Every Breath You Take

di no magic in the world
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Great News ***
Capitolo 2: *** She.... ***
Capitolo 3: *** His eyes / Her eyes ***
Capitolo 4: *** Memories. ***
Capitolo 5: *** Brividi. ***
Capitolo 6: *** You belong to me. ***
Capitolo 7: *** Stuck in the moment. ***
Capitolo 8: *** Superman. ***
Capitolo 9: *** Light me up. ***
Capitolo 10: *** He lied. ***
Capitolo 11: *** My everything. ***
Capitolo 12: *** Just in love. ***
Capitolo 13: *** Jealous ? Absolutely NO. ***
Capitolo 14: *** Paris est magnifique. ***
Capitolo 15: *** Just me and you Tonight. ***
Capitolo 16: *** My love is like a star. ***
Capitolo 17: *** Greatest Mistake. ***
Capitolo 18: *** You Should've Say NO. ***
Capitolo 19: *** Without You. ***
Capitolo 20: *** I won't let you go. ***
Capitolo 21: *** Happy Ending. ***



Capitolo 1
*** Great News ***



 
"Great news".
 
- ....Taylor...Tay....amore su' svegliati , ti devo parlare ... Taylor ...
Disse la mamma vicino al letto della ragazza addormentata.
La ragazza alzò leggermente il viso dal cuscino , socchiudendo gli occhi per vedere la donna seduta sul letto.                         
- Mamma , ma che vuoi ? E' il mio primo giorno senza scuola , perché mi svegli presto .Cavolo , voglio dormire.
Disse la ragazza sprofondando con il viso sul cuscino , rovinando ancora di più , quello che era rimasto della treccia fatta la notte precedente.
- Taylor tesoro lo so ma...ti devo parlare,prima di andare al lavoro è urgente 
Continuò la mamma sempre con voce calma,accarezzando prima i capelli castani,che al riflesso del sole erano rossi della ragazza e poi sfiorandole leggermente la spalla.
- No,mamma,no  
E si girò dal lato opposto per non vedere la mamma.
Dopo un minuto di silenzio,senti' la mamma alzarsi dal letto e borbottare sottovoce una cosa simile a "Lo hai voluto tu" .
Il modo in cui lo aveva detto sembrava una minaccia.
Infatti la donna si avicino alla finestra , spalancandola per far entrare tutta la luce e urlò.
- Taylor Hope Mason , alzati da quel letto , immediatamente.
La ragazza lottava per continuare a tenere gli occhi chiusi , ma sapeva che ormai la mamma ce l'aveva fatta , l'aveva svegliata , il primo giorno senza scuola , finalmente sperava di poter dormire , ma era evidente che non aveva messo in considerazione le strane chiacchierate mattutine della mamma.
- Okei,mamma hai vinto.
Disse stiracchiandosi e poggiando i piedi a terra e piano piano , ancora assonata , si avvio verso il bagno.
- Allora...Adesso non parli? Cosa c'è di cosi' urgente da svegliare la tua povera figlia mentre dorme? 
Mentre l'acqua per lavarsi il viso scorreva nel lavandino.
- Tesoro , forse e dico forse,quello che ti sto per dire non ti renderà molto felice
Non entrava in bagno con la figlia , restava immobile davanti la porta,con lo sguardo basso.
- Mamma , dal tuo atteggiamento sembra che sei sicura che mi darà fastidio.Parla dai , cosa ci può essere di cosi' brutto.
Usci' dal bagno e si avvicino alla mamma stampandogli un bacetto e mormorando "Buongiorno".
La mamma rispose sorridendo e riprese il discorso.
- Non so se ricordi la mia amica , Pattie , bhè noi ci sentiamo sempre e lei ha avuto la splendida idea di passare le vacanza insieme
Disse abbassando di nuovo lo sguardo.
La ragazza si girò di scatto guardando la mamma 
- Noi?  Mamma noi chi ? 
La mamma finse un sorriso e alzò lo sguardo
- Io , tu , Gary e Sam.
Disse la mamma ,ma era ovvio che aveva nominato solo la sua famiglia non quella di Pattie.
La ragazza continuò a guardarla sapendo che doveva continuare la lista delle persone.
La mamma sbuffò e bisbigliando a bassa voce.
- Ovviamente anche Pattie, e ...
abasso ancora di più la voce
- i suoi figli
Taylor sbarrò gli occhi,continuava a ripetersi
"No,non è possibile.IO , VACANZA , PATTIE , FIGLI ?"
In pratica un'incubo che si avverava.
- Mamma..
Disse attirando l'attenzione della donna che stava cercando di sgattagliolare fuori dalla sua camera.
- Mamma , ti prego.Tu sai che io non vorrei passare neanche un'ora della mia vita,con la Superstar mondiale .
Non mi interessa di Pattie o dei due bambini ma non puoi dirmi che dovrò passare 3 mesi con QUELLO
Calcando la parola quello.  
- Mamma,io mi rifiuto.Mi rifiuto di passare un solo attimo , in presenza di quel montato
La mamma la guardava , con un espressione che significava scusa e infatti dopo un pò lo disse.
-Tay , lo so scusa è che l'ho fatto per me , non mi va di passare 3 mesi in questa casa.Ho bisogno di stare un pò con la mia amica.Mi capisci vero?
A interrompere la discussione arrivò Gary,il fratello più grande e Sam la sua piccola sorellina.
Gary vedendo l'espressione di Taylor , rise e rivolgendosi alla mamma 
- A quanto pare , gli hai detto dove  trascorreremo le vacanze> 
Disse il ragazzo continuando a ridere.La ragazza tolse lo sguardo , dal fratello che rideva delle sue disgrazie.
- Mamma quando partiamo per questa "stupenda" vacanza? 
Chiese la ragazza alla mamma , mentre si era avvicinata alla sorellina per dargli il buongiorno.
Dopo  quella domanda Gary rise ancora più forte.T
aylor guardò la mamma.
La ragazza era sconvolta

Proprio mentre la mamma stava per ripondere,li cacciò fuori dalla stanza dicendo che doveva preparare la valigia.In realtà si buttò sul letto a pensare.                                                               
 

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Capitolo 2
*** She.... ***








She…

                   
 
 
Direi che prima di raccontarvi la mia drammatica estate , dovrei presentarmi.
Quindi bhè mi presento.
 Mi chiamo Taylor Hope Mason.                   
Sono nata il 17 giugno 1995 , quindi ho 16 anni.                                           
Vivo a Manhattan da quando sono nata.
Abito con mia mamma Candice , mio fratello Gary di 17 anni e la mia principessina Sam di 5 anni.  
Mio padre è morto 5 anni fa. Io avevo solo 11 anni. Se ne è andato lasciandoci da soli.
So che può sembrare infantile ma penso che il mio papà fosse la persona più perfetta del mondo.
Forse troppo, infatti Dio quando se ne è accordo se lo è ripreso , fregandosene altamente di quanto noi potessimo soffrire.
Ho due migliori amici Louis e Abbie , loro sono gli amici che tutti vorrebbero avere , riescono a farti sorridere anche quando il mondo sembra caderti addosso.             
Amore ? Direi di sorvolare. Mi sono innamorata di un ragazzo che sembrava perfetto
anche se sapevo che l'unico uomo perfetto era papà , ma mi sono voluta illudere.
Ovviamente non era perfetto , era un vero e autentico stronzo.                                                              



Passiamo al mio stato attuale. Buttata su un letto , con le valige pronte , per andare non so dove .
Bhè una cosa la so passerò 3 mesi con Bieber , vi prego non iniziate a dire cose del tipo "Di cosa si lamenta...Vorrei essere io al suo posto" ecc.. Bieber è una delle poche persone , oltre al mio ex-ragazzo che non sopporto.
Quando eravamo piccoli , cioè quando ero incapace di pensare e di scegliere le persone da frequentare , eravamo amici.
Devo ammettere che avevo anche una piccolissima cotta per quel bambino.
Ma poi lui è diventato una superstar è cresciuto e quindi "Addio Bieber" , quelle poche volte che ci siamo rivisti o non ci calcolavamo proprio oppure litigavamo.                                                                    
 
 

La mamma sali' le scale per avvicinarsi alla camera di Taylor.  
- Taylor scendi tra pochi minuti arriverà Pattie a prenderci con la macchina.                  
Appena fini' la frase suonarono il campanello. Era Pattie.
 

 
 
 
My Space.

Hei , mi chiamo Tiffany                                                                    
So che fa schifo …                                                                 
“E allora perché la pubblichi” potreste domandavi                                        
 Bhè la pubblico per migliorare , solo per questo                                      
Quindi se qualcuno per caso si trovasse a leggerla ,                                         
vorrei tanto che la commentasse.                                                            
 
Grazie per l’attenzione.
XO XO KISS KISS

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Capitolo 3
*** His eyes / Her eyes ***







His eyes / Her eyes .

 
La ragazza al suono del campanello sbuffo , alzandosi dal letto.       
Prese le valigia e la borsa.                                                                 
Prima di uscire dalla stanza , si girò , guardò la stanza.                           
Si sembrava infantile ma quella stanza le sarebbe mancata.                           
Le sarebbe mancato il suo tanto agognato letto a due piazze.                       
Le sarebbe mancata la sua cabina armadio.                                                  
Le sarebbe mancato quel soffitto con le stelle , le ricordava quando le attaccò con il padre.                                                                                    
Al pensiero del padre spuntò un sorriso sulle labbra di Taylor ma venne subito rimpiazzato da quel dolore alla gola , quel dolore che si sente quando le lacrime vorrebbero scendere ma invece non scendono.                                                                                                              
Fu riportata alla realtà da una mano che le toccava la spalla.                      
- Hope ? Tutto bene ? tua mamma mi ha detto di salire ad aiutarti con le valige.                                                                                                    
Di tutto quello che Justin aveva detto aveva sentito ben poco.Lei si era fermata a quando aveva detto Hope. Nessuno più l'aveva chiamata cosi' da quando il padre era morto. Nessuno e nessuno doveva chiamarla come la chiamava il padre.                                              
Scrollò la mano del ragazzo da sopra la spalla.                                                
Si girò a guardarlo.                                                                                                 
 - Primo , non ho bisogno del tuo aiuto. Secondo , non ti permettere di chiamarmi Hope .                                                                                                 
Disse e subito dopo si diresse verso le scale con le due valige.                 
Il ragazzo sbuffò.                                                                                             
Poi la vide scendere le scale , con quelle due valige , era evidente che da sola non ce la faceva.
Lei non era cambiata di una virgola ,stessi capelli lunghi , ricci , castani , con quei riflessi rossi naturali.   
Anche gli occhi erano uguali.
I suoi occhi erano unici , il ragazzo aveva girato il mondo , ma non aveva mai visto degli occhi come quelli
  Venne svegliato dal mondo dei sogni dalla voce della ragazza.
- Okei - si girò verso Justin che si trovava ancora vicino la sua stanza.                                                                                                                   
- Questo è uno scherzo , dove sono tutti gli altri ?                                       
Era evidentemente scocciata di trovarsi sola con Justin.                                        
  Il ragazzo scese le scale e prese le valige della ragazza.                                           
Usci' dalla casa e apri’ il portabagaglio di una macchina nera.                               
  La sua Range Over.                                                                                    
La ragazza usci' di corsa chiudendo la porta.                                                            
- Allora Bieber , hai perso anche la lingua negli anni ?                                         
Disse avvicinandosi al ragazzo.                                                                             
- Non ero io quello imbambolato davanti la mia stanza-disse.                               
La ragazza gli lanciò un'occhiataccia.                                                                       
– Comunque - continuò Bieber - Le tue valige enormi , non entravano nella macchina di mamma , cosi' vieni con me.                                                   
 Lei sbuffò allontanandosi dal ragazzo e andandosi a posizionare sul sedile della Range Over.Per 10 minuti in macchina la ragazza continuava a borbottare cose del tipo "Iniziamo bene" , "Neanche siamo arrivati e già mi devo ritrovare con lui ".                                     
Il ragazzo a quel puntò fermò la macchina.                                                          
Stringendo la mano a pugno.                                                                                 
 La ragazza lo guardava.                                                                                                 
- E adesso mi dici che cazzo ti viene Bieber ? - Disse con tono che era un misto tra sorpreso , confuso e arrabbiato.                                                  
 Il ragazzo si girò verso di lei.                                                                                  
Provando a guardarla negli occhi.                                                                            
  Quei occhi facevano ancora uno strano effetto su Justin.                                         
- Che cazzo mi viene a me? Ma scherzi ? Che cazzo ti viene a te Hope - urlò.                                                                                                        
 La ragazza abbassò lo sguardo.                                                                           
- Ti ho detto di non chiamarmi Hope- Disse a voce bassa.                                      
Il ragazzo continuava a fissarla.                                                                               
- E tu non chiamarmi Bieber , ho un nome. E non mi trattare sempre con una merda. Io non ti ho fatto niente Taylor N-i-e-n-t-e                                    
Urlava ancora e cercò di scandire bene le ultime parole.                                        
Lei alzò lo sguardo , lo guardò. Non era cosi' vicino a lui da cosi' tanto tempo , anche se nella macchina erano abbastanza lontani.                     
- Okei,hai ragione. Scusami Bie...- si bloccò accorgendosi che lo sguardo di Justin , che prima l'aveva abbandonata , era tornato di colpo su di lei.Chiuse gli occhi. Sospirò.                                                               
- Volevo dire, scusa Justin -
lo guardò negli occhi. Quegli occhi. Da piccola ci si perdeva.
Adesso , purtroppo , gli facevano ancora quel effetto. Si riprese. Scosse leggermente la testa e riprese il discorso.                     
- Va meglio ? Ora per favore potresti riprendere a guidare ?                                     
 Il ragazzo distolse lo sguardo e mise in moto la macchina.                            
-Si e .... - La guardò - grazie                                                                     
  Lei a quelle parole lo guardava con uno sguardo interrogativo.                             
- Per cosa Justin ?                                                                                                    
Il ragazzo sorrise.                                                                                                      
- Grazie sia per avermi chiesto scusa-La ragazza sbuffò non le piaceva chiedere scusa. Non le è mai piaciuto e lui lo sapeva.                             
- E grazie anche per avermi chiamato Justin.Due volte.                                       
  La ragazza sorrise. In questo momento le sembrava che nulla fosse cambiato.
Che lui non fosse diventato famoso.
Che lei non si fosse chiusa in se stessa.
Che fosse tutto normale.                                                                                               
- Certo che sei rimasto sempre stupido Justin - e scoppiarono a ridere entrambi.                                                                                               
Mentre parlavano erano arrivati a destinazione.   
          


My Space

Hei bellissime
Premetto che mi fa davvero piacere
che molti leggono i miei capitoli davvero.
Però sarei molto più contenta se mi scrivesse anche qualcosina.
Ripeto non pretendo complimenti.
L'ho pubblicata sperando di migliorare e magari un giorno
sperare in quelche commento positivo.
Quindi ripeto se avete qualcosa da dire positiva o negativa DITEMELO,
ci tengo a migliorare e a non commettere errori.
Grazie tantissimo per aver letto e ....
e bhò non so più scrivere ahahhaha 
KISS KISS XO XO


WHAT MAKE YOU BEAUTIFUL


                                            

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Capitolo 4
*** Memories. ***








Memories.

 
 
 
 
La macchina si era fermata.                                                                           
Taylor guardava quella casa ,                                                                            
le venivano in mente cosi' tanti ricordi.                                                  
In quella casa aveva passato tanti momenti,                                                  
con la sua famiglia ,                                                                      
quando ancora la sua famiglia era al completo.                        
Quella casa gli ricordava anche Justin.                                                
Quel bambino con il quale si divertiva tantissimo ,                                              
quel bambino che la faceva divertire , giocare , vivere.                                
Cercò di non pensarci e scese dalla macchina.                                            
 Appena scese una signora , giovane , con i capelli castani ,                    
si precipitò a saturarla. Era Pattie.                                                               
- Taylor -disse stringendola- Sei cresciuta tantissimo- si staccò leggermente per vederla meglio- E a quanto pare diventi sempre più bella.                                                                                                   
- Grazie Pattie , mi sei mancata tantissimo - e si abbracciarono di nuovo.                                                                                                         
Intanto Justin alle parole della mamma " Diventi sempre più bella " , sorrise , era vero quella ragazza era davvero sempre più bella.                                                                                                          
Taylor staccandosi da Pattie notò due bambine sul prato che giocavano , una era sua sorella Sam , l'altra doveva essere Jazmyn.
Era cresciuta. Bhè cosa si aspetta che rimanesse sempre piccolissima. Si avvicinò per salutarla.                                          
Quando la bambina dai capelli biodi la vide , le saltò addosso ,abbracciandola. Era stupenda.
E poi aveva il colore dei capelli uguale a quelli del fratello. Taylor sorrise a quel pensiero.                           
Dopo qualche minuto passato ancora fuori la casa , a salutarsi , e raccontarsi qualche novità , entrarono a casa.                                            
Taylor si sedette con la mamma , Pattie e le due bambine sul divano.
Mentre , il fratello di Taylor , Greg , era seduto vicino a Justin e parlavano tra loro di cose totalmente diverse da quelle delle ragazze.                                                                                  
La mamma di Taylor si girò verso l'orologio.                                                     
Erano le 8 di sera.                                                                                   
- Pattie io direi di andare a cucinare qualcosa - sorrise - conoscendo Justin e Greg staranno già morendo di fame.                                      
La mamma e Pattie si girarono verso Taylor.                                                
- Tu vieni a cucinare con noi ?                                                                 
La ragazza le guardò scioccate.                                                                   
Lei cucinare ? Assolutamente no.                                                               
- Io direi di no.A meno chè non vogliate incendiare la cucina, già il primo giorno - Tutti risero.                                                                                  
Taylor continuò , alzandosi.                                                                       
– Piuttosto vado a disfare la valigia - si girò verso la mamma- Qual'è la mia stanza ?                                                                                     
Il viso della mamma cambiò espressione...

 
 My Space.

Si si lo so questo capitolo è peggio
degli altri , ma il problema è che non                                                                    
avevo tante idee o meglio le idee le ho                                                                
ma riguardano i capitoli successivi.                                                        
 Comunque ringrazio davvero tanto le persone                                                     
che leggono i miei capitoli anche se poi non li recensite,                                                   
il chè non mi rende molto felice , perché se nessuno                                            
mi dice cosa sbaglio , io non potrò Mai migliorare ….                                               
Quindi spero davvero tanto che qualche anima Pia                                                   
 commenti questa “roba”.  
                                                                                 

KISS KISS XO XO                 

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Capitolo 5
*** Brividi. ***







Brividi.

 
La faccia della mamma cambiò espressione.                                         
 - Tesoro , sai che in questa casa ci sono solo 4 camere da letto vero ? - Guardava la figlia negli occhi - E noi siamo 7 , diciamo 6 contando che Greg dorme dalla sua ragazza.-                                              
La ragazza continuava a non capire.                                                             
- Mamma e quindi io dove dovrei dormire ? - Greg iniziò a ridere.Si il fratello di Taylor sapeva sempre tutto prima di tutti.                       
 - Bhè Taylor questo significa che io e Patty ci prendiamo due stanze , la stanza più piccola a Sam e Jazmyne , quindi tu e Justin dormite nella stessa stanza -
Detto questo prese Pattie per il braccio e si precipitò in cucina.                                                                         
Taylor era sconvolta , anzi più che sconvolta infastidita.                   
La mamma sapeva che il rapporto con Justin era cambiato.                        
Non capiva , le sembrava una vera e pura cattiveria metterla nella stanza con Justin.                                                                                        
Dopo la "splendida notizia" Taylor rimase immobile a fissare il vuoto , immersa nei suoi drammatici pensieri.                                                
Justin si avvicinò alla ragazza e le poggio una mano sulla spalla.               
- Dai Taylor muoviti. Ti aiuto a portare le valige nella tua stanza- sorrise- oh no scusa la NOSTRA stanza.                                                     
La ragazza segui' Bieber sulle scale.                                                               
- Io se fossi in te non ne sarei cosi' divertito. Se per caso dovrebbero venirmi delle strane voglie omicide , nel bel mezzo della notte , sarai la prima persona che mi troverò davanti-
Cercava di essere seria e non era cosi' difficile esserlo in fin dei conti.                                    
- Certo Taylor sto già tremando.                                
Posò la valigia per terra e alzò la mano per far vedere che tremava.                                                              
Ormai erano dentro la stanza.                                                                       
La loro stanza.                                                                                                 
Taylor si era già immersa nel disfare la valigia , quando delle braccia le cinsero i fianchi da dietro.                                                                 
Justin avvicinò le labbra all'orecchio della ragazza.                                   
 - Tay - Le sussurrò all'orecchio. Alla ragazza vennero i brividi.            
- Tornando al discorso di prima - Sempre con le labbra vicino all'orecchio della ragazza - E' passato molto tempo. Sono cresciuto. Non penso che riuscirai a uccidermi facilemente- Fece un piccolo risolino.
Si allontanò da lei e usci' dalla camera.                                 
Il respiro del ragazzo cosi' vicino alla sua pelle.                                             
Le labbra che avevano sfiorato il suo orecchio.                                         
Tutto questo le faceva venire i brividi.                                                                
Le era mancato Justin.                                                                                            
Eppure voleva ancora resistere a quel pensiero.                                        
Non poteva esserle mancato.                                                                                   
Era tutto cambiato da quando erano piccoli.                                                        
Era davvero tutto cambiato e lui , lui non poteva stravolgere                               
in cosi' poco tempo la vita della ragazza.                                              
Non poteva.                                                        
Voleva continuare a mentire a se stessa.                                     
Continuare a mentire su quello che davvero provava.                   
                                   
 
 
My Space.

Ecco un altro capitolo.                                                                                 
Oltre a dire le solite cose cioè                                                                          
di pregarvi di scrivere quello che ne pensate ,                                                                                       
volevo ringraziare ufficialmente                                                         
Bieberitaly97 e DestinyAngel                                                      
per aver letto la storia e                                                                       
per averla commentata ,                                                                           
mi fa davvero tanto piacere se piace a qualcuno.                                                   
Grazie anche a chi legge ma non commenta. =)                                                     
E bhè che dire arrivederci al prossimo capitolo.                                        


KISS KISS XO XO

Tiffany =)

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Capitolo 6
*** You belong to me. ***









You belong to me.

 
A cena Justin e Taylor non parlarono.                                                                 
Lui pensava a quando si era avvicinato al collo della ragazza.
Pensava al suo profumo,pensava ai suoi capelli che gli solleticavano il viso.                                                                                            
Pensava a lei.                                                                                        
Lei pensava a quando Justin si era avvicinato.                                  
Pensava al suo respiro che gli solleticava il collo.                                     
Pensava alle sue mani,a quel calore che provava quando le ha appoggiate sui fianchi.                                                                               
Pensava a lui.                                                                                                   
Appena finito di mangiare Taylor si alzò dal tavolo.                                      
- Io ho finito-disse con lo sguardo basso,era stanca di quei pensieri-vado a dormire.                                                                                                    
Salutò tutti e si diresse nella stanza.                                                                    
Dopo pochi minuti Justin la raggiunse nella stanza.                         
La luce era chiusa,la stanza era illuminata solo dalla luce della Luna.         
Raggiunse Taylor fuori alla terrazza che si trovava nella loro stanza.                  
Vide una lacrima scendere sul volto della ragazza.                           
Non lo aveva mai sopportato neanche quando erano piccoli.                       
Non sopportava vederla piangere.                                                             
La fece girare verso di lui e la abbraccio.                                                       
All'inizio la ragazza si era irrigidita,tanto da far pensare a lui di aver esagerato.
Ma dopo un pò lasciò sprofondare il viso nell'incavo del collo del ragazzo. Respirava il suo profumo.                                                        
Senza staccarsi il ragazzo iniziò a parlare.                                                             
- Perchè sei triste ?                                                                                            
 La ragazza si stacco leggermente,sempre rimanendo tra le braccia del ragazzo.
– Ju … Justin - la voce della ragazza tremava - Stare qui,in questa casa intendo mi ricorda papà- Sospirò
-Mi manca,Justin,mi manca.-Continuò a piangere.                                                                             
Il ragazzo la abbracciò di nuovo forte.                                                              
- Lo so,immagino io ho sofferto e soffro per la separazione dei miei,perchè non posso stare sempre con mio padre. Mi dispiace.-                      
Si fermò sperava tanto che la ragazza non lo lasciasse.                                  
Lei non lo fece non si voleva staccare.                                                            
- Justin,mi dispiace che il nostro rapporto sia cambiato. Ma mi faceva male tu eri l'unico oltre a papà che mi chiamava Hope e io...-Si interruppe e continuò a piangere.                                                              
- Taylor,non fa niente davvero-la ragazza si strinse ancora di più nelle braccia del ragazzo. Si sentiva bene nelle braccia di Justin.                     
Le sue braccia l'avevano sempre fatta sentire al sicuro.                                  
- Taylor il nostro rapporto non è cambiato. Noi abbiamo solo perso un pò di tempo. Ma va tutto bene.- La ragazza alzò il viso.                         
Si trovavano a pochi centimetri di distanza.                                       
La ragazza sorrise leggermente. - Grazie,Justin.-Gli stampò un piccolo bacetto sulla guancia - Io vado in bagno a mettermi il pigiama- E si staccò dal suo abbraccio.                                                                  
Il ragazzo rimase a guardarla finchè non chiuse la porta del bagno.                       
Quando l'aveva abbracciata di era sentito bene, si era sentito completo.                                        
 Era come se lei appartenesse a lui.                               
Era come se lui appartenesse a lei.                                                                                   
Era felice. Poteva dire di aver quasi aggiustato le cose tra di loro.                          
Tra lui e la sua amica.                                                                                                    
 Già la sua amica....ma a lui non bastava quello.                                                      
Non voleva essere solo il suo migliore amico,finalmente lo aveva capito.                                                                                                                                                                                                                                   
Decise di svestirsi nella camera da letto. Ci avrebbe messo poco doveva solo togliersi la maglietta e mettersi un pantaloncino.                      
Infatti quando usci' Taylor dal bagno lui era già pronto e si era anche buttato sul letto.                                                                               
Taylor andò vicino a Justin.-Allora punto uno mettiti dall'altra parte. Io dormo sempre nella parte destra del letto.- Disse spingendolo con la mano.                                                                                                
  - Okei okei Tay,almeno non spingermi mi fai male.                                       
La ragazza lo guardò divertito - "Io sono cresciuto e blah blah blah"-disse cercando di imitare la voce di Justin. Entrambi scoppiarono a ridere. Poi lei si buttò sul letto accanto a Justin.
- Tay c'era anche un punto 2 ?-
La ragazza si mise a pancia in giù sul letto. Con i gomiti appoggiati sul letto.
-Si,diciamo che c'era. Più che altro era una domanda. Tu dormi cosi'?...Cioè nel senso senza maglia?-                                             
Indicò il petto di Justin senza maglia.                        
Arrossi',abbassando lo sguardo sulle dita intrecciate.                                                                                     
  Il ragazzo rise – Si, sarebbe un peccato nascondere tutta questa meraviglia- Lei gli diede un pugno sulla spalla e scoppiarono a ridere.                                 

Dopo pochi minuti si addormentarono,ognuno nella propria parte del letto.
 



My Space.         



Ciao carotine belle (?)                                                        
Scusate ma si sta facendo tardi,                                                                 
e quindi inizio a dire delle piccole cretinate.                                                               
Comunque questo è un nuovo capitolo,                                                    
che ne pensate ??                                                                    
Sono disponibile a qualsiasi tipo di suggerimento                                     
anche sulla storia.                                                                  
Ringrazio ancora Bieberitaly97 a cui dedico questo capitolo,                                   
per il semplice fatto che lei ha detto                                              
che voleva un altrocapitolo oggi. Spero ti piaccia.                                                
Ringrazio anche Dhialya per i consigli che mi hai dato =).                                                           
Ringrazio anche Pretty Belieber,grazie davvero tantissimo                                        
per il complimento sull’ortografia ci tengo davvero.                                          
Okei non so più che scrivere quindi vi lascio,                                           
al prossimo capitolo. =)  
                                                                 


KISS KISS

Tiffany =D

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Capitolo 7
*** Stuck in the moment. ***









Stuck in the moment.

 
                                                                         
Era mattina o meglio tarda mattinata.                                                                  
No, non si svegliarono con i raggi del sole che illuminavano la stanza e cose simili.                                                       
La giornata non era delle migliori.                                                                             
Pioggia. Vento. Freddo.                                                                                          
La ragazza apri' lentamente gli occhi.                                                             
Provò ad alzare il braccio per aggiustarsi una ciocca di capelli,                        
ma il braccio era bloccato,                                                                                      
bloccato da qualcosa o meglio dal braccio di qualcun altro.                                  
Poi si rese conto che la sua mano era intrecciata con quella di Justin.                                                                                                                     
Eppure la sera quando si erano addormentati erano distanti.                          
Lei aveva anche pensato che fossero troppo distanti,                                            
e adesso si ritrovava abbracciata a lui.                                                                      
Poi notò fuori dalla finestra.                                                                                     
Il vento,la pioggia,il freddo, la finestra spalancata.                                               
  Adesso capiva si erano abbracciati perché avevano freddo.                                    
Posò lo sguardo sulla sveglia, erano quasi le 12.                                                       
Doveva alzarsi, voleva alzarsi.                                                                                        
Ma non ci riusciva.                                                                                                  
Stava bene li’ , in quel modo.                                                                               
Non riusciva a pensare ad un'altro posto dove sarebbe stata cosi' bene.                                                                                                                             

Dopo pochi minuti si rese conto che forse stava esagerando,             
era troppo smielata, troppo dolce per i suoi gusti.                                               
Spostò il braccio del ragazzo, dopo aver lasciato la sua mano,              
cercando di non farlo svegliare.                                                              
Era cosi' bello mentre dormiva, sarebbe stato un peccato.                              
Okei, era ufficiale stava esagerando.                                                     
Tutti quei pensieri non era da lei.                                                                   
Mentre continuava a pensare, decise di andare in bagno a farsi una doccia.                                                                                                                        

Dopo circa una quindicina di minuti, rientro nella stanza.                                   
Sul letto Justin non c'era,                                                                                        
ma sentiva degli strani rumori dalla cucina.                                                            
Passò per lo specchio della camera.                                                               
Vide il suo riflesso.                                                                                       
Forse doveva vestirsi aveva solamente una maglia lunga,                                      
con un pantaloncino sotto, talmente corto da venire coperto dalla maglia.                           
 Ma poi la pancia emise uno strano verso.                                            
Doveva mangiare.                                                           
Si precipitò giù per le scale arrivando in cucina.                                 
In cucina c’era solo Justin ancora a petto nudo,                                  
con il pantalone del pigiama.                                                
Stavo cercando di cucinare qualcosa.                                                    
Era cosi’ concentrato da non accorgersi                                   
della presenza della ragazza nella stanza.                                
– Buongiorno Justin – disse sedendosi sul ripiano della cucina.                       
Justin sussultò. - Buongiorno,scusa avevo proprio notato che fossi scesa-Disse e finalmente si girò a guardare la ragazza.                  
Lei era cosi’ bella e lo doveva ammettere con quella maglia,                            
che le lasciava scoperte le gambe era anche bhè sexy.                                  
Sorrise e ritornò ad occuparsi della cucina.                                    
La ragazza spostò lo sguardo.                                          
La casa era vuota.                                                  
– Justin,dove sono tutti gli altri ?
Gli disse continuando a guardarsi intorno. Il ragazzo non rispose e indicò con la mano un foglio sul tavolo.                
La ragazza poggiò i piedi per terra e prese il foglio sul tavolo.                        
Era la scrittura della mamma.                                                  
Aveva scritto che erano usciti a fare spese,                                                  
che era entrata nella stanza per svegliare lei e Justin,                     
ma non aveva avuto il coraggio.                                        
Scriveva che erano cosi’ carini abbracciati a letto.                                
Il volto della ragazza era alquanto scioccato,                         
la mamma a volte era cosi’ inopportuna.                                              
Justin si avvicinò alla ragazza da dietro,                                                      
come aveva fatto la sera precedente.                                           
– Tua mamma ha detto che eravamo carini- le disse accarezzandole la guancia mentre l’altra mano era sul fianco della ragazza.                         
Taylor era stanca. Sembrava che lui giocasse, adesso come ieri.                
Decise che se lui voleva giocare, avrebbe giocato anche lei.                         
Si girò di scatto, trovandosi a pochi centimetri da lui.                       
La reazione della ragazza spiazzò Justin.                                   
Erano cosi’ vicini.                                                
Lui sentiva il respiro di lei che le accarezzava le pelle, le labbra.                  
Lei sentiva il respiro di lui, stare cosi’ vicino a lui, alle sue labbra era magnifico.                                                              
Quel momento era perfetto.                                         
Entrambi volevano che durasse per sempre.   
        
 
 
My Space.

Buona sera bellissime.                                                                        
Si lo so è strano, gli scorsi due giorni                                                           
ho messo ben 6 capitoli e oggi ne riesco a                                                               
mettere a stento uno.                                                               
Sembravano tutti contrario a questo capitolo,                                             
appena cercavo di scriverlo arrivava mamma,                                                            
il cane, la sorellina, il fidanzato ecc.                                                                         
Tra l’altro non sono soddisfatta di questo capitolo,                                                  
mi sembra un po’ inutile.                                                                      
Comunque ringrazio  Dhyalia per aver recensito lo scorso capitolo,                                           
grazie davvero e ho cercato di stare più attenta per quanto riguarda lo spazio                                   
delle virgole.                                                                                    
Ringrazio anche Bieberitaly97 sono contentissima che ti sia piaciuto,                                                  
comunque non ti preoccupare è ovvio che Taylor e Justin si metteranno insieme.                               
 Grazie ancora e grazie anche a chi legge senza commentare la fan fiction.                                    
In pratica grazie a tutti.                                                                      
Al prossimo capitolo.

 
KISS KISS.


Tiffany.          

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Capitolo 8
*** Superman. ***








Superman.

 

Erano cosi' vicini.
Nessuno aveva il coraggio di parlare.                                                                 
Entrambi avrebbero voluto un contatto tra le loro labbra.                                     
Magari tutto quello sarebbe accaduto,                                                            
se non fossero stati interrotti da una suoneria di un cellulare.                         
Il cellulare di Justin.                                                                                       
Dopo 4 squilli, il ragazzo si staccò, prese il cellulare e si allontanò dalla stanza.                                                                                               
Lei era ancora immobile.                                                                               
Pensava.                                                                                                                          
Pensava che stava sbagliando tutto.                                                                     
Pensava che anche se loro erano tornati amici,                                      
non sarebbero mai potuti stare insieme.                                                         
Lei era una ragazza normale, come tante altre.                                                     
Lui era il ragazzo più famoso del mondo.                                                          
Lei viveva a Manhattan.                                                                                            
Lui girava il mondo.                                                                                                
Era assolutamente impossibile.                                                                                    
Justin rientrò in cucina.                                                                      
La ragazza gli sorrise.                                                                         
– Allora che hai intenzione di fare oggi ? - Il ragazzo girò il volto verso la finestra.
– Tay , non so se lo hai notato, ma fuori c’è il diluvio- Rise.                     
La ragazza si avvicinò di più. Lo guardò negli occhi.                               
– E quindi ? Sai che mi è sempre piaciuta la pioggia.                        
Sul viso del ragazzo spuntò un sorriso. – Mi è venuta un’idea.                                   
Lasciò la ragazza e sali’ le scale.                                      
La ragazza lo segui’ era entrato nella camera da letto.                                 
Si stava vestendo. Lei rimase appoggiata per un po’ vicino la porta.                        
– Allora- Disse il ragazzo guardandola.- Hai detto che volevi uscire,preparati.-                                                    
Certo era ovvio se voleva uscire si doveva vestire.                                         
Faceva freddo, quindi penso di mettersi un jeans stretto con una maglia a mezze maniche.
Prese tutto quello che le serviva dall’armadio.                            
Il ragazzo la guardava.                                                
Lui non capiva perché non si vestisse.                        
Doveva portarla li’ in quel luogo dove, quando erano piccoli,                        
si erano salutati l’ultima volta.                                             
Prima che lui diventasse famoso.                                        
Prima della morte del padre di Taylor.                                     
Prima di tutto.                                                              
– Justin, potrei fare prima, se tu uscissi finalmente dalla stanza, no?-            
Il ragazzo sorrise e si stese sul letto con le mani dietro la testa.          
– Fai pure, tanto ne ho viste di ragazze in reggiseno- Gli fece l’occhiolino.        
– Oh ma certo superstar non ho dubbi- Si avvicinò vicino a Justin e lo spinse fuori dal letto.
- Ma questo non significa che devi vedere anche me in reggiseno.- Continuò a spingerlo ,finche Justin non si ritrovò fuori la porta.              
Mentre il ragazzo stava per aprire la bocca.                        
La ragazza gli chiuse la porta in faccia ridendo.                               
Il ragazzo rise, poi tornò serio.                                          
– Almeno muoviti.                                                          

Dopo una decina di minuti, la ragazza scese le scale.                            
Justin era sul divano a guardare i cartoni in tv.                               
 La ragazza gli prese il telecomando e la chiuse.                                 
– Ma Taylor- Disse con la bocca piena.-Stavo vedendo Spongebob.              
Spongebob? Questo ragazzo era cosi’ strano,prima diceva di fare presto e poi si metteva a guardare i cartoni.
La ragazza si mise una mano sul fianco. Guardò Justin.                                                          
– Punto primo, non sei un bambino quindi non brontolare se non finisci di vedere una puntata di Spongebob.
Punto due, non si parla con la bocca piena.-Disse facendo una faccia disgustata.-E punto tre- fece una faccia triste-avevi detto ti era venuta un’idea sul dove andare giusto?.                
Vedere il viso della ragazza triste fece scattare il ragazzo in piedi.                    
Prese Taylor per mano e uscirono dalla casa.                                               
Pioveva a dirotto.                                                             
Loro non ci facevano caso.                                                
Correvano o meglio Justin trascinava Taylor,                                       
la quale non sapeva neanche dove stessero andando.                        
Dopo aver corso per mezz’ora.                                               
I due si ritrovarono su una collina che affacciava su una cascata.                          
Quello era il loro posto.                                                           
Nessun’altro lo conosceva solo loro.                                          
La ragazza aveva le lacrime agli occhi.                                                           
In quel posto non ci veniva da molto.                                 
Non ci veniva dall’ultima volta che erano andati in vacanza con Justin. 



FLASHBACK.                                                       

Il bambino e la bambina si tenevano la mano.                                          
Pioveva.                                                          
Lui sapeva che non sarebbe stato più cosi’ semplice.                            
Stava per realizzare un disco tutto suo.                                            
Stava per realizzare il suo sogno.                                            
Lei era piccola, ma capiva.                                          
Capiva che da domani non avrebbe visto il suo migliore amico cosi’ spesso.     
Capiva che molte cose sarebbero cambiate.                                  
Dopotutto era contentissima per lui.                                                 
Era sicura che sarebbe stato felice.                                    
La bambina decise di rompere il silenzio.                                         
–Justin … - disse spostando lo sguardo dalla cascata a Justin.                
– Che c’è?-Le rispose Justin,stringendo la mano della bambina ancora più forte.                                                                   
 – Justin tu rimarrai sempre il mio Superman vero?-Il ragazzo non rispose sorrise soltanto.                                                  
– Tu sai che quando tornerai io ci sarò. Sarò ad aspettarti qui. Sempre.         
Il bambino la strinse forte tra le sue braccia.                                 
– Hope io e te per sempre.

                                                
 


My Space.                                       

Hello Beautiful People,                                                     
scusate le canzoni di Chris Brown                                             
mi danno al cervello.                                                     
 Comunque lo so il capitolo è                                                                                         
bruttino.                                                               
Il punto è che le idee le avevo ma                                               
stranamente non riuscivo ad esprimerle.                                          
Quindi spero che almeno il concetto                                                
si sia capito.                                                                      
Grazie per aver letto.                                                    
Thanks.                
                                                            
 

Tiffany.                                                                                                                    

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Capitolo 9
*** Light me up. ***








Light me up.

 
Mentre pensavano,si ritrovarono seduti.                                                                        
Abbracciati, appoggiati ad un tronco di un albero,                                                            
per ripararsi dalla pioggia che continuava a scendere.                                                  
Lui aveva il braccio sulla spalla della ragazza.                                                            
Lei aveva la mano intrecciata con la sua e                                                                   
 il viso appoggiato sulla spalla del ragazzo.                                                                                      
Non parlavano restavano in silenzio.                                                                                     
Ma non era uno di quei silenzi imbarazzanti,                                                                       
era un silenzio intimo, forse più di molte parole.                                                      
Poi Justin decise di interrompere quel silenzio.                                                                        
- Taylor, posso farti una domanda ? -                                                                                
Le disse,continuando a guardare la pioggia.                                                                      
- Tutto quello che vuoi, Justin.-Lei invece lo guardava.                                                          
Il profilo di Justin era perfetto.                                                                                                        
 Lei cercava di trovargli dei difetti,                                                                                                  
voleva davvero trovarli,                                                                                                                             
ma più li cercava e più si rendeva conto.                                                                                    
Si rendeva conto che aveva accanto qualcosa di perfetto.                                                
– Sono ancora il tuo Superman vero ?                                                  
Poteva sembrare una domanda stupida,                                                          
ma non lo era.                                                                           
 Justin era serio,                                                                      
dai suoi occhi ,dalla sua voce,                                                     
poteva sembrare addirittura preoccupato.                                             
Taylor posò la mano sulla guancia di Justin,                                           
costringendolo a girarsi verso di lei.                                                         
Si guardavano negli occhi.                                                                     
– Juss me lo avevi detto tu ricordi ? Io e te per sempre.                                      
La mano della ragazza appoggiata sulla guancia.                                               
I loro occhi incrociati.                                                                     
 Lui voleva qualcosa di più,                                                               
quel momento era perfetto,                                                                
ma poteva esserlo ancora di più.                                                             
Lui lo aveva sempre voluto, lo voleva da quando erano piccoli.                                
Lei anche voleva quel bacio.                                                         
Era contenta di averlo di nuovo come amico.                                                     
Ma lei dal loro rapporto voleva di più,                                                 
 aveva sempre voluto di più da quel rapporto.                                          
Era come se fosse divisa in due parti.                                               
Una parte più insistente, che urlava,                                                         
che gli diceva “Taylor,calmati. Ti ricordo che è il tuo migliore amico.                                  
Che tra l’altro è un cantante amato da 12.000.000 di ragazzine nel mondo,                                       
e questo significa 0 privacy.”                                                          
L’altra parte più tranquilla,pacata,                                                      
che gli diceva “Taylor,fregatene. Buttati. E’ qui ed è perfetto. Perfetto davvero”                   
In tutta la sua vita, aveva sempre scelto di ascoltare                                          
la parte di lei che urlava ,senza mai fare davvero quello che voleva.                                 
Ma in quel momento, per la prima volta , voleva affidarsi                                       
a quella parte di lei che non aveva mai ascoltato.                                    
Avvicinò il viso ancora più vicino a quello del ragazzo.                                          
In quel momento era come se tutto quello che li circondava,                                       
 non esistesse.                                                                        
In quel momento c’erano solo loro.                                                               
  C’era solo la mano della ragazza appoggiata sulla guancia di Justin.                                              
C’era solo la pelle del ragazzo calda sotto il tocca della mano di Taylor.                           
C’erano solo i loro occhi intrecciati,                                                     
i loro battiti accelerati.                                                                         
 Poi finalmente il ragazzo annullò quel centimetro di distanza.                                     
 Le loro labbra si sfioravano,                                                         
dopo un po’ lo fecero anche le loro lingue.                                               
Capirono che quelli che loro avevano,fino ad allora,                                              
considerato momenti perfetti,                                                           
in realtà non lo erano,                                                                 
solo quello era il momento perfetto.                                                
Qualsiasi altra cosa bella che avevano vissuto,                                                  
 non era assolutamente niente paragonata a quella che stavano vivendo.                         
Continuavano a baciarsi.                                                              
Le mani del ragazzo portarono lei a cavalcioni su di lui.                                                  
Le mani della ragazza erano nei capelli di lui.                                                    
 – Justin – sospirò la ragazza sulle labbra di lui.                                        
Justin rispose baciandola con più foga di prima.                                             
La ragazza si allontanò un po’,                                                         
poggiò la sua fronte su quella del ragazzo e si alzò.                                                  
Gli tese la mano. – Dai alzati che andiamo,prima che inizia a piovere di nuovo-                       
 Il ragazzo afferrò la sua mano e si alzò
. – Ti dovrebbero dare un premio per come riesci a interrompere bruscamente un momento romantico- rise.                                                
Lei lo spinse con le spalle vicino all’albero.- Ma stai zitto Justin.- e lo baciò di nuovo.                
Sorrisero entrambi e si avviarono verso casa ,mano nella mano.                              
 
Arrivati a casa, si sedettero sul divano.                                             
Justin giocava con una ciocca di capelli della ragazza,                                            
amava quei capelli.                                                                      
Amava il colore di quei capelli,                                                   
amava l’odore di quei capelli,                                                               
amava tutto di lei.                                                                      
Lei intanto aveva ancora la mano intrecciata con quella di Justin,                               
e giocava,facendo solletico sul palmo della sua mano.                                                  
– Tay,ti va di giocare un po’ all’ X box?-La ragazza si girò verso di lui,                                           
smettendo di giocare con la sua mano.                                                           
– Ovvio, a che gioco ?-Disse scattando in piedi.                                           
– Avrei voglia di giocare ad Halo, ma sei una ragazza quindi ...-                                
Lei lo guardò male, poi sorrise.                                                          
 – Justin ma secondo te, una come me-disse indicando con la mano se stessa-                
non sa giocare ad Halo.- Justin rise alzandosi e accendendo la tv.                                      
– Si ovvio, però poi quando perderai non ti lamentare. Io ti avevo avvertito.-                     
La ragazza andò vicino a Justin.                                                        
 – Vedremo.                                                                           
Stavano giocando da circa mezz’ora.                                                                   
Avevano fatto tre partite.                                                                  
 Taylor aveva vinto tutte e tre le partite.                                           
Adesso erano di nuovo sul divano.                                                           
Taylor rideva.- “Io ti avevo avvertito”-                                                       
Diceva imitando Justin e continuando a ridere.                                       
Justin ,che fino a quel momento era stato seduto,                                              
con un viso che era un misto tra il divertito e stanco,                                          
spinse Taylor sul divano, facendola stendere,                                               
si posizionò sopra e inizio a fargli il solletico.                                                          
– No, no. Justin ti prego. Basta.- Disse mentre rideva.                                      
Lei odiava il solletico.                                                             
Lo aveva sempre odiato.                                                            
– Se vuoi che mi fermo, chiedimi scusa.-Disse lui, senza fermarsi dal farle il solletico.             
– Chiederti scusa ? Neanche morta, non è colpa mia se sei una schiappa.-                              
Dopo un po’ il ragazzo si fermò.                                                                  
Lui la guardava era cosi’ stupenda,                                                  
cosi’ perfetta, stentava a credere che lei potesse essere sua.                                      
 Lei si avvicinò ancora di più e lo baciò.                                                     
Un baciò piccolo, casto, diverso dal primo vicino all’albero.                                    
– Taylor, so che forse è presto per dirlo,ma io penso di ama...-                                
 Mentre parlava fu interrotto dal rumore della porta.                                         
– Siamo a casa - Urlarono le mamme dei ragazzi e le sorelline.                                          
Poi la mamma di Taylor,Candice , si fermò vicino al divano.                                    
Aveva intravisto i due ragazzi vicini.                                                    
Taylor si alzò salutò tutti.                                                          
Si diresse verso le scale.                                                                          
Poi si bloccò.                                                                      
– E mamma,qualsiasi cosa tu abbia visto,è stata solo un’allucinazione- disse girandosi verso la mamma.                                                                         
– Sai la vecchiaia.- Continuò e corse nella sua camera.                                               
Nella loro camera.

 
 
My Space.


Buona domenica Bellissime.                                                                         
Questo è stato il capitolo più difficile                                                           
da scrivere, la scena del bacio                                                                          
è stata complicatissima.                                                                  
Quindi so che non è il capitolo più                                                                          
bello che abbia mai scritto,                                                                    
ma meglio di cosi’ non mi veniva proprio.                                                            
Okei dopo questo passo ai soliti ringraziamenti,                                                                 
allora ringrazio Bieberitaly97, Dhialya e Lovely                                          
per aver recensito. Ringrazio anche le 6 persone                                            
che hanno la storia tra i preferiti e le altre 4 per averle nelle seguite.                          
Grazie ancora a tutti quelli che hanno semplicemente letto.                                  
Al prossimo capitolo
.

KISS KISS


Tiffany        

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Capitolo 10
*** He lied. ***





He lied.



Era passata già una settimana.                                                                                             
Ormai a casa tutti lo avevano capito.                                                                                 
Tutti avevano capito che tra Justin e Taylor c'era qualcosa.                                                 
Qualcosa che aveva fatto cambiare l'atteggiamento di Taylor nei confronti di Justin.                                                                                                                                     
Qualcosa che aveva cambiato il loro rapporto,
non era più solo un rapporto di amicizia, era qualcosa di più.                                                                                              
Justin e Taylor ,forse,non se ne rendevano neanche conto di quello che stava succedendo.                                                                                                                    
Infatti non facevano niente per nasconderlo.                                                              
Quando erano a tavola si lanciavano sguardi,                                                                                          
mentre lei lavava i piatti lui la abbracciava da dietro e le baciava il collo.                              
Era evidente a tutti che tra loro due stava nascendo qualcosa.
Oggi, una sera normale come tutte le altre.                                                                                 
Erano tutti sul divano a guardare la tv,                                                                              
come sempre guardavano uno di quegli stupidi programmi americani,                                     
dove tutti litigano con tutti.                                                                                                                
Justin si alzò dal divano staccandosi da Taylor per andare in bagno.                             
Pattie lo raggiunse dopo poco.                                                                                                              
– Justin - disse la donna,bussando alla porta della stanza da letto.                                         
- Mamma? Entra - la donna entrò e  si poggiò sul letto.                                                       
- Tesoro, io volevo parlarti da un po’ ...  - il ragazzo la guardava attento.                                       
  Conosceva bene la mamma e sapeva che doveva dirgli qualcosa di importante.                                                                                                                                                
Lo capiva dalla fronte corrugata e dalla voce,                                                             
la voce che la donna tentava di far rimanere calma e tranquilla                                     
per non farlo preoccupare.                                                                                                                   
- Justin tesoro, tu sai che io sono contentissima di quello che sta succedendo tra te e Taylor-
Il ragazzo non la fece finire.                                                            
- Mamma anche io volevo parlarti di questo- Si muoveva nella stanza,                                     
si voleva semplicemente liberare , voleva dire a qualcuno quello che sentiva.                                                                                                                                                                                                                               
-Mamma io ,voglio stargli vicino, non posso farne a meno.                                          
Non posso fare a meno del suo profumo, dei suoi capelli, non posso fare a meno di lei.
Io penso....io mi sono innamorato mamma.-
La donna gli sorrise, ma poi si fece subito seria.                                                                                            
Intanto Taylor era arrivata vicino la porta della stanza , ma stava aspettando fuori per non disturbare.                                                                                             
 Era felice, Justin stava dicendo alla mamma cose stupende.                                   
Justin non avrebbe mai mentito alla mamma, quindi quello che le diceva era                       
la verità. Justin l'amava davvero.                                                                                                               
La mamma riprese a parlare.                                                                                                                       
-Justin è stupendo quello che dici ma...- Si alzò per raggiungere il figlio -                                     
Ti voglio ricordare che tu sei ancora fidanzato con Selena,                                                              
io ti voglio bene lo sai però Taylor ha già sofferto abbastanza, non la far soffrire, mi raccomando.-
Gli baciò i capelli e usci' dalla stanza.                                                   
Il cuore della ragazza da felice e innamorato, si frantumò in un minuto,                               
si frantumò nell'istante in cui Pattie aveva detto che Justin era fidanzato.                                           
Si era chiusa subito nella stanza affianco, la camera da letto delle bambine.                     
Appena senti' i passi di Pattie allontanarsi dalla stanza, decise che doveva andargli a parlare.                                                                                                                                   
Apri' la porta.                                                                                                                      
Justin era steso sul letto, guardava il soffitto.                                                                          
Pensava.                                                                                                                                             
 Pensava a quanto era stato stupido, avrebbe dovuto dirglielo,                                                      
la conosceva bene, lei non lo avrebbe mai perdonato.                                                                
I pensieri di Justin furono interrotti dalla porta che si apriva.                                         
Taylor era davanti la porta, una lacrima le scendeva sul viso.                                                
Lo guardava , gli aveva mentito.                                                                                                         
Lei odiava le bugie e odiava chi lo diceva.                                                                                           
- Justin, tu sei fidanzato ?- Lo guardava negli occhi.                                                                              
- Taylor, hai sentito la discussione con mamma ?- La ragazza non rispose.                                                                                                                                                                            
- Justin tu sei fidanzato, come puoi dire che mi ami Justin come ?-                                          
La voce della ragazza si alzava sempre di più, stava urlando.                                                    
- Se davvero ami qualcuno, gli dici la verità Justin...perchè ?
Justin cazzo lo sapevi, sapevi che sto già soffrendo per la morte di papà. Perché ?-                                                      
Ormai gli occhi della ragazza erano pieni di lacrime.                                                                             
Usci' di corsa dalla stanza e senza dire salutare nessuno si precipitò fuori dalla casa.                                                                                                                                                      
Lei aveva bisogno di stare da sola.                                                                                                  
Lui era rimasto in piedi, di fronte la porta, guardava il punto dove prima c'era lei.                                                                                                                                          
Non sapeva che fare. Sapeva che lei aveva ragione. Era stato uno stronzo.                                 
Ma era sicuro di una cosa, lui l'amava.  

 
 

My space.

Ciao belle carotine.                                                                          
Lo so ,lo so non pubblico un nuovo                                               
capitolo da tanto,                                                           
però ho una scusa è iniziata la scuola.                                                              
Il terzo anno del liceo classico indirizzo linguistico                                  
non è semplice…                                                         
 Comunque ringrazio tutte le persone                                         
che leggono la mia storia e non so più che scrivere                              
quindi alla prossima.  
    

Kiss kiss

Tiffany       

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Capitolo 11
*** My everything. ***










My everything.
 

Era passata mezz'ora,                                                                                                                  
mezz'ora da quando lei aveva scoperto che lui le aveva mentito,                                       
mezz'ora da quando lei se ne era andata.                                                                            
Justin decise di andarla a cercare, anche se cercare non era una parola adeguata.
Lui non doveva cercarla, lui sapeva dov'era.                                                                               
Era sicurissimo che lei fosse andata nel loro posto, vicino la cascata.                                      
Dove si erano salutati l'ultima volta quando erano piccoli.                                 
Dove si erano baciati per la prima volta.                                                                            
Justin arrivò alla cascata, la vide.                                                                                                  
Taylor seduta, vicino quell'albero, il loro albero.                                                            
Aveva il viso poggiato sulle ginocchia e lo sguardo fisso in un punto.                         
Pensava a quanto fosse stata stupida.                                                                                         
Stupida, perchè aveva fatto finta di non sapere la verità.                                                
Loro due facevano parte di due mondi diversi e completamente separati.                         
Come poteva lei competere con la Gomez, sempre perfettamente truccata,                
con i capelli sempre perfetti , mai un capello fuori posto.                                                      
Lei invece era il contrario, si certo ci teneva ad avere i capelli perfetti,                    
ma sicuramente non aveva un gruppo di mille persone che glieli aggiustavano ogni 10 minuti.
Poi si rese conto davvero era disperata,
pensava hai capelli della Gomez,                              
non stava affatto bene.                                                                                                                         
Gli strani pensieri della ragazza furono interrotti da qualcosa                                             
o meglio qualcuno che si era seduto affianco a lei.                                                                                     
Si voltò, era Justin.                                                                                                                                               
 - Che vuoi Justin ?- Ritornò a guardare quel punto a terra.                                                             
- Scusami Taylor, sono stato uno stupido- La ragazza lo interruppe.                                
- Io dire che va bene anche stronzo al posto di stupido.                                              
Il ragazzo la guardava.                                                                                                                      
Aveva ragione era stato uno stronzo.                                                                                              
- Si Taylor , penso che stronzo sia più adatta come parola ,e sai perchè sono un grandissimo stronzo ?-
La ragazza stava per interromperlo di nuovo, ma si fermò. Voleva farlo parlare.                                                     
-  Perchè ho fatto del male alla persona che amo di più al mondo.                                           
Con Selena non andava già più bene, non abbiamo mai affrontato il discorso, ma tra noi era finita e io ti amo.-
Disse tutto d'un fiato.La ragazza tratteneva il respiro, poi si alzò.                                                            
Arrivò vicino la cascata , seguita subito da Justin.                                                                                     
-Justin io vorrei anche dimenticare.Vorrei poter mettere  una gigantesca X, con una penna indelebile                                     
su questo giorno.- Si fermò, guardo il ragazzo.                                                                              
Justin aveva un'espressione indecifrabile.                                                                                  
Lui era preoccupato, impaurito, si sentiva un emerito coglione.                                                  
Non sapeva più che dirle ,purtroppo non poteva tornare indietro nel tempo.                  
La ragazza riprese a parlare.                                                                                                      
- Justin io non voglio innamorarmi.Non voglio svegliarmi e trovare su un giornaletto qualsiasi,                                                       
tu , la super star mondiale, che ti sbaciucchi con un'altra.-                                
Fece un respiro profondo.                                                                                            
-Justin io ho paura, non voglio essere il tuo nulla.                                                                          
Il ragazzo l'abbracciò.                                                                                                                    
Lei all'inizio era rigida tra le braccia del ragazzo,          
poi si lasciò andare, in quel momento non aveva paura.                                                             
- Taylor- il ragazzo sussurrava, quasi come se avesse paura di farla del male anche solo con la sua voce.
- Io non ti perderò di nuovo. Non ti farò soffrire mai più.-
La ragazza si strinse di più fra le sue braccia.-Con te non sono la superstar,                                        
con te sono solo Justin e - rise leggermente- tu non sei il mio nulla,tu sei il mio tutto.
Taylor si rendeva conto che quel ragazzo per lei era un pericolo.                                             
Lui aveva la capacità di farsi perdonare cosi' facilmente.                                                                    
Lui diceva tutto quello che lei aveva bisogno di ascoltare.                                                       
Lui era il suo tutto.

Dopo un pò erano seduti sotto quell'albero.                                                                              
Come la prima volta era tutto perfetto.                                                                                              
Ridevano.Si abbracciavano.Si baciavano.                                                                                            
- Tay...- La ragazzo lo interruppe.                                                                                                      
- Justin, puoi chiamarmi anche Hope.Come mi chiamavi da bambini,come mi chiamava papà.-
Gli sorrise leggermente. Justin le rispose stringendola ancora di più.                                                            
- Hope io avrei un'idea- Lei lo guardava come per incitarlo a parlare.                                            
 -Io e te a Parigi tra una settimana che ne pensi ?                                                                         
La ragazza balzò in piedi.Guardava il ragazzo.                                                                              
- Davvero ? Io e te a Parigi ?-                                                                                               
Justin aveva quasi paura che lei potesse rifiutare.                                                                     
Ma ogni paura venne spazzata via dal sorriso gigantesco della ragazza,                      
che subito dopo saltò al collo di Justin.                                                                                               
- Quindi questo sarebbe un si ?- Disse il ragazzo ridendo.                                                  
La ragazza si avvicinò al suo viso.                                                                                                   
-Si,Justin ovvio che ci vengo con te a Parigi.
 
My Space.
Ciao M&M's (?)                                                                                                                        
La scuola non migliora la mia situazione                                                                                          mentale.                                                                                                                                                                      
So che il capitolo non è stupendo, però dovevo                                                                                         
pubblicarlo perchè non sopportavo l'idea                                                                                       
che Tay e Justin stesserò litigando...                                                                                                    
Si lo so sono una stupida e inguaribile romantica.                                                                     
Passiamo ai ringraziamenti,                                                                                                                          
ringrazio quelli che leggono la FF,                                                                                               
ringrazio Babyplague per aver recensito                                                                                              
e anche Bieberitaly97 che come sempre commenta                                                              
i miei capitoli. THANKS.                                                                                                                                   
Ah si volevo anche ringrazio quelle sante donne di                                                                          
Demi Lovato e Taylor Swift ,senza le loro canzoni                                                                               
questi capitoli non esisterebbero, in particolare questo capitolo.                                              
Grazie ancora e alla prossima.


KISS KISS
 
Tiffany      

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Capitolo 12
*** Just in love. ***





Just in love.
 



Dopo aver chiarito tutto, Taylor e Justin ritornarono a casa.                                  
Entrarono ridendo e scherzando,                                                                
tenendosi la mano, come se non fosse successo niente.                                     
Candice e Pattie all'inizio li guardarono sconvolti.                                                
Qualche ora prima, piangevano, litigavano, urlavano e adesso...
Adesso sembravano una delle coppie più felici del mondo.                                                                                                                    
Molto più felici di Romeo e Giulietta, ok loro non contano si sono suicidati,
insomma volevo dire che erano felici.                                                                  
 Il viso sconvolto di Pattie, si trasformò in un sorriso,                                            
seguito da una risata fragorosa.                                                                                                     
Nello stesso momento, Candice sorrise e dirigendosi                                              
verso la cucina, disse con un volume della voce molto basso                                                   
- I giovani d’oggi- e sospirò, sorridendo di nuovo.                                                         
Taylor si staccò velocemente da Justin, per seguire la mamma in cucina.                                          
Justin ,per quanto poteva sembrare stupido, aveva sentito un senso                                     
di tristezza, pur sapendo che si era allontanata soltanto nella camera affianco.                             
Lui aveva bisogno di lei.                                                                 
Taylor si era seduta sul piano della cucina, la mamma era abbassata cercando qualcosa,                                           
qualcosa che probabilmente avrebbero mangiato la sera.                                                     
La ragazza interruppe il silenzio – Mamma, tu ti ricordi qual è la mia città preferita vero?-
Diceva ,spostando lo sguardo dalla mamma alle sue adorate converse.                     
– La città perfetta, te la ricordi vero?- La mamma si alzò da terra.                                                                 
– Stasera ordiniamo la pizza- Disse la donna tra sé e sé.                                                              
Poi si voltò verso la ragazza. – La tua città preferita?- Disse avvicinandosi.                                               
– Ovvio che me la ricordo, quando eri piccola non facevi nient’altro che dire                             
che saresti andata a vivere a Parigi.- Sorrise.                                                                        
La ragazza sorrise di risposta, sia perché il sorriso della mamma la faceva sempre sorridere,
era sempre cosi’ dolce, ma anche perché nella sua mente ci fu un ondata, anzi più che ondata un maremoto, di ricordi.                                            
Ricordi del padre.                                                                    
Ricordi di Justin.                                                                        
Ricordi.                                                                                            
– Ecco a te non dispiacerebbe se io andassi per una settimana … -                                    
La faccia della mamma diventò seria mentre Taylor continuava a parlare.                                             
– Nella città perfetta con Justin ?-La mamma sorrise.                                       
– Taylor intendi nella città dell’ amore con Justin.-Disse la mamma                                      
calcando la parola amore.                                                         
– Si mamma a Parigi, come la vuoi chiamare la chiami.-                             
Taylor fece una piccola smorfia.                                                   
Con la mamma parlava di tutto, ma mai di Justin.                                              
Non riusciva a parlale di Justin,                                                   
non sapeva perché,                                                                   
forse era perché la mamma lo conosceva.                                                                        
Non lo sapeva. Sapeva solo che si imbarazzava a parlare di Justin.                  
La mamma riprese a parlare.                                                               
– Comunque si- Disse prendendo il telefono- Puoi andare una settimana,                            
a Parigi, la città dell’ amore solo TU e JUSTIN. – Ormai la mamma rideva di gusto.                                       
Sapeva perfettamente che a Taylor dava fastidio,                                           
proprio per questo le sembrava divertente.                                                               
La ragazza poggiò i piedi a terra, borbottò un “Grazie” e si avviò su per le scale.                             
Ma fu interrotta dalla mamma. – Taylor io non vorrei fare un discorso del genere.                     
Ma tu sei grande anche Justin, state insieme, da soli. –
La ragazza guardava la mamma con un’espressione scioccata.
– Oh ti prego Taylor non mi guardare cosi’. Io volevo solo dire … cioè tu sai tutto su quell’argomento vero?-                                                   
La ragazza continuava a guardare la mamma,senza cambiare espressione.                                                                  
Poi rise.                                                              
– Mamma, se ordini la pizza io prendo una margherita e non ti preoccupare-                          
Disse salendo le scale per andare nella sua camera.        

Quella settimana, la settimana prima del viaggio passò subito.                                                       
In quella settimana Taylor era stata il più tempo possibile con la sorellina,                                  
sapeva che le sarebbe mancata.                                                                                 
Justin invece passava il più tempo possibile con Taylor,                                                                          
quando non stava con Taylor chiamava i suoi amici,                                                
oppure parlava su Twitter con i suoi fan                                                                  
e guardava Taylor.                                                                          
Gli piaceva guardarla.                                                                       
Guardava il modo in cui si sistemava i capelli dietro l’orecchio.                                                   
Guardava il modo in cui muoveva le mani quando parlava.                                          
Guardava le sue facce buffe quando giocava con la sorellina.                                            
Si rendeva sempre più conto di essere fottutamente innamorato.                                            
Ormai era arrivato il giorno della partenza.                                                           
In poco tempo si ritrovarono all’aereo porto ,                                                                         
con una voce di femminile di sottofondo ,                                        
che annunciava la partenza dell’aereo per Parigi.       
 

 
My Space.

Hei Puffi,                                                               
come va tutto bene?                                                                                               
Io sono già ultra stressata per la scuola.                                                 
Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono la “storia”,                                          
tutti quelli che hanno la storia nelle preferite,                                                              
nelle seguite o nelle ricordate.                                                              
Ringrazio anche TUTTI quelli che hanno recensito la storia:                                           
DestinyAngel ;                                                     
Giuly_Beliber97 (amo la tua icon) ;                                                    
Rebiiiify ;                                                                                 
e Bieberitaly97, che commenta ogni mio capitolo.                                    
VI AMO FOLLEMENTE.                                                                           
Baci puffettosi, al prossimo capitolo.  

                       
KISS KISS

TIFFANY

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Capitolo 13
*** Jealous ? Absolutely NO. ***






Jealous ? Absolutely NO.

 
 


- Vi informiamo che l'aereo per Parigi partirà tra 20 minuti...
 

Tra soli 20 minuti sarebbero partiti.                                                                                                                                   
Taylor era seduta su una sedia,                                                                              
giocava con una ciocca di capelli e sbuffava.                                                                
Adesso voi penserete "Perchè cavolo questa ragazza sbuffa?                          
Sta per partire con Bieber a Parigi.Che si sbuffa?"                                                               
Taylor sbuffava perchè era da quasi mezz'ora,                                               
cioè da quando erano arrivati all'aereo porto,                                           
che Justin era stato travolto da una ventina di ragazzine urlanti.                                      
Doveva aspettarselo, Justin era comunque una Superstar.                                  
Ma infondo lei se lo aspettava tutto questo,                                                                                                
ma quello che non si aspettava o meglio quello che gli dava fastidio,                              
erano le cose che quelle ragazzine gli dicevano.                                                                            
 Aveva perso il conto delle volte che avevano detto a Bieber                    
che era bello, che era sexy e che lo amavano alla follia.                                                            
Finalmente dopo altri 5 minuti, Justin era vicino a lei,                                                       
camminavano per raggiungere l'aereo.                                                                         
Quando erano abbastanza lontani da quel gruppo di ragazzine,                                    
Taylor si avvicinò Justin, continuando a camminare.                                                      
- Justin sei bellissimo, sei sexy, ti amo- Diceva imitando la voce delle ragazze.
Justin rise.- Uh uh c'è qualcuno che è gelosa del suo ragazzo.-Continuava a ridere.                                                                                                              
- Io g-gelosa ma assolutamente NO - Il ragazzo continuava a ridere.                                   
- ...e poi - continuò la ragazza- non mi sembra che qualcuno mi abbia chiesto di essere la sua ragazza.- Sorrise
- Quindi io non sono la ragazza di nessuno e non ho un ragazzo.-                                                                                            
Il ragazzo smise di ridere appena senti' quello che aveva detto la ragazza.                     
Si aveva ragione, non glielo aveva chiesto.                                                           
Credeva che dopo aver chiarito con Selena qualche giorno fa,                                                
gli sembrava scontato che voleva che Taylor diventasse la sua ragazza.                         
Taylor continuava a ridere, intanto erano arrivati vicino l'aereo.                                         
Justin non parlava. Taylor lo tirava per il braccio per farlo camminare.                               
Arrivarono vicino la scaletta per salire sull'aereo.                                                                      
- Prego signorina,passi prima lei-
Disse un ragazzo,squadrando dalla punta dei piedi alla punta dei capelli Taylor.
- Gra..- Justin non la fece neanche finire di parlare.                                                         
La prese per un braccio, tirandola verso di lui.                                                                       
- Hope vuoi diventare la mia ragazza ?-                                                                                    
La ragazza sorrise e si avvicinò di più alle labbra di Justin.                                                      
- Chi è il geloso adesso ?- Sentiva il respiro del ragazzo sulle labbra.                         
- Comunque si, voglio essere la ragazza del ragazzo più sexy e bello del mondo.
Si presero per mano e salirono sull'aereo.                                      
Erano seduti vicini, ridevano, scherzavano e si baciavano.                                        
Lei aveva il viso appoggiato sulla spalla di Justin.                                  
Justin aveva il cellulare in mano, stava pensando a qualcosa da “Twittare” ai suoi fan.                                                         
Taylor alzò di poco il viso.                                                                  
Guardava Justin concentrato sullo schermo del cellulare.                           
Era cosi’ bello quando era concentrato.                                                                     
Sorrise a quel pensiero.                                                                            
Sembrava una stupida ragazzina innamorata,                                      
 non le piaceva essere cosi’,                                                  
ma ormai lo era.                                                                                                  
Justin sentendola sorridere si girò a guardarla.                                                          
Erano a pochi centimetri di distanza,                                                                      
Justin in poco tempo decise di eliminare anche quei centimetri.                                          
 Le loro labbra si unirono di nuovo, per la centesima volta quel giorno.                                    
La ragazza si staccò di scatto, prendendo il cellulare dalle mani di Justin.                                     
Velocemente scrisse qualcosa, ridandogli subito il cellulare.                                      
Justin lo riprese.                                                                            
Taylor rideva.                                                                                              
Justin lesse ad alta voce il tweet che aveva pubblicato.                               
– Lei è la ragazza che bacia più bene al mondo -Lei continuava a ridere.                                  
– Tay ma che cavolo scrivi … - Iniziò a ridere anche lui.                                                       
Iniziò a ridere più che per quello che aveva scritto Taylor, per la sua risata.                                                            
La risata di quella ragazza era qualcosa di perfetto.                                                       
Lei era perfetta.                                                                                                                                                                                      
Taylor si avvicinò di nuovo alle labbra di Justin.                                               
 – Perché vorresti dire che non è vero.- Justin si mordeva il labbro.                                                       
Non era normale.                                                     
Justin si rendeva conto che dipendeva completamente da lei.                                               
Mentre si baciavano ,                                                       
Justin cercava di formulare una frase tra un bacio e l’altro.                                                
– Penso … - Bacio – che quello ... – Bacio- che hai … -Bacio- scritto … - Bacio
-sia la santissima verità- disse velocemente.                          
La ragazza sorrise sulle labbra di Justin,                                                     
per poi riprendere a baciarlo.                                                          

Ormai mancava poco al loro arrivo a Parigi. 
                  
 


MY SPACE.

Hei Vampirette belle                                                                       
come state?                                                                                           
Vampirette ?                                                               
Ma io peggioro sempre di più.                                                        
Comunque ringrazio come sempre                                                 
chi ha recensito la storia ma anche                                        
chi l’ha letta senza recensire.                                                                    
Grazie tanto.                                                                   
Vi amo follemente.

Ps. Demon/Ian conognome impronunciabile è ajsiuJHUIHdiu                              
(scusate ma sto vedendo TVD)


KISS KISS

TIFFANY   
                                           
 

           

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Capitolo 14
*** Paris est magnifique. ***






 Paris est magnifique.

 
Parigi sembrava cosi' fantastica...                                                                                            
Almeno sembrava cosi' da quel finestrino del taxi.                                                       
Taylor guardava tutto meravigliata.                                                                                            
La Francia, Parigi era cosi' diverso dall'America, da Manhattan.                                               
Justin alternava lo sguardo dal finestrino a Taylor.                                                       
Per lui lo spettacolo non era Parigi,                                                                                             
era già stato in Francia molte volte,                                                                              
 per lui lo spettacolo era lei.                                                                                                  
Taylor smise si guardare fuori dal finestrino.                                                  
Guardò in basso, verso le su scarpe,                                                                                                        
poi poggio la schiena sullo schienale del taxi,                                                                             
sospirando rumorosamente e continuando a guardare le scarpe.                                                                        
Justin era abituato ai suoi sbalzi d'umore,                                                                           
ma adesso non voleva vederla triste.                                                                                                        
Con la mano accarezzò la guancia di Taylor, fece incontrare i loro occhi                                 
spostandole delicatamente il volto verso di lui.                                                                      
- Qualcosa non va ?- Le sussurrò guardandola ancora negli occhi.                         
- No è che...- Taylor abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo negli occhi in quel momento.
- Tu Justin, fai cosi' tanto per me. Mi fai sentire bene, mi porti a Parigi.-                                 
Il ragazzo continuava a non capire. A lui sembrava tutto cosi' perfetto.                              
Era tutto cosi' perfetto.                                                                                                                               
 - E...- Disse il ragazzo per incitare Taylor a continuare.                                                                    
- E io non ti dò niente in cambio- Sospirò- mi sento abbastanza inutile.                                        
Ritorno a guardare gli occhi di lui.                                                                                                                         
Justin sorrise. Non capiva come lei poteva solo pensare di non dargli niente.
- Taylor Hope Mason, tu non puoi dire di essere inutile.-La guardò dolcemente.
- Tu mi dai tutto Taylor.Tu sei perfetta. Un tuo sorriso mi cambia la giornata.              
Amo i tuoi occhi. Amo i tuoi capelli. Amo tutto di te.-                                                   
Si fermò continuando a guardarla. Lei aveva gli occhi lucidi.                                                                 
- Io ti amo Taylor. Ti amo perché tu mi rendi felice. Se poi per te la parola                             
inutile significa rendere felici le persone, allora sei inutile.-                                                                       
La ragazza non disse nulla, lo baciò soltanto.                                                                                   
Non capiva come lui cosi' perfetto, potesse innamorarsi di lei cosi' semplice .
Staccò le su labbra da quelle del ragazzo.                                                                                                  
- Justin,ti amo anche io. - Sussurrò ad un centimetro dalle sue labbra.                                   
 

L’hotel era assolutamente perfetto.                                                                   
Era un hotel a 5 stelle, di quelli antichi.                                                        
Si trovava al centro di Parigi.                                                          
Entrarono attraverso una grande porta.                                                         
Taylor aveva stretta la mano di Justin nelle sue mani.                                                 
– Justin tu sei assolutamente folle- Disse la ragazza guardando quel enorme albergo.               
– Cioè bastava un piccolo hotel, non un hotel gigantesco e super costoso.-                                 
Il ragazzo sorrise. –Taylor ti ricordo che io sono il grande, unico, inimitabile, Justin Bieber.-
Disse con voce bassa per non attirare troppo l’attenzione.                                                     
La ragazza spinse leggermente il ragazzo con la mano,                                         
facendolo allontanare di qualche centimetro.                                                                       
– Ma fammi il favore- Gli disse continuando a ridere.                                        
Alla risata di Taylor si aggiunse anche quella di Justin.                                           
Preso la chiave della loro stanza, la numero 13.                                                 
Dopo pochi minuti si trovarono all’interno della stanza.                                                   
Taylor guardava fuori dalla grande finestra nella camera da letto.                                                  
Da quella camera si poteva vedere in lontananza la Tour Eiffel,                                                 
le strade della città che erano illuminate dalle luci dei negozi.                                              
Era tutto cosi’ magico.                                                                         
Justin si avvicinò alla ragazza da dietro.                                                                                    
Lei a quel contatto sussultò.                                                                                         
Lui aveva il viso appoggiato sulla spalla della ragazza,                                                                                          
vicino all’incavo del collo.                                                      
Respirava il suo profumo, quel profumo lo mandava in estasi.                            
Le braccia stringevano i fianchi della ragazza.                                                                                                                      
–Hei Taylor- La ragazza sentiva i suoi respiri vicino al collo.                   
Tutto questo le dava i brividi.                                                                                              
– Stavo pensando che è già troppo tardi. Quindi ,se per te va bene,                                              
potremmo rimanere qui questa notte. Ho chiamato il servizio in camera e…-                    
Il ragazzo fu interrotto da Taylor, che si era girata di scatto e aveva iniziato a baciarlo.                      
Dalle labbra del ragazzo, passo al collo.                                                                                             
– Justin io avrei in mente qualcosa per passare il tempo.-                               
Sussurrò Taylor sulle labbra di lui.
Il ragazzo sorrise, spinse dolcemente Taylor contro la parete.                      
Iniziò a baciarle il collo.                                                      
 Le gambe di Taylor si ritrovarono ,dopo poco ,intrecciate ai fianchi di Justin.                            
Taylor lentamente ,continuando a baciare Justin,                                                
sbottonò la camicia a quadri rossi del ragazzo gettandola a terra.                                 
Dopo pochi minuti la maglia di Taylor andò a far compagnia alla camicia di Justin.                                   
Lui a petto nudo, lei era rimasta in reggiseno.                                        
Ora erano stesi sul grande letto.                                                                     
Lui era sopra di lei e cercava di non pesarle.                                         
Continuavano a baciarsi, in modo diverso da come facevano sempre,                              
in modo più passionale.                                                       
In quel momento il cellulare del ragazzo iniziò a squillare.                                         
La ragazza si fermò un secondo, mentre al ragazzo sembrava non importare.                  
– Justin- Sussurrò Taylor.- E’ il tuo cellulare non dovresti rispondere?-             
Disse velocemente prima che Justin riprendesse a baciarla.                                                             
 – Lascialo squillare Taylor –                                                    
Appena finite quelle parole iniziò a squillare anche quello di Taylor,                                            
subito dopo si sentirono delle leggere botte vicino la porta,                             
seguite da una voce che annunciava il servizio in camera.                                
I due ragazzi si staccarono.                                                                
Lei prese il suo cellulare.                                                                           
Lui prese il suo cellulare.                                                                                        
– Pronto?- Dissero nello stesso momento sia Taylor che Justin,                
avviandosi verso la porta.                                                               
 Appena richiusero la porta scoppiarono a ridere.

 


My Space.

Ciaooo, come va ??                                                                                 
A me benissimo,                                                                     
ieri ho visto gli ONE DIRECTION….                                                                             
A voi piacciono i 1D vero?? Vero?                                                    
Comunque grazie a tutti quelli che leggono                                                             
e commentano. THANKS.                                                                   
Alla prossima.

KISS KISS

TIFFANY

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Capitolo 15
*** Just me and you Tonight. ***









Just me and you tonight.



- No, dai Taylor ti prego sono stanchissimo, distrutto.-                                              
Ripeteva ormai da tempo il ragazzo.                                                                          
La mattina uscirono molto presto.                                                                      
Non fecero colazione all'hotel,                                                                                                  
perchè Taylor aveva la fissa di dover far colazione                                                 
in una di quelle piccole caffetterie Parigine.                                                                           
Avevano visitato il Louvre, la cattedrale di Notre-Dame                                                          
e il quartiere di Montmartre.                                                                                                         
Ormai era diventata sera.                                                                                                     
La ragazza lo teneva per mano quasi trascinandolo.                                                                  
 - Che poi io ancora devo capire cosa ci siamo andati a fare il quel coso di Montmartre -
La ragazza alzò gli occhi al cielo e sorrise.                                                        
- Te l'ho già detto mille volte. Justin è impossibile che non ne hai sentito mai parlare.-Sospirò
- E' il quartiere dove vivevano Picasso, Van Gogh e Modigliani.-               
Disse la ragazza con enfasi.                                                                                                                                                      
-Ok come vuoi, però torniamo in albergo adesso vero?-                                       
La ragazza si fermò avvicinandosi al ragazzo.                                                                     
Le loro labbra erano a due centimetri.                                                                
- Justin se tu alzeresti la testolina, vedresti la Torre Eiffel.                                                         
 Adesso noi saliamo lì e ti prometto che dopo torniamo all'albergo e facciamo tutto quello che vuoi.-                                                                                                   
Il ragazzo alzò la testa. Vide la Torre Eiffel.                                                                                       
Era andato altre volte a Parigi, ma non l'aveva mai vista di sera.                                        
La mattina gli sembrava una "cosina" inutile fatta di ferro,                                                        
ma adesso, di sera, era tutta illuminata, risplendeva.                                                                   
Era magnifica.                                                                                                                                    
Poi tornò a guardare la ragazza. Sorrise.                                                                                           
- Mi prometti davvero che quando andiamo in hotel,                                                                  
facciamo tutto quello che voglio.- Disse con un sorriso malizioso.                                 
La ragazza si avvicino al collo del ragazzo.                                                                                        
Gli lasciò dei piccoli bacetti, fino ad arrivare all'orecchio.                                                  
-Tutto- Gli sussurrò mordendo il lobo dell'orecchio.                                                                      

Erano arrivati in cima alla Torre.                                                                                                     
Lui la abbracciava da dietro.                                                                                                
Tenendo il viso appoggiato sulla spalla della ragazza.                                                            
- Cavolo Taylor è...-                                                                                                                            
- Bellissimo? Mitico ? Favoloso? -Lo interruppe la ragazza.                                                         
Il ragazzo sorrise.                                                                                                                                      
-Si, però io volevo dire ALTISSIMO. Come cazzo facciamo a scendere da qua sopra.-La ragazza rise.
-Justin calmati, come ci siamo saliti, riusciremo anche a scendere.              
Calma e so che non centra niente ma sei bellissimo quando sei agitato.-                                                                  
Il ragazzo si rilassò.- Tu sei bellissima sempre.-                                                                   
Scesero velocemente e arrivarono all’albergo in pochissimo tempo,                              
poiché era molto vicino alla Torre Eiffel.                                          
– Taylor ordino la cena in camera ?-Chiese il ragazzo avviandosi verso la reception.                                   
La ragazza lo bloccò. –No, Justin, no e chiudi il cellulare. Non voglio che capiti quello che è già capitato ieri.-
Risero insieme e il ragazzo annui convinto prendendo la chiave della stanza.                                                                                     
Entrarono velocemente nell’ascensore.                                                           
Presto le labbra dei ragazzi erano di nuovo unite.                                                                                                                                                                                
Le mani della ragazza erano nei capelli di lui.                                                                  
Le mani di lui erano sui fianchi di lei                                                        
e a volte una di quelle mani accarezzava la schiena di Taylor,                                            
facendole venire dei piccoli brividi.                                                     
La porta automatica dell’ascensore si apri’.                                           
Loro erano cosi’ presi da non accorgersene subito,                                                
ma furono svegliati dal tossire di una signora anziana.                                             
Taylor trattenendo le risate trascinò Justin fuori dall’ascensore.                                         
Appena usciti la signora borbotto qualcosa del tipo                             
“I giovani d’oggi e i loro stupidi ormoni”,                                                  
a quel punto Taylor scoppiò a ridere mentre Justin apriva la porta della camera.             
– Taylor sei sicur…- Non fece in tempo a finire la frase                               
che le labbra della ragazza si ritrovarono sulle sue.                                                                  
Lo spingeva leggermente con la mano sul petto,                                 
fino a che non arrivavano nella camera da letto.                                                                    
Lo delicatamente lo fece cadere sul letto.                                                                                    
Si mise a cavalcioni su di lui.                                                          
In poco tempo i loro indumenti si ritrovarono per terra.                                                            
Lui era sopra di lei.                                                                                  
Gli toccò delicatamente la schiena                                              
e con le mani arrivò fino al gancetto del reggiseno.                                        
Guardò la ragazza aspettando un cenno di approvazione,                                        
la ragazza rispose baciandolo con foga.                                                   
– Sei … Sei bellissima-                                                                   
Sussurrò il ragazzo, quando anche il reggiseno era a terra.                                                                                     
La ragazza arrossì lievemente.- Anche tu sei bellissimo-                       
Gli sussurrò con un filo di voce. 

E poi brividi, calore, sospiri affannati,                                                             
corpi che si uniscono, nomi detti tra sospiri,                                                   
due persone che si sentono complete                                                 
che si sentono una sola cosa, una sola persona.                                                                         
In poche parole AMORE.     
                                                                                                                                                                 

 
 
 
My Space.
It’s a beautiful night                                                                     
we looking for something dumb to do                                                  
hei baby I think I wanna marry you….                                                      
Non è colpa mia è che Bruno Mars                                                           
con queste canzone ti entra in testa e                                         
non riesco a non canticchiarle in continuazione.                                    
A voi piace Bruno Mars? Cioè a chi non piace…
Comunque tornando a noi….                                             
Ciao Marsettine (?)                                                        
Come va ?                                                                             
A me bene la professoressa di latino mi ha messo 7.                                      
Cioè a me in LATINO 7 è impossibile.                                                          
Si ma a nessuno interessa.                                                                                   
E invece si che interessa a quei bei tesorini.                                                
Ok basta parlo/scrivo anche da sola adesso.                                     
Rinchiudetemi in un manicomio.                                                    
Ringrazio tutte quelli che leggono la storia,                                               
tutti quelli che la recensiscono.                                                   
VI AMO.

PS.In particolare amo Bibo_Bibo 97                                                
che è stupendamente carina e simpatica.                                                

Ok ho davvero finito.Alla prossima.

 

TIFFANY

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Capitolo 16
*** My love is like a star. ***






My love is like a star.


Erano le 7 e 30 quando la ragazza aprì lentamente gli occhi,                                                   
sbattendo le palpebre più volte,                                                                                       
finché gli occhi non si abituarono a quei leggeri raggi di sole                                       
che filtravano dalla grande tenda.                                                                                                   
Aveva la testa appoggiata al braccio del ragazzo,                                                                 
il viso nel suo incavo del collo.                                                                                                               
Gli occhi di lui erano chiusi,                                                                                                          
sembrava addormentato ma in realtà non lo era,                                                                               
infatti accarezzava leggermente il braccio della ragazza,                                                       
soffermandosi nel punto in cui lei aveva un piccolo tatuaggio.                                                              
Aveva tatuato un piccolissimo libro aperto.                                                                                        
Quel libro aperto agli occhi degli altri poteva sembrare una banalità,                                
uno di quei tatuaggi senza significato,                                                                                 
ma per lei non lo era,                                                                                                                                       
per lei quel tatuaggio era tutt'altro che banale.                                                                                 
Lui non c'era quando lei lo aveva tatuato,                                                                                        
Il tatuaggio faceva parte del periodo dove erano stati separati.                              
Quel periodo dopo che lui divenne famoso.                                                                                 
Quel periodo dopo che lei perse il padre.                                                                                             
Ma anche se non c'era stato,                                                                                                                       
 lui conosceva bene il significato di quel tatuaggio.                                                                             
Il padre della ragazza era un famoso scrittore,                                                      
 lei voleva fare la scrittrice o la giornalista.                                                                                             
Questi erano i motivi di quel tatuaggio.                                                                             
Taylor alzò di un po’ il viso trovandosi a 2 centimetri                                       
dal viso del ragazzo.                                                      
Gli stampò un leggero bacio e tornò subito sulla spalla del ragazzo.                                 
Justin aprì gli occhi rendendosi conto che Taylor era sveglia.                                      
– Buongiorno- Le disse con la voce impastata dal sonno.                                                   
 – ‘Giorno. Eri già sveglio?-Domandò la ragazza guardandolo negli occhi.                              
Il ragazzo non rispose.                                                             
Si limitò a sorridere e ad avvicinarsi a lei per unire le loro labbra.                          
–Taylor…- Disse il ragazzo staccandosi dalle sue labbra,                                      
ma rimanendo comunque a due centimetri dal viso della ragazza.                         
–Ieri è stato bellissimo…- Il ragazzo sapeva cosa dire,                                                                                           
ma quando era così vicino a quella ragazza,                                                                               
così vicino a quella che per lui era un angelo,                                                     
al suo angelo, faceva fatica anche solo a respirare figuriamoci a parlare.                                  
–Io ti…-Prima che potesse pronunciare l’ultima parola, Taylor lo fermò.                    
Posò dolcemente l’indice sulle labbra di lui.                                             
I’m lightweight , better be careful what you say,                                          
with every word I’m blow away.                                                                  
You’re in control of my heart.
-                                                                                       
Lo disse parlando a bassa voce,                                                                           
come se avesse paura di rovinare quel momento,                                                     
come se avesse paura che qualcuno potesse rovinare quel momento.                                     
 Il ragazzo capiva quello che intendeva,                                                                  
capiva che lei aveva paura di soffrire.                                                                
Ma lui non avrebbe mai potuto farla soffrire,                                                                 
era sicuro di questo come dell’essere innamorato di lei.                               
–Taylor io ti amo.-                                                             
Il ragazzo continuò la frase da dove l’aveva terminata.                               
La ragazza sorrise sulle sue labbra,                                                              
sapeva di potersi fidare.                                                                                 
–Ti amo anche io Justin.-                                                                                                            
Dopo un po’ di tempo passato ancora a letto tra carezze,                                          
baci e smancerie varie, la ragazza si avvicinò all’orecchio di lui.                                        
–Io ho fame-Il ragazzo rise.                                                                                           
Lei si alzò di scatto lasciando Justin senza un briciolo si coperte.                                     
–Hei-Urlò il ragazzo, mentre lei si avviava verso il bagno.                                           
–Voglio fare colazione e…-Riusciva a stento a trattenere le risate.                                             
–E tu sei bellissimo anche senza indossare nulla quindi non ti lamentare.-                        
Disse la ragazza prima di chiudersi in bagno,                                                 
vedendo il ragazzo scattare dal letto e andare verso di lei.                                              
–Ti amo anche quando fai così-Disse il ragazzo prima di scoppiare a ridere,                                        
seguito poi da lei che gli aveva aperto al porta del bagno.                                                     
La settimana a Parigi era passata.                                                 
I due adesso si trovavano a casa,                                                                                                                                                  
erano seduti fuori alla grande terrazza della loro camera,abbracciati.                                                                                   
La mattina dopo Justin sarebbe dovuto partire                                                        
per iniziare il tour in Sud America.                                                     
Lui le aveva chiesto di accompagnarlo,                                                                 
non sopportava di non vederla per ben 2 mesi,                                                         
era troppo tempo,                                                                       
sapeva che le sarebbe mancata troppo.                                                       
Lei avrebbe dovuto iniziare la scuola tra qualche giorno,                                                       
non poteva andare con lui,                                                             
ma era consapevole che Justin quei 2 mesi le sarebbe mancato,                                                
cavolo non erano 2 giorni erano 2 mesi.                                            
Solo al pensiero di dover stare quasi 60                                          
giorni senza di lui, la faceva impazzire.                                                  
Nello stesso tempo cercava di non piangere,                                     
di non sembrare disperata e triste,                                                                             
almeno quando stava con lui.                                                   
Sapeva che mostrarsi triste                                                     
avrebbe fatto solo stare più male Justin.                                                          
Era arrivata la mattina della partenza.                                                          
Erano all’aereo porto.                                                                             
Pattie,Kenny e gli altri camminavano avanti.                                                         
Justin e Taylor erano un po’ di passi indietro,                                       
si tenevano per mano.                                                                        
Non parlavano,                                                                 
non avevano parlato per tutto il tragitto.                                                                        
Non potevano pensare che tra qualche minuto                                           
si sarebbero dovuti lasciare.                                                                                 
Si certo esistevano i telefoni,                                                              
i computer ,molte cose,                                                           
ma nulla era come stare insieme.Nulla.                                                         
La voce metallica informava i passeggeri                                        
dell’ultima chiamata per il volo in Sud America.                                                
Il volo che avrebbe preso Justin.                                                            
 Il volo che divideva per 2 mesi Justin da Taylor.                                  
Alla ragazza scappò una lacrima.                                                  
Lui la abbracciò subito, asciugandole quelle lacrime                                                          
che cadevano dai suoi occhi.                                                                  
–Tay non sei sola, non rimarrai mai da sola.-                                            
Taylor non glielo aveva detto apertamente,                                     
ma lui lo leggeva nei suoi occhi.                                                                      
–My love’s like a star, you can’t always see me                                           
but you know that I’m always there.-Continuò il ragazzo.                                                  
La ragazza si allontanò leggermente e gli pizzicò il braccio.                                                                                                                                                                
–Non vale tu sei un cantante non puoi usare frasi di altri.                            
Il ragazzo rise seguito dalla ragazza.                                                  
–Ti amo Taylor.                                                                                         
-Ti amo Justin.                                                                                                   
Pronunciarono quelle parole nello stesso momento.                                 
Quelle furono le ultime parole che si scambiarono.                                                        
Ormai l’aereo era partito.                                                      
Ormai lei era nella sua macchina.                                                                 
Lei continuava a pensare a quei 2 mesi,                                                                            
erano davvero troppi.                                                                          
Che poi erano ancora più difficile per una come lei,                                              
ancora più difficile per una ragazza gelosa come lei.                                                         
Pensava alla sua situazione.                                                           
 Aveva un ragazzo,                                                               
un ragazzo stupendo,                                                               
un ragazzo con milioni di fan,                                                
un ragazzo che era lontanissimo da lei.                                                   
Ma sapeva anche che quel ragazzo era innamorato di lei,                                                                    
era sicura di potersi fidare di lui e era sicura di amarlo follemente.
 

 
My Space.
 
“It’s the most beautiful time of the year,
Lights fill the streets spreading so much cheer,
I should be playing in the winter snow,
But I’mma be under the mistletoe.                                                                       
I don’t wanna miss out on the holiday,
But I can’t stop staring at your face,
I should be playing in the winter snow,
But I’mma be under the mistletoe.                                                                 
With you, shawty with you,
With you, shawty with you,
With you, under the mistletoe, yeah.”                                                                       
Okei scusate ma Mistletoe è ajsiudjiu, anche il video è bellissimo.                                        
A voi piace vero?? Mi rendo conto che è una domanda stupida.                                          
Ok passiamo alle cose serie,                                                                       
 ringrazio come sempre TUTTI quelli che seguono la mia FF                                                          
e vi devo dare una notizia penso proprio che manchi solo 1 o massimo 2 capitoli                                    
alla fine =(.                                                                                 
Vi ringrazio ancora,spero che questo capitolo vi piaccia.     
                                            


TIFFANY

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Capitolo 17
*** Greatest Mistake. ***






Greatest Mistake.

 
 
"Come va ?"

Una domanda che si ripeteva spesso in due mesi.                                                             
La risposta di entrambi aveva un doppio significato,                                                                          
un significato effettivo delle parole e un significato nascosto delle parole.                
Il ragazzo a quella domanda rispondeva sempre nello stesso modo,                          
non faceva differenza se la domanda la ponesse un giornalista,                                  
un amico o sua mamma.                                                                  
“Va benissimo. I concerti stanno andando bene.                              
I miei fan sono i migliori al mondo.”                                                                    
E concludeva sempre con un abbastanza urlato “Never Say Never”,                             
anche quando nevere say never non c’entrava niente.                                           
La risposta che avrebbe dovuto dare, era abbastanza diversa.                               
La risposta che lui pensava ma che non aveva, forse il coraggio,                             
di dire ad alta voce era diversa.                                                        
“Va male. Lei mi manca follemente.                                                    
Si, ci sentiamo a telefono ma ovviamente non è lo stesso.                             
Non è come averla vicino. Mi manca.”                                                             
Anche a lei amici, parenti, anche sconosciuti a volte le facevano quella domanda.       
“Benissimo, grazie” Rispondeva lei.                                                              
“Come deve andare? Male, malissimo.                                              
Non mi basta solo sentirlo a telefono.                                                   
Justin è come una droga, se non puoi averlo stai male.                                  
Ovviamente una droga positiva, ma comunque crea dipendenza.”                                     
Questa era la sua vera risposta.                                                                  
Non lo diceva ad alta voce per non sembrare patetica.                                                           
In effetti era un discorso abbastanza patetico.                                

Mancava poco davvero poco.                                                        
La notte prima del giorno in cui si sarebbero rivisti era volata.                                                    
Avevano passato tutta la notte a parlare al telefono.                                             
La mattina lei era andata come sempre a scuola.                                                     
La differenza era che aveva più fretta di tornare a casa,                                      
poiché si aspettava di trovarlo a casa al suo ritorno.                                                        
Prima di arrivare a casa si fermò da un giornalaio,                                   
doveva prendere il classico giornale, anzi più che giornale mattone,                         
che voleva la madre.                                                                       
La madre era più che fissata con la moda.                                                             
Quello era uno dei motivi per cui andava d’accordo con la mamma.                                              
Mentre porgeva i soldi al commesso,                                            
l’attenzione della ragazza cadde su un giornale.                                                      
Sul titolo e sulla foto in prima pagina di un giornale.                                     
Uno di quei giornaletti che lei non avrebbe mai comprato,                                
non le era mai interessato se Joe Jonas era tornato con Demi Lovato                   
o qualsiasi altra sciocchezza.                                                                           
Ma in quel caso quel giornaletto le interessava e anche tanto.                                     
Comprò anche quello e uscì dal giornalaio correndo.                                                     
Si fermò appena arrivò in una via con poca gente.                                   
Era impossibile doveva aver letto male.                                       
Lui, lui non le avrebbe mai fatto una cosa del genere.                                         
Ne era sicura, sicurissima.                                                 
Ma il giornale diceva tutt’altro.                                                                              
 Il titolo in caratteri cubitali diceva “Bieber e Gomez di nuovo insieme”.                           
Questo era accompagnato da una immagine.                                                 
Era una foto di loro due in una macchina.                                                     
Lei era su di lui, si baciavano.                                                           
Lui era il suo ragazzo, abbracciato,in una macchina                                     
con quella che doveva essere la sua ex.                                        
Lei si era sempre fidata di lui,                                                    
neanche per un attimo aveva pensato che lui,                                        
che per lei era così perfetto, avesse potuto fare una cosa del genere.                                 
Nel giornale c’erano ben 2 pagine piene zeppe di immagini di quel tipo.                           
Il suo mondo, dopo quelle foto, era crollato.                                    
 Il suo cuore, dopo quelle foto, si era frantumato in piccoli pezzettini.                             
Non aveva voglia di tornare a casa, aveva paura di trovarlo lì.                            
Si rendeva conto come in due minuti era cambiato tutto.                              
Prima di vedere le foto, stava correndo per rincontrare Justin.                                       
Adesso, scappava per non vederlo.                                                 
Con le lacrime agli occhi, si avviò correndo verso un parco.                              
Voleva restare da sola e sapeva che quel parco era sempre vuoto.                                
Appena arrivata al parco corse verso un grande albero,                         
si sedette, prese l’mp3 e iniziò ad ascoltare della musica.                                
Quello era l’unico modo che conosceva per stare meglio.                                            
Dopo una mezz’oretta una mano toccò la spalla della ragazza.                      
Lei sussultò, era così presa che non si era accorta che qualcuno le si era avvicinato.                       
Si girò verso la persona che le aveva poggiato una mano sulla spalla.                     
Era un ragazzo non lo aveva mai visto prima.                                  
Aveva dei capelli ricci, castani.                                                   
Gli occhi verdi.                                                                  
Un viso simpatico, buffo.                                                             
– Scusa, hai v-visto un cane. Il mio cane.-La voce di quel ragazzo era stupenda davvero.                        
 La ragazza sorrise.-No, mi dispiace.-Tornò a guardare il suo Mp3.                                                             
Quando stava per premere il tasto play, il ragazzo dai capelli ricci le si sedette accanto.                                       
– Posso sedermi ?- Disse il ragazzo. Quella voce aveva davvero qualcosa di unico.               
– A di la verità,Riccio, ti sei già seduto.-
Rispose occupata a vedere lo schermo del cellulare.
Undici chiamate da parte di Justin.Due messaggi da parte della mamma.                      
Il primo le ricordava di comprare il giornale.                                        
Il secondo di sbrigarsi perché Justin era a casa.                                                 
La ragazza sbuffò rumorosamente, gettando il cellulare in borsa.                                     
–Posso farti una domanda ?-Le chiese il ragazzo dolcemente.                                    
–Si,anche se non so neanche come ti chiami.-                                                 
La ragazza rispose guardandolo negli occhi.                                        
–Ah giusto. Io mi chiamo Harry tu?                                                     
Comunque la domanda era perché una ragazza come te,                            
intendo bella come te, piange?- Le sorrise.                                                
Gli occhi della ragazza, erano qualcosa che non aveva mai visto.                           
Erano strabilianti, anche se in quel momento erano pieni di lacrime.                                                                         
–Mi chiamo Taylor e non so perché te lo dico                                          
ma il mio ragazzo mi ha fatto le corna,                                                           
per questo piango.-                                                               
Il ragazzo rispose immediatamente dopo.                                                    
–E’ uno stupido. Io non mi farei scappare una come te.-                                                                           
La ragazza si alzò di scatto, prendendo la borsa.                                              
 Iniziò a camminare. Il ragazzo la seguì.                                                
–Taylor dove stai…cioè dove stiamo andando.-                                              
  La ragazza si girò verso il riccio sorridendo.                                                        
–Facile ,stiamo andando a cercare il tuo cane.-                                                                          
 

 
 
 
My Space.

Hellooo… Tutto bene ?                                                          
A me non molto bene ho un pò di frebbe.
Si lo so avevo deciso di finire la FF,                                      
però voi mi avete detto che vi dispiaceva                                            
e così mi sono detta                                                      
“Taylor ha sofferto troppo poco, facciamola soffrire ancora un pò”                                        
Cavolo Tiffany però che cattiveria.                                                         
Come sempre ringrazio tutti quelli che commentano.                          
In particolar fan_97
che è carinissimissimissima. (?)                          
Vi amo a tutti follemente.                                                                       
Non prendetevela molto con Bieber…                                                               
Anzi no massacratelo ha tradito Taylor
.                                            

#Muchlove

Tiffany           

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Capitolo 18
*** You Should've Say NO. ***





You Should’ve Say No.


Taylor e quel ragazzo erano ancora al parco,                                                                          
erano da ore al parco.                                                                                                                        
Quel ragazzo a cui Taylor sfuggiva sempre il nome,                                                             
infatti in quelle ore era capitato massimo due volte che avesse usato                                  
il suo vero nome per chiamarlo.                                                                                                    
Sostituiva quel nome che non si ricordava con strani nomi                                         
che gli venivano in mente.                                                                                                        
 Lo chiamava Riccio, occhi verdi e...Orsetto gommoso della Haribo.                              
L'ultimo nome era dovuto al fatto che, in quelle ore in cui avevano parlato,
lei aveva scoperto che il ragazzo andava pazzo per le Haribo.                                    
Voi vi chiederete "Ma non dovevano cercare il cane di Harry?"                                                     
Bé sempre parlando in quelle ore, al ragazzo era scappata la verità.                      
Harry non aveva un cane, gli sarebbe piaciuto ma non lo aveva.                                               
Il cane era solo una scusa per parlare con, come la chiamava lui,                                     
la "Donzella in pericolo".                                                                                                                     

-Occhi verdi, smettila di chiamarmi donzella in pericolo.                                    
Io non sono in pericolo.- Disse la ragazza sbuffando.                                                        
Camminavano in quel parco da tempo.                                                                                                 
 Il laghetto, quello con le oche, era il posto dove si trovavano                                                  
in quel momento nonché posto preferito del parco da Taylor.                                          
Gli piaceva, anche se quelle ochette erano tutt'altro che accoglienti.                                          
-Ma stai scherzando.-Il ragazzo alle parole di lei aveva sfoderato la faccia                         
più scioccata che sapeva fare.                                                                              
Quella faccia scioccata a Taylor sembrava buffa.                                                                                     
Le sembrava talmente buffa che tratteneva a stento le risate.                                               
-Punto primo...-Continuò Harry.-...Non sono io quello che non ti ha chiamato neanche una volta per nome.
Punto due adesso non sei in pericolo ma prima lo eri.- Il ragazzo sembrava serio.                                                                                
-Ma per favore.-Disse la ragazza spingendo leggermente il ragazzo.                                            
-  Io non sono in difficoltà e non lo ero neanche prima.                                                                
Calmati Haribo non sei Hercules che salva le donzelle in pericolo.-                                             
La discussione molto intelligente dei ragazzi fu interrotta                                             
da l'ennesima vibrazione del telefono di lei.                                                                                  
Era ancora Justin, l'aveva chiamata minimo 50 volte.                                                                     
Le chiamate venivano ignorate da Taylor.                                                                                          
-Io...Harry, così almeno sei contento che ti chiamo per nome,                                                  
devo andare a casa.-Il ragazzo si fermò di colpo mentre lei continuava a camminare.                                                                                                                                                
-Nella stessa casa dove c'è il tuo ragazz....-Si fermò- Ex ragazzo ?-                                           
-Harry è la stessa casa dove c'è mia mamma,                                                           
che si starà preoccupando per me o almeno si chiederà che fine ha fatto il giornale che le dovevo portare.-
Disse la ragazza tenendo lo sguardo basso e alzando la mano con il giornale della mamma.                                             
 -Effettivamente hai ragione, sono già le quattro- Sospirò abbastanza rumorosamente.                                                                                                                                      
Poi il ragazzo sorrise, raggiunse la ragazza e le si piazzò davanti .                               
Aveva la mano tesa verso la ragazza e la schiena inarcata leggermente,                            
ricordava i nobili antichi quando chiedevano alle donne di ballare.                                     
-Almeno mi permetti di accompagnarti a casa ? -                                                 
La ragazza prese la mano del ragazzo.                                                                                             
-Certo, però muoviti.                                                       
Arrivarono a casa dopo poco.                                                                
Lei non aveva voglia di entrare in quella casa,                                         
non aveva voglia di vedere la persona che l’aveva delusa,                                       
però sapeva che prima o poi lo doveva affrontare                                               
e lei era sempre più per il prima che per il poi.                                     
Harry non aveva voglia di lasciarla,                                                                                   
l’aveva conosciuta da poco ma non voleva vederla soffrire,                               
soprattutto per un ragazzo, non ne valeva la pena.                                          
Poi c’era Justin che non sapeva delle foto sui giornali,                                                    
sapeva che amava Taylor,                                                        
sapeva che era preoccupato per lei.                                                        
Camminava avanti e indietro nel giardino della ragazza,                                            
sperando di vedere il prima possibile quei capelli castani,                                                           
  sperava di vedere quella ragazza sorridente che correva per abbracciarlo.                             
Ma sapeva che c’era qualcosa che non andava,                                       
qualcosa che era cambiato dalla scorsa sera in cui si erano sentiti al telefono.               
Taylor era arrivata al cancello di casa sua,vedeva Justin.                                                                            
Pensava che era stata stupida,                                                         
lui era così perfetto, era contro ogni legge universale.                                       
Lui e lei erano contro ogni legge universale.                                                
Justin vedendo la ragazza le si avvicinò,                                                        
aveva gli occhi rossi abbastanza gonfi era evidente che aveva pianto.                                
Harry sfiorò leggermente il braccio della ragazza.                                               
–Taylor io vado. Hai il mio numero se hai bisogno di parlare.-                               
La ragazza annuì leggermente.                                                              
Harry se ne andò.                                                                         
– Hei piccola che … che è successo ?-                                                      
Justin cercava di avvicinarsi sempre di più alla ragazza.                                    
Le sfiorò la guancia e prese una ciocca di capelli nell’altra mano.                     
La ragazza si scostò velocemente.                                                           
– Justin, non mi toccare e non mi chiamare piccola.-                                     
Il ragazzo non capiva che le prendeva.                                                              
– Ma perché?- La ragazza corse dentro casa,                                                       
ma prima poggiò il giornale sul petto del ragazzo.                                   
A Justin era bastato uno sguardo a quel giornale,                                             
alla copertina di quel giornale,                                                
alla foto di quel giornale,                                                           
per capire cosa aveva la ragazza.                                                                      
Lui e Selena di nuovo insieme ?                                                                  
Non era assolutamente vero.                                                 
Però nella foto c’erano lui e Selena.                                                         
Il ragazzo corse in casa seguendo la ragazza che stava salendo le scale.                                    
– Taylor io so che è difficile ma posso spiegarti,io…-                                           
Il ragazzo fu interrotto dalla ragazza.                                                     
  – Tu non sai che è difficile e sai cosa Justin non mi interessano le tue scuse.-                           
Guardava Justin negli occhi.                                                                                                
– Qual è la tua scusa? Cosa vorresti dirmi che è stato un momento di debolezza?                      
Anche io ho avuto i miei momenti, ma ti amavo, davvero,                                     
non andavo a baciare i miei ex ragazzi in quei momenti.-                                      
La ragazza si girò e continuò a salire le scale.                                                                                                                                              
 – Chi era quel ragazzo che ti ha accompagnato a casa ?                                        
-Un ragazzo che ho incontrato mentre stavo male per te.-La ragazza scosse la testa.                                   
Ma non è questo il punto, credi davvero che sarebbe potuto andare tutto come prima ?
Justin è tutto sbagliato. Noi siamo sbagliati. E’ finita.-                                    
Pronuncio le ultime parole a voce bassa mentre apriva la porta della sua stanza.            
Ovvio era ancora innamorata di lui.                                                      
Aveva ricominciato a piangere.                                                            
Non avrebbe dovuto tradirla.                                                                                         
Avrebbe dovuto rifiutare,                                                                     
avrebbe dovuto dire di no,                                                                                   
avrebbe dovuto pensare bene a quello che faceva.                                                                
Lui non poteva, non voleva crederci.                                           
Taylor aveva ragione lui aveva sbagliato                                                
e questa volta non era sicuro che l’avrebbe perdonato
.           
 

MY SPACE.

You should’ve say No                                                               
You should’ve gone home                                                              
You should’ve thought twice before you let it all go                                      
You should’ve know that world                                                               
Bout what you did with her                                                   
get back to me….  
                                                                 

Ok basta è che io non saprei cosa fare senza questa donna.                                          
Taylor Swift I LOVE YOU…                                                             
Apparte questo fatemi i complimenti xkè ho aggiornato presto.                               
Ringrazio come sempre tutti quelli che recensiscono                                    
e quelli che leggono senza recensire (cattivelli).                                             
Spero che questo capitolo vi piaccia.                                                 
Vi amo follemente.                                                                  


Bye.

TIFFANY.

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Capitolo 19
*** Without You. ***






WITHOUT YOU.

 
 
One month later.
 

L'ennesima chiamata.         
L'ennesima chiamata in quel giorno.
L'ennesima chiamata in quel mese.
Lei avrebbe dovuto ignorare quella chiamata come aveva sempre fatto.
Ma qualcosa era diverso, aveva il bisogno di sentire la sua voce.
La voce di quel ragazzo che l'aveva fatta soffrire, che la faceva soffrire.
Senza pensare accetto la chiamata.                             
Portò il suo Blackberry all'orecchio.
- Hei...- Furono le parole della ragazza.
-Taylor ho provato a chiamart...- Il ragazzo venne interrotto.
-Lo so Justin, lo so. - La ragazza aveva una ciocca di capelli in mano,
il viso basso.
- Come stai ?- La domanda di Justin non ebbe risposta.
Forse perché lei era troppo occupata a trattenere le lacrime.
Forse perché non sapeva cosa rispondere.
- Mi fa piacere che mi hai risposto.-Continuò il ragazzo.
Justin prese un respiro.
- Taylor mi dispiace, mi dispiace per quella sera. Mi manchi.
Mi manca la tua pelle, mi mancano i tuoi occhi, il tuo sorriso.
Se tu mi dessi un'altra possibilità ti amerei nel modo giusto.-
Ormai la ragazza aveva smesso di trattenere le lacrime.
-Io non ho bisogno di te. Non c'è niente che tu posso dire che aggiusti tutto.-
Dopo quella frase chiuse la chiamata.
Dopo quella bugia chiuse la chiamata.
"Io ho bisogno di te. So che in qualche modo possiamo risolverlo."
Questo era quello che pensava davvero.
Stupido orgoglio.
Stupido cuore.
Stupido tutto.       
 
Il ragazzo, Harry, le aveva dato appuntamento al parco.                                     
Il parco dove si erano incontrati per la prima volta.                                                               
In quel mese i due si erano conosciuti.                                                                    
Per lei, loro erano diventati buoni amici,                                                                           
sapeva di poter contare su di lui per tutto.                                                                                  
Per lui, loro erano qualcosa di più di amici,                                                                                                                           
voleva provare a essere qualcosa di più di un amico.                                                                     
Quella mattina Harry si era deciso, voleva provarci.                                               
Quella mattina l'avrebbe baciata.                                                                                              
Non sapeva quale sarebbe stata la reazione di lei.                                                                   
Taylor avrebbe potuto ricambiare il bacio                                                                                                   
oppure far finire lì la loro amicizia.                                                                                                                    
Lui sapeva che la seconda possibilità era pericolosa,                                               
ma si era convinto che era meglio provarci                                                                          
che pentirsi ogni giorno di non averci provato.                                                                            
Harry guardava la ragazza arrivare,                                                                                                 
aveva quei suoi soliti, bellissimi capelli ondulati,                                                                           
come sempre era vestita in modo semplice.                                                                                  
 Jeans stretto, camicia a quadri e converse.                                                                                
- Hei Harry... - Prima che la ragazza potesse finire di parlare                                                                       
lui poggiò le sue labbra su quelle della ragazza.                                                                             
In pochi secondi lei si rese conto di quello che stava succedendo,                               
si staccò velocemente portando la mano alle labbra,                                              
come se volesse cancellare quelle che era appena accaduto.                                                
-Perchè Tay ? - Il ragazzo fece quella domanda pur sapendo già la risposta.                                        
-Io Harry...Devo andare.-Disse la ragazza frettolosamente.-Mi dispiace.-                                          

Dopo pochi minuti era nella sua stanza.                                                                                           
 Era sdraiata sul letto, ascoltava della musica,                                                                          
faceva scendere qualche lacrima.                                                                                                        
 Quello era quello che aveva fatto la maggior parte del mese.                                                
La domanda di Harry le rimbombava nella testa.                                                                         
"Perché Tay ?"                                                                                                                         
Poteva dare mille risposte a quella domanda.                                                                                
Perché si svegliava ogni giorno nel bel mezzo della notte.                                                                        
Perché pensava a Justin anche a tarda notte.                                                                                    
Perché era come se tutto le ricordasse lui.                                                                            
Perché sembrava che anche le stelle bisbigliassero quel nome.                                                       
Perché avrebbe voluto che fosse tutto un incubo,                                              
avrebbe voluto trovarlo al suo fianco al risveglio da quell'incubo.                                                       
Perché avrebbe voluto essere con lui anche adesso.                                       
Il comune denominatore di tutte le risposte era lui.                                                               
Lui quel cantante canadese dagli occhi color nocciola.                                           
Sentiva battere il suo stesso cuore,                                                                                        
lo sentiva battere come dei passi sulle scale.                                                                                                               
Un mese che se ne era andato.                                                           
Un mese in cui lei non aveva fatto altro che ricordare,                                          
pensava a tutto quello che avevano passato.                                                                                       
Pensava a quanto avrebbe voluto tornare indietro nel tempo                                         
per poi fermarlo al momento in cui lei lo aveva.                                                                         
  Voleva che lui fosse lì, fuori da quella finestra come se fosse un film.                                          
Ma la sua vita non era un film.                                                                     
Doveva fare qualcosa.                                                                    
Prese il suo cellulare iniziò a scrivere un messaggio.                                                                                    
Non poteva, non doveva continuare a soffrire.                                                             
Soffrire senza averlo accanto era una follia.                                                        
Forse stava sbagliando dargli un’altra possibilità.                                                
Forse avrebbe sofferto di nuovo.                                                                           
Ma si era convinta che ne valeva la pena,                                                                
 se la scelta era tra continuare a soffrire e soffrire in futuro,                                                         
lei aveva scelto soffrire in futuro.                                                                         
Questa era la scelta giusta, giusta almeno per lei.                                                                                                                               
“Se sei là fuori. Se sei da qualunque parte. Se stai voltando pagina.                                                    
Io ti sto aspettando, forse fin da quel giorno in cui te ne sei andato.                                               
Voglio solo riaverti, voglio solo riaverci, voglio solo rivederti alla mia porta.                                              
Voglio tutto quello che avevamo prima della lite,                                                    
prima che io mi rinchiudessi nella mia stanza,                                                            
prima della fine.” 
                                                                       
Adesso avrebbe dovuto solo aspettare una risposta.                                                  
Una qualsiasi risposta.                                                                     
 

 
 
MY SPACE.

Buon Natale belleee …                                                                      
No ho sbagliato, siamo ad novembre non è Natale.                                                             
Ovviamente è colpa di Justin se credo che è Natale,                                                        
ieri ho comprato il cd.                                                              
Penso che sia assolutamente AHJGJHGHAJDHJGEWY,                                                   
 intendo dire fantastico.                                                                                     
Voi lo avete comprato ? Che ne pensate ?                                                                              
Tornando a noi ringrazio come sempre quelli che seguono la FF.                                                  
Vi amo follemente.                                                                                                           
Ah mi stavo quasi dimenticando ieri vi siete divertiti ad Halloween?                                                  
Vi ringrazio ancora per tutto. Vi amo.                                                                                           
Alla prossima.

#CiaoSuperSic                                                            

TIFFANY      

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Capitolo 20
*** I won't let you go. ***


 




I won’t let you go. 
                                 

 
                                                                                                                                                                                                        When you’re falling, you’re crashing.                                                                                                              
                                                                                                                                                                                                       When your fire, has turned to ashes.                                                                                     
                                                                                                                                                                                                       
                                                                                                                                                                                                      When you’re screaming, your heart is bleeding.                            
                                                                                                                                                                                                       
                                                                                                                                                                                                       When you’re feeling like there’s no reason.                    
                                                                                                                                                                                                       
                                                                                                                                                                                                         I won’t let you go.                                                                                 
                                                                                                                                                                                                      
                                                                                                                                                                                                        No, I won’t let you go.

 




Era passata un' ora da quel messaggio.                                                                           
 Quel messaggio che lei aveva inviato.                                                                                              
Quel messaggio che non aveva ancora avuto risposta.                                                                     
Lei cercava di non pensarci,                                                                                            
cercava di non piangere, ancora, perché era inutile.                                                                  
Cercava di lottare con se stessa per non far cadere una sola lacrima,                                             
poiché dopo quella prima lacrima ce ne sarebbero state altre                                                     
che non avrebbero cessato di cadere.                                                                                          
  Nel frattempo, per non pensarci, aveva messo a soqquadro                                                           
l'intero guardaroba.                                                                                                                                   
Solo adesso si era resa conto che in quel mese,                                                                                 
era dimagrita di molto.                                                                                                                            
Doveva mangiare qualcosa, urgentemente.                                                                                        
Scese velocemente le scale a pieni nudi, odiava le pantofole.                                                                             
Le piaceva sentire il freddo del pavimento che le sfiorava i piedi.                                            
 Effettivamente era strana, le piaceva camminare scalza,                        
 le piaceva la pioggia molto di più rispetto al sole,                            
non era la tipica ragazza normale.                                        
Era diversa dalle altre. Una sola cosa aveva in comune con tutte le altre.                                                            
La passione per lo shopping, per i vestiti e per le scarpe.                                                                          
 Infondo rimaneva sempre una ragazza di Manhattan.                                                                   
Proprio quando stava per allungarsi per prendere uno di quei giganteschi                             
pacchetti di patatine, suonò il campanello.                                                                                            
La ragazza sbuffò rumorosamente.                                                                                                               
Alla porta c'era Justin.                                                                                                                                     
Indossava solo una t-shirt con una felpa leggera,                                                                                 
troppo leggera per il freddo intenso di dicembre che c'era a Manhattan.                                     
Il ragazzo entrò in quella casa.                                                                                                                          
 In quella casa che non vedeva da quel giorno.                                                                    
Il giorno dove tutto era finito o forse dove tutto si era fermato ma non finito.                                                                                                                        
- Ti saresti dovuto mettere qualcosa di più pesante, in questo periodo fa freddo,-                                                                                                                 
  Il ragazzo era cambiato in quel mese,                                                                                                  
 era diventato leggermente più alto                                                                                                           
e aveva cambiato taglio di capelli.                                                                                                               
Taylor quei capelli li trovava incredibilmente sexy,                                                                          
ma cercò di cacciare subito quel pensiero.                                                                             
Non pensava fosse il momento di pensare a quanto potesse essere sexy Justin.                                                                                                                       
-Mi dispiace.- Disse il ragazzo dopo aver sorriso all'affermazione di Taylor.                            
-Justin, io...-La ragazza fu interrotta da Justin.                                                                                 
-Taylor ti prego fammi parlare.-Lo sguardo di lui era implorante.                                                                
Faceva male vederlo così. Rispose annuendo leggermente.                                                           
-So che ho sbagliato. So che ti ho fatto soffrire.                                                                 
So che forse quel giorno avrei dovuto fare di meglio,                                                                       
ma dirti tutto in quel momento mi sembrava impossibile.-                                                          
Si stava avvicinando lentamente alla ragazza.                                                                                              
-Io non sono mai stato con una come te.                                                                                                
Mi sembra di non riuscire a respirare se non ci sei tu.                                                                     
Non riesco a dormire perché tutto quello a cui penso sei tu.-                                                                   
Le parole di Justin entrarono con violenza nel piccolo mondo di lei.                                         
Le braccia di lui avvolsero con cautela le spalle della ragazza.                                                         
Taylor a quel contatto si irrigidì ma subito dopo si lasciò andare.                                            
-Sono inutile senza di te .-                                                                                             
 Le sussurrò all'orecchio vedendola rilassata tra le sue braccia.                                             
-Mi sei mancato Justin.- Gli sussurrò Taylor, solleticando con il respiro                              
 il collo del ragazzo.                                                                                                                                     
-Mi perdoni ?- La domanda gli sfuggì dalle labbra,                                                               
 forse era troppo presto per pretendere una risposta.                               
La ragazza a quella domanda infatti non rispose.                                                                 
–Io ti amo ,sono innamorato pazzo di te.                                                   
Non mi importa se pensi che sia troppo tardi io te lo dico lo stesso.                             
Ti amo Taylor.-                                                                      
La ragazza continuava a non dire una parola.                                                              
– Taylor ti prego dì qualcosa.-                                                                        
La ragazza si staccò leggermente.                                                                     
Guardava Justin negli occhi.                                                                          
–Justin non lasciarmi più andare.-                                                  
Disse la ragazza,
facendo sprofondare il viso nell’incavo del collo del ragazzo.               
Il ragazzo prese tra le mani il viso della ragazza.                                                                           
Si guardavano negli occhi.                                                    
Si guardarono negli occhi dopo tanto tempo.                                         
Poi finalmente le labbra di lui si attaccarono a quelle di lei.                                    
La ragazza rispose subito al bacio.                                                                                            
 Erano di nuovo insieme, dopo un mese di nuovo insieme.                                         
–Per sempre Taylor.-                                                                         
-Per sempre Justin.-                                                           
La ragazza rise leggermente sulla spalla del ragazzo.                                      
–Perché ridi ?- Il ragazzo sorrise.                                                         
La risata della ragazza gli era mancata.                                                     
La realtà è che gli era mancato tutto di lei.                                                          
–Niente. I tuoi capelli sono wow.-                                                                                 
Erano finalmente insieme.            
                                         
 
                                                                                                                                                                                                                       Cause when you’re all alone,                                                                  
                                                                                                                                                                                                                         and it’s cold and there’s no one to hold.                          
                                                                                                                                                                                                                        When you’re feeling lost and there’s nowhere,             
                                                                                                                                                                                                                         there’s nowhere to go.                                   
                                                                                                                                                                                                                           When you feeling sad,                                         
                                                                                                                                                                                                                         don’t forget you can reach for my hand.                                      
                                                                                                                                                                                                                        When you’re feeling down just remember                                            
                                                                                                                                                                                                                        I won’t let you go.                                   
                                                                                                                                                                                                                         I won’t let you go.
                                                                                         
                                                                                                                                                                                                                  Avril Lavigne. I Wan’t Let You Go.

 



MY SPACE.                       

Hello bellissime.                                                                                   
 Io amo la canzone di Avril “I won’t let you go”.                                                        
 Ci tenevo a metterla in un capitolo e così ho fatto.                                            
Questo è il penultimo capitolo,                                                                       
il chè significa che il prossimo è l’ultimo.                                                                     
Ringrazio come sempre tutti quelli che seguono la FF.                                                  
Vi amo tutti tutti.   
                                                                    

Bye Bye.

Tiffany.
          
                                                                                                                                                                                                                   

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Capitolo 21
*** Happy Ending. ***










Happy Ending.

 

 

7 Anni dopo.


Quella mattina Taylor accanto a lei, nel suo letto,                                                  
non trovò Justin come ogni mattina.                                                                                                        
Ok, non proprio ogni mattina,                                                                            
diciamo ogni mattina meno i giorni in cui lui doveva fare delle interviste,                   
meno i giorni dei concerti, meno i giorni in cui doveva registrare,                             
meno i giorni delle premiazioni e meno tanti altri giorni.                                                    
Sul cuscino dove "ogni giorno" c'era il viso di Justin,                                                         
quella mattina c'era un bigliettino celeste,                                                                                       
 ripiegato per tre volte.                                                                                                                    
La ragazza ,ancora assonnata, prese il bigliettino e lo aprì lentamente.                                     
La persona che aveva scritto quel biglietto aveva tutt'altro                          
che una calligrafia decente, erano più graffiti che lettere.                                              
Ma erano i suoi graffiti.                                                                                                                        
I graffiti del ragazzo che quando la guardava le faceva fermare il cuore.                   
Sul quel bigliettino, con quella scrittura incomprensibile,                                               
c'era scritto "Buongiorno Bella Addormentata. Raggiungimi al nostro posto. Ti amo."                                                                                                                                       
-Ti amo anche io.-Sussurrò la ragazza.                                                                                          
Sbuffando si alzò dal letto e si diresse in bagno.                                                                            
Una volta lavata, aprì l'armadio e tirò fuori una maglietta nera a mezze maniche e uno shorts.
Si aggiustò i capelli con un cerchietto, prese il cellulare e uscì dalla casa.                                    
Stava andando al loro posto.                                                                                                                                
Vicino quella cascata dove si salutarono per l'ultima volta quando erano piccoli.
Vicino quel'albero dove si erano baciati per la prima volta.
Dopo una quindicina di minuti era arrivata.                                                                                 
Rimase ferma, in lontananza, a guardare quell'albero.                                                                   
Adesso ai rami di quell'albero erano appesi dei fili bianchi,                                                                       
alla fine di questi fili c'erano delle foto.                                                                                                
Avvicinandosi Taylor vide che erano le loro foto.                                                                          
Prese una di quelle tra le mani.                                                                                                                           
Lei e lui in Francia.                                                                                                                              
 Forse l'aveva scattata la mattina dopo che avevano fatto l'amore per la prima volta.
Lei aveva quella mano sul viso, non voleva farsi foto.                                                            
Lui rideva, sapeva le avrebbe dato fastidio.                                                                                          
Mentre era immersa nei suoi pensieri,                                                                                 
sentì due mani stringerle i fianchi.                                                                                                         
 -Ehi piccola. Ti sei svegliata tardi.- Sussurrò lui sul collo di lei.                                              
-Tutto questo...-Disse lei indicando le foto.                                                                                        
-E' dovuto a qualcosa in particolare ?-                                                                                            
Il ragazzo la fece girare verso di lui.                                                                                                     
Si ritrovarono a due centimetri.                                                                                 
Dopo tutti quegli anni si facevano ancora lo stesso effetto.                                 
-Io ti giuro Tay, che mi ero preparato un discorso davvero.                                                    
Un discorso come quelli nei film. Ma adesso non mi ricordo assolutamente niente.-             
La ragazza rise, ma non capiva di cosa stesse parlando.                                                                                                                                                  
-Quindi...- Il ragazzo non finì la frase che si inginocchiò davanti alla ragazza.                                                                                                                                            
-Juss, che stai facendo ?- La ragazza continuava a non capire.                                                
-Me lo raccontavi sempre da piccola e io sto cercando di rendere tutto perfetto come nei tuoi sogni.-Prese un respiro profondo.                                  
-Taylor Hope Mason mi vuoi sposare ?-                                                                                                          Silenzio.                                                                                                                                                          
Sposare.                                                                                                                                              
 La mamma le aveva insegnato che si sposava la persona                                       
con cui avrebbe voluto passare il resto della vita.                                                                      
Il resto della vita.                                                                                                                               
Il resto della vita era molto, davvero molto tempo.                                                                   
Lei voleva passare tutta la sua vita con lui ?                                                                                    
-Si, Justin, si.-                                                                                                     
 Quel silenzio, che stava lacerando il ragazzo,                                            
venne interrotto da quel "Si" della ragazza.                                                                           
Il "si" che Justin desiderava più di qualsiasi altra cosa al mondo,                                   
più di qualsiasi altro premio che aveva vinto o che avrebbe vinto.                                     
Lui l' amava, voleva passare tutta la sua vita con lei.                                                                  
 Lei lo amava, voleva passare tutta la sua vita con lui.                                                          
Il ragazzo a quel punto le porse quella piccola scatoletta blu celebre in tutto il mondo.
Taylor sollevò il coperchio rivelando il solitario taglio marquise montato in platino che Justin aveva scelto                                                       
  un mese prima. Era la classica montatura Tiffany: il diamante leggermente sollevato sopra il minuscolo cerchio                                             
e tenuto fermo da sei punte di platino per far risaltare al massimo lo splendore della pietra. 
                                                                                                                                 
 Dopo qualche ora passata tra Taylor che diceva                                                
"Davvero mi hai chiesto di sposarti ? "                                                                                    
e Justin che diceva "Davvero mi hai detto di si ?"                                                                         
tornarono a casa o meglio Taylor andò a casa dalla mamma                                       
e Justin andò in studio a registrare una delle ultime canzoni del suo cd.                                
 – Mamma sono a casa.- Urlò la ragazza entrando in casa.                                              
L’unica cosa che aveva in mente era come dirlo alla mamma adesso ?                               
-Ehi piccola sono sul divano.                                                                       
La ragazza deglutì e si sedette affianco alla madre.                                                
Aveva le piccole mani sottili intrecciate fra loro,                                          
per non far notare l’anello.                                                             
– Mamma tu che pensi se io e Justin cioè…Del fatto che io e Justin…Voglio dire…-                                                                      
La mamma si alzò di scatto dal divano.                                                 
 Un grande sorriso era impresso sul viso della mamma.                                 
– Te lo ha chiesto finalmente. Patty me lo aveva detto ?-                                          
-Quindi tu lo sapevi già ?-                                                              
 La ragazza si era davvero preoccupata della reazione che poteva avere la mamma,                  
ma come sempre si faceva troppi problemi, lei lo sapeva già e chissà da quanto.                     
– Si si, ma adesso fammi vedere ?-                                                             
-Vedere che ?-                                                                                                        
L’espressione felice della mamma aveva fatto spazio ad un’ espressione scioccata.                 
–Come cosa ? L’anello, Taylor, l’anello.- Disse la donna con fare ovvio.                                   
–Ah certo l’anello.-La ragazza sorrise porgendo la mano con l’anello alla mamma.                      
– Una sola parola Fantastico.
 

Era passato tutto così veloce.                                                                      
Scelta del vestito.                                                                                 
Scelta della Chiesa.                                                          
Scelta del giorno e del mese.                                                                            
Festa di addio al celibato.                                                                                  
Oggi ? Giorno del matrimonio.                                                          
Il vestito era il classico vestito che tutte le ragazze vorrebbero,                                             
uno di quelli che non userai mai più in tutta la tua vita,                                 
uno di quelli che rende tutto perfetto.                                                         
La Chiesa era una piccola cappella bianca in un viale,                                       
una di quelle dove entrano solo i parenti stretti e                                             
quei parenti di cui non sai neanche il nome.                                                  
Ultimi minuti prima dell’inizio della messa.                                                                
Justin ,come tutti gli sposi, era già in Chiesa.                                                           
Taylor era in macchina con la mamma, la sorella e la migliora amica.                                  
–Taylor smettila di toccarti i capelli.-                                                        
La rimproverò la mamma per l’ennesima volta.                                                         
– Mamma ti prego...-                                                            
La zittì per la centesima volta la ragazza.                                          
–Uh uh ansia da pre-matrimonio ?-                                                   
Scherzò l’amica della ragazza.                                                        
Taylor fulminò la con lo sguardo.                                        
–Io non ho nessun’ansia da pre-matrimio.-                                                       
Sospirò.- E’ solo che forse sono giovane e bhò io, non so.-                                                    
La mamma le prese il viso tra le mani.                                          
–Taylor, tesoro, sei giovane hai ragione e hai avuto la fortuna                      
di trovare l’uomo della tua vita presto e…                                               
Smettila di toccarti i capelli.-                                                          
La ragazza rise.                                                                   
–Scusa mamma lo so poveri capelli.                                               
Comunque hai ragione io lo amo e andrà tutto bene.                                  
Come nei film per una volta.-                                                                         
Adesso erano l’uno di fronte all’altro.                                                              
Si tenevano la mano.                                                               
La ragazza guardava le persone in Chiesa,                                                                     
conosceva davvero poche persone della sua famiglia.                                 
Nessuno dei due aveva ascoltato il prete fino a quel momento.                         
–L’amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso.                                   
L’amore non è mai presuntuoso o pieno di se,non è mai scortese o egoista,                              
non si offende e non porta rancore.                                                
L’amore non prova soddisfazione per il peccati degli altri                                     
ma si delizia della verità è sempre pronto a scusarsi, a dare fiducia,                                               
a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.-                                                                                  
 Poi arrivò il loro momento.                                                                           
–Io Justin Drew Bieber, giuro solennemente di prendere Taylor Hope Mason                            
come mia legittima sposa, di onorarla e di rispettarla per tutta la vita.                              
–Io Taylor Hope Mason, giuro solennemente di prendere Justin Drew Bieber                             
come mio legittimo sposo, di onorarlo e di rispettarlo per tutta la vita.-                                              
Lui infilò la fede nel dito di lei.                                                      
Lei infilò la fede nel dito di lui.                               
 
Do you remember we were sitting there by the water ?                                               
You put your arm around me, for the first time.                                                 
You made a rebel of a careless man’s careful doughter.                                             
You are the best thing that’s ever been mine.

 


My space.

It’s the end.      
Ta ta ta ta questa è la fine della storia.                                                         
Vissero felici e contenti ecc. ecc.                                                            
Premere quel pulsantino completa è stato strano lo ammetto.                                                     
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa FF.                                         
La mia prima FF.                                                                        
Spero che se dovessi scrivere qualcosa in futuro,                                                           
mi seguirete come avete fatto.                                                     
Grazie davvero.                                                              
Vi amo.                                                                   

Alla prossima storia.                                                              

Bye,bye.

Tiffany.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      
                                   

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