Per tutto questo tempo non posso credere di non aver visto

di quattrodieci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Suvvia. ***
Capitolo 4: *** Per Merlino,ma cosa state facendo? ***
Capitolo 5: *** Sai Draco, credo proprio di non voler mai più sentire la parola “compleanno” in vita mia. ***
Capitolo 6: *** Fratellanza Serpeverde. ***
Capitolo 7: *** AVVISO. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Rose Weasley era una ragazza molto, molto strana. Era molto sveglia ma dava l’impressione, a prima vista, di essere completamente tocca e con la testa fra le nuvole anche se non mancava mai di fare uno scherzo a qualcuno – doveva aver passato gran parte dell’infanzia a casa di sua zia Luna e un’altra gran parte da suo zio George,famoso per il suo negozio. Pareva che tutto il suo universo girasse unicamente intorno alla musica,alla sua chitarra, alla sua batteria, al suo basso e qualunque altro strumento musicale sapesse suonare.
Magari è davvero così.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO UNO

Socializziamo

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. 
Ma pochi di essi se ne ricordano.
Antoine De Saint-Exupéry  "Il Piccolo Principe"



La prima volta che Scorpius la vide fu la mattina del primo di settembre 2017, a  King's Cross. Lei aveva una larga maglietta nera, con un nodo sul fianco sinistro, con sopra stampata una ragazza con un vestito lungo ed i capelli neri che si guardava indietro prima di varcare una porta aperta. Sulla base di questa, a sinistra, c’era stampato in oro il presumibile logo di una band[1].La Weasley aveva un corpo magro, poche lentiggini sul viso e gli occhi di un colore indefinito. Teneva la bacchetta magica dietro all’orecchio sinistro e  in mano altre due bacchette di legno bianco e le scuoteva in aria ad un ritmo sostenuto.
Quando si voltò  verso di lui riuscì a guardarlo per soli pochi secondi - in cui i suoi capelli avevano virato in un interessante azzurro chiaro - prima di venire spalmata sulla fiancata del treno da un turbine di capelli biondi e lentiggini più alto di lei di almeno mezzo metro, ma anche uno intero poteva starci – ecco che i capelli diventarono rossi,molto più rossi dal colore dei Weasley.
«Ahh, Dominique, mi hai frantumato la spalla. Sei una cacca di drago!» le gridò,  staccandosi dal treno per massaggiarsi la suddetta spalla. Parlava molto lentamente, come se avesse paura di sbagliare le parole, stimò Scorpius.
Venne ignorata con nonchalance dalla francese, che anzi le porse un pacco. Tutto ciò che Scorpius vide fu il viso della Weasley minore illuminarsi come se non fosse successo nulla e poi la vide scartare il pacco con la ferocia di un bambino a Natale. Tirò fuori una scatola con stampate delle immagini e aprì pure quella, più delicatamente. Estrasse un… qualcosa…nero e rettangolare esultando e abbracciando la cugina. Poi dal pacco tirò fuori un groviglio di fili che snodò sotto lo sguardo felice ed impaziente della cugina.
Scorpius venne trascinato da un lato da suo padre per le ultime raccomandazioni. «Stai attento, fatti rispettare, studia, stai lontano dai Potter e dagli Weasley bla,bla,bla» Non lo ascoltava mai quando gli diceva cose di questo genere. Quando finalmente fu lasciato scappare dalle grinfie paterne salì subito sul treno , ma con troppa foga, per poi finire a sbattere con la Weasley.
Non me ne ero accorto, ma è proprio bassa.
«Oh,scusa!» dissero all’unisono.
Dopo un paio di secondi lei gli sorrise dolcemente. «Io sono Rose. Rose Weasley. Tu sei Scorpius, vero?» chiese gentile.
«Come.. come fai a sapere il mio nome?» chiese sbigottito, per poi ricordarsi che la sua famiglia non era proprio sconosciuta ai più.
«Non vai inosservato con quei capelli da Barbie» osservò, sorridendogli di nuovo. Aveva le fossette,notò lui.
Nessuno mi ha mai sorriso così.
«Scusa, puoi tenermi la borsetta?»gli porse una piccola borsetta viola con ricamata la scritta “Tu sarai per me unico al mondo”[2]. Pensò che era una borsa carina.
Annuì abbozzando un sorriso, che sparì appena lei lasciò la presa sulla borsa. Sembrava che un mostro gigantesco gli stesse trascinando il braccio verso il terreno.
Quando cavolo è pesante questa borsa?
Si aggrappò ad una sporgenza sulla parete di legno per rimanere in piedi. Lei ,intanto, tranquilla, stava estraendo lentamente dalle tasche dei suoi pantaloni quella cosa che le aveva dato prima sua cugina.
«Grazie mille.» disse cortesemente riprendendosi la borsetta. Non gli sfuggì il movimento del muscolo del suo braccio quando gliela passò - doveva essere allenata – e non gli sfuggì neanche quella persona dai capelli neri e gli occhi verdi che, accanto a lei, si stava mordendo un polso per non scoppiare a ridere.
Sembravo tanto stupido?
Quando si sentì il controllore fischiare, Rose lo invitò a sedersi in uno scompartimento con lei e suo cugino. Ne trovarono uno quasi subito e Rose e suo cugino si sporsero dai finestrini per salutare i genitori, invitandolo a fare lo stesso.
Lui invece si nascose nell’angolo più lontano della cabina, sapendo che se suo padre lo avesse visto con quelle due “creature della disgrazia” come li chiamava quest’ultimo, lo avrebbe come minimo diseredato.
Quando Rose e l’altro si sedettero, il piccoletto gli rovesciò addosso un fiume di lettere confuse.
«Ciao!Io sono Albus Potter, però mi faccio chiamare Al. Lei è Rosie, ma cugina,  già lo sai, però non sai che è una metamorfomagus!»Merlino, parlava velocissimo. All’ultima affermazione la ragazzina arrossì, i suoi capelli diventarono rosa shoking e si affrettò a spiegare
«Non lo sono dalla nascita, è solo che da piccolissima sono caduta in una pozione di zio George e beh.. »balbettò sempre lentamente e si indicò e fece virare i suoi capelli in una perfetta imitazione di biondo Malfoy.
«Figo!» fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Ehi! Ho undici anni e ho davanti un metamorfomagus. Non è roba da tutti i giorni!
«Cioè, intendevo… insomma, stai bene così» balbettò in imbarazzo.
«Vuoi diventare amico mio?» disse Albu-Al.
Rimase un po’ smarrito dalla richiesta ma si aprì subito in un grande sorriso, estasiato e sdentato.  «Sì, non ho mai avuto un amico, sarà bellissimo,vero?»chiese rivolgendosi a Rosie.
«Ehm.. certo»le guance le si tinsero di un tenue rosso.
Passarono il viaggio a chiacchierare di cose più o meno importanti fino all’arrivo del carrello,poi per un po’ di tempo non fecero altro che mangiare.
«Ti piace la musica?» chiese d’un tratto Rose, con la bocca ancora sporca di zucchero.
Scorpius sorrise ancora, venendo ricambiato dalla ragazza.«Sì, mi piacciono molto le vecchie canzoni delle Sorelle Stravagarie. A te?»disse, tutto eccitato. La Weasley rise , di una risata limpida,e la sua voce sembrava quasi...allenata, come se le avessero insegnato come si usa la voce quando si ride, anziché emettere un suono istintivo.
«Io ascolto musica babbana, roba molto forte. Di solito ascolto gli Evanescence», e si indicò la maglietta «i Paramore,i Queen, i Nirvana, i Beatles, i Genesis, gli Oasis, i Black Sabbath e gente così. Però a volte ascolto anche Eminem e gli Africa Unite» vedendo la sua faccia perplessa, disse «Scommetto che non ne conosci nemmeno la metà, nevvero?»ridacchiò «Gli Africa Unite sono italiani »buttò lì, come fosse una spiegazione.
«Rosie, non lo annoiare con tutti questi nomi difficili!» gli venne in soccorso Al.
Il collegamento nella sua testa però fu immediato «Mi piace la pizza!»Esclamò.
«Anche a me! Io la amo! È così…così..non lo so!»disse felice il cugino della ragazza.
«Neanche io»disse aggiungendosi alla risata di Albus e Rose.
Dopo un po’ fece una domanda «Secondo voi dove vi smsteranno?»
«Non lo so. Forse Corvonero, forse Serpeverde, forse Grifondoro.» fu la risposta di Rose.
«Io andrò o a Grifondoro o a Serpeverde. Tu Scorp?» chiese dandogli un nuovo soprannome.
«Serpeverde, come tutta la mia famiglia. Pensavo che voi Potter-Weasley facevate la collezione dei posti a Grifondoro!»disse pensieroso, con una grammatica che lasciava a desiderare.
Rose ridacchiò, mentre Al rispondeva «Le tradizioni si possono sempre non rispettare, insomma, non siamo obbligati» spiegò «Rosie, come mai Serpeverde?»chiese poi alla ragazza, i cui capelli andarono da biondo chiaro ad azzurro intenso.
«Perché, sai, io sono molto, come si dice… ambiziosa.» terminò con un sibilio e poi un sorrisetto.
«Già» capitolò il ragazzino dagli occhi smeraldini, che probabilmente non l’aveva ascoltata.
Rose sbuffò e si mise le cuffiette nelle orecchie per ascoltare della musica. Aprì la borsetta e ne estrasse un librò che aprì e, evidentemente, tentò di leggere ma dopo qualche secondo, qualche tentennamento e qualche «Ehm» sussurrato, rinunciò rimettendolo al suo posto.
Scorpius lo notò ma non ci diede troppa importanza, impegnato a chiacchierare con il suo nuovo migliore amico. In fondo, quei due non gli sembravano tanto male.
 
 
Quel ragazzino-Barbie le piaceva, le sembrava tenero con quel sorriso pieno di “finestre”, la sua grammatica scomposta, i suoi capelli leggermente ondulati e gli occhi verdi con la pupilla contornata di marrone. Però sembrava tremendamente solo ed intimidito da tutti, per questo lo aveva invitato a stare con lei e suo cugino, a cui non importava il fatto che lei non coglieva che qualche sillaba di ciò che diceva visto che parlava come se avesse un drago di zio Charlie alle calcagna. Non che importasse molto anche a lei: quando ascoltava Eminem coglieva le prime lettere delle parole e poi basta. Comunque, le sembrava bello farlo sentire parte di un gruppo, se pur minimo, e fargli avere degli amici. Magari sarebbero arrivati anche a volersi un bene dell’anima, come lei e quello scricciolo dai capelli neri e la bionda francese. E le era sembrato carino anche offrigli da mangiare dal carrello. A lei piaceva fare cose carine agli atri. I suoi genitori dicevano che lei non sarebbe mai riuscita ad odiare nessuno, che aveva n cuore d’oro. Forse avevano ragione. Forse no, chi lo sa? Però, non divaghiamo, le sarebbe piaciuto davvero essere sua amica, sembrava un tipo a posto. 







Note:
1 Ecco la maglietta di Rosie :33 http://evanescencereference.info/wiki/images/EvMerchShirt22.jpg
2 Cit. Il Piccolo Principe
Primo capitolo.. un pochetto insignificante. Spero davvero di riuscire a far sembrare i fatti vivi come lo sono nella mia testa, la sera prima di addormentarmi.
Al prossimo capitolo :33

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Capitolo 3
*** Suvvia. ***


Il prologo ha già centocinquanta (centoquarantanove, vabbè XD) visualizzazzioni. Aaaaaaaaaaaaaaahh *w* graziegraziegrazie! In questo capitolo troverete un paio di stranezze... penso. Allora: Kay Panabaker, non ho messo questo nome perchè stimo l'attrice ochissacchè,no, solo che ho avuto una piccola illuminazione su questo personaggio; Christina Kelin, il personaggio è tedesco come la persona a cui mi sono ispirata per il nome. E' il nome della mia cantnate preferita e volevo fare un tributo a lei (stamani mi è arrivato il nuovo cd <3); ppppoi c'è una frase , e non vi sto a dire quale, dedicata al paring Aduinomiobellopersemprenelmioheart/Ruffiano, rispettivamente mia moglie e il mio gatto.Ppppoi2  dopo questo capitolo, la ff diventerà una vera slice of life quindi Amen.
P.s. Capitolo dedicato alle prime tre recensioni che ho ricevuto, rispettivamente di : 1) Flaqui, 2)sigaretta_93 eeeee *rutto di Dariano* 3)GianAuror grandissima gente.
Vai con la FF <3


«»
CAPITOLO DUE
 Suvvia.

Conquista te stesso, non il mondo.
René Descartes

 
 

 

La sua borsetta giaceva aperta su uno dei sedili dello scompartimento da quando Al - ignorando il fatto che il treno avrebbe anche potuto deragliare per tutta la roba che c’era dentro -  aveva deciso di lanciarla un paio di volte in aria e poi spiaccicarla sul sedile che era sprofondato di un bel po’ di centimetri. Fortuna voleva che il suo furetto era già stato liberato, o sarebbe morto. La gabbietta vuota era stata poggiata chissà dove. Rose stava giocando col suo animale bianco, a cui un anno prima era stato appioppato crudelmente il nome “Draco”.
«Posso prenderlo in braccio?» le chiese Scorpius sorridendo con la bocca e con gli occhi all’animaletto che si stava facendo fare un sacco di moine dai due cugini.

«Perché no?» sorrise Rose «Al, mollalo! Ne ha abbastanza di quei due abissi che ti ritrovi al posto degli occhi.» disse con malcelata dolcezza. Prese il povero – Povero! Questo qui in cinque minuti si è preso più coccole che io al mio primo anno di vita! – animale e lo pose con delicatezza tra le mani di Scorpius, guardandolo come una mamma orgogliosa quando suo figlio fa le prime amicizie, mentre si faceva simpatico il furetto e lo coccolava.
«Quell’animale è un ruffiano di prima categoria»  osservò ridacchiando mente alcuni tentativi di Scorpius di farsi piacere non andavano a segno. «Però lui è uno di quei tipi che dopo averti voluto bene una volta, anche se verranno sempre respinti e non ricambiati, te ne vorranno bene per sempre e ti riserveranno un posticino nel loro piccolo e ottuso cuore da furetto.»  soggiunse sussurrando sovrappensiero. Scrollò le spalle, sviando l’attenzione degli altri due da se stessa. Non le piaceva venire osservata. Continuava a guardare divertita il ragazzino che si faceva mordere un dito dal crudelissimo Draco.
«Non sapevo che facevano portare anche i furetti.» disse distratto Scorpius a nessuno in particolare.
«In realtà non si potrebbe, ma noi abbiamo dovuto portarlo.» lo informò Al con aria teatralmente allarmata «A casa c’è Grattastinchi Secondo, ed è ,tipo, assatanato. Se lo avessimo lasciato a casa ora sarebbe un tappeto».
Lei fu scossa da brividi «Mi ricordo quando ha tentato di azzannarmi» scosse la testa per scacciare quel ricordo, poi parlò di nuovo «Sono sta-» però venne interrotta dall’apertura della porta scorrevole dello scompartimento.

 
 
La realtà era che Rose poteva essere buona, gentile, tenera ed altruista nel midollo quanto le pareva, ma c’era sempre l’altra parte, perché tutti ce l’hanno. L’altra parte del suo profondo era cattiva,acida, sarcastica, pungente, desolata, terrificante, violenta, glaciale, pervertita, egoista, noncurante degli altri, diffidente, rancorosa, irritante e facilmente irritabile. Ma la cosa più speciale era che Rose aveva il potere di farti sentire inadatto, inferiore, diverso, irruento e inopportuno quando le pareva. Tutto per colpa di due persone, entrambe con cognome Potter. James, quando avevano rispettivamente sette e sei anni, l’aveva trattata come una zanzara, anzi, una cacca di zanzara,come se non valesse nulla ma fosse sua schiava, e da quell’episodio la sua parte, diciamo “malvagia”, si sviluppò sempre più, nutrita dall’andamento da principessa di Lily. 
Diciamolo, mia sorella irrita anche me.
Per fortuna lui, Al, era sempre stato diverso da”il gorilla e la principessa”. Rose diceva sempre che avrebbero potuto girare insieme un remake di “King Kong”. Ovviamente lui non sapeva cos’era un remake. Comunque, non divaghiamo.
Dalla porta si affacciò il suddetto Gorilla con un amico dalla pelle scura, zigomi alti e ben pronunciati, occhi scuri e capelli neri e corti.

«Ciao Al» salutò suo fratello con entusiasmo.«Rosie» disse un po’ titubante. L’aria era già piena di tensione, soprattutto vicino a Rose, che era anche la più vicina alla porta ed i suoi capelli stavano diventando blu ghiaccio. Lei ricambiò il saluto con un freddo e rigido cenno della testa ed un «James» appena mormorato.
James lanciò uno sguardo diffidente al ragazzino biondo che accennò un saluto con la mano non ricambiato e così tornò a giocare col furetto.
«Gente, volevo presentarvi il mio nuovo amico, Rick Zabini» dice eccitato indicando il ragazzo che non faceva altro che fissare Rose, la quale ricambiava con un sopracciglio alzat, come a dire “Beh? Cosa vuoi?”.
«Ciao» salutarono tutti e tre in coro, con tono monocorde e disinteressato, ricambiati da un interessato Zabini. James sembrava in imbarazzo come se stesse conversando con delle persone che non conosceva. E questo era colpa della ragazza, che ora lo fissava con entrambe le sopracciglia inarcate, in un chiaro invito a sparire. Sembrava che i suoi capelli sputassero fumo freddo.
«Beh,ehm, ora che lo conoscete, possiamo andare» e con questo se la diede a gambe seguito da quel Zabini.
Beh, se lei non lo ha schiaffeggiato,allora possiamo dire che è andata bene, no?
«Sono stanca» riprese Rose, i cui capelli diventarono biondo cenere «Vedrò di appisolarmi». Detto questo distese le gambe sui sedili e appoggiò la testa sulle cosce di suo cugino, come face sempre quando non era nel suo letto.  Lui cominciò ad accarezzarle i capelli ed in pochi secondi lei chiuse gli occhi e si addormentò.
Al emise un piccolo sbuffo quando fu sicuro che lei fosse davvero tra le braccia di Morfeo.

«Perché si è comportata così?» bisbiglio Scorpius, attento a non svegliare la ragazza.
«Lei e James non hanno dei bei rapporti.» spiegò sinteticamente. L’altro scrollò le spalle e si mise in bocca una cioccorana dopo aver riposto il furetto nella sua gabbia. «Siete diventati amici?» chiese eccitato con un piccolo ghigno. L’undicenne gli sorrise apertamente annuendo con vigore.
«Sembra che oggi il mondo sia meno antisociale» ridacchiò.
Passarono ancora un bel po’ di tempo a non fare nulla, poi fare piccoli incantesimi, poi di nuovo nulla fino a quando non si intravide Hogwarts dal finestrino e furono costretti a svegliare Rose, che si alzò di scatto con un «Co…io non ho…dove…chi…non sono stata io» per poi accorgersi di essere sul treno, sospirare di sollievo e spalmarsi contro il muro vicino alla porta.
«Dov’è il tuo baule?» chiese Scorpius perplesso. Lei sbadigliò ed indicò la borsetta da cui estrasse con un po’ di difficoltà il baule sotto lo sguardo meravigliato dei due. Poi strabuzzò gli occhi.
«La divisa! Dobbiamo metterci la divisa!» gridò e tirò fuori la sua. Nei cinque minuti dopo oscurarono la porta e dandosi le spalle imbarazzati e frettolosi, si cambiarono. Rose era ancora in piedi quando il treno decise, con un’ infamata, di fermarsi di botto, e farla andare a sbattere contro la porta.
«Ahia» mormorò staccandosi dal vetro con un espressione sofferente, massaggiandosi la mascella. Lui scoppiò a ridere seguito da Scopius.
«Dai, smettetela» disse Rose, facendoli ridere più forte «Dai, eddai… per favore» sbuffò «Va bene» li guardò con uno sguardo minaccioso che fece smettere subito Al «Barbie, non credo che tu lo sappia, ma quando aveva sei anni Al mise la lingua nella presa della corrente prendendo la scossa» Il ragazzino ora lo guardava come se avesse due corna verdi, mentre lui fissava Rose con la bocca aperta per la paura.

«Scorpius, hai i boxer al contrario» quest’ultimo divenne paonazzo e chiuse subito la bocca. Intanto lei, la traditrice, come l’aveva appena ribattezzata, ghignava continuando a massaggiarsi l’osso.
 
 
Scesa dal treno, con un tremendo dolore alla mascella, corse a nascondersi tra la folla.
In fondo sono bassa, più della media. Hagrid non mi vedrà…
«Rosie! Vieni qua a darmi un bell’ abbraccio, piccolina!»
Ma cos’ha, una vista da falco?
«Hagrid!» lo saluta con entusiasmo, un po’ finto, ma era sempre entusiasmo. Si fece docilmente stritolare abbracciare dalle braccia affettuose del mezzo-gigante e aggiornarlo sulle ultime nuove di casa Weasley. Dopo aver scelto una barca con suo cugino e la Barbie Umana – da quel giorno sarebbe stato per sempre chiamato Barbie Umana, per sempre –, essere caduta, o venir spinta, nel lago e venir salvata dalla Piovra Gigante, arrivò finalmente al castello e poi dritta nella Sala Grande, sgocciolando da tutte le parti con i capelli e gli occhi rosso fuoco. 

«Fred! Freddie! E’ caduta nel Lago!» ghigno Al verso il cugino dalla pelle color del caramello ed i capelli rosso Weasley, seduto, come tradizione voleva, al tavolo di Grifondoro con i suoi amici del sesto anno.
Lei si bloccò per un paio di secondi per ringhiare al cugino : «Al, certo che tu fai davvero parte della gente che… veramente.. boh!» per poi prenderlo per mano insieme al biondo e cominciare a tirare spallate poderose per arrivare in prima fila.  Si bloccarono di scatto, come un solo uomo davanti allo sgabello con sopra il cappello pieno di toppe. La McGranitt era lì, alta,severa, in piedi accanto a quello, con una pergamena in mano e cominciò a fare l’appello chiamandoli uno per uno.
«Klein, Christina» chiamò. Una ragazza dai capelli di un biondo caldo legati in una coda di cavallo, pelle un poco più scura della sua, viso dolce e luminoso, s’incamminò verso il cappello che la smistò a Corvonero.
« Malfoy, Scorpius » chiamò arrivata alla ‘M’. Lei e il cugino girarono in sincrono la testa verso il loro amico che, dopo una spintarella decisa da parte della ragazzina, si avviò frettolosamente verso il cappello.
Fu lento, il cappello doveva essere indeciso ma alla fine decise per «Serpeverde!» e il ragazzino andò a sedersi al tavolo dei verde-argento che applaudirono.
«Panabaker, Kay» una ragazzina dai capelli corvini, la pelle scura e il viso da oca che venne smistata a Serpeverde. Altro applauso.
«Potter, Albus» lei strinse la mano del cugino che sembrava voler scappare e lasciarsi andare ad una crisi di pianto. Salì intimorito gli scalini per poi sedersi sullo sgabello e lasciare che il cappello gli mangiasse la faccia.
«Grifondoro!» tuonò lasciando libero Al di respirare. Corse verso il tavolo dei suoi nuovi compagni di casa per abbracciare maree di gente, conosciuta o no.

«Weasley,Rose» quasi subito toccò a lei. Con le mani sudiate camminò sicura verso lo sgabello lasciandosi posare il cappello sulla testa.
«Mmm, complicato» sussurrò il cappello. Inquietante, pensò lei. «Vedo un gran cervello, ma poca voglia di usarlo. Sei onesta,coraggiosa e rispettosa ma anche arrogante con un piccolo di ambizione. Mmm…»  ripeté. «Vediamo… Serpeverde!» gridò e tra lo scompiglio e la confusione generale, lei riuscì a sfiorare la mano del cugino e poi sedersi vicino all’amico,sorridendogli.
*****
Il Prefetto di Serpeverde li stava portando nei sotterranei. «Per le femmine la prima porta a destra, per i maschi la prima a sinistra» disse a quei bambinetti elettrizzati spingendoli in un corridoio.
Lei guardò il suo amico biondo mentre i capelli , lunghi fino alle spalle e riccioluti, le viravano in un tenue rosa.
«Aspettami qui.» gli disse, lasciandolo impalato lì davanti al muro.
Andò dentro alla sua stanza, senza degnare d uno sguardo le sue nuove compagne. Prese la bacchetta, il pigiama, il dentifricio e lo spazzolino dal baule e se li mise sotto al maglione; poi si buttò sul letto. Era durissimo.
Magari mi andrebbe bene se avessi un’ernia.
Si rialzò e tornò nel corridoio, ormai buio, dove ancora c’era il suo amico appoggiatosi sulla maniglia.
«Il mio letto è scomodo , posso dormire nel tuo?» gli chiese allora con aria innocente e capelli turchesi.

Il bambino cominciò a balbettare e diventò rosso come un peperone.
«Emh…io non so… forse n-non si può…io, forse il mio ma-materasso è duro…io»
«Dai, per piacere.»occhi da cucciolo «Non voglio svegliarmi con un’ernia alla schiena» e uno sbuffo.
«Uhm…va bene, entra.» aprì la porta mentre lei ancora sprizzava felicità. I ragazzini si spaventarono, ed uno cadde in terra con un piccolo grido da soprano. Lei ridacchiò e andò al letto del suo amico, il terzo letto  partire da quello più vicino alla porta verso destra, il secondo verso sinistra.
«Non so se ci stiamo» bisbigliò, ancora tutto rosso.
«Aaah, sì che ci stiamo. Guarda.» Aprì le tende e tirò fuori la bacchetta. Sua madre, da quando li aveva ricordi, le aveva sempre insegnato come usare una bacchetta e anche alcuni incantesimi tra i più utili, come quello per duplicare, quello dell’ ”estensione irriconoscibile”, per proteggersi o per attaccare, per far evanescere o per evocare le cose, e così via.
«Adduco Maxima» bisbigliò e lo spaziò si triplicò. Servì un piccolo e crudele sogghigno a Scorpius,per poi bisbigliare un’altra formula, puntando la bacchetta sul letto, concentrandosi «Geminio». Il letto si duplicò, accostato all’altro. Fece la stessa cosa col comodino, accostandolo al secondo letto e appoggiandoci le sue cose.
 «Fatto» disse elettrizzata ad uno Scorpius imbambolato con le sopracciglia inarcate e la bocca spalancata in una piccola ‘o’. Lei si cambiò in fretta , tenendo la canottiera – Qui fa seriamente freddo – per poi giransi verso di lui.

«Be, non ti cambi?» chiese lentamente, indicando lui e i suoi vestiti.
«Oh,cosa?Mm,sì certo» borbottò e sette minuti dopo – Precisissimi, li ho guardati sul mio orologio! – erano sotto le coperte con i piedi ghiacciati in mezzo alle gambe dell’altro.
La verità era che quel dormitorio freddo, umido e verdissimo le faceva un po’ di paura e non voleva di certo passare la prima notte da sola con delle sconosciute che magari la odiavano solo per il suo cognome e soprattutto non voleva dormire in un letto che,come minimo, aveva un’asse di legno sopra la rete.
Ma dai! Non si può, suvvia!














 

Christina è questa qui... un poco più bionda http://16.imagebam.com/download.php?ID=39409421&salt=8e081c&sec=3170cf&filesize=23494&filename=5f575f7e7e_46822015_o2.jpg poi la cercate con google O:

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Capitolo 4
*** Per Merlino,ma cosa state facendo? ***


Allourlourlour. prima cosa: il nuovo capitolo è già pronto, e appena questo avrà un paio di recensioni e visualizzazioni in più verrà pubblicato. Seconda cosa: io VOGLIO, io vi ORDINOdi leggere questa Fanfiction e di RECENSIRLA. con questo biebie.

«»

CAPITOLO TRE
Mi scusi prof, ma mica potevo farlo all’alba: io dormivo!
 
Avvertenze: contiene offese ai Tassorosso e interruzioni alle lezioni.
Se voi siete devoti a questa casa che, personalmente, non sopporto
NON LEGGETE e se lo fate, almeno non lagnatevi e rideteci su.
Con molto amore e mille baci e cuori solo per voi, la vostra Andri.

 

Gli uomini passano, le idee restano. 
Restano le loro tensioni morali e continueranno 
a camminare sulle gambe di altri uomini. 

Giovanni Falcone

 
Caro Papà,
so che posso usare parole e frasi molto esplicite con te, proprio perché sono tua figlia e ci assomigliamo, in quanto entrambi portatori dei fantasmagorici geni Weasley.
Comunque, papà, io non voglio diventare la nova Voldemort, non aspiro a diventare una mangiamorte e non voglio sterminare tutti gli esseri viventi di questo mondo,però per qualche strana coincidenza sono finita a Serpeverde. Non posso mentirti perciò non dirò che mi dispiace. I Serpeverde seguono le stesse identiche lezioni dei Grifondoro, dei Corvonero e degli stupidi ed inutili Tassorosso e vengono educati dai professori in modo egualmente giusto. Se provi a dirmi che sono sprecata qui, che non vado bene per questa casa o che dovrei chiedere di farmi cambiare colori, sappi che riterrò giustissimo farti venire un attacco di diarrea.
Abbraccia la mamma e gli zii da parte mia ed invia la notizia a zio Bill e zia Fleur, per favore.
Con molto amore,
Tua Rosie.
 
E con quella lettera aveva scaricato tutta la paura di dover dire a suo padre della sua casa. Sapeva che ci avrebbe fatto su due risate, soprattutto per la parte dei Tassorosso,e poi si sarebbe lasciato prendere da una crisi di panico. Comunque, una Rosie dai capelli lisci, arancioni che sfumavano in biondo platinato e fosforescente1stava andando alla Guferia dopo essersi svegliata con i piedi caldi ancora ficcati tra gli stinchi della Barbie,  – buon segno, se erano caldi – che ancora sognava, con degli esemplari umani che le stavano fissando la faccia come se non avessero mai visto una femmina. Li aveva gentilmente fatti spostare e dopo essersi lavata e vestita, ancora mezza in coma, visto che erano le sei, rischiando di strozzarsi col maglione, era andata in sala comunque ad accartocciare fogli di carta su fogli di carta pieni di errori grammaticali mentre mordeva,assassinava e spezzava le sue penne ad inchiostro liquido – ma lei era prevenuta, aveva steso un velo nero così da non sporcare nulla - ed accarezzava il dorso del suo fidato animaletto da compagnia Draco che, per inciso, era una femmina. Aveva appena spedito un gufo della scuola a suo padre e stava andando in Sala Grande, accompagnata dal furetto che le dormiva tranquilla su una spalla, nel solo modo che potesse utilizzare un idiota come lei:  stava risalendo la salita  del parco con il suo skateboard ed aveva intenzione di entrare nella Sala con quello ancora sotto i piedi. Per un pelo, arrivata alla sua meta, riuscì a non andare a sbattere contro la McGranitt che stava rimettendo in ordine gli orari per la forse milionesima volta.
Lei andò tranquilla verso il suo tavolo e, mettendosi davvero d’impegno, tentò di leggere per la milionesima volta il suo libro preferito, Il Signore degli Anelli.
Quando, alle otto, la Sala Grande cominciò a popolarsi, lei aveva appena letto un capitolo – E’ quello del Consiglio di Elrond, eh! – e sentì avvicinarsi un cespuglio color del Sole che le si parò davanti.
«Ti sei svegliata, Principessa!» lo prese in giro, dandogli un piccolo pizzicotto sulla mano.
«Ehm, già.» disse in imbarazzo. Lei ridacchiò e mise via il libro.
«Al! Al!» gridò al cugino insonnolito, facendogli cenno di raggiungerla. Lui si sedette nel posto alla sua sinistra e si servì il succo di zucca. Grugnì un buongiorno, ricambiato da due cenni della testa.
«Al? Ehi, Al!» lui la ignorava mentre tentava, evidentemente, di addormentarsi con il bicchiere sulle labbra. Lei lo chiamò ancora, un po’ più di un paio di volte, fino a quando non si convinse di dover tentare il tutto per tutto. «Al, sono incinta.»
Adfgtrtgffesrgeg!
Il cugino aveva sputato tutto in faccia al loro amico, che aveva appena perso ogni espressione, disgustato.
«Gratta e netta» sussurrò puntandogli la bacchetta contro, tornando poi al cugino che la  guardava come se fosse morto qualcuno «Tranquillo tesoro, non è successo niente. Stavo scherzando.» lo rassicurò accarezzandogli una mano. «Comunque, volevo dirti che ho intenzione di aprire un chiosco d’abbracci. Sai, è pieno di gente che si sente sola qui e ho biso…»
«Tu sei matta» rise Al. Così lei decise di imbronciarsi e non parlargli più, ma i suoi buoni propositi vennero interrotti dall’arrivo dell’orario.
«Abbiamo la prima lezione insieme, Trasfigurazione. Poi alle undici di nuovo insieme a Pozioni» gli disse. Poi ghignò sadica «Al…ti ricordi cosa avevamo deciso di fare?» si scambiarono uno sguardo complice per poi sghignazzare.
«Cosa dovete fare?» chiese Sorpius, incuriosito.
«Ma nulla, lo saprai quando saremo a lezione. Al, ricordati di non mordere il tavolo» disse calma mentre il cugino era ad un passo dal cadere per terra e rotolarsi.
«Non capisco cosa ci trovi di così divertente.»
«Rosie, l’abbiamo provato un migliaio di volte. Ma ti rendi conto di che faccia fai?»
«Certo, la faccio apposta. Ma non è poi così molto esi…esi…esilarante.»
«Non esiste “così molto esilarante”, abbelinata»
«Simpatico»
Si guardarono tutti e tre per un attimo e scoppiarono a ridere sguaiatamente.
«Vi aspetto in classe, zombie.» diede un bacio sulla fronte di tutti e due e poi si rimise lo skate sotto i piedi.
«Non si spaventa Draco? E poi come fai a fare gli scalini con quella trappola?» chiese perplesso Al.
«E’ abituata» fece spallucce «Comunque, io mi ci alleno con quola trappesta2» Si diede una leggera spinta con il piede sinistro e se ne andò dalla Sala Grande cercando l’aula di Trasfigurazione, lasciando i due amici confusi.

*****

Era seduta nel banco in prima fila e all’estrema destra della classe, vicino a suo cugino Al. Nel banco al centro, sempre nella prima fila, c’era Scorpius vicino ad un certo Tiger dalla faccia da maialino. La McGranitt era davanti a loro e stava scrivendo delle cose sulla lavagna. Non ci stava dando molta attenzione.
«Bene, ora potete copiare» disse severa e tutti, impauriti, tirarono fuori le loro piume si misero a scrivere mentre lei continuava a fissare la lavagna grattandosi una tempia, tentando di decodificare quel codice ostrogoto.
«Signorina Weasley, cosa aspetta a prendere in man la sua piuma e scrivere?» chiese la professoressa, già notevolmente imbizzarrita.
Lei spalancò gli occhi come un pesce quando li posò sulla donna, ed anche un po’ la bocca. «Non so scrivere» sussurrò lentamente con un filo di voce.
Silenzio.
Nessuno parlava e la professoressa sembrava smarrita. Lei si guardava intorno con gli occhi da panda color celeste accesissimo ed il labbro inferiore che sporgeva di qualche centimetro. Insomma, la sua espressione aveva avuto il potere di convertire mezza classe alle risate silenziose mentre Al stava forse tentando di comprimersi le mani mentre diventava tutto rosso e gli occhi si bagnavano di lacrime d’ ilarità.
Possibile che lui riesca a ridere su tuttissimo?
«Signorina Weasley, non è momento di fare sarcasmo. Cominci subito a copiare dalla lavagna» disse poi la McGranitt scaldandosi.
«Ma professoressa, non posso!» ribatté pronta «Ho la dislessia e la disgrafia, insieme ad una leggerissima forma di disnomia»
Provaci ora a dirmi che sto scherzando! Se vuoi ti do il certificato del medico! 
Dopo essere stata studiata dallo sguardo severo della professoressa, che riuscì a sfidare con i suoi occhi viola, riuscì a farsi appioppare un Al Aiutante.
E l’ora di Trasfigurazione passò farcita di errori grammaticali ed astucci con le ali ed il becco. Appena suonata la campanella interruppe il discorso che aveva cominciato con il cugino sul fatto che non poteva né doveva trasformare la sua roba in piccoli fenicotteri rosa.
«Ci vediamo dopo, ricordati cosa dobbiamo fare» lo liquidò frettolosamente e dopo aver fatto uscire il furetto dalla sua tasca si rimise sullo skate, falciando le gambe di qualche Grifondoro.

*****

Dopo aver passato la prima lezione di Incantesimi, alle dieci e mezza ritrovò Al e Scorpius davanti all’aula di pozioni che l’aspettavano.
Lei fece l’occhiolino al cugino e poi gli sorrise, ricambiata. Entrarono e si sedettero allo stesso tavolo, in seconda fila. La prima ora e mezza di lezione passò tranquilla, ma alle dodici la ragazzina ed il cugino smisero di botto l’attività e si avvicinarono al punto dove, come aveva stimato lei quella mattina, a chilometri e chilometri di distanza, doveva trovasi la Mecca. Cioè accanto alla porta.
Si misero in ginocchio e, allungando le braccia sul pavimento, cominciarono a pregare in arabo sotto gli sguardi allibiti dei compagni di classe e quello perplesso del professor Lumacorno.
«Signorina Weasley, signor Potter… per Merlino,ma cosa state facendo?» Il professor Lumacorno doveva essere molto “perspicace”.
«Preghiamo, professore» fu la pronta risposta del ragazzino.
«Si deve fare cinque volte al giorno, sa? » aggiunse Rose «Noi l’abbiamo già fatto all’alba. Vuole unirsi a noi…per sempre?» sguardo da Shining, voce ridotta ad un sibilio. Lo scherzo perfetto da fare ad un vecchietto in via d’estinzione. Come da copione, Lumacorno sobbalzò ed una goccia di sudore gli colò nei baffoni da tricheco.
«N-no grazie… io devo…fare una cosa» balbettò per poi uscire. Dopo aver controllato che il professore non fosse a portata d’orecchio, si lasciò rotolare per terra insieme al cugino mentre si teneva la pancia scossa dalle troppe risate, accompagnate da quelle della classe.
«Dio mio» gridava indistintamente con suoni acuti diceva lei tra le risate «Oddio, oddio no, ti prego no, per favore, mai più. Porca miseria, che faccia!» Il cugino le si aggrappò al maglione soffocandoci le lacrime. Appena sentirono dei passi provenire dal corridoio si alzarono, si pulirono e tornarono al loro posto come se niente fosse successo. Ripresero a mescolare le loro pozioni e se ne andarono ghignando quando il professore entrò dicendo: «Bene, fanciulli, la lezione è finita ed ora potete tranquillamente andarvene. Eccezionale a tutti!».
Dopo aver fatto un po’ di strada verso la Sala Grande con i suoi due magnifici amici, tirò su le braccia e le posò sulle spalle dei due ai suoi lati.
«Non ringraziate? Per la mia specialissima idea avete appena preso il vostro primo Eccezionale.»
Scorpius, nel tentativo di mettersi a ridere si strozzò con la propria saliva – O con l’aria? – e di fermò in mezzo al corridoio.
«Tutto bene, sto bene» rassicurò i cugini ch lo guardavano con le sopracciglia inarcate.
«Mmm… io vi aspetto al tavolo dei Grifondoro con Fred, ho molta fame» detto questo, Rose salì per la quinta volta nella giornata sul suo skate canticchiando tra sé e sé la canzone “Lass die puppe tanzen” della sua cantante preferita3.

*****

Quella sera riuscì a dormire nella sua stanza. Aveva allargato notevolmente lo spazio nelle tendine e aveva fatto evanescere l’asse di legno sotto al suo letto. Aveva insonorizzato quella piccola e personale parte di stanza e ci aveva anche messo uno stereo con un CD delle sue canzoni preferite che ascoltava quando dormiva ed emetteva un rumore infernale quando era ora di svegliarsi, abitudine non troppo recente. Ci aveva anche montato un armadio ed aveva in programma di allargare ancora quella zona, di farci qualche muro muro, di costruirci o farci costruire un bagno e di metterci una rampa per skate. Intanto aveva solo uno spazio di una ventina di metri, più o meno, con un letto a due piazze, un comodino, una cassettiera, una scrivania, una libreria ed un angolino con la ciccia per Draco, che, ostinata, continuava a dormire nel suo letto.
Hai concluso la prima giornata di scuola e ti sei fatta già inquadrare come la presunta figlia di Freddie. Contenta?
Sì, molto.
Ok. Ora dormi.

 
 
 
 
 
 
 
 
 TANANANAANNNN
Allour:
http://hayleyfashion.info/hair/yellowbangs/2007/11.jpgquesti capelli (non la faccia)
2 “questa trappola” una ma amica che soffre di dislessia mi aveva scritto una volta che non riusciva a dire alcune parole perché scambiava le lettere (passami l’aglio= pagliami l’assimo) . Tributo a lei :3
http://www.youtube.com/watch?v=EZ6FwW5euTU  non commento <3
Con questo capitolo non voglio offendere nessuna persona di fede islamica, ho solo preso un fatto raccontatomi da mio fratello (lui ed una sua amica di questa religione si erano messi a pregare in classe davanti al professore) e l’ho farcito con un po’ di robe per far ridere un po’ di più. IRONIAAAAAAA. (più avanti ci sarà qualche capitolo, ma forse anche uno solo con offese ai Tassorosso, non uccidetemi)
Poi:
GianAuror: “ahahahahah posta presto!! ;D non vedo l'ora...e poi voglio sapere cosa vuol dire omame u.u

Aahhaahahahaha vedi, mica ci ho lasciato molto tempo tra questo capitolo e l’altro *Tzè si monta come la panna* e comunque “omame” in massese significa “Oh mamma mia” :33
Besos.
 Flaqui:Dolcezza!
Scusami non mi ero accorta avessi aggiornato!
Potrai mai perdonarmi questo errore imperdonabile?
Bhe, che dire io credevo fossi brava, ma diavolccio sei impressionante..
Scusami se la recensione e breve ma fra un pò devo uscire perchè io e le mie amiche andiamo a vedere un triller (leggi mi costringono a vedere un triller) e so già che morirò di infarto..
Va bhe, lasciamo perdere..
Non è che Rose mi presta Draco?
Quel furetto inizia a piacermi!
Fra”


Carissima , non ti preoccupare, ti perdono perché sono misericordiosa ù.ù
Oh ma grazzzie <3 se solo tu fossi la mia prof d’italiano c-c
Non ti preoccupare, anche io devo andare via now XD allora mi mancherai, se morirai (molto love per te)
AHAHAHAHAHAAHAHAH prestasse anche a me  XD
Io adoro i furetti, sono “così…così…non lo so!”
Felice di averti risentita, Andri.

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Capitolo 5
*** Sai Draco, credo proprio di non voler mai più sentire la parola “compleanno” in vita mia. ***


'SEEEEEERAAAAA. Volevo dire, prima che iniziaste la lettura, ce le risposte alle recenzioni sono come sempre in fondo e che il mio profilo facebook, dove potete aggiungermi, è questo ;)
Besos, Andri.


«»

CAPITOLO QUATTRO

Sai Draco, credo proprio di non voler mai più sentire la parola “compleanno” in vita mia.

 

Solo la luce che uno accende a se stesso, 
risplende in seguito anche per gli altri. 

Arthur Schopenhauer, da "Parerga e Paralipomena"

 
La scuola per lei andava a meraviglia, in bilico fra un Troll ed un Accettabile. Aveva passato dei primi mesi infernali aspettando la risposta alla lettera che aveva mandato a suo padre. Aveva poi trascorso un Natale senza uno straccio di contatto fisico coi genitori manco fosse infetta – fortuna voleva che i suoi cugini erano molto più tolleranti –,  riuscendo anche a convincere Ron ed Hermione a portarla al mare solo per beccarsi una broncopolmonite. Poi, quando tornò ad Hogwarts,  con un paio di chili in più – quando stava male emotivamente ingrassava, non dimagriva – , occhiaie ed una scorta di maglioni di nonna Molly riciclati da tutti i cugini Potter-Weasley, il buonumore era tornato padrone delle sue giornate. Fra uno scherzo ad un Lumacorno terrorizzato e l’altro, le notti passate nel dormitorio di Grifondoro a fare il solletico ai piedi del cugino che grugniva inviperito, o a sgattaiolare nella stanza del biondo,  che aveva lasciato lì il suo letto per ogni evenienza, e la sua nuova amica tedesca di Corvonero – Christina – aveva trovato anche il tempo per allestire il famosissimo chiosco di abbracci “Un abbraccio – Due falci ” da cuoi aveva ricavato una discreta fortuna di un centinaio di galeoni ed un discreto mal di braccia.
Così, dopo aver preso tutta la sua “discreta fortuna” e dopo aver costretto Fred a portare lei e la sua amica al villaggio ed essersi fatta invitare ad Hogsmade da Fred facendo venire anche “Chris”, era riuscita a trovare il regalo perfetto per suo padre: un porta-bacchetta dei Chudley Cannons da attaccare alla cintura dei pantaloni. Gli sarebbero piaciuti moltissimo.
Prima di inviarlo a casa Granger-Weasley, scrisse un paio di lettere, a suo padre a suo fratello:
 
“Caro papà,
come stai?Mamma e gli zii?Spero bene. Il lavoro come sta andando? Tranquillo, non sto raccogliendo informazioni per il governo americano, e questa volta gradirei una risposta alla lettera.
L’altro giorno ero in giro per Hogsmade insieme a Fred e ho visto quell’oggetto incartato nella vetrina in un negozio. No, non ci ho messo dell’esplosivo dentro, è perfettamente innocuo. Spero che ti piaccia e che ti sia utile.
Un bacio a te, mamma e zii,
Rose”
 
“Cario e stimato fratello,
ora che papà ha letto la prima riga possiamo smetterla con questa idiozia della corrispondenza formale. Come stai? Quanti cuori hai infranto questa settimana? Spero molti: fatti valere, così quando arriverai qui non avrai concorrenza e sono sicurissima che sei ansioso di venire perché so che lì non ti diverti affatto. Come si stanno comportando? E i nonni? Spero che almeno tu riesca a trovare una fonte di divertimento in Lily, Roxie e Lucy.
Mi manchi. Facevamo così tante cose insieme, prima di Hogwarts. Anche io non vedo l’ora che tu sia qui, in Sala Grande, per farti smistare a Grifondoro. Io, Al, Jamie e Fred ti aspettiamo.
Un bacio ed un abbraccio,
Rosie”
 
Decise che quello bastava, visto che non aveva altro da dire ai due uomini di famiglia. Inviò il pacchetto incartato e le due lettere, per poi tornare in camera sua, buttarsi sul letto e mettere su il cd, rigorosamente scaricato illegalmente da internet con tutte le tracce dei B-sides, ”The Open Door” e lasciando che la sua voce rincorresse dolcemente e senza sforzi quella della Lee e le sue dita premessero tasti di un pianoforte invisibile, osservate dai grandi occhi di Draco.
In questo modo passavano monotone le giornate – fra libri, musica,amici e biblioteca con amici – che separavano il primo di marzo sedici dello stesso mese, in cui lei avrebbe compiuto dodici anni mentre il cugino James ne avrebbe compiuti tredici. E le aveva sempre passato delle giornate merdose al suo compleanno. Mentre si vestiva per andare in Sala Grande con il suo pessimo umore ed i capelli tendenti al rosso ciliegia, ripensava a tutto ciò che era successo nei suoi ultimi sei compleanni.  
 
Al sesto anniversario della sua nascita, era andata da James a dirgli “Tanti auguri” e, aspettandosi un augurio di rimando, si era sentita rispondere “Grazie” per poi vedere il supremo sedere di James allontanarsi. Da brava bambina di sei anni, si era messa a piangere in un angolino invisibile consolata da Dominique.
Al suo settimo compleanno aveva tirannizzato il cugino maggiore e gli aveva concesso l’onore di pulirle le scarpe per le occasioni speciali, visto che lui le aveva sporcate di torta. Poi gli aveva gridato fino a farlo scoppiare a piangere. E aveva goduto a quella vista.
Al suo ottavo compleanno aveva ritentato con gli auguri, facendo la stessa figura di due anni prima, con la differenza che non aveva versato una sola lacrima. Aveva solo semplicemente, e da degna figlia di Hermione Granger, rotto il naso di quell’insolente egocentrico essere indegno. E aveva ancora goduto.
Al nono compleanno non era successo nulla di speciale, a parte il fatto che i genitori l’avevano portata al più vicino, grande, pazzesco, alto, supermegapsichedelico, figo acquapark e lei si era divertita come una matta senza James, passando la giornata a giocare serenamente col ramo francese della famiglia. Quando tornò a casa, cadde nel gigantesco calderone di zio George posto esattamente davanti alla porta d’ingresso, rischiando di affogare e bevendo un quarto della pozione.
Al decimo compleanno aveva ricevuto la sua prima scopa ed aveva giocato la sua prima partita di Quiddicht che le aveva fatto rigorosamente schifo, ma per non rattristare il padre, gli concedeva ogni tanto un giretto con lei su quei cosi che, se fosse stato per lei, sarebbero finiti a togliere la polvere dal pavimento. Poi quella sera, dopo un altro tentativo fallito di ricevere gli auguri da James ed un altro, fallito pure quello, di togliersi dalle scatole Lily che parlava solo dei suoi capelli che cambiavano colore, si era sfogata contro il suo solito sacco da boxe: James. Gli aveva fatto qualcosa come rompergli una mano e poi tutto il braccio. Poi quella sera si era chiusa in camera sua con la sua chitarra.
All’undicesimo compleanno non successe nulla di nuovo, a parte la lettera. Festeggiamenti, regali penosi, Lily che la seguiva ovunque, e James all’ospedale.
 
Quando arrivò in Sala Grande con il suo furetto sulla spalla e senza alcuno skate, si mise a correre verso il tavolo della sua Casa dove il cugino Al ed il suo migliore amico Barbie confabulavano sottovoce, ma non prima di aver salutato la Corvonero bionda con la mano.
«Buongioooorrnoo!!» disse sedendosi accanto alla Babie ed arruffandole i capelli. «Come state?» chiese con il suo sorriso a trentadue denti.
«Bene» risposero in coro, cominciando a mangiare. Lei prese la sa consueta crema alle nocciole, detta Nutella,  che si faceva preparare da quando si era ingraziata gli elfi domestici della cucina – cosa che sua madre non avrebbe mai dovuto sapere – e cominciò a spalmarne una quantità esageratissima su una fetta di pane che chiuse con un’altra fetta di pane e, dopo aver tagliato a striscette quello pseudo panino, cominciò ad inzupparle in un bicchiere di latte scremato.
«Al» disse tra un morso e l’altro, una lappata alle dita sporche ed un sorso di latte «Sai ‘e ‘ionno è?». Si pulì la bocca dai rimasugli della seconda striscia di panino, e gli offrì un sorriso luminoso e capelli azzurrissimi.
«No. Che giorno è?» disse confuso.
«Il sedici di marzo!» replicò lei eccitata.
«Cosa succede il sedici di marzo?» chiese Scorpius smarrito, ma venne subito illuminato dall’amico.
«Certo! Oggi è il compleanno di Jamie! Aspettami qui, Rosie, vado a fargli gli auguri.» lei rimase a bocca aperta con gli occhi sgranati , che posò poi sul biondo.
«Ehm… devo andare anche io» borbottò;poi prese la sua borsa e scappò verso il tavolo dei rosso-oro.
Lei,se possibile, sgranò ancora più gli occhi aggrottando le sopracciglia. Poi si riempì di furia e fissò con insistenza il Potter maggiore mentre riceveva gli auguri dal fratello e si girava preoccupato verso di lei, incrociando il suo sguardo e rigirandosi terrorizzato verso il fratello.
Finì di fretta la colazione grassa e piena di calorie e se ne andò confidandosi col suo furetto che odorava ancora di bacon:
«Sai Draco, credo proprio di non voler mai più sentire la parola “compleanno” in vita mia.»

*****

La mattinata passò mentre lei continuava a braccare parenti, compagni di classe ed estranei – perché tutti sanno quando è il compleanno dei figli dei personaggi delle cioccorane – con gli ultimi patetici tentativi di ricevere un augurio. Prima di pranzo si rintanò in un corridoio vuoto per versare la prima lacrima dell’anno, quando realizzò che nessuno, proprio nessuno,aveva ricordato il suo compleanno. Si asciugò il viso un minuto dopo e andò sicura nella Sala Grande camminando lentamente in direzione del tavolo dei Serpeverde, trovandosi da sola, senza Al e Scorp che l’aspettavano. Neanche al tavolo dei blu-argento c’era la testa della sua amica. Mangiò dell’insalata con un paio di pomodori e mozzarella. Quasi nulla per i suoi nuovi standard, che comprendevano porzioni esorbitanti di cibi vari. Quasi un quarto d’ora dopo il suo arrivo, i suoi parenti, a parte James che faceva il buffone come al solito, ed i biondi non s’erano visti. Lei fissava il vuoto tentando di ricacciare le lacrime e di far smettere la rabbia di fluire libera nelle sue vene, facendo sì che i suoi capelli prendessero un vivacissimo color blu fuoco. Quando, altri cinque minuti dopo, decise che era ora di tornare al nulla assoluto, cioè le lezioni, e prese la sua borsa incamminandosi verso l’ uscita, la porta si spalancò ed una ventina di persone entrarono gridando come una massa di bufali pronti all’attacco, con a capo un Albus  eccitato con una torta in mano, uno Scorpius paonazzo, ed una certa tedesca che sorrideva luminosa.
«Buon compleanno, Rose!» tutte le voci si ammassavano una sopra l’altra tentando di arrivare per prima insieme a sorrisi giganteschi. Lei si fermò con in bocca bloccato uno «Oh!» di stupore. Appena riprese il possesso dei suoi neuroni sorrise e si voltò andando verso il tavolo dei Grifondoro da un James bianco come un cadavere.
«No, no ti prego, no, per favore» sussurrava come un  mantra, mentre il sorriso di lei diventava un ghigno sadico e la sua mano fremeva. Avvicinatasi si chinò sul ragazzo, sibilando.
«Questa è la tradizione, caro» si tirò su e gli tirò un ceffone che gli fece rimbalzare la nuca di lato «Io ti spiezzo noce, capo e collo, scarafaggio che non sei altro, visto che ti sei beccato gli auguri per primo» lo minacciò, per poi tornare serena e sgambettante verso il cugino che aveva appoggiato la torta al tavolo dei Tassorosso. Anche lui li trovava inutili e stupidi.
«Aaaaal!» gridò Rose prima di lanciarsi contro di lui in un tentativo di placcaggio degno di un giocatore di football professionista. Ma lei era esperta di abbracci. Così riuscì a trasformarlo in un vero e proprio abbraccio.
«Grazie,grazie,grazie,graaaaazieee!» lo ringraziò baciandogli ogni guancia almeno tre volte e poi lanciarsi all’inseguimento del biondo che stava tentando di scappare dal suo abbraccio. Ma lei sapeva anche correre, mica era stupida. Riuscì a prenderlo per il maglione e trascinarselo addosso, in un abbraccia da dietro.
«Grazie anche a te» gli sussurrò, stringendolo delicatamente e lasciandolo libero dopo pochi secondi. Quando tornò verso la mandria  di bufali aprì le braccia per accoglierci la ragazzina.
«Gute geburstag!» le sussurrò questa nella sua lingua madre facendo ridacchiare la Weasley, i cuoi capelli virarono in un dolce lilla. 
Quello fu forse il migliore compleanno tra tutti quelli che ricordava. Aveva passato il restante tempo del pranzo in quella Sala, aveva diviso la torta anche con James e aveva scartato i regali di famiglia, amici, amici di famiglia e amici di amici di famiglia – però, chissà perché, non c’era quello di James; pazienza. Quelli che le piacquero di più furono quelli di Al e Scorpius, che si erano combinati, e quello della tedesca - che le aveva regalato il primo CD originale ed autografato della sua cantante preferita. Al le aveva comprato due plettri uguali, ma uno era bucato nella parte alta, e Scorpius le aveva regalato una catenella di oro bianco , come quella che viene data a Frodo quando riposa a Gran Burone, per metterci il plettro bucato. Fu quello che la fece scoppiare: cominciò a piangere senza singhiozzi e con la bocca spalancata, poi venne stretta tra le braccia di un Al pieno di ringraziamenti fino ai capelli. Si asciugò le lacrime ed il naso, e abbracciò  anche Scorpius.
Dopo si voltò verso James con un’espressione imbarazzata e tirò fuori dalla sua borsa una confezione bassa e rettangolare, incartata.
«So che tornerai a casa per Pasqua e… da qualche parte sono riuscita a trovare questo» si giustificò porgendogli il regalo che lui aprì con ferocia. Era il vecchissimo gioco di Resident Evil 4 per la playstation due. E James lo stava cercando da un’era.
«Wow» sussurrò «gr-grazie… io ti avevo preso questo»  e le diede un peluche a forma di “Koala Tenerone”.
« È…magnifico. Io…grazie Jamie. Buon compleanno» borbottò.
«Buon compleanno» le disse sorridendole «Ehi. Ma dopo questo la smetterai di mandarmi al San Mungo tutti gli anni, vero?» chiese fermandosi di botto.
«Io ho ancora bisogno del mio sacco da boxe» si giustificò lei imitando il musettino dulze dulze del peluche.
James era al metà tra il divertito ed il terrorizzato.
«Tranquillo,stasera non finirai in infermeria.» lo tranquillizzò scocciata.
«Uh, bene» rispose sollevato il cugino e tutti si misero a ridere.
Ovviamene, alla fine della festicciola, fu Rose a portarsi via i resti della torta,  mettendoli al sicuro nel suo dormitorio per poi tornare alle lezioni, euforica.

Quello era stato seriamente il compleanno più bello di tutti quelli che rammentava e pensava che tutti quelli che sarebbero venuti da lì fino alla sua fine, avrebbero dovuto essere così.
 
 
 
Flaqui: Eilà xD
Sono muy felice che tu sia sopravvissuta e no, non sono scappata urlando. Una purosangue non può permetterselo ù.ù
Tipo, che quella è stata la stessa reazione che ho avuto quando mio fratello me lo ha raccontato °-°
Eh, per Draco, quello vero, mi sa che mi devi un bel po’ di galeoni u_u sull’ ottantina, sai.
xD Un bacio anche a te,
Andri

GianAuror: Allora:
Affermo questo e chi osa contraddirmi verrà punito e fustigato per eresia:  io ti sto amando molto. Non solo perchè recensisci sempre, ma anche perchè... non lo so, mi irempi di complimenti, e non solo me , ma anche i miei personaggi *gli manderò una cartolina con scritto tutto ciò che hai detto di loro <3 *
Eccoti il nuovo capitolo =w=
E ancora grazie grazie graaaaazieee per avermi messa tra gli autori preferiti <3 


nuovo capitolo + risposte alle recensioni = ♥
(d'ora in poi questa frase sarà di tradizione♥)

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Capitolo 6
*** Fratellanza Serpeverde. ***


Informazioni infondo :3



«»
CAPITOLO CINQUE
Fratellanza Serpeverde.

La vita è come una stoffa ricamata della quale 
ciascuno nella propria metà dell'esistenza può osservare il diritto, 
nella seconda invece il rovescio: quest'ultimo non è così bello, 
ma più istruttivo, perché ci fa vedere l'intreccio dei fili.

Arthur Schopenhauer
 

Inspiegabilmente, l’esame di Trasfigurazione, che era anche l’ultimo, era stato organizzato con i Corvonero.
Fantastico! Così posso farmi passare le risposte da quei secchioni!
E, ancora più inspiegabilmente, Rose lo aveva passato.
Uscita dall’alula, dopo aver salutato Scorpius, si lanciò alla rincorsa dell’amica tedesca, Christina.
«Chris! Ehi, Chris, aspettami!» strillava in mezzo al corridoio, liberando il furetto dalla borsa e mettendoselo su una spalla. Corse più che poteva fino ad arrivare ad un paio di millimetri al viso dell’amica.
«Finalmente, sei arrivata! Sei lenta come una lumaca!» la prese in giro col suo accento duro, senza rendersi conto dei capelli rosa dell’altra.
«Non è vero!» le disse la Weasley prendendo un’aria sorpresa e divertita, mentre faceva sì che i capelli diventassero azzurri.
«Ja!» ribatté la tedesca. Poi insieme le due ragazzine scoppiarono in una risata.
«Mangelhaft! Stasera posso venire nel tuo dormitorio?» chiese la metamorfomagus con gli occhi grandi e il labbro inferiore che sporgeva.
L’altra schioccò la lingua e sbuffò «Sei irresistibile con quel broncio» stimò assottigliando gli occhi. «Mmm… va bene!» concesse e sorrise. «Però ora ti tocca fare una cosa con me ed un mio amico di Grifondoro» le comunicò con sguardo maligno.
«Fai paura così… Accetto!» gridò una esultata Rose dai capelli rosa shoking.
«Visto che lo hai detto senza neanche chiedere cosa devi fare» sottolineò le ultime due parole con il suo solito sadismo mischiato alla malizia « non potrai più tirarti indietro. Per la fine dell’anno stavamo cercando qualcuno da mettere dentro un carrello e fargli fare tutte le scale dentro a quel coso» finita la frase si rimise a ridere.
«Pensa a quante ossa mi romperò…» disse l’altra con sguardo sognante tipico di sua zia Luna. «Fico. Quando?»
«Rose, sei davvero sicura di volerlo fare?» chiese però Chris, preoccupata. «Non stavo scherzando quando ho detto di voler lanciare qualcuno giù per le scale dentro ad un carrello.»
«Sicurissima! Quando lo farete?»
«Dopo…verso le due»
«Quindi…devo mangiare poco?» disse smarrita la Weasley.
«Beh…penso di sì»
«Okay. Ora andiamo a pranzo però. Scooorpiuus!» gridò con la sua voce bianca.
«Weasley, perché non la smetti di trucidarmi i timpani?» chiese scherzoso il biondo che aveva sentito tutta la conversazione un metro più in dietro.
Abbiamo quasi urlato quindi…non ha colpa.
«Tesorissimo caro» cominciò la ragazzina avvolgendogli la vita il braccio destro, spoglio dalla manica dell’uniforme «Ti va di venire a pranzo al tavolo dei nerd?»
«Chi sono i nerd?» chiese.
Merlino, ma oggi non fa altro che domande?
«Lascia stare. Tu. Io. Chris. Tavolo dei Corvonero. Ora.» detto questo lo trascinò a forza dentro la Sala Grande e lo schiacciò sulla panca dei Corvonero, mentre lui si dimenava perché non ci voleva stare.
Il pranzo passò fra i continui canticchi di Rose e dopo la ragazza con le lentiggini e la bionda salutarono Scorpius, dirigendosi verso la scalinata più alta dove le stava appunto aspettando Fred.
«Ehi Fred!» salutarono le due.
Dopo gli ultimi avvertimenti, Rose fu più che entusiasta di farsi mettere dentro al carrello manco fosse una busta della spesa e farsi buttare giù.
Ma solo dopo essere stata lanciata a folle corsa, travolgendo Tassorosso su Tassorosso, si rese conto di quanti rischi correva e di quanto avesse paura, ma ci pensò solo un nanosecondo. Continuava a sbattere a destra e a manca, fino a quando non si ruppe le labbra e comincio a sanguinare. Diede anche una nasata al ferro e si spezzò pure il naso. Quando arrivò all’ultima rampa aveva diversi tagli dovuti al ferro spigoloso e diverse ossa rotte, ma ancora molta adrenalina in circolo. Cosa che non le fu molto d’aiuto quando il carrello inciampò sull’ultimo scalino e la fece volare fino al Portone d’Ingresso.
Wow…è andata be-

*****

 
Si svegliò con un tremendo mal di corpo, tutto le faceva male, anche il sangue. Sentiva echi e panico farsi più forti. Non riusciva a capire chi era, dove era, con chi era e non riusciva a riconoscere le voci. Aprì velocemente gli occhi, ma questo le provocò altro dolore, per via dell’illuminazione,e così li strinse.
Dopo qualche secondo il panico si affievolì, lasciando spazio alla coscienza di sé.
Rose Weasley. Dodici anni. Hogwarts.
Capì anche di essere fra le bracica di qualcuno che…puzzava.
Dimmi che non è quel prefetto Tassorosso che non si lava!
E invece era proprio lui…
Emise un gemito, un mugolio come per far capire che era di nuovo lì con la testa e il cervello. Le lacrime di dolore le appannavano gli occhi e le bagnavano le guance, mentre girava la testa per non farsi vedere in quello stato. Aveva così tanta voglia di urlare.
«Rosie? Rosie, tesoro. Sei andat a sbattere con la spalla contro il portone» la voce bassa del cugino Albus le accarezzò i timpani. Sapeva sempre che voce usare con lei.
Anche se non mi ha cagata neanche di striscio da una settimana a questa parte! “Esami, Rosie, Esami!” Te li do io gli esami, la prossima volta, ebete caprone!
«Al…» lei sussurrò, singhiozzò oppure gemette. Non le importava molto, voleva solo far sparire tutta la parte destra del suo corpo, compreso il naso.
«Rosie» era già più sollevato, si sentiva. «Lui era l’unico prefetto presente» soggiunse poi con un sussurro ancora più basso. La ragazzina sgainò1 in risposta.
Il resto che ricordava, da dopo a quella conversazione al letto d’infermeria e le urla di Madama Chips, era il nulla assoluto. Poi, quando fu nel suo letto con i due amici biondi, Fred, Al e – inspiegabile! – James, le diedero una pozione davvero, davvero schifosa . Dissero che era per tutto il sangue che aveva perso, poi Madama Chip costrinse Rose a bere la pozione per le ossa, dopo aver toccato la frattura alla spalla. Quando lo fece, la Weasley che già piangeva, inarcò la schiena e gridò con tutta la voce ed il fiato che aveva, togliendo a forza le mani dell’anziana signora dalla spalla, senza smettere di gridare. Un grido acuto e stridulo, graffiato, sabbioso.
Toglietela, toglietela. Qualcuno la tolga, mi sta uccidendo!
 Da quel momento le tapparono la bocca con un fortissimo sonnifero.

*****

La mattina dopo, Madama Chips ebbe la strabiliate idea di darle due stampelle per camminare – si era rotta la gamba e il femore a destra – e così la mandò a prendere il treno con dolori da far morire un orso della Lapponia.
In realtà non so neanche se ci sono gli orsi in Lapponia…
Quando scese e andò verso i genitori, aiutata da un paio di cugini, venne accolta dall’ormai solito caldissimo bentornato.
«Rosie, cosa ti sei fatta? Lo sapevo che non dovevamo lasciarti tutto quel tempo con George…» bla bla bla… fino all’arrivo dell’ultima frase. «Saluta i tuoi amici che dobbiamo andare»
«Mamma, il mio amico Barbie può venire da noi quest’estate? Dobbiamo fare un paio di temi di Trasfigurazione e la prof ci ha messi insieme!» aveva già parlato con Scorpius di quella cosa. Avevano deciso di dire a Draco che dovevano fare una ricerca su una cosa strana e che sfortunatamente il prof  li aveva cacciati assieme.
«No!» s’intromise subito Ron. Rosie, da brava bimba ferita appena uscita da un incidente, quindi assolutamente da accontentare, mise un piccolo broncio e fece venire le lacrime agli occhi, fissando dal basso del suo metro e cinquanta – tutti gli altri alla sua età erano già alti quindici o venti centimetri più di lei –gli occhi colo cielo di suo padre, facend sì che la sfumatura dei suoi capelli e occhi coincidesse con quei due.
«Oh, Rosie…» disse, accarezzandole una guancia «E Malfuretto cosa dice?»
«E’ d’accordissimo. Guarda, Barbie gliene sta parlando. Aspetta.» Lei e il migliore amico erano anche d’accordo di simulare una fitta antipaia.
«Allora, biondino, pronto a farti umiliare in Trasfigurazione?» lo derise come diceva il loro piccolo accordo, con una smorfia di superiorità.
«Va bene Weasley, ma se fossi in te imparerei prima a camminare» ribatté l’altro, con gli occhi colmi di divertimento. Lei ringhiò qualcosa di confuso e si liquidò.
Quando entrò nella macchina che condividevano con i Potter, decise bene di isolarsi da tutti ed evadere dalle domande, per mettersi ad ascoltare i 30 Seconds to Mars. Arrivati davanti alle loro case, straordinariamente vicine, abbracciò Al – con un braccio solo, ovviamente – salutò freddamente la piccola Lily e più caldamente il piccolo James  - Certo, certissimo, certissimamente piccolo James! – ed entrò in casa con Hugo che si stava divertendo un mucchio a scrivere sul suo gesso (le avevano messo il gesso perché sì! perché non avevano tempo). Rose ed il suo Hugolino – Hugo + Cagnolino – ,abbracciato comodamente addosso, lasciarono i genitori a litigare tranquilli in salotto, e si sdraiarono sul letto di lei mettendo su, di nuovo, i 30 Seconds to Mars.
Piacciono anche al mio Hugolino, l’ho cresciuto bene!
Ovviamente entro sera erano già addormentati con lo stereo a palla.
«Dio dell’universo, santissimo e beato. Rose ed Hugo Weasley, è pronta la cena!» la voce bellerrima e trillante rauca e sforzata di Hermione Jean Granger,riuscì in un modo sconosciutissimo a svegliare la ragazzina.
«Hugo…dai Hugo alzati…mi fai male al bracco Hugo» Rose tentò di svegliare suo fratello che , anche lui con i suoi modi sconosciuti, si era sdraiato con la pancia sopra a quella della sorella.
«Mmm»  fu la intelligente risposta.
«Hugo ti putto giù con la mia panzona» lo avvertì lei borbottando, ancora assonnata.
Ovviamente, la risposta del fratello fu immediata: un mugolio ed un tonfo, Hugo era sdraiato per terra.
Metodi infallibili da sorella maggiore!
Si era pure svegliato, ma non per il volo, ma perché quella intelligentona serissima di sua sorella gli aveva simpaticamente soffiato in un orecchio.
«Ah! Rosie, sei proprio una burlona» le mugugnò dietro.
«Se vuoi ti porto in braccio» fu la risposta.
«Ma se non riesci neanche a camminare!»
«Lo so!» una risatina ed un ghigno,  poi si ritrovarono a cenare, come avevano previsto, coi Potter.
«Buongiorno» salutò la ragazza dai capelli turchesi.
«Rosie, è quasi notte» ringhiò la madre.
«Va bene, va bene. Cosa c’è da mangiare?»
«Quello che vedi» Rose alzò perspicacemente le sopracciglia e si sedette.
E quella fu la cena più pallosa dell’universo.

*****

 
Giornate noiose, mare, compiti, Hugolino, Hermione, Ron, Harry, Ginny. Sempre la solita routine per la povera Rosie, che non trovava un vero e proprio momento di svago tra tutti quegli impegni.
Fortuna voleva che da lì a due ore sarebbe arrivata la sua Barbie ed avrebbero fatto faville insieme per due settimane.
Quando lui arrivò, lei era in cucina a mangiare, con i Placebo a palla nelle orecchie.
«Ehi Barbie!» gridò quando entrò in sala con una cuffia sola,il barattolo di Nutella in mano e Draco sulla spalla, come sempre. «Un po’ di Nutella?»  chiese porgendogli il barattolo e sciabolando le sopracciglia.
«No, grazie Weasley» mormorò allontanando il barattolo con un dito.
«Cos’è quel…coso?» chiese Malfoy Senior, interrompendo la conversazione che aveva intrapreso con… il muro?
«Lui?» chiese innocentemente Rose, indicando il suo dolce furetto. «Lui è il mio furetto, Draco» disse sadica.
Il signor Malfoy ebbe uno spasmo alla guancia destra e alla spalla, farciti con dei brividi.
«Forse è meglio che io vada» borbottò, per poi dare una pacca sulla spalla del figlio ed immergersi nelle fiamme verdi.
«Hugo, ti ricordi quella cosa che ti avevo detto sulla mia stanza?» Rose si girò verso il fratello, evidentemente perplesso.
«Eh…cosa? Oh, sì.» ghignò.
«Bene, puoi farla? Grazie.» gli diede un bacetto alla Nutella sulla guancia e lo lasciò andare. Era ovviamente andato a re-insonorizzare le loro due stanze.
Lo facevamo tutti gli anni. Ora però può farlo solo lui. Merlino, quanto amo quel ragazzino?
«Metto via la Nutella e ti faccio vedere dove dormi.» si girò per andarsene, quando…
«Cos’è la Nutella?» chiese smarrito Scorpius.
Figo, dorme con me! Aspetta…cosa ha detto? COSA. HA. DETTO?
Rose si voltò di nuovo, molto lentamente.
«Ma dove vivi?» chiese a bassa voce; schioccò la lingua e gli fece segno di seguirla in cucina. Prese un cucchiaino e ci infilzò il primo strato di crema di nocciole, poi lo tirò fuori, aprì violentemente la bocca dell’amicone e ci lasciò il cucchiaino dentro.
«Ti piace?» chiese dopo un minuto.
Ma ormai era andato. Aveva le pupille dilatate di chi non ha mai toccato un alimento zuccherato e stava scavando quella povera crema, che assomigliava tanto a della cacca di cavallo.
«Scorp…sto pensando ad una parola, che non è assolutamente ”gattino” »
«Telescopio?» chiese lui smettendo di mangiare.
«No.»
«Fagiolo!»
«Niesba.»
«Nutella!» disse eccitato.
«No, ti arrendi?» lui annuì.
«Okay. La parola è “gattino”» disse in un falsetto irritante. La bocca di Scopius andò a formare una precisaprecisa “O” prima che lui scoppiasse a ridere.
«Dai, vieni con me che ti faccio vedere la mia stanza» e lo trascinò su per le scale canticchiando “Edge of the Earth”.
«Perché siamo in stanza assieme?» chiese il ragazzino.
«Fratellanza Serpeverde» gli rispose Rose, alzando le spalle e facendolo entrare nella propria camera. «Hanno paura che andiamo a contaminare Hugo, quindi è meglio che i Serpeverde li mettono tutti in un posto unico, perché mica possono contagiarsi a vicenda!»
Lui aggrottò le sopracciglia e rimase in silenzio quel tanto che bastava per osservare la stanza.
«Cos’è tutta questa…roba?» chiese
Lei, eccitata coi capelli blu elettrico, cominciò il tour della stanza, anch’essa allargata magicamente. «Questa è la mia batteria, questo il mio pianoforte, queste le mie chitarre – classica, acustica ed elettrica- ,questo è il mio basso e questa è la mia tastiera. Oh, beh, qui c’è anche uno stereo, un computer ed una televisione. Forse un giorno saprai come usarli» lo fissò con un sorriso a trentadue denti.
«Wow» fu tutto quello che riuscì a dire.
«Mh-mh» gli rispose lei, annuendo. « Dai, buttati nel letto. Stiamo anche a letto assieme, così non si contagiano troppe lenzuola» disse irritata e perplessa. Andò ad accendere lo stereo su “Hurricane” e si lanciò a fianco dell’amico.
E’ diventato proprio alto,maremma maiala! Devo prendere terreno!
Dopo questo chiuse gli occhi e dormì, sognando il film del Piccolo Principe, che le ricordava tanto Scorpius.

*****

Le due settimane seguenti di convivenza con il Piccolo Principe furono esilaranti, mentre lei gli provocava lividi su lividi giocando con i suoi punti di pressione – cosa che faceva anche con Hugolino, eh! –, facendoci la lotta sul letto, o facendo battute squallide sui funghi, come “Lo sai che se un fungo si masturba, rimane incinto?”[2] che lo lasciavano sempre senza parole. E poi mare, tanto mare, tanto sole e pochi compiti.
Erano state praticamente le due settimane più belle di tutta l’estate, pur essendo le ultime due. Infatti furono loro a portare Scorpius a scuola, il primo di settembre e a dargli una mano col baule. Rose salutò il fratello con un abbraccio stretto, con un “Ciao” sussurrato la piccola Lily, e con un cenno i propri genitori prima di andare alla ricerca del vagone perfetto per iniziare il suo secondo anno.

*****

 
FINE
 
 
Allour :33 Premetto:
Dedicato a  Flaqui e a  GianAuror Grazie <3 Avete recensito tutti i capitoli e vi sto amando da morire. Non fa nulla per i ritardi, Fra, guarda i miei XD  Sì, Gian, Rose è figherrima ù.ù Io li trovo inutili quelli, guarda ._. Cioè tipo, l’unica cosa ammodo che hanno fatto è stato mandare Cedric nel torneo e poi lui ha avuto anche il coraggio di morire ………. Mah!
Poi, fra poco (o tanto) inizieremo una nuova ff che parte dal secondo anno, so stay here :33
 
Note:
1)Nel mio dialetterrimo bellissimo “Sgainare” = quel verso che fanno i cani quando piangono.
2) Copyright by Giuseppe <3
 
nuovo capitolo + risposte alle recensioni = ♥ 
Canzone del capitolo : here :33
 
Bacioni,
Andri/Manu
Ps: io sono qui su FaceBook, AGGIUNGETEMI è.é

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Capitolo 7
*** AVVISO. ***


Ciao ragazzi,
Ho dovere di avvisarvi che sto usando un computer diverso da quello che uso di solito, quindi non so quando aggiornerò, spero di farcela entro due settimane.
Con amore,
Andri.

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