Rapimento.

di HarryJo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo e la detective. ***
Capitolo 2: *** Interrogatori: Elisa e Alessia. ***
Capitolo 3: *** Interrogatori: Anna e Simona. ***
Capitolo 4: *** Interrogatori: Cecilia e Ale. ***
Capitolo 5: *** Veronica svela l'arcano mistero. ***



Capitolo 1
*** L'arrivo e la detective. ***


Rapimento.



#001. L'arrivo e la detective.


Erica guardava l’orologio nervosamente, incapace di tranquillizzarsi.
« Non può fare più in fretta? » chiese impaziente all’autista del taxi, che sembrava prendersela comoda.
« Vado già a 60 all’ora signorina, più di questo non posso fare. Devo rispettare i limiti di velocità, sa? »
Erica sbuffò. Abituata com’era alle veloci fughe di suo padre le era difficile ricordare cosa fossero, i limiti di velocità.
Era stata piuttosto sorpresa della chiamata che aveva ricevuto il giorno prima. Una sua vecchia amica, Sara, l’aveva invitata ad assistere alla prima di un musical scritturato interamente da lei. Erano passati degli anni dall’ultima volta in cui si erano viste, ma non aveva esitato ad accettare: sapeva quanto la sua amica ci tenesse a questo suo debutto.
Si erano incontrate ad un raduno di scrittori, qualche anno prima. Avevano mantenuto i contatti per un po’, ma poi – a causa dei continui spostamenti che era costretta a subire per il suo lavoro – non avevano avuto più molte occasioni per rivedersi.
Era difficile ricordare quel periodo. Erica non era famosa quando aveva conosciuto Sara, mentre ora molte persone sapevano chi era, dopo l’uscita del suo primo libro. Prima era una ragazza tranquilla, che restava ore ed ore ad ascoltare musica e a scribacchiare sul computer, in camera, perennemente sola. Invece adesso era diventata anche un idolo per molte persone, e passava molto tempo fuori, ad ammirare il mondo. L’unica cosa che non era cambiata era la sua tendenza a sottovalutarsi: ogni volta che qualcuno la riconosceva aveva il terrore che le dicessero quanto schifo faceva. Quando aveva detto questa sua fobia in un’intervista, le avevano chiesto se le era mai capitato. Riflettendoci aveva dovuto convenire che non era mai successo, ma aveva spiegato il fatto dicendo: “Le persone hanno troppa paura di dirti in faccia quanto fai schifo”. Ed era vero.
Arrivò giusta giusta al teatro dove si sarebbe rappresentato il musical e, pagando distrattamente il taxi, si guardò attorno.
Non era mai stata in quel luogo, eppure aveva l’aria familiare, come se fosse da qualche parte l’avesse già visto, ma non riusciva a ricordare dove. Il teatro aveva un enorme parcheggio tutto intorno ed era abbastanza isolato dalle vie principali. Un piccolo giardino si stagliava vicino all’ingresso, ricoperto di fiori di vari colori. Era un posto elegante.
Quando entrò però, anziché vedere tutte le persone pronte e sedute nei vari posti, le trovò in piedi a parlottare agitatamente. La confusione era enorme, il sipario era chiuso e le luci accese, nonostante fossero già passati cinque minuti abbondanti dall’inizio previsto.
Si avvicinò ad una coppia che discuteva concitatamente e, un po’ titubante, chiese: « È qui che fanno il musical “Angeli Neri” di Sara Carucci? »
L’uomo la squadrò sbalordito, prima di risponderle. Indossava un vestito da festa e aveva l’aria di una persona molto curata, che evidentemente era scocciata per esser stata interrotta mentre parlava con la moglie.
« Sì, era qui, ma non verrà rappresentato questa sera ».
« Come no? » si stupì Erica, ripensando alla chiamata di Sara.
« Non lo sa? La signorina Carucci è scomparsa da ieri sera. Dicono che sia stata rapita, l’hanno comunicato dieci minuti fa all’intera platea ».
Erica non riuscì a credere alle proprie orecchie e, senza dire nulla, incapace di proferir parola, congedò il signore e si avviò, senza pensare, dietro alle quinte del palco. Non sapeva nemmeno se poteva o meno essere lì, ma voleva saperne di più. Aveva le lacrime agli occhi: nonpoteva essere vero.
Mentre raggiungeva la porta di servizio vicino al palco – quella da dove uscivano gli attori – non riusciva a non risentire nella sua testa la voce di Sara al telefono. Sembrava tranquilla; di sicuro non aveva avuto benché la minima idea di cosa le sarebbe successo di lì a qualche ora.
Quando aprì la porta scoprì che il clima dietro alle quinte non era migliore di quello che si respirava fuori tra i presenti: c’erano attori che continuavano a parlare sconvolti, chi era in lacrime, chi cercava di consolare, chi protestava con gli addetti della sicurezza, chi telefonava… Ovunque regnava il caos più totale e nessuno sembrava voler prestare attenzione a Erica.
« Silenzio! » sbraitò una voce femminile ad un certo punto.
Aveva i capelli ricci e castani raccolti in un’elegante coda e un paio di occhiali bianchi che le davano un’aria intellettuale. Una ragazza con i capelli rossi smise di singhiozzare e si soffiò rumorosamente il naso su un fazzoletto, asciugandosi poi le lacrime sulla manica della maglietta.
Erica si avvicinò a loro, li guardò uno ad uno e poi si presentò nervosamente; a quanto pare nessuno sembrava interessato alla sua presenza.
« Scusate se vi disturbo, sono un’amica di Sara, ho appena scoperto cos’è successo e speravo che mi potevate dire qualcosa a riguardo. Sapete, l’ho sentita ieri e mi ha chiesto di raggiungerla qui, e… »
Non riuscì a terminare la frase perché una donna le comparve alle spalle facendola sussultare.
« Quindi lei l’ha sentita ieri, vero? » chiese sospettosa.
« Sì, certo ».
« È interessante » la osservò a lungo, sfregandosi il mento con una mano.
« Piacere, mi chiamo Veronica, sono la detective a cui è stato affidato questo caso » si presentò porgendole la mano, e poi cominciò ad indicare una ad una le ragazze che erano lì con lei. « Queste sono Elisa » indicò la ragazza dai capelli rossi, « Simona, Cecilia, Alessia, Anna e Alessia. Le protagoniste femminili del musical. Lei è…? »
Erica guardò attentamente tutti i volti, cercando di memorizzarne più possibili, ma già aveva dimenticato chi era Anna e chi Alessia.
« Io sono Erica Gatti, un’amica di Sara » mormorò, sentendosi osservata.
« Erica Gatti? La scrittrice? » chiese una delle due Alessia, che sembrava avesse appena visto un fantasma.
« Sì » deglutì lei.
« Credo che la signorina Gatti farebbe meglio a stare un po’ con noi, per chiarire alcune cose » interruppe Veronica, mentre le altre sembravano eccitate. « Riguardo alla scomparsa di Sara, intendo ».
L’aria tornò di nuovo tesa, ma Erica annuì debolmente.
Avrebbero ritrovato Sara.Dovevano ritrovare Sara.
 



{ Spazio HarryJo.
Ciao a tutti! Ok, lo so, questa cosa non è un granché ma è una delle prime volte che mi cimento in questo genere, nonché la prima fic "Gialla" che pubblico su EFP.
Spero che sia di vostro gradimento, soprattutto alle ragazze protagoniste di questa storia.
Dal prossimo capitolo la scena sarà tutta incentrata su di voi, tesori miei! <3
Fatemi sapere che ne pensate.
A presto,
Erica :3

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Capitolo 2
*** Interrogatori: Elisa e Alessia. ***


#oo2, Interrogatori: Elisa e Alessia.
 
Il palco dopo qualche minuto parve farsi più silenzioso. Probabilmente la gente in platea aveva deciso di tornarsene a casa, visto l’inconveniente che aveva annullato lo spettacolo.
Erica era nervosa e ripensava che solo venti minuti prima era lì che chiedeva al tassista di muoversi per arrivare in tempo al teatro. Le sembravano passati anni.
« Ragazze ». La voce di Veronica le giunse come lontana anni luce e si costrinse a guardarla negli occhi, castani come i suoi capelli. « È meglio che veniate con me, magari lontano da qui » propose, scrutando con gli occhi il palco dove ancora gli altri attori stavano armeggiando.
« Perché proprio noi dobbiamo venire? » chiese Cecilia un po’ scontrosa, tirandosi dietro le orecchie una ciocca dei suoi capelli biondi.
« Perché Sara l’ultima volta è stata vista ieri sera. E c’eravate solo voi qui, al teatro » le rispose pacatamente Veronica. « C’è qualche problema, Cecilia? »
« Nulla » arrossì lei di risposta.
« Allora seguitemi. Credo che lì possa andare bene » indicò una porta alla fine di pochi scalini che portavano al piano di sotto.
Erica capì che si trattava dei spogliatoi per gli attori con un ruolo di secondo rilievo. Erano grandi, bianchi, con una grande quantità di borsoni sparsi per il pavimento e alcuni vestiti appesi uno sopra l’altro. Probabilmente erano i ballerini.
« Qui » decise Veronica, aprendo uno dei camerini più grandi, che però era incredibilmente vuoto. Erica capì subito il perché: un cartello alla porta diceva che la maggior parte delle panchine erano rotte e che quindi si rischiava di ritrovarsi seduti a terra. Infatti Cecilia si sedette direttamente sul pavimento senza pensarci, seguita subito dalle altre ragazze. Erica si sedette vicino a quella con i capelli rossi, che le pareva di ricordare si chiamasse Eleonora.
« Elisa – come non detto – tu quando hai visto Sara per l’ultima volta? » chiese Veronica, senza guardarla negli occhi. In effetti, per qualche strano motivo, teneva lo sguardo fisso sul pavimento e non sembrava avesse voglia di alzarlo.
La voce della ragazza tremò appena mentre rispondeva.
« Ieri sera. Eravamo qui per le prove dell’ultima scena. Dovevamo provare la canzone finale, ma non riuscivo a cantarla abbastanza bene. Diceva che mancavo di sentimento, che sembrava non riuscissi a cogliere l’amore del mio personaggio. Era nervosa perché oggi ci sarebbe stata la prima e aveva paura che sarebbe stato un fiasco. Continuava a dirmi parole, ad urlare che non mi meritavo il ruolo che mi aveva assegnato se questo era il modo di ripagare quel suo tanto impegno » la sua voce si indurì. « Ad un certo punto si è stancata e mi ha mandata via. Erano circa le otto quando sono uscita di qui e sono andata a casa con il mio ragazzo, che mi aspettava all’uscita ».
L’aria era irrespirabile: pesava di tensione e di sospetto.
« Ricordi se ti ha detto qualcosa di particolare? » chiese nuovamente Veronica, rigirandosi una penna tra due dita, come sovrappensiero.
« No, nulla… Se non che ci teneva particolarmente perché oggi sarebbe venuta ad assistere ad uno spettacolo una sua vecchia amica e che teneva molto a far bella figura ».
Erica si sentì spontaneamente chiamata in causa, ma non proferì parola. Anche la detective le lanciò uno sguardo veloce, ma non le chiese nulla. Elisa d’altronde sembrava concentrarsi come se stesse ripensando a qualcosa – qualsiasi particolare – che magari le era sfuggito.
« Eravate da sole qui? » chiese Veronica, facendola sussultare.
« C’era Alessia con noi. Le altre erano nel teatro, ma non nel palco ».
Lo sguardo dell’inquisitrice si spostò come un fulmine su Alessia. Erica notò solo allora i bellissimi occhi azzurri che inquadravano quel volto e provò un moto d’invidia nei confronti di quella ragazza.
« Tu che ci facevi lì? »
Alessia sembrò quasi offesa dalla domanda quando rispose.
« Io? Sono l’addetta all’audio. E ho aiutato Sara a scrivere l’arrangiamento delle canzoni del musical. Voleva una mia opinione su come cantava Elisa l’ultimo pezzo ed io ho acconsentito, nient’altro ».
La fermezza della sua voce colpì Erica. Sembrava una ragazza che se ne intendeva in fatto musicale, o forse era solo un’impressione data dalla maglietta dei Guns ‘N’ Roses che sfoggiava come se fosse un capo d’alta moda.
« C’erano dei contrasti tra lei e Sara? » chiese stavolta Veronica, molto più interessata.
« Nessuno in particolare. I soliti battibecchi che ci possono essere tra due collaboratori, no? Alcune idee non le condividevamo e facevamo fatica a rinunciare alla nostra visione di insieme di determinate canzoni. Cercavamo di raggiungere un accordo, oppure io di solito cedevo e le lasciavo fare. Crede che abbia rapito Sara per cambiare le musiche del teatro? » chiese sbalordita, mettendosi a ridere. « Beh, le do una brutta notizia: non sarebbe stata una buona idea, visto come è andata a finire. Hanno annullato lo spettacolo, musiche comprese ».
Veronica sembrò sorridere mentre Alessia pronunciò quelle ultime parole e per un momento si zittì, ma riprese subito con le domande.
« E lei quando se n’è andata ieri? »
« Poco dopo di Elisa. Sara mi ha tenuta dentro dicendomi che oggi avrei dovuto restare dietro le quinte con il tecnico del suono. Poi son tornata a casa ».
Niente sembrava far luce su quel caso; semmai solo ancora più nebbia e buio.
 
 
 
 


 
{ Spazio HarryJo.
Eccomi di nuovo qui!
Che dite? Questo capitolo è dedicato agli “interrogatori” di Elisa (Noth) e di Alessia (AlexBlack) u.u
Spero che vi piaccia, a presto,
Erica

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Capitolo 3
*** Interrogatori: Anna e Simona. ***


oo3. Interrogatori: Anna e Simona.
 
Una suoneria interruppe il silenzio che si era appena creato e Erica quasi sobbalzò dalla sorpresa.
Simona si era alzata in piedi guardando il display del suo cellulare e arrossendo leggermente.
« Scusate » disse, imbarazzata. « Non ci metterò molto ».
Veronica alzò le spalle facendo finta di nulla e lasciò che Simona andasse un momento fuori dalla stanza per rispondere alla chiamata. Dopotutto non sembrava un detective troppo severo e questo fece rilassare un po’ di più Erica, che temeva l’arrivo del suo interrogatorio.
Lo sguardo di Veronica infatti si pose un’altra volta su di lei, ma se ne andò subito, soffermandosi invece sul volto di Anna. O era l’altra Alessia? Questi nomi così simili le facevano una gran confusione ed era contentissima del fatto che la detective continuasse a chiamare tutti per nome, così magari avrebbe avuto modo di ricordarsi, alla fine, chi era chi.
« Anna, tu invece? Cosa facevi qui ieri sera? »
Anna guardò le compagne un po’ allarmata, prima di tirare un profondo sospiro e cominciare a parlare.
« Beh, io sono una degli addetti alla scenografia e costumi, stavo controllando che ci fosse tutto. Ero impegnata a rifinire il vestito di Elisa, perché Sara diceva che quello che le avevamo fatto prima non rendeva abbastanza, le serviva qualcosa di più “angelico” secondo lei ».
« Tutto qui? » domandò stupita Veronica.
« Beh, sì… Alla fine era oggi lo spettacolo e il fatto che il giorno prima mancasse il costume per la protagonista era un guaio. Il punto è che fino a qualche giorno fa anche Sara diceva che l’altro andava benissimo e calzava a pennello con il personaggio. Alle ultime prove continuava a cambiare un sacco di cose dicendo che non erano abbastanza perfette… » Anna continuava a torturare un braccialetto che portava al polso, nervosa. « Mi ha fatta correre avanti e indietro giorni e giorni per aggiungere un pizzetto qui, toglierlo di là, tagliare questo, allungare quell’altro… Stavamo impazzendo tutti noi costumisti, quindi son rimasta solo io ieri sera a cercare di sistemare il vestito di Elisa. Gli altri l’avrebbero ammazzata ».
Si accorse immediatamente di quello che aveva detto e subito cercò di rimediare: « In senso metaforico, intendo! Non credo che qualcuno di noi avrebbe mai potuto fare una cosa simile, per quanto ci rendesse nervosi ».
Veronica sembrava estremamente incuriosita dalle parole di Anna, che, vedendosi osservata, arrossì e si zittì, come se si sentisse in trappola. Erica la guardò attentamente: era possibile che un volto tanto innocente avesse rapito la povera Sara?
Ma i suoi pensieri furono immediatamente interrotti da una risata appena fuori dalla porta, che sembrava proprio quella di Simona.
« Ahah! Ma certo, sta tranquillo. Sì, ci vediamo stasera. Baci, tesoro ».
Evidentemente la telefonata era conclusa e infatti dopo qualche secondo la porta si aprì e lei rientrò, allegra e sorridente. Appena si accorse che tutti la stavano guardando, seri, sgranò gli occhi e sospirò: « Embè? Che mi sono persa? A chi tocca ora? »
Erica guardò di sfuggita Veronica, che sembrava imperturbabile.
« A te, Simona. Anna l’abbiamo già sentita ».
« Oh » mormorò lei, e si sedette, rimettendosi il cellulare in tasca.
« Chiamata interessante? » le chiese Veronica con un ghigno.
Simona si indurì per un momento, per poi sfoggiare un sorrisino strano.
« Sì, grazie ».
« Chi era? » si incuriosì la detective, e di risposta ricevette uno sguardo a dir poco sorpreso.
« Non vedo a cosa possa esser d’aiuto alle indagini questo » ribatté, continuando a sorridere. « Comunque era Andrea, il… »
« Ti senti con Andrè?! »
La voce di Cecilia era un misto tra l’attonito e la gelosia.
« Chi è Andrea? » chiese Veronica.
« Il protagonista del musical » rispose Alessia. « Se lo vedessi, è davvero così bello, bravo, intelligente, simpatico, affascinante… »
« Ok, Ale, abbiamo intuito il concetto » tagliò corto Simona. « Comunque sì, Cecilia, siamo anche usciti un paio di volte. Ero con lui ieri sera » aggiunse poi, guardando Veronica.
« E cosa stavate facendo? » domandò curiosa lei.
Simona arrossì leggermente, cosa che non passò inosservata ad Elisa, che subito chiese, curiosa: « Avete fatto…? »
« Elisa! Io… Noi… Stavamo solo provando! Mi ha chiesto di aiutarlo a ripassare le battute, visto che sono la sostituta della protagonista femminile e che Elisa era già impegnata… »
Ma, chissà come mai, nessuno le credeva.
« E com’è stato? » la stuzzicò Alessia.
« Bell… Cioè, è stato bravo, Alex, sapeva bene… Le battute… »
« Dov’eravate? » chiese Anna.
« Nel suo camerino ».
« Ma non è scomodo? » s’intromise Elisa. « È uno spazio piccolo per… »
Erica non poté fare a meno che scoppiare a ridere, vedendo la faccia di Veronica. Anche lei si stava trattenendo dalle risate e, cercando di restare seria, la sua faccia aveva assunto una smorfia molto buffa. Tutti si voltarono a guardare prima Erica, poi Simona ed infine la detective, levando una risata generale che alleviò la tensione che fino a qualche minuto prima dominava sull’interrogatorio.
« Abbiamo appurato che Simona non può esser stata » disse Cecilia, asciugandosi le lacrime dagli occhi e prendendosi una gomitata da parte della ragazza in questione.
« Ehi » s’indignò.
« Ho detto solo la verità! Andrea sa come intrattenere le ragazze, credo, e non penso che le lasci sfuggire tanto facilmente dalla sua presa… Ok, basta sto zitta » si affrettò ad aggiungere prima di venir picchiata all’istante.
La tensione si era alleviata. Ma mancavano ancora tre interrogatori, prima del verdetto finale.
 
 
 
 
 
 
 
 
{ Spazio HarryJo.
Ma buonsalve a voi!
Fremevate di leggere questo capitolo, vero?
*passa palla di fieno*
Beh, spero che vi sia piaciuto e che vi abbia anche strappato un sorriso.
Qui abbiamo Anna (Wynne_Sabia) e Simona (somochu) come ragazze interrogate.
E d’ora in poi cercherò di chiamare le due Alessie in modo differente (una Ale, l’altra Alex) per cercare di capirci qualcosa di più.
Fatemi sapere che ne pensate! Come stiamo a livelli di sospetti? XD
A presto,
Erica :3

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Capitolo 4
*** Interrogatori: Cecilia e Ale. ***


oo4, Interrogatori: Cecilia e Ale.


 
« Non vedo perché dobbiamo parlare di Andrè » disse Simona. « Cioè, capisco che sia bello, affascinante, stupefacente… »
« Simona » la richiamò Anna.
« … meraviglioso, attraente, stupendo… »
« Simona… »
« … magnifico, incantevole, sorprendente… »
« Simona! »
« … straordinario, unico e tremendamente sexy, ma non mi pare che fossimo qui per questo » terminò con sguardo sognante.
Cecilia stava guardando Simona come se la volesse strozzare, ma si limitò a sbuffare e a far finta di nulla. Invece, Veronica osservava la scena interessata, come se avesse d’un tratto capito una cosa che era sfuggita a tutti.
« Mi domando perché non abbiate rapito Simona, avrebbe avuto molto più senso » affermò invece semplicemente, con noncuranza.
« Me lo chiedo anche io. A confronto Sara non ci ha fatto nulla » borbottò Cecilia.
La detective subito posò gli occhi sulla ragazza, incuriosita.
« A te che cosa ha fatto? »
« Nulla in particolare » precisò subito lei, arrossendo un po’. « Solo che continuava a rimproverare tutti ieri sera. Era come se tutto il lavoro degli ultimi mesi non fosse servito a niente, secondo lei. Ogni gesto, ogni movimento di noi ballerine era uno sbaglio » sospirò tristemente.
« Quindi tu ieri sera cosa facevi qui? » domandò Veronica.
« Ero qui per puro caso in realtà » ammise lei. « Ero curiosa di vedere come andavano le prove e quindi ho fatto un salto. Mi sono nascosta dietro le quinte per ascoltare come andavano le ultime canzoni. Ho assistito alla sfuriata di Sara e poi quando Alex se n’è andata via sono andata da Elisa per dirle che aveva fatto un bel lavoro, a contrario di quel che potesse pensare Sara. Poi ce ne siamo andate via insieme… » si zittì all’improvviso.
Erica ricordò immediatamente le parole di Elisa: “Erano circa le otto quando sono uscita di qui e sono andata a casa con il mio ragazzo, che mi aspettava all’uscita…”
Guardò velocemente Veronica, ma la ragazza non sembrava affatto turbata; era imperturbabile. Se si fosse accorta o meno della contraddizione Erica non sapeva dirlo, ma preferì stare zitta, aspettando di vedere cosa aveva intenzione di fare e di dire la detective.
« Capisco. Capisco » si limitò ad annuire sovrappensiero. Cecilia si stava mordendo il labbro e guardava preoccupata Elisa, che aveva gli occhi sbarrati, ma non sembrava voler dire nulla per spiegare la cosa. Era stata lei? Aveva rapito lei Sara?
Erica non sapeva cosa credere, ma il cervello di Veronica evidentemente aveva lavorato molto più in fretta del suo, perché lasciò cadere il discorso come se non ci fosse nessun dubbio a proposito. Le alternative erano due: o aveva veramente capito tutto, oppure non si era accorta di niente.
« Ale, tocca a te » disse, mite. « Tu che facevi lì? »
« Io sono venuta con Simona » disse, incerta. « Ad un certo punto lei si è volatilizzata – ora capisco il perché – e io ne ho approfittato per controllare che fosse tutto apposto; luci, computer, casse audio… La parte tecnica, insomma » si affrettò a dire, senza specificare.
« E hai visto Sara per caso? » le chiese Veronica.
« Sì. Stava provando le canzoni sul palco, io ero lì dietro le quinte ».
« Quindi hai visto Cecilia? »
« No… Cioè, sì, l’ho vista, ma non ci ho parlato » si affrettò ad aggiungere, abbassando lo sguardo per un secondo, ma ritornando subito a guardare Veronica negli occhi. « Ero impegnata, pensavo lo fosse anche lei e non l’ho disturbata ».
« Capisco. E hai parlato con Sara? » domandò allora la detective.
« Sì, quando anche Alex se n’è andata sono rimasta con lei a dirle di calmarsi un po’, che sarebbe andato tutto bene. Ma non mi ha ascoltata, ha preso la borsa e se n’è andata via dicendomi di chiudere il teatro io » farfugliò imbarazzata.
« Quindi sei stata l’ultima ad uscire… » commentò Veronica, che non ricevette risposta.
« Insieme ad Anna… » mormorò debolmente.
« E Simona? Che fine aveva fatto? Era già andata via? »
Ale si guardò intorno paralizzata, cercando lo sguardo di Simona.
« Credo di sì… »
« Credi? Cioè, l’avresti chiusa dentro al teatro se non fosse stato così? Ti eri dimenticata di lei? » si stupì Veronica.
« Eh? No, no! » si affrettò a rispondere. « No, non l’avevo dimenticata! »
Sembrava in panico.
« Le ho mandato io un messaggio per avvisarla che ero andata a casa prima perché non mi sentivo bene » le venne in aiuto Simona, con tono pacato.
« Capisco… » convenne ancora Veronica, alzando lo sguardo al soffitto. Erica la invidiava: lei non ci aveva proprio capito nulla di tutta questa storia.
Aveva sempre voluto trovarsi dentro ad un romanzo giallo, ma mai avrebbe pensato di non aver un cervello adatto a capirci qualcosa. Ogni tanto immaginava di sorprendere il colpevole con degli indizi talmente inosservati che nessuno a parte lei aveva capito – un po’ come nei film – eppure ora si rendeva conto che proprio non ci arrivava.
 
Chi era stato a rapire Sara?
 
 
 
 
 
 
 
 

{ Spazio HarryJo.
Ora che anche Cecilia (misshoara) e Ale (Eralery) sono state interrogate, manca solo sentire una persona: Erica (ovvero MOI).
Ormai la soluzione è vicina… Qualcun altro a parte Veronica ha intuito chi è il colpevole? Chi è stato a combinare tutto questo? Quale delle sei menti malvagie ha rapito MedusaNoir?
A presto,
Erica :3

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Capitolo 5
*** Veronica svela l'arcano mistero. ***


oo5, Veronica svela l’arcano mistero.
 
 
« Quasi quasi concluderei qui, non c’è bisogno di sentire cos’ha da dire Erica » disse all’improvviso Veronica, sorprendendo tutti.
« Cosa? E perché no, scusa? » chiese bruscamente Elisa.
« Perché lei non può essere stata » si limitò a sospirare la detective, noncurante. « Prima ha chiamato suo padre al cellulare, per chiedere come stava. L’avevi lasciato sul palco » spiegò a Erica, che la guardava confusa. « Ho risposto io e lui mi ha detto che ieri eri a casa sua, a quanto pare hai un alibi di ferro ».
Cecilia sbuffò e Anna guardò di sottecchi Erica.
« A meno che tu non abbia qualcosa da dirci su Sara che potrebbe aiutarci a risolvere tutto, chiaro » aggiunse. « Anche se io ho già capito chi è stato ».
Le sette ragazze che la stavano ascoltando trasalirono sul posto, mentre Erica scosse la testa. Non c’era proprio nulla di utile che le veniva in mente che le avesse detto Sara, se non le indicazioni per arrivare al teatro.
« Sa già chi è stato? » interruppe bruscamente il silenzio Simona. La tensione stava schiacciando lo stomaco di tutte e improvvisamente l’aria era diventata irrespirabile.
« Sì, da un po’ anche » convenne Veronica.
« E perché non l’ha detto subito, invece che continuare con questi inutili interrogatori? » sbottò Ale.
« Era necessario, la prassi prevede di ascoltare tutti i possibili indiziati, e… »
Lo sbuffo di Cecilia fece smettere alla detective di continuare la frase.
« Ci dica allora, ci dica tutto e ci faccia uscire di qui ».
Si aprì un ghigno nel volto di Veronica.
« Cecilia, alla fine sei stata proprio tu a darmi la conferma della mia idea, lo sai vero? »
« Co… Cosa? » arrossì lei.
« Certo. Vedete, la cosa strana è che tutte voi qui dentro avevate almeno un motivo valido per rapire Sara. Non lo trovate strano? »
« In realtà no » la interruppe Alex. « C’erano dei problemi con il musical, trovo normale che ognuno di noi avesse i suoi motivi per non sopportarla in questi giorni ».
« Giusto » approvò Veronica, misurando la stanza in pochi passi. Erica provò a seguirla con lo sguardo, ma le venne un mal di testa enorme a girare gli occhi di continuo avanti e indietro, quindi decise di ammirare il bel pavimento sotto i suoi piedi, con il cuore che le batteva a mille. Per la prima volta in quella sera aveva addirittura il terrore che Sara fosse morta. Guardando quelle ragazze in piedi accanto a lei, però, si costrinse a non pensarlo nemmeno per scherzo; non avevano le facce da assassine. Beh, Simona forse un po’ sì, ma non riusciva a credere che sarebbe mai arrivata a tanto.
« Hai usato le parole esatte, Alex » stava dicendo Veronica. « Ognuna di voi aveva un motivo.
« Ci sono parecchie cose che non quadrano » continuò. « Per esempio, Cecilia ha detto che quando Alex se n’è andata dal palco, lei è andata da Elisa a consolarla, mentre secondo Alex, Elisa è andata via prima di lei ».
Calò il silenzio a quelle parole, mentre Alex e Cecilia cominciarono a guardarsi allarmate. Erica lo aveva sempre saputo, erano loro due le colpevoli! Glielo si era letto in faccia sin dal primo momento! Beh, forse non era proprio così, quel particolare le era proprio sfuggito…
« Ma anche tu, Elisa » la detective si girò ad osservare la ragazza con i capelli rossi, che sembrava terrorizzata, « dovresti spiegarmi come mai hai detto che sei andata via con il tuo ragazzo, mentre a quanto pare è stata Cecilia ad accompagnarti a casa. Questo non mi è chiaro, a meno che non intendessi dire che Cecilia è il tuo ragazzo ».
Tutti soffocarono una risata, mentre Elisa diventò rossa come i suoi capelli e sbottò: « Cecilia non è il mio ragazzo ». Erica capì che quella ragazza era complice delle altre due. Beh, era ovvio che fosse così, no?
« Tranquilla, mi chiedo piuttosto se Ale abbia bisogno di un paio di occhiali e una vibrazione sul cellulare » continuò Veronica, voltandosi ancora una volta a parlare con una delle ragazze impaurite. In effetti non c’era nessuno tra di loro che non fosse agitato al massimo. « Visto che non aveva visto Cecilia dietro al palco e che sembrava non ricordarsi del messaggio fantasma di Simona ».
Okay, quello era troppo. Insomma, quattro colpevoli? Certo, aveva capito tutto, ma Sara non era così grossa e pesante da dover esser rapita da quattro persone.
« Mio Dio » esclamò Anna. « Siete state tutte voi? »
Sembrava davvero sconvolta, ma i suoi occhi si spalancarono ancora di più quando Alex sussurrò: « Non nasconderti, angioletto. Ci sei dentro quanto noi ».
Cinque. Erica credé di impazzire, o di trovarsi sull’Orient Express. Aveva letto quel libro quando era piccola, dove su tredici passeggeri del vagone in cui era stato ucciso un uomo, tutti erano stati incriminati. Tutti. Tutti… Quella parola riscosse Erica, che guardò in fondo all’aula Simona. Sembrava abbastanza tranquilla, sinceramente, confronto a prima.
« Dai, diciamolo, siamo state tutte » disse, alzando gli occhi al cielo.
« Non serve che lo dite, lo so già » rispose Veronica.
« Come hai fatto a capirlo? » le domandò Anna, che sembrava indecisa sul comportamento da tenere. Era giusto sentirsi curiosi o avrebbe dovuto rimanere zitta fino a quando l’avrebbero arrestata?
« È stato semplice. Avevo un sospetto all’inizio e Simona mi ha dato modo di verificare la mia idea. Dopo aver raccontato di Andrea, se vi ricordate, io ho detto: “Mi domando perché non abbiate rapito Simona, avrebbe avuto molto più senso”. Poteva sembrare una provocazione innocua » continuò, sorridendo della sua stessa astuzia, « ma nessuno di voi si è preso la briga di smentire il fatto che avevate rapito qualcuno. Cecilia mi ha addirittura dato man forte, senza accorgersene ».
Un silenzio stava avvolgendo l’intera sala e nessuno sembrava particolarmente interessato a parlare. Stavano tutti aspettando qualcosa, una specie di condanna probabilmente.
Fu Simona a sbottare: « Beh, l’avrebbe fatto anche lei! Provi a sopportare Sara quando è nervosa e mi dica se non la rinchiuderebbe anche lei nel magazzino! Siamo anche state gentili a non mandarla direttamente al manicomio! »

 





{ Spazio HarryJo.
Banale, vero?
Vado a nascondermi.
C'è un altro capitolo, ma non so quanto ne sarete interessate, dopo questa schifezza v________v
Devo dire che negli scleri di MSN Veronica ha detto ben due volte - senza crederci veramente, credo - la soluzione giusta.
Sparisco, vado a comprarmi baffi, parrucca e cappello e mi trasferisco in Messico a vendere nachos, eggià. u.u
Ci rivediamo - forse.
Erica :S

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