La musica segreta del cuore

di bellina3000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


 

Ciaooooo!!!! Scusatemi se vi sto scocciando con questa mia nuova pazzia, ma quando viene l'ispirazione... Spero che vi possa piacere questa mia nuova avventura.

TRAMA:

Edward si sente un enorme fallito. Pieno di debiti, tutti i suoi sogni si sono spezzati, fugge da un passato troppo pesante per lui. Non ha più nessun scopo nella vita fino a quando non si scontra con una sconosciuta una sera al Central Park. La ragazza sta scappando da dei strani tipi ed Edward, non trovando il coraggio di abbandonarla, decide di aiutarla. Si troverà suo mal grado in guai più grossi di lui per difendere Bella da quegli uomini... Inoltre dovrà lottare anche contro le ombre del suo passato...

Il rating potrebbe subire dei cambiamenti.



BUONA LETTURA.



La musica segreta del cuore:



 

1 capitolo

Pov Edward

 Mi porto di nuovo sulle labbra la bottiglia di birra, assaporando il suo sapore acre che scende lunga la gola, fregandomene che sto spendendo la mia paga ubriacandomi in questo vecchio pub pieno di muffa.

<< maledizione! >> esclamo, quando ho finito la quinta bottiglia di birra.

<< su, ragazzo mio, dai tornatene a casa >> mi dice il barista con gentilezza appoggiando una mano sulle mie spalle.

<< No, non torno a casa >> scuoto la testa avanti ed indietro. Preferisco stare in questo pub frequentato dai peggiori delinquenti di tutta New York che ritornare al mio squallido appartamento.

<< come vuoi ragazzo >> dopo avermi squadrato dall'alto in basso ritorna a parlare con una donna di quarant'anni vestita come una diciassette con una minigonna che mostra le sue gambe grassocce.

Ma come diamine sono finito in questo stato?

Sbatto con rabbia la mia mano sulla superficie di legno, irregolare, del banco facendo girare dalla mia parte alcuni uomini.

<< maledizione! >> mi porto le mani sul viso scuotendo avanti ed indietro la testa.

<< Edward... >>

<< Che cazzo c'è? >> urlo pronto a fare a botte in modo da scagliare la mia rabbia contro qualcuno, ma subito mi blocco quando vedo davanti a me un uomo alto e leggermente cicciotello, vestito in giacca e cravatta. Lo riconosco subito. << Aro >>

<< dobbiamo parlare d'affare, Edward >>

Cazzo!

Non ho nemmeno il tempo di escogitare un piano per scappare che mi sento prendere per un braccio da Demetri, uno degli scagnozzi più temibili di Aro, e trascinare fuori dal locale per poi essere scagliato contro dei sacchetti dell'immondizia.

<< sai, Edward, sono amareggiato... >> tira fuori dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette. Con calma ne accende una e se le porta sulle labbra << molto amareggiato >>

<< Come mai Aro? >>

<< Edward, mi devi un bel po' di soldi ed ancora non mi hai dato nulla. Così non si fa >>

<< scusami, Aro, ho avuto dei problemi. L'affitto, altri debiti, io... >>

<< cazzate. Voglio i miei soldi ed adesso >>

<< non c'è li ho, io... >> non mi fanno nemmeno finire la frase che Demetri mi da un violento pugno sullo stomaco.

Aro sorride, mentre continua a parlare.

<< mi dispiace amico mio, ma non posso più aspettare. Sono una padre di famiglia, devo mantenere i miei bambini a scuola, fare qualche regalo a mia moglie e tenere buona l'amante. Mi servono i soldi >>

<< ti prego Aro, dammi un mese di tempo. Poi te li restituirò tutti >> mi inchino davanti a lui, baciandogli le scarpe che costano più di tutto il mio appartamento. È umiliante comportarmi in questo modo, ma voglio vivere.

Seppure ho la testa china sento i suoi occhi freddi su di me, ma ho paura di alzare lo sguardo temendo di trovarmi faccia a faccia contro la sua pistola.

<< oggi è la tua giornata fortunata >> sospira rumorosamente buttando le cicche di sigaretta sui miei capelli. << ti do un mese, ma se non mi porti i soldi mi toccherà usare le manieri forti >>

<< grazie, grazie >> gli prendo le mani e le bacio con devozione fino a quando Aro disgustato si stacca.

<< finiscila. Hai di tempo un mese, nessun giorno in più >> senza aggiungere nient'altro si gira e si allontana, seguito da un Demetri leggermente scocciato perché non si è potuto divertire nel prendermi a botte fino a lasciarmi mezzo morto per strada.

Appena li vedo girare dietro l'angolo, mi metto a correre dal lato opposto dove sono andati, temendo che Aro avesse dato ordine ai suoi uomini di uccidermi.

In questi anni ho imparato una dura regola: non fidarsi mai di nessuno; persino il tuo migliore amico, appena può, ti darà una pugnalata dietro la schiena.

Rimasto senza fiato, smetto di correre, incamminandomi verso il Central Park, dove al calar della notte diventa una delle zone più frequentate dalle prostitute.

Infatti, sedute sul marciapiede a fumare erba, ci sono due ragazze una bionda e l'altra moretta, entrambe mezze nude.

Mi guardano, mi studiano, aspettando che io mi avvicini, ma sfortunatamente non ho abbastanza soldi.

<< eh, tesoro! >> mi giro di scatto e davanti a me con i suoi capelli rossi, la sua pelle piena di tatuaggi coperta da un misero corpetto di pelle e un paio di pantaloncini scuri vi è Irina

<< da quanto tempo! >> avvicina le sue mani sul mio corpo.

<< Irina, spostati >> con forza le blocco i polsi.

<< e dai, tesoro andiamoci a divertire da qualche parte insieme >>

<< no... >> anche se ne avrei bisogno.

<< e dai >> avvicina pericolosamente le sue mani nei miei punti bassi.

Sospiro.

<< se vuoi, andiamo. Solo ti voglio avvertire che non ho soldi >>

<< COSA? >> subito allontana le sue mani da me << allora vattene. Non mi far perdere tempo. >>

Scuoto la testa sorridendo.

<< ciao Irina >>

<< Ciao bastardo e torna quando hai soldi >> la vedo allonatanrsi, scullettando, verso le due prostitute che fumano.

Entro all'interno del Central Park osservando alcuni barboni che dormono tranquillamente sulle panchine.

È vero la mia vita fa schifo, ma almeno per ora ho ancora un tetto sulle spalle e riesco sempre a trovare cibo caldo. Ogni tanto mi trovo in tasca anche dei quattrini che però spendo subito in donne e birra.

Uffa! Certo che non ci voleva quello stronzo di Aro con i suoi maledettissimi soldi. Se non mi avesse preso di sorpresa, io gli avrei dato una bella lezione e avrei ucciso di certo Demetri.

Ridacchio al pensiero di ammazzare quell'enorme scimmione di Demetri.

Faccio un lungo respiro e chiudo gli occhi, beandomi della sensazione del vento che ti scompiglia i capelli.

Poi tutto ad un tratto sento qualcosa di morbido che si scontra con il mio corpo e d'istinto mi porto le mani in avanti per sorreggere l'essere che è andato a sbattere contro di me.

<< ma vuoi guardare, mentre cammini? Pot... >> mi fermo subito quando mi accorgo di avere davanti a me, tra le mie braccia, una ragazzina dagli occhi scuri spaventati come quelli di Bambi illuminati dalla fioca luce di un lampione.

Stringe le sue mani contro la mia vecchia maglietta, guardandosi intorno spaventata.

Osservo com'è vestita – indossa un cappotto strappato su una manica e un paio di jeans scuri- e capisco che non è una prostituta.

<< è andata di qua >>

<< dobbiamo acchiapparla >>

<< ha detto il capo che non gli interessa più in che stato la ridiamo >>

Sentendo queste voci da uomo, la sconosciuta cerca di allontanarsi da me per scappare da lì.

Ok, mi sto per mettere in altri grossi guai, ma non riesco a trovare il coraggio di abbandonare questa ragazza.

<< ti stanno dando la caccia? >>

Lei timidamente annuisce con la testa.

<< bene, allora vieni con me >> le prendo la mano e ci mettiamo a correre.

Ma perché non mi faccio mai i cazzi miei?

<< vieni, andiamo di qua >> mentre con una mano le stringo la mano, l'altra la poso sulla vita troppo sottile per i miei gusti e la butto all'interno di alcune aiuole. Adesso speriamo che funziona.

<< shhhh, rimani là buona >> mi allontano di qualche passo dall'aiuola ed appoggiando la schiena su un albero mi accendo una sigaretta, aspettando l'arrivo degli inseguitori.

Passeranno di certo da qui, ed infatti...

<< eh, ragazzo hai visto per caso passare una ragazzina? >> un uomo grosso quasi Demetri, pelato e con un orrenda cicatrice sotto l'occhio destro si avvicina a me.

<< ragazza, eh? >> sorrido malizioso << ne ho visto un paio fuori dal parco >>

<< non intendevo quelle, idiota. >>

<< Mi dispiace, ma allora non ho visto nulla >> scuoto la testa per poi portarmi di nuovo la sigaretta sulle labbra.

<< capo >> esclama un uomo avvicinandosi al pelatone << può essere che sia riuscita a scappare dal parco. >>

<< sì, hai ragione. Andiamo a controllare fuori. Infondo non può andare troppo lontano >>

Li vedo allontanare in fretta ed aspetto che scompaiono dal mio campo visivo prima di rivolgermi alla sconosciuta.

<< puoi uscire. Se ne sono andati >>

Lei allora si alza ed anche se ad illuminarla è solamente un leggero raggio di luna riesco a vedere le sue guance arrossate, leggermente sporche di fango, i suoi capelli arruffati, le mani estremamente piccole tremare.

Rimango ad osservarla per qualche secondo in silenzio domandandomi perché quegli uomini la stessero cercando – è una ragazza così normale – è vero anche che è buoi, ma non trovo in lei niente di particolare, almeno per quanto riguarda l'aspetto fisico.

Faccio cadere per terra la sigaretta per poi calpestarla con il piede.

<< eh, un grazie ci vorrebbe, non credi? >>

Lei mi sorride leggermente, poi tira fuori dal piccolo zaino che ha sulle spalle una torcia ed una lavagnetta.
Scrive qualcosa che poi, illuminando con la torcia, mi mostra.

" Grazie! . Mi chiamo Bella. Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto. Ah, non posso parlare perché sono muta. "

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Allora cosa ve ne pare? Sapete, quest'idea mi è venuta all'improvviso ed ho avuto il grosso bisogno di metterla su carta virtuale.

Se credete che vi possa interessare, fatemi sapere, così la continuerò. Se invece non vi interessa la cancellerò a breve la storia.

Se per caso ci sono dei miei lettori della mia ff Io e te? vi volevo avvertire che pubblicherò presto il prossimo capy, forse lunedì.

Un bacione da Bellina.

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Buona domenica a tutti!!! Sorpresi nel vedermi che ho aggiornato questa ff... Sapete avevo avuto una piccola crisi con questa mia storia, ma adesso so come poterla continuare. Se a voi vi interessa ancora, io la manderò avanti. Se invece non vi interessa per niente, la cancello subito. Quindi fatemi sapere cosa ve ne pare.

Vi lascio al capy.

 

BUONA LETTURA!



 

La musica segreta del cuore:

2 capitolo:

 

Grazie! Mi chiamo Bella. Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto. Ah, non posso parlare perché sono muta.

Rileggo più volte la frase, leggermente sconvolto. Muta. La ragazza davanti a me non può gridare per chiedere aiuto, non può pronunciare ad alta voce il suo nome, non può ridere....

<< Io sono Edward >>

Lei mi sorride alzando, timidamente, la mano verso la mia ed io d'istinto la stringo: è così piccola!

<< allora, ciao e tornatene a casa >> sto per allontanarmi quando lei si aggrappa alla mia maglietta.

<< No, no. Ho già i miei problemi, non posso occuparmi anche di te >>

Ti prego. Io non ho più una casa. “ scrive veloce sulla sua lavagnetta.

Mi dispiace, ma io cosa ci posso fare? Non sono quel tipo di persona che ama aiutare il prossimo, migliorare il mondo, far del bene ed altre cazzate del genere. Ti ho aiutato perché mi sembrava ingiusto che quattro uomini ti stessero seguendo, ma basta. Novoglio avere a che fare niente con te.

Vorrei dirle tutto ciò, invece le dico semplicemente.

<< Vai da un'amica >>

Non ho nessuno “

Non ha nessuno proprio come me.

Potrebbe dormire solamente questa volta nel mio letto, tanto il divano può andare bene per me ....

Scuoto la testa avanti ed indietro. No, non mi devo cacciare in altri guai.

<< allora buona fortuna. Ciao >> sì sono proprio diventato uno stronzo.

Una volta,non avrei mai permesso di lasciare una ragazzina da sola, in pericolo. Sono davvero cambiato così tanto? Bé la risposta è molto semplice: sì.

Mi incammino verso casa, ed anche se non mi giro, sento gli occhi profondi di Bella sulla mia schiena, mentre mi segue.

Quando esco dal Central Park mi guardo intorno controllando che non ci siano quei strani tipi che le davano la caccia e svolto verso la strada di casa mia.

<< uffa. Ma cosa cazzo vuoi da me? >> le grido irritato girandomi di dietro e trovandomela appiccicato a me.

Lei mi continua a fissare ed io non sopportandola più mi metto a correre seguito da lei che cerca di starmi dietro.

Ma perché non capisce che non voglio nessuno tra i piedi, soprattutto una ragazzina che porta solo guai?.

Rallento la corsa quando noto il vecchio palazzo dove abito e sorrido nel vedere il portone spalancato. Come al solito Ben, del primo piano, non l'ha chiusa.

Entro e sbatto la porta in faccia a Bella che sconvolta mi guarda.

<< adesso vattene! >>

Lei sbatte i pugni sulla porta cercando in qualche modo di aprirla, senza però riuscirci.

<< mi dispiace tesoro, ma non ti apro. >> salgo le scale, vedendo che davanti al decrepito ascensore vi è ancora attaccato il cartello “ GUASTO “. È da quasi un anno che si trova in questo stato.

Per mie grande fortuna abito al secondo piano (almeno non mi tocca fare tanti piani a piedi) in un bilocale grande – quasi duecento metri quadrati – ma vecchio anche a causa mia. Ci abito da tre anni ed ancora non ci ho fatto nessun lavoro: così come l'ho trovato, così l'ho lasciato. I soldi mi servono per altre cose, mica le posso spendere per un'abitazione.

Entro in casa e subito l'odore forte di chiuso penetra nelle mie narici, facendomi inorridire. Accendo la luce ed osservo per qualche secondo il salone arredato con mobili usati, di legno scuro, soffermandomi in particolare sul divano bianco – anche se ormai è diventato quasi nero- abbastanza comodo da dormirci.

Un pochino mi sento in colpa di aver lasciato da solo, nelle pericolose strada di New York una ragazza. Speriamo che se ne sia andata a dormire da qualcuno.

Entro nel bagno e mi faccio una doccia fredda; non posso spendere inutilmente l'acqua calda. Devo trovare i soldi per Aro entro un mese quindi mi toccherà fare un bel po' di economia. Chiudo gli occhi e mi rivedo di nuovo la ragazzina che mi scrive sulla sua lavagnetta di aiutarla.

Esco dal bagno con addosso una tuta felpata di colore blu e mi siedo sul divano guardandomi intorno. Per la prima volta, da tanto tempo, mi sento solo.

I miei occhi cadono sul mio amato pianoforte che si trova in mezzo alla sala e ripenso all'ultima volta che l'ho suonato. Da tanto tempo, da quando lei è scomparsa.

<< diventerai un ottimo pianista, il migliore. Ne sono sicura >>

<< credi troppo in me >>

<< e tu sottovaluti troppo il tuo dono >>

Lei aveva una fiducia cieca in me, ed io ho rovinato tutto. Come l'ho delusa....

Devo pensare ad altro, mi devo distrarre. Cazzo, ho finito pure la birra.

Mi guardo la mano , quella che era stata stretta da quella delicata di Bella. Che nome strano, particolare e buffo come lei. Sarà di certo un soprannome.

La immagino camminare per le strade buie di questa dannata città, fino a quando non viene fermata da quegli strani uomini. La vedo con quei suoi occhi da cerbiatto chiedere aiuto, mentre le stanno facendo del male... No, maledizione!

Forse dovrei andare giù a controllare che se ne sia andata. Però se è rimasta là. la invito a dormire da me. Naturalmente solo per questa volta.

Scendo le scale velocemente e spalanco il portone per gridarle che può rimanere per questa notte. Invece lei non c'è.

Meglio così, si sarà ricordata di un'amica dove poteva andare a dormire.

Me no sto per andare quando vedo qualcosa, di piccolo, rannicchiato sul primo scalino e lentamente ed incuriosito mi avvicino.

Sorrido.

<< Bella... >> sdraiata sul gradino, con un braccio sotto la testa e le gambe vicino al grembo sembra ancora più indifesa. Sentendo la mia voce, alza lo sguardo verso di me speranzosa. << solo per questa notte >> al sentire il mio responso lei scatta in piedi e protende le braccia verso di me come se mi volesse abbracciare, ma qualcosa nel mio sguardo la ferma.

<< su, seguimi >> sbuffo rumorosamente incamminandomi all'interno seguito da Bella.

Una volta non ero un ragazzo così scontroso e stronzo come adesso. Ma ormai quel ragazzo è morto affogato dalla birra ed assassinato dai suoi sensi di colpa.

Apro la porta di casa e sbircio da dietro lo sguardo leggermente preoccupato della mia piccola ospite.

Vivi qui? “ leggo dalla sua lavagnetta, appena ha finito di scrivere, rimanendo ancora nell'uscio della porta.

<< sì. Se non ti va bene puoi pure andartene. Nessuno ti obbliga a rimanerci >>

Mi piace! “

<< Che cosa?!? >>

Entra in casa mia sorridendo per poi posare il suo sguardo sul mio pianoforte.

<< suoni? >> ma che cazzo mene frega a me se suona o non suona?
Lei scuote la testa

mi sarebbe piaciuto “

Se vuoi, piccola, te lo potrei insegnare io. Uffa! Ma cosa sto pensando? Domani se ne andrà da qui “fregandomene” se sa dove andare oppure no. Non posso occuparmi anche di lei. Ho già i miei problemi.

Ad un tratto la vedo tremare e stringersi al giubbotto.

Maledizione! È stata troppo tempo fuori al freddo.

<< dovresti farti un bagno caldo >>

Non vorrei disturbare... “

<< ormai. E poi mancasse pure che ti ammali. Non ho i soldi per comprarti le medicine >> Ok, questo me la potevo pure risparmiare, ma se non mi comporto così lei potrebbe fare strani piani mentali per rimanere qui.

<< dai vai al bagno >> e le indico con la testa la porta << mentre io vado a prenderti una tuta da indossare. Non credo che tu abbia qualche cosa da indossare in quel minuscolo zaino, giusto? >>

Lei scuote la testa e lentamente si avvicina al bagno sotto il mio sguardo attento.

Appena chiude la porta, vado nella stanza da letto ed apro l'armadio alla ricerca di qualcosa di pesante ed anche di pulito da farle mettere. Alla fine opto per una tuta felpata di colore grigio.

Glieli metto davanti alla porta del bagno per poi ritornare al salone sedendomi accanto all'enorme finestra rimanendo incantato difronte al meraviglioso cielo scuro di New York.

É stata una giornata così strana, piena di casini partendo da quel bastardo di Aro e alla fine da questa ragazzina inseguita da quattro loschi tipi. Mi domando cosa volevano da lei anzi cosa mai lei abbia combinato per attirare l' attenzione di quei tipi. Mi sembra così tranquilla, frangile.

Appena sento qualcosa toccarmi il braccio mi alzo di colpo spaventato, trovandomi davanti il viso di Bella. È silenziosa, forse un po' troppo per i miei gusti.

<< mi hai fatto prendere un colpo >>

scusami, ma non sapevo come poter attirare la tua attenzione. “

<< ah, non fa niente >>

Cerco di dire qualcos'altro ma rimango a fissare i suoi capelli bagnati, di colore scuro, che le cadono disordinatamente sulla spalla. Osservo come la maglietta della tuta, di qualche taglia più grande, copre le sue curve e non riesco a non immaginarmela con un vestito che le stia davvero bene. Non è niente male. Penso dentro di me.

eh, che cos'hai? Ti sei incantato? “

<< quanti anni hai? >> se fossi il vecchio Edward, avrei di certo chiamato la polizia. Può essere che sia scappata di casa?

18 “

Allora tanto bambina non lo è.

tu? “

<< ne ho ventisei >>

ah, davvero? Te ne davo quaranta “

Stai scherzando vero, tesoro.

La vedo sorridere timidamente.

<< come mai quei tipi ti stavano dando la caccia ?>> Maledizione, Edward, ma che cosa cavolo stai combinando. A te non te ne frega nulla di questa qua.

Lei scuote la testa avanti indietro prima di scrivere la risposta.

non posso dirtelo. Top secret “

<< meglio così >> potrebbe anche aver ucciso qualcuno questa qua o peggio ancora lei potrebbe essere la testimonia di un omicidio. Allora sì che sarebbero guai grossi. Mi troverei tutta la casa pieni di persone armate fino all'osso di pistole pronti ad uccidermi perché le ho dato rifugio. Quindi la cosa migliore è non sapere nulla.

Eppure non riesco a non trattenere un sorriso quando la vedo sbadigliare portandosi una mano davanti alla bocca con fare tenero.

<< forse è meglio che vai a nanna eh? >>

scusami, io non volevo sbadigliare davanti a te “

<< che palle che sei! Chiedi troppe volte scusa. Comunque tu dormirai sul divano, mentre io in camera mia >> e le indico con la testa la porta della mia stanza.

Cosa? Faresti dormire una donna sul divano? “

In realtà no. Di solito stanno a letto con me, ma tu sei troppo piccola per i miei gusti.

<< vorrei ricordarti che è già un favore grandissimo che ti ospito in casa mia. Se non ti sta bene sai dov'è la porta >>

Va bene, dormirò sul divano. La vedo portarsi una mano sullo stomaco e capisco, finalmente, che sta morendo di fame.

<< hai fame, eh? >>

Un pochino... ma non fa niente”

Scuoto la testa e vado in cucina dove apro il frigo, naturalmente vuoto a parte qualche bottiglia di birra vuota, e tutti i vari cassetti fino a quando non trovo due scatole di tonno non scadute.

<< ho solo questo >>

Grazie “ le apre e velocemente, in pochi minuti, se lo mangia tutto con le mani leccandosi alla fine anche le dite. Questa sì che è fame!

<< allora, da quanto tempo non mangiavi? >>

Boh, non me lo ricordo “ la rivedo di nuovo sbadigliare e stropicciarsi gli occhi.

<< dai, sei troppo stanca. Meglio che vai a dormire >>

Sì, hai ragione “

<< e comunque domani tu sparisci di qui >> è meglio ribadire il concetto.

Certo, certo. Buona notte! “

<< notte >> dopo avergli dato un cuscino ed una trapunta vado in camera mia

Come fa a fidarsi così tanto della gente? Io potrei essere un maniaco che violenta le ragazze, un assassino che adora fare a pezzi le proprie vittime, dovrebbe aver paura di me.

Mi butto sul letto stremato sperando che questa notte riesca a dormire anche se ho i miei seri dubbi: non ho bevuto abbastanza da dimenticare.

 

ANGOLO AUTRICE:

Edward alla fine fa tanto il duro, ma poi ha deciso di dare una mano a Bella. Ma alla fine deciderà di abbandonarla al suo destino o continuerà a darle una mano? E poi che cosa deve dimenticare? E poi naturalmente ci sono tutte le domande relativa a Bella...

Quanti quesiti e niente risposte, per ora

Comunque non vi preoccupate, se vedo che questa storia non interessa a nessuno la cancello subito. Non vi voglio annoiare xDUn bacione grandissimo!!!

Bellina

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