puoi più cacciarla. Se entra solo nel cuore magari hai una possibilità, ma se ti entra nell'anima è finita. Così il mio secondo giorno in Italia si apre donando un pensiero a Nicholas. Sono già sveglia quando sento bussare alla porta, è la nonna che è venuta a svegliarmi. Bussa tre volte sulla porta verniciata di bianco e quando io le dico 
«Avanti.» finalmente entra. Mi sorride avanzando verso il mio letto con un vassoio pieno di cose da mangiare. Come al solito tende ad esagerare su certe cose.
«Buongiorno bocciolo.» Mi dice.
«Buongiorno nonna.»
«Tesoro, adesso mangia, io e William ti aspettiamo di là.»
«Dobbiamo andare da qualche parte?»
«Andiamo a comprarti qualcosa di carino per stasera.»
«Stasera?»
«Una mia amica ha organizzato un ricevimento nella propria villa, ci ha invitate. Ha il salone da ballo, penso che la serata si concentrerà soprattutto su quello.»
«Ma nonna, sai che odio ballare.» 
«Staremo tutti insieme, avanti! William ti farà da cavaliere, contenta? Adesso torno di là, fa presto a prepararti, ci vediamo dopo.»
Mi bacia la fronte, giunge alla porta e mi sorride chiudendola. La nonna ha così tante amiche. C'è chi organizza eventi, chi fiere, chi spettacoli. Hanno sempre qualcosa da fare, è questa la parte migliore. Ma non mi va di dover andare a una festa da ballo, non è il mio genere, e poi con William non mi sembra il caso. La nonna ha già programmato la mia vita insieme a lui a quanto pare. Scuoto la testa cercando di scacciare quelle schegge che trafiggono il mio cervello con scritto sopra il nome di Nicholas. Mangio qualcosa alla svelta e mi precipito nella doccia subito dopo aver acceso lo stereo. Dopo circa sette minuti sono davanti allo specchio avvolta da un asciugamano blu. Stendo un filo di matita sugli occhi e un po' di fard per dare un colorito più decente alla mia pelle color cadavere. Prendo la borsa e raggiungo da nonna e William. 
«Oh, ecco la mia nipotina. Andiamo?» 
Usciamo a piedi. Mi portano in una strada piena zeppa di negozi. Destra, sinistra, negozi di scarpe, di vestiti, di accessori, c'è di tutto. Per prima cosa la nonna si precipita in uno dei migliori negozi per trovarmi un vestito adatto. Cercando, trova almeno una decina di abiti che le piacciono e mi impone di provarli tutti sfilando per tutto il negozio. Dopo circa un'oretta siamo punto e d'accapo visto che alla nonna qualcosa non quadra. Usciamo dal negozio e camminiamo un pò nella strada finché non viene attirata da un vestito in una vetrina. È bianco, lungo quasi fino a terra, sottile, a maniche lunghe ma con una scollatura elegante che permette di vedere il decoltè, le spalle e la schiena. Nonna mi prende per mano e corre subito a prenderlo. Me lo porge e mi indica il camerino per provarlo. William è seduto di fronte a questo. Indosso il vestito: è mozzafiato. Aderisce perfettamente al mio corpo, lasciando intravedere qualche curva di sensualità unita una classica eleganza. Faccio un giro su me stessa lasciando esterrefatti la nonna e William.

«Ti sta benissimo.» Mi dice quest'ultimo.
«Grazie.» Rispondo arrossendo. 
Paghiamo il vestito e usciamo a cercare delle scarpe. Prendo un decoltè bianco, 9 cm e mezzo, almeno accanto a William non sembrerò troppo bassa.
Torniamo a casa soddisfatti. In fondo non vedo l'ora che venga questa sera per indossare il vestito.

«Tesoro, più tardi viene la parrucchiera.»
«Va bene nonna!» Magari mi farò addolcire un po' i ricci.

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Capitolo 23
*** A ghost. ***


Basta brutti pensieri, basta tutto. Sono arrivata in Italia per concedermi una vacanza dalla mia complicata vita in America, devo divertirmi. Questa sera andrò ad una festa meravigliosa, come l'ho sempre sognata. Vestiti lunghi, ragazzi in smoking e donne che vestono l'alta classe. 
È ora di pranzo. Scendo di sotto e trovo la nonna già all'opera ai fornelli. 
-William?- Dico mordendo una mela.
-È andato a farsi una doccia tesoro.-
-Apparecchio!-
Giungo in camera da pranzo e faccio il mio dovere. Vengo attirata all'improvviso da una fotografia in bianco e nero su una mensola. Ci sono ritratti la nonna e il nonno. Come avrei voluto conoscerlo. Mi hanno sempre detto tutti che gli somiglio molto caratterialmente, che era una persona meravigliosa. Eppure è andato via troppo presto. Certo che però lui e nonna dovevano amarsi parecchio. Lei non ha più cercato uomini da quando lui è morto, anche se non era in età estremamente avanzata. 
-È pronto tesoro!- La voce della nonna interrompe improvvisamente i miei pensieri. 
Rimetto la fotografia al suo posto e come se nulla fosse mi precipito a tavola per assaporare l'ennesima prelibatezza cucinata dalla nonna. Arriva anche William, io siedo a capotavola. Per quanto ne so la nonna non vuole prendere il posto che una volta occupava suo marito a tavola e così lascia che sia io a sedermi lì.
-Questo cos'è? Nuova ricetta?- Le chiedo affondando la forchetta nella pasta.
-Si, ti piace?-
-Nonna, cosa di ciò che cucini non mi piace?!-
E infatti nonna è un'ottima cuoca. A volte tende ad esagerare poiché anche se siamo solo due o tre a pranzo cucina per un esercito intero. Ma vedendo tutto l'amore che mette nel cucinare per far assaporare al meglio quello che ha fatto mi verrebbe voglia di mangiare tutto. Accendiamo la tv e su canale5 troviamo 'Beautiful' in onda.
-Nonna ti prego, dimmi che non lo vedi ancora! Da noi sono molte puntate avanti ma credimi, è sempre la stessa cazzata!- Dico suscitando nei presenti una risatina.
-Di solito lo vedo per compagnia, quando non c'è William per esempio.-
Nonostante ciò riesco a convincere la nonna a spegnere finalmente la tv. Appena finiamo di mangiare lascio andare nonna a riposare mentre io e William facciamo i piatti. Io lavo, lui asciuga, ovviamente. Un po' imbarazzato inizia a parlare.
-Senti, ehm, se non ti va, ecco ehm, di venire con me stasera non preoccuparti, lo capisco.-
Lo guardo per un attimo e gli sorrido.
-Scherzi?! Certo che mi fa piacere! Anche perché sei l'unico ragazzo in circolazione che conosco e non posso mica ballare con la nonna! -
Dico suscitandogli una risata.
-Hai ragione, scusa, non avrei dovuto neanche chiedertelo.-
-Che ne dici di provare qualche ballo? Non ne conosco neanche uno e sono negata!-
-Stai parlando col mago del ballo!-
Dice autocompiacendosi. Finiamo in fretta di lavare i piatti e giungiamo in salone.
-Allora, adesso metto un cd su cui ci sono alcune musiche che probabilmente si balleranno stasera, okay?- 
Annuisco. Lascio fare tutto a lui, in fondo è lui l'esperto, io sul ballo so poco quanto niente. Mi avvolge un braccio intorno alla vita, lasciando la mano dietro la schiena. Ha una presa forte mentre avvicina il mio bacino al suo. Fa scivolare l'altra mano tra le mie dita. Lo sento vicino ed io non ho mai sentito nessuno così vicino. È allarmante.
-Sta tranquilla, rilassati, questa vicinanza è normale.- Mi dice come se fosse riuscito ad entrare per un attimo nei miei pensieri.
Annuisco timidamente e mi lascio andare. Mi lascio guidare da lui, ogni singolo passo. Lui va indietro, io avanzo. Lui avanza, io retrocedo. È come se fossimo uno specchio. Giriamo, andiamo a destra, sinistra, poi ancora indietro e poi giriamo di nuovo. 
-Ragazzi, sono le cinque, è meglio se vi prepariate per bene ora. Lorelai, è arrivata la parrucchiera.- Ci dice nonna giungendo improvvisamente in salotto. Scendo dalle nuvole e lascio violentemente William, come se stargli vicino fosse una colpa. 
-Certo nonna, arrivo.-
La parrucchiera è già pronta con l'attrezzatura.
-Dimmi, cosa vuoi che ti faccia?-
-Niente di particolare, vorrei solo addolcire un po' i ricci.- 
-Dopo li lasci sciolti?-
-Vorrei tenerli alzati con delle ciocche che scendono sulla spalla se possibile.-
-Certo bella!-
La ragazza si mette a lavoro, è molto gentile. Devo dire che è alquanto frustrante per me restare ferma per del tempo mentre qualcuno gioca così coi miei capelli. A volte quando mi lavano o mi asciugano i capelli mi viene da addormentarmi tanto che mi rilasso o mi annoio ed è una cosa che odio, quella sensazione di pesantezza sugli occhi. Dopo circa mezz'ora i miei capelli sono perfetti.
-Ecco, guarda se ti piacciono.- Mi dice porgendomi uno specchio.
Non ho mai fatto una pettinatura del genere, sono davvero mozzafiato. Di solito porto i capelli trasandati, sciolti, senza troppe congetture complicate. Non mio sono mai vista così...femminile.
-Tantissimo, grazie mille.- Dico mentre saluto e corro a prepararmi. Entro nella doccia avvolgendo i capelli in una cuffietta per evitare che si rovinino. Cerco di fare il più in fretta possibile così dopo pochi minuti mi ritrovo sul letto avvolta da un asciugamano blu. Prendo il vestito dallo scatolo e lo osservo ancora per un pò, abbastanza incredula di stare per indossarlo. Infilo la biancheria intima e finalmente tocca a lui. Mi chiudo in quel meraviglioso abito bianco mentre esploro le mie sensuali curve che prima d'ora non avevo ancora notato. Si, in fondo mamma e papà hanno fatto un bel lavoro, non sono davvero male. Sono elegantemente sexy, come avrebbe detto Joe, penso sorridendo. Oh si, mi manca. Basta soffermassi su certe cose, ho un ballo a cui pensare! Stendo un filo di trucco sul viso e guardo l'orologio notando che sono le 18:47. È ora di andare.
Esco dalla camera e trovo la nonna vestita molto elegante e William rintanato in un buffo smoking grigio. Mi scappa una risatina.
-Che hai da ridere?-
-Niente, è che sei così..strano!-
-E tu sei bellissima.-
Sciolgo la mia ironicità in un dolce sorriso, arrossendo. La nonna ci guarda compiaciuta.
-Grazie.-
-Andiamo? Ho la macchina qui fuori.-
Seguiamo tutti William e faccio accomodare la nonna sul sedile anteriore mentre io mi siedo dietro. In poco tempo giungiamo davanti ad un cancello enorme che una volta apertosi ci lascia proseguire in un meraviglioso giardino che abbraccia una lussuosa villa ben tenuta. 
-Nonna, non sapevo avessi certe amicizie!- Esclamai guardando fuori dal finestrino.
-Tesoro, vivi in America, quante cose sono successe qui!-
William provvede a parcheggiare l'auto e poi scendiamo tutti insieme per poi salire una delle due rampe di scale davanti la villa che poi al centro si uniscono di fronte il portone principale. Se guardo di sotto riesco vedere una fontana gigantesca. Nella fontana c'è la statua di Venere, è davvero un capolavoro. Entriamo e dei gentili maggiordomi ci distribuiscono delle maschere. Non sapevo che dovessimo indossare delle maschere! Ci facciamo strada tra la gente, sono tutti con in mano un bicchiere di champagne o una di quelle eleganti sigarette allungate. Proprio come l'ho immaginato: vestiti lunghi ed eleganti, aria dall'alta classe. Sono entrata in questi posti solo nei miei sogni. 
-Ciao Anne! Ciao William!- Si avvicina a noi una signora poco più giovane di mia nonna.
-Ciao Denise!- Esclama mia nonna alla vista di quella. -Ti presento mia nipote Lorelai, è venuta a stare da me per un po', vive in America.-
-Peró, ma che bella ragazza!-
-Tanto piacere!- Le dico senza azzardare a porgerle la mano. Di solito nei film le donne appartenenti ad un alto ceto sociale non lo fanno. 
-Adesso devo andare ad intrattenere gli ospiti, stanno per aprire le danze, spero vi divertiate!- Detto ciò corre via.
-Ragazzi vado a salutare un po' in giro, divertitevi!- Detto ciò la nonna lascia me e William nella completa ignoranza sul cosa fare. Ci guardiamo e accenniamo una risata. D'improvviso accendono la musica, è un valzer.
-Mi concede questo ballo, my lady?- Mi chiede William abbozzando un inchino.
-Certo, mio signore!- Gli cedo la mia mano e lui mi stringe a sè. Passo avanti, passo indietro. È piacevole. Giriamo, di nuovo un passo indietro. Giriamo verso destra per raggiungere il centro della sala. Passo avanti, passo indietro, giro. Inizio a non capirci più molto.
-Tranquilla, stai andando bene.- Mi rassicura William.
Un giro, poi un altro, un altro ancora. Caschè. Mi rialza velocemente e mi stringe di nuovo. La musica suona ancora. Avanti, indietro. Una maschera coglie la mia attenzione. Giriamo, cerco di guardare ma si muove tra la folla, come un fantasma. Avanti, indietro. Cerco di prendere in mano la situazione per avvicinarmi alla maschera che si fa spazio tra gli invitati.
-Ma che stai facendo?!- Mi chiede confuso William. 
Non lo ascolto. Il mio sguardo supera la spalla del mio accompagnatore. Un altro giro. La maschera si avvicina. Avanti, indietro. Vedo un boccolo che gli scende sulla fronte. Sinistra, giro. La maschera si ferma con un bicchiere di champagne in mano. Avanti, avanti, avanti. La maschera mi guarda negli occhi e io quegli occhi li conosco. Giro, il mio cuore perde lentamente i battiti. Avanti, indietro. Mi gira la testa, non può essere. Due giri, vedo le labbra della maschera muoversi mentre se ne sta in disparte coperta dalla gente. Corre via all'improvviso, senza che me ne accorga. 
-Nicholas!- urlo, ma a nessuno pare importare. -Scusami William.- Lascio il mio accompagnatore e inizio ad inseguire la maschera. Il vestito mi crea qualche problema ma lo tengo per le mani. Non ho più la forza di urlare il suo nome. Continua a correre e a me gira la testa. Mi porta fuori dalla villa, giù per le scale, ma quando arrivo alla fine della rampa non c'è più nessuno. Forse era un fantasma.

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