I sentimenti cambiano

di roxiee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La realtà alcune volte fa male ***
Capitolo 2: *** Non andare, portami via. ***
Capitolo 3: *** Perchè mi hai aiutata? ***
Capitolo 4: *** La lettera ***
Capitolo 5: *** Diventiamo amici? ***
Capitolo 6: *** Una soffiata e un piano ***
Capitolo 7: *** Bloccati in una stanza ***
Capitolo 8: *** Il mio nome è Selene Serpeverde ***



Capitolo 1
*** La realtà alcune volte fa male ***


Mi scuso con tutti per aver postato dall’inizio la storia, ma mi sono resa conto che i dialoghi non erano scritti correttamente, perciò ho pensato di correggerli. Mi auguro che vi piaccia.

Capitolo primo: La realtà alcune volte fa male.

Era ormai il suo quinto anno nella famosissima scuola di stregoneria e magia di Hogwarts, ma lei come sempre si era dimenticata di andare in biblioteca per prendere i libri che le sarebbero per fare i compiti di pozioni.
Ormai aveva perso la speranza di riuscire a prendere un buon voto in quella materia, anche perchè il professor Piton disprezzava così chiaramente tutti i Grifondoro, da farle capire che non ci sarebbe mai riuscita, e per di più lei era una Weasley, facendola riuscire ancora peggio agli occhi del professore, che si accaniva ancora di più sui suoi sbagli e lei come al solito non riusciva a portare a termine nessuna pozione che svolgesse il suo ruolo, ma aveva in ogni caso deciso che avrebbe continuato a fare del suo meglio, per non sentirsi poi dire da se stessa e dagli altri che in fondo non ce l'aveva messa tutta; proprio per quella decisione presa con se stessa, in quel momento c'era un'arruffata Ginevra Weasley che correva come una furia per arrivare in biblioteca senza nemmeno guardare le persone che sorpassava e che senza volere spintonava e che la guardavano stupite, non riuscendo a capire il motivo per cui corresse in quel modo per i corridoi.
Correva così velocemente che riusciva a mala pena a vedere i corridoi in cui svoltava, tanto che ad un certo punto, si accorse di non riconoscere quello che stava percorrendo. Non era la prima volta che si perdeva così non se ne preoccupò, però rallentò in modo da guardarsi meglio in torno e ritrovare il corridoio giusto.
Stava ancora inveendo contro di se e contro la sua maledettissima impulsività quando all'improvviso una voce femminile la riportò con i piedi per terra.
Risentì quella voce un'altra volta e iniziò ad ascoltarla con più attenzione, era sicura d'averla già sentita, ma di chi poteva mai essere? Lentamente e senza fare troppo rumore Ginny incominciò ad avvicinarsi al luogo da dove proveniva quella voce a lei conosciuta, finché non si fermò davanti alla porta di un'aula in disuso e, visto che la porta era socchiusa, guardò al suo interno rimanendo completamente fulminata dallo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi.
Non riusciva a crederci, in quella stanza c'era Harry, il suo amato Harry, che stava baciando e toccando con passione un'altra ragazza, in cui subito riconobbe Cho Chang, la cacciatrice dei Corvonero. Non poteva essere, sapeva che Harry si era preso una cotta per lei, ma non credeva che fossero arrivati a tanto, mentre lei non era ancora riuscita a toglierselo dalla testa. Molte volte le capitava di pensare che se Harry fosse stata crudele, maligno, prepotente e insopportabile, un po’ come Draco Malfoy, dimenticarlo sarebbe stato così facile, invece lui era sempre cos’ dolce, gentile e premuroso che era proprio difficile cambiare idea su di lui.
Anche in quel momento, per esempio, avrebbe voluto poterlo odiare oppure si sarebbe accontentata di provare rabbia nei suoi confronti, ma in fondo sapeva che lui non le aveva fatto nulla, anzi l'aveva sempre sopportata con così tanta gentilezza che neanche la rabbia salì dentro di lei. L'unica cosa che sentiva dentro di se in quel momento era la tristezza e il dolore, perchè in quell'istante come mai prima, sentì in se l'amore che provava per quel ragazzo che, ora se ne rendeva pienamente conto, non avrebbe mai ricambiato il suo sentimento.
Ginny rimase pietrificata a guardare quello spettacolo per una manciata di secondi ancora, poi si riscosse e di scatto chiuse gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento che stava piangendo. Non riuscendo più a mantenere i singhiozzi che volevano uscirle a forza dalla gola, fece un passo indietro e poi voltandosi da un lato iniziò a correre, più veloce che poteva, tenendo la testa bassa e gli occhi chiusi senza perciò guardare dove andava, finché non andò a sbattere poco lontano contro qualcosa o qualcuno, che poi scoprì essere una persona, che la sorresse, visto che per l'impatto stava per cadere all'indietro, rimanendo alcuni secondi immobile, ancora con gli occhi chiusi, tra le braccia dello sconosciuto che l'aveva sorretta.
- Ehi Weasley , che fai? Ti butti tra le mie braccia? Credi che farebbe piacere al tuo san Potter?- l'apostrofò con sarcasmo una voce maschile.
Appena sentì la voce del Serpeverde per eccellenza le si ghiacciò il sangue, non poteva succederle anche questo, no nello stesso giorno. Quando il biondino finì di parlare, scossa per aver sentito il nome di Harry, alzò finalmente lo sguardo e con uno scatto si allontanò velocemente da lui.
- Fatti gl'affari tuoi Malfoy e poi togliti da davanti o hai intenzione di fare il pilastro per tutto il resto della tua vita?- gli rispose con rabbia la rossa grifondoro.
Una volta che ebbe finito di parlare, Ginny si rese conto di aver riversato la sua rabbia sul ragazzo, ma sapendo che lui per una volta tanto non centrava nulla e che si stava solo sfogando con lui, alzando finalmente lo sguardo su di lui, uno sguardo che faceva capire quanto dolore stesse provando in quel momento.
- Mi spiace Malfoy per essermela presa con te.- continuò la ragazza con voce rotta dal pianto.
Dopo aver detto quelle semplici parole, Ginny, incominciò ad allontanarsi da quel corridoio.
- Perchè piangi a quel modo? Non ti sarai mica fatta male venendomi addosso?- le chiese ancora il serpeverde, con un inusuale pizzico di incertezza nella voce che bloccò la ragazza.
Ginny stupita dalla voce di Draco si voltò verso di lui, guardandolo incessantemente negli occhi.
-no, non mi sono fatta male. grazie.- gli spiegò la giovane grifoncina.
Ginny stava per girarsi di nuovo e andarsene sotto gli occhi stupiti di Draco, quando dalla stanza poco distante si sentì la voce di una ragazza che chiamava Harry chiedendogli di non fermarsi. Draco a sentire quella semplice frase capì il motivo per cui la Grifoncina stava piangendo in quel modo e la prima cosa che gli venne in mente fu che se ci fosse stata una qualunque altra ragazza al suo posto si sarebbe divertito un mondo a prenderla in giro e a punzecchiarla con battute sarcastiche e velenose, ma si riscosse pensando che con lei non l'avrebbe fatto. Era da tempo, infatti, che sapeva di avere un debole per quella ragazzina dai capelli fulvi, ma fino ad allora l'aveva nascosto senza problemi, lanciandogli di tanto in tanto qualche frecciatina velenosa, che la faceva solo infuriare un po’ con lui.
Draco si voltò nuovamente verso Ginny e la vide come non l'aveva mai vista prima, era abbattuta, triste e si vedeva da lontano un miglio che stava soffrendo, in più a completare il quadro teneva la testa bassa, ma non tanto da non far vedere che stava piangendo a dirotto, e dalla postura incurvata si poteva anche notare quanto umiliata si dovesse sentire in quel momento.

Spero che il chap vi sia piaciuto e per favore lasciate un commentino per capire se ho fatto bene a postare la fic dall’inizio.
Commentate commentate.
Ciao ciao, Roxiee.

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Capitolo 2
*** Non andare, portami via. ***


Capitolo secondo: Non andare, portami via.

Il serpeverde a quello spettacolo sentì la rabbia salirgli fino alla testa, e se ne stupì visto che era la prima volta che si arrabbiava per qualcosa che toccava qualcuno che non fosse se stesso.
Continuava a guardare quella ragazza, che non gli era mai sembrata così fragile, e decise di intervenire, e prima che lei potesse guardarlo e così capire quanto l’avesse colpito quella situazione, si voltò verso la porta socchiusa e vi si avviò lentamente deciso ad aprirla e mettere Potter prima in imbarazzo con la Chang e poi fargli venire dei megagalattici sensi di colpa nei confronti della Weasley che forse, con un po’ di fortuna, avrebbe anche potuto avere il suo caro san Potter.
Il pensiero che lo sfregiato si sarebbe potuto mettere con la piccola di casa Weasley, lo travolse all’improvviso facendogli sentire un sentimento bruciante, ma gettando uno sguardo sulla Weasley si convinse che quel sentimento che aveva provato poco prima, così all’improvviso e in modo così bruciante, non aveva nulla a che fare con la gelosia. Continuando con l’autoconvinzione, che stava cercando di realizzare su di sé, sostenne con se stesso che lui non era mai stato geloso e mai lo sarebbe stato della bellissima piccola Weasley. “Cosa?” si disse “non posso averlo pensato davvero”. “Bellissima? La Weasley? Con quegli orrendi capelli rossi, marchio Weasley?”, “ che le stanno d’incanto e muoio dalla voglia di toccare”.
Draco si riscosse dai suoi pensieri sapendo che non sarebbe mai riuscito a vincerli, e continuò ad avvicinarsi, cautamente e senza far rumore, alla porta non completamente chiusa e stava per aprirla di botto, per spaventare maggiormente lo sfregiato, quando si sentì tirare per un braccio e trascinare, senza troppi complimenti, a quasi tre metri di distanza dalla porta.
All’essere così poco gentilmente trascinato via, il serpeverde si girò verso la grifondoro, che lo teneva ancora per il braccio.
-Ma che cavolo fai?- le sbottò Draco con voce stupita per il gesto che lei aveva fatto e contemporaneamente irata per l’interruzione.
Solo dopo aver parlato lo sguardo dell’astuto serpeverde s’incrociò con quello della coraggiosa grifondoro.
-Non voglio che tu l’interrompa in quel modo.- gli rispose la grifoncina con voce ancora roca per il pianto.
-Ma sei impazzita?- le chiese Draco con tono sarcastico, vedendo nella frase della Weasley solo irriconoscenza, per un piacere che lui le stava facendo, e stoltezza.
-Se apro quella porta e lui ti vede così, il nostro caro san Potter si farà venire così tanti sensi di colpa che accontenterà ogni tuo desiderio, anche quello di mettersi con te.- continuò il serpentello, con il tono di voce che di solito si usa con i bambini ottusi, dopo aver visto il volto sicuro della giovane Weasley.
-È proprio per questo che non voglio.- gli rispose a sua volta Ginny.
Il serpeverde rimase talmente stupito da quella risposta, che la grifondoro notando che il ragazzo non si decideva a parlare n’approfittò per continuare.
-Sei stato gentile a cercare di mettermi in posizione di vantaggio su di lui, ma io non voglio. Invece, per favore, portami lontano da qui, io voglio andarmene il più lontano possibile da qui.- gli disse la piccola Weasley con tono quasi implorante.
Il biondo dopo aver ascoltato le parole della rossa, si sentiva indeciso sul da fare, ma alla fine decise di finire l’opera che aveva iniziato in precedenza, ed era quasi arrivato a destinazione quando la voce della Weasley lo bloccò.
-Non andare, portami via di qua, te ne prego.- continuò a dire la ragazza.
Quando la mente di Draco assimilò le ultime parole della Weasley, la guardo interdetto e senza pensarci più su decise di accontentarla.
Lo aveva sconvolto, lei l’aveva pregato, aveva pregato proprio lui.
Fosse stata qualunque altra ragazza non ci avrebbe fatto caso, ma ormai a scuola si parlava da parecchio della reticenza che aveva la rossa a pregare qualcuno, da quel che ne sapeva nella scuola girava la voce che la Weasley non avesse mai pregato nessuno dei ragazzi, tranne lo sfregiato per chiedergli di mettersi con lei, e in più qualche curioso era andato direttamente dal fratello, che gl’aveva risposto dicendogli in modo chiaro e diretto, e questo è tutto un dire, pensò Draco, “Ginny pregare? Bhe, lo fa solo in casi eccezionali e negli ultimi anni ne ho assistito solo ad uno”.
Doveva essere davvero importante per quella ragazza andarsene da lì il più velocemente possibile, così per accontentarla le si avvicinò ulteriormente e le porse la mano.
-Dove vuoi andare?- le chiese subito dopo il bel serpentello.
Ginny senza pensare al motivo per cui lui avesse accettato e perciò cambiato così radicalmente idea, prendendogli la mano, gli rispose che voleva andare nella stanza delle necessità, l’unica stanza in cui nessuno l’avrebbe disturbata, e alla faccia interrogativa del ragazzo, gli spiegò dove la stanza si trovasse.
Dopo aver individuato mentalmente il corridoio dove era situata quella stanza, di cui lui non aveva mai sentito parlare, Draco prese più saldamente la mano della grifondoro e le disse con tono sicuro di chiudere gli occhi e un attimo dopo di riaprirli.
La ragazza quando aprì gli occhi si ritrovò nel corridoio della stanza delle necessità. “ma come diavolo è possibile?” pensò “no, non era possibile, neanche due secondi fa stava in quel maledettissimo corridoio e ora stava lì, no doveva essere tutto un incubo”.
Anche se continuava a essere sicura che quello che stava vivendo fosse solo un sogno, si avvicino al muro e sotto gl’occhi stupiti di Draco aprì una porta che si era appena materializzata.
-Come cavolo sei riuscito a smaterializzarti e smaterializzare anche me qui ad Hogwarts?- gli chiese girandosi verso di lui e guardandolo intensamente negli occhi, dopo essere entrata nella stanza e aver chiuso la porta alle spalle del ragazzo.
Il serpeverde senza scomporsi si accomodò sul divano, situato di fronte ad un caminetto scoppiettante, indicando subito dopo alla grifondoro di sedersi anche lei.
-Non mi sono smaterializzato. Qui a Hogwarts è impossibile.- le rispose semplicemente il ragazzo. -È un trucchetto che ho imparato da piccolo, Hogwarts, invece, è protetta per incantesimi di livello più avanzato, e poi questa sottospecie di magia può essere usata solo in luoghi chiusi.- continuò a spiegare il serpentello solo dopo aver visto lo sguardo attento della Weasley.
-Visto che siamo in vena di spiegazioni, Che cos’è questa stanza? E da dove salta fuori?- le chiese il biondino incuriosito quella stanza, in cui si trovava e in cui non era mai entrato.
-È una stanza segreta, non la conosce neanche Gazza. L’abbiamo scoperta quando c’era l’Umbridge. Qui io, Harry, Ron e tutti quelli che facevano parte dell’ES, c’esercitavamo negl’incantesimi.- spiegò la giovane Weasley al rampollo dei Malfoy.
Solo dopo aver parlato Ginny si rese veramente conto delle sue parole, l’aveva nominato, l’aveva fatto senza nemmeno accorgersene, e a sentire il nome del ragazzo provò nuovamente il dolore che aveva provato sentendolo con la Chang, ma stavolta non riuscendo a trattenersi scoppiò di nuovo in lacrime e, per non far vedere in pieno quello spettacolo umiliante al serpeverde, si nascose il viso tra le mani.
Il serpeverde avrebbe voluto inspiegabilmente avvicinarsi a lei, abbracciarla, consolarla, ma reprimendo quell’impulso, che come sapeva non si addiceva per niente ad un Malfoy, rimase fermo dov’era e anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, vedere la rossa in quello stato l’intenerì non poco.
Sapeva benissimo anche da solo che non avrebbe dovuto farle alcuna domanda su quello che era successo, ma non poteva rischiare di non ricevere più una risposta, così risoluto si voltò verso di lei guardandola incessantemente per alcuni minuti.
-Perché non hai voluto che aprissi quella porta?- le chiese il serpentello con un tono di voce che non ammetteva di non ricevere una risposta.
La grifondoro non aveva nessuna voglia di rispondere, ma sapeva di dovergli almeno questo, infondo lui era stato stranamente gentile e almeno una risposta sincera se la meritava, così tra le lacrime che continuavano a rigarle il viso e la sensazione di dolore che ancora le impregnava l’anima, rispose al suo sguardo.
-Lui si sarebbe sentito in colpa nei miei confronti.- gli disse cercando di parlare come meglio poteva.

Ringraziamenti:
Girl92: Grazie per la recensione, sono contenta che ti piaccia, continua a recensire se ti và.
Ginny: Non ti preoccupare non è finita. I primi 11 chap li tengo, li devo solo aggiustare un po’. Grazie per la recensione, continua a recensire se ti và.
Ciao ciao. Roxiee.

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Capitolo 3
*** Perchè mi hai aiutata? ***


Chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma prometto che non lo faccio più. Finalmente ho concluso l’esame di stato.

Capitolo terzo: Perchè mi hai aiutata?

- Era quello lo scopo, sciocca. – le sbottò con voce sarcastica Draco, senza darle il tempo di continuare.
La Grifondoro avrebbe voluto far cadere l’argomento, ma come poteva non rispondere a quella frase? E poi in fondo lo sapeva da sempre, non sarebbe mai riuscita a tenere la bocca chiusa quando si parlava di qualcosa che le importava, era sempre stata così e non sarebbe di certo cambiata proprio adesso.
Si girò verso il Serpeverde, con gli occhi accesi da una luce che le si accendeva quando diceva qualcosa in cui credeva fermamente.
- Davvero non capisci? – gli disse la Grifoncina. - Se anche lui si mettesse con me, quanto credi che durerebbe? Lui non mi ama e forse, probabilmente, non mi amerà mai. Lo amo troppo per mettermi con lui sapendo che lui non ricambia i miei sentimenti, sarebbe una farsa, e che scopo avrebbe?
La rossa non riusciva a credere a quello che aveva detto, quando aveva iniziato a parlare aveva pensato di rivelare al Serpeverde solo la prima parte dei suoi pensieri e tenere per se il restante, ma inspiegabilmente gli aveva detto tutto. E a chi aveva deciso di fare quella confidenza, per lei tanto importante? A Draco Malfoy. Ma come diavolo le era venuto in mente di dire quelle cose proprio a lui, in fondo, il ragazzo aveva già così tanti argomenti, da prenderla in giro tutto l’anno e adesso ci si metteva pure lei a dargliene altri, si sentiva una completa idiota e ormai aveva anche appurato di esserlo totalmente.
La Grifondoro anche se non abbassò lo sguardo, per non far capire al biondino, che aveva davanti, quanto fosse per lei importante quello che gli aveva appena rivelato, sentì il proprio viso arrossire sotto lo sguardo attento del ragazzo.
Draco, mentre stava ascoltando le parole della ragazza che gli stava parlando, avrebbe voluto mettersi a ridere, ma quando finì di ascoltare tutta la frase si ritrovò a pensare che forse lei aveva ragione. “In fondo, io accetterei di mettermi con una ragazza che amo, se so che lei si mette con me solo per pena e sensi di colpa?” Si chiese, ma prima che il suo cervello riuscisse a produrre una risposta, decise a partito preso che fosse una domanda troppo insulsa per un Malfoy, così senza dare a vedere alla ragazza, che gli sedeva di fianco, quanto l’avesse colpito la sua frase, stampò il solito ghigno malevolo sul suo bel viso.
- Weasley non ti sembra un po’ troppo mielosa questa frase, per una ragazza che ha appena visto il ragazzo che le piace con un’altra? – sbottò senza volere il Serpentello.
Cavolo, pensò Draco, non volevo dire quello che ho detto, io stavo cercando di consolarla, che cavolo mi è preso?
Il biondino anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno con se stesso, quando vide gl’occhi della bella rossa sussultare a quella frase crudele e riempirsi nuovamente di lacrime, provò una sensazione che non aveva mai sperimentato prima. Di solito si sentiva potente nel costatare quanto male facessero le sue frecciatine velenose, ma ora si sentiva meschino, un verme, e non riusciva a capirne il motivo, ma, di fatto, l’unica cosa di cui era a conoscenza era che quella sensazione continuava a diventare sempre più forte e non gli piaceva sentirsi così miserabile e in più iniziava anche a vergognarsi delle sue parole, perciò decise che doveva andarsene il prima possibile da lì, per riflettere meglio su quello che stava succedendo.
- Me ne vado, credo che tu voglia stare sola. – sentenziò il giovane con voce affrettata, dopo essersi alzato velocemente dalla sua postazione, evitando accuratamente di guardare la piccola figura della ragazza ancora raggomitolata sul divano.
Senza nemmeno aspettare una qualsiasi risposta della ragazza, il giovane Serpentello si avvicinò alla porta chiusa.
- Perché mi hai aiutata? – gli chiese la Grifoncina prima che il ragazzo avesse il tempo di aprire e varcare la porta che li separava dal resto della scuola.
Draco pensò alla possibilità di dichiararle la verità, ma subito capì che si sarebbe compromesso troppo dandole certe motivazioni, perciò decise che la cosa migliore da fare era quella di usare la sua solita voce sarcastica e cercare di stoppare la curiosità della Grifondoro sul nascere.
- Non sono affari che ti riguardano Weasley, cerca di impicciarti solo dei fatti tuoi. – le sbottò il giovane rampollo dei Malfoy, senza nemmeno voltarsi verso la Grifoncina.
E senza darle il tempo di ribattere si avvicinò alla porta, l’aprì e poi la richiuse dietro di sé. Mentre si allontanava dalla stanza delle necessità, Draco non riusciva a credere alla sensazione di disgusto per sé stesso, che serpeggiava ancora dentro di lui. Pensava ancora a quello che aveva detto, non era nulla di più di quello che diceva di solito, ma questa volta gli occhi pieni di tristezza della ragazza l’avevano colpito. Cercava ancora di darsi una motivazione, ma ormai aveva capito che era una battaglia persa in partenza.
Ginevra Weasley non riusciva a credere alle proprie orecchie, aveva incontrato Draco in quell’orrendo corridoio e lui stranamente l’aveva aiutata, l’aveva portata nella stanza delle necessità ed era stato quasi gentile con lei, ma poi all’improvviso, nel modo più repentino possibile, lui era tornato il solito Malfoy bastardo, e sinceramente non capiva da cosa fosse dipeso questo cambiamento.
La Grifondoro non sapeva nemmeno come doveva comportarsi con quel ragazzo, ma poi le venne un’idea, che per tutti avrebbe rasentato la pazzia, ma che per lei rappresentava una delle migliori trovate della sua vita: avrebbe fatto amicizia con Draco Malfoy.
L’idea di dover fare amicizia con un tipo impossibile e dispotico come Malfoy, la fece nascere un sorriso scettico, ma decise di metterci tutte le sue forze in quel progetto, e forse, pensò, se mi concentrerò su Draco riuscirò a dimenticare l’immagine di Harry con la Chang.
Il primo passo di quel progetto pazzesco, decise, era far capire a Draco che lei voleva diventare sua amica. Ma come? Bhe, riflesse, si deve incominciare sempre dalle cose più banali, come salutarlo, quando lo vedeva per i corridoi, e sorridergli, stando però attenta a farlo solo, quando era lontana dagli sguardi indiscreti del suo caro fratellino iperprotettivo, che conoscendolo, avrebbe cercato di uccidere Malfoy, come faceva in fondo con qualunque altro esponente della razza maschile della scuola, a cui lei dimostrasse qualche attenzione particolare, Grifondoro, Tassorosso, Corvonero o Serpeverde che fosse, eccetto il suo migliore amico, di cui sapeva di non doversi preoccupare minimamente. E se Ron avesse cercato di uccidere Draco, lui non avrebbe esitato a snobbarla,con una fase tipo “non ne vali la pena”, come avevano fatto tanti altri ragazzi.
Decise di iniziare con il suo piano già dalla cena di quella sera, avrebbe iniziato sorridendogli, già pensò, un bel sorriso può sciogliere chiunque, forse anche un Malfoy.
Era ancora completamente presa a pensare a quello che avrebbe dovuto fare con il biondino, quando entrò nella Sala Comune dei Grifondoro. La prima cosa che vide fu, come al solito, Harry, il suo sguardo correva inspiegabilmente sempre a lui, che stava ridendo con Ron, forse gli starà raccontando gl’ultimi aggiornamenti della sua love-story con la Corvonero, penso malignamente la rossa, vergognandosene subito dopo.
Non sapeva cosa fare, se si fosse avvicinata avrebbe dovuto unirsi a loro oppure poteva andarsene in biblioteca ed aspettare, tranquilla e indisturbata, che si facesse l’ora adatta per scendere in Sala.
Decise velocemente che era ancora troppo presto per intavolare una discussione civile con Harry, così si adattò alla seconda possibilità e, voltandosi repentinamente, ritornò sui suoi passi uscendo alla velocità della luce dalla Sala dei Grifondoro.
Stava camminando lentamente diretta alla biblioteca, quando intravide il ragazzo di cui voleva diventare amica e senza preoccuparsi di quello che sarebbe potuto succedere decise di iniziare da subito con il suo piano, pertanto si diresse velocemente verso di lui e quando furono uno di fronte all’altro gli regalò uno dei suoi migliori sorrisi, uno di quelli che facevano sorridere in rimando chiunque.
Ginny si aspettava che lui le sorridesse o che almeno le facesse un cenno, si sarebbe accontentata di qualunque cosa, per tanto rimase a dir poco spiazzata, quando il ragazzo dopo averla guardata, con il solito sguardo attento, senza sbattere ciglio aveva continuato per la sua strada, ignorandola del tutto.
Il dispiacere provato nel vedere non ricambiato il suo sorriso, cedette quasi subito il posto alla sorpresa. Ho deciso, stabilì con determinazione, ce la metterò tutta per convincere Malfoy a sorridermi e diventare mio amico.
Draco, dal canto suo invece, era rimasto spiazzato dal sorriso della Weasley, era già dell’idea che la ragazza fosse bella, ma quel sorriso le aveva illuminato il viso facendola diventare ancora più bella, quasi celestiale, pensò il ragazzo.
Era rimasto folgorato dalla bellezza della Grifondoro, ma era rimasto sorpreso anche per il gesto; lui l’aveva trattata con cattiveria e non si era nemmeno scusato, e lei gli aveva regalato un sorriso stupendo. Ma, pensò alla fine per togliersi dall’incertezza, forse mi sono sbagliato. Avrà salutato di sicuro qualcun altro, stabilì mettendosi il cuore in pace, anche se ciò non l’aiutava a dimenticare il volto sorridente della piccola Weasley.

Ringraziamenti:
sana91: sono contenta che ti piacciae grazie per il commento. Ciao ciao. Roxiee.
Sara: grazie per il commento. Ciao ciao. Roxiee.
MiaBlack: sono d’accordo con te, anche io avrei fatto un finimondo. Grazie per la recensione. Ciao ciao. Roxiee.
Grifondor: sono contenta che ti piaccia e grazie per la recensione. Ciao ciao. Roxiee.

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Capitolo 4
*** La lettera ***


Capitolo quarto: La lettera.

Il suo piano stava andando miseramente a picco, fu il pensiero che per primo s’impresse nella mente della più piccola di casa Weasley; erano passate circa 2 settimane dal giorno in cui aveva deciso di diventare amica di Draco Malfoy e non era ancora arrivata a niente.
Lei continuava a sorridergli ogni volta che lo vedeva, ma quell’idiota di un Serpeverde ottuso continuava spudoratamente ad ignorarla e lei non aveva avuto più nemmeno il coraggio di salutarlo, era troppo compromettente, e poi se lui l’avesse nuovamente ignorata, lei che avrebbe fatto? No, pensò, non poteva permettersi di perdere la speranza di riuscire nel suo progetto, ci stava mettendo tutta se stessa a premeditare gli stratagemmi più impensabili per incontrarlo più volte possibili. E tutto quel pensare al Serpeverde, distoglieva momentaneamente dalla sua attenzione un certo Grifondoro dagli occhi verdi più belli che lei avesse mai visto.
A quella frase, che il suo cervello aveva appena formulato, si diede mentalmente dell’idiota, continuava ancora a sbavare dietro a Harry, non riusciva proprio a farne a meno, ma doveva farlo e ci sarebbe riuscita, sentenziò, e cercando irrazionalmente di smentire il pensiero precedente si mise a pensare a quali occhi fossero più belli di quelli del Grifondoro, e tutto d’un tratto si delineò nella sua mente l’immagine di due bellissimi occhi grigio-azzurri, e individuando subito chi fosse il proprietario, si riscosse e per sbollire l’imbarazzo che provava per aver pensato agl’occhi di ghiaccio di Malfoy, riprese ad inveire contro quel Serpeverde che bellamente l’ignorava.
Doveva fare qualcosa, decise, ormai non ne poteva più di essere trattata a quel modo e in più in lei si stava facendo strada il desiderio, sempre più forte, di andare dal biondino e rompergli la testa, ma se voleva diventare sua amica sapeva che se l’avesse fatto il Serpeverde non sarebbe stato poi molto d’accordo.
Continuò a pensare a cosa doveva fare per sbloccare la situazione, finché non si pianifico nella sua mente un piano e senza nemmeno darsi il tempo di pensare alle possibili irrimediabili conseguenze, corse nel suo Dormitorio, prese dalla sua borsa tutto quello che le serviva per scrivere una lettera e scendendo alla velocità della luce nella Sala Comune dei Grifondoro, iniziò a scrivere.
Ci mise un po’ per finire, ma quando rilesse la lettera, capì di aver fatto un ottimo lavoro; Quella lettera avrebbe incuriosito chiunque e Ginny sperò, con tutto il cuore, che fra quei chiunque ci fosse anche Draco Malfoy.
Dopo aver chiuso la lettera, Ginny corse alla Gufiera e dopo aver scelto un bel gufo grigio gli diede la lettera, da consegnare a Draco, con cui il gufo subito partì con un battito d’ali. Una volta consegnata la lettera al gufo, Ginny andò di corsa da Cristin Dexuel, la sua migliore amica, una ragazza dai lunghi capelli neri e dai dolcissimi occhi azzurri.
Lei e Cristin erano amiche fin da piccole e anche se erano state smistate in Case diverse, lei in Grifondoro e Cristin in Tassorosso, non si erano mai perse, anzi si erano sempre aiutate e confidate l’una con l’altra. Infatti, 2 settimane prima era successa la stessa ed identica cosa: Dopo essere stata lasciata nella Stanza delle Necessità da Draco, si era diretta immediatamente verso la Sala Comune dei Tassorosso, che ormai si erano abituati a vederla entrare e uscire anche alle ore più disparate, e dopo aver preso la brunetta per un braccio, essere salita con lei nel Dormitorio della ragazza, e aver chiuso e insonorizzato la porta alle loro spalle, le aveva raccontato tutto, dall’inizio alla fine, senza tralasciare nessun particolare, non nascondendosi alla vista dell’amica neanche quando scoppiò nuovamente in lacrime. In quell’ occasione Cristin, come al solito, aveva iniziato ad ascoltare l’amica Grifondoro, pensando che fosse uno dei suoi soliti sfoghi sul tema della frustrazione che provava nell’essere vista da Harry solo come la sorella del suo migliore amico, ma alla fine si ricredette e rimase sconvolta nel sentire tutta la storia e non potette evitare di pensare che il mondo stesse per finire, nel sentire di un Draco gentile, che da solo era impensabile e immaginare un Harry occupato in certe situazioni era il colpo di grazia.
Cristin era una delle poche persone a cui Ginny dava la possibilità di vederla in quello stato, di fronte a chiunque altro lei era una ragazza forte, coraggiosa che non piangeva mai, per nessun motivo al mondo, ma con lei, invece, era solo Ginny, una ragazza come tante altre, che aveva bisogno di essere ascoltata, e in questo Cristin era bravissima, l’ascoltava, la consolava e alla fine in un modo o in un altro la faceva sempre ridere.
Una volta che Ginny arrivò nella Sala Comune dei Tassorosso e dopo aver individuato la brunetta si diresse velocemente verso di lei e senza darle il tempo nemmeno di salutarla le mise in mano la copia della lettera che aveva appena spedito via gufo.
Cristin lesse la lettera il più velocemente possibile, cercando di non tralasciare nemmeno la minima virgola.
- Per chi è? – sbottò, senza riuscire a trattenersi, la Tassorosso, attirando, con quelle poche parole, l’attenzione di tutti i suoi compagni di casa.
Ginny, sentendosi giustamente osservata, portò l’amica in un posticino appartato della stanza, scoccandole contemporaneamente un’occhiata sarcastica.
- La lettera è interessante, a quanto pare, - le rispose poi la Grifoncina. - Ma non dovresti urlare a quel modo.
- Scusami, ma per chi è questa? – controbatté a sua volta la Tassorosso, sventolando, mentre lo diceva, la lettera che aveva in mano.
- Bhe, se proprio vuoi saperlo, in questo momento la starà leggendo Draco Malfoy. – le rispose sorridendo Ginny, divertita dall’aria stupita dell’amica.
- L’hai già mandata a Malfoy? - furono le uniche parole che la brunetta riuscì ad articolare, mentre Ginny, invece, iniziava ad essere insicura della sua trovata.
- Che ne pensi? – le chiese d’istinto la rossa, mentre si accasciava sulla poltrona più vicina. - Verrà all’appuntamento anche se non sa di chi è il biglietto?
- Penso proprio di si. – le rispose di rimando la brunetta. - Ma Ginny, ti sei resa conto di quello che hai scritto qui sopra?
- Bhe, si forse ho esagerato un po’. – rispose ancora la Grifoncina.
- Esagerato un po’? – chiese sbalordita la ragazza bruna. – Dire un po’ in questa situazione è un eufemismo. - Ginny l’hai minacciato di rivelare il suo segreto a tutta la scuola se lui non verrà nell’aula di trasfigurazione in disuso stanotte dopo il coprifuoco.
Ginny arrossi all’aria sconvolta con cui l’amica le aveva riassunto la sua lettera.
- Ho pensato che l’avrebbe impressionato. – le spiego con un sorriso incerto la giovane Weasley.
A quella risposta Cristin scoppiò a ridere, seguita subito dopo da Ginny, che vedeva la faccenda sempre più comica.
Quando smisero di ridere fu Cristin, che con voce ancora incerta per il troppo ridere, riprese a parlare.
- Già, questa lettera incuriosirebbe chiunque. – constatò Cristin con voce ancora incerta per il troppo ridere. - Ma scusa, quale sarebbe questo segreto?
- Bhe, se viene significa che un segreto ce l’ha davvero. – rispose con convinzione la Grifoncina.
A quella frase ricominciarono entrambe a ridere, finché Ginny non si decise a spiegare all’amica il motivo per cui aveva spedito la lettera.
- Devo parlargli Cristin. Devo sapere perché m’ignora in quel modo o giuro che gli rompo la testa prima della fine della settimana. – spiegò velocemente la rossa.
Cristin, trovava l’idea dell’amica molto divertente, ma all’improvviso iniziò a preoccuparsi per la reazione che avrebbe avuto Malfoy a quella lettera, lui non si sarebbe di certo messo a ridere come loro, pensò, così voltandosi precipitosamente verso l’amica, che aveva appena ripreso il controllo di sé, e iniziò a guardarla seriamente.
- Ma sei proprio sicura che non si arrabbierà per questa minaccia bella e buona? – chiese infine la brunetta.
La mente di Ginny si aprì a quel pensiero solo in quel momento, non aveva nemmeno preso in considerazione l’evenienza che Draco potesse arrabbiarsi per quella lettera.
- Non so, te l’ho detto. – rispose incerta la Grifoncina.- Io volevo solo impressionarlo.
- Di sicuro l’avrai impressionato, ma negativamente. – sentenziò la brunetta.
Ginny vietò a sé stessa , anche solo di pensare alla possibilità che il Serpeverde potesse arrabbiarsi con lei.
- Non preoccuparti, quel che sarà sarà. – stabilì la rossa guardando l’amica e sorridendole, mentre internamente iniziava a maledire la sua impulsività.
- è ora di cena che ne pensi di andare? – continuò poi per cambiare velocemente discorso.
Cristin, sapendo che l’amica voleva solo sviare la sua attenzione da quello che aveva combinato, decise di compiacerla e sorridendole annui, salutarono i Tassorosso che conoscevano e insieme si diressero nella grande sala da pranzo, in cui erano già state apparecchiate cinque tavole, il tavolo dei professori e di fronte i quattro tavoli degli studenti di Hogwarts, ognuno decorato con il colore della propria casa.
Le due ragazze, notando che la sala era semideserta, decisero di sedersi vicine, così prendendo posto al tavolo dei Tassorosso iniziarono a mangiare, ricominciando anche a parlare della lettera di Ginny e continuarono a parlarne finche l’entrata di un Draco Malfoy nero dalla rabbia non le distolse dai loro ragionamenti.
- Mi sa che avevi ragione tu. – disse con tono complice Ginny, dopo aver visto il ragazzo. - È incazzato nero, speriamo che non sia stata la lettera ad avere quest’effetto su di lui o sono nei guai.
Cristin voleva consolarla, ma l’unica cosa che riuscì a fare in quel momento fu scoppiare a ridere, beccandosi così un’occhiataccia sia dall’amica sia da Malfoy, che non sopportava che qualcuno ridesse, quando lui era arrabbiato.
Cristin, però, continuò a ridere tanto che Ginny, ad un certo punto, si unì a lei, rendendosi conto che in fondo era tutto troppo divertente per non ridere.
Dall’altro lato della sala, invece, Draco una volta arrivato al tavolo dei Serpeverde ed essersi seduto affianco a Blaise Zabini, uno dei pochi amici sinceri che possedesse, gli passò con un gesto stizzito la lettera che gli era stata appena recapitata. Blaise la lesse tutta d’un fiato e solo alla fine si voltò verso l’amico.
- Che hai intenzione di fare? – gli chiese con voce bassa.
- Non farmi domande stupide Blaise, - rispose ancora irato il biondino. - Non posso non andare, devo sapere di chi è questa lettera, e poi devo fargliela mangiare.
- Vuoi che ti accompagni? –chiese ancora il brunetto.
Draco pensò all’idea di far venire con se l’amico, ma sapendo che non sarebbe stato un comportamento molto coraggioso decise che era meglio andarci da solo.
- No, grazie, penso che ci andrò da solo. – sentenziò alla fine il giovane rampollo dei Malfoy, voltando finalmente l’amico.
Dopo aver risposto, Draco s’impegnò a cambiare argomento, gli stava ribollendo il sangue dalla rabbia, ma se continuava a pensarci, pensò, sarebbe scoppiato prima della fine della cena.
Prima che scendessero tutti i ragazzi nella sala da pranzo, dal tavolo dei Tassorosso si alzarono due ragazze, una brunetta e una rossa, che corsero velocemente nella Sala Comune dei Grifondoro. Lì, sedute nelle poltrone di fronte al camino, Ginny inizio a pensare a cosa dovesse dire al Serpeverde, mentre Cristin continuava a pensare che sarebbe stato divertente assistere alla scena che si sarebbe svolta di lì a poco nell’aula in disuso di Trasfigurazione, e sorridendo compiaciuta, decise di andarci, giustificandosi con sé stessa, che ci andava soloper dare una mano, in caso di necessità, all’amica.
Gli stessi pensieri si stavano facendo strada nella mente di un’altra persona, seduta anch’ essa su una poltrona, situata però nella Sala Comune dei Serpeverde. Blaise, che era appena arrivato nella sua Sala Comune in compagnia di Draco Malfoy, guardando di sfuggita, il biondino che stava seduto nella poltrona di fianco alla sua, che guardava fisso il fuoco ardere nel caminetto, sorridendo tra se, decise che avrebbe seguito l’amico, per vedere chi avesse avuto il coraggio di minacciare Draco Malfoy, figlio di uno spietato Mangiamorte.

Ringraziamenti:
Thaiassa: Grazie, mi fa piacere sapere che ti piace. Ciao ciao. Roxiee.
Marygenoana: Sono contenta che ti piaccia. Un bacio. Roxiee
Jez910: Grazie per i complimenti, spero che continuerai a leggere la mia fic e a lasciarmi altri commenti anche solo per dirmi se ho sbagliato qualcosa. Ciao ciao. Roxiee.
Mia Balck: è andato molto bene grazie e grazie per la rec, spero che la fic continui a piacerti. Un bacia. Roxiee.
Orly90: Quanti complimenti, ne sono contentissima. Sono contenta di sapere che ti piace come ho impostato Draco, spero che il continuo della fic ti piaccia. Ciao ciao. Roxiee.
Ciao ciao. Roxiee

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Capitolo 5
*** Diventiamo amici? ***


Capitolo quinto: Diventiamo amici?

“Adesso posso entrare!” si disse mentalmente Draco Malfoy.
Era passata circa mezz’ora da quando aveva visto qualcuno, nascosto sotto il mantello della divisa di Hogwarts, entrare nella stanza di Trasfigurazione, ma aveva preferito comunque aspettare, per vedere se arrivava qualcun altro,ma costato il contrario, decise che era il momento di entrare e far rimpiangere a quello stolto l’azione che aveva appena compiuto, pensò con un ghigno sadico sul volto.
Si diresse con passo veloce e silenzioso verso il luogo dell’incontro e senza la minima incertezza aprì e richiuse la porta dietro di sé, iniziò perciò, a guardare per tutta la stanza, cercando l’individuo che aveva visto entrare, ma non ce n’era traccia. “Com’è possibile, io l’ho visto entrare e ora non c'è più?” si chiese il Serpentello, e dato un altro sguardo alla stanza fece dietro front, si avviò alla porta da dove era entrato e stava per aprirla e uscire quando sentì un fruscio di vestiti. Si girò di scatto verso l’angolo della stanza da dove proveniva quel rumore e solo allora si rese conto che in quello stesso angolo c’era qualcuno nascosto nell’oscurità. Sicuro di sé alzò velocemente la bacchetta e la puntò senza timore verso la persona nascosta nel buio.
- Chi sei? - disse con voce ferma il ragazzo - Mostrati.
Dopo la sua frase, Draco si rese conto che la persona, nascosta nell’angolo della stanza, iniziava lentamente ad allontanarsi dal muro e ad avvicinarsi a lui, ma solo quando si tolse il cappuccio e il mantello si rese effettivamente conto di chi aveva davanti.
- Ma che cavolo ci fai tu qui? - esclamò il Serpentello prima che potesse fermare le parole che si erano formate nella sua mente, mentre abbassava la bacchetta che ancora stringeva in mano.
Ginny, che ormai aveva capito che Draco aveva preso la sua lettera un po’ troppo sul serio, cercò di restare calma, per dare l’impressione al ragazzo che aveva davanti, che lei fosse sicura almeno quanto aveva già dimostrato di esserlo lui.
- Ma che domanda sciocca, ti aspettavo no? E anche da un bel po’. - gli disse con tono ironico la Grifoncina, facendo contemporaneamente il gesto di guardare l’orologio Gabbano che aveva al polso. - E io che pensavo che fosse un esclusiva delle donne farsi aspettare.
- E si potrebbe sapere che cosa vuoi? Non mi dire che ti sei innamorata di me e adesso vuoi un appuntamento? - le rispose Draco usando lo stesso tono della ragazza.
- Un appuntamento con te? - controbatté a sua volta la rossa Grifondoro. - Ma non scherzare, presuntuoso platinato che non sei altro.
Draco, che stava dando fondo a tutta la pazienza che aveva, passandosi una mano sugli occhi, si sedette su una sedia abbandonata poco distante.
- Cretina. - le disse a bassa voce il biondo Serpeverde, per non lasciarsi offendere dalla ragazza senza rispondere.
- Deficiente. - rispose Ginny nello stesso tono, ma con voce più alta, visto che non si sarebbe lasciata offendere da nessuno. - Imbecille. - strepitò a sua volta il Serpentello.
- Incapace. - sbraitò la Grifondoro.
- Mocciosa. - sibilò il rampollò dei Malfoy.
- Insensibile egoista. - ruggì la giovane Weasley.
Draco, capendo che se non avesse interrotto lui, quel gioco da bambini che stavano facendo, avrebbero continuato fino al mattino, si alzò di scatto dalla sedia sulla quale si era seduto, passandosi nuovamente la mano sugl’occhi.
- Mi fa piacere costatare che ti stai divertendo Weasley. - le disse il ragazzo con voce esasperata. - ma adesso mi potresti dire per quale motivo mi hai fatto venire fin qui a quest’ ora della notte?
- Per parlarti, mi sembra logico, no? - gli rispose Ginny, non abbandonando il tono ironico.
- E potrei sapere cosa mi volevi dire? – le chiese ancora il Serpeverde, con il tono di voce che di solito si usa con i bambini ottusi, cercando contemporaneamente di continuare a controllarsi per la curiosità di sapere cosa volesse quella ragazza da lui.
”Per la barba dannata di Silente, e ora?” pensò Ginny, “avrei preferito continuare con gli insulti.” Stava cercando di trovare le parole giuste per quella domanda da quando aveva spedito la lettera, ma non le aveva ancora trovate. Non sapendo che altro fare, la coraggiosa Grifondoro decise di fare la cosa più semplice e sensata: Dirgli quello che le premeva senza preoccuparsi delle possibili reazioni del ragazzo.
- Per quale motivo non rispondi ai miei sorrisi e mi ignori? - gli chiese la rossa guardando il biondino negl’occhi.
Draco, sorpreso dalla domanda che non si aspettava minimamente, continuò a sostenere lo sguardo della ragazza.
- Sorridevi a me? - le chiese di rimando sbalordita.
- è normale che sorridevo a te, a chi mai potevo sorridere idiota. - gli rispose Ginny con tono sconcertato, continuando a guardarlo, trovando quella domanda la più stupida che avesse mai sentito.
- Noi non ci sopportiamo, come faccio a capire che all’improvviso ti viene l’idea di sorridermi? - le chiese il Serpentello cercando di sbollire l’imbarazzo che provava per la gaffe che aveva appena fatto.
- Perché lo fai? - chiese ancora Draco bloccando la Grifoncina, che stava per rispondere alla domanda precedente.
- Per diventare tua amica. - rispose Ginny, dopo alcuni secondi, abbassando contemporaneamente lo sguardo.
- E perché? - le chiese ancora il Serpentello con voce incerta, sempre più stupito per le risposte della rossa Grifondoro.
- Smettila di farmi tutte queste domande sciocche. - ribattè Ginny con voce arrabbiata, stanca di dover rispondere a tante domande senza ricevere in cambio le risposte che voleva.- Voglio diventare tua amica e basta. Ma adesso mi vuoi spigare per quale stramaledettissimo motivo m’ignori? Non dico che devi farmi l’inchino, ma un cenno, un saluto o un sorriso non ti costerebbero tanto, no?
Draco impressionato dalla foga della ragazza e stupito che lei volesse diventare sua amica, decise, senza darsi il tempo di cambiare idea, di rispondere il più sinceramente possibile.
- Io non ti ignoro affatto. - le rispose il biondino adoperando il tono più sincero che avesse.
- è solo che finora non hai ritenuto necessario rendermi partecipe dei tuoi piani di amicizia nei miei confronti. - continuò poi con il suo tono ironico. - Non vorrei deluderti, ma io non sono la Cooman.
”Già,” pensò Ginny, “come cavolo ho potuto dimenticarmi che infondo lui non ne sapeva nulla del mio piano e che da me, perciò, non poteva di certo aspettarsi dei sorrisi. Sono una stupida, ma adesso come me la svigno?”
Ginny, anche se aveva capito che la colpa non era del ragazzo per i suoi sorrisi non ricambiati, pensò che era meglio non renderlo partecipe dello sbaglio che aveva fatto.
- Bhe, adesso lo sai. Amici? - gli disse la Grifondoro con il sorriso meno imbarazzato che riuscì a creare sul suo volto, mentre gli porgeva la mano, iniziando così ad usare la voce sicura che aveva imparato ad utilizzare nei momenti d’imbarazzo con Harry.
Draco, mentre stringeva la mano della Weasley, continuava a chiedersi come facesse quella ragazza ad avere quella faccia tosta, quando poi in giro si diceva che era timida. Ma dove? Con chi? Con lui, fino a quel momento, non aveva avuto minimamente il comportamento di una persona timida.
Voleva chiederglielo, ma sapeva che era una domanda troppo personale e che per tanto non avrebbe avuto nessuna risposta, così rimase in silenzio come la Weasley e solo in quel momento si rese conto che da dietro la porta da cui erano entrati provenivano degli strani rumori. Senza perdere tempo si avvicinò alla porta e l’aprì di scatto, facendo cadere rovinosamente a terra un ragazzo e una ragazza.
- Scusa. – dissero i due ragazzi, ognuno rivolto al proprio amico, alzandosi velocemente da terra e entrando nella stanza, mentre Draco la chiudeva alle loro spalle.
Il Serpentello, arrabbiato per l’intromissione dell’amico, senza nemmeno guardare la reazione dell’unica Grifondoro presente, iniziò a sgridare i due intrusi finché non sentì qualcuno ridere dietro di sé. Al sentir ridere si voltò di scatto, ritrovandosi davanti ad una Ginevra Weasley piegata in due dalle risate. Dimenticandosi immediatamente del Serpeverde e della Tassorosso nella stanza, Draco iniziò a guardare la Grifondoro pensando che fosse proprio bella e che la sua risata argentina metteva davvero di buon umore, ma sentendo gli sguardi degli altri due ragazzi su di sé iniziò nuovamente a sentire la rabbia appena scomparsa.
- Ma si può sapere perché ridi? - sbottò il giovane rampollo dei Malfoy, con tono arrabbiato.
- è tutto così buffo. - riuscì appena ad articolare la Grifoncina, non riuscendo a fermare le risate.
- E che ci sarebbe di così buffo in tutto questo? - le chiese ancora Draco, non capendo cosa ci fosse di così buffo nell’essere spiati.
Ginny, riuscendo finalmente a riprendere il controllo di sé, alzò lo sguardo in quello del biondino.
- Sono caduti come due sacchi di patate, la tua faccia era da brivido, per non parlare del loro “ scusa” da Oscar, mentre ridevano sotto i baffi. - gli rispose Ginny con un sorriso sulle labbra, mentre contemporaneamente sghignazzava divertita.
Draco, ripensando a tutta la scena, iniziò a trovarla divertente, ma non volendo dare la soddisfazione alla rossa di vederlo ridere, si voltò verso la porta.
- Basta. Me ne vado. - le disse il Serpentello con il tono più neutro che trovò.
- Andiamo, noi dobbiamo fare due chiacchiere. - continuò poi rivolgendosi all’amico Serpeverde.
Draco, dopo aver parlato, iniziò a camminare verso la porta ed era quasi arrivato a prendere la maniglia, quando si fiondò davanti a lui la Weasley, che gli barricò la strada, non lasciandolo passare.
- Cosa vuoi? – le chiese con voce dura e strascicata il giovane Malfoy, per mantenere un contegno.
Ginny, non lasciandosi intimidire dalla voce del Serpeverde, scostò i capelli che le coprivano ancora il volto e gli donò uno dei suoi migliori sorrisi, uno di quelli che rendevano gli occhi della rossa ancora più splendenti del normale.
”Cavolo,” pensò Draco, “e adesso cosa devo fare?”
Lui avrebbe voluto baciarla, ma era fuori discussione con quei due lì davanti, allora sorriderle, pensò, ma i sorrisi non erano proprio il suo forte, i ghigni, quelli si che era bravo a farli, ma sapeva che in quel momento erano completamente fuori posto, così si limitò a farle un elegante occhiolino e a dirle semplicemente un “Weasley” a mò di saluto e senza darle il tempo di rispondere, la scansò, aprì la porta e uscì, seguito subito dopo dall’amico Serpeverde.
Ginny rimase per alcuni secondi immobile, pensando a quanto le era sembrato carino il Serpeverde mentre le faceva l’occhiolino, ma riprendendosi e ricordandosi solo allora che il biondino non le aveva sorriso.
- Non mi ha sorriso nemmeno stavolta. - esclamò la Grifoncina, con aria teatralmente disperata, rivolta più a se stessa che all’unica persona ancora presente nella stanza, mentre contemporaneamente si sedeva per terra.
Cristin ridendo sotto i baffi si avvicinò all’amica, l’aiutò ad alzarsi e iniziarono ad avviarsi verso il corridoio che portava alla Sala Comune dei Tassorosso.
- Non disperarti, un giorno o l’altro riuscirai ad avere un sorriso da Malfoy. - le disse rincuorante la brunetta.
- Vediamo, c’è qualcuno che non vuole raccontare che cos’è successo stanotte? - le chiese con tono complice Ginny, ricordandosi solo allora che Cristin, mentre lei parlava con Malfoy, era stata tutto il tempo in compagnia di Zabini.
- Quando Malfoy ha aperto la porta e voi siete caduti, stavate molto vicini però. - continuò la Grifondoro parlandole con un tono che non ammetteva di non ricevere una risposta, rendendosi conto che alle sue parole l’amica arrossiva a vista d’occhio.
- Non stavamo così vicini, ma devo ammettere che Blaise… - iniziò a rispondere Cristin sempre più imbarazzata.
- Blaise? Lo chiami già per nome? - continuò a chiedere imperterrita la rossa Grifondoro.
- Bhe, mi ha detto lui di chiamarlo così. - riprese a spiegarle la Tassorosso sorridendo all’amica, mentre il volto le si tingeva di un rosso ancora più forte.
- E tu non hai perso tempo, giusto? - sentenziò, ghignando divertita, la Grifoncina.
- Non prendermi in giro. - ordinò debolmente la Tassorosso, mentre iniziava a ridere anche lei.
- Ok, ok. Ma che ne pensi di lui? - le chiese ancora Ginny, ridendo ancora per l’imbarazzo dell’amica.
- Di chi? - chiese vaga la brunetta, cercando di sviare l’argomento.
- Lo sai di chi. - sentenziò la rossa.
- Di Malfoy? - chiese con fare ingenuo la Tassorosso.
- No, avanti dimmi che ne pensi di Zabini? - domandò velocemente la Grifoncina.
- Bhe, devo ammettere che è davvero molto carino, ma questo già lo sapevo, ma che fosse anche così simpatico e poco arrogante non me l’aspettavo. - le disse Cristin, sapendo che l’amica non avrebbe smesso di farle la stessa domanda finché non avesse ricevuto una risposta. - Mi piace, peccato che io non gli piaccia.
- E perché non dovresti piacergli? - chiese la rossa accigliandosi stupita per la frase dell’amica. - Tu sei molto bella, lo sai.
- Grazie per il complimento, anche se è esagerato, ma non è un problema di bellezza, ma di sangue. I Serpeverde lo sai che sono fissati con il sangue e lui non si metterebbe mai con me, una Mezzo-Sangue. Sarà stato gentile con me solo perché voleva seguire in santa pace tutto la scena. – stabilì la moretta triste.
Ginny, una volta ricevuta la confessione dell’amica, non le chiese più nulla, con sommo piacere della Tassorosso, iniziando invece a pensare ad un modo per combinare un incontro tra Blaise e l’amica.
La rossa Grifondoro era arrivata finalmente nel suo letto, ma continuava ancora a pensare allo sguardo che aveva l’amica, quando le aveva detto che le piaceva Blaise, così decise che sarebbe intervenuta, ma alla fine non arrivando a nessuna conclusione, rigirandosi nel letto con un sorriso sulle labbra decise che la soluzione migliore era quella di andare da Malfoy il giorno dopo e convincerlo ad aiutarla , avendo un infiltrato interno così vicino al moro Serpeverde, sarebbe stato molto più facile capire cosa ne pensasse il ragazzo della bella Tassorosso.

Ringraziamenti:
MiaBalck: Grazie per il commento. Ciao ciao. Roxiee.
marygenoana: Grazie per il comm, spero che ti sia piaciuto l’incontro. Un bacio. Roxiee.
Roberta9: Grazie per i complimenti, sono contenta che la mia fic ti piaccia. Un bacio, Roxiee.
giuliapotter: sono contenta che ti piaccia e spero che ti sia piaciuto anche il questo chap. Ciao ciao. Roxiee.
Ciao ciao. Roxiee

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Capitolo 6
*** Una soffiata e un piano ***


Capitolo sesto: Una soffiata e un piano.

Driin, driin, driin.
Ma cos’era quel rumore insopportabile che le stava letteralmente rompendo i timpani? pensò Ginny, sedendosi a malincuore sul letto.
La rossa Grifondoro, dopo aver ripreso contatto con quello che le stava attorno, si rese conto che quel frastuono assordante proveniva da quella strana scatola che si era fatta prestare la sera prima da Hermione.
Spento quel chiassoso aggeggio Babbano, che le sarebbe dovuto servire per alzarsi presto e correre in biblioteca a copiare qualche riga qua e là per un tema di Pozioni, si ricordò improvvisamente della soluzione trovata per risolvere il problema della sua amica Tassorosso. Decise allora di cambiare drasticamente programma: quella mattina, invece di andare in biblioteca, sarebbe scesa giù nei sotterranei e all’uscita di Draco dalla sua Sala Comune l’avrebbe convinto ad aiutarla.
Con questo pensiero in mente si convinse ad alzarsi dal letto, correre in bagno e vestirsi, il tutto il più velocemente possibile.
Dopo essersi preparata, uscì dalla Sala Comune dei Grifondoro e velocemente si diresse all’imbocco del corridoio, da dove uscivano i Serpeverde e, nascondendosi dietro un’armatura, iniziò ad aspettare.
La Weasley era così sicura di dover aspettare un bel po’, prima che il biondino uscisse, che si meravigliò, quando lo vide arrivare pochi minuti dopo.
Prima che il suo buonsenso la convincesse a tornarsene nella Sala Comune dei Grifoni, Ginny, vedendolo solo, prese coraggio, spicco una corsa verso di lui e gli si piazzò davanti.
Il primo pensiero che le passò per la mente fu che anche se di prima mattina, Draco era perfetto e affascinante come sempre, tanto perfetto che non sembrava proprio che si fosse appena svegliato e, mentre gli sorrideva, si sorprese che il suo pensiero fosse ancora rivolto a quello stupendo ragazzo biondo.
“Stupendo? Che cavolo vado a pensare?” si chiese mentalmente. “Malfoy non è stupendo e in questo momento ho altro da fare. Non posso pensare a lui!” si disse, abbandonando l’idea.
“Se continua così, mi farà venire un infarto prima che riesca a baciarla!” fu il primo pensiero che si creò nella mente del bel Serpeverde, che rimase imbambolato a guardarla.
Quella ragazza gli piaceva sempre di più, se ne rendeva conto e ormai l’aveva anche accettato, ma che avrebbe potuto fare di diverso? Saltarle addosso? “Bhe” si rispose, “non sarebbe mica una brutta idea!” Ma riscuotendosi subito dopo pensò alla possibile reazione che avrebbe avuto la Weasley ad un suo attacco così diretto e si diede del cretino, la ragazza di sicuro gli avrebbe scagliato contro tutte le maledizioni e le fatture che aveva in repertorio. Doveva aspettare ancora un po’, si disse e poi le cose stavano andando bene, lei in fondo continuava a cercarlo, come in quel momento per esempio. “Forse anche lei è attratta da me, come io da lei” ipotizzò infine.
- Ma sei una persecuzione. - la canzonò il Re delle Serpi con tono divertito, ma senza la minima traccia di sarcasmo, cercando di non dare a vedere il piacere che aveva provato nel vedersela comparire davanti, essendosi reso conto che non aveva ancora parlato e che la ragazza che aveva davanti gli stava sorridendo da un bel pezzo.
- Già, e non siamo amici nemmeno da 24 ore. - gli rispose Ginny, rincuorata dal non aver sentito cattiveria o sarcasmo nella voce del ragazzo, mentre gli sorrideva ancora di più, per quanto le fosse possibile.
- è un’affermazione o una minaccia? – continuò a chiederle il Serpentello ridendo sotto i baffi, divertito dalla battuta della ragazza.
- Entrambe. – stabilì la Grifoncina.
Il biondino, ricordandosi solo in quel momento che si trovavano davanti al corridoio da dove uscivano i Serpeverde, iniziò a camminare lentamente diretto alla Sala Grande, mentre la rossa gli si affiancava e camminava con lui.
- Cosa mi devi dire di così importante da non poter aspettare dopo la colazione? Sto morendo di fame. – le chiese il giovane Malfoy continuando ad usare un tono divertito.
Ginny, non sapendo come impostare la risposta, rimase alcuni secondi in silenzio, arrivando, infine, alla conclusione che sarebbe stato meglio rispondere nel modo più sincero e diretto.
- Mi servirebbe un piacere. – sbottò la Weasley.
Draco a quelle parole si fermò e si diede mentalmente del deficiente. “Come ho potuto essere così idiota da pensare che volesse essere mia amica e basta, senza doppi fini!” pensò. Non riusciva a crederci, suo padre glielo diceva da anni, ormai, di non fidarsi, ma lui non gli aveva voluto dare ascolto questa volta, le aveva creduto.
Il ragazzo biondo rendendosi conto che stava rischiando di perdere il controllo della rabbia che cresceva in sé, si fermò per calmarsi e per evitare di esplodere da un momento all’altro. - Cosa vuoi? – le chiese con tono freddo.
Ginny, a sentire il tono della voce del Serpeverde, alzò di scatto lo sguardo e quando lo guardò né rimase stupita, era tornato il Malfoy di sempre: aveva lo sguardo più freddo di un iceberg, la mascella così contratta che sembrava di marmo e la voce era un miscuglio tra freddezza, cattiveria e disprezzo.
La Grifondoro, non capendo cosa avesse fatto per farlo cambiare in quel modo, sentì la rabbia crescere dentro di lei insieme a una buona dose d’indignazione che non riusciva a contenere.
- Ma si può sapere che cavolo ti prende? – gli sbottò irritata la piccola di casa Weasley.
- Sei un idiota. – continuò a dirgli Ginny non avendo ricevuto nessuna risposata da Malfoy, il che la fece arrabbiare ancora di più.
- Io sarò un idiota, ma tu sei solo una sporca opportunista. - l’attaccò a sua volta Draco, sentendosi offeso.
- L’ho detto e lo ripeto, sei un idiota. Non avevo intenzione di chiederti di fare per me chissà cosa, volevo solo che mi dicessi cosa ne pensa Blaise di Cristin. – chiarì la Grifondoro voltandogli le spalle, capendo solo in quel momento che il ragazzo che aveva davanti si era arrabbiato con lei solo perché gli aveva chiesto un favore.
- Non sei solo un idiota, sei anche un cretino. Scommetto che hai pensato che io abbia voluto diventare tua amica solo per chiederti chissà quali piaceri. – continuò ferita la bella rossa voltandosi verso il ragazzo e guardandolo nuovamente negli occhi, mentre dai suoi occhi iniziavano a scendere lacrime silenziose.
Draco non sapendo come rispondere alla frase della ragazza, che aveva capito al volo i suoi pensieri, la guardò negli occhi ed ebbe un’ulteriore conferma di aver sbagliato clamorosamente, l’aveva giudicata male. Si era subito sentito offeso e aveva dato per scontato che avesse ragione il padre, senza nemmeno ascoltare cosa gli stesse dicendo quella stupenda Grifoncina. “Voleva solo sapere che ne pensava Blaise di Cristin”, pensò Draco, e mentre stava per parlarle, per dirle quello che la ragazza voleva sapere, per chiederle di non badare al comportamento che aveva avuto poco prima, Ginny, ancora in lacrime, continuando a guardare il ragazzo con rabbia mista a tristezza, riprese la parola - Ti sei sbagliato Malfoy, non sono un’opportunista. Sono solo una ragazzina che ha cercato d’essere tua amica e che cercando di aiutarne un’altra ti ha chiesto un favore. Non volevi aiutarmi, bene, non fa niente, ma come ti viene in mente che volessi usarti? Io non sono quel genere di persone.
La Weasley dopo aver parlato, voltò le spalle al Serpeverde e con passo spedito si allontanò da lui.
“Non è giusto!” pensò triste la rossa, “ero diventata sua amica o almeno ci stavo provando, e lui alla prima cosa che gli chiedo inizia già a pensare che fosse tutto un piano premeditato per sfruttarlo”.
La Grifondoro continuò a camminare finché non arrivò davanti all’ingresso della Sala Comune dei Tassorosso, e, dopo aver detto la parola d’ordine ed essere entrata, si diresse nel Dormitorio dell’amica. Come al solito, dopo aver parlato per un po’ con Cristin si calmò e insieme si diressero in Sala Grande, dove,di comune accordo, decisero di mangiare al tavolo dei Tassorosso.
Dieci minuti dopo che la rossa Grifondoro s’era voltata e se n’era andata, Draco Malfoy, stava ancora nello stesso corridoio dove lei l’aveva lasciato, cercando di capire che cavolo gli era preso. Come aveva potuto pensare che la Weasley avesse doppi fini? Lei era una Weasley, che già la diceva lunga, e in più si deve aggiungere che oltre ad essere una Weasley lei era una Grifondoro e i Grifondoro, si sa, non hanno mai doppi fini, sono sempre così disgustosamente giusti e leali, pensò.
Più ci pensava e più capiva di aver fatto una cavolata, aveva dato fuori di testa solo per una stupidissima soffiata su Blaise.
“E adesso cosa faccio per sistemare la situazione?” Si chiese preoccupato il biondino. “Le cose sono due” si rispose da solo, “o me ne infischio altamentee non ci penso più o alla prima occasione, in cui la vedo da sola, cerco di parlarle”.
Dopo aver elencato mentalmente le uniche due possibilità che aveva, la soluzione era già bella che presa: non sarebbe mai riuscito ad infischiarsene della Weasley, così poteva solo cercare di parlarle, sperando che lei non pretendesse delle scuse che lui non poteva farle.
Ginny aveva appena finito di parlare con Cristin e si stava dirigendo verso l’aula di Pozioni.
Sarebbe arrivata in anticipo, ma forse era meglio, pensò, così avrebbe evitato di vedere Malfoy o di essere seguita nuovamente da suo fratello, con la solita scusa della sua preoccupazione nei suoi riguardi. Come se i Mangiamorte avrebbero deciso di invadere Hogwarts solo per attaccare lei. Avvolte si ritrovava a pensare che Ron in certe occasioni si comportava in modo davvero ridicolo, ma lei che poteva farci? Era suo fratello e, si sa, i parenti non si scelgono.
Stava ancora pensando alle sciocchezze che molto spesso faceva il fratello, quando all’improvviso si sentì tirare per un braccio.
La giovane Grifondoro riuscì a ritrovare la voce solo quando la porta della stanza, in cui era stata fatta entrare fu chiusa, iniziò, perciò, a guardarsi attorno: si trovava in una delle tante aule vuote di Hogwarts e il suo assalitore le dava ancora le spalle ed era così coperto dal mantello che portava, che la ragazza non riusciva nemmeno a capire se fosse della scuola oppure no.
- Chi sei? Che vuoi da me? – chiese la Weasley al suo sconosciuto assalitore, facendo ricorso a tutto il coraggio che aveva, utilizzando un tono di voce da cui facilmente si poteva sentire la paura che non riusciva a nascondere.
- Calmati, non avevo intenzione di spaventarti e non voglio nemmeno farti del male. – le disse Draco con voce stranamente gentile, togliendosi poi velocemente il mantello, preoccupato per la paura che aveva sentito nella voce della ragazza.
- Che stavi cercando di fare? Volevi farmi venire un infarto? – gli chiese Ginny, furiosa per la paura che il biondino le aveva fatto fare.
Dopo aver parlato, la Grifoncina, senza nemmeno aspettare una risposta, iniziò a camminare verso la porta. Non voleva parlargli, si sentiva ancora troppo turbata per la lite che aveva avuto con lui quella stessa mattina e poi un po’ di freddezza se la meritava dopo il modo in cui l’aveva trattata, decise.
Ginny era quasi arrivata alla porta, quando Malfoy, prendendola per la vita, la voltò verso di sé e la spinse verso la porta, facendo in modo che la ragazza si ritrovasse incastrata tra lui e la porta. “In quella posizione mi ascolterà di certo!” pensò il biondino.
- Lasciami subito, Malfoy. – gli disse Ginny con un tono che non ammetteva repliche, poiché il sentirsi in trappola le faceva salire una rabbia, che era superiore anche al timore che provava nei confronti di quel ragazzo dispotico e insolente.
La ragazza pronunciò il cognome del ragazzo, con un tale disgusto misto a veemenza, da farlo diventare un insulto.
Ci fosse stato qualunque altro ragazzo al posto del biondino, avrebbe subito lasciato la rossa, ma lui, invece, restava imperterrito attaccato a lei.
- Cerchiamo di capirci. – iniziò a parlare il biondino con un tono che non ammetteva di essere interrotto, mentre sul suo volto si faceva strada il solito ghigno alla Malfoy – Primo, non cercare di offendermi buttandomi in faccia il mio cognome , secondo, a Blaise piace la tua amica Tassorosso, terzo, si può sapere che ti aspetti da me? Io sono un Malfoy, sono abituato a vedere in tutti opportunisti e amici con doppi fini, non posso farci nulla se sono cresciuto così.
- Bhe, io non volevo diventare tua amica per usarti. – gli rispose Ginny con voce così bassa da sembrare un sussurro, ma così decisa da rendere le sue parole incontestabili.
- Che fai Weasley? Parli già al passato? – le chiese il Serpentello con tono sarcastico, lasciandola e allontanandosi di qualche passo da lei, continuando però a guardarla negli occhi. - Hai già deciso di arrenderti e di non diventare più mia amica?
- No, io non ho detto questo. – gli rispose la Grifoncina incerta, non aspettandosi minimamente quella domanda.
- Bhe, a me è sembrato proprio di si. – controbatté aspro Malfoy - Mi spiace deluderti, ma non è tanto facile diventare miei amici. Ma di solito voi Grifondoro non dovreste essere più tenaci?
Ginny a quella domanda si sentì più insicura di prima, aveva dato per scontato che sarebbe diventata sua amica per il semplice motivo che lei voleva esserlo, ma le cose ora si complicavano e lei non era ancora così sicura di riuscire nel suo intento.
La Grifoncina dopo averci pensato per alcuni secondi su, si diede mentalmente dell’incapace, non poteva perdere fiducia in se stessa solo per un piccolo intoppo; lei non era il tipo da lasciar perdere solo perché le cose erano un po’ più difficili del previsto e di sicuro non lo sarebbe diventata proprio adesso.
- Io non mi sono mai arresa e di sicuro non mi arrendo adesso, ma tu sei un idiota totale per pensare che ti stessi usando. – gli disse con tono calmo e uno sguardo di sfida negl’occhi color del mare.
- Darmi dell’idiota sta diventando un’abitudine per te. – esclamò Draco, abbandonando il tono sarcastico, contento di aver usato il tema giusto per far tornare alla bella Weasley la voglia d’essere sua amica.
- Sta diventando un’abitudine perché è vero e te lo devo ripetere spesso per fartelo capire bene. – stabilì la rossa ironicamente, contenta che il ragazzo le parlasse nuovamente senza cattiverie nella voce.
- Ma davvero? – chiese il biondino fintamente offeso.
- Già. – concluse la Weasley divertita.
A quel punto, chi più apertamente chi meno, scoppiarono entrambi a ridere.
Ginny, quando smise di ridere, cercò automaticamente lo sguardo del ragazzo, rendendosi conto solo in quel momento che Malfoy la stava fissando con uno sguardo talmente attento e serio da farle venire i brividi e da farla arrossire come un pomodoro. - Che fai Weasley? Arrossisci? – la canzonò il Serpeverde, non lasciandosi scappare l’occasione.
- Ti sbagli, io non sono arrossita. – sentenziò falsamente Ginny voltandosi e dando le spalle al Serpentello, non sapendo che altro fare per nascondere il rossore.
- Per prima cosa chiamami Ginny o Ginevra, come preferisci, ma non con il cognome. E poi è vero quello che hai detto prima? A Blaise piace Cristin? – continuò poi a chiedergli la Weasley con tono complice, voltandosi di nuovo verso di lui.
- Già, gli piace. E per farmelo dire c’è voluta tutta la mattinata Ginevra. – le rispose con voce divertita Draco, utilizzando il nome completo della ragazza, considerandolo più elegante e molto più adatto alla bella ragazza a cui si stava rivolgendo.
La Grifondoro a sentire pronunciare il suo nome dal Serpeverde si sentì mozzare il fiato e le si contorse lo stomaco.
Nessuno la chiamava utilizzando il suo nome per intero e sentirsi chiamare così da lui l’aveva completamente stordita, ma d’altronde se lo doveva aspettare da lui. Lui era Draco Malfoy, e si sa, Draco Malfoy si comporta sempre diversamente dagl’altrie in fondo, anche se non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, sentire il suo nome pronunciato dal bel Serpeverde, le era stranamente piaciuto tantissimo.
- Bene, sono proprio contenta. – disse la Grifoncina, contenta per l’amica, cercando di accantonare le sensazioni provate poco prima.
- Adesso che hai intenzione di fare? – le chiese il Serpeverde, curioso di sapere quello che stava premeditando la rossa.
- Credi davvero che dovrei intervenire? - gli chiese insicura la Grifondoro, guardandolo stupita.
- Già, se non ci si mette qualcuno di mezzo, loro non ne faranno nulla. – chiarì il biondino sicuro – A quanto ho visto, la tua amica è troppo timida, mentre Blaise è troppo demente, crede che la Tassorosso non si avvicinerebbe mai a lui a causa della sua famiglia.
- Hai ragione, se non facciamo qualcosa noi, loro non si muoveranno mai. –decise con tono sicuro Ginny, dopo aver sentito la spiegazione di Draco.
- Ehi, calma, credo che tu abbia sbagliato qualcosa. – si intromise il Serpentello - Se tu non fai qualcosa, io non centro.
- Mi spiace, ma centri eccome. – gli disse Ginny guardando il ragazzo negli occhi, facendogli uno dei suoi migliori sorrisi. - E ho anche un piano.
- Un piano, di male in peggio. – la schernì Draco, con voce scherzosamente drammatica.
Ginny, senza aspettare che il ragazzo le chiedesse d’illuminarlo, iniziò a spiegargli pezzo per pezzo il suo piano e alla fine gli fece promettere di fare la sua parte.
In un modo in un altro, forse mai nessuno avrebbe capito come, il giorno dopo alla loro discussione, due alunni di Hogwarts rimasero bloccati in un’aula in disuso.
I due ragazzi erano un Serpeverde e una Tassorosso, che quando furono finalmente liberati dai loro amici, sembravano più felice che mai.
La Tassorosso, dopo aver salutato il Serpeverde e l’amico, salì velocemente nella sua Sala Comune con l’amica e si accomodarono entrambe su una poltrona. - Non ti sembra proprio strano il modo in cui siamo rimasti bloccati? – chiese la brunetta incerta dopo aver raccontato alla sua migliore amica tutta la storia.
- Già, è davvero strano. – confermò la rossa Grifondoro con il tono più sincero che riuscì a trovare, sorridendo automaticamente alla sua migliore amica.

Ringraziamenti:
Ginny 93: Sono davvero contenta che ti piaccia, spero che sia di tuo gradimento anche questo chap. Un bacio. Roxiee.
Danymalfoy: Grazie. Spero che ti piaccia anche questo chap. Ciao ciao. Roxiee.
Marygenoana: Sono contenta che ti piace, grazie per le recensioni, spero che continuerai a seguire la mia fic. Un bacio. Roxiee.
Satura_kinomoto: Grazie, spero che ti sia piaciuto anche questo chap. ciao ciao. Roxiee.

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Capitolo 7
*** Bloccati in una stanza ***


Scusate per il ritardo, ma le vacanze si sono prolungate e sono tornata da poco. Ciao ciao.

Capitolo settimo: Bloccati in una stanza.

Era già passata una giornata, ma la giovane Tassorosso ancora non riusciva a credere all'assurdità che le era successa il giorno prima.
Continuava a pensarci e a rivivere momento per momento tutto l'accaduto, ma più lo faceva più ne rimaneva stupita.
Tutto era iniziato quando, dopo aver cenato in Sala Grande, Cristin aveva deciso di raggiungere l'amica Grifondoro, che stranamente se n'era andata senza aspettarla. Dopo aver percorso alcuni corridoi, diretta verso la Sala Comune dei Grifondoro, sentì all'improvviso la voce dell'amica.
Senza nemmeno pensarci su iniziò a seguire quella voce e rimase stupita nel trovarsi davanti Ginny con Draco Malfoy che parlottavano zitti zitti, in modo tanto complice che si sarebbe quasi detto che stessero tramando qualcosa.
Non dando peso alle prime impressioni che le avevano suscitati i due ragazzi, gli si avvicinò velocemente, salutando il Serpeverde con un ciao.
- Ginny perchè te ne sei andata in quel modo? Mi sono preoccupata. - chiese di getto la moretta rivolgendosi alla Grifondoro, mentre i due ragazzi si scambiavano sguardi furtivi.
- Mi spiace Ginny, non volevo interrompere. Non avevo notato che eri uscita con Malfoy. - disse subito dopo Cristin, arrossendo furiosamente, mentre contemporaneamente abbassava lo sguardo, essendosi accorta solo in quel momento di aver interrotto un incontro tra i due.
"Cavolo, non mi rivolgerà più la parola per un pezzo per averli interrotti!" pensò Cristin arrossendo ancora di più.
- Scusate per il disturbo. - continuò a dire la Tassorosso, con voce impostate a scuse, voltandosi e dando le spalle alla Grifondoro e al Serpeverde, mentre iniziava velocemente ad allontanarsi, finché non sentì la voce della sua migliore amica richiamarla.
- No Cristin, aspettami. Stavo solo parlando con Draco di una certa cosa, ma adesso abbiamo finito. - esclamò la Rossa.
Cristin, felice che l'amica non fosse arrabbiata con lei per l'interruzione, si rivoltò verso i due ragazzi e, dopo aver visto Ginny salutare Draco e avergli fatto l'occhiolino, lo salutò anche lei dirigendosi subito dopo con Ginny verso un altro corridoio, nel quale la Grifondoro la fermò.
- Cristin aspetta un attimo, non andiamo direttamente sopra. Vorrei farti vedere prima una cosa. - le propose la Grifoncina.
- Ok. Dove si va? - le chiese Cristin senza farselo ripetere due volte, essendo curiosa di sapere cosa l'amica le volesse far vedere.
- Al quinto piano. - le rispose Ginny con un gran sorriso.
La Tassorosso, senza chiedere altro, iniziò a seguire l'amica che stava già salendo le scale.
Dopo aver percorso svariati corridoi e aver salito scale su scale, si ritrovarono davanti ad una porta che Ginny subito varcò, seguita a ruota dall'amica che chiuse la porta dietro di sé.
Una volta entrate in quell'enorme sala rotonda, che tempo prima fungeva da aula, Cristin iniziò a camminare verso il centro della stanza cercando di capire cosa ci fosse di così interessante da convincere la sua amica a portarla fin lì, finché non sentì la voce della Grifondoro parlarle.
- Cristin mi sono dimenticata una cosa, aspettami qui. Torno subito. - le disse la Rossa velocemente.
La brunetta, senza neanche mettere in discussione le parole dell'amica, annuì col capo e si mise seduta su una delle tante sedie sparse in quella stanza polverosa, mentre Ginny, non dando il tempo all'amica nemmeno di chiederle cosa si fosse dimenticata, corse fuori dalla stanza e, sentendo il rimbombo sempre più vicino di alcuni passi, si nascose dietro un pilastro.
La Grifondoro, cercando di non fare alcun rumore, vide il Serpeverde, che aveva poco prima salutato, camminare con affianco un ragazzo della sua stessa casa, condurlo davanti alla porta da cui lei era uscita poco prima e, dopo averlo fatto entrare nella stanza, chiudere subito la porta alle spalle dell'amico.
Il biondino, appena chiusa la porta, impugnò la bacchetta, la puntò verso la maniglia e, pronunciando un incantesimo, bloccò l'entrata della stanza.
La rossa Grifondoro, dopo aver visto Draco bloccare la porta, uscì dal suo nascondiglio e, non aspettando che il ragazzo si voltasse verso di lei, gli saltò al collo abbracciandolo il più forte che poteva.
- Ce l'abbiamo fatta. - bisbigliò la Grifoncina all'orecchio del Serpentello.
A Draco, a sentirsi abbracciare da Ginny, gli si mozzò il fiato, i suoi sensi furono riempiti e inebriati dal profumo e dalla voce della ragazza e il suo sangue s'infiammò nel sentire il corpo della Grifondoro contro il proprio.
- Già. - riuscì solo a dire con voce incerta il bel Serpeverde, che si sentiva completamente scosso da tutte quelle sensazioni.
Ginny, da parte sua, non riusciva a credere a quello che aveva fatto. Come cavolo le era potuta venire la malsana idea di saltare addosso a Draco Malfoy?
Ginny oltre ad essere rimasta stupita di aver fatto un gesto che il Serpeverde avrebbe potuto respingere, era rimasta sconvolta anche dalla serie d'emozioni che erano scaturite in lei al contatto col ragazzo.
La giovane Weasley si sentiva sempre più confusa, tutte quelle sensazioni le aveva provate solo un paio di volte nella sua vita, anche se di intensità minore, e risalivano tutte a qualche slancio d'affetto da parte di Harry, ma stavolta non era stato il Grifondoro per eccellenza a procurargli tutte quelle emozioni, ma bensì era stato Draco Malfoy, il principe delle serpi. "Che mi prende?" si chiese, "Draco è solo un amico; non posso provare certe cose per lui!!!"
Appena sentì la risposta del Serpeverde, Ginny, riscuotendosi dai pensieri che stavano affollando la sua mente, diventò più rossa dei suoi capelli, allontanandosi automaticamente dal ragazzo e abbassando lo sguardo.
Draco, vedendo l'imbarazzo della rossa, si sentì rincuorato e gli venne quasi la voglia di sorridere al pensiero che almeno tutte quelle emozioni non le avesse sentite solo lui.
Dopo alcuni minuti di interminabile silenzio, i due ragazzi iniziarono a guardarsi negl'occhi, finché il biondino non prese l'iniziativa.
- Credo che sia meglio allontanarci da qua o qualcuno potrebbe sospettare qualcosa. - disse il ragazzo alla rossa di fronte a sé.
- Ok. - gli rispose con voce incerta Ginny, ancora imbarazzata per l'accaduto.
Appena la Grifondoro rispose, i due ragazzi, di tacito accordo, si diressero nella stanza delle necessità, sapendo che lì non ci sarebbe stato nessuno.

- Ginny sei tu? - furono le uniche parole che la Tassorosso riuscì ad articolare prima che le si mozzasse il respiro nel trovarsi davanti Baise Zabini, uno dei più bei studenti di Hogwarts.
Rimasero entrambi zitti per alcuni istanti cercando di capire cosa ci facesse l'altro in quella stanza, finché il Serpeverde, con il suo solito tono calmo, anche se stranamente non era affatto così, non salutò la ragazza che aveva davanti.
Blaise non riusciva a capire come facesse quella semplice ragazzina Tassorosso ad abbattere il muro di indifferenza che circondava il suo cuore, che ormai era diventata leggenda persino ad Hogwarts. Tutti, infatti, sapevano che l'unico sentimento che si riusciva a far nascere in quel ragazzino, dai capelli scuri e dagl'occhi chiari, era unicamente l'indifferenza, il menefreghismo più totale; come si sapeva anche che l'unica persona per cui Blaise non provasse indifferenza, ma qualcosa di molto vicino all'affetto, fosse Draco Malfoy. L'unico a detta del Serpeverde, che meritasse qualcosa di diverso dalla freddezza dell'indifferenza, poiché lui era uno dei pochi che erano riusciti a sopravvivere alle loro famiglie senza perdersi completamente come tutti gli altri ragazzi che conoscevano.
"Cosa mi sta succedendo?" pensò in quel momento Blaise, "io non provo mai nulla per nessuno e adesso, alla vista di questa semplice ragazzina, mi sento sciogliere dentro? Com'è possibile? Non ha nulla di diverso da tutte le altre e non ha nessun merito particolare che mi faccia pensare che si merita il mio interesse!" sentenziò infine.
- Come mai sei qui? - chiese la Tassorosso con voce timida, mentre il Serpeverde stava ancora rimuginando sui suoi ultimi pensieri.
- Non ne ho la più pallida idea. Draco doveva farmi vedere qualcosa, ma a quanto pare lui non è nemmeno entrato. - le rispose Blaise pacato, senza nemmeno prendere in considerazione l'idea di risponderle male.
Dopo aver detto quelle parole il moretto si voltò verso la porta, dando momentaneamente le spalle alla ragazza e cercò d'aprirla, ma inspiegabilmente la porta non si mosse di un solo centimetro. " Che cavolo succede?" fù l'unica domanda che riuscì a farsi prima che la risposta gli arrivasse chiara e forte nella sua mente. DRACO!!!!
- E tu cosa ci fai in questa stanza? - le chiese il brunetto con tono che, senza volere, era diventato più dolce, voltandosi verso la ragazza, che lo stava ancora guardando, avendo ormai accettato l'idea che da quella porta non sarebbe riuscito ad uscire per il momento.
Cristin avendo capito che quello che stava accadendo erano le conseguenze di uno dei soliti piani dell'amica Grifondoro, maledisse mentalmente Ginny per la situazione in cui l'aveva cacciata, ripromettendosi silenziosamente di farle appena possibile un bel discorsetto sul come non si devono categoricamente mettere in situazioni impossibili le proprie più care amiche.
- Idem. Ginny mi ha detto che voleva farmi vedere qualcosa, ma arrivate in questa stanza ha detto di aver dimenticato qualcosa, mi ha detto di aspettarla qui ed è partita a gambe levate. - gli rispose la Tassorosso, guardando negl'occhi il ragazzo con cui stava rinchiusa nella stessa stanza.
- A quanto pare i nostri amici hanno deciso di farci uno scherzo. - continuò a dirle Blaise divertito, senza però distogliere lo sguardo dalla brunetta.
- Già. - acconsentì alla fine la Tassorosso.
Dopo essersi scambiati le proprie opinioni, entrambi scoppiarono a ridere e, solo quando ambedue smisero, Blaise si decise a sedersi su una sedia non molto lontana da quella della brunetta.
- Adesso che si fa? - chiese Cristin non riuscendo a sostenere il silenzio imbarazzante che era calato su di loro.
- Non saprei. L'unica cosa che possiamo fare per il momento è aspettare. - le rispose Blaise, non sapendo che inventarsi.
- Secondo te perchè ci hanno chiusi qui? - continuò a domandargli Cristin, decisa a non far scendere nuovamente su di loro l'orrendo silenzio di poco prima.
Mentre poneva la domanda, la Tassorosso pensò all'orribile possibilità che l'amica avesse rivelato la sua cotta al ragazzo che aveva davanti, ma sapendo che l'amica non l'avrebbe mai tradita in quel modo si tranquillizzò o almeno cercò di farlo fino alla battuta successiva del ragazzo.
- Bhe, credo che i nostri amici abbiano deciso di farci fare amicizia. - disse con tono carezzevole Blaise.
- Ah. – fu l'unica che riuscì a pronunciare la brunetta, mentre imbarazzata arrossiva furiosamente e abbassava il volto verso il basso.
- Che c'è ? Non ti va di fare amicizia con me? - le chiese Blaise con un tono da cui si poteva facilmente percepire un bel pò di preoccupazione, poiché il ragazzo non riusciva a scorgere niente dal volto abbassato della ragazza e dalle sue parole non si riusciva a interpretare cosa ne pensasse.
- Certo che mi va di fare amicizia con te. - gli rispose esitante Cristin, continuando a tenere il volto basso, non avendo la più pallida idea di cosa fare o cosa dire per far capire al ragazzo che lei ci teneva a fare amicizia con lui, senza sembrare però troppo patetica.
L'imbarazzo e la reticenza della ragazza furono tradotte dal Serpeverde come una semplice frase di circostanza, che nascondeva il completo disinteresse della ragazza nei suoi confronti, il che si concretizzò in una delle poche volte in cui il Serpeverde sentì dentro di sé crescere il dispiacere e la rabbia per l'essere stato rifiutato senza possibilità d'appello.
- Bhe, se lo credi davvero lo dovresti dire con più convinzione, ma forse è meglio così per te. Anche se a te avrebbe fatto piacere fare amicizia con me, il sottoscritto non si sarebbe mai abbassato a familiarizzare con una sporca Mezzosangue come te. - sbottò malignamente Blaise, con la voce deformata dalla rabbia e dalla delusione.
Blaise, a sentire tutte le parole che erano uscite dalla sua bocca, rabbrividì, dandosi mentalmente dell'idiota. "Che cavolo le sto dicendo? E per quale motivo la sto offendendo?" si chiese incredulo.
Il brunetto non riusciva a capire cosa gli era preso, le parole che aveva appena sputato e le reazioni che aveva appena avuto ce le si poteva aspettare da Draco, ma non da lui. "Io non sono il tipo che sputa veleno se si sente ferito, io sarei dovuto rimanere indifferente alle sue parole come mi succede con tutte le altre persone. Che mi succede con questa ragazzina?" si chiese ancora, più sconcertato che mai.
Blaise, dopo essersi posto mentalmente quell’ultima domanda, puntò lo sguardo su quella ragazza, che riusciva ad abbattere senza neanche accorgersene il muro d’indifferenza che aveva creato intorno a sé, e rimase meravigliato e stupito nel sentire i brividi di passione che gli procurava il solo guardare quella dolcissima ragazzina dagli occhi chiari.
La giovane Tassorosso, dopo aver assimilato le parole del Serpeverde, alzò di scatto lo sguardo sul ragazzo facendo sì che i loro sguardi s’incatenassero.
- Mi spiace che tu la veda così, perché a me avrebbe fatto veramente piacere fare amicizia con te, ma a quanto pare non è reciproco. – gli rispose Cristin, con voce smorzata dalla tristezza, mentre gli occhi le diventavano lucidi
Dopo aver parlato Cristin voltò le spalle al ragazzo e, sapendo di non poter uscire da quella stanza, si diresse verso la finestra e iniziò a guardare fuori.
Il Serpeverde, dopo aver guardato negli occhi la Grifondoro e aver sentito le sue parole, si scagliò addosso milioni e milioni di fatture apostrofandosi con miliardi di epiteti diversi.
"Che cavolo mi è saltato in testa di darle della sporca Mezzosangue?" continuava a chiedersi Blaise, mentre seguitava a guardare la Grifondoro dargli le spalle.
- Bhe... io... ecco... - balbettò incerto il brunetto avvicinandosi a Cristin, non avendo però la minima idea di quello che doveva fare o dire per far dimenticare alla ragazza l'uscita velenosa di poco prima.
"Cavolo, che le dico?" si chiese esasperato il Serpeverde non avendo la più pallida intuizione sul come dover cominciare.
Blaise rimase in silenzio per alcuni minuti, continuando a guardare intensamente la Tassorosso che gli dava la spalle, finché non si rese conto che la ragazza in questione stava tremando. Le si avvicinò senza far rumore e, quando le fu abbastanza vicino da vedere le lacrime sgorgarle dagli occhi, si sentì pietrificato e automaticamente indietreggiò.
Il ragazzo diede fondo a tutte le sue capacità mentali per trovare un modo per aggiustare le cose, ma non gli venne nessuna brillante idea; solo un pensiero continuava a ronzargli per la testa fin dall'inizio, ma in fondo non era nella natura dei Serpeverde chiedere scusa.
Dopo una manciata di secondi, che per Blaise furono un'eternità, non riuscendo più a trattenersi alla vista della ragazza in lacrime, le si avvicinò velocemente, l'abbracciò da dietro, accostando la sua bocca all'orecchio della ragazza.
- Mi spiace, non volevo offenderti. - le bisbiglio il ragazzo dispiaciuto. Avendo utilizzato un tono talmente sincero e dispiaciuto che entrambi ne rimasero meravigliati, ma principalmente ne rimase stupito il ragazzo, che si rese conto che, in tutta la sua vita, non aveva mai usufruito di quel tono di voce. Questo semplice dato di fatto gli fece capire che c'era qualcosa di particolare in tutta quella storia.
- Bhe, allora perchè l'hai fatto? - chiese di scatto la Tassorosso al Serpeverde, liberandosi dall'abbraccio del ragazzo e voltandosi verso di lui, guardandolo negli occhi e aspettando una risposta.
- Potrebbe sembrare sciocco il motivo per cui ti ho attaccata a quel modo. Prometti di non rinfacciarmelo a vita. - le rispose Blaise abbassando lo sguardo e buttando alle ortiche tutta l'usuale reticenza dei Serpeverde sulla verità. Blaise disse il tutto utilizzando un tono talmente basso da sembrare un sussurro, poiché aveva capito che l'unico modo per aggiustare le cose era dirle la semplice verità.
- Promesso. - sentenziò la brunetta Tassorosso.
- Mi sono sentito rifiutato. - bisbigliò il Serpeverde.
Blaise notando che la ragazza non piangeva più si sentì sollevato, ma avvertendo su di sé il suo sguardo interdetto continuò a spiegarsi.
- Il tuo comportamento mi è sembrato solo un modo per farmi capire che a te non andava per nulla di fare amicizia con me. - spiegò ancora il brunetto.
- Ma non è vero. - si difese la ragazza.
- Lo so, però l'ho capito solo quando hai alzato lo sguardo, ma era già troppo tardi. - continuò a dirle Blaise mostrandole un sorriso incerto.
La Tassorosso, a quel sorriso stentato e sentendo le parole del ragazzo, non riuscì a non sorridergli; sorriso che, tra l'altro, fu subito ricambiato.

- Cristin hai finito di prepararti? - chiese Ginevra Weasley alla sua migliore amica.
Cristin a sentire la voce dell'amica, si risvegliò dai suoi ricordi ricominciando automaticamente a prepararsi, mentre la Grifondoro imperterrita continuava a studiarla attentamente.
- Scommetto che ti sei imbambolata di nuovo pensando ad ieri, non è vero? - chiese infine la rossa divertita.
- Già, mi sono imbambolata di nuovo. - le rispose la Tassorosso arrossendo come un pomodoro, sapendo che all'amica non sarebbe mai riuscita a nascondere nulla.
La Grifondoro vedendo il volto arrossato dell'amica e sentendo le sue parole, sorrise e, non riuscendo a trattenersi, iniziò a prenderla in giro.
- Ma lo sai che sei stata fortunata a rimanere bloccata con lui? Immagina se ci rimanevi con la Parkinson. - sbottò la Grifoncina ghignando divertita.
- Ginny non prendermi in giro, tanto lo so che siete stati tu e Draco a chiuderci lì dentro. - le rispose con un sorriso Cristin, ricordandosi solo in quel momento di non aver fatto capire all'amica di sapere della sua trovata per farle stringere amicizia con Blaise.
Ginny, pensando solo in quel momento che l'amica potesse essere arrabbiata con lei per la situazione in cui l'aveva messa, abbassò lo sguardo.
- Ah, lo sai. Cristin mi spiace... - cercò di scusarsi la Weasley.
- E te ne ringrazio, ma se ci riprovi giuro che ti ammazzo con le mie mani. - disse la Tassorosso interrompendo l'amica, utilizzando un tono prima dolce e poi scherzosamente minaccioso.
La Grifondoro, felice di essersela cavata con così poco, abbandonò velocemente l'argomento e iniziò a guardare l'amica da capo a piedi.
- Devo ammettere che non ti ho mai vista così bella, ti fa proprio bene uscire con Blaise. - le disse sinceramente la giovane Grifoncina. - Secondo me a Blaise viene un infarto appena ti vede.
- Credi davvero che gli piacerò? - le chiese Cristin ancora insicura dopo aver provato una ventina di vestiti diversi completati ognuno con una differente acconciatura dei capelli, guardando l'amica negli occhi.
- Ne sono certa. - la rassicurò la rossa con tono dolce.
Dopo quella semplice domanda e risposta le due amiche si slanciarono in un affettuoso abbraccio.
- Deve essere stato emozionante quando ti ha invitata a fare una passeggiata con lui a Hogsmeade, per non parlare di quando ti ha abbracciata. - pensò ad alta voce la Grifondoro con voce sognante.
- Emozionante è poco, immagina che se solo ci ripenso mi batte ancora forte il cuore. - rivelò emozionata la Tassorosso. - Scusa, ma che ore sono?
- Sono già le 17,45. Se non ti sbrighi lo farai aspettare. Muoviti. - le rispose Ginny, dopo aver guardato l'orologio Babbano che teneva al polso; orologio che le era stato regalato da Hermione per il suo compleanno e che solo grazie ad un potente incantesimo del padre aveva potuto portare fin lì ad Hogwarts.
- Ti racconto tutto quando torno. - le disse la brunetta prima di darle un bacio sulla guancia e scappare di corsa dal dormitorio, correndo come una furia verso il luogo d'incontro prefissato con un bel ragazzo di Serpeverde.
Le due amiche non si rividero che a serata inoltrata nel dormitorio della Tassorosso, dove Cristin raccontò a Ginny particolare per particolare tutto l'accaduto della sua romantica uscita.
- E’ stato tutto stupendo e lui è così dolce. - terminò la brunetta con voce sognante e gli occhi che le brillavano.
- Sono contenta che tra voi vada bene. - disse la Grifoncina all'amica con un sorriso immenso, contenta che la Tassorosso fosse felice. - Vi auguro figlie femmine. - continuò poi scherzando.
- Ginny non scherzare. - controbatté la Tassorosso triste, rabbuiandosi alle parole dell'amica.
- Ehi, Cristin che succede? Perchè fai quella faccia? Non vuoi avere figli? - chiese Ginny preoccupata per la reazione della brunetta, da cui si sarebbe aspettata tutt'altro comportamento.
- Certo che voglio averne, ma stai correndo troppo. - iniziò a spiegare la Tassorosso. - Siamo usciti insieme e ci siamo divertiti, per non parlare di quando ci siamo baciati, ma in fondo la verità è che io continuo a restare solo una Mezzosangue e lui figlio di un Mangiamorte. Alla luce del sole non ci potrà mai essere nulla tra noi e anche se io volessi abbandonare i miei per lui, non riuscirei mai a sposare un assassino, perchè tanto sappiamo che appena finirà la scuola lo diventerà.
Dopo quello scambio d’opinioni, Ginny si avvicinò all'amica e, cercando di rassicurarla l'abbracciò il più forte che poté. Le due amiche rimasero in quella posizione fino a notte inoltrata, entrambe in silenzio, entrambe a pensare, entrambe a chiedersi cosa ne sarebbe stato di due ragazzi, che, senza avvertirle erano entrati nei loro cuori.

Ringraziamenti:
Lore: Grazie. Ciao ciao. Roxiee.
Ginny93: Grazie per il commento. Ciao ciao. Roxiee.
Danymalfoy: Grazie per la recensione. Ciao ciao. Roxiee.
Marygenoana: Grazie. Ciao ciao. Roxiee.
Orly90: Sono contenta che ti piaccia la mia fic e che ti piaccia come ho impostato Draco. Al prox chap. Ps. Anche io scambierei due parole col biondino. Roxiee.
Carla: Grazie. Ciao ciao. Roxiee.

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Capitolo 8
*** Il mio nome è Selene Serpeverde ***


Capitolo ottavo: Il mio nome è Selene Serpeverde.

- Vinceremo noi! - esclamò il Serpentello.
- Neanche per idea, vinceremo noi Grifondoro. - rispose la Grifoncina.
- Non illuderti dolcezza. Questo è il primo incontro dell'anno e la vittoria andrà ai migliori... - controbatté a sua volta il biondino.
- Cioè ai Grifondoro. Noi siamo i migliori e come hai appena detto tu, vinceremo noi. - continuò la frase Ginny, interrompendo il biondino con cui parlava da un'ora buona.
- Ho detto che vinceranno i migliori, non i peggiori. - sostenne ancora il Serpeverde riducendo gli occhi a due fessure.
I due ragazzi continuarono a stuzzicarsi e a rispondersi per le rime, finché Draco non sentì dei rumori provenienti dall'esterno, i quali annunciavano l'imminente inizio della partita.
Il Serpeverde rendendosi immediatamente conto che erano entrambi in ritardo, si voltò velocemente verso la ragazza.
- Che ore sono? - gli chiese perentoriamente il Serpeverde.
- Sono le 16,45. Siamo in ritardo! Fra 15 minuti incomincia la partita, non ce la faremo mai! - gli rispose con una nota di panico nella voce la Grifondoro, dopo aver guardato l'orologio.
Draco, senza nemmeno ascoltare le parole della rossa, le agguantò una mano e iniziò a correre il più velocemente possibile verso il campo, mentre Ginny, dopo essersi ripresa dalla sorpresa per lo scatto improvviso del ragazzo, iniziò a correre a sua volta.
- Tu... Tu... è tutta colpa tua. - disse irata la rossa al biondino.
- La colpa non è affatto mia. Sei stata tu a distrarmi e poi non sprecare fiato. Corri! - esclamò esasperato il ragazzo.
La Grifondoro e il Serpeverde corsero come il vento e in circa 10 minuti arrivarono davanti agli spogliatoi dei giocatori.
Una volta lì, Ginny, dopo aver ripreso fiato per un attimo, si voltò velocemente verso il biondino, che stava per entrare nello spogliatoio della sua squadra, gli si avvicinò e, alzandosi sulle punte dei piedi, gli diede un bacio sulla guancia.
- Buona fortuna campione. - Gli sussurrò poi dolcemente all'orecchio la Grifoncina.
Al gesto e alle parole della ragazza, Draco, non facendole notare l'imbarazzo che provava, si abbassò leggermente verso di lei e, accarezzandole la guancia, le diede un dolce bacio sull'altra.
- Buona fortuna anche a te piccola. - le bisbigliò con voce dolce e intensa il Serpentello.
- Malfoy lascia immediatamente mia sorella e tu vieni subito qui. - Ringhiò un ragazzo dalla porta dello spogliatoio dei Grifondoro.
Presi di sorpresa, sia Draco sia Ginny, s'irrigidirono.
- Mi dispiace. - le disse il biondino a voce bassa, in modo che lo sentisse solo lei, appena si riprese dalla sorpresa.
- fa nulla, ma per favore và. - gli rispose la rossa rivolgendogli un dolce sorriso, utilizzando lo stesso tono del ragazzo.
Draco avrebbe voluto voltarsi verso quel Weasley rompiscatole e dirgliene quattro per aver interrotto il loro scambio di battute, ma sapendo che in quel modo avrebbe probabilmente fatto solo arrabbiare la ragazza che aveva vicino, si limitò ad annuire, voltarsi ed entrare nello spogliatoio dei Serpeverde, senza nemmeno rispondere agli insulti che il rosso Grifondoro aveva cominciato a lanciargli contro.
Ginny rimase completamente spiazzata dal comportamento del biondino, non si sarebbe mai aspettata da lui quella reazione. Era sicura di aver letto negli occhi del ragazzo il desiderio di voltarsi e iniziar litigio con suo fratello, ma inspiegabilmente lui alla fine aveva fatto come lei gli aveva chiesto; Era stato dannatamente comprensivo e per quel gesto la Grifondoro si ripromise mentalmente di ringraziarlo appena possibile.
- Si può sapere che stavi facendo con quello lì? E perchè gli hai permesso di baciarti? - chiese il fratello maggiore della Grifoncina, mentre lei stava ancora pensando al gesto del ragazzo che se n'era appena andato.
Quelle parole mandarono Ginny completamente in tilt. "Come diavolo si permette mio fratello di arrivare, interromperci, offendere Draco e poi farmi queste stupide domande, dopo che Draco si è comportato così bene?" furono le uniche parole che continuavano a venirgli in mente.
- Come ti permetti di farmi queste domande, non sono affari tuoi. Ron cresci e smettila di starmi addosso. - sbottò irata la ragazza col tono più duro e arrabbiato che possedesse, voltandosi di scatto verso il fratello.
Dopo aver parlato la Grifondoro, ancora arrabbiata, si voltò ed entrò nello spogliatoio dei Grifondoro seguita dopo dal fratello, che continuava imperterrito la sua scenata anche in presenza di tutta la squadra, ma, fortunatamente per Ginny, alcuni minuti dopo la partita iniziò.
Solo dopo 2 estenuanti ore di gioco, al punteggio pari di 212 a 212, Harry Potter, cercatore dei Grifondoro, riuscì a prendere il boccino d'oro portando così la sua squadra alla vittoria.
Tutti i Grifoni, i Tassi e i Corvi presenti alla partita si riversarono immediatamente nel campo esultando e festeggiando i vincitori, ma dopo alcuni minuti l'attenzione di tutti si concentrò su una Corvonero che si era letteralmente lanciata tra le braccia del cercatore dei Grifondoro e l'aveva, senza troppi complimenti, baciato con passione.
Tutti, compresi Serpeverdi e Professori, rimasero sorpresi nel vedere Cho Chang baciare Harry Potter, ma rimasero ancora più stupefatti nell'osservare Harry rispondere appassionatamente al bacio della ragazza.
Tra tutta quella gente stupita, che impressionati seguitavano a guardare la scena, c'era però una ragazza dai capelli rossi con le guance rigate dalle lacrime e gli occhi fissi sul ragazzo miracolosamente sopravvissuto e la cacciatrice dei Corvonero.
La Weasley non riusciva a trattenersi, riusciva unicamente a guardare immobile quella scena e a piangere tutte le lacrime possibili.
In tutta quella confusione quasi nessuno notò alla rossa in lacrime: solo un ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi di ghiaccio se n'accorse e stava per avvicinarsi a lei per consolarla, strafottendosene altamente di quello che avrebbe potuto dire il fratello della ragazza, quando la giovane Grifondoro ancora in lacrime scappò via volando sulla sua scopa.
Ginny continuava a volare, senza nemmeno guardare dove si stava dirigendo, non riuscendo a togliersi dalla mente l'immagine di Harry e Cho baciarsi. La ragazza, in fondo, già li aveva visti in quella situazione, ma una cosa era vederli che si baciavano nascosti in una stanza e una cosa era vederglielo fare davanti a tutta l'intera scuola.
Quel gesto poteva significare solo una cosa: il Grifondoro e la Corvonero dovevano essere arrivati ad una fase del loro rapporto in cui avevano raggiunto una tale sicurezza dei loro sentimenti, che avevano deciso di rendere la loro relazione ufficiale.
Ad un certo punto Ginny decise di scendere, sapendo di non poter volare in eterno, e solo quando fu a terra si rese veramente conto di dove si trovasse: Davanti a lei s'innalzava l'imponente foresta proibita.
In qualunque altra occasione non sarebbe mai entrata in quella foresta, ma in quel momento sentiva dentro di sé il bisogno di stare sola in un posto in cui nessuno l'avrebbe potuta disturbare o vedere, così, lasciando la scopa per terra, iniziò ad addentrarsi tra gl'alberi.
Ginny continuò a penetrare in quella fitta boscaglia, finché non trovo un piccolo laghetto nascosto dagli immensi alberi, circondato dalle piante e dai fiori più belli e strani che la ragazza avesse mai visto in vita sua.
La Grifondoro, rendendosi conto che quel posto appartato era stupendo, decise di restarvi un pò, così avvicinandosi ad enorme masso posto sulle sponde del laghetto vi si sedette sopra.
A Ginny, una volta che si fu seduta, le si riempì nuovamente la testa dell'immagine di Harry e Cho e non riuscendo a trattenersi scoppiò nuovamente in lacrime coprendosi automaticamente il volto con le mani.
La ragazza pianse per minuti interminabili, finché all'improvviso sentì una voce.
- Smetti di piangere, di sicuro tutte queste lacrime non risolveranno il problema. - le disse una voce femminile, con tono dolce, ma deciso al tempo stesso.
La rossa, a sentire quella voce a lei sconosciuta, alzò di scatto lo sguardo sulla fonte della voce appena sentita e rimase talmente stupita che non riuscì a parlare per alcuni minuti.
La creatura che le si era parata davanti era il fantasma di una bellissima ragazza dai capelli e dagli occhi neri come il carbone, con indosso uno splendido abito nero decorato da innumerevoli smeraldi verdi.
Secondo la giovane Weasley quella bellissima ragazza dagli occhi color ebano non poteva essere molto più grande di lei, ma sentendo su di sé lo sguardo del fantasma cercò di cancellare velocemente le lacrime che le bagnavano il viso e, solo quando fu sicura di non scoppiare nuovamente a piangere a dirotto, alzò di nuovo lo sguardo sul fantasma.
- Avanti non prenderla così. L'amore fa sempre un pò male, ma vedrai che si sistemerà tutto. - le disse ancora il fantasma col tono ancora più dolce e rassicurante, cercando di farla calmare.
- Come fai a sapere che piango per amore? - le chiese Ginny con la voce ancora roca per il pianto, sorpresa che la ragazza avesse capito così facilmente il motivo per cui stava piangendo.
- Ti si legge negli occhi. Non temere in un modo o nell'altro tutto si sistemerà. - le rispose sicura la ragazza non abbassando lo sguardo.
- Non credo che ci sia qualcosa da sistemare. Io lo amo, ma lui non ama me, non mi ha mai amata in 6 anni che ci conosciamo. - le confidò in un sospiro la Grifondoro, fidandosi senza remore della ragazza con cui stava parlando.
- Beh, allora fattene una ragione e và avanti, non puoi stare così per una persona che non prova per te quello che tu provi per lui e poi se non ti ama significa che non ti merita. - le disse ancora la ragazza.
La Weasley, sapendo che la ragazza aveva pienamente ragione, le donò uno dei suoi più bei sorrisi, sorriso che sparì, però, alle parole che la ragazza le rivolse alcuni secondi dopo.
- Ti aspettavo da molto tempo! - aveva esclamato dolcemente il fantasma.
- Aspettavi me? - chiese Ginny con voce esitante, sconcertata dalla frase appena sentita.
- Aspettavo qualcuno, non sapevo chi sarebbe venuto. - le spiegò gentilmente la ragazza, facendole un sorriso rassicurante.
La rossa, allarmata dalle parole appena sentite, si alzò di scatto dal masso su cui stava seduta.
- Cosa vuoi da me? E perchè mi aspettavi? - le chiese con voce spaventata, ma velata dal coraggio proprio dei Grifondoro, non abbassando lo sguardo dal suo.
- Vediamo. Credo che risponderò solo alla domanda più importante in modo che la risposta possa calmarti. Cosa voglio da te? Vorrei solo il tuo aiuto. - le rispose il fantasma con un sorriso sulle labbra e lo sguardo incatenato a quello della Grifondoro.
- E se non volessi aiutarti? - chiese ancora Ginny sulla difensiva.
- Io non posso costringerti a farlo. - le chiarì a sua volta la ragazza.
- Perchè vorresti proprio il mio aiuto? - le domandò curiosa la Grifondoro rincuorata dalla risposta precedentemente ricevuta.
- Hai trovato questo posto, sei l'unica che avrebbe potuto entrarvi per prima e ciò perchè caratterialmente sei colei che mi è più simile. A quanto pare non ce ne sono molte che ci assomigliano, ho aspettato a lungo che tu venissi. - le spiegò pazientemente la brunetta.
- A cosa ti servirebbe il mio aiuto? - le chiese ulteriormente la Weasley con tono più curioso di prima, anche se non completamente sicura di quello che il fantasma le aveva detto.
- Ho bisogno che tu mi dia una mano a scoprire chi mi ha uccisa e perchè? - le rispose il fantasma diventando improvvisamente triste.
- Tu non sai chi sia stato? – domandò retoricamente la rossa.
- No. Solo il desiderio di scoprire chi fosse stato mi ha permesso di restare ancora qui. Io devo sapere chi è stato e cosa ne è stato della persona che si trovava con me o non mi darò pace. - le confidò la ragazza.
La giovane Grifondoro aveva ancora mille domande da fare a quello strano fantasma, quando all'improvviso sentì la voce di qualcuno chiamarla da lontano, così, prima che questa persona la raggiungesse, si girò di scatto verso il fantasma della ragazza.
- Qual'è il tuo nome? - le chiese con tono urgente la rossa.
- Il mio nome è Selene Serpeverde. Il tuo qual'è? - le rispose il fantasma senza troppe cerimonie, avendo capito che la ragazza di fronte a sé doveva andare via.
- Il mio nome è Ginevra Weasley, ma tutti mi chiamano Ginny. - si presentò la Grifondoro.
Subito dopo aver sentito la risposta della ragazza, il fantasma di Selene Serpeverde, non dando neanche il tempo alla grifondoro di chiederle qualcos'altro, scomparve nel nulla; eclissandosi appena in tempo per non essere vista da un agitato Draco Malfoy.

Il Serpeverde, alcuni minuti dopo aver visto la ragazza scappare via a cavallo della sua scopa, era subito salito sulla propria ed era partito all'inseguimento.
Essendo lui il cercatore dei Serpeverde, l'aveva subito avvistata, ma prima che riuscisse a raggiungerla la ragazza era già entrata nella foresta proibita.
Malfoy inizialmente era indeciso sul da farsi, ma costatando che la sua giovane amica non si decideva ad uscire da quella fitta boscaglia, vi s'inoltrò a sua volta abbandonando la sua scopa vicino a quella della ragazza.
Stava girando da quasi un quarto d'ora continuando a invocare il nome della rossa Grifondoro, quando finalmente raggiunse la ragazza sulla riva di un laghetto.
Se fosse stato un altro momento e si fosse trovato in un qualunque altro posto, il ragazzo si sarebbe meravigliato della bellezza di quel luogo, ma rimanendo attaccato all'idea di trovarsi insieme alla ragazza nella foresta proibita e perciò, di conseguenza, in pericolo, prese la ragazza per mano e, mentre entrambi rimanevano in silenzio, iniziò a trascinarla tra gl'alberi fuori della foresta. Draco era a dir poco infuriato, ma la Grifondoro se ne rese pienamente conto solo quando, fuori dalla foresta proibita, il ragazzo, si voltò verso di lei.
- Ma che cavolo ti passa per la testa? - le sbottò il biondino, urlandole contro con voce furente. - Per quella stupida scena dello sfregiato con la Chang hai deciso di farti ammazzare? Deficiente, chissà quale animale avrebbe potuto attaccarti, mentre eri lì dentro.
- Eri preoccupato per me? - gli chiese Ginny con voce incerta, stupita che il ragazzo si fosse realmente tanto preoccupato per lei.
- Cretina è normale che fossi preoccupato per te, potevi morirci lì dentro. - le rispose Draco ancora arrabbiato, non riuscendo a trattenersi.
La Grifondoro, alle parole del Serpeverde, si sentì di nuovo sommergere dalle emozioni e dalle lacrime: da un ondata così potente e istantanea che avvertì il bisogno impellente di abbracciare e stringersi al ragazzo che le stava dimostrando così tanto interesse.
Il Serpeverde, a sentire la Weasley abbracciarlo, la strinse a sé a sua volta.
I due ragazzi rimasero in quella posizione per un tempo così indefinito per entrambi che i due non avrebbero mai saputo nemmeno dire se erano passati appena 2 minuti o già 2 ore.

Ringraziamenti:
Ginny 93: Grazie per il commento e scusa per l’attesa, ma non ci sono stata per le vacanze e, anche se avrei proprio voluto, mi hanno impedito di portarmi dietro il PC. Spero che questo chap ti sia piaciuto, ma nel prox ci saranno più novità. Ciao ciao. Roxiee.
terry: Grazie per il commento e per continuare a leggere la mia fic. Comunque la sto ripostando perché un po’ di tempo fa sono andata in un altro sito e mi hanno spiegato che il modo in cui scrivevo il discorso diretto era sbagliato, così ho pensato di correggere tutti i chap. Passiamo alla seconda domanda, non li posto tutti assieme perché li sto aggiustando via via che li posto, ma ci sto mettendo una vita poiché non sono un granché brava a correggere quello che ho già scritto; è solo colpa mia, chiedo scusa. Ciao ciao. Roxiee.
Grazie anche a tutti quelli cha hanno solo letto.
Ciao ciao. Roxiee

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