Anche un solo uomo può fare la differenza

di Zich
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Atterraggio ***
Capitolo 2: *** La Marcia ***
Capitolo 3: *** Il Risveglio ***
Capitolo 4: *** L'attacco ***
Capitolo 5: *** Verso la vittoria ***
Capitolo 6: *** Fantasmi ***
Capitolo 7: *** ka-boom ***



Capitolo 1
*** L'Atterraggio ***


Erano passati anni dalla perdita del pianeta Reach, e ora che i Brute si erano ribellati agli Elite, per la resistenza umana era il momento giusto per colpire. Almeno, questo era il pensiero dell'ammiraglio. Tutti gli altri al bordo dell’ incrociatore, invece, pensavano che fosse una missione suicida, dato che una volta su Reach i Marines avrebbero dovuto combattere contro due eserciti ben organizzati e armati fino ai denti...
- Hey, chi è quello? non l'ho mai visto prima...
- Non lo so... penso sia una recluta, poveraccio .
- Pensi che non ce la farà ? -
- Secondo me, quello crepa come mette piede a terra.
- Le reclute a stento sopravvivono a quegli gnomi, figuriamoci su un pianeta pieno d'Élite, sicuramente morirà . - 
La recluta era seduta vicino a un finestrino a fissare l'universo, senza prestare la minima attenzione ai discorsi di quei veterani, tra poche ore sarebbero sbarcati su Reach, e lì avrebbe dimostrato realmente quanto valeva. Un suono traforò i timpani dei soldati. Un suono prolungato, la sirena urlava. 
L'allarme! La flotta era entrata nell'atmosfera di Reach. Tutti si soldati si precipitarono ai Pelican, tutti pronti a scendere sul campo di battaglia. Ark, la recluta, era nel Pelican con la sua ascia da combattimento e la carabina, la sua corazza rosso sangue sembra far irritare i veterani, ma a lui non interessava, al contrario, gli piaceva moltissimo infastidire la gente. Ora però la sua unica preoccupazione era l'atterraggio. Sarebbe bastato il minimo errore e lui sarebbe morto.
- Uomini, Allacciate le cinture di sicurezza. Ora si balla!!! 
- Hey recluta, vedi di non farti ammazzare come metti piede su Reach! -
Ark non ci fece caso, era troppo concentrato per rispondere alle provocazioni dei veterani.
Gli incrociatori sganciarono i Pelican che sfrecciarono verso il punto di sbarco. Il Pelican dove si trovava Ark venne danneggiato da una bomba al plasma. 
- Signori e Signore, qui è il vostro amatissimo pilota che vi parla, e voglio solo dirvi: reggetevi forte, sarà un atterraggio di fortuna!! -
Il Pelican andava a fuoco e precipitava a gran velocità verso una torre Covenant. 
- Raddrizza questo coso coglione! Non ci teniamo a diventare delle frittelle!! 
- Visto che la fai tanto facile perché non vieni tu a pilotare questa ferraglia!! 
- Attento all'albero!!! -
Il pilota era riuscito a evitare di scontrarsi contro un grosso albero, ma senza troppo successo. Il velivolo si schiantò malamente al suolo, e l’equipaggio venne sballottato contro le pareti. Molti persero i sensi, nonostante le cinghie saldamente allacciate. Entrarono dal muro, ci rimisero il muso dell’ aereo, i pezzi volavano da tutte le parti. Il portellone aperto del Pelican saltò via per la violenza del colpo, alcuni soldati vennero sbalzati via mentre l’aereo attraversava l’enorme sala in cui erano precipitati. Gli alieni erano in scompiglio. Non immaginavano un’entrata così scenica. Ma era pur sempre una torre piena di Élite: quelli erano tipi che non scherzavano. Non persero tempo, si avvicinarono rapidi al sito dello schianto, e in un attimo accerchiarono il Pelican; Ark si liberò dalla cinghia di sicurezza, prese l'ascia e si lanciò su un Élite d'assalto, aprendogli la testa e rubandogli la lama, impugnò la carabina con la mano libera e iniziò a sparare sul resto della squadra nemica, utilizzando il corpo dell'Élite morto come scudo contro i proiettili al plasma. Ben presto Ark si trovò a dover schivare dei fendenti di lame e a evitare i Fantomi Kamikaze, spuntati fuori dal nulla.
Schivò un affondo e saltò contro un Kamikaze spingendolo contro i suoi alleati, fece roteare la spada al plasma rubata e mozzò la testa a un Élite, scagliandoglisi addosso con tutto il suo peso, per poi l'ascia e scagliarla contro un altro alieno che gli stava per sparare. Scese dal poveraccio a cui aveva staccato la testa e, abbassandosi per schivare un altro fendente di lama al plasma, mozzò il braccio all'ultimo élite, disarmandolo, lo scaravento a terra e quando questo minacciò di rialzarsi gli amputò anche l'altro braccio.
- Occhio!!
Una Marine, armata di fucile d'assalto, l'aveva appena salvato da una squadra di Fantomi Kamikaze.
- Grazie ...
- Prego! E ora se hai smesso di giocare aiutami a recuperare il resto della squadra...
Ark annui debolmente, aveva già il fiatone, riprese la sua ascia da guerra e guardò l’alieno. Era ancora vivo, ma se non fosse stato curato sarebbe morto. Inizialmente sembrava una buona idea far morire dissanguato quel bastardo, ma non ci voleva un genio per capire che poteva tornare utile. Aveva senz’altro delle informazioni preziose, che al Comando avrebbero fatto comodo. Andò di corsa ad aiutare la soldatessa, che per intanto aveva applicato dei lacci emostatici e stava trafficando con la bio-schiuma per cicatrizzare momentaneamente le ferite dei compagni.
Il caporale aveva ripreso i sensi, mentre usciva dal Pelican vide uno spargimento di sangue che aveva dell'incredibile, e anche un Élite a terra che aveva le braccia amputate e lo guardava come se potesse fulminarlo con lo sguardo. Si girò incredulo verso Ark, e lentamente disse:
- Recluta... è opera tua tutto ciò?
- Si, signore...
- Ma come ca...
Il Caporale venne subito zittito dalla soldatessa.
- Signore, eviti di fare domande... Voi non avete visto come questa recluta ha sterminato il nemico ...
- OK, va bene, lasciamo perdere... Comunque sia. Uomini! Preparatevi, a quanto pare ci tocca trasportare i feriti e un prigioniero, a piedi...-
Il caporale si fermò a prendere fiato, afferrò il suo lancia granate (spara patate)
 e controllò che tutti fossero effettivamente pronti. Ark stava ricaricando il fucile, la soldatessa infilò delle munizioni nel giubbotto antiproiettile e due suoi uomini sollevarono l’Èlite, fortunatamente troppo debole per divincolarsi dalla presa d’ acciaio di quei ragazzoni. 
- Bene uomini. In marcia!!

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Capitolo 2
*** La Marcia ***


-Hey bellezza, non è che puoi darci un po di latte?? Ha ha!
-Il prossimo che fa questa battuta del cazzo si ritrova un proiettile tra gli occhi...
L'atterraggio non era stato dei migliori, e ora toccava anche viaggio a piedi per delle miglia fino al campo base. Ark era allo stremo, usava l'ascia da guerra come bastone per non cadere a terra sfinito, non poteva bere ne mangiare dato che tutte, o quasi tutte, le provviste che erano sul Pelican sono andate perdute.
-Fa...caldo...dovevate propio trasformarlo in un deserto questo povero pianeta!?
-Umano non so di cosa tu stia parlando, a me non sembra che faccia poi tanto caldo! Haha!!-
-Ti prego risparmiaci anche la tua ironia... già ci basta il caldo e il deserto se poi ti ci metti anche tu...
-Ironia? Chi sta facendo dell'ironia? Io non sento questo "caldo" di cui parlate tanto, sarà forse perché siete esseri inferiori e quindi siete più deboli rispetto a me... oppure perché io sono addestrato meglio rispetto a voi...
-Fatelo tacere o gli apro la testa con la mia ascia!
Dopo la perdita della squadra Nobel gli Elitè avevano trasformato Reach in un deserto semovente, e nessuno sa come hanno fatto. 
Il caldo si faceva sentire, e i Marines erano alquanto irascibili. Alcuni stavano anche delirando. Ma a un tratto, si sentì uno strano rumore. Una specie di ruggito.
-Qualcuno ha sentito ciò che ho sentito io?
-Si. Umano, vi conviene proteggermi o tra poco vi ritroverete dimezzati e senza un prigioniero...
-Cosa intendi dire? 
-Sciocco Umano. Lo scoprirai presto...
In pochi secondi, da dietro a delle rocce, un centinaio di Jeckal e dei Brute si fiondarono sui Marines.
-Uomini, in posizione! Difendete il pacchetto!!
Ark era stanco, non haveva abbastanza energie per attaccare corpo a corpo, ma ciò non bastava fermato, e ,carabina alla mano, iniziò a sterminare i Jeckal da lontano. Un Brute armato di Martello gravitazionale (Martellone) si gettò in mezzo alla loro formazione, dividendola in due parti. Ark fu spazzato via dall'onda d'urto del Martello gravitazionale. Era ancora esausto dal precedente combattimento nella torre Covenat. 
Afferrò una siringa, contenente del liquido arancione, da uno scompartimento segreto della corazza.

Subito dopo iniziò a contorcersi e a dare di matto.
Il Brute si lo fissò come si fissa un pollo arrosto dopo un mese di digiuno totale. Preparò la lama del Martellone e si fiondò verso di lui, alzando un immensa nuvola di polvere. La lama si conficcò nella roccia. Ark si era ripreso e aveva schivato il colpo spostandosi leggermente a sinistra, alzandosi mollò un cazzottone alla bocca dello stomaco del Brute. Si aggrappò al collo e gli tirò una ginocchiata dritta in mezzo agli occhi.
Il Brute vacillò sul posto, Ark intanto impugnò il Martellone, e con un salto colpì il nemico in testa, frantumandogliela con l'onda d'urto.
Roteando su se stesso scagliò il il martello gravitazionale su un gruppo di Jeckal armati di scudo e pistola ad aghi, alcuni riuscirono a schivarlo, ma gli altri furono scaraventati il più lontano possibile dall'onda d'urto.
Ark lanciò un urlo disumano, estrasse l'ascia e si lanciò sui Jeckal. Con la mano destra reggeva l'ascia, che disarmava lo scudo nemico, con l'altra prendeva a pugni i Jeckal che , intontiti, venivano decapitati al volo.
Due Brute gli saltarono a dosso bloccandolo. Lui, in preda alla furia, tirò un calcio nei "paesi bassi" di uno e strappò a morsi la mano dell'altro. Riuscì a liberarsi e gettandosi con la schiena a terra, impugnò la sua carabina, mirò alla testa del Brute che aveva calciato, facendogli un grosso buco al posto della fronte. 
L'altro si era appena ripreso, e caricò un potente pugno verso il ragazzo che si getto sotto di lui e lo colpì con un calcio sotto la mascella, e con una sorta mossa di break-dance saltò sulla testa del Brute e iniziò inumanamente a prenderla a morsi, finché il poveraccio non cadde a terra morto.
I Jeckal impauriti si ritirarono, e i suoi compagni lo guardavano increduli.
-Ma tu... sei umano?
Ark non rispose, gli fischiavano le orecchie e vedeva tutto di un rosso sangue acceso. Pian piano la vista gli si annebbiava sempre di più finché non cadde a terra stremato. 

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Capitolo 3
*** Il Risveglio ***


  • yuuuuu huuuuu... Arkanino???? ci sei??? HaHa!!!-

    Quella voce, Ark la riconobbe subito, si svegliò e scattò in piedi.

  • LION!!!!!!

  • Oh, alla buon ora bell addormentato... forza... muoviti che ti stavamo aspettando

Ark seguì Lion fino alla mensa, ignaro di tutto

  • Arkanino!!!!! ben svegliato!!! haha!! - I suoi compagni della DEADH ECHO

  • Smettetela di chiamarmi Arkanino bastardi

  • Oh, suvvia, non te la sarai mica presa perché ti abbiamo lasciato a morire in una torre covenat con una squadra di merda vero?? - Marco

  • Si, e anche parecchio...

  • Oh, suvvia, l'abbiamo fatto in buona fede, pensavamo ti stessi rilassando troppo – Dennis

  • E penso proprio che avevamo ragione! Dato che per portare qui le chiappe hai dovuto usare una siringa di X72... - Justin

  • X 70 cosa??

  • Dai... non dirmi che non ti ricordi più la teoria!! - Adam

  • Adam, qui sei l'unico che si ricorda la teoria. Noi l'unica cosa di teoria che sappiamo è che le bombe fanno male...

Adam sospirò infastidito

  • l'X72 è una specie di Adrenalina, solo con qualche piccolo difetto : è un sale minerale...altamente instabile e provoca, in gran dosi, follia e stati omicidi cronici... cioè diventerete pazzi a vita e non più per un buon quarto d'ora, può diventare una vera e propia droga se assunto regolarmente, ed è già abbastanza famoso per la sua...” divertentissima” propietà di trasformare anche il più docile degli agnellini nella più cruenta macchina da guerra... - Adam

  • qualcuno riassume in poche parole?? - Lion

  • Se assumi quella roba diventi una cosa inarrestabile, ma solo per un po' di tempo... mentre se la prendi troppe volte o troppo spesso, mi sa che ti dovremmo fare il culo dopo... - Marco

    Conclusa la lezione di Adam, la porta della sala privata dei Deadh Echo si aprì di scatto, entrò rapido e alquanto adirato il Comandante Morgan, con della saliva aliena in faccia.

  • Signore? L'alieno … - Lion

  • non ha ceduto... - Morgan

  • Si vede... dal numero di sputi che avete in faccia... - Ark

  • Fai meno il coglione, a quanto pare le nostre torture da semplici esseri umani non hanno avuto effetto.. voi dei Dead Echo siete stati specializzati anche in questo campo... quindi ora muovete i vostri deretani e portatemi delle risposte, se non le avrò entro un paio d'ore vi degraderò tutti all'istante... chiaro?

  • Cristallineo... - Marco

  • Ah, signore... c'è ancora un po' di saliva sul suo emblema... - Dennis, prese un fazzoletto e con un sorrisetto da burlone lo porse al Comandante.

  • Ragazzo... tu e la tua squadra avete ben 30 secondi per levarvi dai coglioni prima che vi spedisca a calci in culo a pulire le latrine – Morgan era su tutte le furie

  • Ok Ok, andiamo, con calma... - Ark

I cinque soldati speciali si dirigevano tranquillamente verso la sala interrogatori, dove il prigioniero fatto da Ark ancora non cedeva, ridendo e scherzando, burlandosi degli altri cadetti e persino dei veterani che incontravano per i corridoi.

Giunsero alla sala interrogatori, le risate dell'Elitè si sentivano anche a tre kilometri di distanza.

Lion aprì la porta e tutti gli altri si fiondarono all'interno in modo assolutamente discreto.

  • Non vuole proprio cedere, eh? - Ark

  • Guarda un po' chi è venuto a farmi visita, il piccolo pazzoide e il suo gruppo di futuri ricoverati...

  • Zitto lucertolone, piuttosto, dicci ciò che non sappiamo – Justin

  • Avranno provato almeno in cento con questa domanda e in cento hanno fallito, perché mai dovrei avere un comportamento diverso con te? Essere inferiore?

  • Perché io sono il poliziotto buono... assieme al biondino con gli occhiali che sa tutto ciò che sta scritto sui libri... - Justin

  • e il poliziotto cattivo sarebbero gli altri insetti?

  • No, il personale scarseggia, quindi o rispondi con le buone, o ti tortureranno in un modo che non auguro a nessuno... a te la scelta. - Adam

  • Ecco appunto. Ora, te lo ripeto per l'ultima volta perché ho fame e voglio andare a mangiare... Lucertola, cosa sai, che noi non sappiamo... dicci tutto ciò che sai...- Justin

  • Io ti avverto, se non parli ora, parlerai dopo, poi probabilmente ti suiciderai... -Adam

  • Voi umani siete tanto bravi a parlare, ma a fatti non dimostrate mai niente...

  • Ok, l'hai voluto tu... A voi tutto il divertimento ragazzi, io vado a mangiare - Justin

  • Ti seguo, non mi va di vedere queste scene, orribili, anche se viste e riviste, ma sempre orribili – Adam

    Rimasero in tre con l'Elitè che li guardava sorridendo, Lion e Marco si fissarono e iniziarono a ridere, mentre Ark era già a terra a ridere come un pazzo, improvvisamente l'Elitè cambiò espressione, e mentre i tre si riprendevano, capì che avrebbe fatto bene a rispondere alle domande degli altri due.

  • Allora... ragazzi dai, non abbandonatemi ora, riprendetevi, abbiamo pur sempre un lavoro da portare a termine – Ark

  • Si, hai ragione, Marco, hai l'accendino? - Lion

  • Si, tu hai i ferri??- Marco

  • Si, Ark? Hai sale e … “ pepe “ ?? oppure dovrei dire “forchetta e coltello” ? - Lion

  • Mi prendi in giro? Non mi sognerei nemmeno di andare in giro senza quelli – Ark
     

  • BENE, allora, cominciamo … -Lion

Marco si tolse il casco, aveva i capelli rasati, sembrava quasi un pelato, mentre Lion, aveva dei capelli a caschetto che non si capiva bene se aveva ancora l'elmetto o no, Ark invece, con la sua cresta punk di un verde acceso, che ormai era diventata famosissima, era l'invidia della brigata, neanche Justin con i suoi Rasta, o Adam, con la sua cascata di capelli biondi, avrebbero potuto batterlo, semplicemente perché quella cresta sembrava uno scherzo della natura.


  • non pensavo che nell'esercito fossero ammessi i capelloni... almeno ché quelle non siano delle parrucche... 
     

  • La tua è tutta invidia pelatone!!! - Lion, con fare un po' effemminato

Marco ed Ark si allontanarono da Lion con una faccia sconcertata. Poi si decisero, ed estrassero , Marco un lanciafiamme, Lion dei moschettoni, di quelli che usano i macellai per appendere la merce in vetrina, mentre Ark, prese delle pinze, un coltello e del sale.
 


  • Considera che.... queste sono ancora le “ buone maniere “ - Marco

Con le pinze Lion reggeva i moschettoni, mentre Marco li rendeva incandescenti, Ark intanto aveva legato l'Elitè in modo che non si muovesse, poi corse a chiudere a chiave la porta, per non ricevere visite indesiderate. Tolse l'armatura all'Elitè e Lion infilzò il primo moschettone, più o meno all'altezza del capezzolo, il Covenat iniziò a urlare come un pazzo, mentre Ark spargeva del sale sulla ferita e Lion infilzava un altro moschettone, sta volta tra le costole del Covenat, che intanto continuava a dimenarsi e a urlare come un ossesso.

Marco, intanto se la rideva vedendo il lucertolone in difficoltà, prese i coltelli di Ark e li rese incandescenti, Ark, con molta attenzione li prese e li infilzò dove un tempo c'erano le braccia dell'elitè, che lui stesso aveva mutilato, li legò a delle catene, e Lion invece, legò i piedi dell'elitè a delle catene, dopo un paio di controlli per assicurarsi che i coltelli o le catene non cedessero durante la tortura, Ark e Lion iniziarono a tirare le catene in direzione differenti, mentre Marco, posò il lanciafiamme e iniziò a strappare alcuni moschettoni con estrema lentezza.

 

Passarono le ore che Justin e Adam tornarono dalla mensa, i due bussarono alla porta e subito vennero accolti all'interno della stanza, il covenat era seduto sulla sedia già pronto per essere interrogato.

  • Allora... com'è andato il “trattamento di bellezza” ??? - Justin

  • Taci umano! Sono disposto a parlare ma solo se dopo mi finirete!

  • Con estremo piacere – Ark

  • Allora... iniziamo... Dimmi di preciso quanti avamposti ci sono da questa zona verso la capitale... - Adam

  • Ci saranno più o meno un qualche centinaio di avamposti, senza contare che la capitale di cui parlate è praticamente diventata un cumulo di macerie sopra il quale sorge un imponente torre di controllo-

  • mmm.... di quante forze disponete attualmente ? - Justin

  • Non ne ho la più pallida idea umano, per noi la “forza” non è basata soltanto dal numero dei guerrieri in campo, ognuno può fare la differenza …

  • Lo sappiamo meglio di te lucertolone, non prenderci per i fondelli, dicci quanti siete – Ark

  • Non ne ho idea, ora come ora potremmo anche essere milioni e milioni, in più devi considerare i Brute e gli altri traditori. Se contiamo anche loro penso che siete decisamente in netta inferiorità numerica -

  • Cazzo... sai altro che non dovremmo sapere? - Adam

  • Non immagini quante cose ci sarebbero, ma ve ne dirò solo una, tra un paio di giorni arriverà una flotta d'assalto dei Covenat, potrete schierare tutte le vostre navi, ma non riuscirete ad abbattere la nostra flotta, ma in caso contrario, non dovrete far atterrare nemmeno una nave, altrimenti vi troverete a difendervi da milioni di nemici. Pronti a tutto pur di vendicare ogni singolo caduto.

     
Scese il silenzio, i cinque soldati si guardavano preoccupati, Justin prese una calibro 25 e puntò alla testa dell'Elitè.
  • Ti ringraziamo della tua gentilissima collaborazione. Addio, lucertolone – Justin

E sparò un colpo dritto in mezzo agli occhi dell'Elitè.


  • E' un peccato, avremmo potuto provare ad addomesticarlo... - Lion
     

  • Ragazzi siate seri per un momento, la cosa non promette affatto bene, siamo in netto svantaggio numerico, abbiamo anche le ore contate, e solo noi cinque non potremmo mai uccidere una intera flotta d'invasione, ne tanto meno due eserciti così grandi contemporaneamente. La cosa si mette decisamente male... - Adam
     
  • Lo sappiamo, ma è inutile piangere sul latte versato Adam, tanto vale provare a dare il meglio di noi e goderci gli ultimi giorni di vita che ci restano... - Marco
  • Si, ha ragione il pelato, di sicuro l'ammiraglio non ci permetterà mai di ritirarci, tanto vale farcene una ragione e goderci gli ultimi momenti che ci rimangono – Lion

Improvvisamente, dalla porta entrò Dennis, con grande affanno.


  • Fratelli, il Comandante vuole sapere a che punto state, il tempo scarseggia, sono state rilevate delle squadre d'incursione Covenat in lontananza.

  • Andremmo subito a fare rapporto...

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Capitolo 4
*** L'attacco ***


Era notte fonda e il maledetto turno di guardia toccava a Lion, che a stento si reggeva in piedi dal sonno.

  • ma quando cazzo arriva il cambio!? Sto morendo di freddo qui! E anche di sonno ma questi sono dettagli... oddio, sto anche parlando da solo … Cambio!!! dove sei!!!! - Lion

  • Genio... sono dietro di te... - Ark

Lion non perse tempo, cedette il posto ad Ark e fuggì verso il suo letto.

Ark era in piedi a fissare la raduna con il visore termico, nel caso la squadra d'assalto si fosse mai fatta viva. Erano passati tre giorni da quando il Lucertolone aveva parlato, ma da allora della squadra d'assalto non c'era traccia... si saranno mica accampati? Non si sapeva, intanto, la cosa migliore da fare era rimanere vigili e non girare da soli.

 

Dennis era seduto in mensa incredulo, quando era andato dal comandante era appena stata rilevata una squadra d'assalto Elitè, che fine avranno mai fatto! Ma la cosa più strana era che la mensa era deserta, non c'era nessuno, neanche chi aveva concluso il turno di notte, il cuoco era andato a dormire anche lui. Nessuno un deserto.

Improvvisamente, si sentì una sotto specie di tonfo.

  • Fa attenzione!! vuoi farci scoprire?

  • No scusa, è che il martello gravitazionale ingombra un po' troppo...

  • Muovetevi fratelli, abbiamo poco tempo e dobbiamo a tutti i costi prendere la sala comando, così i nostri compagni potranno radere al suolo questa tana di luridi scarafaggi...

Elitè! Sul tetto, vogliono arrivare alla sala comando, devo dare l'allarme, ma non posso farlo da qua!”

Dennis, tentò di muoversi il più silenziosamente possibile, ma cadde a terra trascinandosi sedie e fucile, dal quale partì un colpo. La sua copertura era appena saltata in modo clamoroso, solo lui poteva essere così sbadato. Un Elitè si calò dal tetto e vide Dennis sommerso dalle sedie.

  • C'è un idiota in mezzo alle sedie, fratelli aiutatemi!! non dobbiamo farcelo sfuggire!

    Merda!! mi hanno scoperto! Ora sono guai”

    Gli Elitè sfondarono la finestra e si precipitarono verso di lui con le spade sguainate.

  • Immagino non siate i fattorini con la pizza!

    Dennis prese la sua doppietta e con un colpo ben mirato alla testa del primo Elitè ne mandò al tappeto uno.

    Schivò un fendente ma venne preso in pieno da una Martellata. Che lo sbalzò dietro il bancone del cuoco-

  • Cristo che male... devo muovermi o finirò per diventare il pranzo di domani!

    Si rialzò e corse verso l'allarme anti- incendio, dove venne bloccato da un altro Elitè, che fece fuori con un colpo di doppietta in pieno petto e infine con un calcio in scivolata. Tirò l'allarme, ma stranamente, questo non suonò.

  • Ma che cazz... - Dennis

  • Hahaha!!! A quanto pare la squadra Alfa è arrivata prima di noi! Ha!

  • Parrebbe di si capitano, e ora di questo scarafaggio che ne facciamo?

  • Semplice, lo ammazziamo e lo cuciniamo per benino.

  • E va bene, a quanto pare dovrò ricorrere al piano B per dare l'allarme

    Dennis estrasse tutte le sue granate al plasma e le scaraventò qua e la per la mensa. L'esplosione fece tremare il terreno sotto stante.

    se questo non è bastato a svegliarli...”

Gli Elitè non sembravano aver gradito molto la sua iniziativa, e lo caricarono.

Dennis tentò di schivare tutti i colpi che riceveva, la la martellata gravitazionale lo prendeva sempre. Anche durante l'addestramento non riusciva a schivare i colpi di Martellone, quindi fu costretto a farci l'abitudine, anche se dopo un po' gli effetti si facevano sentire. Intanto si sentivano i passi svelti dei marines che si erano appena svegliati e si stavano dirigendo alla mensa...

 

Adam si svegliò di scatto, la terra tremava e un gran boato aveva scosso tutto nel raggio di metri.

  • Justin!! JUSTIN!!! svegliati per la miseria!

  • Che cazzo vuoi! Stavo dormendo...

  • C'è un esplosione e tu te ne stai lì a poltrire?

    In un lampo Justin saltò giù dal letto, prese il fucile d'assalto, una doppietta e la corazza.

  • Che cazzo fai ancora lì! Muovi il culo e andiamo a vedere il sito dell'esplosione!

  • Ecco il Justin che conosco!!

    I due si armarono di tutto punto e mentre Justin avanzava a passo svelto, Adam tentava di svegliare i marines che stavano dormendo. Svegliando Marco e Lion Adam scoprì che Ark stava di guardia e Dennis era sparito.

  • Probabilmente è stato Dennis - Adam

  • Spero per lui che non sia stato un incidente altrimenti lo ammazzo questa volta... - Justin

    In poco tempo i due si ritrovarono all'entrata della mensa con un centinaio di marines appena svegliati alle spalle.

    Justin neanche vide la porta che la aprì di scatto con un calcio, e vide un Elitè armato di Martellone che stava strangolando Dennis con una mano.

Dalla finestra, ormai distrutta, si precipitò Ark , appeso a una corda. Mano a formare delle corna in alto, una gamba piegata e l'altra gamba distesa sulla faccia dell'Elitè, il tutto accompagnato da una specie di “linguaccia sorridente”. Mentre al secondo piano Lion e Marco si stavano prendendo a mazzate , letteralmente, con degli Elitè della squadra d'assalto Alfa.

  • Ark sei una testa di cazzo! Se ora ci attaccano con i carri armati e tutto è colpa tua! - Adam

  • Ci hanno già provato, anche con delle Bhanshee, ma non possono competere con le mie doti da cecchino!

  • Signorine basta parlare, iniziate a menare qualche culo alieno!! - Dennis

  • Non dovresti prima ringraziarmi per averti salvato le pacche? - Ark

  • Poi pago io le birre intanto vedi di renderti utile... - Dennis

Justin si era buttato in mezzo alla mischia, con il braccio destro reggeva la doppietta che utilizzava per i combattimenti ravvicinati, in cui mutilava i nemici o uccideva con colpi alla testa o in pieno petto, insomma, aprendogli un grosso buco in petto, mentre con l'altro braccio reggeva il fucile d'assalto, che usava per indebolire i nemici da lontano.

  • Hey Dennis, schema 2. 0 ?? - Ark

  • Evvai, divertiamoci un po'... - Dennis

    Ark salì sulla schiena di Dennis, prese la sua fidata ascia da guerra e mentre Dennis correva e si apriva la strada con la doppietta, lui decapitava i superstiti.

    Intanto, stavano arrivando svariati Phantom per supportare gli Elitè delle squadre d'assalto, quando un improvviso bagliore rosso ne distrusse uno e ne danneggiò un altro.

  • Qualcuno ha ordinato dei Covenat alla griglia? - Marco

  • La mancia non è inclusa nel prezzo, e se non ce la date, ce la prendiamo – Lion

  • Coglioni scendete e venite a darci una mano!! - Adam

  • Agli ordini!

    I Dead Echo stavano combattendo ogni uno per conto suo, Adam con il suo Spara patate faceva esplodere ogni tipo di essere che non fosse alto almeno un metro e mezzo, Justin e Marco si ritrovarono spalla a spalla a fronteggiare i nemici in stile Bad Spenser, Lion invece si divertiva a giocare al tiro al bersaglio con i Phantom e tutti gli altri veicoli gli capitasse di vedere. Mentre Dennis e Ark a furia di avanzare caddero nel fiumiciattolo su cui si affacciava la mensa.

 

La notte era passata, come era passata non si sa, ma era pur sempre passata. I 6 soldati si ritrovarono all'alba in un oceano di sangue e cadaveri, in compagnia di qualche bottiglia di Rum e altri alcolici, a cantare insensatamente …

 

- Yo ho! Yo ho!! e un altra bottiglia di Rum!! haha!!

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Capitolo 5
*** Verso la vittoria ***


Pioveva, i Marines erano stranamente silenziosi, nessuno parlava, tra poco sarebbero entrati in città, erano tutti concentrati. I Dead Echo erano in prima linea con i Mongoose.
La prima linea di difesa della città erano barricate con qualche torre e i Whrait, senza dimenticare la fanteria. Il cielo brulicava di Banshee. 
-Compagni!! Date il meglio di voi e nessuno potrà fermarvi!!!! - Justin
I marines risposero con un assordante urlo di guerra.

Arrivarono a una decina di kilometri dalla città, e immediatamente scoppiò l’ inferno. Dal cielo iniziarono a piovere bombe al plasma e i proiettili dei Whrait, gli Scorpion furono costretti alla ritirata, sarebbero arrivati in città in un secondo momento per supportare la fanteria che, essendo più agile e veloce, schivava meglio i proiettili dei Whrait.
-Ma l'aereonautica dov'è finita??? Non possiamo schivare per sempre i Banshee – Adam
-L'aereonautica è impegnata altrove, stanno allestendo una difesa contro la flotta d'invasione Covenat - Justin
-Si, ok , ma almeno un paio di elicotteri potevano darceli no? - Adam
-No, di sicuro ci sarà anche della contraerea nella città – Ark
Un colpo di Whrait li sfiorò.
-Merda!! fate attenzione!! - Lion
-Smettila di lamentarti!! Ti lamenti della pioggia, ti lamenti del cecchino, ti lamenti dei Mongoose, la prossima lamentela che fai ti lascio a piedi!! - Ark
La squadra si avvicinò velocemente alla prima linea nemica, attirando l'attenzione delle torrette. La situazione si faceva complicata. Ark lanciò una granata su una barricata, inclinando un pannello e aprendo una breccia.
-Seguitemi !! - Ark
-Ok – Dead Echo
Ark ripiegò di qualche metro per poi allinearsi con la barricata che aveva inclinato, iniziò a aumentare la velocità del Mongoose , e utilizzando il pannello divelto come rampa prese il volo. Lion e Ark saltarono dal Mongoose, atterrando su una torre. Lion prese il suo spadone, Ark la sua accetta, e fecero piazza pulita dei fantomi che c'erano sulla torre, ma dovettero mettersi al riparo per coprirsi dal fuoco dei cecchini.
Adam e Justin arrivarono con leggero ritardo sulla torre. Mentre saltava, Adam prese il fucile da cecchino e sparò a un Jackal armato di fucile a impulsi, che stava tenendo sotto scacco Ark e Lion.
Un Elitè armato di lama al plasma salì sulla torre, Justin estrasse il suo martello e lo prese in piena testa, riducendogliela a una poltiglia.
-Scusate il ritardo, il mio “pilota” aveva paura di volare – Adam
-Basta che siate arrivati – Ark
-Penso che dovremmo scendere da questa cosa prima di essere colpiti da un Whrait o da una Banshee - Lion
-Banshee!!! Attenti!! -Justin
Il velivolo si stava buttando come un Kamikaze sulla torre. Quando Marco e Dennis arrivarono col loro Mongoose , decisero di usarlo come una copertura per i loro compagni. Salirono sulla rampa usata da Ark, e una volta in volo saltarono giù, atterrando a pochi metri dagli altri. Il Banshee non riuscì a evitare il veicolo, e esplose per il colpo.
-Siamo in ritardo?? – disse Dennis come se avesse appena fatto una passeggiata.
-Vedi un po' tu … - Adam
-Gente scendiamo da questa maledetta torre!!!! – s’ intromise Lion, l’ unico che sembrava ricordarsi di essere in battaglia.
I Dead Echo si lanciarono dalla torre, su un gruppo di Jeckal armati di scudo, schiacciandoli con il loro peso.
A fianco a loro c'era un garage, sembrava un posto sicuro per ripararsi momentaneamente dalle bombe dei Whrait, e risalendo le scale del grattacielo si potevano anche cecchinare i vari piloti covenat che bloccavano la loro avanzata.
-Marco, Ark, Justin, voi liberate il garage, noi saliamo di sopra e vediamo di liberarci di quei maledetti Whrait- Adam
-OK, vedete di far presto però, non abbiamo tutto questo tempo. - Justin
Ark e Justin coprivano i cecchini, mentre Marco, con la sua doppietta, ripuliva la zona. Il gruppo dei cecchini salì rapidamente le scale per raggiungere almeno il quinto piano, da lì potevano avvistare tutti i nemici che si erano appostati lungo la strada.
La squadra di Ark, intanto, aveva finito di ripulire il garage. Justin stava allestendo un “punto di controllo”, con quello potevano informare il comando della loro situazione. Ark e Marco intanto, sorvegliavano la porta per evitare che dei cacciatori venissero a rompere le palle. Ma improvvisamente l'edificio iniziò a crollare.
-Ma che cazz... - Justin
-Adam, qui va tutto a puttane!! sbrigatevi con quei Whrait! - Ark alla radio
-Ci stiamo lavorando!! dateci ancora un paio di minuti! - Adam
-Qui non abbiamo “un paio di minuti” muovete il culo e liberate la strada!! - Marco
Justin era riuscito a montare il “punto di controllo” in una zona abbastanza riparata, così da non dover fare di nuovo tutto da capo. Quando un Cacciatore, probabilmente sceso da uno dei piani del grattacielo, lo caricò, scagliandolo contro Marco che, sentendo l'urlo di guerra del bestione, si era girato per vedere che stava succedendo.
Ark iniziò a corrergli contro sparandogli al collo ma il cacciatore caricò anche Ark, che gli scivolò sotto le gambe e, una volta alle sue spalle, gli infilò una granata al plasma dietro la schiena ma non fu abbastanza veloce per schivare il colpo del bestione che girandosi lo colpì in faccia, scaraventando Ark contro un muro pericolante, e il ragazzo venne seppellito dalle macerie.
Il cacciatore esplose, scagliando pezzi di interiora e pezzi di corazza ovunque.
Intanto al quinto piano, Adam penzolava fuori dalla finestra, mentre Lion era bloccato in una stanza. Dennis stava combattendo con l'altro cacciatore (è risaputo che i cacciatori non sono mai da soli, girano sempre in due) in mezzo alle scale.
Il grossone tentò di “decapitare” Dennis con un colpo, ma il marine lo evitò, in tal modo il braccio del nemico si incastrò nel muro, Dennis tentò di andargli alle spalle, ma il bastardo caricò un colpo di cannone, e il marines dovette indietreggiare per non ritrovarsi con un buco in pieno petto. 
La situazione andava alquanto male.
Il cacciatore caricò il Dead Echo, ma lui schivò saltando contro il muro e usò la testa del covenat come trampolino per risalire le scale con un solo salto, e mentre volava verso il pianerottolo del quinto piano infilò una granata nel colletto della corazza del nemico, che esplose lasciando un buco nel muro e delle budella sparse qua e la.
-Aiutami!! invece di farti le pippe! - Lion
-Sta zitto o ti lascio lì dove sei! - Dennis
-Hey? Gente? Ci siete? Io sono ancora qui, appeso... con un braccio solo... al bordo della finestra.... qualcuno mi tira su? - Adam
Dennis liberò Lion dalla stanza, ma quando Adam stava per cedere, arrivò un elicottero a soccorrerlo.
-Serve una mano?? - Ark
-Che cazzo ci fai sull'elicottero!? - Adam
-Abbiamo semplicemente chiesto un passaggio, tutto qui... - Justin
-Ah, e ora? Che avete risolto? - Adam
-Un passaggio per il “punto d'incontro” - Marco
-… che intendi dire? - Adam
-Gli Scorpion hanno fatto breccia nella città da un'altra parte, questa zona è piena di Scarab, quindi, se quelle due teste di cazzo non si muovono a salire sull'elicottero qui facciamo tutti una brutta fine!!.- Marco
I Dead Echo salirono sull'elicottero, che si avviò in fretta e furia verso il punto d'incontro. Improvvisamente una scossa terribile quasi gettò a terra i soldati. L'edificio crollò. Uno Scarab era atterrato sul tetto, e aveva fatto un gran bel buco per buttarvici dentro i cacciatori.
-Giusto in tempo... ok, chi offre da bere?? - Dennis
-Indovina... – Justin

 

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Capitolo 6
*** Fantasmi ***


-Che palle , mi tocca fare la veglia oggi.... - Gnarl era stanco. Dopo che gli Scorpion sono entrati nella città; il suo plotone non ha fatto altro che spostarsi da palazzo a palazzo, sparare agli umani che tentavano di avanzare fino alla piazza, e montare le difese per impedire l'avanzata nemica.

Improvvisamente, uno strano rumore lo allertò. Non era solo lì, in quel palazzo, ma non poteva allertare la squadra solo perché aveva un presentimento, decise di restare lì dov'era e continuare la veglia.

Girandosi, vide un “bagliore” rosso, sfrecciare da un lato all'altro della stanza.

  • Gnarl, stai calmo, sei solo un po' stressato.... - il fantoma iniziava a sudare freddo.

    L'ombra, dietro i pilastri della sala, lo osservava con i suoi occhi verdi che spiccavano nelle tenebre, prese una lama e iniziò a trascinarla lungo una parete di ferro, le scintille mandarono nel panico il fantoma, che si girava bruscamente su entrambi i lati cercando di capire dove si trovasse il nemico.

  • Vieni fuori, verme! - il fantoma stava dando di matto.

    La risposta fu una risata sinistra di sottofondo, che l'eco ripeteva all'infinito, e mentre l'eco ripeteva la risata, l'ombra continuava a passare da un lato all'altro della sala, provocando altri rumori sinistri, quando si piazzò d'avanti a lui e lo fissò con i suoi occhi verdi, l'unica cosa che il fantoma riuscì a vedere, prima di correre a dare l'allarme.

  • Gnarl, sei proprio sicuro che qui ci sia qualcuno? - Elitè

  • Si signore, era proprio qui un attimo fa, l'ho visto coi miei stessi occhi, mi fissava da dietro a quel pilastro, e rideva...

  • voglio crederti... squadra D andate a perlustrare quell'area, squadra A e B all'accampamento, squadra C a voi tocca il resto della zona.... - Elitè

    I fantomi, scocciati, ubbidirono agli ordini.

  • Gnarl, spero per te che ci sia veramente qualcuno, altrimenti potresti diventare il pranzo dei Droni ….

    Gnarl deglutì, e se invece era una sua solo una sua impressione? No, era troppo reale per esserlo...

  • Signore, io ho detto sempre un mucchio di balle, ma sta volta sono sicuro di ciò che ho visto, sono certo che c'era qualcuno qui con me...

  • Lo spero per te....

    In quel momento i fantomi della squadra D emisero un urlo straziante.

  • A quanto pare avevi ragione!!

    L'Elitè si diresse nel punto preciso dove aveva spedito la sua squadra, al suo arrivo, i fantomi erano stati sbudellati e il loro intestino si trovava intorno al loro collo, a mezzo metro da terra, il loro ventre era totalmente aperto, ma il resto delle interiora era a terra in fiamme.

    Di nuovo una risata sinistra.

  • Non mi piace questa situazione … - Elité

    Un altro stridio arrivò alle orecchie dell'Elitè, un altro fantoma, sta volta solo.

    L'ombra gli aveva strappato gli occhi e glieli aveva infilati in bocca, due spranghe di ferro che ora reggevano il busto del fantoma, la sua cassa toracica totalmente aperta, ma sta volta gli organi c'erano tutti, il resto del copro, a terra in simbiosi col sangue che c'era.

  • Come può fare questo!? - Gnarl

  • Non lo so, recupera le squadre A e B, io raduno quelli della squadra C che sono nei paraggi... - Elitè

    L'Elitè accese una torcia e si mise a cercare il resto della squadra, l'ombra sempre alle sue spalle lo seguiva silenziosamente, senza farsi notare.

    I fantomi erano tutti impalati al muro, chi trapassato da una parte all'altra del corpo, chi ridotto a una massa informe sul pavimento, chi con la testa appesa al soffitto per la trachea, e l'ombra rideva, alle spalle dell'Elitè.

    Quando lui trovò l'ultimo della squadra C, Gnarl emise un urlo, l'Elitè prese la lama al plasma e corse a vedere cos'era successo, dinanzi alla finestra, al chiaro di luna c'erano i resti di Gnarl, scuoiato vivo dalla testa ai piedi, ai bordi del suo cadavere, teste penzolanti, private degli occhi, come se chi li ha uccisi non volesse che vedessero questo scempio. A terra, col sangue, illuminato a malapena dalla luce lunare, una scritta

    il prossimo sei tu”

    Quando l'Elitè lesse quella frase una risata sinistra si sentì per tutto il piano del palazzo, il lucertolone tentava di scappare, ma ogni volta che arrivava vicino a una porta quella si chiudeva sbattendo.

    Rimase solo, al buio, la torcia si era spenta, e il visore notturno non riusciva a fare molto con quel buio pesto, il buio lo circondava, l'ombra si avvicinava sempre di più, ma non lo uccideva, almeno non ancora.

  • Cosa vuoi!? Perché non mi uccidi e basta!!

    Nessuna risposta, sempre la solita risata, l'Elitè andò nel panico più totale, iniziò a correre sbattendo la testa qua e là dove andava, incapace di vedere dove metteva i piedi. Ben presto si ritrovò all'angolo, l'ombra continuava a ridere, ma quando lui tentò di uscire dall'angolo lei lo spingeva a terra, e quando lui si rialzava per colpirla lei lo buttava a terra.

    Alla fine, preso dalla disperazione, il lucertolone si trapassò la testa da tempia a tempia con la lama al plasma, e mentre lo faceva, vide l'ombra d'avanti a lui, sembrava soddisfatta del proprio operato.

  • L'unica cosa che mi dispiace e che sia durato poco, volevo divertirmi un po' di più- Ark 

     

    -Che palle , mi tocca fare la veglia oggi.... - Gnarl era stanco. Dopo che gli Scorpion sono entrati nella città; il suo plotone non ha fatto altro che spostarsi da palazzo a palazzo, sparare agli umani che tentavano di avanzare fino alla piazza, e montare le difese per impedire l'avanzata nemica.

    Improvvisamente, uno strano rumore lo allertò. Non era solo lì, in quel palazzo, ma non poteva allertare la squadra solo perché aveva un presentimento, decise di restare lì dov'era e continuare la veglia.

    Girandosi, vide un “bagliore” rosso, sfrecciare da un lato all'altro della stanza.

    • Gnarl, stai calmo, sei solo un po' stressato.... - il fantoma iniziava a sudare freddo.

      L'ombra, dietro i pilastri della sala, lo osservava con i suoi occhi verdi che spiccavano nelle tenebre, prese una lama e iniziò a trascinarla lungo una parete di ferro, le scintille mandarono nel panico il fantoma, che si girava bruscamente su entrambi i lati cercando di capire dove si trovasse il nemico.

    • Vieni fuori, verme! - il fantoma stava dando di matto.

      La risposta fu una risata sinistra di sottofondo, che l'eco ripeteva all'infinito, e mentre l'eco ripeteva la risata, l'ombra continuava a passare da un lato all'altro della sala, provocando altri rumori sinistri, quando si piazzò d'avanti a lui e lo fissò con i suoi occhi verdi, l'unica cosa che il fantoma riuscì a vedere, prima di correre a dare l'allarme.

    • Gnarl, sei proprio sicuro che qui ci sia qualcuno? - Elitè

    • Si signore, era proprio qui un attimo fa, l'ho visto coi miei stessi occhi, mi fissava da dietro a quel pilastro, e rideva...

    • voglio crederti... squadra D andate a perlustrare quell'area, squadra A e B all'accampamento, squadra C a voi tocca il resto della zona.... - Elitè

      I fantomi, scocciati, ubbidirono agli ordini.

    • Gnarl, spero per te che ci sia veramente qualcuno, altrimenti potresti diventare il pranzo dei Droni ….

      Gnarl deglutì, e se invece era una sua solo una sua impressione? No, era troppo reale per esserlo...

    • Signore, io ho detto sempre un mucchio di balle, ma sta volta sono sicuro di ciò che ho visto, sono certo che c'era qualcuno qui con me...

    • Lo spero per te....

      In quel momento i fantomi della squadra D emisero un urlo straziante.

    • A quanto pare avevi ragione!!

      L'Elitè si diresse nel punto preciso dove aveva spedito la sua squadra, al suo arrivo, i fantomi erano stati sbudellati e il loro intestino si trovava intorno al loro collo, a mezzo metro da terra, il loro ventre era totalmente aperto, ma il resto delle interiora era a terra in fiamme.

      Di nuovo una risata sinistra.

    • Non mi piace questa situazione … - Elité

      Un altro stridio arrivò alle orecchie dell'Elitè, un altro fantoma, sta volta solo.

      L'ombra gli aveva strappato gli occhi e glieli aveva infilati in bocca, due spranghe di ferro che ora reggevano il busto del fantoma, la sua cassa toracica totalmente aperta, ma sta volta gli organi c'erano tutti, il resto del copro, a terra in simbiosi col sangue che c'era.

    • Come può fare questo!? - Gnarl

    • Non lo so, recupera le squadre A e B, io raduno quelli della squadra C che sono nei paraggi... - Elitè

      L'Elitè accese una torcia e si mise a cercare il resto della squadra, l'ombra sempre alle sue spalle lo seguiva silenziosamente, senza farsi notare.

      I fantomi erano tutti impalati al muro, chi trapassato da una parte all'altra del corpo, chi ridotto a una massa informe sul pavimento, chi con la testa appesa al soffitto per la trachea, e l'ombra rideva, alle spalle dell'Elitè.

      Quando lui trovò l'ultimo della squadra C, Gnarl emise un urlo, l'Elitè prese la lama al plasma e corse a vedere cos'era successo, dinanzi alla finestra, al chiaro di luna c'erano i resti di Gnarl, scuoiato vivo dalla testa ai piedi, ai bordi del suo cadavere, teste penzolanti, private degli occhi, come se chi li ha uccisi non volesse che vedessero questo scempio. A terra, col sangue, illuminato a malapena dalla luce lunare, una scritta

      il prossimo sei tu”

      Quando l'Elitè lesse quella frase una risata sinistra si sentì per tutto il piano del palazzo, il lucertolone tentava di scappare, ma ogni volta che arrivava vicino a una porta quella si chiudeva sbattendo.

      Rimase solo, al buio, la torcia si era spenta, e il visore notturno non riusciva a fare molto con quel buio pesto, il buio lo circondava, l'ombra si avvicinava sempre di più, ma non lo uccideva, almeno non ancora.

    • Cosa vuoi!? Perché non mi uccidi e basta!!

      Nessuna risposta, sempre la solita risata, l'Elitè andò nel panico più totale, iniziò a correre sbattendo la testa qua e là dove andava, incapace di vedere dove metteva i piedi. Ben presto si ritrovò all'angolo, l'ombra continuava a ridere, ma quando lui tentò di uscire dall'angolo lei lo spingeva a terra, e quando lui si rialzava per colpirla lei lo buttava a terra.

      Alla fine, preso dalla disperazione, il lucertolone si trapassò la testa da tempia a tempia con la lama al plasma, e mentre lo faceva, vide l'ombra d'avanti a lui, sembrava soddisfatta del proprio operato.

    • L'unica cosa che mi dispiace e che sia durato poco, volevo divertirmi un po' di più- Ark 

       

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Capitolo 7
*** ka-boom ***


I marines si erano barricati dentro il palazzo del parlamento, l'imponente torre Covenat era lì davanti a loro, ma c'era un esercito a bloccarli. I Dead Echo, dentro quella che un tempo era una fontana, erano intenti a bersagliare i vari nemici che volevano penetrare nel palazzo, e di conseguenza a respingere l'assalto.
Gli Scorpion erano stati distrutti dagli Scarab che li avevano accerchiati, e la contro aerea covenat impediva a qualunque velivolo di supportare i marines.
Pioveva, i soldati erano stanchi, scoraggiati, feriti, e le munizioni si sarebbero presto esaurite, ma gli Echo non cedevano, loro volevano vincere anche a costo della vita. 
Quando, improvvisamente, un incrociatore covenat entrò nell'atmosfera e i fucili smisero di sparare. L'incrociatore fece sbarcare un enorme esercito ai piedi della torre, davanti al loro nemico, mentre altri due incrociatori fecero lo stesso più in lontananza.
I Dead Echo caddero a terra demoralizzati, avevano ormai perso ogni speranza.
- E' finita ragazzi, è stato un onore... - Justin
- Non dire puttanate, non è ancora la fine... - Ark
- Justin ha ragione, è finita... - Adam
- Non sei ancora morto, non è finita – Ark
- Hanno ragione Ark, è finita, abbiamo perso! - Lion
- Accetta la sconfitta, non c'è più niente da fare … - Dennis
- Ark, non puoi ucciderli tutti, è finita basta, se ci sbrighiamo possiamo ancora tentare di salvare la pelle- Marco
- Si può sapere che vi prende!? Dov'è finito il vostro spirito di combattenti! Su la testa! Sapevamo sin dal primo momento che sarebbe arrivato questo giorno, e ora? Volete ritirarvi all'ultimo secondo!? - Ark
- E cosa vorresti fare!! - Lion afferrò per il colletto della divisa Ark e lo fissò dritto negli occhi.
Scese il silenzio, non si sentiva più un fucile umano sparare, solo i covenat ,che esultando, sguainavano le spade e caricavano, mentre la loro artiglieria faceva lentamente a pezzi il palazzo.
- … Cosa dovrei fare... come dite voi, è una battaglia persa, non c'è più motivo di combattere, tanto vale ritirarsi o farsi fare a pezzi da loro, tanto comunque ci uccideranno... bhe... - Ark alzò lo sguardo verso Lion che lo osservava in modo strano – Preferisco morire e portarmi tutti all'inferno piuttosto che avere salva la vita!! - Ark estrasse il telecomando per richiedere il fuoco del Cannone Solare.
- Che cosa hai fatto!! sei impazzito!?!?! vuoi ucciderci tutti!! - Adam
- Come ho detto prima, preferisco portarvi tutti all'inferno piuttosto che avere salva la vita... - Ark
Detto questo l'Echo si scrollò di dosso il compagno e si tolse l'elmo. - prima di morire, voglio farvi vedere il mio volto, poiché sarà l'unica cosa che ricorderete prima di morire... - Ark 
Detto questo si lanciò verso la prima linea nemica, mentre correva prese tutte le provette di X72 che aveva e se le iniettò una dopo l'altra. Si fermò improvvisamente, la testa fra le mani, urlava come un pazzo, scuoteva la testa a destra e a sinistra bruscamente, quando si fermò, cadde in ginocchio col sangue che gli scorreva dagli occhi e dalla bocca.
- E' morto … di sicuro, se poi non lo è ci penseranno gli Elitè a finirlo – Dennis
Un Elité della prima linea mentre passava volle provare a decapitarlo, ma non ebbe nemmeno il tempo di avvicinarsi che Ark gli aveva strappato il braccio e gli aveva aperto la cassa toracica. Mentre quello cadeva a terra, lui saltò in testa a un altro, gliela chiuse con una morsa delle gambe e cavò gli occhi ad altri due, usando i buchi delle robite come appoggio, per poi far implodere la testa di quello.
Era talmente veloce che si vedeva a malapena, mentre un altro incrociatore faceva sbarcare i rinforzi, la terra tremò, il terreno si spaccò facendo crollare mezza città, e dalla crepa, uscirono migliaia di Flood. L'incrociatore venne prima danneggiato da un asteroide, dal quale scesero gli Alien, che si fiondarono nel parlamento a fare scorpacciata di Marines, poi venne distrutto da un'astronave dei Predator.
- Se non lo vedessi con i miei stessi occhi direi che è un sogno... - Lion
- Se il sangue degli Alien non bruciasse così tanto direi che ti avrei già preso a calci in culo!! - Marco
In pochi secondi si creò il panico, l'unico a non avere alcuna paura era in uno stato mentale praticamente morto e con una vera e propria sete di sangue, stava saltando da un Elitè ad un altro, uccidendoli in modi assurdi.
- Gente, io ho deciso, vado... - Justin 
- E dove se siamo bloccati qui!? – disse Lion, cercando di bloccare l’ amico per un braccio.
- A morire … - rispose Justin, che con un solo sguardo invitò l’ amico a fare altrettanto. 
- Vengo con te … - mormorò Dennis, gettando a terra l’ elmo e preparando le siringhe di X72.
I due si tolsero l'elmo e lanciandosi nella mischia si iniettarono anch'essi tutto l'X72 che avevano equipaggiato.
- Bhe... tanto vale.... io mi butto voi? - Marco
- Aspettami, mi tolgo gli occhiali e arrivo – Adam
- Muoviti femminello, non voglio farmi inculare da un predator o da un Alien se permetti... - Lion
Tolto elmo , e occhiali per Adam, i Dead Echo si lanciarono nella carneficina.
I Brute e gli Elité si continuavano a uccidere a vicenda, mentre gli Alien , ormai sparpagliatisi sul campo di battaglia, prendevano alle spalle chiunque, e i predator non erano da meno, ogni morto veniva infine “riutilizzato” dai Flood che si trovarono dinanzi a una tavola imbandita.
Massacrando chiunque si trovasse di fronte a loro, i Dead Echo erano sincronizzati anche sotto l'effetto dell'X72.
Marco alzava la gente da terra, Adam con un calcio li faceva precipitare e Lion gli bucava il petto, per poi tornare a fare strage singolarmente, Ark azzannò al collo un Elitè ,con un calcio Justin spezzò la colonna vertebrale di un nemico e infine fece da “rampa” per il calcio in volo di Dennis che apre la testa a un Brute.


- Bella la luna non è vero signorina Laila? - Comandante
- Si comandante... - Laila
- Dimmi Laila, conosci per caso una certa squadra chiamata “Dead Echo” ?? - Comandante
- Si signore, è la squadra usata per i test dell'X72, mandata a posta su Reach per verificare l'efficacia di questa... “droga” … il mio ragazzo è uno di loro... ma perché questa domanda?
- Ah... allora, condoglianze mia cara... - Laila
Il Cannone Solare fece fuoco, l'intera nave tremò.
- Signore, che pianeta stiamo per distruggere?? - Laila
- Reach... mi è appena arrivato il rapporto della situazione su quel pianeta, e sono dovuto intervenire immediatamente, Alien, Predator, Flood nel sottosuolo, una flotta Elitè, Brute, per fortuna oltre al rapporto mi hanno mandato il segnale radio per effettuare il fuoco. Ora non ci resta che goderci lo spettacolo... - Comandante
- Ma signore, i nostri uomini sono ancora su Reach!! – Esclamò Laila, guardando ansiosa il pianeta.
- E secondo te perché prima ti ho fatto le condoglianze? - Comandante
un raggio giallo partì dalla navetta e si avvicinò al pianeta. Una volta toccata la superficie, il raggio si assottigliò fino a scomparire. Dove aveva toccato la superficie era rimasto un grosso “punto” giallo. Da questo partirono improvvisamente centinaia di crepe che percorsero tutto Reach. In molti luoghi si verificarono delle esplosioni, a volte l’acqua ricopriva interi continenti o della terra emergeva dagli oceani. Reach esplose e al suo posto si creò un enorme buco nero.
Laila cadde a terra in lacrime.
- Bhe... si potrebbe dire che... i “Dead Echo” … siano … Dead? - Rise di gusto il Comandante mentre guardava sorridendo la sua assistente.

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