Raistlin - La Genesi dell'Ombra

di kutinjiu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio, nel bene o nel male ***
Capitolo 2: *** Antimode ***
Capitolo 3: *** La Scelta ***
Capitolo 4: *** L'arrivo ***
Capitolo 5: *** Gli Eroi delle Lance ***
Capitolo 6: *** Par-Salian ***
Capitolo 7: *** La prova del grande atrio ***
Capitolo 8: *** La stanza degli specchi ***
Capitolo 9: *** Il prezzo da pagare ***
Capitolo 10: *** Amber ***
Capitolo 11: *** La Busta Scarlatta ***



Capitolo 1
*** L'inizio, nel bene o nel male ***


Raistlin 1 Raistlin è uno dei miei personaggi preferiti, anzi probabilmente è a causa sua se io tifo sempre per i maghi piuttosto che gli
eroi che corrono nella mischia a tagliare la gente con l'arma di leggendaria di turno.
Ambizioso, tendente al male, potente, debole di salute, silenzioso, astuto e pungente.
Ma soprattutto incompreso da chiunque. Disprezzato per il suo comportamento, anche se volto a proteggere gli amici.
Cosa si potrebbe volere di più?
Ovviamente tutto merito della saga di Dragonlance! Grazie ai suoi autorevoli autori!


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Raistlin Majere era nato in fin di vita. Accanto a lui, piangeva il suo fratello gemello, Caramon.
Aveva lottato per giorni contro la morte con le sue deboli forze.
Per fortuna sua sorellastra, Kitiara, lo aveva accudito giorno e notte.
La madre, Rosamund, le aveva detto di lasciar stare poichè era troppo malato e concedergli di morire sarebbe stato un atto di pietà, non di malvagità.
La ragazza non le aveva dato retta, questo succedeva spesso, in genere era lei ad avere torto ma non questa volta.
In realtà a convincerla nel lottare erano stati gli occhi di Raistlin.
Solitamente li teneva chiusi e rimaneva fermo, sofferente a causa della febbre.
Ogni tanto però lui li apriva e la guardava, in quello sguardo era celata una grande voglia di vivere.
Giorno dopo giorno, il piccolo migliorava ed alla fine la febbre passò.

Rosamund e Gilon si erano innamorati mentre lui faceva il mercenario.
Era stato pagato per difendere Solace, la città degli alberi Vallen, dove lei abitava.
Il suo marito precedente era un cavaliere di Solamnia, un'ordine la cui disciplina era leggendaria.
Come ricordo di lui era rimasta solo Kitiara, loro figlia.
Gilon era spesso assente a causa del suo lavoro ma in compenso la famiglia non aveva problemi economici.
Dopo una delle sue brevi visite, erano nati Caramon e Raistlin.
Il primo aveva ereditato il fisico ed il coraggio di suo padre.
Il secondo invece aveva ricevuto la salute instabile di sua madre.
Rosamund infatti un paio di volte all'anno, cadeva in trance per delle ore.
Questo era causato da alcuni poteri magici che possedeva ma erano stati soppressi quando era piccola.
Durante quelle crisi, tutti si allontanavano in preda al panico.
Tutti tranne Raistlin.
Piangeva disperato, finchè non lo coricavano a fianco della madre.
Allora i suoi occhi si chiudevano e dormiva tranquillo.
Le crisi della madre erano peggiorate sempre di più dalla sua nascita.
Se il piccolo non fosse sembrato così innocente e debole agli occhi di tutti, probabilmente tutti avrebbero pensato che fosse lui la causa di tutto ciò.

Raistlin aveva cinque anni ora. Caramon correva in mezzo ad altri bambini che si rincorrevano.
Kitiara li guardava da distante, preoccupata, poi tornò a lavorare pensosa.
Era chiaro che uno dei gemelli sarebbe divenuto un guerriero forte e valoroso.
Aveva anche chiesto una spada per il suo compleanno, si era dovuto accontentare di una in legno.
Raistlin dimostrava una grande intelligenza, ma era debole fisicamente e molto solitario.
Lui non giocava spesso con i suoi coetanei, in genere era Caramon a trascinarlo.
In quelle occasioni, il bambino osservava attentamente il comportamento degli altri.
A volte li provocava o li elogiava di proposito, solo per studiare le loro reazioni.
Con il gemello comunque manteneva un rapporto di grande amicizia.
A loro non servivano le parole per comunicare, bastava uno sguardo.
Quando Caramon non capiva qualcosa, Raistlin gliela spiegava.
E se Raistlin era stanco, Caramon era lì a prendersi cura di lui.
Ciò che un fratello non notava, era l'ombra celata nel cuore dell'altro.
Un seme di risentimento che sarebbe cresciuto con il tempo.








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Capitolo 2
*** Antimode ***


Raistlin 2 Un giorno, Raistlin, che aveva sei anni, stava osservando la gente che entrava in città.
Erano tutti piccole formiche. Tanta forza ma poco ragionamento.
Lavoravano per sopravvivere e si interessavano solo alla loro città e non al mondo.
Nessuno meritava il suo rispetto, eccetto Caramon e Kitiara.
La sorellastra a volte gli raccontava delle città lontane dove scortava i ricchi mercanti.
Krynn era un mondo nel chaos, da quando era avvenuto il Cataclisma.
Gli Dei li avevano abbandonati e loro dovevano risorgere dalla ceneri della devastazione.
Erano nate sette segrete che poi avevano preso piede come nuove religioni.
La più famosa erano i Cercatori, che avevano convertito tutta la città di Haven.
I chierici erano scomparsi, sia quelli buoni che quelli oscuri.
La tensione era alta, minacciava di scoppiare una guerra al Nord, a Solamnia.
Raistlin ammirava Kitirara, così fiera ed impetuosa, con al volontà di dominare la propria vita.
Caramon invece era lento a comprendere le cose più semplici...
Quando capiva però, poteva tenere testa ai ragionamenti più complicati.
Inoltre si preoccupava sempre della sua salute.
Non lo faceva per pietà, come la madre, ma per puro amore fraterno.
Provava invidia per lui, amato dalla gente, forte e dal cuore sincero.
Aveva tutto quello che Raistlin non poteva.
Lui era inferiore a tutti, l'intelligenza era inutile in quel mondo, a quanto pare.

Mentre era assorto nei suoi pensieri, volse lo sguardo su un uomo imponente.
Indossava delle Vesti Bianche che lo etichettavano come un mago del Bene.
I loro occhi si incontrarono ed entrambi scorsero la fiamma della magia ardere nell'altro.
Poi l'uomo continuò per la sua strada.

Quella sera la famiglia Majere ebbe un ospite.
Si trattava di Antimode, il mago dalle Vesti Bianche.
Discusse un po' con il bambino, che parlava come se avesse dieci anni.
Gli spiegò che ogni Veste traeva i suoi poteri da una Luna diversa.
Solinari alimentava quelle Bianche del Bene.
Lunitari quelle Rosse della Neutralità.
Inoltre vi era un'altra luna, che solo le Vesti Nere potevano vedere nel cielo notturno.
Essa era Nuitari, la Luna Nera del Male.
Alla fine dei suoi studi, avrebbe deciso chi servire delle tre.
Tutti i maghi erano rispettati, anche le Vesti Nere, poichè contribuivano all'equilibrio.
Dopo il suo monologo, lasciò a Raistlin la scelta se divenire un suo apprendista,
Gli avrebbe garantito un'istruzione perfetta ed avrebbe badato lui alle spese.
Il bambino aveva un talento naturale enorme, non poteva permettere che andasse perduto.
Inoltre, l'odio verso gli altri che maturava nel suo cuore doveva essere fermato.
Forse ora che la sua salute instabile era compensata dalla magia, avrebbe fatto pace con se' stesso.
Nessuno avrebbe più provato compassione per lui, anzi, prima o poi lo avrebbero temuto.
L'ultimo bambino così promettente era stato Fistandantilus, colui che aveva cercato l'immortalità.
Aveva fallito il tentativo, ma era rimasto il mago più potente nella storia.
Finstandantilus dalle Vesti Nere.

Raistlin lasciò Solace il giorno successivo.
Una promessa mantenne il legame tra i due gemelli.
Quando si sarebbero rivisti, uno sarebbe stato un guerriero e l'altro un mago.




 

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Capitolo 3
*** La Scelta ***


Raistlin 3 Raistlin, che ora aveva quindici anni, stava memorizzando i suoi incantesimi.
Era l'eterno fardello dei maghi.
Se una parola o la pronuncia era sbagliata, le conseguenze erano imprevedibili.
Una formula poteva consistere di interi paragrafi da recitare, a volte anche cantando.
Spesso occorreva leggere anche all'indietro, oppure saltando frasi.
Dopo l'uso, l'incantesimo spariva dalla mente e bisognava memorizzarlo nuovamente.
Raistlin non riusciva ancora a far fluire la magia in sincronia con le parole.
Doveva riuscire a passare il limite che gli avrebbe dato accesso ai suoi poteri.
Solitamente gli apprendisti partivano per un viaggio a questo scopo.
Lui sarebbe partito appena dopo la sua Scelta.

Antimode, era fiero del suo allievo. Aveva sempre dimostrato una competenza fuori dal comune.
L'aveva istruito cercando di indirizzarlo alle Vesti Bianche ma non aveva avuto molto successo.
Nonostante lui fosse forse il più potente tra i seguaci di Paladine, il Dio del Bene, Raistlin era inflessibile.
Aveva sigillato l'odio del ragazzo grazie ai suoi discorsi, ma rimaneva pur sempre una minaccia in agguato.
Giunto il momento, aprì la porta a Raistlin e lo fece sedere davanti a tre libri, uno per Veste.
Poi uscì silenziosamente, lasciandolo alla sua decisione.

La sua mano indugiava tra due libri. 
Raistlin sapeva di essere destinato a cambiare il mondo, doveva solo decidere in cosa.
Quando sorse Solinari, un raggio filtrò da un'apertura nel muro e si posò sul primo libro.
La figura di Paladine, rappresentata in copertina, iniziò a parlargli.
Tuttavia il ragazzo non capiva il suo linguaggio.
Vedendo la sua confusione, il Dio sospirò, e rimase in attesa, sconfitto.
Poi sorse Lunitari ed accadde la stessa cosa di prima.
Gilean rimase impassibile, un occhio vigilava la figura di Paladine e l'altro quella di Takhisis.
Non disse nulla, ma aprì le mani in un gesto di accoglienza.
Dietro di lui vi erano immensi scaffali pieni di libri, Raistlin ne riconobbe alcuni.
Tomi che si dicevano perduti, racconti del Bene e del Male.
Tutti però trovavano una conclusione che non pendeva da nessun lato.
La Neutralità permeava tutto, era la chiave di volta dell'universo.
La mano di Raistlin si stava appoggiando alla copertina del libro rosso, decisa nella sua scelta.
In quel momento si animò l'immagine di Takhisis, nonostante Nuitari non fosse spuntata in cielo.
Infatti solo le Vesti Nere potevano vedere la Luna Oscura ed i suoi raggi tenebrosi.
La Dea del Male emise un urlo che suscitò nel ragazzo la sensazione di essere il padrone del mondo.
Non sarebbe più stato fermato dai limiti umani o divini, avrebbe fato ciò che voleva.
In cambio, Takhisis gli chiedeva solo la sua fedeltà.
Raistlin non percepiva più la debolezza del suo corpo, solo quella altrui.
E gli altri sarebbe stati schiacciati dalla sua potenza.
La sua mano ora era quasi poggiata sul libro nero.
Improvvisamente, la Regina delle Tenebre sparì emettendo un ululato rabbioso.
Gilean allora vibrò di rabbia, ad un suo cenno scomparve anche Paladine.
Catturato dal fascino di quel potere glorioso che sovrastava gli altri due Dei, Raistlin ne fu certo.
Le sue dita sfiorarono il libro scelto con decisione ma anche con dolcezza.
D'ora in poi avrebbe indossato le Vesti Rosse della Neutralità.

Antimode aveva notato un vuoto nella volta celeste, mentre attendeva l'esito della Scelta.
Poi riscontrò un altro evento ancora più misterioso.
Solinari si era mossa, fino ad occupare quello spazio nero e vuoto.
Sicuramente Paladine era intervenuto per un motivo importante.
Gli Dei antichi non avevano abbandonato il mondo, erano le persone ad averli dimenticati.
Purtroppo nessuno si fidava dei maghi e dunque solo loro custodivano la vera religione.
Quando Raistlin uscì dalla stanza indossando le Vesti Rosse, Antimode sospirò di sollievo.
Lo abbracciò con trasporto, augurandogli un buon viaggio.
Le Vesti Bianche avvolsero il corpo del ragazzo provocandogli un fremito.
"Probabilmente è la prima ed unica volta che sentirà queste Vesti sulla sua pelle" pensò Antimode.
Poi Raistlin partì verso casa. Chissà tra quanto tempo sarebbe tornato dal maestro.
Prima però doveva imparare a recitare gli incantesimi del suo nuovo libro.














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Capitolo 4
*** L'arrivo ***


Raistlin 4 Il ritorno a casa non fu bello come forse si aspettava.

Caramon era corso felice verso di lui appena l'aveva visto.
Lui non era cambiato molto, a parte l'armatura e la spada che portava con se'.
Ora faceva parte del corpo di guardia di Solace.
Inoltre a volte scortava un fabbro durante i suoi viaggi di lavoro.
Sembrava molto felice, d'altronde era amico di tutti e si prodigava per aiutare i concittadini.
Continuava a stare sempre dietro a Raistlin come un'ombra.
Non si rendeva conto di quanto lui fosse più sapiente.
Lo trattava come se fosse fragile ed indifeso.
Però era un comportamente di cui lui non si rendeva conto ed il fratello silenziosamente lo perdonava.
In fondo era l'unico a farlo sentire veramente importante.

Kitiara continuava nel suo ruolo di mercenaria, era ormai nota per la sua ferocia nei combattimenti.
La sorellastra aveva insegnato tutti i suoi trucchi al fratello, soprattutto quelli più sleali.
Raistlin si ritrovò a pensare
che era molto distante dalla dolce ragazzina che l'aveva voluto salvare un tempo.
Scoprì di provare ammirazione nei suoi confronti.
Vi era una parte oscura del suo carattere che lo affascinava.
Se il corpo era stanco, lei lo costringeva a muoversi.
Nulla l'avrebbe mai ostacolata nel perseguire i suoi scopi.

Sua madre era come sempre in balia delle sue trance, sopraffatta dalla sua magia interiore.
Nonostante questa sua incapacità, era amata dalla famiglia ed il giovane mago non capiva.
Cosa aveva fatto lei di tanto speciale? Anzi, lei aveva voluto ucciderlo, uccidere un neonato!
Per fortuna era intervenuta Judith, una vedova di Solace e vecchia amica di Rosamund.
Era sempre pronta a dare una mano e non chiedeva nulla in cambio.
Poverina, aveva rimpiazzato il marito con altre cose ma la sua vita restava comunque miserabile.
Era divenuta una seguace del culto del dio serpente Belzor.
Conosceva infusi segreti di erbe e con questi riusciva ad aiutare l'amica.
Tuttavia la stava indirizzando verso quella religione insensata.
Raistlin sapeva bene quali erano i veri Dei ma era impotente davanti a tutto ciò.
Anche ora, dopo anni di studio, la sua situazione non era affatto diversa.

La famiglia quindi stava crollando. Tutti erano indipendenti tra loro.
In ogni caso, la vita continuava tranquilla e Raistlin, pur di allontanarsi da casa, accompagnava Caramon nei suoi viaggi.
Nonostante la lontananza ed il tempo, riuscivano ancora a capirsi con uno sguardo.

L'anno successivo, dunque quando i gemelli erano sedicenni, Gilon si ritirò dal lavoro di mercenario.
Era troppo vecchio ormai, quindi si era trovato un lavoro come taglialegna a Solace.
Sfruttava la forza accumulata negli anni per quell'attività un po' meno rischiosa.
Fortunatamente grazie a Caramon potevano continuare a sopravvivere economicamente.
Tutti erano sempre grati ad altri, mai a lui... Raistlin era un peso morto fin dalla nascita...
Un giorno il padre, tagliando male un albero, rimase schiacciato dal tronco caduto.
Gli altri boscaioli, quando sentirono le urla, chiamarono aiuto ma le speranze erano nulle.
Accorse anche la famiglia, appena in tempo per salutarlo.
Il padre ebbe parole dolci per tutti, ma esitò alla volta del mago.
Un lampo di egoismo si fece strada nei suoi occhi.
Probabilmente si chiedeva cosa avesse fatto quel figlio per loro.
Non sapeva ancora recitare incantesimi. Aveva guadagnato pochi soldi.
Ma soprattutto, andandosene lo aveva privato della gioia di crescerlo.
Tuttavia Raistlin lesse soltanto i primi due pensieri nel suo sguardo.
E prima di udire il suo addio, non scorse più luce in essi e le parole non uscirono mai.
Come sempre, lui era quello denigrato. Nessuno sapeva quanti sacrifici avesse compiuto.
Solo perchè Caramon era grosso, allora tutti lo elogiavano e speravano nel suo futuro.
Una parte dell'anima del mago mutò improvvisamente.
Non sentì nemmeno la madre cadere a terra, sprofondata in una trance.
In quel momento aveva orecchie solo per ascoltare una voce interiore.
Gli stava sussurrando
con malizia: "Ora che ne hai il potere, cosa vuoi cambiare di questo mondo?"





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Capitolo 5
*** Gli Eroi delle Lance ***


Raistlin 5
Astinus decise di prendersi una pausa. Anche il curatore della biblioteca di Palanthas necessitava di riposare a volte.
Osservò distrattamente tutto ciò che aveva scritto fino a quel punto.
La vita di Raistlin era già costellata di presagi fin dall'infazia, non c'era da meravigliarsi di come era proseguita.
Come umile servitore di Gilean, Astinus era un immortale e stava portando avanti il suo compito da interi millenni.
Si occupava di riportare nei libri tutto ciò di rilevante nella storia di Krynn.
Pensò che sarebbe stato impegnato a lungo nello scrivere la storia di quel mago.
Questa occupazione era vitale e l'avrebbe perorata fino alla Fine.
Conosceva tutti gli eventi che accadevano poichè lui era il mondo, lui viveva le vite di tutti e moriva innumerevoli volte.
Provava una moltitudine di sensazioni e sentimenti, era stato un eroe ed un malvagio, aveva seguito dal suo scranno le imprese di umani, elfi e delle altre razze, avendo successo o cadendo nella disgrazia insieme a loro.
Tuttavia tutto ciò non lo scomponeva, nel mondo vi era sempre stato equilibrio ed in lui non eccedevano sentimenti positivi o negativi.
Questo equilibrio interiore era tenuto intatto anche dalla scrittura, lì Astinus poteva sfogare le passioni che provava secondi per secondo.
Veniva disturbato solo quando gli portavano nuovo materiale per le sue opere.
Per il resto era come se vivesse in un realtà differente da chiunque altro.
Le sue Cronache un giorno sarebbero state poste sul Grande Altare.
Allora le tre Divinità si sarebbero congiunte ed il mondo sarebbe stato completo.
Dopo questa breve pausa riflessiva, Astinus riprese a raccontare la vita di Raistlin.
Parlò dei funerali dei suoi genitori, dell'accusa a Judith di servire falsi Dei che le procurò la cacciata da Solace dell'ultimo periodo di apprendistato a cui si era sottoposto.
Quando arrivò a descrivere la crescente amicizia con Tanis ed gli altri, si immerse a fondo nella narrazione, immedesimandosi nuovamente nella vita del giovane mago.

Rastlin era tornato a Solace, il suo addestramento era completato. Il prossimo passo sarebbe stata la Prova.
Avrebbe combattuto in una Torre della Magia per acquisire un potere enorme, rischiando tuttavia la vita.
Solo i maghi più ambiziosi e potenti l'avevano affrontata, e molti non erano sopravvissuti.
Per ora sarebbe andato per la sua strada e questa coincideva con quella di suo fratello.
Infatti si era aggregato alla scorta di cui Caramon faceva parte già da molti anni, formando finalmente un legame con qualcuno che non fosse un parente o il maestro.
Flint Fireforge era un fabbro abilissimo, purtroppo gli anni si facevano sentire anche sulle spalle dei nani e dunque non poteva partire da solo alla volta dei villaggi lontani dove la sua maestria era richiesta.
Il capo del gruppo, nonostante nessuno l'avesse mai nominato tale, era Tanis, un mezzelfo.
Grazie alla sua guida saggia e sempre attenta erano riusciti a salvarsi da molti pericoli.
Non si sapeva molto del suo passato e non voleva raccontare di come fosse Qualinesti, la capitale degli elfi, la cui locazione era sconosciuta da secoli agli umani.
Sturm Brightblade era un Cavaliere di Solamnia. Indossava un'armatura pesante con l'emblema di quella nazione che sfoggiava con immenso orgoglio.
Il suo ordine guerriero aveva regole severissime e lui le rispettava con un rigore quasi fanatico.
Nessuno poteva mettere in dubbio il suo onore o ridicolizzare i suoi baffi che portava con austerità.
Tasslehoff Burrfoot era un kender, esseri simili a bambini ma con grande spirito avventuriero.
Armati del loro Hoopak, bastone con innestata una fionda, solitamente queste creature vagavano spinti dalla curiosità che spesso era la causa principale della loro morte.
Un'altra loro peculiarità era la passione per il furto, non esisteva la proprietà privata nella loro cultura e dunque se qualcosa piaceva, veniva direttamente presa e portata con se'.
A volta anche Kitiara di univa al gruppo ma sembrava semplicemente che volesse seguire Tanis e non fosse interessata al denaro o all'avventura.

Questa compagnia crebbe in forza ed affiatamento, fino a diventare quasi un'unica identità.
Tuttavia anche l'adolescenza finì per gli amici ed ognuno andò per la propria strada, promettendo di ritrovarsi con gli altri a Solace dopo alcuni anni.
Il loro destino poi si sarebbe compiuto rendendoli gli Eroi delle Lance.

Raistlin sapeva già come avrebbe trascorso quel tempo. La Prova lo aspettava.




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Capitolo 6
*** Par-Salian ***


Raistlin 6
Antimode aspettava l'allievo davanti alla Torre della Magia di Wayreth, dove avrebbe avuto luogo la Prova.
La fama di Raistlin si stava diffondendo tra gli usufruitori di magia.
A volte qualche brigante che si imbatteva nella scorta di Flint Fireforge riusciva a sopravvivere e raccontava di un mago dalle Vesti Rosse con poteri senza precedenti.
In effetti i servitori di Gilean non si erano mai preoccupati della propria fama, considerandola poco importante.
Astinus era il miglior esempio di questo atteggiamento, considerando che probabilmente era il mago più  di Krynn.
Un uso così frequente e di un livello così alto della magia non era lecito per chi non avesse intrapreso la Prova.
Certo, Raistlin era giovanissimo, ma Antimode era convinto che l'avrebbe passata.
Aveva sottoposto la richiesta a Par-Salian, l'Arcimago.
Quest'ultimo lo stava tenendo d'occhio da tempo e confermò che era pronto per la Prova.
Tuttavia questo suscitò un certo turbamento nell'Ordine della Magia, infatti gli ultimi ad esservisi sottoposti così presto erano stati Par-Salian e Fistandantilus... e Raistlin non sembrava nutrire una propensione per le Vesti Bianche.
Anche i seguaci di Nuitari avevano temuto quell'uomo che aveva attaccato perfino i suoi compagni.
Antimode dunque lo informò il giorno stesso, dandogli un mese di tempo e concedendogli di farsi accompagnare solo da una persona.

Caramon aveva provato a fermarlo, avrebbe voluto che affrontasse la Prova magari fra qualche anno.
Raistlin però era spinto della sua ambizione e dal potere che cresceva sempre più in lui.
Avrebbe dimostrato a tutti che non era debole come sembrava esternamente.
Partì senza svegliare il fratello, tanto sapeva già che lo avrebbe seguito nonostante lui non glielo avesse chiesto.
In ogni caso, la sua presenza era abbastanza gradita, quindi appena lo vide, si limitò a fargli un cenno con il capo.

Accanto ad Antimode, anche Par-Salian aspettava l'arrivo del giovane prodigio e del suo gemello.
Li videro giungere con calma, d'altronde la salute del mago non era molto stabile e la strada percorsa era lunga.
In realtà era stato Caramon a fare tutta la fatica. Infatti per aiutare il fratello quanto possibile, aveva affrontato da solo gli animali feroci che li avevano aggrediti e lo aveva portato in spalla per un breve tratto paludoso.
Mentre si avvicinavano alla metà però, un peso si fece più greve nel cuore dell'omone.
Gli occhi del fratello avevano perso sempre più lucentezza con il passare degli anni ed ora era quasi svanita.
Cosa gli provocava quell'ombra nello sguardo?
Sapeva di esagerare a volte con la sua premura, ma essa era stata sempre accettata come un eccessivo affetto, facilmente perdonabile.
Tuttavia per la prima volta aveva scorto astio, quando aveva preso Raistlin e caricato in spalla.
Par-Salian spiegò ai due tutta la procedura.
Il giovane sarebbe entrato da solo nella Torre e sarebbe stato spinto al limite delle sue capacità.
Avrebbe potuto incontrare mostri da uccidere, ma anche ricordi dolorosi che avrebbe cercato di far vacillare la sua decisione.
Lo scopo della Prova era di cambiare radicalmente chi l'avesse intrapresa, solo così egli avrebbe potuto acquisire i poteri di un vero mago.
Un essere umano che avesse paura della morte, non avrebbe mai avuto il coraggio di attingere a forze così terribili da dover essere celate alla maggioranza del mondo.
Raistlin non avrebbe mai sopportato di perdere e quindi non aveva paura di ciò che avrebbe visto.
Meglio la morte che la sconfitta.
Con questa riflessione in mente, entrò nella Torre mentre Par-Salian stava ancora spiegando cosa avrebbe trovato lì dentro.
Antimode vide che non era cambiato rispetto agli anni precedenti.
Il giovane non si comportava così per arroganza, ma perchè era sicuro della sua scelta e non aveva senso temporeggiare.
D'altronde l'Arcimago non voleva parlare con Raistlin, ma con Caramon.
Lo invitò a seguirlo nell'ala sicura della Torre. Il ruolo principale di essainfatti  era racchiudere i libri di stregoneria più potenti ed antichi e non ospitare la Prova.
Seduti comodamente davanti ad uno specchio grande come l'intera parete, i due uomini guardarono ciò che era riflesso al suo interno.
La superficie liscia, grazie ad un antico e complesso incantesimo, mostrava ciò che accadeva a Raistlin.
Una creatura dall'aspetto orribile, un goblin, era già a terra in una chiazza di sangue.
Intanto Par-Salian non trovava le parole per iniziare il discorso con Caramon e dunque aspettò che emergessero spontaneamente.
Per ora decise di limitarsi ad osservare in silenzio ciò che mostrava lo specchio.








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Capitolo 7
*** La prova del grande atrio ***


Raistlin 6
Raistlin calpestò con disprezzo il cadavere.
Un essere stupido ed immondo come un goblin non meritava la morte tramite un incantesimo.
Anche lui riusciva a maneggiare una spada, seppur con meno abilità del fratello e della sorellastra.
Si guardò attorno con attenzione.
Era in un grande atrio, dietro di lui si ergevano le porte di legno della Torre.
Una luce soffusa proveniva da alcune vetrate sul soffitto.
Il mago sussurrò: "Shirak!". Una luce si accese sulla sfera in cima al suo bastone magico.
Questo era un dono di Antimode, regalatogli insieme al libro di incantesimi durante il primo giorno di apprendistato.
Il bastone era in legno di pioppo, bianco come le Vesti del suo maestro.
Era stato un inutile tentativo di indirizzarlo verso la strada del bene
Ma non si poteva biasimarlo, in fondo era veramente bello da vedere nonostante il colore.
Ad una estremità, racchiusa tra due ali che emergevano ai lati, vi era una sfera di cristallo abbastanza piccola.
Dentro di essa, sospeso a mezz'aria, vi era un frammento di Lunitari, la Luna Rossa.
Grazie a quel catalizzatore era molto più semplice gestire l'energia per i suoi incantesimi.
Il resto del bastone era costellato di incisioni, come fosse rivestito di candide piume.
L'altra estremità terminava simile ad un becco aguzzo.
Per quell'opera Antimode si era ispirato ad un grifone.
Lo aveva visto in lontananza mentre si recava a Solace, poco prima di incontrare il giovane prodigio.
Si girò ad esaminare la porta da cui era entrato. Era di un legno scuro e molto antico, ancora intatto solo grazie alla magia.
Su di essa vi erano incise le grandi imprese compiute dai maghi, la grande maestria rivelava che l'autore era stato sicuramente un nano.
Aveva visto molte incisioni di Flint e doveva dire che spesso erano migliori di questa.
La sua fama d'altronde era più che meritata. Purtroppo ora la vecchiaia gli impediva di lavorare al massimo delle forze.
Raistlin conosceva a memoria tutte quelle storie raffigurate sulla porta... distolse lo sguardo annoiato.
Il pavimento sotto di lui era di un marmo bianco, senza un filo di polvere. Riusciva perfino a specchiarvisi.
D'altronde anche la sua spada, che doveva essere insanguinata, era perfettamente pulita.
Incantesimi di ordinaria amministrazione, chiunque poteva mantenere immutati gli oggetti nel tempo... niente di impressionante per ora.
Continuò la sua ispezione. Esplorare una Torre della Magia capitava raramente più di una volta nella vita e dunque voleva approfittarne.
Le pareti erano ricoperte da un tendaggio rosso di velluto, i cui bordi erano percorsi da una trama dorata.
Le tende si muovevano come sollevate da un leggero vento. Il marmo sotto di esse era un po' oscurato rispetto al resto dell'atrio.
Raistlin non aveva notato nessuna finestra all'esterno e dunque quel movimento non era per nulla normale.
Non percepiva nemmeno il minimo spostamento d'aria... tutto ciò era molto sospetto.
Afferrato il cadavere del mostro, incise con la spada dei simboli e mormorò una formula.
Con un po' di fatica lo gettò in mezzo all'atrio; subito delle creature che sembravano un incrocio tra dei lupi e degli scarafaggi si gettarono per banchettare.
I loro occhi erano totalmente neri, d'altronde erano nati nell'oscurità dell'altare di qualche negromante e non conoscevano la luce.
Dopo qualche secondo, il goblin esanime avvampò di un fuoco verde smeraldo e quando gli esseri protesero le antenne per esaminare il cibo, le fiamme si propagarono fino al loro corpo, riducendoli in cenere.
La sfida della Torre iniziava a farsi più interessante.
Avrebbe eliminato quei deboli ghoul in ogni caso, ma avrebbe sprecato molta più energia, se non fosse stato così attento.
Non occorreva solo il coraggio e la forza, ma anche l'intelligenza e la resistenza per sopravvivere.
Senza perdere la concentrazione, attraversò la stanza ed aprì la porta successiva, pronto a tutto.
Arrivasse pure la morte in persona... lui l'aveva già sconfitta uan volta appena nato, ora che era cresciuto sarebbe stato ancora più facile scacciarla.













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Capitolo 8
*** La stanza degli specchi ***


Raistlin 8
La seconda stanza era più piccola della precedente.
Le pareti di forma circalare erano costituite da specchi che riflettevano tutti ciò che era situato al centro della sala.
Solo la luce soffusa del bastone del mago rischiarava il luogo, tutto era avvolto della penombra.
Gli occhi rossi di una donna affascinante lo fissavano intensamente.
Peccato che la parte inferiore del suo corpo fosse coperta di squame e terminasse in una coda muscolosa.
Le fiamme delle passioni più intense e voluttuose trapelavano senza pudore, Raistlin però non voleva cedere alla tentazione della lamia.
Se voleva restare in vita, avrebbe dovuto agire alla svelta e sbarazzarsi di quel mostro infimo.
Tuttavia non sarebbe riuscito a concentrarsi sugli incantesimi finchè la guardava e gli specchi gli impedivano di rivolgere lo sguardo altrove.
Era una questione di tempo, dopo aver chiuso gli occhi avrebbe recitato una magia prima di essere afferrato e sbranato nell'abbraccio fatale della lamia?
Raistlin calcolò che aveva ben poche speranze e cercò un altro modo per sopravvivere.
Cercò di concentrarsi, non riusciva nemmeno a ragionare con calma... era una sua impressione o il mostro si era avvicinato impercettibilmente?
Gli costava molta fatica resistere all'attrazione continua esercitata su di lui, il nemico avrebbe colto la minima occasione propizia per passare all'offensiva.
Le sue spire serpentine emanavano dei bagliori dorati che si mescolavano alla luce del bastone e si fondevano in riflessi iridescenti a causa degli specchi.
L'atmosfera si stava facendo surreale e spingeva il mago a sottomettersi docilmente allo sguardo passionale.
Raistlin si riscosse da queste divagazioni, infatti quei pochi istanti gli erano costari cari.
Ora la lamia era a meno di dieci passi da lui, approfittando della sua leggera distrazione per strisciare in avanti.
Il mago osservò con più attenzione la stanza, in cerca di qualcosa di utile.
Purtroppo tutto ciò che poteva vedere attorno a sè erano i magnetici occhi rossi e la sua immagine riflessa.
Ormai le palpebre gli dolevano ma non poteva permettersi di perdere altro terreno.
Se il mostro fosse avanzato ancora, sarebbe stato troppo vicino perchè lui avesse il tempo di scagliare un incantesimo.
Delle lacrime scesero sul viso del giovane, si potrebbe dire che questo fu una delle cose più vicine ad un pianto che abbia mai Raistlin.
La vista gli si stava appannando quando, osservando il suo riflesso, egli capì qualcosa di importante.
Si rese conto di non aver più perso la concentrazione in quei lunghi minuti di tensione.
Per placare il suo desiderio di abbandonarsi alla lamia ora non doveva più impiegare quasi tutta la sua forza.
La risposta di questa prova non era nel calcolo o in ciò che lo circondava, ma in sè stesso.
La fredda volontà della sua mente aveva calmato l'ardente passione del suo cuore.
Guardò con arroganza gli occhi del mostro, nessuno avrebbe piegato la sua volontà.
Il suo destino apparteneva solo a lui e non avrebbe permesso a nessuno di decidere al suo posto.
La lamia ricambiò lo sguardo con divertimento, pregustando la gioia di uccidere.
Nessun uomo che aveva affrontato, per quanto ambizioso, era riuscito a superare la debolezza della carne dinanzi a lei.
Dalla bocca del mago iniziarono a scorrere frasi suadenti, come se cantasse una serenata d'amore.
Ad un tratto però il tono cambiò repentinamente e mutò in un requiem di morte.
Una cupola di ghiaccio si eresse sopra il mostro e lo avvolse in una gelida stretta insieme a tutto ciò che lo circondava.
Poi, con un suono cristallino, quell'orrendo e freddo monumento si frammentò e le Vesti Rosse del mago si coprirono di fresco nevischio.
Con un gemito straziante, la lamia si accasciò, esangue, trafitta da schegge di vetro e ghiaccio.
"Come puoi pretendere di ammaliare un uomo e trattenerlo solo con la voluttà? Nemmeno l'amore è capace di legare le persone eternamente ed il tuo sentimento fasullo non si avvicina minimamente ad esso" affermò Raistlin, sprezzante.
Poi si diresse verso la porta successiva, posta dietro ad uno specchio che, ridotto in frantumi dalla magia scatenata, ora non poteva più celare nulla.



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Capitolo 9
*** Il prezzo da pagare ***


Raistlin 10
Par-Salian rivolse la sua attenzione al giovane Caramon.
I tratti del volto del guerriero erano distorti dalla preoccupazione e dalla sorpresa.
A quanto pare, nemmeno lui aveva capito la vera forza che il suo gemello possedeva.
"Come già sai, la Prova innesca un cambiamento radicale nei maghi che vi si sottopongono.
Raistlin sta giàperdendo una parte della sua umanità.
Per sconfiggere la lamia, egli ha rinunciato alla facoltà di vedere la bellezza.
Tuttavia non reputarci colpevoli di ciò, altri hanno superato questa sfida acquisendo il controllo sui prori sentimenti o semplicemente possedendo una prontezza di riflessi incredibile.
La Prova non è crudele, semplicemente svolge il suo ruolo con la maggior efficienza possibile, senza badare al bene o al male.
La scelta di tuo fratello non può essere giudicata, non è una perdita quella che ha subito.
Anzi, spesso la bellezza offusca l'intelligenza e porta le persone alla rovina" disse l'Arcimago.
Caramon allora ripensò ad un episodio accaduto alcuni anni prima di allora.

Con il tempo, nella compagnia di amici, essendo tutti molto giovani (ad eccezione di Flint, ovviamente), erano spuntati i primi amori.
Tanis trascorreva gran parte del suo tempo da solo con Kitiara, l'impulsiva e passionale guerriera.
A quanto pareva il mezzelfo aveva ceduto alla sua parte umana, nonostante la freddezza di elfo che spesso dimostrava.
Caramon invece sorseggiava birra nella Taverna dell'Ultima Dimora, cercando di continuo lo sguardo di Tika Wayland, la giovane cameriera.
Nessuno aveva mai conquistato la bella ragazza dai capelli rossi e dal carattere risoluto, molti di quelli che ci avevano provato con troppa irruenza mentre lei serviva i tavoli, si erano ritrovati improvvisamente a terra pieni di dolore.
Quel guerriero però era diverso dagli altri spasimanti, avrebbe potuto incutere timore con la sua stazza ma aveva scelto la via della gentilezza.
Dunque Tika indugava spesso al suo tavolo, ogni volta con qualche timida e futile motivazione.
D'altronde anche Caramon non era meno impacciato negli affari di cuore.
Era da mesi che ogni sera gli cadevano le posate ed arrossendo ne chiedeva di pulite alla cameriera.
Tas, il kender, be'... lui era innamorato dell'avventura e del furto, quelle rare volte che lo si vedeva, era sempre di fretta.
Spesso infatti qualcuno lo inseguiva, reclamando la proprietà di un oggetto che, stando alle parole di Tas, era da secoli un suo cimelio di famiglia e dunque non poteva essere stato rubato qualche minuto prima.
Sturm invece meditava per ore seguendo le regole dei Cavalieri di Solamnia e rileggendo ogni tanto le gesta del suo paladino preferito, Huma, colui che aveva scacciato le tenebre dal mondo.
Ammaliato dal coraggio degli eroi di quelle leggende e spronato dalla madre di cui ricordava poco, non vi erano stati dubbi sul quale sarebbe stato il suo destino.
Ed ora eccolo lì, pronto a dimostrare il suo valore compiendo le imprese più ardue, nella speranza di guadagnare una gloria immortale.
Seguendo il desiderio della gloria ma in un modo più realistico, Raistlin continuava a trascorrere le giornate immerso nello studio sotto un Vallen.
Questi erano alberi che vivevano solo a Solace, erano talmente robusti che i cittadini avevano costruito le loro case sui loro rami.
L'ampia ombra che la possente pianta gettava sotto di se', forniva un perfetto riparo dal caldo per il mago.
Egli, però, aveva una ragione per stare proprio in quel luogo ben diversa dal voler semplicemente godere della natura.
Ad intervalli regolari, alzava gli occhi nella speranza di scorgere una persona che gli aveva sconvolto la sua vita.
Una volta, quando era passato di là con il fratello, aveva scorto una ragazza uscire da un edificio.
Era molto giovane, aveva i capelli corvini e lisci ed il suo corpo, nemmeno troppo snello, stava lentamente acquisendo le forme di una donna.
Lei si era accorta del suo sguardo e gli aveva sorriso.
Raistlin, non sapendo come reagire, aveva calato il cappuccio delle Vesti Rosse ed affrettato il passo.
Nessuno gli aveva mai rivolto un gesto di affetto spontaneo.
Certo, Caramon lo faceva in continuazione ma lui era suo fratello, era una questione di sangue.
Anche i suoi "amici" lo avevano accettato nel gruppo solo dopo l'intervento del gemello ed ora gli dimostravano una specie di stima.
Questo il massimo grado di apprezzamento che gli avessero mai offerto dopo averlo conosciuto.
Quella ragazza gli aveva dato qualcosa di nuovo e prezioso, e senza nemmeno sapere chi lui fosse.
Ovviamente a Solace tutti si vantavano del loro potente mago, ma nessuno aveva mai scambiato con lui più di qualche parola.
Finalmente il giovane comprese pienamente cosa spingeva Caramon a perdere giorni interi solo per vedere Tika.
Dubitando delle scelte effettuate fino a quel momento, Raistlin arrivò a chiedersi se la magia fosse veramente la sua strada.
In quell'istante, la sua capacità di recitare incantesimi svanì, non trovando più un cuore forte e deciso su cui poggiarsi.


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Capitolo 10
*** Amber ***


Raistlin 10
Raistlin proseguì con la sua istruzione, perennemente appostato sotto l'ombra del Vallen, sperando di vedere la ragazza uscire dall'edificio dove lavorava.
Dopo qualche giorno, riuscì a ricambiare timidamente al sorriso.
Lei, incuriosita dal gesto del giovane, che a Solace era sempre stato corrucciato e pensieroso, si avvicinò incuriosita.
Si chiamava Amber, come l'antica linfa degli laberi solidificata che nasconde dentro di sè grandi rivelazioni sul passato.
Il mago apprezzò subito la sua intelligenza e la sua sete di sapere.
La ragazza gli chiese il perchè dei colori delle Vesti e molte altre curiosità che le stuzzicavano la fantasia.
Suo nonno era stato un usufruitore di magia e lei avrebbe voluto emularlo, purtroppo non possedeva alcuna predisposizione ed aveva dovuto rinunciare.
Gli occhi sognanti di Amber si riscossero da suoi pensieri quando udì il richiamo del padre.
Senza che nessun odei due se ne accorgesse, era già trascorsa un'ora.
Lo salutò e corse via, promettendogli di tornare l'indomani.
Raistlin fu spaventato dal significato di quelle parole.
Aveva trovato una vera amica? O qualcosa di più?
In ogni caso non si sarebbe mai aspettato di voler trascorrere del tempo con qualcuno che non fosse suo fratello...
Si chiese se quello che faceva fosse la cosa giusta, il suo potere non dava segni di essere ritornato.
Decise che da quel momento sarebbe rimasto in casa, non avrebbe permesso a qualcuno di rovinare il suo futuro.
E per tutti i giorni seguenti tornò puntuale sotto il Vallen ad attenderla.
Così funzionano i sentimenti, ti spingono a fare ciò che la ragione non ti permetterebbe mai di fare.

La giornate estive finalmente trascorsero liete per Raistlin.
Alla luce di quella felicità, alcuni insegnamenti del maestro Antimode divennero chiari.
Ora capiva perchè Paladine fosse tanto amato... d'altronde come avrebbe potuto scoprirlo senza sperimentare prima cosa fosse l'amore?
Ovviamente tutto ha un lato oscuro, e nessuno trascorre la vita senza incappare nella sua dose di sofferenza.
Amber provava pena per quel giovane solitario.
Nessuno gli aveva concesso l'opportunità di mostrare le sue doti.
Egli era allontanato da tutti a causa della sua magia, nonostante la utilizzasse per difendere il villaggio.
Le Vesti Nere e Rosse venivano trattate con enorme diffidenza, per la loro distanza dal bene.
La gente reputava che il Cataclisma avesse deturpato per sempre Krynn a causa dei loro rituali nelle Torri dell'Alta Magia.
Tuttavia era stato il Grand Sacerdote, il capo dei Chierici, mago dalle Vesti Bianche, a provocare il Cataclisma.
Convinto che l'equilibrio del mondo non fosse una garanzia di vivere serenamente, cercò di far prevalere le forze le Bene.
Seguendo questo pensiero scellerato, agì sempre con più fanatismo infliggendo terribili punizioni su chiunque fosse sospettato di seguire la via di Paladine.
Tutti gli sterminii che seguirono, furono compiuti nel nome del Bene.
Prima del Cataclisma, gli dei inviarono 13 Avvertimenti, cercando di redimere il Gran Sacerdote.
La scomparsa dei veri Chierici e la natura che si ribellava contro le genti attraverso terremoti, eruzioni, assalti di bestie selvagge ai villaggi ed acque rosse come il sangue non bastò a far rinsavire l'uomo.
Credette che fossero l'ultimo tentativo di Takhisis, la Regina del Male, per fermare l'ormai prossima supremazia di Paladine.
Dunque in un giorno sciagurato, salì sul Tempio di Istar, si pose innanzi all'altare e chiese i poteri divini per sconfiggere il Male per sempre.
Gli dei scagliarono il Cataclisma per punirlo e tutta la città sprofondò in un eterno maelstrom rosso, divorando tutti i fanatici seguaci del Gran Sacerdote, il quale andò incontro ad una fine orrenda.
Amber voleva diventare un Chierico, nonostante essi fossero scomparsi nella Notte del Destino, il primo degli Avvertimenti.
Seguendo questo sogno, decise che avrebbe cambiato la vita di Raistlin.
I riti per divenire un Chierico erano andati perduti, come d'altronde la fede della gente negli antichi dei.
Tuttavia se lei avesse seguito la strada del Bene, forse Paladine sarebbe tornato a Krynn ed avrebbe ristabilito l'ordine.
E mentre Raistlin le donava amore, lei ricambiava con l'amicizia. Purtroppo il suo cuore giaceva altrove.

Nel frattempo, un uomo galoppava di fretta verso Solace, di ritorno da una guerra.

Quando Amber lo vide, gli corse incontro e pianse felice.
Quella sera, Solinari splendette durante il matrimonio dei due innamorati.

Quando Raistlin vide ciò, barcollò fino a casa e pianse amaramente.
Quella notte, Nuitari avvolse quasi interamente nelle tenebre Lunitari.










 



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Capitolo 11
*** La Busta Scarlatta ***


La Busta Scarlatta

Il giorno successivo, Caramon entrò nella camera del gemello per svegliarlo; era inusuale che non fosse già vicino al Vallen, immerso nelle meraviglie che descrivevano i suoi libri di magia.
Il letto di Raistlin era tutto scomposto, di lui non c'era traccia.
L'omaccione conosceva le frequenti stranezze del mago, probabilmente aveva trascorso la notte esercitandosi in qualche luogo misterioso.
Questa volta sospettava che ci fosse qualcosa di serio sotto quell'assenza, era da mesi che non lo vedeva recitare incantesimi.
Gli cadde lo sguardo su una busta scarlatta che era lì da alcuni mesi, appoggiata delicatamente in mezzo ad una confusione di intrugli ed oggetti esotici, ingredienti e strumenti utilizzati nelle formule magiche più potenti del fratello.
La cura particolare con la quale quella busta era stata collocata, alimentò la curiosità di Caramon.
Il resto della stanza era in balia del caos più totale.
Tutti gli oggetti che solitamente ornavano la camera, conferendole un'atmosfera tetra e mistica, giacevano sul pavimento.
Molti di essi erano in pezzi, il loro contenuto dai colori spenti riversato ovunque.
Sembrava quasi un campo di battaglia, come se una belva fosse irrotta in camera in preda ad una furia cieca.
Il guerriero decise di aprire la busta, spinto dalla curiosità e dalla volontà di proteggere la sua famiglia, per quanto piccola e distaccata potesse essere.
Una leggera scossa lo colpì quando sfilò la lettera contenuta nell'involucro scarlatto.
Caramon la gettò a terra spaventato.
Rimase immobile per alcuni minuti, pregando di non aver scatenato un sortilegio che difendeva quel comunicato misterioso.
Quando udì una risata roca dietro di sè, pensò che una creatura infernale fosse giunta ad eliminarlo.
Emise un sospiro di sollievo al riconoscere quella voce pungente ed amara che commentava: "Noto che i Cavalieri di Solamnia sono gli unici guerrieri a possedere un po' di onore. Pretendere di mantenere i proprio segreti con te è impossibile, giusto fratello?".
"Non mi meraviglio che voi maghi siate malvisti a Krynn, mettete i vostri segreti in bella vista solo per ostentare superiorità" replicò Caramon.
"Anche gli Dei a volte hanno dimostrato apertamente la propria onniscienza ma nessuno li ha mai accusati di essere vanesi o ipocriti" puntualizzò con risentimento Raistlin, fissando intensamente l'altro.
"Almeno non prima del Cataclisma..." borbottò il guerriero, volgendo lo sguardo distante da quegli occhi, profondi ed impenetrabili.
Dopo un breve silenzio, nel quale i due gemelli ripensarono ai terribili flagelli scatenatisi sul loro triste pianeta, Raistlin permise al fratello di leggere il contenuto della busta, dello stesso rosso delle sue Vesti.
Era l'autorizzazione a sottoporsi alla Prova, firmato da Antimode e Par-Salian.
Caramon volse lo sguardo sul viso pallido e scavato al gemello, implorandolo silenziosamente di non partire.
Il mago estrasse un pugnale dal borsello, a quanto pare non conteneva solo semplici catalizzatori magici, come tutti avevano sempre pensato.
Con voce flebile, Raistlin dichiarò: "Ho perso tutte le ragioni per non farlo".
Il guerriero si lanciò in avanti, nel vano tentativo di farmare quell'atto estremo.
L'arma, tuttavia, aprì solo una lieve ferita in quel corpo gracile.
Attingendo con l'indice ossuto ed affusolato al sangue che fuoriusciva dal taglio, l'Usufruitore di Magia siglò la lettera con le sue iniziali.
Recitata poi la formula rituale, e rimessa la carta nella busta, quest'ultima scomparve in una vampata priva di calore.
Solo un po' di cenere rimase sul pavimento, come un triste promemoria di ciò che era stato accettato dal giovane prodigio.
Il mago prese dal tavolo in disordine alcuni ingredienti per preparare un rimedio che curasse in fretta la ferita.
A Solace, si mormorava che Raistlin usasse alcune erbe maledette e radici derivate da antiche piante nutritesi del sangue di guerre scoppiate in tempi remoti.
Comunque fosse, avevano salvato innumerevoli volte gli abitanti del villaggio e la scorta di Flint, dunque nessuno lo aveva mai criticato per la sua dubbia morale.
Nessuno aveva rimpianto troppo la scomparsa dei Chierici grazie alle sue abilità di erborista, anche se il sapore delle tisane del mago era spesso peggio del dolore patito dall'infermo.
Non si capiva se mettesse di proposito, spinto da un sadismo perverso, ingredienti per rendere disgustosi quegli intrugli.
Quando era lui a berli, non emetteva nemmeno una leggera smorfia.
"Domani partirò per la Torre dell'Alta Magia. Devo affrettarmi, la Prova inizierà la notte del plenilunio" affermò Raistlin.
"Ma Solinari era piena qualche giorno fa, abbiamo ancora molto tempo" obbiettò Caramon.
"Non è quella la luna che devo considerare, credi davvero che io sia così sprovveduto?" lo rimproverò il fratello.
Timoroso della risposta, l'omaccione trovò il coraggio di chiedere: "Parli di Lunitari, la luna di Gilean, il Dio della Neutralità, vero...?".
Un'ombra passò sul volto del giovane, ma poi con un sorriso disse: "Ma certo, di quale altra luna vuoi che parli, sciocco?".
"Di Nuitari, la luna Nera della Malvagità..." avrebbe voluto replicare il guerriero, ma si tenne le sue preoccupazioni per sè stesso, confidando ancora una volta nella bontà presente nel gemello.
"Comunque, volevi dire che PARTIAMO domani... se fai errori lessicali in proposizioni così semplici, allora è meglio che ti ripassi le tue formule magiche, sai!" lo schernì Caramon.

In realtà, il mago partì quella notte stessa.
E, come è già stato detto, Caramon lo aspettava in strada, come un fedele cane da guardia.

Conosceva bene suo fratello.
Tuttavia, vedendolo combattere con tanta freddezza durante la Prova, stava iniziando a dubitarne.
Aveva mai cercato veramente di capirlo, piuttosto che conoscerlo?
Probabilmente la risposta gli sarebbe giunta presto, ma questo non lo confortava minimamente.




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