Beyond the Legend - Light

di CABARETdelDIAVOLO
(/viewuser.php?uid=115700)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Beyond the death ***
Capitolo 2: *** Beyond the death ***
Capitolo 3: *** Beyond the death ***
Capitolo 4: *** Beyond the death ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***
Capitolo 6: *** Memories ***



Capitolo 1
*** Beyond the death ***


Part Two: Light

Beyond the Death

La lama di acciaio lucente squarciò l'aria colpendo il ventre dell'avversario e stridendo contro la sua cotta di maglia. L'uomo cadde con un tonfo sordo sbattendo con violenza sulla terra impregnata di pioggia e sangue.
Correndo, un altro soldato stava già avvicinandosi, pronto a scagliarsi con foga sul guerriero rimasto in piedi che, con un profondo respiro, si riportò in posizione d'attacco, voltando lentamente la testa.
I suoi lunghi capelli scuri ondeggiarono per qualche istante, mossi dal vento, prima di posarsi sul suo viso lasciandovi scivolare limpide gocce di sudore mentre i suoi occhi profondi rimasero fissi sull'obiettivo.
Le sue mani si strinsero con energia attorno all'elsa facendo contorcere il cuoio che la ricopriva.
Il nemico aumentò il passo, sollevando la sua arma, pronto all'attacco.
Con uno scatto del polso, il cavaliere alzò la spada e, con eleganza e precisione, colpì con tutta la sua forza.


Come promesso siamo tornate con il sequel di Beyond the Legend... Questo è, come dire, un assaggio di ciò che leggerete nella seconda parte di questa vicenda che ha visto nella prima parte la morte di Artù e di Mordred. Avete già indovinato chi è il misterioso cavaliere la cui lama sta colpendo gli agguerriti avversari? Se non lo avete capito non vi resta che seguire questa seconda ed ultima parte della storia che speriamo verrà apprezzata come la prima. Cosa possiamo anticiparvi? Solo che la canzone che farà da sottofondo al sequel si intitola "Tears of an Angel" di RyanDan. Ancora non è comparsa in questo prologo ma, come Broken, accompagnerà con le sue tristi note le nostre parole. Vi consigliamo di ascoltarla perchè è molto bella!

Un bacione,

Cabaret del Diavolo

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Beyond the death ***


Beyond the death

L'aria del mattino era fredda e umida e la nebbia aveva invaso il bosco ricoprendo alberi e soldati come un candido manto opaco.
Con un roco gemito, Gwaine estrasse con violenza la spada dal petto di un soldato che crollò a terra con gli occhi sbarrati, privi di vita, ancora rivolti al cielo.
Il cavaliere provò a rallentare il respiro e il battito del cuore che gli pompava nel petto ad una pericolosa velocità.
I capelli bagnati di sudore gli cadevano sul viso segnato dai rivoli di sangue che scendevano dalla ferita sulla fronte mentre il suo sguardo vagava, vigile e attento, pronto ad accogliere il prossimo nemico.
D'un tratto i suoi occhi si posarono su qualcosa che lo fece immobilizzare.
Lentamente abbassò la spada fino a farle sfiorare la terra scura, bagnandola di sangue.
Aveva la bocca aperta, ma nessuna parola gli uscì dalle labbra, solo la bianca condensa del suo fiato.
Quasi con timore, Gwaine fece un passo in avanti quando, all'improvviso, un urlo straziante proveniente dalle sue spalle lo fece sobbalzare.
"Mordred!"
Istintivamente, l'uomo serrò la presa intorno all'elsa della sua arma e con uno scatto si voltò piantando la lama nel corpo di chi si trovò di fronte.
Una macchia nera cominciò a bagnare il morbido tessuto viola intorno al punto in cui la spada era entrata.
Il cavaliere sollevò lo sguardo fino ad incontrare due occhi verdi pieni di dolore e rabbia ed un viso pallido e marmoreo segnato da un'espressione sorpresa e sofferente.
Quasi con ribrezzo Gwaine estrasse l'arma dal ventre della donna dai lunghi capelli scuri, che con un soffocato respiro cadde in ginocchio portandosi le mani a sentire la profonda ferita sotto il torace. Con un ultimo sussulto Morgana si abbandonò al suolo. Anche nella morte il suo sguardo non lasciò il corpo senza vita del ragazzo a pochi metri da lei.
Gwaine rimase per qualche istante a guardare il viso pallido della donna. Ora ogni traccia di luce aveva abbandonato i suoi verdi occhi spenti, come aveva abbandonato il suo cuore, tanti anni prima.

In lontananza, dei pesanti passi si avvicinarono ad elevata velocità fino a fermarsi accanto al braccio esanime, ricoperto di seta viola, della strega.
"I soldati di Mordred stanno arretrando..."
La voce profonda di Perceval irruppe nei pensieri di Gwaine costringendolo a ricordare ciò che aveva visto, qualche attimo prima, al di là del corpo del giovane Mordred.
Incrociò lo sguardo del suo compagno per poi voltarsi lentamente, dandogli le spalle.
Il biondo superò il cadavere di Morgana affiancandosi all'amico e spostando anch'egli gli occhi verso il fondo del bosco.

Cover my eyes. Cover my ears...

Il corpo di un soldato, il corpo di un re, giaceva fra le braccia tese e dolenti di un uomo, il cui volto si levò delicatamente mentre il suo sguardo andava a perdersi di fronte a sé, in un luogo lontano dalla foresta, lontano dalla guerra.
La mano esile del mago era poggiata dolcemente su quella più pallida e fredda di Artù mentre Excalibur riposava al fianco del guerriero, ancora accarezzata dalle sue dita che parevano addormentate.
I due cavalieri stavano per avvicinarsi timorosamente quando si videro superare da uno sconvolto e ancora ansimante Leon che, trascinando la sua spada, si portò a circa un metro da Merlino.
In pochi attimi, intorno al mago, si formò un muro di armature che lo spinsero a sollevare lo sguardo fino ad incontrare volti familiari di soldati stanchi, tesi in espressioni incredule e sofferenti.
"M-Merlino..."
La voce di Leon era nervosa, inquieta e spaventata.
Il mago lo guardò per qualche secondo senza proferire parola, prima di spostare l'attenzione su tutti gli altri cavalieri.
Si fermò sul viso di Gwaine e vide i suoi occhi rossi, pervasi dalla rabbia, chiudersi lentamente mentre un soffio di fiato gli usciva dalla bocca. Quando li riaprì il suo sguardo era pieno di tristezza.
Merlino tentò di mantenere il controllo di sé cercando forza nello sguardo del cavaliere ma più si costringeva a rimanere calmo, più sentiva le labbra tremare e un dolore intenso invadergli il corpo.
Quando vide Gwaine deglutire con fatica e serrare la mandibola tanto da farsi male, non riuscì più a resistere.
Chiuse gli occhi e abbandonò la testa contro il petto aumentando involontariamente la presa sulle dita del re, sperando, con ogni brandello della sua anima, di sentire ancora una volta la stretta incoraggiante e fraterna di Artù.
Ma la mano cerea e insanguinata dell'amico rimase immobile e fredda.
"Il re è mor..."

Tell me these words are a lie...

Il mago trasse un profondo respiro senza riuscire a concludere la frase.
Rimase fermo per un tempo che parve interminabile, pensando a ciò che era suo dovere fare in quel momento.
Oltre la difficoltà. Oltre il dolore.

It can't be true that I'm losing you...

Riaprì gli occhi ma gli ci volle qualche secondo prima di riuscire a spostare lo sguardo verso il volto di Artù.
Un impercettibile sorriso segnava ancora le sue labbra bagnate di rugiada.
Sembrava quasi caduto in un sonno profondo. Senza Incubi. Finalmente in pace.
Fu in quell'istante che Merlino capì.
Non era la fine. Era solo l'inizio.
Credeva che tutto fosse finito in quel momento e che la vita e la speranza ora giacessero morte fra le sue braccia.
Ma ciò che Artù aveva lasciato era qualcosa che sarebbe rimasto e si sarebbe aggrappato per sempre al cuore di tutti coloro che avrebbero conosciuto la sua storia:
Il coraggio.

Sun cannot fall from the sky...

Merlino sollevò con delicatezza le mani del biondo, portandole ad unirsi sopra Excalibur, sul petto del re.
"Portiamolo via..."
Sul viso del mago si era disegnata un'espressione triste e dolce.
La sua voce rilassata riuscì in un attimo a calmare e rassicurare anche gli altri cavalieri che, con cautela, fecero un passo verso il corpo di Artù.
Merlino alzò lo sguardo trovandosi ad incontrare gli occhi ancora lucidi di Gwaine che senza alcuna esitazione fece un cenno d'assenso verso l'amico.
Pian piano, il cielo cominciò a piangere una pioggia gelida e fine che cadde echeggiando il suo ticchettio per tutta la foresta.

Can you hear heaven cry?

Una lacrima cadde dalle ciglia del mago andando a confondersi con le gocce di pioggia che lentamente iniziavano a rigare il suo volto.
"Torniamo a casa..."

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Beyond the death ***


Beyond the death

I cavalieri portarono Artù dentro le mura di Camelot sotto la pioggia battente che oramai cadeva da tutta la mattina. Percival e Leon reggevano la sua schiena tenendola sulle loro spalle, mentre Gwaine e gli altri rimasti tenevano delicatamente le gambe.
Merlino, davanti a tutti loro, guidava i soldati attraverso la città dove timorosi popolani si affacciavano alle porte delle case. In una mano serrava stretta Excalibur e il suo viso bagnato portava ancora ben visibili i segni di un dolore profondo e intenso.
Alla vista del corpo del loro Re, i cittadini parevano sussultare come feriti dal colpo violento e improvviso di una freccia.
Alcuni cominciavano a pregare, altri cadevano scioccati in ginocchio. Molti scoppiavano in lacrime portandosi le mani a coprirsi il volto.
I guerrieri arrivarono alle porte del castello dove il mago si fermò consegnando la spada a Percival e indirizzando con lo sguardo gli altri verso l'interno; quando si voltò vide che tutti i paesani si erano avvicinati, seguendo i cavalieri, fino alla scalinata di pietra.

Stop every clock, stars are in shock.

Volti tristi, affranti, impauriti di uomini, donne e bambini che avevano realizzato di aver perso la luce più splendente che li aveva guidati nell'oscurità di quegli anni.
Merlino scese i gradini incrociando lo sguardo di quelle persone familiari e gentili, arrivò in mezzo alla folla, che si aprì rispettosamente al suo passaggio e si fermò al centro della piazza.
La pioggia aveva iniziato a farsi mano a mano più rada e ora, solo piccole e finissime gocce colpivano il suo volto pallido che pareva sempre più stanco.
Fece un profondo respiro chinando il volto verso il suolo.
"Ha pensato a voi, ogni giorno, fino alla fine."
Parlò dolcemente, come un padre ai suoi figli, tornando a guardare ognuno di loro.
"Eravate la sua gente, il suo popolo, la sua famiglia..."
D'un tratto, l'attenzione di Merlino venne rapita dal viso di un ragazzo che poteva avere circa vent'anni. Aveva i capelli chiari tutti spettinati e gli occhi leggermente lucidi, di un azzurro intenso, erano puntati su di lui, attenti e concentrati.
Un leggero sorriso sfuggì dalle labbra del mago rivedendo in quel giovane lo sguardo, coraggioso e ancora incosciente, di un principe che aveva conosciuto tanti anni prima, proprio in quella piazza.
"Ora, qui, in questo triste giorno...io vi chiedo di aiutarmi a dargli l'addio che merita."
Per un attimo i presenti rimasero immobili, incerti su cosa dovessero fare. Fu proprio quel giovane dai capelli biondi il primo a muoversi; si voltò con uno scatto dirigendosi di corsa verso un capanno attirando gli sguardi di tutti, compreso Merlino.
Dopo pochi secondi, il ragazzo ricomparve sulla porta con degli attrezzi un una mano e un fascio di ceppi di legno sotto l'altro braccio.
Il mago fece un cenno d'assenso al giovane che subito andò a posare i legni davanti alla scalinata del castello. In pochi istanti tutti lo imitarono disperdendosi per la città alla ricerca di ciò che serviva, mentre perfino la pioggia sembrava essersi fermata in attesa di dare l'ultimo saluto al re di Camelot.

River would run to the sea.

Dopo poche ore le porte del castello lentamente si aprirono, scricchiolando e facendo voltare tutta la gente radunata nella piazza.
Lungo le scale ancora bagnate scesero, ordinati e fieri, i cavalieri del regno. Vestiti dalla loro divisa scura, risistemata dopo la battaglia, ora indossavano sulle spalle anche il lungo mantello rosso decorato dallo stemma d'oro della casata Pendragon.
Gwaine e Percival aprivano il corteo reggendo la parte anteriore dell'asse in legno su cui poggiava il Re e, subito alle loro spalle, Leon e Galahad li aiutavano, seguiti dal resto dell'esercito.
Merlino si fece largo fra la folla arrivando proprio accanto alla pira che lui e i paesani avevano eretto in quel poco tempo.
Anche gli abiti del mago erano diversi. Indossava una semplice tenuta nera, con stivali di pelle marrone, ma sopra, portava la giacca color porpora dei cavalieri, la stessa che gli aveva donato Artù, il giorno in cui l'aveva nominato suo consigliere.
I soldati arrivarono accanto alla legna e con delicatezza, salirono a poggiare il corpo del Re in cima alla catasta.
Il medico di corte aveva ripulito le ferite togliendogli l'armatura e la cotta di maglia e l'aveva poi rivestito. Non con l'abito funebre, ma con la stessa divisa di tutti i suoi cavalieri e amici. Un lembo del suo mantello rosso, cullato dal vento, pendeva dalla montagna di legno, muovendosi dolcemente mentre i soldati finivano di adagiare il corpo.
Merlino seguì ogni passaggio con attenzione ma non riuscì nemmeno una volta a spostare lo sguardo su Artù.

I won't let you fly.

Quando i cavalieri finirono di preparare ogni cosa e scesero dal mucchio di legna, tutto il popolo si era già radunato intorno alla pira reggendo candele e fiori.
Nessuna parola, nessuna cerimonia per il Re... Non servivano. Erano state le gesta che aveva compiuto a parlare per lui durante tutta la sua vita. E sarebbero state quelle stesse gesta il ricordo più grande che il suo nome avrebbe lasciato al mondo.
Il mago si fece coraggio e salì i pioli, seguito da Leon, fino ad arrivare vicino al corpo.
Quando vide il viso di Artù, sereno, in pace, uno spasmo lo colpì al petto, non di sofferenza o dolore, ma di gioia. Aveva condiviso tutta la sua vita con quell'uomo ed era stato l'onore più grande che avrebbe mai potuto desiderare, e in quel momento capì che nemmeno la morte avrebbe potuto fermare il loro legame.

I won't say goodbye.

Con dolcezza allungò la mano arrivando all'impugnatura di Excalibur posta sul petto del Re, sfiorò per qualche istante le dita pallide, scostandole poi leggermente per afferrare l'elsa della spada e sollevarla portandosela sul cuore.
Immediatamente il suo sguardo si spostò sul viso di Leon che reggeva una fiaccola accesa accanto a lui. Merlino vide i suoi occhi arrossati trattenere a fatica le lacrime e si accorse che le sue dita stringevano nervosamente la torcia ed erano pervase da un leggero tremito.
Delicatamente, il mago posò la mano sul legno accanto a quella del cavaliere e con un lieve sorriso, lo guardò negli occhi facendogli segno di tornare accanto ai suoi compagni.
L'uomo sembrò calmarsi e con un rapido cenno del capo ringraziò il moro, rispondendo al suo sorriso, e scese dalla pira andando ad affiancarsi a Percival.
Merlino accostò la fiaccola alla legna e in pochi istanti, il corpo di Artù venne avvolto dal fuoco riscaldando l'aria fredda che girava sulla piazza.
Una torre di fiamme si stagliò contro il cielo grigio, salendo sempre più verso l'altro e trasformandosi in una sottile ragnatela di rivoli di fumo nero che si andavano a perdere fra le nubi.
Il mago scese le scale, passò oltre i cavalieri e attraversò la piazza arrivando al bordo della città, dietro a tutta la folla.
Rimase immobile, a guardare il fuoco danzare davanti alle porte del castello stringendo Excalibur fra le mani fino a quando Gwaine non arrivò a sistemarsi al suo fianco, petto in fuori e braccia incrociate dietro la schiena.
I due si scambiarono un lieve sorriso poi, improvvisamente, in lontananza il rombo di un tuono deviò la loro attenzione.
Merlino volse gli occhi verso l'altro e incontrò con lo sguardo un muro di nuvole nere che si stavano addensando sopra le loro teste.
D'un tratto, piccole e fredde gocce d'acqua, iniziarono a cadere sui loro visi.

I won't let you slip away from me...

Il mago lentamente chiuse gli occhi e girò leggermente le mani, voltando i palmi verso l'altro.
"Merlino...cosa...?"
Nessuna risposta arrivò dal moro, semplicemente un leggero movimento delle dita rivolto al cielo.
L'uomo rimase stupito e con uno scatto, rivolse il suo sguardo verso le dense nubi grige mentre il mago riaprì gli occhi, ancora tinti d'oro, lasciando che un profondo sospiro uscisse dalle sue labbra.

Can you hear heaven cry?

La pioggia cessò all'istante e, dalle scure nuvole, nacque un sottile fascio di luce che squarciò il cielo e colpì il volto del cavaliere come una tiepida carezza, facendogli quasi mancare il respiro.
"È ancora qui, Gwaine..."

The tears of an angel...

Il sole invase la piazza illuminando ogni cosa e rendendo ancora più forti le fiamme della pira.
Tutto venne avvolto dai caldi raggi del sole che, infrangendosi contro le mura, si riflettevano sulle gocce di pioggia facendo scintillare l'intero castello di Camelot di una splendente luce argentata.
"...e non vorrebbe vedere il suo regno piangere..."

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Beyond the death ***


Beyond the death

Tutti i cittadini si erano lentamente ritirati nelle loro case, rivolgendo un ultimo saluto alla montagna di legna ancora avvolta dalle fiamme, quando anche i cavalieri si diressero verso l'interno del castello, sfoderando la spada e chinando il capo passando davanti alla pira. Solo Merlino e Gwaine erano rimasti fermi al loro posto, ai margini della piazza e, con un'apparente gioia ritrovata, sorridevano lasciandosi trascinare dai ricordi.

"...e non ho mai visto nessuno prendere così tanti pugni in faccia in una sola volta e restare cosciente!"

"Oh, quello è merito mio. L'ho fatto svenire così tante volte nel corso degli anni che, fra botte sul pavimento e vasi distrutti in testa, in quella zona credo fosse diventato immune al dolore!"

Una divertita risata illuminò i visi dei due uomini che per un attimo si sentirono trasportati indietro nel tempo. Poi, pian piano, le loro risa si affievolirono e il cavaliere trasse un profondo e nostalgico sospiro portando il suo sguardo verso il suolo. Il mago gettò una rapida occhiata alla pira infuocata e si sentì nuovamente invadere da un caldo brivido che gli percorse tutto il corpo. Con un elegante gesto, sollevò Excalibur e la porse all'amico rivolgendogli poi un tenero sorriso.

"Portala al lago..."

La sua voce era calma e sicura tanto da lasciare Gwaine stupito.

"... e gettala nell'acqua."

Concluse avvicinando la spada al cavaliere che lentamente poggiò le mani sull'elsa, afferrandola quasi con timore.

"M-Merlino...io non...non posso..."

"Devi essere tu a farlo."

So hold on...

Gwanie, con uno scatto, alzò lo sguardo, incontrando gli occhi splendenti e decisi del mago. Vide una luce diversa in quegli occhi, irremovibile e consapevole. Dal primo giorno che Merlino era entrato a Camelot la sua vita si era legata ad un'altra... e ora, per lui non c'era altra ragione per rimanere dentro le mura di quella spendente città. In quel momento, Gwaine capì che qualunque cosa avesse detto o fatto, sarebbe stata inutile. Con un sospiro, il cavaliere rispose al sorriso facendo un cenno d'assenso con il capo.

"Sir Rupert ti porterà là."

Con una mano, Merlino accolse l'ingombrante muso del cavallo che, zampettando, gli era arrivato accanto uscendo dalla stalla vicino al castello. Gwaine si avvicinò all'animale, infilando la spada nel fodero accanto alla sella, poi afferrò un polso del mago serrandolo in un'intensa stretta.

"Mi devi da bere..."

Il cavaliere tirò le labbra in un simpatico e triste sorriso stringendo la presa sull'avambraccio del moro che si lasciò sfuggire una muta risata tenendo lo sguardo, sempre affettuoso, sull'amico.

"Me ne ricorderò..."

Con uno strattone, tirò Gwaine vicino a sé, cingendogli le spalle e stringendolo in un abbraccio.

"...te lo prometto."

I due uomini si staccarono reggendosi ancora per qualche secondo per le braccia, poi si salutarono con un ultimo cenno del capo. Il cavaliere montò rapidamente in sella e diede uno strappo alle redini partendo al galoppo, senza più voltarsi indietro. Arrivò al limite della città attraversando l'ingresso di pietra senza rallentare, senza più fermarsi; sentiva l'aria sferzargli con violenza il viso e in quell'istante si rese conto di non voler sapere se la lacrima che sentiva scendergli lungo la guancia era solo colpa del vento oppure era causata dal dolore che sentiva nel petto.

Be strong.

Attraversò tutto il bosco lasciandosi guidare dal cavallo i cui zoccoli sbattevano rumorosamente sul terreno bagnato mentre le fronde degli alberi danzavano freneticamente al loro passaggio.

E mentre correva al galoppo, la memoria del cavaliere ritornò agli anni passati.
Ritornò alla ricomparsa di Mordred e Morgana desiderosi di potere e vendetta.
Ritornò al momento in cui Elyan lasciò la città, indignato dal tradimento della sorella.
Ritornò a Lancillotto e Ginevra, che scapparono dal regno travolti dal loro amore, lasciando dolore e rimpianto nel cuore dell'uomo che li aveva protetti, del Re che li aveva salvati.
Ritornò alla morte di Uther e alla nascita di una nuova Camelot, di un nuovo regno, migliore e splendete, forgiato nella magia.
Ritornò all'incoronazione di Artù.
Ritornò al primo incontro con un principe e il suo servo avvenuto in un taverna, molti anni prima...

Gwaine sapeva che Merlino non sarebbe più stato là al suo ritorno; sapeva che non avrebbe più rivisto il suo amico.
Perchè loro non si sarebbero mai lasciati. Nemmeno di fronte alla morte.
L'aveva già capito quel giorno, alla locanda...

Perchè loro si completano.

Perchè loro si appartengono.

Il cavallo improvvisamente rallentò quando la vista del lago apparve davanti allo sguardo dell'uomo che delicatamente tirò le redini fino far arrestare completamente l'animale. Il cavaliere smontò di sella dando un paio di colpetti sul collo della bestia come silenzioso ringraziamento mentre i suoi occhi si spostarono sull'elsa lucente della spada che sporgeva dalla sacca. Lentamente la afferrò sentendo il suo cuore colmarsi di un profondo senso di rispetto e onore; con un unico movimento la estrasse dal fodero per poi voltarsi e incamminarsi verso il lago. Si fermò a pochi centimetri dalla riva e, dopo qualche istante, sospirò rumorosamente e, dolcemente, sollevò la lama poggiandosela sul palmo della mano, tornando a guardare davanti a sé.
Lo specchio d'acqua di fronte ai suoi occhi risplendeva e scintillava di infinite luci dorate riflettendo i raggi del sole che si stagliavano su tutta la superficie leggermente mossa dal vento.

Every day on will go.

Merlino tornò a voltarsi verso il centro della piazza oramai deserta e tenendo lo sguardo rivolto alla pira fece un inteso respiro e chiuse gli occhi alzando leggermente il volto verso il cielo.

"Kilgarrah...riesci a sentirmi?"

Il mago non proferì parola ma sentì la sua stessa domanda risuonargli nella mente, subito seguita da una voce bassa e calda.

"Ti sento...mago Merlino."

Il drago parlò nei pensieri del moro con infinita tranquillità sentendo in lui determinazione e sicurezza.

"Il regno della magia è giunto alla sua fine e presto tutto quello che noi siamo stati, tutto quello che abbiamo rappresentato non esisterà più..."

L'uomo continuò a comunicare con la mente della creatura che in silenzio ascoltava l'incontestabile verità delle sue frasi.

"...e io ho una richiesta da farti..."

Questa volta il mago fece sentire la sua voce lasciando uscire le parole in un soffuso bisbiglio mentre i suoi pensieri venivano invasi da un fiume incontenibile di ricordi. Ricordi di avventure, di incantesimi, di battaglie e di feste. Ricordi di affetto e di amicizia. Ricordi legati ad un solo uomo.

I'm here...

"Ti conosco?"
"Sono Merlino!"
"Quindi non ti conosco."

"Chi ti credi di essere? il Re?"
"No, sono suo figlio...Artù!"

"Riuscirai mai a cambiare Merlino..."
"No, vi annoiereste..."

"Sapete quante volte ho salvato il vostro reale fondo schiena?"
"Bene, alla fine ti è tornato il senso dell'umorismo!"

"Rimarrò al vostro fianco, come sempre, per proteggervi..."
"Dio ci aiuti..."

"...Merlino?"
"No, non ne ho proprio voglia."
"Non hai scelta Merlino."
"Va bene."

"Sei rimasto qui tutta la notte?"
"Non volevo che pensaste che foste qui da solo."

"È un presagio favorevole per Albion, per te e per Artù e per il regno che costruirete insieme."

Don't you fear...

"Se il mio destino è finalmente compiuto, io ti chiedo...ti prego..."

Il moro trattenne il fiato senza concludere la frase. Non ne aveva bisogno.
Kilgarrah fece un profondo respiro riflettendo sulla richiesta che l'uomo gli stava facendo.

"Se è questo ciò che il tuo cuore desidera..."

Little one...

Le sue parole riecheggiarono calme e profonde nella mente di Merlino che rimase immobile fino alla fine.

"...io non ti fermerò."

Il mago espirò profondamente riaprendo gli occhi che per un unico istante si fecero dorati come il sole.

"Va..."

Don't let go...

La voce del drago scivolò pian piano in un sussurro fino a scomparire completamente.

"...va da lui, Merlino..."

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Epilogo ***


Beyond the death - Epilogo

Il cavaliere osservò Excalibur tenendola come fosse un prezioso e delicato gioiello; la luce scintillava danzando sull'acciaio facendola apparire ancora più bella.

Gli occhi del moro guardarono ancora una volta la pira ardente, prima di chiudersi, mentre le sue braccia cominciavano a dissolversi come polvere trasportata dall'aria.

Cover my eyes, cover my ears...

Gwaine serrò la presa con energia e con tutta la forza che possedeva la scagliò nel lago sentendo la lama cantare fendendo l'aria gelida.

Il mago sentì il suo corpo scomparire lentamente come trasportato da un caldo respiro proveniente dalle fiamme davanti a lui.

In quell'istante una mano, esile e chiara, uscì dalle acque afferrando al volo l'elsa di metallo.

Un sorriso spontaneo e sereno comparve sulle labbra di Merlino prima che anche il suo volto svanisse, accarezzato dall'ultimo soffio del vento che portò via con sé le anime di una leggenda.

Tell me these words are a lie...

"Addio..."
Un sorriso malinconico e dolce segnò il viso del cavaliere mentre, in lontananza, le dita pallide si strinsero intorno a Excalibur e delicatamente la condussero nelle acque di Avalon, dove avrebbe riposato per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Memories ***


Beyond The Legend - Memories

La mia vita?
Difficile definirla.
Non è stata il trionfo di fama e gloria che avevo immaginato da bambino
quando mi vedevo a cavalcare draghi e a salvare principesse.
Ma non sono nemmeno rimasto sepolto in un buco nascondendomi dal mondo.
Non sono nulla di speciale, su questo non ho dubbi, sono solo un uomo, come tanti.
Ma di una cosa sono certo.
Sono stato un cavaliere.
Sono un cavaliere.
Ho vissuto con i più grandi uomini che il mondo riuscirà mai a ricordare.
Ho combattuto al fianco di Re Artù.
Ho cavalcato con mago Merlino.
E so che i nostri nomi non verranno dimenticati.
I racconti di queste vite verranno tramandati anno dopo anno,
di padre in figlio,
di generazione in generazione;
fino a diventare una leggenda venuta alla luce in un luogo oramai perduto.
Una leggenda nata in un tempo lontano.
E allora, forse, nessuno saprà mai che noi siamo davvero esistiti,
che abbiamo riso e pianto e amato proprio come chiunque altro.
Nessuno saprà che quel racconto straordinario letto su un libro è la verità.
Ma io lo so.
Io ho vissuto questa storia oltre la leggenda,
fino alla fine,
dall'oscurità alla luce.
Una storia che parla di forza e di coraggio.
Una storia che parla di magia.

The End.


Grazie.
Grazie a tutti voi che avete avuto la pazienza e la voglia di leggere questa storia.
Grazie a tutti voi che avete avuto la bontà di recensire così positivamente un racconto che speriamo abbia fatto commuovere voi quanto lo ha fatto con noi.
Grazie a quelli che continueranno a recensirci nonostante abbiano voglia di ucciderci o suicidarsi dopo aver letto questa apoteosi della tristezza.

Ma soprattutto, grazie ad Artù e Merlino.

Cabaret del Diavolo.

Ah! Grazie anche a quel fattone di Gwaine che, dopo aver perso anche Merlino, si è dato all'alcolismo ed è morto di cirrosi epatica pochi anni dopo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=801791