A lungo ho percorso ogni linea
del suo corpo...
Prima con la comprensione di un
fratello... Poi con la dolcezza di un padre... Poi con l’incanto di un
amante...
Perché questo era ciò che ero per
lei... Dapprima fratello con cui confidarsi, poi padre da cui essere protetta
ed infine amante... Un amante che non ha però perso il ruolo di padre e
fratello...
Hio sfiorato cento volte il suo
volto...
Leviathan... Il suo volto era
una pura estasi per me...
Se mi avessero privato del suo
volto per darmi il potere di mille re, avrei rifiutato immediatamente...
Non c’era nulla che potesse
sostituire un suo sorriso, i suoi occhi indaco o la sua pelle delicata...
Ho trovato dell’oro e anche
qualche stella, asciugando la sua moltitudine di lacrime.
E ho imparato a memoria la
purezza della sua forma... La sua perfezione, in ogni minima curva del suo
corpo...
Ricordo ancora come dormiva...
Con le lunghe gambe sottili leggermente piegate, sdraiata su un lato,
abbracciata al cuscino... Una volta l’ho anche disegnata... Tutt’ora lo
faccio...
Tento di tenerla in vita in
ogni modo... Ma so che, ormai, vive come una parte di me...
Sapeva suonare il piano in modo
eccelso e ballava con una grazia che si può solo ritrovare nelle antiche donne
di Wutai.
Vorrei un ultimo ballo... E’ il
mio ultimo desiderio, su questo tavolo operatorio...
Non so se morirò... Conoscendo
Hojo, so che la sua vendetta sarà una delle più crudeli...
Vorrei solo un ultimo ballo,
prima che l’oscurità mi avvolga...
Prima che l’indifferenza
m’inghiottisca...
Vorrei provare quest’ultima
vertigine, prima dell’eterno silenzio...
L’ho conosciuta troppo
presto... Era solo una bambina... Ma me ne sono innamorato immediatamente...
Leviathan, perdonami... Perdona
quest’animo perverso che ha sognato di fare sua la propria sorella e figlia...
Quando la freccia ha
attraversato la mia pelle, l’ho sentita distintamente lacerare il mio cuore...
E’ un dolore che rimane, ma che
fa più male che bene...
Sono gli uomini, con le loro
regole, a maledire e condannare i poveri pazzi come me...
In realtà l’amore è così
semplice...
Sono riuscito a resistere un
lungo anno...
Mi sono ripetuto che era
sbagliato innamorarsi di una diciottenne, che era ancora una bambina...
Come ho resistito durante
questo lungo periodo in cui, quasi ogni giorno, veniva nel mio letto perché le
mancava la sua casa, solo Leviathan lo sa...
E poi, mi sono accorto, piano
piano, delle sue piccole provocazioni... Ma solo io me ne accorgevo...
Né Gast, né Hojo la
consideravano una donna... Neppure io, a dire il vero... Bé, era ciò che
credevo...
E ciò che credevo era più che
sbagliato...
Fino a quella domenica in cui i
due scienziati ci lasciarono soli, la consideravo una povera bambina lontana da
casa con la sfortuna/il dono di avere un QI pari a 300... Una bambina che io
amavo a causa della mia perversità...
E’ stato allora che l’ho vista
come una donna... Che ho percepito nel suo sguardo la frustrazione e la malizia
che non le avevo mai attribuito...
E’ stato allora che ho firmato
il mio patto con il diavolo... La mia condanna a morte.
Certo, non potevo sapere che
Hojo la considerava una donna molto attraente a cui presto avrebbe proposto di
sposarlo...
E non potevo sapere ciò che
aveva passato durante la sua infanzia... La stessa infanzia che tentava di
rivivere con me... Attraverso i miei ricordi...
Ben presto ne divenne parte,
imparai a vederla come una sorellina, con cui avevo trascorso tutta la vita...
Ma non sbagliavo a considerarla
come una bambina...
Lo era... Ma era macchiavelica,
sporcata da una società che non l’aveva mai considerata altro che una
meraviglia da esibire... Una donna nel corpo di una bambina... Tutti l’avevano
considerata in questo modo tranne me...
E per questo mi amava.
E per questo ha voluto
uccidermi.
Ha voluto distruggere i nostri
castelli di carta, quella sera...
Si è abbandonata completamente
a me, con tutta la fiducia che riponeva in me...
Il giorno dopo, al suo posto
c’erano dei fresia... E un bigliettino con su scritto: grazie.
Semplicemente questo... Mi misi
a piangere...
Un misto di gioia e dolore...
Per me, il vero significato di
quel dono è stato: ti ho donato la purezza del mio cuore... Grazie per tutto
quello che hai fatto prima di questo...
Non è mai stato, come poi ha
affermato: Grazie per essere così stupido da cadere nella mia trappola...
Quand’é partita non ho
contestato la sua scelta... Anche questo ha contribuito alla sua morte...
Ma, per me, bastava che
respirasse... Tutto il resto era futile, senza senso...
Volevo solo che fosse felice...
Che strano, mi è sembrato di
sentirla entrare nel laboratorio e venire verso di me...
Mi è sembrato di sentire la
pressione delle sue labbra sulle mie... Erano salate... Ha pianto?
Ma lei è morta... Com’è
possibile? Mi sto solo illudendo...
Ma anche io sono morto...
Non m’importa... Ho ricevuto la
vera felicità, da lei... E quella rimarrà per sempre nel mio cuore...
-Vincent, non volevo che
finisse tutto così... Perdonami... Io... Avrei voluto che tu continuassi ad
essere la mia famiglia... Perdonami...-
E questa é la sua voce...
Ma sono morto... Ogni parte di
me è morta...
Non posso abbracciarla, come
vorrei...
Non posso baciarla, come
vorrei...
-Grazie... Per aver
incantato... La mia vita...-
Di nuovo un bacio... E tante
lacrime...
Anche se questa è solo
un’illusione causata dalla mia agonia, questo che mi offre è l’ultimo ballo...
Dopo mi aspetterà il silenzio.