Woire - Contro La Natura Stessa

di FeIdEn91
(/viewuser.php?uid=138358)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


PREFAZIONE
 

Nella vita non si smette mai d’imparare.
I grandi saggi dicono che la vita è come una battaglia, uno scontro per la sopravvivenza, un’immensità di sofferenza per riuscire ad avere ciò che tutti di più bramano al mondo: l’amore!
Ma cosa accadrebbe se proprio per amore si fosse disposti ad abbandonare qualunque cosa, ogni lucidità, ad infrangere ogni legge…perfino andando contro la natura stessa?
Qualcuno sarebbe disposto a sacrificarsi pur di portare avanti un amore così sbagliato?
Certo, per amore si è disposti a tutto…solo che ci si accorge dopo delle conseguenze che vi scaturiscono.
Nella vita non si smette mai d’imparare, ed io avevo ancora un sacco di strada da percorrere!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

Malgrado la mia giovane età avevo girato già mezzo mondo, non che mi dispiacesse scoprire e perlustrare nuovi posti, però sentivo come una specie di vuoto dentro di me. Avevo bisogno di un posto fisso, di una dimora che avrei potuto chiamare “casa”, di qualcuno che mi aspettasse d’avanti al caminetto accesso e mi dicesse “ben tornata a casa May, com’è andata oggi?”.
E invece era sempre la solita storia, la solita fuga, il solito cambiare…ero stanca.
Per questo avevo deciso di cambiare vita, provandone a seguire una normale, cioè più normale di quanto non fossi io. Sentivo il bisogno di avere delle abitudini, degli orari…cose futili, ma di vitale importanza per una come me.
I miei genitori mi hanno educata bene, almeno per il poco tempo che passavano con me, mi hanno voluta bene da morire, troppo per la loro vita…però mi sono mancati comunque.
Per questo ho deciso di restarmene a Forks, una piccola cittadina di sole 3120 persone. Mi è sembrato un posto carino per cominciare una vita adeguata a una ragazza della mia età.
E così è stato. È da circa un anno che mi sono trasferita qui. Certo all’inizio è stato un po’ faticoso dover gestire gli studi, il lavoro, trovare una piccola casetta per me, inserirmi bene nella scuola, farmi degli amici…ma alla fine ci sono riuscita.
Grazie ad una ragazza, Bella Swan, sono riuscita a gestire tutto…non che da sola non ce la facessi, ma lei è stata davvero gentile ad accogliermi in casa sua fino a quando non mi sistemo per bene.
È da circa un anno, quindi, che vivo a casa dei Swan…ed oltre ad aver finalmente trovato un posto adatto a me, sono riuscita perfino a trovare un’amica sincera che per me farebbe di tutto. Bella è come una sorella per me, la sorella che non ho mai avuto, l’amica mi è sempre stata negata.
Ora sono felice, certo il passato continua a tormentare i miei sogni, ma cerco di farmi coraggio e guardare avanti. Forks mi piace, anche se le condizioni climatiche di qui sono davvero pessime, però non è molto importante…posso sopravvivere a questo.
Oggi casualmente c’è il sole, una delle poche volte che il sole fa capolino nel cielo di questa città, e Bella si sta già preparando per andare non so dove, dato che Edward oggi è fuori in campeggio con la sua famiglia.
Quel ragazzo è di una bellezza spaventosa e i suoi occhi color ambra liquida, che ricordano molto quelli di mio padre, non fanno che scrutarmi, osservarmi, infilarsi tra i meandri più cupi della mia anima…è come se quel ragazzo dalla pelle bianchissima si sforzasse di trovare qualcosa di me che non riesce a capire. È molto strano e ammetto che mi piacerebbe scoprire di più sul suo conto.
Gli amici di Bella sono simpatici, carini con me, ma a volte sono così misteriosi che quasi mi fanno paura.
B: su May alzati è tardi…Jacob sarà qui tra poco e tu sei ancora sotto le coperte…vuoi muoverti pigrona?
La voce di Bella mi aveva rimosso dai mille pensieri che stavo facendo mentre ero comodamente ancora sotto le coperte del mio letto…beh divanoletto visto che dormivo nel salone di Charlie.
M: ti prego Bella, calmati un po’…lasciami stare ancora 5 minuti…
Il calore che la coperta mi dava mi stava facendo ricadere tra le braccia di Morfeo e in quel momento sbadigliai.
B: cosa? 5 minuti? Ok, l’hai voluto tu…
Proprio in quell’istante, Bella mi tolse la coperta di dosso facendomi rabbrividire. La finestra era spalancata e l’aria pungente di quel mattino di giugno mi pervase in un attimo.
M: cavolo, siamo in estate e fa così freddo…
B: meglio che ti ci abitui in fretta…una volta ha pure nevicato!
M: oddio…
B: beh ora muoviti…Jacob sarà qui a momenti
M: Jacob??? Uffa…
Quel ragazzo era il migliore amico di Bella, oltre me, e malgrado questo proprio non riuscivo a sopportarlo. Quel giovane Quileute aveva sempre un sorriso da ebete stampato in faccia ogni volta che mi vedeva e non la finiva più di parlare…proprio insopportabile!
B: non cominciare a trattarlo male come tuo solito…
M: ma non lo faccio apposta…mi viene spontaneo…proprio non lo sopporto
B: dovresti dargli almeno una possibilità…vedrai che non è così male come credi
M: dici?? Non lo so…se solo fosse meno sorridente e stesse più zitto…forse…magari…un giorno lontano…
B: dai May…sei sempre la solita…
Bella cominciò a ridere e da fuori sentimmo un clacson suonare. Mi affacciai alla finestra per vedere chi fosse, e sul vialetto di casa Swan c’era parcheggiata la Chevrolet di Jacob Black.
M: oh guarda…il tuo amico è arrivato
B: Jacob è qui?? Oddio…e tu devi ancora vestirti...
Sicuramente il ragazzo che tanto odiavo era già arrivato alla porta di casa mente noi 2 battibeccavamo perché il campanello suonò.
M: vai ad aprire…
B: no vai tu…io vado di sopra…così almeno ti lascio libero il bagno dopo…
M: Bella, per favore…vai tu ad aprire…
Tutto inutile…aveva già salito le scale ed io mi ritrovavo di fronte alla porta mentre combattevo tra me e me una guerra che non si era mai vista…apro? Non apro?
Il campanello suonò di nuovo…e Bella dal piano di sopra mi strillò <> in tono minaccioso. Così mi decisi e aprì la porta.
La giornata non poteva andare peggio di così…o forse si?!
Quando aprì la porta il sorriso enorme e bianchissimo di Jacob mi accolse…
Ancora non riuscivo a capire come quel ragazzo riuscisse ad avere dei denti così bianchi e perfetti…boh!
J: buongiorno May, ben alzata
M: certo certo, come ti pare…
Gli diedi le spalle e cominciai a camminare verso la cucina mentre con la mano gli facevo cenno di accomodarsi e di seguirmi.
Mi misi ai fornelli per prepararmi una colazione decente, e lo sentivo, quel ragazzo vi stava fissando. Così mi voltai.
M: allora?
J: che c’è? Che ho fatto adesso?
M: continui a fissarmi…
J: veramente sto tentando di fissare le frittelle che stai preparando…ho una fame!
M: non hai fatto colazione?
J: ho bevuto qualcosa al volo…ma dall’odore sembrano buone…quindi…
M: mmm…vorresti assaggiarne una…
J: si grazie…- e sorrise ancora, aveva una faccia compiaciuta
M: a parte che non era una domanda…comunque non sono una grande cuoca, quindi per non creare dispiacere a Bella, non so fino a che punto ti conviene assaggiarle se vuoi ancora vivere!
J: sono sicuro che sono innocue…ti aiuto
Si alzò dalla sedia dov’era seduto e si posizionò al mio fianco, prendendo le stoviglie necessarie da mettere in tavola. Io continuai a cucinare ignorandolo e quando finalmente le frittelle furono pronte le versai nei rispettivi piatti mentre Jacob sfornava i toast. Ci sedemmo entrambi e aspettai ce fosse lui ad addentare la prima frittella così se qualcuno si fosse sentito male, quel qualcuno non sarei stata io!
Aspettai impaziente e poco dopo mi sorrise.
J: ottime, davvero ottime…complimenti
M: davvero non ti senti male?!
J: no…sto bene
M: neanche un minimo dolore?!
J: no no
M: niente di niente?!
J: che c’è, vuoi a tutti i costi che mi senta male? – disse sorridendo
M: può darsi – risposi non curante ma con sguardo furbo
J: ragazza…se giochi col fuoco ti bruci – mi guardò divertito
In quel momento Bella arrivò in cucina e si sedette insieme a noi.
M: oddio, menomale che sei arrivata,,, grazie Bella non immagini quanto ti voglio bene…mi hai salvata…
J: si, cominciava a non sopportarmi più…voleva uccidermi
B: cosa???
J: oh, piccolezze…lasciala andare…
M: già…lasciami andare…
J: a proposito…carino il pigiama – scoppiò a ridere di cuore
M: ah ah ah ah – lo imitai sarcastica con espressione annoiata
Senza pensarci due volte corsi di sopra. Beh in effetti aveva ragione, il mio pigiama era davvero “carino”. Pantaloncini e canotta fondo bianco con dei pois rossi e dei cagnolini disegnati…era orribile!!!
Mi sbrigai in fretta, non volevo far arrabbiare ancora di più Bella…è davvero insopportabile quando si arrabbia sul serio!
Così m’infilai il primo paio di jeans e la prima maglietta che trovai, un paio di ballerine ai piedi, mi sistemai i capelli in una coda alta dato che sono lunghissimi e non mi piace portarli sciolti, afferrai la borsa e raggiunsi gli altri di sotto.
J: wow…
M: ti pareva che non doveva dire la sua…
B: May! Sii gentile…
M: uffa…va bene andiamo…
Uscimmo di casa e mentre io e Bella chiudevamo la porta Jacob entrò nell’abitacolo al posto di giuda accendendo lo stereo su un canale di musica country.
B: ti avevo chiesto di essere gentile…
M: ce la sto mettendo tutta lo giuro…
B: lo volevi uccidere…
M: ma non è vero…è lui che si è prestato ad assaggiare le mie frittelle!
B: fatto sta che devi essere più cortese
M: fatto sta che anche lui deve essere più cortese con me
B: Jake è fatto così…gli piace scherzare…
M: beh a me no!
B: May…è troppo dargli una chance?
M: Bella sei davvero…oddio…va bene!!!! Sei contenta?
B: si molto – mi sorrise e i suoi occhi color cioccolata parvero sciogliersi
M: ma lo faccio solo per te…solo perché ti voglio bene…ricordatelo
B: me lo ricorderò…
Mi abbracciò forte a se e io ricambiai l’abbraccio. L’ultima cosa che volevo era rendere infelice Bella…quindi almeno per oggi avrei cercato di esaudire il suo piccolo desiderio.
Jacob ci fece un suono di clacson per incitarci a muoverci, così entrammo in macchina.
B: allora, dove ci porti oggi?
J: non so se Charlie te l’ha detto, ma lui è Billy oggi hanno un tantino da fare…
M: cosa? – cercai di essere carina e sorrisi
Jacob mi guardò in modo strano, era sorpreso e io risi di più…
J: beh…mio padre ha deciso di dar via quella specie di tv che era in cucina…dice che vuole uno schermo piatto come quello del padre di Bella
B: e tu ci porti a La Push?
J: si hai indovinato…oggi c’è un po’ do sole e il mare è abbastanza calmo, perciò avevo pensato di passare un po’ di tempo in spiaggia con voi a mangiare caramelle o magari c’inventiamo qualcosa…
M: beh se ci sono altri giovani Quileute amici tuoi potremmo raccontare delle storie…che ne so…sugli alieni o cose così…
J: …o anche sui vampiri e i licantropi…
Quella frase mi fece tacere subito. Mi ero imbambolata di colpo, fissavo il nulla d’avanti a me mentre nella testa mi rimbalzavano le parole vampiri e licantropi. Jacob si accorse del mio improvviso cambiamento di umore e sdrammatizzò.
J: dai May…non dirmi che hai paura di certe cose…tu, tutta forte e coraggiosa…così mi cade un idolo – rise
B: sono solo leggende – aggiunse in tono rassicurante, guardando Jacob
J: certo certo…
M: oh certo che non ho paura, scherzi…- mi ripresi anche se dentro me sentivo che qualcosa non andava
J: va bene…ora andiamo
B: direzione La Push!
M: si certo…- aggiunsi poco entusiasta
Come si dice…il buon giorno si vede dal mattino…beh la giornata era iniziata male e di certo sarebbe continuata peggio…me lo sentivo! 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

La Push non era molto distante da casa Swan, ci avevamo messo una mezz’ora ad arrivare, e c’era abbastanza traffico. Certo, non capita tutti i santi giorni di vedere il sole a Forks perciò tutti quanti avevano di certo avuto la stessa idea di Jacob: passare una giornata in spiaggia nella riserva.
Fortunatamente per Bella mi stavo convincendo all’idea di trascorrere 12 ore, era il tempo massimo che mi ero prefissata, in compagnia di Jacob Black. Pregavo che la mia pazienza fosse infinita, solo per rendere felice la mia migliore amica.
Tra un pensiero e l’altro raggiungemmo casa Black. Vidi Jacob scendere dall’auto e dirigersi dentro casa sua. Non capivo il perché di quella sosta e ad essere sincera, dopo il discorso dei vampiri e dei licantropi, mi ero assentata da ogni altro tipo di discussione per immergermi nei miei pensieri.
B: hei, sei stata zitta tutto il tempo, che ti succede? – disse con un velo di preoccupazione nella voce
M: perché ci siamo fermati? – cercai di cambiare discorso. Bella era sempre stata una persona apprensiva, si preoccupa troppo delle persone che le stanno davvero a cuore e io non volevo metterle in testa i miei timori…no, non era proprio il caso immischiarla nelle mie faccende!
B: beh Jacob ha pensato di restare a mangiare in spiaggia, prima stavamo parlando di un falò per questa sera…credo che verranno anche i suoi amici. Ti ricordi di Sam, Seth, Leah, Jared…?!
M: si che mi ricordo…mi ricordo soprattutto di Quile – un sorriso mi apparve spontaneo
B: già…avevi preso una bella cotta per quel ragazzo… - rise anche lei
M: si ma lui non era mai stato interessato a me…beh ha ragione…guardami un po’ – m’indicai con espressione inorridita
B: ma che dici, tu sei perfetta…devi credere solo un po’ di più in ciò che sei, sai potresti sorprenderti di quanto sei bella e preziosa
M: che c’è…mi stai facendo le lusinghe per tenermi buona buona?!
B: no, sai che non ti terrei mai buona buona – rise di gusto
M: avrei i miei dubbi – risposi portandomi una mano al mento in maniera pensosa
Nel frattempo, mentre io e Bella continuavamo a ridere come due sciocche, Jacob rientrò in macchina.
M: che hai svaligiato un supermercato?? – strabuzzai gli occhi alla vista di tutta quella roba da mangiare che aveva portato con se
J: beh, ci saranno anche gli altri…non voglio tenerli al digiuno!
M: si ma faranno indigestione con tutta sta roba…vuoi stramazzarli al suolo o cosa?
B: ti meraviglierai May di quanto mangino i giovani Quileute
Se ciò che diceva Bella era vero…beh questi Quileute dovevano avere davvero uno stomaco di ferro! Certo, erano belli grossi…Jacob era alto quasi due metri, o forse di più, ma ingurgitare tutta quella roba mi sembrava esagerato!
Poco dopo raggiungemmo la spiaggia e finalmente scesi dall’auto. Come diavolo faceva Jake ad ascoltare quella robaccia?? Fortuna che ora a far da sottofondo alla mia giornata c’era la magica musica delle onde del mare. L’avevo sempre amato da bambina e con il passare degli anni gli avevo affibbiato un significato particolare che mi rispecchiava. In un certo senso io ero molto simile al mare…apparentemente calma e bellissima nella sua dolcezza, ma come il profondo degli abissi ero gelida e pericolosa al tempo stesso. Solo una cosa desideravo davvero, che il mare possedeva e io ancora no. La libertà…la vera libertà. Quella libertà che ti permette di andare dove vuoi senza angosce che ti tormentano il cuore, senza quel terrore di guardarti le spalle, senza dover abbandonare ogni volta gli affetti più cari. Sapevo che era impossibile…i miracoli non esistono ed io ero di certo una di quelle poche persone che non avrebbe mai potuto chiederne uno.
Di colpo le voci di Bella e Jacob mi fecero tornare con i piedi per terra.
Loro due ormai erano scesi in spiaggia mentre io ero rimasta vicino alla macchina, appoggiata alla ringhiera che dava sul mare, per ammirare meglio il panorama e per pensare un po'.
B: dai May scendi...
J: vieni qui con noi..
M: arrivo! - risposi guardandoli e agitando il braccio
In spiaggia tirava una leggera brezza mentre il sole giocava a nascondino con le nuvole di tanto in tanto.
Scesi le scale e raggiunsi i miei amici...o meglio, la mia amica!
J: ho fatto un paio di telefonate...Sam e gli altri stanno arrivando
B: oh bene allora vengono...così abbiamo un po' di compagnia
J: già...hanno detto che porteranno la legna per sta sera e qualcosa in più da mangiare...
M: ancora roba da mangiare??? oddio Jacob...ma che avete al posto dello stomaco, dei magazzini?!
J: ahahahahah...oggi sei particolarmente simpatica, come mai? - la sua risata era sincera, non mi prendeva in giro, l'avevo fatto ridere sul serio
M: io simpatica?! - non avevo mai pensato di poter essere realmente simpatica a uno come Jacob, e per un momento mi sentì in imbarazzo
J: che c'è...ti senti a disagio? - si fece serio
M: no... - guardai Bella e mi rivolsi a lei - andiamo Bells, dobbiamo preparare un po’ di cose
Improvvisamente avevo fretta di mettere a posto tutte le cose che avevamo portato con noi. Presi Bella per mano e ci allontanammo, con gli zaini in spalla, da Jake.
B: hei che ti prende? - si avvicinò di più a me e cominciò a sussurrare
M: niente - le risposi guardando da un altra parte, mordicchiandomi un'unghia
B: non è vero...sei nervosa...e smetti di torturarti quel povero dito!
M: davvero sto bene...e sono calma - la rassicurai con un finto sorriso
B: è per Jake? - insistette
M: no! - risposi secca, ma il mio tono di voce evidentemente non convinse neanche lei
B: va bene è per Jake...ne vuoi parlare?
M: non lo sopporto...è sempre la stessa storia...non so Bells...quel ragazzo è...strano...
B: strano Jacob? no! che cosa dici... - rise istericamente
M: ecco lo sapevo...ora ridi di me...fantastico! - afferrai un asciugamano e lo stesi per terra. Stavo perdendola pazienza
B: non rido di te...rido per la situazione che si è creata prima tra voi...ti da fastidio che ti faccia dei complimenti?
M: senti Bella...mettiamo in chiaro le cose...mi sta antipatico...lui vuole solo darmi fastidio e rendermi la vita impossibile...è irritante e presuntuoso, si crede mister macho due la vendetta il ritorno, e quel suo sorriso... - non feci in tempo a terminare la frase
B: si lo so...è così bello...- mi guardò dritta negli occhi per vedere una qualsiasi mia reazione
M: che??? cosa??? bello!!!! tu stai male...ecco l'effetto delle mie frittelle...
B: lui ti piace...e tu piaci a lui... - affermò in tono deciso
M: no...di certo lui non mi piace per niente...Bella, guarda in faccia la realtà...non ci sopportiamo, siamo peggio di cane e gatto...
B: gli opposti si attraggono...
M: senti...so che le tue fantasie contorte vorrebbero che tra i tuoi due migliori amici nascesse qualcosa...ma ti assicuro che oltre l'odio puro non possiamo andare
B: se lo dici tu...
M: non farti film inutili Bella - roteai gli occhi
Lei si allontanò lasciandomi sola ad armeggiare ancora con il mio zaino. Alla fine decisi di sedermi sul mio asciugamano ed ammirare l'oceano. Era davvero bellissimo, ma un raggio di sole, che mi finì dritto negli occhi, mi costrinse a voltare il capo.
Senza rendermene conto mi ritrovai a fissare Jacob e con mio stupore notai che anche lui mi guardava.
Non l'avevo mai visto così prima...il sole aveva reso la sua pelle ancora più ramata e i raggi di luce che incorniciavano il suo viso lo rendevano...come dire...bello! I suoi occhi erano ancora posati su di me e io come un ebete continuavo a guardarlo, incapace di reagire. Com’ era possibile una cosa del genere? Che diavolo mi stava succedendo?? Tentai in vano di tornare in me, ma quegli occhi mi rendevano tutto più difficile. A quel punto Jacob mi sorrise, non un sorriso come i soliti per prendermi in giro. Era un sorriso dolce, amichevole...come di resa. Noi che fino a quel momento ci eravamo dichiarati guerra a vita ora stavano firmando un armistizio, una tregua silenziosa fatta di semplici sguardi. Scossi la testa e mi presi il viso tra le mani mentre tornavo a guardare la maestosità del mare. No. No no no no no...Dovevo togliermi quel pensiero dalla testa...come mi era venuto in mente?!
Diavolo...quelle frittelle mi porteranno al suicidio!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Per tutto il tempo restai seduta sul mio telo mare a fissare punti indefiniti d’avanti a me mentre tutti gli altri ragazzi continuavano a divertirsi e a fare stupidi giochi in acqua.
Bella più di una volta era venuta a chiedermi come mai fossi così giù, e ogni volta le avevo dato la stessa risposta: silenzio!
Così si arrese lasciandomi finalmente sola a fissare il sole che tramontava. Si era fatto tardi, erano quasi le sei del pomeriggio, e io ancora restavo li, immobile, priva di vita ad affogare i miei pensieri nelle acque della mia anima.
Sentivo strani brusii…ormai non prestavo più attenzione a ciò che mi accadeva intorno, ma da quel poco che riuscì ad ascoltare, capì che tutti quanti si stavano dando da fare per accendere il falò di quella sera e per preparare il picnic.
Non m’importava di loro così decisi di continuare a starmene per fatti miei.
J: vuoi continuare così anche per tutta la sera?
Con mio stupore, Jacob si era seduto al mio fianco e ora anche lui guardava il mare d’avanti a se. Io non risposi e tentai di ignorarlo…ma non ci riuscì.
M: non lo so…se mi metto d’impegno potrei riuscirci…
J: beh io cercherò di farti cambiare idea…
Mi era davvero vicino che potevo riuscire a sentire il calore della sua pelle, il suo respiro quasi affannoso, il battito del suo cuore che accelerava piano piano. Riuscì anche a notare che con la coda degli occhi mi lanciava sguardi veloci…forse per accertarsi che fossi stata realmente io a parlare dato che quel giorno ero sembrata tutt’altro che viva!
M: non credo che ci riusciresti – risposi tranquilla
J: se mi prefiggo qualcosa la ottengo…in tutti i modi…sono anche capace di barare
La sua voce…non l’avevo mai sentita così. Era la prima volta che mi prestavo ad ascoltarlo davvero. Il suono della sua voce era diverso dal solito…aveva un inclinazione più dolce, c’era un velo di preoccupazione che quasi mi fece rabbrividire.
M: ne sono certa…- cercai di mantenere un tono normale e controllato
J: ti va di fare una passeggiata?
M: una passeggiata?? – risposi incredula
J: si…che c’è?
M: veramente io…
J: oh giusto, giusto…non credo di essere la persona adatta…
M: no ma che…io a dire il vero…beh…oh ma si…non mi ucciderà mica…
J: giuro che farò il bravo…sarò muto come una tomba – con le mani si chiuse le labbra con un lucchetto invisibile e gettò via la chiave
M: sono certa che farai il bravo anche con il dono della parola… - sorrisi e tirando dalla tasca una chiave invisibile gli riaprì il lucchetto facendolo tornare a parlare
J: grazie…è gentile da parte tua
Così c’incamminammo lungo la spiaggia mentre il sole si lasciava completamente morire nel mare lasciando il posto ad una bellissima luna, che lentamente apparve. Durante tutto il tragitto io e Jake non proferimmo parola. Io mi sentivo impacciata e stupida, non sapevo cosa dire o cosa fare, e di certo quel silenzio mi stava rendendo ancora più nervosa. D’un tratto Jacob si fermò.
J: guarda…non è splendida…
Aveva alzato la testa per osservare il cielo notturno. In effetti aveva ragione. C’era la luna piena quella notte e a farle compagnia milioni di stelle le danzavano intorno. Abbassai lo sguardo su di lui per rispondergli, ma quello che vidi mi fece tacere. La fioca luce della luna, aveva reso Jacob di una bellezza sovrannaturale, e il suo sorriso splendeva più che mai. Forse era la luna piena a farmi quell’effetto. Beh pensandoci, ogni notte di luna piena suscitava in me reazioni strane. Però la magia di quell’atmosfera era meravigliosa. Dopo essermi accorta che ero rimasta zitta per più di un minuto intero mi decisi a rispondere.
M: è perfetta…- lui abbassò lo sguardo su di me
J: già… - rispose sincero. Un brivido mi attraversò la schiena e lui se ne accorse. Senza pensarci mi posò sulle spalle il suo asciugamano.
M: grazie…
J: non voglio che tu muoia di freddo…si è alzato un bel venticello…
M: si…però è piacevole…rende più intenso l’odore del mare…
J: cos’è che ti turba? – mi chiese d’un fiato
M: come? – ero confusa, perché mai mi aveva fatto una domanda del genere? Cosa poteva importargli?
J: scusa, non volevo…avevo promesso di fare il bravo…
M: perché lo vuoi sapere?
J: se non vuoi parlarmene va bene lo stesso…io d'altronde non sono la persona adatta per…
M: perché?? – insistetti. Avevo paura che fosse riuscito a capire qualcosa su di me perciò il mio tono di voce risultò più duro. Mi guardò torvo e rispose.
J: beh anche io ho un cuore, non sono insensibile come credi…e averti vista così oggi…non lo so…non è da te…tu non sei così – mi rispose velocemente e con freddezza
M: perdonami…non dovevo usare quel tono – mi calmai – è che a volte sento il bisogno di alzare un muro…
J: beh con Bella non l’hai fatto…
M: lei è diversa…è strano…forse perché quando sono arrivata qui è stata la prima a cercare di farmi sentire a casa mentre il resto del mondo mi ha fatto solo del male
J: chi ti ha fatto del male?? È per questo che sei infelice?? – vidi la preoccupazione nei suoi occhi
M: no, ora sto bene…almeno credo…sono cose che appartengono al passato…non mi va di parlarne…scusa
J: beh è già tanto che tu me ne abbia accennato qualcosa…sinceramente non me lo sarei mai aspettato da te
M: beh non sei poi così insopportabile, sai…
J: …sono tuo amico…anche se tu non lo credi possibile…non vorrei mai vederti triste…voglio che tu torni a sorridere…o ad essere antipatica come prima…gli amici a che servono… - mi sorrise
In quel momento mi tornarono in mente le parole di Bella << Jake ha un cuore d’oro…è un ottimo amico…è stato lui il mio appiglio, la mia ancora di salvezza nei momenti più bui della mia vita…è la persona più buona che io conosca…senza di lui non so dove sarei ora…e tu non dovresti giudicarlo solo perché non lo conosci…se solo gli dai il permesso di entrare nella tua vita te ne renderesti conto>>
Lei aveva sempre avuto ragione, sin dall’inizio. Bella, almeno su Jacob, non si era mai sbagliata. Forse adesso riuscivo a capire le sue parole. Io l’avevo sempre allontanato, l’avevo sempre trattato male, l’avevo ignorato perfino…
Non mi ero mai accorta di quanto il suo cuore fosse generoso e adesso che avevo aperto gli occhi, potevo dargli una possibilità. Mi sarei impegnata almeno di essere una buona amica. Glielo dovevo…
M: come fai?
J: a fare che?? – sembrava confuso
M: a dire che sei mio amico…insomma…non posso dire di esser stata una persona educata con te…eppure tu…
J: non lo so…è la mia natura…non mi piace vedere le persone soffrire…
M: quindi è solo pura compassione la tua??
J: no…te l’ ho già detto…non sei così insopportabile…e poi mi diverto a prenderti in giro…quindi se sei giù di corda io non mi diverto…- rise
M: ah ecco…mi sembrava strano – roteai gli occhi e sorrisi anche io
J: già…mi piace quando diventi isterica…
M: bene…giochiamo a far perdere la pazienza a May – dissi stizzita
J: si è un bel gioco
M: attento, potresti farti male – lo guardai in tono di sfida
J: non ho paura del pericolo…
M: davvero?? Allora vediamo chi arriva per primo al falò
Cominciai a correre all'indietro, se quello che stavo facendo davvero significava correre, per vedere la reazione di Jacob. Mi lasciai sfuggire un sorriso per il pensiero che mi era passato nella mente e Jake sicuramente lo scambiò per qualcos’ altro.
J: d'accordo...chi arriva primo si mangia tutte le caramelle - rise e cominciò a correre anche lui.
Io mi girai e accelerai un po’, giusto per vedere se riusciva a raggiungermi. In un batter d’occhio era già dietro di me. Caspita il ragazzo ci sapeva fare…certo non potevo esagerare. Temevo che si accorgesse di alcuni particolari che nessuno, oltre me, doveva sapere. Accelerai ancora un po’ e senza indugiare o affaticarsi, Jake mi raggiunse.
Arrivammo entrambi al falò nello stesso istante e lui mi fece un sorriso.
M: uffa…parità…
J: se non ti avessi dato quel mezzo minuto di vantaggio avrei vinto io…
M: ma che sfacciato…guarda, piccolo presuntuoso, ringrazia che non abbia fatto sul serio altrimenti a quest’ora avresti mangiato la polvere…
J: davvero?? Beh io intanto mi mangio le caramelle…alla polvere ci pensiamo dopo – sorrise compiaciuto e con lui Seth e gli altri…mi stavano prendendo in giro???
M: hei signor sbruffone, metà delle caramelle sono per me!
J: dici?? Non ce lo vedo scritto il tuo nome… - rise
M: brutto… - mi lanciai verso di lui per prendermi la mia razione di caramelle
B: ragazzi!!!! – Bella c’interruppe sgridandoci
S: hei Bells, non potevi intervenire dopo la lotta? – rise Seth
B: non vogliamo spargimenti di sangue qui…
Q: già…uccidetevi dopo…ora raccontiamo le leggende – concluse Quile
Di certo la parola “leggende” aveva catturato la mia curiosità ma aveva fatto nascere anche uno strano timore in me. Mi ero sempre interessata a questo genere di cose…perché fino ad ora tutte le leggende che mi avevano raccontato i miei si erano sempre dimostrate reali. Ma qualcosa dentro me mi diceva di andarmene…non era la serata adatta per quel genere di racconti. Non per me almeno. Una folata di vento mi fece volare delle ciocche di capelli dal viso, il fuco scintillava e bruciava nella notte mentre la voce di Sam cominciò a narrare una vecchia leggenda…che mi era molto familiare. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Eravamo seduti tutti intorno al fuoco e, malgrado il calore che il falò emanava e la presenza di Jacob al mio fianco, sentivo dei brividi percorrermi il corpo.
Non avevo mai sofferto ne il freddo ne il caldo, beh a dire il vero li distinguevo a malapena, però quando Sam cominciò a narrare, ne ero certa, mi sentì gelare di colpo.
SA: questa è una leggenda che molti di voi ancora non conoscono e che potrebbe sembrarvi assurda…
L: tutte le leggende che hai raccontato fin ora erano assurde…eppure, eccoci qua – sentenziò Leah con aria affranta. Quella ragazza aveva uno sguardo spento tutte le volte che si perdeva negli occhi di Sam. Bella mi aveva parlato della loro storia passata però non capivo perché lei si disperasse fino a questo punto. Sam era solo uno tra i milioni di ragazzi che esistono sulla faccia della terra, e Leah era carina come ragazza…quindi perché insistere con questa ossessione per lui?!
Q: lascialo raccontare Leah…
J: già…niente interruzioni – Jacob mi guardò – ti senti bene? Stai tremando…
M: si sto bene…forse è un po’ di freddo – sorrisi non convinta
J: mmm…va bene…se la metti così allora… - si avvicinò a me e mi cinse le spalle con un braccio. Ora si che eravamo davvero vicini! Per la seconda volta di quella giornata mi sentì avvampare le guance. Com’era possibile? Ogni volta che Jake mi guardava, mi sorrideva, si avvicinava a me…io dovevo arrossire per forza! Proprio non mi capacitavo del perché…era solo Jacob infondo! Però, c’era qualcosa che non quadrava…riuscivo a sentire, anche se a malapena, il suo calore. Con Bella non mi era mai capitato…
SA: bene allora…continuiamo…
B: oddio – il sussurro di Bella sembrava preoccupato, e involontariamente spinse lo sguardo su di me. Sembrava meravigliata dalla scena che si trovò a guardare…beh in effetti…non capitava tutti i giorni di vedermi tra le braccia di Jake!
SA: è una leggenda che risale a molti anni fa…non so se avete mai sentito parlare dei Drake…
P: ho sentito dire una volta che sono vampiri…se non sbaglio vivono in Romania – disse Paul in tono insicuro
SA: esatto, dovete sapere che i Drake sono una delle famiglie più antiche di vampiri…
J: quasi quanto i Volturi? – intervenne Jacob
SA: si…potremmo paragonarli a loro
M: e cosa è successo a questa famiglia? – chiesi incerta, volevo partecipare anche io alla conversazione anche se quella storia la conoscevo da una vita.
SA: beh, i Drake sono sempre stati ossessionati dalle regole da rispettare…non avrebbero mai potuto infrangerne una…ma un giorno è accaduto…
SE: che è successo di preciso? – s’intromise Seth curioso
SA: …qualcosa che nessuno si aspettava…uno di loro, Vladimir Drake, durante una battuta di caccia in Russia ha incontrato un licantropo…
J: e che c’è di così tanto straordinario?
M: …che il licantropo, in realtà era una donna… - sussurrai tra me e me, con sguardo perso, sperando che nessuno mi sentisse. Beh mi sbagliai…gli occhi di tutti erano puntati su di me. Colsi lo stupore di Sam, non si aspettava che lo sapessi.
Q: conosci questa leggenda? – mi chiese Quile sbalordito
M: più…più o meno…i miei me ne raccontavano molte da bambina…per farmi addormentare…
P: bel modo di far addormentare una bambina… - disse in tono sarcastico
M: problemi per caso?? – lo guardai truce
P: può darsi… - mi rispose in tono di sfida
M: beh fatteli passare!! – risposi sicura. Sentì Jacob ridere…e mi diede un buffetto leggero sulla spalla
SA: è curioso che tu la conosca…sono davvero in pochi a saperla…comunque sono contento che tu ne sia a conoscenza…
M: si…comunque non fermarti…è bello sentirla sempre narrare – gli sorrisi dolcemente e lo incantai. Subito Sam riprese a raccontare.
SA: ok…come ha detto May, il licantropo era una donna…una bellissima donna…bastò un semplice sguardo per unirli per l’eternità
P: cosa??? Hanno avuto l’imprinting??? Un vampiro e un licantropo???
SA: si esatto
J: è possibile? – intervenne curioso
SA: se è accaduto vuol dire di si…l’imprinting è molto potente
M: già…e poi…se due persone si amano così profondamente, imprinting o no, nessuno può intralciarli la strada… - m’intromisi sicura di me, riscavando nei miei ricordi.
P: andiamo…non può essere successa una cosa del genere…non è possibile…lo sanno tutti che lupi e vampiri sono nemici praticamente da sempre!!! Ed è così che deve essere…
M: l’amore può superare tutto…può passare sopra a qualsiasi cosa…non vedo perché ti arrabbi così Paul…che differenza fa?! Vampiri…lupi…in fin dei conti sono persone…con dei sentimenti…e se quei due si amavano davvero…beh sono da prendere come esempio…non è da tutti essere così coraggiosi! – ero convinta di quel che dicevo, la mia esperienza era servita a qualcosa.
B: sono d’accordo con lei…certe differenze non dovrebbero esistere…non ne vale la pena…
M: infatti…non si possono mettere due persone di fronte ad una scelta forzata…Vladimir e Shana si amavano…e allora? Qual è il problema?? – la leggenda aveva acceso una discussione coinvolgente e accesa e se non ci fosse stato Sam, Paul avrebbe perso le staffe…forse mi avrebbe anche picchiata se ne avesse avuto l’occasione. Vedevo le sue mani tremare e il suo viso contorcersi in espressioni di disprezzo. Di certo, ciò che dicevamo io e Bella non gli andava molto a genio.
SA: la leggenda non è ancora finita…prima di uccidervi, dovreste ascoltare il seguito…
M: sono sicura che a Paul non piacerà…- lo provocai
J: diccelo tu il seguito… - mi chiese Jacob tranquillo
M: certo…Vladimir e Shana non potevano stare distanti nemmeno per un secondo, ormai si appartenevano…si completavano…erano una cosa sola…e poco tempo dopo diedero alla luce…un bambino – dissi tutto d’un fiato, sentivo la voce che mi stava abbandonando
SA: una bambina, per essere precisi…la creatura più bella e perfetta che si era mai vista, ma anche la più pericolosa…
M: non è così pericolosa…- risposi involontariamente, le parole mi uscirono di bocca senza che io lo volessi
Q: e tu come fai a saperlo??
M: mia madre…lei mi raccontava che la bambina non era il mostro che tutti credevano, che era innocua, buona…perché aveva ancora un cuore che le pulsava nel petto…lei aveva un lato umano perché era una mezzo sangue…metà vampiro, metà lupo
P: è assurdo… - disse disgustato
B: vedila come vuoi…secondo me la bambina doveva essere davvero speciale…e tanto dolce…
SA: non lo so…non si sa molto della bambina…alcuni dicono che sia sopravvissuta…
J: sopravvissuta a cosa??
M: sia i vampiri della Romania che i lupi bianchi della Russia hanno tentato di ucciderla…
SA: si…per loro tutta la situazione che si era creata era senza senso e far rimanere in vita una creatura che non avrebbe dovuto esistere era impensabile…un abominio…per ciò molte volte hanno tentato di attaccarla…
M: in realtà volevano sterminare tutta la famiglia…per non lasciare alcuna traccia…nessuno doveva sapere che le regole erano state violate! – avevo un filo di rabbia nella voce, e i miei occhi divennero lucidi
SA:…la bambina è stata costretta a vivere da sola per tutti questi anni…durante un attacco, i suoi genitori, per proteggerla, hanno sacrificato le loro vite…
M:…una parte del loro amore doveva continuare a vivere…così tutti avrebbero saputo che niente è impossibile… - avevo la voce rotta, ormai non riuscivo più a parlare. Calde lacrime amare mi scivolarono sul viso…non potevo continuare a restare lì…sentivo la necessità di scappare, di sentire il vento infrangersi sul mio viso…di correre attraverso la foresta immersa nell’oscurità…
Mi alzai di scatto, senza pensare alle reazioni dei presenti, e mi allontanai…
Finalmente correvo, non come mio solito ma correvo…sapevo che potevo essere più veloce di così…ma non volevo dare troppo nell’occhio…Forks era riuscita a proteggermi fino ad ora ed io dovevo restare al sicuro, nessuno doveva sapere realmente chi fossi.
Ero ancora sulla spiaggia, ma abbastanza lontana da tutti gli altri…
Le gambe non mi sorressero più così caddi in ginocchio in tutta la mia disperazione…Non ce la facevo, il dolore era ancora troppo vivido malgrado fossero passati così tanti anni.
Io ormai avevo sempre la stessa parte da recitare…una ragazzina apparentemente normale, che in realtà non lo era affatto, intrappolata per sempre nei suoi 17 anni.
Ecco cos’ero disposta a fare per restare in vita…ecco qual’era la mia punizione…vivere in un limbo agonizzante.
Avevo visto persone alle quali mi ero affezionata andarsene per sempre…era questo quello che dovevo patire.
Perfino i miei genitori erano morti per salvarmi…ma che importanza avevo io se nessuno era disposto ad accettarmi per ciò che ero?? Non potevano lasciarmi morire con loro, quella notte?? Mi avrebbero evitato anni e anni di lacrime, di grida, di vuoto, di paura, di dolore…
Loro erano stati forti ad andare contro tutto e tutti per far continuare ad esistere il loro sogno…
Ma io ne ero capace?? Sarei stata abbastanza forte da continuare a portare quella croce??
Continuavo a fissare le stelle nel cielo, chiedendomi se i miei genitori potessero ascoltare i miei tormenti da lassù…di sicuro, se questo poteva accadere, in quel momento non ero l’unica a soffrire…loro mi avrebbero tenuto compagnia…
Questo un po’ mi rincuorò…poi lo sentì…un altro cuore pulsante, oltre al mio…
Di scatto mi rialzai, in posizione di combattimento, e di fronte a me un’ombra scura mi scrutava non molto lontano…
Me lo sentivo…quella non era una serata buona da passare in spiaggia…perché non ascoltavo mai il mio sesto sento?! 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

Il vento si era messo a soffiare più forte e sulla mia pelle passavano, ad intermittenza, piccoli brividi. Non so se fossero dovuti dal freddo o alla paura che quell'ombra m'incuteva. Io ero ancora in posizione d'attacco...mio padre mi aveva insegnato a combattere in maniera decente, anche se potevo sicuramente fare di più considerando le mie potenzialità. Sapevo che sarei riuscita a cavarmela se qualcuno mi avesse attaccata da solo...ma di certo non potevo fare granché contro i miei nemici. Sarei stata costretta a patire in silenzio mentre loro mi portavano via la vita dalle mani a poco a poco, facendomi provare tutti i dolori più orribili che una persona può sopportare. Avevo sempre immaginato il modo in cui mi avrebbero uccisa…pregavo che fossero magnanimi con me affidandomi a una morte veloce e indolore. Ma il divertimento poi dov’era? Conoscevo i miei carnefici…spietati, tremendamente forti, senza timori e con talenti mostruosi. No, non avevo nessuna possibilità contro di loro. Ma era il mio destino e un giorno o l’altro me lo sarei ritrovata faccia a faccia.
Continuavo ad ascoltare i battiti del cuore che si nascondevano dietro quell’ombra oscura. Il cielo, che per un istante aveva condiviso con me le mie ansie, insieme alle stelle e alla luna coperta lievemente dalle nuvole, adesso ci guardava senza scrupoli. Il vento aveva spazzato le ultime nuvole e adesso la luna era tornata a brillare, più bella che mai. Vidi il mio avversario avvicinarsi lentamente e anche io mi mossi piano…non potevo perdere la concentrazione e ogni mio movimento falso poteva essermi fatale. L’ombra fece altri passi verso di me e finalmente riuscì a vederlo in viso…Jake era venuto a cercarmi. Aveva le mani alzate, in segno di resa, e lo sguardo attento ma velato di dolore. Perché proprio lui ?? Non poteva lasciarmi sfogare in pace?? Era chiedere troppo passare un po’ di tempo a pensare da sola?? Non volevo che fosse qui con me, almeno non in questo istante…nessuno doveva vedermi in queste condizioni. Non ero io…io ero forte, sicura di me, sfacciata, caparbia, testarda…perché doveva essere proprio lui a vedermi così fragile e in lacrime?? Lentamente mi si avvicinò mentre continuava a guardarmi negli occhi. Anche io lo guardavo. I suoi occhi scuri erano stati la mia ancora di salvezza. Nel momento stesso che avevo incrociato il suo sguardo ero rinata. Il dolore mi aveva quasi abbandonata del tutto e avevo dimenticato ogni esitazione, ogni scusa che mi serviva per farlo tornare indietro. Non capivo perché lo stavo facendo, ma i miei piedi, le mie gambe, cominciarono a muoversi verso di lui senza che io gliel’avessi ordinato. Mi ritrovai a un passo dal suo viso, esitavo a fare ciò che volevo davvero. Poi, senza pensarci lo feci…
Non aspettavo altro in realtà, volevo sentire il calore del suo corpo sul mio, volevo sentire le sue braccia stringermi a lui, volevo che mi proteggesse, che mi tenesse per sempre al sicuro con lui…
Lo abbracciai forte a me, piangendo, e lui ricambiò quella stretta allo stesso modo.
Avrei voluto restare così per ore, avrei voluto che il tempo si fermasse, che qualcuno ritraesse quell’attimo perfetto della mia stupida fragilità. Avrei voluto conservare per sempre, negli angoli più nascosti della mia anima, quell’attimo sublime.
Purtroppo il mio cuore continuava a tradirmi…ogni secondo che passava, batteva sempre di più. Appoggiata sul petto di Jake, potevo sentire anche il suo cuore…era impressionante come si muovessero a sincrono i nostri traditori. Mi sentivo strana. Era la prima volta che mi sentivo davvero a casa…con lui potevo essere me stessa, ne ero sicura. Per un secondo mi tornarono in mente i racconti di mia madre sulle stranezze dei licantropi. Lei mi aveva parlato spesso dell’imprinting, della sua esperienza. E se quello che provavo per Jacob derivasse proprio da questo? Era così che accedeva realmente, con uno sguardo?? Potevo sul serio innamorarmi della persona che odiavo di più?? Se non altro, ai miei genitori era accaduto…e io ne ero la prova vivente. Ormai tutte le assurdità non creavano più alcun stupore in me!
J: come ti senti? – mi chiese con tono lievemente ansioso
M: mi dispiace, ti ho bagnato la maglietta – mi staccai dall’abbraccio e lo guardai negli occhi. Fantastico…ora mi sentivo anche in colpa!
J: la mia maglietta non è importante – mi sorrise – allora, ti senti un po’ meglio?
M: adesso si… - lo strinsi di nuovo a me
J: ne sono felice, l’importante è che tu stia bene, il resto non conta – appoggiò la testa sulla mia dandomi un leggero bacio
M: grazie – sussurrai timidamente
J: non serve che mi ringrazi…
M: tu mi sei vicino…
J: hai bisogno di me – pronunciò quelle parole con fermezza – e io ti resterò accanto, sempre!
M: non devi…finiresti per farti male e io non voglio che ti accada nulla – altre lacrime mi caddero dagli occhi
J: se ti accadesse qualcosa, qualsiasi cosa, e io non fossi li per correrti in aiuto…allora sì che starei davvero male – mi rispose sincero
M: Jake…io non sono come credi tu…lo dico per il tuo bene – lo guardai implorante
J: perché sei scappata prima?? – mi domandò sereno
M: sapevo che me l’avresti chiesto… - sciolsi la stretta delle nostre mani e mi allontanai da lui di qualche passo.
Sapevo che non potevo più mentirgli, ormai era inevitabile che conoscesse tutta la verità. Preferivo che lo venisse a sapere da me piuttosto che da esseri indesiderati. Ero pronta ad accettare quest’altra prova? Sarei stata rifiutata ancora? Ormai non avevo più tempo per rimandare, i miei nemici si avvicinavano sempre di più e se la verità sulla mia natura sarebbe stata definitiva per salvare la vita di Jacob, allora sarei stata capace ad affrontare la sofferenza che mi attendeva dietro l’angolo. Lui almeno si sarebbe salvato e una parte di me sarebbe morta serena e senza scrupoli. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

Il vento aveva cominciato a soffiare più forte e poco importava che il mare si stava ingrossando poco a poco. Avrei preferito che le onde del mare mi trascinassero via con loro pur di non rivelare la mia vera natura a Jacob. Sapevo che se avesse saputo…non l’avrebbero risparmiato. Ricordavo le parole di mio padre <>
Un altro spasmo mi scosse. Vidi Jake avvicinarsi di più a me. Voleva abbracciarmi ma io mi allontanai. Come potevo farlo in un momento fatidico come quello? Stavo per rovinare un’amicizia appena sbocciata…sempre se di amicizia si poteva parlare. L’unica cosa che volevo davvero era il bene di tutti…ma come potevo pretendere una cosa simile? Fino ad ora avevo solo causato distruzione e morte. Che ironia della sorte! Ora avrei distrutto anche la persona di cui m’importava di più.
Ormai, avevo violato tutte le regole che mi ero prefissata…
1) niente più contatto con gli umani
2) niente più sangue
3) non farsi mai scoprire
4) non affezionarsi a nessuno
5) non amare
Di sicuro l’ultima era quella che mi pesava di più. Come potevo non amare se l’amore è alla base di tutto? E ora che finalmente avevo trovato qualcuno che, lo sentivo, potevo amare…il destino mi metteva di fronte a un bivio: amare e uccidere o ignorare e soffrire? Mi sentivo tradita da me stessa mentre ripensavo a tutte le barriere che mi ero posta e guardavo gli occhi di Jacob.
Va bene…avrei preso la mia decisione. Poco importava come mi sarei sentita dopo la verità…io ero abituata al senso di vuoto e al dolore. E se questa mi avesse dato la possibilità di salvare i miei amici umani…Jacob…allora avrei potuto sopportare tutti i dolori del mondo ripetuti all’infinito!
Facevo grandi respiri per farmi coraggio malgrado i brividi e la paura per la perdita immediata mi attraversavano la schiena.
J: hai ancora freddo… - non era una domanda ma un’affermazione ovvia per lui. Mi vedeva tremare mentre il vento mi faceva frustare i capelli sul viso.
M: no, non ho mai avuto freddo – risposi cercando di avere un tono dolce e calmo
J: allora perché tremi? – era preoccupato per me e io avrei tanto voluto piangere. Vederlo così mi faceva ancora più male…sarebbe stato tutto più difficile di come avevo pensato…ne ero certa.
M: Jake…è giusto che tu sappia…almeno tu devi saperlo…non posso continuare a mentire…non a te…non un giorno di più – avevo lo sguardo fermo nel suo anche se la voce mi tradiva.
J: cosa? Devo sapere cosa? – la preoccupazione nei suoi occhi aumentò e io abbassai lo sguardo.
M: la verità su di me
J: quale verità? – era confuso
M: Jake io…io non sono come le altre ragazze…io non sono come voi…come te!
J: che vorresti dire…non ti seguo
M: beh…io…io sono… - che mi stava succedendo?? Mi bloccai all’istante. Mi sentivo persa, confusa, tutto aveva preso a girarmi intorno. Le mie mani cercavano di appoggiarsi al nulla, tastavano l’aria…la testa mi scoppiava, sentivo che secondo dopo secondo, il mio cervello andava in frantumi. Mi avevano trovata!
Cominciai a urlare dal dolore…vedevo Jacob accanto a me, inginocchiato per sorreggermi, che non sapeva cosa fare. Mi guardava contorcermi e non poteva fare niente. Il suo viso era spaventato, preda all’ansia, mentre continuava a ripetere, a gridare il mio nome. Continuavo a gemere, la mia testa ormai era in preda alle fiamme. Cominciavo a non sentirmi più gli arti inferiori e per la prima volta in vita mia mi sentivo ardere…dappertutto!
Combattevo per restare calma e per tranquillizzare Jake…ma non potevo. Continuavo a tremare e non riuscivo più a sopportare il dolore…così, in preda agli spasmi l’unica cosa che riuscì a urlare fu << MARISHKA!!>>
E a sovrastarmi su l’ignoto oscuro.
Il buio mi accecava anche se riuscivo ancora a sentire dei ringhi e degli ululati in sottofondo.
Un piccolo filo di cristallo della mia speranza e della mia forza d'animo stava resistendo all'oscurità.
Ma il cristallo è fragile e io stavo per spezzarmi...lo sentivo.
Chissà se qualcuno avrebbe pianto per la mia morte...Chissà se sarei mancata a Bella...Chissà se Jake mi avrebbe pensata, almeno un giorno. Me lo sarei fatto bastare.
Il buio continuava a espandersi…fino a che non mi abbracciò definitivamente.
Davvero la morte era così serena? Niente incubi, niente demoni che ti trascinano nelle fiamme??
Chissà che mi ero immaginata!
Se non altro ora avrei rincontrato i miei adorati genitori…volevo riabbracciarli!
Ero certa…così, senza esitazioni, spezzai quel piccolo filo di cristallo e mi abbandonai definitivamente, cadendo in un vuoto dal quale non sarei più riemersa. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

Ormai ero persa in quel vuoto dal quale sapevo, non avrei trovato mai più la strada per la via giusta da percorrere. Tutto era tremendamente dritto d'avanti a me...tutto di un unico colore...tutto nero!
Era così desolato, così assordante il silenzio che mi circondava, mentre io continuavo a percorrere una strada a me sconosciuta.
Vagavo nel nulla, nell'oscurità, senza sapere il motivo. Ecco la mia condanna...continuare a scappare da me stessa!
Doveva essere passato un po’ di tempo ormai dalla mia morte…mezz’ora?? Un ora?? Avevo perso anche la cognizione del tempo…allora perché riuscivo ancora a pensare? I morti pensano??
Mi convinsi che dovevo essere vicina al mio traguardo: l’inferno.
Volevo rincontrare la mia adorata mamma e il mio dolce papà, ma non sapevo con certezza se li avrei trovati lì.
In fondo loro nella loro vita non avevano commesso errori madornali…loro erano buoni, avevano conservato le loro anime pure. Io invece, sulle spalle, avevo tante vite spezzate con cui fare i conti.
Mi arresi alla verità. Nemmeno in quel posto, che sarebbe diventata la mia dimora fissa, avrei riabbracciato la mia famiglia. Loro avrebbero continuato ad osservarmi da un posto migliore: il paradiso!
Camminavo, camminavo, e continuavo a camminare…poi, d’un tratto…
Che diavolo era quella luce?? Era un puntino in lontananza. Sembrava che da quel puntino provenissero delle voci…cominciai a correre. Sempre più veloce, sempre più forte, senza fermarmi mai. Volevo scoprire cosa stava accadendo alla mia oscurità. Più mi avvicinavo al puntino, più esso s’ingrandiva…e continuava a diventare più grande…sempre di più. Le voci si facevano man mano più nitide…riuscivo a distinguere i suoni. Lì fuori, o lì dentro, c’era vita! Non capivo ancora bene cosa stesse accadendo realmente…ma l’unica cosa che riuscì ad afferrare era che forse non ero morta del tutto. Forse, chissà per quale strano motivo, nemmeno nell’aldilà mi volevano. Questo mi faceva piacere. Per la prima volta questo rifiuto mi sollevò, mi diede una carica tremenda…
Volevo ancora vivere. Volevo ancora vedere i miei amici. Volevo poter guardare i suoi occhi, il suo sorriso perfetto, la sua pelle ramata alla fioca luce lunare…volevo toccare e stringere a me Jacob!
Non volevo ancora crederci che stavo per tornare nel mondo dei vivi…beh, non ci avrei creduto, infatti.
Solo una persona sarebbe riuscita a farmi cambiare idea. Qualcuno che dall’inferno era stato bandito per sempre, qualcuno che non poteva assolutamente morire…il ragazzo che amavo. Il mio Jake.
B: quanto tempo manca ancora? – era davvero la voce di Bella quella?? E io potevo sentirla??
A: tra qualche minuto si riprenderà, sta tranquilla… - riconobbi anche la voce di Alice. Che ci facevano loro sulla spiaggia??
C: il polso è regolare, Alice ha ragione…si sta riprendendo bene
Alice?? Bella?? Carlisle?? Ma che…che cosa mi stava succedendo?? Ora avevo anche le allucinazioni…riuscivo a vederli!!
B: May!!!!! – mi strillò contro in preda all’incredulità. Si gettò su di me come se non mi vedesse da anni e cominciò a piangere.
M: hei…ciao Bella… - risposi con voce roca
C: come ti senti? – mi chiese serio
M: bene direi…hei ma…non ero sulla spiaggia?
A: lo eri infatti…Jacob e gli altri ti hanno portata qui per farti curare da Carlise
C: in realtà eri solo svenuta…
B: hai perso i sensi per ore…
M: ore? – guardai fuori dalla finestra e con mio stupore vidi che era giorno. Il cielo era stato ricoperto dalla solita coltre di nubi, quindi non riuscì a capire perfettamente l’ora esatta.
B: esatto…sono le 11 del mattino – mi guardò triste
M: le 11 del mattino – le feci eco incredula – dove mi trovo??
A: sei a casa nostra…
B: Edward e gli altri suoi fratelli sono fuori con Jacob
M: Jake??? Lui è qui fuori??? Come sta??? Sta bene??? – ero in ansia per lui e non vedevo l’ora di poterlo riabbracciare.
C: Jacob sta benissimo, sta tranquilla…
M: oddio, menomale…posso vederlo?? – chiesi implorante
Ed: ora è con Sam…si sono allontanati un attimo – Edward era entrato in casa silenzioso, guardandomi in cagnesco.
M: capisco…
E: senti May…forse Jacob non l’avrà ancora capito come si deve, ma non posso ignorare ciò che è accaduto sta notte…
B: Edward…cosa stai dicendo?? – chiese stizzita. Contemporaneamente, dalla finestra vidi entrare elegantemente Rosalie, Jasper, Emmet ed Esme. Perfino nell’atterraggio erano stati leggiadri, senza un minimo rumore. Conoscevo perfettamente quei movimenti. Così, cambiai posizione. Fino a quel momento ero stata distesa sul divano ancora in preda alla confusione, ma ora che la situazione si era fatta più rigida, avevo deciso di optare per una posizione più comoda. Mi misi a sedere con le braccia poggiate sulle ginocchia e la schiena curva in avanti. Avrei prestato attenzione alle parole di Edward perché dal viso trapelavano emozioni negative.
Ed: ti vieto di stare a contatto con Bella…
B: cosa?? Edward sei impazzito?? No, tu non puoi farmi una cosa del genere… - era furiosa, e il suo tono di voce si era alzato di un’ottava.
Es: Bella per favore… - s’intromise Esme, cercando di tranquillizzarla.
Ed: …è per il tuo bene…lei deve starti lontano
M: ha ragione…
B/Ed: cosa? – erano increduli
M: non voglio fare del male anche a te…sta notte ho rischiato grosso…non vorrei mai che arrivino anche a Bella…non me lo perdonerei mai… - dissi apatica
B. farmi del male? May, sei impazzita…sei la mia migliore amica, sei come una sorella…io ho bisogno di te!
M: anche io ho bisogno di te…ma viva!
B: cosa…io non capisco…
Ed: lei non è come te…- disse in tono d’accusa
B: come?? – era confusa, così come Jasper e Rosalie
Ed: lei non è umana…
B: e allora…sono abituata a stare con i vampiri!
M: allora avevo ragione…voi siete vampiri! – mi alzai di scatto sentendomi improvvisamente in pericolo
J: sta calma! – mi ordinò con freddezza. Sentì dei ringhi provenire da Rosalie ed Edward…
A: ragazzi, non mi sembra il caso di…
R: tu non riesci a vedere cosa può fare…e se ci si ritorce conto?? Dobbiamo essere sempre in guardia…
M: quelli che vogliono farmi del male siete voi! – m’intromisi spaventata
A: non vogliamo farti del male…vogliamo che tu ci ascolti – mi disse dolcemente
Ed: conosciamo la tua storia e sappiamo chi ti da la caccia…vogliamo solo che tu resti lontana da Bella per non metterla ulteriormente in pericolo…non ti faremo del male se eseguirai ciò che ti stiamo dicendo…
M: va bene…mi sembra ragionevole…Bella è la priorità ora…quindi tenetela pure al sicuro
R: ti terremo d’occhio mezzosangue… - mi disse minacciosa
B: mezzosangue?!
A: lei non è un vampiro Bella…non è nemmeno un licantropo… - disse d’un fiato. Vidi Bella incupirsi, forse era sovrappensiero. Un silenzio calò inaspettato, seguito da una tensione palpabile.
B: la leggenda di Sam…Tu sei quella bambina!! – era arrivata alla sua conclusione e vidi il suo viso trasformarsi in un’ espressione d’incredulità.
A: si… - rispose per affermare le sue parole. Io abbassai gli occhi. Mi sentivo colpevole. Non solo Bella adesso mi avrebbe odiata per sempre per la mia natura, ma anche perché non le avevo confessato la verità sin dall’inizio. A completare il tutto c’era l’amarezza che quella sarebbe stata la nostra ultima volta insieme.
Ed: credo che tu debba andare…Jacob è qui fuori…
M: si… - risposi svelta e mi avviai verso la porta – mi dispiace… - diedi un’ ultima occhiata a Bella che mi guardava confusa e triste – addio!
Uscì da quella casa con l’umore a pezzi. Cosa poteva esserci di peggio che tradire la propria migliore amica?
Certo…fare anche la stessa cosa a Jacob!
Lui era li…di fronte a me ad aspettarmi. Mi si raggelò il sangue appena lo vidi. Cosa avrei dovuto fare ora? Aveva scoperto chi ero davvero? E se mi avesse disprezzata? Scesi lentamente le scale per prendermi una mancata di secondi per respirare e calmarmi. Ora sì, che ero facci a faccia col mio destino! 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

Camminavo lentamente cercando di studiare l'espressione di Jacob. Purtroppo non riuscì a leggere molto...vedevo solo che era impassibile. Continuava a fissarmi...uno sguardo freddo, vuoto.
Io gli andai in contro e lui mi diede le spalle, cominciando a camminare, facendomi dei cenni con la mano, intimandomi di seguirlo.
Ebbi un dejavù...quella scena mi sembrava molto familiare.
Si stava comportando come mi ero sempre comportata io per tutto questo tempo con lui. Come biasimarlo, in fondo, me lo meritavo.
Camminammo ad andatura lenta, a mo di passeggiata. Ma quella non era affatto una passeggiata. La tensione tra noi due era forte e lui continuava a ignorarmi, mentre io lo seguivo senza proferire parola e a testa bassa. Chissà cosa stava pensando.
Mi guardai attorno. Ormai ci eravamo addentrati nella foresta dove la natura regnava sovrana, incontaminata.
Ascoltavo il cinguettio degli uccelli, il rumore del vento che scuoteva le foglie, gli scricchiolii dei rametti sotto i miei piedi...tutto pur di distrarmi.
Poi, arrivati ad una piccola radura, si fermò di scatto. In un primo momento non mi accorsi di nulla. Ero persa nei miei pensieri. Solo quando andai a sbattere contro la sua schiena mi ripresi. Era la quiete prima della tempesta…indietreggiai e feci silenzio, quasi evitando di respirare. Mi attendeva un urgano!
J: ti rendi conto di quello che è successo sta notte?? – si girò all’improvviso inchiodandomi con lo sguardo
M: io…io non volevo che accadesse…io non potevo sapere che…
J:…che ti avrebbero trovata??
M: lo so che sarebbe successo…ma non potevo prevedere che mi avrebbero trovata proprio quando ero con te…fortunatamente sei salvo! – sospirai
J: cosa?? Ti rendi conto almeno di quello che dici??
M: hai ragione…se vuoi anche tu allontanarmi da te fa pure…tutto pur di tenerti al sicuro – risposi sincera con un velo di tristezza nella voce
J: May! Potevano ucciderti! Se non ci fossimo stati noi l’avrebbero fatto…e tu vuoi che io ti abbandoni proprio ora??
M: Jake io sono un pericolo per voi…per te!! Non potrei sopportare che ti facciano del male!!
J: allora secondo te, come mi sono sentito io mentre ti abbandonavi, in preda agli spasmi e al dolore, tra le mie braccia?? Potevo perderti…e non me n’ero nemmeno reso conto!!
M: potevi scappare e lasciarmi morire…così sarebbe tutto finito adesso…
J: no, mai! Tu non immagini nemmeno…tu non capisci cosa significhi perderti, per me!!
M: se riuscisse a tenerti in vita sarei disposta a fare di  tutto…
J: io ti proteggerò sempre…siamo abbastanza forti per farlo e siamo in tanti…
M: Jake no! Devi restarne fuori…è un problema mio…e non coinvolgere anche i tuoi amici…non siete in grado di tenere testa a quelli che mi cercano – lo supplicai
J: davvero?? Allora chi pensi che ti abbia salvata sta notte?? – rispose furioso. In effetti non ci avevo pensato. Mi colse di impreparata la sua domanda e mi zittii di colpo. Cominciai a pensare, a frugare nei miei ricordi…ma non riuscivo a capire chi fosse stato tanto coraggioso da mettersi contro i miei nemici fino a prevalere su di loro.
M: non posso dirtelo… - dissi d’un fiato
J: andiamo May…chi credi che abbia allontanato quegli altri succhiasangue? I Cullen?? – disse beffardo
M: sai che sono vampiri?? – chiesi sorpresa
J: certo…da una vita…da prima che arrivassi tu
M: come?? – ero confusa. Come faceva a sapere?
J: i Cullen non hanno mosso un dito sta notte…per Edward conta solo la vita di Bella e se questo includesse a sacrificare te per allontanare il pericolo…sarebbe disposto a farlo lui per primo!
M: non credo che la sua famiglia glielo permetterà…
J: si invece…tutti sono concordi, tranne Alice e Carlise…il fatto che lei e Edward abbiano un vicolo cieco riguardo a te li mette ancora più in guardia…
M: che intendi??
J: Alice prevede il futuro e Edward legge nella mente…ma con te…non riescono a farlo…forse è perché in te scorre sangue da licantropo…
M: allora lo sai?! Oh Jacob…mi dispiace…io
J: shh…va tutto bene ok?! Solo, avrei voluto che me lo dicessi tu – abbassò lo sguardo
M: mi dispiace – non sapevo che altro dire, ma le mie erano parole sincere. Mi avvicinai a lui abbastanza da potergli prendere la mano. Me l’avvicinai al viso e sospirai.
J: mi sei mancata…è bello riaverti qui – mi accarezzò la guancia teneramente ed infine mi strinse a lui in un caldo abbraccio.
M: mi sei mancato anche tu…credevo che non ti avrei più rivisto! – mi appoggiai sul suo petto e mi abbandonai completamente a lui.
J: non cambierà nulla tra noi due, io ti resterò per sempre accanto…non posso farne a meno! – la sua voce roca a sincera mi fece rabbrividire.
M: Jake, non dovresti… - risposi ancora tra le sue braccia.
J: fidati di noi…li abbiamo allontanati una volta…possiamo farlo ancora…
M: Jacob – alzai gli occhi per guardarlo in viso. Non poteva essere così testardo…
J: è inutile che ti opponi…noi licantropi siamo forti abbastanza…e tu dovresti saperne qualcosa – mi sorrise.
M: sei un… - strabuzzai gli occhi
J: si! Non si sente?? - ironizzò
M: no…
J: non senti caldo quando ti sono vicino?? – sciolse l’abbraccio
M: io non sento niente…non conosco ne il freddo ne il caldo…non riesco a distinguerli
J: che cosa strana…com’è possibile? – si fece curioso
M: sono mezza vampiro e mezza licantropo, ricordi?
J: è vero, ma… - sembrava confuso
M: quante cose ancora non sai di me Jacob Black! – gli sorrisi dolcemente
J. mi sa che ci attende una lunga chiacchierata, allora…nel frattempo… - mi strinse di nuovo a se e in quell’abbraccio mi persi!
Ero felice della reazione che aveva avuto Jacob, ed ero alquanto sbalordita dal fatto che lui fosse un licantropo!
Se non altro gli dovevo la vita…mi aveva salvata e per uno strano motivo gliene ero grata.
Sentivo che da adesso in avanti avrei scritto un nuovo capitolo della mia vita. Finalmente avevo trovato qualcuno che teneva a me, che aveva accettato la mia natura, che era disposto a tutto pur di farmi vivere!
Jacob era l’altra parte di me…mi dava forza, speranza…
Mi abbandonai a un sorriso mentre lo strinsi di più a me…
Ecco la mia vera casa…la mia famiglia…lui! 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

Da circa due settimane mi ero trasferita a casa di Jacob. Con lui ci stavo bene e anche suo padre Billy mi era simpatico. Per lui ero come una seconda figlia. Jacob aveva due sorelle, ma ora non abitavano più con loro.
Mi aveva raccontato tutto di lui. Passavamo tutto il tempo insieme e mi manteneva spensierata. Non voleva vedermi triste e cercava di fare di tutto per farmi sorridere il più possibile. Edward mi aveva fatto avere tutti i miei vestiti e accessori il giorno stesso della nostra discussione. Lui e la sua famiglia avevano raccontato a Charlie che ero riuscita a trovare una piccola casa a La Push e che mi sarei trasferita lì per sempre. Mi sarebbe piaciuto salutare Charlie come si deve...in fondo lui mi aveva dato un tetto e del cibo proprio nel momento in cui mi servivano! Però avevo giurato di stare lontana da Bella, anche se questo mi provocava un grande senso di voto e di rabbia.
Malgrado questi piccoli inconvenienti, stavo meglio. Jake aveva raccontato tutto a suo padre e al branco…ormai ero la loro mascotte. Mi avevano adottata definitivamente. I ragazzi erano gentili con me…e Seth non vedeva l’ora di scontrarsi ancora con Marishka e i suoi scagnozzi.
Inoltre, Jacob aveva insistito per vedermi all’azione, per valutare le mie capacità. Mi aveva posto domande di ogni tipo: se ero immortale, se potevo trasformarmi in licantropo, se avevo qualche dote particolare…
Io avevo cercato di rispondere a tutto…
J: sai, sono contento che tu non riesca a trasformarti…così eviti di entrare nella mia testa…
M: io non ne sarei così sicura!
J: ma se hai detto che non puoi farlo!!
M: si, ma non ho detto che non posso leggere nella tua mente…
J: leggi nella mente?? O porca…
M: Jake!!! – risi
J: scusa, scusa!! – mi fece la linguaccia
M: dicevo…posso entrare nella mente del branco solo quando siete trasformati…per coordinarmi con voi – spiegai
J: come un vero licantropo, allora – era entusiasta
M: certo…
J: e dai vampiri che hai ereditato??
M: beh oltre l’aspetto…direi la pelle dura come granito
J: tutto qui??
M: beh credo di si…il resto, come la forza e la velocità, sono moltiplicate per due…sono più veloce dei vampiri e più forte di voi lupi…
J: un mix micidiale! Mi piace… - mi fece uno sguardo furbo e il suo viso aveva un’espressione compiaciuta
M: smettila cretino!!
J: sono contento che tu non debba…si insomma…non debba…bere sangue…per mantenerti in vita…
M: posso nutrirmi di entrambe le cose…certo, il sangue mi da un senso di sazietà maggiore del cibo normale…però, faccio quel che posso
J: come mai non puzzi??
M: forse perché sono per metà come te?? – gli ricordai
J: certo, certo…alle volte me ne dimentico…
M: sei sempre il solito… - gli diedi una leggera spinta
J: vorrei farti un’ultima domanda…ma non so se riuscirò a chiedertela…
M: spara, sai che ti risponderò…qualsiasi cosa sia – lo rassicurai, tranquilla
J: beh…tu…ti possono…tu sei immortale??
M: immortale? Non credo…ho vissuto a lungo…ma devo stare attenta alle cose che faccio…io non posso guarire in fretta come voi…
J: no??
M: no…però posso curare gli altri – risposi entusiasta – perciò se qualcuno si rompe un braccio io lo aggiusto, come fai tu con le macchine! – ci scherzai su
J: quindi possono ucciderti! – strinse una mano a pugno per controllare la rabbia. Vidi l’altra mano tremare.
M: Jake, sta calmo, non pensarci va bene?! – gli accarezzai il viso – su andiamo!
Così trascorrevamo le nostre giornate, a parlare della mia vita passata. Sapevamo tutto l’uno dell’altra e questo mi sollevava. Condividere i miei timori con qualcuno mi faceva sentire più leggera.
Lui mi ascoltava curioso, attento…a volte sembrava davvero un adolescente. Ma io gli volevo bene così com’era. Era perfetto così…con i suoi sbalzi d’umore, con quel sorriso splendente, con il suo solito prendermi in giro, con la sua pelle ramata.
Quel giorno ci stavamo allenando non molto lontano da casa sua. Eravamo in uno spiazzo ricoperto da erba molto alta e senza alberi. C’eravamo solo io e lui, l’uno di fronte all’altra.
Jacob era convinto di potermi battere, questo era il nostro primo combattimento…il primo che facevamo sul serio. Lui mi aveva rassicurata dicendomi che non si sarebbe trasformato per evitare di farmi del male. Ancora non sapeva se sarebbe riuscito a controllarsi con me. Io avevo deciso di non andarci troppo pesante…va bene che avevo poteri curativi, ma non volevo fargli del male.
Mi misi in posizione di combattimento…gambe ben distanziate fra loro, schiena ricurva e mani al di sopra dei fianchi… Lui invece era lì, bello tranquillo che mi osservava costantemente. Poi si fece serio e attento…ora mi studiava. Lo presi in contropiede…non si aspettava una cosa del genere.
J: dove sei sparita?? – gridò
M: sono qui – gli risposi dolcemente nel momento esatto che lo abbraccia i alle spalle
J: come hai fatto???? – era sorpreso e si liberò subito dalla mia stretta. Io iniziai a ridere di gusto…
M: povero piccolo Jake…non te lo aspettavi?? – gli chiesi mettendo un finto broncio. Poi ricominciai a ridere.
J: vieni qui!! – cercò di prendermi ma fortunatamente io riuscii a scappare, così le sue braccia afferrarono l’aria.
M: mancata di nuovo! Lascia perdere…sono troppo veloce per te! – ci giocai su
J: ah si? Vedremo!
M: non ti conviene!! – io continuavo a correre, questa volta più lentamente, per farmi vedere da lui. Poi, non so come, ma me lo ritrovai di fronte e istintivamente gli diedi una spinta. Lo vidi alzarsi per aria e volare a circa trenta metri da me…che diavolo avevo combinato??
M: Jake!!! – mi diressi di corsa verso di lui.
J: ahia… - si lamentò. Era finito a pancia in giù e ora tentava di rigirarsi.
M: aspetta ti aiuto… - gli dissi in preda all’ansia
J: oh porca… - alzò gli occhi al cielo. La sua maglietta era tutta strappata e colorata di rosso proprio al centro dell’addome
M: mio dio…Jake scusa…non volevo… - tentai di scusarmi
J: ah lascia stare…
M: fa vedere… - gli chiesi gentile
J: va bene…non farmi troppo male però
M: certo che no… - incrociai il suo sguardo. Poi presi un lembo della sua maglia e lo strappai
J: che fai??
M: devo toglierti la maglietta per poterti curare, devo vedere bene la ferita… - dissi tornando a fare il mio lavoro. Così, con un colpo secco, riuscì a strappare quello che restava della sua maglia.
La ferita che gli avevo procurato era peggio di quanto pensassi. Cercai di pulire il sangue con i brandelli della sua maglia e appena fui certa del taglio, misi le mie mani sopra.
Sentì Jacob lamentarsi un po’…la ferita era davvero profonda.
J: allora hai finito??
M: un attimo…nell’erba doveva esserci qualche ramo appuntito…hai delle schegge dentro…
J: wow!
M: aspetta un po’…ecco…ci siamo……..fatto!
J: grazie! – mi rispose sorridendo
M: di niente… - lo guardai in viso. Sentì il sangue ribollirmi sulle guancie, mentre la mie mani erano ancora posate sui suoi addominali scolpiti. Ora che ci pensavo meglio…non avevo mai visto Jake a torso nudo.
Sembrava un Bronzo di Riace…così scolpito, così perfetto.
Le mie dita cominciarono a tracciare strani disegni sul suo corpo.
Mi fermai di colpo, forse mi ero resa conto di quello che stavo facendo. Mi rialzai imbarazzata e Jacob m’imitò.
J: aspetta… - si rivolse a me dolcemente
M: scusa… - abbassai lo sguardo. Lui si avvicinò e mi alzò il viso.
J: va tutto bene… - sorrise
M: si… - mi costringeva a guardarlo mentre le mie guancie si tingevano ancora di più di rosso. Ero così in imbarazza.
J: sei così bella – sussurrò. Un brivido mi passò lungo la schiena facendomi paralizzare. Vidi il suo viso chinarsi sul mio, molto lentamente… Avevo capito cos’aveva in mente. Non mi mossi, cogliendo ogni suo respiro, ogni attimo che ci divideva sempre meno…non riuscì a controllarmi. Strinsi le braccia intorno a lui e lo baciai senza pensarci. Mi staccai subito…
M: oddio, perdonami…non volevo…
J: io si… - mi strinse a se e prese a baciarmi teneramente. Quanto erano morbide le sue labbra. Il suo profumo mi faceva girare la testa, un misto di sole e terra bagnata. Lo volevo. Lo desideravo con tutta me stessa e in quel bacio mi persi. Piano, piano…la tenerezza si trasformò in passione e continuammo a baciarci con più foga, desiderosi l’uno dell’altra, mentre le mani di Jacob continuavano ad accarezzarmi la schiena.
Fu il bacio più bello di tutta la mia vita…il mio primo bacio. E l’avevo dato a lui!
Ci staccammo per riprendere fiato e cominciammo a guardarci dolcemente negli occhi.
J: ti amo – mi disse serio e sincero
M: cosa?? – strabuzzai gli occhi. Possibile che l’aveva detto?? Ci sentivo bene??
J: ti…amo! – scandì le parole e sorrise. Come potevo resistere a quel sorriso?? Era l’unica arma che riusciva a mettermi al tappeto, a neutralizzarmi. Ripresi a baciarlo. Ero felice.
M: anche io – riuscì a pronunciare sulle sue labbra.
Lui ricambiò il mio bacio con foga…lo sentivo…anche lui mi voleva…e mi voleva per quella che ero!
  

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10
Eravamo ancora nella piccola radura. I nostri corpi ancora stretti in quell’abbraccio, si rifiutavano di allontanarsi, proprio come le calamite con il ferro. Era inspiegabile ma attimo dopo attimo, il cuore continuava a scalpitare, sempre di più, sempre più forte e veloce. Sentivo il dolce respiro di Jacob accanto al mio orecchio mentre mi stringeva di più a se. Di certo non voleva lasciarmi andare…e io di certo non mi sarei mossa di li! Ormai ero convinta…ero innamorata persa di lui. Sentivo che Jake non mi avrebbe abbandonata al mio destino così facilmente…forse per il mio imprinting, forse perché ormai ero entrata a far parte del giro dei licantropi, forse perché la mia storia lo aveva così impietosito da legarsi a me…per una svariata serie di motivi, sentivo che lui era con me. Sarebbe rimasto al mio fianco e mi avrebbe protetta. In fondo, ci era già riuscito una volta!
I giorni passarono così anche le settimane a venire. Sam mi aiutva a capire come potevo sfruttare al meglio l’elemento “coordinamento branco”. Lui m’insegnava a concentrarmi, a mantenere le emozioni neutrali per non causare problemi ai miei amici quando non erano umani. Talvolta l’angoscia per un futuro combattimento e l’ansia per l’incolumita di Jake, facevano innervosire il resto del branco…più di tutti Jacob. Lui mi ripeteva ogni volta che non c’era motivo per preoccuparmi, che lui se la sapeva cavare alla grande anche da solo. Ma come potevo credere a una cosa del genere quando conoscevo alla perfezione i miei avversari?? Marishka era stata sul punto di uccidermi senza che nessuno se ne fosse accorto…come potevo stare tranquilla se c’era qualcuno di più imprtante di me che rischiava la vita solo per capriccio?? Come potevo lasciare che Jacob morisse?? Sarei morta io stessa. Anzi, sarei morta 100 volte io stessa pur di evitare di vederlo spegnersi sotto il mio sguuardo. Era un dolore che non potevo sopportare. Come al solito i nostri litigi su questo argomento duravano ore…a volte restavamo giorni senza parlarci. Maledetto orgoglio!!
J: …davvero May, quando fai così sei proprio ridicola, non ti sopporto – riuscivo a cogliere la rabbia nella sua voce e dal tremolio delle mani
M: lo vuoi capire che lo dico solo per il tuo bene?? Jake, davvero lascia perdere… - lo implorai
J: e lasciare che ti uccidano?? Oh certo…tu si che mi ami!! - alzò gli occhi al cielo, esasperato
M: certo che ti amo…ti amo così tanto da evitarti una morte certa!! – risposi con fermezza
J: e da evitarla a te, no?!
M: tu prima di tutto… - rivelai dolcemente
J: ancora!!! Oddio…se potessi ti ucciderei io con le mie mani!!!
M: beh se servisse a proteggerti, va bene… - risposi monocorde
J. sai che ti dico? Bene…fatti pure ammazzare da quegli stupidi succhiasangue, non pensare a me, al dolore che mi provocheresti, al senso di rimorso e vuoto che mi perseguiterà…sei solo un’egoista!!
M: Jacob!!! Io ti amo!!! Come puoi pensare certe cose?? – ero sul punto di piangere e cercavo di ricacciare indietro le lacrime
J: tu…tu non capisci cosa provo io ogni volta che mi parli del pericolo che dovrai affrontare…sei la cosa più preziosa che ho…e immaginarti lì, da sola, con tutti quei mostri…io…proprio…
M: posso riuscirci…
J: certo certo…come l’ultima volta sulla spiaggia…
M: quello non c’entra…non ero preparata… - tentai di giustificarmi
J: è proprio questo il punto, May! Loro non ti manderanno un telegramma con su scritto “ ti veniamo ad ucidere alle 3”!! possono attaccrti in qualsiasi momento…però, dato che ora ci siamo noi con te, ci penseranno due volte prima di fare mosse azzardate…
M: secondo te è così??
J: non potrebbe essere altrimenti…sono passati due mesi è più dal loro ultimo attacco…a coglierli di sorpresa siamo stati noi…forse non si aspettavano di trovare i licantropi a Forks! – mi rivolse un mezzo ghigno.
M: comunque sia, questa situazione continua a non piacermi…devi restarne fuori…se davvero dici di amarmi
J:…ma siccome io ti amo di più di quanto credi, ti resto accanto e ti proteggo…e ora falla finita con queste sciocchezze ti prego!
M: ma perché sei così testardo?! Ti odio!!! – il mio tono di voce si era alzato di un’ottava.
Nei giorni a seguire non facemmo altro che allenarci. Invece di attaccarmi uno per volta, come avevamo continuato a fare nelle settimane precedenti, ora Sam voleva vedermi all’azione sul serio facendomi attaccare da più di loro. Eravamo partiti con due, giusto per vedere come me la cavavo. Sam e gli altri erano sbalorditi dalla mia forza e dalla mia velocità, e coordinandomi con i miei avversari, riuscivo ad anticipare le loro mosse e ad uscire illesa dal combattimento. Jacob mi scrutava per tutto il tempo. Era l’unico che non combatteva mai contro di me. Ricordavo ancora il nostro ultimo allenamento e proprio non volevo che ricapitasse di fargli del male! A volte, quando Sam ci prendeva un po’ troppo la mano, sforzandomi più del dovuto, Jake gli ringhiava contro facendogli uno sguardo truce. Si preoccupava troppo per me, ma non era il caso. Dopo tutti quelli allenamenti ero riuscita ad affrontare l’intero branco da sola. Certo, la velocità mi aiutava molto, ma non sapevo come sarei riuscita a cavarmela con i miei vampiri superdotati. Avevo deciso di non pensarci e di godermi per poco quell’istante di pace. L’allenamento era finito e Sam gli altri stavano andando via.
Se: hei May sei stata grande oggi! Wow…ti ho persa di vista 5 volte!
M: scusa Seth…non volevo essere così veloce – risi
L: andiamo fratellino, lascia riposare May… - lo rimproverò Leah
Se: la solita guastafeste!
Q: hei May…devo dirti che sei migliorata moltissimo, sei un’ottima avversaria
M: grazie…ma non credo sia abbastanza…. – abbassai lo sguardo
P: comunque sia, ci saremo noi conn te… - s’intromise Paul
M: scordatevelo…
S: signorina Woire, non vorrai toglierci il divertimento spero?!
M: voglio solo evitare che ci sia uno dei vostri nomi sulla cronaca del notiziaro delle 13!!
S: ti preoccupi troppo May…davvero non ce n’è alcun bisogno…
J: io voto per Sam!!! – disse subito Jacob
L: reagazzi noi andiamo…ci si vede dopo…
S: no…oggi il turno tocca a Jared, Paul ed Embry…poi ci sarò anche io…quindi oggi riposatevi un po’…Jacob, tienici informati
J: come al solito… - annuì serio
M: ciao ragazzi – salutai sorridendo a tutti.
Jacob mi vene vicino, stringendomi la mano, e ci dirigemmo verso casa. Passeggiammo per la foresta in silenzio, ascoltando ogni minimo rumore che provenisse da essa. Jacob era serio, non so perché. Forse ce l’aveva con Sam perché mi aveva messo un po’ più del solito sotto stress, ma a me stava bene così. Dovevo imparare a gestirmi alla perfezione in qualsiasi situazione. Non potevo permettermi errori. Raggiungemmo casa Black circa un’ora e mezza dopo. Non ne potevo più di qul silenzio così mi decisi a parlare.
M: Jake, che hai? – chiesi cauta per non farlo incupire di più
J: pensavo…
M: potrei sapre a cosa? – lo vidi stendersi sul divano e farmi cenno di andare accanto a lui. Ubbidì all’istante e mi raggomitolai al suo fianco.
J: pensavo che…si, sei brava….te la cavi bene…ma non è abbastanza
M: lo so… - mi rabbuiai
J: hei…tranquilla, non permetterò che ti accada nulla…
M: va bene mi arrendo…hai vinto!
J: in quanto a cosa?? – era confuso
M: sei più testardo di me…è inutile insistere…vuoi combattere e farti ammazzare?? Accomodati pure – sbottai e mi girai voltandogli di spalle. Sentì subito il suo braccio stringermi la vita, tirandomi di più a se. Lentamente, cominciò a sfiorarmi il collo con le labbra, disegnando strane linee sulla mia pelle. Rabbrividii all’istante e il cuore prese a galoppare.
M: stai giocando sporco – dissi a mezza voce
J: se il risultato è quello di calmarti allora giocherò ancora più sporco – mi sussurrò nell’incavo tra il collo e la spalla. Mi girai verso di lui per poterlo guardare e lui fece lo stesso. Me lo ritrovai sopra di me con mia sorpresa. Gli sorrisi e mi accarezzò una guancia. Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quella carezza e Jacob riprese a baciarmi dapprima il lobo dell’orecchio, la guancia, il mento…fino a soffermarsi sulle labbra. Ricmbiai quel bacio con tutta me stessa. Un bacio profondo, passionale. Sentì le sue mani scivolare piano sul mio corpo mentre cominciavo a sentire la testa che mi girava. Sta volta non era colpa di Marishka, era lui che mi provocava quelle emozioni. Era come un buon vino che non vuoi mai smettere di bere. Il suo profumo m’inebriava mentre la voglia di ubriacarmi di lui cresceva. Le sue mani comiciarono a sbottonare la mia camicia, mentre io sfilavo via la su maglietta. Il suo corpo…come poteva essere un ragazzo di soli 17 anni così perfetto? Mi lasciai svestire mentre arrossivo sotto il suo sguardo. Non ci eravamo mai spinti così oltre in tutto questo tempo…eppure ora lo volevo! Jacob si lasciò scappare un sospiro e un <> poco prima di baciarmi ancora. Ecco….ormai ero sua…a tutti gli effetti. Niente avrebbe potuto più separarci. Al diavolo i miei nemici, al diavolo il dolore, al diavolo le preoccupazioni…avevo ricevuto un dono prezioso che non mi sarei fatta mai sfuggire per niente al mondo. Avevo Jacob e la cosa più assurda era che lui mi amava allo stesso modo che io amavo lui…disperatamente!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

Mi lascia fluttuare in un oceano di sensazioni meravigliose e non volevo più tornare a riva. Il piacere e uno strano desiderio ardevano in me come fuoco appena acceso. Gettai la testa all’indietro mentre le labbra di Jacob si muovevano in modo sensuale sul mio corpo. Era come il mare agitato…mi lasciavo trasportare dalle onde e ogni volta che tentavo di avvicinarmi alla riva venivo risucchiata per l’ennesima volta da lui, sempre più bruscamente, sempre più dolcemente!
Improvvisamente Jacob mi afferrò per le braccia, avvicinandomi a sé, e premette la bocca sulla mia in un bacio che mi fece sentire come se stessi precipitando in una voragine senza fondo. Ci trovammo in ginocchio l’uno di fronte all’altro, su quel divano che era complice delle nostre dolcezze, ma sempre troppo piccolo per accoglierci entrambi. Jake alzò la testa per guardarmi negli occhi.
J: dimmi che mi ami – mi bisbigliò all’orecchio – dillo…!
L’ammissione mi fu strappata dalle labbra. Come potevo non dirglielo?
M: io…ti…amo! – ammisi sincera. Lo amavo come nessun altro prima, lui era il mio primo, unico, vero amore! Mi strinse a se, così forte che mi sembrò di non poter più respirare.
J: sapevo che dovevi amarmi, altrimenti la mia vita non avrebbe avuto senso – mi confessò prima di baciarmi con trasporto. Dopo un attimo si staccò da me, alzandosi dal piccolo divano. Lo vidi chinarsi su di me e dopo avermi dato un leggero bacio sulle labbra, mi prese tra le sue braccia sollevandomi trionfante. Ci dirigemmo in camera sua talmente veloce che il resto della casa mi apparve sfocato per un attimo. Poco dopo mi ritrovai sul suo letto, sdraiata, con il suo corpo sopra.
M: io…non voglio amarti…sei troppo importante e non voglio che tu soffra – avevo gli occhi che trattenevano le lacrime. Perché Jacob doveva essere così maledettamente dolce, gentile, bellissimo?? Perché tutto questo stava accadendo a me?? Forse era un sogno, uno splendido sogno, e al mio risveglio avrei ritrovato la cruda e dura realtà ad attendermi. Ma perché svegliarmi proprio adesso??
J: l’amore non è una libera scelta, a quanto pare – mi sorrise – ma io ti avrei scelta sopra ogni altra ragazza…dal primo istante che ti ho guardata sei stata il mio chiodo fisso e ho aspettato tutto questo tempo per averti…ma non ti ho mai persa di vista…non riuscivo ad abbandonarti… - mi sussurrò dolcemente
M: ecco perché mi sei sempre stato accanto… - trassi le mie conclusioni. I suoi occhi erano persi nei miei, ed io ormai avevo perfino dimenticato il mio nome. Mi guardava pensieroso e serio. Poi si decise a parlare.
J: sei sicura di volerlo? Perché dopo non so se riuscirò a fermarmi…
Per tutta risposta lo baciai dolcemente, accarezzandogli la nuca con la mano destra mentre con l’altra gli sbottonavo i pantaloni, liberandolo degli ultimi indumenti che indossava. Lui fece lo stesso con me e dopo avermi ammirata estasiato per intero, mi regalò un dolcissimo e perfetto sorriso.
M: io voglio te…sempre! – sospirai
J: ti farò dimenticare tutto il resto tranne me! – era la sua promessa solenne, sapevo che ci sarebbe riuscito. Sentì le sue mani staccarsi dal mio viso per poi scendere sempre più in basso. Mi accarezzava piano, come se fossi un oggetto di cristallo tanto prezioso. Le sue carezze erano come seta sul mio corpo e ad ogni tocco rabbrividivo. Lo abbracciai, premendo il suo corpo nudo contro il mio, desiderosa di stargli ancora più vicino, di essere parte del suo calore, di essere parte del suo corpo. Sentì il respiro di Jacob sulla mia pelle mentre continuava ad accarezzarmi i capelli, il viso, i contorni delle mie labbra… Sentì Jacob gemere quando le mia mani si mossero sui suoi fianchi e il battito del suo cuore aumentò violentemente proprio come il mio. Poi lui mi baciò, un bacio lungo e pieno di tenerezza e di passione che mi lasciò avvinghiata a lui con il respiro mozzo. Con la bocca, la lingua e le mani, cominciò un altro assalto su di me mentre ansimavo e mi dimenavo sotto il suo corpo. Sentì le sue mani avvicinarsi pericolosamente all’inguine e proseguire oltre. Teneramente, mi accarezzò un punto misterioso che provocò in me una miriade di piacere. Continuava a stuzzicarmi mentre pian piano perdevo me stessa. Non potevo resistergli ancora. Sentivo che da un momento all’altro sarei scoppiata. Fortunatamente intese la mia resa e mi aprì delicatamente le gambe. Fui lieta di sottomettermi a lui, non attendevo altro. Vedevo Jacob sforzarsi per mantenere sotto controllo la passione. Ma non ci riuscì. Fremeva tutto quando mi penetrò con forza ed io non riuscì a soffocare il lamento che irradiò la mia voce. Spalancai gli occhi e lo guardai in viso, sul suo volto un’espressione preoccupata.
J: perché non me l’hai detto?
M: credevo non mi volessi più…
J: stupida May!
M: ecco…ora non mi vuoi- mi rattristii all’istante
J: volerti?! Che dio mi aiuti, perché non riesco più a resistere senza di te!! – mi baciò con foga. Quella era la confessione che attendevo di sentire, e che avrei voluto sentire all’infinito. Non mi sarei mai stancata di quelle dolci parole. Sentivo Jacob ripetere il mio nome mentre non smetteva di baciarmi. Questa volta penetrò piano in me, facendomi ansimare ad ogni sua spinta. Lui mi baciò con trasporto, mentre mi stringeva i seni tra le sue grandi mani, e mi fece mugolare, continuando ad entrare eroticamente dentro di me. Ansimai e tremai tutta quando il suo piacere raggiunse l’apice, facendo esplodere in me ogni sua essenza, portandomi all’orgasmo. Lo baciai a lungo e con voluttà. Sembrava come se ogni suo respiro circolasse poi nel mio corpo e che insieme respirassimo come una cosa sola. Infine giacemmo immobili, abbracciati, scossi da ciò che era appena accaduto tra noi. I nostri respiri erano ancora affannosi, ma allo stesso tempo eravamo felici. Jacob mi accarezzava dolcemente la schiena dandomi leggeri baci sul capo. Io premetti il viso contro la sua spalla cercando conforto e calore. Adesso potevo dire che mi apparteneva, che era mio…per sempre. Il nostro amore era così puro, così giusto e niente sarebbe stato capace di dividerci. In quel momento mi tornarono in mente i miei genitori. Loro erano stati gli unici ad amarsi come noi. E noi come loro eravamo soli in una battaglia che mi avrebbe sovrastata molto presto. Chiusi gli occhi, stanca. Tra le sue braccia ero al sicuro, nessuno avrebbe potuto farmi del male e se ciò fosse accaduto sarebbe stata la morte più bella del mondo. Lentamente mi abbandonai al sonno, facendomi trasportare dai sogni. Non ricordo di preciso se fosse frutto della mia fantasia o la realtà ma la sua voce che mi sussurrava <> mi cullò facendomi addormentare col sorriso sulle labbra. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12

Io e Jake passavamo tutto il tempo insieme...non ci dividevamo mai. Lui per paura di lasicarmi e io per paura che gli facessero del male. La nostra unione era diventata molto più solida ora che ci appartenevamo sul serio. Ci amavamo come nessuno prima, in maniera unica e speciale, e ogni volta che mi sfiorava, mi baciava e faceva l'amore con me...avevo sempre paura che fosse l'ultima.
Con il branco continuavo ad allenarmi, sotto gli sguardi vigili di Jacob e Sam, concentrandomi al massimo per non fare del male a nessuno e per controllare le mie emozioni quando mi coordinavo con loro.
Con mio stupore ero diventata brava...la mia forza era raddoppiata e la mia velocità era diventata impressionante. La mia tecnica di combattimento si era affinata e ogni volta che attaccavo il malcapitato di turno riuscivo sempre a metterlo a tappeto. A volte mi facevo paura da sola...possibile che in me ci fosse così tanto potere?? Forse ero davvero pericolosa come narrava la leggenda!!
Jacob era fiero di me...forse anche lui si stava convincendo di più all'idea di un imminente attacco, vedendomi pronta. Sapevo che sarebbe stato comunque difficile, ma dalla mia avevo i lupi disposti ad aiutarmi e la consapevolezza ferrea delle mie potenzialità. In quelle settimane mi ero persa a fantasticare sulla possibilità di farcela contro il clan di Marishka...il mio sesto senso mi diceva che sarei sopravvissuta. Malgrado questo, restava il fatto che di me non m'importava, perchè a rischiare la vita con me c'erano Jake e i suoi amici. Sarei stata in grado di sopportare di veder morire Seth, Leah, Jared, Paul...i miei amici? Loro non sembravano affatto preoccupati, anzi l'idea dello sontro gli elettrizzava e ogni volta mi liquidavano con un <>. Pregavo e speravo che i miei amici fossero salvi...di me poco m'importava, anche se sapevo che la mia scomparsa avrebbe fatto morire ugualmente Jacob!! In fondo, lui viveva perchè io vivevo...e io continuavo a respirare e combattere solo perchè avevo lui accanto che m'incantava con i suoi sorrisi, con i suoi occhi, con le sue carezze...
Quel giorno Sam aveva deciso di sospendere gli allenamenti per intensificare i turni di quella notte.
Quile ed Embry, all'alba, erano in giro per la foresta per il loro solito giro d'ispezione e andando verso nord si erano imbattuti in un gruppo di 3 vampiri. Secondo loro stavano sondando il terreno per trovarmi, per escogitare un piano di attacco. Marishka si era stancata di aspettare e aveva deciso di cominciare a fare la prima mossa...ora più che mai dovevamo stare in guardia!
Così,quella notte, Jacob aveva ritenuto opportuno rimanere con me. Non voleva lasciarmi da sola anche se sapevo che sarebbe serivito più al resto del branco che a me. Avrei potuto restare benissimo da sola in casa...chi mi cercava ancora non conosceva il mio "rifugio segreto" e se per caso ci fossero state complicazoni, avrei potuto mettermi in contatto con il branco e chiedere aiuto. Come al solito Jake non aveva voluto ascoltarmi, così mi ero limitata a restare in silenzio e ad annuire. Inutile insistere...quando Jacob decideva nessuno poteva smuoverlo, nemmeno io!
Anche quella notte nel cielo splendeva una meravigliosa luna piena. Noi eravamo in cucina, seduti sul divano a guardare la tv...guardare si fa per dire! Io ero assorta nei miei pensieri...mi era salito un groppo alla gola al pensiero dei lupi di fronte al clan di Marishka. Continuavo a carcare di togliemi quel brutto pensiero dalla mente, ma era più forte di me. Non mi sentivo tranquilla...c'era qualcosa che non andava, ma non capivo cosa. Come potevo rimanere inerme pur sapendo che i miei amici avrebbero combattuto contro quelli spietati vampiri? Dovevo fare qualcosa...ma cosa??
J: smettila di torturarti e sta tranquilla...non accadrà niente ai miei fratelli - era stravaccato sul divano, con un braccio intorno alla mia spalla e parlava come se niente fosse. A volte mi domandavo se non fosse lui a leggere nei miei pensieri!!!
M: non è colpa mia se Bella mi ha trasmesso la sua ansia! - cercai di scherzarci su
J: fattela passare allora...come l'idea di scappare da questa casa!!
M: cosa...scappare??? - strabuzzai gli occhi
J: lo sai che non ti lascio andare... - si era avvicinato a me per baciarmi una guancia
M: e tu lo sai che non vado da nessuna parte...mi piace troppo farmi viziare da te! - lo guardai negli occhi dolcemente e gli sfiorai le labbra con un tenero bacio.
J: ti amo! - sussurrò sulle mia labbra
M: ...più della mia stessa vita... - risposi sincera, con il fiato mozzo.
Poche ore dopo Jacob crollò sul divano. Aveva ore di sonno da recuperare ed ero felice che si riposasse un po'. Io rimasi a guardarlo mentre gli accarezzavo il viso, estasiata.
La luna era ancora alta nel cielo e, caso strano, nessuna nuvola intralciava il suo mondo. Lentamente mi alzai dal divano, per non svegliare io mio amore. Mi diressi alla finestra e cominciai a contemplare quella fonte di luce che mi regalava il cielo. Mi lasciai scappare un sorriso. Da quanto tempo non mi dedicavo al mio passatempo preferito?? Era passato tanto tempo dall'ultima corsa per la natura. Jacob continuava a dormire beatamente e di certo non si sarebbe accorto della mia momentanea, breve assenza.
Spalancai la finestra senza fare rumore. Il vento mi carezzò il viso, salutamdomi. Non ci pensai due volte...saltai dalla finestra leggiadra, atterrando silenziosamente sul terreno. No, nessuno si sarebbe accorto della mia fuga!
Comincia a correre piano verso il fitto della foresta...una volta superata potevo strare più tranquilla e godermi quella momentanea libertà. Non volevo accelerare perchè ero intenzionata a cogliere tutte le sensazioni che mi trasmetteva quell'attimo di follia.
Finalmete raggiunsi i primi alberi e li sorpassai. Man mano che mi addentravo nella natura sentivo la tensione sciogliersi e comcniai a correre più velocemente. Ci ero riuscita...ero fuori!! Mi lasciai sfuggire una fragorosa risata in segno di vittoria. Non mi fermai e continuai nella mia corsa. Arrivai vicino a una cascata e mi fermai. Sentivo le gocce d'acqua posarsi dolcemente sul viso e mi abbandonai completamente a quella sensazione di pace, chiudendo gli occhi. Inspirai profondamente per inebriarmi dei profumi che mi circondavano e m' inginocchiai a terra. Allungai una mano far sfiorare l'acqua ma qualcosa mi bloccò.
Avevo sentito dei rumori alcuni metri dietro di me, dietro i cespugli. Mi si raggelò il sangue, ma cercai di restare lucida per non sprofondare nel terrore. Mi mossi piano, in maniera impercettibile, cercando di rialzarmi per fuggire da quel posto. Aguzzai l'udito per accertarmi di ciò che avevo sentito. Se fossero stati i vampiri di Marishka non avrebbero esitato così a lungo per attaccarmi e, cosa più assurda, loro non avevano cuori che battevano!
Un lupo ululò alla luna e io mi voltai di scatto. La sua figura ancora non si mostrava alla mia vista ma mi tranquillizzai. Di sicuro Jacob si era svegliato e non trovandomi in casa aveva allarmato tutto il branco, costringendolo a riportarmi in dietro, possibilmente sana e salva! Mi tranquillizzai e sorrisi.
M: sei tu Seth? sei sempre il solito giocherellone, su fatti avanti stupido! - la mia risata argentina riempì il silenzio, improvvisamente troppo pesante, di quel luogo - Seth avanti non scherzare...esci fuori! - ordinai stizzita. Possibile che quel ragazzo avesse sempre voglia di scherzare? E poi in una situazione così...
Strabuzzai gli occhi, mentre la bocca si spalancava in un urlo muto. Non riuscivo più a muovermi...le mie gambe erano come bloccate. Com'era possibile una cosa del genere?? Stavo sognando...dovevo sognare!!! Era un incubo...
Un enorme lupo dal pelo bianco come le nuvole, spuntò ringhiano da dietro gli alberi. Involontariamente feci un passo in dietro, portandomi una mano alla bocca in segno di incredulità. Mi stavano cercando anche loro! E il branco di Sam era ancora in giro quella notte!!!! Volevo piangere ma non per me...ero preoccupata, terrorizzata per i miei amici. Se i licantropi bianchi li avessero trovati...oddio...No!!! Vedevo il lupo bianco avvicinarsi pericoloamente a me, mentre mostrava i denti e ringhiava infuriato.
M: sta calma, sta calma...contollati May...cosa farebbe Sam in questo caso?? - cercavo di farmi forza da sola sussurrando quelle parole. Poi mi venne in mente...coordinamento! Mi concentrai al massimo, cercando di controllare le mie emozioni.
M: vi prego, vi prego, vi prego... - pensai per farmi ascoltare da loro. Il lupo continuava ad avvicinarsi e io avevo cominciato a muovermi di lato, indietreggiando ancora. Una mossa falsa e sarebbe scattato.
S: May!!!! dove diavolo sei?? Jacob è fuori di se... - finalmente qualcuno mi aveva sentita. Tirai un sospiro di solievo.
M: sono nei guai, auitami!! - pensai implorando
S: cosa sta...
J: corri May!!!!!!!! - mi aveva gridato Jacob nei pensieri. Ero troppo presa dalla conversazione per capire cosa stava accadendo. Il lupo con un balzo, cogliendomi di sorpresa, era vicino ad azzannarmi. Mi scansai velocemente, facendogli addentare l'aria. Cominciai a correre più veloce che potevo...ma i lupi russi erano famosi proprio per la loro velocità. Il lupo mi era alle calcagna...non avrei potuto correre ancora per molto. Ormai ci eravamo addentrati nella foresta...dalla mia avevo l'agilità e l'astuzia, così decisi di giocare quelle carte, sperando fossero vincenti. Mi arrampicai su un albero, destreggiandomi abilmente tra i rami. Ne raggiunsi la cima e mi lanciai su un altro albero...il lupo era rimasto a terra, confuso dalle mie mosse. Continuai a balzare di ramo in ramo ad una velocità innata e senza il minimo rumore. Vedevo il lupo sotto di me in netta difficoltà perchè non riusciva a vedermi, a distringuermi in mezzo agli alberi. Avevo la possibilità di attaccarlo, ma volevo attendere ancora un po' per disorientarlo completamente da me.
Vidi il lupo bianco voltarsi verso sud e ringhiare...ma fu inutile per lui. Un altro lupo, dal pelo rossiccio, gli era balzato addosso schiacciandolo con tutto il suo peso. Avevano preso a mordersi a vicenda mentre rotolavano sull'erba. Il bianco si era rialzato mettendosi di fronte al rossiccio, ululando. Il mio lupo era ancora a terra ma non riuscivo a capire bene cosa stesse accandendo. Vidi il lupo bianco scoprire le zanne e avventarsi contro Jake.
Fu questione di attimi...mi lanciai dal ramo su cui ero rimasta ferma a guardare quella scena agghiacciante per saltare sul grosso lupo bianco che stava attaccando il mio soccorritore. Gli ero in groppa, con le mani puntate sul suo collo. L'ira mi accecava...come si era azzardato a fare del male al mio Jacob??? Strinsi le mani con tutta la forza che avevo intorno al collo del lupo. Lo sentì guaire per il dolore, lo vidi accasciarsi a terra mentre ancora tremava per liberarsi dalla mia morsa fatale...ma fu tutto inutile. Riuscuvo ad ascoltare i battiti del suo cuore che lentamente perdevano colpi...senpre di meno...rallentando ancora...fino a fermarsi. L'avevo ucciso! Rimasi sulla sua carcassa ancora per qualche minuto...come ci ero riuscita? Ero stata davvero io? Mi guardai le mani e calde lacrime mi rigarono il viso. Il lamento di Jacob mi riportò sulla terra. Subito gli fui accanto e dopo di me arrivarono anche Sam e il resto del branco.
M: Jake... - sussurrai piano con voce tremante
S: dobbiamo aiutarlo a tornare umano...è ferito! - si rivolse al resto del branco, ma lo sentì anche nella mia mente - Leah, Quile, Seth occupatevi di May...io e gli altri andiamo con Jacob...trovate un posto sicuro! - ordinò in fine con il tono dell'alfa.
Non potei fare a meno di seguire i miei amici, anche se volevo stare accanto a Jake. Per colpa mia era stato ferito e non me lo sarei mai perdonato. Quella sera avevo scoperto davvero la mia forza...annientare un lupo della Russia non era una passeggiata e io ci ero riuscita. Ma per la mia stupidità avevo rischiato di perdere ciò che più amavo al mondo. La lezione che avevo imparato quella sera?? Dovevo seguire il mio sesto senso e ascoltare di più Jacob e chi mi voleva bene per non cacciarli nei guai. 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13

Io e i lupi che mi facevano da scorta, cominciammo ad andar via dal luogo dove pochi minuti prima avevo ucciso uno dei miei nemici.
Sentivo Jacob guaire per il dolore e una morsa violenta s'impossossò del mio stomaco. Il suo dolore era il mio...lo sentivo vivo sulla mia pelle. Ogni sensazione, ogni emozione, ogni dolore, ogni angoscia, ogni paura che attanagliava Jacob, era parte di me...perchè io ero Jacob! Sentire quegli ululati strazianti non faceva altro che uccidermi. Mi portai una mano al viso, ero sconvolta, e mi coprì gli occhi. Sentì che c'era qualcosa di umido, di bagnato...lacrime. Stavo piangendo senza che me ne fossi accorta. Un sorriso amaro mi si dipinse sul viso e un pensiero mi attraversò la mente. Come potevo abbandonare Jacob proprio nel momento del bisogno? Volevo stargli accanto, volevo aiutarlo a sentirsi meglio, volevo lenire le sue ferite...io potevo, avevo poteri curativi. Allora perchè mi stavano portando via da lui?? Sam aveva detto <>, ma quale posto avrebbe potuto mai essere così sicuro se il branco era sparpagliato?? Non era una decisione saggia...dovevo trovare un modo per tornare in dietro. Dovevo occuparmi di Jacob e chiedere spiegazioni...c'era qualcosa che non andava.
Continuavamo a correre verso un posto sconosciuto...quella non era la strada di casa. La cosa si faceva sempre più strana e io non ero tranquilla. Rallentai ma Leah, dietro di me, mi diede un colpo di muso per incitarmi a riprendere la mia andatura. Non potevo scappare...ero circondata di tre licantropi. Mi rassegnai e decisi di continuare a segurli...ma dopo mi avrebbero sentita!!
Circa venti minuti dopo arrivammo in uno spiazzale ricoperto da rocce e alberi. Il cielo ci faceva da tetto, finalmente libero e fiero di essere guardato. La luna piena danzava e ci sorrideva, quasi a tranqullizzarci, e le stelle le facevano compagnia. Vidi i lupi accasciarsi a terra e li imitai. Avevo bisogno di riposarmi un po'. Ero ancora scossa da ciò che avevo fatto ed ero anche in pensiero per il mio amore. Avevo mille domande che mi frullavano in testa e pretendevo spiegazioni. I lupi m'ignoravano, evidentemente nessuno avrebbe risposto ai miei quesiti. Sbadigliai e mi stropicciai gli occhi. Non potevo mollare ora...dovevo resistere fino al ritorno di Sam per farmi spiegare. Ma sentivo le palpebre pesanti e il vento leggero mi cullava così dolcemente che mi addormentai senza porre resistenza.
Mi svegliai alle prime luci dell'alba, o così almeno mi sembrava...i primi raggi di sole m'illuminarono il viso e ci impiegai un po' prima di poter vedere in modo normale. Quando finalmente fui certa della mia vista mi guardai attorno. Leah, Quile e Seth erano ancora trasformati in lupi e vegliavano su di me. Di Sam e gli altri ancora nulla...possibile che non fossero ancora tornati? Ci stavano mettendo più del necessario...Jacob stava così male?? E io non ero con lui!!
Mi alzai furiosa e mi diressi verso i tre licantropi, a braccia conserte.
M: basta con questa pagliacciata!!! - attirai subito la loro attenzione e Seth mi guardò triste. Leah mi ululò facendo due passi verso di me e Quile e Seth la imitarono. Capì subito e mi coordinai con loro.
Q: lo stiamo facendo per te...
Se: è un ordine che ci ha dato Sam, lo sai che non possiamo disobbedirgli
M: si, ma almeno ditemi cosa sta succedendo...perchè mi avete portata qui?? perchè non potevo restare con Jacob?? e poi...perchè lui e Sam non sono ancora tornati?? è successo qualcosa di grave? per favore!!!
L: Sam crede che i lupi bianchi e i vampiri si siano alleati...
M: cosa??? no, non è possibile...non può essere...sono sempre stati nemici
Q: non sappiamo cosa sia successo tra loro...sappiamo solo che quando sei scappata il clan di Marishka è riuscito a trovare e ad avvicinarsi pericolosamente a casa di Jake...tu non eri li per fortuna...e ci abbiamopensato noi
M: ci avete pensato voi?? sono morti???
Se: no purtroppo - ringhiò
L: siamo riusciti ad allontanarli e poi abbiamo sentito te e ti abbiamo raggiunta
M: e questo che c'entra con l'alleanza del nemico??
S: ne sappiamo quanto te...per il momento dobbiamo restare qui per tenerti al sicuro...Sam ci ammazza se facciamo di testa nostra...
L: ci ha vietato di darti ascolto, per qualsiasi cosa
M: ecco perchè m'ignoravate...
Q: non vogliamo renderti tutto ancora più difficile
M: al diavolo!!! al diavolo Sam, al diavolo gli ordini!! questa è la mia guerra...e Jake è in pericolo...io posso curarlo, dannazione!!!
Se: curarlo???
M: si...io non posso guarire da sola ma posso curare gli altri...
L: come?!
M: se solo Sam mi avesse dato il tempo di parlare!!
Q: avresti potuto accennaglielo anche prima...
M: credevo che Jacob gliel avesse detto...o quanto meno pensato
Se: Jake ha molto padronanza dei suoi pensieri...può darsi che in quel ricordo c'era qualcosa che non voleva farci vedere...
M: già... - come potevo aver dimenticato il nostro primo bacio...Jacob non amava far vedere i nostri momenti insieme agli altri, diceva che dovevano rimanere un segreto mio e suo, puri...come i nostri cuori. Dio, quanto lo amavo! Sospirai e affranta ritornai al mio posto. Mi sedetti sulla roccia rossastra che precedentemente aveva accolto il mio sonno, e pazientemente aspettai.
Per distrarmi cercai di contare le nuvole nel cielo, di ascoltare il rumore della quiete, di guardare le farfalle che danzavano leggiadre nell'aria e che di tanto in tanto mi passavano accanto. I lupi restavano sull'atenti e ad ogni minimo rumore si facevano più rigidi e scoprivano i denti. Ormai era passato così tanto tempo...il sole cominciava a tramontare regalandoci dei giochi di colori magnifici che creavano nel cielo sfumature di rosso, arancio, giallo e rosa. Ero rimasta immobile tutto il tempo...per me non era un problema. Mi rifiutavo di muovermi, tanto a che serviva?! Se restavo immobile impedivo all'ansia di prendere il sopravvento...però comunque c'era un macigno ad attanagliarmi lo stomaco. Persi il mio sguardo nel vuoto, immaginando il ritorno del mio Jacob.
Poi, improvvisamente, vidi dei rami muoversi e una figura nera a quattro zampre, seguita da altre figure simili a questa, venire verso di me. Mi drizzai in piedi e strizzai gli occhi per realizzare meglio. Era Sam!!
Ci raggiunsero e vidi Jacob. Gli andai incontro e mi gettai nel suo folto pelo marrone-rossiccio stringendolo a me.
M: mi sei mancato! - singhiozzai...no ancora lacrime!
J: anche tu... - sentì la sua splendida voce nella mia testa e altre lacrime mi rigarono il viso
M: come stai? sei ancora ferito? hai provato tanto dolore? - ero in pensiero per lui e le parole mi uscirono di bocca a raffica
J: sto bene, calmati ora...ora dobbiamo pensare a te - cercò di rassicurarmi
M: perchè non hai detto niente a Sam? potevo aiutarti, potevo restarti vicina...
J: ero preoccupato per te, tu vieni prima di tutto...dovevo pensare a metterti in salvo!!
M: Jake, ti hanno quasi ucciso e tu pensi ancora alla mia incolumità?? - gli gridai contro amareggiata
S: May! - mi riprese Sam
M: no, mi sono stufata...posso cavarmela da sola...so combattere...avete visto quello che ho fatto e sapete cos'altro so fare! non mi va che mettiate in pericolo voi stessi per salvaguardare me...ce la posso fare!! se solo aveste un minimo di fiducia in me...
S: ne abbiamo...lo sai...ma sono in tanti e da sola non ce la faresti...noi dobbiamo restarti accanto e proteggerti sempre, anche se questo implica la lontanaza da Jacob, il momentaneo cambiamento di luogo...
M: wow...2 contro uno....
Se: io sono con May...divisi non possiamo fare granchè e lei, con la sua dote, può rimetterci in sesto velocemente...più di quanto possiamo fare noi stessi
S: che significa??
J: lei può curare le persone...
S: perchè non mi hai avvertito??
M: non l'hai sentito?? era "preoccupato per me" - lo canzonai
S: Jacob...May...dobbiamo parlare!
Che razza di situazione...e adesso che altro poteva accadere?? certo, la mia vita era sempre stata piena di imprevisti e colpi di scena indesiderati...ma avere Sam contro non ci voleva! Per non parlare di Jacob...che diavolo gli passava per la testa??
Perchè capitavano tutte a me?! 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14

Io e Jacob ci scambiammo una veloce occhiata mentre ascoltai Sam dare l'ennesimo ordine agli altri del branco.
Ci allontanammo da loro e attesi due minuti prima che si scatenasse un putiferio. Non avevo mai visto Sam così furioso...lui era il tipo di persona che ti faceva ragionare, sempre calmo e deciso, pronto a tranquillizzare e ridare un po' di buon senso a tutti. Mai avrei pensato che un giorno si sarebbe infuriato così e per giunta a causa mia.
Vidi tornare Jake e Sam in forma umana e indossavano solo un paio di jeans strappati che li arrivavano da sopra il ginocchio.
M: allora?! - non volevo aspettare un minuto di più...meglio farla finita prima che poi!
S: allora?? ma vi rendete conto o no di come vi state comportando voi due?? - il suo tono di voce duro e profondo mi fece rabbrividire...sembrava proprio un licantropo!
J: Sam cosa...?!
S: centra Jake!! chiudo un occhio sul fatto che tu sia preoccupato per lei...chiudo anche l'altro sul fatto che lei sia preoccupata per te...sono disposto a diventare anche sordo, dato che a furia di chiudere occhi mi avete fatto diventare cieco, sul fatto che non potete stare lontani...il vostro non è un imprinting normale...ma ora sono stanco di questi comportamenti ossessivi da parte di entrambi!!!
J: tu non capisci Sam, non potrai mai capire...
S: invece lo capisco eccome Jacob! so come ci si sente...è come avere un macigno sullo stomaco che ti tortura lentamente e ogni volta che pressa è sempre peggio, ti senti mancare l'aria, hai un solo pensiero per la testa...lei!!! ci sono passato anche io...
M: ci dispiace Sam...credo di parlare per entrambi, vero Jake?! - gli rivolsi uno sguardo d'intesa ma lui non rispose
S: ve lo chiedo per favore...siete grandi e vaccinati...non comportatevi da bambini...so quanto sia difficile ma cercate di sforzarvi...ricordatevi che in gioco ci siamo anche noi e che non siete soli come pensate...May, per una volta dammi ascolto e non fare di testa tua, devi restare sempre con noi ed evita escursioni notturne solitarie!! in quanto e te Jake, sarei molto lieto se tu non tralasciassi alcuna informazione di vitale importanza come la dote di May o altri pensieri che ti frullano in quel cervello...ci faciliteresti le cose... - restai ad ascoltarlo in silezio e ad ogni parola annuivo. Mi sentivo così in colpa, con il mio comportamento irrazionale avevo messo ancor più in pericolo il branco e anche Jacob e non me lo sarei mai perdonata.
M: hai ragione Sam, sono stata una sciocca...non so ancora come rimediare al danno ma prometto che ti darò più ascolto...e sarò più responsabile...oh e per la situazione che si è creata tra me e Jacob...beh hai ragione anche su quello...ci è sfuggito tutto di mano...alla fine l'ansia ha preso il sopravvento e ci siamo ossessionati su come mettere in salvo l'altro...so che non mi abbandonerete mai, ormai me ne sono fatta una ragione, e nemmeno io vi lascerò...non permetterò che facciano del male alla mia famiglia!!!
S: May... - lo vidi avvicinarsi a me e sul suo viso quell'espressione acciliata si dileguò. Mi strinse a se per confortarmi e io ricambiai l'abbraccio.
M: grazie... - sussurrai con la voce rotta. Jake intanto assisteva alla scena, con braccia conserte sul petto nudo ed espressione malinconica. Io lo guardai fiduciosa e gli accennai un sorriso. Intanto Sam sciolse l'abbraccio e riprese a parlare.
S: ora che ci siamo chiariti passiamo a fatti più concreti...
M: si...cos'è questa teoria sull'accordo dei nemici??
J: non è una teoria...li ho visti con i miei occhi - s'intromise nel discorso attirando la mia curiosità
M: quando??
J: beh...quando sei scappata di casa stavo facendo finta di dormire...avevo capito da prima che desideravi un po' di libertà e così te l'ho concessa...
S: questo non me l'avevi detto...- alzò gli occhi al cielo
J: scusa Sam, ma la vedevo in gabbia...era esausta...l'abbiamo messa troppo sotto pressione questi giorni e tu pretendi da lei il quadruplo che chiedi a noi!!
S: Jacob, May è solo un quarto di quello che le abbiamo visto fare...lei non si rende conto di quanto potenziale e forza sia dotata...io la sto solo aiutando...
J: si ma lei...
M: lei cosa? mettiamolo in chiaro una volta per tutte Jake...se ho imparato decentemente a combattere e grazie a Sam e al branco e non mi sono mai stancata abbastanza, anzi con l'adrenalina a mille potevo sopportare tutti gli allenamenti di 1000 anni in un giorno solo...devi smetterla di pensare che io sia fragile e piccola solo perchè il mio aspetto dice questo...io non sono questo! - indicai il mio corpo con disprezzo, la mia eterna prigione.
J: ah...quindi è grazie a Sam...va bene...dimentichiamoci degli altri allenamenti fatti in precedenza
M: quelli non erano niente, perdevamo solo tempo - risposi senza pensare
J: quindi io sarei questo...una...perdita di tempo?!?!
M: non ho detto questo, Jake...non cambiare i discorsi
J: sai che ti dico?? restatene qui con Sam...fà pure la tua guerra...combatti e vinci...fà quello che ti pare...io ho chiuso - mi guardava con disprezzo e quegli occhi scuri e freddi mi ferirono. Lo vidi allontanarsi velocemente da noi verso chissà quale direzione...io non conoscevo quel posto. Volevo riportaro indietro, gridare il suo nome e le mie scuse, avrei implorato se fosse servito a qualcosa...ma niente. Ero impietrita, non riuscivo parlare, non riuscivo a respirare. Lui non c'era più...l'avevo perso ed era tutta colpa mia, solo colpa mia! Improvvisamente sentì accelerare il mio respiro...ero in preda ad un attacco di panico?! Non potevo saperlo, non ne avevo mai provato uno. Sentì la voce di Sam in sottofondo, lontana...anche se lui mi era vicino e mi sorreggeva. Mi girava la testa e le gambe non mi sostenevano più. Altre lacrime ripopolarono il mio viso solcandolo con dolore. Lui non era più mio. Io non ero più niente.
S: May...May! è tutto ok...tornerà, sta calma! - continuava a ripetermi questa frase ma io sapevo che non era così...il mio intuito non si smentiva mai!!!
M: Jake...Jacob...Jacob... - sussurravo il suo nome e ogni volta che lo facevo era come una coltellata alla testa
S: shhh, tranquilla tornerà...ora dobbiamo pensare al nemico, a metterti in salvo
M: che senso ha, Sam? io sono già morta...lui non mi vuole più
S: non dire assurdità...gli passerà
M: no invece...
S: conosco Jacob più di chiunque altro, fidati! ora dobbiamo esgocitare un contrattacco e vedere di sorvegliare Jacob...non vorrei facesse qualcosa di stupido
M: devo proteggerlo...gli faranno del male - lo guardai implorante
S: lo so...
M: cos'ha visto??
S: un gruppo di 4 vampiri erano appostati vicino casa vostra, e mentre Jacob veniva ad aiutarti, ha visto altri lupi bianchi poco distanti da lì...noi abbiamo raggiunto subito la casa per controllare la situazione e questi, insieme, ci hanno attaccati...gli altri erano di ronda per cercare te...evidentemente sapevano che eri sola...
M: quindi è vero...si sono alleati...e Jacob è in giro da solo!! Sam dobbiamo fare qualcosa, ti prego!!
S: lo aiuteremo...adesso raggiungiamo gli altri e cerchiamo una soluzione plausibile...dobbiamo fare in fretta
M: molto in fretta!!
Da quando le cose si erano complicate in questo modo?? Ormai avevo nettamente perso la cognizione del tempo e ciò che più m'importava era Jacob. Potevo passare sul fatto che non mi amasse più, anche se questo mi logorava immensamente, ma sapere che la sua vita potesse spezzarsi da un momento all'altro, e per causa mia, non potevo proprio sopportarlo. Lui doveva vivere, il suo cuore non avrebbe smesso di battere così...non per me! Se lui esisteva, io esistevo...
Il tempo era contro di noi e ogni secondo che passava, portava via con se due vite legate l'una all'altra...
Avrei saputo sopportare?? Sarei riuscita a proteggerlo?? Quanto ero disposta a perdere??
Tutto...ma non lui!!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

I giorni passavano e tutto restava sempre uguale. In quel posto dimenticato da Dio avevamo piazzato la nostra base. Sam aveva fatto piantare una tenda per me e altre due per i ragazzi. Li vedevo esausti e ogni volta che tornavano umani, profonde occhiaie violacee solcavano i loro occhi. Sam non dava tregua a nessuno e la parola "riposo" era sparita dal vocabolario dei licantropi. Provavo una gran pena per loro e al tempo stesso non potevo fare nulla. Sam mi aveva ordinato di restare li e di lasciare che tutto il branco si prendesse cura di me. Il poco tempo che passavo a casa mi serviva solo per rimettermi in sesto con una doccia e cambiarmi. Ogni volta che tornavo, le mie speranze di rivedere il volto familiare di Jacob scomparivano. Chissà dove si era andato a cacciare. Chissà se stava bene. Chissà se era ancora vivo. Che assurdità...lui era vivo perchè altrimenti sarei morta con lui. Mi lasciavo cullare da questa mia piccola verità. Sapevo che la nostra unione era speciale...più di quella di Sam ed Emily, più di quella di Edward e Bella, più di tutti. Sam aveva detto che il nostro era stato un doppio imprinting. Il primo ad averlo era stato Jacob, per questo, negli anni precedenti, mi era sempre ronzato intorno cercando di essere un buon amico per me. E involontariamente io, pur non sopportandolo, sapevo che non potevo fare a meno di lui. La mia natura da vampira lo evitava mentre il lupo che viveva in me lo teneva stretto. L'imprinting però, già se avviene da una sola persona, è molto potente. Non potevo restare indifferente a lungo e lentamente, l'imprinting è cresciuto anche in me. Così la mia natura da licantropa ha preso il sopravvento legandomi totalmente e incondizionatamente a Jacob. Un sorriso amaro mi spuntò sul viso...Dio, quanto mi mancava!
Ogni giorno, ogni istante...lo pensavo. Non che potessi svagarmi con altro, daltronde. Per questo mi torturavo ricordando il suo viso, ipotizzando ciò che stesse facendo in quel momento. E pregavo...che non gli venisse fatto del male.
Quel pomeriggio, il sole stava tramontanto dietro le montagne e aveva colorato il cielo di un rosso intenso. Io ero seduta sulla solita roccia, con le ginocchia al petto, e cercavo di concentrarmi per ascoltare i pensieri di Jacob. Certo che le studiava proprio tutte pur di non farsi beccare! Possibile che in quei giorni non si fosse trasformato mai?? No. Dovevo riuscirci...dovevo comunicare con lui in qualche modo. Dovevo sapere come stava, se era al sicuro, se sarebbe mai tornato...se mi amava ancora. Guardavo il vuoto dinanzi a me mentre con i pensieri vagavo verso quelli di Jacob. Niente. Strinsi la presa attorno alle gambe e mi concentrai di più. Ancora nulla.
M: diavolo! - mi laciai sfuggire, imprecando tra me e me, impercettibilmente. Ma non potevo lasciar perdere...una cosa che mi accomunava a Jacob era la perseveranza, la testardaggine...Dovevo riprovare!
Mi calmai, sospirai per allentare la tensione e chiusi gli occhi. In quel momento mi apparve il suo viso, bello come il sole del mattino, bello come una ventata di aria fresca sul viso, bello come solo lui sapeva essere. Mi lasciai scappare un sorriso e mi concentrai.
M: Jake... - sussurrai triste
J: May?! - sentì la sua voce nella mia testa. Era sorpreso di sentirmi e sembrava confuso. Aprii gli occhi immediatamente, presa alla sprovvista da ciò che era accaduto. Era davvero lui?? Provai a rispondergli mentalmente.
M: Jacob...
J: come hai fatto?? non può essere...
M: stai bene?? - ero preoccupata per lui e cominciai a torturarmi le mani, stritolandomele.
J: dimmi come ci sei riuscita!
M: quando sei trasformato riesco a sentirti, ovunque tu sia...ricordi?! - ero confusa anche io
J: ma io non mi sono trasformato...
M: cosa?? - Potevo sentire i suoi pensieri anche da umano?? Stavo sognando o cosa??
J: te l'ha insegnato Sam, vero?? - il suo tono era sarcastico e amareggiato
M: Sam non c'entra, ci sono riuscita da sola...
J: ah si...e come?? - si prendeva gioco di me?? Non m'importava, finalmente lo sentivo!
M: pensandoti...sempre...sai che non posso stare lontana da te...concedimi almeno i ricordi
J: e questo avrebbe portato a...a...
M: forse, non lo so nemmeno io...e sai che c'è? non m'importa...ho desiderato con tutta me stessa di avere tue notizie a ci sono riuscita...mi basta
J: c'è un modo per non farsi trovare da te?! - lo stava chiedendo a se stesso più che a me
M: tu...non mi ami più. - trasalì e un brivido mi percorse la schiena
J: sei tu che sei cambiata...
M: ti riferisci a Sam?
J: e a chi sennò...il tuo Sam
M: non dire cretinate, stupido di un licantropo! lo sai che per me esisti solo tu...come puoi mettere in dubbio i miei sentimenti??
J: perchè io...testuale...non servo a niente
M: invece si...servi per la mia sopravvivenza...se t'interessa ancora, ovvio...
J: c'è il branco ad occuparsi di te, non ti basta?
M: no, affatto!!
J: ora ho i miei problemi...lasciami in pace...
M: Jake!! no...non posso...io ho bisogno di te!!
J: ce la fai anche senza di me...
M: non farmi questo...ti prego! - lo implorai con voce rotta
J: è l'unico modo...
M: aspetta...promettimi che resterai al sicuro e che non ti accadrà niente di brutto, promettimi che resterai in vita...per favore...per favore - cominciai a piangere
J: lo prometto...sai che non potrei mai ferirti così, anche se lo sto già facendo...ma devo...
M: va bene...l'importante è che tu viva...
J: già... - rispose monocorde
M: ti amo Jake...per sempre - mi lasciai sfuggire un singhiozzo
J: lo so...non cacciati nei guai- rispose triste
Non riuscii più a mantenere il contatto e la sua voce sparì di colpo. Urlai, cercando di cacciare via il dolore che mi bruciava dentro, ma questo servì solo a provocare altro dolore. Non riuscivo a frenare le lacrime e sentii un rumore di ossa rotte. Avevo strinto fra loro le mani con troppa forza, slogandomi un polso. Ma il dolore fisico passava in secondo piano...avevo ben altro per cui piangere. Immediatamente Paul e Jared mi furono vicino ma nei loro sguardi c'erano solo interrogativi.
P: si è ferita la mano...
Jar: Sam!! - urlò per richiamare la sua attenzione. Sam ci raggiunse, seguito da Seth e Leah incuriositi.
S: che è successo?
P: il polso, credo sia rotto
Jar: è scoppiata a piangere così...non sappiamo cosa le sia successo esattamente
S: ci penso io...Seth, tu sei il suo migiore amico...aiutami
Se: certo...resto qui
S: voi altri...portatemi delle stecche di legno e delle bende...
Se: May...calmati... - mi carezzò la testa
S: hei...shhhh...va tutto bene, tutto bene... - mi strinse a se cullandomi dolcemente, cercando di farmi calmare. Mi strinsi a lui continuando a piangere e urlare. Seth e Sem cercavano di tranquillizzarmi e di confortarmi con le loro dolci parole. Lentamente tornai in me e smisi di urlare.
Se: ti senti un po' meglio ora? - chise timido
M: no...per niente - mi asciugai il viso con la mano buona
S: perchè piangi?
M: ho sentito Jacob...
Se: sentito?? perchè noi non ce ne siamo accorti??
M: non era trasformato...
S: senti i suoi pensieri da umano?
M: si ma non so come funziona...
Se: sta bene? ti ha detto qualcosa??
M: lui sta benissimo...e...Sam ti sbagliavi di grosso
S: in che senso??
M: lui non tornerà...
S: oh May...è solo arrabbiato...
Se: si è vero...Jacob è fatto così, quando si infuria non capisce più niente
M: me l'ha detto esplicitamente...non si trasforma per evitare di sentire me...lui non mi vuole più...non mi ama più...
S: davvero te l'ha detto?! - era incredulo. Io fui cpace solo di annuire e di piangere ancora. Questa volta ad abbracciarmi fu Seth...mi strinse forte sul suo petto e mi abbamdonai ad altri urli soffocati dal suo corpo.
Se: mi dispiace...non doveva farti una cosa del genere
Sentì la mano di Sam sulla mia schiena che faceva su e giù...intorno a noi il silenzio squarciato dal mio pianto. Era finita. Tutto non aveva più senso. Io ero il nulla...un'ombra lasciata a vagare nella sua disperazione. Che senso aveva combattere?? Che mi prendessero pure...non avevo più niente da perdere. Poi ci pensai..."non cacciarti nei guai". Era l'ultima cosa che mi aveva detto...ma c'era dell'altro, ne ero certa. Quando avevo fatto cadere il contatto tra noi due lui stava ancora parlando...Cos'è che doveva ancora dirmi?? E perchè?? Lasciai correre...non aveva più senso. Però una cosa la dovevo a entrambi. Reagire...come io ero ancora legata a lui, lui lo era a me. Se io soffrivo, lui soffriva...era sempre stato così. Avrei sfogato la mia rabbia contro il mio nemico...ero stanca...dovevo farla finita, una volta per tutte!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16

Non avevo più tentato di stabilire un contatto con Jacob. Tutto ciò che mi ricordava lui mi faceva star male. Perfino restare ventiquattr'ore col branco mi provocava dolore. Lui aveva detto di non disturbarlo più...e io l'avevo accontentato. In fondo, che senso aveva poter ascoltare il suono della sua voce se questa mi lacerava il cuore? Lui aveva deciso ormai...Io non avrei fatto più parte della sua vita, anche se ci ero comunque legata, in modo o nell'altro. Dovevo rassegnarmi e convivere con il senso di vuoto che mi sovrastava il petto...che altro avrei potuto fare?!
Erano trascorse altre due settimane e durante quei giorni avevo spiegato a Sam e al resto del branco, com'era composto il clan di Marishka...
M: sono molto pericolosi, non dovete mai sottovalutarli...
P: li abbiamo battuti una volta, possiamo farlo ancora e ad occhi chiusi! - sorrise
Q: Paul ha ragione...perchè ci ostiniamo a non attaccare??
M: perchè voi non sapete con chi avete a che fare!! credete che sia facile, vero?? beh, è il primo sbaglio per procurarvi la morte!!!
P: siamo forti e possiamo farcela...
M: no Paul...quella notte sulla spiaggia ce l'avete fatta perchè avevate con voi l'elemento sorpresa...loro non sapevano, non se lo immaginavano nemmeno di ritrovarsi i licantropi qui a Forks!!
Se: lei ha ragione...avete visto cosa ha fatto Marishka a May?? ed era lontana...quei vampiri sono diversi dai Cullen
M: almeno Seth lo ha capito...- dissi rivolgendomi a tutti
S: cos'hanno di diverso??
M: hanno capacità orribili...Marishka è in grado di farti perdere i sensi, bloccandoti il cervello e conducendoti alla morte, anche se non ti è vicina...poi ci sono i fratelli Polsky ossia Carmen, Fedrik e Tom...rispettivamente rintracciare, bloccare e scoppiare...
Ja: come sarebbe a dire? non capisco...
M: Carmen è una segugia, molto potente...Fedrik è in grado di bloccare, di parallizare la sua vittima...e Tom ti riduce a brandelli facendoti scoppiare in mille pezzettini...chiaro adesso??
S: ce ne sono altri con poteri come i loro?? - il volto di Sam aveva un velo di preoccupazione
M: si...ci sono Emma e il suo compagno David...lei è capace di confonderti, per esempio facendoti credere che un tuo compagno è il tuo nemico, in quanto a lui...beh...ha più o meno lo stesso potere, ma triplicato...Emma può colpire una persona alla volta mentre David può fare tutto ciò che vuole...può perfino convincerti a suicidarti...e io ne so qualcosa!!! e poi c'è Zac, il compagno di Marishka...lui è l'anello debole del clan...certo può farti accendere come un falò e ridurti in polvere...ma a parte quello è il più facile da beccare...è il meno veloce e si fa troppi scrupoli per Marishka...iperprotettivo!
Se: maledetti succhiasangue...ci sarà un modo per fermarli!!
M: c'è di sicuro...dobbiamo fare lavoro di scuadra...
S: ci sono altri anelli deboli, o cose del genere?? - Sam voleva sapere tutti i dettagli ed era molto attento a tutto ciò che dicevo...dovevamo organizzarci per bene se volevamo sconfiggerli...e non eravamo intenzionati a perdere anche se la fortuna non era dalla nostra parte.
M: beh loro in tutto sono 15, sette con doti speciali e gli altri normli vampiri...direi che gli altri vanno eliminati per primi...ovviamente i sette manderanno avanti le pedine per prime...e se si mette male...
P: interverranno di persona...
M: esattamente...
Se: allora saremmo tutti fregati!!
Q: non dire stupidaggini, moccioso...ce la possiamo fare...dobbiamo farcela!!
L: ma hai sentito quello che ha detto May o no?? razza di caprone...
M: hei hei...calma ragazzi!! non litigate...e non buttatevi giù...saremo anche inferiori numericamente, se pensate che ci saranno anche i lupi bianchi...ma possiamo farcela...se restiamo uniti
L: davvero?? senza Jacob sarà difficile il doppio...
S: cosa ti avevo detto, Leah?! - la rimproverò duramente
M: no, va bene...ha ragione...- tentai di calmare Sam
P: ormai non c'è...non c'importa di lui...è solo un vigliacco - disse truce
M: basta...vi prego...
S: smettetela immediatamente...così le fate del male!! - pronunciò quelle parole con il tono dell'alfa e tutti tacquero all'istante. Seth mi abbracciò facendomi forza e gli risposi con un lieve sorriso.
Se: ce la faremo - si rivolse ai suoi compagni
M: dobbiamo confonderli e dividere le coppie...ecco il loro difetto...agiscono a gruppi e non si separano mai...se riusciamo ad ucciderne uno di ogni gruppo è fatta...
L: il problema è...come li uccidiamo??
S: ed è qui che entra in gioco May...lei è la più veloce e la più forte...ci basta che li distragga
M: giusto...con il lupo è stato facile...e in tutti questi anni di fuga è stata la tecnica che ho sempre adottato...io li distraggo e voi li finite! - ero sicura di me, decisa e pronta per combattere...finalmente sarebbe tutto finito e non attendevo altro.
Ja: e con i lupi bianchi che si fa??
M: non lo so...non so darti una risposta... - abbassai lo sguardo
S: si combatte!!! - rispose con fermezza
L: comunque i lupi sono solo otto...
Ja: solo??? fantastico!!! - rispose sarcastico
Se: allora che si fa?
M: li attaccheremo noi per primi...il più presto possibile...dobbiamo scoprire la loro base e attaccare, senza alcun preavviso...
S: mi piace...
P: beh se l'elemento sorpresa ha funzionato una volta...chi ci dice che non può funzionare ancora?? - rispose con un ghigno
Se: altro che sorpresa...li faremo morire d'infarto!!
L: Seth...sono già morti...
Se: definitivamente, intendevo...era una battuta...ah tu non capisci niente!! - rise
Il buon umore era tornato nel branco. Avevamo delle speranze in più, malgrado non sarebbe stato affatto una passeggiata. Il mio istinto mi diceva che potevamo riuscirci...perchè non dargli ascolto?? Lui non sbagliava mai...che fosse una nuova dote che avevo??
Probabile anche quello...Chissà, magari seguendolo del tutto avrei sconfitto i miei timori e i miei nemici...ma mi sarei mai ripresa per la perdita del mio unico vero amore?? L'istinto mi diceva che sarebbe tornato tutto come prima...ma potevo credergli davvero dopo ciò che Jacob mi aveva detto?? A chi dovevo dare ascolto...a lui o a Jake?? 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


CAPITOLO 17

Ormai era tutto pronto. Con l'aiuto di Sam ero riuscita ad organizzare un aguato perfetto, curato nei minimi dettagli. Avevamo ipotizzato ogni tipo di situazione, particolare e non, ed eravano arrivati alla conclusione che ci saremmo riusciti, in un modo o nell'altro. Dalla nostra avevamo furbizia, ingegno e determinazione...e poi si sa, l'unione fa la forza!
Non aspettavamo altro che combattere e "toglierci il fastidio" come diceva Paul...il solito presuntuoso. Sam però sembrava al quanto restio alla cosa...lui preferiva aspettare almeno altri due giorni. Chissà cosa aveva in mente!!
Q: perchè aspettare ancora...è solo una perdita di tempo... - disse alzando la voce
P: prima entriamo in azione, meglio sarà...che ci facciamo ancora qui? - fece un passo in avanti verso Sam
S: dobbiamo aspettare ancora due giorni, per sicurezza...nel frattempo alleniamoci ancora un po'
M: Sam, per favore...ci siamo allenati abbastana...siamo pronti e dobbiamo agire subito! - m'intromisi con fermezza nel discorso
S: improvvisamente non vedi l'ora di combattere?? - mi schernì
M: non metterti contro di me Sam... - gli ringhiai contro
Se: camlatevi voi due e ragionate... - si mise tra me e Sam per dividerci ed evitare il peggio
L: cosa cambia se aspettiamo altri due giorni? niente...non vedo che problema possa esserci...
M: potrebbero trovarci e allora tutto ciò che abbiamo architettato andrebbe a farsi benedire!!
L: si ma fino ad ora non è successo nulla...quindi, non vedo perchè agitarsi...
Ja: abbiamo raddoppiato le ronde e dei nemici nessuna traccia - intervenne subito Jared
M: un giorno non può essere come un altro...
P: ha ragione...i succhiasangue sono imprevedibili...e se ci trovassero oggi stesso??
Q: sarebbe un bel problema...ma li affronteremo comunque
P: ma tu da che parte stai?? - lanciò uno sguardo truce all'amico
Q: da nessuna delle due...due giorni non fanno la differenza...e se attaccassimo adesso non mi cambierebbe nulla..
S: allora aspetteremo altri due giorni - concluse senza obiezione da parte di nessuno
Ancora non mi capacitavo della decisione di Sam. Fino a quel momento eravamo stati entrambi dello stesso parere...prima agiamo, meglio è per tutti. Senza contare che gli omicidi a Forks erano aumentati notevolmente a causa dell'appetito dei nuovi arrivati. Dovevamo fare qualcosa alla svelta, era questa la decisione che avevamo preso fin dall'inizio. Ma chissà per quale motivo, Sam mi voltava le spalle propio adesso. Certo due giorni non facevano la differenza...ma perchè?? Voleva per caso che qualche altro innocente finisse sul notiziario delle 11:00?? Credeva davvero che i licantropi del branco non fossero pronti?? Credeva forse che non ce l'avremmo fatta?? Non mi sembrava quando avevamo discusso riguardo questi argomenti poche ore prima!!!
Di certo c'era qualcosa che aveva fatto cambiare idea al nostro capobranco, qualcosa che non ci diceva, qualcosa che evidentemente non poteva svelarami. Mi era sembrato che il branco, a cui mi ero tanto affezionata, fosse come una famiglia, la mia famiglia...dove nessuno aveva segreti da nascondere, dove ci si poteva dire tutto, dove tutti erano disposti ad aiutare chi era in difficoltà. Evidentemente mi sbagliavo...come era potuto accadere? Il mio istinto non sbagliava mai...possibile che anche lui avesse preso una sbandata??
Mi sentivo confusa, avevo un sacco di domande per la testa che necessitavano risposte...ma chi avrebbe fatto chiarezza?? Sam non mi parlava, per lui la conversazione era chiusa e guai a chi la riapriva ancora. Forse dovevo stare alle condizioni di Sam, forse era giusto aspettare...Non sapevo più cosa pensare e il mio istinto continuava a dirmi di attaccare subito.
M: e va bene...aspetteremo...ma due giorni sono troppi...domani, quando il sole avrà raggiunto il centro del cielo, attaccheremo! - sbottai all'improvviso, attirando l'attenzione di tutti su di me.
S: forse è un po' avventato...ma ci sto...essia! - rispose col tono dell'alfa
Sam che scendeva a compromessi con me?? Ok...questo era davvero strano!! Però ero riuscita ad anticipare di un giorno l'attacco e questo mi bastava. Era una decisione ragionevole e tutti erano concordi. Tutti meno che uno...Tutti tranne il mio Jacob.
Ancora non riuscivo a capire il vero motivo del suo comportamento...di tutte le decisioni che aveva preso sino a quel momento. Che mi amava ne ero sicura, più della mia stessa vita...o per lo meno mi aggrappavo a questa speranza per non cadere definitivamente nell'oblio del mio dolore. In fondo me lo aveva sempre dimostrato...proteggendomi, battendosi per me, restandomi vicino quando tutti mi abbandonavano, consolandomi...e poi il modo di come mi baciava, quando mi sfiorava o mi guardava...c'era una sorta di elettricità tra noi...era più che amore. Noi eravamo devoti l'uno all'altra. E la sua fuga mi sembrava difficile quanto impossibile da comprendere...soprattutto dopo il ragionamento di Sam. Senza contare che il tono della sua voce, quando avevo stabilito un contatto con lui, por sforzandosi di essere freddo e distaccato, sentivo che c'era un velo di dolore in quello che mi diceva.
Poteva essere capace di fingere con me?? E a quale scopo?? Io non gli avevo mai mentito...o meglio, non l’avevo più fatto da quando aveva scoperto la mia vera natura. Ma questo non cambiava le cose...anche Jacob mi stava nascondendo qualcosa.
Possibile che tutti dovessero avere dei segreti con me?? Prima Sam...poi Jacob...
Mi appoggiai ad un albero per sorreggermi...ero arrivata ad una conclusione, per quanto ipotetica potesse essere...ma non faceva una piega. Che Jacob e Sam si fossero messi d'accordo in tutto questo?? Entrambi avevano dei segreti e, ricollegando tutto, combaciavano. Tutti i tasselli stavano tornando al loro posto, facendomi capire cosa fosse accaduto. Era tutta una finzione. Era stato tutto organizzato nei minimi dettagli. Jacob non mi aveva lasciata...era stato costretto a farlo per volere di Sam!!!
Ma perchè inventarsi tutto questo?? Per quale scopo?? Si divertivano a giocare con i miei sentimenti?? Eppure li avevo avvertiti tutti...mai mettersi contro di me!!!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CAPITOLO 19

I miei amici erano trasformati in enormi lupi mostruosi e io camminavo di fianco a loro, ammirando i colori differenti del loro manto. Il rosso vivo del cielo rendeva ancora più insopportabile il clima di tensione e ansia che si era creato, ma non per questo mostravamo segno di cedimento o di paura. Eravamo tutti concentrati allo stesso modo, lo sentivo dai loro pensieri. Aspettavo segnali da Sam perchè ormai riuscivo ad intravedere sullo sfondo la base del clan di Marishka.
Ci muovevamo con precisione, niente era lasciato al caso perchè non erano ammessi errori. Ognuno di noi aveva studiato alla perfezione la sua parte...ora dovevamo fare del nostro meglio.
Continuavamo ad avvicinarci silenziosi, respirando il profuno di erba che c'era nell'aria. Niente parole, nessun ringhio, alcun rumore di passi...solo il nostro respiro impercettibile e le voci nei nostri pensieri.
M: l'avete visto? - chiesi spostando lo sguardo verso il vampiro a poca distanza da noi, non perdendolo di vista
P: più che altro l'abbiamo sentito...si sente la puzza da chilomentri!! - spostò lo sguardo nella stessa direzione del mio
S: May, Paul...andate! - concluse con il tono dell'alfa
Sapevo cosa intendeva Sam e sapevo anche che oltre quel vampiro, poco lontano da lui ce n'erano altri 3. Mi arrampicai sugli altri alberi che mi circondavano, mentre Paul mi seguiva concentrato da terra. Appena fui abbastanza vicina alla mia preda mi fermai per dare spiegazioni precise al mio amico.
M: Paul...resta nascosto tra gli alberi, mimetizzati...io lo faccio rimbambire un po' così non si accorgerà di te...quando te lo dico io attacca!! - dissi velocemente e con decisione
P: con molto piacere... - rispose divertito
Cominciai a saltare di albero in albero, facendomi vedere quel tanto che bastava dal mio avversario. Continuavo a roteargli vicino ad una velocità supersonica...ma per me era come se danzassi. Vedevo il mio avversario confuso ma continuai con la mia tattica fino a che non mi fermai alle sue spalle.
M: addio!! - dissi fredda, mentre il vampiro si girava per guardarmi...un' ultima volta. Paul era stato impeccabile...gli era saltato addosso, staccandogli un braccio, in un attimo. E ora era troppo tardi per fermarlo.
Gli altri vampiri ci avevano raggiunti subito dopo. Evidentemente avevano sentito il rumore delle fauci di Paul sbranare la pelle di marmo del loro compagno. Immediatamente ripresi la mia danza e nella testa sentivo le voci dei miei amici che mi annunciavano di essere pronti ad attaccare. Sorrisi continuando a correre accanto ai miei avversari, senza che loro si accorgessero di questo. Avevo avuto ragione riguardo alla mia velocità. Con l'allenamento ero diventata più veloce dell'aria stessa e questo non fece che rendermi positiva e sicura di me. Lentamente, avevo fatto disporre i 3 vampiri a cerchio, a loro insaputa. Mi bloccai al centro, attirando la loro attenzione e i miei amici licantropi fecero il resto, azzannandoli alle spalle.
Se: beh, meno 4!! - ci rivolse quello che avrebbe dovuto essere un sorriso
M: bel lavoro ragazzi - annuii
S: avanti, continuiamo ad avvicinarci con cautela - si rivolse a noi in tono serio
Facevamo tutto ciò che diceva Sam con estrema precisione. Ci avvicinammo ancora un'altra dozzina di metri ma avevo una domanda per la testa che mi tormentava...come mai dei lupi bianchi nessuna traccia?? Forse Jacob si era sbagliato riguardo l'alleanza tra loro e Marishka oppure i lupi erano solo a caccia. Dovevo rimanere concentrata, non potevo permettermi distrazioni. Lasciai correre, le domande avrebbero avuto risposte dopo la battaglia.
Durante la nostra avanzata silenziosa e perfetta, utilizzando la stessa tecnica che aveva funzionato per sterminare vampiri precedenti, eravamo riusciti ad uccidere tutti gli altri che facevano da guardia passando inosservati. Certo, il tutto mi era sembrato piuttosto facile ma non dovevamo abbassare la guardia. Lo stato di allerta persisteva e tutti noi sapevamo che adesso ci sarebbe stata la parte più difficile. Era meglio prepararsi al peggio.
Durante il restante tragitto avevo suggerito a Sam la disposizione a cercio. Sarebbe stato più opportuno avere una visuale da tutti i fronti piuttosto che da un'unica riga, quella che lui aveva dato ordine in precedenza di avere una volta raggiunto il nostro obiettivo. Sam aveva seguito il mio consiglio così i licantropi presero le loro nuove postazioni, accerchiando la tana del clan. Avanzammo lentamente per prenderci ancora un po di tempo...la quiete prima della tempesta. Ma Marishka non si lasciava di certo prendere in giro facilmente...davvero era stato tutto troppo semplice!!!
Ma: fatevi avanti e finiamola una volta per tutte...basta con questa pagliacciata!!! - la voce melodiosa di Marishka risuonò terrificante per la foresta. Nella mia mente tutti i componenti del branco presero a parlare contemporaneamente chiedendosi come avesse fatto ad accorgersi di noi. Ma io non potevo restare immobile un minuto di più. Presi coraggio e a passo deciso uscì allo scoperto, ritrovandomela a pochi metri da me.
Ma: sapevo che c'entravi tu...vuoi veder morire anche i tuoi orsetti?? - mi sorrise con gli occhi e un malefico ghigno apparve sul suo viso
M: ciao Marishka, anch'io sono felice di rivederti!! - risposi acida
Ma: falli uscire, prima che mi arrabbi sul serio...
M: ragazzi!! - il mio tono era deciso, fermo...come quello dell'alfa, come quello di mia madre!
Ma: ma bene...finalmente vi vedo da vicino...peccato sarà solo per poco... - rise arcigna
Z: che succede, baby?? oh, ma guarda un po' chi si vede...May... - chinò il capo in segno di saluto. Zac, il cagnolino di Marishka, era sceso da un albero, spuntando dal nulla, e ora era al fianco della sua metà, mentre con un braccio le cingeva la vita.
M: salve Dog... - il mio sguardo era di fuoco
Z: bada come parli ragazzina!!
M: direi che sono cresciuta, sai...per l'esattezza adesso ho 427 anni...ma tu cosa ne puoi sapere...i cani non sanno cosa sia la matematica!!! - sentì il branco ridere nella mia testa
Z: razza di... - fece 3 passi avanti ma Marishka lo bloccò
Ma: calmo Zac...torna in te...ricordati che lei è mia!!! - mi squadrò dalla testa ai piedi ma non accennò alcunn segno di attacco. Mi sorpresi della sua reazione...perchè mai non attaccava??
M: dove sono le altre tue calamite?
Ma: non sono affari che ti riguardano... - bene, l'avevo turbata!!
M: che c'è hai paura di attaccare perchè i tuoi Fido sono a caccia?? - la provocai
Ma: non mi tentare, sottospecie di razza inferirore!! - sputò quelle parole come fosse veleno e i miei amici licantropi le ringhiarono contro. Erano pronti a scattare da un momento all'altro, aspettavano solo che io facessi qualcosa.
M: tu non immagini nemmeno quanto io sia diventata potente...sai, abbamo ucciso i tuoi supervisori...tutti e 5!!
Ma: erano degli incapaci...mi hai fatto un favore...avevo già intenzione di eliminarli io stessa!! - si ravvivò la sua folta chioma biondo platino e alcune ciocche di capelli le ricaddero lungo i seni.
M: non credo l'avresti mai fatto...non ne avresti avuta la possibilità
Ma: davvero?? - rispose con tono di superiorità
M: ti avrei uccisa prima...finta bionda Barbie!! - sorrisi crudele
Ma: come osi!!!! - mi gridò contro
Z: baby...contieniti...
Ma: lasciami!!! - il suo sguardo si posò su Leah. Sapevo cosa sarebbe accaduto e, mentre gli ululati di dolore di Leah si propagavano nell'aria, io fui di fronte alla mia nemica. Schiaffeggiai Zac con tutte le forze che avevo e il colpo fu così violento che sia lui che Marishka volarono in aria, scaraventati a terra 6 metri più in la. Corsi subito da Leah, per assicurarmi che stesse bene, e nella mia mente sentì la voce di Sam che mi metteva in guardia. Mi girai di colpo e finalmente vidi tutti i miei nemici riuniti, in posizione d'attacco, impazienti e desiderosi soltanto della mia morte. 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20

M: oh benvenuti cari amici! – mi rivolsi ai vampiri del clan di Marishka che ci avevano appena raggiunti. Mostravano tutti i denti, in posizione d’attacco. Erano tutti lì difronte a me ma stranamente non avevo nessuna paura, anzi, non vedevo l’ora di ridurli a brandelli!
E: finalmente ti sei consegnata, sai ero stufa di giocare a guardia e ladro con te… - il suo sguardo era infuocato.
F: già, ci hai evitato di venirti a cercare…ottima scelta la tua – un ghigno maligno sulle sue labbra.
T: io direi stupida scelta…ma infondo cosa potevamo aspettarci da una sporca mezzo sangue – girò il capo e sputò violentemente a terra.
I licantropi dietro di me ruggirono mostrando le fauci, impazienti di attaccare. Poco più in la vidi Marishka e il suo compagno rialzarsi e raggiungere gli altri del clan. Lei era acciliata e infuriata per il colpo che le avevo sferrato poco prima. Sul suo volto, proprio vicino all’occhio sinisto, c’era come una crepa profonda sulla sua pelle, che si distendeva fino al labbro superiore.
M: ehm, Marishka, cara…mi sa che devi rifarti il make-up! – sorrisi entusiata che il mio colpo avesse lasciato un segno su di lei.
Ma: comincia a pregare ragazzina! – riconobbi quello sguardo, sapevo cosa aveva intenzione di fare.
M: attaccate!!!!!! – urlai infine ai miei amici. In un batter d’occhio i miei licantropi furono addosso ai 7 vampiri d’avanti a noi. Leah si era ripresa, sembrava stesse bene e si era scagliata, con tutto il suo peso e la forza possibile addosso a Zac. Marishka era rimasta difronte a me immobile a guardare. Certo, lei non avrebbe mai attaccato per prima. Avrebbe fatto combattere inizialmente gli altri e poi mi avrebbe finita senza pietà. Era da lei.
Io decisi di non stare a guardare. Dovevo darmi da fare e aiutare i miei amici. Mi guardai intorno e vidi Seth e Paul in difficoltà. Fedrik, uno dei fratelli Polsky, era riuscito ad immobilizzare Paul con la sola forza del pensiero, mentre Seth era tenuto in una morsa d’acciaio da Carmen. Tom, dopo essersi scrollato Jared di dosso, si stava avvicinando ai suoi due fratelli per terminare il lavoro. Corsi immediatamente da loro e con tutta la forza che avevo in corpo tirai un calcio in pieno addome a Tom, facendolo allontanare di alcuni mentri. Un albero fermò il suo volo spezzandosi in due, mentre una crepa si apriva proprio nel punto in cui l’avevo colpito. Jared, proprio dietro di lui, non si fece sfuggire l’attimo di stordimento del suo nemico e con un colpo secco azzannò il collo di Tom, staccandogli definitivamente la testa. Sentii Carmen e Fedrik gridare verso il proprio fratello, concentrati a guardare la scena. Ne approfittai e mi scagliai su Fedrik tirangogli una spinta e facendolo distrarre quel tanto che bastava per permettergli di perdere il contatto mentale che aveva fatto paralizzare Paul. Quest ultimo, infatti, corse subito in aiuto di Seth, riusendo a liberarlo dalla morza di Carmen. Seth guaì dal dolore, aveva la le costole spezzate e si accasciò a terra nel tentativo di riprendere fiato. Il mio avversario, Fedrik, si era nuovamente alzato da terra e stava venendo verso di me. Mi misi a correre, più in fretta che potei, tanto da lasciarlo stupito e disorientato per un istante. Mi arrampicavo sugli alberi facendo girare Fedrik di continuo su se stesso con il capo ricolto verso l’alto. Lo stavo facendo impazzire. Improvvisamente perse l’equilibrio e cadde rovinosamente per terra. Fu allora che attaccai. Gli salì sulle spalle e gli afferrai le braccia, così da immobilizzarlo. Non ci pensai due volte e iniziai a tirare più forte che potei i due arti. Un rumore metallico e assordante mi confermò che glieli avevo strappati via e senza esitare gli diedi il colpo di grazia, scagliandoli un pugno micidiale in testa, dividendogliela in due. Paul era ancora alle prese con Carmen, ma di certo il licantropo stava avendo la meglio. Decisi di lasciare a Paul tutto il divertimento di ammazzarla e guardai Marishka per un istante. Accanto a lei ora c’erano Emma e David. Marishka li stava intimando di attaccare e loro obbedirono all’istante. Non si mossero di un millimetro, non ne avevano bisogno. Il loro era senz’altro il talento che m’intimoriva di più. Vidi Sam lasciar perdere Zac e scagliarsi contro Quile. In me che non si dica anche il resto del branco iniziò a combattere tra loro, perdendo di vista il vero nemico. Quei dannati di Emma e David ci avevano messi l’uno contro l’altro e io non potevo di certo scagliarmi contro i miei amici per fermarli. Ci avrei perso la pelle e ci sarebbero andati di mezzo anche loro. Digrignai i denti, lasciando trapelare un velo di insicurezza.
Ma: che c’è? La signorina May Woire è in completa difficoltà? – il suo tono di voce era sul finto dispiaciuto…poi sorrise arcigna - Oppure dovrei chiamarti Marihanne Drake!! – gridò infine scagliandosi su di me.
Cercai di bloccarla afferrandole le spalle, anche per non cadere a terra. Era forte, dovevo ammetterlo, e il tentativo di fermarla era valso a nulla, dato che mi stava spingendo inesorabilmente indietro, lasciando che i miei piedi, piantanti nel terreno, lasciassero una scia molto profonda durante il percorso. Constatai che lo scontro corpo a corpo con lei non avrebbe funzionato. Daltronte lei era una vampira più anziana di me e per questo più forte. Le schiacciai un piede violentemente così da farle allentare la sua stretta su di me. Con un salto e una capriola all’indietro, riuscì a sferrarle un calcio e ad allontanarla da me. Marishka rideva di gusto così come Emma e David. Guardavano fisso verso di me e continuavano in quella loro risata altamente rumorosa e snervante. Perché continuavano a guardarmi e a non attaccare? Cosa aspettavano? Non sarebbe stato difficile per loro uccidermi adesso. Ero sola. I miei amici si stavano azzannando l’un l’altro e io non avevo nessuno a cui affidarmi. Insomma, stavano sprecando una buona occasione per finirmi! Poi mi concentrai meglio sui loro sguardi… In effetti non stavano guardando me, ma dietro di me! Mi voltai anche io, quel tanto che bastava per vedere cosa ci fosse di così tanto divertente alle mie spalle.
M: o…mio…dio… - riuscì a farmi sfuggire dalle labbra, in un sussurro.
Quattro maestosi e mastodontici licantropi dal manto bianco mi si presentarono d’avanti agli occhi mostrando le loro terribili fauci. Presi un respiro profondo e sobbalzai strizzando gli occhi quando uno di loro mi ringhiò ferocemente contro. Di certo non sarei potuta scappare da quel lato, così tornai a guardare Marishka. Con mio stupore vidi che proprio dietro di lei c’erano altri quattro bestioni russi pronti ad attaccarmi.
Ma: allora..ti piaccioni i miei cagnoloni? – un'altra risata fragorosa mi accolse, infastidendomi – Emma, David..fate tornare in sesto i bastardi – fece un cenno del capo verso i miei amici. Vidi i miei licantropi terminare all’istante la battaglia che stavano combattendo tra di loro. Avevano uno sguardo perso, confuso e molti di loro avevano delle ferite profonde su varie parti del corpo. Emma e David, con i loro trucchetti, avevano indebolito i miei amici riducendoli rovinosamente.
Ma: allora Marihanne…
M: andiamo Marishka, mi dai la caccia da una vita…credo che tu sia entrata abbastanza in confidenza con me…chiamami May! – mi rivolsi a lei in maniera sfacciata, cercando di farle credere che non ero spaventata da tutto quello che stava succedendo e che malgrado la situazione, ero ancora capace di cavarmela..almeno a parole.
Ma: non essere sfacciata con me!! – mi ringhiò contro così come i licantropi bianchi.
M: ops! – feci gli occhi dolci – mi scusi..
Ma: facciamo così… - la sua voce era pacata e terribilmente terrificante – voglio proporti un accordo… - sentenziò sicura.
M: sentiamo… - che diavolo aveva in mente?
Ma: hai due possibilità, lascio a te la scelta…
M: muoviti, sto perdendo la pazienza!!
Ma: preferisci continuare a combattere e lasciare che dia ordine ai licantropi russi di attaccare mortalmente i tuoi amici e poi lasciarti ammazzare da me, Emma e David…oppure preferisci arrenderti e consegnarti a me lasciando illesi i tuoi licantropi così da salvarli la vita evitando un’inutile carneficina?
L’ascoltai attenta valutando la sua proposta. Mettiamo il caso avessi deciso di continuare la battaglia, egoisticamente, solo per riuscire a salvarmi… Non avremmo mai avuto alcuna possibilità in quanto inferiori numericamente e privi di forze. I miei amici non erano affatto in condizioni di combattere e lasciarli morire così senza motivo non mi sembrava proprio il caso. Loro erano la mia famiglia e dovevo preservare le loro vite. Sapevo che comunque, in un modo o nell’altro, sarei morta, dato che contro di me ci sarebbero stati tre vampiri con doti speciali e forza brutale. Quindi ovviamente la prima ipotesi era da scartare a priori. E pur valutandola, non sarei mai stata in grado di mandare i miei amici inconto ad una morte certa. Ma stavo prendendo tempo. Non so perché, non so cosa aspettassi…non sarebbe venuto nessun’altro in mio aiuto. E forse non c’era bisogno di mettere in pericolo altre vite solo per me. Da una parte era giusto così…io non sarei dovuta esistere a priori e quello che avevo causato si era prolungato per molti secoli facendo moire persone innocenti ingiustamente. Se mi fossi consegnata i miei amici sarebbero stati salvi e almeno avrei fatto qualcosa di buono in tutta la mia esistenza. Un sorriso amaro apparve sul mio viso, mentre guardavo il terreno sotto i miei piedi. Di certo ero riuscita a tenere Jacob al sicuro, lontano dalla battaglia…malgrado volessi vederlo un’ultima volta per baciarlo e dirgli “ti amo” prima di morire. Ma forse era meglio così…lui era vivo e incolume, e questo mi bastava per morire tranquilla.
M: devo dire che da te non me la sarei mai aspettata un’offerta del genere, e la cosa mi ha colto alquanto alla sprovvista…
Ma: sai che odio gli sprechi…infondo sono pur sempre creature prezione i tuoi amici…e non ho nulla contro di loro… - interruppe il suo monologo incitandomi a parlare.
M: va bene…mi arrendo…-non ebbi nemmeno il tempo di terminare la frase che Marishka mi “abbraccio” da dietro e i suoi due seguaci si posizionarono ai miei fianchi, in modo da impedirmi di fuggire.
Ma: questo è il momento che aspettavo da tutta l’eternità – disse entusiasta – ultimo desiderio?
Guardai i miei amici sorridendo teneramente, cercando di tranquillizzarli. Sam ululò disperato al cielo e io chiusi gli occhi per godermi l’attimo. Poi mi rivolsi a lui..
M: di a Jacob che lo amo – dissi lasciandomi sfuggire una lacrima. Marishka la leccò avidamente e poi posò un bacio sulla mia guancia destra.
Ma: ora muori! 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


CAPITOLO 21

Sentivo le mani di Marishka affondare avidamente nelll’incavo del mio collo, facendone uscire rigolii di sangue che vidi scendere lungo il mio braccio sinistro. Lei intanto rideva entusiasta. Da come si stavano mettendo le cose, avevo capito che la mia sarebbe stata una morte lenta e dolorosa. Da una parte me l’aspettavo. La mia avversaria amava divertirsi con le sue prede e io ero sicuramente una delle sue preferite, se non la prima in assoluto. Cercavo di resistere al dolore, continuando a guardare i miei amici che avevano preso ad essere inqueti. Ringhiavano e si muovevano in modo strano…che stessero organizzando un nuovo piano per attaccare i nostri nemici? Non riuscivo a capire. Tentai di coordinarmi con loro ma Marishka mi precedette intrufolandosi nella mia mente, facendola iniziare a bruciare. Urlai, come mai avevo fatto in vita mia e altre lacrime mi solcarono il viso. Sentivo le fiamme che mi consumavano la mente espandersi lungo tutto il resto del mio corpo e non potevo fare altro che dimenarmi tra le braccia della mia carnefice. Lei mi abbracciava stretta, non mi avrebbe affatto mollata per niente al mondo. Improvvisamente, il dolore lancinante che provai, terminò di colpo. Lasciai che Marishka mi sostenesse. Mi ero completamente abbandonata a lei, stanca e dolorante quanto ero. Avevo ancora il respiro affannato, cercavo ci calmarmi ma non ci stavo riuscendo. Un’altra risata da parte sua seguita da una frase che non riuscì a cogliere. Le fiamme si rimpadronirono di me e nelle urla vidi i lupi dal bianco manto iniziare ad attaccare i miei amici. Cosa? Perché Marishka aveva dato loro ordine di attaccare? Non eravamo arrivate a un accordo? Infondo, cosa mai poteva volere da loro se aveva già me?
M: avevi detto che sarebbero stati salvi – dissi in preda alle convulsioni e alle lacrime.
Ma: si…ma sai che non posso lasciare superstiti…loro devono morire così come te…nessuno deve sapere! – mi spiegò calma.
M: sei solo una stron…aaaaaaaaaaaa!!! – un’altra ondata di fuoco mi fece urlare senza ritegno.
Perché la morte doveva essere così dolorosa? Cavolo! Cercavo di distrarmi guardando la battaglia tra i licantropi. Avevo la vista appannata e non riuscivo a seguire tutto alla perfezione. Riuscì solo a cogliere un altro ululato da parte di Sam… Stava ululando verso qualcosa. Malgrado la mia folle curiosità, non potevo girarmi per vedere cosa ci fosse alle mie spalle. Doveva essere qualcosa di molto importante per aver catturato l’attenzione dell’alfa.
<>
Quella voce. Stavo sognando…o forse ero solo vicina alla morte. No, non poteva essere lui. Non sarebbe mai venuto a salvarmi. E poi gli avevo detto di restare vivo, non poteva assolutamente venire a salvarmi! Non potevo continuare a restare tra le braccia di Marishka, lasciandomi torturare a morte. Cercai invano di liberarmi…poi qualcuno venne ad aiutarmi. Emmet Cullen si posizionò alle spalle della mia nemica, tirandole i capelli fino a farla piegare completamente all’indietro. Edward le saltò sul ventre piatto, tirandole un pugno in piena faccia. Com’era possibile che i Cullen fossero venuti ad aiutarmi? Perché era quello che stavano facendo! La sua morsa su di me si allentò, lasciandomi cadere. Jacob mi prese tra le sue braccia e mi sentì improvvisamente meglio.
J: May..May stai bene? Oddio..che ti hanno fatto! – si rivolse a me teneramente, accarezzandomi il viso. La battaglia, che poco prima sembava avesse avuto già i suoi vincitori, riprese più cruenta di prima. Vampiri e licantropi si battevano all’ultimo sangue ma adesso eravamo noi ad avere la meglio!
M: tu non dovresti essere qui..stupido.. – riuscì a dire col fiato corto e la voce rauca. Ero sfinita, sentivo gli occhi pesanti e i rumori della battaglia che mi sovrastavano a poco a poco si affievolirono.  Avevo il viso di Jacob a un centimetro dal mio. Gli sorrisi, felice che in quel momento fosse lì con me. Mi baciò disperatamente e sulle mie labbra confessò di amarmi. Non ebbi tempo di rispondergli. I miei occhi si chiusero e, nel nuovo mondo che mi accolse, avrei portato per sempre quel momento con me.


  
<>
Sentivo quelle parole rimbalzarmi nel cervello ormai da un po’ di tempo, ma i miei occhi si rifiutavano di aprirsi…
M: mmm..Jake… - risposi con la voce impastata di sonno.
J: sei sempre la solita dormigliona – rise.
M: ah si? Senti chi parla… - risposi stizzita aprendo gli occhi e girandomi verso di lui.
J: sai, non hai una bella voce di prima mattina…forse non dovresti parlare affatto…
M: come osi brut… - Jacob mi baciò dolcemente sulle labbra facendomi morire ogni tipo d’insulto che stavo per fargli – potrei abituarmici a questo silenzio forzato – sorrisi.
J: forza, muoviti adesso…vuoi o no vedere Bella?
Da quando la battaglia era finita, dichiarandoci vincitori, Edward mi aveva ridato il permesso di vedere Bella. Erano passate altre due settimane d’allora. Io non ero conciata benissimo e, grazie alle cure che Carlisle si era proposto di offrirmi, adesso ero tornata a stare meglio. Jacob ovviamente aveva preferito farmi rimettere in sesto prima che incontrassi la mia migliore amica, non per farle bella impressione…lui si preoccupava della mia salute prima di tutto. Il resto avrebbe aspettato. Edward, di tanto in tanto, accompagnava Carlisle nelle sue visite a casa di Jacob. Lui aveva avuto modo di scusarsi con me e aveva aggiunto di essere tremendamente dispiaciuto per quello che mi era accaduto. Io l’avevo perdonato. Quello che m’importava era essere viva e con Jacob. Il resto poteva passare in secondo piano. E poi avrei rivisto Bella…che altro potevo chiedere di più?
Mi lavai e vestii in fretta…ero troppo felice di riabbracciare la mia migliore amica e non potevo perdere un minuto di più. Jacob m’incitò a stare calma. In realtà non riusciva a starmi dietro! Aspettai che si sistemasse anche lui e appena fu pronto c’incamminammo verso casa di Bella.
J: sei ansiosa? – mi chiese smorzando il silenzio che era calato tra noi.
M: beh a dire il vero..un po’.. – dissi timidamente. Lui mi prese per mano, mostrandomi uno dei suoi sorrisi più belli.
J: andrà tutto benissimo – disse sincero.
M: ne sono sicura – risposi, con il sorriso sulle labbra. Mi avvicinai a lui, lasciandomi abbracciare mentre continuavamo a camminare, costeggiando il mare. Respirai profondamente, sentendo finalmente la sensazione di libertà che avevo cercato da tutta la vita. Ero felice, serena…avevo un ragazzo che mi amava più di se stesso, nuovi amici e vecchi ritrovati. Tutti avrebbero conosciuto la storia di Marihanne Drake…e l’eternità non poteva essere più splendente di così. 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 18 ***


CAPITOLO 18

Per tutto questo tempo Sam e Jacob si erano presi gioco di me, facendomi soffrire e sanguinare. Ero sull'orlo della pazzia, tale la rabbia che provavo. Ma non potevo combinare un putiferio proprio il giorno prima della battaglia. Avrei messo in seria difficoltà i ragazzi del branco, che dell'accordo tra Sam e Jake non sapevano nulla, distruggendo gli equilibri che si erano creati e facendo tornare la tensione nel nostro affiatato gruppo. Avrei mai potuto lasciar accadere una cosa simile?? Non volevo subentrare ancora nel mettere in pericolo ulteriormente i miei amici. Così lasciai correre, per quel giorno.
Il mattino seguente mi svegliai all'alba...ero troppo nervosa per dormire. Mi allontanai quel tanto che bastava dal branco, per potermi allenare in silenzio e in santa pace, da sola. In me, il vulcano che si era accesso il giorno precedende, ancora non si era spento e bramava di eruttare. Dovevo trattenermi e non sprecare le energie che mi servivano per la battaglia che mi attendeva tra poche ore. Ero ansiosa, impaziente e impaurita. Quel tanto che bastava per far circolare nelle mie vene pura adrenalina. Ma ciò che mi tormentava era la rabbia. Non avrei mai potuto reprimerla...ero sul punto di scoppiare!! Ma non potevo. Quanto avrei voluto avere qualcuno da prendere a calci in quel momento...mi sarebbe servito per calmarmi un pochino, quanto meno!!
Poi m'illuminai...se avessi conservato tutta quella rabbia fino al momento dello scontro, avrei potuto dare una lezione coi fiocchi ai miei nemici e non se la sarebbero scordata per il resto dell'eternità...sempre se riuscivano a vederla. Questo pensiero mi fece sorridere e rompere una rocchia alla quale avevo scagliato un pugno. Ero pronta...più che sicura di me e dalla mia avevo i licantropi. Si, potevamo farcela. Alzai gli occhi al cielo, velato dalle solite nuvole grigie, e sospirai. Il vento si stava pian piano alzando e l'aria era più pesante del solito. Guardavo le nuvole volare libere nel cielo...una libertà che mi spettava di diritto, che mi era stata negata dalla nascita, che avrei conquistato con le unghie e con i denti quel pomeriggio stesso. Ero così assorta nelle mie fantasie che non mi accorsi di un rumore di passi che si avvicinavano a me. Mi spaventai quando Seth mi poggiò la mano sulla spalla, ma vedendolo gli sorrisi.
M: hei...vuoi far morire me d'infarto?! - scherzai riprendendo la sua battuta
Se: no, non lo farei mai...lo sai che ti voglio bene come una sorella - mi guardò con i suoi dolci occhi castani
M: hei fratellino, come mai siamo in vena di smancerie oggi? - chiesi abbracciandolo. Avevo avvertito che c'era qualcosa che non andava in Seth e confortarlo mi sembrava la cosa più giusta che potessi fare.
Se: c'è un divieto preciso che m'impedisce di farlo per caso? - rispose ridendo e ricambiando l'abbraccio
M: affatto, ma mi piacerebbe sapere che ti succede...ti sento strano - mi staccai da lui, tenendogli la mano destra e guardandolo negli occhi per potergli leggere l'anima.
Se. non ti si può nascondere proprio niente, eh?!
M: beh prenditela con il mio istinto...
Se: non lo sopporto il tuo nuovo super potere...sai che potrei farti causa per violazione della privacy?? - sciolse l'intreccio delle nostre mani per darmi un leggero pugno sul braccio.
M: hei mister avvocato del diavolo...sai che potrei metterti al tappeto con un battito di ciglia?? - in meno di un nano secondo ero già alle sue spalle senza che se ne fosse accorto.
Se. dove sei finita???
M: dietro di te... - risi
Se: neanche questo super potere mi piace... - disse infastidito ma con un velo di ironia
M: davvero, che hai Seth?? - chiesi seria e preoccupata
Se: non lo so...e che mi sembra di rivedere tutta la mia vita...è come se mi passasse a spezzoni d'avanti agli occhi...
M: avere paura per la battaglia è normale, anch'io ne ho...e tanta
Se: non è paura per la battaglia...quella riesce solo a farmi reagire...è che sono preoccupato per Leah, per Jake, per i ragazzi e per te...ho già perso mio padre...non voglio perdere di nuovo un componente della mia famiglia... - abbassò lo sguardo
M: so cosa vuol dire, credimi...ho visto tutte le persone a cui ero più affezionata morire d'avanti ai miei occhi...senza poter dire loro ciò che provavo davvero...ai miei genitori non ho mai detto che li volevo bene da morire...e a tutti coloro che mi hanno aiutata a sopravvivere avrei tanto voluto dire grazie di cuore...ma non mi è stato concesso il tempo materiale per farlo...questo è l'unico rimpianto che ho...ma oggi non accadrà niente di tutto questo Seth...io non lo permetterò!!!
Se: io non voglio che tu faccia il doppio del lavoro...
M: lo farò se sarà opportuno...prometto di non togliervi tutto il divertimento - sorrisi
Se: la solita esibizionista!! - alzò gli occhi al cielo, con un espressione più rilassata
M: prendere o lasciare...la merce non si cambia!!
Se: lo so...e comunque io non ti cambierei...ormai ho imparato a sopportarti e la cosa mi piace...
M: sante porole... - tornai a guardare il cielo
Se: May?
M: si???
Se: io non voglio avere rimpianti...- si avvicinò a me dandomi un tenro bacio sulla guancia e poi scappò via, verso la voce di Sam che lo chiamava.
Rimasi imbambolata dopo quel gesto. Mai mi sarei aspettata una cosa del genere da Seth. Si, sapevo che era il più sensibile di tutti, forse per la sua così giovane età e per le difficoltà che aveva dovuto affrontare, ma mi colse di sorpresa. Il mio sguardo era puntato nella direzione dove era sparito Seth poco prima e avevo ancora la mano posata sulla guancia destra. Avevo visto crescere quel ragazzo umanamente, durante queli anni trascorsi a Forks e soprattutto nell'ultimo periodo. Il nostro era un legame speciale. Lui era il mio migiore amico, dopo Bella naturalmente, che mi aveva confortata durante i momenti di crisi e di solitudine. Era una persona speciale, il mio fratellino. Si faceva voler bene da tutti, con quella sua aria da furbetto e lo sguardo vispo, sempre con la battuta pronta e un cuore immenso. Dovevo molto a quel ragazzo e glielo avrei dimostrato.
Il tempo passava lento, sembrava inesauribile e questo non faceva che aumentare la tensione, mentre Sam ci evidenziava per l'ennesima volta i punti fondamentali del piano. Accerchiare la loro base, far fuori i vampiri di guardia nel modo più silenzioso e impercettibile possibile, questo toccava a me in quanto fossi la più veloce del gruppo, e disporci su un'unica fila terminata la prima fase.
Non sembrava molto difficile questo passaggio per me. Ciò che mi preoccupava era l'attacco frontale con i "fantastici sette".
Nella seconda fase avremmo dovuto uccidere le pedine, i vampiri senza alcuna dote speciale, senza stancarci troppo e sprecare energia, avevo aggiunto io.
La terza fase sarebbe stata la decisiva e la più difficile...dovevamo essere concentrati al massimo e non potevamo permetterci distrazioni poichè i nostri avversari avrebbero potuto finirci in qualsiasi istante. Io conoscevo le loro mosse, sapevo come attaccavano e quanto fossero efficaci i loro colpi...dovevamo distrarli, ecco il trucco. E la mia velocià era un punto a nostro favore, dato che la predo ero io e la loro attenzione sarebbe rimasta focalizzata su di me.
Sapevamo tutto a memoria e l'unica cosa che ci auguravamo, era che finisse in fretta. Il tempo aveva preso ad accellerare e non potemmo esserne più che contenti. Il sole aveva appena iniziato a tramontare e tutti ci guardammo annuendo.
M: è ora... - dissi in tono freddo e distaccato
S: sarà meglio se ci avviamo...
Q: buona fortuna a tutti...
P:...ne servirà a loro... - disse digrignando i denti
L: per una volta tanto sono d'accordo con Paul... - sorrise
M: facciamogli vedere di cosa siamo capaci!!! 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=800208