Green Eyes

di rockandjonas2311
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Green Eyes


Un nuovo giorno di scuola. Amata e odiata scuola. Cominciai a camminare lungo il marciapiede, guardai a destra e a sinistra e attraversai la strada, arrivando di fronte a quel maledetto edificio giallo. ‘’Ehi!’’ mi salutarono i miei amici, facendomi cenno di avvicinarmi.
‘’Ti dico che fa 18, non 19!’’ cominciò uno dei tanti. ‘’E io ti dico che fa 19’’ rispose un altro di rimando.
‘’Uffa, ancora matematica?’’ pensai, allontanandomi e appoggiandomi al cancello, ormai corroso dalla ruggine. Presi il mio mp3 dallo zaino e cominciai a srotolare le cuffiette, quando il preside uscì da scuola, con uno sguardo che non prometteva niente di buono.
‘’Ragazzi, sono le 7 e 51 minuti, vi decidete ad entrare?’’ urlò, facendo sobbalzare la maggior parte di noi.
Sbuffando, entrammo tutti a scuola e nelle rispettive classi. Mi fermai fuori, attaccando la giacca all’appendiabiti e guardai la porta della classe. Era lì da chissà quanto tempo e noi l’avevamo ridotta in quel povero stato: una crepa sull’anta destra, pezzi di scotch ovunque e la maniglia completamente rotta. Avevamo fatto più danni noi in tre anni che l’intera scuola da quando l’avevano aperta.
Entrai in classe e appoggiai la borsa sul mio banco, in ultima fila. ‘’Buongiorno’’ dissi, notando il mio vicino già seduto. Mi rispose con un sorriso e ritornò con la faccia nel libro di inglese: come sempre aveva passato il pomeriggio a giocare ad Call of Duty anziché a fare i compiti.
‘’Senti, Mar, mi fai copiare il 13?’’ chiese, guardandomi con la sua solita faccia da cucciolo. Io annuii e gli diedi il libro, guardandomi intorno. Sorrisi non appena vidi le mie amiche vicino alla finestra, intente ad osservare fuori. ‘’Buongiorno!’’  Arrivai dalle mie amiche e le salutai con un sorriso e un saluto un po’ troppo acuto, giusto per risvegliarle.
‘’Mar, che è successo? Mi hai quasi rotto un timpano!’’ cominciò Melissa, la mia migliore amica. Fece ondeggiare i suoi lunghi capelli rossi e mi guardò, con un sopracciglio alzato. ‘’Allora?’’
‘’Non è successo niente, ma voi sembrate degli zombie!’’ dissi, facendo ridere tutte.
‘’Goodmorning guys!’’ urlò la prof di inglese, talmente forte che sembrava stesse salutando l’intero istituto. Un po’ frastornati, tutti ci sistemammo ai nostri posti, pronti all’ennesima lezione sulla cultura inglese.
‘’Allora ragazzi, chi vuole venire alla lavagna a correggere i compiti?’’ chiese la prof, sistemandosi gli occhiali. Alzai subito la mano e, con un sorriso dalla prof, andai alla lavagna per correggere i compiti.
‘’Bravissima Marianna, come sempre. Vai pure al posto, ti aggiungo un voto sul registro’’ dichiarò contenta la professoressa, mentre ritornavo al posto.
Non feci in tempo a sedermi, che un aereoplanino di carta atterrò sul mio banco. ‘’E chi è?’’ pensai.
Mi sedetti e lo aprii, rimanendo a bocca aperta.

E’BELLO ESSERE LA PREFERITA DELLA PROF? SECCHIONA!
 
Non era la prima volta che mi capitava, ma cavolo, ho solo risolto bene un esercizio!
‘’Chi è lo stronzo?’’ chiese il mio compagno di banco, Davide. ‘’Dave, non farne una tragedia. Sarà qualche cretino che non ha niente da fare’’ dissi, accarezzandogli il braccio, già chiuso a pugno.
Lui annuì e ritornò a seguire la lezione, senza preoccuparsi. Io mi guardai attorno, alla ricerca del mittente. D’un tratto mi fermai su di lui, l’unico che poteva mandare robe del genere, Andre.
‘’Che stronzo’’ pensai, appallottolando il foglio. Si, lo pensavo, ma ci stavo male comunque.
Durava da tre anni quella ‘guerra’ dove gli altri attaccavano e io mi ritiravo nel mio bunker. E’ una sensazione orribile sentirsi chiamare con dei nomignoli assurdi, non essere invitati alle feste, passare il sabato sera a piangere. E’ la cosa più brutta che abbia mai passato, finora. Ho versato troppe lacrime per gente che non se lo merita. E continuerò a farlo, perché del mio orgoglio non ne è rimasta una briciola. Tutta la mia autostima è sotto terra e vado avanti pensando che peggio di così non può andare. Mai dire mai.


Salve a tutti, anzi, buonasera :)
sono ritornata in questo fandom con una storia che spero possa piacere. è una sorta di autobiografia, anche se a 14 anni non credo ci sia molto da raccontare. bè, io ce l'ho.
è la mia storia, un pò romanzata, ma è più o meno così. alcune cose le ho vissute veramente, ho pianto e sono stata vittima di 'bullismo', anche se solo a parole.
spero vi piaccia e se volete, seguitemi su twitter :3
Ciaoo**

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Capitolo 2
*** 2. ***


Green Eyes


Finita. Finalmente finita. Uscii da scuola fra i primi e attraversai la strada, andando a sedermi su una panchina del parco di fronte al mio tanto amato edificio giallo.
Accesi il cellulare, mandai un messaggio a mia madre dicendo che l'aspettavo e presi l'mp3, mettendo il volume al massimo: l'ultima cosa che volevo sentire erano i miei stupidi amici con le loro stupide battutine che commentavano me, una stupida.
Certo, avevo messo il volume talmente alto da riuscire a rompermi un timpano, ma non abbastanza per coprire l'odioso accento di Andrea, con la sua orrenda erre moscia e la sua voce paragonabile a quella di un ramarro.
''Ehi secchia, non corri a casa a studiare?'' urlò lui, dall'altra parte della strada.
Ecco, tra tutti gli orrendi soprannomi che avevo proprio quello doveva usare? ''Non rispondere -pensai- tu sei superiore a lui''
Presi un respiro e alzai una mano, con il mio ben visibile dito medio alzato verso di lui. ''Pensi di essere migliore così?'' mi disse la mia coscienza.
''Pensi di essere più figa così?'' urlò di nuovo, soffocando una risata. 
Chiusi i pugni e li sbattei forte contro il legno della panchina, sarebbe stato meno doloroso di tutto il resto. Una lacrima silenziosa mi scivolò lungo il viso, lasciando una scia luccicante lungo la mia guancia.
''Tutto bene?'' Alzai lo sguardo: Luca. Trovarlo lì, a parlare con me, era un evento più unico che raro.
Lui era il migliore amico di Andrea e, per lui, io ero solo qualcuno da sfottere continuamente.
''Che te ne frega?'' gli dissi acida. Luca sorrise e si sedette accanto a me. ''Io non sono cattivo -spiegò- Andre lo è, io no. E l'ultima cosa che voglio è vederti piangere''
Scoppiai a ridere, era davvero un comico nato. ''Oddio Luca, sei esilarante!''
Lui mi guardò, quasi offeso. ''Non posso interessarmi?'' chiese.
Un clacson suonò alle nostre spalle: mia mamma.
''Luca sei divertentissimo, davvero'' gli dissi, prima di salire in macchina e sgommare via.
''Che voleva Luca?'' mi chiese la mamma, una volta in macchina. ''Niente, è un comico nato''


Sono di nuovo qui :3
Vorrei ringraziare chi ha letto il primo capitolo e chi leggerà questo. Spero vi piaccia : D
Ciaoo**

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