I capitoli dell'amore.

di Cenesventola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ho una storia anche io. ***
Capitolo 2: *** Ti ho mai parlato di Selene ? ***
Capitolo 3: *** C'è l'hai il tempo per una sorpresa, Selly ? ***
Capitolo 4: *** - "Paura, Sally ?" 4° Capitolo. ***
Capitolo 5: *** - "Fuori dall'incubo" - 5° Capitolo. ***
Capitolo 6: *** '-Non so chi sei, Salene. 6° capitolo. ***
Capitolo 7: *** "Non si è mai pronti, Mai. " - 7° Capitolo. ***
Capitolo 8: *** "Spegnile le tue emozioni, spegnile" -8° Capitolo. ***
Capitolo 9: *** "Ho perso la mia anima, danzando"-9°Capitolo. ***



Capitolo 1
*** Ho una storia anche io. ***


La prima volta che ci incontrammo eravamo entrambi interessati a qualcun altro.
La seconda fu talmente fugace, che il pensiero neanche ci sfiorò.
La terza volta, la terza volta che ci incontrammo fu strana.

Non vi era nulla intorno e me ed a lui. C'eravamo Noi e basta. I secondi venivano scanditi dal battito dei nostri cuori che risuonavano di una melodia accelerata. Lo stupore fu grande, nessuno dei due si aspettava di sentir tanto, nessuno dei due si sarebbe mai aspettato di provare quella specie di magia.
Ciò che provai guardandolo negli occhi per un lungo istante, credo di non averlo mai provato prima. Credo fosse qualcosa che andava a mescolare lo stupore, la felicità, l'incertezza, la rabbia, la gelosia.
Milioni di farfalle trovarono nido all'interno del mio stomaco, e probabilmente anche nel suo. Era decisamente perfetto, tutto perfetto. Credo di non credere nei colpi di fulmine, ma quell'istante, quel momento. Quello fu il mio primo vero colpo di fulmine.
Passeggiammo tanto, per molto tempo insomma. Ognuno dei due trovava difficoltà a guardare negli occhi l'altro, era imbarazzante, decisamente troppo.
Poi ci fermammo, ci guardammo negli occhi ed ancora una volta il mondo smise di girare, la gente intorno a noi scomparve dinuovo, ancora una volta c'eravamo Io e lui. Noi.
Si 
Ed ecco che nel momento più opportuno le nostre labbra si modellarono l'una all'altra e cominciarono a danzare in uno dei balli che non credo d'aver mai ballato. Avete presente quelle farfalle che avevano trovato nido all'interno del mio stomaco ? Ecco in quel preciso istante iniziarono a danzare anche loro. muovevano all'impazzata, volteggiavano nel mio stomaco, si intrecciavano tra di loro.
Quasi facevano l'amore.
Quello fu uno dei momenti più belli che ricordo sin ora d'aver vissuto. I giorni che seguirono a quell'incontro credo possano esser paragonati al paradiso. Il paradiso degli innamorati, si intende.
Capiamoci, lui era decisamente perfetto. Amavo il suo sguardo, la sua bocca, i suoi capelli perfetti, il modo in cui mi teneva la mano, il come mi stringeva. Amavo i mille profumi della sua pelle. Amavo i suoi silenzi, e i suoi modi di gioire. Amavo la sua voce, lo faceva tanto "uomo" . Amavo le sue parole, quelle parole perfette che sbocciavano dalla sua bocca come fiori, rose. Le rese più belle che io avessi mai visto.
Amavo il modo in cui si inteneriva se mi intenerivo io. Amavo il modo che aveva lui di essere il mio ragazzo, per la prima volta mi sentivo davvero di qualcuno. Mi faceva sentir una principessa, la sua principessa. E le sue braccia signori miei, le sue braccia erano il castello più bello, accogliente, ed amorevole che avessi mai sognato di avere. Mi sentivo a casa, le sue braccia erano la mia casa.

To be continued...

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Capitolo 2
*** Ti ho mai parlato di Selene ? ***


..Mi sentivo a casa, le sue braccia erano la mia casa.
Mi sentivo im.. Aah! Un momento. Vi starete chiedendo chi sono io. Non vi ho ancora parlato di Selene.
Selene sono io, sono una ragazza di 19 anni compiuti da qualche mese, ho i capelli color nocciola, un nocciola intenso; e sono lunghi, molto lunghi. La maggior parte delle volte porto una treccia che lascio cadere sul lato destro del mio corpo. Ho enormi occhioni verdi, un verde intenso ed amo pensare che con il sole diventano azzurri, ma non è proprio così.
Ho un naso all'insù e la mia bocca non è delle migliori. Sono magrolina, esile e nemmeno tanto alta. Non ho il corpo di una modella intendiamoci.
Adoro però il mio guardaroba.
Pieno zeppo di abiti.
La mia mamma, da quando mio padre ci ha lasciati 9 anni fa per trasferirsi a Parigi con chissà quale super modella, ha deciso che non mi sarebbe mai dovuto mancare nulla. Non piango mai per mio padre, credo di non averlo mai fatto. La mia filosofia di vita dice "Se qualcuno se ne va, lascialo andare. Dovesse tornare, mandalo a fanculo."
Sono una ballerina. Passerei le ore su quelle dannate punte, ad esercitarmi, ancora , ancora, ed ancora. Ho versato molto lacrime per questo, tante sono state le sere che tornata a casa avrei voluto mandare tutto all'aria perché ero distrutta. Ma sono ben dodici anni che danzo e non credo smetterò.
A scuola non sono la più brava, anzi. Ho perso un anno, ed ora a 19 anni sto frequentando ancora il 5 anno di un liceo che probabilmente non mi servirà a nulla.
Io voglio fare la ballerina.
Ma la maturità bisogna prenderla, perché significa crescere.
Crescere..non è uno dei miei concetti preferiti, non mi è mai piaciuto farlo.
Non ho poi così tanti amici. Conosco tante persone ma non di tutte queste ne sono amica.
Le amiche, quelle vere intendo, ne ho 1 , forse 2 al massimo. Meglio pochi ma buoni mi ripete sempre mia madre.
Di ragazzi non ne ho avuti tanti, non piaccio molto evidentemente. Forse 3 magar 4, e se stando con loro credevo ogni volta di essermi innamorata, quando la storia finiva mi rendevo conto che quello no, non era amore.
Perchè se ami una persona, ed è amore, è per sempre, No ?!
 - E lui, Selene ?
- Lui chi ?
- Lui, quello di cui ci hai parlato prima.
-Aah. Si. Lui.
Jason è il suo nome. Lo conobbi 7 estati fa, quando avevo 12 anni all'incirca. Quando si presentò non potei far a meno di fargli una grossa e sonora risata in faccia.
La scena andò su per giù così :
-Hey ciao, piacere Jason.
-Piacere Sele.. Uhm. Che razza di nome è Jason ?
-gli dissi, e qui partì la risata-  Siamo in Italia, carino!

Occhei il mio nome non è Italiano starete pensando, ma in quel momento fu ciò che mi venne da dire e fare, avevo 12 anni, cribbio.
Ed ecco che firmai la mia prima brutta figura nei suoi confronti.
Venne fuori che suo padre era Americano e che si era trasferito poi a Roma dopo aver conosciuto la madre di Jason. Abitava a Roma ed io non l'avevo mai neppure visto. Abitavamo in due provincie abbastanza lontane a quanto pare. Aveva 14 anni quando lo conobbi. E non era di certo l'uomo dei miei sogni. Non ricordo tanto, ma ciò che mi rimase imrpesso fu la sua marcata magrezza. Era pelle ossa, non aveva un filo di ciccia. Perfino io che a stento portavo la 42, ero grassoccia rispetto a lui.
E la faccia.. la faccia era ricoperta di brufoli.
In quegli anni avevo una cotta per un ragazzo più piccolo di me, che non mi filava tanto, quindi lo lascia perdere. Non mi sfiorò neppure l'idea di farci una storia anche se passavamo gran parte del tempo insieme. Finita l'estate, tornammo entrambi a casa. Io ripresi la mia vita, la mia danza, e a mio malgrado la mia scuola.
Fu proprio grazie a quest'ultima che la seconda volta lo incontrai. Lui, con la sua di scuola doveva sostenere un torneo nella mia. Giocava a basket. E quel giorno dovevano sostenere la finale. Io non sapevo nulla, mi ritrovai per caso ad assistere alla partita perchè ero interessata ad uno dei ragazzi che la sosteneva.
Credo di averlo riconosciuto subito, anche perché non era cambiato poi così tanto. Era più alto, e probabilmente ancor più magrolino di quanto ricordassi. Il suo viso era un pò cambiato, forse era semplicemente più uomo.
Mi feci dei calcoli veloci, velocissimi. Se io avevo 16 anni lui ne avrebbe avuti.. Uhm 18 credo, si aveva 18 anni.
La sua squadra vinse il campionato e a fine partita, durante i festeggiamenti lo andai a salutare.
Non mi riconobbe subito feci fatica a farmi riconoscere. Continuavo a ripetere sono " Selene..quella dell'estate.." ma lui solo dopo un pò si ricordò.
Non avemmo tanto tempo, lui non mi si filò neanche un pò. Non mi interessava ero tutta presa da quel ragazzo più grande di me quindi neanche questa volta ci feci caso.
Passatono altri 3 fino a me ne dimenticai perfino di lui.
Fino a quando decisi di iscrivermi anche io a uno di questi Socialnetwork che fondamentalmente ti intrappolano la vita. Ed esattamente una settimana dopo ebbi la sua "richiesta d'amicizia" Non aveva una sua foto, ma aveva quella di un giocatore famoso di basket, di cui ancora ora stento a ricordarmene il nome. Il nome però mi risuonò subito nel cervello.
"Jason..uhm.. Jason. Andiamo Selene dove hai già sentito questo nome"
per qualche minuto stetti li a cercar di ricordarmi.
Ed ecco che dopo un pò ricordai, ma stentavo a credere fosse realmente lui. "Sai quanti c'è ne saranno" pensai.Accettai la sua richiesta e dopo due minuti esatti iniziammo a parlare.
Era lui.
Parlammo, parlammo tanto. Non credevo neppure potessimo parlare così tanto. Parlammo, cioè... ci scrivemmo per 7 ore di fila.
Non credevo si potesse scrivere tanto ed invece fu così.
C'era qualcosa in lui che... quasi mi attirava. Passavano i giorni e continuavamo a scriverci.
Poi passamo alle telefonate, tante telefonate. Lui era la voce che volevo sentir prima di addormentarmi. E così era.
Quando raccontavo di lui alla mia amica, lei stentava a crederci.
Si ricordava di questo ragazzo che a quanto pare, anche se io stentassi a ricordare gli'è ne avevo parlato. Dopo il secondo incontro a quanto pare gli'è ne avevo parlato. Gli parlai di questo Jason che non mi aveva dato tanta considerazione. Non ricordo.
Io e Jason continuammo a parlare, parlammo per quasi un mese sino a quando decidemmo di incontrarci.
Era un giorno di fine primavera, faceva estremamente caldo. E il mio unico pensiero era il non saper cosa mettere, ero terrorizzata dallo sbagliare l'abito, o il modo di pettinarmi o truccarmi. Continuavo a ripetermi "Andiamo Selene stai calma, andrà tutto bene" ma l'ansia non c'essava di aumentare. Cambiai i miei vestiti credo più di 10 volte. Si fece l'orario per scendere. Ero talmente tesa che perfino mia madre stentò a riconoscermi. Scesi di casa, ci demmo appuntamento in centro, ci saremmo dovuti incontrare vicino ad una piccola fontana dove ,a detta popolare, ci si incontravano gli innamorati.
Feci un pò tardi, camminavo troppo lentamente. Ma ecco finalmente vidi la fontanina, ed ecco vidi lui.
Era cambiato, era divero.
Forse era sempre uguale.
Era ancora tanto alto, e tanto magrolino, aveva la sua solita carnaggione scura. Gli occhi mi trasmisero immediatamente sicurezza, credetti di perdermi in quello sgaurdo. Aveva una delle bocche più belle che avessi mai visto, e il sorriso.. bè il sorriso era sicuramente il più bello. Credo che anche lui mi riconobbe subito. Non credevo di aver mai visto qualcuno di così perfetto prima d'ora. Immediatamente pensai "Calmati Sele..non è alla tua portata, non fantasticare. ora fingerà di non averti vista ed andrà via. " Ed invece ecco che mi fece un cenno con la mano per farmi avvicinare. E lo feci, si mi avvicinai. Sentivo il cuore battere come mai aveva fatto prima d'ora. Ero convinta che ci avrei rimesso le penne. O era un'infarto o non so che altro.
"Selene?"
" J..Jason?"

Quelle furono le uniche parole che pronunciammo. Il resto del nostro 3° incontro ve l'ho già scritto. Poi..

."To be continued"

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Capitolo 3
*** C'è l'hai il tempo per una sorpresa, Selly ? ***


La nostra era una di quelle storie che ti tolgono il fiato, che ti fanno davvero credere che l'amore esiste.
Ma nessuno dei due in realtà si era ancor sbilanciato. Nessuno dei due aveva fatto grandi promesse.
Jason il suo amore me lo dimsotrava, non me lo diceva.

Seguiva ogni mia lezione di danza e questo ai miei occhi lo faceva risultar perfetto. E mi aiutava con la scuola, era lui ad invogliarmi ad andarci. Ci andavo anche perché alla fine della giornata lui era li, fuori al mio liceo ad aspettarmi. E credetemi se vi dico, che dopo una giornata sui libri, ritrovarmi nei suoi occhi, nelle sue braccia, nei suoi baci e nelle sue carezze erano ciò che di più rigenerante al mondo potesse esserci. Mi dava la carica per andare avanti.
Gran parte delle mie giornate le passavo con lui, e non vi era giornata che non gli dedicassi il mio sorriso.
La sera era la parte più difficile perché lui non poteva riempirla tutta, ma c'era una cosa che mi faceva impazzire : parlavamo al cellulare fino a quando io non mi fossi addormentata, le sue parole erano la culla che mi faceva assopire.
Ed una volta che m'ero addormentata lui staccava la telefonata e mi mandava quel messaggio che io la mattina leggevo. Ogni notte diverso.. Uno di questi diveva esattamente così :

"Sogni d'oro principessa, un giorno queste perole te le dirò da vicino, quando sposati vivremo insieme e i nostri corpi s'addormenterenno vicini. Ed un raggio di sole la mattina ci sveglierà così che io possa darti anche questo buongiorno perdendomi nelle tue labbra e nelle carezze del tuo sguardo. "

Quello era il primo messaggio del mattino, il messaggio che mi metteva quel sorriso che sarebbe poi durato tutto il giorno.

Era il nostro mesiversario, facevamo ben 5 mesi insieme, ed io stessa stentavo a creder di poter esser stata con qualcuno tutto questo tempo, ma il solo fatto che quel qualcuno fosse lui, me ne facevan render capace.
Venne a casa mia, io non m'aspettavo nulla, non avevamo fatto progetti. Il mio risveglio fu uno dei più dolci in assoluto. Aprì gli occhi al dolce modellarsi delle sue labbra alle mie.
"Buongiorno Principessa"mi sussurrò tra le labbra.
Lo strinsi immediatamente forte a me, e lui iniziò a stringermi, accarezzarmi quei capelli che di primo mattino di certo non hanno una delle forme migliori, e mi riempiva di piccoli baci sul collo, li adoravo. Mi facevano letteralmente impazzire.

"Preparati in fretta Sally" -Sally, era l'unico al mondo a chiamarmi così. Non mi piaceva particolarmente quel nomignolo, però lui mi chiamava così perchè diceva che la nostra storia era come quella del film "Harry, ti presento Sally." la cui storia raccontava che dopo essersi incontrati tante volte, i due, e non essersi mai considerati tanto, l'ultima volta s'amarono. -
Era così romantico.
"Dove andiamo? Dove mi porti ?" -Gli domandai-
"Bè è una sorpresa, no? Forza Sellly, preparati" - disse per poi stamparmi un bacio sulle labbra e uscire, per permettermi così di vestirmi.
Dopo esattamente 30 minuti, ero pronta.
Andai in cucina ed ecco che lo trovai li, sul divano, che tranquillamente scherzava con mia madre. Adoravo questo lato di lui, adoravo che mia madre l'adorasse.
Uscimmo di casa, ed entrammo nella sua macchina.
L'avava presa da poco e quasi ero gelosa del rapporto che aveva con lei. L'accarezzava prima di entrarci. Era pazzo, mi divevo!

Per tutto il viaggio poche furono le parole che ci dicemmo, lui continuava a carezzarmi la guancia e ad ogni semaforo mi baciava dolcemente. Continuavo a chiedergli dove stessimo andando e lui non faceva altro che ripetermi che era una sorpresa.
Ed eccoci finalmente arrivati, dopo un ora d'auto eravamo arrivati. Venne ad aprirmi lo sportello, e ciò che vidi uscendo credo fosse uno degli spettacoli più belli al mondo. Rimasi senza parola, non riuscivo a dir nulla. Incantata fui dal paesaggio che mi si mostrò dinanzi. Sentì il cuore prima rallentar dallo stupore, poi accellerare. Forse ero perfino un pò agitata. Era fantastico ciò che mi ritrovai davanti. Era..

To be continued..

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Capitolo 4
*** - "Paura, Sally ?" 4° Capitolo. ***


.. Ciò che davanti ai miei occhi si presento, fu qualcosa di fantastico.

C'era verde ovunque, anzi no, ogni tipo di verde. C'erano dei cespugli di rose fantastici, e una panchina, una fontana dall'acqua cristallina, farfalle che svolazzavano ovunque, e piante. Piante mai viste prima. Fiori di ogni genere cospargevano i cespugli, ed avevano colori ed odori che ti facevan perder il senso della ragione. Era come esserse catapultati all'interno di una poesia, dove i versi non sono altro che frammenti di romanticità dai colori e i profumi inebrianti,rilassanti.

 

Mi sembrava d'essere in paradiso. 

 

Era la perfetta riproduzione di ciò che nella mia mente si presentava come il mio paradiso. Non gli'è ne avevo mai parlato, ne tanto meno accennato.. eppure eccolo li.Mi voltai verso di lui,lo guardai negli occhi per istante, poi gli sorrisi e gli portai le braccia al collo.

Lo strinsi forte a me, e inizia a dargli tanti di quei baci che impossibile sarebbe contarli.

"E bellissimo"  continuavo a ripetergli "E' bellissimo e perfetto, e ciò che ho sempre sognato. TU sei perfetto, Io ti..ti.."  Eccoci arrivati al momento decisivo, quasi fatidico. Fu come se per un istante il modo si fosse fermato, sentivo il mio cuore batter a tempo con il suo "Tutu..tutu..tutu.."  Stavo davvero per dirgli quelle due paroline che separate non son nulla, ma insieme segnano la tua vita? Non l'avevo mai detto a nessuno, ne tanto meno me l'ero sentito dire. Forse entrambi sapevamo che sentivamo quel sentimento, ma nessuno dei due s'era mai sbilanciato.Stavo per dirlo quando, un nodo alla gola mi riportò giù ogni singola parola. Non riuscì a dire nulla. Chiusi gli occhi, lo baciai. Le nostre labbra si separarono, Jason mi guardò in modo strano, perplesso. Pensieroso. Fu in quel momento che mi resi conto di ciò che stava accadendo, io avevo paura. Tanta paura, una fottutissima paura di ammettere che io l'amavo.   

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Capitolo 5
*** - "Fuori dall'incubo" - 5° Capitolo. ***


..Tanta paura, una fottutissima paura di ammettere che io l'amavo.   

 

Jason continuava a guardarmi in modo strano, ma credo che in quell'istante anche lui capì. Era sempre stato così tra di noi, lui capiva cosa avevo guardandomi semplicemente negli occhi. 

"I tuoi occhi Selene, sono il riflesso di anima che ogni giorno mi mostra come stai"  - Mi diceva spesso-

 

Continuò a non dir nulla, ed ecco che dolcemente iniziò a carezzarmi i capelli. Mi abbracciò, mi tenne stretta al suo petto. Riuscivo a sentire il suo cuore battere forte, sempre più forte. Era come se quel suono mi dicesse "tiamo,tiamo,tiamo,tiamo.."  . Era così bello star tra le sue braccia, mi sentivo sicura. Tra le sue braccia sentivo non mi sarebbe mai e poi mai accaduto nulla. 

"Vieni.." - Mi sussurrò poi all'orecchio prendendomi per mano. Mi portò dietro quella panchina che risiedeva al centro di quel meraviglioso giardino. C'era una coperta ed un cestino da piknik con una rosa pogiata sopra. 

"Prego Madame.." - Mi disse ancora - poi ci sedemmo, aprì quel magnifico cestino e ne uscirono tante di quelle leccornie che non ricordo nemmeno precisamente quante fossero. Mangiammo. Era tutto semplicemente delizioso. Aveva cucinato lui, era un ottimo cuoco. Finimmo di mangiare, lo aiutai a metter tutto apposto, e insieme ci stendemmo su quella coperta. Guardavamo il cielo, quel giorno era di un azzurro che rare volte lo si può vedere. Non c'era una nuvola, non passavano aerei che lasciassero quelle scie inquinanti. Sentivo il cinguettio degli uccelli, il suono dell'acqua della fontana, la serenità, la pace. Ero in paradiso, con l'unica persona con la quale sarei voluta stare. Jason si girò verso un fianco, iniziando a carezzarmi i capelli, le guancie. Era così dannatamente perfetto. Mi baciò con una passione che fu quasi una sorpresa per me scoprire. I nostri corpi si sovrapposero, ma le nostre labbra non smisero di danzare all'unisono. Sentivo le sue mani sul corpo, e il battito dei nostri due cuori sincronizzarsi. Tentò di sbottonarmi i pantaloni, e fu in quel momento che sentì di doverlo fermare ."Fermati, aspetta Jason.." -Gli sussurrai, senza però nessun esito positivo- "Dai fermati, ti prego.." - Continuai ancora, e gli ripetevo di fermarmarsi, ancora, ed ancora. Ma lui era come se non mi ascoltasse.Continuava amuoversi, ed a cercare di spogliarmi, le sue labbra erano ovunque sul mio corpo. Era come se non fosse lui.

 "FERMATI!" - gli gridai, a quel punto non resistetti più. Si fermò immediatamente, e scansandosi poi da me , poiché fu come se lo avessi spinto, mi guardò fisso negli occhi. Il suo sguardo era strano, diverso. "Cos'hai Selene? Che ti succede? "  - Mi domandò scrollando le spalle. Chinai la testa, e sospirai.- "Io..Io, non mi sento pronta ecco. " - Aggiunsi, d'un fiato. " Ma io credevo che.."  - Continuò, ma io lo fermai, portandogli una mia mano alla sua bocca, come per tappargliela. "No, ecco.. " - Ciò che stavo per dirgli era una delle cose più imbarazzanti che avessi mai detto, me ne vergognavo quasi. Ma dovevo dirglielo,altrimenti non avrebbe mai capito. Continuava a guardarmi. Accennò un mezzo sorrisino, uno di quelli che faceva lui quasi come per rassicurarmi. "Io non l'ho mai fatto prima!"  - Ecco, lo dissi. Tutto d'un fiato gli dissi ciò che avevo da dirgli. E quasi, dopo, mi sentì meglio.Ma la sua reazione purtroppo, non fu quella che mi aspettavo."Hai 19 anni, Selene, sei stata con altri ragazzi. Come posso crederti?"  - Disse quasi con un topo sarcastico ma pungente.Credo che in quel preciso istante, anche grazie alla pace di quel luogo, si potè sentire il mio cuore spezzarsi in milioni di pezzi. Non mi crebbe. "E' la verità, per me questa è una delle cose più importanti per una donna, e attendevo quello giusto, nel momento giusto..."  - Dissi con un lieve suono della voce. "Ma daai! .. Ed allora dimmi, io non sarei quello giusto? " - Aggiunse scrollandosi le spalle - Mi sentivo ancora peggio, chinai lo sguardo. Non aveva capito nulla. "Portami a casa,ora. " - Gli dissi, guardandolo dritto negli occhi, cercando di ritrovarmi. Mi chiede ripetute volte di rispondergli, credo cercasse di caprie. Ma io non risposi, neanche minimamente. Per tutto il viaggio non scambiammo neppure una parola. Stavo male, male come non ero mai stata. Arrivammo sotto il mio palazzo, aprì lo sportello. "Avevo paura. Ecco cos'era. Paura, una fottutissima paura! "  - Gli dissi, voltandomi e guardandolo negli occhi. Una lacrima mi scivolò sul viso, e capì di dover salire subito, non volevo che mi vedesse innondata dalle lacrime. Perchè è quello che sarebbe successo da un momento all'altro. Sarei scoppiata a piangere.Dall'espressione che fece, capì di averlo colpito, ci rimase male. Capì! Ma questa volta decisi di non credere al suo volto, il volto che non mi aveva mai mentito. Non aveva mai saputo farlo. Cercò di fermarmi, di mantenermi, ma senza dir nulla lo evitai. Sbattei la portiera dell'auto e salì.Mia madre non c'era per fortuna, non avrei voluto spiegarle tutto.Corsi in camera mia,iniziai a piangere, piangere come mai avevo fatto. Le lacrime scendevano una ad una, e pareva non smettessero di farlo. Non ero mai stata così male , mai. L'odiavo. 

 

"To be continued.."

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Capitolo 6
*** '-Non so chi sei, Salene. 6° capitolo. ***


..E scendevano le lacrime, una dopo l'altra.. e pareva non volessero smettere di farlo.

Selene si sentì persa, la terra che le era stata garantita sotto i piedi fin d'ora, aveva deciso di crollare, e lui, proprio lui, era stato a farlo.

 

Ed ecco che arrivò. Un messaggio. Per un istante si impose di non guardarlo, sapeva che era lui, ma dopo un pò si rese conto che non sapeva neppure far la dura con se stessa, figuriamoci come avrebbe potuto farla con lui.

 

"Amore ti prego, scusami.. perdonami.. mi sono lasciato prendere dalle emozioni, non so che mi sia preso. PERDONAMI,PERDONAMI, mi risultava difficile saper una cosa del genere, ma se è quello che dici, io.. io ti credo!"

 

Lesse l'sms, e le lacrime che per un istante avevano cessato di scendere, ricominciarono a farlo, odiava tremendamente quel suo modo di voler sistemare le cose, ora, ora che lei aveva perso tutto.

Ma si sa, Selene, L'odio non è altro che l'altra faccia di una medaglia che dall'altra parte porta L'amore.

 

Lasciò chiuso il cellulare nel cassetto di fianco al suo letto, non rispose.

Al ritorno della madre, non volle dir nulla, non volle mangiare, ne bere, neppure uscire per guardarla.

Sentiva dentro di se i pezzi del suo cuore, che ormai infranto, cercava inutilmente di ricomporsi..Quella fu probabilmente la peggior notte della sua vita, pianse fino al mattino, senza mai smetterla..guardava e riguardava le loro foto insieme, e sentiva sempre più l'aria mancarle.. 

..Il giorno dopo, suo mal grado, si recò a scuola, ma ovviamente la sua testa era completamente assente. Le ore passavano e il suo sguardo non era altro che volto fuori alla finestra, ma non fissava il cielo, ne le nuvole.. Fissava il vuoro, perché era così che si sentiva : Vuota.

Ma era decisa a non riempire quel vuoto con lui, non l'avrebbe fatto.Non un sorriso, non un fremito di eccitazione, non un accenno di presenza. Era assente. Il suo corpo c'era, ma l'anima..

.. L'anima aveva deciso di abbandonarla.

 

Uscì da scuola, e fu quello uno dei momenti più pesanti. Lui non c'era. Non c'era ad aspettarla, nessuno le sorrideva da lontano, nessuno le veniva in contro. Lei, non stringeva nessuno. Sentì che non c'è l'avrebbe fatta, che probabilmente sarebbe svenuta. La testa le girava, e lo stomaco sembrava le stesse mimando un : "ti ammazzo dall'interno, prima che tu lo faccia dall'esterno".

Ma non fu così, non accadde nulla. Salutò quelle amiche che con inutili sforzi avevano cercato di carpirle informazioni durante la giornata, e si incamminò. Tornò a casa.Per un istante lungo 1 secondo, o forse qualche minuto in più.. sperò di vederlo li, sotto casa, ad aspettarlo.Lei lo avrebbe rifiutato, ma avrebbe voluto ugualmente che lui fosse stato li....Ma niente. Il suo cellulare aveva finito di squillare all'incirca verso le 3 del mattino. Nessun messaggio smielato, nessuna scusa, niente.Lo sentiva ancor più lontano, lo odiavo. Lo amava. Lo deiderava. Probabilmente ora, lo stava perfino maledicendo. Il pomeriggio, non potè fare a meno di andare a danza. La sua adorata danza. L'amava più di ogni altra cosa, probabilmente. Perfino più di lui. I pensieri in quella sala sparivano, non entravano. Restavano fuori, e tu non potevi fare altro che mostrare la tua anima in una seguenza di passi, a ritmo cardiaco. Non pensava a nulla, a nessuno. Lui non c'era. C'erano le sue amate, odiate punte, c'era la sbarra, la pece, quell'insegnate che l'aveva vista crescere, e quel pavimento di legno, intrinseco del sudore di una vita..

Uscì. Ed ancora una volta, lui non era li ad aspettarla. Fu allora che si rifugiò in camera. Lontana dal mondo, lontana da tutto e tutti. Spense la sua anima, il suo cuore. Spense tutto. Lui non l'aveva cercata, lei non avrebbe fatto altrimenti, fino a quando..

 

To be continued..

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Capitolo 7
*** "Non si è mai pronti, Mai. " - 7° Capitolo. ***


"Fino a quando.."

Fondamentalmente non c'era alcun "fino a quando", perché lei non sapeva più nulla ormai, non sapeva cosa sarebbe successo, non sapeva cosa sarebbe cambiato. Ma di certo qualcosa stava cambiando. 

 

Passarono un paio di giorni e Selene continuò a star chiusa in camera, usciva solo quando veramente ne necessitava. Non parlava con la madre, ne con le amiche. Nessuno poteva colmarle l'immenso vuoto che ormai aveva dentro. 

Al cellulare non arrivavano messaggi, ne tanto meno accenni di telefonate.

Jason, era sparito. Andato via. "Era questo il forte sentimento che provavi per me, non è vero?"  -Si continuava a ripetere tra se e se. Le emozioni in lei erano spente. Congelate del tutto. Non un accenno di trasalimento, nulla.

Ma ecco che svegliandosi una mattina, si rese conto di dover smetterla. Che lei valeva molto più di uno stupido ragazzo. Che se ne sarebbe potuta trovare altri dieci, ma che dico dieci ..altri mille!

 

Si alzò dal letto, e per la prima mattina dopo tante andò in cucina, fece colazione e vedendo poi la madre le diede un grosso e sonoro bacio, per poi stringerla. Probabilmente la madre non capì tutto, ma qualcosa in lei si illuminò. Per una madre, non è di certo gran cosa veder una figlia ridotta in quelle condizioni, tal pietose, da un ragazzetto.

 

Selene, non disse nulla. Andò a scuola.

 

Le amiche nel rivederla quasi sussultarono. La strinsero a se. Continuavano a stringerla, ed ancora, ed ancora. Selene si sentì quasi soffocare, probabilmente non era del tutto pronta a tornare alla sua vita normale.

Continuavano a chiederle di Jason, e di come stava lei. Cosa le fosse successo, come si sentisse.

Selene non disse altro che " Ora sto bene, so che starò bene. E Jason, non è altro che un brutto ricordo. Andrà via vedrete "  Molto crebbero alle sue parole, ma del resto non tutte la conoscevano bene, nessuno sapeva quando mentisse o quando diceva la verità. Mentiva, le si leggeva negli occhi che mentiva. Ma quele ragazze non erano altro che un branco di analfabeti d'amore. 

 

Quello stesso giorno, Selene andò perfino a danza. La sua amata Danza. Ballò così tanto, che probabilmente i suoi piedi le urlavan contro. Ma non c'erano pensieri li, li in quella stanza.

 

Fu allora che tornata a casa, accadde.

Una rapida doccia, e si mise al pc. Decisa ormai a riprendere le redini della sua vita.

Ma ecco, proprio quando pensi che la tua vita stia andando avanti, quando credi di aver superato tutto, o quasi. Quando ti senti forte. Forte perché ti imponi di esserlo, forte perché lo sei sempre stata e devi continuare ad esserlo. Quando senti di potercela fare, che pian piano la terra sotto ai tuoi piedi, si sta risanando. ACCADE.

 

"Jason è ufficialmente fidanzato con.. "

 

Selene, smise di respirare. Spalancò gli occhi, occhi che non era mai stati così scuri, cupi.

"Fidanzato? Fidanzato.." 

Si allontanò dal pc, con la stessa rapidità con la quale aveva smesso di respirare. Il cuore, dava botte pesanti. Sorde. Buum,Buum,Buum. Era la fine. Era davvero la fina. La sua.

 

Le lacrime non scesero, neppure una. Si sedette sul letto, tremolante. Fissò il vuoto, con quegli occhi spalancati. Stava male, non lo sapeva. Stava male, Ovvio. Era scockata. Non ci credeva. Era in trappola, stava cadendo nel baratro. 

 

 

To be continued...

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Capitolo 8
*** "Spegnile le tue emozioni, spegnile" -8° Capitolo. ***


 

"A breve avrà inizio uno degli eventi più importanti per le nostre ragazze.."E' così che la nostra storia inizia, con queste parole qui.

 

Ma per arrivar a pronunciarle si passa da qui..  

 

Non riusciva neanche a credere a ciò che lei stessa, con i suoi occhi aveva letto. Non riusciva a crederci. 

"Ecco Jason, bravo" -pensava tra se e se- "Sei tornato con l'unica persona con la quale non saresti mai dovuto tornare."

 

Selene, pensava a tutto e pensava a niente. Stava bene e stava male. Non lo sapeva, non lo sentiva. Non sentiva quasi più il suo cuore battere. Probabilmente leggere quelle parole si era portato con se l'amore che provava per lui. Forse si, o forse semplicemente quel vuoto, era lo spazio che riempiva lui. Lui che era stato tanto bravo a regalarle il paradiso, lui che in così perfetto modo l'aveva portata all'inferno. 

Tutta quella sofferenza le sembrava quasi un utopia. Ma no, non poteva permettergli di farla stare così male, non doveva dargli questa soddisfazione. Fu allora che qualcosa le barcollò nella mente. Fu una di quei pensieri, tanto assurdi, e tanto perfetti che di solito di vengon in mente quando sei ubriaco fradicio. 

 

Scelse si stare bene, di spegnere il suo cuore,spense le sue emozioni. Con un semplice click che paradossalmente sentì nella sua mente, lei spense tutto. L'odio, la sofferenza, il dolore, la delusione, l'inquietudine, l'amore. Fece così, semplicemente li spense. Si impose di sorridere, di esser contenta.

Stare male non l'avrebbe portato a nulla. Doveva farlo per lei stessa, per una volta nella sua vita.

Si alzò da quel letto che ormai l'aveva vista sfogar tutta la sua rabbia, si andò a lavare il viso, un filo di trucco, e uscì.

Uscì dalla trappola del suo amore, abbandonò per un pò quelle mura che plausibilmente le avrebbero ricordato ogni momento con lui.

Quel giorno, Selene decise di cambiare, sapeva che forse non c'è l'avrebbe fatta. Sapeva che la sofferenza non si cancellava così, che sarebbe stato difficile; ma lei l'avrebbe fatto. Lei se lo sarebbe concesso.

 

Passarono all'incirca 10 giorni..

 

Dieci giorni in cui lei non aveva fatto altro che svegliarsi la mattina, andare a scuola, fare i compiti, andare a danza, e dormire. Quello era ciò che faceva, ancora, ed ancora. Quasi come fosse una macchinetta, un robot.

Le amiche non si spiegavano come tutto ciò potesse accadere, non capivano come riuscisse a star così bene anche se era ovvio, faceva loro piacere.

 

Ogni tanto, accendeva quel pc. E guardando il profilo di Jason, non poteva far altro che fare un profondo respiro, e calmarsi. "Sto bene, sto bene!" -Si ripeteva-

 

I giorni passavano, e si avvicinava sempre più il giorno del suo saggio.

A quanto pare, il suo corso aveva uno spettacolo da fare in piazza. Per amici, parenti, e persone importanti. Era un'occasione che le ballerine avevano per farsi notare.

 

Selene, aspettava quel momento da un bel pò. Aveva progettato con Jason che quel giorno, lui avrebbe preso il primo posto, in prima fila. E sarebbe stato li. A guardarla, perchè lei avrebbe ballato solo per lui.

Più si avvicinava a quel giorno, più sentiva ogni tanto qualcosa che le stirngeva la gola, un nodo. Un groviglio di passioni ormai spente. C'era qualcosa che non andava nei suoi passi, o meglio, c'era qualcosa che non andava nella sua anima.

Il corpo c'era mentre ballava. Ma non vi era anima. Non vi era cuore. Selene era li solo con il corpo, e tutti, ma proprio tutti se ne accorgevano.

 

Il giorno del Saggio arrivò.. 

 

[..]"A breve avrà inizio uno degli eventi più importanti per le nostre ragazze.."

 

..To be continued. 

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Capitolo 9
*** "Ho perso la mia anima, danzando"-9°Capitolo. ***


Era agitatissima, e fin troppo tesa forse. 

Le parole di quell'uomo che andarono a presentare l'evento le misero addosso un'ansia terribile.

Andrà tutto bene, ti prepari per questo, da troppo tempo -continuava a ripetersi nella mente-

Il prolema però stava nel fatto che Lui non c'era. Non era li con lei, non le stringeva la mando per darle forza, le le sussurrava le migliori parole, non l'incoraggiava.

 

Era seduta in quella sottospecie di camerino improvvisato, dinanzi allo specchio, mentre si dava un'ultima aggiustatina al trucco e al vestito, quando..

 

"C'è una consegna per Sel..Selene?! E' così che si pronuncia?" - Quella voce le arrivò immediatamente all'orecchio, e fu quasi come un pugno dritto sul cuore che per un'istante ne bloccò il battito, poi riprese regolarmente il ritmo cardiaco. Si affacciò e vide questa figura. Un ragazzetto di circa 17 anni, basso, magrolino. Con un enorme mazzo di rose rosse.

I suoi occhi si illuminarono, accennò un sorriso e gli andò in contro.

"Si prnuncia esattamente Selene, e sono io" - Gli disse aggiungendo un piccolo cenno con il capo accompagnato da un mezzo sorrisetto.

Il ragazzo le porse i fiori tra le mani, e senza volerle dire chi fosse stato a inviarglieli, andò via.

 

Il suo unico desiderio era che fosse stato lui a inviargli quei magnifici fuori. Profumavano come non mai, e lei li adorava.

Senza dar spiegazioni alle sue compagne che le chiedevano chi mai gli'è li avesse inviati, si rifugià nel suo "camerino" e iniziò a cercare un bigliettino, un qualsiasi cosa che le desse la conferma che quei fiori provenivano da Jason.

E finalmente eccolo "Ballerai benissimo, ne sono certo. Qualsiasi cosa accadrà, pensa a ballare."

  Era lui, ne era certa, più che certa. Quelle parole la risollevarono immediatamente, sentì quel nodo alla gola allargarsi un pò ma non sciogliersi del tutto.

Non ebbe il tempo di realizzare cosa intendesse con quel "Qualsiasi cosa accadrà.." poiché la sua insegnante le stava radunando. Era il loro momento. Era il Suo momento.

 

Luci spente, silenzio. L'incredibile odore del palcoscenico. 

Il cuore le batteva così forte che probabilmente in quel silenzio lo si poteva udire.

 

Ed ecco che partì la musica, partirono dei particolari giochi di luci, e cominciò a ballare. 

 

Non pensava a nulla, la danza la rendeva così felice da non farle pensare a nulla e a nessuno. 

Non era solita guardare il pubblico mentre danzava ma quel giorno, intravide la madre, ed alcune amiche di scuola. Eseguì ogni passo correttamente, non sbagliò nulla. Riuscì ad eseguire una performance perfetta. L'anima, la sua anima danzava con lei. L'accompagnava nei movimenti e le facevano trasmettere più di quanto lei stessa volesse. Ma la danza, infondo è questo: trasmettere.

La musicà finì. Gli applausi partirono a raffica, le platea si alzò tutta impiedi e le urla erano fortissime. Era finita avevano eseguito una delle loro migliori coriografie. Selene C'è l'aveva fatta.

 

Era felice, forse si.

Ma il lieto fine non erano per lei. 

 

Alzò gli occhi alla platea, e il suo sguardo finì sulla persona meno opportuna, su l'unica persona che fra tante non avrebbe dovuto vedere in quel momento.

Jason.

Jason era li, e con lui, c'era la donna che in quel preciso istante gli aveva stampato un bacio sulle labbra. La sua fidanzata.

 

Selene, spalancò gli occhi. Le parole le si chiusero in gola, improvvisamente si spense tutto l'entusiasmo, la foga. 

Lo guardò fisso negli occhi, occhi che non incrociava da troppo tempo.

Scese dal palco, la platea tacque.

 

Il silenzio.

 

Si avvicinò a lui. Eccoli occhi negli occhi, dopo tutto quel tempo. Sentiva il cuore rallentare sempre più, fino quasi forse a non sentirlo più. Era tesissima, ma il suo viso non traspariva nullai. Era come una bambola. Bella ma senza anima. L'anima si era consumata sul palcoscenico, e vedendolo, aveva deciso di rimanere li. 

Jason, non disse nulla. Si fissarono per un pò, poi lui abbassò lo sguardo.

 

"Mi fai schifo." -Gli sussurrò avvicinandosi all'orecchio di lui- 

Dopodichè, gli voltò le spalle e senza dargli il tempo di commentare andò via.

 

Jason,non fece nulla, restò a guardarla andar via, ignorando le parole della fidanzata che le chiedeva spiegazioni. Lui, semplicemente, tacque.

 

To be continued..

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