Falling slowly

di Astrasi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paura ***
Capitolo 2: *** Sorpresa ***
Capitolo 3: *** Coraggio? ***
Capitolo 4: *** Dolcezza ***
Capitolo 5: *** Mi apro alla chiusura ***



Capitolo 1
*** Paura ***




31.10.1981 James.
 



E’ la prima volta, o forse la seconda, considerando quel giorno in cui hai rischiato di cadere dalla grossa quercia del parco, quando tua madre urlò, e poi ti salvò la vita perché eri il suo piccolo e meraviglioso James, che non avrebbe mai immaginato tra le schiere dell’Ordine a combattere per il bene, padre e marito a vent’anni, ora a terra, disarmato, e con un urlo nel cuore; è la prima volta, o forse giusto la seconda, che hai paura. E’ paura, terribile e divorante paura, quell’urlo che senti dentro la testa e su per le scale, è paura anche lo sguardo fugace che riesci a rubare a Lily, e ad Harry, prima che scompaiano dietro la porta. Quando le hai urlato di scappare sapevi che non avrebbe potuto fare nulla, sapevi che non saresti riuscito a fermarlo, andiamo, come avresti potuto senza bacchetta? Solo che non volevi vederla cadere per terra, colpita al petto da un getto verde, mai verde come i suoi occhi, e poi vedere per la prima volta i suoi occhi spegnersi, prima deboli, poi nulli. Avevi paura di vedere accadere a lei proprio quello che sta succedendo a te, e morire prima di lei ti sembrava un’ottima idea, una brillante, dignitosa idea, ma nell’attimo in cui poggi, per l’ultima volta, il tuo sguardo sul suo hai paura di nuovo, hai paura in modo diverso, hai paura perché la stai lasciando sola come non avresti mai dovuto fare. Cadi, per l’ultima volta, con un urlo nel petto e la morte nel cuore. Speri, per l’ultima volta, l’impossibile: chiedi un favore al cielo, ti prego, fa che Harry ce la faccia. Con le braccia aperte sei pronto ad accogliere la morte, amara come non ti saresti mai aspettato che fosse, e chiudi gli occhi, per dire addio al mondo.
 
Il 31 ottobre 1981, cadeva, da eroe, il primo dei Malandrini.
  

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Capitolo 2
*** Sorpresa ***


17.06.1996 Sirius
 



E’ stupore, quel sentimento pieno, ingombrante che ti fa scoppiare il cuore. Quasi come quella volta che James ti rivolse la parola per la prima volta, sul treno, o come quella sera in cui ti scopristi fiero Grifondoro, alla faccia della tua cara mamma. Allora, entrambe le volte, era come se in fondo - in fondo al petto, nelle viscere, giù con il sangue fino al cuore - avessi sempre saputo che sarebbe andata così. E questa volta non è diverso, ma non è, come molti potrebbero pensare, l’incantesimo che ti colpisce in pieno petto a sorprenderti, perché sarebbe troppo facile, troppo banale perdere così; è invece per primo lo sguardo di Remus a lasciarti spiazzato, spaventato, all’inizio, come fosse stato colto alla sprovvista - proprio lui, che sapeva sempre come affrontare ogni situazione - e solo in un secondo momento bruciato, bruciato dal male che sembra provare guardandoti. Non hai ancora capito. Allora, all’ultimo, vedi Harry, o forse James, che ti corre incontro, e per meno di un secondo ti dici che può essere solo James, perché chi oltre a lui sarebbe capace di farti uno scherzo simile, chi, se non lui, ti sarebbe corso incontro urlando, vomitando l’anima con le lacrime agli occhi per farti credere che ti stia succedendo qualcosa di brutto? Allora devi per forza sorridere, piano, in quegli attimi che ti sembrano anni, momenti che sembrano secoli, a quel ritorno del vecchio James, dov’era stato tutto questo tempo? Ma il momento dopo realizzi che il colpo al petto non era un gioco, che Remus non stava tenendo le parti a James, e che James non era James ma Harry, che ti stava correndo incontro non per scherzo ma per paura, per dolore, per un crudele dispetto della sorte, puttana, che ha deciso di dividervi appena ritrovati; è in quel momento che il sorriso diventa ghigno, e quella smorfia ti si ghiaccia velocemente sul volto mentre con elegante pateticità scompari oltre il velo.
 
 
Cadde così, il 17 giugno 1996, troppo in fretta, il secondo dei Malandrini.  

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Capitolo 3
*** Coraggio? ***



Peter.



Cos’è, Codaliscia, quel calore che ti scende dentro? L’anima che sanguina, sotto il peso di troppa vita consumata, vita che avrebbe dovuto finire tempo fa. E’ forse rimorso? E’ coraggio o è vigliaccheria?
Allontani, con un solo gesto, la mano argentata dalla gola del ragazzo. E poi eccola. La paura, la solita paura, sempre la stessa strega che ti ha guidato per tutta una vita, che ti ha sballottato come un giocattolo dalle mani del bene a quelle del male, e che ti ha salvato troppe, schifose, volte.
Allora, Codaliscia, cosa senti?
Le dita d’argento s’avvicinano a te, conosci già quello che sta per accadere. E’ una punizione, lo sai bene.
Muori, anche tu, per aver protetto - in quell'attimo di folle incoscienza - il figlio di James.
Forse glielo dovevi, pensi, ma non smetti, nemmeno un secondo, di rimpiangere quella vigliaccheria che tante volte ti ha salvato, mentre l’unico rimorso che hai è il primo - ed ultimo - atto di coraggio che tu abbia mai compiuto.
 


Cadde così, senza speranze, il terzo dei Malandrini.  

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Capitolo 4
*** Dolcezza ***


Remus.

E’ finita.
Lo vedi, lo capisci, lo sai già.
E’ finita.
Poche, le immagini che ti sfiorano le palpebre appena socchiuse: James e Lily, il loro funerale, quando pensavi non ci fosse più nessuno, quando speravi di poter essere il prossimo. Sirius, la gioia di averlo ritrovato, le rughe dei suoi sorrisi, l’ultimo sguardo, terrorizzato, prima di scomparire. Peter, il perdono che mai ha ricevuto.
E’ finita, per te, per voi.
Ci saranno nuovi giorni, tu lasci questo mondo senza sapere cosa ne sarà, ma lo abbandoni con la dolce consapevolezza d’essere morto per salvare quanto hai di più caro al mondo: Hogwarts, la tua casa, il tuo luogo sicuro, e tutte le speranze, gli ideali, i bambini che un giorno chissà, varcheranno quella soglia in cerca di aiuto, come hai fatto tu un tempo. Muori per salvare il futuro, per cui da sempre hai lottato così tanto.
Hai fiducia in tutti quelli che, come te, credono ancora che ci sia speranza: ti fidi di Harry, come un tempo ti fidavi di James; ti fidi della famiglia che lasci, come a lungo ti sei fidato di quella che stai per ritrovare. Senti la mano di Dora sciogliersi nella tua, hai poco tempo, poca voce, e troppe emozioni. “Aspettatemi” preghi, i tuoi fratelli: stai tornando da loro. Torni a casa, “Casa è il posto in cui non è concesso sentirsi sbagliati” diceva James. Vedi il suo sorriso illuminarsi sulle palpebre appena socchiuse dei tuoi occhi. Senti le loro voci, le loro mani che sfiorano la tua. Non hanno mai smesso di restarti accanto, è ora di ritrovarli.
Saluti la morte con dolcezza, e da lei ti lasci guidare verso un cielo nemmeno troppo lontano.
 
 

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Capitolo 5
*** Mi apro alla chiusura ***


Mi apro alla chiusura

 

Se qualcuno l'avesse visto, non ci avrebbe creduto. La Foresta, ogni albero e creatura che fosse vissuto abbastanza a lungo li riconobbe. Come se non se ne fossero mai andate, le anime di quei tre ragazzi erano tornate a risplendere sullo stesso terreno che erano soliti calpestare anni prima. Splendevano: chiare, e giovani, e leggere. Una volta non facevano che correre: un lupo mannaro, un cervo maestoso, un enorme cane nero. Era così che li ricordava la Foresta, ed era così che li ritrovava. Come se non fosse passato nemmeno un minuto dall'ultima volta, come se non avessero mai lasciato la scuola, come se non avessero mai smesso di correre col cuore leggero, colmo delle speranze che sono tipiche dei giovani. Erano tornati in quel luogo a loro così familiare per un'ultima volta, per un'ultima, importantissima avventura. Erano tornati insieme, o quasi. Erano tornati per fare ciò che avevano sempre fatto: aiutare un amico, tenerlo per mano, essergli fedeli. Ognuno di loro - il cervo per primo, seguito dal cane e infine dal lupo - aveva dato la vita per il ragazzo; ora era lui che, fissandoli commosso, chiedeva loro come si fa a morire per qualcuno che ami. 

Fu la donna con i capelli rossi la prima a parlare.

"Sei stato molto coraggioso"




Nota dell'autrice: credevo di aver concluso questa storia molto tempo fa, ma mi sbagliavo. Rileggendola, mi sono accorta che mancava un pezzo fondamentale, una conclusione che fosse anche un inizio, che dimostri che la morte dopotutto, non è nient altro che un'altra grande avventura. Questa scena è quella che più di tutte mi porto nel cuore, l'ho amata da subito ed è per questo che ho deciso di prenderla in prestito. I Malandrini non sono mai veramente finiti, mai veramente morti. Finchè rimarranno nei nostri cuori, e nei nostri libri, sarà facile rivederli come girarsi una pietra tra le dita. 
Spero che questo ultimo (questa volta per davvero) capitolo sia la degna conclusione di una storia a cui tengo moltissimo, spero che non faccia troppo schifo e spero che, almeno qualcuno, possa aprezzare. Un abbraccio grande grande.
A. 

 

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