Saint Kurt

di HeltenD_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo(0) ***
Capitolo 2: *** Ariete(1) ***
Capitolo 3: *** Toro(2) ***



Capitolo 1
*** Prologo(0) ***


Saint Warbler Ad ogni fringuello la tradizione affida un uccello canterino.
E ora, Pavarotti era scomparso.

Appese la sciarpa candida dietro alla porta sospirando andando poi a sedersi sul letto.
Prese a togliersi le scarpe quando si accorse di qualcosa di diverso, di qualcosa che mancava, qualcosa di molto importante.
Alzò lo sguardo verso la gabbietta poggiata su di un puff vicino al suo specchio dove ogni sera si spalmava le varie creme sul volto.
Non c'era.
Si alzò di scatto andando a scuotere la gabbia per essere sicuro di non trovare la carcassa, si guardò attorno smarrito, ma lui era scomparso.
Pavarotti non c'era più.
Posò distrattamente la gabbietta lì dove l'aveva presa, portandosi una mano sul volto, quando notò un foglietto nero attaccato alla specchiera.
Si avvicinò.
-il tuo uccello è al sicuro, per ora, hai ventiquattro ore prima che muoia della morte più tragica che esista.
Panico, Kurt cadde nel panico passando più volte gli occhi dal foglio alla gabbia capendo di aver bisogno di stendersi.
Tornò sul letto stendendosi qualche secondo e deglutendo più volte.
Guardò il soffitto sul suo letto a baldacchino con le coperte beige e grigie.
Ed ecco un altro bigliettino che si staccò e cadde lentamente sul suo naso.
-non è un sogno, è successo davvero, ti conviene uscire velocemente da casa e cercarlo.
Deglutì sonoramente guardando l'orologio, erano le cinque in  punto, e se era tutto vero, doveva muoversi ed uscire di casa per cercare Pavarotti, sapeva che non sarebbe stato impossibile, sapeva che sarebbero comparsi tanti altri di quei biglietti.

Che illuso.

La casa era vuota, suo padre non c'era, Carole e Finn nemmeno.
Preparò una tracolla con dei salatini, dell'acqua e il cellulare aprendo con decisione la porta.
Fu colto alla sprovvista da un raggio di luce che lo catapultò via, forse in un'altra dimensione.
Un bambino, c'era un bambino con una strana tenuta da allenamento che stava prendendo a pugni una roccia.
"Scusa, che posto è questo?" si avvicino al ragazzino con molta poca cautela e questo iniziò a cantargli in una lingua a lui sconosciuta.
Aveva una voce abbastanza melodiosa e calda, certo, non era niente a suo confronto.
"Siamo in Grecia" il ragazzino buttò fuori prima di correre via sparendo tra lo sfondo roccioso.
Rimase fermo lì a contemplare la situazione, ma ecco che vide poco dopo un'imponente torre marmorea affiancata da una collina su cui era disposta la statua di un enorme uccello.
Per arrivare alla statua, e a quello che sembrava un santuario -posto alla sua immediata destra- si doveva percorrere un'enorme scalinata, e questa era interrotta in modo misurato da piccoli templi.
Lo sapeva, sapeva che doveva arrivare fino al santuario, era il legame tra lui e Pavarotti a dirglielo.
Non appena arrivato ai piedi della scalinata sospirò stringendo i pugni e salendo, un gradino alla volta.

Era arrivato davanti al primo tempio.
E come posò il primo piede sul suolo di quest'ultimo i suoi abiti cambiarono improvvisamente.
Non indossava più il suo pantalone bianco e la giacchetta blu come la notte.
Le sue scarpe erano bianche, e al collo portava delle chiavi.
Un pantalone scuro, e una camicia del medesimo colore, con l'aggiunta di un giacchino sbracciato grigio e una cintura.

Era tutto buio, ma una cosa brillava  tra le colonne di quel posto che da dentro sembrava immensamente più grande.
"Vieni avanti ragazzo che cerchi la voce perduta"



Bene, spero tanto che come prologo vi abbia... incuriosito ecco, e che in linea generale abbia fatto sorgere in voi la domanda "come andrà a finire?" quindi... alla prossima, si!

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Capitolo 2
*** Ariete(1) ***


Ariesu no David. Era tutto buio, ma una cosa brillava  tra le colonne di quel posto che da dentro sembrava immensamente più grande.
"Vieni avanti ragazzo che cerchi la voce perduta"
Kurt si guardò attorno in cerca di qualcun'altro a cui la voce potesse riferirsi, ma niente, era evidente che stesse parlando con lui.
Si avvicinò a quella fonte di luce e in essa riconobbe un volto molto familiare.
Una scintillante armatura d'oro con due possenti e acuminati prolungamenti che circondavano il collo aprendosi come le corna di un ariete.
E la persona che portava quelle protezioni aveva un due punti violastri sulla fronte scura, e stava ferma lì al centro del corridoio con un piccolo uccellino posato su una delle due protuberanze.
Lo sapeva, quello non era Pavarotti, non era il suo amato uccellino.
"d-David"
Il ragazzo prese ad avvicinarsi mentre una musichetta si spargeva per la stanza.
La conosceva, l'aveva provata più volte nell'ultimo periodo: era la canzone perfetta per i suoi amici del glee club.
Fantasticava spesso su come sarebbe stato cantargliela una volta tornato al McKinley.
La voce del ragazzo sembrava divina mentre cantava.
I don't know why i'm fraightened.
I know my way around here.
Sentiva chiaramente una profonda connessione tra il ragazzo davanti a se e l'uccellino dorato che aveva iniziato a svolazzargli attorno intonando gorgheggi.
The cardboard trees, the painted seas, the sound here...
Lo invidiava, voleva cantare anche lui in quel modo.
Yes, a world to rediscover.
Fece un gesto con la mano esortandolo in quel modo ad unirsi a lui, in quella canzone che, entrambi lo sapevano, Kurt conosceva bene.
But i'm not in any hurry.
And i need a moment.
La canzone continuò fino alla strofa seguente quando sia David che l'uccellino smisero di cantare
I've spent so many morning
Kurt si interruppe a quel punto anche lui osservando l'altro ammutolito.
"David.... hai per caso visto Pavarotti?"
Il volto del ragazzo a quel punto si increspò in un sorrisetto.
"Sappiamo entrambi dove si trova Pavarotti Kurt. Il mio compito adesso è spiegarti come fare ad arrivare da lui"
Alzò la mano destra e improvvisamente dal soffitto scese un telo nero con scritte bianche.
Era un disegno.
"Queste sono le dodici case dello zodiaco, e Pavarotti è qui"
Indicò la costruzione posizionata più in alto, quella che affiancava la punta della torre che nel disegno mostrava chiaramente un disco con dei numeri; esattamente, era un orologio.
"Nel tempio del sacerdote e... è stato preso da quest'ultimo. Noi abbiamo il compito di bloccarti"
"Ma perché? che senso ha rapire un uccello?"
"Lui è la tua voce Kurt, se lui muore tu... non potrai più parlare. E la tua voce... è una delle poche in grado di fronteggiare quella del grande sacerdote."
I due rimasero qualche secondo in silenzio.
"Ma... perché mi hai detto questo?"
Sbatté un paio di volte le palpebre.
"Non posso dirtelo il perché"
Kurt sorrise di rimando accomodandosi sul trono d'oro che era posto più avanti.
"Allora, come devo fare per farmi ridare Pavarotti dal Sacerdote?"
"Non è così facile sai, dovresti superare i dodici cavalieri prima di poterlo incontrare, e solo allora dovresti preoccuparti di come fare per batterlo"
"Ma... insomma non mi aiuterete?"
"No Kurt, solo alcuni sanno come stanno realmente le cose, insomma, che il sacerdote non è così ligie alla giustizia"
"Quindi... non avrò l'aiuto che devo avere? Nemmeno tu mi aiuterai?"
"No Kurt, non posso aiutarti, l'unica cosa che posso fare è insegnarti come usare la tua voce, e condurti fino al prossimo cavaliere, il toro"
L'uccellino tornò a posarsi sul suo corno e lui tornò a cantare.
I'm trembling now, you can't know how i've missed you.
Missed the fairy tale adventure.
Kurt riprese a cantare dopo di lui abbastanza titubante e indeciso sul farlo.
In this ever spinning playground.
"Non ci siamo Kurt, voglio vedere più passione. So quando ha intenzione di cantare questa canzone, immagina di essere davanti a loro, immagina di essere tornato lì, devi abbracciarli, li abbraccerai quando sarà finito questo pezzo, è l'ultima fatica da sopportare, poi potrai considerarti a casa, con loro"
We were young togheter

I'm coming out of make-up
the lighs already burning
not long until the cameras will start turning...
and the early morning madness
and the magic in the making
yes, everything's as if we never said goodbye

I don't want to be alone
that's all in the past
this world's waited long enough
i've come home at last!

Sorrideva fiero, lo poteva vedere sul volto di David che era soddisfatto di lui.
Continuava a cantare con passione, e con la stessa intensità con cui avrebbe cantato se ci fossero stati davanti a lui Rachel, Finn, Mercedes e tutti gli altri.
E in quel momento lo sentiva, Pavarotti, era come se fosse al suo fianco, a sostenerlo nel suo canto.
Aveva ragione l'ariete.
La sua voce era fantastica in quel momento, forse era il posto in cui si trovava ad amplificarla piacevolmente, o forse era lui, che era rinato, cantava con la gioia nel cuore.

And this time will be bigger
and brighter than we knew it
so watch me fly, we all know i can do it...
Could i stop my hand from shaking?
has there ever been a moment
with so much to live for?

The whispered conversatios in overcrowded hallways
so much to say not just today but always...
feel the early morning madness
feel the magic in the making
Yes, everything's as if we never said goodbye
Yes, everything's as if we never said goodbye...
We taught the world new ways to dream!

Era riuscito a terminare quel pezzo, e si, era stato grandioso, si sentiva pienamente soddisfatto di quell'interpretazione.
Sorrise scendendo dalla sedia e avvicinandosi a lui che da parte sua sorrideva appoggiandogli una mano sulla spalla.
"Visto? Devi metterci sempre quest'impegno. Per me quest'esibizione è sufficiente per farti passare, ma incontrerai giudici molto più difficili di me da accontentare"
Kurt annuì guizzando con gli occhi verso l'uscita che non sembrava più così lontana.
"Devi sapere Kurt, che ci sono quattro tipi di cavalieri, quelli come me che vogliono aiutarti ma possono farlo solo in modo passivo, quelli che si limitano a svolgere i loro lavoro, quelli le cui menti sono state assoggettate dal grande sacerdote, e infine, ci sono quelli che conoscono i piani del sacerdote, e nonostante ciò sono dalla sua parte. Ed è da questi che devi riguardarti"
 Dopo una pacca amichevole David  gli portò il braccio attorno le spalle e si incamminarono verso la seconda casa.

Gelido, un vento freddo proveniente dall'interno del tempio lo fece rabbrividire fin dentro le ossa.
"Nessuno passerà dalla mia casa. Nemmeno tu David"

Ecco, il primo capitolo è stato pubblicato e, spero bene o male sia comprensibile XD
E nulla, spero di avervi incuriositò un po' di più e di aver suscitato ancora un "come andrà a finire?"
Quindi, alla prossima :)

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Capitolo 3
*** Toro(2) ***


Toro no Richard

Gelido, un vento freddo proveniente dall'interno del tempio lo fece rabbrividire fin dentro le ossa.
"Nessuno passerà dalla mia casa. Nemmeno tu David"
Kurt deglutì sentendo quella voce imponente provenire dalle profondità di quella struttura.
Enormi tonfi che lentamente si facevano sempre più vicini.
Eccolo.
Alto, esageratamente alto, muscoloso e con un elmo dorato su cui erano posizionate due corna.
David avanzò contro di lui mantenendo l'elmo sotto il braccio e grattandosi appena la testa.
"Richard... non devo essere io a farti ragionare. Il grande sacerdote ti ha raggirato"
Un roco rumore si sparse nell'aria.
Kurt si guardò attorno fino a localizzarne la fonte: era una piccola aquila, la più piccola che avesse mai visto -non che in vita sua avesse visto mai delle aquile- che andò a poggiarsi sulla spalla del ragazzo che imponente stazionava davanti a loro.
David si girò verso Kurt sospirando
"Lui, sono mesi che non esce da qui dentro..."
"P-perché?"
"Una promessa, promise che avrebbe aspettato e così sta facendo"
"e... quando torna chi sta aspettando?"
"la donna che sta aspettando è morta, i primi tempi abbiamo provato spesso a farlo ragionare, ma lui non ci ha mai creduto; poi, con la venuta del nuovo sacerdote, lui lo ha illuso con false speranze e lo ha assoggettato al suo potere, ti sarà pressappoco impossibile passare adesso, hai una sola possibilità, ed è la tua voce."
Si avvicinò poggiando una mano sulla sua spalla
"Io credo in te Kurt, puoi farcela"
Lo superò sorridendo e tornando per i suoi passi.
Kurt provò a fermarlo ma già era lontano, e come appena rimase solo con il toro i suoi abiti cambiarono nuovamente.
Ora indossava una camicia bianca con una giacchetta rossa sbottonata sopra, una cravatta nera e un pantalone del medesimo colore.
E lo sapeva, sapeva perfettamente cosa doveva cantare.
Anche se, non doveva cantare con tutto il dolore nel cuore, doveva essere forte, doveva esprimere sicurezza, sostegno.
Doveva essere una roccia, persino per l'uomo imponente che aveva davanti.
"Ragazzino, questo non è il posto giusto per te, finiresti solo per farti male"
"Ma... io devo riprendermi Pavarotti"
"Chi è Pavarotti?"
"Pavarotti è il mio canarino..."
"Quindi hai intrapreso questo viaggio per cercare la tua voce perduta"
Una leggera risata si sparse echeggiando tra le colonne
"Tu speri di superare le dodici case senza avere Pavarotti al tuo fianco? Illuso"
Nel momento in cui Richard pronunciò l'ultima parola si alzò un vento proveniente dall'esterno, era caldo e portava con se la luce.
Il tempio che fino a quel momento era stato sempre nella penombra, ora era pervaso di luce, e il toro fu costretto a mettersi una mano sugli occhi per non rimanere abbagliato.
No, non poteva approfittare di quel momento, lui doveva aiutarlo.
Il vento portò con se oltre alla luce un foglio rosso su cui si poteva leggere vividamente una scritta bianca.
'Tu le somigli'
Si avvicinò al toro abbastanza tremante e allungando una mano verso di lui che ancora strizzava gli occhi.
Una lacrima rigò il suo volto quando lo vide risplendere sotto la luce.
Yeeeah
Tell you something
I think you'll understand
Cadde in ginocchio iniziando a piangere.
Kurt non credeva ai suoi occhi: era davvero possibile che una persona del genere potesse essere colpita in quel modo dalle parole di una canzone?
Alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi azzurri e implorandolo
"Continua ti prego, non smettere"
Kurt si avvicinò a lui sorridendo dolcemente e accarezzandogli il volto
When I say that something
I want to hold your hand
I want to hold your hand
Richard sospirò portando la mano sulla sua e stringendola forte
"Lei non tornerà, vero?"
"Non tornerà"
Si strinse a lui iniziando a piangere rovinosamente sulla sua camicia mentre Kurt gli accarezzava i capelli con la mano libera.
Oh please say to me you let me be your man
And
please say to me you let me hold your hand
Now let me hold your hand
I want to hold your hand.
Il toro si alzò guardandolo stavolta dall'alto e sospirando
"Tu, le somigli molto e non solo a lei, in te vedo un altro cavaliere"
Prese il suo volto tra le mani sorridendo e cantando con lui.
And when I touch you I feel happy inside
Is such a feeling that my love
I can't hide
I can't hide
Si sorrisero nuovamente mentre le loro mani si separavano e il più grande si passava il pollice sotto l'occhio per asciugare un'ultima lacrima.
Yeeeah
You got'em something
I want to hold your hand
"Due anni fa, il mio ragazzo, un cavaliere d'oro come me, scomparve in circostanze misteriose, provai più volte a chiedere al fratello cosa gli fosse successo, ma non ho mai avuto una risposta"
Kurt deglutì ascoltando la sua storia con attenzione.
"Passò il tempo e lui ancora non tornava così lentamente provai a dimenticarlo, ma arrivò lei, aveva i suoi stessi occhi, i tuoi stessi occhi, lo stesso splendido sorriso e fu amore, probabilmente, ora che ci penso non era vero amore, semplicemente amavo la sua immagine, amavo che in lei potevo rivederlo"
Alzò lo sguardò su di lui sopprimendo una risata.
"e anche lei andò via, mi disse di aspettarla qui, ma io sapevo in fondo al mio cuore che non sarebbe mai tornata; poi arrivarono David e gli altri a darmi la brutta notizia...
Ovviamente al momento mi rifiutai di credergli, avevo bisogno di continuare a pensare che almeno lei non mi avrebbe abbandonato mai"
Notò la flemma nei suoi occhi spegnersi lentamente
"Non preoccuparti, ho quasi finito con il mio racconto"
Si avvicinò nuovamente a lui accarezzandogli la spalla
"Sentirti cantare adesso, la tua voce, il tuo viso, mi hanno fatto capire che è inutile rimanere legato a loro e ai loro ricordi, devo andare avanti, e voglio ringraziarti per questo aiuto, proverò a far tornare da te Pavarotti sano e salvo d'accordo? Tu però non devi arrenderti, devi continuare nella tua scalata"
Gli scombinò appena i capelli provocando nel più piccolo alcune smorfie di disappunto.
"Vivaldi, indicagli la strada per arrivare alla terza casa, io... mi preparerò e andrò a parlare con il sacerdote, ci sono alcune cose che deve spiegarmi"
L'aquila che fino a qualche secondo prima era nascosta tra i meandri più bui, dietro le colonne, comparve nuovamente avvicinandosi a Kurt e facendogli segno di seguirlo.
I want to hold your hand
Iniziò a camminare verso l'uscita girandosi ogni tanto e constatando ogni volta che lui era ancora lì, con un sorrisetto spento che continuava a guardarlo da lontano
I want to hold your hand
I want to hold your hand
Uscito dal tempio il suo sguardo si posò lentamente sull'enorme torre, era passata già un'ora da quando era lì, non sembrava molto preoccupato a dirla tutta.
L'aquilotto lo condusse fino alla casa, ma quando da dentro si udì la voce di un gallo, Kurt non fece in tempo a girarsi che già era scomparso.
Era... era odore di biscotti quello.
"Hummel, vieni a giocare con me"
"Scappa ora che sei in tempo!"
Due voci proveniente dall'interno iniziarono a contraddirsi più e più volte mentre lui appunto, era fermo a meditare sull'entrare o no.


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