ricordati che si chiama cuore finche batte.

di starrynights
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** valentine. ***
Capitolo 2: *** con una ribelle dai capelli blu. ***
Capitolo 3: *** an extraordinary girl. ***



Capitolo 1
*** valentine. ***


535 rumori. Tutti insieme.


O meglio, come ci avrebbe corretto la nostra professoressa d'inglese, contemporaneamente. 


535 rumori di scarpe ben lucidate, una specie di stringata orribile, ma che eravamo obbligate ad indossare, insieme alla nostra gonna scozzese, lunga sotto il ginocchio. Forse quella era ancora peggio.


Ebbene sì, mi presento, sono Valentine Jounard. Figlia di una scienziata e di uno stilista di alta classe, rinchiusa in questo manicomio per ancora un anno. Papà mi ha rinchiuso qui dentro perché voleva una buona istruzione per me, anche se sapeva benissimo che a me non interessava, anche perché non mi serviva sapere tante cose. Avevo un talento naturale con i profumi. L'avrei aiutato in maison, e poi mi sarei goduta la mia vita. Dopo cinque anni rinchiusa li dentro, non sapevo neanche più che sapore aveva una maglia firmata che ti stava perfettamente addosso.


Nessuno di noi lo sapeva, o almeno lo sapevano solo le ragazze che abitavano a Londra. I miei mi avevano dato un po' di soldi, ma li avevo quasi finiti. Mi servivano per le cose necessarie, e quindi non potevo comprarmi nulla.


Io abitavo nella mia lontana New York, nella mia lontana grande mela. Il college era a Londra, e sì, non vedevo i miei genitori e mia sorella da quattro lunghi anni. D'estate mi fermavo da Marie, una mia 'amica' londinese che avrei benissimo scambiato con una goccia di Chanel numero 5.


Qui non ti fai delle amiche, questa è una lotta continua. 

Lotta per chi arriva prima alla lavagna.

Lotta per chi ha i voti più alti.

Lotta per chi è la migliore.


Devi essere forte, qui. Se non vuoi essere sbranato da chi è meglio di te. O a meno che tu non sia meglio di loro, e allora sarai tu a sbranarli.


Non voglio affezionarmi a nessuno. Poi qui non ci sono ragazzi, se non quelli dell'altro college maschile, non che siano brutti. Ma il ragazzo che devo conquistare è a New York, e so che mi sta aspettando.


Suor Angelica (sì, oltretutto eravamo con delle Suore) si alzò e iniziò a battere il cucchiaio contro il bicchiere di vetro. Quel rumore era assordante, tanto che la mangiai con gli occhi. Cos'è? Doveva annunciare la sua nuova dentiera?!


Non mi consideravo una ragazza simpatica, anzi ero peggiorata con il college. Sapevo di essere stronza, viziata e anche molto materiale. Ma essendo anche molto sola mi è sempre andata bene così.


Suor Angelica iniziò con il suo annoiante discorso, Kate, una ragazza molto ribelle, dai capelli corti, ma bellissima in viso guardò Celine, la sua fidata compagna e le disse: 'ecco, una nuova sfigata da assorbirci per un altro anno'; e intanto continuò a masticare la sua colazione, infatti si trovavano in una grande sala da pranzo con sette tavoli  lunghissimi, messi in verticale.


Mi girai per scrutare la nuova arrivata, non mi sembrava male, anzi. Lunghi capelli biondi, abbastanza scuro, e occhi da cerbiatta verdi. Aveva una divisa diversa dalla nostra, e poco dopo, suor Angelica ci spiegò il perché.


'Lei si chiama Angelina, è stata espulsa dalla sua scuola per brutta condotta'. 

Dopo questa frase, ci fu una risata scema complessiva. Se nelle altre scuole è stata una ribelle, nella nostra avrebbe cambiato proprio atteggiamento. E' da quando avevo dodici anni che sono qui dentro, ho imparato a farmi gli affari miei e stare zitta e muta. Credo anche di avere imparato che la legge non si infrange. Invece, guardando gli occhi di Angelina si vedeva che non l'aveva ancora capito.


Mi sarei divertita con lei? Avremmo formato una bella coppia? Forse saremmo diventate pure amiche. Per la prima volta trovai qualcuno con un qualcosa che mi ispirava. Sorrisi, pensando ai miei stupidi pensieri e ingoiai una fetta biscottata.




Buongiorno, questa è la prima volta che posto, e ne sono molto felice. :D

spero che la storia vi piaccia, questo è una specie di capitolo-prologo e quindi non è molto lungo.


Dedico questa storia a Nicole, Alessia, Sarah, Luna che mi stanno sempre vicino. Anche a Daniela, che mi ha fatto iniziare. Taaaanto amore,.





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Capitolo 2
*** con una ribelle dai capelli blu. ***


Alzai lo sguardo, e vidi che Angelina si stava dirigendo verso il nostro tavolo. Avrebbe fatto parte del mio anno, quindi. La pancia iniziava a brontolarmi, fortissimo. 


Non era possibile. Io ero Valentine, non potevo essere agitata per l'arrivo di una nuova ragazza nel college. Non avevo amiche qui a Londra, e non volevo farmene. 


Presi in mano la mia tazza di latte e mi girai, spostai la mia sedia e mi alzai con un movimento brusco, senti subito un forte impatto. La testa mi pulsava e avevo tutto il corpo caldo. Non era possibile, mi ero scontrata con qualcuno. E questo qualcuno chi era? Angelina.


Sembrava destino. Destino che i nostri sguardi si dovessero incrociare. 


Mi alzai velocemente, visto che le ero caduta addosso e mi ricomposi, aveva battuto la testa, ma confronto a me non si era riempita di latte. Mi accorsi subito a dirle:'scusami, scusami tantissimo'. E lei spiaccicò un semplice:'fa niente'. E poi andò via. Mi girai e la fulminai con gli occhi. Dentro di me ribolliva voglia di vendetta, nessuno mi aveva mai evitato così. Era la prima volta.


Lo so, che schifo. Ero una bambinata viziata senza palle. Forse non parlavo con nessuno anche perché me ne vergognavo. A New York non era così. Tutte le mie amiche erano stupide. Tutte. Forse alcune erano peggio di me. 



Mi girai rapidamente e mi avviai alla mia camera, ma suor Angelica mi prese per il braccio e mi fermò. Disse:'Signorina Jounard!' dentro di me pensavo:'certo che non c'è bisogno che lo urla, sono a due centimetri da lei'. Si reggeva sul suo imponente bastone di legno che usava da quando aveva perso il piede sinistro. 


Poco dopo che io mi resi conto di quello che stava succedendo urlò:'Angelina!' Angelina si girò, e la sua faccia angelica mi colpì, ancora. Notai che nei capelli biondi cenere aveva anche delle ciocche blu. Rabbrividì.


Papà e Mamma mi avevano sempre insegnato a stare lontano dalle persone con i capelli colorati o vestite in modo strano. Non avevano paura per me, ma per il fatto che anche io potessi diventare così. Come dicevano loro: 'terribile'.

 

Suor Angelica chiamo Angelina che con svogliatezza, mi raggiunse, e si fermò a pochi centimetri da Suor Angelica.

Con la sua eleganza disse:'che c'è?'

Ah, che essere rude, come poteva ispirarmi amicizia non lo so…

Suor Angelica ci guardò e spiaccicò:'non voglio lamentele, commenti e opposizioni, voi dividerete la vostra stanza'.


Ci misi due o tre secondi per realizzare quello che aveva detto, guardai Angelina, che mi sorrideva sorniona. E sospirai. 


La mia amata stanza, quella per cui avevo pagato 200 $ in più per essere da sola, stava per essere divisa con una ribelle dai capelli blu.


Fuori sembravo un disastro, ma dentro me saltavo di gioia.


Era un segno. Qualcosa stava cambiando.





Saaaalve, bella gente. 

Allora, per questo capitolo dico che Valentine mi sembra veramente antipatica, lo so. Angelina? cosa ne pensate? Secondo voi diventeranno amiche? Uhm, io non ne sarei tanto sicura.


Questo capitolo è interamente dedicato ad Alessia che è la mia cieca sordo muta. 



Taaaanto amore (?), Vì.


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Capitolo 3
*** an extraordinary girl. ***


Angelina mi guardò, con un sorriso beffardo. Lei cosa voleva da me, eh? Mi aveva rovinato la mia camera 'perfetta'.


Però, non era male, dai. Da quegli occhi angelici, tutti dipinti di nero, usciva come una luce. La sua faccia era così… così indescrivibile, ma si vedeva che era forte, o meglio, non aveva paura del mondo. Che non era mai rimasta chiusa nella sua camera, a mettere a posto le scarpe con il tacco. Come ho sempre fatto io. 

Aveva un sorriso molto pronunciato, un corpo esile, le unghie laccate nere, e tre orecchini sul lobo sinistro. I suoi lunghi capelli biondi erano in contrasto con tutto. Se li avesse avuti neri, sarebbe stata… perfetta.


Si avvicinò un po' a me e con aria superiore mi disse, 'allora, andiamo?'

Ma non era quell'aria da superiore che usavo io, lei aveva quell'aria, perché sono sicura che nei suoi scarsi anni di vita, ne aveva passate davvero tante.


Annui, con un che pensieroso dipinto sul viso. Camminava, davanti a me, scuotendo quei capelli strani che le incorniciavano il viso. Non avevo ancora notato che portava un paio di converse nere, alte, che facevano a pugni con i calzettoni. Ma era bella così. Non potete neanche immaginare la voglia che avevo di socializzare con lei. 


La seguii, finche non arrivammo alla porta della nostra 'mensa'. Lei mi guardò, interrogativa, io le feci un sorriso furbo, e le corsi davanti, trascinandola nella nostra stanza. 


Poco dopo, fummo arrivate nella MIA stanza. Che ora, era diventata NOSTRA.


Buttò a terra lo zaino che aveva messo sulle sue spalle poco dopo e mi guardò, mi guardò e non mi disse niente, scoppiò solo a ridere.


Notai che aveva una risata strana, come insonorizzata. Fino a che, abbassandosi su se stessa, non scoppiava. Che poi mi chiedevo, cosa ci trovava da ridere in me.


Alzai lo sguardo, e le dissi nei denti:'ti faccio ridere, perché sai, se hai problemi…'

ma lei mi blocco prima che potessi finire, e commentò con 'Ciao, mi chiamo Angelica, non ho voglia di dire altro, dimmi, ti faccio paura, schifo, impressione?'


Io rimasi sconvolta. Oddio, ma come poteva ispirarmi amicizia? era solo una stupida piena di pregiudizi. Dalla mia bocca usci solo un:'cosa?' ma appena presi i redini della situazione le sorrisi, e commentai con un:'no, tranquilla, ho visto di peggio'.


Angelina sorrise, compiaciuta. 'Uhm, allora non sei poi male come pensavo. Come ti chiami? Valentine? uhm, che nome…'

'Cos'hai contro il mio nome?'

'Niente, va bene così.'

'Ecco'.

'Sai Valentine, penso che se il nostro rapporto migliorerà, ci divertiremo'.


La guardai, e rimpiansi tutto quello che avevo pensato. Cavolo, era straordinaria. Non la conoscevo, lo so. Ma… boh, era stimabile. Non come quelle con la puzza sotto il naso, non come le primine sfigate, no. Era straordinaria.


Si butto sul suo letto, e iniziò ad accarezzarsi i capelli.

'Non hai le altre valige?' le chiesi.

'Sì, ma ho già messo tutto a posto, nel mio armadio.'


Oh, è vero, quella stanza aveva due armadi, e due scarpiere. Ma io ne usavo solo una delle due. Strano, vero?


Aprì l'armadio di Angelina, e presi la prima maglia che ci trovai.


'Uhm, ascolti i Ramones?' cosa veramente ovvia, visto che sulla sua maglia c'era scritto grosso come una casa.

'secondo te?' ridacchio, lei.

'Penso di sì.'

'Allora sei anche intelligente, e tu? che musica ascolti?'

'Niente, davvero. La televisione e la musica non fanno per me, poi la televisione, mi fa… boh, forse paura.'

'e perché?'

'Perché… perché sì, perché non voglio cadere nella massa di quelle sfigate che guardano un programma televisivo e vogliono diventare ciò che guardano'.

Angelina mi guardò, sorridente. Ma il tutto venne interrotto da quella stupida campanella. Si alzo, sistemandosi la gonna.

'Un punto a Valentine. Dai,andiamo'.

E parti, come se fosse una dea, della serie 'seguimi'.

E io lo feci, come un cagnolino.



Ma cosa mi stava succedendo?



Eh, eh, le cose iniziano ad andare bene, no?

Questo capitolo mi piace, forse perché Angelina è il mio personaggio preferito… Bene, questo capitolo è dedicato tutto a Ariel. 


Grazie, davvero, vì.


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