Back to me - Ogni strada porta a te.

di effe_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Salve a tutti, ci tenevo a dirvi, prima che iniziate a leggere, che questa è la prima NaruHina che scrivo, l'idea può sembrare molto triste, e infatti dico già adesso che la trama è triste! Per ora ho messo la storia come one-shot, ma ci sarebbe anche il continuo, vorrei sapere da voi se vi piacerebbe scoprire come procede la storia, sono accettate critiche e tutto quello che volete, mi scuso già da adesso se i personaggi sono OOC, ma è voluto.
Grazie per l'attenzione.



Back to me.

 
I posti affollati non erano mai piaciuti ad Hinata, ma quel giorno sentiva il particolare bisogno di comprarsi qualcosa di nuovo da indossare, e cosa poteva andare meglio di un centro commerciale?
Era passato da poco il suo compleanno, non si compivano tutti i giorno ventotto anni, eppure Hinata non festeggiava più da anni ormai.
Il suo ragazzo, Kiba Inuzuka, sosteneva che lei fosse una ragazza stoica, e che avesse bisogno di svagarsi di più, anche se Hinata un tempo non era affatto così.
Lei e Kiba si sarebbero sposati presto, anche se Hinata non aveva ancora scelto l’abito nuziale.
Sua madre era entusiasta di questa cosa, era entusiasta perché Kiba era ricco, di buona famiglia e con un lavoro assicurato nell’azienda di suo padre, ma soprattutto perché era ricco.
Camminare tra i negozi affollati non era molto piacevole, si prendevano spinte in continuazione, ma Hinata riusciva a non pensare alla sua vita incasinata, al fatto che non amava Kiba nemmeno un po’, che detestava sua madre, a cui l’unica cosa che importava ara che lei si sposasse con uno ricco, e che non sorrideva da anni ormai.
Uscì da un negozio pieno zeppo di vestiti senza aver comprato niente, camminò ancora un po’ fino a quando non raggiunse la zona ristoro. Un caffè non sarebbe stata una cattiva idea, ma un odore in particolare catturò la sua attenzione, un odore che sapeva di cose proibite e ricordi vietati, si avvicinò curiosa e notò che in quella zona si cucinava del ramen, già sentiva gli occhi pizzicarle, ed era strano che anche dopo sette anni pensare a lui la distruggesse ancora. Rimase lí impalata per almeno cinque minuti, poi decise che avrebbe preso il ramen, si mise seduta comoda e ordinò una porzione non troppo grande, quando gliela servirono le si scaldò il cuore e si sentì a casa.  
 
<< Pancia mia fatti capanna! >> Urlò lui, e lei rideva e rideva in continuazione guardandolo mangiare il ramen con beatitudine.
<< Devo dedurre che il ramen è il tu piatto preferito. >> Lui la guardò per un istante e poi sorrise, di quel suo sorriso allegro che illuminava tutto.
<< Dovresti provarlo >>
  
A distrarla dai suoi pensieri fu il ragazzo che le porse le bacchette e poi un fazzoletto perché stava piangendo, e non era la stessa cosa mangiare del ramen da sola, senza quel sorriso…
 
 
I posti affollati erano sempre piaciuti a Naruto, lí poteva smettere di pensare per un po’ di tempo, e poi aveva una voglia matta di comprarsi una bella felpa arancione sgargiante, certo, non aveva più l’età per fare il ragazzino, ma lui era fatto così, un eterno bambino senza speranza.
Per il suo ventottesimo compleanno i suoi migliori amici lo avevano portato in un ristorante per festeggiare, anche se lui non aveva tutta quella grande voglia di farlo, e non era proprio da lui. Sasuke e Sakura avevano insistito fino allo sfinimento, anche se in realtà il loro piano era quello di farlo uscire con Ino perché era da sette anni che Naruto non aveva una ragazza fissa. Rovistò in alcuni negozi maschili ma non riuscì a trovare la felpa che cercava, una ragazza ci provò spudoratamente e lui gentilmente la rifiutò. Non era per nulla soddisfatto di quella giornata, il lavoro era andato uno schifo e non era riuscito a trovare la felpa. Raggiunse il punto ristoro del centro commerciale, di solito il sabato c’era molta gente ma non importava, si guardò intorno e una scritta catturò la sua attenzione : RAMEN A PREZZO UNICO!
Ecco! Il ramen era proprio quello che ci voleva, se solo non gli ricordasse così tanto lei . Raggiunse il bancone, non c’era molta gente, di schiena vide una ragazza e un altro uomo, si mise seduto accanto all’ uomo e si strofinò le mani, ordinò la sua porzione di ramen, la più grande che avevano, e quando gliela misero davanti il suo sorriso svanì all’istante.
 
<< Pancia mia fatti capanna! >> Non sapeva mai contenersi quando si trattava di ramen, ma lei rideva, rideva tantissimo.
<< Devo dedurre che il ramen è il tuo piatto preferito>> Lui si girò a guardarla e poi sorrise, era così bella con quella mano poggiata amabilmente sotto il mento e il sorriso appena accennato.
<< Dovresti provarlo >>   
 
Sospirò e pensò che non era così bello mangiare il ramen senza di lei, staccò lentamente le bacchette e alzando la voce gridò.
<< Pancia mia fatti capanna! >> La gente si fermò a guardarlo come se fosse pazzo, certo non era normale urlare all’ improvviso in un centro commerciale, ma lui non era di certo pazzo. Un rumore improvviso attirò la sua attenzione, la ragazza seduta sul bancone accanto al suo si era alzata rumorosamente buttando la sedia a terra e tutto il ramen sul tavolo. Si premeva convulsamente le mani alle orecchie e non riusciva a guardarla in faccia, ma la sua figura gli era familiare, magra, con lunghi capelli scuri che le ricoprivano la schiena, un vestito blu con dei fiorellini rosa quasi invisibili, le calze grigie, gli stivali marroni e quella giacca di pelle beje, la borsa a tracolla pe penzolava sul lato sinistro del corpo. Si alzò preoccupato e le sfiorò un braccio, prese la scossa a quel contatto, la ragazza abbassò le mani e sollevò lo sguardo, Naruto ci mancò poco che svenisse…
 
Azzurro, quello che Hinata riusciva a vedere era solo l’azzurro immenso dei suoi occhi, quegli occhi che non avrebbe mai dimenticato e poi era solo …
 
Amoreamoreamoreamoreamoreamore e il suo profumo e le sue mani e i ricordi che andavano in continuazione e poi il succo alla mela verde e quella chitarra e i fiori e le ciambelle la chitarra e le canzoni e l’appartamento 106 e loro e amore e ….
 
<< Hinata… >> Quanto le era mancato sentirlo sussurrare il suo nome, le era mancato da morire in quei sette anni lunghissimi.
<< Naruto >> Rispose lei, lui aveva ancora la mano premuta sul suo braccio e non sapeva che quel contatto la faceva impazzire, che la riportava indietro nel tempo, che la rendeva felice, ma poi ecco il macigno e quei sette anni di distanza che li separavano l’una dall’ altro, e una vita vissuta da soli, e loro cresciuti l’uno senza l’altro, e gli occhi di Naruto vuoti e tristi, e gli occhi di Hinata…
<< Ti trovo bene! >> Rispose gioviale il ragazzo, non era cambiato di una virgola, forse aveva il viso un po’ più maturo e la barba un po’ cresciuta, ma che si vedeva appena, era sempre lui.
Non far finta che non sia successo niente.
<< Grazie, anche tu stai bene! >> Rispose lei sorridendo, e Naruto vide quanto quel sorriso potesse essere falso, anche lui aveva quegli occhi tristi e vuoti?
<< Ti va di prendere un caffè? >>
<< Certo >> Ed erano bravi a mentire tutti e due, come due maestri esperti.
Raggiunsero una caffetteria qualsiasi e si misero seduti comodamente, arrivò il cameriere e chiese cosa volessero, Naruto rispose per entrambi.
<< Un succo alla mela verde e una limonata >> E  Hinata si sentì male, perché lui se lo ricordava ancora qual'era la sua bevanda preferita, e non aveva più voglia di mentire.
Non fare finta che non sia successo niente.
Quelle parole gliele aveva gridate lui molto tempo fa, forse era il momento di ascoltarle.
<< Ti piace ancora vero? Il succo alla mela verde >> Lei annuì e lo guardò imbarazzata, non erano più quei due ragazzini innamorati di allora.
<< Come sta tua madre? >> Chiese lui quasi con voce ironica, Hinata non sorrise e abbassò lo sguardo.
<< Purtroppo sta bene >> Lui annuì, e lei fu colta da un’ansia stranissima, perché non era più il ragazzo di allora? Quello che con un sorrido spaccava il mondo in due? Era troppo tardi ormai ?
Erano affondati entrambi.
Non fare finta che non sia successo niente.
Non lo farò.
<< Mi sposo >>Naruto sgranò gli occhi e poi sorrise imbarazzato, grattandosi la testa.
Stai soffrendo vero?
Non tanto, sto solo morendo.
<< Auguri, con chi? >>
<< Con Kiba >>
<< Quando? >>
<< Tra un mese esatto>> Hinata avrebbe voluto invitarlo giusto per cortesia, ma non voleva che l’unico ragazzo che avesse amato e amava, la guardasse distruggersi la vita.
<< Tu? Sei sposato? >> Naruto sorrise beffardo, e Hinata riconobbe nei suoi occhi un po’ di quella vitalità passata che le mancava da morire, notò che Naruto non indossava niente di arancione, la cosa era insolita.
<< No, mi vedo con Ino >>
<< E Sasuke, Sakura, Shikamaru, Sai … stanno bene? >>
<< Non sono cambiati per niente, Sakura e Sasuke aspettano un bambino >> A quella frase Hinata scivolò sulla sedia e altri ricordi le affiorarono in mente, la fecero morire dal dolore, e poi guardò gli occhi di Naruto e morì per davvero.
 
<< Che cosa hai fatto Hinata? >> La scuoteva terribilmente, Naruto sembrava come impazzito.
<< Non c’è più >> Disse lei atona, lui continuava a scuoterla per farla riprendere, perché non voleva crederci, non voleva credere che lei l’avesse fatto davvero.
<< Hinata! Chi non c’è più? Cosa hai fatto in quella clinica? >>
<< Il bambino non c’è più …>>
 
Pagarono, si alzarono e presero a passeggiare per il centro commerciale, l’unico posto che non aveva ricordi, camminare vicini non era faticoso, era il guardarsi negli occhi che li distruggeva entrambi, no, loro non erano più gli stessi, ma il tempo passato era meraviglioso da ricordare, almeno in parte.
<< Occhi grandi e chiari, quelle scapole un po’ sporgenti, ti ho conosciuta così, e non ho avuto niente da ridire… >> Cominciò a canticchiare Naruto e Hinata sorrise, c’erano tante cose da dirsi e tante non sarebbero mai state dette.
<< Te la ricordi ancora? >>
<< E tu? >>
  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



E così ho deciso di continuare la storia, le vostre recensioni mi hanno convinta, spero che vi piaccia anche il secondo capitolo, ci tengo a precisare che le parti in corsivo risalgono ad un tempo passato.
Grazie, vi lascio alla lettura.



Back to me

 
<< Te la ricordi ancora? >>
<< E tu? >>
 
I corsi all’università erano appena cominciati e Naruto sfrecciava tra i corridoi dell’edificio alla ricerca della stanza dove si teneva il suo esame, era il suo terzo anno di università, e gli mancavano altri due anni, se tutto andava bene si sarebbe laureato presto, all’epoca aveva solo ventuno anni. Fece le scale di corsa saltando i gradini due a due, e raggiunse l’aula C 4, per sua fortuna la professoressa che sosteneva l’esame non era ancora arrivata, si mise seduto comodamente, aprì il libro per ripetere e un minuto dopo qualcun altro si accomodò accanto a lui. Alzó lo sguardo e vide Sakura e Sasuke, i suoi migliori amici da sempre che frequentavano la sua stessa università.
Sakura e Sasuke stavano insieme da poco, anche se tra di loro c’era stato sempre qualcosa dall’inizio.
<< L’avvoltoio non è ancora arrivata? >> Domandò Sakura sistemando sul bancone bianco due libri, Naruto sorrise raggiante portando entrambi le mani dietro la nuca.
<< Cos’è Sakura, non hai studiato? >> La rosa alzò un sopracciglio stizzita.
<< Zitto tu!>> Sbottò, Naruto mise il broncio.
<< Crudele! >> Mormorò masticando la punta di una matita.
<< Stasera usciamo, tu vieni con noi? >> Domandò Sasuke.
<< Certo! Alla solita ora? >> Sasuke annuì scocciato, poi l’entrata della professoressa nell’aula interruppe la conversazione.
 
<< Ah uffa! Quella scema mi ha dato venticinque! >> Borbottava Naruto scendendo le scale, questa volta lentamente, Sasuke e Sakura erano rimasti dentro perché Sasuke non aveva ancora sostenuto l’esame, mentre Sakura se l’era cavata con un ventotto. Imboccò la strada per la segreteria, lo stomaco borbottava in continuazione, non aveva avuto nemmeno il tempo di mangiare il ramen in scatola che si era portato dietro. Passato dalla segreteria si mise seduto comodo su una panchina e prese il suo ramen, lo aprì con cura e separò le bacchette, ma non ebbe nemmeno il tempo di prenderne un boccone perché se lo ritrovò rovesciato completamente addosso, saltò su dalla panchina e guardò la colpevole, una ragazza magra, con capelli scuri e due occhi chiari da fare paura. La sconosciuta lo guardava con gli occhi spalancati, e aveva portato una mano accanto alla bocca, era così carina, sembrava una bambola di pezza spaventata.
<< Ti chiedo scusa! >> Disse la ragazza.
Naruto appariva davanti ai suoi occhi come un ragazzo strano, indossava jeans leggermente stretti, una maglietta bianca e una felpa arancione, i capelli biondi e scomposti, le converse nere slacciate e gli occhi azzurri.
<< Nah, fa niente! >> Rispose Naruto facendo un gesto vago con la mano, si era completamente macchiato il jeans, Hinata rimase sorpresa, si aspettava come minimo insulti e parolacce, invece il ragazzo sorrideva scrollandosi dai jeans gli spaghetti rimasti appiccicati.
<< Perdonami, non so davvero dove ho la testa >>
<< Non c’è problema, davvero! >> Hinata frugò nella borsa e ne estrasse un pacchetto di fazzoletti, li porse al ragazzo che accettó sorridendo.
<< Grazie! >> Nello stesso momento lo stomaco di Naruto ululò, il ragazzo arrossì visibilmente, mentre Hinata moriva dalla vergogna.
<< Quello era il tuo pranzo vero? >> Chiese davvero dispiaciuta, Naruto annuì desolato, e si vedeva chiaramente che stava morendo di fame, Hinata si schiarì la voce in modo tale che Naruto la sentisse.
<< Posso offrirti qualcosa da mangiare? >> Naruto la guardò sgranando gli occhi, e Hinata non poté non notare l'intenso azzurro che emanavano, erano davvero bellissimi, avrebbe fatto tardi al suo appuntamento, ma non importava.
<< Beh ecco… >> Balbettò il biondo in imbarazzo, cominciando a grattarsi la testa.
<< È il minimo che io possa fare >>
<< Va bene, allora accetto! >>
 
Naruto giocherellava con il laccetto della sua borsa mentre ripensava a quel momento, quando si erano incontrati per la prima volta, dalla maglietta bianca le macchie di ramen non erano più andate via, ma lui aveva continuato a metterla anche se macchiata, allora Hinata non aveva i capelli così lunghi, erano molto più corti, le arrivavano sotto le spalle, adesso sfioravano la vita.
<< Andiamo a mangiare qualcosa? >> Propose Hinata, e quando lo disse aveva la stessa aria da fanciulla di allora.
<< Certo >> Rispose lui senza aggiungere altro, Hinata lo guardò con un’ amarezza in bocca che guastava tutto.
Sorridi Naruto, sorridi ti prego.
<< Sai a cosa stavo pensando? >> Disse poi all’improvviso il ragazzo, mentre attraversavano la strada per raggiungere il primo ristorante presente in città.
<< Cosa? >>
<< Alla prima volta che ci siamo incontrati >> E Hinata aveva voglia di piangere, e tornare indietro nel tempo a quel giorno, dove non c’erano guai e tutto andava per il meglio, dove la sua vita era cambiata drasticamente, e allora si appoggiò al braccio di Naruto e chiuse gli occhi per ricordare, e che pace nel suo cuore devastato, le macerie cominciavano a ripararsi lentamente.
Naruto guardò la mano di Hinata poggiata sul suo braccio, avrebbe voluto spostarla, ma non lo fece, era un gesto cattivo.
<< Ti ho invitato a mangiare >> Disse lei semplicemente, Naruto annuì senza sorridere.
Sorridi Naruto, questi sono i ricordi migliori che abbiamo, sorridi prima che arrivi la tempesta.
<< Poi ricordi cosa è successo? >>
<< Si e tu? >> 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Back to me

 
<< Poi ricordi cosa è successo? >>
<< Si e tu? >>
 
Hinata continuava ad osservarlo di sottecchi, il ragazzo camminava con le mani infilate nella tasca dei jeans macchiati, una cuffia dell’iPod in un orecchio e gli occhi persi sulla strada. La gente li guardava curiosi, lei era vestita in un modo impeccabile, jeans stretto firmato, sandali neri, una camicia leggera e la borsa griffata, mentre Naruto sembrava uscito da un gruppo di teppisti e fuori strada.
<< Scusa, non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami >> Disse all’improvviso Naruto sorridendole, Hinata impiegò un minuto per rispondere, perché si perse in quel sorriso luminoso e limpido, quel ragazzo sembrava così puro e innocente.
<< Mi chiamo Hinata Hyuuga >>
<< Naruto Uzumaki >>
<< Frequenti l’Accademia di Belle Arti? >> Domandò lei, Naruto annuì portando entrambi le mani dietro la testa, aveva un’aria sbarazzina.
<< Sono un artista, voglio disegnare >>Rispose sincero, poi tutto d’un tratto si avvicinò alla vetrina di un negozio dal quale proveniva un odore delizioso di pizza
<< Vuoi fermarti qui? >> Domandò Hinata, Naruto annuì sognante, aveva una fame pazzesca.
Entrarono nel piccolo pub e presero un tavolo per due, Naruto ordinò una pizza grande con coca cola, mentre Hinata prese solo del caffè espresso.
Naruto finì la pizza in un minuto, tanto in fretta che Hinata non aveva nemmeno finito di bere il suo caffè, alla fine del pasto si toccò la pancia soddisfatto.
<< Tu Hinata, frequenti l’università ?>> Chiese Naruto guardandola negli occhi, Hinata arrossì, ma fortunatamente la luce bassa del locale non permetteva di far notare questo piccolo particolare.
<< Si, faccio lettere, solo al terzo anno>>
<< Anche io! Oh cavolo, è tardissimo! Devo scappare al lavoro! >> Disse Naruto saltando dalla sedia, Hinata lo guardò sorpresa.
<< Sono appena le tre >> Mormorò, anche se Naruto non l’avrebbe mai sentita, il ragazzo si infilò di corsa la cartella a tracolla.
<< Grazie mille per il pranzo, questo è il mio numero >>  Disse lasciando un foglietto stropicciato tra le mani di Hinata.
<< Vorrei ricambiare il favore un giorno >> Poi se ne andò lasciandola sola nel locale, Hinata rimase seduta a guardare quel biglietto malandato, i numeri si leggevano appena, sorrise e lo infilò nella borsa, poi la suoneria del suo cellulare la riscosse dai suoi pensieri, lo prese e guardò il numero sul display, "Kiba”, alzò gli occhi al cielo e rispose.
<< Pronto? >>
<< Dove cavolo sei finita? Sto aspettando da due ore! >> Rispose il ragazzo aggressivo.
<< Mi dispiace, ho avuto un contrattempo >>
<< E non potevi avvisare? >>
<< Hai ragione, scusa >>
<< Va bene, non fa niente. Stasera ci vediamo? >>
<< Non so >> Rispose Hinata giocherellando con una ciocca dei suoi capelli, non aveva per niente voglia di uscire con Kiba, quel ragazzo non le piaceva nemmeno un po’, era stata sua madre a presentarglielo, Kiba era un ragazzo di alta famiglia, un ragazzo bene educato! Era solo un ricco presuntuoso.
<< Non farti pregare Hinata >>
<< Vediamo >> Disse e poi riagganciò, pagò il conto e decise di tornare a casa, Kiba la chiamò altre quattro volte, mentre lei salvava nella sua rubrica il numero di Naruto Uzumaki.
 
 
Naruto sfrecciava nella metropolitana, non poteva perdere un altro treno, sarebbe arrivato in ritardo. Lavorava in un bar non molto frequentato, ma la paga era buona, giusto per pagare l’affitto di quel misero appartamento dove viveva, poi ogni lunedì e venerdì dava ripetizione di matematica a quattro ragazzi, e con quei soldi si comprava da mangiare. Non era ricco lui, i suoi genitori non li aveva mai conosciuti, era stato affidato a Kakashi Hatake e Jiraya dopo la loro morte, due persone fantastiche che lo avevano cresciuto, amici di suo padre Minato, erano loro che gli pagavano le bollette e l’università.
Kakashi era un avvocato affermato, mentre Jiraya un bravissimo professore di Storia e Geografia. Arrivò al bar giusto in tempo per il suo turno, il proprietario del bar era un ragazzo della sua età, lo gestiva con i suoi fratelli, di nome facevano Gaara, Temari e Kankuro, erano bravi ragazzi, e ormai si conoscevano da anni.
<< Sei stato fortunato ad arrivare in tempo! >> Lo ammonì Temari, una bellissima ragazza con intensi occhi verdi e capelli biondo scuro.
<< Scusami >> Disse Naruto posizionandosi dietro il bancone.
<< Ti perdono solo perché con questa divisa da barman sei un incanto >> Disse la bionda sistemando alcune scartoffie, Naruto sorrise ammiccando con lo sguardo.
<< Smettila di provarci con la mia ragazza! >> Sbottò una voce irritata, e nel bar fece ingresso un ragazzo con lunghi capelli neri legati in un codino.
<< Shikamaru, che sorpresa! >> Disse Naruto imbarazzato, Temari si fiondò su Shikamaru per baciarlo, il moro ricambiò il bacio alzando gli occhi al cielo.
<< Il solito caffè? >> Chiese Naruto, Shikamaru annuì e si sistemò vicino al bancone abbandonando chiavi e occhiali da sole su di esso, Naruto si mise all’opera e servì il caffè all’amico.
<< Stasera venite anche tu e Temari con noi? >> Chiese il biondo.
<< Non abbiamo scelta >> Disse Shikamaru sorseggiando il caffè.
<< Ad essere scemo sei scemo, ma il tuo caffè è eccezionale >> Naruto sorrise e poi tornò al lavoro.
 
    
Era da dieci minuti che il citofono suonava, Naruto si infilò velocemente la maglietta nera a polo, prese le chiavi, il giaccone e scese le scale decrepite del palazzo dove abitava.
Fuori cominciava a fare fresco, ormai era ottobre inoltrato, Naruto aprì il portone e indossò la giacca.
<< Era ora! >> Esclamò Sakura alzando le braccia al cielo, Naruto sorrise imbarazzato.
<< Scusate, sono in ritardo >>
<< Che novità! >> Sbottò la rosa infastidita.
<< Gli amici ci aspettano al locale >> Intervenne Sasuke, cosí i tre amici raggiunsero il resto del gruppo composto da: Shikamaru, Temari , Gaara, Matsuri, Kankuro, Rock Lee, TenTen, Neji, Ino e Choji.
Cenarono e passarono tutta la serata a bere, fumare e a cantare al Karaoke, poi uscirono dal locale per fare quattro passi tutti assieme, erano quasi tutti ubriachi, Naruto era poco lucido, ma ancora non era entrato nella fase vomito, camminava barcollando e ogni tanto cadeva addosso a Ino che lo reggeva, tra i due c’erano dei precedenti, ma non stavano insieme, almeno non ufficialmente.
Verso le tre del mattino, quasi tutti erano andati via, erano rimasti solo Naruto, Ino, Sasuke e Sakura, ma molto presto anche Sasuke e Sakura tornarono a casa loro.
Naruto e Ino raggiunsero la casa del ragazzo.
<< Siamo arrivati >> Mormorò la ragazza colpendolo con uno schiaffo affettuoso, Naruto sorrise e si separò da lei, prese le chiavi e con immensa fatica aprì il portone del suo palazzo, Ino rimase ferma e lo lasciò fare, poi Naruto sembrò ricordarsi di lei.
<< Cosa fai ancora qui? >> Chiese con la voce impastata dal sonno e dall’alcol bevuto.
<< Aspetto che tu mi inviti a salire >> Disse lei sincera, e Naruto guardò quei suoi occhi azzurri e si ritrovò a pensare che non erano belli come quelli di Hinata, questo lo lasciò perplesso.
<< Stasera non mi va >> Rispose Il ragazzo, Ino rimase sorpresa.
<< Torna a casa Ino >>
Prima di andare a dormire Naruto controllò il cellulare, c’era un messaggio da un numero sconosciuto.
“ Questo è il mio numero. Piacerebbe anche a me che tu ricambiassi. Hinata”
 
Fuori incominciava a fare buio, ma Hinata e Naruto camminavano senza sapere precisamente dove andare, da qualsiasi parte, non aveva importanza, l’unica cosa che sapevano era di essere insieme e di ricordare ancora tutto come se non fosse mai sparito, come se non fossero passati sette anni.
<< Sai, quel messaggio c’è l’ho ancora >> Disse Naruto sfregandosi le mani, adesso si che cominciava a fare freddo veramente, e poi ecco, si accorsero che era ottobre come allora.
<< Non hai mai cambiato numero in questi sette anni? Ho provato a chiamarti un milione di volte… >> Disse Hinata improvvisamente rianimata, non era proprio arrabbiata lei, era delusa, e poi d’un tratto si accorse che in realtà aveva paura della risposta di Naruto, la temeva terribilmente.
<< Sono io che non ho voluto rispondere >> Rispose sincero lui, e Hinata giurò di poter morire quello stesso momento, ma in fondo lo sapeva già.
Mi odi? Mi ami?
<< Si sta facendo tardi, vuoi mangiare qualcosa? >> Chiese lui guardandosi intorno alla ricerca di un posto dove poter mangiare, Hinata rimase ferma in mezzo alla strada, Naruto se ne accorse e la guardò negli occhi, vuoti, tristi, pieni di lacrime represse, e pensò di essere stato cattivo.
<< Mi odi? >> Chiese lei abbassando lo sguardo, cominciando a guardarsi le mani vuote e fredde, screpolate.
<< Mi ami? >> Chiese di rimando il ragazzo, Hinata sussultò e riprese a guardarlo.
<< Credo che questo locale possa andar bene per cenare non trovi? >> Disse lui trascinandola dentro, l’aria era calda e tiepida, rispetto a fuori si stava veramente bene.
No, non ti odio più.
Si, ti amo ancora.
<< Continua a raccontare, ti ricordi dopo cosa è successo? >> Chiese Hinata, Naruto spostò lo sguardo dal menù e la guardò negli occhi chiari, dentro vi si leggeva tutto, tutto, anche le cose non dette, anche le domande trattenute, le rispose mai date… 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Back to me

 
Naruto era indaffaratissimo all’interno del bar, stranamente quel giorno c’era parecchia gente, tanta che persino Temari serviva ai tavoli, Ino parlottava in continuazione seguendolo da tutte le parti, quel giorno era proprio strana.
<< E così le ho detto… >> Continuava a parlare Ino, Naruto prese una scatola e fece per scendere nello scantinato, Ino lo seguì anche lí, e fu così che Naruto non la vide e inciampò facendo cadere la scatola con tutto il contenuto.
<< Oddio, mi dispiace! >> Disse la bionda piegandosi per aiutarlo a raccogliere tutto, Naruto le prese le mani gentilmente.
<< Lascia stare, faccio io >> Ino smise di blaterare e si alzò appoggiandosi al muro vicino, Naruto la guardò. Ino era una bella ragazza, capelli chiari, occhi azzurri, ma mai come in quel momento le fece paura, era magra, sciupata, poteva quasi sentire sotto le dita le costole del suo torace. Naruto aveva fatto l’amore con Ino un’infinità di volte, ma non l’amava, e questo ad Ino non faceva bene per niente.
<< Chi è? >> Chiese all’improvviso lei, Naruto si alzò e posò la scatola al suo posto.
<< Chi? >> Chiese sorpreso.
<< Chi è lei? C’è solo un motivo per il quale non vuoi più fare l’amore con me no? Ti sei innamorato >>
<< Non c’è nessuno, ieri ero solo stanco >> Si giustificò il ragazzo, e per sua fortuna Temari decise di chiamarlo proprio in quel momento, così non fu costretto a dover parlare ancora con Ino, che se ne andò poco dopo.
Verso le sette di sera la situazione era tornata normale, i soliti quattro clienti, e Naruto si stiracchiava, era completamente distrutto, ma per sua sfortuna la porta del bar si riaprì di nuovo per far entrare uno sbuffo di aria fredda e un odore che gli era anche familiare, guardò curioso i due ragazzi che avevano fatto ingresso nel bar e rimase sconvolto, era Hinata, accompagnata da un ragazzo.
Hinata osservava Naruto sorpresa, era lí che la guardava con gli occhi spalancati, una mano alzata nel vuoto e l’altra poggiata sul bancone, la divisa da barman gli stava di incanto. Temari e Shikamaru guardavano la scena perplessi, Naruto abbandonò l’aria rimbambita e sorrise, la ragazza dagli occhi chiari sorrise a sua volta e si avvicinò al bancone.
<< Naruto? >> Chiese, il sorriso di Naruto aumentò a dismisura.
<< Hinata, che sorpresa! >> Hinata si mise seduta su uno sgabello accanto al bancone, mentre il ragazzo dietro la guardava imbarazzati e Temari e Shikamaru rimanevano sempre più sorpresi.
<< Lavori qui? >> Chiese la ragazza guardandosi in giro, le pareti rosse, i tavoli di vetro neri con le poltrone in pelle rosso scuro e nero pece, il bancone di legno, aveva un’aria così carina quel posto, Hinata decise che da quel momento in poi l’avrebbe frequentato più spesso.
<< Esattamente! >> Rispose il ragazzo ripulendo una tazzina.
<< Cosa posso offrirti? Pago io! >> Disse cortese il ragazzo, Hinata sorrise e si portò la mano sotto il mento, Naruto notò che Hinata aveva delle mani così sottili da far paura, ma molto curate, gli venne una strana voglia di stringergliele, perché erano così diverse dalle mani di Ino.
<< Che gentile, allora prendo un succo alla mela verde >> Rispose felice, dietro di lei il ragazzo storse il naso, come se Hinata avesse chiesto del veleno, Naruto si sporse per vederlo meglio mentre preparava la bevanda alla ragazza, non era molto alto, capelli castano scuro curati, occhi nocciola, un viso dai tratti duri e il portamento altezzoso, era vestito in modo impeccabile e portava abiti firmati per di piú, in effetti ci faceva caso solo adesso, ma anche Hinata vestiva sempre di marca.
<< Ecco >> Disse gentile poggiando sul bancone il succo della ragazza, che prese a sorseggiarlo raggiante, Naruto osservò il liquido verde e storse il naso.
<< Non ti piace? >> Domandò Hinata, smettendo di bere.
<< Mi da l’idea di piselli tritati e cose del genere >> Specificò Naruto, Hinata scoppiò a ridere e questo infastidì ancora di più il ragazzo che era lí con lei.
<< Hinata! Questo non è un comportamento appropriato! E poi questo bar… >> Non riuscì nemmeno a finire la frase perché Temari si rizzò in piedi e scappò alla presa di Shikamaru, dirigendosi verso il ragazzo.
<< Questo bar cosa?! La prego di andarsene! >> Il ragazzo la guardò indignato, come per dire: "Ma sai chi sono io!" Temari aveva tutta ì’aria di chi se ne fregava altamente, allora il ragazzo si rivolse ad Hinata.
<< Paga quel coso che ti stai bendo e andiamocene! >> Hinata si girò e lo fulminò con lo sguardo.
<< Io non voglio andarmene, questo posto è carinissimo e voglio finire di bere il mio succo, vai tu se vuoi! >> E fu così che Kiba se ne andò sbattendo la porta così forte che il vetro tremò pericolosamente, Hinata cacciò un sospiro di sollievo e Naruto alzò i pollici in segno di compiacimento.
<< Tra poco smonto, ti va di venire a mangiare qualcosa con me? >> Chiese il ragazzo mettendo a lavare il bicchiere dove poco prima Hinata aveva bevuto il suo succo, Temari diede di gomito a Shikamaru che alzò gli occhi al cielo, il moro non era per niente interessato come la sua fidanzata.
<< Certo, sarà bello >> Disse Hinata e con molta pazienza aspettò che Naruto si preparasse, il ragazzo si tolse la divisa e la ripose nel suo armadietto, mentre Shikamaru lo guardala con le braccia incrociate vicino la porta come se volesse dire qualcosa, ma alla fine non disse proprio niente.
 
La città quella sera sposava il buio con le luci, era una fredda sera di ottobre che volgeva verso il suo termine, per strada non c’era molta gente e l’aria era gelida e fredda, annunciava la pioggia imminente, Hinata seguiva Naruto tranquilla, il ragazzo dava tutta l’idea di sapere dove stesse andando, raggiunsero una parte della città che ad Hinata era poco nota, il ragazzo si fermò davanti ad un negozio un po’ particolare, Naruto aveva gli occhi che gli brillavano dall’emozione.
<< Ogni Mercoledì sera vengo qui a cenare, preparano il ramen migliore del mondo! >> Spiegò il ragazzo spostando le tendine del negozio ed entrando, si sistemò seduto e invitò Hinata a fare lo stesso, la ragazza si guardava attorno sorpresa, non aveva mai mangiato ramen.
<< Non ho mai mangiato ramen >> Confessò e Naruto scoppiò a ridere.
<< È il momento di provare >> Un ragazzo sulla trentina si rivolse a Naruto come se fosse un amico.
<< Sempre il solito Naruto? >>
<< Certo! >> Rispose il biondo con quel suo sorriso luminoso.
<< Pancia mia fatti capanna! >> Urlò lui, e lei rideva e rideva in continuazione guardandolo mangiare il ramen con beatitudine.
<< Devo dedurre che il ramen è il tu piatto preferito. >> Lui la guardò per un istante e poi sorrise, di quel suo sorriso luminoso che distrugge tutto.
<< Dovresti provarlo >> E intimò il ragazzo a servirne una porzione anche ad Hinata, che guardò il piatto con constante interesse, poi si decise e lo mangiò anche lei, ed era buono davvero, si girò meravigliata verso Naruto.
<< Hai ragione è buonissimo! >> Naruto sorrise assumendo un’aria compiaciuta e così i due ragazzi mangiarono e parlarono tantissimo, del ramen, del bar dove lavorava Naruto e del fatto che Hinata scrivesse.
Quando ebbero finito di cenare raggiunsero una piazzetta molto illuminata piena di giovani, al centro vi era una fontana chiusa e tutto attorno una specie di parco pieno di alberi, Naruto si mise seduto sul bordo della fontana e Hinata lo imitò.
<< Questo è il mio posto preferito! >> Disse lui accarezzando con la mano il bordo sporco e scrostato di quella fontana un po’ malandata, poi prese l’iPod e si mise una cuffia nell’orecchio, Hinata prese l’altra e l’accostò all’orecchio, non aveva mai sentito quelle canzoni, la voce del cantante era morbida e delicata, e sotto era accompagnato da una chitarra classica, Naruto guardava le luci e sembrava rapito da qualcosa in particolare.
<< Non conosco queste canzoni >> Disse Hinata concentrandosi sulle parole in particolare.
<< Sono mie >> Disse semplicemente il ragazzo, Hinata spalancò la bocca sorpresa.
<< Vuoi dire che … ? >> Naruto annuì.
<< Le ho scritte io, e le canto io. Questa è l’ultima che ho scritto! >>
Hinata ascoltava rapita, si appropriò dell’iPod dell’amico e ascoltò tutte le canzoni fino all’ultima, e ne erano ben centocinquanta.
<< Puoi farmi avere una copia di queste canzoni? >> Chiese poi lei, Naruto annuì sorpreso.
<< Mi piacerebbe ascoltarle di nuovo, sei molto bravo >>
<< Grazie>>  Naruto sorrise sincero e fissò Hinata diritto negli occhi, che sotto il cielo stellato apparivano sempre più chiari, facevano impressione.
<< Si è fatto tardi, ti accompagno a casa >> Propose il ragazzo guardando l’orologio, Hinata annuì e insieme giunsero fino a casa di lei, si trovava nel quartiere alto della città e Naruto rimase a bocca aperta quando vide l’enorme villa che gli si stagliava contro, era enorme e aveva si e no quattro piani, il giardino sembrava ben curato.
<< Grazie per avermi accompagnato >>
<< Di niente >>
<< Domani mattina sei impegnato? >> Naruto scosse il capo, infilando le mani nelle tasche del pantalone.
<< Vorrei rivederti, ti va? Davanti al bar dove lavori >>
<< Va bene >> Hinata gli lasciò un bacio e la buonanotte, e poi Naruto tornò a casa, canticchiando nella mente la nuova canzone che stava scrivendo per quella strana ragazza dagli occhi chiari.
 
Avevano ordinato da mangiare, stavano solo aspettando che portassero la loro ordinazione, Naruto smise di raccontare e Hinata frugò nella borsa, ne estrasse un piccolo iPod, Naruto lo guardò spalancando gli occhi, era l’iPod che gli aveva regalato lui.
<< Lo conservi ancora? >> Hinata annuì scostandosi dalla fronte una ciocca di capelli ribelli.
<< Ogni giorno sento una canzone diversa, ormai le so a memoria. Ne hai scritte altre? Dovrei aggiornarlo in tal caso >> Naruto prese l’iPod e diede una cuffietta a lei e una la tenne per lui, poi mise play su una canzone a caso, la sua canzone preferita.
 
 
Occhi grandi e chiari
 quelle scapole un po’ sporgenti
 ti ho conosciuta così
e non ho avuto niente da ridire
 
Occhi grandi e chiari
mi sei entrata dentro
e adesso non so più che cosa fare
se venirti a cercare
 
Occhi grandi e chiari
quando sorridi
il mondo cambia prospettiva
occhi grandi e chiari
sorridi e poi vai via
 
<< Questa è la mia preferita >> Disse Hinata rimettendola da capo, Naruto ricordava bene quando l’aveva scritta, le emozioni che aveva provato.
<< Si, ne ho scritte molte altre, se mi lasci l’iPod te le inserisco >>
<< Alcune sono su di me? >> Chiese lei con gli occhi tristi.
<< Sono tutte su di te >>



Effe_95
Sono qui per ringraziare con il cuore tutte le persone che hanno recensito, ci tenevo a dirvi grazie! Poi volevo dirvi che la canzone l'ho scritta io, quindi non esiste realmente. Grazie ancora e a presto, spero che il capitolo vi piaccia.

 
   
  
 
  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Back to me

 
Fuori è inverno, cade la neve
Tra le mani stringo la tua maglietta
L’hai lasciata qui qualche giorno fa
Quando te ne sei andata
 
Stringo queste mani vuote
E mi chiedo se la vita abbia un senso
Se quello che hai fatto è perdonabile
O sono solo io che ho sbagliato tutto
 
Fuori è inverno e piove
La strada sembra deserta e fa paura
Non ci sono i tuoi passi, non ti sento più mia
 
Stringo queste mani vuote
E mi chiedo se le tue urla mi abbiano ucciso
Se quello che hai detto è la verità
O sono solo io che ho sbagliato tutto
O sono solo io che non riesco a perdonarti
 
Fuori è inverno.
 
Hinata non conosceva quella canzone, doveva essere una delle nuove, ed era tremendamente bella e tremendamente devastante.
Avevano finito di cenare e aspettavano il conto, Naruto gli aveva prestato il suo iPod con le canzoni nuove, quella che Hinata aveva appena ascoltato era bellissima e si chiamava: "Fuori è inverno"
<< Questa canzone mi piace >> Disse la ragazza passando l’altra cuffietta a Naruto, la fece ripartire da capo e il ragazzo rimase in silenzio ad ascoltare le sue stesse parole, a provare lo stesso dolore.
<< È una delle più tristi >> Rispose Naruto.
<< Non è di certo la più bella >> Il cameriere si avvicinò con il conto,  sia Naruto che Hinata cacciarono il portafoglio, avevano ancora le cuffie nell’orecchio ed era partita un’altra canzone.
<< Facciamo a metà? >> Propose Hinata, Naruto spalancò gli occhi e la guardò per un secondo, era bella Hinata, lo era sempre stata.
<< Va bene >> Rispose in fine, e sorrise, ma non era il sorriso che voleva Hinata, non era il suo sorriso.
Quando uscirono fuori l’aria era gelida, l’orologio segnava le 23:05, ma né Hinata né Naruto sembravano dare importanza al tempo, che con loro non era stato clemente.
<< Continua a raccontare tu Hinata, voglio vedere se ti ricordi cos’è successo dopo >>
Certo che lo ricordava.
Hai così poca fiducia in me amore mio?   
 
 
Hinata odiava casa sua, odiava sua madre, Kiba e tutte le persone che vi abitavano, anche quella mattina, appena alzata dal letto, sua madre non aveva mancato di rimproverarla per aver scaricato Kiba in un lurido bar di bassa categoria.
Se avesse saputo di Naruto la madre di Hinata sarebbe morta di vergogna, ma ad Hinata non importava niente, dopo la sfuriata della madre uscì di casa e decise che ci sarebbe tornata a sera tarda, aveva solo voglia di allontanarsi da quell’inferno che era la sua famiglia, la sua vita.
Raggiunse il bar dove lavorava Naruto un’ora prima, per la troppa fretta di fuggire non aveva badato all’orario, sospirò ed entrò nel locale, era deserto a quell’ora del mattino, ma dietro il bancone era seduta la ragazza bionda dell’altra volta, e accanto a lei vi era uno strano ragazzo dagli occhi marcati color del ghiaccio, con capelli rosso fuoco.
La bionda la squadrò da capo ai piedi, mentre Hinata si sedeva comodamente su uno dei divanetti in pelle rossa e nera, Temari notò che Hinata guardava spesso l’orologio e giocherellava in continuazione con il portacenere sistemato sul tavolino, così le si avvicinò.
<< Ciao >> Salutò Temari, Hinata sollevò lo sguardo e sorrise cortese.
<< Ciao >>
<< Posso? >> Domandò Temari indicando l’altra poltrona vuota.
<< Certo >> Rispose Hinata un po’ rossa in viso, Temari si mise seduta.
<< Vuoi ordinare qualcosa? >> Hinata arrossì ancora di più accorgendosi che non aveva ancora preso niente, annuì imbarazzata.
<< Un succo alla mela verde >> Temari annuì e fece cenno ad un ragazzo, che si mise immediatamente all'opera.
<< Io mi chiamo Sabaku no Temari >> Disse la bionda porgendole la mano.
<< Hinata Hyuuga, piacere >> Disse la mora ricambiando la stretta, poi arrivò il cameriere che servì il succo ad Hinata.
<< Offre la casa >> Disse gentile Temari, Hinata ringraziò e prese a sorseggiare il suo succo alla mela verde, sua madre aveva sempre ritenuto quella bevanda molto volgare, al diavolo!
<< Sei amica di Naruto? >> Nel sentire quel nome Hinata sobbalzò e smise di bere.
<< Si, perché? >> Chiese allarmata la mora.
<< Ascolta, non ho niente contro di te, ma Ino è mia amica, e Naruto la fa soffrire abbastanza, se tu… >>
<< Ino? >> Chiese Hinata sorpresa, non conosceva nessuna Ino, Temari la guardò perplessa.
<< Non conosci Ino?>>
<< No >> Proprio in quel momento la porta del bar si aprì ed entrò Naruto, subito l’aria intorno si fece vivace e luminosa, sia Hinata che Temari lo fissarono, il ragazzo si guardò intorno e quando vide Hinata sorrise, la mora ricambiò il sorriso un po’ titubante.
<< Ciao Hinata, ciao Temari >> Salutò educato, Temari lo fulminò con lo sguardo, ma lui non vi badò molto.
<< Sono in ritardo, vero? Mi dispiace >> Disse il biondo giungendo le mani in segno di scuse.
<< Non fa niente >> Rispose Hinata.
<< Allora? Andiamo! >> Disse Naruto tirandola per un braccio, Hinata annuì e si alzò, salutò gentilmente Temari e pagò il suo succo anche se la bionda protestò, non voleva sentirsi in debito. Quel giorno Naruto era più allegro del solito, camminava velocemente e saltellava da tutte le parti come un bambino, Hinata lo guardava e sorrideva ma era confusa, chi era Ino? Senza rendersene conto Naruto l’aveva portata al cinema, anche se lei non era sicura che ci fosse uno spettacolo della mattina.
<< Questo è il mio cinema personale >> Disse il ragazzo sorridendo ancora, Hinata rimase sorpresa.
<< Personale? >>
<< Conosco tutti qui dentro, ci vengo da quando sono bambino >>
<< Non credo sia aperto >> Disse Hinata guardando con interesse i film esposti in bacheca, poi uno strano rumore attirò la sua attenzione, Naruto era entrato nel cinema, lei lo seguì.
All’interno era deserto, non c’era nessuno, ma Naruto non sembrava preoccupato, andò tranquillo verso la sala numero quattro, e prendendo Hinata per mano la condusse in una piccola stanza dove c’era uno strano ragazzo dalla pelle bianchissima che armeggiava con il cellulare.
<< Ciao Sai! >> Urlò Naruto colpendolo con una pacca sonora sulla spalla.
<< Naruto >> Salutò il ragazzo abbandonando il cellulare, poi guardò Hinata con aria curiosa.
<< Lei è Hinata >>
<< Piacere >> Disse il ragazzo sorridendo lievemente, quel Sai era molto strano.
<< Amico fai partire il film, io e Hinata vogliamo vederlo >> Sai annuì e allungò la mano, Naruto vi lasciò sopra una banconota da dieci.
<< Prego >> Disse Sai indicando la sala.
Naruto e Hinata presero posto e insieme guardarono” Le pagine della nostra vita” , Naruto non ne sembrava molto interessato, ma Hinata ne rimase talmente colpita che si sentì male, e alla fine del film volle uscire fuori a tutti i costi. Camminarono un po’ così per strada, mentre l’ora del pranzo si avvicinava, quel silenzio era strano e imbarazzante per entrambi, Naruto si fermò davanti a una tavola calda.
<< Ci fermiamo qui a mangiare? >> Hinata annuì  e non disse altro, Naruto non era abituato ad un tale silenzio, lui odiava il silenzio, era sinonimo di tristezza e di pensieri brutti, così afferrò la ragazza per mano e con fare allegro la condusse nel ristorante mezzo nuovo perché giorno infrasettimanale, si misero seduti comodi e ordinarono qualcosa di semplice.
<< Naruto… >> Mormorò Hinata, il ragazzo alzò lo sguardo dal menù.
<< Chi è Ino? >> Chiese guardandolo negli occhi, e allora a Naruto fu tutto molto più chiaro, e si annotò mentalmente di ammazzare Temari.
<< Una mia amica >> Ma la voce gli tremava, perché Ino non era né un’amica, né una fidanzata, allora cos’era davvero?
<< Odio le persone che mentono >> Rispose Hinata abbassando lo sguardo, prese a torturarsi convulsamente la camicia e non riusciva seriamente a capire il perché stesse male. Forse perché Naruto era fidanzato e lei si sentiva come una donna che ruba un marito sposato, o forse era proprio l’idea di Naruto fidanzato a farla stare così, o forse si era affezionata troppo a quel ragazzo così luminoso, così vivo…
<< Ma io non sto mentendo, lei non è la mia ragazza… solo che, a volte ci facciamo compagnia a vicenda, tutto qui >> Disse sincero Naruto, e un po’ del peso che Hinata si portava nel cuore andò scemando, ma il solo pensiero che Naruto e Ino passassero alcune sere insieme le fece venire i brividi, e allora capì che di quel ragazzino così strano, lei si stava innamorando.
<< Ti credo >> Naruto sorrise, le prese una mano e vi lasciò dentro qualcosa, lei l’aprì meravigliata e vide un’iPod azzurro, Naruto le fece l’occhiolino.
<< Ho messo tutte le canzoni che ho scritto, poi mano mano ti aggiungo anche le nuove se vuoi>>
Hinata sorrise raggiante e annuì.
Per tutto il pomeriggio Hinata aiutò Naruto con i corsi di matematica, si divertirono molto e Hinata apprese un’altra cosa, Naruto non ci sapeva fare con i ragazzi, ma sapeva essere molto paziente, terminarono per le otto di sera, quando l’aria fuori cominciava a farsi umida davvero.
<< Senti Hinata… stasera esco con degli amici, vuoi unirti a noi? >>
<< Se non è un problema… >> Sorrise lei, avrebbe dato di tutto pur di non tornare a casa sua, pur di non rivedere sua madre e suo padre, Naruto le prese una mano e la fece volteggiare fino a trascinarla tra le sue braccia, persero la presa e caddero entrambi a terra, risero come due stupidi mentre raggiungevano il punto di incontro con tutti gli altri ragazzi, che Hinata non conosceva per niente, ma non aveva paura, con lei c’era l’unico ragazzo che l’avesse mai fatta sentire vera.
  

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Back to me

 
Naruto aveva tantissimi amici, Hinata rimase sorpresa e ripensò al fatto che lei non avesse amici per colpa di sua madre, tutte le persone che aveva scelto non andavano bene, e alla fine si erano allontanate da lei senza chiederle se davvero lei lo volesse.
Naruto raggiunse i suoi amici raggiante, mentre lei lo seguiva titubante, e subito i suoi occhi si scontrarono con quelli verdi e intensi di una ragazzina con capelli rosa né troppo lunghi né troppo corti, accanto a lei c’era un ragazzo alto, con dei strani capelli neri e due occhi intensi e profondi, era bello ma la metteva in soggezione, poi tra le altre persone riconobbe Temari e il suo ragazzo, e Sai, lo sconosciuto del cinema.
<< Oggi sei puntuale pustola! >> Esclamò la ragazza dai capelli rosa colpendo Naruto con un cazzotto molto leggero, il biondo sorrise grattandosi la testa.
<< Non fai le presentazioni? >> Chiese il ragazzo dai capelli scuri, Hinata sussultò e arrossì, mentre Naruto annuiva girandosi verso di lei.
<< Giusto. Hinata questi sono Sakura e Sasuke, i miei migliori amici, Sasuke, Sakura, questa è Hinata, la mia… una mia amica >>Hinata sorrise e stese la mano in segno di saluto, Sakura preferì abbracciarla, la stretta di mano era una stupida formalità, secondo la rosa gli abbracci erano il modo migliore per comunicare qualcosa. Sasuke invece la salutò con un cenno della mano, e la ragazza ricambiò timida, poi Naruto la portò a conoscere altre persone.
<< Questi sono Neji e TenTen >> Disse indicando due ragazzi che si tenevano per mano, lui con lunghi capelli castani e occhi chiarissimi, chiari quasi quanto i suoi, lei con i capelli leggermente mossi legati in due codini un po’ stravaganti e intensi occhi nocciola di un taglio meravigliosamente bello.
<< Piacere di conoscervi >> Rispose gentile Hinata, TenTen e Neji ricambiarono il saluto gentili.
<< Loro invece sono Choji, Shino e Sai, che già conosci >> Il primo ragazzo, Choji, era molto grassottello e portava lunghi capelli castano chiaro, Shino invece era un tipo un po’ particolare, aveva gli occhiali da sole anche se era sera inoltrata e capelli color pece, mentre Sai ... era Sai.
<< Qui abbiamo Temari che già conosci, Shikamaru, Gaara, Matsuri, Kankuro e Rock Lee >>
Hinata salutò tutti con entusiasmo e sorrise tantissimo di fronte allo strano comportamento di Rock Lee e i suoi modi strani, poi notò una ragazza bellissima, bionda, con una coda perfetta, gli occhi azzurri e chiari, che se ne stava da parte con le braccia strette attorno alla vita come per proteggersi da un dolore. Era magra e aveva un fisico da far paura, Naruto esitò prima di presentargliela.
<< E lei è Ino >> Bastò quella frase per mandarla in crisi totale, così quella ragazza bellissima era Ino, la famosa Ino, certo, lei non poteva compere con quel tipo di bellezza, era chiaro che Naruto avesse scelto bene.
<< Piacere >> Disse la bionda fredda e calcolatrice, Naruto sembrò esitare di fronte a tanta freddezza, ma tornò allegro subito dopo.
<< Allora, finite le presentazioni, vogliamo andare? >> Gli altri acconsentirono e raggiunsero il solito locale, Hinata notò che i camerieri sapevano già cosa fare, come se l' incontro tra quegli amici fosse naturale, come se fosse una cosa che avveniva periodicamente, e molto probabilmente era vero. Presero un tavolo enorme e ordinarono di tutto e di più, solo Choji valeva per quindici persone.
Hinata scoprí che Sasuke e Sakura stavano insieme e lo stesso TenTen e Neji, che Rock Lee faceva morire dal ridere, che Shikamaru era un pigro esagerato, che Gaara era freddo e calcolatore, ma che adorava in silenzio la sua Matsuri timida e silenziosa, che Temari la minacciava con sguardi ambigui e che Sai era senza pudore. All’interno del locale si sentivano solo le loro voci, ma la gente sembrava abituata a quel chiasso stratosferico, poi a un certo punto accesero anche il karaoke, e Naruto e Rock Lee si misero a cantare una versione stonata di Mamma Mia, Hinata spostò lo sguardo su Ino, che non rideva, non faceva niente, guardava in silenzio il suo piatto ancora troppo pieno.
<< Hinata giusto? >> Chiese poi una voce all’improvviso, Hinata spostò la sua attenzione sulla ragazza che si era appena seduta accanto a lei, Sakura le sorrideva gioviale e Hinata non poté non ricambiare quel saluto così caloroso.
<< Giusto >>
<< Quando hai conosciuto il nostro Naruto? >> Chiese la rosa, sempre sorridendo felice.
<< È stato per puro caso, non volendo gli ho rovesciato addosso un’intera scatola di ramen >> Sakura prese a ridere divertita e con la mano colpì affettuosamente Hinata sulla spalla, la ragazza a quel gesto rimase colpita, ma sorrise a sua volta, Sakura sembrava proprio simpatica.
<< Non dirmi che ti ha già portato a mangiare del ramen ?!>>
<< Si >> Sakura scoppiò a ridere portando lo sguardo su Naruto che urlava a più non posso cantando e stonando apposta, insieme ad un Rock Lee quasi svenuto e un Sasuke rosso di imbarazzo che non cantava per niente.
<< Non riesco a capire perché faccia finta di stonare >> Mormorò Hinata, ma Sakura riuscì a sentirla comunque, nonostante tutto quel fracasso assordante.
<< Sai anche delle sue canzoni? >> Hinata annuì e il suo sguardo si perse negli occhi azzurri di quel ragazzo così strano e così bello, Naruto ricambiò lo sguardo e le sorrise grattandosi la testa in segno di scuse, lei fece un gesto con la mano come per dire che era tutto ok.
<< Mi ha regalato anche un iPod con tutte le canzoni >> Spiegò la ragazza e Sakura rimase colpita seriamente, Naruto non aveva mai fatto sentire a nessuno le sue canzoni, solo a Sasuke, che da bravo amico e da persona che si faceva i fatti suoi, non aveva spifferato niente a nessuno.
<< Sei una ragazza molto fortunata >>
<< Perché? >> Chiese Hinata sorpresa.
<< Perché non troverai nessun’altro che ti vorrà bene come lui, tienitelo stretto >> Sakura le sorrise con le labbra e con gli occhi, Hinata avrebbe dovuto dire che Naruto non era il suo ragazzo, ma non volle farlo. Poi un rumore intenso, diverso dagli altri, attirò la sua attenzione, Ino si era alzata facendo volare la sua sedia e mandandola in mille pezzi, evidentemente aveva sentito tutto di quello che si erano dette lei e Sakura. Nel locale caló un silenzio improvviso, mentre la musica del karaoke continuava a suonare e nessuno cantava più, Naruto la guardava con il microfono in mano sorpreso, Ino lo fissò sprezzante e piena di dolore, poi fece per andare via.
<< Io me ne vado! >> Mormorò arrabbiata, Hinata la fissava e si sentiva sempre più in colpa, poi vide Naruto inseguirla e si sentì ancora più male.
Naruto inseguiva Ino per strada, la chiamava ma la ragazza non si fermava, allora aumentò la corsa e la bloccò saldamente per un polso.
<< Lasciami! >> Sbottò lei irritata, Ino era davvero troppo magra.
<< Aspetta Ino! >> Provò il ragazzo, ma Ino non voleva saperne di ascoltarlo.
<< È per Hinata vero? Volevo dirtelo, ma la conosco si e no da una settimana >>
<< Si ma tu la ami già, vero? >> Disse Ino cambiando il tono di voce, adesso era solo rassegnazione.
<< Si, forse… te l’avrei detto davvero >> E Ino sapeva che diceva al verità, perché Naruto non sapeva mentire, mai, si asciugò una lacrima violentemente, mannaggia a lei che non sapeva trattenere le emozioni, e poi gli sembrò di avere un dejà vu, quando anche Shikamaru le aveva detto che aveva scelto Temari, forse lei con l’amore non doveva averci niente a che fare, ma Naruto non l’aveva mai amata seriamente, mentre lei… gli aveva dato tutta se stessa, sempre.
<< Avrei più diritto io al tuo amore, ma non posso comandarlo io il tuo cuore. Ci vediamo Naruto>> Ino se ne andò davvero e lui non la fermò di nuovo, non aveva senso adesso, quando tornò al locale gli altri erano fuori che lo aspettavano, nel vederlo nessuno disse niente di particolare, lui alzò le spalle e fece un sorriso amaro, Sakura alzò il pollice per fargli capire che il suo gesto era stato carino, poi Naruto guardò Hinata, la raggiunse e le sorrise.
<< Tutto bene? >> Chiese lei a bassa voce.
<< Adesso si >>
Le strade dei ragazzi si separarono in breve, Sakura, TenTen e altri ragazzi avevano lasciato il numero di telefono ad Hinata, così se fossero usciti di nuovo l’avrebbero chiamata, lei ne rimase molto contenta, soprattutto di Sakura, era una ragazza gentilissima.
Camminavano per strada, era notte inoltrata e Naruto la stava accompagnando a casa, anche se lei non voleva tornarci, perché sua madre l’avrebbe sgridata di sicuro, poi avrebbe dovuto fare i conti con Kiba che l’aveva chiamata si e no dieci volte, e il giorno dopo sarebbe dovuta andare ad un festa importante con suo padre, una di quelle feste che ti distruggono emotivamente.
Arrivati davanti al cancello Hinata sussultò e fece un passo indietro, dalla finestra aveva scorto sua madre che controllava, meno male che da lí non poteva vederla.
<< Tutto bene Hinata? >> Domandò Naruto, lei annuì titubante, no, non andava tutto bene, la ragazza si girò per guardarlo negli occhi e allora glielo disse, lo disse e basta.
<< Io ti amo! >> Disse seria, ad alta voce, e Naruto sobbalzò e ricambiò lo sguardo strano di Hinata, che aveva appena fatto la confessione più importante della sua vita.
<< Si, credo di amarti anche io >> Rispose Naruto sorridendo, Hinata arrossì e sorrise anche lei, era il modo più buffo e meno appropriato per dire una cosa del genere, Naruto la prese per mano.
<< Non vuoi tornare a casa stasera? >> Chiese preoccupato, Hinata scosse la testa.
<< Ho paura, quella casa mi fa paura >>Confessò la ragazza, e poi era maggiorenne, poteva fare quello che voleva.
<< Allora vieni da me >> Accettare avrebbe significato non tornare più indietro, e lei accettò.
 
 
Senza rendersene conto erano arrivati sotto casa di Naruto, la voce di Hinata era andata mano mano affievolendosi, quella era una parte della storia così bella che le tremava la voce, perché aveva paura che riprovare quelle emozioni sarebbe stato devastante, l’avrebbe distrutta di nuovo. Naruto guardò il portone del suo palazzo, era ancora l’appartamento 106, il loro appartamento, all’inizio Naruto aveva pensato di trasferire ma non ci era mai riuscito seriamente, andare in un’altra casa avrebbe significato perderla sempre di più, e lui avrebbe voluto tenerla anche solo come sensazione, si fermarono immobili accanto al portone.
<< Domani possiamo vederci ? >> Domandò Naruto titubante, e Hinata desiderò ancora mille volte che lui tornasse a sorridere come un tempo, desiderò che lei non l’avesse rovinato fino a quel punto.
<< Si, ti raggiungo io qui a casa tua … >> Naruto annuì e con le chiavi aprì il portone, lo scatto provocò un senso di oppressione in Hinata, che non voleva che Naruto se ne andasse, aveva paura di perderlo di nuovo, che lui sarebbe andato via ancora una volta, quando il ragazzo entrò nell’atrio lei fece un passo in avanti e bloccò la porta, sentiva il cuore battere a mille, batteva talmente forte che anche Naruto riuscì a sentirlo.
<< Non sparirò, te lo prometto >> Disse il ragazzo con la voce ancora più triste, quello che stavano facendo era sbagliato, sarebbero ricaduti ancora una volta l’uno sull’altra.
<< Mi ami ancora? >> Le chiese di nuovo Naruto.
<< Si, ti amo ancora. E tu mi odi? >> Disse Hinata piangendo.
<< No, non ti odio più. Sali? >> Hinata annuì e lo seguì in silenzio, per quelle scale che aveva salito mille e mille volte quando era più giovane.
<< Racconta tu Naruto, cos’è successo dopo? >>


Effe_95

Sono riuscita ad aggiornare prima e sono fiera di me! Ringrazio tutte le persone che hanno recensito i precedenti capitoli, grazie di cuore. Allora, che cosa ne pensate di questo capitolo? I due ragazzi si sono confessati a vicenda.
A presto allora, grazie ancora.
 
        

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Se volete, leggete il capitolo ascoltando la canzone dei Modà, Salvami, e poi fatemi sapere.     


Back to me

 
L’appartamento di Naruto non era molto grande, abitava in una palazzina di seconda mano al centro della città, in una via non molto frequentata.
La cucina e il salotto erano in un’unica stanza e a divederli c’era solo un misero muretto bianco, le pareti erano gialle e accanto al muro c’era un divano che dava una forte sensazione di vissuto, un po’ scomposto, con delle coperte gettate sopra a caso. Il tavolino al centro della stanza era sommerso di riviste, quaderni, cd e disegni, sulla parete sinistra vi era un mobile che fungeva da libreria, porta e scrivania, poi Hinata notò la chitarra abbandonata amabilmente per terra tra figli e spartiti, Naruto si grattò la testa imbarazzato.
<< Scusami per il disordine >> Disse richiudendosi la porta alle spalle, tolse le lenzuola poggiate sul divano e le ripose in un cesto dei panni sporchi pieno fino all’orlo, Hinata sorrise, e senza nessun imbarazzo abbandonò la borsa e il cappotto sull’appendi abiti.
<< Questo è il bagno? >> Chiese indicando una porta in legno, Naruto annuì accigliato, vide Hinata afferrare il cesto dei panni e trascinarlo in quel bagno non molto pulito, così la ragazza mise a fare il bucato mentre Naruto moriva dall’imbarazzo.
<< Non hai nessuno che passa a pulirti la casa? >> Chiese gentile, mentre Naruto sistemava il divano e spostava le riviste dal tappeto in un angolo.
<< Veramente no, io… non posso permettermela >> Hinata non sembrò turbata da questa notizia, si mise seduta sul divano comoda.
<< Se mi dai il permesso, potrei occuparmene io >> Naruto strabuzzò gli occhi e scosse la testa.
<< Nah, lascia stare! >> Hinata alzò gli occhi al cielo, tanto non avrebbe ceduto così facilmente.
<< Ti spiace se vado a fare la doccia?>> Domandò Naruto, lei sorrise e scosse la testa e così, mentre Naruto si lavava, lei riordinò tutta la cucina pulendola da cima in fondo e fece lo stesso con il salottino e la camera del ragazzo, quando Naruto abbandonò il bagno strabuzzò gli occhi, la casa non era mai stata così pulita, mai. Nel frattempo Hinata stava sistemando le lenzuola pulite sul letto del ragazzo, lui si mise ad osservarla nel buio della stanza e sorrise nel vederla radiosa e per niente stanca o scomposta, Hinata si girò e lo vide lí fermo.
<< Le riviste le ho ordinate tutte per numero di uscita in un angolo della casa, li non danno molto fastidio, spero non ti dispiaccia.>> Naruto non rispose, continuava a sorridere, e Hinata non poté non ricambiare quel sorriso così bello e meraviglioso, il ragazzo attraversò la stanza e si fermò davanti all’armadio, cercò qualcosa al suo interno e poi cacciò un pigiama femminile e della biancheria intima pulita.
<< Questi erano di mia madre, spero che ti vadano, puoi usare il bagno se vuoi, ho anche uno spazzolino in più, non l’ha mai usato nessuno >> Disse gentile, Hinata annuì e andò in bagno a farsi una doccia calda, nel frattempo Naruto si sistemò sul divano, Hinata avrebbe dormito nel suo letto quella sera, lui gliel’avrebbe ceduto molto volentieri, poi guardò l’orologio, segnava le 2:30, eppure sembrava molto più tardi.
Poco dopo Hinata uscì dal bagno e Naruto la fissò per un secondo steso sul divano, la vestaglia della madre gli andava un po’ troppo larga, ed era piuttosto corta, una spallina ricadeva sulla spalla nuda, lei aveva i capelli leggermente mossi a causa del vapore dell’acqua calda, ma era ancora più bella, le gambe lunghe e magre le davano un'aria sensuale.
Nello stesso momento Hinata osservava Naruto steso sul quel divano, la tuta grigia un po’ malandata e quella maglietta nera consumata lo rendevano irresistibile, il viso pulito e luminoso, gli occhi azzurri e limpidi, e quei capelli un po’ bagnati, arrossì imbarazzata e rimase lí ferma e impalata, non sapeva cosa fare quando Naruto si alzò.
<< Stasera puoi dormire nel mio letto se vuoi >> Disse il biondo con voce tesa, ma non si avvicinò nemmeno un secondo, lei annuì e si richiuse la porta alle spalle. Naruto sospirò e tornò sul divano, quella sarebbe stata una notte molto lunga, aveva la strana voglia di aprire quella maledetta porta e infilarsi in quel letto insieme ad Hinata, ma visto che conservava ancora un po’ di buon senso decise che non era un'idea molto saggia.
L’orologio ticchettava rumorosamente sulla parete, mentre Naruto si girava a destra e sinistra sul quel divano improvvisamente troppo piccolo, sbuffò e cambiò di nuovo posizione, poi un rumore in particolare catturò la sua attenzione, la porta della sua stanza si aprì e sulla soglia vide Hinata un po’ titubante, si alzò subito preoccupato.
<< Hinata, è successo qualcosa? >> La mora non rispose, ma annuì, si avvicinò a Naruto molto lentamente, mentre il ragazzo rimaneva immobile per la tensione. Hinata lo accarezzò dolcemente e poi lo abbracciò, Naruto reagì abbracciandola a sua volta, Hinata aveva un’ odore buonissimo, così particolare, Naruto la baciò, all’inizio fu un bacio normale, dove le loro labbra si sfiorarono e basta alla scoperta di quella nuova sensazione, poi però Naruto premette sulle sue labbra, Hinata le dischiuse e il loro bacio si trasformó.
Si guardarono negli occhi, quelli di Naruto brillavano, quelli di Hinata ridevano gioiosi, Naruto non distolse lo sguardo dal suo volto nemmeno quando la ragazza fece scivolare via la vestaglia dal suo corpo, non smise di guardarla nemmeno quando si ritrovarono sul letto ansimanti e senza forze, l’uno dentro l’altra.
 
Quando Naruto aprì la porta nel suo appartamento smise di parlare, erano arrivati ad un punto di non ritorno, quella parte del racconto era meravigliosa e spaventosa allo stesso tempo, non serviva raccontarla, loro l’avevano vissuta sulla loro stessa pelle.
Hinata rimase colpita quando vide che non era cambiato niente, era tutto come un tempo, lo stesso divano, la stessa cucina e la chitarra sempre buttata per terra tra fogli e spartiti vari, un brivido le attraversò la schiena e si sentì a casa sua, automaticamente, senza farlo apposta sistemò il cappotto e la borsa sull’appendino e alzò i fogli da terra sistemandoli al suo posto di origine, Naruto la fissava con gli occhi tristi e vuoti, perché quel gesto gli era mancato così tanto e faceva male vedere che lei ancora lo ricordava, che lei ancora lo amava.
<< Mi dispiace >> Disse la ragazza rendendosi conto di quello che aveva appena fatto, quella non era più anche casa sua
<< Ti sarò sembrata una maleducata >> Naruto non rispose, abbandonò la cartella in un angolo della casa e andò verso la cucina, era molto tardi, sicuramente mezzanotte passata, il telefono squillò un paio di volte, ma Naruto non rispose e scattò la segreteria telefonica.
“ Naruto? È tutto il giorno che ti cerco! Domani sera usciamo tutti quanti, e tu devi venire per forza, è inutile che fai l’asociale, ci sarà anche Ino capito? E non dire che è pericoloso per me e bla, bla, bla ok? Un bacio Sakura” .
<< Ti va bene un caffè? >> Chiese alla ragazza, Hinata annuì ancora impalata in mezzo alla stanza, Naruto le fece segno di sedersi sul divano e lei obbedì in silenzio, lui si mise seduto accanto a lei anche se un po’ distante, rimasero in silenzio per un tempo infinito, e poi Hinata iniziò a piangere senza un motivo preciso, ma in realtà, quei motivi c’erano ed erano troppi. Si piegò su se stessa e pianse fino a singhiozzare, mentre Naruto si stringeva le ginocchia al petto e piangeva a sua volta in silenzio senza farsi sentire, perché faceva male vedere quanto erano estranei adesso, vedere che quella casa non era più di nessuno, e intanto il caffè usciva e nessuno controllava, e intanto i loro cuori si sbriciolavano e nessuno li aggiustava, Hinata si aggrappò con le mani al braccio di Naruto che a sua volta strinse con forza le spalle della mora, lei fece per baciarlo, ma lui la bloccò e scosse la testa.
<< No… Hinata no! >> Lei sorrise amara con il volto ancora bagnato di lacrime.
<< Puoi abbracciarmi per favore? >> Chiese in un sussurro, Naruto sospirò e l’abbracciò, la strinse tra le sue braccia.
<< Continua a raccontare Hinata, sono i nostri ricordi, racconta i più belli, quelli che non fanno piangere >> Diceva lui stringendola ancora più forte, mentre le baciava il collo e non riconosceva più il suo odore.


Effe_95

:) Lascio a voi le parole.      

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Back to me

 
Era un sabato molto freddo, Hinata lo ricordava bene, fuori pioveva incessantemente, e quella pioggia sembrava volesse dire che Ottobre era appena terminato e Novembre aveva fatto il suo ingresso anche quell’anno, Hinata era completamente schiacciata con tutto il suo corpo accanto a quello del ragazzo perché sentiva freddo, e Naruto era terribilmente caldo.
Dormiva lui, profondamente e beatamente, un po’ scomposto sul letto, ma era talmente bello che Hinata faceva fatica a smetterla di guardarlo, ecco, si era persutamente innamorata. Con una certa fatica scese da quel letto caldo e si infilò sotto la doccia, poi prese le chiavi e uscì, si ricordava di aver visto una caffetteria nelle vicinanze, e infatti la trovò non molto lontano, prese quattro ciambelle con il cioccolato e la crema e tornò nell’appartamento 106.
Naruto dormiva ancora, così lei ebbe tutto il tempo di preparare una colazione decente e fare il bagno, che era in condizioni alquanto pietose, poi si mise comoda sul divano caldo e ascoltò la musica a basso volume, sbirciando i nuovi testi su cui stava lavorando Naruto, il titolo della canzone era “Occhi grandi e chiari”, parlava di lei, quella canzone parlava di lei, dai suoi occhi sgorgarono calde lacrime di contentezza, e fu così che la trovò Naruto al suo risveglio, rannicchiata sul divano vecchio e vissuto, che ascoltava la musica.
Hinata non si era accorta della sua presenza assorta com’era nel contemplare quella meraviglia, così quando Naruto le cinse la vita e la baciò su una guancia sobbalzò spaventata, e costatò che il ragazzo non era per niente vestito e che la finestra era spalancata sul mondo intero.
<< Naruto! >> Lo rimproverò, lui la guardò perplesso.
<< Cosa? >> Lei alzò gli occhi al cielo esasperata, ma allo stesso tempo rideva.
<< Sei completamente nudo, e la finestra è completamente aperta >> Gli fece notare lei, lui sorrise e andò a chiudere la finestra, poi si girò verso la ragazza che non lo guardava.
<< Cosí va bene? >> Domandò con un sorrisone.
<< Andrà meglio quando sarai completamente vestito! >> Rispose Hinata, che finalmente sollevò lo sguardo e incrociò gli occhi con quelli azzurri del ragazzo, belli e limpidi, come al solito, Naruto sorrise divertito e le si avvicinò per scherno, lei arrossì violentemente.
<< Cosa c’è? Sei imbarazzata? >> Chiese lui malizioso, lei lo fulminò con lo sguardo.
<< Ho capito, vado >> Rispose imbronciato, ma era un broncio un po’ falso e fasullo, in realtà Naruto stava sorridendo per la scena divertente, si ritirò in bagno e ne uscì solo dopo venti minuti perfettamente vestito e lavato. Hinata era in cucina che spegneva la macchinetta del caffè, Naruto osservò la tavola imbandita con l’acquolina in bocca.
<< Nessuno mi ha mai preparato una colazione simile! >> Disse toccandosi la pancia, Hinata sorrise e si mise seduta, Naruto la imitò.
<< Pancia mia fatti capanna! >> Esclamò, ed esattamente trenta secondi dopo, in tavola era sparito tutto.
<< Sai, le ciambelle sono il mio dolce preferito >> Disse Naruto sparecchiando la tavola, Hinata sorrise felice di aver indovinato, poi due braccia forti e robuste la strinsero da dietro e un buonissimo odore la raggiunse, era l’odore del suo uomo quello?
<< Grazie >> Sussurrò il ragazzo baciandola sul collo, Hinata trasalì, ma poi si rilassò.
<< Ti amo >> E su travolta dalla verità di quelle parole, certo gliel’aveva già detto, ma adesso era diverso, perché adesso si conoscevano completamente, unicamente, ed era più bello dirselo.
<< Nessuno me l’ha mai detto prima >> Rispose il biondo, affondando la faccia nella schiena della ragazza.
<< Cosa facciamo oggi? >> Domandò Hinata, Naruto impiegò tre minuti per rispondere, ancora immerso nel suo mondo e nei suoi pensieri.
<< Sakura e Sasuke mi hanno invitato a pranzare da loro, vieni con me no? >>
<< D’accordo, però dopo devo tornare a casa >> Disse lei sospirando, Hinata avrebbe dato tutto l’oro del mondo per non tornare mai più a casa sua.
<< Abbiamo ancora un po’ di tempo prima di andare da loro >> Disse il ragazzo, Hinata annuì guardando l’orologio, in effetti era un po’ prestino.
<< Ti va di fare qualcos’altro? >> Domandò, Naruto annuì, e prima che la ragazza potesse accorgersene, si ritrovò di nuovo stesa sul letto tra le braccia di Naruto.
 
La casa di Sasuke e Sakura non era grandissima, ma aveva qualcosa di particolare che la rendeva speciale, era come se Sakura l’avesse trasformata facendola diventare completamente loro, non c’era niente in quella casa che non parlasse di Sakura e Sasuke, e non c’era niente che faceva pensare ai loro nomi separati.
Hinata si sentiva un po’ a disagio, e pensare che lei e Naruto non erano niente in confronto, sicuramente loro due non avrebbero mai raggiunto il livello di Sakura e Sasuke, che stavano insieme da chissà quanti anni, che sapevano tutto l’uno dell’altra, ogni piccolo particolare.
<< Sono davvero molto contenta che tu e Naruto vi siate fidanzati >> Le disse Sakura risvegliandola dai suoi pensieri, Hinata si girò per guardarla e sorrise, di un sorriso molto finto e la rosa se ne accorse, ma non disse niente in particolare, non poteva sapere che Hinata non voleva tornare a casa perché avrebbe subito l’ira della madre, l’ira di suo padre, di Kiba, di sua sorella.
Sakura si alzò portando i piatti in cucina e Hinata la seguì per darle una mano, e anche se Sakura rifiutò Hinata l’aiutò lo stesso, nessuna delle due parlò, e poi Hinata scoppiò a piangere in silenzio, con le mani immerse nell’acqua del lavandino tutte insaponate. Sakura la guardò sbigottita, non si aspettava quella reazione, la lasciò piangere ancora per un po’ e poi l’abbracciò senza dire niente, le parole non servivano, e fu così che le trovarono Sasuke e Naruto appena rientrati da fuori al balcone.
<< Grazie mille per il pranzo, è stato tutto buonissimo Sakura >> Disse Naruto baciando l’amica e salutando Sasuke con una pacca sulla spalla, Hinata fece un leggero inchino e ringraziò, Sakura le sorrise.
Per strada Hinata e Naruto non parlarono molto, si tenevano per mano e camminavano, lui perso nei suoi pensieri e lei completamente distratta, non si accorgeva nemmeno della strada che stava percorrendo, e probabilmente se non ci fosse stato Naruto a condurla si sarebbe anche persa.
Quando la ragazza vide l’enorme villa dove abitava le tremò il cuore, erano arrivati e lei non voleva entrare, Naruto le lasciò la mano e la guardò sorridendole.
<< Ci vediamo domani? >> Domandò allegro con il suo solito sorriso, Naruto avrebbe tanto voluto chiedere ad Hinata il perché delle sue lacrime silenziose a casa di Sakura e Sasuke, ma il cuore gli diceva di non domandare.
<< Certo… >> Rispose Hinata in un sussurro, poi cercò le chiavi del cancello e lo aprì, trasse un lungo respiro e fece per entrare nel giardino, ma Naruto la fermò.
<< Ti chiederei di venire a vivere da me Hinata… >> Sussurrò il ragazzo << … ma adesso non è il momento, tu devi prima risolvere i tuoi problemi, io sarò li… >>
 
Non appena Hinata mise piede in casa, non ebbe nemmeno il tempo di dire niente che si ritrovò due ceffoni in faccia, la madre le si era completamente gettata addosso con violenza schiaffeggiandola.
<< Dove sei stata svergognata?! Due giorni senza avvisare! Chi è quel ragazzaccio biondo? >> Hinata si massaggiò la guancia e sospirando fronteggiò la madre con rabbia.
<< Per prima cosa sono maggiorenne e faccio quello che mi pare, se non te lo ricordi mamma, ho ventun’anni, e poi non permetterti di parlare male di Naruto, è il mio ragazzo >>
<< Il tuo ragazzo? Hai dormito da lui? Sgualdrina! >> La donna la colpì nuovamente sulla guancia lasciandogli l’impronta delle cinque dita, questa volta Hinata non riuscì a trattenere le lacrime, nella stanza irruppe il padre della ragazza seguito da un Kiba stralunato, avevano sentito tutto a causa delle urla pesanti delle due donne.
<< Cos’è questa storia? >> Tuonò l’uomo avvicinandosi ancora di più.
<< Tua figlia ha fatto sesso con un ragazzaccio di strada, ha dormito da lui! >> Sbraitò la donna e il padre di Hinata divenne viola.
<< Basta! >> Gridò Hinata in lacrime. << Quello che tu chiami sesso per me è amore mamma! E io faccio quello che voglio! >>
Se ne andò in camera sua e si chiuse a chiave, ne aveva abbastanza per quel giorno, prese il cellulare e chiamò Naruto, il ragazzo rispose subito e sentendola in lacrime si preoccupò tantissimo.
<< Che succede Hinata? >>
<< Portami via da qui per favore, portami via! >>
 
La mattina al risveglio, Naruto non trovò nessuna ciambella, nessun tipo di colazione in particolare, solo il corpo di una ragazza rannicchiato sul divano, i capelli lunghi e scuri sulle spalle, sulle ginocchia, dappertutto, quello era solo il corpo di un’estranea, di una ragazza che era solo il riflesso della vecchia Hinata, una ragazza che le assomigliava vagamente, ma che non era assolutamente lei, e Naruto era consapevole del fatto che anche lui era solo un riflesso di se stesso, ed era per questo motivo che lui e Hinata si sarebbero amati sempre e comunque, perché anche se passati sette anni, anche se cambiati, l’uno era sempre combaciante con l’altro.
Hinata sollevò il capo e lo guardò, anche adesso come allora lei ascoltava la sua musica, ma quella non era una canzone dedicata a lei, era dedicata a quel figlio che non avevano mai avuto, e lei piangeva, perché Naruto non era uscito nudo dalla sua stanza come se niente fosse, perché la finestra era chiusa, perché avevano fatto l’amore e lei non aveva sentito niente.
 
Figlio, se ti avessi mai conosciuto,
ti avrei insegnato che la vita non è un gioco
Figlio, se tu fossi nato, avresti avuto i miei occhi
Se tu fossi cresciuto, ti avrei insegnato a camminare
Figlio, a volte immagino il tuo profilo
A volte avrei voluto sentirti dire papà
 
<< Hinata… per favore, cambia canzone >> Mormorò il ragazzo, ma poi fu lui stesso a spegnere lo stereo, perché Hinata fissava il vuoto con le mille lacrime che le rigavano il volto, le mani premute su quel ventre troppo vuoto, lei dentro di se aveva portato una gravidanza lunga sette anni, da cui non era nato proprio niente.
<< Naruto, ma tu mi ami ancora? >> Domandò, Naruto sospirò e si mise seduto accanto a lei, le prese una mano con una certa difficoltà, ma lo fece, e lo trovò un gesto molto semplice.
<< Si, Hinata >> Lei lo guardò e sorrise, poi si asciugò le lacrime e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo, prese il cellulare e inviò un messaggio che Naruto lesse benissimo.
 
“ Mi dispiace Kiba, ma io non posso sposarti”
 
Naruto sorrise e scosse la testa.
<< Lo sai vero che non siamo più noi? >>
<< Lo so >>
<< Impariamo a camminare insieme di nuovo >>
<< Si. Adesso però continua a raccontare la storia >> Mormorò Hinata, accoccolandosi sulla sua spalla.
 
 
 

 
 
   

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Back to me

 
Hinata aveva aspettato Naruto, l’aveva aspettato tutta la notte, ma lui non era venuto a prenderla. Stesa sul suo letto guardava la borsa abbandonata in un angolo di quella stanza che odiava con tutta se stessa, quella stanza che faceva capire maledettamente bene come fosse la sua vita, con gli occhi arrossati e stanchi guardò l’orologio che segnava le 8: 15, senza accorgersene si era addormentata, guardò il cellulare abbandonato sul letto e con una lentezza stratosferica lo raccolse, c’erano tre messaggi e una chiamata persa.
 
“ Hinata, amore mio, non verrò a prenderti. Devi farcela da sola, devi farti valere, scappare non ti servirà a niente, rifugiarti a casa mia sarebbe la cosa più sbagliata del mondo, ti prego, cerca di capire”
 
“ Sei arrabbiata, vero? Mi dispiace, spero solo che tu capisca, tu che ce l’hai una famiglia, tienitela stretta, anche se non ti capisce.”
 
“ Passo a prenderti oggi a mezzogiorno, se ti va di venire fatti trovare sotto il cancello per quell’ora ”
 
Quelle parole la fecero riprendere e un sorriso le nacque spontaneo sul volto, corse in bagno a farsi la doccia e poi perse un’ora intera per scegliere cosa indossare, optò per un bel vestito blu notte e gli stivali neri senza tacco.
Raccolse velocemente la borsa con dentro le chiavi e tutto il necessario e fece per uscire dalla sua stanza, ma andò a sbattere contro qualcuno e per sua grande sfortuna, quel qualcuno era Kiba.
<< Dove stai andando? >> Chiese il ragazzo con voce dura e severa, stringendola per il polso destro.
<< Sto uscendo, lasciami Kiba >> Rispose lei calma cercando di liberarsi dalla stretta del ragazzo, ma Kiba sembrava non voler demordere, e strinse ancora più forte.
<< Mi stai facendo male >> Mormorò lei improvvisamente agitata, il volto di Kiba era nero di rabbia e sembrava quasi che volesse picchiarla, e in effetti il ragazzo era sul punto di farlo davvero, ma cercava di trattenersi.
<< Stai andando da lui vero? Quel ragazzo biondo del bar! >>
<< È il mio ragazzo! Ovvio che vada da lui >> Dopo quella frase lo schiaffo arrivò davvero, pesante e violento, era il terzo in due giorni. Hinata indietreggiò scioccata, consapevole del fatto che Kiba vi avesse messo tutta la forza di cui disponeva, le girò la testa e si portò una mano sotto il naso, da cui usciva un fiume di sangue. Kiba se ne stava lí scioccato per il suo stesso gesto, vide Hinata scappare via giù per le scale con il sangue sul volto, e si maledì per quel gesto così avventato, ma giurò a se stesso che prima o poi Hinata sarebbe stata sua, perché la storia d’amore che aveva con quello sguattero, non sarebbe durata ancora a lungo.
 
Naruto era seduto sul muretto accanto la casa di Hinata già da dieci minuti, molto probabilmente la ragazza non sarebbe venuta all’appuntamento, ma a lui non importava molto, quello che più gli premeva era che lei risolvesse i suoi problemi, voleva che imparasse a crescere da sola.
Diede un ultimo sguardo all’orologio e decise di andarsene, ma proprio in quel momento vide arrivare Hinata di corsa con il volto sanguinante, che si tamponava il naso con un fazzoletto.
<< Cos’è successo? >> Chiese allarmato, la ragazza lo abbracciò e sprofondò la faccia nel suo petto smettendo di respirare per un secondo, quell’odore così familiare, quel corpo così bramato, era finalmente tra le sue braccia, il resto non contava più nulla. Naruto strinse l’abbraccio, e non si preoccupò che molto probabilmente si sarebbe sporcato la maglietta bianca con il sangue della ragazza.
<< Kiba mi ha dato uno schiaffo, è il terzo che becco in due giorni, sai? >> Sussurrò Hinata finendo di pulirsi il viso mentre Naruto l’aiutava in silenzio, la fronte corrugata per lo sforzo di non correre da quel figlio tipo e spaccargli la faccia.
<< Oggi ti porto a conoscere la mia famiglia >> Rispose sorridendo, di quel sorriso che mandava Hinata in estasi, e quella prospettiva le fece dimenticare immediatamente tutti i suoi problemi, immensamente curiosa di scoprire come fosse la famiglia di Naruto. Presero a camminare mentre lei gli faceva mille domande su Jiraya e Kakashi, su come fossero morti i suoi veri genitori, sulla sua infanzia, il tempo passò molto velocemente e i due si ritrovarono sotto il palazzo dove abitavano le due persone che avevano cresciuto Naruto da bambino.
Hinata strinse ancora più forte la mano di Naruto che le sorrise gioviale, lei non l’aveva mai visto così contento.
All’interno il palazzo era molto sobrio, vi erano sia le scale che l’ascensore.
<< Vediamo chi arriva prima? >> Propose Hinata, e un secondo dopo già correva su per le scale, Naruto la raggiunse in un baleno, ancora con quel sorriso meraviglioso stampato sul volto, con un movimento fulmineo la prese per la vita e la stinse a lui baciandola sul collo bianco e freddo.
<< Presa! >> Sussurrò sorridendo.
<< Imbroglione >> Disse lei, per poi colpirlo con una gomitata nello stomaco, il ragazzo indietreggiò arrancando, mentre Hinata schizzò in avanti e raggiunse il pianerottolo del settimo piano.
<< Che scarso che sei! >>
<< Ma tu guarda… >> Disse Naruto raggiungendola, si massaggiava ancora lo stomaco con la faccia sofferente, Hinata lo raggiunse e lo abbracciò.
<< Ti sei fatto male? >>
<< Ovviamente! >> Rispose lui, ma in realtà stava sorridendo contento, in quel preciso momento la porta si aprì per mostrare la figura di un uomo un po’ anziano con occhi castani, quest’ultimo incrociò le braccia al petto.
<< La piantate di commette atti osceni in luogo pubblico? Si sentiva persino in cucina! >> Dichiarò l’uomo, aveva una voce calda e profonda, saggia, Naruto scoppiò a ridere, mentre Hinata arrossiva come una matta.
<< Jiraya, che bello rivederti! >> Esplose il ragazzo correndo ad abbracciarlo, l’uomo affettuosamente gli scombinò i capelli.
<< Sei sempre il solito maleducato! Non mi presenti la fanciulla? >> Naruto tornò a prendere Hinata e la condusse dentro casa, nell’aria c’era un odore speziato e dalla cucina provenivano dei rumori poco gradevoli, per due volte si sentirono anche delle imprecazioni.
<< Jiraya lei è Hinata, Hinata lui è Jiraya >> La ragazza chinò il capo in segno di saluto ancora rossa in viso, mentre l’uomo le sorrise benevolmente.
<< Ma che bella ragazza! Come al solito ci sai fare ragazzo >> Sia Jiraya che Naruto scoppiarono a ridere esageratamente, mentre Hinata arrossiva ancora di più lusingata e imbarazzata, poi dalla cucina uscì un’altra figura, un ragazzo con capelli bianchi e un occhio coperto.
<< Ma tu guarda che cafoni! Depravato il pranzo sta andando a fuoco, vedi di fare qualcosa, e tu baka fai accomodare la tua ragazza. Molto piacere, io sono Kakashi Hatake! >> Disse l’uomo in un soffio, cambiando il tono di voce da un momento all’altro, prima duro e scocciato, poi educato e dolce.
<< Il piacere è mio >> Disse Hinata sorridendo, era così la famiglia che lei avrebbe desiderato avere, una famiglia che la capisse, che non desse importanza al denaro, che la accettasse anche se fosse stata un po’ matta.
 
 
Stamattina mi sono svegliato di soprassalto
Ti avevo sognato ancora una volta
Sentivo la tua voce nella mia testa
E poi guardando il cielo, mi sono reso conto
Che era passato un anno
 
Un anno senza te, senza il tuo caffè
Senza le ciambelle, senza i tuoi baci
Un anno senza vita, un anno e basta
 
Camminando per le strade ti ho vista insieme a lui
Ti è bastato così poco per dimenticarmi?
Lo ami? Allora perché quegli occhi vuoti?
Volevo prenderti la mano e portarti via di li
Ma poi guardando il cielo mi sono reso conto
Che era passato un anno
 
Un anno senza te, senza il tuo calore
Senza la tua voce, senza la tua vitalità
Un anno, un anno, solo un anno senza te…
 
Hinata guardava Kiba con insistenza, il ragazzo aveva gli occhi arrossati e sembrava invecchiato di almeno dieci anni, era diventato brutto improvvisamente. Lei prese a sorseggiare il suo caffè con lentezza, non sapeva come parlargliene, come farglielo capire, perché era impossibile spiegare.
<< Come sta Naruto? >> Cominciò lui, e bastarono quelle semplici parole per sorprenderla e renderla felice in un solo momento.
<< Come me >> Rispose lei di rimando, no lei e Naruto non erano più gli stessi, ma il destino voleva che stessero insieme nonostante il passato, nonostante gli errori.
<< Tanto lo sapevo che non saresti stata mai mia… >> Nella voce di Kiba c’era solo rassegnazione.
<< Fare l’amore con te… è sempre stato… l’inferno, tu non puoi capire cosa si provi a stringere tra le braccia un corpo vuoto, senza anima >> Nel dirlo Kiba si guardò le mani e rabbrividì, piano piano anche un po’ della sua anima se n’era andata con Hinata.
<< Però so cosa significa portare con se un corpo vuoto… >>
<< Ascolta Hinata, mi dispiace per tutto, per averti allontanata da lui, per averti costretta ad abortire, per non essere riuscita a farti innamorare di me… >> Hinata scosse il capo e non lo fece terminare, quei ricordi erano tabù, non potevano essere pronunciati.
<< Va bene così, è passato… è solo il passato… >>
 

Effe_95
Salve a tutti! Ho cercato di aggiornare il prima possibile, mi raccomando recensite anche questo capitolo!
Poi ci tenevo a dirvi che il prossimo capitolo sarà decisivo, succederà qualcosa di irrepalabile, ma non del tutto xD.
A presto
  
  

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Back to me

 
<< Naruto? Tocca a te! >> Il ragazzo scese le tre carte che reggeva tra le mani e poi scartò, Jiraya lo guardò contrariato, come a volergli dire chiaramente che quella mossa era stata un po’ azzardata. Hinata pescò la sua carta e contrasse le sopracciglia pensierosa, poi la scartò rassegnata, Kakashi la squadrò attentamente e pescò.
<< Chiuso! >> Annunciò l’uomo soddisfatto, Naruto mise il broncio e Hinata sospirò rassegnata, mentre Jiraya scuoteva la testa, era già la quinta volta che Kakashi vinceva.
<< Vado a preparare un po’ di gelato, vi va? >> Annunciò Jiraya.
<< A me doppia porzione perché sono il vincitore >> Urlò Kakashi da una stanza imprecisata, Jiraya sparì in cucina, Naruto si lasciò cadere sul divano, mentre Hinata si sistemò per terra accanto a lui, che aveva chiuso gli occhi come se fosse stanchissimo.
<< Senti Hinata… ciò che sto per chiederti va contro tutto quello in cui credo, ma mi vedo costretto a farlo, vieni a vivere da me? Non voglio più che quel… quel tipo ti tocchi, che nessuno si azzardi a toccarti! >> Hinata era rimasta ferma immobile con il fiato sospeso, era stata così bene che si era completamente dimenticata della sua famiglia, dei suoi problemi, si accarezzò la guancia e scoprì che le faceva male da morire, dalla sua borsa prese uno specchietto e vide che sotto al naso aveva un piccolo livido violaceo.
<< Che vergogna, devo coprirlo… >> Sussurrò la ragazza e fece per alzarsi e andare in bagno, ma Naruto la trattenne e la fece cadere sul divano sopra di lui.
<< Hinata! Sto facendo sul serio, nessuno deve più toccarti! >>
<< D’accordo >> Acconsentì lei, poi sentì le braccia forti del ragazzo stringerla in una morsa troppo delicata per essere definita tale, allora lei lo baciò, e avrebbero fatto anche di più se non fossero stati a casa dei “genitori” di Naruto.
 
Hinata andò a vivere da Naruto. La casa sembrava troppo piccola per contenere entrambi, ma i due ragazzi non si fecero troppi problemi, quasi tutte le mattine faceva colazione con le ciambelle e andavano all’università, mentre tutte le sere tranne il mercoledì uscivano con gli altri, la serata del mercoledì era dedicata al Ramen.
Era passato così un mese, era precisamente il 18 Dicembre, fuori c’era la neve che ricopriva tutto, i negozi erano addobbati a festa e le persone correvano a destra e a sinistra per comprare regali di ogni genere.
Naruto e Hinata erano rinchiusi in casa e preparavano l’albero di natale.
<< Quello verde va al secondo piano, giusto? >> Domandò il ragazzo ma Hinata non gli rispose, era troppo impegnata a leggere le istruzioni, lui gli lanciò addosso una pallina colpendola sulla testa, allora lei sollevò il capo turbata.
<< Che c’è? >> Domandò, Naruto scoppiò a ridere, non si era accorta di niente. Hinata lo guardò storto e tornò a leggere le istruzioni, allora Naruto si alzò e prese la sua chitarra.
 
La neve cade giù come se fosse acqua
E tu sei seduta per terra al freddo
Ti osservo da lontano mentre ti vedo riflettere
E penso che forse senti freddo
E io dovrei riscaldarti
 
La neve cade giù e copre la città
E tu cammini, e non hai il giubbotto
Ti osservo da lontano mentre stringi le braccia al petto
E penso che forse senti freddo
E io dovrei riscaldarti
La neve cade giù e seppellisce ogni cosa
E tu stai ferma li e aspetti
Ti osservo mentre mi guardi
E penso che forse senti freddo
E vengo a riscaldarti
 
La voce del ragazzo si spense sull’ultima parola, Naruto alzò lo sguardo e trovò Hinata che lo guardava e sorrideva.
<< Ho decodificato le istruzioni, facciamo l’albero? >> Lui annuì e lasciò la chitarra per terra accanto al mucchio di fogli dove aveva scritto le note.
<< Come si chiama? >>
<< Cosa? >>
<< Questa canzone >> Naruto non rispose subito, prima sistemò un pezzo sul tronco di ferro.
<< “ E penso che forse senti freddo” >>
<< È molto bella >>
 
Aveva finalmente parlato con Kiba, aveva finalmente cancellato quel ragazzo dalla sua vita, aveva cancellato la sua famiglia, aveva cancellato se stessa e non le importava più niente adesso. Camminava per strada e andava da Naruto, era sabato, era certa che il ragazzo non lavorasse, infatti lo trovò seduto su una sedia che suonava qualcosa di sconosciuto, lui sollevò lo sguardo.
Devi ridere ti prego, prova a ridere un momento, devi ridere, perché non lo fai più.
<< Hinata… >> La sua voce era strana, lei appoggiò il cappotto sull’appendino e lo raggiunse.
<<… sposiamoci! >> Lei sgranò gli occhi e lo guardò, lui era serio e stringeva con forza quella chitarra vecchia di anni, e Hinata notò che sopra c’erano ancora le loro iniziali H & N.
Naruto le prese il viso tra le mani, quanto erano cambiati, quanto…
<< Si… >> Sussurrò lei, e una lacrima silenziosa scese sul suo viso, Naruto sorrise.
<< Pazza… >> Mormorò Naruto appoggiando la fronte su quella della ragazza.
<< Pazzo… >> Ribatté lei chiudendo gli occhi, poi scattò la segreteria telefonica.
 
“ Naruto! Se non ti decidi a chiamare ti vengo a prendere con la forza! Sto perdendo la pazienza! Sakura”
 
“ Naruto, sabato usciamo, vieni anche tu? Sakura rompe, a presto. Sai”
 
“ Naruto… sono Ino, devo dirti una cosa molto importante, cavolo, lo so che siamo al telefono, ma io non sto più nella pelle, tieniti forte ... sono incinta!”
 
 
Effe_95
Lascio a voi la parola, credo che io non abbia niente da dire. Spero solo che dopo questo non veniate qui ad ammazzarmi. 
  

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Back to me

 
I piedi inciampavano uno sull’altro, si scivolava perché il marciapiede era completamente bagnato, ma lei non si fermava, continuava a correre senza guardare dove stava andando.
Il clacson di un auto suonò freneticamente, c’era mancato poco che un auto la mettesse sotto, con un salto instabile atterrò sul marciapiede e scivolò.
Hinata non si rialzò, rimase lì per terra, con il cuore che non batteva per niente e le ossa spezzate, sentì le mani di qualcuno afferrarla per le spalle e sollevarla da terra, i capelli erano umidi e sporchi e le ricoprivano il volto, lei non guardava niente, era come cieca, non sentiva che la scuotevano, e poi arrivò lo schiaffo, forte e prepotente. Lei spostò lo sguardo e incrociò gli occhi azzurri di Naruto.
<< Dove cavolo stai andando?! >> Disse il ragazzo, ma non era un rimprovero quello, Naruto aveva la voce rotta dal pianto, e infatti un secondo dopo cominciò a piangere senza fare rumore, Hinata lo guardò e gli accarezzò una guancia scostando con il pollice una lacrima.
<< Da nessuna parte… >> Sussurrò lei, e poi si rialzò e anche Naruto si rialzò a sua volta.
<< Io torno a casa >> Disse Hinata sistemando la borsa, ma Naruto non la lasciò passare, le prese un polso e la bloccò.
<< Casa tua è dove sono io! >>  E lo sapevano bene tutti e due, che anche dopo sette anni, non avevano potuto fare a meno di cadere l’uno sull’altra nonostante tutto quello che era successo, e adesso, anche adesso, loro non dovevano stare insieme.
<< Non possiamo più stare insieme, non possiamo più sposarci… >> Disse Hinata scostando il braccio del ragazzo, ma lui continuò a seguirla.
<< Si che possiamo! Io… >>
<< Tu non lascerai Ino da sola. Tu starai con lei, perché io ti conosco, perché io ti amo >>
Naruto colpì violentemente una lattina di coca cola in mezzo alla strada, perché la vita era davvero ingiusta, perché loro non avevano potuto avere un figlio loro, e adesso lui l’aspettava dall’unica persona che non aveva mai amato davvero, perché se Hinata non avesse abortito sette anni prima, lui non l’avrebbe lasciata, lui non l’avrebbe odiata e amata ogni giorno.
<< No… >>
<< Che cosa vuoi che faccia? Passeranno altri sette anni, e forse, quando tuo figlio sarà cresciuto, quando avremo i capelli bianchi, allora forse… >> Hinata non riuscì a finire la frase perché le lacrime non le permettevano di parlare come avrebbe dovuto fare realmente, prese a camminare, e per un po’ Naruto la lasciò andare, ma poi la rincorse di nuovo e la prese per la vita bloccandola del tutto.
<< Mi dispiace tantissimo, non riesco a farti andare via, e non avrei dovuto avvicinarti, ma tutto quello che abbiamo fatto, tutto, è la mia vita, come posso lasciarla scivolare via? Come faccio? Insegnamelo tu e se puoi perdonami >>
<< Allora lasciami andare, lasciami andare e portami via con te, porta via il nostro ricordo >>
Naruto sfilò lentamente le mani dai fianchi della ragazza, Hinata si girò e gli sorrise, anche se piangeva gli sorrise e poi andò via, e quella volta Naruto non la seguì, tra le mani sentiva un vuoto bruciante, e si chiedeva perché, ogni volta, lui dovesse soffrire così per una donna che non era mai stata sua davvero…
 
Naruto aprì la porta di casa stanco, con la mano si massaggiò il collo, la stanza era completamente al buio, probabilmente Hinata non era ancora rientrata dal lavoro, o forse aveva avuto un esame, non se lo ricordava nemmeno. Lanciò la cartella il più lontano possibile nella stanza buia, sperò solo di non prendere in pieno la chitarra, probabilmente Hinata si sarebbe arrabbiata da morire al suo ritorno, ma sinceramente a Naruto non importava niente, era arrabbiato nero, era il giorno del suo compleanno e nessuno se l’era ricordato, proprio nessuno, inciampò in qualcosa cercando di raggiungere l’interruttore.
<< Vaffanculo! >> Tuonò imbestialito, e colpì con un calcio il presunto oggetto, ma un rumore acuto lo raggiunse dal basso e un secondo dopo si accese la luce e una marea di gente spuntò da dietro il divano, da sotto il letto, da dietro il muretto della cucina, dal balcone, da tutte le parti.
<< Auguri!!!! >> Esplosero insieme, Naruto rimase sbigottito con la bocca spalancata, imbambolato sul posto.
<< Chiudi quella bocca Uzumaki! >> Disse Neji poggiando la mano sotto il mento del ragazzo per aiutarlo a compiere il gesto.
<< Grazie per il calcio! >> Disse acido Sai, massaggiandosi la pancia, Naruto si grattò la testa imbarazzatissimo.
<< Scusami >> Rispose mortificato, Hinata lo raggiunse e gli stampò velocemente un bacio a timbro sulle labbra, lui le sorrise e le fece l’occhiolino, era stata davvero brava a non fargli capire niente, sicuramente lei e Sakura si erano date da fare di nascosto.
<< Ah Kakashi, il nostro bambino si sta facendo grande >> La voce di Jiraya riecheggiò nella stanza e tutti scoppiarono a ridere, Kakashi si allontanò dall’uomo disgustato, mentre Naruto si lamentava dicendo che aveva compito solo ventidue anni, e che aveva ancora una vita davanti.
Aprirono i regali e mangiarono le pizze accompagnate da una torta al cioccolato e dall’immancabile succo alla mela verde, che non bevve nessuno eccetto Hinata, poi a mezzanotte e mezza si dileguarono tutti lasciano Hinata e Naruto soli a ripulire la casa.
La ragazza gettò i cartoni nel sacchetto della spazzatura, mentre Naruto si mise a spazzare per tutto il salone raccogliendo nel frattempo anche i bicchieri e le briciole.
<< Credevi davvero che me fossi dimenticata? >>
<< Per  forza… >> Hinata scoppiò a ridere e abbandonò la spazzatura per terra, si gettò di forza sul ragazzo ed entrambi caddero a terra compresa la scopa.
<< Devo darti il mio regalo >> Mormorò la ragazza baciandolo sul collo.
<< Quale sarebbe? >>
<< Registriamo una demo! >> Il sorriso di Naruto andò spegnendosi piano piano, e Hinata si alzò preoccupata.
<< Cosa c’è? Il regalo non ti piace? >> Naruto scosse la testa.
<< No… è la cosa più bella che tu potessi fare per me, grazie, ti amo >>
<< Me too >>
  

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Back to me

 
Quel giorno avrei dovuto dirti molte cose
Solo che non ne avevo davvero il coraggio
Avrei voluto dirti che non volevo quel figlio
Che volevo stare insieme a te
 
Quel giorno avrei dovuto fare i conti con la mia vita
Solo che non sono abbastanza forte per poterlo fare
Avrei voluto stringerti la mano
E mangiare insieme una ciambella a colazione
 
Quel giorno avrei dovuto capire meglio
Solo che non ho mai capito
Quel giorno avrei dovuto dirti solo una cosa
Solo che non ho il coraggio
 
Adesso però ritorna da me, ti prego, ritorna da me
 
Naruto Uzumaki
Ritorna da me ( Come back to me)
 
Quella sera fuori pioveva, Naruto non voleva uscire, ma praticamente l’avevano obbligato, e in fondo loro non potevano sapere cosa stava provando in quel momento.
Perché non l’aveva detto a nessuno che Hinata era tornate ed era andata via di nuovo.
Perché non aveva detto a nessuno che la notte implorava il cielo affinché lei tornasse da lui.
Che non voleva quel figlio con Ino, e lei non lo capiva, non capiva proprio niente.
Non capiva che non gliene fregava niente di quelle scarpette da neonato, se fosse maschio o femmina …
Mentre Sakura, si, lei l’aveva capito benissimo quel suo amico dall’aria malinconica, che anche se la vita gli aveva portato via tutto, continuava a sognare.
Solo che lui non viveva sul serio, lui sopravviveva.
<< Naruto… >> Dal tono di voce della ragazza Naruto poteva capire benissimo quali fossero le sue intenzioni, alzò gli occhi al cielo.
<< Ci sono molte stelle stasera >>
<< Sei uno stronzo, lo sai? >> Dichiarò la rosa, poi si guardò indietro per vedere se gli altri li seguivano o si erano persi nel nulla.
<< Non c’è bisogno che tu me lo dica >> Naruto si girò per guardarla, lei sorrise e la rosa fece altrettanto, Sakura aveva sempre pensato che Naruto avesse un sorriso bellissimo, e che non si fosse innamorata di Sasuke, forse sarebbe stato Naruto la sua seconda scelta.
<< Tu non lo vuoi quel bambino, vero? Avresti preferito mille volte che Ino… >>
<< Non chiederei mai ad Ino una cosa del genere Sakura! Sei proprio ottusa, sai? >>
<< Non c’è bisogno che tu me lo dica >> Ribadì Sakura ripetendo le stesse parole del biondo, che si girò per guardarla storta, quella non era proprio serata.
<< Perché non me l’hai detto, eh? >>
<< Cosa? >> Domandò stanco Naruto, gli altri restavano sempre più indietro, e nonostante Sakura si portasse dietro un bel peso, non sembrava essere affaticata, Naruto avrebbe dovuto farla sedere, ma quella sera non era in vena di fare il galantuomo o il bravo ragazzo.
<< Com’è stato rivederla? Stare con lei di nuovo? Come hai fatto a lasciarla andare ancora? >>
Naruto non si sorprese più di tanto, era sempre stato così in fondo, Sakura lo capiva sempre.
<< L’ho incontrata per caso, al centro commerciale.  Abbiamo cominciato a parlare di noi, del nostro passato… e non ho saputo resistere, è vero, l’ho lasciata io sette anni fa per quello che aveva fatto, perché non riuscivo a guardarla in faccia, ma io l’amavo lo stesso. Sai, qualche giorno fa, prima che se andasse, le ho chiesto di sposarmi, e poi lo stesso pomeriggio lei mi ha lasciato >>
Con un gesto affettuoso, Sakura accarezzò la guancia dell’amico asciugando quella lacrima che era caduta senza permesso.
<< Mi dispiace >> Disse abbracciandolo.
<< Voglio tornare a casa, mi copri tu con gli altri? >> Sakura lo guardò preoccupata, ma annuì, e Naruto se ne andò per la sua strada con il capo basso e la schiena pesante.
<< Tutto bene? >> Domandò Sasuke a Sakura che nel frattempo l’aveva raggiunta, la rosa lo abbracciò.
<< Le sue ferite stanno prendendo infezione Sasuke, andando avanti così, Naruto non ce la farà mai >>
 
Naruto spalancò gli occhi, spostando lo sguardo dal suo ramen del mercoledì sera sulla sua fidanzata, che lo guardava sorridendo.
<< Allora? >>
<< A casa dei tuoi? >> Esattamente un secondo prima Hinata aveva invitato Naruto a cena dai suoi, era stata una sorpresa anche per lei quando la madre l’aveva chiamata per proporle una cosa del genere, era davvero troppo strana come cosa.
<< Si dai, festeggiamo anche i sei mesi che stiamo insieme! >> Il ragazzo sorrise.
<< Sono già sei mesi? >>
<< Si, sono sei mesi che ti rovino la vita >> Naruto le pizzicò la guancia affettuosamente e finì in fretta il suo ramen, pagarono e poi decisero di tornare a casa.
<< Allora? Andiamo dai miei? Per me è importante! >> Naruto era il primo che voleva che Hinata mettesse tutto a posto con i suoi genitori, solo che la cosa lo spaventava un po’.
<< Certo che ci andiamo >>
<< Grazie >>
 
 
 
  

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Back to me

 
La casa di Hinata era bella grande e raffinata, il giardino era molto curato, vi erano fiori a morire e nemmeno una singola foglia fuori posto. All’interno invece, era tutto ancora più bello, all’entrata vi era una stanza enorme con delle scale da palazzo reale, in marmo nero con la ringhiera di legno in noce, un mobiletto di cristallo occupava l’angolo destro della stanza e un semplice, ma non troppo, portaombrelli se ne stava solo soletto accanto alle scale.
Naruto guardava il tutto meravigliato, e in confronto si sentiva un vero pezzente, se pensava che loro andavano quasi tutte le domeniche a casa di Jiraya e Kakashi, e che la casa dei suoi padrini non era per niente paragonabile a quella della ragazza, possedente una quindicina di stanze, mentre la casa dei genitori adottivi di Naruto ne aveva si e no cinque.
La madre di Hinata era una bella donna, alta, magra, con i capelli scuri e gli occhi chiari come quelli di Hinata, però non le assomigliava per niente, accanto alla donna c’era un uomo alto, con capelli lunghi e sguardo severo, Naruto abbassò subito gli occhi perché si sentiva in soggezione.
Poi intravide un’ altra figura nascosta un po’ più indietro, la figura di un ragazzo, che doveva proprio essere Kiba.
<< Benvenuti ragazzi >> Salutò cordialmente la madre di Hinata.
<< Ciao mamma, lui è Naruto >> Il ragazzo fece un piccolo inchino con il capo.
<< Salve signora >> La donna lo squadrò da capo ai piedi, non era per nulla soddisfatta di quello che vedeva, il ragazzo indossava dei jeans stretti, una camicia nera, che non era nemmeno infilata nei pantaloni, senza la cravatta e portava quei capelli ribelli e mossi, per non parlare delle scarpe, erano assolutamente inappropriate.
<< È un piacere conoscerti caro, ma venite, accomodiamoci a tavola >>
Ecco, adesso il pranzo era un altro paio di maniche, sul tavolo c’erano come minimo tre forchette a persona, due coltelli, due bicchieri, e visto che Naruto non ne sapeva un tubo di bon ton la trovò una cosa alquanto imbarazzante.
La cameriera prese a servire dei piatti dal nome impronunciabile che non avevano nemmeno un bell’aspetto, Naruto osservò Hinata di sottecchi e la imitò prendendo la forchetta giusta.
<< Allora Naruto, frequenti l’università? >> Domandò la madre di Hinata, Naruto si schiarì la voce e cercò di rispondere il più spontaneamente possibile.
<< Si >>
<< In che ramo ti stai laureando? >> Si intromise il padre di Hinata, con la sua voce poco gentile.
<< Ehm… nel campo artistico signore >> Non appena ebbe finito di parlare la madre di Hinata scoppiò in una risata fastidiosa, Hinata la guardò male, mentre Naruto arrossiva dall’imbarazzo e dalla rabbia.
<< Beh, mi sembra una cosa carina >> Disse la donna cercando di placare l’atmosfera, senza riuscirci.
<< Sapete che Naruto lavora part-time all’interno di un bar? >>
Interruppe nuovamente il pranzo la voce ironica di Kiba, Naruto sollevò lo sguardo e lo guardó con aria di sfida, arrabbiato, mentre sotto il tavolo Hinata gli stringeva la mano per cercare di calmarlo.
<< Davvero? >> Domandò la madre di Hinata.
<< Si, visto che non vivo con i miei devo pur mantenermi in qualche modo… >> La frase del ragazzo andò affievolendosi piano piano, allora Hinata intervenne, conosceva abbastanza bene Naruto da poter dire che in quel momento stava soffrendo, anche se in silenzio.
<< Però lo aiuto anche io! Sai mamma, ho trovato lavoro in una fumetteria >> Calò un silenzio imbarazzante, il rumore delle posate dei piatti era alquanto fastidioso, Naruto aveva le sopracciglia contratte, e non riusciva a credere che Hinata fosse cresciuta in quella casa, in quella famiglia così… vuota.
<< Tu e Naruto vivete insieme, vero?>> Kiba aveva stretto furiosamente la forchetta tra le mani e sfidava Naruto con lo sguardo, ma il biondo non lo guardava nemmeno, voleva solo andarsene da quel posto.
<< Si >> Rispose Hinata guardando la madre che si puliva la bocca con il fazzoletto e aveva occhi freddi da far paura, e Hinata sapeva che ancora una volta quella donna non era fiera di lei.
<< E i tuoi Naruto? Cosa fanno? >> Provò a spezzare la tensione il padre di Hinata.
<< Sono morti signore >> Sussurrò lui, Kiba sbuffò infastidito, mentre Hinata lo guardava triste, era stata lei a portarlo in quel posto, ma in fondo aveva sempre saputo che non l’avrebbero mai accettato.
<< Ah bene, è anche orfano! >> Mormorò la madre di Hinata, ma tutti riuscirono a sentirla bene.
Naruto lasciò la mano di Hinata e si alzò provocando un rumore secco, tutti i presenti si voltarono a guardarlo.
<< Io me ne vado! >> Dichiarò il ragazzo, e a passo deciso si diresse verso la porta, Hinata rimase seduta con la forchetta tra le mani, spostò lo sguardo sulla madre e la fulminò con gli occhi.
<< Mi fai schifo! >> Sussurrò e poi si alzò per seguire il biondo, che era già arrivato ai cancelli, Hinata riuscì a prenderlo per un polso all’ultimo secondo, Naruto la scansò bruscamente.
<< Lasciami andare! >>
<< Ma perché… >> Urlò lei continuando ad inseguirlo per la strada.
<< Quella casa, quella gente… mi dispiace Hinata, ma il tuo mondo non appartiene al mio, io e te… >>
<< No, no stai zitto! >> Gridò Hinata portandosi le mani sulle orecchie, gli occhi già lacrimavano, Naruto si fermò a guardarla, perché avrebbe dovuto lasciarla per una cosa del genere? Lui non doveva vivere con la famiglia di Hinata, ma con lei, lei che era tutta un’altra storia, però quel mondo faceva parte di lei ugualmente ...
<< Affronta la realtà! Che futuro abbiamo io e te? >> Diceva lui scuotendola, ma lei sembrava non voler capire, allora la lasciò andare e fece un passo indietro, e poi un altro ancora.
<< E quello che abbiamo fatto fin’ora insieme? Non capisci, mia madre puntava solo a questo! >>
Naruto indietreggiò di nuovo, ma Hinata lo seguì e come una furia si scagliò contro di lui e prese a riempirlo di schiaffi e cazzotti, Naruto cercava di pararsi, ma la ragazza era impazzita.
<< Smettila! >> Tuonò il biondo e poi si alzò e andò via, lasciandola lí per terra come una stupida a piangere.
 
 
La sera tardi, quando Hinata tornò nell’appartamento dove abitavano lei e Naruto, le luci erano spente, e dalla stanza del ragazzo proveniva il suono di una chitarra, in silenzio si mise seduta sul divano senza nemmeno togliersi la giacca e lo ascoltò suonare.
Naruto buttava giù un accordo dopo l’altro, e piano piano fuoriusciva una musica molto malinconica, poi quando terminò il ragazzo la risuonò abbinandoci anche il testo.
 
Mi dicono che fuori è quasi primavera
Ma io non vedo nessun fiore
Sento freddo e non riesco più a ricordare
Cosa sia il tuo calore
Perché mi sembri già lontana
E credo proprio di essere stato uno stupido
 
Mi dicono che fuori è primavera
Ma io non sento cantare gli uccelli
E sono stato proprio stupido
A dirti quelle cose
Perché mi sembri già lontana
E non riesco a sopportarlo
 
Al termine della canzone Hinata sentì che Naruto posava la chitarra sul letto e si alzava, lo vide uscire e spostare lo sguardo su di lei, entrambi gli occhi dei due ragazzi si riempirono di lacrime, Naruto la raggiunse e si mise in ginocchio davanti a lei, poggiando la fronte sulle sue gambe e  prendendole le mani.
<< Mi dispiace Hinata, mi sono spaventato >> Mormorò il ragazzo.
<< Lo so, è per questo che sono qui >> Disse Hinata sorridendogli, Naruto prese il viso della ragazza tra le mani e la baciò, ma Hinata fu costretta a separarsi dal ragazzo e correre in bagno, a causa di un forte conato di vomito.
Naruto la seguì e rimase sulla porta sgomento, mentre vedeva Hinata sciacquarsi la bocca e asciugarsi il viso.
<< Va tutto bene? >> Mormorò il ragazzo poggiandole una mano sulla fronte, Hinata annuì e respirò a fondo.
<< Deve essere stato il nervosismo >>
 
 
 

  

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Back to me

 
Il 26 Aprile Hinata scoprì di essere incinta. Era appena tonata da un esame all’università, la testa le girava terribilmente, sentiva un caldo opprimente, un caldo da agosto, aveva la fronte tutta sudata e un persistente stato di nausea la accompagnava da vari giorni. Passò davanti al bar dove lavorava Naruto, che a quell’ora doveva essere ancora all’università, e l’odore di cornetti appena sfornati fece salire la sua nausea fino alle stelle, corse nel bagno davanti ad una Temari ed uno Shikamaru basiti.
Quando ebbe rimesso tutto quello che aveva in corpo si appoggiò con la fronte sulle mattonelle fredde, il suo sguardo ricadde sul pacchetto di assorbenti che conservava nella borsa, quel mese era molto in ritardo.
Hinata si riteneva una ragazza abbastanza intelligente, solo che non aveva voluto crederci, anche se la realtà era abbastanza palese.
 
Quando uscì dal bagno con il volto stravolto e le mani tremanti, trovò Temari con un bicchiere d'acqua e zucchero tra le mani.
<< Bevi, hai una pessima cera >> Hinata prese il bicchiere senza opporre resistenza.
<< Hinata, sei piombata qua dentro e mi hai rimesso anche l’anima… >>
<< Lo so, mi dispiace… >> Cominciò la mora, ma Temari la stoppò sul tempo poggiandole un dito sulle labbra.
<< Naruto lo sa? >> Le guance di Hinata assunsero la colorazione di un pomodoro, mentre gli occhi le si riempirono di lacrime, aveva sperato fino all’ultimo minuto che non fosse come credeva, solo perché non potevano mantenere anche un bambino.
<< Diglielo! >> Disse Temari, severa, ma contemporaneamente accarezzandole una guancia.
 
Quel pomeriggio Hinata aveva appuntamento a casa dalla madre, ci andò per non far insospettire nessuno, anche se avrebbe voluto parlare con Naruto il prima possibile, sentiva che… se avesse condiviso con lui quel segreto forse sarebbe stato più semplice.
Entrò in casa e trovò la madre ad attenderla nel salone, c’era anche Kiba e Hinata si infastidì non poco, ma la vista di un vassoio ricolmo di dolci le fece salire la nausea, gettò la borsa per terra e corse in bagno senza nemmeno salutare.
<< Hinata? >> Chiamò la donna, poi guardò la borsa della ragazza da cui usciva un oggetto che la spaventò a morte, anche Kiba spostò lo sguardo sulla borsa di Hinata e spalancò gli occhi arrabbiato e furioso, prese il cellulare della mora e fece una cosa, del quale poi si sarebbe pentito per sempre.
 
<< La lezione di oggi era proprio pesante! >> Dichiarò Naruto, camminando accanto ad un Sasuke e una Sakura stanchi morti.
<< Zitto! Non lamentarti! >> Disse la rosa massaggiandosi le tempie, Naruto le fece il broncio e la linguaccia, e Sasuke sorrise divertito per quel loro battibecco.
<< Meno male che a casa c’è Hinata che mi coccola! >> Disse il biondo riferendosi al cinismo della rosa, proprio in quel momento squillò il cellulare, Naruto lo cacciò dalla tasca dei pantaloni.
<< È lei! >> Disse raggiante, mostrando il cellulare agli amici.
<< Pronto? >> Rispose allegro, ma la voce dall’altro lato del telefono fece spegnere immediatamente il suo sorriso.
<< Naruto? Sono Kiba. Ascoltami bene, Hinata è incinta. Se non te la senti di prenderti cura di questo bambino lo farò io, lo riconoscerò come mio, anche se è tuo! >>
Naruto rimase completamente imbambolato sul posto, Sasuke e Sakura lo guardarono allarmati, il biondo non era in grado di rispondere a quella notizia arrivata così all’improvviso.
Avrebbe voluto parlare con Hinata, chiederle se fosse una cosa vera o solo un invenzione del ragazzo, si passò una mano sulla faccia disperato.
<< Che succede Naruto? >> Chiese Sakura preoccupata.
<< Allora? Cosa hai intenzione di fare? >>
<< No… non… è mio figlio, no? Ci penso io… >> Sakura lasciò cadere la borsa per terra, mentre Sasuke spostò lo sguardo sull’amico, andò verso di lui e lo afferrò saldamente per la camicia. Naruto lasciò cadere a terra il cellulare senza controllare di aver chiuso la chiamata o meno, negli occhi c’era tutta la paura possibile.
<< Naruto! Cosa diavolo è successo? >>
 
Hinata entrò nel salone il momento esatto in cui Kiba riagganciò, guardò il suo cellulare tra le mani del ragazzo, e il cuore perse un colpo quando vide che sul display della rubrica era evidenziato il numero di Naruto, con un gesto lento riprese la borsa e il cellulare.
<< Sei incita? >> Domandò la madre, Hinata non ebbe nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi, la donna fece per colpirla, ma all’ultimo secondo si fermò battendo rumorosamente la mano sul tavolo del salone, le tazzine si mossero facendo cadere del thè.
<< Abortisci, assolutamente! >> Quelle parole colpirono Hinata come un fulmine a ciel sereno, scosse la testa e se ne andò via.
Vagò un po’ per la città, fino a quando non scese il buio e allora si vide costretta a ritornare a casa.
 
Naruto era steso sul divano con gli occhi arrossati, Sasuke e Sakura erano appena andati via, ma non avevano potuto fare niente per calmarlo.
Naruto prese la chitarra, perché era l’unica cosa in quel momento che lo faceva sentire vivo, normale.
La serratura della porta però lo fece distrarre, si alzò lasciando la chitarra sul divano, e guardò Hinata poggiare lentamente il cappotto sull’appendino, lasciare la borsa sul mobiletto e poggiarsi una mano sullo stomaco in subbuglio, aveva una pessima cera.
Hinata sollevò lo sguardo e incrociò gli occhi azzurri e intensi di Naruto, rimase li fermo aspettando che lei facesse qualcosa, ma Hinata non mosse un passo, lo guardava con gli occhi spalancati, le guance rosse, una mano sullo stomaco e l’altra abbandonata sul fianco. Naruto scosse il capo e se ne andò, si chiuse nel bagno, mentre Hinata cadeva a terra e piangeva. Infine raccolse la sua borsa e uscì di nuovo.
 
Era stato quasi impossibile far finta di niente, far finta  del fatto che alcune cose di Hinata erano sparite, che la ragazza non era tornata a casa per cinque notti di seguito, ma Naruto cercò di non badarvi troppo. Andava all’università, seguiva i corsi, e poi il pomeriggio tornava a casa stanco e distrutto. Era tardo pomeriggio, quando uscendo dal bagno dopo essersi fatto la doccia, trovò Hinata stesa sul divano, addormentata, non aveva nemmeno tolto il giubotto. Quello sembrava proprio un addio, un addio e basta, ma lui non era pronto per niente, avrebbe voluto dimostragli che ce l’avrebbero fatta… in qualche modo, ce l’avrebbero fatta comunque.
Si calò accanto a lei e le accarezzò la fronte, quel movimento svegliò la ragazza, aveva delle occhiaie ed era dimagrita un botto, si sollevò lentamente e Naruto le prese le mani, erano fredde e così fragili da far paura.
<< Dove sei stata? >> Hinata lo guardò e Naruto si spaventò, perché quelli non erano i suoi occhi.
<< In clinica… >> Mormorò la ragazza, Naruto contrasse la fronte, mentre piano piano la verità si faceva largo nella sua mente, si alzò disgustato e afferrò Hinata per le spalle.
<< Che cosa hai fatto Hinata? >> La scuoteva terribilmente, Naruto sembrava come impazzito.
<< Non c’è più >> Disse lei atona, lui continuava a scuoterla per farla riprendere, perché non voleva crederci, non voleva credere che lei l’avesse fatto davvero.
<< Hinata! Chi non c’è più? Cosa hai fatto in quella clinica? >>
<< Il bambino non c’è più …>> Naruto la lasciò cadere per terra, si prese il viso tra le mani e a stento riuscì a trattenere un conato di vomito.
<< Come hai fatto? Era nostro figlio, nostro! >> Sussurrò il ragazzo senza guardarla negli occhi, Hinata gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla, a quel contatto Naruto rabbrividì.
<< Non avremmo potuto mantenerlo… >> Disse lei, e Naruto con un gesto di disprezzo si tolse le mani di Hinata dalla spalla.
<< Non mi toccare, mi da fastidio. Non riesco nemmeno più a guardarti in faccia… >> Disse lui prendendo a piangere, Hinata spalancò gli occhi, aveva creduto che sarebbe stato d’accordo, che quella era davvero la soluzione migliore per entrambi, non poteva sapere che in realtà Naruto desiderasse quel figlio, che era loro, e che questo sarebbe bastato…
<< Forse tra qualche anno, ne avremmo uno nostro che potremmo mantenere… >> Cominciò a parlare la ragazza, disperata.
<< Non far finta che non sia successo niente! Vattene, non voglio più vederti, vattene via! >>
 
Fuori era completamente buio, e trascinare quelle valigie per tutta la città era davvero una cosa faticosa, ma Hinata non pensava mentre camminava, aveva il volto rigato dalle lacrime, che a contatto con l’aria le gelavano il viso.
Non seppe mai dire con precisione come fece a raggiungere casa sua, fu sua madre a raccogliere le valigie e ad ordinare a qualcuno di portarle in camera sua.
<< Hai fatto la cosa migliore >>
<< Vedrai che è così >>  La voce di quella donna che si faceva chiamare madre e di quel ragazzo che diceva di amarla, le facevano venire la nausea, se pensava che erano stati loro ad accompagnarla ad abortire, che si era fidata di quella donna solo perché credeva che volesse il suo bene…
<< Lasciatemi andare in camera mia >>
 
Sakura e Sasuke stavano guardando la televisione quando suonò il campanello, fu Sasuke ad alzarsi per andare ad aprire, e fu solo per miracolo se riuscì a prendere in tempo l’amico senza farlo cadere per terra, era praticamente svenuto e aveva la febbre altissima.
Lo sistemarono sul divano con una coperta calda e una pezza fresca sulla fronte. Sakura chiamò Hinata.
<< Hinata? Cos’è successo? >>
<< Mi dispiace, mi dispiace da morire >>
<< Ti dispiace? E perché? >>
<< Mi dispiace, per favore, ditegli che mi dispiace… che non volevo, che non volevo farlo. >>
<< Fare che cosa? >> Sakura era all’esasperazione, stava praticamente urlando per telefono, allora Sasuke glielo strappò di mano e parlò al posto suo.
<< Hinata, sono Sasuke. Naruto è venuto a casa nostra con la febbre alta, ti prego, spiegaci cos’è successo? >> La mora non rispose subito, prima pianse e Sasuke la lasciò fare.
<< Ho abortito… >> Sussurrò Hinata, ma bastarono gli occhi di Sasuke per far capire tutto anche a Sakura, che passò una mano sulla fronte dell’amico, Hinata non aveva capito niente di Naruto, e Sakura avrebbe quasi voluto ucciderla per telefono in quel momento…
Sasuke non disse più niente, attaccò semplicemente.
<< Sakura… >>
<< Lo so, ho capito >>    
 
Dirti che ti ho solo odiato quel giorno
Sarebbe una bugia
Sentivo il tuo odore da tutte le parti
In quella casa che era vuoto assoluto
E avrei voluto riempirti di schiaffi
Farti piangere e soffrire
Chiederti come hai fatto
E poi…
Poi ho capito che non sarebbe servito a niente
Perché io ti odiavo e basta
 
Dirti che avrei solo spaccato il mondo
Sarebbe una bugia bella e buona
Nel cesto dei panni sporchi
Ho trovato la tua maglietta preferita
Quella che indossavi sempre
 
E avrei voluto riempirti di schiaffi
Farti piangere e soffrire
Chiederti come ti sei sentita dopo
E poi…
Poi ho capito che non sarebbe servito a niente
Perché io ti odiavo e odiavo me per questo
 
  

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Back to me

 
Era da più di due minuti che Ino cercava di chiamarlo, ma Naruto sembrava non sentirla, seduto all’interno di un pullman osservava distratto la strada, e ricordava uno dei giorni più brutti della sua vita. Ino andava a fare la sua prima visita ginecologica, era entusiasta e non faceva altro che blaterare, ma Naruto non l’ascoltava per nulla. Il pullman svoltò l’angolo e con la coda dell’occhio Naruto scorse un riflesso nero, si girò e i suoi occhi incrociarono quelli di Hinata, che camminava per strada. Lei non lo guardava perché non l’aveva visto, sembrava molto più pallida del solito, e sotto il braccio stringeva una cartellina rossa, il suo corpo era nascosto da un vestito grigio e una sciarpa nera, camminava lentamente, come se il tempo non avesse alcun senso, tossì più e più volte, e una volta fu costretta perfino a fermarsi, altrimenti sarebbe morta soffocata. Stava male? Mai come in quel momento Naruto avrebbe voluto scendere da quel pullman, mandare tutto al diavolo e andare da lei, dirle che l’amava, che l’aveva perdonata davvero, che erano passati sette anni e che bastavano, che adesso era li con lei, e che quindi poteva anche guarire, ma il pullman girò l’angolo e Naruto la perse di vista. Rimase con le mani attaccate al finestrino e lo sguardo perso nel vuoto, mentre nel petto gli cresceva un’angoscia terribile e Ino continuava a blaterare senza accorgersi di nulla. Naruto sospirò e guardò la ragazza bionda, che non capiva, non l’aveva mai capito, e pensava solo a se stessa e al suo bene.
Perché le persone quando amano, quando dicono di amare, lo fanno prima per se stesse, da quell’amore ne traggono vantaggio solo per loro. Gli altri che fine fanno?

 
La segretaria annunciò che era arrivato il loro turno, Ino strinse la mano di Naruto, che le sorrise tristemente, la ragazza non sembrò accorgersene, perché il ragazzo vedeva al suo posto Hinata, e pensava a come sarebbe stato sette anni prima essere li con lei, per quel figlio che non era mai nato.
Entrarono nella stanza, dove una donna sulla cinquantina con capelli neri sedeva dietro una cattedra e scriveva qualcosa su un foglio, sollevò il viso e sorrise ai due ragazzi, Ino ricambiò il gesto, mentre Naruto era spaesato e guardava fuori alla finestra poco interessato.
Con molta gentilezza la donne fece alcune domande a Ino, ma Naruto non le ascoltò nemmeno, mentre si guardava le mani nervoso.
Poi Ino si alzò e andò a stendersi su un lettino, dove la ginecologa le spalmò una crema sulla pancia, li Naruto cercò di farsi più attento, la donna massaggiava da tutte le parti la pancia della ragazza e guardava lo schermo accigliata, preoccupata, e ad Ino non mancò questo dettaglio, come a Naruto, che si avvicinò.
<< Che succede? >> Domandò la ragazza preoccupata, si ripulì la pancia dal gel e fece per alzarsi, ma la dottoressa la fece stendere di nuovo.
<< Ecco… >> Cominciò, e Ino subito le afferrò una mano preoccupata.
<< Me lo dica dottoressa! >> La donna si schiarì la voce.
<< Signorina, la sua è una gravidanza isterica >> A quelle parole, Ino lasciò cadere le braccia inermi, mentre Naruto sbiancava e si sentiva un mostro allo stesso tempo, perché a quella notizia era stato felice, felice come non mai in vita sua, perché il suo primo pensiero era stato quello di tornare da Hinata, ma come poteva lasciare Ino in quelle condizioni pietose?
<< Nel suo ventre non c’è niente >> Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime mentre cercava quelli di Naruto, che spostò lo sguardo per non guardarla.
<< Converrebbe operare immediatamente… >> La donna continuava a parlare, ma Ino guardava Naruto mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime silenziose che le solcarono il volto.
Presero vari appuntamenti, la dottoressa cercò anche di consolarla, ma non c’era molto da dire, il ritorno non fu per nulla lo stesso dell'andata, perché Ino non parlò, Naruto le prese la mano più volte, ma lei lo respingeva.
Arrivati sotto casa della ragazza, Naruto fece per accompagnarla sopra, ma lei lo fermò.
<< Va da lei… >> Mormorò, Naruto spalancò gli occhi disorientato.
<< Era destino, si vede che doveva essere così se questo bambino ... se questo bambino non verrà mai la mondo… tu appartieni a lei, e io non voglio più far finta di essere amata, va da lei >> Ino aprì il portone, ma Naruto la bloccò prima che chiudesse e lo lasciasse fuori.
<< Non ti lascio da sola adesso! >> Ino sorrise.
<< Non sono sola, ho i miei amici, non preoccuparti >>
Naruto la lasciò andare, e la vide sparire per le scale, mentre estraeva il cellulare e componeva un numero si sentiva sollevato, però allo stesso tempo voleva morire e nascondersi sotto terra, non andò subito da Hinata, la prima cosa che fece fu andare da Sasuke e Sakura.
<< Gravidanza isterica? >> Domandò accigliata Sakura,  Naruto annuì stringendo tra le mani la birra fredda, Sasuke fumava una sigaretta in silenzio, anche se non avrebbe dovuto date le condizioni di Sakura.
<< Ti ha mandato via così? Senza dire niente? >> Naruto sollevò lo sguardo e incrociò gli occhi verdi dell’amica.
<< Si, solo che… non posso lasciarla sola in un momento del genere, non posso tornare da Hinata a queste condizioni, io… >> Naruto non riuscì a terminare la frase, perché Sasuke si alzò bruscamente e lo afferrò per la maglietta, mentre Naruto lo guardava scioccato.
<< Senti un po’ cretino! Smettila di fare il benefattore, smettila di fare la  vittima del cavolo ok? Tu hai paura, sei solo un coniglio, se sei un uomo, lascia Ino alla sua scelta, e va da Hinata, fregatene della fottuta responsabilità per una volta, pensa a te! Si un po’ egoista! >>
 
La strada stranamente era affollatissima, Naruto correva freneticamente, mentre cercava di raggiungere il posto dove lavorava Hinata, lei doveva uscire proprio in quel momento, ma la gente sembrava volerlo fermare, urtava contro tutti, così quando arrivò a destinazione, la trovò fuori la porta che si sistemava la sciarpa e guardava l’orologio. Quando lei si accorse di lui spalancò gli occhi, Naruto si avvicinò e le aggiustò meglio la sciarpa, che era caduta su un lato.
<< Puoi guarire adesso.. >> Disse, e nello stesso istante Hinata scoppiò a piangere.  


Effe_95

Salve a tutti, mi scuso assolutamente per il ritardo, ma ho avuto due settimane davvero insostenibili, vi faccio un esempio: la professoressa di latino ha deciso di punirci quindi compiti extra a casa, ho una tendinite, e tutti i pomeriggi non sono riuscita a tornare a casa prima delle sette credo. É stato un inferno, appena ho potuto ho postato, mi scuso ancora.
Passando al capitolo, che cosa ne pensate? Fatemi sapere eh?
Poi volevo avvisarvi che il prossimo probabilmente sarà l'ultimo, o il penultimo, adesso vedo un pò.
Scusate ancora, a presto.


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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Back to me

 

   Fermati un attimo
e dimmi che cosa vuoi fare,
vero che vuoi restare?
e questo tempo difficile va male ma si
abbiamo ancora tutto da inventare
Guarda che non si cancella una vita cosi
che te lo dico a fare
e questo amore impossibile la storia di film
che non ha mai un finale
è vero che vuoi restare?

Alessandra Amoroso.
È vero che vuoi restare?

    


Nella stanza faceva un caldo tremendo, e aspettare il professore che interrogava uno alla volta i ragazzi era davvero uno strazio. Naruto stringeva tra le mani il libro su una pagina aperta a caso, ma non stava ripetendo, guardava il calendario alla parete che segnava 10 Luglio. Erano passati solo tre mesi? Soltanto tre mesi da allora? Distolse lo sguardo e cercò di concentrarsi nuovamente sul libro, quel giorno avrebbe dato il massimo di se, avrebbe dato tutto, avrebbe preso anche trenta e lode, tutto pur di non pensare a lei e a quell’odio che lo divorava, che con violenza scacciava l’amore e prendeva il suo posto.
 
Era davvero il primo trenta che prendeva in tre anni di università, e adesso era stanco morto e voleva solo tornare a casa sua, o forse andare da Sakura e Sasuke, anche se non voleva disturbare ancora gli amici. Non voleva ammettere di non voler tornare a casa, perché avrebbe pianto, perché sarebbe crollato e basta.
Uscì fuori e l’aria calda lo colse alla sprovvista, mentre lo stomaco brontolava, attraversò la strada con il suo barattolino di Ramen, e mentre camminava lo aprì e prese a mangiare, ma che sapore strano che aveva adesso quel piatto da lui tanto amato, gli mancava qualcosa di importante…
Con la coda dell’occhio Naruto scorse la figura di una ragazza, ma non vi badò molto, però lei si girò di scatto e per un soffio non gli rovesciò addosso tutto il Ramen, quella scena, quella situazione, mandarono Naruto nel pallone. Si sentì venir meno, poi sollevò lo sguardo sulla ragazza e riconobbe quegli occhi chiari che lo avevano fatto impazzire, Hinata si era tagliata  completamente tutti i capelli, aveva un taglio corto e poco femminile, ma Naruto non poté fare a meno di pensare che fosse sempre bellissima, indietreggiò di un passo e si allontanò dalla mora e dai suoi occhi.
<< No ti prego, aspetta…>> Provò a dire lei, ma Naruto scosse la testa, e provò a difendersi.
<< Devi lasciarmi in  pace! Non ne voglio più sapere di te! È chiaro? Io ti odio, odio tutto di te, e non riesco ancora a capire come ho fatto… ad amare una come te! >>
Fu come se quelle parole le stesse vomitando lentamente, la ragazza indietreggiò e si portò una mano sulla bocca, cercò di non piangere, ma era davvero impossibile, e anche se Naruto avrebbe voluto abbracciarla, l’odio vinceva su tutto e sentiva che quel corpo non era più suo. Allora girò e corse via, Hinata lo guardò andare via di corsa e soffocò un singhiozzo, poi spostò lo sguardo sulla panchina e vide la scatoletta di Ramen del ragazzo, la raccolse e sedutasi sulla panchina ne assaggiò un boccone, era freddo e troppo salato, come al solito Naruto aveva esagerato con il sale, a quel pensiero il cuore le si strinse di più nel petto, abbracciò la scatoletta di Ramen e riuscì quasi a sentire l’odore del ragazzo, ma era davvero troppo lontano e sparì subito. Era come se Hinata lo sapesse già, che da quel giorno non avrebbe più rivisto Naruto per sette anni.
 

Guarda l'alba che ci insegna a sorridere,
quasi sembra che ci inviti a rinascere,
tutto inizia,
invecchia,
cambia,
forma,
l'amore tutto si trasforma
l'umore di un sogno col tempo si dimentica..





 

Carmen Consoli
Guarda l’alba

 

Il bambino correva per i corridoi del supermercato spaventato a morte, le guancie rigate di lacrime, gli occhi azzurri completamente ricolmi di pianto, la vista appannata. Andó a sbattere contro uno scaffale ma non si fermò, una signora provò a chiedergli cosa fosse successo, ma il bambino continuò a correre disperato per i corridoi del supermercato enorme, la mamma gli aveva detto mille volte di non allontanarsi troppo, avrebbe dovuto ascoltare.
Poi, tra le mille persone, intravide due figure familiari, riconobbe i capelli chiari di suo padre e quelli lunghi e mori di sua madre, con un ultimo sforzo sovraumano li raggiunse come un disperato, abbracciò la gamba del padre e vi affondò la faccia dentro scoppiando a piangere.
L’uomo guardò il figlio con tenerezza e con una mano gli accarezzò la testa.
<< Minato, perché piangi? >> Il bambino non rispose, allora il padre si chinò verso di lui e lo prese in braccio, il bambino soffocò la faccia nella spalla del padre.

<< Minato Uzumaki, io e papà non possiamo aiutarti se non parli sai? >> Disse la donna sporgendosi verso il figlio, gli baciò i capelli biondi e fini e allora il bambino sollevò la faccia, gli occhi tutti rossi, la donna sorrise e sfregò il suo naso contro quello del figlio, il bimbo sorrise.
<< Così va meglio no? >> Disse la donna.
<< Sei stato davvero un ometto, papà è fiero di te! >> Disse l’uomo, baciandolo sulla guancia, il bambino lo abbracciò e sorrise, poi scese dalle braccia del padre e prese la mano di entrambi,
<< Naruto, Hinata! >> I due ragazzi si girarono verso quella voce familiare che li aveva chiamati, anche Minato si girò curioso, quel bambino di appena cinque anni. Una ragazza alta e bionda, slanciata, con i capelli sciolti e un ragazzo dalla pelle diafana e gli occhi neri come la pece, gli venivano incontro e sorridevano. Ino e Sai gli fecero segno che li aspettavano fuori, e Naruto e Hinata annuirono, l’appuntamento era fuori, il tempo di pagare e poi sarebbero usciti anche loro.
Minato con una manina si aggrappò al pantalone del padre scuotendolo.
<< Che succede papà se mi perdo di nuovo? >> Chiese il bambino, Naruto lo guardò e sorrise, quanto aveva desiderato quel bambino, poi guardò Hinata, che lo amava ancora nonostante i suoi trentacinque anni suonati.
<< Quando ti perdi per un pò, torna sempre da me, ritorna da me >> Hinata sorrise e gli strinse la mano.
<< Sempre >>

  Fine



Effe_95
É così, è arrivata la fine, mi è costato molto scrivere questo finale, perchè volevo che questi personaggi mi facessero ancora un pò di compagnia, ma si sa che prima o poi le cose finiscono, e sono belle anche per questo no?
Spero tanto che il finale vi piaccia, io l'ho trovato bello e semplice, proprio come avevo immaginato, ma se non dovesse piacervi, se vi ho deluse, fatemelo sapere ok? Accetterò davvero di tutto xd.
Poi, la cosa più importante da dire: GRAZIE!
Grazie mille a tutti voi, che avete seguito, che avete letto, e che avete recensito, ma la cosa più importante, che mi avete seguito con il cuore e con passione, non potrei mai dimenticarvi davvero.
Ecco, il percorso finisce qui, ma non è mai detto, tornerò sicuramente con qualche altra fic, e allora se vi va di passare ancora un pò di tempo con me fatemelo sapere.
Grazie ancora.
:)

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