I Jonas Brothers presentano: I grandi Classici.

di Beatriz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Promessi Sposi. ***
Capitolo 2: *** Cenerentola. ***
Capitolo 3: *** La Divina Commedia. ***



Capitolo 1
*** I Promessi Sposi. ***


                                                                                      







                                                                                              1.



Quella mattina di Novembre, Joe Jonas la rockstar, e Taylor Swift la barbie Girl, dovevano convogliare a nozze. Ora, il parroco li attendeva in canonica per mezzogiorno, ma Joe voleva farsi lasciare di fronte casa della sposa per parlare di alcune faccende importanti riguardo le bomboniere. Il fatto che fossero rosa, a lui non andava giù.
«Ma tu sei proprio sicuro di volerti sposare?»Chiese suo padre una volta parcheggiata l’auto di fronte il condominio  della bionda fidanzata del figlio «Guarda che se è incinta non ci sono problemi, non mi incazzo-
Joe lo fulminò con un’occhiataccia, aprendo con un gesto meccanico la portiera. «Si che voglio sposarmi, papà»
Il buon uomo, che non se la sentiva di raccontare al figlio quanto il matrimonio fosse la seconda disgrazia che opprimeva la popolazione dopo la cellulite, annuì. «Come vuoi!»
E scaricatolo sul marciapiede, sgommò via verso la chiesa per gli ultimi dettagli. Joe citofonò a uno degli appartamenti del terzo piano , e la piccola Marie, la nipote della sposa, venne ad aprire.
«Chi sei tu?-
Joe sorrise. «Sono Joe. Posso entrare?»
«Non ti conosco»
«Sono lo sposo»
Silenzio. «Lo sposo di chi?»
Joe, famoso per la sua innata pazienza con i bambini, sorrise. «Ascolta, ottava nana, sono in piedi da questa mattina alle cinque, ho fatto la ceretta alle sopracciglia, mi sono depilato, ho finito il succo di frutta, ho bucato una gomma, mi si è rotta la tegola del tetto, si è allagata la cantina, si è allargato il buco dell’ozono e ho finito la carta igienica. O mi fai salire, o prendo il cric e ti faccio cadere gli ultimi denti da latte»
Davanti a cotanta dolcezza, la ragazzina non potette  far altro che aprirgli la porta. Taylor, in tutta la sua grazia stile Paris Hilton, era accerchiata dalle sue amichette rosa e pompose in concreta adulazione verso il vestito da sposa che la faceva tanto somigliare e una merendina confezionata sottovuoto.
«Sei bellissima!»Esclamò dandole un bacio sulle labbra, ma la Barbie, indispettita, indietreggiò staccandosi da lui.
«Non puoi vedermi prima del matrimonio, porta sfortuna»
Joe, che in quel momento aveva le palle più girate di una trottola, fece per risponderle ma improvvisamente l’iphone nella sua tasca cominciò a vibrare, salvando la futura sposa. Dall’altra parte del telefono suo padre, tutto trafelato, prese a parlare.
«Guarda che Don Abbondio m’ha detto che il matrimonio non s’ha da fare»
Joe sgranò gli occhi. «Come non s’ha da fare?E il ristorante?»
Si preoccupò giustamente il povero ragazzo. Suo padre sospirò.
«Non vuole sposarvi, dice che è stato minacciato da Kanye West perché Taylor ha vinto il premio e Byoncè no. Ma tu ci stai capendo qualcosa?»
Joe, dimostrando ancora una volta la sua immane pazienza, sorrise amorevolmente. «Ora io vengo lì in canonica, stacco le palle al prete, le frullo, gliele faccio ingoiare e poi vediamo come reciterà un perfetto Latinorum in falsetto»
E detto questo, riattaccò la chiamata, afferrando le mani di Taylor. «Non ci sposiamo più!-
Esclamò semplicemente, con le lacrime agli occhi. Taylor trasalì, e pregate le damigelle di lasciarsi soli, rimasero in compagnia di Andrea, la madre.
«Qui bisogna chiamare il Santo Padre Cristoforo»Constatò la donna una volta analizzata la situazione, e subito il buon uomo accorse dai due sposi, con una barba lunga e un paio di sandali sgualciti.
«Oh padre, ma vestite ancora così, in convento?»Chiese la bionda ragazza coprendo con stupore la bocca. Il buon uomo, osservandola accigliato, scosse la testa.
«Stavo facendo la doccia,-Esclamò, adirato –Non ho potuto fare la barba e ho messo il primo straccetto che ho trovato»
Si sistemò la calza a rete, diede una ripassata al trucco, si limò un’unghia e poi, ascoltato il racconto dei due giovani, decise di agire nel peggiore dei modi.
«Non potete fare altro,-Soffiò con compassione –Dovete rischiare di essere fucilati, attraversare il confine con il Messico e scappare via a vendere Tabacco in Brasile»
Taylor, in tutta la sua notevole santità, confermò la teoria di Padre Cristoforo, sapendo che lasciare Joe sarebbe stata la decisione più difficile. Joe, dopo un cazziatone durato mezzo pomeriggio, e aver annullato il matrimonio imprecando contro tutti quelli che gli chiedevano cosa fosse successo, acconsentì alla fuga.
«Bene,»Disse Cristoforo strofinando le mani «Tu, Taylor, andrai dalla Monaca di Ponza, vicino Terracina, ci sono bei ragazzi, bagnini in costume, e la suora è tanto zoccola che la sera si organizzano festini a base di cocaina e Ashish»
Taylor, ovviamente devota a così tanta santità,  accettò di buon grado. Poi Cristoforo si volse verso Joe. «Tu, ragazzo, andrai a Milano, cercheranno di metterti in prigione due volte, riuscirai a fuggire, e poi troverai la fanciulla della scarpetta»
Joe rise. «Quale scarpetta?»
«Ah no, scusa, sbagliato storia»
E una volta essersi salutati, i due sposi partirono per le loro mete. Passarono due lunghi anni, da quell’episodio, e Joe e Taylor si incontrarono nuovamente in un convento di suore a Lucca, dove la santissima Swift si occupava di curare i giocatori di calcio feriti durante i falli, e, visto che il loro ultimo rapporto sessuale risaliva a qualche giorno prima, e i poverini ne soffrivano, offriva il proprio corpo in onore dei bisognosi, proprio come il Cristo. Joseph, quando lo venne a sapere, si commosse di quanto la ragazza fosse devota alla fede, ma quando entrò a conoscenza  del voto di castità verso di lui, si incazzò come una bestia. Allora, il buon padre Cristoforo, sciolse il voto, e mentre i due sposi limonavano come ossessi, lui stramazzò al suolo per infarto e morì, mentre i due giovani erano ancora troppo impegnati ad esplorare le cavità orali l’uno dell’altra.
Kanye West, infine, venne sbattuto su tutti i giornali per quello che aveva fatto, la monaca di Ponza arrestata per sfruttamento minorile e prostituzione, e i due, finalmente, divennero marito e moglie. 







Buonasera ragazze :)
Sono tornata con questo nuovo iniseme di One Shot che ... Esatto, sono riassunti delle più famose storie classiche rivisitate con i personaggi che conosciamo e amiamo oggi, e ovviamente in versione umoristica. In questa prima storia, rivisitazione de "I Promessi Sposi", troviamo Joe e Taylor alle prese con un matrimonio che non s'ha da fare. Ovviamente tendo a precisare che io amo Joe e Taylor alla follia, e con queste storie non voglio offendere nessuno, soltanto far fare questtro risate (se ci riuscirò ) Aspetto le vostre recensioni, anche perchè è una minchiata e se non vi piace non la continuo, ahahahah xD
Fatemi sapere.
Simona.

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Capitolo 2
*** Cenerentola. ***


                                                                                               






C’era una volta, tanto e tanto tempo fa, quando ancora il digitale terrestre non c’era e la TV potevi vederla senza pagare un cazzo escluso il canone Rai, una bellissima fanciulla dai lunghi capelli castani e gli occhi azzurri come il mare prima di venire inquinato dalle fogne. Ora, la fanciulla, di nome Miley Ray Cyrus, viveva in una logora casa di Beverly Hills, a Los Angeles. Aveva solo tre bagni, cinque camere da letto, una cucina che per andare dal frigo al piano cottura dovevi pagare un viaggio in autobus e una piscina riscaldata con idromassaggio. Praticamente una poveraccia. Inoltre la sfortunata ragazza viveva con suo padre, il noto cantante country Billy Ray Cyrus, due sorellastre con l’intelligenza pari a quella delle gemelle Kesler, di nome Brandi e Noah, e una matrigna più ritoccata di Moira Orfei. Quando suo padre Billy Ray dovette lasciare la casa familiare per andare in tour con le Cheetah Girls, la matrigna cominciò a riservare un certo riguardo per Brandi e Noah, mentre Miley, vittima dell’invidia della sua famiglia, era costretta a calzare gli Chanel che le sue sorellastre scartavano, a sciacquare i capelli con uno shampoo da discount e lavare i piatti quando la cameriera filippina aveva la giornata libera.
Soltanto la sera, quando fuori il mondo silenzioso si ombreggiava lentamente, la dolce ragazza amava sdraiarsi accanto al camino a leggere Vogue, sporcando i jeans di cenere. Da allora le sue sorellastre la chiamarono “Ragazza che puzza di fumo”, ma Miley preferiva di gran lunga il suono del nome “Cenerentola”.
Una mattina, dopo averle inflitto una puntata condotta da Luca Giurato, la matrigna andò ad aprire la porta quando sentì qualcuno bussare insistentemente. Pagò il taxi, e dal salotto si fece accompagnare al portone d’ingresso. Fuori, sugli scalini del vialetto, il manager dei Jonas Brothers le porse un invito di cartone color avorio, che prontamente aprì sotto gli occhi velati di emozione di Noah e Brandi.
«Nick Jonas festeggia il compleanno!-Esclamò abbracciando le sue figlie, -E siete tutte invitate»
Miley, a sentir pronunciare quel nome, sentì un tuffo al cuore. Amava Nicholas alla follia, e molto spesso le capitava di limonare con i poster che aveva nella sua camera, finendo quasi sempre con lei che sputava i pezzetti di carta bagnata rimasti sulla lingua.
«Posso venire anche io?»Chiese timidamente, alzando di poco la mano verso il soffitto. La sua matrigna si voltò ad osservarla con sguardo riprovevole.
«Tu, sciocca ragazza, dove credi di andare?- Esclamò, con un tono che la fece rabbrividire –Devi pulire la casa da cima a fondo, ricordi?E poi, non hai un vestito nuovo»
Noah e Brandi, scuotendo la testa con fare divertito, cominciarono a ridere, e Miley, in tutta la sua immane dolcezza, prese una sedia dal tavolo del soggiorno e fece cader loro tutti i molari e qualche pezzo del setto nasale.
Così, mentre la matrigna preparava le due ragazze per la grande festa, Miley detta Cenerentola si accasciò accanto al suo amato caminetto, vedendo sbucare da dietro la pietra il suo migliore amico, un topo che si divertiva a rosicchiarle i piedi che profumavano di taleggio stagionato, visto che da quando suo padre era partito la matrigna le aveva proibito di fare una doccia.
Mentre gli accarezzava le orecchie incredibilmente morbide, Miley si stupì nel vedere circondare la stanza da un area dorata incredibilmente appagante, una scia di stelle che profumava di Chanel numero 5. Da dietro una nube di vapore, apparve una graziosa ragazza dai capelli turchini e la bacchetta magica firmata da Louis Vuitton. Si sorrisero.
«Oh, ma che puzza di Taleggio stagionato!»Esclamò con tono amorevole notando la bianca fanciulla che piangeva, e una volta preso il suo mento tra le mani, le schioccò un bacio sulla fronte.
«Tu chi sei?La fata turchina?»
Domandò Miley alzando con fare scettico un sopracciglio. La donna sbuffò.
«Ma che fata Turchina, quella è la concorrenza. E’ quel deficiente di Silvano che mi ha sbagliato la tinta, ma tranquilla, l’ho trasformato in una piastra per capelli in offerta»
E detto questo, l’aiutò ad alzarsi da terra, porgendole la mano. «Tu desideri andare alle festa,-Disse la fata –E io ti aiuterò, ma prima di tutto dobbiamo disinfettarti»
Miley rimase due ore a cullarsi in un caldo bagno con tanto di disinfettante e bicarbonato, altre tre ore per sfoltire le sopracciglia, cinque per tagliare le unghie dei piedi, e, finalmente, fu pronta per la festa. Quando raggiunse il Red Carpet, tutti furono ammaliati dalla sua sfavillante bellezza, compreso Nick Jonas, che abbandonata la stampa con un bicchiere di prosecco tra le mani si diresse verso di lei.
«Ti stai divertendo?»
Le domandò, innamorandosi subito di lei non appena le sue labbra si incresparono in un dolce sorriso.
«Tu sei Nick Jonas?» Chiese lei a sua volta, e Nick annuì. «Sei più bello sui giornali»
Commentò Miley, che non esitava mai a mostrare la sua grande umiltà e la sua infinita dolcezza. I due giovani parlarono per tutta la serata, ridendo, scherzando, e scambiandosi effusioni sotto gli sguardi allibiti di Noah e Brandi, fin quando le lancette dello Swatch di Nicholas non segnarono lo scoccare della mezzanotte, e su raccomandazione della fatina Chanel numero 5 la delicata fanciulla dovette abbandonare il ragazzo per fuggire nuovamente a casa, prima che l’incantesimo si spezzasse. Ma purtroppo, durante la fuga sul tappeto rosso, Miley lasciò cadere a terra la sua scarpa Gucci tacco venti che, inizialmente, venne scambiata per un’arma seriale e solo dopo che giunsero sul posto il R.I.S, C.S.I, e la C.I.A, si risolse l’equivoco e tutti tornarono a divertirsi.
Ma i giorni trascorrevano inesorabili, e Nick non riusciva a fare altro se non pensare a quella dolce e bellissima ragazza che gli aveva accarezzato il cuore. Suo fratello Kevin gli consigliò di vagabondare per Los Angeles con quell’arma atomica al tanfo di taleggio tra le mani per provarla a tutte le ragazze, e soltanto chi l’avrebbe calzata perfettamente senza rompersi una caviglia, sarebbe stata la ragazza prescelta. Nicholas accettò di buon grado, e accompagnato dai due fratelli, sempre con lui, bussò villa per attico alla ricerca disperata del suo amore, fin quando non giunse nella povera, piccola casa in Beverly Hills. La matrigna, non appena venne a sapere della situazione, li accompagnò in salotto e fece scendere Brandi e Noah.
«Che numero avete, di piede?» Domandò Nick inginocchiandosi al loro cospetto. Brandi sorrise.
«Io ho un piede da fata. Quarantacinque»
«Io quarantacinque e mezzo, ma per star comoda prendo sempre un quarantasei»
Continuò Noah. I loro non erano piedi, erano macchine con tanto di sedili posteriori e ruote per ogni tipo di terreno, e le scarpe che utilizzavano non erano altro che veicoli in sosta vietata. Tre ore e tante martellate dopo, Nick capì che le due sorellastre non potevano calzare i loro piedoni dentro quella graziosa scarpetta, e fece per andarsene quando una vocina da dietro il caminetto fece capolinea tra i presenti.
«Posso provarla io?»Domandò Miley, sbucando da dietro una barriera di sacchi di immondizia. Senza nascondere il suo disgusto verso il tanfo che la giovane emanava, Nick si avvicinò a lei e notò come la scarpa le stesse d’incanto.
«Posso venire a casa con voi?»
Esclamò eccitata Miley, e Nick annuì.
«Laverai, stirerai, cucinerai, stenderai i panni, mi rammenderai i calzini e mi sciacquerai le mutande. Sarai la mia regina»
Kevin tossicchiò.
«Prima però va denuclearizzata»
Disse, dando vita ai pensieri di tutte le persone presenti in quel momento. E finalmente Miley detta Cenerentola fu libera, i due diedero vita a dodici bambini con cui formarono una squadra di calcio, e vissero felici e contenti. 





Buonasera Donneh *OOO*
Visto che il primo ha avuto successo, sono tornata con un grande classico, Cenerentola, ovviamente rivisitato in chiave umoristica, e con la coppia Niley :)
Spero vi piaccia, e tendo a precisare che sono una grandissima fan di entrambi.Non voglio offendere nessuno, e lo ripeterò sempre, è solo per ridere.
Ora vi saluto che sono in un ritardo pazzesco, spero che anche questa storia vi piaccia, mi raccomando mi aspetto tante recensioni ^^
Simona.

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Capitolo 3
*** La Divina Commedia. ***


                                                                                         









                                                                                                                                                           3.




Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, e capii che non avevo pagato l’Enel e che forse alla siepe serviva una sfoltita, giusto perché mentre innaffiavo il roseto Mowgli mi aveva salutato saltando da una liana all’altra.
Ah, quella selva selvaggia, e aspra, e forte, che solo a pensarci ancora mi cago sotto. E in effetti tutti i torti non li avevo, visto che dopo qualche passo in sospeso nell’oscurità, tre orrende creature mi si avvicinarono, accompagnando il loro volto mostruoso con ghigni satanici. Trasalii, non appena le mie pupille misero a fuoco l’atroce visione.
La prima, aveva il corpo da pesce e il volto della De Filippi. Il secondo, invece, era Gian Galeazzi travestito da cane e il terzo, il più terrificante: Sgarbi, che non aveva bisogno di mutazioni.
Dopo essere riuscito ad evitare di partecipare come ospite a una puntata di “C’è Posta per Te”, e aver affrontato un percorso chilometrico per non essere sbranato da Galeazzi, mentre Sgrabi mi urlava contro “Capra!”, raggiunsi Caronte, il traghettatore dei morti, che somigliava in modo pazzesco a David Letterman.
«Oh uomo, ma tu non sei colui che presenta il “David Letterman Show”?»
Domandai, e lui distese le labbra in un ghigno famelico. «Sto sostituendo Maurizio Costanzo, che è andato a fare colazione. Tu, piuttosto, sei vivo!»
Esclamò lasciando tuonare la terra sotto i miei piedi. «Ma che cazzo di perspicacia, oh!»
Sbottai ironicamente, prendendo posto sulla barca che mi avrebbe aiutato ad attraversare il fiume.
«Chiunque voglia attraversare il fiume, deve prima morire,-Ribattè il vecchio senza alzare lo sguardo –Tu no puoi. Sei vivo»
Mi diedi una grattata, perché non si sapeva mai, e dopo averlo preso a palettate sul culo, con molta delicatezza, decise di accompagnarmi sul ciglio opposto di quel corso d’acqua rosso come il sangue. Non appena posai la suola delle mie scarpe di stoffa sul terreno, da dietro un cespuglio spuntò Virgilio, il grande e carismatico Virgilio.
«Tu sei colui che scrisse l’Eneide anni or sono»Dissi, fiero della mia sapienza, ma l’uomo scosse la testa arricciando i baffi.
«Io sono Virgilio, il creatore del sito di ricerca su Internet. Quella è roba vecchia, ormai»E detto questo, si abbassò la tonaca dorata, perché un uomo che ti spunta da dietro un cespuglio con un pacchetto di Cleenex ultra delicati in mano di certo non giocava a carte.
«Dove mi porterai, ora?»
Virgilio mi circondò le spalle con un braccio. «Attraverseremo l’inferno, ogni girone, e vedrai come chi ha sbagliato nella vita terrena, ora soffrirà in eterno»
«Vuoi dimostrarmi quanto noi umani possiamo essere ingiusti, e quanto dovremo soffrire giunti qui, vero?»
Lui scoppiò a ridere. «No,- Rispose –Solo che dopo la tana di Lucifero c’è un MC che è aperto fino a tardi, e io ho fame»
Così, tra il tanfo di zolfo e il calore del fuoco, camminavamo tra i vari gironi fino a raggiungere quello dei lussuriosi, dove una coppia di innamorati, di nome Paolo e Francesca, ci avvicinò senza allentare la presa delle loro mani congiunte.
«Chi siete voi?»Domandai, e Francesca cominciò a cantarmi la sua storia nemmeno fossimo in High School Musical. La sua voce continuò a fracassarmi i coglioni fin quando non svenni. No, non per la commozione. Semplicemente per un calo di zuccheri, ma quanto cazzo era lontano questo fantomatico MC?Se avessi saputo che mentre esploravo il giardino di casa mia mi sarei dovuto subir tutto un viaggio extraterreno, mi sarei portato dietro un pacco di Pavesini, solo nove calorie per biscotto. Lo dice anche la Pellegrini.
Una volta affrontati tutti i gironi, tra cui quello dei golosi, quello di coloro che parlavano sempre di politica, quello delle persone che si facevano film porno mentali guardando mio fratello Joe in TV, e quello dedicato a Vladimir Luxuria, ci fermammo a salutare Lucifero.
Una personcina cordiale, nulla a che ridire, se non fosse per il fatto che era così brutto che a confronto Mr Bean somigliava ad Angelina Jolie. Si offrì di pagarci la cena al MC, e io riuscii ad ottenere anche il numero della commessa che ci aveva servito le patatine. Una tipa stramba. Diceva di chiamarsi Riccioli D’Oro, ed era vittima di tre orsi della mafia che la obbligavano a prostituirsi. Ma questa, credo, sia un’altra storia.
Dopo aver finito di cenare, ci intrufolammo in un cunicolo buio e stretto, a dir poco claustrofobico, che ci trasportò verso il purgatorio, una montagna più alta del Kilimangiaro dove le povere anime ormai immortali erano costrette a subire ore e ore di karaoke da parte di Giusy Ferreri.
«Perché siamo qui, ora?»Domandai a Virgilio osservando l’enorme e lungo percorso che ci attendeva. Il mio fidato compagno mi sorrise.
«Se arrivi in paradiso, c’è una figa stratosferica che ti accoglie al cancello. Ne vale la pena, si chiama Danielle»
«Non era Beatrice?»
Lui alzò un sopracciglio con fare scettico. «E’ stata licenziata, si era data da fare con i Raffaello al cocco e non entrava più nel vestito bianco che doveva indossare. Ora è in cura alla DCD»
E detto questo, decidemmo di prendere il bus turistico che ci avrebbe accompagnato fin sopra la cima. Dovetti fare a gomitate con i turisti cinesi armati di macchina fotografica e reflex professioniste, «Anche lei va in Paradiso?»Mi domandò uno dei tanti accecandomi con il flash. Io sospirai. «Ma perché non ve ne andate tutti a ‘Fanculo?»
I turisti mi applaudirono, cominciando a ripetere ‘Fanculo come se fosse una bella meta turistica da consigliare. Scendemmo all’ultima fermata, davanti i cancelli del Paradiso. Ero tentato di citofonare alla voce di Dio per poi andare a nascondermi, ma Virgilio mi fermò per un polso.
«No ma sei cretino?Guarda che con quello lì non si scherza eh, se si incazza ti incenerisce, poi non voglio saperne nulla»
Decisi che aveva ragione, e una volta che Virgilio ebbe citofonato a San Pietro chiedendogli di scendere con le chiavi, le sbarre di metallo finemente ornate in oro e argento si spalancarono e il mio compagno mi salutò.
«Dove vai?,» Chiesi, dispiaciuto del suo allontanamento.
«Non sono stato battezzato,-Rispose, asciugando una lacrima che gli rigava il volto diafano –E non posso entrare in paradiso. Tieni,- Mi diede un lurido pezzo di carta bianca–Fallo autografare da Madonna»
«Vuoi dire dalla Madonna, la madre di Gesù »
«No,-Sbottò Virgilio facendomi l’occhiolino –La vera Madonna, la cantante, è qui. E’ ospite alla sagra della pasta e fagioli organizzata da Sant’Antonio »
E detto questo, si dissolse nell’aurea dorata che lo aveva accompagnato per tutto il percorso. Mi voltai nuovamente verso le candide nubi del paradiso, e davanti ai miei occhi, all’improvviso, comparve la figura più bella e celestiale che avessi mai visto, più figa anche della Anderson. Aveva gli occhi color del cioccolato, le labbra carnose e i capelli delle stesse tonalità del caffè. Le presi una mano, baciandola con umiltà.
«Tu devi essere Danielle »
La ragazza annuì. «E tu devi essere quel pirla che si è visitato tutti e tre i regni»
«Oh cazzo, corrono le voci qui, eh?-Domandai ironico premendo sulle ginocchia per alzarmi –Tu sei bellissima!»
«E sono un angelo,»Precisò lei ammiccando con lo sguardo «Questo vuol dire che non ho sesso. Posso essere un uomo, come una donna»
«Non mi interessa, non dire niente. Che tu ti chiama Danielle, o Giulio, io ti amo»
E cominciammo a limonare come due ossessi sfogando le nostre fantasie sessuali dietro una nuvola con la forma di un pony. Quando ci rivestimmo, Danielle mi accompagnò nell’alto dei cieli, a visitare il Signore. Mangiammo del buon cibo, tutto cucinato da Giovanni Rana che era lì per l’occasione, e l’Altissimo mi insegnò a fare le pernacchie con l’ascella. Un vero burlone. Pensate che quando finì il prosecco, chiese a suo figlio di trasformare l’acqua Rocchetta che rendeva puliti dentro e belli fuori in Ginger, e cominciammo a bere come cammelli. Una volta consumato il lauto pasto, mi risvegliai improvvisamente nel mio giardino. Era sdraiato sull’erba fresca, sotto le fronde di un cipresso. Guardai la canna arrotolata alla mia sinistra, e la gettai lontano.
Capii solo allora, che era giunto il momento di farla finita. 






Buonasera gente che amo da morire *-*
9 recensioni, non ci credo. Cioè, questa minchiata, nata come una sfida contro me stessa, sta ottenendo tantissimo successo, e io non so come ringraziarvi :')
Mi fa piacere sapere che vi faccio ridere, davvero, mi riempie il cuore di gioia. Oggi vi posto una rivisitazione della Divina Commedia, che ha come protagonista il nostro amatissimo Kevin in versione Dantesca. Giuro che questa volta è stato davvero difficile, ma spero di esserci riuscita lo stesso, e se così non fosse, chiedo umilmente scusa a tutte le mie lettrici ^^ Ovviamente non mi stancherò mai di ricordare che qui E' TUTTO UMORISMO, IO NON SONO CONTRO NESSUNO E NON PRENDO IN GIRO NESSUNO, E' SOLO PER RIDERE.
Ora che ricomincia la scuola non so quando riuscirò a postare, ma spero comunque molto, molto presto.
Un bacione, e grazie ancora. A tutte. Siete belle.
Simona

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