Occhi verde smeraldo puntati in iridi ametista

di Kyoto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voglio diventare uno Shinigami ***
Capitolo 2: *** Meglio il blu ***
Capitolo 3: *** Gli shinigami sono quasi all'altezza di un dio ***
Capitolo 4: *** La scommessa ***
Capitolo 5: *** Come una cavia ***



Capitolo 1
*** Voglio diventare uno Shinigami ***


Occhi verde smeraldo puntati in iridi ametista

Era una fredda notte d'inverno, le strade erano ricoperte dalla candida neve che rendeva Londra una città incantata, e lei camminava lentamente senza badare al fatto che i fiocchi scendevano sempre più velocemente. La neve, tutto sommato le piaceva. Anche la stagione era la sua preferita, per il semplice motivo che c'era questa coperta bianca a ricoprire le strade e a rendere il paesaggio così malinconico. Di solito non usciva la notte, ma quel giorno lui le aveva detto di venire al parco dove si incontravano di solito, e lei in nessuna maniera era riuscita a rifiutare. Il tempo stava peggiorando.
La neve stava diventando troppo fitta, ma lei lo stesso andava avanti: ormai mancava poco al parco. Non più di dieci minuti. Il freddo le stava ghiacciando le dita, coperte da un paio di guanti in seta. La giovane continuava ad andare avanti. Provò a velocizzare il passo, ma la neve le impediva i movimenti. Poco dopo sentì un urlo di donna venire da qualche luogo intorno a lei. D'un tratto il cuore aumentò di un battito. Riusciva chiaramente a sentire la paura annebbiare la sua mente. La ragazza inghiottì il groppo che le si era formato in gola e andò avanti. Se avrebbe raggiunto Jack, magari sarebbe andata a controllare. Ora come ora aveva troppa paura. Ormai si vedeva il parco. Si vedeva la solita panchina dove era solita aspettare che il suo amato arrivasse. Appena arrivò all'entrata guardò la panchina speranzosa: Jack non c'era. Raggiunse la panca e si sedette tremante. Che strano. L'aveva invitata e ora era anche in ritardo? Non era proprio da lui.
-Michelle?- una voce da dietro di lei la colse di sorpresa.
-Jack? Sei tu?- chiese timidamente voltandosi.
-Si Michelle... Ti ho fatto aspettare tanto?- domandò lui gentile.
-No, sono appena arrivata... C'è qualcosa di cui volevi parlarmi?- chiese sorridendo.
-Veramente sì. Hai sentito l'urlo di poco fa, vero?- chiese a sua volta lui, diventando serio.
Michelle lo guardò allargando gli occhi. Cosa le chiedeva così all'improvviso? Stava facendo di tutto per convincersi che fosse stata solo la sua immaginazione.
-Sì.- disse inghiottendo il groppo che aveva in gola. La stava preocupando. Jack estrasse un coltellino che teneva nascosto in tasca e lo mostrò alla ragazza.
-Vedi questo?- chiese sorridendo maleficamente.
Michelle si sentiva male. Cosa stava succedendo?! Perchè Jack aveva tirato fuori quel coltellino?! Perchè il coltellino era macchiato di sangue, sopratutto?!
-L'urlo che hai sentito prima era di Rose.- annuncia giocherellando con il coltellino sporco di sangue.
-Cosa...?- Michelle non riuscì a dire altro. Si sentiva i muscoli irrigidirsi e sentiva il sudore colarle giù per la fronte.
-Credo che farai parte della mia collezione... Con te sarò a cinque precise.- annunciò fiero, leccando il sangue dal coltellino.
Michelle era imbambolata. Fissava il vuoto alla ricerca di una risposta che non sarebbe mai arrivata. Colui che ha sempre amato era un assassino? Per giunta era Jack... Jack lo squartatore?!
-Tu... Sei... Jack lo squartatore?- chiese ancora imbambolata e iniziando a tremare.
-Diciamo di sì, anche se non mi piace essere chiamato in quel modo.- e con questo le si avvicinò e le strappò una manica del lungo vestito. Michelle non reagì. Ormai sapeva che la vita la stava abbandonando, ma non avrebbe mai pensato che proprio lui gliela avrebbe tolta. L'uomo che amava e con cui stava da qualche mese. Le lacrime iniziarono a colarle dagli occhi, quando Jack alzò il coltellino, mirando alla carne della giovane ragazza. Il dolore si sarebbe sentito qualche attimo più tardi, ma niente. Passarono i secondi, ma Michelle non sentiva dolore da nessuna parte. La ragazza sentì un rombo nell'aria. Riaprì gli occhi, che per non accettare la realtà aveva chiuso, ma non vide Jack. Bensì dei lucidi occhi verde smeraldo puntati nelle sue iridi ametista.
-Ma che cosa?!- esclamò sorpresa la ragazza.
-Ehi.- rispose quello dagli occhi verdi.
-Dov'è Jack?! Come mai non sono ferita?! E tu chi saresti?!- chiese guardandosi in giro.
-Calma, calma... Il tizio che tu chiami Jack l'ho appena ucciso, non sei ferita appunto perchè l'ho ucciso, e io sarei Grelle.- rispose abbozzando un sorriso.
-Eh?-
-Me chiamarsi Grelle Sutcliff. Per te pure Grell. Io avere salvato te da maniaco di nome Jack. Comprendi?- chiese mettendo in mostra i suoi denti aguzzi.
-Ma che denti hai?- chiese terrorizzata.
-Non imitiamo la fiaba di Cappuccetto Rosso... Tu come ti chiami bellezza?- chiese allargando ancora di più il suo sorriso.
-M-Michelle...- disse lei continuando a fissarlo negli occhi verdi. Non aveva mai visto occhi così. Non aveva mai visto degli occhi che trasmettessero paura al solo sguardo.
-Ok Michelle. Allora... Addio direi.- disse sorridendo dolcemente.
-Aspetta! Dov'è Jack?!- chiese spaventata la ragazza.
-Uh? Quello che ti stava per ammazzare? E' morto. Se vuoi il cadavere è lì ai tuoi piedi.- disse freddo.
Michelle guardò ai suoi piedi. Stava tenendo il viso sollevato verso Grell e quindi non aveva notato che il corpo era proprio davanti a lei.
-J-Jack...- sussurrò mettendosi a piangere.
Grell la fissava silenzioso. Non gli importava particolarmente di lei, ma per qualche ragione non riusciva a ignorarla.
-Ti stava per uccidere.- disse lui tentando di giustificarsi.
-... Grelle... Tu che cosa sei? Un assassino pure tu?- chiese alzando lo sguardo e mostrando i grandi occhi colmi di lacrime.
-... Questa domanda non me l'aveva mai fatta nessuno... Comunque sono uno Shinigami.- disse ancora più serio.
-Shini... Gami?-
-Esatto. Un Dio della Morte in parole povere. Senti... Ti va di diventare una Shinigami?- chiese lui tentando di non guardarla negli occhi gonfi.
-Cosa? Io Shinigami?- disse guardando ancora fisso Grel.
-Sì. Hai capito bene. Siamo un po' a corto e... Ecco... Mi sembri la persona giusta, ecco!- aggiunse lui sempre più imbarazzato.
-Giusta?-
-Si, ecco... Hai appena perso una persona cara e non mi sembra che tu abbia una bella vita...-
In effetti era vero. Michelle non aveva proprio una bella vita. I suoi erano nobili inglesi, e lei era stata un semplice errore da parte loro. Almeno così le dicevano.
-Va bene.- disse seria.
-Eh? Cosa?- domandò il Dio della Morte.
-Diventerò anche io una Shinigami.- disse lei seria.
-Perfetto. Come prima cosa andiamo a far visita a Undertaker!- esclamò contento prendendola per il braccio.
-A chi?!-
 
TO BE CONTINUED

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Capitolo 2
*** Meglio il blu ***


MEGLIO IL BLU 

 
Grell prese per la mano Michelle e la trascinò con sé. Era ancora notte fonda e nessuno osava mettere piede fuori di casa. La neve continuava a scendere, solo più piano di prima. Durante la corsa le vie di Londra si ripetevano all'infinito, fino a quando Grell e Michelle non raggiunsero un vecchio antiquariato, non troppo diverso dai soliti.
-Eccoci qui.- annunciò il rosso ansimando per via della corsa.
-... E' un antiquariato.- disse la ragazza fredda ripensando alla scena di poco prima.
-Sì. Andiamo!- esclamò lui sorridendo.
-Ma a quest'ora non dovrebbe essere chiu...-
Non fece in tempo a dirlo, che Grell aveva suonato la campanella. All'iniziò non successe niente, ma pochi secondi dopo le tapparelle che coprivano il vetro sudicio, si aprirono. Dalla porta comparve un individuo piuttosto bizzarro. Aveva dei lunghi e scompigliati capelli argentei, era vestito da becchino e portava in testa uno strano capello che sembrava essere stato appena investito da una carrozza. Un risolino risuonò nell'aria.
-Ci si vede Grell...- disse quello dai capelli argentei.
-Ciao Undertaker...- disse facendo una smorfia, quello dai capelli rossi.
-Vedo che hai portato un'amica! Chi è la qui presente signorina?!- chiese avvicinandosi al viso della ragazza.
-Questo bocciolo di rosa si chiama Michelle. Ha deciso di diventare una Shinigami come me!- disse fiero.
-Ma come mai un bel faccino come te vuole diventare Shinigami?- chiede Undertaker prendendole il mento con le lunghe unghie.
-Non ti interessa.- rispose tirando indietro la testa.
-Hai ragione... Non mi interessa. Grell, che hai intenzione di fare con questa qua?- chiese sorridendo Undertaker.
-Questa qua ha un nome.- disse Michelle.
-Che intenzioni hai, allora?- continuò leggermente seccato, rivolto al rosso.
-Semplice. La faccio diventare Shinigami.- rispose come se niente fosse.
-S-Shinigami?!- urlò lui sorpreso.
-Qualche problema Undertaker?- disse Grell contorcendo le sopracciglia.
-No! Mi va benissimo. Anzi... E' una splendida idea!- annunciò con un sorriso stampato in faccia.
-Cosa devo fare?- chiese Michelle che fino a quel momento era stata in silenzio.
-Cara, tu devi studiare!- annunciò Grell contento.
-Stu... Diare?- chiese lei facendo una smorfia.
-Sì! Studiare! E anche tanto!- aggiunse tirandosi su gli occhiali.
Con questo prese di nuovo Michelle per la mano e la trainò sul retro del negozio. Appena arrivati a destinazione le mollò la mano e la fece sedere per terra. Il pavimento era una coperta di polvere, così Michelle non obbedì all'ordine di Grell e se ne restò in piedi.
-Bene Michelle cara... Ora inizierai a studiare. Ci vorrà qualche tempo però...- disse prendendo una bacchetta da un mobile piuttosto antico. -Prima di tutto dovrai sapere il perchè noi Shinigami esistiamo, cosa facciamo, come...- disse lui perdendosi in giri di parole.
-Ehm...-
Michelle tentò più volte di interromperlo, ma lo Shinigami andava avanti senza farci caso. La ragazza, rassegnata prese un foglio giallastro, offerto gentilmente dal becchino di prima che stava ascoltando la prima lezione, e iniziò a prendere appunti. Passarono ore, ma Grell non sembrava per nulla stanco. Anzi, sembrava che parlasse volentieri della storia degli Shinigami. Probabilmente andava molto fiero di esserlo.
-E così si conquistò la fama di “Cupo Mietitore”... Michelle hai capito tutto quello che ti ho detto?- chiese all'improvviso Grell.
-Sì...- rispose stiracchiandosi la giovane.
-Bene. Per stanotte abbiamo finito. Ti accompagno ai tuoi alloggi.- affermò il rosso sorridendo.
-Ok.- disse tranquilla Michelle.
Grell superò la ragazza ed entrò in una specie di cucina.
-Bene! Da oggi questa sarà la tua camera!- disse allegro.
-La mia... Camera?- chiese traumatizzata Michelle, notando che non c'era nemmeno un divano.
-Esatto!- confermò lo Shinigami.
-Ma... E' una cucina...- disse lei lagnandosi.
-Teoricamente sì, ma tanto l'importante è avere una stanza no?- domandò lui, sempre allegro.
-Preferisco dormire con quello strano becchino, che in una cucina!- disse ironicamente lei.
-Mh? Vuoi dormire con Undertaker? Per me va benissimo! Vieni che ti faccio vedere la sua camera!- esclamò lui, non avendo compreso l'ironia nella frase di prima.
-EEEH?!- ma non fece in tempo a dire altro, che Grell la trascinò fino nella camera del becchino.
-Eccoci qua! Spero che ti troverai bene con Undertaker! Attenta a non risvegliarti in una bara!- esclamò lui chiudendo in un tonfo sordo la porta.
-Ma guarda guarda chi abbiamo qui... La ragazza che vuole diventare Shinigami...- disse una voce dal fondo della camera.
-C-Chi sei tu?- chiese spaventata girandosi nella direzione della voce.
-Io sono... Undertaker!!!- disse con una vocetta striminzita, comparendo da dietro al letto.
Michelle era senza parole. -Ehm... Tu saresti Undertaker?- chiese allargando gli occhi.
-Sì! Ci hai azzeccato biondina!- commenta lui, sventolando le lunghe maniche.
-Oddio...-
-Staremo insieme per qualche annuccio immagino! Benvenuta my lady!- annuncia saltellando per la camera buia e scura.
-...-
-Ah sì! Di sicuro non puoi restare qui con quegli abiti da ragazza di alta classe... Ti ci vuole qualcosa di più... Di più... Come dire... Così!- urlò improvvisamente indicando i suoi abiti scuri e malconci.
-... Preferisco vestirmi da uomo.- dichiarò lei secca.
-Ok! Grell ha tanti bei vestitini! Vado a prendertene uno!- urlò lui, correndo giù per le scale.
-Ma... Io dicevo... Per scherzare...- disse lei, quando ormai Undertaker era sparito al piano inferiore.
Poco dopo Undertaker era tornato con un vestito scuro, aderente e un po' polveroso.
-Questo era quando Grell faceva l'accademia... Dovrebbe starti giusto...- disse con aria malinconica.
-Esci un attimo.- disse Michelle.
-Perchè?- chiese appoggiando la testa alla spalla destra.
-... FUORI!!!- e con questo Undertaker fu scaraventato fuori dalla porta.
-Ma perchè?- chiese calmo lui anche se era con la faccia a meno di un centimetro da terra.
Nessuno rispose. Undertaker cercò di vedere qualcosa attraverso la serratura e vide Michelle levarsi l'abito di pizzo. Improvvisamente si staccò diventando rosso. Si appoggiò alla porta e cominciò a pensare a quello che aveva appena visto unendo gli indici. Pochi minuti dopo la porta si aprì.
-Come sto?- chiese fredda Michelle.
-... Abbastanza bene... Ma non mi convinci... Il marrone non è il tuo colore.- dichiarò sorridendo leggermente.
-Vuoi un fazzoletto?- chiese Michelle preocupata.
-Fazzoletto?- domandò confuso.
-Sì. Ti sta sanguinando il naso.- rispose.
-Ah! No grazie... Non serve. Si è già fermato... Aspettami che vado a prendere un altro vestito!- disse alzandosi e correndo sventolando le lunghe maniche. Pochi minuti dopo tornò con un vestito blu e nero.
-Che ne dici?- chiese contento.
-Proviamo.- rispose Michelle.
Pochi minuti dopo la ragazza uscì dalla stanza vestita con l'abito blu e nero di prima.
-Questo ti sta bene! Ma...- urlò alzandosi di scatto.
-Ma cosa?- chiese lei storcendo un sopracciglio.
Undertaker alzò una mano in direzione del volto di Michelle, che per paura chiuse di scatto gli occhi, ma la sensazione che sentì la ragazza fu diversa da quella che credeva. I suoi lunghi capelli biondi erano stati sciolti dalle solite crocche e ricadevano tutti sulla sua schiena.
-E' più comodo tenerli così.- disse a un tratto.
-S-Sì...- rispose lei arrossendo.
-Andiamo a far colazione!!!- urlò lui all'improvviso.
-E questo cosa c'entra?!-

TO BE CONTINUED

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Capitolo 3
*** Gli shinigami sono quasi all'altezza di un dio ***


GLI SHINIGAMI SONO QUASI ALL'ALTEZZA DI UN DIO 

 
Undertaker non le rispose. Si era già fiondato verso la vecchia e polverosa cucina. Michelle intanto, era rimasta in cima alle scale a far arieggiare la bocca.
-Michelle cara? La colazione è pronta!- urlò Grell dalla cucina.
La ragazza si ricompose e scese le scale, pensando al fatto che prima o poi, i suoi genitori avrebbero avvisato la polizia della sua scomparsa.
-Michelle?! Il tè si raffredda!- la chiamò Grell.
-Un po' di pazienza! Io non corro per le scale come Undertaker!- urlò in risposta Michelle.
-Finalmente...- disse Grell guardandola entrare in cucina.
-Ma a che ora fate colazione voi?!- domandò guardandoli male.
-Alle sette di mattina. A volte sette e mezza...- rispose Grell sorridendo.
-Ma se è ancora notte fonda!- urlò Michelle arrabbiata.
-Notte? Cara, è già mattina, eh?- disse Grell inarcando un sopracciglio.
-GIA' MATTINA?!- domandò, correndo alla vetrina del negozio. -Dio! Il tempo è volato!- disse allargando gli occhi.
-Se lo dici tu...- sospirò Undertaker, mentre beveva il suo tè.
-Cara, a cosa vuoi il tè? Abbiamo: pesca, gelsomino, frutti di bosco...- iniziò a elencare i loro averi, quando Michelle lo interruppe.
-PESCA!!!- urlò, senza far caso che aveva alzato la voce.
-Calmina, calmina... Non è mica l'ultima bustina!- disse in vena di scherzi il becchino.
Michelle non ci fece particolarmente caso. Stava attaccata alla vetrina a guardare la via in cui si trovavano. Visto che era notte fonda quando era arrivata lì, non aveva proprio notato che davanti all'antiquariato c'era la casa dove abitava Jack. Abbassò lo sguardo e iniziò a tremare.
-Michelle hai freddo?- chiese Undertaker, ingozzandosi di biscotti al cioccolato.
-N-No...- disse lei tra un singhiozzo e una lacrima.
-Ma... Stai piangendo?- chiese il becchino.
-No...- rispose lei asciugandosi le lacrime con la manica.
-A me pare di sì.- disse Grell dirigendosi verso la ragazza, e mettendole una mano sulla spalla.
-STAMMI LONTANO, MOSTRO!- urlò lei ricominciando a piangere, dando uno schiaffo alla mano del rosso.
-... Lo sapevo.- disse abbassando lo sguardo.
-Cosa?- chiese lei continuando a piangere.
-Voi donne siete tutte uguali.- disse lui, facendo comparire la stessa motosega che l'aveva salvata poche ore prima. -Eppure mi sembravi una tipa interessante... Avevi deciso di buttare il passato alle spalle e di diventare Shinigami... E ora? Guardati. Stai piangendo come una mocciosetta viziata. Non sei degna di venire istruita.- disse guardandola dall'alto in basso.
-M-Ma... Piangere è umano...- cercò di giustificarsi lei.
-Gli Shinigami sono quasi all'altezza di un Dio. Tu rimarrai sempre dove sei, se continui a pensare così.- disse avvicinando il suo volto al suo. Michelle inghiottì un groppo che le si era formato in gola. Aveva paura. Le sembrava di rivivere quel momento di poche ore prima.
-Jack...- sussurrò lei, facendo cedere le gambe.
-Dimenticalo Michelle. Dimentica tutto: la tua vita prima di arrivare qui, i tuoi famigliari...- disse, puntandole contro la motosega.
Michelle non rispose. Grell alzò la motosega e si preparò a colpirla, quando Undertaker gli fermò il braccio.
-Ma che fai?!- gli urlò Grell, liberandosi dalla presa del becchino.
-Non si dovrebbe mia puntare un'arma contro una donna.- disse sorridendo quello dai capelli argentei.
-Che spirito protettivo che ti ritrovi...- disse sorridendo il rosso.
-... Falla sfogare, e dopo non piangerà più.- consigliò il becchino.
-... Se lo dici tu.-
Poche ore dopo Michelle aveva smesso di piangere. La faccia era ancora rigata dalle lacrime e gli occhi erano rossi e gonfi. La ragazza tirò su col naso. Pochi minuti dopo si alzò e si diresse in camera. Prima di alzarsi si guardò in giro, per vedere se Grell le avrebbe puntato contro la motosega un'altra volta. No, non c'era. Si alzò ciondolante, si diresse verso le scale e lentamente salì gli scalini con i candidi piedi nudi. Guardò un'altra volta se c'era Grell in giro, e si diresse verso la sua camera. Aprì la porta tentando di fare meno rumore possibile e la chiuse con lo stesso metodo, quando si accorse che Undertaker era nascosto dietro alla porta.
-Ciao.- disse lui.
-Cosa ci facevi dietro alla porta?- chiese lei senza troppi giri di parole.
-Ti stavo aspettando...- rispose lui.
 
TO BE CONTINUED

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Capitolo 4
*** La scommessa ***


 La scommessa

 
-Che vuoi? Non sono in vena di fare niente.- disse lei secca.
-Pure io. Non ho proprio voglia di fare niente.- aggiunse lui accarezzandole i capelli sulla spalla.
-Perchè mi stavi aspettando dietro alla porta?- richiese Michelle dando un leggero schiaffo sulla mano del becchino.
-He he... Volevo vedere come stavi dopo che Grell ti ha puntato quella bella motosega in faccia.- disse lui iniziando una serie di risolini nervosi, che infastidirono non poco Michelle.
-Finiscila di ridere. Sei fastidioso.- disse la ragazza facendo una smorfia.
-Ok biondina. Mi spieghi come fai ad avere dei capelli così biondi, però? Sono veramente chiari...- chiese lui sorridendo. Questa volta sinceramente.
-Non ti interessa.- rispose lei diventando rossa in volto.
-Dai...- disse lui riprendendo la stessa ciocca di capelli di prima.
-E va bene... Ma tu non devi dirlo a nessuno, eh?!- disse lei guardandolo male.
-Bocca cucita!- disse lui gesticolando con una mano quello che aveva appena detto.
-Ok... Devi sapere che non sono inglese prima di tutto...- disse lei prendendo aria tra una frase e l'altra. - Vengo dalla Germania. Qualche anno fa io, insieme alla mia famiglia mi sono trasferita qui in Inghilterra e... Insomma...- disse lei un po' imbarazzata.
-Insomma, te ne vergogni?- chiese lui sghignazzando.
-Ehm... Sì...- rispose lei arrossendo ancor più di prima.
-Perchè te ne vergogni? Le persone che vengono da altri paesi hanno sempre una storia da raccontare...- disse lui stendendosi sul letto, aspettando che la giovane le raccontasse la sua storia.
- Tsk...- sussurrò Michelle, intuendo quello che voleva il becchino.
- Dai...- disse lui cambiando più volte posizione, fino a che non si sentì comodo.
- Perchè mi convinci sempre?- chiese lei piegando la testa verso il basso, ma continuando a seguire con lo sguardo i movimenti di Undertaker.
- Io sono fatto così.- ripose semplicemente lui, iniziando a far ruotare il polso su sé stesso.
- Vediamo... Tanto tempo fa, c'erano due bambine. Erano sorelle a essere precisa. Entrambe avevano dei lunghi capelli biondo platino, ma alle due non piacevano assolutamente. Entrambe avrebbero voluto avere dei corti capelli rossi, ma la madre non le permetteva di tagliarseli o almeno di tingerseli. Un triste giorno, il giorno del loro compleanno, le bambine erano andate in città per fare una passeggiata. Mentre attraversavano la strada, però, una carrozza di cui i cavalli si erano imbizzarriti, le investì. Quella maggiore, senza pensarci però si mise davanti alla sorella minore, in maniera che almeno lei si salvasse e così quella fu la fine della maggiore. Poco dopo la minore vide la sorella, finalmente con i splendidi capelli rosso sangue che aveva sempre desiderato.- disse Michelle riprendendo fiato.
- Cosa successe alla maggiore?- chiese Undertaker tenendosi i piedi gelidi.
- Si è sacrificata per salvare la minore.- rispose seria Michelle.
- Quanti anni avevano le due bambine?- domandò mangiucchiandosi un'unghia della mano, questa volta.
- Avevano entrambe nove anni, siccome erano gemelle.- rispose pazientemente la bionda.
- Che spirito forte che aveva la maggiore...- sussurrò pensoso.
- Già...- sussurrò a sua volta Michelle sentendosi gli occhi lucidi.
- E... Come si chiamavano?- chiese infine Undertaker sorridendo malinziosamente.
- Questo non ti deve interessare.- rispose lei sgarbatamente.
Undertaker non le rispose. Si limitò a fissare i capelli biondo platino di Michelle. Improvvisamente sentì la porta bussare.
- Avanti!- urlò, facendo cadere il vecchio cappello nero.
- Yo. Michelle ha finito di lagnarsi?- chiese Grell entrando nella camera e sedendosi insieme a Undertaker sul letto. Michelle sbuffò infastidita. Avrebbe dimostrato sicuramente a Grell che sarebbe diventata una Shinigami. Magari anche la migliore.
- Grell?- chiese Michelle guardando il rosso, con aria di sfida.
- Non mi piace quello sguardo...- sussurrò lui, aggrappandosi al becchino.
- Che ne dici di una sfida?- chiese lei malinziosa.
- Che genere di sfida?-
- Anzi... Più che una sfida è una scommessa.- disse lei iniziando anche a sghignazzare. - Diventerò la migliore Shinigami dell'epoca. Che ne dici? Hai la vittoria assicurata, caro il mio Grell.-
 
TO BE CONTINUED

***

Allora, dovrete scusarmi per i ritardi della pubblicazione di questa fic, solo che causa scuola (ma c'entra qualcosa anche la pigrizia), non arrivo a scrivere molto. Scusatemi ancora per questi ritardi, e mi scuso anche se il capitolo contiene alcuni errori, visto che ho pubblicato la sera tardi e non ho rivisto bene gli errori. Grazie per aver letto il capitolo.

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Capitolo 5
*** Come una cavia ***


 Come una cavia

 
Grell la osservò sorpreso. Poi allargò le ampie mascelle e fece quello che lui considerava un sorriso. Siccome metteva in mostra tutti i suoi bei denti aguzzi, tutti tentavano di non dire nulla di comico o stupido in sua presenza per evitare la catastrofe.
- Tu?- chiese, facendo alcune strane smorfie. - Tu la migliore Shinigami?!- urlò iniziando a ridere follemente come aveva fatto Jack, qualche giorno prima.
- Cosa c'è di strano, razza di donna?- chiese Michelle infastidita dal comportamente del rosso.
- Non hai neanche una falce, e già credi che diventerai la migliore Shinigami di tutti!- urlò, buttandosi sul letto ed investendo il becchino, soffocato dal peso e dai capelli in bocca del rosso. - Ok, calmiamoci...- sussurrò asciugandosi una lacrima dalle risate. - Vediamo cara... Inanzittutto immagino che dovremo registrarti.- disse tornando serio.
- Registrarmi?- chiese disorientata la giovane dai capelli biondo platino.
- Sì, registrarti come Shinigami!- esclamò lui, giocando con un ciocca argentea di Undertaker.
Improvvisamente i tre sentirono bussare alla porta. Grell si alzò dal becchino e tese l'orecchio. Sentì nuovamente bussare, questa volta più forte.
- Undertaker, aspetti qualcuno?- chiese Grell, iniziando a tremare come quando teneva in mano la sua motosega rosso sangue.
- Assolutamente no.- rispose il becchino cercando di rimettere a posto la casacca, piegatasi quando Grell gli si era seduto sopra.
- Chi è allora?- chiese Michelle, tentando di essere più indifferente possibile.
Si sentì bussare ancora più forte. Poi il silenzio. Grell tirò un sospiro di sollievo, quando si sentì il legno della porta andare in frantumi. Il rosso cacciò un urlo di terrore e si aggrappò alla schiena di Undertaker, iniziando a preocuparsi seriamente per la sua vita. Michelle, in confronto a prima ora stava tremando di paura. Senza pensarci andò in direzione del becchino, e insieme a Grell si nascose dietro alla sua ampia schiena.
- Grelle Sutcliff.- disse un uomo sulla ventina, apendo la vecchia porta ed entrando nella stanza dove si trovavano i tre.
- William?- chiese il becchino, guardando con la coda dell'occhio i due codardi diertro alla sua schiena.
Michelle uscì dal suo “nascondiglio” e tossicchiò tirando alcune occhiatacce al rosso, ancora terrorizzato dall'arrivo inaspettato del moro..
- WILL!- urlò Grell tentando di farsi scudo pure con Michelle.
- Grelle Sutcliff, meglio conosciuto come Grell, lei ha violato il codice cinquantatre del Codice degli Shinigami. Aiutare un umano, o umana in questo caso, a diventare un Dio della Morte.- chiarì il moro, tirandosi su gli occhiali con le sue inseparabili cesoie allungabili.
- Will, posso spiegarti tutto!- urlò Grell prendendogli la mano ed accarezzandogliela.
- Tsk...- sussurrò l'uomo, ritirando la mano. - Cosa diavolo stai combinando?!- domandò Will, puntandogli la sua arma contro.
- Ehm...- sussurrò il rosso.
- E questa cos'è?- chiese prenderndo la motosega.
- Giù le mani dalla mia Death Schyte!- urlò Grell, afferrando la motosega dalle mani del moro.
- Insolente...- sussurrò William, stringendo il pugno della mano che non teneva le cesoie. - Comunque... Cosa stai facendo con quest'umana?- chiese il moro tentando di calmarsi. Grell lo faceva impazzire dal nervoso in ogni situazione, anche se la maggior parte delle volte riusciva a controllarsi.
- Semplice. La faccio diventare Shinigami...- sussurrò nascondendosi dietro a Undertaker.
- Shinigami...- ripetè Will guardandosi i piedi. - Potremmo fare un piccolo esperimento... E se la donna provasse a diventare sul serio una Shinigami?- propose guardando con disprezzo Michelle, esattamente come si fa con delle cavie da laboratorio.
- Tu chi saresti?- chiese Michelle, cercando di nascondere il terrore che provava a vedere quel tizio con delle cesoie in mano.
- William... William T. Spears.- rispose lui guardandola nelle iridi ametista.
- Per cosa sta la “T”?- chiese Michelle, incuriosita.
- Non ne ho la più pallida idea.- rispose freddo lui.
Michelle lo guardò, chiudendo a scatti l'occhio destro. Come se non si fosse mai sorpresa per nulla a vedere la bizzarria di Undertaker e Grell.
- Posso chiamarti Will?- chiese Michelle tentando di avere un buon rapporto con il ragazzo.
- No.- rispose freddo lui.

 
TO BE CONTINUED

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