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Nei giorni successivi avevo dimenticato l'esistenza di quell'essere e mi ero concentrata sulle varie nuove materie: Chimica, Fisica e Filosofia.
Le ore continuavano a passare con un ritmo monotono e ripetitivo, ogni giorno conoscevamo nuovi professori e ogni giorni la lista dei compiti da fare aumentava.
Durante le ore di lezione più noiose la mia mente vagava in posti e angoli sconosciuti, svegliandosi alle domande meno opportune di professori o compagni di classe.
-Dicono che l'amore sia una reazione chimica, sai?-
Gresia guarda la professoressa col mento appoggiato alla mano, è annoiata dalla lezione e cerca di sviare la noia stessa.
-E' un modo per farmi vedere la chimica in modo bello?-
Le rispondo ironicamente.
Non so cosa c'entri l'amore con la chimica ma non basta per convincermi che un qualcosa a che fare con la scienza sia bella.
Io per le materie scientifiche non sono portata, tranne la matematica. La matematica mi piace.
E dopo aver accertato ciò che mi sono definita un essere ambiguo. Tutti, o almeno la maggior parte, odiano la matematica, io no.
Nonostante tutto la prof di chimica è una signora cicciotella simpatica e non è nemmeno così noiosa quando spiega.
Forse non è così male. Non la chimica, ma le lezioni di chimica.
Dopo tre ore di lezione, suona quella fatidica campanella.
-Pensavo che non ci sarei mai arrivata in terza.- esordisce Federica dalla fila dietro.
-Ebbene ci sei arrivata mia cara.- le rispondo io sorridendole.
Il cortile è abbastanza affollato, la ricreazione è la meta agognata di ogni studente.
Ognuno parla con qualcuno, dei professori, della materie o dei nuovi compagni di classe.
-Cos'abbiamo l'ora successiva?-
Mi giro e mi ritrovo lui, il bassino col piercing alla guancia.
Al quanto pare questo qui, dopo due settimane di scuola non sa ancora l'orario.
-Italiano- rispondo secca.
-Grazie-
E va via, senza fare rumore.
Come un fantasma, un qualcuno che non esiste e di cui si può ignorare benissimo la presenza.
-Ma quello lì non fa rumore mentre cammina?!-
Penso, senza rendermene conto, a voce altre.
-Ma chissenefrega Ade, è un cannato-
-Buongiorno a tutti, io sono Lucia Caravalli. Vi accompagnerò per il resto dell'anno. Per conoscervi meglio vi chiederei di scrivere una breve presentazione di voi stessi. Non voglio una in cui dite: nome, cognome, età ecc.. Ma una in cui voi cercate di descrivere la vostra anima, ovvero il vostro pensiero sul mondo. Relativo a voi.
Inoltre vi chiederei di aggiungere..-
La porta si apre e la scena si ripresenta. Ma questa prof non s'innervosisce, rimane calma e per di più sorride.
-Signori, i vostri nomi sono?-
-Alessandro Costarelli-
Risponde il primo, lui sembra quello più calmo.
Alto, coi capelli castano chiari mossi e un pò di barbetta.
-Pierre Macchi-
Lui è di sicuro quello più bello. Moro con gli occhi azzurri.
-Francesco Bignami-
Dice il nome in modo svogliato, quasi innervosito.
-Mikael Scalzini-
Questo fa paura. Alto, magro, coi rasta lunghi e gli occhi color ghiaccio.
Dallo sguardo sembra uno che si fa tutte le mattine.
Si gira verso di noi e sorride. Sofferma lo sguardo su alcuni di noi.
Mi sembra quasi che guardi nella mia direzione.
Quegli occhi, credo non li dimenticherò mai.
-Bene signori, prima della vostra interruzione, stavo dicendo che per la prossima volta vorrei una breve descrizione della vostra anima, ovvero del pensiero del mondo relativo a voi. E vorrei che aggiungeste alla descrizione, un disegno di come voi vi immaginate l'anima.-
-L'anima non esiste.-
Mikael irrompe con quest'affermazione.
-L'anima intesa come pensiero non esiste secondo lei?-
-No-
-Perchè pensa questo?-
Sbuffa, si alza ed esce dalla classe sbattendo la porta.
La prof non si scompone.
Sinceramente non ho mai pensato all'esistenza della mia anima, intesa come pensiero. Forse perchè se penso all'anima, mi viene in mente l'idea che quell'essenza, ovvero l'anima, vivrà dopo la mia porte corporale.
Anima come pensiero, quale sarà il mio?
Francesco P.O.V.
Cortile della scuola. Parte nascosta.
Ricreazione.
La ricreazione è quasi peggio delle ore di lezioni, il nulla e la noia ti circondano. L'unica eccezione sta sul fatto che puoi fumare.
Accendo la mia solita sigaretta.
-Kekko, kekko. Allora mi ascolti?-
Ah già, dimenticavo che qualcuno mi stesse parlando. Di cosa? Tanto vale recitare la mia solita parte in questa straziante commedia.
-Che c'è Viol?-
Rispondo seccato.
-Non dovresti essere in classe?-
Ah ecco di cosa stava parlando, sta cercando di fare la brava ragazza, quella che si cura della scuola. Ma per favore, non ci riuscirebbe nemmeno se io non la conoscessi da tre anni.
-Non dovresti esserci tu?-
Le rispondo ironicamente, la campanella è appena suonata e lei rischia di far saltare la recita.
-Ma levati di culo Kekko-
Mi risponde seccata ed io mi alzo, allargando le braccia in un gesto esasperato.
Mentre cammino mi sento osservato dall'alto ma non ho voglia di scoprire chi si diverte a osservare i miei litigi con la mia ragazza.
Salgo le scale con una calma innata, il ritardo e il rimprovero della prof non mi hanno mai preoccupato.
Alzo lo sguardo e incontro quello della ragazzina a cui ho chiesto la materia a ricreazione.
Ha degli occhi grandi, color cioccolato. Sembrano dispiaciuti. Sembra che mi guardi dispiaciuta.
E lei che vuole adesso?
Com'è che si chiama?
Il suo cognome inizia per "b"..
B b b Bucetti.
Si. E' Adele Bucetti.
Strano.
E' la prima volta che imparo un nome subito di un qualcuno che conosco da poco.
>>
Bene, ecco il secondo capitolo.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative. Non so davvero da dove mi sia uscito fuori quel pezzo sull'anima intesa come pensiero.
Mah, vedremo che ne uscirà fuori.
Alla prossima settimana.
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