Tutto bene

di Rota
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Tutto bene ***
Capitolo 2: *** Grazie ***
Capitolo 3: *** Mattina ***
Capitolo 4: *** Letto piccolo ***
Capitolo 5: *** Meow ***
Capitolo 6: *** Incubo ***
Capitolo 7: *** Mai ***



Capitolo 1
*** 1. Tutto bene ***


*Autore: margherota
*Titolo: Tutto bene
*Fandom: Wild Adapter
*Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru (citato)
*Generi: Introspettivo
*Avvertimenti: Missing Moment
*Rating: Verde
*Prompt: Il silenzio è il suono più forte -Set 7
*Note: Per il compleanno di Ishirane, anche se in anticipo (L)


Una scia di fumo grigio uscì dalle labbra dell'uomo, formando una specie di nuvoletta grigiastra a poca distanza dal suo viso. Makoto non aveva neanche gli occhiali sul naso, a malapena distinse quella sagoma di foschia densa. Strizzò gli occhi, ma il risultato non mutò di molto.
Però, riuscì a vedere le stelle e la Luna, in alto. Non gli sembrò un paesaggio così degno di nota e tornò con lo sguardo in basso, rimirando ombre e luci confuse della città.
Albeggiava, dietro i palazzi e i grattacieli.
Prese un altro tiro, la sigaretta si accorciò di poco, mentre un lieve vento minacciava di spegnerne la testa.
L'uomo guardò indietro, verso la finestra aperta che dava sul balcone, dove in quel momento si trovava.
C'era tranquillità in casa - Tokito dormiva ancora, in un sonno sereno e privo d'incubi o ricordi. Neanche qualche ore prima, si stava discutendo su cosa mangiare per cena, su chi avesse fatto prima la doccia e chi invece avrebbe dovuto cucinare. Tokito aveva vinto, per una volta, e non aveva perso occasione di farlo notare, esattamente come un bambino che si gloria di una vittoria a lungo ricercata.
Makoto restò ad ascoltare quel silenzio pregno di suoni - passati, come impronte di carezze stupende, e futuri, come promesse lusinghiere che non avrebbero tardato.
Poi sorrise nel buttare la sigaretta a terra e spegnerla con la punta della ciabatta da casa.
Rientrando, sorrise nel silenzio della notte: andava tutto bene.

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Capitolo 2
*** Grazie ***


*Autore: margherota
*Titolo: Grazie
*Fandom: Wild Adapter
*Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru 
*Generi: Introspettivo, Sentimentale
*Avvertimenti: Missing Moment, Shonen ai
*Rating: Verde
*Prompt: Indugia sulla punta della lingua - Set 7
*Note: Avete presente la scena della doccia? Dove Tokito chiede a Kubota di stare fuori dalla porta del bagno? Sì? Bene, questo viene dopo (L) Per il compleanno di Ishirane, anche se in anticipo (L)


L'asciugamano strofinò con forza sui capelli bagnati, raccogliendo nelle trame del proprio tessuto gocce d'acqua e umidità. Sotto, Tokito indossa soltanto dei pantaloncini corti, che non gli arrivano neanche al ginocchio.
Nell'aria c'era un forte odore di zuppa e al ragazzo bastò girare la testa di lato per vedere Kubota ai fornelli, mentre girava un cucchiaio di legno in una pentola grandissima.
Gli si avvicinò, guardandolo in viso. Quando l'uomo se ne accorse, si girò a sua volta e gli sorrise, costringendolo ad arrossire.
Che avesse qualcosa da dire era più che evidente; che avesse intenzione di farlo davvero, un po' meno.
Kubota però non lo forzò né disse nulla, aspettando con garbo che fosse lui il primo a proferir verbo. Sapeva che incitarlo non sarebbe servito ad altro che farlo chiudere in sé stesso - aveva imparato i concetti base per una convivenza quantomeno pacifica e civile, poco a poco.
Tokito lo studiò, cercando una falla nel suo muro nel quale intrufolarsi senza pudore. Perché ne aveva di cose da dire, anche senza pensare troppo, e il calore dell'acqua calda che ancora aveva sulla pelle gliene stava giusto suggerendo qualcuna.
Lasciò cadere l'asciugamano sulle spalle, avvicinandosi ancora a lui.
Aprì la bocca, dapprima senza parlare, mosse la lingua ma non pronunciò alcuna parola.
Indicò allora i fornelli.
-Quindi mangiamo zuppa per cena?-
Kubota restò fermo e zitto per qualche istante, poi gli rispose con fare assolutamente pratico e diretto.
-Se riesci a creare un pollo arrosto dal nulla ti sarò debitore a vita...-
Tokito lo guardò male, lui sorrise - sorrise anche Tokito.
Intanto, la verità colorava lo sfondo in un tranquillo e riposato tepore, e i due la respirarono pian piano.

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Capitolo 3
*** Mattina ***


*Autore: margherota
*Titolo: Mattina
*Fandom: Wild Adapter
*Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru
*Generi: Generale, Commedia
*Avvertimenti: Missing Moment, Shonen ai, What if...?
*Rating: Verde
*Prompt: Impronte vestite di rosso - Set 7
*Note: Un possibile e/o probabile post sesso (L) Per il compleanno di Ishirane, anche se in anticipo (L)


Tokito sbadigliò, senza degnarsi neppure di alzare la mano al viso per coprirsi la bocca. Aveva dormito poco e ancora sentiva la sonnolenza lungo tutti i muscoli. Stiracchiò le braccia, mentre una tazza di caffè gli veniva servita davanti. Kubota prese posto accanto a lui, in completo silenzio - non era messo tanto meglio del ragazzo, e lo si poteva notare dalla maglietta che indossava: l'etichetta spiccava sotto il mento in tutto il suo splendore.
Eppure, da dietro gli occhiali, lo sguardo dell'uomo si puntò e si fermò sulla figura del ragazzo.
Parlò calmo e posato, come al solito - cercando di proteggere la propria persona, già da quel momento, in un tono assolutamente pratico.
-Tokito...-
Il ragazzo lo fissò, lo sguardo ancora sperso da qualche parte.
-Cosa?-
Una mano dell'uomo si alzò, indicandolo in maniera sfacciata. Prima di parlare di nuovo, l'uomo bevve un sorso di caffè.
-Il collo...-
Tokito si toccò, senza però alcun allarmismo né in faccia né tra le parole. Il cervello non connetteva minimamente, e lui era ancora ben lontano da fiutare qualsivoglia pericolo.
-Cosa?-
Kubota si mise ritto sulla sedia, cercando di non dare troppa importanza alle sue parole. Insomma, nascondendosi dietro i propri occhiali, risultando solamente più goffo e impacciato del solito.
-Credo... ti averti lasciato qualche segno, stanotte...-
Il lampo di consapevolezza tardò ad arrivare: dovette lottare con le palpebre pesanti e i muscoli ancora caldi. Ma quando arrivò, proruppe in un tono acido e in poche parole sgradevoli. Quando Tokito era arrabbiato, lo si capiva subito.
-Sei il solito imbecille!-
-Ma basterà che tu metta qualcosa con il collo alto, chi vuoi che ti guardi?-
-Sei solo un imbecille!-
-Vorrà dire che la prossima volta eviterò di fare qualsiasi cosa...-
Un lampo di puro odio attraversò la distanza tra i due, depositandosi direttamente sul più anziano dei presenti.
-Kubo chan...-
E comparve quasi un sorriso sereno, speranzoso e rassicurante sul viso dell'uomo quando questo si rivolse per l'ultima al ragazzo.
-Sì, Tokito?-
Ragazzo che lo guardò storto e quasi gli urlò in faccia.
-Sei un imbecille!-

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Capitolo 4
*** Letto piccolo ***


*Autore: margherota
*Titolo: Letto piccolo
*Fandom: Wild Adapter
*Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru
*Generi: Introspettivo, Romantico
*Avvertimenti: Missing Moment, Shonen, What if...?
*Rating: Giallo
*Prompt: Paradisi per illusi - Set 7
*Note: Per il compleanno di Ishirane, anche se in anticipo (L)


La bocca dell'uomo lo lasciò con un piccolo schiocco, per poi raggiungerlo nuovamente un poco più in là, dove sapeva di ricevere altri gemiti soffusi anche se meno intensi in cambiodi qualche attenzione ben giostrata.
Tokito seguiva i movimenti della testa di Kubota con difficoltà, ma una mano ben volentieri immerse le dita tra i suoi capelli, stringendo a tratti senza reale forza - specialmente quando le labbra di lui si chiusero sul collo, succhiando la pelle sensibile.
Ansimò, poco discreto, e tese i muscoli della schiena - sentì Kubota ghignare, contro di lui, e per dispetto gli pizzicò il fianco ancora coperto dalla camicia. L'uomo fece una smorfia, e tornò a baciarlo in silenzio.
Si strinsero in un abbraccio stretto, rotolando di fianco quel poco che bastava per incontrare il muro dove finiva il materasso e fermarsi lì. Il letto era piccolo e anche un poco scomodo, ma non abbastanza da non accoglierli entrambi: bastava rimanere così, vicini.
Makoto sorrise, accarezzando l'altro sulla testa. Sentì il ragazzo tentare di farsi più vicino, quasi avesse la reale intenzione di fondersi con lui; ma nel non riuscirci, scocciato, strofinò il naso contro il suo petto e poi si acquietò.
Makoto sorrise ancora.
Illudersi che bastava stare lì, in silenzio, a sentire non altro che il suo respiro e a nascondere il naso tra i suoi capelli, faceva bene al cuore. Come un cucchiaio di medicina.
Tanto Kubota era sicuro che il tempo - spietato - avrebbe riservato giustizia a ogni sofferenza dimenticata. Non aveva proprio fretta, lui, e il suo paradiso personale aveva un buonissimo profumo di miele sopra i capelli.

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Capitolo 5
*** Meow ***


*Autore: margherota
*Titolo: Meow
*Fandom: Wild Adapter
*Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru
*Generi: Fluff
*Avvertimenti: Missing Moment, Shonen, What if...?
*Rating: Verde
*Set: 7
*Prompt syllables of time: Le vecchie abitudini sono dure a morire
*Note: Arrivo con l'ennesimo capitolo, chiedo scusa per il ritardo ma questo non l'avevo pronto e l'ho dovuto scrivere (L) Ho avuto un flash tutto d'un colpo e allora mi sono messa sotto *.* Spero possiate gradire (L)
 
 

La sera, quando non avendo nulla da fare entrambi si ritrovavano sul divano a guardare un programma a casa che trasmettevano in tv, era facile che si ritrovassero abbastanza vicini l'uno all'altro da entrare in collisione fisica.
Come in quel caso dove Tokito, assomigliando a un grosso, grosso felino domestico, annoiato come non mai ad un certo punto stiracchiò gambe e braccia, allungandosi sul divano fino a raggiungere l'uomo ignaro, che lo accolse in assoluto silenzio. Appoggiando il ventre sulle sue gambe, incrociò le braccia sul bracciolo del divano occupato poco prima dal braccio di Makoto, sistemandosi comodamente come se nulla fosse e continuando a guardare la tv senza aggiungere nulla.
Fu in quel preciso istante che gli occhi dell'uomo, alla ricerca di un qualche riscatto psicologico sull'altro, si posarono inspiegabilmente sulla massa di capelli di Tokito, restando lì quel tanto da riuscire a formulare un pensiero coerente che non esplicasse la sua solita indifferenza.
Tokito glielo aveva detto parecchie volte, che non apprezzava molto essere paragonato ad un animale - figurarsi l'essere trattato come tale.
Ma in quel momento nella testa di Kubota non c'era proprio nulla se non la voglia sempre più forte di approfittare di quell'unico momento di debolezza che il ragazzo stava mostrando.
Così, casualmente, l'arto superiore di Makoto si abbassò quel tanto da far incontrare perfettamente la sua mano con la morbidezza insita nei capelli dell'altro, permettendo alle dita di cominciare quel movimento tanto strano che assomigliava quasi a una coccola o a una carezza.
I primissimi secondi furono tesi, tra i due: Tokito aveva registrato il movimento nella propria testolina e stava formulando una reazione. Stava trattenendo il fiato e non un solo muscolo del suo corpo si stava muovendo. Mosse dapprima il collo e Makoto temette che volesse ritrarsi e andare via bruscamente. Invece, nell'incoerenza più pura, o forse dando semplicemente colpa alla tv che gli stava rubando tutta l'attenzione necessaria, la testa del ragazzo andò incontro alla mano che gli stava dedicando attenzioni e ne seguì il movimento, con tranquillità.
Kubota non osò sospirare per la contentezza, ma fu davvero contento; continuò senza fermarsi, concedendosi di guardare la tv a sua volta e di godersi la serata.
Quasi poté giurare di aver sentito un verso soddisfatto molto simile a un miagolio, poco dopo - ma non disse nulla, preferendo tenersi ben stretto quel meraviglioso istante.

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Capitolo 6
*** Incubo ***


*Autore: margherota
*Titolo: Incubo
*Fandom: Wild Adapter
*Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru
*Generi: Fluff
*Avvertimenti: Missing Moment, Shonen, What if...?
*Rating: Verde
*Set: 7
*Prompt syllables of time: Inghiottito dall'oscurità che brilla
*Note: Penultimo capitolo della raccolta, sono contenta di essere riuscita ad arrivare fin qui *.* Mi sono riavvicinata al manga da poco, me lo sono letta di recente e l'amore sopito è tornato splendente (L)
Per questa one shot ho immaginato che Kubo-chan e Tokki condividessero camera e letto, com'è suggerito nel manga.
Spero possiate gradire :3 Buona lettura (L)



Capitò anche quella notte, come molte altre addietro, che il sonno di Tokito fosse agitato da incubi orrendi e da mostri oscuri. Il ragazzo si agitava nel letto, stretto come sempre al corpo di Kubota con gambe, braccia e anima medesima.
Tremava, ringhiava, diceva qualche parola e poi ingoiava il vuoto e si metteva a gemere senza più accennare nulla. Sudava, anche, su tutto il viso e le mani.
Kubota era sveglio e rimase fermo ad ascoltare il tremore di ogni singolo muscolo, lo spasmo degli arti e i profondi sospiri del busto. Aspettare parve l'unica soluzione, l'unica cosa da poter realmente fare. Per calmare anche il proprio spirito, aveva provato volta dopo volta diversi metodi per calmarlo - trattarlo come da sveglio, con parole tranquille e alcune carezze sulle spalle e sui capelli - ma niente come il tempo poteva acquietarlo.
Kubota pensò con immediata lucidità quanto profonde fossero le tenebre in cui si trovava il cuore di Tokito e quanto, invece, il suo braccio fosse corto.
Ma lui sarebbe stato lì, pronto ad afferrare la mano di Minoru ogni volta che questa si sarebbe sporta abbastanza, ogni volta che avrebbe richiesto il suo aiuto e anche ogni volta che semplicemente ne necessitava.
Non dovette attendere più: Tokito si svegliò di soprassalto, alzandosi a sedere sopra il materasso e guardandosi attorno spaesato e confuso.
Non un muscolo di Kubota a quel punto si mosse ma la sua voce, nel buio, fu chiara e limpida.
-Tutto a posto?-
Tokito ebbe un altro balzo, il cuore era troppo affannato per rendersi conto che non c'erano pericoli. Guardò il buio e intuì la figura del letto e del giovane uomo che gli era di fianco. Fu acquietato da quella semplice constatazione - così, quando Kubota allungò la mano per toccargli la schiena, lui non si ritrasse né fece alcun sorriso sul viso, ma anzi si calò verso di lui e si lasciò abbracciare, lasciandosi avvolgere ancora una volta dalle lenzuola.
-Tutto a posto.-
Sì, in quel momento sicuramente era tutto a posto.

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Capitolo 7
*** Mai ***


Autore: margherota
Titolo: Mai
Fandom: Wild Adapter
Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru
Generi: Fluff, Introspettivo
Avvertimenti: Missing Moment, Shonen ai, What if...?
Rating: Verde
Set: 7
Prompt syllables of time: Ho pianto per te sul pavimento della cucina
Note: Ultimo capitolo della raccolta, e finalmente si conclude l'opera <3
Volevo dedicare quest'ultimo capitolo a Nemeryal, che è venuta a conoscenza da poco tempo di questo fantastico manga. Tesoro, hai appena scoperto un nuovo eden ç//////////ç (L)



Tokito non era solito fare simili gesti – lui che difficilmente si mostrava debole, lui che faceva di tutto perché non gli si rivolgesse come a un bisognoso, un ammalato, un infermo. Eppure era arrivato allo stremo e non riusciva a sopportare oltre.
Tutta colpa di quello stupido di Kubota.
Perché come al solito aveva fatto le cose senza dirgli nulla né spiegargli cosa stesse accadendo, mantenendo per sé tutti i pensieri e condividendo con lui solo la parte necessaria. Perché come al solito gli aveva chiesto come impossibili e senza senso, “Non uscire di casa per un po' di giorni, tutto il cibo che ti serve è nella dispensa”, e a lui rimaneva solo l'amaro in bocca e una sensazione di forte disagio addosso. Perché come al solito lui si vedeva costretto a ubbidire senza capirne davvero il motivo.
Al quinto giorno di assenza, aveva cominciato a fargli male la mano, all'improvviso. Stava cominciando a preparare da mangiare, una di quelle stupide scatolette che aveva lasciato per ultime perché proprio non gli piacevano, e all'improvviso era stato colto da un forte malore. Aveva lasciato cadere a terra tutto quello che teneva tra le mani e si era accucciato sul pavimento.
Faceva male, tutto, e gli girava fortissimo la testa. Il corpo prese a tremargli, persino le ossa a fremere per il nervoso – gli occhi a inumidirsi per la rabbia e la frustrazione.
Non seppe quanto tempo stette lì, a rantolare dal dolore senza capire altro, tuttavia alzò il viso di scatto quando una voce lo chiamò, trattenendo a stento una certa nota di preoccupazione.
-Ehi, stai bene?-
Kubota lo guardava dall'alto, con lo sguardo di chi non sa se essere sorpreso o dispiaciuto da una scoperta, entrato chissà quando nella stanza.
Gli avrebbe molto volentieri dato un pugno in faccia, se solo ne fosse stato capace; invece si limitò a rantolare ancora e a stringersi la mano al petto. Kubota si inginocchiò accanto a lui, senza osare toccarlo o smuoverlo.
E non importò più il perché, il percome, il quando e il dove. Se di un passato non si poteva avere ragione, Tokito voleva solo vivere un presente che si chiamasse tale, con l'unica persona che lo faceva sentire davvero vivo. Per questo era arrabbiato, per questo era felice che Makoto fosse lì.
Gli prese il colletto della camicia con la mano e se lo tirò addosso, facendolo cadere a terra. E mentre quello cercava di alzarsi per scansarsi di dosso a lui, Tokito gli arrivò vicino al viso e sibilò, con occhi cattivi.
-Mai. Mai più devi lasciarmi solo a questo modo. Non lo sopporto.-
Prima di prenderlo tra le braccia e calmare ogni suo tremore, Makoto impiegò qualche secondo per rispondergli – ma lo fece con quel mezzo sorriso che rendeva persino le sue bugie verità.
-Mai.-

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