Monster

di Shining soul91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Il vampiro ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Il licantropo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Lo zombie ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Il castello di Dracula ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- Il ritorno dello zombie ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Il morso ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- Il perdono e il pianto ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- Pensieri incontrollabili ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Questa donna falsa... ***
Capitolo 10: *** Finale spezzato ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Il vampiro ***


Io ero una ragazza normale, con i miei problemi, le mie gioie e i miei dolori: l’unica cosa che mi rendeva diversa dalle altre era la mia passione sfrenata per il sovrannaturale. Mai, però, avrei potuto immaginare che una cosa del genere potesse capitare proprio a me.
Un giorno andavo tranquilla verso la scuola e saltellavo come una bambina perché ero di buon umore. Durante il tragitto non potei non notare un ragazzo molto particolare che portava gli occhiali da sole nonostante fosse solo primavera.
“Deve essere uno di quegli idioti che se la tirano..” pensai, così non ci feci tanto caso.
Appena entrata in classe, le mie amiche mi travolsero.
“Hai saputo la nuova notizia?!” esclamarono.
“Ehm.. No..”
“Arriverà un nuovo compagno!” dissero all’unisono.
Le mie amiche, che si chiamano Roberta e Lucia, sono due tipe appassionatissime di ragazzi e avevano una vera e propria fissazione: infatti, compravano sempre tutti le riviste di Play Boy e Top Girl ed erano informatissime di tutti i gossip e a volte anche dei pettegolezzi a scuola. Forse potrebbero sembrare un po’ frivole, però sono molto simpatiche, anche se a volte sono impossibili da reggere.
“Evviva..” dissi con poco entusiasmo.
“Ma come?! Non capisci?! Io spero che sia un gran figo visto che qui i ragazzi sono tutti dei cessi..” esclamò Roberta.
“Ehi, offendi poco!” disse una voce alle sue spalle.
Era Giovanni, uno di quei ragazzi un po’ fighetti che se la tirano, ma molto più simpatico degli altri.
“Oh, scusami tesoro! Ovviamente tu sei il più bello di tutti!” ironizzò Roberta.
“Ma certo cava!” rispose imitando l’erre moscia della prof. di latino.
Scoppiammo tutte a ridere.
“Tu sei troppo bravo a imitarla!” dissi asciugandomi le lacrime dal ridere.
“Eh eh eh! La mia genialità non ha limite!”
“Ma dai!!” esclamammo.
All’improvviso entrò il prof. seguito da un ragazzo, lo stesso che avevo visto per strada.
“Buongiorno ragazzi! Questo qui è il vostro nuovo compagno di cui vi ho parlato e si chiama Giulio!”
“Salve.” rispose timidamente.
“Ma quello è uno sfigato!” bisbigliò Lucia.
“Shhhh! Zitta che ti sente!”
Giulio si sedette e lo fissai per un po’. A quanto pare non aveva intenzione di togliersi gli occhiali da sole e inoltre aveva la pelle bianchissima. Portava con sé una bottiglietta con del liquido rosso. Che fosse succo?
Il prof. iniziò la lezione, ma io non prestai la minima attenzione e mi misi a disegnare sul banco, anche se la prof. di storia dell’arte che avevamo nell’ora dopo diventava pazza ogni volta che vedeva uno scarabocchio. Disegnai un vampiro. Finalmente l’ora terminò e tutti si piombarono sul banco del nuovo arrivato.
“Da dove vieni?”
“Perché hai gli occhiali da sole?”
“Perché ti sei trasferito qui?”
Tutti si misero a tempestarlo di domande e il ragazzo sembrava sconcertato.
“Ma lasciatelo in pace!” esclamai.
“Mica se lo mangiano!” disse Lucia mentre gli altri continuavano a chiedergli un mucchio di cose su di lui.
All’improvviso Giulio sussultò.
“Devo andare in bagno..” e corse via.
“Per me va da qualche altra parte..” dissi sospettosa.
Così lo seguii.
Come immaginai non stava andando in bagno, bensì nel giardino della scuola dove si nascose in un angolo. Mi misi dietro un albero per non farmi vedere e lo spiai.
Cominciò a frugare nella sua tasca. Tirò fuori un barattolo con quel liquido rosso e lo bevve. Poi si voltò e vidi che aveva gli occhi rossi.
Rimasi impietrita dal terrore.
“Che sia.. un.. un.. vampiro?!” pensai.
Gli occhi gli tornarono normali e tornò indietro, accorgendosi di me. Sembrò sconvolto e rimase immobile per un po’. Si riscosse e sussurrò: “Hai.. hai visto tutto?”
“Sì..”
“Ah.. be’ stavo solo bevendo del succo..”
“Non ti credo! Perché i tuoi occhi erano rossi?! Che cosa sei tu?!” esclamai.
Lui tremò come una foglia e lo sentii bisbigliare: “Non di nuovo…Non di nuovo..”
Poi si decise a rispondermi: “Forse non mi crederai…”
“Lo sapevo! Sei un vampiro!” lo interruppi con una punta di gioia, visto che in fondo avrei sempre voluto incontrarne uno.
Spalancò gli occhi poi scoppiò a ridere.
“A quanto pare ti piacerebbe che lo fossi!”
“Non lo sei?” dissi un po’ delusa.
“No, lo sono. E adesso sono anche molto affamato..” rispose mostrando i lunghi canini.
Avanzò verso di me con un sorriso maligno e io indietreggiai. Poi si fermò e scoppiò di nuovo a ridere. Mi stava prendendo in giro?!
Si asciugò le lacrime dal ridere e disse: “Non ti preoccupare, per ora non ti farò niente..”
“Per ora?!”
“Sì. Se fossi realmente affamato potrei anche farti del male.”
“Ma sei un vampiro o no?!”
“Non proprio. Ho una malattia che mi rende in qualche modo bisognoso di sangue perché il mio si prosciuga a causa di un parassita dentro di me che mi succhia il sangue.”
“Quindi quello che stavi bevendo prima era.. sangue umano?!”
“No, era sangue animale.”
Sussultai.
“Hai squartato dei poveri coniglietti per nutrirti?!”
“No, ho comprato la carne al sangue al supermercato. Ma perché dovrei squartare proprio dei coniglietti?”
“Non lo so.. ho tirato a indovinare..”
Ridacchiò.
“Sai, tu sei proprio strana!”
“Senti chi parla…”
“A parte me, voglio dire che tu non mi sembri molto spaventata..”
“Be’, se stai a distanza di sicurezza..” dissi scherzosamente.
Rise di nuovo.
“Io i vampiri me li immaginavo cattivi, ma tu non lo sembri affatto.. E poi non sei un mostro! Perché dovrei temerti?”
“Perché io sono diverso.. Tutti hanno paura di me per questo..”
“Allora sono proprio stupidi!” esclamai.
Giulio sembrò stupito.
“Sei una brava persona..” disse sorridendo.
“Lo so!” risposi orgogliosamente.
“Diventeresti mia amica?”
Mi bloccai un attimo. Finora nessuno me lo aveva chiesto e avrei mai pensato che sarebbe accaduto. Tutte le mie amicizie erano nate da sole, senza tante cerimonie perché era quasi una cosa automatica. Invece stavolta qualcuno mi chiedeva di diventare suo amico.
“Certo!” esclamai.
Lui sembrò felicissimo.
“Dici davvero?! Non mi prendi in giro vero?”
“No!”
Giulio fece un enorme sorriso, al colmo della felicità.
Sentimmo suonare la campana della scuola e ci dirigemmo in classe.
“Dove siete stati?” mi chiese Roberta quando mi sedetti al banco.
“Che sia nato un nuovo amore?!” aggiunse Lucia con finta aria sognante.
“Ma falla finita! Abbiamo solo parlato!”
“Oh-oh! E di cosa avete parlato?”
“Non te lo dico!” dissi, facendole la linguaccia.
“Eddai! Adesso che mi hai messo la pulce nell’orecchio non puoi non dirmi nulla!”
Tacqui.
Intanto il prof. era entrato e stava già iniziando a spiegare, ma Lucia e Roberta continuarono a fare di tutto pur di convincermi a parlare ma io finsi di ignorarle.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Il licantropo ***


Ancora non ci credevo: avevo fatto amicizia con un vampiro! Be’ una specie, perlomeno. Ero assolutamente raggiante e non trattenevo la gioia, però non potevo raccontarlo alle mie amiche perché sarebbe stato ingiusto nei confronti di Giulio. Per tutto il giorno Lucia e Roberta mi assillavano perché raccontassi loro di cosa avevo parlato con Giulio, ma non diedi il minimo segno di cedimento, anzi le rendevo ancora più curiose facendo la misteriosa. Dopo un po’ però si stufarono e sembrarono essersi rassegnate.
“Basta, mi sono rotta!” esclamò Lucia.
“Pure io!” aggiunse Roberta.
“Peccato! E dire che mi avevate convinta a parlare! Ma se non vi interessa...” dissi malignamente.
All’improvviso i loro occhi si illuminarono.
“Ma certo che ci interessa cara! Dicci tutto!!”
“Ho cambiato idea.. Adesso vado a casa perché è già l’una e mezzo. Ciao!”
Le mie amiche sembravano sconvolte. Ci erano cascate! Un pochino mi facevano pena, però se lo meritavano: se io non glielo volevo dire non dovevano insistere così tanto!
Sulla strada verso casa incontrai Giulio.
“Ciao!”
Lui si prese un colpo perché non mi aveva vista.
“Ah…Ciao!” disse quando capì chi ero.
“Tu dove abiti?” gli domandai.
“Abito qui vicino alla scuola… Non hai raccontato a nessuno di cosa sono, vero?”
“Certo che no!”
Sembrò sollevato.
“Ma perché hai così paura di essere scoperto?”
“Perché se si scoprisse che sono un vampiro sarei emarginato e tutti avrebbero paura di me… E’ la stessa cosa che è successa nella città in cui vivevo prima..
Per questo mi sono trasferito.”
“Ma non è mica colpa tua! E poi non sei proprio un vampiro..”
Sorrise amaramente.
“Però è come se lo fossi. Non solo ho bisogno di sangue altrui per vivere, ma non posso nemmeno stare direttamente alla luce del sole..”
“E perché?”
“Ho una malattia della pelle…”
Quel ragazzo cominciava a farmi sempre più pena. Per questo sembrava così timido e impacciato, perché aveva paura di essere emarginato di nuovo.
“Io però sono contenta di essere tua amica!” esclamai.
Giulio spalancò gli occhi, incredulo e sorrise.
“Ti ringrazio…”
“Figurati! Ti va di fare un giro?”
“Sì, però dovrei avvertire i miei…”
“Sei il tipico bravo ragazzo, vero?”
“Veramente…”
“Dai, chiama pure i tuoi genitori!”
Tirò fuori il cellulare (mi sembrò di ricevere un colpo in testa perché aveva un cellulare con fotocamera digitale mentre io avevo un mattone a forma di telefono) digitò il numero e, dopo aver detto qualcosa, si voltò verso di me e disse che poteva venire.
“Tu non li chiami i tuoi?”
“Non ci sono in casa e tornano solo domani.”
“Capisco..”
“Tu hai detto che ti sei trasferito perché sei stato scoperto…Da chi? Come è successo?”
Giulio divenne più bianco di quanto già non lo fosse e aprì la bocca ma non vi uscì alcun suono. Era talmente bianco che mi sembrava un cadavere e mi spaventai.
“Se non lo vuoi raccontare non c’è problema!” aggiunsi in fretta.
Sembrò riacquistare un po’di colore ma non disse nulla.
“Senti… La tua malattia per caso è contagiosa?” dissi per cambiare discorso.
Lui si voltò verso di me e disse: “In casi molto rari può accadere ma solo se si viene morsi dalla persona infetta… Con il normale contatto fisico, invece, non dovrebbe accadere nulla…”
“Se lo sai allora ti è già capitato di mordere una persona?”
Sbiancò di nuovo e tremò come una foglia.
“Ah! Scusami! Ignora la mia domanda!” dissi accorgendomi di aver premuto un tasto dolente.
Giulio continuò a tremare come una foglia. Era fin troppo evidente che lui aveva fatto qualcosa di brutto nella città in cui viveva prima e più si comportava in quel modo più diventavo curiosa, però non ebbi il coraggio di chiedergli altre cose al riguardo.
“I-Io t-torno a c-casa p-perché è m-meglio c-che i-inizi i-il c-compito.. C-Ciao!” balbettò confusamente.
“Ci vediamo domani!”
Così tornai a casa fantasticando su cosa avesse potuto fare nel posto dove viveva prima. Non riuscivo a immaginarmi niente perché lui mi sembrava un bravo ragazzo e anche molto buono e mi sembrava impossibile che avesse fatto qualcosa di terribile. Però il suo comportamento diceva tutto il contrario. Aprii la porta di casa e mi sdraiai sul letto. Forse avrei dovuto fare il compito ma l’avevo già finito a scuola, così mi appisolai. Mi risvegliai e mi presi un colpo quanto era tardi. Il sole non era ancora tramontato, così decisi di andare a fare un giretto fuori finchè non si fosse fatta sera. Passeggiai un po’ poi, quando calò la notte vidi che c’era la luna piena. La fissai per un po’, ammaliata, poi continuai la mia passeggiata. Giunsi ad un parco in cui non andava nessuno e mi sedetti sull’erba. All’improvviso sentii che c’era qualcuno fra i cespugli dietro di me che stava gemendo. Mi avvicinai e osservai con orrore la scena. Era un ragazzo che si stava contorcendo e gemeva in preda al dolore perché lentamente si stava trasformando! Vidi il pelo che gli cresceva dappertutto e i suoi gemiti diventarono dei guaiti. Era un licantropo!! Non riuscii più a muovermi per il terrore, mentre il licantropo aveva smesso di lamentarsi. Vidi uscire un’ombra dal cespuglio. Non era un uomo. E nemmeno un lupo. Era un cane!! Scodinzolò e si mise ad ululare alla luna. Poi si accorse di me e si mise a leccarmi la faccia.
“Ma che diamine…?!” esclamai.
Il cane sembrava innocuo, così mi misi a giocare con lui per un po’ di tempo. Poi mi accorsi che erano già le tre di notte e mi sentii un po’ in colpa per essere stata fuori per così tanto tempo, ma non me la sentii di lasciare l’animale da solo e poi volevo vedere chi era dopo che fosse sorto il sole. Finalmente venne la mattina e il cane cominciò a trasformarsi. Quando la trasformazione fu completa, presi i vestiti e li porsi al ragazzo ansante dal dolore.
“Grazie..” disse.
Poi si voltò di scatto verso di me.
“G-Giovanni!” esclamai.
“Anna!”
Rimanemmo sconvolti tutti e due.
“Intanto vestiti…” gli dissi.
Si nascose dietro ai cespugli e si cambiò. Poi tornò vicino a me.
“Hai… hai visto?” disse.
Chissà perché, ma quella frase mi sembrò familiare.
“Sì… sei un licantropo?” domandai visto che ormai non riuscivo più a sorprendermi con tutto quello che mi era successo.
“In un certo senso… è una storia troppo lunga…”
“Me la racconterai un’altra volta… Però mi dirai tutto, vero?” chiesi seria.
“Sì, te lo prometto…”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Lo zombie ***


Tornai velocemente a casa e mi preparai per andare a scuola. Poi mi sdraiai sul divano sperando che tutto quello che era successo fosse solo un sogno, ma capii che non era così. Non riuscii a riprendere sonno perché ero ancora sconvolta e perché avevo dormito tutto il pomeriggio. Pensai che in fondo non era così terribile che Giovanni fosse un licantropo… Giulio era un vampiro quindi non era messo tanto meglio. La cosa che però mi stupiva di più era che non era diventato un lupo, ma un cane. Certo, come aspetto non c’era tanta differenza, però era diverso. Io credevo che mi avrebbe sbranato, invece si era messo addirittura a giocare con me per tutto il tempo. Aspettai che fossero le sette e mezzo e poi partii verso la scuola. Arrivai in classe che non c’era ancora nessuno così mi sedetti al mio banco e cominciai a studiare di malavoglia. Subito dopo di me entrò Giulio che mi sorrise. Notò che avevo qualcosa di strano e si sedette vicino a me.
“Cosa ti succede? Sei molto pallida…”
“Niente… E’ solo che…”
“Solo che?”
“Mi spiace, ma non posso dirti niente…”
Sorrise.
“Non importa! Me lo racconterai quando ne avrai voglia.”
Poi tornò al suo posto perché aveva capito che volevo stare da sola.
Poco dopo arrivarono le mie amiche, però non dissero nulla e, a quanto pareva, sembravano offese per il giorno prima. Ignorai il loro comportamento perché ero persa nei miei pensieri. Finalmente, dopo un’attesa che sembrava interminabile, arrivò Giovanni. Aveva l’aria scombussolata e i capelli erano spettinatissimi, inoltre si era messo la maglia alla rovescio. Quando mi vide fece un balzo, ma poi mi si avvicinò.
“Va bene se ti dico tutto all’intervallo?”
“Per me non ci sono problemi.”
“Ok…” e tornò al suo posto.
Non ascoltai una parola di quello che dicevano i professori perché ero troppo distratta e aspettai con ansia l’intervallo.
Quando finalmente suonò la campanella mi alzai e andai verso il banco di Giovanni.
“Andiamo in giardino…”
Andammo fuori e ci mettemmo in un angolino dove nessuno poteva vederci.
“Sputa il rospo.”
Prese un gran respiro e disse: “A dire la verità io non sono proprio un licantropo… Forse è difficile da credere, ma sono stato morso da un cane quando avevo più o meno due giorni e crescendo ho assunto sempre di più le sembianze di cane perché ha cambiato, in qualche modo, il mio DNA…”
“Come spider man, quando viene morso dal ragno radioattivo?”
Mi fissò in modo strano.
“Ehm… Lascia perdere… Vai avanti…”
“Comunque” continuò “ stavo assomigliando sempre di più ad un cane, così mi hanno somministrato una medicina per farmi rimanere umano e per fermare i miei istinti di animale (credo fosse una specie di calmante per cani). Però, quando c’è la luna piena, il mio istinto diventa incontrollabile e mi trasformo fino a che non torna il sole.”
Rimasi a bocca aperta. Anche questo aveva una malattia! Possibile che non esistessero dei veri licantropi e dei veri vampiri?
Giovanni notò la mia delusione.
“Speravi che fossi un lupo mannaro assetato di sangue?” disse ridacchiando.
“No!”
“Sapevo che eri strana, ma non fino a questo punto!”
“Sei già la seconda persona che me lo dice! Non è vero!” dissi fingendomi offesa.
Smise di ridere e mi guardò con gratitudine.
“Ti ringrazio per non avermi allontanato…”
“E’ naturale! In fondo ci conosciamo da secoli ormai!”
Mi sembrava incredibile… In due giorni avevo fatto amicizia con un vampiro e avevo scoperto che un mio amico era un lupo mannaro, anzi un cane mannaro. Però questa situazione era diversa da come me la sarei immaginata… Per esempio, Giulio che dovrebbe essere un vampiro (pressappoco) non era che un ragazzo timido con una strana malattia, mentre Giovanni dovrebbe essere un lupo mannaro, ma era solo un ragazzo che durante la luna piena diventa un cane giocherellone. Insomma era completamente diverso da come uno ci si immagina!
“Dai, torniamo in classe!” esclamò con la sua solita energia.
Rientrammo e le mie amiche ci guardarono con aria incuriosita.
“Dove siete andati?” chiese Lucia.
“Stamattina non mi avete neanche salutata e adesso vi interessa solo questo?! Belle amiche!”
Abbassarono entrambe la testa, dispiaciute.
“Scusa Anna… Ieri ti abbiamo veramente rotto le scatole… Lo sai che siamo delle impiccione, no?” disse Roberta.
“Non fa niente! Già perdonate! Comunque mi dispiace ma non posso dirvi nulla.”
Sembrarono ancora più abbattute di prima.
Poi Lucia rialzò la testa.
“Di la verità, chi ti piace dei due?”
“Tutti e due!” esclamai.
Poi me ne andai perché non ne potevo più di quelle due. Mi misi a fare un giro per il corridoio visto che avevamo un’ora buca e andai a sbattere per sbaglio contro una persona che portava un mantello. Non riuscii a capire se fosse un maschio o una femmina però immaginai fosse una ragazza. Mi accorsi che le era caduto qualcosa.
“Ops! Scusa, te lo raccolgo subito!” dissi in tono di scusa.
Mi abbassai e vidi che era… un dito putrefatto!
Non osai raccoglierlo per l’orrore, ma lei lo riprese tranquillamente.
“Osa raccontarlo in giro e sei morta…” sussurrò malignamente.
Poi se ne andò tranquillamente mentre io rimasi immobile.
Perché tutte quelle cose stavano accadendo a me?! Cos’avevo fatto di male?!
Suonò la campanella e tornai faticosamente in classe. Lucia si scusò con me e la perdonai di nuovo senza molta convinzione. Giulio notò il mio turbamento e mi fissò con aria interrogativa.
“Niente..” dissi.
Continuò a fissarmi con la cosa dell’occhio perché non sembrava molto convinto.
Tornai a sedermi al mio banco e ci rimasi completamente immobile fin quando non finì l’ora e la scuola.
Giulio mi si avvicinò.
“Guarda che le lezioni sono finite!”
“Eh? Ah! Sì! Devo tornare a casa!”
Mi fissò perplesso.
“Ti devo accompagnare?”
Scossi la testa
“Non preoccuparti, va tutto bene…”
“Se lo dici tu… Ci vediamo domani!” disse e se ne andò.
Mi alzai e uscii anch’io. Ero ancora scossa. L’immagine di quel dito putrefatto era ancora impressa nella mia mente… E poi quella frase “Osa raccontarlo in giro e sei morta…”. Rabbrividii al solo pensarci. Mentre camminavo fui presa per un braccio da qualcuno. Era quella ragazza con il mantello.
“Ciao, Anna… Ti devo parlare un momento…”
Mi trascinò in un vicoletto.
“C-Chi sei?” balbettai.
“Il tuo peggiore incubo se racconterai ciò che hai visto…. Giuro che ti ucciderò con le mie stesse mani se lo farai…”
Cominciai a tremare per il terrore.
“Ma…. Che cosa sei?!”
“Io? Prova ad indovinare!”
Si tolse il mantello e vidi che la sua pelle era completamente putrefatta e gli occhi quasi fuori dalle orbite, ormai i suoi capelli sembravano solo un vago ricordo e non aveva più denti.
“AAAHHHHHH!!!!”
Rise sguaiatamente.
“Adoro le grida di paura!”
Si rimise il mantello.
“C-Come puoi frequentare la scuola?! C-Che cosa vuoi da me?!?”
“Frequentare la scuola? No, io non ci vado nemmeno. Ci passo solo ogni tanto per trovare una qualche vittima… Non voglio nulla da te, però ho un forte desiderio di ucciderti perché la tua carne sembra molto gustosa… Stai attenta quando sei da sola…”
Se ne andò e poi sparì.
Iniziai a correre all’impazzata, senza sapere nemmeno dove stavo andando. Poi mi fermai, ansante.
“Anna?”
Sussultai.
“Sono io, Giulio! Cosa ti è successo?”
Impulsivamente lo abbracciai e scoppiai a piangere. Anche se lo conoscevo da poco lo consideravo il migliore amico che avessi mai avuto.
Mi accarezzò la testa.
“Che è accaduto?”
Continuai a singhiozzare.
Non disse più nulla, e rimanemmo abbracciati per molto tempo.

NOTE DELL’AUTRICE: Finalmente sono riuscita a finire questo capitolo… Ci ho messo un sacco perché non avevo molta ispirazione… E ora devo ringraziare
Lisy91: Purtroppo non posso cambiare il nome di Giulio….ormai è troppo tardi…
Ren: i tuoi sospetti non sbagliano! Eh eh! Scoprirai tutto fra poco!
Shark Attack: Sono contenta che ti piaccia! Ehehe! In effetti sono strani come amici!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Il castello di Dracula ***


Finalmente mi calmai e lasciai Giulio. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo e avevo gli occhi rossi per quanto avevo pianto.
“Scusami……” dissi dispiaciuta.
“E di cosa? Avevi solo bisogno di sfogarti, no?”
Sorrisi.
“Sì.”
“Ti va di venire a casa mia per prendere qualcosa?”
“Eh? Ma veramente…. Non vorrei disturbare….”
“Nessun disturbo! Mia madre sarà felicissima di conoscerti!”
“Allora va bene!” dissi sorridendo.
“Ti è tornata l’energia!”
“Non sono certo una tipa piagnucolosa io!”
“Ma come? Se prima piangevi come una fontanella!”
“Be’….”
Si mise a ridere.
“Dai, vieni! Casa mia è qui vicino.”
Lo seguii per un po’ e suonò a un campanello.
“Sì?” rispose una donna al citofono.
“Sono io!”
La porta fu aperta e entrammo, poi salimmo una rampa di scale e arrivammo alla porta di casa di Giulio. Era un appartamento piuttosto buio, con tutte le finestre chiuse anche se fuori c’era una bella giornata. Nonostante questo era un ambiente piuttosto accogliente: il salotto aveva una poltrona e un grande divano viola circolare; la cucina era molto piccola ma molto carina e con dei mobiletti di un giallo sgargiante e un piccolo tavolo di vetro.
Ci accolse una donna bellissima dai lunghi capelli neri e dal sorriso radioso.
“Questa è mia madre.” disse Giulio.
Ci rimasi di stucco. Non aveva affatto l’aria di una mamma, ma sembrava piuttosto una ragazza nei primi anni di università, e non una di quelle donne super stressate per il lavoro e per i figli. Mia madre non era così, ma di sicuro non aveva l’aria di una donna serena e rilassata.
“Ciao, cara! Tu devi essere Anna! Giulio mi ha parlato tanto di te! Sono contenta che abbiate fatto amicizia, sai Giulio era così triste quando ci siamo trasferiti!”
Poi mi si avvicinò.
“E naturalmente spero che un giorno diventerete più che amici…”
Arrossii.
“Mamma, falla finita!” esclamò Giulio prendendo un po’ di colore.
“Stavo solo scherzando!”
“Non mi piacciono i tuoi scherzi!”
“Ma come sei permaloso, Drachulino!”
“Non chiamarmi così!!”
“Ok, ok. Piuttosto, volete una tazza di tè?”
“Sì, grazie.”
“Io ho bisogno di bere del sangue… La mia bottiglia è quasi finita. Quanto ne è rimasto in frigo?”
Corse verso la cucina e aprì il congelatore.
“Tre bottiglie.”
“Passamene una.”
Gliela lanciò. Poi tirò fuori una teiera e si mise a preparare il tè.
“Siediti pure Anna!” disse mentre preparava.
E così feci.
“Non è che i tuoi genitori si preoccupano?” domandò Giulio mentre sorseggiava dalla bottiglia.
“Tornano solo stasera.”
“Ecco qua il tuo tè!” e mi porse la tazza.
“Che rapidità…” pensai.
Poi sua madre rimbeccò Giulio: “Togliti quegli occhiali da sole! Lo sai che non mi piace che tu li tenga a casa!”
Così se li tolse.
Vidi per la prima volta i suoi occhi e scoprii che erano davvero belli. Erano di un colore particolare: viola. Non era la prima volta che vedevo un colore simile, perché anche una mia compagna delle medie li aveva così (e vi assicuro che era normalissima). Lo contemplai per un po’. Mi accorsi, guardando i tratti del suo viso, che era molto bello, nonostante quel suo colorito. Inoltre era alto e snello, insomma era molto simile alla madre tranne che per la carnagione.
“Cosa c’è? Ho qualcosa sulla faccia?”
“Eh? No! Mi ero solo imbambolata!”
Chiacchierai per un po’ con la madre di Giulio (che si chiamava Eleonora) poi finii di bere il tè.
“Ti va di entrare in camera mia?” mi chiese Giulio.
“Va bene.”
Mi alzai e lo seguii.
La sua stanza era completamente dipinta di nero: le pareti, il letto, la scrivania, la libreria e persino la finestra.
“Sei stupita?”
“Be’… Questa stanza mi fa quasi impressione…. Io ho un po’ paura del buio..”
“Per me è il contrario… Il buio mi rilassa quando sono arrabbiato o triste…. Deve essere perché la luce del sole mi da molto fastidio e non la posso sopportare…”
“E’ comprensibile…”
Si sedette sul letto e mi fece posto per farmi sedere.
“Per curiosità… Tuo padre dov’è?”
“Mio padre? Se ne è andato.”
“In che senso?”
“E’ scappato, in un certo senso…”
“Ah! Mi dispiace….”
“Immagino tu voglia sapere perché?”
“Sì… Se non sono troppo invadente…”
“Se ne è andato di casa perché non ne poteva più di bere sangue di animale, (anche lui era un “vampiro” ) gli piaceva il sangue umano… Una volta ha persino succhiato del sangue a mia madre…” disse stringendo i pugni con rabbia.
“Ma è orribile!”
“Già…. Si credeva il conte Dracula così se ne è andato perché cominciava a provare gusto a succhiare sangue altrui e voleva cercare delle vittime, abbandonando sua moglie e suo figlio… Non abbiamo avuto più notizie di lui da allora…. So che mia madre lo ama ancora e continua ad aspettarlo… Ci siamo trasferiti qui perché è il posto in cui è stato avvistato ultimamente… Lei è così affettuosa perché in me rivede mio padre..”
Rimasi in silenzio.
“Forse se ne è andato perché non vi voleva fare del male?” aggiunsi poi.
Scosse la testa.
“No. Era troppo egoista, avrebbe potuto vivere tranquillamente anche restando con noi e accontentandosi di sangue animale, anche se quando ero più piccolo non era così, era diverso… Qualcosa deve averlo cambiato… Però credo che non lo scoprirò mai…”
“Scusami… Ti ho fatto ricordare brutte esperienze…”
“Non ti preoccupare! Ormai è passata!”
Lo fissai per un po’, sorridendo.
“Che hai?”
“Quando ci siamo conosciuti mi sembravi molto più impacciato, mentre ora mi sembri… come dire… più naturale!”
“E’ perché mi sono ambientato!”
“Piuttosto rapidamente direi!”
“Be’… cosa ti devo dire?”
“Non so, per esempio raccontarmi come mai ti trovi già bene!”
“Perché ho fatto amicizia con te.” disse serio.
Arrossii leggermente perché sembrava quasi una dichiarazione, però pensai che era impossibile che si fosse innamorato di me (anche se in parte ero convinta del contrario..) però questa situazione era troppo simile a quelle storielle d’amore dei film e dei fumetti e stomachevoli (perché le protagoniste sono sempre contese tra dei ragazzi stupendi e sono anche un po’ invidiosa di loro..)
“Piuttosto… E’da un po’ che te lo volevo chiedere ma non vorrei essere troppo invadente visto che hai pianto tanto, ma…. Cosa ti è accaduto?” domandò.
Rammentai quello che mi era successo e mi tornarono di nuovo le lacrime agli occhi.
“Scusami! Non volevo! Non te lo chiederò più!”
Scossi la testa.
“No…. Te lo racconterò….”
Mi misi a narrargli tutto in modo confuso perché singhiozzavo ad ogni parola.
“Adesso io ho troppa paura a girare da sola… Sono terrorizzata all’idea che quella… quel… mostro spunti fuori all’improvviso e….”
Mi interruppi.
“Ti proteggerò io! Se vuoi la mattina ti verrò a prendere e dopo la scuola ti accompagno a casa!” disse deciso.
“Perché sei così gentile con me?”
“Pensavo l’avessi già capito… Comunque è perché sei l’unica che non mi ha valutato solo per l’apparenza da “sfigato” come ha detto una delle tue amiche e mi hai accettato per quello che sono… E’ una cosa molto rara in una persona…”
“Non esagerare! Non è niente di eccezionale!”
“E invece lo è.” disse guardandomi fisso.
Avvicinò il suo volto al mio e stava per baciarmi.
Mi allontanai un poco e chiusi gli occhi.
Poi riaprii gli occhi e vidi che rideva di gusto.
“Ti sarebbe piaciuto vero?”
“Idiota!!” esclamai rossa come un peperone.
Presi un cuscino sul suo letto e mi misi a picchiarlo. Lui continuava a ridere a crepapelle e sembrava non smetterla più.
“Dai, basta!” disse coprendosi.
Appoggiai il cuscino e incrociai le braccia.
“A parte gli scherzi, prima dicevo sul serio. Se vuoi ti proteggerò io.”
“Di sicuro non sono contraria. Ho sempre desiderato una guardia del corpo!”
“Adesso non esageriamo!”
Guardai l’orologio e strabuzzai gli occhi.
“Occavolo! Sono già le 5!! I miei tornano a casa fra poco!!”
“Allora ti accompagno.”
Camminammo per un po’ insieme e chiacchierammo del più e del meno, per esempio dei professori e della scuola. Poi arrivammo a casa mia e aprii la porta di casa.
“Domani mi passi a prendere?”
“Sì, non ti preoccupare.”
“A che ora vieni?”
“Va bene alle 7 e 40?”
“D’accordo… Però non so se ti conviene suonare… se i miei ti vedessero penserebbero che tu sia il mio fidanzato e non mi farebbero uscire per il resto della mia vita…”
“Allora ti aspetterò di sotto. Sarò puntuale.”
“Allora ci vediamo domani. Ciao!”
“Ciao, tesoro.”
“Non prendermi in giro!!”
Scoppiò a ridere poi mi salutò con la mano.
“A domani!”

NOTE DELL’AUTRICE: ed ecco anche questo capitolo! Spero che vi piaccia! Ed ora ringrazio
Topomouse: sono contenta che la mia storia ti abbia incuriosito! Spero continuerà ad interessarti!^^
Lisy91: non posso dirti ancora nulla dello zombie (anche perché non ci ho ancora pensato!^^””).

Grazie mille a tutti! Spero continuerete a leggere!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- Il ritorno dello zombie ***


Il giorno dopo mi preparai in fretta e trovai Giulio sulla porta di casa.
“Ehilà!” disse allegramente.
“E’ molto che aspetti?”
“Circa un’ora….”
“Mi prendi in giro?”
Sorrise.
“Come hai fatto a capirlo?” disse ironicamente.
“Da ieri mi sembri un po’ troppo “burlone”….”
“E tu troppo ansiosa .”
“Ok ok, siamo pari…. Intanto andiamo…”
Ci incamminammo e per un po’ nessuno dei due parlò.
“Se ieri ti avessi baciata ti sarebbe veramente piaciuto?” domandò all’improvviso.
Rimasi un po’ sbigottita.
“Mah… Non saprei…. E a te?” dissi arrossendo leggermente.
“Non più di tanto…”
“Ma come?! Una ragazza bella come me? Non sai cosa ti sei perso…” dissi fingendomi offesa.
“Sì come no!” rispose ridacchiando.
Così continuammo a fare gli scemi fino a scuola. Appena entrammo in classe insieme, tutti ci fissarono e ci fu un improvviso silenzio.
“Che sia nata una nuova coppia?! Lo scopriremo nella prossima puntata!” disse Giovanni con fare teatrale.
Gli diedi una sberla.
“Perché, sei geloso?”
“Ma dai! Lo sai che ho già la fidanzata, no?” disse ridendo.
Rimasi un po’ delusa. Tempo prima mi ero presa una cotta pazzesca per lui, però avevo rinunciato, da quando avevo scoperto che era già impegnato, ma in quel momento mi era tornato un barlume di speranza. Le mie amiche mi guardarono incuriosite, ma non mi rivolsero la parola. Mi aspettai che si scusassero, ma invece finsero che non esistessi. Finora mi era già capitato di litigare con loro per quanto erano impiccione, ma di solito facevamo subito pace. Un po’ mi dispiaceva, però stavolta erano loro che avevano veramente rotto e non ero affatto disposta a chiedere scusa.
Mi sedetti al mio banco fingendomi indifferente. Poi arrivò il prof. e iniziò la lezione. Anche stavolta non ascoltai una parola (eravamo ormai alla fine della scuola e non riuscivo più a prestare attenzione a nulla…).
Finalmente suonò la campanella dell’intervallo e mi alzai e andai da Giulio che stava studiando per l’ora dopo.
“Sì?” chiese alzando lo sguardo dal libro.
“Voglio fare un giro per il corridoio..”
“E quindi? Devo esserne informato?”
“No, vorrei che mi accompagnassi…”
“Uff… Va bene, però in bagno non ti accompagno….”
“Certo che no!”
Si alzò e mi seguì.
“Non sei mica costretto a venire con me!”
“E se spuntasse fuori di nuovo lo zombie con il mantello?”
“Ma dai! Qualcuno si accorgerà che non è della scuo…..” mi interruppi e mi bloccai.
Era lì. Era appoggiata al muro e sembrava aspettare qualcuno. Me.
“No… no….” balbettai.
Giulio si mise davanti a me.
“Che cosa vuoi?”
“Nulla… Passavo di qui. A quanto pare però hai spifferato a qualcuno di me…. A questo punto ti dovrei uccidere come avevo promesso….”
Scoppiai a piangere.
“Lasciala in pace!” esclamò Giulio, mentre un gruppo di persone si erano fermate a guardare senza capire bene cosa fosse successo.
“Calmati Mr Vampiro….”
Giulio sbiancò.
“Come fai a….?”
“So molte cose su di te… Vi saluto piccioncini perché mi pare di avere attirato abbastanza l’attenzione… Adieu!”
Poi uscì.
“Che è successo?” chiesero molti nella confusione generale.
“L’ha minacciata di ucciderla….” rispose Giulio, serio.
Ci furono dei gridolini di orrore da parte delle ragazze che si avvicinarono a me.
Arrivarono le mie amiche di corsa dopo aver saputo e mi abbracciarono senza chiedermi nulla, ma cercarono solo di consolarmi. Intanto alcuni raccontarono ai bidelli che mi vennero a chiedere chi fosse la ragazza che mi aveva minacciata. Io non risposi a nessuno perché ero troppo sconvolta e spaventata. Giulio fece allontanare gli altri e chiese loro di lasciarmi in pace.
Poi mi prese per un braccio e insieme a Roberta e Lucia mi accompagnò in bagno per sciacquarmi. Giulio rimase fuori ad aspettare, mentre noi entrammo.
“Chi può essere così bastardo da minacciarti?! Giuro che se si fa rivedere lo uccido!!!” esclamò Roberta.
“No… Peggioreresti la situazione….”
“E’ capitato già un’altra volta?”
Non dissi nulla.
“E’ così?!?!?”
“Dove è andato quello stronzo?!?!?”
“Dai ragazze, non importa!” dissi con un sorriso tirato.
Avevo troppa paura che quel sottospecie di zombie mi avrebbe ucciso se anche le mie amiche lo avessero scoperto e temevo venissero coinvolte anche loro.
“Secondo te si potrebbe denunciare?”
“Ragazze basta!!” Mi guardarono sbigottite.
“Ok, non ne parliamo più…”
Poi uscimmo e Giulio ci aspettava.
“Tutto bene?” chiese preoccupato.
“Sì…”
Continuò a fissarmi.
“Dai, Anna! Magari lo fa solo per spaventarti e non fa sul serio! E comunque non devi temere perché non ti lascerò mai da sola!”
Roberta e Lucia sogghignarono. Era evidente che sospettavano qualcosa tra me e Giulio, ma stavolta non le biasimavo.
Tornammo in classe e mi tranquillizzai un po’. Naturalmente la classe era già stata informata di tutto e i miei compagni cercarono di consolarmi con frasi di incoraggiamento e fui loro molto grata. Finalmente smisi di piagnucolare e mi sentii meglio e più coraggiosa. Se fosse tornato quello zombie gli avrei dato un pugno in faccia! Be’ forse non un pugno perché l’idea mi faceva un po’ schifo… Comunque gliela avrei fatta pagare per avermi fatto fare la figura della piagnucolosa!
Però c’era ancora un problema: Giulio sembrava sconvolto. Era comprensibile perché a quanto pare sapeva che lui era un “vampiro”. Allora non potevo nemmeno immaginare il perché, però l’avrei scoperto tempo dopo in un modo non molto piacevole…

NOTE DELL’AUTRICE: Ecco anche questo capitolo! Non è un granchè perché non ero particolarmente ispirata e perché ultimamente avevo un sacco di cose da fare… Ma da adesso forse Monster migliorerà… Ed ora i ringraziamenti!
LISY91: eheh! Ci sei rimasta con un palmo di naso eh?!
TOPOMOUSE: Sono felice che la storia ti interessi tanto! Fra poco ci saranno anche altri personaggi ma ci devo ancora pensare su…
CHIHIRO: Non ti preoccupare, continuo!^^

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- Il morso ***


Passarono due settimane da allora e lo zombie non si fece più vedere. In questo lasso di tempo io e Giulio diventammo ancora più amici di prima e Lucia e Roberta divennero meno impiccione e più comprensive nei miei confronti, così non litigammo più. Durante queste settimane non avvenne nulla di particolarmente importante tranne che Giovanni e la sua fidanzata si erano dichiarati eterno amore di fronte alla classe (ma non era una novità…).
Purtroppo però un lunedì accadde una cosa oltre ogni mia aspettativa.
La mattinata era iniziata tranquillamente, con le solite noiosissime ore di lezione. Poi suonò la campanella dell’intervallo, e fin qui niente di strano. Vidi che Giulio stava uscendo dalla classe.
“Dove vai?”
“Vado fuori.”
“Perché?”
“Per andare a bere tu-sai-cosa…”
“Ti accompagno.”
Così mi alzai anch’io.
Andammo nel solito posto e tirò fuori la bottiglietta che si teneva sempre appresso.
Era vuota.
Giulio cominciò ad agitarsi e gli occhi divennero rosso fuoco.
“Ho bisogno di sangue! Non voglio morire! Sangue! SANGUE!!!!” gridò completamente fuori di sé.
Non sapevo come aiutarlo, però non sopportavo vederlo soffrire così e cercai di tranquillizzarlo, ma era tutto inutile perché non mi dava ascolto.
Poi mi fissò intensamente.
“Sei così rosea….. Non hai bisogno di tutto quel sangue solo per te!!”
Mi saltò addosso e mi morse al collo ferendomi.
Sentii che mi succhiava il sangue.
“In fondo è solo un po’ di sangue… lui ne ha bisogno….. Cosa potrà mai succedermi?” pensai e lo lasciai fare.
Passò un po’ di tempo e mi sentii debole.
“Basta!” esclamai spingendolo via da me.
Cadde a terra e sembrò tornare in sé.
“Cosa è successo....?”
Sussultò.
“Oh no!! Anna! Cosa ti ho fatto?!”
“Niente… Non ti preoccupare…. Io sto bene….” dissi sorridendo debolmente.
“Anna….. Perdonami…. Io…”
La vista mi si offuscò e persi conoscenza.
L’ultima cosa che sentii fu Giulio che gridava qualcosa, poi più nulla.
Mi risvegliai in una camera di ospedale e, per fortuna, non ero ancora morta. Seduto vicino a me c’era Giulio che mi fissava.
“Ti sei svegliata finalmente!” disse sorridendo.
“Quanto ho dormito?”
“Un giorno.”
“Wow… In effetti sono molto riposata…”
“I tuoi genitori sono rimasti con te tutta la notte poi se ne sono dovuti andare e ti hanno affidata a me…”
“Da quanto sei qui?”
“Un giorno.”
“Quindi sei stato qui tutto il tempo?! Non dovevi!”
Mi abbracciò all’improvviso.
“Non avrei sopportato che anche tu te ne fossi andata…..”
“Anche?”
Mi lasciò e si sedette di nuovo.
“Be’…. a dire la verità non te lo volevo raccontare… non è la prima volta che accade una cosa simile…. T-tempo fa i-io ho s-succhiato il s-sangue a-ad un’altra r-ragazza, ma n-non è….. lei è…. “
“E’ morta?!” Annuì, tremante.
“Ah…….. Be’…. O morivi tu o moriva lei, no? Cioè…. Se non le avessi succhiato il sangue saresti morto tu e non sarebbe stato comunque un “lieto fine”…..”
“Sarebbe stato meglio se fossi morto io…”
“Ma perché?!”
“Perché io sono un mostro, ecco perché! Io merito la morte!”
“Tu non sei un mostro!! E nessuno, neanche il peggiore degli assassini, merita di morire!!”
“Ma io sì!! In tutte le storie horror i vampiri vengono uccisi, no?! Perché non dovrebbe valere per me?!?” “
Perché quei vampiri erano “cattivi”, non erano umani! Ma tu sei umano!!”
“Ma….”
BASTA!! IO SONO ANCORA VIVA QUINDI SMETTILA DI FARE QUESTI DISCORSI IDIOTI!!!!
La porta della stanza si aprì ed entrarono Lucia e Roberta.
“E’ il mostro!!!” esclamarono all’unisono appena videro Giulio.
“Non tutti la pensano come te…” mi sussurrò un po’ scocciato del loro arrivo.
“Cosa?” dissi un po’ stupita.
“Lo abbiamo visto mentre ti mordeva, quel maledetto!! Chissà cosa ti avrebbe fatto se non ci fossimo state noi!”
“Ma se sono stato io a chiamare l’ambulanza mentre voi stavate lì come delle fesse!!” esclamò.
“Dettagli!” ribattè Lucia.
Roberta frugò nella tasca.
“Sapevo che saresti venuto, così ho portato dei regalini per te!” disse tirando fuori una croce e puntandogliela addosso.
“Oooh…. Che paura!!” disse sarcastico.
“Ma come è possibile?!”
“Guarda che sono cristiano!”
Rimasero sconvolte.
“Allora beccati questo!” disse Roberta tirando fuori invece dell’aglio.
“….”
“Dì la verità, sei spaventato?!” esclamò trionfante.
“....fate pena…”
“Come osi?!”
“Io non oso niente, è vero!”
I tre cominciarono a fissarsi in cagnesco, poi si aprì la porta ed entrò un’infermiera.
“Siamo in ospedale! Potreste fare silenzio?” disse in tono di rimprovero.
“Scusi!” dissero all’unisono, tornando di nuovo a guardarsi male.
L’infermiera uscì e io scoppiai a ridere.
Mi fissarono con delle facce da idioti e risi ancora più forte.
Questa era una delle mie caratteristiche: ridevo sempre per delle baggianate, come in questo caso. Giulio si alzò.
“Direi che ora stai meglio, allora vado.”
Andò alla porta e guardò di nuovo malissimo Lucia e Roberta che ricambiarono lo sguardo.
“Non penserai di scappare!”
“Basta fatela finita! Io me ne vado e basta!”
Le due non glielo impedirono perché erano chiaramente spaventate da lui.
“Aspetta!” esclamai.
“Sì?”
“Non ti suicidare, eh?!”
Sorrise.
“Non lo farò.”
Poi uscì.
“Ma perché? Se si suicidasse creerebbe molto meno problemi!!”
“Ma lo volete capire che non è un vampiro?!” esclamai con tono rassegnato.
Poi spiegai loro la situazione di Giulio e sembrarono molto stupite ma soprattutto pentite.
“Lo so che sembra incredibile ma è così….”
“Si, si ti crediamo…. E poi non sei nemmeno capace di mentire….”
“Grazie mille ragazze….” dissi sarcastica.
“Be’ in fondo è un pregio questo, no?”
“Si…”
“Ci dispiace per Giulio…. Come potevamo sapere che lui ha una malattia così?”
“Non importa… vedrete che se gli chiedete scusa non se la prenderà!”
Poi la porta si aprì nuovamente ed era ancora Giulio.
“Scusate dovrei dire una cosa ad Anna… non vi preoccupate non la mordo..”
“Si, si. Entra pure…” disse Lucia alzandosi.
Lui sembrava piuttosto stupito mentre le ragazze uscirono.
“Adesso noi andiamo via.. ciao Anna! Stacci bene!”
Chiusero la porta e le sentii andare via.
“Che cos’è questo cambiamento improvviso?” domandò incuriosito.
“Ho raccontato loro della tua malattia…”
“Ah….”
“Sono molto dispiaciute per quello che ti hanno detto….”
“Volevo ben dire…”
“Dai non biasimarle…. Sono fatte così….”
“Va bene… Però questo adesso non c’entra… Volevo chiederti…. Ecco…… se magari volevi accompagnarmi al cimitero…. So che è una proposta un po’ strana ma…”
“Perché?”
“Ieri era l’anniversario della morte della ragazza che ho ucciso….”
“Ah…. Che coincidenza……” dissi molto stupita.
“Già…”
“Ehm…. Quando mi dimettono magari ti chiamo ok?”
“Sì… Ce l’hai il mio numero?”
“Certo.”
“Ok… Allora ci sentiamo…. Ciao!”
Uscì e lo sentii allontanare.
Rimasi da sola a pensare: se non fossi stata ricoverata in tempo forse avrei fatto la stessa fine di quella ragazza…. Rabbrividivo al solo pensiero ma non potevo fare a meno di pensarci. Giulio avrebbe potuto uccidermi sul serio e per un attimo avevo provato paura nei suoi confronti, ma scacciai via quei pensieri e cercai di riposare un po’.

Poco tempo dopo venni dimessa, anche se i dottori non avevano capito perché avessi perso così tanto sangue, e come promesso chiamai Giulio e decidemmo di incontrarci di Domenica.

Arrivai che Giulio era già lì, con due enormi mazzi di fiori.
“Ciao!”
“Ciao…” rispose con un sorriso malinconico.
“Ehm…. Lo sai tu dov’è la tomba, vero?”
“Sì, certo….”
Così ci incamminammo per un po’, ma eravamo entrambi piuttosto silenziosi.
“Giulio?”
“Sì?”
“Posso chiederti una cosa?”
“Dimmi.”
“Ecco… Mi chiedevo come mai quella ragazza è morta… non ha cercato di respingerti?”
“No…. Non so neanch’io il perché ma forse credeva che la stessi baciando sul collo….. anche se l’avevo morsa…”
“Che tipo di rapporto avevate?”
“Era la mia ragazza…”
Il mio cuore fece un sobbalzo.
“Dal modo in cui si comporta si vede che non l’ha ancora dimenticata…. non potrebbe mai volermi bene… ma che cosa sto pensando?!” dissi tra me.
“Hai detto qualcosa?”
“No, niente!!”
“Eccoci, la tomba è quella là.”
Appoggiammo i fiori e Giulio si inginocchiò.
“E’ tutta colpa mia…. Se solo quel giorno avessi riempito la bottiglietta tutto questo non sarebbe successo…” disse piangendo.
Cercai di consolarlo ma non sapevo cosa dirgli, così gli appoggiai solo la mano sulla spalla.
“Mi deludi, Giulio. Non pensavo fossi così piagnucoloso…” disse una voce dietro di noi.
Mi voltai di scatto. Era di nuovo quello zombie con il suo solito mantello che lo ricopriva.
“Cosa vuoi?” domandai con un leggero tono di paura.
“Dovrei chiedervelo io visto che quella è la mia tomba.”
“Come?!”

NOTE DELL'AUTRICE: Ecco qua anche il sesto capitolo^^Scusate se ci ho messo tanto perchè non mi sentivo particolarmente ispirata... Questo è quello che mi piace di più fra quelli che ho scritto e spero piaccia anche a voi! E ora passiamo ai ringraziamenti:
SHARK ATTACK: Sono molto contenta che ti piaccia tanto *__* Spero che questo capitolo non sia troppo palloso!^^" Cmq piace anche a me il Giulio cavaliere! Ehehe! Diciamo che è un po' il mio ragazzo ideale...
LISY91: Ecco che ho continuato! Ma perchè povera Anna? Il quinto capitolo non è mica finito così male!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- Il perdono e il pianto ***


Giulio si alzò di botto.
“Sei… sei veramente Angelica?” domandò debolmente.
“Possibile che tu non mi abbia riconosciuto? Ah, giusto. E’ per via di questo mantello, vero?”
Si sfilò il mantello e io rimasi pietrificata.
Non era quello zombie mezzo putrefatto che avevo visto io, ma era una ragazza anche molto bella e dal colorito pallido.
Giulio sussultò improvvisamente.
“Ma allora tu… Come..? Anna mi aveva detto che tu….”
“Che ero un mostro orribile? In effetti lo ero con quel travestimento di carnevale..”
“Era un travestimento?!” esclamai stupefatta.
“Sì. E quel dito che hai visto era finto, ma ti sei spaventata così tanto che hai creduto fosse vero.”
In effetti non avevo guardato bene il dito finto prima di supporre che fosse vero…
“Come puoi essere viva? Insomma se qui c’è la tua tomba e poi sono stato io a……” cominciò Giulio, interrompendosi dopo poco.
“Devo sempre finire io le frasi come al solito? Sì tu mi avevi uccisa, però sono in un certo senso resuscitata…. Ero clinicamente morta ma all’improvviso il mio cuore ha ricominciato a battere. E sai cosa ricordo durante la mia morte momentanea? Non il tunnel di luce che ci si immagina solitamente, ma il buio più totale. Avevo paura ed ero sola ma poi tutto si è illuminato e ho sentito una voce che mi diceva che dovevo fare ancora una cosa… una cosa importante.”
“Quindi tu non sei un fantasma? Sei proprio viva?” domandò Giulio con una nota di gioia.
“Per ora sì… Ma il mio corpo non reggerà a lungo… Io, lentamente, sto morendo a causa dello shock che ho ricevuto. Forse resterò al mondo per un mese, ma non di più…” rispose sorridendo tristemente.
Il ragazzo fu colpito da tanta tristezza e senso di colpa che si gettò nuovamente in ginocchio.
“Dai tirati su, stupido!” esclamò sollevandolo faticosamente da terra.
Giulio si teneva a malapena in piedi da quanto tremava ma rimase in quella posizione.
“Be’ ora vi dovrei delle spiegazioni… Anna, io ti ho voluto spaventare a tal punto perché ho notato che voi due sembravate molto amici ed ero gelosa… Inoltre io volevo finire in bellezza la mia vita…. Ho sempre adorato recitare, soprattutto la parte del cattivo e diciamo che questa è stata l’occasione per farlo…. Ti chiedo scusa….”
“Oh, non importa! In fondo avevi dei motivi validi, no?”
“Diciamo di sì…….”
“E… Cosa sarebbe la cosa importante che devi fare?” domandai.
Angelica sorrise.
“Potrebbe sembrare una sciocchezza ma non lo è. Giulio, ti prego calmati e guardami in faccia.”
E così fece.
“Per quello che è successo un anno fa…. Io ti ho già perdonato. Smettila di tormentarti continuamente! La colpa è stata solo mia che non ho voluto respingerti. Continua a vivere la tua vita tranquillamente. Fallo per te e… anche per me….”
Giulio crollò ai suoi piedi scoppiando a piangere a dirotto.
“Oh ti prego smettila! Altrimenti anche io…”
Non riuscì a terminare la frase per via dei singulti.
Io non sapevo più cosa fare, così mi misi a piangere anch’io.

Dopo un bel po’ di tempo finalmente smettemmo di piangere, e calò un gran silenzio.
“Un mese….. In fondo è 30 giorni e non è così poco….” sussurrò Giulio pensieroso.
“Però in confronto ad una vita intera è pochissimo….” aggiunse Angelica.
“Non importa! Io voglio vivere fino all’ultimo questo mese con te! Noi stiamo ancora insieme, no?” esclamò con sguardo deciso.
La ragazza rimase molto stupita.
“Ma io pensavo che tu e Anna…. Insomma…. Che foste fidanzati!”
“No. Noi siamo solo amici, non è così?” disse rivolgendosi a me.
Questo mi ferì non poco. Sapevo che eravamo solamente amici ma speravo che…. Fosse nato qualcosa in più fra noi. O comunque qualcosa in me era nato e per questo ero molto confusa. Ma per lui, a quanto pareva, non era la stessa cosa.
“Sì…” risposi.
Angelica sembrò, anzi ERA raggiante.
“Oh Giulio! Sono così felice!!!” disse al colmo delle lacrime.
Poi lo abbracciò e si baciarono.
Ancora una volta ricevetti un colpo al cuore. Non riuscivo a piangere da quanto ero triste. Mi ero appena accorta di volergli bene e avevo già ricevuto una delusione. Così me ne andai mentre i due si sbaciucchiavano.
Mentre andavo verso casa improvvisamente uscirono le lacrime a fiotti e non riuscii più a fermarle. Mi avviai velocemente e poi mi chiusi in camera mia mentre i miei genitori (erano tornati dal lavoro) mi chiedevano cosa mi fosse successo.
Rimasi lì per delle ore poi mi decisi ad uscire. In realtà avevo pianto pochissimo perché le lacrime mi si erano fermate di nuovo. E poi avevo ancora delle speranze. Dopo un mese Angelica….. Be’ se ne sarebbe andata… Però mi sentivo in colpa a pensarci… Una parte di me non vedeva l’ora che si togliesse di mezzo così che Giulio sarebbe stato tutto mio, l’altra parte era dispiaciuta che morisse. Certo mi aveva spaventata a morte e mi aveva appena “rubato” il ragazzo che mi piaceva ma dopotutto sembrava una brava persona. Ero molto confusa e non sapevo cosa fare e nemmeno cosa pensare.
Così passai tutto il giorno a piangere e a pensare mentre i miei genitori erano ancora confusi e non riuscivano a capirne il motivo.



NOTE DELL’AUTRICE: Uff! Finalmente ho finito questo capitolo! E’ più corto degli altri ma credo che sia anche il più significativo quindi è stato particolarmente difficile da terminare… Scusate tanto per il ritardo ma per tre settimane ho avuto molto da fare e adesso sono sfinita.. @_@
E ora passiamo ai soliti ringraziamenti!^^
SHARK ATTACK: Eh già! Il capitolo precedente era proprio pieno di suspence eh?? Questo forse un po’ meno ed è più triste… Spero ti piaccia comunque!
LISY91: Ehm… E’ vero i passaggi iniziali erano molto frettolosi perché volevo arrivare velocemente alla parte cruciale! :P E poi non sapevo cosa scrivere! Spero che il nuovo capitolo ti piaccia!
TOPOMOUSE: Eheh! In effetti lo zombie era proprio incavolato! Non vorrei però che in questo capitolo sembri troppo santarellina :/ (lo zombie intendo ma ho detto santarellinA perché è una femmina)…

Grazie mille a tutti quelli che leggono la mia fanfiction e soprattutto a quelli che recensiscono anche!
Mini-avviso: Domani parto per una settimana in vacanza! Quindi bisognerà aspettare un po’ per il prossimo capitolo. Ciao ciao a tutti!^^

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- Pensieri incontrollabili ***


Prima di iniziare faccio una piccola nota. Le frasi racchiuse tra le barrette (ES: -blablabla-) sono i pensieri di Anna, mentre quelle tra le virgolette sono i dialoghi, come negli altri capitoli. Spero che questo non sia motivo di confusione. Buona lettura!

Il giorno seguente mi ripresi un po’ dallo shock e mi presentai a scuola come se nulla fosse successo (anche se si notavano gli occhi leggermente rossi). Naturalmente incontrai Giulio che, al contrario di me, sembrava al massimo delle energie e mi salutò sorridendo. Ricambiai il sorriso (molto, molto tirato) ma non gli dissi nulla. Lui non ci fece tanto caso e tornò al suo banco con una faccia sognante. Per la prima volta in tutto l’anno scolastico prestai molta attenzione ai professori pur di non guardare Giulio e la sua espressione.
Con mio enorme sollievo finalmente le lezioni terminarono, ma quello che mi aspettava fuori non era affatto un sollievo.
Provate un po’ ad indovinare chi aspettava Giulio davanti alla porta?
Ma naturalmente la carissima Angelica! E quando si videro si abbracciarono teneramente come una dolce coppietta di sposini in luna di miele.
-Bleeeeeh! Uccideteli per favore altrimenti mi metto a vomitareee!- pensai.
Rimasero a fare “picci picci bau bau” per un sacco di tempo, poi finalmente Angelica si accorse di me.
“Oh! Anna! Da quanto sei lì?”
-Mah…. Diciamo…. Un secolo?-
“Da poco.”
“Scusa! Non ti avevamo notata!”
-Nooooo! Scusami tu perché vi ho disturbato durante le vostre vomitevoli smancerie!-
“Non preoccuparti. Nessun problema.”
“Ah! Scusa anche per ieri! Sai, era un momento un po’ particolare così ti abbiamo trascurata…..” disse scambiando uno sguardo imbarazzato con Giulio.
-Urgh! Fortuna che ieri me ne sono andata altrimenti non so se sarei riuscita a controllarmi!-
Mi diedi delle sberle sulla fronte per cercare di fermare questi pensieri acidi ma fu assolutamente inutile.
“Cosa stai facendo?”
“Ehm… Mi pareva ci fosse una zanzara…..”
“Ti capisco. Ultimamente poi ci sono le zanzare tigre che sono fastidiosissime!”
-Già! Ma lo sei molto di più tu!-
Mi diedi delle altre sberle, ma non c’era proprio niente da fare. Che fosse la gelosia??
“Senti, oggi ti andrebbe di venire con noi a fare un giro? Volevamo prendere un gelato così abbiamo pensato di invitare anche te!”
-E dovrei fare il terzo incomodo?? Col cavolo!!!-
“Certo. Mi farebbe molto piacere!” dissi con un sorriso tirato.
“Allora ci vediamo alle 3.30 davanti alla gelateria della piazza. Mi riferisco a quello vicino alla torre dell’orologio. Hai presente?”
-Certo che ho presente, non sono idiota!!-
“Sì, ho capito.”
“Ci vediamo! Ciao ciao!”
Così se ne andarono. Giulio non aveva spiccicato parola, ma aveva fissato semplicemente Angelica con aria trasognata (cosa che mi aveva infastidito non poco).

In casa riferii ai miei genitori che sarei uscita e loro acconsentirono senza tanti problemi.
Oh! Mi sono dimenticata di descrivervi i miei genitori, giusto?
Be’ mia madre è una donna di media statura e corporatura, fin qui nulla di speciale. Come carattere è una donna tranquilla, ma….. E’ un tipo particolare! E’ sempre vestita in modo giovanile (tipo minigonna e magliette super scollate! Cielo, nemmeno io mi metto quelle cose!), ma non è che lo fa apposta, lei dice che si veste così solo perché non trova altro adatto a lei e poi dice che le piace. Come comportamento è simile a quello di ogni madre comune però leggermente diverso. A volte sembra che faccia di tutto perché io mi trovi un fidanzato ma appena le parlo di un ragazzo dice che sono troppo piccola per avere un moroso. Bah! Andatela a capire! Ma per il resto è una brava persona e penso che sia una delle mamme migliori che si possano avere anche se ha i suoi difetti. Mio padre invece è un tipo più anonimo, un po’ distaccato e talvolta ha la testa fra le nuvole ma lo stimo molto e quando ero piccola era il mio esempio di vita anche se avevo paura di lui più della mamma quando si arrabbiava. Come aspetto fisico è alto e un po’ robustello ma non proprio “grasso”.
Molte volte mi chiedo come mai i miei genitori si siano sposati perché sono completamente diversi e bisticciano spesso su cose sciocche, ma come si dice “gli opposti si attraggono” e “l’amore non è bello se non è litigarello”. Ora chiudiamo questa parentesi e continuiamo quello che accadde quel giorno.
Mi chiusi in bagno e mi fissai allo specchio. Come dovevo vestirmi? Con i primi vestiti che mi capitavano oppure in modo abbastanza carino e “studiato” per fare colpo?
Optai per la seconda perché volevo essere migliore di Angelica, così magari Giulio si sarebbe accorto di me! Indossai una gonna di jeans (che portavo solo in occasioni speciali) e una delle mie magliette preferite che si intonava. Non mi misi il trucco perché altrimenti chissà cosa avrebbero pensato……

Finalmente iniziai a prepararmi per partire e presi la mia bici. Ero in dubbio se tenermi la gonna (perché un po’ mi vergognavo) o correre in casa e mettermi i pantaloni visto che avevo ancora un po’ di tempo.
-Non la porto mai la gonna, per una volta si può fare no??- pensai.
Così mi decisi e partii.
Appena arrivata parcheggiai la bici e mi guardai intorno per vedere se i due c’erano, e dopo un po’ vidi Angelica che correva verso di me.
“Ciao Anna! E’ molto che aspetti?”
-Per tua fortuna no!-
“No, sono appena arrivata.”
“Ah, bene!”
“E Giulio dov’è?”
“Ha avuto un impegno e non è potuto venire.”
-D’OH! Che sfiga!!!-
“Peccato.”
“Ma se vuoi possiamo fare un giro solo noi due! Ti va?”
-Doppio D’OH!!-
“Certo! Dove andiamo?”
“Mmm…. Ci andiamo a prendere un gelato?”
-Solo se offri tu!-
“D’accordo!”
Ci avviammo verso il bar più vicino e comprai un cono con cioccolato e fior di latte (slurp!) mentre Angelica prese puffo e stracciatella (bleeh! Ok i gusti sono gusti, ma a me proprio non piace).
“Mmmm! E’ buono il tuo?”
-Se stessi un attimo zitta riuscirei a gustarmelo meglio!!-
“Sì molto! E il tuo?”
“Anche il mio. Allora adesso andiamo da qualche parte?”
-Certo, ognuno a casa propria!-
“Sì ma dove potremmo andare?”
“Che ne dici del lago del parco Pinco Pallino? (che fantasia, eh? XD)”
-Per affogarti? Mmm…. Buona idea!-
“Ok, andiamo!”
Prendemmo le nostre biciclette e pedalammo verso la nostra meta. Durante il tragitto chiacchierammo un po’. No, mi correggo: Angelica parlava per tutto il tempo. Io rispondevo solo con dei monosillabi: “Sì.” “No” “Già” “Boh” “Non so”.
Finalmente giungemmo a destinazione e parcheggiammo le bici.
“Andiamo, forza!” esclamò entusiasta.
-Ehi, ehi! Era un ordine per caso?? Grr…. Come osi brutta insolente!!-
“Mh-mm…”
Angelica mi fissò arrabbiata.
-Mi ha forse letto nella mente?-
“Uffi…. Sbaglio o sei un po’ fredda?”
-Be’, e sei arrabbiata per ‘sta cavolata?? Povera principessina! Non ti ho trattato come conveniva ad una persona del tuo rango? Te lo devo proprio dire…. MA VAFF….-
Stavolta mi sferrai un ceffone ben assestato, rendendomi una guancia paonazza.
“Ehi, capisco che le zanzare danno fastidio, ma non al punto di darsi uno schiaffo!”
“Eh eh…. Speravo di colpirla!”
“Non importa. Piuttosto, perché ti comporti in questo modo con me? Non ti sto simpatica? O forse perché mi sono messa con Giulio?”
NO!!!!!!!” gridai.
Angelica rimase scioccata e ammutolita.
“Ah!” dissi rendendomi conto di cosa avevo fatto “Ecco, non mi piace che la gente pensi che mi piace Giulio, perché non è affatto vero! Mi dispiace di avere urlato… E poi io sono un po’ fredda perché ancora non ti conosco e sono un po’ imbarazzata….”
Sorrise.
“Non c’è problema! E’ comprensibile! Sono felice che tu non mi odi! Spero che potremmo diventare amiche! Che ne dici?”
-Non ti illudere!-
“Ne sarei felicissima!”
Così continuammo la nostra passeggiata, ma stavolta provai ad essere più disinvolta, per evitare di insospettire Angelica.
Cominciò a farsi tardi così ci salutammo.
“Ciao Anna! Spero ci rivedremo presto! Magari invitiamo anche Giulio, ok?”
-Oh nooooooo!! Risparmiami almeno questooooooo!!!-
“Ma certo! Ciao!”
Appena la vidi allontanarsi con la bici esplosi.
“Non ci pensare nemmeno! Non verrò MAI con voi due neanche se mi pagate!!!!” esclamai.
Poi crollai in ginocchio. Non riuscivo più a controllare i miei pensieri! Che cos’era quella rabbia che provavo? Perché avevo dei pensieri così cattivi e sprezzanti?? Era quella la gelosia? Se era così non volevo vedere più Angelica… Fino alla sua morte!



NOTE DELL’AUTRICE: Allora, vi è piaciuto il nuovo capitolo?? Spero tanto di sì! Ho cercato di rendere la storia un pchino più “divertente” con i pensieri sarcastici di Anna. Spero che almeno vi possa fare anche solo sorridere! Ringraziamenti:
LISY91: sono contenta che ti fosse piaciuto il capitolo! Spero che apprezzi anche questo!
SHARK ATTACK: Davvero il capitolo era così triste?? Certo, lo scopo era quello, ma non pensavo che avesse effetto! Forse vuol dire che sono bravissima anche se non me ne rendo conto! XD Scherzo, và! Comunque spero che questo capitolo abbia almeno una delle caratteristiche che mi hai richiesto!^^
ISOTS: Ecco qua il capitolo! Spero ti piaccia!
TOPOMOUSE: Già decisamente Anna preferiva lo zombie assassino… In effetti lo preferisco anch’io! Sto rendendo Angelica un personaggio odioso, secondo me!

Ancora mille grazie a tutti i lettori! Sono commossa! Spero di riuscire a continuare presto!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- Questa donna falsa... ***


Purtroppo il giorno dopo Angelica tornò ad aspettare Giulio. Ma non ci andava mai a scuola??
“Ciao Giulio! Ciao Anna!” esclamò.
“Ehilà…” dissi con scarso entusiasmo.
“Che ne direste di uscire tutti insieme oggi?”
-Nooooooooooooooooooooooooo! Ditemi che non è verooooo!!!- pensai con disperazione.
“E dove vorresti andare?” domandò Giulio, aprendo finalmente bocca.
“Be’…. Lo so che potrebbe sembrare un po’ strano, ma…. Vorrei andare al cimitero…..”
Entrambi sbarrammo gli occhi per lo stupore.
“Vuoi tornare in quel postaccio??”
“Ma cosa dovremmo fare là??”
“Non prendetemi per pazza…. Ecco… io…. Mi piacerebbe decorare a modo mio la mia futura tomba…. Almeno così morirò tranquilla perché avrò un luogo degno in cui riposare in pace….” disse imbarazzata.
Ci fu un silenzio tombale (ahah capita la battuta?).
Capivo che sarebbe morta fra breve ma…. Possibile che pensasse già a queste cose???
“Vi prego…. Io ci terrei davvero molto….” disse con le lacrime agli occhi.
“Stai tranquilla, ti accompagneremo! Vero Anna?”
“Ehm… Sì certo!”
Angelica si asciugò le lacrime e sfoggiò un grande sorriso.
“Benissimo! A che ora ci vediamo?”
Io e Giulio rimanemmo a bocca aperta.
-Ma che razza di falsa! Sfrutta le persone a suo piacere con questa tattica!-
“Boh…. Che ne dici per le 5? Domani abbiamo un sacco di compito quindi penso che sia l’orario migliore…” disse Giulio.
“Ok! Per me va bene qualsiasi orario! Scusa Giulio ma non ti posso accompagnare perché ho una cosa da fare! Ci vediamo!”
Gli diede un rapido bacio (ARGH!) e scappò via.
Giulio sospirò e si voltò verso di me.
“Che dici, facciamo un tratto di strada insieme?”
“Sì, certo!”
E così ci incamminammo.
“Un po’ ci sono rimasto male….”
“Di cosa?”
“Di Angelica”
Un pensiero maligno mi passò per la testa.
“Ah sì? Come mai?”
“Be’… Non mi aspettavo che si comportasse così… Mi è sembrata un po’…. Non saprei come dire…”
“Meschina? Bastarda? Falsa? Approfittatrice? Maligna?” dissi, sparando tutti gli aggettivi che mi venivano in mente pensando a lei.
“Direi, un po’ falsa… Prima sembrava che si stesse per mettere a piangere e subito ha fatto un sorrisone… Sembra il comportamento delle bambine viziate che vogliono un giocattolo a tutti i costi...”
“Vuoi lasciarla?”
“No, no! Non la mollo di certo per una cavolata del genere!”
“Ah… Bene.” dissi sospirando delusa.
Giulio mi osservò pensoso.
“Ehi, ma non è che tu…”
-Oddio! Non è che ha capito che mi piace?? Accidenti!!! Perché non sto mai zitta??-
“…sei preoccupata per il nostro rapporto?”
-Oh no, non ci posso credere… La presenza di Angelica lo ha completamente rincitrullito!!!-
“Ehm… Certo….”
“Ma dai! Non devi preoccuparti! Va tutto bene fra noi!”
-Felice di averlo saputo! Grazie! Ora si che sto meglio! Ti dovrebbero dare un premio per la sensibilità!-
“….senti, io torno a casa… Ci vediamo dopo!”
“Va bene. Ciao!”
Scappai via con passo rapido. Cavolo. Per una volta che mi trovavo bene con un ragazzo, che sembrava anche ricambiarmi, d’un botto è spuntata dalla tomba quella ochetta della sua ex fidanzata (che tra l’altro mi ha spaventata a morte) che se lo è ripreso come se fosse un giocattolino. Questo proprio non lo sopportavo. Perché la vita era così ingiusta? Mi sembrava di aver finalmente trovato il ragazzo giusto, carino, gentile, affidabile e degno di fiducia, ma da quando è arrivata Angelica è diventato un giuggiolone. Ero incavolata con Giulio, Angelica, Lucia, Roberta e con tutto il mondo, ma soprattutto ero arrabbiata con me stessa perché non ero stata abbastanza coraggiosa per dichiararmi subito a Giulio.
Vagavo per la città con sguardo perso, poi sentii una mano che mi si posava sulla spalla.
“Non torni a casa, bella?” disse una voce roca.
-Oh cielo, che sia un maniaco??-
Mi girai molto lentamente e mi sollevai subito di morale.
Era Giovanni.

NOTA DELL’AUTRICE: Scusate tantissimo per il tremendo ritardo!!!!!! E’ che la scuola e impegni vari mi hanno fatto dimenticare monster…. Spero che lo leggerete comunque anche se è un po' corto! And now i soliti ringraziamenti:
TOPOMOUSE: In effetti ci ho pensato molto per far sembrare i pensieri di Anna divertenti. Sono felice di aver ottenuto l’effetto sperato.
SHARK ATTACK: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Stavolta ho cercato di farlo più allegro di quello precedente! E comunque non ti preoccupare, capita di dire una cosa e poi pensarne una esattamente opposta. Forse è capitato anche a me, anche se non mi ricordo in che occasione… ^^””
LISY91: Spero anch’io che Giulio si accorga di Anna. Ops, ma sono io la scrittrice! Eheheheh! Be’ prima o poi si accorgerà di lei, non ti preoccupare!^^
ISOTS: Certo che continuo così, don’t worry! ^o^
AMANTHA: Grazie per la recensione! Anche se sarei curiosa di sapere a cosa si riferisse il titolo secondo te!

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Capitolo 10
*** Finale spezzato ***


Ed eccomi dopo tanti anni a scrivere di nuovo. E visto che è passato così tanto tempo, è il caso di concludere la storia... Buona lettura!
Giovanni. La persona più indicata in quel momento di sconforto.
"Giovanni... Ma tu... Cosa ci fai qui?"
"Facevo un giro... Tu invece, che fai qui?"
"Niente..."
"Oh, va bene... Allora ti lascio al tuo niente! Ciao!"
"No, aspetta!"
Non potevo certo lasciarlo andare così... avevo troppo bisogno di lui...
"Dimmi pure"
"Potresti.... farmi compagnia?"
Sorrise.
"Non aspettavo altro!"
Detto ciò, ci avviammo al bar più vicino per prenderci qualcosa.
"Ti ho mai detto che sono innamorata di Giovanni?"
Rimase in silenzio per un po', poi rispose, quasi di malavoglia.
"Lo avevo intuito"
"E sai anche che lui ha già un'altra ragazza?"
"Questo era risaputo..."
Ci fu un silenzio imbarazzante.
A un certo punto, però, Giovanni riprese la conversazione.
"E tu lo sai che sono sempre stato innamorato di te?"
Ancora silenzio.
"Veramente no..."
"E sai anche che ora che va male con Giulio farò di tutto per farti innamorare di me?"
Un breve silenzio interrotto improvvisamente dal suono del mio cellulare. Era Giulio.
"Pronto? Giulio? Che succede?"
"Anna... io... non.. Angelica.. lei... lei non..."
Un colpo al cuore.
"Giulio?! Cos'è successo?! Che è successo ad Angelica?!"
"Lei... lei... è sv-svenuta.. ho chiamato l'ambulanza... sono andato con lei... ma lei... lei....NON C'E' PIU'"
E poi fu solo pianto. Giulio cercava invano di dirmi qualcosa, ma le sue parole erano incomprensibili. E intanto io piangevo con lui, piangevo fino a star male, ma l'enorme peso che sentivo non cessava di premere forte il mio cuore.

Adesso sono passati tanti anni. Dopo la morte di Angelica, Giulio non era più lo stesso. Smise di mangiare e di bere sangue al punto che rischiò quasi di morire... e fu portato in un ospedale psichiatrico.
E io? Io rimasi a guardare impotente la sua crisi.
Ma non preoccupatevi, adesso sono felice! Giovanni mi è sempre stato vicino e alla fine... ci siamo sposati, e abbiamo avuto ben tre figli! E ancora oggi sono felice di stare con lui!
Forse penserete che Giovanni sia solo un ripiego per Giulio, ma non è così. La vita non va sempre come vorremmo. Giulio ha scelto Angelica, anche a costo di rimetterci la sua salute mentale,e io ho scelto Giovanni, anche se non è stata la mia "prima scelta". Angelica non era una specie di "cattiva" che aveva lanciato un incantesimo malvagio a Giulio e che dopo la sua morte lo avrebbe liberato e sarebbe tornato di corsa fra le mie braccia.
No. La vita non va così.
Adesso sono innamorata di Giovanni, il licantropo, ma comunque ricorderò sempre il mio primo, tragico, sanguinoso amore.

Ed ecco la conclusione di questa storia. Mi scuso se il finale è "frettoloso", ma avevo un grande bisogno di concludere questa storia, non potevo certo lasciarla così in sospeso dopo tanto tempo!
Piccola nota: Il titolo si chiama "finale spezzato" perchè non è il classico "lieto fine", ma è un finale che ha lasciato alle sue spalle un cuore spezzato...
Grazie mille a tutti coloro che mi hanno seguita!

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