Toy Boy (sospesa)

di ojamajo
(/viewuser.php?uid=130548)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** avviso ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** sospesa ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


< Oggi è venuto di nuovo! Avete visto che figo? Mamma mia è proprio il mio preferito, uno splendido bocconcino!>
Ecco, eravamo di nuovo sull'argomento che ormai occupava le nostre pause pranzo, iniziavo veramente a scocciarmi. Tutto era cominciato un paio di mesi prima, quando aveva aperto l'unico locale di spogliarello maschile nell'arco di sessanta chilometri; il "La Push". Dove avrebbe mai potuto aprire un locale del genere? Proprio davanti all'unica filiale della National Bank of America totalmente femminile. La proprietaria, una zitella acida come uno yogurt andato a male, Leah Clearwater, aveva deciso di appoggiarsi proprio a noi per la contabilità, per fortuna, avendo lei altri tre locali a Philadelphia, erano i suoi ragazzi a operare con noi. Questi ultimi sono tutti belli, abbronzati, muscolosi, sexy e soprattutto poco più che ventenni: insomma l'ideale per far tornare in vita gli ormoni di un gruppo di impiegate, quasi tutte di mezza età, vicine alla menopausa e totalmente insoddisfatte dai propri grassi, flaccidi e calvi mariti.
< oh sì, sono d'accordo con te Jessica, Jacob Black è proprio il più figo di tutti!> Beh Alice dall'alto dei suoi ventritrè anni, aveva tutto il diritto di sbavare sulla macedonia pensando alla spogliarellista, ma Jessica, Angela e Lauren proprio no; soprattutto Lauren che aveva appena festeggiato il diciottesimo compleanno del più piccolo dei suoi figli.
Con soddisfazione, noto che non sono l'unica ad essere infastidita e annoiata dal comportamento delle mie colleghe; Rosalie infatti ha lo sguardo di chi è talmente estraniato dalla conversazione. 

Rosalie è la mia protetta. Quando, quattro anni fa, esattamente il giorno del mio trentanovesimo compleanno, arrivai in quella filiale nella città di Camden, per ricoprire il mio primo incarico come direttrice, mi ritrovai in un ambiente ostile, in cui nessuno gradiva essere diretto da una persona più giovane. Ai tempi la filiale era composta da Jessica Stanley, Angela Weber, Lauren Mallory e Victoria James ( quest'ultima è andata in pensione pochi mesi fa, venendo sostituita da Alice), tutte avevano alle spalle più di vent'anni di anzianità, la maggior parte trascorsi in quello stesso posto, con ormai abitudini più che consolidate. 
Sul momento ammetto mi feci un po' prendere dallo sconforto, ed i primi due mesi furono veramente duri. Poi arrivò Rosalie, impacciata e timida come solo un neoassunto può essere, ma con tanta voglia di imparare; si abituò ai nuovi programmi con entusiasmo e io diventai il suo mentore, questo servì a risvegliare anche le altre: vedevano minacciate le loro posizioni da una novellina ed hanno deciso di porsi meglio nei confronti del lavoro.
Insomma è merito di Rosalie se ora siamo a pranzo tutte insieme senza cercare di avvelenarci a vicenda.

Credo di sapere perchè Rose è così distratta: a lei l'argomento ragazzi di La Push non interessa, lei ha Emmet il suo neomarito Emmet , pompiere in una cittadina vicina, lo ama con la spensieratezza dei suoi ventisei anni e non desidera altro che lui.
< E tu cosa ne pensi Bella?> Sentire il mio nome mi distoglie dai miei pensieri, ma a quanto pare la piccola Alice ha capito che non sto ascoltando per cui continua < Parliamo della possibilità di frequentare  un ragazzo più giovane per divertirsi un po'>
Mamma mia che noia! Non ci siamo mosse di un passo  dalla solita noiosa discussione.
< Ragazze già  ve l'ho detto > ripeto per la milionesima volta < dovreste proprio pensarci con un po' di sale in zucca, potrebbero essere i vostri figli!>
< Cioè scusa Bella > mi interrompe Jessica < tu non "faresti un giro" con nessuno di quei ragazzi?>
< No, e nemmeno ci ho mai fatto un pensierino Jessica, e non dovreste nemmeno voi lo sai! E adesso andiamo è tardi!>.

< Bella, posso parlarti per favore?>  Questa richiesta di Rosalie mi stupisce, è stata distratta tutto il pranzo ed ha aspettato che rientrassimo per parlarmi; che abbia qualche problema con le colleghe di cui non mi sono accorta? Credevo che ormai i problemi fossero risolti, Alice infatti non ha avuto problemi a integrarsi. Ma forse stare in un ufficio chiuso anzichè nell'open space con loro mi ha fatto sfuggire qualcosa.
< Bella io non voglio ancora renderlo pubblico, ma credo sia giusto che tu lo sappia perchè dovrai organizzarti anche per le vacanze estive e dovrai organizzarti: sono incinta, alla sesta settimana.>

Tornando a casa pensato molto. Rose incinta: mi sono emozionata quando l'ho saputo, come se a dirmelo fosse mia figlia. Oltretutto la invidio: come non invidiarla? ha una vita da sogno. A ventisei anni ha uno splendido futuro davanti con un uomo che la adora e un figlio in arrivo, e chissà dopo questo magari ne arriverà un altro.
Fino ad oggi ho pensato solo alla carriera, trascurando il rapporto, freddo e arido già fin dalla nascita, con il mio compagno. Vivevamo separati io a Philadelphia (che si trova a sessanta chilometri da Camden) e lui a New York, dove si è trasferito cinque anni or sono , dopo aver ricevuto una proposta molto importante per la sua carriera, io non avevo potuto, o forse voluto, seguirlo. Inizialmente andavo spesso a trovarlo, anche se un po' controvoglia, percorrendo la strada fino a New York in macchina il venerdì sera e la via del ritorno la domenica, ma quando arrivavo  lui era sempre impegnato con il lavoro. Ricordo bene quel periodo, perchè fu quello in cui mi arrivò la proposta : diventare direttrice di una piccola filiale di provincia, un nuovo passo avanti per la carriera a cui io tanto tenevo e ancora tengo, per dimostrare agli altri che sono una persona in gamba. Accettai: non avevo nessuno a casa ad aspettarmi, mi sarei distratta con il lavoro.
Da quel momento iniziai a non andare più a New York spesso, Trevor non mi mancava affatto. L'ultima cosa che gli ho chiesto è stato di accompagnarmi al matrimonio di Rosalie: non volevo mostrare a lei e alle altre colleghe la mia solitudine e non potevo non andarci: per qualche motivo la mia protetta, seppur circondata da amiche, aveva scelto me come sua testimone di nozze. Ovviamente lui rifiutò . Mi accorsi allora che non potevano essere più una coppia, non solo non ci vedevamo mai, ma nemmeno volevamo l'uno partecipe negli eventi più significativi della vita dell'altro. Senza rimorsi, ci lasciammo.

Così ora sono sola, con un tardivo orologio biologico che inizia a ticchettare insistentemente e che non credo verrà mai soddisfatto.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Mentre scrivevo il primo capitolo della storia ero troppo agitata ed emozionata per pensare di scrivere una nota. Ora col secondo capitolo voglio porre rimedio. Una piccola notazione un po' tardiva forse. I caratteri dei personaggi di cui scrivo sono basati su amplificazioni di pregi e difetti di mie conoscenze: amiche e colleghe in particolar modo, mischiati tra loro cosicchè non si possa riconoscere una sola persona in ogni personaggio. Bella stessa con il suo carattere rigido e sempre pronto a giudicare tutti non è nient'altro che l'unione dei difetti delle persone che conosco meglio (ed anche dei loro pregi ovviamente). CI tengo a sottolineare questo perchè non voglio che sembri che disprezzi una determinata categoria di persone ( nella fattispecie le donne di mezza età).
Non mi resta invece che invitare ad assistere a un pranzo con le mie colleghe chi ritiene che determinati argomenti in un ambiente lavorativo non vengano trattati XD
Grazie a chi ha letto, commentato, recensito o aggiunto tra le seguite il primo capitolo della storia. Spero che gradirete anche  questo secondo capitolo.







POV EDWARD
Per quanto tempo ho cercato un lavoro vero? Sperado e aspettando che qualcuno sul mio curriculum leggesse qualcosa che lo invogliasse a assumermi a tempo indeterminato.
Fino ad oggi ho solo trovato lavori di qualche mese, mai più di sei, per questo scoprire di essere stato assunto per un lavoro serio per un anno intero e con buone probabilità che il contratto venisse rinnovato ,mi ha fatto passare tutto ieri sera in un pub a festeggiare con Jasper e suo cognato Emmett. 
Jasper è il mio migliore amico dal liceo, ci siamo conosciuti il primo giorno di scuola quando, entrambi gracili e magrolini, cercavamo di scappare da quello stesso Emmett, le cui dimensioni erculee non sono mai cambiate, che dopo anni ha sposato Rosalie, sorella di Jasper, ed è diventato nostro amico.
Guardo l'orologio, sono le otto scarse, mi hanno detto di essere in filiale per le otto e mezza, forse ho esagerato con l'ansia di arrivare tardi, non trovare il posto, non riuscire a parcheggiare, avere un incidente e simili: si lo ammetto sono una persona un po' ansiosa a volte, soprattutto quando si tratta del primo giorno di lavoro. Sospiro e cerco un bar, almeno posso fare colazione tranquillo e magari sto al fresco, in questa fine di luglio il caldo è veramente soffocante. Mentre cerco le monete per pagare il caffè tocco  il pacchetto che ho in tasca e sorrido. 

< Guarda Ed che voglio un regalo enorme per Seth quando nasce, in fondo è merito suo se tu hai un buon lavoro e oltretutto un intero anno di contratto con buone speranze che si trasformi in qualcosa di più duraturo.>
< Seh è merito di Seth! Lui nemmeno è nato! Diciamo la verità Emmett: Ed ha questa fortuna perchè una notte tu e mia sorella vi siete dimenticati un elemento fondamentale per il rapporto di coppia.>
< A proposito della mia mogliettina, mi ha detto di darti un regalino che devi aprire prima di entrare al lavoro domattina>


Guardo il pacchetto, il caso ha voluto che io fossi assegnato alla filiale da cui Rose di era appena assentata per maternità. Il bigliettino allegato, che ho già letto più volte dice " Un piccolo aiuto per sopravvivere>
Beh è quasi ora di entrare, finalmente posso aprire il pacchetto e capire che cosa intendesse Rosalie. Mi ritrovo tra le mani una scatolina rosa con su un post -it : " ti servirà buona fortuna!"  , lo alzo per capire di cosa si tratti e leggo una scritta : " Buscofen, contro i dolori mestruali" O MIO DIO DOV'ERO CAPITATO!


POV BELLA
Devono essere matti all'ufficio personale, o sadici, o addirittura tutti uomini non c'è altra spiegazione. Nessuno sano di mente o donna avrebbe mai mandato un ragazzo di ventotto anni in una filiale totalmente femminile. 
Ieri, dopo aver salutato Rosalie, ho fatto a tutte un discorso sul non terrorizzare, spaventare o peggio fare avance al suddetto malcapitato. Già ieri sospettavo che il mio discorso non avesse sortito effetto alcuno  ( appena mi ero girata avevo iniziato a sentire gridolini e starnazzamenti), ma potevo sempre augurarmi che fosse brutto, in quel caso si sarebbe salvato. Purtroppo stamattina ogni mia speranza è svanita: Edward Cullen è un avvenente ragazzo vent'ottenne, con gli occhi verde smeraldo ed i capelli ramati.; una bellezza meno appariscente di quella dei ragazzi di "La Push", ma molto più intrigante.
Nella speranza di non vederlo scappare a gambe levate nelle prime ore di permanenza, ho deciso di affidarlo ad Alice: lei è giovane, di poca esperienza, ma è in assoluto la scelta più sicura, sia dal punto di vista lavorativo sia dal punto di vista personale.


POV EDWARD
Dopo una settimana di lavoro ho capito cosa intendeva Rosalie con il suo regalo: le donne sono veramente isteriche ed aggiungerei anche frustrate: Jessica Stanley e Lauren  Mallory non perdono l'occasione per strusciarsi vicino a me e mettere in vista il decoltè; Angela Weber è più tranquilla, ma per più di una volta l'ho vista osservarmi il posteriore con occhi bramosi.
Per fortuna c'è Alice Brandon. Direttrice a parte, è stata l'unica a non attacarsi a me come una cozza allo scoglio; in compenso da quando una mattina l'ho trovata in lacrime su una panchina siamo diventati molto amici: Jacob Black il ragazzo che stava frequentando da qualche mese, qulla mattina si stava intrattenendo con qualcuna che ovviame non era Alice, ma ho poi scoperto essere Lauren: li aveva notati mentra andava a salutare Jacob  prima di entrare al lavoro. In quel momento ero indeciso sul da farsi: strozzare Jacob Black a mani nude sembrava un'idea allettante, ma è un ragazzo molto più muscoloso di me e le esperienze passate con Emmett mi hano insegnato a non peccare di stupidità . Smascherare Lauren non era opportuno, non ora almeno,avrei creato parecchi problemi ad Alice sul lavoro; non mi restava che consolarla. 
In questi giorni abbiamo parlato molto: ha iniziato a lavorare da pochi mesi; la necessità di trovare lavoro è nata quando non ha più sopportato vivere a casa con il padre e la sua nuova compagna, arrivata da loro pochi mesi dopo la morte della madre. In amore non è fortunata, Jacob Black è l'ultimo "cattivo partito" di una lunga serie; le amiche non  le sono di molto aiuto: sono ottime compagne per lo shopping, da cui è totalmente dipendente, e il cinema, ma non amano condividere i problemi ed aiutare il prossimo. Malgrado questo lei è sempre solare e allegra, o per lo meno maschera i suoi veri sentimenti dietro un atteggiamento più che espansivo. In qualche modo mi ricorda Jasper; per questo mi sono imposto di farli incontrare, non appena a lei saranno passati gli attacchi di pianto causati da Jacob Black.

< Edward vieni un attimo nel mio ufficio per favore?> 
Lei, Isabella Swan, ancora non l'ho inquadrata. Si fa chiamare amichevolmente Bella da tutti noi, ma sa mostrare severità e decisione quando serve; ma soprattutto mette una grande distanza tra sè e gli altri. Ho notato, in questa settimana, che le altre spettegolano su tutto e tutti: Alice e Jacob Black, Lauren e Jacob Black, Alice e Lauren, Lauren e suo marito, Jessica e Sam Uley ( il barista del "La Push"), tutti i clienti che passano in filiale, i titolari del bar in cui fanno colazione, la cameriera della tavola calda, il cuoco della tavola calda e sono sicuro che quando sono distratto o  assente parlino pure di me; ma mai le ho sentite parlar male di lei. 
Ammiro questo lato del suo carattere, ammiro la sua capacità di farsi rispettare, malgrado questo percepisco più degli altri la distanza che vuole mettere tra noi e non riesco a chiamarla Bella, come vorrebbe, ma soltanto Direttrice e questo la manda completamente fuori di testa, anche se non ne capisco il motivo.

POV BELLA 

Maledetto, odio che mi chiami così, sento i brividi lungo tutta la colonna vertebrale quando mi chiama così, mi chiedo se se ne sia accorto e se  lo faccia apposta.
< Dimmi come ti sei trovato in questa tua prima settimana?>
Può sembrare che io stia nel mio ufficio e non veda molte cose, ma è solo un'impressione: mi sono accorta, ad esempio, delle eccessive attenzioni che gli vengono dedicate, attenzioni che non sono state dedicate a Rosalie o Alice al loro arrivo.
< Molto bene direttrice le colleghe sono tutte gentili e disponibili nei miei confronti, mi aiutano lì dove non riesco.> 
Mmm modesto il ragazzo, si ha ricevuto molte attenzioni, quasi nessuna legata al lavoro in realtà, oltretutto Angela, che insieme a lui si occupa delle casse, è un vero disastro: è stata messa lì apposta perchè è il posto dove può fare meno danni, malgrado questo, ho notato Edward correggerla più volte mentre lei stava commettendo grossi errori, inaccettabili da chi ha più di vent'anni di esperienza. Eppure lui non è venuto a incensarsi da me, malgrado io stessa gliene abbia dato l'occasione, nè l'ho sentito farlo con le altre colleghe: è ammirevole da parte di un ragazzo così giovane.
< Edward un'ultima cosa: non pensare che non mi accorga di cosa succede fuori da questa porta: ti devo fare i complimenti, ti sei dimostrato veramente in gamba, più di quanto potessi aspettarmi, soprattutto con Alice.> Ho notato gli occhi di Alice sempre gonfi di pianto ultimamente, non può nasconderllo, anche se ci prova, ed ho notato quanto Edward si sia impegnato a tenerla su di morale. Non che questo fosse un problema legato al lavoro o al mio ruolo, ma non posso  che pensare che se non ci fosse  stato lui in filiale avremmo avuto qualche problema: penso che il motivo delle lacrime di Alice altro non sia che il Toy Boy che Lauren ha finalmente trovato e che se non sbaglio fino a qualche giorno fa passeggiava mano nella mano proprio con la più giovane della filiale. 


Oggi è venerdì, è una giornata triste il venerdì, torno a casa, come tutte le sere, ed al solito non trovo nessuno. Faccio quello che faccio sempre: cena veloce davanti all'ennesimo programma di televiosione spazzatura ( anche perchè ormai tutto è televisione spazzatura).  Odio il venerdì perchè è il primo di due giorni di nulla assoluto. Il sabato ci sono le faccende di casa da sbrigare, un caffè con le "amiche" ( ormai diventate poco più che conoscenti), magari una cena quando siamo fortunate e le sento parlare, lamentarsi dei propri figli e mariti; queste conversazioni mi rattristano ancor di più: loro quando tornano a casa ritrovano il caos del loro menage familiare, io ritornando a casa trovo l'ordine del mio assoluto nulla. Nessuno ad aspettarmi con un sorriso, nemmeno nessuno ad attendermi per ricordarmi che non gli ho comprato le birre, come il marito di Tanya fa ogni sabato da quattro anni, e nemmeno una suocera rompiscatole che mi rimbrotta per come gestisco la casa e trascuro il suo adorato bambino quarantenne per uscire con le amiche come succede a Irina.
Insomma per me il weekend vuol dire sprofondare nel nulla: non ricordo come sono finita in queste condizioni; so solo che dalla fine del College in poi ho iniziato ad allontanarmi da tutti per ritrovarmi avvolta dal mio deprimente e sincero nulla.


POV EDWARD
Venerdì, finalmente venerdì, necessito di sonno, alzarsi all'alba inizia a demolirmi, mi abituerò alla lunga? Ma non posso dormire, oggi è venerdì, è la mia serata con Emmett e Jasper alla scoperta di locali. Di solito a noi si uniscono anche Rose e la ragazza di turno mia e di Jazz. Questo però sarà l'ultimo venerdì per un po' di tempo, probabilmente Jazz ed io continueremo a sperimentare locali, conosciuti tramite blog, facebook, amici o pubblicità, ma Emmett ora deve pensare a Rose e Seth; Rose ormai è diventata così grossa che fa fatica a muoversi, non riesce a seguirci ed Emmett non se la sente di lasciarla  a casa sola, nel caso succeda qualcosa. 
Mi piacerebbe arrivare a provare un amore totale ed assoluto come il loro: quando si guardano il resto del mondo scompare, capisco che si appartengono in un modo così profondo che niente li potrà mai separare. Emmett, che fino a prima di conoscere Rosalie, era un quotato Don Giovanni ( ricordo al gli stuoli di ragazze sia del nostro anno che più grandi che gli correvano dietro, contente anche solo se lui rivolgeva loro la parola) ora non nota nessun'altra donna e non riuscirebbe a notarla nemmeno se avesse tre antenne sulla testa e la pelle verde.
Il locale di questa sera è stato Jasper a trovarlo; un ristorante di Italia Sushi: ma che sarà poi l'Italian Sushi? Dice che l'ha notato pattugliando la zona. Eh sì Jasper è uno sbirro, uno di quelli che non te ne fa passare nemmeno una liscia, non importa che tu sia suo amico: ovviamente quando esci con Jasper non puoi guidare se hai bevuto anche solo una birra; oggi è il mio turno di prendere la macchina, mi aspetta una serata a coca cola.
Dopo aver recuperato Jasper mi dirigo da Emmett, voglio entrare a salutare Rose e chiederle un paio di delucidazioni su una certa scatolina rosa.
< Ahah Edward, avrei voluto vedere la tua faccia quando hai visto la scatola ahah ti prego dimmi che cos'hai pensato ahahah> Rose appena mi ha visto è scoppiata a ridere.
< Ho avuto paura Rose, mi sono chiesto dove fossi finito; invece non sono così isteriche come mi avevi fatto credere!>
Da molto tempo noi due scherzavamo sulla mia idea che i dolori mestruali rendessero le donne delle vere serpi. Rose aveva deciso di sfruttare questo nostro gioco per regalarmi qualche attimo di puro terrore.
< Rose ehm, non so come dirlo, ma ehm le tue colleghe poi migliorano o ehm devo sopportare che ci provino per tutto l'anno?>
Le risate di Rose aumentano, che cosa c'è da ridere poi! Questa è una domanda seria!

Sento inspiegabilmente nascere sul mio viso un sorriso: < Rose lei è straordinaria, gentile, decisa, vede più cose di quanto gli altri credano, ma vuoi mica che io vada a raccontarle che dirige una filiale di frustrate?>
< Okay ragazzi adesso basta! Andiamo, o devo forse tornare a essere geloso Edward?> Emmett è il solito intransigente, scherza, ma ci tiene a sottolineare che Rose ed io ci siamo lasciati da molti anni; non eravamo fatti per stare insieme, ma è rimasta una bellissima amicizia ed in più Rose ha sviluppato un intruito straordinario riguardo alle cose che mi riguardano. Mi accorgo che questo è uno di quei momenti in cui ha notato qualcosa che io ancora non so perchè mi lancia quello che con Jasper chiamiamo "Lo Sguardo" , un'occhiata profonda piena di sottintesi; ma questa volta sono sicura che gli sbalzi ormonali dovuti alla gravidanza le abbiamo fatto prendere un abbaglio.

Mamma mia, meno male che mi auguravo di dormire molto questo week end: ieri siamo tornati tardissimo; inutile dire che il ristorante in questione si è rivelato un vero flop: cucina italiana sopra il riso del sushi, un pessimo abbinamento. Jasper è rimasto dispiaciuto, ma è il bello del rischio: pure Emmett ed io abbiamo fatto clamorosi sbagli nella scelta del locale, questo è il motivo per cui giochiamo, per non annoiarci sapendo sempre in anticipo che cosa ci aspetta.
Così per migliorare l'umore di Jazz e dimenticare il cibo dell'Italian Sushi, ci siamo ritrovati tutti a casa mia a bere una birra, beh ammettiamolo, molte più di una, come dimostra il cerchio che ho alla testa.
E' una fortuna vivere da solo, nessuno può riprendermi per cosa faccio. Ho questo vantaggio perchè i miei genitori si sono trasferiti ad Atlantic City, a mio padre, già primario di un ospedale qui a Philadelphia, è stato offerto un ruolo importante in una ricerca contro il cancro, ricerca che si svolge presso un centro ricerche proprio ad Atlantic City; mio padre ha sempre sognato di poter fare questo tipo di ricerche, ma al momento di accettare ha avuto dei dubbi: non voleva lasciare soli mia madre, Esme, e me. Quando mia madre ha deciso di trasferirsi con lui, ho detto loro che avrei preferito rimanere a casa nostra, convincendoli, non con poco sforzo, che a ventotto anni sono più che in grado di cavarmela da solo. Hanno accettato a una condizione: Marian, la loro colf avrebbe continuato a venire a casa. Non che mi dispiacesse quest'opzione, come Esme aveva previsto Marian è la mia salvezza, sono disordinato e la sera non sono mai solo, come è vero che Rose e Emmett hanno preso l'abitudine di invitarmi a cena una volta a settima negli ultimi mesi, per non lasciarmi solo, è anche vero che spesso loro due e Jasper vengono qui: non sarebbe bello far trovare loro la casa sottosopra.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Grazie mille a chi segue, commenta o anche solo legge la mia FF. Con questo capitolo entriamo nel vivo della storia, sperando che vi piaccia, è la prima volta che mi cimento con una fan fiction qui su Efp e devo dire che ce ne sono molte scritte benissimo. Mi scuso se questo capitolo arriva con un po' di ritardo, ma ho avuto un esame per cui il tempo di copiare quello che ho scritto a PC si è ridotto notevolmente. Spero di farmi perdonare XD
Allora ho un piccolo quesito per voi. In questi giorni ho notato che mantenendo la solita impostazione di impaginazione della storia, risulta pesante da leggere e soprattutto fastidiosa, per cui proverò ad alleggerire la grafica inserendo più spazi e a capo ( non è che ami molto andare a capo XP) e a cambiare l'impaginazione, fatemi capire se lo trovate migliore o no.
Ancora una cosa, mi sono trovata ad affrontare il problema di dove differenziare i dialoghi da sms e simili, arrivando alla conclusione che gli sms saranno scritti in grassetto tra virgolette, mentre i dialoghi manterranno il normale carattere e saranno aperti e chiusi dal trattino e non più da maggiore e minore che ogni tanto creano qualche problemino con html.
Ok ok ho rotto abbastanza..
Buona lettura miei cari.



POV BELLA
Sento suonare il cellulare, ho ricevuto un messaggio, anzi, lo schermo mi dice che è un MMS di Rosalie.
"Ciao mi chiamo Seth, peso 4 kg ed appena la mia mamma e il mio papà mi hanno visto si sono completamente rimbambiti" 
Il testo è seguito dalla foto di un bel bambino, che, malgrado sia appena nato, già promette di eguagliare il padre in quanto a stazza: ma statisticamente i bambini non dovrebbero pesare circa tre chili appena nati?
"E' un bambino bellissimo! Congratulazioni a mamma e papà"
Ed è vero, è la creatura più bella che io abbia mai visto; non vedo l'ora di andarlo a trovare, ma credo che oggi sia troppo presto, domani però andrò sicuramente.
- Direttrice posso parlarle per favore?- 
Mentre guardo la foto di Seth con un po' di invidioso desiderio arriva un cliente a distogliermi dai miei pensieri: devo tornare ala realtà e rimettermi al lavoro, il giovedì è sempre un giorno di grande affollamento per noi, a Camden c'è il mercato, per cui anche chi vive in aperta campagna o isolato approfitta della giornata per venire in città a svolgere tutti gli oneri che la routine impone: compreso passare in banca..


A pranzo, come sempre, si parla di un giovane maschio, ma questa volta ha solo qualche ora di vita ed i discorsi sono di ben altro tipo:
- Certo che è un bel vitellino, povera Rose, io ho avuto tre figli ed il più grande pesava solo 3,5kg alla nascita - racconta Lauren, mentre guarda il video che Emmett ha mandato ad Edward; chi l'avrebbe mai detto che è uno dei migliori amici della coppia? 
Beh io se al matrimonio fossi stata più attenta, lui e il fratello di Rose erano i testimoni di Emmett, ma io avevo i miei guai e del matrimonio ricordo ben poco.
- Ragazze e se andassimo a trovarla tutte insieme domani? - propone Alice strappandomi le parole di bocca.
- Mi dispiace, non posso - risponde Lauren - è il compleanno di mio marito, gli ho organizzato una festa a sorpresa e ad andare e venire da Philadelphia ci vuole troppo. - 
- Io nemmeno posso ragazze, lo sapete domani è la serata libera della badante di mia madre e qualcuno deve stare con lei, visto che non si alza dal letto. - risponde Jessica - Vado sabato, fatemi sapere quando li dimettono, così so se andare a casa o ancora in ospedale. -
- Io vengo volentieri, ma ho bisogno di un passaggio, non ho la patente- risponde Angela.
- Ti accompagno io, tanto devo tornare a Camden, devo chiarire un paio di cose con una certa persona. - dicendo questo Alice lancia a Edward uno sguardo complice ed io sento una strana ed indefinibile sensazione. 
- Io ci sto-. rispondiamo in coro l'unico ragazzo del gruppo ed io; lui infine aggiunge - stasera andrò a cercare un orsetto gigante per Seth, avevo promesso a Emmett che per la nascita del bambino gli avrei fatto un regalo enorme!- 
- Anche io vorrei comprargli un regalo, ma sinceramente non ho la più pallida idea di cosa comprargli - aggiunge Alice.
Anche io vorrei prendere un regalo, tanto vale che andiamo stasera tutti insieme.
- Possiamo andare stasera uscendo, al negozio in cui hanno fatto la lista nascita- propongo - Edward hai idea di quale sia?-
Lo vedo smarrito. 
- Mando un messaggio a Emmett per saperlo, io nemmeno so cos'è una lista nascita!-  risponde infine.

Abbiamo scoperto che Emmett e Rosalie non hanno fatto nessuna lista nascita, a detta di Edward avevano la sua stessa conoscenza dell'argomento; per cui all'uscita dal lavoro lui, Alice ed io ci siamo diretti a un negozio specifico per neonati, accompagnati da Angela, l'unica tra noi ad avere idea di cosa serva ad un neonato. 
Entrare nel negozio mi lascia spiazzata, sento il ticchettio dell'orologio biologico aumentare a dismisura: sono circondata da donne incinte, o con bambini piccolissimi nella carrozzina, che fanno shopping.
Alice, deliziata, si guarda in giro come se fosse nel paese dei balocchi: - Guarda che bel vestitino questo, peccato che Rose abbia avuto un maschio! O mamma e questi pantaloncini come sono belli!!!- 
- Alice, quelli vanno bene per un bambino di due anni, Seth ha poche ore - La blocca Angela - Se vuoi regalarle un vestitino prendi uno di questi, sono per i primi tre mesi, ed è meglio prenderglieli un po' abbondanti perchè in questo periodo le regaleranno moltissimi vestiti, almeno a Seth andranno bene anche tra un mese. -
Alice prende una casacchina da marinaio bianca e blu a maniche  corte.
- No Alice, è settembre, il bambino va coperto.- 
Sento Alice boffonchiare qualcosa tipo : - ma questa qui chi l'ha invitata? Guastafeste!- e tornare a guardare i vestiti. 
Mi allontano da lei ed Angela cercando di trovare un'idea. Mi accorgo che Edward ed un bambino di un paio d'anni guardano con occhi rapiti ed estasiati un Winnie Pooh grande come il secondo dei due.
Mi avvicino - Ti sei incantato?-
- No direttrice, penso solo che sia perfetto: mi ricorda Emmett, un orso per niente minaccioso-
Scoppio a ridere , non conosco il marito di Rose bene quanto lui, ma ha ragione Winnie Pooh è perfetto.
- Ma ma - sento dire al bambino mentre Edward prende in braccio l'orso - i siore o gala me?- 
E la mamma rispondere - no tesoro - seguita dai singhiozzi disperati del bambino.
- Mmm però quest'orso non può stare lontano da una foresta, ho visto una palestrina proprio con quella decorazione. Che ne pensi se facciamo un regalo abbinato?-
- Ottima scelta direttrice, Seth si divertirà un mondo- 
Paghiamo e usciamo, Alice ed Angela ci aspettano sulla soglia fumando una sigaretta.
- Allorta voi cos'avete preso? Io ho trovato una graziosa maglia con un cucciolo di lupo e un paio di pantaloncini molto carini.-
Edward ed io scoppiamo a ridere e illustriamo i nostri regali, facendo così unire anche le altre alle nostre risate.
- Io devo scappare, scusatemi, lo svantaggio di non aver avuto figlie femmine è che nessuno cucina se faccio tardi.-ci saluta angela prima di voltarsi e dirigersi a casa.
- Vado anche io - mi affretto a dire - questa sera ho un impegno - Seh con la televisione ho un impegno ma non voglio far capire loro che a causa della mia solitudine mi attarderei il più possibile: sono giovani, hanno le loro vite, non voglio fare da zavorra, e poi sono pur sempre il loro capo!


Seth è un bambino stupendo, ha veramente rubato il cuore a tutti; siamo arrivati da dieci minuti e subito Emmett e Rose ci hanno mostrato il loro capolavoro, che ha allungato le manine verso si me per farsi abbracciare. La sensazione di un bambino in braccio è qualcosa di indescrivibile: mi sento invadere da un calore nuovo, come se il ghiaccio che mi ha avvolto il cuore in tutti questi anni si sia finalmente sciolto.
- Ehi Seth, vieni un po' anche da me!- sento dire da una voce dietro di me. 
Entra un ragazzo così simile a Rosalie che non può essere che suo fratello o un clone.
- Ciao io sono Jasper, ma ci siamo già visti al matrimonio di mia sorella, sei Bella se non sbaglio.- 
Jasper parla con me, anche se non è me che guarda
. Mi accorgo dell'assoluta immobilità di Alice, stregata dallo sguardo intenso dal ragazzo; quest'ultimo la osserva totalmente dimentico che intorno a lui ci siano altre persone, o delle sue braccia tese nell'atto di afferrare il nipote dalle mie braccia. Sembrano vivere in una loro bolla in cui noi non abbiamo il permesso di entrare.
- Si sono io, felice di rivederti Jasper- dico interrompendo l'idilio - questa è Alice, un'altra collega di Rosa - "è single" vorrei aggiungere, ma penso che li metterei in imbarazzo. 
- Ciao Alice, sono contento di conoscerti, Rosalie ci ha parlato molto di te -
Alice ancora non sembra essere ancora in grado di rispondere, così Edward prende la parola.
- Ma dai Jazz, Rose che parla tanto, chi l'avrebbe mai detto? -
Scoppiano tutti a ridere: la neo mamma nella vita privata deve essere molto più estroversa che sul lavoro.
- Bella, dai lascia Seth un po' anche a noi. - continua Edward  - fammi spupazzare questo bell'orsacchiotto, prima di lasciarlo tra le braccia dello zio. -
Jasper , distratto, non risponde.
- A proposito di orsi Edward - si riprende Alice - sbaglio o ce n'è uno che aspetta di fare la conoscenza di Seth? -
I nostri regali piacciono molto ai neo genitori, Emmett sembra divertito dall'idea del Winnie Pooh.
- Ragazzi è meglio se andiamo  - dico mentre un'infermiera dall'aria minacciosa si avvicina a noi: sono le sette e mezza, l'orario di visita è terminato mezz'ora fa. 
- Mamma mia è tardissimo! Mio marito e i miei figli staranno mordendo le gambe del tavolo! Mmm magari è la volta buona che hanno imparato a arrangiarsi  e trovo pronto qualcosa che non siano i cartoni del Mac Donalds!- 
- Angela per cui non ti andrebbe di unirti a noi per la cena?-
- Mi piacerebbe molto, ma devo organizzare meglio a casa. Mi dispiace solo che Alice non possa fermarsi. - 
- Tranquilla Angela, oggi devo chiudere definitivamente un determinato capitolo della mia vita, per cui non avrei comunque potuto fermarmi. - 
E' la seconda volta che Alice parla di questo impegno e non posso che sentire una stretta al cuore per lei. 
Mi ricorda com'ero io alla sua età. Ovvio che dopo una serie di sfortunate vicissitudini, in primis l'atroce divorzio dei miei genitori fatto di urla, strepiti e lotte infinite tra avvocati, trovare una persona apparentemente calma e normale come Trevor mi avesse rassicurata; peccato che lui non fosse meglio dei suoi predecessori, solo più noioso. Posso solo augurarmi che Alice non arrivi alla vigilia del suo quarantatreesimo compleanno nella mia attuale situazione: chissà che non sia Jasper a fare la differenza. 
-Bella tu vieni vero? Non mi lasci solo a cena?-
Beh non so se me lo sta chiedendo per educazione, ma mi fa piacere per una sera non restare sola. 
- Volentieri, ma sei sicuro che ti va la compagnia di una vecchia megera come me?- 
- Certo che mi va! E poi io qui di vecchie megere vedo solo l'infermiera da guardia.-
Ok è educato, gentile, galante, ma a parte l'età lo avrà un difetto? Mi auguro che invecchiando non cambi.
- Ti va una pizza per cena Direttrice? O preferisci qualcos'altro? Qui vicino all'ospedale c'è una delle mie pizzerie preferite. - 
Che dire, adoro la pizza e ovviamente ho poche occasionei di mangiarla, per cui accetto al volo.
- Fammi strada con la macchina-
- No no , il posteggio non è facile da trovare ed a piedi ci mettiamo dieci minuti, proporrei di lasciare qui le macchine-
Ha ragione, è più pratico : - Allora andiamo!-
- Come hai conosciuto questa pizzeria Edward?- gli chiedo per evitare di piombare nel silenzio.
- Mio padre è stato primario in questo ospedale, finchè non è partito per fare ricerca ad Atlantic City. Spesso  capitava che dovesse coprire più turni di notte del necessario,  per coprire le assenze dell'ultimo minuto degli altri, ricordo che una di quelle volte era il giorno del suo compleanno. A mia madre dispiaceva lasciarlo solo in ospedale così abbiamo pensato di fargli una sorpresa e tenergli compagnia per un po'. Siamo  arrivati con i regali e i palloncini, ma ci mancava la torta, avevamo posteggiato proprio davanti alla pizzeria così abbiamo deciso  di fargli spegnere le candeline sulla pizza. E che pizza cara! Comunque sia ormai è una tradizione, ogni compleanno di mio padre veniamo a mangiare una pizza qui.- E mi indica il locale.
E' un posto carino, molto semplice, tavoli in legno con tovaglie a quadri, pareti bianche con le foto di diverse pizze e dei poster di una qualche squadra  sportiva color azzurro.
- I proprietari sono italiani, vengono da Napoli ed hanno voluto rendergli omaggio con lemagliette della loro squadra.-
Italia, Napoli, beh una cosa è sicura, qui la pizza è veramente buona, deve esserlo, è il loro piatto più famoso.
La cameriera ci accompagna al tavolo, uno dei pochi liberi devo ammettere, e ci lascia i menù. 
Ci sono molte meno pagine rispetto alle sedicenti pizzerie che di solito si trovano da queste parti.
- Sai Edward, mio nonno paterno era italiano e diceva che la vera pizza ha pochi ingredienti e un impasto saporito. Per cui andrò sul classico: Margherita. - 
- Sai anche a me piacciono le pizze semplici, Emmett invece guarda sul menù  prende quella con più ingredienti o la più strana. Rose le prende sempre dolci, non so come mai ma adora le pizze con zucchero a velo e Nutella; Jasper va sul sicuro : wuster e patatine. 
Io invece cambio sempre , ma stasera dico margherita con la mozzarella di bufala, arrivano fresche dall' Italia proprio il venerdì. -
- Allora cambio e ti imito. - ordiniamo alla cameriera e proseguo - devi conoscere da molto Rose Emmett e Jasper per sapere tutte queste cose du di loro.-
- Si, Jasper l'ho conosciuto il primo giorno del liceo, Rose ha due anni in meno, ma aveva una cotta per me dal primo momento che ho messo piede in casa loro; siamo anche stati insieme per qualche mese, ma poi ho capito che per me era più una sorella che una ragazza ed abbiamo lasciato perdere. Emmett invece non è sempre stato nostro amico, malgrado conosca anche lui dal primo anno di liceo: un bulletto sempre pronto a prendersela con i più deboli soprattutto con Jasper e me, ed a fargli qualche scherzo. Questo per due anni, poi si è iscritta Rose e stava sempre con noi: Emmett è improvvisamente diventato un amico; ci è voluto poco a capire che gli piaceva la piccola Hale. Insomma l'ha totalmente cambiato. E frequentarlo ha cambiato noi. Ha costretto Jazz e me, che eravamo i classici secchioni occhialuti, a iscriverci in palestra, e a stare attenti a cosa indossavamo; gli occhiali sono poi stati sostituiti da lenti a contatto: in tre mesi ci ha fatti diventare i più popolari della scuola.-
- Fammi indovimare, improvvisamente tutte le ragazze che prima vi deridevano cadevano ai vostri piedi- dico ridendo.
- Come hai fatto a indovinare? E' così scontato!-
- Beh siete oggettivamente dei bei ragazzi e le ragazze di quell'età non sono molto profonde!- MI sento arrossire, ma che mi sta succedendo sto impazzendo? Io arrossire?
- Anche tu eri così al liceo?- 
- No, io al liceo ero occhialuta e secchiona e non c'è stato nessun Emmett a cambiarmi, anzi!-
. Ma dai, sei molto bella, non posso credere che al liceo non fossi popolare. -
- No davvero di popolare c'erano solo gli scherzi che mi facevano, soprattutto quando mi sono trasferita in quel posto dimenticato da Dio che è Forks, a casa di mio padre che ne è il capo della polizia: motivo più che valido per essere emarginati tra l'altro.-
- I tuoi sono divorziati?-
- Sì, per l'epoca è stata una grande novità, ed ovviamente un grande scandalo. Come se non bastasse Charlie e Renee hanno avuto accese discussioni tramite avvocati. O meglio l'avvocato di Renee pretendeva, quello di Charlie cercava di accusare il colpo. Avevo otto anni, ma ricordo tutto ancora ora. Renèè mi ha tenuta con sè, lei passava da un fidanzato all'altro e io passavo da una casa all'altra. Quando avevo quindici anni, ha deciso che ero io il motivo per cui non riusciva a tenersi un uomo, ha messo la mia valigia fuori dalla porta e credo che sia stato l'unico giorno nella vita di Charlie in cui ha urlato più forte di mia madre e soprattutto infranto qualsiasi limite di velocità per precipitarsi a prendere un aereo per raggiungermi a Phoenix.- perchè glielo sto raccontando? Nessuno sa di queste cose e nessuno deve continuare a saperle: ma mi sento stranamente libera di confidarmi con lui.
-Scusa non dovevo raccontartelo, non l'ho mai detto a nessuno.-
-Sarò una tomba Bella, te lo prometto- Sorrido
- Finalmente mi hai chiamata Bella!-
- Beh oggi non riesco proprio a vederti come il mio capo-
- Ma perchè di solito mi chiami sempre Direttrice?-
-Perchè è come se tu mettessi distanza tra te e gli altri, mi sembra forzato chiamarti Bella. Ma questa sera ti sto conoscendo un po' meglio e le cose sono diverse. Ma tu perchè odi essere chiamata così ?-
- Perchè sento che il mio ruolo mi distanzia troppo dagli altri, per questo non mi piace essere chiamata direttrice. -
Ci siamo fermati davanti alla macchina: tra una confessione e l'altra la cena è piacevolmente terminata e mi ritrovo triste al pensiero di andarmene.
- Venerdì prossimo tocca a te sai?-
- Cosa?-
- Beh se non hai impegni ovviamente, mi piacerebbe che mi portassi in uno dei tuoi locali preferiti -
Qualcosa nel punto in cui ho lo stomaco si blocca. Locale preferito, non esco a sufficienza per avere un locale preferito.


Arrivo a casa e mi preparo per andare a letto, quando mi arriva un sms di Tanya: 
"E' mezzanotte, so che odi l'idea di invecchiare, ma tanti auguri Bella! Per domani tieniti libera si va a festeggiare!"
Mi corico a letto pensierosa: ho appena compiuto 43 anni, ma sono allegra come non lo ero da tempo; quello che mi preoccupa è che la causa di questa felicità è una cena con Edward Cullen, che non solo è un mio sottoposto, ma ha anche solo ventotto anni.
Forse, penso scivolando nel sonno, è il caso che queste cene non continuino.



- Dai Bella diccelo! Lo sappiamo che c'è qualcuno! Nessuno è su di giri perchè compie 43 anni, figuriamoci tu che ti deprimi  a ogni compleanno da quando ne hai 18!-
- No vi giuro, non ho nessuno, ieri siamo stati a trovare una collega che ha avuto un bambino, sarà quel paciocchino di Seth che mi ha messo di buon umore, lo ero già in pizzeria.-
-Che pizzeria Bella?- 
ahia brutto errore il mio.
- Quella in cui sono andata con i colleghi a cena visto che abbiamo fatto tardi.--
- Ah quindi è un collega.. ah no siete tutte donne. -
Okay in realtà le cose ieri non sono andate proprio così, ma non voglio mi tormentino con le domande. Sono stata a cena con Edward è vero ed è stato un piacevole cambiamento rispetto a certe tristi sere che passo da sola: sono arrivata alla conclusione che è per questo che ieri ero felice. Ed uscirò ancora, niente mi vieta di cercare di evitare la solitudine almeno una volta a settimana.




NOTE FINALI:
eccoci ci troviamo alla fine del terzo capitolo. Come avete visto Bella ed Edward si stanno avvicinando, così come Alice e Jasper. A proposito di quest'ultima coppia, mentre scrivevo la scena pensavo a "Occhi negli occhi" tratto da Giulietta e Romeo di Cocciante . Cercatelo su youtube XD io non riesco a capire come inserire il link XD



 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Ciao a tutti! Lo so sono in ritardo, ma questo capitolo mi ha dato non poco filo da torcere, l'ho scritto e riscritto in continuazione, spero di essere riuscita a renderlo bene. Mi scuso per eventuali errori lessico grammaticali che potrete trovare, credo di averli eliminati tutti, ma capisco che per qualcuno abituato ad avere a che fare con la grammatica possa dare fastidio.
Buona lettura



POV EDWARD
Maledettissimo rumore, che cos'è?
Mi sta perforando le orecchie: oh la sveglia!
Ma perchè non si spegne? 
Che non sia quella?
Allora il cellulare.  
Apro un occhio : no il cellulare non sta squillando però ci sono.. oddio 15 chiamate? E anche dei messaggi.Che è successo? 
Ieri sera sono tornato a casa dopo aver cenato con Bella e non c'erano, credo. No ora che ci penso non ho proprio guardato il cellulare ieri sera, sono stato troppo impegnato a ricordare la splendida serata passata e con quei pensieri mi sono addormentato. 
Quello di questa mattina è stato un pessimo risveglio, ma finalmente il mio cervello sembra essere tornato a funzionare e mi accorgo che a svegliarmi è stato il suono del campanello. 
Indosso pantaloni e maglietta e mi dirigo ad aprire, controllando intanto sul cellulare chi abbia così tanta fretta di parlarmi: il numero che si ripete sullo schermo è quello di Jasper, forse, penso, è successo qualcosa a Seth e Rose, eppure sembravano stare bene ieri pomeriggio.
Trovare Jasper sulla porta non fa che aumentare i miei timori ancora di più.
- Jazz che succede? Rose e Seth stanno male?- gli chiedo ansioso.
- No, perchè dovrebbero?- la sua risposta è quantomeno strana
- Jazz, mi fai quindici chiamate e mi mandi non so quanti sms, suoni a casa mia il sabato mattina all'alba e mi chiedi pure perchè mi preoccupo?-
- Sono le nove - mi risponde lui.
- Appunto, l'alba- 
- Va beh, tanto ormai sei sveglio, posso entrare? - 
- Sì e ti prego dammi una valida motivazione per tutto questo per favore - 
- Si certo. Senti Edward ieri sei venuto in ospedale con tre tue colleghe, la più giovane Alice, è la tua ragazza? O sei anche solo interessato a lei? -
- No Alice non è la mia ragazza, anzi nemmeno mi interessa, è un'amica, che oltretutto ti volevo presentare appena ne avessi avuto l'occasione. No! Aspetta un attimo! Tu! Tu mi hai buttato giù dal letto all'alba per chiedermi se sto con Alice?! - Credo che gli occhi mi siano usciti dalle orbite per la sorpresa, o per la rabbia, o per tutte e due le cose.
- Beh io ho provato a chiamarti ieri sera, e anche a mandarti degli sms, ma tu non rispondevi. Così ho pensato al peggio, pensavo fossi con lei, che aveste un appuntamento e sono andato nel panico. -
- Ho capito, ma non è che sto con tutte le ragazze che conosco Jasper, posso sapere come ti è venuto in mente che stessi con Alice? -
- Edward, ieri mentre uscivi dalla stanza d'ospedale Rose ha usato Lo Sguardo, che avrei dovuto pensare? -
Rose e il suo famoso Sguardo mi devono almeno un paio d'ore di sonno.  
- Jazz, io credo che l'istinto di Rose faccia cilecca ultimamente, non è la prima volta che usa Lo Sguardo in questi mesi, ma  davvero non c'è nulla a cui possa riferirsi, tantomeno a una storia con Alice. -
- Allora davvero non ti interessa? -
Quando è in questo stato, e purtroppo non è la prima volta, Jasper mi irrita molto, insomma può un ragazzo come lui, deciso quando si tratta di incastrare un criminale, perdersi in un bicchier d'acqua ogni volta che incontra una ragazza? Per non parlare poi di quanto si fa influenzare dall'istinto di Rose: insomma può capitare che sbagli anche lei? Soprattutto considerando quanto deve essere scombussolata dalla gravidanza e dal parto.
- Si Jasper, già te l'ho detto, non mi interessa. - 
- Allora senti avrei un'idea -


Sono stato il primo a pensare che Alice e Jasper fossero perfetti l'una per l'altro, a voler trovare un modo per farli conoscere e mi sono anche stupito di questo considerando che Alice è stata anche una collega di Rose. 
Alice però ha avuto più problemi di quanto inizialmente pensassi a rompere con Jacob Black. Lui infatti si è velocemente stufato di Lauren ed ha cercato in tutti i modi di tornare con Alice, compreso inviarle mazzi di rose ogni giorno a lavoro. Lei non ha mai ceduto, malgrado il tarlo del dubbio abbia iniziato a scavare nella sua decisione: se fosse stato sincero questa volta? 
Per fortuna venerdì scorso ha deciso di porre una definitiva fine a tutto questo, affrontando Jacob Black e dicendogli fermamente di lasciarla stare e dimenticarla.  Malgrado questo non ero così convinto che sarebbe finita, se quello stesso giorno lei non avesse incontrato  Jasper, sono più che convinto che la differenza l'abbia fatta lui, questo è il reale motivo per cui ho deciso di aiutarlo. 
Lui avrebbe voluto incontrare casualmente Alice all'uscita per invitarla insieme a me a prendere un aperitivo. 
Conoscendo meglio gli orari che facciamo, gli ho proposto di venire semplicemente con noi a pranzo durante il suo giorno libero, oggi. 
Sono consapevole che così facendo i pettegolezzi di Jessica, Lauren e Angela aumenteranno vertiginosamente, ma Jasper è disposto a correre il rischio, pur di vederla.
Mi ha appena mandato un sms per avvisarmi che è appena arrivato. 
- Ehi Alice, mi ha mandato un sms il fratello di Rose, è qui di passaggio così vado a pranzo con lui, vieni con noi? - 
Lei si illumina e accetta, cosa di cui non avevo il minimo dubbio, soprattutto dopo aver assistito al loro primo incontro. 
Così esco insieme a lei ed incontriamo Jasper, inutile dire che mi sento veramente di troppo, ma per un amico queste cose si fanno. 
Per fortuna sono veloci a servirci, così posso allontanarmi da loro con una scusa e lasciarli soli. 
Mi avvio verso la filiale chiedendomi cosa  posso fare in attesa di poter entrare. 
- Che fai Edward, entri o preferisci venire a prendere un caffè con me? - 
- Vada per il caffè - 
Bella mi ha salvato.
- Per tua fortuna ho intuito che saresti arrivato prima - 
- Davvero? - 
- C'ero pure io in ospedale venerdì , ricordi? -
Sorrido. E' stata molto molto carina, non mi andava di stare solo seduto su una panchina per mezz'ora. 
- Secondo te come sta andando?- Mi chiede Bella, stupendomi non poco con questa domanda, ho già appurato che non è una pettegola, per cui può solo essere veramente interessata al benessere di Alice. Mi chiedo come mai, non credo che sia solo affezionata ai suoi dipendenti.
- Oh ti assicuro che non si sono nemmeno accorti che ero con loro, per cui direi che sta andando bene. - 
- Meno male, almeno non rischia di finire come me. - mormora Bella.
Non so se stesse parlando con me o no. 
- Scusa non ho capito - le dico, dandole così la possibilità di decidere se dirmi quello che ha detto o no.
- Niente, lascia stare. - 
Preferisce evitare di parlarne, per cui la seguo in filiale, senza insistere.


Alice ha passato tutto il pomeriggio a ringraziarmi e a raccontare tutto quello che si sono detti, risparmiandomi per fortuna tutti i dubbi  che, sono sicuro ancora ha. 
Arrivato a casa non mi stupisco di trovare  Jazz sul portone, in evidente agitazione.
- L'ho invitata a uscire sabato -
- Lo so me lo ha detto Alice. -
- Ah bene, ti ha anche detto anche altro?-
- No Jasper, stavamo lavorando. -
- Ah va beh, ma se ti dice qualcosa che non va me lo dici vero Edward?  Comunque il problema è questo dove la porto? Edward vorrei un consiglio. Dove la posso portare per fare colpo. Vorrei che sembrasse una di quelle scene romantiche che si vedono nei film. E tu tra di noi sei sempre stato quello più romantico.- 
- Jasper, per favore, devi scegliere tu, ad Alice questo farà piacere, qualcosa "da Jasper" non qualcosa pensato e programmato a tavolino suggerito da me.  Se vuoi far colpo su di lei non esagerare sii te stesso, scegli un posto in cui ti sentirai a tuo agio e potrai essere te stesso. Alice ha bisogno di realtà non di finzione, anche se la realtà non è romantica come i film.- 
- Va bene, ci penso - 
Appena Jasper chiude la porta ed esce mi squilla il cellulare. 

" Edward ma se non so dove mi porta come faccio a decidere cosa mettere? "

Sospiro e rispondo ad Alice. A sabato sera mancano ancora quattro lunghi giorni, sarà dura.



Tra una chiamata di Jasper e le mille domande di Alice sono finalmente arrivato a venerdì sera: esco con Bella, mi porterà nel suo ristorante preferito.
Mi sento agitato, questa settimana ho sempre visto la Direttrice, quella che si isola da tutti, fredda distante, un pezzo di ghiaccio. In un'unica occasione ho potuto vedere  la Bella conosciuta la settimana scorsa: martedì, in quei pochi minuti in cui abbiamo preso un caffè insieme, dopo che avevo lasciato Alice e Jasper soli a pranzo.
Quale delle due vedrò stasera? 
Sono in macchina sotto casa sua che la aspetto, vorrei essere sicuro di non trovare un muro, non saprei come trascorrere la serata. Perchè le ho chiesto di uscire con quella scusa patetica del voler conoscere il suo ristorante preferito? Cosa mi è saltato in mente? Mi sono lasciato incoraggiare dal suo comportamento della settimana scorsa, ma forse è stato solo un momento, una cosa che non si ripeterà. Inizio a pensare di aver fatto un errore gigantesco. 
Esce dal portone, è la prima volta che non indossa un rigido tailleur grigio che porta al lavoro, ma un jeans nero attillato, con stivaletto e camicia bianca: sta molto meglio vestita così.
Si guarda intorno finchè non nota la mia macchina e le si apre un piccolo sorriso in volto. Mi basta questo, per cancellare tutti i miei dubbi, sono sicuro che questa sera sarà solo Bella.
- Allora, dove mi porti stasera? - 
- Segreto! Ti do le indicazioni così lo vedrai solo una volta arrivati. - 
- Okay capa - mi sembra la diverta questo gioco, ed anche a me non dispiace, per cui acconsento volentieri.
Arriviamo davanti a un ristorante giapponese: ottimo amo il sushi.
- Eccoci qui. Ho pensato di portarti qui perchè adoro mangiare al nastro. - 
- Piace anche a me, beh in realtà mi piace quando non sono con Emmett, quando c'è anche lui mi vergogno da morire, prende tutti i piatti che gli passano davanti, quando vengono a ritirarli abbiamo sempre vicino una pila che è quattro volte quella degli altri. Sono più che sicuro che nelle cucine hanno le nostre foto con la scritta : io qui non posso entrare, sai come si fa con i cani - 
- Anche la mia amica Irina è così, ma ho il sospetto che lo faccia perchè a casa la suocera non la fa mangiare abbastanza, con la scusa che deve mantenersi magra per continuare a piacere al suo bambino.  Dammi retta Edward, mai andare a vivere nella casa di fianco alla propria suocera! - 
- E non è ancora scappata? Una persona normale l'avrebbe fatto! - 
- Credo non voglia dare alla suocera la soddisfazione di andarsene, ormai la loro è una vera e propria lotta senza esclusione di colpi. -
Ci sediamo al tavolo che ancora ridiamo, mi accorgo che quando sorride le si creano due splendide fossette agli angoli della bocca. Sto per rispondere, quando mi squilla il cellulare:

" Ma cosa mi metto domani? Meglio jeans e camicia o un abito vero e proprio? Secondo te cosa preferisce lei? "

Non ho nemmeno finito di leggere che il cellulare suona di nuovo:

" Tu lo sai dove mi porta? Lo so che lo sai! Ti prego dimmelo! Non so che cosa mettermi!"

E' ufficiale, Jasper e Alice mi faranno impazzire, ma ora non ho intenzione di rispondere, rischio di offendere Bella. Per evitare che il cellulare squilli continuamente inserisco la vibrazione e me lo rimetto in tasca riprendendo il discorso con Bella. 
- Non capisco la rivalità tra moglie e suocera. Che senso ha?  Come quei padri iperprotettivi nei confronti delle figlie, per cui il genero non va mai bene! -
- Non so proprio cosa dirti, ma anche mio padre era così quando vivevo da lui, al solo nominare un ragazzo si irrigidiva. Non che abbia mai avuto occasione di conoscere un mio ragazzo! - 
- Io invece ricordo fin troppo bene il primo incontro con il padre di una ragazza: il giorno in cui sono andato a prenderla a casa per portarla al ballo dell'ultimo anno del liceo. E' stata un'esperienza traumatizzante, il padre di lei era severissimo mi sono quasi stupito che non mi abbia chiesto di fargli vedere le analisi del sangue  prima di farla uscire con me. L'alito però ha voluto sentirlo per scoprire se puzzava di alcool: è stato imbarazzante, per mia fortuna ho sempre rispettato le regole. -
- Beh almeno capisci perchè non ho mai portato ragazzi a casa, Charlie era il capo della polizia, era armato e soprattutto i ragazzi con cui uscivo ai tempi non erano rispettosi delle regole quanto te. - 
- Li avrebbe portati nella vostra sala per gli interrogatori privati e messi sotto torchio per ore, come in quel film con Robert De Niro? -
- No! Io credo non gli avrebbe nemmeno dato il beneficio del dubbio, gli avrebbe sparato non appena avesse sentito la macchina fermarsi nel vialetto! - 
Cala un momento di silenzio. Bella sta osservando una strana polpetta nel suo piatto, sembra voglia dire qualcosa ma non trovi il coraggio. Prendo un maki al tonno e inizio a mangiarlo, per non farle notare che mi sono accorto di questa sua indecisione. 
- Posso chiederti una cosa Edward? - mi dice infine, sebbene con ancora un po' di timore.
- Certo - mi ha incuriosita questo suo comportamento così timido.
- Ecco.. quando sono scesa da casa prima, sembrava che tu avessi ingoiato un rospo all'idea di venire a cena con me - 
Non me la sento di spiegarle tutti i pensieri assurdi che mi sono passati per la testa in quel momento, io stesso devo ammettere che sembravo terribilmente Jasper nei suoi momenti peggiori. 
- No Bella, anzi, a me piace uscire a cena insieme, solo che credevo di essere stato io a osare troppo, proponendoti una seconda cena, ma l'altra volta sono stato bene ed è stato spontaneo chiedertelo. - 
- Anche a me fa piacere, possiamo anche farlo diventare un impegno fisso il venerdì sera. Ovviamente sempre che tu non abbia impegni. - Mi dice arrossendo leggermente. - Ma come mai pensavi di aver osato troppo? - 
- Perchè questa settimana mi sei sembrata molto fredda, per cui mi è venuto il dubbio di averti infastidita. - Le rispondo mentre una parte di me gongola all'idea di poter ancora uscire dopo stasera, la compagnia di Bella mi piace forse troppo. 
- No no Edward, te lo assicuro. è solo che non amo i pettegolezzi, fanno più danni di un'esplosione nucleare. Voglio evitare qualsiasi fraintendimento. Nuocerebbe a entrambi. - 
- Pensi che sia sconveniente perchè sei il mio capo? Sono solo cene tra amici, non appuntamenti. - 
- Lo so che sono solo cene, e so che non c'è niente di sbagliato, ma è meglio che resti una cosa tra noi. Non mi fido dei pettegoli - 
Me n'ero accorto, ma la sua mi sembra una reazione un tantino esagerata, mi chiedo cosa le sia successo da temere così tanto i pettegolezzi, forse un giorno lo scoprirò. Sono sicuro che dietro a Bella si nasconda un mucchio di sofferenza, celata agli occhi degli altri. 
E' di nuovo piombato il silenzio, vorrei interromperlo ma non so cosa dire, per cui decido di cambiare argomento.
- E dimmi Bella, qual'è l'ultima volta che sei stata in una sala giochi? - 
Prendo mentalmente appunti per il futuro di non farle mai domande troppo personali e di lasciare sia lei a parlare, onde evitare spiacevoli mutismi.
- Il giorno in cui hanno presentato "Supermario Bross" - Urgh un'eternità fa. Io avevo cinque anni allora. - Ricordo che era pieno di miei coetanei e di bambini e che ho fatto ore di coda per riuscire a fare una partita! Ma avevo 19 anni, non potevo perdermelo, era l'evento dell'anno. - 
- Devo assolutamente portartici allora! Venerdì sei prenotata, serata in sala giochi, devi aggiornarti un po'. Certo Supermario continua a dare la caccia a funghetti e a cercare di salvare la principessa, ma ci sono tanti videogiochi più interessanti che tu proprio non conosci! - 
- Certo che è proprio impedito Supermario se sono ventiquattro anni che cerca di fare la stessa cosa! - commenta lei divertita.
- E tu non conosci il ragazzino che sta ancora girando il mondo per collezionare i Pokemon, ovviamente tutto a piedi! -
- Oh è il testimonial della Nike? Uno sportivo nato! -
- Ahah ogni tanto fa pena a qualcuno e gli regalano una bicicletta. Ok lo ammetto ho tutte le versioni! Ognuno ha le sue debolezze. -
Scoppiamo entrambi a ridere, Bella è una persona molto piacevole, quando si apre un po',  così la serata continua tranquilla, senza più intoppi tra ricordi della gioventù di Bella e racconti del mio passato.
Scopriamo che entrambi abbiamo frequentato Dartmouth:
- Ma tu sicuramente non hai conosciuto il Terrore di Dartmouth! - 
- Chi, la moglie del custode? - 
- Sì lei, ma era già vecchia quando la frequentavo io, ora quanti anni avrà cento? - 
- Probabilmente è un robot, non ci sono altre spiegazioni! - Okay questa mi sa molto di un'uscita alla Emmett, ma è effettivamente una voce che girava al college.
Mentre discorriamo piacevolmente del Terrore, e di vari aneddoti ad essa legato, decido che il continuo vibrare del telefono nella mia tasca è veramente fastidioso, per cui cerco di spegnerlo del tutto. Nel farlo noto che ci sono 15 chiamate e 30 sms, non mi serve controllare chi me le ha fatte. Saranno equamente distribuite tra Jasper ed Alice. 
- Ragazza gelosa? - commenta Bella, che deve aver notato lo sguardo allucinato che ho lanciato al telefono.
- Ma quale ragazza gelosa, magari! Le ragazze gelose e ossessive si lasciano. Questi sono Alice e Jasper, domani sera hanno un appuntamento, il primo, e mi stanno facendo impazzire, è da martedì che va avanti così -
- Sono così ansiosi? -
- Beh Jasper lo sapevo, ma Alice è stata una scoperta, non sono abituato a vederlo in questo stato. - 
- Sai come si dice no?  Dio li fa.. -
- e poi li accoppia - la interrompo.
- No in questo caso direi ed Edward li accoppia - scoppia a ridere, ma non una di quelle risate moderate che ha usato fino ad ora, una risata cristallina che si è estesa finalmente fino agli occhi. Mi rendo conto per la prima volta che quando ride sembra una ragazzina. 
Finiamo la cena in allegria e la riaccompagno a casa. 
- Ti devo ringraziare Edward per prima a cena - mi dice guardandomi negli occhi, mentre mi fermo sotto casa sua. - So di essere stata particolarmente dura, vorrei ringraziarti per aver cambiato il discorso ed avermi tolto pensieri tristi dalla mente. Sai quando ancora vivevo con mia madre a Phoenix, i primi anni di medie e di liceo, i miei compagni pensavano che io fossi una poco di buono, solo perchè girava voce che mia madre facesse la prostituta, in quanto cambiava spesso e volentieri compagno. Le ragazze mi emarginavano prendendomi in giro, i ragazzi invece speravano sempre di "farsi un giro" con me. Tutto per quel falso pettegolezzo su mia madre. - vedo che i suoi occhi si rabbuiano. Nessuno meglio di me sa quanto i ragazzi al liceo siano cattivi. 
- Per fortuna a Forks è andata meglio, è vero tutti mi evitavano perchè ero la figlia del capo della polizia e temevano facessi la spia a mio padre, ma quanto meno evitavo le battutacce pesanti.  A Dartmouth poi nessuno mi conosceva e ho ricominciato tutto da capo, ma da allora sono stata terrorizzata dai pettegolezzi! -
- Bella non mi devi spiegare nulla, davvero, ho capito che preferivi non parlarne, non voglio che ti senti costretta a raccontarmi cose che ti fanno star male. - Ho una voglia inspiegabile di abbracciarla, ma mi trattengo, sento che sarebbe osare troppo.
- Sai con te riesco ad aprirmi in modo quasi inspiegabile, non mi sento forzata  a parlartene. E' una cosa totalmente nuova per me, non la capisco e un po' mi spaventa, ma non riesco a farne a meno. - Detto questo mi saluta e rientra in casa.
Rientrando rimugino sulla serata, su quello che è successo, su come mi sono sentito. Più di una volta avrei voluto essere più vicino a lei e sono felice che i nostri incontri non finiscano qui. Ma, almeno da parte mia non sono incontri tra amici, lei mi piace, anche se so che nulla potrà mai accadere. E mentre mi addormento mi torna alla mente Lo Sguardo di Rosalie, ed un pensiero mi attraversa, forse la gravidanza non ha sballato il suo istinto e forse mi sto mettendo nei guai.




_____________________________________________________________________________
Come avete visto Edward inizia a capire di essere attratto da Bella, ma Bella cosa pensa realmente di Edward? E soprattutto questa differenza d'età influirà sui loro rapporti?
Al prossimo capitolo ragazze. XD





 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Ciao a tutte! Eccomi qui con un nuovo capitolo della serie. Grazie a chi continua a seguire la storia. Questo è a parer mio un capitolo decisivo. Spero che lo gradirete. 
Buona lettura, la vostra Ojamajo.


POV BELLA
I venerdì per me sono ormai diventati una droga; non posso credere che un mese fa li odiassi. So che il merito è di Edward, lui non è mai noioso, ogni sera è un gioco diverso.
Siamo stati in sala giochi, erano anni che non vi entravo più, lui mi ha insegnato come funzionavano i vari giochi e io... beh io l'ho battuto in tutto: videogiochi, calcio balilla, ping pong e tante altre cose.
Non ho potuto fare a meno di punzecchiarlo tutto il tempo con la scusa che l'allieva supera il maestro. Nemmeno fossimo due bambini; ma io così mi sento accanto a lui: una bambina, come se tutti i limiti che mi sono imposta in questi anni non esistano più. Riesce a cancellarli con un sorriso, una frase, un semplice gioco.


Questo venerdì è il mio turno per decidere cosa fare.
Inizialmente ho pensato di cedergli anche i miei turni, non conosco molti locali,  non sono brava in queste cose. 
Lui non ha voluto saperne.
- Il bello di questo gioco è che così ti conosco un po' di più, non voglio che tu ti tiri indietro. -
Forse è questo a spaventarmi, il farmi conoscere. Due cose possono succedere, una volta che mi ha conosciuta: può capire che sono una persona estremamente noiosa e scappare, oppure può ferirmi usando qualche parte del mio passato contro di me. 
In entrambi i casi  soffrirei.
Ancora una volta ho però deciso di fidarmi di lui, come già avevo fatto confessandogli degli sprazzi del mio passato.
A teatro rappresentano Cats il musical. Non esiste cosa che io ami più del teatro, in particolar modo i musical e voglio vedere Cats da anni, ma non ne ho mai avuto l'occasione. 
Mi auguro che non scappi e compro due biglietti: lui si dimostra entusiasta della mia scelta.
- Cavoli Bella, amo Cats, ma questa volta credevo di perdermelo, Rose non può portarsi dietro Seth e Jasper ed Emmett non sono le persone giuste. L'unica volta che sono venuti con Rose e me a teatro si sono addormentati quasi subito, ed Emmett quando dorme russa parecchio. Li hanno cacciati dopo il primo atto: Rose ed io abbiamo fatto finta di non conoscerli. - 
Ho le lacrime agli occhi dalle risate, mentre cerco di immaginarmi la scena.
- Sai Edward, secondo me a Emmett fischiano le orecchie il venerdì, mi stai raccontando tutte le figuracce che fa in giro! - 
- Oh ma Emmett è il re di queste cose. - 
Non appena le luci si spengono, sento una strana scossa attraversarmi il corpo, accompagnata dagli stessi ed ormai familiari brividi  alla schiena che mi provoca sentirmi chiamare da lui Direttrice.
Entrambi siamo concentrati sul musical ed è solo alla fine del primo atto che mi rendo conto che ci stiamo tenendo per mano. Anche Edward sembra sorpreso e toglie subito la mano. 
Improvvisamente sento salire l'imbarazzo.
Che cos'è successo? E soprattutto a cosa è dovuto l'imbarazzo? 
Mi assalgono i dubbi: che io inconsciamente l'abbia preso per mano? Ovvio che lui non voglia una situazione del genere, nemmeno io la voglio, ma tenergli la mano era naturale, piacevole e vedergliela togliere così velocemente mi ha un po' spiazzata.



POV EDWARD
Sono un stupido.
So benissimo che non devo fare cavolate con Bella, lei è e deve rimanere un'amica, niente di più, ha messo subito in chiaro le cose, allora perchè io come uno stupido le ho afferrato la mano?
So che sono stato iolei era già appoggiata al bracciolo, io invece avevo le mani appoggiate sulle gambe. 
L'ho tolta appena me ne sono accorto, ma lei da quanto l'aveva notato?
Mi rendo conto che è rigida, sento palpabile l'imbarazzo alzare il muro, con cui lei, ormai l'ho capito, si protegge dal mondo esterno. 
Il secondo atto passa così nella tensione.
Tornando a casa la conversazione verte soprattutto sul musical, Bella è pensierosa, ma riesce anche a sorridermi. 
Quando arriviamo sotto casa sua, decido di rischiare e chiederle quello che mi preme.
- Bella, allora per venerdì alla stessa ora di oggi ok? - 
- Certo! Dove mi porti? - 
Sorrido, temevo volesse chiudere le nostre serate, invece ha ripreso l'ormai consueto gioco.
- Non te lo dico, ormai dovresti saperlo, ma vestiti comoda. -


E' quasi mezzogiorno, quando mi suonano alla porta.
Ovviamente è Jasper che, almeno, ha imparato ad arrivare ad ore decenti.
L'appuntamento tra lui ed Alice è andato straordinariamente bene ed ormai fanno coppia fissa da un mese, ma gli leggo in viso che qualcosa non va.
- Jazz hai una faccia da funerale! - gli dico preoccupato.
- Si, sono venuto a chiederti scusa Edward. -
- Scusa di cosa, Jazz? -
- Ieri con Alice siamo andati a cena da Rosalie e ci siamo resi conto che non ti vedevamo da tantissimo ormai, non volevamo trascurarti, mi dispiace, mi dispiace anche che tu ieri da Rose non ci sia stato, ho pensato che magari ti fossi offeso, perchè mi rendo conto che è un mese intero che ti trascuro e non è mai successo e sei il mio migliore amico. Ed mi dispiace, giuro non si ripeterà più. - 
Oh! A essere sincero non me ne ero accorto, ero troppo su di giri per le uscite con Bella e non mi sono accorto che è un mese che non vedo Jasper.
Vado a trovare Rose, spesso mi fermo a cena, ma effettivamente lui non l'ho più visto. 
Quando Emmett mi ha detto della cena da loro ieri sera, non ho pensato che fosse stata organizzata perchè Jasper voleva scusarsi, avevo detto che avevo un impegno, sorvolando su quale, per evitare che Rose fraintendesse.
- Jazz ma stai con Alice, è logico che ci vediamo meno. -
- Ma ieri sera ti sei inventato un impegno per non venire. -
- Ma io avevo veramente un impegno! - 
- Ma sei stato vago, di solito se esci con una ragazza ce lo dici. Così io mi sono preoccupato. -
Nel suo essere un ansioso cronico Jasper è anche dolce, ma a volte esagera.
- Davvero Jazz, ma ancora non voglio parlare della persona con cui sono uscito, ho una gran confusione in testa. -
- Ma a me puoi dirlo. -
- E tra quanto lo saprebbero Rose, Emmett, Alice e probabilmente anche i tuoi genitori? Jazz non sei mai stato molto abile a mantenere i segreti. -
- Ok hai vinto, ma ti va se ci vediamo un po' venerdì? - 
- Ehm proprio venerdì? -
- Ok ho capito venerdì è out, ma sabato non ci sfuggi, andiamo in pizzeria, così possono venire anche Emmett e Rose portandosi Seth. -
Sorrido - Va bene Jazz. Viene anche Alice vero? -
- Beh si - e arrossisce. Ormai lo conosco abbastanza bene da capire che è innamorato.


POV BELLA
Vestirmi comoda. Cosa vorrà farmi fare che devo vestirmi comoda? 
Comoda, per me, vorrebbe dire indossare una tuta, ma non uscirò mai con una tuta.
Ho notato in quest'ultimo mese che l'attenzione che pongo su abbigliamento e capigliatura è vertiginosamente aumentato.

Il chiaro segnale di questo l'ho avuto sabato scorso, quando ho chiamato Tanya per chiedere consiglio per acquistare vestiti che fossero sia comodi che carini.
Ovviamente ho poi dovuto sopportare le sue pressanti domande sul motivo per cui mi servivano.
Alla fine l'ho scansata dicendo che dovevo andare a un compleanno in un parco.
Non mi è sembrata molto convinta, ma quantomeno ha smesso di fare domande a cui non voglio rispondere.

Non posso negare di essere attratta da Edward, ma non succederà mai nulla, siamo amici,  che, in realtà, è già più di quanto sia lecito per due persone con la nostra differenza di età.
Una vocina dentro di me, molto simile a quella di un grillo parlante, mi suggerisce di smettere di uscirci prima che la situazione degeneri, ma io non voglio, mi sento rinata, non voglio tornare prigioniera della cupezza di un mese fa.

Mi trovo davanti alla specchio a guardami con occhio critico: si questo pantalone e questa camicia mi stanno veramente bene, Tanya aveva ragione: certo non ho comprato gli stivaletti con tacco a spillo che lei suggeriva, ma un paio molto simile con il tacco più basso e soprattutto più spesso.
Non voglio certo rischiare di farmi male, come successe molti anni fa al matrimonio della stessa Tanya, mi vergogno ancora adesso se ci penso.

Per me era la prima volta sui tacchi, avevo sempre evitato, scegliendo scarpe più confortevoli, come le ballerine. 
Ma quella volta non avevo avuto scelta, Tanya mi aveva espressamente chiesto di mettere delle scarpe "serie" come le chiamava lei. 
Ed io l'ho fatto.
Irina ed io stavamo uscendo dalla chiesa, quando misi un piede in fallo su quei maledetti gradini, finendo per terra. Solo dopo essermi rialzata, mi sono accorta che la caviglia destra non mi reggeva bene. 
Il mio orgoglio mi ha però impedito di darlo a vedere: la cugina sedicenne della sposa rideva come una pazza della mia caduta.


Con Edward non voglio ripetere la figuraccia, con nessuno a dire la verità, mi ripeto come un mantra allo specchio mentre mi trucco.
Il rapporto che ho con i trucchi è molto simile a quello che ho con i tacchi, con una differenza, lavorando ho capito che dovevo ritoccarmi un po'.
A trent'anni mettevo solo matita e lucidalabbra, con l'età di è aggiunto anche il fondotinta.
Ma oggi ho voluto  esagerare e sto cercando di mettermi l'ombretto. 
Voglio essere carina, non capisco questa mia necessità, non l'ho avuta mai, nemmeno quando, a quattordici anni, si vuole a tutti i costi piacere ai ragazzi, ancora troppo impegnati a giocare a Baseball e Football per accorgersi dell'esistenza del genere femminile.

Guardo l'ora. Le otto meno dieci: tra qualche minuto Edward passerà a prendermi ed io sono tesissima. 
Il grillo parlante continua a dirmi che mi metterò nei guai.
Spesso mi chiedo se agli occhi di Edward e di chi ci vede in giro io non sembri ridicola, e questo mi blocca un po'.
Ci sono mattine che mi sveglio e decido che non posso più continuare, mi dico che non devo fare altro che dire ad Edward che ho un impegno e rimandare: tutte le volte però ci ripenso nel momento esatto in cui cerco il suo numero per mandargli un messaggio.
L'orologio segna le otto e come sempre tutti i miei dubbi sono cancellati, così come avviene ogni venerdì, nel momento stesso in cui metto piede fuori casa.
- Allora dove mi porti stasera? - gli chiedo mentra salgo in macchina.
Sembra che il mio abbigliamento gli piaccia molto, ma poi cosa penso? Mica mi sono vestita così per lui! "Sicura?" mormora la fastidiosa vocina del mio grillo parlante "sei anche andata a fare shopping con Tanya, e tu odi fare shopping, soprattutto con lei."
- Non te lo dico Bella, inutile che mi tenti ogni volta! - 
Edward interrompe i miei pensieri. 
Inizio seriamente ad averne abbastanza di sentire voci nella mia testa che contraddicono e commentano tutto quello che dico, forse dovrei farmi curare da uno psichiatra molto bravo. 
Chiacchieriamo tranquillamente del più o del meno per tutto il viaggio in macchina, finchè Edward non si ferma al Laser Quest.
Sorrido.
- Charlie mi ha insegnato a sparare quando vivevo a Forks. Beh a dire il vero dubito che lì qualcuno non sappia farlo, è situata a limitare si una foresta: il pericolo di incappare in un orso è assai più elevato di quello di trovarsi di fronte un criminale. - 
- Mi stai dicendo che sono fregato? Che rischio di fare una figura anche peggiore che alla sala giochi? - 
- Beh sì! - gli rispondo facendo il migliore dei miei sorrisi ironici.
Lui mi risponde sorridendo nello stesso modo. - Vedremo - 

Non ci sono grosse occasioni di parlare molto mentre si gioca al Laser Quest, soprattutto considerando che lui ed io siamo in due squadre diverse. Mentre corro nel buio, armata del mio fucile laser  e dell'attrezzatura ad esso collegato, per cercare di colpire i miei avversari e i bersagli predisposti dalla sala giochi, mi capita spesso di trovarmelo vicino e di sfiorarlo involontariamente, distraendomi dagli obiettivi principali. 

Proprio durante uno di questi brevi momenti di distrazione metto un piede in fallo e barcollo. 
Mentre sto per avere la peggio sulla forza di gravità, sento qualcuno che mi sorregge. Edward. 
Cerco di rimettermi in piedi, ma la caviglia mi fa male.
- Usciamo Bella, devi metterti un po' di ghiaccio. - 
Mi sento avvampare, meno male che mi ero ripromessa di non fare più figuracce dovute ai tacchi. Invece ora sono sorretta dalle braccia di Edward che mi accompagna fuori dalla zona di gioco e mi fa sedere. 
- Edward sto bene. - 
- Non dire sciocchezze! La caviglia ti si è storta devi tenerla ferma, sono figlio di un medico io, so come trattare queste cose. - 
- Ma dai Edward davvero non è nulla - 
Lui però si è già diretto verso il bar del locale per chiedere un po' di ghiaccio e un fazzoletto.
Prendere nota: al fine di non fare più figuracce comprare solo scarpe da ginnastica. Non esistono tacchi comodi.
- Dai scopri la caviglia. - 
Alzo leggermente la gamba del pantalone e lui mi toglie lo stivaletto, appoggiando il ghiaccio avvolto nel panno con molta delicatezza.
Mi sento come una bambina che viene consolata dal papà dopo essersi fatta ale.
Il tocco di Edward, mentre sposta il ghiaccio, è delicato, tenero ed attento.
Non parliamo tra noi, ci guardiamo solo negli occhi; mi rendo conto che è preoccupato, ma posso notare nel suo sguardo anche qualcos'altro che non riesco a capire.
- Ce la fai a metterti in piedi? - mi distrae dai miei pensieri.
Tento di alzarmi con il suo aiuto. Aveva ragione, il ghiaccio mi ha aiutata, sento meno il dolore.
Sorretta da lui arrivo alla macchina, dove, anzichè sedere al posto del passeggero, mi suggerisce di mettermi dietro: - così stendi la gamba, non devi forzarla. -
Arriviamo a casa mia, lui mi accompagna fino all'ingresso dove trovo una brutta sorpresa: l'ascensore fuori servizio. Io abito al sesto piano di una vecchia palazzina, come posso farcela a salire? Sconsolata mi giro per ringraziare Edward ed affrontare le scale, ma lui mi anticipa.
- Stai scherzando?  Non puoi salire le scale da sola in quelle condizioni. -
- Beh, ma cosa devo fare? Mica posso aspettare che lo riparino! Questo è quel diavolo del quarto piano, lo carica troppo questo ascensore, con quegli scatoloni, e questo è il risultato! Che poi morire se qualcuno sa cosa ci mette in quei dannati scatoloni! - 
- Ti accompagno su - Edward interrompe il mio farneticare.
- Ma Edward hai già fatto abbastanza, pian piano riuscirò a risalire. - 
- Ti faccio da stampella, farai meno fatica e metterai meno peso sulla caviglia. -
- Edward davvero ce la posso fare. - 
- Ma mi vuoi spiegare perchè sei così orgogliosa? Non muori se ti fai aiutare da qualcuno! -
Mi lascia senza parole. Non mi aspettavo questo da lui, non mi aspettavo che dopo così poco mi conoscesse così bene.
- Scusami è solo che mi dispiace farti faticare ancora, sei già stato così carino con me, fin troppo! -
- Bella, io a te ci tengo e non ti lascio salire quanti piani? - 
- Sei -
- Ecco sei piani da sola a piedi con quella caviglia! -
Prende un mio braccio e se lo appoggia sulle spalle, poi mi passa un braccio intorno alla vita ed iniziamo a salire le scale.
Camminare fianco a fianco con lui mi manda in confusione.
E' la prima volta che siamo così vicini e sento il suo profumo: contemporaneamente dolce e frizzante, capace di stordirmi come niente prima.
Finalmente raggiungiamo la mia porta.
- Mi raccomando Bella, stai a riposo e metti un p' di ghiaccio sulla caviglia. E se hai bisogno di qualcosa non fare l'orgogliosa e chiama  o manda un sms. - 
- Va bene dottore. - gli rispondo scherzando.
E poi è un attimo, siamo ancora vicini ed il suo  profumo continua a riempirmi il respiro, mandando in tilt la mia testa e il grillo parlante.
Mi avvicino ancora e poggio delicatamente le mie labbra sulle sue. Sono morbide, calde  e dopo un attimo di incertezza ricambiano il mio piccolo bacio.
Improvvisamente il mio cervello ricomincia a lavorare e mi allontano avvampando.
- Buona notte Edward. - gli dico cercando di non fagli capire la confusioneche mi gira per la testa in quel momento. 
- Buonanotte Bella. - e se ne va dopo avermi nuovamente sfiorato le labbra con un bacio leggero.
___________________________________________________________________


Buona sera ragazze!
Vi è piaciuto il capitolo? Finalmente si sono baciati. Ma ora che cosa succederà tra loro? Come affronteranno la nuova situazione che si è venuta a creare?
Vi lascio con questi interrogativi
Baci XD

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Ciao a tutte! 
Eccomi con il nuovo capitolo. Un paio  di note prima di lasciarvi alla lettura. Sono alla prima fanfiction, ma questo lo sapete già, quello che non sapete è che questa settimana sono stata presa dalla voglia di migliorare un po' la fanfiction. Da questo capitolo per cui cercherò di mantenere meno tempi morti e salti temporali, così da rendere più agevole la lettura. Sicuramente non sarà perfetto, ma spero di migliorarmi col tempo. Questo sforzo a mio parere necessario per migliorare la FF aumenta i miei tempi, come avrete notato questo capitolo è leggermente in ritardo. Spero di riuscire a mantenere il ritmo di una volta a settimana che, purtroppo lo so, è già poco, pubblicando il sabato. 
Ma ora vi lascio alla lettura.


POV EDWARD
Non ricordo come sono arrivato a casa, la mia testa sicuramente non era concentrata sulla strada, come avrebbe potuto?
Riesco tutt'ora a pensare solo a quel bacio, quello che lei mi ha dato e che ancora infiamma le mie labbra; quel bacio che ha cambiato tutto. In un attimo, quello stesso attimo in cui le sue labbra hanno sfiorato le mie tutto si è chiarito. Gli sguardi di Rosalie, il mese appena trascorso, la presunta amicizia instaurata con Bella. Alibi, quella non è altro che un'alibi, di cui mi sono riempito la testa per tutto il mese, per giustificare il fatto che ci stessi provando con lei.
Ma lei, l'ho sempre saputo, è off-limits. 
Lei è il mio capo, ma soprattutto pone davanti a sè un muro invalicabile che allontana chiunque voglia avvicinarsi. Ma allora perchè mi ha baciato? 
Certo qualche volta con me quel muro ha dimostrato di avere qualche crepa. ho scoperto cose di lei che, per sua stessa ammissione, nessuno conosce; ma sono certo di non averlo abbattuto quel muro. Lei stessa mi ha fatto capire che non dovevo fare passi falsi, quanto sarebbe stato sconveniente se qualcuno avesse scoperto che ci  vediamo, figurarsi se uscissi insieme a lei. 
Lei ha alzato quel muro , subito dopo la nostra prima uscita, quando sul lavoro si è dimostrata la solita Direttrice, quando mi ha detto che non si doveva sapere, che non potevamo andare più in là.
Io passi falsi non ne ho fatti, sono stato a quello che lei implicitamente mi chiedeva. Beh quasi. Uno veramente si, la settimana scorsa a teatro, mentre vedevamo Cats, avrei dovuto capire, il mio corpo non risponde alla logica, ma all'istinto, non lavora di testa ma di cuore: e quello mi ha detto di prenderla per mano. Ma la testa è intervenuta ed ho rimesso tutto a posto.  La tensione è dovuta al gesto è scemata. 
Ma perchè mi ha baciato?
Perchè lei ha voluto superare i limiti imposti? Per poi salutarmi, come se nulla fosse successo. Ed io lì ho fatto un passo falso. Io lì le ho dato un altro bacio leggero  e poi codardo sono scappato. 
Cosa succederà lunedì? Non credo di poter resistere fino a lunedì, non credo di poter mettere tutto a tacere e ricominciare come se nulla fosse, con un gioco che ora mi sembra molto sciocco.
Perchè ora tutto è cambiato, ma in che modo è cambiato? Non lo so e non posso fare a meno di tormentarmi per questo, girandomi e rigirandomi in questo letto, che mi conosce fin dall'infanzia e che non mi ha mai visto così agitato e sofferente. Ho avuto tante ragazze, ma nessun grattacapo: chiedevo ad una che mi interessava di uscire, uscivamo, ci baciavamo, facevamo pure sesso, diventava la mia ragazza per un po', poi mi accorgevo di non provare nulla di profondo e finivamo per lasciarci.
Con Bella è diverso, è tutto complesso, poco lineare, mi sento insicuro, indeciso, soprattutto non so che cosa provo.
Mi interessa? Sì e non come una di quelle ragazze con cui sono uscito fin ora, il mio interesse è più profondo.
 
 
Sono le nove di sabato mattina e non ho chiuso occhio tutta la notte, ma almeno sono arrivato a una conclusione: in questo stato sembro Jasper in uno dei suoi momenti peggiori. Devo fare qualcosa e smetterla di tormentarmi.
Il problema è cosa? Cosa posso fare per smettere di pensare a quel bacio ed alle sue conseguenze?
Non sono abbastanza lucido a quanto pare. 
Bene affrontiamo il problema da un altro punto di vista: cosa fa Jasper quando non riesce a ragionare lucidamente? Chiede a me. Fermo restando che io non posso chiedere a me stesso un parere su una cosa che mi tormenta con chi posso farlo? Non a Jasper, Alice, Rose o Emmett, non potrei raccontar loro qualcosa, non me la sento, beh in realtà non ci sarebbe nulla di male a dirlo a Jasper, ma lui non è particolarmente bravo a mantenere i segreti, soprattutto con gli altri tre e non posso raccontare loro tutto. Rose e Alice la conoscono. In più non voglio dire a Rose che ci ha nuovamente visto giusto. 
Mi ritenevo l'unico sano di mente della compagnia, abbastanza lucido da saper uscire da qualsiasi situazione, ma ora mi sono bevuto il cervello pure io.
Forse è questo l'effetto che fa l'amore: stordisce fino all'inverosimile, fa nascere incertezze e dubbi, insicurezze e paranoie, toglie il sonno e la ragione, facendo sprofondare il povero malcapitato in un abisso di disperazione. L'amore rende incapaci di ragionare, di fare le cose più semplici senza essere assillati dai dubbi. Agli occhi delle altre persone l'amore rende ridicoli, proprio per questa incapacità di formulare pensieri coerenti.
Per questo quando ha conosciuto Alice, Jasper ha avuto bisogno di rassicurazioni e consigli. Solo ora mi rendo conto che non è ridicolo, esagerato forse, ma lui è sempre esagerato. E poi penso a Rose e Emmett e capisco che, quando è ricambiato, l'amore dev'essere una cosa bellissima, che completa totalmente.
Ed ora che tocca a me sono probabilmente anche peggio di Jasper, perchè la consapevolezza dell'esistenza di quel muro che Bella ha alzato con il mondo, le sue paure, non mi rendono libero di confidarmi, per paura di rovinare tutto, anche se non so esattamente cosa sia questo tutto.
Cosa consiglierei a Jasper se si presentasse da me con il mio stesso problema? Sicuramente di parlarne con la diretta interessata, perchè i dubbi, le ansie , aumentano se non vengono espressi e chiariti. Che consigli idioti che do! Come se fosse facile parlarle. 
Come posso parlarle?
Il nostro rapporto è strano, ho il suo numero, perchè è il mio capo, devo averlo per avvisarla in caso di problemi, ma non l'ho mai usato, tantomeno per cose personali.
Improvvisamente uno sprazzo di lucidità si fa spazio nel turbinio dei miei pensieri confusi e riesco a scriverle un messaggio.

"Buongiorno Bella, come va la caviglia? Si è un po' sgonfiata da ieri sera?"

Spero che mi risponda, così da poter chiederle di ieri sera e mettere il mio animo in pace. 
Purtroppo le mie speranze sono vane, il tempo passa e il cellulare resta muto. Cerco di distrarmi, metto a posto casa, pulisco, anche se non ho molto da pulire, ieri è venuta Marian, la casa è uno specchio.
Ogni dieci minuti, come attratto da una calamita invisibile, il mio sguardo cade sullo schermo del cellulare, sempre muto e sgombro da qualsivoglia messaggio.
Sento l'ansia crescere e ricomincio a sistemare, ma dopo dieci minuti i miei occhi tornano di nuovo lì, alla ricerca di una risposta che non arriva. 
Sposto dei libri da una mensola per trovare loro un posto migliore, salvo poi rimetterli nuovamente al loro posto originario, decidendo che è quello il posto migliore per loro. 
Guardo nuovamente il cellulare e mi illumino, lo schermo è cambiato: c'è un messaggio.
Non guardo nemmeno il mittente, sono così sicuro che sia di Bella che il cuore mi va a mille e quasi ballerei dalla gioia.

"Ciao Ed! Stasera non voglio rifiuti lo sai? Per cui ho deciso che Alice ed io ti passiamo a prendere alle otto. Niente scuse!"

La gioia scema in un istante, ero così sicuro che fosse lei! Beh ero sicuro perchè nel turbine dei miei problemi mi sono scordato di avere un appuntamento con i miei amici stasera! E invece è solo Jasper. Come farò a fare finta di niente stasera? A ridere, scherzare essere normale insomma?
Eppure tutti lo fanno, tutti indossano una maschera e recitano, lasciando fuori i loro problemi, posso farlo anche io. Posso è vero e proverò a farlo, ma ciò non toglie che sarei sempre distratto dal cellulare che non si decide a suonare.
Decido di guardare qualcosa alla televisione, non so nemmeno cosa, basta che mi distragga, dal nuovo ritornello che occupa la mia mentre : perchè non risponde, perchè non risponde, perchè non risponde.
Scivolo inconsapevolmente nel sonno.
Quando mi sveglio mi accorgo di avere ancora il cellulare stretto in mano. Ho paura a guardarlo, paura di rimanere di nuovo deluso.
Invece c'è un messaggio e questa volta è davvero di Bella.

" Ero dal medico, mi ha raccomandato di tenere la caviglia a riposo qualche giorno e me l'ha fasciata. Edward ti va di venire qui nel pomeriggio? Dobbiamo parlare di quello che è successo ieri. Io credo di averti dato un' impressione sbagliata."

Non è esattamente il messaggio che speravo di ricevere, ma almeno posso parlare con lei. 
Ci accordiamo per vederci nel primo pomeriggio ed io mi preparo al peggio, così non riesco di rimanere deluso.


Ultimamente devo ringraziare la mia auto se riesco a percorrere illeso il percorso tra casa di Bella e casa mia, perchè di nuovo mi trovo sotto casa sua senza sapere come ci sono arrivato: non ricordo nemmeno di essere salito in macchina.
Noto che l'ascensore è stato riparato e vengo assalito dai ricordi. Posso ancora sentire il suo profumo fruttato sulla pelle, il tocco del suo braccio sulla mia spalla mentre la aiuto a salire. Il mio cuore perde un paio di battiti e mi ritorna in mente il suo sorriso, mi farà quel sorriso così sincero e anche fanciullesco quando mi aprirà la porta?
La risposta mi arriva presto: no. 
Mi sorride si, ma di un sorriso tirato e freddo che non è parte di lei, o meglio non è parte della lei che conosco io, ma della maschera che ha costruito per proteggersi dal resto del mondo.
- Ciao entra - il tono è freddo, esattamente quanto il suo sorriso. 
Il mio cuore perde un altro battito. Non va proprio, già a pelle capisco che le coe sono precipitate. 
Non mi accorgo nemmeno dell'arredamento della casa, sono troppo concentrato sul mio respiro: voglio mantenerlo regolare, così da non far aumentare l'ansia che già mi stringe il petto.
Mi fa sedere su una poltrona e si mette dal lato opposto alla sala, come a voler sottolineare la distanza tra noi, a tracciare un nuovo confine. E così restiamo, seduti ad evitare di guardarci con gli occhi, avrei tante cose da chiedere, ma non voglio espormi, non in questa situazione . Anche lei sembra non essere in grado di parlarmi ed aspetta, forse me, non lo so, capisco che siamo entrambi più che consci che chi parlerà per primo si esporrà di più.
- Volevi parlarmi di ieri sera Bella? - inizio prendendo il coraggio a due mani, l'ansia di sapere ha vinto sul timore di espormi. 
- Edward, io in realtà non so dove cominciare, ma forse è il caso di iniziare da ieri sera. - 
L'imbarazzo nell'aria si fa ancora più denso dopo questa sua frase e ritorna il silenzio. 
Questa volta non voglio essere io a iniziare a parlare, non voglio esporre quello che, dopo una notte di riflessione, ho capito: la amo, non importa che ci conosciamo da poco e ci frequentiamo da ancora meno.
- Ecco io so di averti baciato Edward - credo di aver totalmente perso il cuore a questa parole, perchè ci siamo, sta per arrivare la risposta che attendo da ieri sera - e so anche di essere attratta da te, non sono così stupida da negarlo.  Però - lo sapevo che arrivava un però - io ci ho pensato tutta la notte ed ho capito che non voglio che questa cosa prosegua. Le nostre uscite non sono mai state quello che ci raccontavamo, almeno da parte mia, l'amicizia è solo stato un alibi dietro cui nasconderci. Sai perchè non sono pronta Edward? Perchè sarebbe una situazione chiacchierata. E non credo lo sarò in futuro. Potevo semplicemente evitare di darti spiegazioni, ma ho preferito essere chiara, anche perchè tu non solo hai ricambiato il mio bacio, ma me ne hai anche dato un altro. Anzi mi spieghi come mai hai ricambiato? - 
Rispondo cercando di controllare la voce.  Non posso fare passi falsi, non voglio scoprirmi e mostrare quanto mi abbia ferito quello che mi ha detto.
- Anche io sono attratto da te, mi hai baciato ed io forse ho frainteso, ma non ci ho trovato nulla di male a baciarti a mia volta. Sei una donna splendida Bella, non posso negarlo, come nemmeno tu puoi negare che tra di noi c'è qualcosa. -
- Le cose non cambiano Edward, non voglio approfondirlo questo qualcosa. Le nostre uscite devono finire qui. Non ho bisogno di altri pettegolezzi a distruggermi la vita, tu non solo sei un ragazzino Edward, ma sei pure un mio sottoposto. Io devo essere impazzita per tutto questo mese. Per fortuna non è successo niente di irreparabile, un bacio, anzi due, possono facilmente essere dimenticati. Ora scusami Edward ma ho un impengo. - E mi indica la porta.
Potrei supplicarla, potrei dirle che non mi importa di rimanere nascosto, come il peggiore degli amanti, tutto per questa storia. Ma la realtà è che non posso, per quanto la ami vivere una vita a metà, non mi farebbe stare bene e rovinerebbe comunque il rapporto tra me e Bella.
Quando esco da casa sua sono a pezzi,  credo di essere riuscio a non mostrarle i miei veri sentimenti e quanto mi abbia ferito, ma ora ho bisogno di tirare fuori quel male che mi sta schiacciando il petto. 
Devo parlare con qualcuno.
Prima ancora di rendermene conto ho composto il numero di Jasper.
- Jazz ho bisogno di vederti, posso venire da te? -  gli dico appena lo sento prendere la linea.
- Edward che succede? Ti trema la voce! Comunque certo che puoi venire, non dovresti nemmeno chiederlo. -
- Grazie Jazz - 
Ha ragione, mi trema la voce e non solo quella, ma anche le mani. Qualcosa mi preme contro il petto rendendomi difficile respirare.


Quando Jasper mi apre la porta mi accorgo che devo essere ben più sconvolto di quanto io stesso pensassi, perchè senza pensarci un momento mi fa accomodare e mi da un bicchiere di Whisky.
- Tieni questo, calma i nervi fidati. -
Ne prendo un sorso e mi accorgo che mentre il liquido bruciante scende per la mia gola i miei muscoli si rilassano e il tremore diminuisce. Decido allora di bere il resto tutto di un fiato, ritrovando così un minimo di lucidità.
- Non ho mai pensato che in certi casi l'alcool aiutasse a vedere più chiaramente. - 
- Oh sì, fidati è molto meglio del cioccolato, basta non esagerare. -
Cala il silenzio.
Jasper mi sta dando la possibilità di decidere cosa e quanto dire. Ma io non so da dove iniziare. 
- Posso dirti che è la prima volta che ti vedo in queste condizioni Ed? Avrà mica a che fare col famoso impegno del venerdì sera? - 
Annuisco, incredibile ha capito al primo colpo. Sono incapace di dire qualsiasi cosa, facendo di nuovo così calare il silenzio. Finchè Jasper torna a darmi un'altra imbeccata per aiutarmi a iniziare.
- Ne sei innamorato Edward? -
La lingua mi si scioglie improvvisamente e lentamente inizio a parlare. 
- Credo di si Jazz. Ma in realtà fino a ieri credevo fossimo solo amici. O meglio, mi convincevo che non ci fossero altri scopi nelle nostre uscite del venerdì. anche perchè mi rendevo già conto che non ci poteva essere nulla di più. Ma poi Jazz, lei ieri sera mi ha baciato. Un bacio appena accennato, di quelli che fanno a mala pena sfiorare le labbra ed è stato bellissimo, ma io sono entrato in confusione. Ho passato tutta la notte a pensarci, a rigirarmi nel letto a cercare di capire cosa stava succedendo. Poi stamattina le ho mandato un messaggio e ci siamo visti nel pomeriggio e lei - mi blocco e vedo Jazz che mi versa un altro po' di Whiskey, devo essere proprio malridotto, lui non è particolarmente a favore dell'eccessivo consumo di alcolici, soprattutto a certe ore del giorno. Bevo un sorso del liquido che è tornato a riempire il mio bicchiere e rincuorato continuo : - lei mi ha detto che è stato un errore, che sa che qualcosa c'è ma non cambia le cose.E mi ha chiesto di andarmene da casa sua e non vederci più. Ed io sono crollato. - 
- Ne sei innamorato. - questa volta la sua non è una domanda, piuttosto una constatazione della situazione in cui mi trovo.
- Edward, sai quanti anni sono che ci conosciamo? Beh in tutti questi anni non ti ho mai visto ridotto così, sei sempre pacato e controllato e, non ti offendere, mi sono sempre chiesto quando avresti capito che sbagliavi, cercando la cosa sbagliata nelle persone che frequentavi, quando avresti capito che l'avvenenza fisica non è tutto in una ragazza. Ed ora ti vedo ridotto così, mi dici che questa storia sapevi che non poteva avere futuro, ma comunque hai provato con la storia dell'amicizia. Ed in più hai questo malessere tipico dell'amore: non può essere altrimenti sei innamorato follemente. - 
Ha ragione, ricordo come stava Emmett, quando Rose l'ha lasciato per ben due settimane perchè qualcuno le aveva fatto credere che lui l'avesse tradita. E ricordo Jasper, quando ha scoperto che Maria, la sua storica fidanzata, lo cornificava con tutta la popolazione maschile del Campus. 
- Ok si lo avevo capito già da ieri: la amo da imapzzire, ma Jazz ci conosciamo da così poco. - dico. 
Ma che senso ha ammettere i propri sentimenti, accettarli, se tutto è finito ancora prima di cominciare? Che senso ha sapendo che non potrò più parlarle? Che non mi sorriderà più in quel modo dolce e che magari un giorno lo farà con qualcun altro?
Meglio non pensarci. Pensare a lei ora serve solo a straziarmi ancor più l'anima.
- Edward, non ti chiederò chi sia, mi hai già largamente chiarito che preferisci non dirlo e sono sicuro tu abbia le tue ragioni, ma una cosa sento di dovertela chiedere. Che motivazioni ti ha dato per questo comportamento? -
- Lei non vuole pettegolezzi, se ci mettessimo insieme saremmo bersaglio di pettegolezzi, nascondersi a volte non serve, lei non si vuole rovinare la vita. I pettegolezzi l'hanno già ferita in precendenza, facendola discriminare e deridere. - 
- Scusa ma perchè dovreste essere al centro dei pettegolezzi? Perchè dovrebbero rovinarvi la vita? Non è che la gente non ha altro da fare nella vita che pensare a quello che fate voi. -
Non posso dire proprio tutta la verità a Jasper, capirebbe di chi sto parlando  e non sono ancora pronto a dirlo. Ma una cosa posso ancora posso confessargliela. 
- Ha quindici anni più di me Jazz. - 
- E' sposata? -  lo vedo allarmato, lui sa bene cosa vuol dire frequentare un persona sposata e quanto porti all' autodistruzione. Anche se sono più che convinto che l'autodistruzione di Jasper sia iniziata nel momento stesso in cui ha scoperto i tradimenti di Maria. 
- No Jazz, non è sposata. E' single. - 
- A quarantatre anni più che altro è zitella mio caro. Beh se non è sposata comunque non vedo perchè tu debba starle lontano, va così di moda stare con un ragazzo più giovane! No Ed non regge ormai non è nemmeno più una cosa degna di pettegolezzi pesanti, avere un Toy Boy. C'è sicuramente dell'altro. - 
- Ehm... - 
- Edward non mi hai detto qualcosa vero? - 
- Annuisco in imbarazzo, una parte di me non vuole fare trapelare la verità, non so perchè. Forse per proteggere Bella, so che Alice e Rosalie non sarebbero mai cattive nei suoi confronti, anche se sapessero la verità, ma se lei non vuole pettegolezzi devo rispettare il suo volere e il metodo più sicuro per non far fiorire pettegolezzi è non farlo capire a nessuno. 
- Credo di aver capito che non te la senti di dirmelo, ma se hai bisgono di qualcosa, qualunque cosa, dal parlare all'uscire per distrarti, ricordati che io sono qui. Non riesco a stare così vedendoti così. - 
La disponibilità di Jasper è commovente, è veramente gentile, ed io come lo ricambio? Non fidandomi di lui. Sto per dirgli qual'è l'altro problema  tra Bella e me, quando sento suonare il campanello. 
- E' Alice, ce la fai ad uscire stasera o preferisci che mi inventi una scusa? - 
- No esco, ho bisogno di distrarmi. - Gli dico stampandomi in volto il più falso dei sorrisi.
- Edward! Che cosa ci fai già qui? Pensavo dovessimo passare a prenderti più tardi! Hey ma che cos'è quella faccia? Chi è morto?  - 
Mi blocco, credevo di aver dipinto in viso un sorriso abbastanza convincente, ma le parole di Alice mi fanno  capire il contrario.
Mi accorgo che Jasper le fa un impeccabile gesto che si può intendere come un "lascia stare Alice." Sospetto che è confermato dal repentino cambio d'argomento da parte della ragazza. Lei è testarda, non avrebbe mai lasciato perdere da sola.
- Comunque è una fortuna che tu sia qui Ed. Così Jazz non deve portarsi su tutti gli scatoloni da solo. -
La guardo confuso, quali scatoloni? che cosa mi sono perso in questo mese in cui ho vissuto solo in funzione di Bella e dei nostri venerdì insieme?
- Già non te l'avevo detto. La figlia dei proprietari dell'appartamento di Alice tra un paio di mesi si sposa ed ha deciso si andare a stare proprio in quella casa. Un vero colpo di fortuna dire, così ho avuto una valida scusa per chiederle di venire a vivere qui. - mi riferisce il mio migliore amico arrossendo. 
Capisco che l'ultima parte del suo discorso è una malcelata frecciatina a tutte quelle volte in cui gli ho detto che corre troppo in amore. 
Ma questa non è una di quelle voltem si nota lontano un miglio che loro due sono fatti per stare insieme.
- Sono felicissimo per voi! - gli dico aprendomi in un sorriso sincero.
E' bello pensare che due persone a cui vuoi bene siano felici insieme, mi fa sperare che un giorno anche per me ci sarà il lieto fine, anche se non capisco come sia possibile, considerato l'atteggiamento che Bella ha avuto solo un paio d'ore fa. A questi pensieri però sento il mio umore scemare e le ferite al cuore bruciare.
Per fortuna gli scatoloni di alice sono tanti e mi aiutano a distrarmi dai problemi.
- Alice ma cosa c'è in tutti questi pacchi? - 
- Che domande vestiti! Domani porto gli accessori e le scarpe, poi penso ai libri e alle poche cose che rimangono! -
Mi guardo intorno: Jazz ed io abbiamo portato in casa quaranta scatoloni, credevo che all'interno vi fosse tutto ciò che doveva portare!
- Vado a spostare la macchina se avete finito. - 
- Certo tesoro. - le risponde il mio migliore amico, poi si gira verso di me ed aggiunge sottovoce. - Credo dovrò comprare un altro armadio. -
Ridacchiando lo correggo. - Due armadi mio caro, domani porta gli scatoloni con gli accessori e le scarpe!. - 
- Insomma, posso solo sperare che legga poco. - 
Scoppiamo tutti e due a ridere. 
- Domani ti vengo ad aiutare Jazz, non credo ce la potresti fare da solo. Anzi magari chiediamo anche proprio a Emmett. -
Quando Alice rientra ci trova che ancora ridiamo.
- Allora, lo volete dire pure a me cosa fi da tanto ridere? -  ci blocchiamo guardandola colpevoli.
- No! - rispondiamo in coro. Lei ci guarda con cipiglio minaccioso, ma Jazz la blocca prima che inizi la sua sgridata.
- Alice è tardi, Rose Emmett e Seth ci aspettano! - 

Jasper conscio che la mia situazione di quasi benessere è provvisorio cerca di distrarmi il più possibile, ma non può nulla con Alice, che come deve essere sua abitudine, lo prende per mano mentre cambia marcia. Bella con me non lo farà mai. Lei non mi ha voluto. Il peso che ho nel cuore torna a intensificarsi. Una morsa mi stringe, spingendo via il benessere che era subentrato nel pomeriggio.
Come posso presentarmi davanti a lei lunedì?
Come posso far finta che non sia successo nulla? Ma soprattutto come posso nascondere questi sentimenti che ho appena scoperto di possedere e già devo sedare?
Vorrei che qualcuno mi desse le istruzioni per quello che sta succedendo, insomma tutto ha le istruzioni, perchè non può averle anche il nostro cuore?
Sospiro, immerso nei miei pensieri, attirando nuovamente l'attenzione di Alice. 
- Non ho speranze che tu mi dica cos'è successo vero Ed?  E' un peccato potrei esserti d'aiuto! - 
Non parlo, non so che dire, non so quanto dirle, sinceramente preferirei evitare di raccontarle qualsiasi cosa. 
- Si, si va bene, non insistere, ho capito, ma almeno spiegaci dove sei sparito nell'ultimo mese. Non sei mai uscito con noi, e va beh, non che noi siamo stati molto di compagnia, però pure a lavoro sei sempre strano, non capisco che ti prenda. I primi tempi eri diverso, poi boh da quando è nato Seth sei cambiato, peggiorando man mano. Isolandoti. -
Non mi sono reso conto di essere cambiato così tanto, mi piacerebbe davvero sapere dove ho avuto la testa ultimamente. Beh in realtà non ci vuole tanta fantasia a capirlo: Bella mi ha totalmente assorbito. Con quale risultato poi? Devo proprio imparare a trovare un equilibrio dentro di me. 
- Ed nemmeno questo mi vuoi dire? Perchè qualcosa mi suggerisce che ci sia in mezzo una donna. - 
Oh mio dio! Ha capito? Come ha fatto a capire?   Ero così palese?  Se ero così palese capisco perchè Bella non mi vuole, proprio lei che tanto ha già sofferto a causa dei pettegolezzi. 
- Beh perchè se si tratta di una donna potremmo pensare a un chiodo scaccia chiodo, almeno ti togli quella faccia da funerale. Però con chi? mmm fammi pensare a qualche mia amica disponibilie. - 
Alice interrompe il corso dei miei pensieri col suo fare da uragano. No non ha capito, sta solo teorizzando, meno male. 
Jasper la interrompe a sua volta: - Tesoro mio, ma non è una bella idea chiodo scaccia chiodo, poi con chi? Una delle tue amiche single? - 
- Beh che hanno di male le mie amiche single? - 
- Edward non è così disperato. -
- E soprattutto è qui dietro che vi sente. - Aggiungo in tono tetro.  - Comunque Alice niente chiodo scaccia chiodo, non sarebbe corretto nei confronti della povera malcapitata. -
- Uffa!- mi risponde con voce da bambina. - ma tu pensaci, potresti sempre cambiare idea! - 
- Scusala Edward è un po' insistente lo so. - 
Alice fa un broncio da bambina arrabbiata e così arriviamo all'appuntamento con Emmett e Rose. Solo scendendo dalla macchina mi accorgo di dove siamo. Mi scappa un lamento di cui per fortuna nessuno si accorge. Tra tutte le pizzerie di Philadelphia proprio quella pizzeria doveevamo scegliere? Proprio la pizzeria in cui sono stato con Bella la prima volta che ci siamo visti?


____________________________________________________________________________________
 Eccoci alla fine del capitolo!
Allora cosa ne pensate? Tra Bella e Edward come vedete le cose non sono andate a buon fine. 
Cosa succederà ora? Edward la dimenticherà e continuerà la sua vita? E Bella? Ha fatto la scelta giusta fermando tutto sul nascere? Le risposte nei prossimi capitoli. 
A sabato
Ojamajo.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Ciao a tutte! Sono di nuovo qui di corsa a scrivere l'aggiornamento. Il tempo è proprio poco in questo periodo. Va beh l'importante è che lo abbiate per tempo. So che divento noiosa ma grazie mille a tutte coloro che recensiscono ( e pazientemente aspettano la mia risposta sempre tardiva)  a coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite, preferite e da ricordare, ma anche a quelle lettrici silenti: mi state incoraggiando a dare il meglio di me, apprezzando la mia storia. 
Piccola nota ( di nuovo si lo so XD ) : nella storia aggiungerò parti scritte in corsivo che sono ricordi di qualche evento precedentemente avvenuto. So di averlo già fatto nei capitoli precedenti, ma non ve l'ho mai segnalato, meglio tardi che mai XD
Ma ora vi lascio al settimo capitolo. Buona lettura XD




POV EDWARD:
Torno a casa distrutto dal pomeriggio trascorso a casa di Jasper a sistemare scarpe ed accessori di Alice. Ma non è solo questo ad avermi sfiancato.
Rose ha mandato Emmett in avanscoperta, insospettita dal mio comportamento di ieri sera. So di non essere stato particolarmente di compagnia, anzi di aver proprio avuto la testa da un 'altra parte, anche perchè Jazz me l'ha fatto subito notare, inviandomi durante la serata non so quanti sms per spronarmi a riportare l'attenzione al tavolo, alla pizza ai miei amici e non lasciarla vagare chissà dove. Non ha però ottenuto il risultato sperato. Ad ogni sms speravo fosse lei, che si scusava, che mi diceva che ci aveva ripensato, che aveva voglia di vedermi. Sapevo di essere un illuso, lei è una persona molto ferma sulla sue decisioni, ma sperare non mi costava nulla.

- Edward, ti prego dimmi che cos'hai! - insiste Emmett.
- Emm davvero nulla di cui preoccuparsi, qualche grana sentimentale, ma mi riprenderò presto non temere. - Bugia! So di aver detto una bugia enorme, perchè non credo possibile che questo dolore che mi attanaglia il cuore potrà mai andarsene. 
- Ti prego, non farmi ridere! Se ti fossi visto ieri sera non diresti così, sembravi un fantasma! -
- Emm non è niente davvero! - Lo sto ripetendo da così tanto tempo che lui ci deve per forza credere, chissà magari col tempo mi convincerò pure io. 
- Ed non hai nemmeno mangiato la pizza! Tu che adori le pizze di quel posto. Sono pronto a scommettere che nemmeno ti ricordi quale hai ordinato! - 
Ha ragione, ma mi guardo bene dal dirglielo. 
- Semplicemente Emmett non avevo fame, mi veniva un po' di nausea: mi sa che mi sta venendo un po' d'influenza. - 
Beh ora che ci penso l'influenza è un'ottima scusa, potrei usarla per non presentarmi al lavoro domani, non sono pronto ad affrontarla, non ancora. Ma se mi do malato ho paura che lei capisca quel'è la reale motivzione per cui non mi sono presentato al lavoro. No andrò, mi farò coraggio, anzi spererò che tenga veramente la caviglia a riposo qualche giorno e non venga lei. Ma che dico? Mica le posso augurare di essersi fatta seriamente male!
- Ti prego Edward non offendere la mia intelligenza! E poi sai benissimo che non posso tornare da Rose dicendole che stai bene che non è niente! Non me la bevo io che hai un po' di influenza e qualche piccolo problema sentimentale, figurati se ci crede lei. Lei lo sai che vuole sapere le cose come stanno! -
- E tu dille che non ho voglia di parlarne Emmett! - 
- Non posso, mi ha detto he se non tornavo con qualcosa di concreto dovevo dormire sul divano per almeno una settimana! - 
- E' comodo il divano? Altrimenti ti posso offrire ospitalità a casa Emm, la camera dei miei genitori è sempre libera lo sai. -  gli dico, sperando vivamente che Rose non lo faccia realmente dormire sul divano.
- E' inutile Emmett! Nè lui nè Jazz vogliono sbottonarsi e parlarne, è da ieri sera che ci provo ma non mi è ancora stato riferito nulla, e dire che ho pure mandato Jazz in bianco perchè non me lo diceva! - 
- Perchè Jazz lo sa? -  dice il mio amico con gli occhi che si illuminano. Maledetto folletto mi chi l'ha invitata qui?


Mi metto sul divano e cerco di distrarmi con un libro. Ma so già in partenza che non funzionerà, ieri notte sono riuscito ad addormentarmi solo avvalendomi del prezioso aiuto di un sonnifero, che ha cancellato almeno per qualche ora i miei tormenti, dandomi la possibilità di dormire in modo discreto, malgrado qualche brutto sogno mi abbia comunque raggiunto. Non amo avvalermi dell'aiuto di medicinali quali i sonnifferi per dormire, mio padre me ne ha lasciati da utilizzare in caso di emergenza, sapendo che probabilmente mi sarebbero serviti i primi giorni di lavoro, era fin troppo consapevole degli attacchi d'ansia che mi prendevano prima degli avvenimenti importanti : il diploma al liceo, gli esami più difficili al college e la mia laurea. Ma fino a ieri notte non avevo mai avuto bisogno di prenderli, sono molto maturato da quei tempi. Sapevo però che una seconda notte passata quasi totalmente in bianco avrebbe avuto effetti devastanti sulla mia salute ed ho deciso che potevo definire i miei problemi un'emergenza. 
Soprattutto dopo la cena di ieri sera. Quello che Emmett e Jazz hanno notato è solo la punta dell'iceberg. Ma chiunque al mio posto sarebbe stato così. Come può uno che è appena stato scaricato essere felice insieme a due coppie che trasudano amore da tutti i pori?
Emmett e Rose con Seth in braccio sono l'immagine esatta della famiglia felice, di quelle che ormai non si vedono più nemmeno in televisione, invoglierebbero chiunque ad avere un bambino, infatti l'amore che li lega cancella agli occhi esterni le tracce delle occhiaie, dovute alla mancanza di sonno che un bambino di pochi mesi costringe a sopportare.  
Alice e Jasper dal canto loro, non sono da meno. Il neonato amore che li lega è talmente profondo che da un solo loro sguardo, basta che i loro occhi si incrocino per far sentire chiunque sia con loro un intruso nel loro mondo privato.
Prima non mi è mai successo, ma non è invidia quella che provo, piuttosto una vera e propria necessità che mi comprime il petto, lo stomaco e il cuore. 
Vorrei anche io far parte di una famiglia come quella di Emmett e Rose, non che io non voglia bene ai miei genitori, ma sono cresciuto ormai vorrei essere io il padre, vorrei alzarmi ogni notte al suono del pianto di mio figlio che ha bisogno di me,vorrei vedere i primi passi, sentire le sue prime parole, "litigare" con mia moglie se la prima parola che lui ha detto è mamma anzichè papà, vorrei vederlo il primo giorno di scuola con una cartella troppo grande per lui, mentre si lancia in quella nuova avventura, vorrei vederlo crescere. 
Emmett e Rose già si sono imbarcati in quest'avventura e sono pronto a scommettere che Alice e Jasper non mi faranno aspettare più di qualche anno. 
Ma io?
Io a ventotto anni mi sono innamorato, forse per la prima volta veramente, di una persona che non solo non mi vuole, ma che sicuramente non vorrà più queste cose, o forse non le ha mai volute, o non si spiega perchè una persona fantastica come è lei, non abbia una famiglia e non si sia mai aperta con nessuno. Un pensiero assurdo mi passa per la testa: che il mio orologio biologico abbia iniziato a ticchettare? Ma poi l'orologio biologico non dovrebbero averlo le donne?
Sono ancora immerso in questo genere di inquietanti pensieri, quando suona il campanello. Il brusco trillo  non promette nulla di buono:  o è Emmett che chiede asilo per la notte o Rose ha deciso di scendere in prima linea.
Non mi ci vuole molto a scoprire che la mia seconda ipotesi è quella giusta, e si è pure portata dietro la cavalleria. 
- Ciao Edward -
- Ciao Rose, ciao Seth - le rispondo dando un buffetto al bimbo nella carrozina. - A cosa devo il piacere? - 
Rosalie si attarda a rispondere, con la scusa di rimettere il ciuccio a Seth.
- Senti Ed, è inutile girarci intorno, dimmi cos'hai! -
Resto zitto, pensando. Me l'aspettavo, ma non so comunque quanto rivelarle, non dirle nulla è fuori discussione, Rosalie non è docile quanto Emmett, quando vede qualcuno a cui vuole bene impensierito da qualche problema, sa essere abbastanza insistente da farsi confessare anche l'inconfessabile.
- Non stare a studiare una versione da darmi Ed, Jasper ha già vuotato il sacco. -
Ho sempre saputo che Jazz non è capace di resistere alle pressioni della sorella, mi auguravo però che questa volta Rose fosse troppo impegnata dalla sua nuova vita da mamma per preoccuparsi di indagare a fondo. Certo Alice non sarà molto felice di non essere riuscita a strappare al suo ragazzo una risposta, quando la sorella ci è riuscita così bene. Questo solo perchè non  ha ancora conosciuto la futura cognata.
Ed io cosa devo risponderle? Ho capito che ha fatto due più due con gli indizi che ha. 
- Sparisci per un mese intero, guarda caso proprio dopo la nascita di Seth, perchè hai conosciuto una donna con quindici anni più di te. Una persona che, appena fatto un passo più avanti del solito, scappa; una persona così tutta d'un pezzo da aver paura di quello che vi sta succedendo, perchè porterebbe pettegolezzi. Una persona che disprezza frequentare un ragazzo più giovane, che guarda caso, tu conosci e di cui non vuoi parlare con noi. Edward, non farò il suo nome, rispetto le tue decisioni, ma ti rendi conto che ti sei infilato in un casino più grosso di Emmett? -
Ovviamente ho avuto ragione a pensare che avesse capito.
- Lo so Rose, ma tu l'avevi già capito vero? - le rispondo, riferendomi a due episodi ben precisi.
- Si, ma questa volta non sai quanto speravo di sbagliarmi. -
Sospiro e decido di aprirmi completamente con lei, inutile a questo punto negare. 
- Cosa devo fare Rose? -le chiedo, scaricando in poche parole parte del dolore che mi opprime da ieri.
- Edward, lei è una persona molto chiusa, non so perchè ma non si fida di nessuno, vuole mostrarsi perfetta, senza debolezze, non credo non tornerebbe mai sui suoi passi. -
- Lei non vuole mostrarsi perfetta, lei vuole nascondere un passato che l'ha fatta soffrire. - 
Vedo il suo sguardo cambiare, come se notasse qualcosa che prima non le era chiaro.
- Come le sai queste cose? - 
- Me le ha dette lei, beh più che altro me le ha fatte capire raccontandomi degli episodi del suo passato. - 
Rose è pensierosa e me ne chiedo il motivo, possibile che lei attenta osservatrice non si fosse mai accorta di nulla?
- Forse Edward non tutto è perduto, tu dici cose che non coincidono con la Bella che conosco io. - 
- Tu non conosci Bella, tu conosci la Direttrice, la maschera che si è creata. Bella è un'altra persona. - 
La vedo confusa dalla mia affermazione. - Scusa tu non lo sai. Io Bella, o meglio la Bella che si mostra sul posto di lavoro, non la chiamo mai per nome,ma sempre con l'appellativo Direttrice, perchè è come lei si vuole far conoscere, come una direttrice intransigente e severa.  Bella invece ha un sorriso bellissimo, sincero come quello di una bambina. Quando ride veramente i suoi occhi si illuminano e sembra una ragazzina la prima volta che vede il mare, o la neve. Bella quando può essere sè stessa è una persona entusiasta della vita, a cui non importa farsi vedere in giro con una ragazzo di quindici anni più giovane, di divertirsi in una sala giochi o al Laser Quest. Peccato che quando è in mezzo a gente che conosce o frequenta in qualche modo, preferisca mostrare la maschera piuttosto che sè stessa. -
- Sai Edward, io non ho mai visto lei queste cose, ma solo quello che voleva mostrare al mondo esterno. Devo rettificare quello che ho detto finora: se si è mostrata così con te, forse una speranza per te, anzi per voi c'è, ma devi trovare il modo per aggirare le barriere che si è costruita intorno e non sarà facile. Ne vale la pena Edward? Anche se probabilmente soffrirai? - 
Non ho dubbi in proposito : - Sì, ne vale la pena, la amo Rose, come potrebbe non valerne la pena? Ed io non voglio perderla senza lottare. -
E mi è tutto più chiaro, mi chiedo perchè abbia avuto paura di parlare con la mia amica fin dall'inizio, le sono bastate poche parole per incoraggiarmi e farmi trovare il coraggio e la forza di reagire e lottare per ciò che voglio.
E' questo il grande potere di Rose, saper ridare la fiducia agli altri quando la perdono. So bene che la mia strada sarà su una salita irta di ostacoli, che potrei fallire, ma se c'è anche una flebile possibilità che lei ci ripensi voglio giocarmela.
- Parlare con te mi fa sempre bene sai? - 
Sorride: - Per questa volta non mi arrabbierò perchè non hai voluto dirmi niente, ti ho già detto che capisco le tue ragioni. - 
- Farai davvero dormire Emmett sul divano per una settimana? - 
- No, non sono così cattiva, volevo solo spronarlo a chiederti qualcosa e ad andare a fondo, o non l'avrebbe mai fatto. E poi un'informazione preziosa a casa l'ha portata: mi ha detto che Jasper sapeva tutto. Sai che per me sapere le cose da Jazz è facilissimo vero? Io penso che inconsciamente tu volessi che io lo sapessi, ma non me lo dicevi tu stesso per rispetto al desiderio di lei di non farlo sapere ai colleghi. -
Rose è veramente la persona che mi conosce meglio al mondo, non posso negarlo dopo questa sua affermazione.


POV BELLA 
Un intero week- end chiusa in casa, cercando di muovermi il meno possibile e non sono mai stata così impegnata, questo ha dell'incredibile, certo sono stata impegnata a pensare ma è pur sempre un pensiero. Come ha dell'incredibile il pasticcio che ho combinato venerdì sera e che tanti grattacapi mi sta portando. 
Ho baciato Edward venerdì sera, sulla porta di casa, come una ragazzina al primo bacio. Ero letteralmente impazzita, si perchè sicuramente ero sobria, non avevo bevuto nemmeno una birra, per cui non può essere stato l'acool a farmi agire. Dovevo dar ragione da subito alla vocina nella mia testa e che avvisava di quello che stavo facendo e del guaio in cui mi stavo cacciando, ma io no! Io dovevo ostinarmi a mettere a tacere, io dovevo per forza arrivare a toccare il fondo per capire che stavo facendo un casino! Per fortuna nessuno lo sa! 
O almeno spero. 
Lui mi è sembrato molto riservatom non dovrebbe averlo raccontato a nessuno, nemmeno ai suoi amici. Certo se avessi la certezza di quel che dico sarei più tranquillo, perchè si da il caso che il suo amico Jasper esca con la nostra collega Alice e che la sorella di questo, nonchè altra amica di Edward, Rosalie sia a sua volta una nostra collega. Se di questo nostro bacio si sapesse a lavoro la mia vita sarebbe finita.
Ma ora le cose sono state messe in chiaro: niente più uscite, così niente più rischi. 
Ho capito che lui non sarebbe mai stato in grado di passare sopra la cosa e continuare a frequentarsi, ho capito che lui avrebbe voluto parlarne e andare avanti, così ho rinunciato a qualcosa che mi faceva stare bene, prima che la situazione degenerasse ulteriormente, che stupida vero?
No queste cose non devo pensarle, ho fatto bene a reagire così, noi due non possiamo frequentarci perchè le cose si sono oltremodo complicate. Perchè io gli piaccio. 
" E lui piace a te." mi sussurra la solita vocina, incoerente con sè stessa. Prima fa di tutto per evitarmi questa situazione ed ora, che ho posto un freno, mi rema contro. 
Ma ha ragione, lui mi piace, ma cosa cambia questo? Una storia tra noi è sbagliata, non c'è altro modo per definirla. Cosa posso avere in comune con lui? Certo mi diverto, ma per me divertirsi non è abbastanza, non sono Lauren o Jessica. Quelle della mia età dovrebbero uscire con gente seria, come era Trevor. 
"Si ma con Trevor poi com'è finita?  Si è veramente dimostrato migliore?" .
Decido di soffocare la fastidiosa vocina impegnando la mia testa facendo un cruciverba, ma i pensieri tornano sempre lì, a quel bacio sulla porta. 
Per fortuna il medico mi  ha detto di restare a riposo per qualche giorno a casa dal lavoro, così potrò  evitare di incrontrarlo e far calmare un po' le acque. 
Sono una codarda, me ne rendo conto, ma ora non posso affrontarlo, devo ritrovare il mio equilibrio, la mia stabilita, non voglio mostrarmi diversa da come sono sempre stata, di fronte agli altri, ma so che se ora vedessi Edward non saprei come comportarmi e le galline con cui lavoro sicuramente non se lo farebbero sfuggire se fossi diversa. 
Sperando che lui non si faccia sfuggire nulla.


POV EDWARD
Ci sarà oggi Bella a lavoro? 
Faccio ancora in tempo ad andarmene?
E' stato facile dire a Rose che voglio provare a riavvicinarmi a lei, è stato facile, protetto dalle mura di casa mia con una persona amica accanto. Ma adesso è diverso, adesso sono qui, davanti all'ufficio e corro il rischio di incontrarla e ancora non ho deciso come comportarmi: sche lei mi allontanerebbe ancora di più se dessi a vedere qualcosa sul lavoro, contemporaneamente però, so che non ho altre occasioni per vederla e parlarle.
Mi sembra che qualsiasi cosa io possa fare sia sbagliata. 
Rose ieri sera mi ha detto che basta che io sia me stesso, per vedere lei come reagisce e poi muovermi di conseguenza. Lei la fa semplice! Come faccio a comportarmi come sempre quando lei è nei paraggi? A volte essere inconsapevoli dei propri sentimenti è la migliore arma di seduzione. 
Le mie pene diminuiscono quando sento Lauren dire : - Bella non viene tutta la settimana, si è slogata una caviglia e il medico le ha consigliato di risposare. - 
Mi dispiace che si sia fatta male venerdì sera, non credevo fosse così grave,  o l'avrei portata in braccio per le scalem non le avrei fatto solo da stampella. 
Una parte di me però è molto sollevata, ho un'intera settimana per capire come sia meglio comportarmi con lei; il rovescio della medaglia è che Lauren la sostituirà in quanto sua vice, e si prospetta una settimana molto lunga, non ha le stesse capacità di Bella nel dirigere una  filiale e sopratutto nel far rigare dritte le colleghe. Sin da subito l'atmosfera è più rilassata, piena di chiacchiere inutili e di clienti che vengono trattati meno gentilmente del solito. 
Mi rendo conto solo ora del lavoro che Bella ha fatto qui e perchè per lei sia così importante non apparire debole e corruttibile agli occhi degli altri. Non mi sono mai reso conto che la maschera che indossa la aiuti così tanto a farsi rispettare. Forse il fatto che lei non ci sia mi sta aiutando a capire molte cose.

- O mio dio Liz! Sei cambiata tantissimo! - 
Sentro esclamare a Angela, quando vede entrare una bella ragazza, alta e abbronzata, ha un non so che di sensuale mentre si avvicina ad Angela, sorridente e con passo deciso.
Nel farlo mi fissa negli occhi ammiccando in modo seducente e spostando un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. Ha un paio di occhi azzurri splendidi, in netto contrasto con il corvino dei capelli. 
- Ciao Angela! La mamma c'è? - 
- Si, ha un cliente, perchè non la aspetti? Tanto sono sicura che ha quasi finito. Ma quando sei tornata? Tua madre non ci ha detto nulla! - 
- Ieri sera, ma non mi fermo molto, uno dei professori con cui ho fatto il master mi ha chiesto di partecipare con lui a una ricerca! -
- Ma è bellissimo Liz! Un'occasione unica! La mettessero i miei figli la testa a posto, dandosi da fare anche solo la metà di quanto te ne dai tu! -
- Si è bellissimo, iniziamo tra un mese, sono venuta a prendere le ultime cose, rinnovare il passaporto e a trovare mamma, papà e Max. Mi sono mancati in questo periodo. -
Sentendo questo discorso capisco finalmente chi sia la ragazza che ho di fronte. Ho infatti sentito parlare per molto tempo Jessica di sua figlia, che è andata a fare due anni di master in biologia marina in Australia, behla madre non fa che vantarsene, difficile non saperlo.
- Certo che qui fa freddo! - aggiunge - Finalmente si avvicinava l'estate in Australia ed io ho ben pensato di tornare a casa, così da godermi un secondo inverno. - 
- Liz tesoro! Come mai sei passata? - sento la voce di Jessica provenire dalla mia destra.
- Ho pensato di venirti a trovare e chiederti se ti va di andare a prendere un caffè mamma, tanto ero in giro! -
- Ma certo tesoro! Ma lascia che ti presenti un nuovo collega, due anni fa quando sei partita non lavorava ancora qui, e tu poi non ti sei più fatta vedere! - le dice trascinandomela davanti. 
- Edward, lei è mia figlia Liz, è tornata dall'Australia per stare un po' con i suoi genitori e il fratello. - 
- Ciao Liz, sono felice di conoscerti. - mi presento.
- Piacere mio Edward! - 
Non so se sia stato il suo tono di qualche ottava troppo alta, o la risata subito cammuffata di Alice, ma qualcosa mi sufferisce  che questo incontro non è casuale. Come ad incentivare la mia idea Jessica, non presenta Alice a Liz , anche se nemmeno lei lavorava qui due anni fa. 
Mentre Jessica e Liz escono, Alice mi si avvicina ghignante: - Beh a quanto pare hai fatto colpo! Hai ripensato alla mia idea di sabato? - 
La interrompo prima che dica di pù : Angela ha le orecchie spalancate e sembra molto interessata a quello che diciamo.
- No Alice, non ci ho ripensato. Sono ancora fermo sulle mie idee. - 


_______________________________________________________________________

Allora vi è piaciuto il capitolo? 
E questa Liz? Creerà dei problemi al già complicato rapporto tra Edward e Bella? E Bella veramente non tornerà sui suoi passi? Lo scopriremo nel prossimo capitolo. 
Intanto fatemi dire che questo capitolo è dedicato a una mia collega che da quattro anni sta cercando di farmi fidanzare con uno dei suoi due figli. XD
Ok mi sbrigo a pubblicare, che sabato è quasi finito e mi ero imposta di pubblicare oggi. Alla prossima.
Ojamajo

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


  Ciao a tutti! Si lo so al solito sono in ritardo. E' più forte di me fare tardi a quanto pare. In realtà a rallentarmi è il dover copiare su pc ciò che scrivo su carta, sono maledettamente lenta. XD Comunque vi lascio immediatamente alla lettura, buon divertimento!

POV BELLA
Che noia! Odio stare a casa a lungo, sono sola, non so cosa fare e la televisione non trasmette nulla di interessante!
Durante questi giorni ho fatto la conoscenza di almeno dieci diversi tipi di realty relativi ad una mia segreta passione: la cucina. 
Grazie a loro e a provvidenziali attacchi di letargia il tempo è trascorso quasi senza che me ne accorgessi, di poco differente dal resto della mie giornate. 
Ma oggi è diverso, oggi è venerdì e fino ad una settimana fa il venerdi signficava Edward, ora invece non vuol dire altro che nuova solitudine davanti alla televisione. 
In questi giorni ho capito una cosa: non posso lamentarmi della mia attuale situazione, ho fatto una scelta e ne pago le conseguenze. Ancora una volta ho preferito ciò che mi pare giusto, anche se ho dovuto rinunciare a qualcosa, anzi a qualcuno che mi rendeva felice. 
Come negarlo? Ricordo benissimo la mia vita prima dell'arrivo di Edward e quando l'ho allontanato non ero consapevole di tutto quello a cui stavo rinunciando. Forse solo oggi riesco a rendermene conto; forse perchè oggi sarebbe stato il mio turno di scegliere cosa fare, e non solo non ho avuto la possibilità di scegliere ma soprattutto non c'è niente da scegliere. Questa sera non ci saranno giochi, non ci sarà divertimento, non ci sarà l'ansia pre appuntamento, non ci sarà l'indecisione su cosa indossare e come truccarmi. Niente di tutto questo e anche di più, non sentirò il suo profumo, la sua risata, insomma non sarò con lui.
Una parte di me spera in un suo messaggio, vorrebbe che lui mi dicesse che non gli importa quello che gli ho detto, che vuole stare con me. Ma la mia parte razionale, quella che mi vieta da giorni di alzare il telefono e chiamarlo per chiedergli scusa, mi continua a dire che non potevo fare scelta migliore; una storia con Edward, destinata sicuramente a finire in breve tempo, non deve distarmi dall'obiettivo di essere una donna di successo sul lavoro. Il passato mi ha dimostrato che una vita privata felice non è cosa per gli Swan.
Qualcosa ho però imparato dalla mia esperienza, devo uscire di più per cui mi sono imposta di vedere Tanya Kate e Irina, le mie amiche storiche anche se ormai le sopporto a mala pena. In fede a questa mia nuova decisione ho deciso di invitarle tutte e tre a cena qui domani sera. Amo cucinare, ma non ho nessuno per cui farlo per cui sperimenterò su di loro un pò delle ricette scoperte in questi giorni di riposo forzato.
La scelta di preparare una cena per le mie amiche ha anche un inaspettao vantaggio : tra tagliare, cuocere, stufare e impastare, operazioni necessarie per preparare la cena italiana che ho programmato, la mia testa ha smesso di porsi domande sulla mia situazione sentimentale.

- Bella! Come stai? e la caviglia?-
-Ciao Tanya, meglio direi molto meglio-
-Ma che buon profumino, sono funghi?-
-Si, ho voluto provare a fare i ravioli ai funghi, spero siano commestibili-  
- Ma certo che lo sono! Anzi saranno buonissimi. Sai quanto mi piace che tu metta in pratica le tue doti culinarie Bella! -
- Ciao ragazze! - Irina e sua sorella Kate intanto entrano dalla porta con una composizione carinissima in braccio- 
- Ciao ragazze, ma che splendida composizione! Adoro le zucche da arredamento ! -
- Lo sappiamo, così abbiamo pensato che visto che siamo vicine ad Halloween e ci sono migliaia di composizioni diverse, ti avrebbe fatto piacere riceverne una. - 
Halloween, ora che ci penso è in settimana, come ho fatto a dimenticarmene? Devo procurarmi delle caramelle, i figli dei vicini non sono molto comprensivi se qualcuno si dimentica di comprarle. Esperienza che ho provato sulla mia pelle un paio d'anni fa.
Quasi leggendomi nella mente Tanya mi dice : - Bella ricordati di comprare le caramelle mi raccomando! - e scoppia a ridere. 
Quella sera di due anni fa era presente pure lei e ricorda quante uova marce io abbia ricevuto addosso, seguite da spuma. A nulla è servito rivolgersi ai genitori dei bambini per chiedere di tenerli a bada. Mi ero semplicemente sentita rispondere - E' Halloween, se non si da il dolcetto si riceve lo scherzetto. - 
Con molta pazienza e l'esperienza di madre di due figli Tanya mi aveva aiutata a ripulirmi borbottando che i figli vanno educati, non fatti e poi lasciati liberi di fare ciò che preferivano.
Decido di cambiare argomento: -  Allora Tanya è migliorata la situazione in studio? -
- Al solito, ormai non spero più in un miglioramento. Il mio capo continua a dire che le donne non dovrebbero fare figli se vogliono lavorare, perchè poi pretendono troppe agevolazioni. Con questa scusa mi nega qualsiasi permesso io gli chieda. Ho accumulato così tanti giorni di ferie che potrei stare a casa da qui a giugno e avanzarne ancora. Beata te che lavori con tutte donne Bella! Anzi ancora meglio: che hai la fortuna di essere il capo e di scegliere come assegnare le ferie! . -
Filiale di sole donne. Beh non è più vero, ma non ho mai pensato di riferire a Tanya che le cose erano cambiate. Con loro non parlo mai del mio lavoro, per cui inizialmente non ho avuto motivo di parlare dell'arrivo di Edward, successivamente ho avuto le mie buone ragioni. Sin dalla prima uscita Tanya si era accorta che qualcosa stava cambiando, ha un istinto infallibile nel capire le cose, a differenza di Irina e Kate. Le due sorelle infatti non hanno mai fatto caso a ciò che accadeva loro intorno ad eccezione di quando potevano guadagnarci qualcosa. La situazione di estrema povertà in cui sono cresciute, migliorata solo da qualche anno, le ha portate ad essere persone più ciniche di quanto possiamo essere Tanya ed io.
- Ma scherzi? Hai idea di come sia lavorare tra donne?  Un continuo pettegolezzo - 
- Sai Bella, non ho mai capito che ci vedessi di sbagliato e fastidioso nei pettegolezzi, non fanno male a nessuno. - Si intromette Kate. 
- Questo lo dici tu, in  realtà possono fare molto male. Pensa se qualcuno andasse da tuo marito e gli dicesse che lo tradisci solo perchè sei uscita a prendere il caffè con un collega. Magari lui non ci crederebbe, ma il dubbio lo tormenterebbe e non saresti più libera di fare nulla. -
- Ma chi può essere così crudele scusa? - 
- Beh nella filiale in cui ero prima di diventare direttrice è successo a una collega. Il marito ossessionato dall'idea l'ha fatta seguire da un investigatore privato, scoprendo così che era un bugia; peccato che lei si sia accorta di quello che il marito aveva fatto e l'ha lasciato. - 
Le mie amiche sono basite. Ho conosciuto Tanya e Irina al college e non ho mai raccontato loro dei problemi che avevo avuto in passato proprio a causa dei pettegolezzi, in particolar modo al liceo.  Come avrei potuto? A quel tempo già non mi fidavo più di nessuno. Loro si erano comunque dimostrate delle amiche, anche se ho notato che la mia tendenza a non raccontare nulla di me le aveva portate ad escludermi dalle confidenze più intime. Non posso quindi stupirmi che trovino schockante quello che ho raccontato riguardo ai pettegolezzi, riuscendo ancora una volta a nascondere fatti riguardanti la mia vita privata.
La cena prosegue liscia, senza argomenti particolarmente spinosi da trattare, finchè al caffè Tanya non decide di pormi una domanda per lei innocente, ma per me carica sottointesi.
- Ma non ci hai poi raccontato com'è andata quella famosa festa Bella! Beh a parte la caviglia intendo. - 
Ho raccontata loro di essermi storta la caviglia alla festa all'aperto a cui avevo detto a Tanya di essere stata invitata. Già allora mi è sembrato che non ci avesse creduto e qualcosa mi dice che non ci crede ancora ora. Non ha tutti i torti ad avere dei dubbi. La mia avversione allo shopping è universalmente nota, normalmente non avrei mai chiesto aiuto addirittura a lei, che è il mio opposto ed entra in crisi d'astinenza se non compra almeno un vestito per sè o per i bambini  al giorno. 
- Beh stava andando bene, ma mi sono storta la caviglia quasi subito, per cui non me la sono  goduta molto. - 
Tanya mi guarda poco convinta. Kate e Irina sorridono comprensive. Io decido di cambiare argomento.
- Da che cosa si vestono i vostri figli per Halloween quest'anno? - 
Gli sguardi stupiti delle due sorelle mi dicono che ho fatto una gaffe. Ho cambiato argomento con troppa rapidità e soprattutto chiedendo la prima cosa che mi è venuta in mente, peccato che l'argomento non fosse minimamente collegato a ciò di cui parlavamo.
- Come mai ce lo chiedi Bella? A quanto so non ami particolarmente questa festa. -
- In realtà non amo le feste in generale, ma mi è caduto lo sguardo sulle zucche e ho fatto il collegamento. -
Posso sentire gli specchi cigolare sotto le mie dita, spero che non se ne accorgano anche loro. 
Dopo un attimo di silenzio mi rispondono e passiamo la parte rimanente della serata a discorrere di temi leggeri e innoqui, quali certe orribili maschere di Halloween  viste nei negozi e dell'ostinazione di certe madri a voler rendere ridicoli i figli. 
Prima di andare via, Tanya fa una domanda a bruciapelo:
- Bella perchè il tuo sguardo è tornato così triste? Negli ultimi tempi mi sembrava molto più luminoso. E' successo qualcosa? - 
- No, sarà semplicemente che una settimana chiusa in casa non mi ha fatto molto bene. -
- Sarà, ma spero di vedere presto i tuoi occhi di nuovo luminosi e sorridenti come lo erano negli ultimi tempi. -
Con queste poche parole la mia amica mi ributta nell'abisso dei miei pensieri, sottolineando quanto io abbia sbagliato a comportarmi come ho fatto con Edward. 

Devo trovare un modo per riavvicinarmi? No, non credo, per quanto mi renda infelice questa scelta ormai l'ho fatta. Poi lui ora mi odierà, se così non fosse perchè non mi ha chiamata tutta la settimana, nemmeno per sapere come stavo? Infondo sono una sua collega, è semplicemente questione di buona educazione. 
Ma forse l'avrebbe fatto se non l'avessi allontanato in quel modo, se non gli avessi detto che non dovevamo più vederci alzando una barriera tra di noi. 
Che cosa c'è di sbagliato in me? Perchè mi comporto così?  Lui infondo non ha fatto niente di male, io l'ho baciato. 
Ma è anche possibile che io non gli interessi in alcun modo.  
Forse mi sono illusa di interessargli, forse usciva con me solo per passare una serata che non sapeva come trascorrere ora che i suoi amici sono tutti impegnati. Questo spiegherebbe perchè non mi ha chiesto di provarci, perchè non mi ha chiamata, perchè ha accettato così di buon grado la mia decisione. Certo, mi ha detto che tra noi c'era qualcosa, ma non era dispiaciuto che questo qualcosa finisse. Forse si vergognava di stare con una donna così matura. 
Sì, questa è una spiegazione logica, anche se non molto piacevole. Meglio averlo capito ora che più avanti, quando sicuramente avrei sofferto di più. 
Animata da  questa nuova convinzione mi è più facile tornare al lavoro. Lui sicuramente non avrà niente da dirmi e la mia vita comincerà a girare veramente come prima.

Quando lui entra in filiale non ha il suo solito sguardo rilassato e seducente, quantomeno per me, ma forse è la mia nuova consapevolezza a mostrarmelo così, perchè mi saluta normalmente, con il solito: - Buongiorno direttrice, come stai? - e si mette alla sua postazione, senza nemmeno aspettare una mia risposta. 
- Ciao Bella, come va la caviglia? Tutto bene? - mi saluta Jessica con molto entusiasmo, troppo per i suoi standard, chissà che cosa le è successo?
- Ciao Jessica, si la caviglia sta bene, per fortuna non era nulla di serio. Ma ti vedo raggiante stamattina, che cos'è successo? -  I suoi occhi si illuminano e mi è subito chiaro che ci teneva le venisse posta questa domanda.
- E' tornata mia figlia dall'Australia, doveva stare pochi giorni e invece è ancora qui, non sai quanto sono contenta! Ed è tutto merito di Edward! - 
Si fa largo dentro di me una strana inquietudine. Che cosa vuol dire è tutto merito di Edward? Liz nemmeno lo conosce Edward! Ma non voglio farle vedere quanto mi interessa, per cui evito di concentrarmi su questo argomento.
- Sono contenta! Si vedeva che ti mancava, da quanto non la vedevi? -
- Due anni! Peccato che prima o poi debba comunque partire per iniziare una ricerca con un suo professore, chissà quando tornerà di nuovo. - 
- Dai Jessica, devi essere orgogliosa di avere una figlia che ha questo successo nel suo campo e poi è appena arrivata, non pensare a quando ripartirà. - "presto spero"  mormoro tra me e me, mentre  la frase "è tutto merito di Edward"  continua a rimbombarmi nelle orecchie. 
Perchè mi da così fastidio? Dov'è finita tutta la decisione che avevo ieri? Sapevo che lui avrebbe trovato un'altra, ma forse non credevo così presto e soprattutto non credevo che avrei dovuto vederlo con la figlia di una collega. Ma magari non ho capito bene, infondo non ho chiesto spiegazione a Jessica.
Il grande vantaggio di essere al lavoro e non a casa è che eseguendo i miei compiti non ho il tempo di lasciarmi distrarre dai miei confusi pensieri. 
Così arrivo all'ora di chiusura senza preoccupazioni. Proprio mentre sto passando a raccogliere  i dati della giornata dai miei colleghi, sento Lauren dire a Jessica : - Tua figlia è tornata anche oggi alle dieci, ti deve proprio volere bene sai Jessica? - 
- Non credo sia per questo sai? Infatti il caffè non è venuta a prenderlo con me. - ridacchia l'interessata.
Faccio finta di non sentire e mi affretto a tornare a casa: ho bisogno di un po' di pace.
Ma anche qui non è meglio, da sola sono di nuovo libera di pensare e purtroppo i miei non sono pensieri allegri. Decido di lasciar perdere i principi salutisti e mi affido al conforto del cibo spazzatura per eccellenza: quello del Mc Donald. Piena di Mac Chicken, Crispy Mac Bacon e patatine fritte sono abbastanza stordita dai grassi per essere rilassata e godermi una serata tra le braccia della mia copertina in pile in compagni di un bel libro.  Prima di andare a dormire prendo una decisione importante: domani controllerò se Liz passa veramente per vedere Edward.


Liz non solo è passata martedì, ma anche ieri e oggi. Anzi, oggi si è anche presentata a pranzo e non ha smesso un attimo di flirtare con Edward. La situazione inizia a dimostrarsi fastidiosa, quantomeno per il mio umore. 
Sono quasi le quattro e sto accompagnando un cliente a prelevare, quando l'ormai onnipresente Liz entra dalla porta. Potremmo farla lavorare, già che è qui, almeno occupa il suo tempo in modo costruttivo.
- Edward caro, quando esci ti va di venire a prendere un aperitivo? - miagola la gattamorta. 
Ma insomma un po' di decenza! Lui infondo è sul lavoro.
- Liz non lo so, non credo , insomma ho un impegno. - poteva essere più deciso ma sono contenta che abbia rifiutato, mi sale un ghigno acido.
- Dai ma hai sempre da fare Edward! Facciamo così ti accompagno.  - Il mio ghigno si gela, probabilmente, dall'esterno sembra che mi sia venuta una paralisi facciale, in realtà sto solo meditando di regalare io stessa al soggetto in questione un biglietto di sola andata per l'Australia.
- Ma certo che puoi Liz. - Si intromette Alice, ma i fatti suoi questa ragazza non se li fa mai vero? - Andiamo a trovare una nostra amica, penso non ci siano problemi  se vieni con noi. - Sono più che convinta che ci tengano in modo particolare a vedermi perdere le staffe e rovinarmi la giornata. 
Oltretutto quando Liz si allontana Alice si rivolge a Edward :  - Dovresti ripensarci alla mia proposta sai? Infondo quando una ragazza è così insistente non ti devi preoccupare di farla soffrire. - 
- Forse hai ragione, ma ancora non sono convinto. - 
La mia irritazione raggiunge i livelli massimi e non posso fare a meno di lasciarla traboccare : - Allora la vogliamo smettere? Pensate a lavorare, mica siete al bar! - 
Tutti si voltano a guardarmi sorpresi, non ho mai perso le staffe così, soprattutto per un motivo che agli occhi esterni sembra così insignificante. Appena mi giro nella sua direzione Edward abbassa lo sguardo colpevole. Decido di allontanarmi e raggiungere la sicurezza del mio ufficio, devo calmarmi.


POV EDWARD

Che cos'è successo? Mi sembra che Bella abbia perso il controllo, per cosa poi? Per Liz? Che sia gelosa? Un briciolo di speranza entra nel mio cuore. Forse dare corda a quella ragazza fastidiosa ed appiccicosa che è Liz a qualcosa è servito, forse non a farmi dimenticare le mie pene d'amore come aveva pensato Alice,  ma a far avere una reazione  a Bella sì. 
- Oh - sento dire ad Alice con seria sorpresa, mentre Bella entra in ufficio. - Sei diventato pazzo Edward! - 
Eh? Che cosa intende dire? Devo essermi perso qualcosa. 
- Io e te dobbiamo parlare quando usciamo da qui mio caro, ora le cose mi sono finalmente chiare. -  
Inizio a pensare che Alice sia arrivata a spiegarsi il motivo del mio comportamento di questi giorni. 
- Mi dispiace Alice ma non possiamo, hai invitato Liz a venire con noi. - decido di essere cattivo, so che non desisterò dal suo intento, ma quanto meno ho rimandato le spiegazioni che sicuramente vorrà. 


POV BELLA

E' più forte di me, uscendo dal lavoro decido di pedinarli, la presenza di Liz con Edward mi lascia alquanto inquieta. 
Non mi devo nemmeno preoccupare di essere vista, per lo meno per il primo tragitto di strada, Edward ed io abitiamo nella stessa città, non è così strano per lui vedermi in macchina in coda dietro di lui. 
Una volta arrivata a Philadelphia devo stare più attenta, perchè lì le nostre strade dovrebbero dividersi, ma confido sul traffico della città per rimanere nascosta. 
E se Liz si fermasse da lui?  Infondo sono andati a Philadelphia con una sola auto, le intenzioni di lei sono chiarissime.
Ed io sono una stupida a tormentarmi così, ma non posso farne a meno. 
Il pedinamento dura a lungo, sono le undici e ancora sono in giro. Sono stati a trovare Rose e poi a cena, ora li vedo uscire dal ristorante. Io sono in macchina ad ascoltare il mio stomaco brontolare: mica potevo seguirli anche dentro il ristorante! E non me la sono sentita di allontanarmi per paura di perderli. Poi dopo le schifezze di lunedì saltare un pasto non può certo farmi male. 
Di una cosa sono però contenta. Non l'ha portata in uno dei locali in cui siamo stati insieme, posso sempre ancora aggrapparmi ai ricordi.
Escono dal ristorante e mi rendo conto che Liz sta salendo in macchina non con Edward ma con Alice e il suo ragazzo. Ho dimenticato che anche lei abita a Camden, è probabile che si sia offerta di riportarla a casa. Tiro un sospiro di sollievo, metto in moto e torno a casa.
Per oggi Liz non è riuscita nel suo intento. Io però devo trovare un accordo con me stessa, perchè se non sarà con lei, prima o poi Edward capitolerà e sono troppo cresciuta per pedinarlo come un'adolescente. 

Dopo una notte agitata mi sveglio con una brutta sensazione. Sento che oggi succederà qualcosa di spiacevole e questo mi mette di malumore.
Malumore che peggiora ulteriormente quando rimango bloccata in coda a causa di un incidente, vedo chiaramente il fumo in lontananza, probabilmente le auto si sono anche incendiate. Questo spiegerebbe la presenza dei pompieri oltre che della polizia. 
Conosco abbastanza  bene la strada da riuscire a prendere una deviazione, purtroppo affollatissima, così che mi rallenta ed arrivo al lavoro con un'ora di ritardo. 
Edward non c'è, ma è probabile sia rimasto imbottigliato dal traffico dovuto allo stesso incidente che ho incontrato io per strada. 
Appena entro in ufficio un'agitatissima e tremante Alice mi raggiunge. 
- Bella, Edward.... Jasper... appena chiamato... ospedale... -
Non capisco che cosa mi stia dicendo per cui cerco di calmarla. Lei però sembra avere fretta di dirmi qualcosa, pur non riuscendoci. Dopo vari tentativi prende il suo cellulare e mi mostra sullo schermo un SMS del suo ragazzo Jasper. Non capisco perchè voglia farmelo leggere, ma è così insistente e sconvolta che decido di assecondarla. 

Alice. Edward ha avuto un incidente stamattina,  è privo di sensi lo stanno portando in ospedale. Vado con lui. Ti faccio sapere appena capisco qualcosa. "

Con le immagini di quel fumo ben impresse nella mente e nel cuore mi alzo dalla sedia, prendendo borsa e giacca :
- Che fai Alice tu non vieni in ospedale? - 
In questo momento non mi interessa nient'altro che scoprire come sta Edward.


___________________________________________________________

Eccomi qui! Purtroppo non sono riuscita a pubblicare prima di mezzanotte, ma spero mi perdonerete. Questo capitolo è un po' stentanto me ne rendo conto, ma ho incontrato qualche difficoltà di concentrazione mentre lo scrivevo. Ancora grazie a Hermron che mi ha aiutata a finire di scriverlo. E a tutti quelli che lo leggono, soprattutto se evitano di uccidermi per il finale XD 
Alla prossima settimana.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Ciao a tutte. Venerdì a mezzanotte mentre spegnevo il pc e andavo a letto, mancandomi solo più una piccola parte di fanfiction avrei voluto scrivervi:
"Non ci credo nemmeno io! Ho il capitolo pronto per tempo e non devo copiare tutto all'ultimo minuto come al solito!!!! Si può solo inneggiare al miracolo XD 
Da questo capitolo inizia la parte per me più difficile da scrivere; difficile perchè devo cercare di far rimanere i miei personaggi coerenti con sè stessi, con i loro comportamenti e le loro personalità. Spero di riuscirci e di non cadere nel banale ( Ojamajo incrocia le dita dietro la schiena. ) Ma ora vi lascio alla lettura. A dopo!"
Ovviamente non bisognerebbe MAI gioire troppo presto delle cose perchè sabato mattina mi sono svegliata con un'amara sorpresa: uno dei due gentili fiumi della mia odiata Nebbiaville, ovviamente quello più vicino a casa mia, ha deciso di farsi un'allegra passeggiata tra i campi inondando anche il supermercato qui dietro. Ho così dovuto sloggiare da casa mia ( che per fortuna non è finita a mollo) e chiedere ospitalità a casa di un'amica. Ovviamente nella fretta di levar le tende non ho pensato di portarmi dietro il pc XD
Comunque finalmente eccovi il mio capitolo nuovo.




POV BELLA


Edward è in ospedale, senza conoscenzam voglio andare là ed essere sicura che stia bene, poi potrò lasciarlo alle cure dei suoi amici. Il problema è che non trovo la macchina, sono uscita di corsa dall'ufficio con Alice al seguito, ma una volta fuori il panico ha preso il sopravvento. 
Ho fatto il giro del posteggio già tre volte, ma non trovo proprio la macchina. Sto addirittura usando il pulsante per l'apertura a distanza sperando di vedersi illuminare i fari, ma niente da fare, non c'è. Dove posso averla messa? Sono sicura che l'ho lasciata qui pochi minuti fa. Sono entrata e uscita così in fretta che non avrebbero avuto nemmeno il tempo di rubarmela. Per cui dov'è?
- Bella vuoi calmarti? - mi riprende nervosa Alice - non vedi che la macchina è lì? Sì quella che si illumina da almeno dieci minuti. Ci sei passata davanti quattro volte almeno! -
Le sue parole mi riportano alla realtà, riesco ad individuare la macchina e con mani tremanti inserisco le chiavi nel cruscotto. Resto immobile qualche minuto cercando di riprendere un po' di quel controllo di me stessa che ora mi manca totalmente, non mi è altrimenti possiblie guidare. Non  ho visto la macchina, che succederebbe se un pedone si mettesse tra me e la strada per raggiungere Edward? Lui non avrebbe colpe ( a parte quella di avermi involontariamente rallentata.).
Metto finalmente in moto. 
Alice è pallida come un lenzuolo e silenziosa, troppo silenziosa per i suoi standard, mi rendo conto che anche lei è preoccupata anche se non sembra una pazza isterica e fuori controllo, quello è un mio privilegio. 
Mi chiedo come faccia. Infondo Edward è suo amico ed avrebbe molto più diritto di me  di sentirsi agitata. Invece riesce a controllarsi moltissimo.
Ringrazio di conoscere la strada perchè non credo di rendermi propriamente conto di quello che faccio. Sento che la mia testa è chissà dove, forse in una sala emergenza al pronto soccorso, forse ancora sull'ambulanza, forse su una nuvola di fumo nero che si alza dalla strada. Sembro un automa, il mio corpo si muove più per abitudine che per un ordine impartito da me. 
- BELLA!!! Frenaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! - urla Alice. 
Davanti a noi una macchina dell'anteguerra, ha deciso di fermarsi in mezzo alla strada ed io non me ne sono accorta . Per fortuna con me c'è Alice o sarei finita all'ospedale pure io. 
Mi accorgo che la mia passeggera trema trema di paura ora. Come faccio a spiegarle perchè sono così fuori di testa? Ma soprattutto come posso essermi messa nella situazione di far trasparire qualcosa? In teoria io dovrei essere solo la direttrice che si informa sulla situazione di salute di un suo sottoposto, non una donna isterica che corre al capezzale del suo uomo. Oltretutto Edward non è nemmeno il mio uomo. 
- Scusami Alice, ero distratta. -
- Bella, se sei così agitata forse è meglio che accosti e fai guidare me. Capisco che tu sia poco lucida in questo momento, ma non possiamo rimetterci le penne per questo! Anzi in realtà non capisco totalmente perchè sei così agitata, visto quello che è successo. Certi tuoi comportamenti non mi sono chiari. -
- A me non è chiaro il tuo discorso, non ho capito nulla! -  le dico, mentre si mette al posto di guida. Ha ragione io non sono molto lucida in questo momento, ma il resto del suo discoro sembra un delirio. 
- Bella due sabati fa  è piombato a casa di Jasper un Edward devastato che sembrava sulla soglia delle lacrime. Dopo varie indagini sono riuscita a scoprire che aveva avuto problemi con una ragazza, non ha detto di più. Con Jasper è andata un po' meglio,  lui sapeva che la ragazza ha qualche anno più di Edward. Beh non capivo proprio perchè lui non si trovasse un'altra con cui dimenticare questa delusione, sì lo so sono cinica. Ho iniziato a pensare che ci tenesse troppo, o che fosse troppo cavaliere per comportarsi così, o entrambe le cose.  Poi è arrivata quella gattamorta di Liz ed ha iniziato a provarci. E tu hai avuto quella reazione esagerata, dopo una settimana in cui sei stata distratta e intrattabile, non ti accorgevi nemmeno che ci chiedevi la stessa cosa più volte. Così ho iniziato ad avere sospetti che Edward non ha mai confermato. L'hai fatto tu oggi con questa tua reazione assurda. -
Sono basita. Non mi sono accorta di essere stata tutta la settimana strana. Però è un'altra l'affermazione di Alice che attira la mia attenzione: quel sabato Edward era devastato, vuol dire che gli dispiaceva smettere di vederci. Allora a me ci tiene! Ma allora perchè non me l'ha detto?
Alice le ha addirittura chiamate pene d'amore! Oddio forse su questo punto ha un po' esagerato, o forse no? Comunque ora poco importa, ora è fondamentale solamente che Edward stia bene. 
Ho buttato via l'occasione che ho avuto e se non avessi modo di rimediare? No, non è possibile questo è solo  la mia ansia a parlare. Edward starà bene ed avrò modo di parlargli apertamente di tutti i miei dubbi. Soprattutto avrò occasione di mostrarmi molto più matura di quanto io non abbia fatto l'altra volta. 
- Bella mi ascolti? - mi richiama Alice.
- Allora dimmi perchè l'hai allontanato quando è evidente che non è ciò che vuoi. - 
Questa domanda mi mette un po' a disagio, perchè non vede da sola le difficoltà di una storia simile?
- Perchè è molto più piccolo Alice e.. - 
- OH perfavore! Ora non aggiungere che sei il suo capo ti prego! Non regge! Fai questo lavoro da più anni di me, lo sai che quasi tutti sono sposati con altri colleghi! E per quanto riguarda la differenza d'età non è più un problema ormai, ma hai idea di quante siano le coppie in cui lei è più grande? Guarda solo le coppie famose! Su due piedi mi vengono in mente Demi Moore e Ashton Kutcher, ma ce ne sono molti altri!. - 
- Infatti Demi Moore e Ashton Kutcher si sono lasciati. -
- OOOOH va beh ti cercherò su internet una lista di nomi va bene? - 
  Alice si sta rivelando una persona molto arguta lo devo ammettere.
. - Capisco tu non voglia dirla a me Bella, ma l'importante non è dirlo a me, ma dirlo a Edward, nessun problema è irrisolvibile quando c'è un amore alla base fidati. - 
- Non ne sono sicura Alice, l'esperienza mi ha insegnato cose diverse. - 
- Beh allora non c'era amore. -
- Ma Alice io non so se amo Edward, so cosa sento, ma non so dargli un nome. - 
- Bella, tu sei innamorata di Edward, primo perchè nessuno avrebbe dato fuori di testa con per Liz se non qualcuno che prova dei sentimenti, sopratutto perchè se fossi stata lucida ti saresti accorta che lui ha fatto anche l'impossibile per scoraggiarla!  E poi Bella oggi hai perso totalmente il controllo, io voglio bene ad Edward ero dannatamente preoccupata, ma tu eri nel panico più assoluto. - 
- Si nota così tanto dall'esterno? -
- sì, per lo meno per chi vuole notarlo. Non penso che quelle oche che lavorano con noi se ne siano rese conto, beh credo non considerino nemmeno più Edward un ragazzo, ormai sono abituate alla sua presenza. - 
Mi scappa un sorriso. - Oche? - 
- Beh forse sono stata offensiva, ma tu come le chiameresti? - 
- Galline. - ed anche Alice sorride. 
Non mi sono mai resa conto che è una così brava osservatrice, beh forse non ho mai considerato Alice al di fuori del lavoro.
- Comunque per ora mi interessa che lui stia bene, non vedo l'ora di arrivare in ospedale per saperlo, ti prometto che appena si sarà ripreso gli parlerò. Non voglio pensare che non stia bene o mi torna il panico. -
- Hai fatto la scelta giusta. - mi dice posteggiando davanti all'ospedale. - Certo che qualcosa è successo, Jasper non mi ha scritto nulla, non è da lui. -
Così dicendo compone il numero del fidanzato per sapere dove si trova.
Mentre percorriamo i corridoi per raggiungere Jasper, i miei pensieri sono tutti per Edward, la cui sorte mi è ancora ignota. Non riesco a ricordarmi tutte le paranoie che mi sono fatta in questi giorni, perchè quando qualcuno che si ama soffre noi soffriamo con lui. E io ne sono l'esempio evidente: la preoccupazione per Edward mi ha tolto qualsiasi inibizione, ho tranquillamente parlato con Alice dei miei sentimenti per lui senza preoccuparmi, per la prima volta nella mia vita, dei giudizi altrui, ci sono cose più importanti nella vita.
Solo ora capisco che non è stato un caso che lei abbia toccato quell'argomento mentre eravamo in macchina, non perchè curiosa di avere la conferma a un ghiotto pettegolezzo, ma per ditrarmi dal mio evidente stato di panico.
Quando arriviamo al punto indicatoci da Jasper non trovanno solo lui, ma anche Rosalie e il marito.
Mi sento di troppo: quelli sono i suoi amici, per loro  credo di essere un disturbo: mi sembra quasi di sentire le loro teste dire " e questa che cosa ci fa qui? Che cosa vuole?"
Io chi sono infondo? Solo il suo capo, come una come una stupida ho rinunciato ad avere il diritto di star lì: per paura del giudizio degli altri e probabilmente anche di me stessa.
Resto un po' in disparte mentre Alice abbraccia il fidanzato e gli amici.
Lei si accorge di questa mia mossa e mi avvicina, trascinandomi per un braccio, come se fossi una bambina che ha bisogno di essere rassicurata.
Beh in effetti ne ho necessità assoluta, perchè negarlo?
- Jazz, si sa qualcosa? - Chiede la ragazza
- No, ancora nulla, Emm ed io eravamo lì quando l'hanno tirato fuori dalla macchina, anzi per l'esattezza è Emmett ad averlo tirato fuori, poco prima che si incendiasse. Non aveva ferite visibili, ma non si svegliava. Quando i paramedici hanno deciso di portarlo all'ospedale ho chiesto ai miei colleghi se potevo venire e sono salito sull'ambulanza. - 
- Io dovevo spegnere l'incendio, non sono potuto venire subito, ma ho chiamato Rose che si è precipitata. -
- Si dopo aver lasciato a mia madre Seth. Il problema è che a noi non dicono nulla, maledette privacy, ed Esme e Carlisle non sono raggiungibili.
- Si Rose, non ricordi? - Si intromette Jasper - sono andati in Germania a presentare il progetto di ricerca di Carlisle. - 
Da quello che ricordo Esme e Carlisle sono i genitori di Edward, gli unici adavere diritto a conoscere del condizioni del figlio sai medici. Ha ragione Rosalie: maledetta privacy!
- Ma.. ma... com'è successo? - Trovo il coraggio di chiedere.
E' Emmett a rispondermi, probabilmente essere rimasto sul luogo dell'incidente più a lungo gli ha dato modo di raccogliere qualche informazione. Sento di essere sull'orlo di una crisi di pianto, mi ero illusa che arrivado in ospedale avrei subito saputo qualcosa, invece non è stato così. Alice, non vista, mi abbraccia, infondendomi la consapevolezza di non essere sola; il viaggio in auto ci ha legate parecchio.
- Gli autisti delle altre auto che hanno assistito all'incidente, hanno detto che dalla corsia opposta stava arrivando un'auto, il cui guidatore era probabilmente ubriaco, che sbandava pericolosamente. Edward ha cercato di spostarsi il più possibile su ciglio della strada per evitare il frontale, ma l'auto l'ha colpito lo stesso. A peggiorare la situazione il camion dietro l'ubriaco non ha fatto in tempo a frenare totalmente andando a sua volta a sbattere contro le macchine incidentate. Per fortuna l'autista andava piano, ma trasportava materiale infiammabile che ha subito reagito. L'ubriaco è morto sulla sua auto. L'autista è a sua volta stato portato in ospedale ma era cosciente. Edward... Beh lui starà bene vero? - 
Nessuno è in grado di rispondergli, non dopo aver assistito alla descrizione di ciò che era successo. Le mie gambe hanno ceduto a metà del racconto ed ho dovuto sedermi.
Dopo interminabili minuti di silenzio si avvicina a noi un'infermiera portando caritatevolmente notizie.
- Il vostro amico è nella stanza 312 in medicina, non ha nulla di rotto, ma vogliamo tenerlo in osservazione, infondo è arrivato qui senza conoscenza. Sta dormendo ora, ma se volete potete salire. -
Mi sento sollevata a sapere che sta bene, come se mi si fosse appena tolto un grosso peso dal cuore.
I suoi amici stanno andando verso la stanza, ma io decido di tornare a casa, non sono in condizione di andare al lavoro, ma ora la mia presenza in ospedale non è più necessaria, so che sta bene, che non l'ho perso. Ora lui ha bisogno di pace, quando starà meglio parleremo: l'ho promesso ad Alice.
Sono quasi all'uscita quando mi sento afferrare per un braccio.
- MI vuoi dire dove stai andando? - chiedla mia giovane collega. - hai già deciso di ritrattare tutto quello che ci siamo dette in macchina?- 
- No Alice, non ci ho ripensato, ma ora lui ha bisogno di tranquillità, non posso parlargli, penso che anche la mia sola presenza lo agiterebbe. -
- Oh Bella, smettila con le paranoie ti prego! Pensi davvero che lui sarebbe contento di sapere che te ne sei andata prima che si svegliasse? Lo saprà sicuramente, perchè Emmett ha la delicatezza di un pachiderma in una cristalleria e oltretutto penso sia l'unico a non avere capito la situazione ed il motivo per cui oggi eri qui. E quando glielo dirà, Edward inizierà a farsi mille paranoie, agitandosi molto. E tu questo non lo vuoi vero? -
Ma come può pensare che dopo quello che gli ho fatto lui voglia vedermi? E poi non porto risposte con me, solo dubbi e insicurezze, è ovvio che lo innervosiranno. Ma forse Alice ha ragione, lo innervosirebbe di più sapere che sono stata qui per tutto il tempo e poi sono scappata come una codarda.
Cosa devo fare? Alice non sembra avere dubbi, ma io ne sono piena. 
- Sei sicura? - 
Mentre ero presa dal mio monologo interiore, Alice ha iniziato a trascinarmi verso l'ascensore, devo quindi dedurre che la sua risposta sia affermativa.
- Facciamo così, io aspetto fuori dalla stanza, quando si sveglia gli dici che sono qui, lasciamo sia lui a decidere se vuole vedermi. -
Alice mi guarda sconcertata, probabilmente dalla mia codardia, ma alla fine decide di appogiare la mia idea.
- Tu non scappare però, sono sicura che vorrà vederti. - mi dice lasciandomi fuori dalla porta a tormentarmi le mani, nel chiaro intento di reprimere l'istinto di fuga che sta crescendo in me. 
Alice mi piace, è tutto ciò che io non sono: decisa, allegra erengica e spontanea. Non le interessa il giudizio del mondo esterno, lei vive come meglio crede. Anche con me si è comportata così: fregandosene del fatto che sono il suo capo e più grande di lei, ha visto un comportamento sbagliato in me e l'ha detto.


POV EDWARD

Che dolore alla testa, ma che cosa succede? C'è un silenzio innaturale qui intorno. 
E questa ombra?
Che sia notte?
Tra l'altro sono in una posizione scomodissima, odio dormire sdraiato sulla schiena, mi sembra di essere in una bara, ma non riesco a girarmi senza sentire male ovunque. 
Mi sembra di avere i jeans addosso, perchè? 
Vorrei saperlo, ma il mal di testa mi impedisce di pensare.
Apro gli occhi e mi trovo in una stanza asettica, avvolto dalla penombra.
- Edward!  Mamma mia ci hai fatti preoccupare tantissimo! - Riesco a mettere a  collegare la voce ad un viso solo dopo alcuni secondi. E' Rosalie. 
Ma che cosa ci fa qui? E perchè li ho fatti preoccupare?
Non capisco.
- Come ti senti Edward? - Jasper? 
- Anzi devi ritenerti fortunato poteva andare molto peggio fidati. - Emmett? 
Sono molto confuso, di cosa stanno parlando? 
E sopratutto non possono evitare? Mi scoppia la testa ed ogni volta che cerco di capire cosa dicono è peggio.
- Edward che hai sembri confuso! - Pure Alice? 
- Certo che sono confuso non capisco di cosa stiate parlando! - 
Con i volti tesi e preoccupati, parlandosi sopra gli uni con le altre mi raccontano cos'è successo. Nel frattempo la nebbia che sembra avvolgere la mia mente si dirada, i pensieri si fanno più chiari, portandomi così a ricordare l'incidente.
- Ho avuto paura quando ho visto la macchina venirmi incontro. Pensavo che quello dietro di me mi avrebbe schiacciato, invece è riuscito a deviare, ma poi è arrivato il camion, non ricordo altro. La mia macchina come è conciata? - 
Mentre raccontavano nessuno me ne ha parlato e mi accorgo che anche ora è sceso un silenzio gelido e teso nella stanza. Poi Emmett trova il coraggio di prenderela parola, anche se la voce è di parecchio più flebile del suo solito vocione.
- Ecco Edward, in realtà ti ho tirato fuori appena in tempo dalla macchina, perchè poi il camion ha preso fuoco ed è stata una reazione a catena. Abbiamo cercato di spegnere le fiamme, ma non siamo riusciti a salvare niene di più che la carcassa dell'auto. -
Sigh la mia povera Volvo, le ero tanto affezionato, è stata la prima macchina che ho avuto, prima usavo quella di mia madre, che tanto andava a lavorare a piedi. Ricordo che l'ho comprata con molti sacrifici con  i risparmi di due anni di lavori saltuari e faticosi, usata ovviamente. Mio padre si era offerto di regalarmene una nuova, ma io non volevo saperne, la volevo comprare con i miei soldi. E così è stato. 
- Scusate ma dovrei parlare col signor Cullen, potrete rientrare quando esco. -
Ci interrompe un medico entrando nella stanza per visitarmi. I miei amici si accingono ad uscire, tutti tranne Alice, che mi si avvicina e mi dice:
-Fuori c'è Bella, vorrebbe vederti, ma ha paura che tu ti agiti troppo. La posso far entrare dopo?-
Bella, è fuori e vuole vedermi, lei che non voleva saperne di me. Certo che voglio vederla, sono talmente felice che quasi non sento più tutti i dolori dovuti alla botta dell'incidente. 
- Certo che puoi, ma vorrei parlarle solo, non con voi. - 
- Questo lo immaginavo, non ti preoccupare ho già in mente un piano per portarli tutti via. -
- Alice, fatti aiutare da Rosalie, lei sa... E Alice, grazie. - Le dico mentre esce. 


POV BELLA

E' entrato un medico e stanno uscendo tutti, ecco, lo sapevo non vuole vedermi, Alice aveva torto, o mi avrebbe già chiamata.
A questo punto posso anche andarmene.
Mentre cerco di dirigermi all'ascensore Alice mi ferma nuovamente. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, non voglio farmi vedere piangere, anche perchè dopo quello che gli ho detto queste lacrime me le merito, anzi sono ancora poche. 
- Bella aspetta! Vuole vederti sola, non appena va via il medico. Scusa se ci ho messo tanto a chiederglielo, ma quando si  è svegliato era molto confuso non capiva nemmeno dove fosse, ho dovuto aspettare si riprendesse -
Vuole vedermi! Sono felice, ma anche agitatissima, i battiti del mio cuore battono all'impazzata mentre osservo la porta in attesa che il medico esca dalla stanza, mi accorgo solo di sfuggita di Alice e Rosalie che con una scusa portano via i ragazzi. E poi infine la porta si apre, esce il medico e mi fa cenno di entrare. Non so se anche me l'abbia detto perchè il battito fuorioso del mio cuore copre qualsiasi altro rumore.


________________________________________________

Eccoci alla fine di questo nuovo capitolo. Bella è cambiata, ve ne sarete accorte tutte, si sta aprendo, forse l'emergenza e la paura le hanno fatto capire che il suo comportamento è sbagliato. Chiariranno con Edward? E con lui cosa succederà dopo? 
Continuate a seguirmi per scoprirlo XD
A sabato

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


POV EDWARD

Dalla porta da cui è appena uscito il medico entra Bella.
Non so come mi sento. Contento, sicuramente contento che sia qui. Ma anche spaventato, confuso, perchè non so cosa potrà dirmi. Non voglio illudermi, magari è solo qui per parlare di lavoro, per sapere quando posso rientrare.  Ma ricordo sia le parole di speranza di Rosalie, sia le allusioni di Alice a presunte scenate di gelosia.

Alice, Jazz e Liz sono appena saliti in macchina, dopo la malriuscita cena a cui la figlia di Jessica si è autoinvitata, quando sento il cellulare vibrarmi in tasca. 
"Non pensare di scapparmi Edward Cullen! Io e te dobbiamo parlare seriamente di quello c
he è successo oggi!"
Conosco abbastanza Alice da sapere che quando si mette in testa una cosa non si riesce a dissuaderla, per cui opto per assecondarla.
" Non capisco cosa pensi che sia successo, comunque sono sicuro che domani me lo spiegherai."
La risposta non si fa attendere: 
" Mi credi stupida Ed? Guarda che ho assistito in diretta alla scenat
 a di gelosia di Bella, oggi pomeriggio. E molti tasselli sono andati a posto. Comunque ne parliamo domani, cascasse il mondo! "


Oggi è quel famoso domani. Complice il destino, non ho avuto modo di parlarle, malgrado mi fossi preparato a negare tutto. A giudicare dal tono complice in cui mi ha detto che Bella vuole parlarmi, è riuscita ad ottenere le sue informazioni da qualche altra fonte. Anche se non capisco da dove sia riuscita a trarre queste informazioni: Rosalie di solito è una persona molto riservata, soprattutto con i segreti altrui e Bella... Beh no Bella è stata chiarissima: nessuno deve sapere quello che è successo, e per maggiore sicurezza non si ripeterà mai più. Non vuole pettegolezzi.
Allora perchè ha questa faccia? Non riesco a leggere bene la sua espressione, ma sembra imbarazzata e contemporaneamente preoccupata. Non parla, resta sulla soglia, come se non sapesse cosa fare, posso contare i suoi respiri.
I minuti scorrono, potrebbe essere passato un secondo come un'ora, quando fa  un respiro più profondo per cercare di calmarsi, probabilmente sta per iniziare a parlare.
Quasi di riflesso a lei anche io trattengo il respiro e si ha un attimo di puro silenzio, in cui anche i cuori sembrano smettere di battere. 
Poi titubante e insicura lei inizia a parlare:
- Come stai? - la voce le trema leggermente e a me si stringe il cuore. A parlarmi è la mia Bella quella che ho iniziato a conoscere, non la persona che lei vuole apparire a tutti.
Non me la sento di dirle che mi sento a pezzi, un po' perchè non voglio farle pena, un po' perchè ho paura che se ne vada, con la scusa di farmi riposare, non voglio perdermi nemmeno un minuto con lei.
- Un po' dolorante, ma ora che la confusione è passata va molto meglio. - cerco di minimizzare.
- Alice mi ha detto che eri un po' confuso quanto ti sei svegliato, sono contenta che ora vada meglio. Essere confusi non è una bella sensazione. - 
- Eh? -
- Niente di strano Edward, solo che so cosa vuol dire essere confusi è un po' come non sapere più chi si è. Ma scusa straparlo. - 
- Sai che con me puoi parlare vero Bella? - 
- Si lo so, me lo ricordo bene. E' che semplicemente straparlo, penso le cose e poi mi accorgo di averle dette ad alta voce. E poi io... no lascia perdere. - sembra voler aggiungere altro ma ci ripensa. 
La conversazione è a un punto morto. 
Nè io nè lei vogliamo discutere di quello che è successo, non per primi quantomeno, lo si nota dal nervosismo crescente con cui lei si tormenta le mani, ormai rosse in più punti. 
Vorrei che mi dicesse perchè è qui, mi piacerebbe chiederglielo direttamente, ma temo che lei non risponderebbe.
Scelgo una via di mezzo, così guardando dritto davanti a me decido di dirle: - Non so ancora quando potrò tornare a lavoro, il medico mi ha detto che vuole vedere come va stanotte, mi piacerebbe capire perchè tutta quest'ansia, perchè io sto bene. - 
Devo aver detto qualcosa di sbagliato, perchè lei diventa improvvisamente paonazza e poi, quasi non possa contenere dentro di sè la sua furia,  scoppia:
- Non dire idiozie Edward! Ti rendi conto che hai perso i sensi e non riuscivano a svegliarti? Ci hai fatti preoccupare tutti tantissimo, nessuno ci voleva dire nulla, non siamo tuoi parenti noi.. e... e io stamattina ero in coda poco lontana dall'incidente e ho visto tutto quel fumo salire e poi Alice mi ha detto che hai avuto un incidente e ho capito che c'eri tu in mezzo a quel fumo, e da quel momento non ho  capito più nulla!  Ero preoccupata! E tu minimizzi. Tu starai qui dentro finchè i medici vorranno e sarai sincero con loro riguardo a come ti senti e l'ultima preoccupazione che devi avere è quella di tornare al lavoro! - 
Le sue parole mi bloccano. Non sono abituato a questa Bella. Lei è sempre piuttosto distante fredda, poi ci sono momenti in cui compare quella che ritengo sia la vera sè stessa, nei sorrisi nella semplicità quasi da ragazzina. La sua reazione mi mostra altrte parti di lei, della sua personalità: l'insicurezza e la dolcezza, espresse nelle parole arrabbiate, spaventate ed anche affettuose. 
Due lacrime le calano dagli occhi, voglio avvicinarmi a lei, voglio stringerla, anche se so che appena lo farò lei mi allontanerà: purtroppo ho qualche problema ad alzarmi dal letto. 
Il medico mi ha avvisato inizialmente potrei avere problemi di equilibrio, dovuti al trauma cranico, problemi che dovrebbero sparire nell'arco di un paio di giorni.
Anche lei sembra aver capito le mie intenzioni o almeno parte di esse, perchè mi lancia uno sguardo omicida e si avvicina dicendo: 
- Resta seduto, mi avvicino io. Tu devi stare a riposo. - 
Trovarla così vicino a me dopo i giorni che abbiamo passato ad evitarci mi rende più nervoso di quanto non lo fossi da adolescente con la mia prima ragazza: con le mani sudaticce e il puro terrore di sbagliare qualcosa.
Mi accorgo che trema, per cui mi faccio leggermente di lato nel letto, le afferro la mano e la invito a sedersi. Quando provo a lasciarle la mano, per non metterla a disagio, lei aumenta la presa. 
- Posso stringerla ancora un po'? Mi calma. - Mentre me lo chiede non mi guarda, osserva lo stesso punto del muro che poco prima avevo fissato io; quasi avessimo eletto proprio quella piccola parte di parete a talismano del coraggio.
Cala nuovamente il silenzio. Troppe cose non dette ci bloccano.
- Edward, mi dispiace per quel sabato, sono stata veramente un mostro. Mi sono agitata per quello che è successo, non è sensato lo so, ma voglio spiegarmi, mi darai la possibilità di farlo non appena starai meglio? -
- Si certo, ma ora scapperai di nuovo? - ho paura a chiederglielo, ma ho ancora più timore di non sapere cosa succederà tra di noi.
- No, non scapperò più. Se c'è una cosa che ho capito è che in qualche modo mi hai cambiata includendomi nella tua vita e non posso tornare indietro, a prima che tu arrivassi nella mia vita. -
- Sono contento! - dico con enfasi, forse troppa per come stanno le cose tra noi - Bella io sono stato un po' impulsivo quella sera, ricambiando il tuo bacio, dovevo immaginare che questo ti creasse problemi, ma credimi non ho mai voluto metterti in imbarazzo, nè avevo premeditato tutto quando ti ho chiesto di uscire la prima volta. Ma quando mi hai baciato beh anzichè usare la testa ho agito d'istinto. -


POV BELLA

Si sta scusando. Lui si sta scusando, quando sono io a doverlo fare, io ad averlo trattato malissimo.
Com'è strano questo ragazzo, ma forse per questo mi sento legata a lui, forse per questo non sono riuscita ad allontanarlo e basta. Ma lui sta iniziando un discorso che nessuno dei due sa a cosa porterà. E non so se è il caso di avere ora questa conversazione, ma lui sembra deciso a farlo e forse ha ragione, solo chiarire può cancellare l'imbarazzo tra noi.
- Facciamo un patto Edward, chiariamo ora quello che è successo, ma per favore piantala di agitarti. Quale parte di devi stare a riposo non hai capito? -
- Bella è che ho bisogno di chiarire, sono così agitato da quel venerdì sulla porta di casa tua. -
- Ne abbiamo bisogno entrambi. - gli rispondo - Quando ti ho baciato ho seguito a mia volta l'istinto, lo volevo, lo desideravo, ma poi la mente ha avuto il sopravvento e sono andata in tilt. Perdere il controllo così non è da me, ho lavorato per anni per non fare trasparire le mie emozioni, per evitare di rimanere ferita e chiudere fuori tutto il mio passato. Poi sei arrivato tu e in un mese hai fatto riaffiorare parti di me che credevo sepolte. Credo ci siano poche persone che sanno quello che sai tu, alcune nemmeno mio padre. Mi sei entrato dentro, ma non mi ero resa conto di quanto. Mi sono comportata da bambina isterica e impaurita l'altra volta. Non ti ho parlato questa settimana perchè mi vergognavo di me stessa,  credevo mi odiassi, beh in realtà ero certa che mi odiassi. Ora invece sono contenta perchè so che non è così e mi sono sorpresa molto. -
- Bella, davvero pensi che potessi odiarti? Dopo quello che mi hai raccontato? Io ho capito il tuo punto di vista, anche se non subito. Non posso dire di non esserci stato male. Ho capito quanto tenevo a te proprio quando ti ho perso, sì è una banalità però è così. Prima di quel bacio non ho mai pensato alle nostre uscite come a degli appuntamenti, ma solo a qualcosa che mi piaceva fare -
- Nemmeno io li consideravo tali, ma mi sono resa conto di nascondermi dietro una pagliuzza. Erano appuntamenti a tutti gli effetti. E mi rendevano felice come non mai. Poi ho rovinato tutto. Perchè non riesco a accettare di essere attratta da te? -
O mio dio gliel'ho detto! Ma sono stupida? Gli ho davvero detto che sono attratta da lui? No! Peggio! Gli ho detto che non riesco ad accettare di essere attratta da lui!  Già che c'ero potevo dirgli che lo amo! Si certo potevo dirgli che lo amo e poi seppellirmi direttattamente! So di averlo già detto ma ho qualche problema serio col cervello io. Oh si che ce l'ho! Insomma un giorno lo bacio, quello dopo lo caccio in malo modo da casa mia dicendogli che non dobbiamo più vederci, poi gli faccio una scenata di gelosia davanti a tutti perchè una ragazza ci prova con lui, lo pedino e a conclusione di questa splendida settimana gli dico che sono attratta da lui! Era meglio quando sentivo le voci!
- Bella io... scapperai se ti dico che anche io sono attratto da te? Perchè è così, ma non voglio perderti ci tengo troppo a te. Perchè vorrei riprendere ad uscire con te, vorrei invitarti fuori, provare l'agitazione che si prova prima di ogni appuntamento con la persona che si... Beh con la persona che ci interessa. Ma non voglio che ti senti costretta. - 
- No, non scapperò. E' quello che voglio. -
La porta che cigola aprendosi ci fa sobbalzare, quanto tempo è passato da quando sono entrata? Non lo so ma avrei voluto non finisse mai. Ed invece dalla porta fa capolino Alice, che dopo aver notato la nostra vicinanza e aver lanciato un'occhiata alle nostre mani ancora intrecciate, assume un'aria dispiaciuta: 
- Perdonatemi, non sono riuscita a distrarli di più, ad un certo punto sono diventati insistenti nel voler rivedere Edward, a nulla è servito dirgli che potevamo tornare a trovarlo domani, mi hanno ancora accusata di essere insensibile. - 
Le sorrido. Come posso essermi dimenticata che c'erano anche loro in ospedale? Che prima o poi sarebbero tornati? Dovrei allontanarmi ma l'idea di lasciare la mano di Edward non mi piace per niente. 
- Bella, puoi restare anche mentre ci sono loro, non andartene ti prego. -
Mi irrigidisco. Non mi sento pronta a questo. Faccio ancora fatica ad accettare quello che mi sta succedendo con Edward, senza dover anche pensare ai giudizi degli altri. Lui sembra capirlo immediatamente e mi toglie dall'imbarazzo, come solo lui sa fare:
- Torni più tardi? Ti pregooooo . - Mi dice facendo una faccia da cucciolo bisognoso di coccole a cui nessuno potrebbe dire di no. 
- Certo che torno! Te lo prometto. - 
Mi alzo per uscire dalla stanza  e noto che Alice non è rimasta sulla porta, ma l'ha accostata per lasciarmi quegli ultimi minuti sola con lui. La mia personalità multipla entra di nuovo in azione e mi fa fare l'ennesimo gesto folle.
- Grazie per aver capito. - e le mie labbra tornano a sfiorare le sue e per la prima volta sono realmente consapevole di quello che sto facendo. 
Quando mi allontano da lui mi accorgo che è sopreso : - Non ti preoccupare, questa volta non scapperò, sono nel pieno delle mie facoltà mentali. - 
- Ci vediamo dopo, allora. - mi dice sfiorandomi il viso. 
La porta cigola di nuovo annunciando l'arrivo dei suoi amici, interrompo il contratto e mi preparo ad uscire. 
Quando la incrocio vedo Alice scrollare la testa rassegnata, forse si aspettava che rimanessi.
Arrivando alla macchina scopro che ho già voglia di sentirlo di nuovo. Ormai schiava della mia parte adolescenziale, repressa da troppi anni prendo il cellulare e gli mando un sms:
" Non vedo l'ora che sia più tardi, mi manchi."

________________________________________

Buon sabato mie care!!!! 
Eccovi qui il nuovo capitolo. Allora come vi sembra? Lo so è un po' più corto degli altri, inizialmente pensavo di proseguire di più con la storia, ma arrivata a questo punto ho capito che non poteva che finire così. Il resto nel prossimo capitolo.
Lo so Bella sembra un po' matta in questo capitolo, ma mi è venuto istintivo scrivere così. Infondo è una persona che si è negata molto nella vita, per paura, per cui è logico che sembri avere un disturbo da personalità multipla. 
Ma non vi dico di più o vi faccio scoprire troppo della storia. 
Ed ora la novità: ho scoperto di non essere in grado di rispondere alle vostre recensioni senza raccontarvi praticamente tutto il capitolo successivo XD per cui ho deciso che risponderò qui sotto alle recensioni del capitoli scorsi, rimaste in arretrato XD e continuerò a fare così anch nei prossimi capitoli. 

@ FunnyPink hai ragione l'idea di perdere qualcuno ti fa capire veramente quanto tieni a lui ed infatti come hai visto Bella si è molto lasciata andare, confessandogli una parte delle sue paure. Certo non si può pretendere che dall'oggi al domani lei cambi, ma ha deciso di affrontare il tutto con maturità.

@ciaspola mi hai parlato di cadere nel banale e spero di non averlo fatto e di continuare a non farlo. E' una Bella Edward per cui il risultato è sicuramente scontato, tutto dipende come si arriva all'obiettivo finale. 

@giova71 si Bella si è svegliata ma non dimentichiamoci che è sempre Bella. Non può cambiare dall'oggi al domani, le paure ci vuole tempo per superarle, ma ha finalmente capito che non può farlo da sola. E fidati avrà un valido aiuto.

@ hermron Bella come vedi si è un po' lasciata un po' andare XD per cui mia cara basta minacciarmi in privato di sequestri di caramelle gommose XP Dovevi solo aspettare ...

@cri riga: Grazie per i complimenti per la fanfiction spero che continui ad essere di tuo gradimento. 

Ps: Grazie a tutti quelli che continuano a leggermi. Alle 39 persone che mi seguono, le 3 che mi hanno messa nelle fanfiction da ricordare e le altre tre che hanno inserito Toy Boy nelle preferite. 
Al prossimo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


POV EDWARD

"Non vedo l'ora che sia più tardi, mi manchi"

Sorrido felice, ignorando completamente Jasper che racconta le mille peripezie che ha dovuto affrontare per farsi ridare gli oggetti personali che mi sono stati tolti al momento dell'incidente e consegnati al banco dell'accettazione.
Dopo aver letto il messaggio di Bella non posso che essergli grato, anche se il suo obiettivo era un altro: entrare in possesso delle chiavi di casa per potermi portare un cambio per l'indomani ed un pigiama un po' meno ridicolo dell'assurda vestaglietta aperta sul retro che da in dotazione l'ospedale ai pazienti. 
- Non ho trovato l'assicurazione medica però e l'ospedale me la richiede. Dovresti dirmi dove la tieni. -
Inutile dire che i miei amici ora sono la mia famiglia, mentre cercavo di chiarire la situazione ancora assai confusa con Bella, loro si sono preoccupati delle pratiche burocratiche e di organizzare la notte che dovrò passare lì. 
Come farei senza di loro?
Eppure non vedo l'ora che se ne vadano. Lo so sono ingiusto, ma voglio vederla, voglio parlarle, voglio finalmente capire cosa sta succedendo tra noi. 

" Anche tu mi manchi, quando torni?"

Forse sono stato un po' diretto, ma non è più il momento di girare intorno alle cose, è il momento di parlare da adulti quali siamo.
- Edward! Che cos'hai stai male? - Chiede ansioso Emmett. 
Ecco Emmett ansioso dovrebbe farmi preoccupare. Le parole Emmett e ansioso non sono mai entrate nella stessa frase. 
- No Emm sto bene, perchè? - 
- Ti ho visto distratto Edward, assente, non rispondevi alle domande di Jasper, che dovrei pensare? Non è uno scherzo quello che ti è successo. - 
L'ho detto che devo preoccuparmi, forse non mi sono reso effettivamente conto del pericolo che ho corso, forse ha ragione Bella, ho preso tutto sotto gamba.
- Ragazzi dai lasciatelo stare, l'ha distratto un sms, stava solo rispondendo. - cerca di calmarli Rosalie. 
- Comunque è il  caso che lo diciamo al medico appena passa a controllarlo. - Insistono Emm e Jazz.
- Sì mamma e papà! - gli rispondo ironico. 
- E chi sarebbe la mamma tra i due scusa? - chiedono i miei amici un po' più rilassati.
Poi Alice continua: - Comunque Ed dovresti avvisare i tuoi genitori, noi non siamo riusciti a trovarli, ma devono saperlo. -
- Lo so, ma voglio aspettare più tardi, mio padre mollerebbe la conferenza immediatamente, per tornare a casa e non voglio succeda, so quanto è importante per lui, infondo ora sto bene.  A proposito Jazz l'assicurazione è nel secondo cassetto della scrivania nello studio di mio padre. Ma ne ho una fotocopia nel portafogli, l'ho consegnata al medico quando è venuto a parlarmi prima. Comunque grazie di tutto. - 
Non fanno in tempo a rispondere, perchè un'infermiera imbufalita entra nella stanza :
- Ancora qui state? Vi avevo detto due minuti è passato ben di più e non siamo in orario di visita, su salutatevi, potete tornare alle quattro come tutti! - Inizio a pensare che addestrino le infermiere insieme ai pitbull, sono terribilmente feroci.
- Allora torniamo dopo Edward? - mi domanda Alice, consapevole che Bella ha promesso di tornare. 
Sono in imbarazzo, non so cosa rispondere, mi dispiace dirgli di no, perchè non capirebbero e visto quanto hanno fatto per me sarei anche profondamente ingiusto nei loro confronti. So che se spiegassi loro il motivo per cui non voglio che tornino capirebbero, ma Bella come la prenderebbe?
Beh ora che ci penso con le allusioni di Alice non ha avuto problemi, forse posso permettermi di aprimi. E poi ho detto che avremmo dovuto comportarci da adulti, da persone mature, questo implica anche che non voglio nascondere nulla ai miei amici. 
Forse me ne pentirò ma voglio essere onesto con loro, so che saranno discreti. 
- Alice, veramente dopo passerebbe Bella - dico arrossendo e capisco di non dover dire nient'altro perchè è Jasper a finire la frase con occhi sorridenti.
- E dovete parlare di molte cose.  E' inutile che mi guardi così, ti conosco  e ho capito che era di lei che mi parlavi non appena l'ho vista arrivare con Alice stamattina.  Facci sapere come va. - 
- Io non sto capendo. - dichiara Emmett, l'unico realmente all'oscuro di tutto ciò che è successo. 
- Stai tranquillo amore, adesso usciamo, poi ti spieghiamo tutto. - 
- Ma pure tu lo sai Rose? Posso sapere perchè devo sempre essere l'ultimo a sapere le cose io? - 
E mentre tutti ridiamo escono.
Proprio in quel momento sento vibrare il cellulare: 

" Appena comincia l'orario di visita, hai bisogno di qualcosa?" 

Si di te, penso tra me e me, ma non è ancora il momento di dirglielo.

" No, tranquilla, ci hanno già pensato i ragazzi. Conterò i minuti fino ad allora."

POV BELLA

Odio gli ospedali, li odio da quando sono bambina, puzzano di disinfettante e sembrano l'anticamera dell' Ade, pieni di moribondi e di gente malata. Pensare che Edward sia lì dentro mi dispiace da morire, certo con lui ci sono i suoi amici, ma ho sentito un'infermiera da guardia ruggire al loro gruppo che potevano restare solo un paio di minuti , per cui ora è solo in quel posto orribile, senza nulla da fare. 
E' troppo se gli scrivo? Gli dico che non riesco ad accettare di essere attratta da lui e poi cosa faccio? Mi comporto come un' adolescente in calore, che non sa fare altro che riempire di messaggi il ragazzo che le piace. 
Meno male che mi sono ripromessa di comportarmi da persona adulta e matura! Chissà non l'avessi fatto! 
Prima di qualsiasi cosa gli devo spiegare cosa mi spaventa tanto della nostra situazione. Ho milioni di cose da dirgli ma la realtà è che non so come dirgliele, così mentre ero con lui sono solo riuscita a chiedergli scusa per quello che è successo e a baciarlo di nuovo. 
Per me questo nuovo bacio ha un significato diverso rispetto al primo, è più consapevole di quello che sta succedendo e forse anche troppo consapevole di quello che provo. 
Forse però avrei dovuto trattenermi, quantomeno fino a quando non sarò riuscita a conciliare il terrore puro che questi sentimenti fuori controllo scatenano in me, con la voglia di stare con lui. 
Non vorrei aver creato troppe aspettative, ma so che non mi allontanerò, voglio frequentarlo, perchè Tanya ha ragione: quel breve mese in cui sono uscita con lui è stato il migliore della mia vita. 
Mancano ancora un paio d'ore al momento in cui potrò rivederlo e non so come farle passare, probabilemente perchè vorrei essere lì a fargli compagnia. Casa mia non mi è mai sembrata così piccola e deprimente, nemmeno nei week end che passo sul divano con la sola compagnia della televisione e dei suoi tanti canali tematici. 
Forse perchè prima d'oggi non ho mai avuto qualcosa che veramente mi interesasse fuori dalle mie quattro mura. 
Forse perchè con gli altri non sono mai stata veramente me stessa. 
Forse perchè con lui, per la prima volta, mi sto aprendo. 
Forse semplicemente perchè la mia vita sta radicalmente cambiando e la compagnia di un film non mi basta più, piuttosto vorrei vedere un film in compagnia.

Quando l'orologio segna le quattro sono seduta in macchina nel posteggio dell'ospedale. Sono qui da mezz'ora almeno. Avevo paura di fare tardi. 
No non mentiamoci. 
Volevo vederlo, a casa rischiavo di impazzire, così mi sono detta:  "Ma sì usciamo e facciamo un giro al centro commerciale. " Solo che invece che al centro commerciale mi sono trovata nel posteggio dell'ospedale.
Ed ora ho paura ad entrare, ho paura di sembrargli troppo ansiosa, troppo impaziente, troppo invadente, insomma: troppo. 
Le quattro e due minuti. Beh un tempo sufficiente a non fargli capire l'ansia che ho di rivederlo, almeno spero.
Raccolgo  tutto il mio coraggio ed entro.

Gli brillano gli occhi quando mi vede entrare.
- Bentornata! - 
- Grazie. Tu stai bene o hai avuto qualche ricaduta? - 
Ride, non vedo perchè dovrebbe ridere quando gli sto chiedendo una cosa così seria.
- Mi dici perchè ridi? Io sono seria! - lo riprendo come se fosse un bambino dispettoso.
- Perchè non mi è successo nulla, ma mi sono perso nei miei pensieri mentre leggevo un tuo sms e Jazz e Emm si sono agitati tantissimo. E poi li ho chiamati mamma e papà e.... - 
Non posso resistere, scoppio a ridere anche io
- e poi mi hanno chiesto chi dei due fosse la mamma. - 
I suoi amici sono così diversi, sanno sempre sdrammatizzare e gli vogliono davvero bene. Sembrano famiglia. 
- Adoro sentirti parlare dei tuoi amici. Stamattina poi, mi sentivo quasi di troppo tra loro, ma hanno fatto di tutto per farmi sentire a mio agio. Alice poi è stata veramente un tesoro sai? Non fosse stato per lei -  ma mi interrompo, non è il caso di dirgli il resto, non so come la prenderebbe. 
- Bella cosa volevi dirmi? - i suoi occhi mi supplicano di continuare la frase, facendomi capire che se effettivamente voglio comportarmi da adulta devo confrontarmi con lui riguardo le mie paure, non cercare di rinchiuderle finchè non esondano distruggendo tutto ciò che c'è stato prima. Ho già fatto questo errore una volta.
- Se non fosse stato per Alice io non sarei entrata a trovarti. Una volta capito che stavi bene me ne sarei andata. Lei mi ha aiutata a capire che dovevamo chiarire e a trovare il coraggio di entrare. -
- Per cui sei tu che hai detto a Alice cos'è successo? -
- Beh, non proprio, ma l'ha capito da sola osservando i nostri comportamenti. -
- Bella... ecco lo sa anche Rosalie. Lei l'ha capito anche prima di noi, da quando è nato Seth. Lei ha questa sorta di intuito riguardo quello che mi succede che a tratti è quasi inquietante. Così quando mi ha visto parecchio giù quel sabato ha indagato un po' e collegato gli indizi. - 
Sono senza parole, non perchè anche Rosalie è a conoscenza di quello che sta succedendo, ma perchè anche lei, come Alice non mi ha guardata giudicandomi, ma con la stessa amicizia di prima. 
- Ehm beh e oggi credo l'abbia capito pure Jasper. - aggiunge Edward. 
Inizio a pensare che o i suoi amici sono persone ancora più straordinarie di quanto appaiono oppure io mi sono fatta un'idea totalmente sbagliata sulle persone.
- Beh credo sia il caso di parlarne con Emmett o si sentirà lasciato da parte! - gli dico scherzando.
Lui mi guarda serio. 
- Bella sei sicura che per te vada bene, che non ti dia fastidio? Ho fatto di tutto per tener loro nascosto tutto, ma a quanto pare non sono stato molto bravo. - 
- Edward ascolta io posso non gradire che la gente sparli o  i pettegolezzi, ma ho visto come si comportano loro con te, ho dovuto rivalutare il concetto di amicizia, perchè ciò che conoscevo come tale in realtà è molto differente da quello che lega voi, è  come se foste tutti fratelli, anche se non avete legami di sangue; persino Alice, ha questo legame con voi. Ed è bellissimo, non potrei mai chiederti di non parlare con loro, di nascondergli le cose, non sarebbe giusto. -
Mentre parlo mi sorge un dubbio : - Ma tu non hai parlato con loro perchè avevi paura di una mia reazione? - 
Lentamente annuisce. 
Devo proprio essergli sembrata un mostro isterico se si è trovato nella condizione di non poter parlare liberamente con i suoi amici di quello che gli stava succedendo. 
- Edward ascolta, lo so che posso esserti sembrata un po' isterica e rigida su alcune cose,  ma mi dispiace tu ti sia sentito così. Non posso negare di essermi sentita spaventata all'idea che tu parlassi con Rosalie o Alice, perchè la situazione a lavoro sarebbe stata ancora più imbarazzante, ma il mio egoismo non deve farti stare male. - 
Restiamo in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri. Non posso pensare di essere stata così egoista, di avergli fatto questo, l'idea mi fa salire un'immensa rabbia : - E' tutta colpa di questa stramaledetta paura del giudizio degli altri, di questo puro terrore che ho iniziato a provare quando ho capito i sentimenti che provo per te! Perchè ancora ora non so gestirli. -
Temo di aver parlato troppo, ma nei suoi occhi si accende una luce diversa, speranzosa, come se non avesse creduto fino ad ora, che avrei ripreso a frequentarlo davvero, che avrei approfittato della prima occasione possibile per scappare.
- Io capisco cos'è successo nel tuo passato, ma non ho intenzione di farti del male, so che può sembrarti assurdo, ma io sono innamorato di te e non ti farei mai dei male. -
Innamorato! Ha detto innamorato! Il mio cuore fa il triplo salto mortale. E' innamorato di me. Ma io devo mantenere il controllo,  non posso lasciarmi andare, non ancora.
- Ora sei innamorato di me Edward, o almeno lo pensi, ma le cose cambieranno. -
E' deluso.
- Non capisco. -
- Tu dici di amarmi Edward, e lo pensi davvero ne sono sicura, ma ho letto molto sai sulla faccenda delle coppie con grandi differenze di età  e tutti concordano su una cosa. Il più giovane dei due cerca sicurezza nell'altro, quando la trovano prendono la loro strada. Ed io Edward non voglio soffrire, dopo quello che ho passato. -
- Bella, magari anche tu potresti stancarti di me perchè sono troppo immaturo e lasciarmi. Oppure essere di nuovo terrorizzata dai pettegolezzi, com'è successo la prima volta che ci siamo baciati. Ma io voglio rischiare. -
Colpita
- Edward ... -
- Lo sai qual'è il vero problema tra noi? Non dire l'età ti prego, nè i pettegolezzi. La differenza tra noi è che io accetto il rischio, accetto di mettermi in ballo anche se potrà finire in una delusione, anche se potrò soffrire e lo accetto proprio perchè ti amo. - 
E affondata.
- Se mi fai questo discorso mi sciolgo però.. - gli dico con un filo di voce avvicinandomi a lui.
Proprio in quel momento il cellulare suona. Un sms.

" Io quando dico le cose le faccio, cara la mia Bella. Eccoti un elenco delle coppie famose in cui lei è più grande di lui:
Madonna e Brahim Rachiki
Louis Garrel e Valeria Bruni
Mariah Carey e Nick Cannon
Barbara Hershey e Naveen Adrews
Helena Christensen e Paul Banks
Halle Berry e Gabriel Aubry.
Ma la coppia più bella l'ho trovata su un sito italiano si tratta di due attori del paese a stivale, Valeria Golino e Riccardo Scamarcio, hanno più o meno la stessa differenza d'età tua e di Edward, stanno insieme da anni e ora vorrebbero avere un figlio. Non tutte le storie finiscono male. "


- Chi è? - mi chiede Edward curioso quando mi vede sorridere.
- Alice - gli rispondo mostrandogli il messaggio. - Sai credo di aver trovato un'ottima amica grazie a te. -
E lo bacio in modo più approfondito e passionale, rispetto ai casti baci che ci siamo scambiati fino ad ora. 
- Ti va di ricominciare da qui Edward? - 

_____________________________________________________________________________________

Buongiorno ragazze! Avete visto già visto BD? Io vado stasera a vederlo per la seconda volta. *_* fantasticooooo!!!
Beh torniamo alla nostra FF o mi lascio andare in spoiler, lo sapete che non so come trattermi. 
Ditemi secondo voi Bella ce la farà a superare le sue paure con l'aiuto di Edward? Oppure scapperà di nuovo?
Per quanto riguarda l'elenco delle coppie famose con lei più grande: ho cercato su Google, se trovate qualcosa di sbagliato correggetemi pure non sono esperta di pettegolezzi. Sicuramente ho glissato sulle ultime novità nei confronti di Valeria Golino. 
Un'altro piccolo spunto arriva dalla discussione finale di Bella ed Edward, ispirata da una puntata di un medico in famiglia 4.
Ed ora eccoci alle recensioni XD

FUNNY PINK: Edward e Bella si sono spiegati, finalmente da persone mature quali sono. Affrontare il mondo esterno non sarà facile per Bella, ma avrà Edward accanto. ( e non dico di più o faccio prima a raccontarti tutta la storia.)

GIOVA71 Alice è importante non tanto per l'aiuto che darà ai due per mettersi insieme, ma perchè finalmente Bella ha trovato un'amica vera. E grazie a tutti gli amici di Edward ha anche capito che la gente non è tutta cattiva come quella che ha incontrato nella sua vita. Ma siamo poi sicure che non sia anche il suo modo di comportarsi ad allontanare le persone? 

HERMRON per te poche parole XD semplicemente :era ora non credi? 

A sabato prossimo ragazze!!!!






 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


POV EDWARD

 

Sentire le sue labbra sulle mie è una sensazione forte ed improvvisa, il mio corpo si tende per la sorpresa. Non credevo mi avrebbe baciato.

Mi ha fatto capire che è confusa, ha bisogno di tempo prima di definire quello che sta succedendo tra noi, ma che possiamo frequentarci.

Ma poi mi ha di nuovo baciato. Poi la richiesta di ripartire da dove tutto si è rotto. Cosa risponderle?

Lei è qui accanto a me, tesa, in attesa di una mia risposta. Ma in realtà io non so che cosa voglia dire questo ricominciamo. Non capisco cosa vuol dire.

Lei è ancora qui che aspetta una mia risposta. Ma non riesco a dargliela, perchè non la capisco. Ho una sola soluzione, baciarla, ricambiare quel bacio con la stessa energia che lei ha messo nel suo. Quello che siamo, quello che vuole, abbiamo tutto il tempo per capirlo insieme.

Non so per quanto tempo restiamo così semplicemente a baciarci, con l'incoscienza di due ragazzini, senza pensare a ciò che ci aspetta fuori da qui, alle paure ancora irrisolte ed ai problemi che sicuramente si metteranno sulla nostra strada. Il bacio man mano si approfondisce e mi ritrovo stretto a lei, vorrei accarezzarla, vorrei sfiorare il suo corpo, ma so che non posso, so che questo contatto è il massimo che posso ottenere per ora, perchè lei ha paura di ciò che sta nascendo, per cui voglio aspettare che ogni passo in avanti sia lei a compierlo, quando sarà pronta, quando accetterà totalmente l'idea che io la ami e chissà che anche la sua non sia solo attrazione. Ma non voglio illudermi, lei non ha mai accennatto a sentimenti simili, ha solo detto che prova qualcosa che la spaventa. Sarei uno stupido a non pensare che potrebbe decidere di non accettarli mai.

Quando ci stacchiamo possono essere passati pochi minuti come ore, in questo ospedale ho perso il senso del tempo, che è scandito da lei, dalla sua presenza: pochi secondi senza Bella sembrano secoli, un'ora insieme e sembra sia passato solo un secondo.

I suoi occhi hanno una luce diversa, non è paura, è felicità. Quando incrocia il mio sguardo arrossisce, ma non scappa, anzi riprende la mia mano nella sua come ha fatto la mattina e sorride.

Decido di parlarle, esporle i miei dubbi questa volta, chiederle cosa ricominciamo.

- Bella, io con te ripartirei da qualsiasi punto tu voglia, ti ho già spiegato perchè ma.. -

- Ma vuoi sapere cosa siamo ora. - mi interrompe.

- Beh in parte sì. - ammetto, quasi vergognandomi di me stesso. Non sono sempre io quello che giurava che per lui andava bene ricominciare a frequentarsi come prima? Beh mentivo, potevo accontentarmi, ma dopo questi baci beh, trovo la situazione cambiata.

- Beh io penso che potremmo dire che ci stiamo frequentando - mi dice titubante Bella - anche se preferirei che la notizia rimanesse circoscritta per ora. Soprattutto -

- A lavoro - la interrompo - Bella non è che io proprio ci tenga a mettermi sulle bocche di quelle vipere, sai? -

Lei emette uno strano suono, a metà tra una risata e un grazie e mi bacia nuovamente.

- Per cui... p-posso dire che... che ora sei... la mia ragazza? - Mi morderei la lingua, che parla senza darmi il tempo di connettere un neuorone, lei mi dice che è spaventata dai suoi sentimenti e io che faccio? Cerco in tutti i modi di mettere un'etichetta.

- Beh ragazza direi di no Edward. - mi risponde lei.

Ecco bravo, come volevasi dimostrare, ora lei scappa di nuovo, beh che altro potevi aspettarti testa di broccolo? Lo sapevi!

- Direi che nessuno potrebbe definirmi più ragazza ormai... forse è il caso di dire la tua donna... - conclude lei.

Credo che il mio sospiro di sollievo si sia sentito fino in California.

- La mia donna, mi piace, sa molto più di legame. - Sono talmente felice che vorrei mettermi a canticchiare, ma qualcosa dentro di me mi dice di comportarmi da persona matura quale so essere.

- E direi che ho una donna bellissima. - Lei arrossisce, chissà quand'è stata l'ultima volta che le hanno fatto dei complimenti, oltretutto veri.Presumo molto tempo fa.

 La porta si apre ed entra la capoinfermiera con un vassoio di cibo

- La cena signor Cullen! E mi raccomando la mangi questa volta non faccia come con il pranzo! -

Mi porge il vassoio pieno di cose informi e poi esce dalla porta. Già è ora di cena? Guardo l'orologio e mi accorgo che sono le cinque e mezza. Uno sbuffo disperato mi esce spontaneo dalla bocca.

- E' presto! Come si fa a cenare a quest'ora? - chiedo al vento.

Bella ride : - Ahahah all'ospedale si mangia sempre prima delle galline. Ma che cos'è questa storia che a pranzo non hai toccato cibo? -

Le mostro il vassoio coperto di strane sostanze che nemmeno un alieno avrebbe potuto indicare come cibo.

- Ti capisco, ma dai gli spinaci e la gelatina non sembrano male e tu qualcosa devi mangiare, mica vorrai stare a digiuno! -

- Quali sarebbero gli spinaci e la gelatina scusa? -

- Le due cose verdi -

- Dai un po' di dieta non mi può far male. - sembro un bambino di cinque anni che fa i capricci, ma sono piuttosto schizzinoso, so che non dovrei già mostrarle i miei lati peggiori, incoraggiandola così a scappare, ma ci sono cose che proprio non sopporto.

Lei non fa una piega, con la forchetta prende una parte di ciò che ha definito spinaci, per un attimo penso voglia dimostrarmi che sono commestibili assaggiandoli, ma poi : - Su su, apri la boccuccia e fai atterrare l'aereoplanino. Dai che se fai il bravo ti do un bacio. - mi dice ridendo.

Il premio non mi dispiace per cui cerco di farmi forza e apro la bocca. Non si possono certo dire buoni. Mastico e ingoio. Non appena ho finito le calde labbra di Bella mi sfiorano, poi divertita lei prende un'altra forchettata e riprende il gioco. Tra un bacio e un bocconi disgustoso riesce a farmi finire spinaci e gelatina, dopodichè sposta il vassoio e riprende a baciarmi passandomi una mano tra i capelli, incoraggiato dalla sua mossa oso di più pure , calcando il suo profilo con le mani,ogni qual volta che le sfioro un nuovo lembo di pelle, il nostro bacio va intensificandosi, mi accorgo che non solo il mio cuore, ma anche il mio corpo chiedono di più.  Mi rendo conto che non è nè il luogo nè il momento ideale e mi allontano da Bella, non con poco sforzo. Mi fa piacere notare che per lei è la stessa cosa. Ma siamo abbastanza adulti da saperci contenere, considerato il luogo non consono.

- Domani ci penso io a cucinare per te, così ti rifarai dei pasti ti oggi. - mi dice dolcemente, sfiorando il mio volto.

Non posso che sorridere mentre il mio cuore perde un colpo, la maschera sembra essere totalmente crollata e la speranza che tutto questo possa continuare diventa più forte. Non posso infatti negare, malgrado ciò di cui abbiamo parlato oggi, che fino ad ora ancora non credevo che tutto questo potesse succedere davvero, mi sembrava di vivere in un sogno. Sicuramente se questo fosse stato un mio sogno Bella a questo punto non mi avrebbe detto che avrebbe cucinato per me, ma si sarebbe proposta per altre attività.

 

Quando passa a ritirare il vassoio la capo infermiera fa, non troppo, gentilmente notare a Bella che l'orario di visite è terminato, che presto sarebbero passati i medici a visitarmi.

Molto dispiaciuto la saluto.

- Dai non essere triste, ti passo a prendere domani e ti riporto a casa, non è che non ci vediamo più. -  mi dice Bella dandomi un altro bacio leggero.

Rassegnato a non sentirla fino all'indomani la guardo uscire dalla porta.

 

- Signor Cullen, come si sente? Ha avuto problemi di assenza di memoria o confusione da quando ci siamo visti stamattina. -

- No dottor Macy, nessuno problema del genere. Sono solo un po' dolorante qui e qui. - gli rispondo toccandomi lo sterno e lo stomaco.

- E' normale, portava la cintura di sicurezza, nell'urto le ha schiacchiato leggermente il corpo affinchè non volasse fuori dall'auto. Noterà che in corrispondenza dei punti da lei indicati la pelle è anche arrossata, proprio dal contatto con la cintura di sicurezza. Ma le abbiamo fatto una radiografia e non ha nulla di rotto. Le daremo anche un leggero antidolorifico da prendere a casa. Stanotte passeremo spesso a controllarla, in base a come passerà la notte domani decideremo se è il caso di dimetterla o di prolungare il ricovero. -

- D'accordo. - rispondo al medico, augurandomi che non trovassero motivi per tenermi ancora lì, sinceramente mi ero un po' stufato di stare lì.

Guardando l'ora mi rendo conto che malgrado le promesse fatte ai miei amici, mi sono dimenticato di chiamare i miei genitori per dir loro cos'è successo, ero troppo concentrato su Bella. Pazienza mi dico, li chiamerò domani mattina, presto, a Berlino ora è l'una di notte. Prendo il cellulare per mettere l'avviso per le sette, in Germania sono sei ore avanti, per cui dovrebbero essere in pausa per il pranzo.

Mi accorgo che ho due sms:

 

"Allora com'è andata oggi pomeriggio con Bella? Ho raccontato a Emmett quello che sapevo, ormai non era il caso di lasciarlo all'oscuro. Ma vi siete chiariti? E dai non tenermi sulle spine! 

Ps: Bel colpo! Emmett"

 

"Ed allora il mio messaggio ha dato i risultati sperati? Bella si è rassegnata all'evidenza? Facci sapere siamo curiosi! Alice e Jasper"

Non posso fare a meno che scoppiare a ridere; la reazione di Emmett era quasi scontata. Lui è fatto così, nulla è mai abbastanza serio da non poter essere sdrammatizzato. Al pari degli altri non ha criticato la mia scelta, ma ha cercato di incoraggiarmi. Sono contento di avere per tutti ottime notizie. Rispondo a entrambi gli sms raccontando a grandi linee come stanno ora le cose e ringraziando Alice per l'sms di incoraggiamento.

Mi stupisco invece di trovare un terzo sms sul cellulare:

 

" Il medico cosa dice? Niente di preoccupante vero? Non sei peggiorato? Non farmi preoccupare per favore!  Bella"

 

" Non temere, ha detto che se non ho problemi durante la notte domani mi dimettono. "

 

" Meno male, ora sono più tranquilla. Che fai ora? Mi hanno cacciata prestissimo oggi."

 

" Penso mi dedicherò ad un libro di Ken Follett che mi ha portato Jasper "

 

" Se ti mando qualche sms disturbo la lettura? "

 

" No anzi mi fa molto piacere! " 

 

Gongolo  tra me e me mentre con Bella continuiamo a scambiarci sms più o meno stupidi. Lei ogni tanto sparisce per un po' e poi riappare, ma non sembra intenzionata a dirmi cosa stia facendo, malgrado glielo abbia chiesto, dice che è una sorpresa.

Mi addormento ancora con il cellulare in mano, dopo l'ultimo sms di Bella, che mi augurava la buonanotte, ed un sorriso in viso.

 

 

Durante la notte sono più volte svegliato dai medici. Non mi ero reso conto che " controlli frequenti" significasse venire svegliato ogni ora circa dal medico del turno di notte che mi chiede come sto e poi fa cigolare in modo fastidiosissimo la porta della mia stanza. Sono medici, sono sicuro che durante i corsi di medicina qualcuno gli ha insegnato che l'interruzione del sonno è dannosa per la salute dei pazienti.

Alle quattro decidono di lasciarmi stare e riesco a dormire tre ore tranquillo, prima che suoni un fastidioso avviso sul mio cellulare. Pure lui ci si mette, lo spengo e mi rimetto a dormire.

Alle otto vengo definitivamente svegliato dal dottor Macy che mi comunica che verrò dimesso da lì a poco, dopo che avremo sbrigato le pratiche burocratiche necessarie affinchè l'assicurazione medica paghi direttamente l'ospedale.

E' prestissimo e non voglio chiamare Bella, è il suo giorno libero, non è giusto che rinunci a riposarsi per venire a prendere me, quando sarò a casa la avviserò, ha promesso che cucinerà per me, per cui sono sicuro che la rivedrò.

Inutile dire che ogni mio pensiero è inutile, sto ancora compilando la montagna di scartoffie in accettazione, quando lei mi si presenta davanti con un sacchettino di Starbuks in mano.

- Volevo fare colazione con te, non sapevo bene cosa ti piacesse così sono andata sul classico: cappuccino e muffin ai mirtilli e al cioccolato. Domani ci andiamo insieme, così puoi scegliere. - mi dice sorridendomi. - Però dimmi una cosa, perchè non mi hai chiamato quando hai saputo a che ora ti dimettevano? -

- Perchè è maledettamente presto! Oggi non lavori, non mi sembrava il caso di farti alzare presto, ti avrei avvisata una volta a casa, per avvisarti di passare direttamente lì. -

Mi colpisce delicatamente una spalla.

- Stai scherzando vero? Guarda che tu sei più importante di qualche ora di sonno il sabato mattina!  Ed ora sbrigati con queste scartoffie che il cappuccino si raffredda! -

Appena riconsegno tutto all'addetto all'accettazione, lei si carica in spalla lo zaino con il mio cambio e mi consegna uno dei due bicchieri con il cappuccino all'interno. Arriviamo alla macchina e mi fa salire dal lato del passeggero. Non mette in moto e rimaniamo lì a fare colazione.

- Certo che sono proprio negato. Ti faccio portare il mio zaino e farmi da autista; per concluedere invece di portarti in un posticino romantico ti costringo a fare colazione nel posteggio dell'ospedale. - le dico scrollando la testa.

Ma lei non ha ancora finito di soprendermi.

- Ma a me non interessa, a me interessa stare con te. -

Non riesco a contenermi, così, attento a non rovesciare il cappuccino che ho ancora in mano, le prendo il viso avvicinandomi a lei e la bacio. Presto ci dimentichiamo delle nostre colazioni, troppo presi da quel bacio e dallo sfiorarsi delle nostre lingue. Quando ci separiamo, improvvisamente consapevoli di trovarci in un luogo pubblico, lei aggiunge : - Poi baciandomi in questo modo ti faresti perdonare qualsiasi cosa. -

 

Il viaggio in macchina è abbastanza silenzioso, mi rendo infatti conto che all'improvviso viaggiare in auto mi terrorizza e troppo concentrato a non farmi venire una crisi di panico, non riesco a dire nulla. Lei sembra capirlo, mi accorgo che guida in modo molto prudente, non eccedendo con la velocità anche lì dove potrebbe farlo.

- Eccoci, siamo arrivati! -

Solo quando mi dice questo mi rendo conto che non le ho detto dove abitavo nè le ho dato indicazioni. Scendendo dall'auto mi rendo conto che mi ha portato a casa sua.

- Ti ho promesso che ti avrei preparato il pranzo, ma sono un po' disordinata in cucina, per cui ho pensato di preparartelo qui. Dai vieni! - apre la porta e ci ritroviamo nell'androne del palazzo in attesa dell'ascensore.

L'unica altra volta in cui sono stato in casa sua è stato il sabato in cui lei mi ha detto di voler interrompere le uscite con me.

Questa volta non ho le stesse ansie, lei stessa le ha sedate con il suo comportameto di ieri e con la sopresa di oggi. Mentre apre la porta dell'appartamento non posso comunque fare a meno di incrociare le dita e sperare che tutto vada bene.

- Vieni entra pure. - mi dice lei incoraggiante, conducendomi per le stanze.

L'altra volta non ho notato nulla della casa, troppo agitato all'idea di chiarire una situazione ai tempi assai complicata.

Oggi invece riesco a notare i dettagli dell'arredamento, semplice e funzionale, con piccoli richiami allo stile orientale in alcuni punti. Siamo nuovamente nel  suo salotto.

- Ho pensato che magari volessi farti una doccia, così, avendoti costretto a venire a casa mia, ho pensato di metterti le cose nello studio, così che tu possa muoverti come tu preferisci. -

Mi prende per mano e mi accompagna in una stanza di piccole dimensioni, su un lato c'è un divano letto aperto, sovrastato da un grande poster incorniciato a giorno che replica Guernica di Pablo Picasso.  Ma è la parete di fronte a stupirmi di più :  a parte una piccola scrivania con poggiato sopra un MacBook, situata vicino la portafinestra, è totalmente coperta da una libreria carica di libri. Affascinato inizio a guardare qualche titolo, c'è di tutto, da classici quali Orgoglio e Pregiudizio e Cime Tempestose, a libri di recente uscita quali " L'origine perduta" di Matilde Asensi e tutti i libri di Grisham, arrivando infine ai veri e proprio fenomeni editoriali quali "Il codice da Vinci " di Dan Brown, la saga di Harry Potter di J.K. Rowling e quella di Twilight di Stephanie Meyer.

- Sai ci sono persone che sostengono che i miei gusti sono un po' schizofrenici, ma io sono curiosa, così compro tutti i libri che mi colpiscono, purtroppo qui posso tenere solo i miei preferiti, gli altri li ho dovuti mettere in soffitta, perchè lo spazio è molto ridotto. -

- Sai quasi riesco a immaginarti lì sul divano letto con in mano uno di questi libri nelle serate invernali, è una scena stupenda -

Mi sorride - In realtà il divano letto non lo uso mai, sto in salotto o in camera da letto, l'ho messo per le volte in cui mio padre e sua moglie venivano a trovarmi, ma da quando... Beh è un bel po' che non lo uso più. -

I suoi occhi diventano improvvisamente tristi, sembrano quasi volersi riempire di lacrime. La abbraccio e sembra calmarsi.

- Scusami. Non so cosa mi sia preso. -

- Non ti preoccupare, quando vorrai parlarne io sarò qui. -

Le lascio un bacio sulla fronte, continuando a stringerla.

- Hai avuto paura prima in macchina vero? Eri così teso, ho avuto paura che ti sentissi male. -

- Sì, credo sia normale, dopo quello che è successo. -

- Sai che cosa facciamo allora? Più tardi usciamo, andando a prendere quello che ti serve a casa tua e guidi tu, dicono che il miglior metodo per sconfiggere una paura sia affrontarla. -

L'idea di guidare non mi piace molto, ma vengo distratto dal resto della frase : - Prendere quello che mi serve a casa mia? -

- Beh si mi hai detto che i tuoi non ci sono ed io non mi sento tranquilla a lasciarti dormire senza nessuno in casa, così ho pensato che potresti dormire qui, almeno se succede qualcosa ci sono io vicino. - mi risponde arrossendo quasi fino alla punta dei capelli. - Non dico di dormire insieme, non è il caso, e se il divano letto è scomodo ti posso cedere la mia camera, ma davvero sarei più tranquilla.- l'ultima parte me la dice parlando in fretta, quasi come se stesse svuotando un caricatore.

- Calma calma amore ti prego non ti preoccupare. Va benissimo così. - Amore, oddio l'ho chiamata amore!

 E se l'ha presa male?

Ma lei non sembra dispiaciuta, gli occhi le brillano di nuovo e stringe ancora un po' il suo abbraccio.

- Forza ora vai a fare la doccia che devo mettermi all'opera! -

La guardo sconvolto.

- Bella sono le dieci del mattino, cosa devi fare per metterti a cucinare già ora? -

- Segreto! - e facendomi la linguaccia come una bambina, esce dalla stanza.

Mi ha lasciato tutto l'occorrente sul letto: asciugamani, bagno schiuma e shampoo, ma, mi rendo conto mentre prendo tutto ed esco dalla porta dello studio, si è dimenticata di dirmi dov'è il bagno.

Mi guardo intorno, in questa zona della casa, separata dalla sala e dalla cucina da una porta scorrevole, ci sono tre porte: la prima mi conduce in un angusto ripostiglio, mentre la seconda si apre su quella che evidentemente è la camera da letto si Bella. E' arredata totalmente in stile orientale, armadio con anta scorrevole in vetro con su disegnati i fiori di ciliegio e il letto molto basso e senza testiera a ricordare i futon giapponesi;un cassettone e due comodini in legno chiaro concludono l'arredamento della stanza. Proprio sul cassettone è appoggiata una foto, non posso fare a meno di guardarla: ritrae una Bella molto più giovane, il giorno del diploma, abbracciata ad un impacciato uomo quarant'enne con i suoi stessi tratti somatici, immagino sia il padre di cui ogni tanto parla.

Decido di non violare più di così la sua privacy, richiudendo la porta della stanza e aprendo l'ultima, arrivo finalmente al bagno.

Entro dentro la doccia e capisco perchè Bella mi ha lasciato dei campioncini di bagnoschiuma e shampoo insieme agli asciugamani: avrei rischiato di uscire dal bagno profumando di cocco e fragola.

 

 

POV BELLA

 

Mi è difficile riuscire a cucinare se penso che Edward è di là nella mia doccia. Lui forse non si rende conto di quanto sia sexy, o di quanto io desideri di più quando ci baciamo.

Ma comprendo il suo comportamento.

Fino a ieri mattina non ci parlavamo più, fatta eccezione per le cose di lavoro, solo perchè tra noi c'è stato un castissimo bacio a stampo.

Oggi vorrei da lui ben più dei baci.

Domani cosa vorrò? Io so che non voglio più tirarmi indietro: sono felice, preoccupata per la sua salute, ma felice che tra noi sia tornato tutto a posto.

Certo c'è stato un momento in cui ho temuto scappasse: quando gli ho detto di fermarsi a dormire qui da me. Immagino cosa può aver pensato : " questa è totalmente fuori di testa!" Beh chi avrebbe potuto dagli torto? Probabilmente lo sono davvero matta da legare, ad imbarcarmi in una storia con un ragazzo così giovane, ma è stato più forte di me, non desidero altro che questo. Posso anche aver deciso di non dirglielo, ma sono abbastanza matura da capire che sono innamorata di lui: per nessun altro motivo avrei mandato al diavolo tutto quello che ho costruito in questi anni. Ma come si fa a non amarlo? Lui capisce le cose ancora prima che io gliele chieda, così non è servito dirgli che per ora al lavoro non devono sapere nulla, è stato lui stesso a chiarire che non ha intenzione di raccontarlo.  Sulla riservatezza di Alice posso sempre contare, per quanto riguarda Rosalie, non ho mai avuto dubbi al riguardo.

Mentre questi pensieri mi attraversano la testa continuo a stendere la pasta per le tagliatelle, che poi dovrò tagliare e lasciare a asciugare sul tavolo, prima di poterle cucinare.

Ieri sono stata da Whole Foods, dove ho trovato dei veri funghi porcini, per cui non ho potuto fare a meno che decidere di preparargli le tagliatelle ai funghi porcini, piatto che ho imparato a fare dalla mia nonna paterna. Di secondo invece ho deciso di fare una follia e preparargli il filetto in crosta. Purtroppo la pastasfoglia non è cosa che mi riesca particolarmente bene, per cui mi sono arresa e ho comprato quella pronta.

- Bella posso entrare? - mi chiede Edward da fuori la porta, non mi sono accorta di quanto tempo sia passato, ma a quanto pare lui ha finito di fare la doccia.

- No, no dammi dieci minuti ed esco io. - gli rispondo affrettandomi per cercare di finire le tagliatelle. Le stendo a riposare ed una volta tolto il grembiule e pulite le mani esco dalla cucina tirandomi la porta alle spalle, mentre mi accorgo che lui cerca di sbirciare.

- Eh no mio caro, una sorpresa è una sorpresa! - Lo sgrido. - Comunque per ora ho finito, devo solo preparare una mezz'oretta prima del pranzo. Per ora sono tutta tua. -

Lo abbraccio e lo bacio. Inizialmente è un bacio dolce, che man mano si intensifica, sento il mio cuore battere più forte ed il desiderio crescere dentro di me.

Lo prendo per mano e lo porto sul divano, dove i baci riprendono anche più intensi di prima ed  a essi si uniscono le carezze, la sua pelle è calda al mio tocco, sento i contorni dei suoi muscoli sotto le mie dita, merito della palestra che Emmett l'ha convinto a fare quando ancora erano ragazzini: devo ricordarmi di ringraziarlo. Oddio ma che cosa vado a pensare? Ora la doccia la dovrei fare io: gelata! Anzi forse ho bisogno di un bagno nel mar glaciale artico.

Ci stacchiamo solo quando il suo cellulare suona.

Quando lui risponde sento la voce di Rosalie fuoriuscire a livelli altissimi dall'auricolare :

- Edward Cullen!!! Capisco che tu sia stato un po' confuso ieri, capisco tutte le emozioni che hai vissuto, ma mi vuoi spiegare perchè non ti sei degnato di chiamare i tuoi per dir loro cos'è successo?!!!! Tua madre mi ha chiamata da pochissimo disperata perchè il dottor Macy, grande amico di Carlisle, come tu ben sai, lo ha chiamato per raccomandarsi di non lasciarti solo stanotte, dopo quello che è successo. E quando si è accorto che tuo padre cadeva letteralmente dalle nuvole gli ha raccontato tutto. ORA prima che tua madre decida di attraversare l'oceao a nuoto, visto che c'è sciopero degli aerei, saresti pregato di contattarla e parlarle. Ah e per la cronaca, stanotte mando Emmett da te così se succede qualcosa stiamo tranquilli. -

Edward è impallidito: com'è possibile che non abbia detto ai suoi genitori cos'è successo? Ma dove ce l'ha la testa? Soprattutto sapendo che il padre è un medico.

Decido di lasciargli un po' di privacy, uscendo dal salotto e dirigendomi nella mia stanza.

Dopo una mezz'oretta sento bussare alla porta e lo faccio entrare.

- Scusami, mia madre mi ha tenuto al telefono più del previsto, era a dir poco isterica. Mi sono totalmente dimenticato di chiamarla. Comunque ho detto a Rose che dormo qui, spero non ti dispiaccia, ma voleva mandare Emmett a dormire da me per non lasciarmi solo. -

- Hai fatto bene, è normale che si preoccupino per te. Ma spiegami una cosa, come hai fatto a dimenticarti di avvertire i tuoi di quello che è successo? -

 - Non è stato volontario, ma i miei sono in Germania ad un congresso, per cui il fuso orario è differente. Inizialmente non volevo si preoccupassero, per cui avevo pensato di aspettare di sapere qualcosa di più preciso dai medici e soprattutto che si fermassero per la cena, poi abbiamo parlato noi due e me ne sono ricordato solo quando ieri sera il medico è uscito dalla mia stanza, ma a quel punto erano le sette, ed in Germania sarebbe stata l'una di notte, per cui ho messo la sveglia presto per riuscire a chiamarli nella loro pausa pranzo. Peccato che durante la notte io sia stato svegliato ogni dannatissima ora dal medico di turno che doveva controllare non so cosa. Così stamattina ho spento la sveglia senza nemmeno ricordarmi per cosa l'avevo messa. -

- Ma allora sarai stanchissimo! Vuoi riposarti un po? Ti lascio solo? -

- No no, stai tranquilla, ora come ora sono solo un po' affamato. -

Guardo l'ora e mi accorgo che è ora io mi rimetta a preparare, ma non mi va di lasciarlo di nuovo solo, voglio stare con lui.

- Ti va di venire in cucina con me ed aiutarmi? - Decido alla fine mandando così al diavolo la sorpresa che volevo fargli.

- Certo! -

In realtà non sono abituata ad avere collaboratori in cucina, così lo faccio sedere e mi metto a cuocere ciò che ho preparato prima.

Cucinare per lui mi riempie il cuore di una sensazione a me prima sconosciuta. Mi è sempre piaciuto cucinare per gli altri: Tanya, Kate ed Irina, ma anche per Mike; ma è la prima volta che   percepisco il senso di intimità e complicità che mi pervade in questo momento.

   Sento i suoi occhi che seguono ogni mio movimento interessati.

- Ti stai annoiando? - mi decido a chiedergli.

- No, anzi mi piace vederti indaffarata in cucina, sembra quasi che ti diverti! -

- Ma io mi diverto sul serio sai? E' il mio passatempo. -

Continuiamo a chiacchierare mentre il preparo il pranzo, poi finalmente glielo servo a tavola e lui sembra apprezzare.

- Certo che sei proprio una brava cuoca sai? -

- Sei troppo gentile. -

- Davvero amore, è tutto ottimo. -

Amore, ha di nuovo usato la parola amore, ed io sono felice come non mai, adoro quando mi chiama così, mi sento completa. Chissà forse agli occhi degli altri sembriamo una di quelle coppie sposate da tanti anni e malgrado questo ancora innamorate, che vedo quelle poche volte che mi capita di uscire  e che ho sempre invidiato con tutta me stessa.

Mentre sono ancora assorta nei miei pensieri Edward si sposta per prendere ancora un po' di insalata e vedo che strizza gli occhi dolorante.

- Sono pessima, meno male che il medico si è raccomandato di tenerti a riposo! Appena abbiamo finito di mangiare ti stendi, non voglio sentire scuse! -

Lo faccio stendere sul divano e gli lascio il telecomando della televisione satellitare.

- Guardati qualcosa, io finisco la cucina e ti raggiungo immediatamente. -

- Bella davvero non è il caso. -

- Sì che lo è invece, devi stare a riposo! -

- Ma dai ti aiuto almeno con la cucina, mi dispiace, stai passando tutto il tuo tempo a lavorare per me. -

- Ma tesoro a me fa piacere, ora non fare più i capricci, e sdraiati per favore! -

Mi ubbidisce, anche se lo vedo chiaramente a disagio. Certo non ci stiamo sicuramente comportando come due persone che hanno appena cominciato a frequentarsi, sembriamo più una coppia che sta insieme da anni, ma io voglio essere tranquilla che stia bene. E poi con lui mi viene tutto così naturale che non mi interessa che seguiamo gli schemi indicati dal resto del mondo; infondo quelli non mi hanno mai portato la felicità.

Pulita la cucina e messi i piatti in lavastoviglie lo raggiungo in salotto, sta guardando Star Wars episodio 3, uno dei capitoli della saga recentemente girati.

- Scusami non volevo monopolizzare il divano, mi dice raddrizzandosi, vieni, possiamo cambiare canale se vuoi, conosco a memoria questo film, sono un grande fan della saga. -

- Tranquillo anche io la amo molto, se non sbaglio in questi giorni è programmata una maratona... Aspetta è oggi? - chiedo piena di entusiasmo

- Sì è oggi, dopo questo partono con i vecchi film, quelli che rappresentano gli ultimi episodi. -

- Ti va se li guardiamo? - gli propongo con gli occhi che sono sicura brillano di quella solita luce maniacale che mi prende quando sento la parola "maratona" avvicinata ai film che mi interessano.

- Certo! - Mi risponde mentre prendo posto sul divano.

Mentre il film procede ci avviciniamo sempre di più, finchè mi è inevitabile finire con la testa appoggiata sulla sua spalla, mentre lui mi bacia i capelli e la fronte, fino poi a scendere fino alle mie labbra. Mentre nuovamente le nostre lingue si incontrano mi metto in braccio a lui, per poi far scendere le mie labbra sul suo collo, cospargendolo di piccoli sensuali baci. Tutto nel mio corpo grida voglio di più! Io voglio di più, ed a giudicare da ciò che inizio a sentir premere su di me anche lui è dello stesso avviso.

- Bella... Bella ti prego, andiamoci piano... - mi ferma ad un certo punto con il fiato corto - ti desidero da morire, ma non voglio rovinare tutto. -

- Ti desidero anche io, ma hai ragione, e poi tu ancora non stai bene. - gli rispondo spostandomi da lui e cercando di riprendere il controllo di me stessa.

Torniamo distrattamente a guardare il film cercando di sedare gli istinti che sembrano essersi impossessati di noi.

Quando la situazione sembra essersi fatta ingestibile è Edward a trovare la situazione:

- Che ne pensi se usciamo un po'? Dovremmo anche passare un attimo da casa mia a prendere un cambio, se ancora vuoi che io dorma a casa tua. -

L'ultima parte della sua frase mi lascia stordita, decido quindi di mettere le cose in chiaro:

- Tesoro ascolta, lo so che sono stata instabile, folle, che sembra che io sia preda di crisi di dobbia personalità. E' vero anche che ho paura di quello che sta succedendo, perchè non ho mai provato nulla di simile, perchè la situazione è piuttosto complessa e perchè per ora siamo solo noi due, ma presto dovremo rapportarci anche con il mondo esterno. Ma io voglio te. Ho capito questo mentre eravamo separati, anche se me lo negavo e dopo la paura che ho avuto ieri mi sono ripromessa di non farmi influenzare da paure stupide, perchè so che me ne pentirei. E quando avrò paura, quando la situazione mi metterà a disagio prometto che te lo dirò - guardandolo negli occhi cerco di fargli capire che ogni mia parola è sincera.

- E potremo affrontarlo affrontarlo insieme, se lo vorrai, perchè ogni cosa è più facile se la affrontiamo insieme sai? -

- E' vero. E adesso andiamo a casa tua. Ovviamente guidi tu. -

- No Bella non è il caso io non sono sicuro ancora. -

- Dai non ti fare pregrare, andrai benissimo ne sono sicura.-

 

Dopo un momento di dubbio ed indecisione Edward sembra riprendersi e guidare con molta naturalezza, anche se mi rendo conto che ci sono alcuni momenti in cui sembra essere in preda al panico, ma riprende il controllo abbastanza in fretta.

Quando arriviamo a casa sua il posteggio sembra essere un miraggio, decido quindi di restare in macchina, in doppia fila mentre lui si reca a prendere un cambio.

- Che ne pensi se stasera mangiamo cinese? - mi propone mentre rientra in macchina.

- D'accordo, ho un take away proprio sotto casa. -

 

Seduti al tavolo della cucina circondati da cartocci con ravioli al vapore, spaghetti di riso, nuvole di gambero, riso alla cantonese e tanto altro passiamo la serata a imboccarci con le bacchette e a chiacchierare delle cose più assurde.

Arrivata la mezzanotte lo obbligo ad andare a dormire, è convalescente, non può affaticarsi. 

Dopo nemmeno dieci minuti che l'ho salutato con un bacio della buonotte, mi arriva un suo sms: 

 

" Non riesco a dormire, oggi mi hai fatto riposare troppo, ti dispiace se prendo uno dei libri che ci sono qui?" 

 

" Certo che no tesoro, ma guarda che passo a controllare se dormi tra un po'!"

 

Neanche io riesco a dormire in realtà, saperlo nell'altra stanza mi mette addosso una strana adrenalina, che mi rende insonne. Alla fine mi decido a ricorrere ai metodi d'emergenza: Harry Potter rilassa sempre! Per cui mi alzo ed entro nello studio, in cui Edward sta dormendo per prendere uno dei libri della saga, accorgendomi che anche lui ha avuto la stessa idea. 

 

- Sono venuta anche io a prendere un libro sai?- gli dico mentre prendo "Harry Potter e il principe mezzosangue" dalla libreria.

- Vuoi metterti a leggere qui con me? -  mi chiede senza alcuna malizia.

Non me lo faccio ripetere e mi accomodo accanto a lui.

Dieci minuti dopo i libri sono entrambi abbandonati per terra e noi ci siamo addormentati abbracciati.

 

 

______________________________________________________

 

Ed ecco a voi un nuovo capitolo, Bella ormai sembra aver totalmente ceduto al fascino di Edward, c'è solo da sperare che continui così, ma in qualche modo i due dovranno relazionarsi con il mondo esterno.

La chiamata che Rosalie fa ad Edward per sgridarlo non era prevista, ma mi sono resa conto di essermi dimenticata di fargli avvisare Esme e Carlisle dell'accaduto, per cui, anzichè modificare ciò che avevo già scritto ho pensato sarebbe stato carino modificare la storia così come l'avevo pensata. 

Per tutto il resto aspetto i vostri commenti. 

A breve prometto che arriveranno anche le risposte alle recensioni. 

Alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** avviso ***


Ciao ragazze. Mi devo scusare con voi che al posto del capitolo 13 oggi trovate un avviso, ma questa settimana a lavoro è stata veramente molto pesante ed impegnativa. A causa di questo e del malumore accumulato ho scritto un capitolo illeggibile, che ho preferito cancellare e riscrivere da capo. Vi chiedo quindi perdono per l'assenza del capitolo 13 promettendovi che appena sarà scritto lo pubblicherò senza farvi attendere sabato. 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


POV EDWARD

 

Sono più che convinto che nei momenti difficili il subconscio aiuti a porre dei rimedi.

Chiunque potrebbe pensare che svegliarsi accanto alla persona che si ama e vederla accanto a sè sia una csa meravigliosa. Ed è stato così. Ma Bella ed io abbiamo appena iniziato questa nostra storia, ci siamo appena confessati i nostri sentimenti, anzi io le ho appena confessato i miei sentimenti, lei non si è nemmeno sbilanciata, non abbiamo ancora una grande intimità, quella che mi servirebbe per non imbarazzarmi per quello che comunemente succede ad un uomo alla mattina. Senza contare che in un imprecisato momento della notte ho sentito una forza schiacciare il mio petto e qualcosa stringermi: involontariamente Bella ha iniziato a dormire abbracciata a me, evento che ha stimolato anche maggiormente il mio "alzabandiera" mattutino.

E' stato questo a darmi la forza di svegliarmi presto, malgrado fosse domenica mattina. Ho potuto allontanarmi da lei e farmi una doccia fredda per risolvere il problema, ma non solo. Approfittando del fatto che a quanto pare anche Bella ama dormire ho deciso di portarle la colazione a letto, caffè, pancakes con sciroppo d'acero e  banane. Purtroppo non ho potuto portare a compimento il mio piano, lei infatti mi ha raggiunto in cucina mentre preparavo proprio le morbide frittelle.

- Buongiorno! Scusami se mi sono addormentata nel tuo letto. -

- Buongiorno anche a te tesoro mio, speravo di riuscire a portarti la colazione a letto. E comunque non hai niente di cui scusarti è stato bello dormire insieme. - le ho risposto baciandola dolcemente prima sulla fronte e poi sulle labbra.

La mattina appena sveglia è splendida, forse più che nel resto della giornata. Con i capelli ancora sfatti e gli occhi da cucciola addormentata ed il pigiama con i coniglietti, sembra essere molto più giovane e rilassata di quanto non sia quando si mostra in pubblico. Sembra essere più sè stessa.

La colazione scorre tranquillamente, siamo entrambi troppo assonnati per perderci in mille conversazioni, come invece abbiamo fatto la sera prima. Ognuno di noi sembra essere assorto nei suoi pancake, finchè una goccia di sciroppo d'acero non ha deciso di intromettersi, colandomi dal labbro, come nemmeno a cinque anni mi succedeva. Vorrei sprofondare dalla vergogna. Ma Bella mi sorprende, con un dito raccoglie quella stessa goccia, portandolo poi alle labbra e succhiandolo. Maliziosa. O forse sono io a comprendere così questo gesto. Ieri ci sono stati dei baci, qualche coccola leggera, ma mai niente di più, come se ci stessimo trattenendo entrambi. Io per non strafare subito e lei? Lei non lo so, dice perchè sto ancora male, ma sarà vero? Io non sento alcun dolore quando l'ho vicina, anzi mi sento pieno di nuove energie. Che in realtà la imbarazzi la situazione che si sta creando tra di noi? Eppure ha detto che mi desidera, non penso stesse mentendo.

Mi avvicino a lei e la bacio intensamente, immediatamente ricambiato, non appena le sfioro con la lingua un labbro mi da l'accesso alla sua bocca e mi butta le braccia al collo tirandomi verso di lei. Ora i nostri corpi aderiscono alla perfezione, sento il suo busto muoversi mentre respira e sfregare su di me. Non posso trattenermi e faccio scendere lentamente i miei baci sul mento e poi sul collo, Bella emette un piccolo sospiro di piacere che mi spinge a continuare fino ad arrivare alle spalle, lasciate leggermente scoperte dalla maglia del pigiama, le mie mani si aggiungono ai miei baci, iniziando ad accarezzare i fianchi di Bella.

Lei abbassa le braccia che ancora teneva legate dietro la mia nuca ed inizia a sfiorare i miei pettorali, scendendo fin verso l'orlo della mia maglietta. All'improvviso un brivido mi percorre quando sento le sue mani entrare direttamente in contatto con la pelle del mio ventre: mi ha passato le mani sotto la maglietta. Ormai non riesco più a nasconderle la voglia che ho di lei, traspare da ogni mio gesto, da ogni tocco in cui intrido più passione, da ogni bacio più profondo del precedente. Una leggera pressione nei pantaloni mi avverte che ciò che ho cercato di nascondere appena sveglio sta nuovamente cercando di palesarsi. Siamo talmente stretti l'uno all'altra che sono sicuro che pure lei ormai abbia percepito cosa mi sta succedendo; ne ho la conferma quando la sento leggermente irrigidirsi. A malincuore decido di staccarmi da lei, per metterla a suo agio ed anche per calmare i miei bollenti spiriti.

- Scusami - riesco a biasciare.

Alzando il viso mi accorgo che non è disagio quello che mostra: credo mi desideri quanto io desidero lei. Però sono sicuro di averla sentita irrigidirsi poco fa.

- No scusami tu. Io disediro da morire, ma ora non è il momento. Lo so sembro una ragazzina alla sua prima volta, ma tu stai male ed oltretutto io.. beh sono un po' spaventata da tutto quello che sta succedendo tra noi. -

- Tesoro io non volevo farti pressioni davvero, avremo tutto il tempo del mondo, non roviniamo tutto ti prego. -

- Grazie. -

Mi abbraccia appoggiando la testa sul mio petto ed inizio ad accarezzarle i capelli. Non so per quanto restiamo così, legati dal quel dolce gesto. Adoro vivere questi momenti di dolcezza con lei.

Vorrei rimanere qui per sempre, ma so che non è giusto, ha bisogno dei suoi spazi di abituarsi gradualmente ad avermi intorno; oltretutto non posso dimenticarmi delle altre persone che si sono preoccupate per me e mi sono state vicine: i miei amici ed i miei genitori.

Per questo a malincuore decido a di tornare a casa.

Bella si è offerta di accompagnarmi, anche se avrei benissimo potuto chiamare un taxi, per non disturbarla ulteriormente. Sento che c'è qualcosa che non va, lei è silenziosa, meditabonda e sembra anche un po' delusa.

- Amore che succede? Ti vedo strana. -Non riesco a trattenermi dal chiederle.

- No, non proprio, è solo che... Perchè stai tornando a casa? Volendo potevi rimanere da me anche oggi,mi avrebbe fatto piacere. -

Credo non mi stia dicendo tutto, credo che sotto ci sia qualcosa che ha paura di chiedermi o dirmi qualcosa, ma non riesco a capire che cosa.

- Tesoro, io mi sarei fermato ed anche volentieri, ma mi sarebbe sembrato di esagerare, invadendo troppo i tuoi spazi.-

- Sei sicuro sia solo questo? -

- Tesoro certo che sì. Poi lo sai per quanto io voglia rimanere sempre con te prima o poi i miei amici vorranno vedermi prima o poi, sarei felice che ci fossi anche tu, se te la senti ovviamente. -

- No, ancora no. Credo sia il caso che parli con loro da solo hai ragione.-

- Perchè sento che non sei più tranquilla? Bella se c'è qualcosa che non va non aver paura di dirmelo. -

- Sì c'è, è che è difficile chiedertelo, ho paura di rovinare tutto. - mi risponde mentre ferma la macchina sotto casa mia.

- Tesoro puoi dirmi tutto, dobbiamo conoscerci per cui è importante parlare dei nostri dubbi. -

- Ok. Sei voluto venire a casa perchè primati ho fermato e non ho voluto fare sesso con te? -

Come può pensare una cosa del genere?

- Tesoro no! Primo io con te voglio fare l'amore, non semplicemente sesso, per cui aspettare per me non è un problema, voglio che tu ti senta in pace con te stessa. -

- Sembro un'adolescente alla prima volta, invece che un'adulta consapevole di me stessa. -

Malgrado pensassi di conoscere Bella non avevo mai capito quanto profonde fossero le sue insicurezze. Forse non ho avuto molto tatto a dirle che sarei tornato a casa dopo il nostro abbraccio. Che stupido!

- Sono stato io a essere insensibile, non mi è nemmeno venuto in mente che tu potessi offenderti, è solo che... -

Lei non mi lascia continuare e mi da un tenero  bacio.

- La stupida sono io, come ho potuto pensare una cosa così brutta di te? -

Non faccio in tempo a risponderle che suona il mio telefono, è mia madre, vorrà sapere come sto.

- Mamma, posso richiamarti tra poco? -

- No tesoro, tra poco saremo in aereo. Stiamo tornando negli USA gli impegni di tuo padre qui in Germania sono finiti per ora. Ci verresti a prendere all'aereoporto? -

- Ad Atlantic City? - mia madre dev'essere impazzita farmi fare km e km per andarli a prendere in aereoporto e portarli a casa. Ma prendere un taxi? Oltretutto sono senza macchina.

- Ma no sciocco che vai a pensare? Abbiamo cambiato il biglietto atterriamo a Philadelphia. Veniamo a trovarti e a vedere come stai. -

Eccola, la mamma ansiosa che ancora si comporta con me come se avessi due anni è tornata a farsi sentire.

- Va bene mamma, chiedo a Jasper o Emmett se mi accompagnano perchè sono senza macchina. -

A Bella non serve che le spieghi, ha intuito il motivo della chiamata dalle parole che ha sentito.

- Non ci potremmo vedere per un po' vero? -

- Perchè dici così? I miei tornano per qualche giorno, ma noi possiamo vederci comunque. -

- Edward non sono pronta per conoscere i tuoi amici, figurati se sono pronta per conoscere i tuoi genitori. -

- Ti svelerò un segreto, mia madre è una persona ansiosa, ma non è un'impicciona, se le dico che esco non fa domande. -

- Ma quanto tempo è che non ti vedono? Dovresti stare un po' con loro. -

- Avrò tutto il tempo, mentre la mia Bella è al lavoro -

Lei sorride felice e mi saluta, è ora che io salga in casa e chiami Jazz per farmi accompagnare.

 

 

- Allora Ed, com'è andata? - è la prima cosa che mi chiede il mio migliore amico appena salgo sulla sua auto.

Lungo la strada per l'aereoporto riesco a raccontargli tutto ciò che è accaduto in questi giorni con Bella, chiedendogli ovviamente di non farne parola quando i miei fossero stati presenti.

- Tranquillo, lo sai di me ti puoi fidare. Poi credo che ai tuoi non interessi la tua attuale vita amorosa, ma la tua salute. -

- Speriamo restino poco! -

- Edward! Sono i tuoi genitori! -

- Si sono i miei genitori e Bella pensa che dovrei passare il maggior tempo possibile con loro, non sono sicuro di essere riuscito a convincerla che posso passarci tutto il tempo che lei trascorre al lavoro e poi vedermi con lei. -

-Sai una cosa amico? Sei proprio cotto! -

- Credevo avessimo appurato che la am... Ciao mamma, ciao papà! -

Discorso concluso. Abbraccio i miei genitori.

- Ciao Esme, Carlisle. -

- Ciao Jasper! Edward che sollievo vederti così in forma, ero così preoccupata per te! Ma come stai ti fa male da qualche parte? -

Arrossisco leggermente, mia madre non è in grado di contenersi quando succede qualcosa, diventa un concentrato di ansia e preoccupazione, comportandosi con il malcapitato di turno come se fosse un bambino di due anni. Per questo mi sono fatto accompagnare da Jasper e non da Emmett. quest'ultimo è incapace di evitare di punzecchiarmi e farmi battutine, anche al cospetto dei miei, anche se indirizzate ai miei. Al liceo mi sono rotto un braccio e dopo che lui è stato a casa mia e si è accorto del comportamento di mia madre non ha smesso di chiamarmi nemmeno per un minuto Eddino ciccino patatino cucciolino, credo che abbia smesso solo a causa dell'intercessione di Rose; lei e Jazz hanno una madre con gli stessi atteggiamenti della mia.

 

 

I miei genitori si sono fermati quasi tutta la settimana; il tempo che ci hanno messo a convincermi che potevano comprarmi loro una nuova macchina, non usata e con qualche sistema di sicurezza in più della precendente. Alla fine mi hanno convinto per sfinimento. Ci siamo recati da un concessionario Ford ed abbiamo comprato una Focus, multiaccessoriata, cosicchè Esme non avrebbe dovuto preoccuparsi. Carlisle sarebbe stato più tranquillo di acquistarmi una Mercedes, dice che non ha mai visto morire ragazzi arrivati in ospedale per incidenti autostradali che guidassero una Mercedes e questo lo rassicurava. Ma mi sono imposto di restituirgli i soldi che stanno spendendo e il prezzo della macchina tedesca era eccessivo.

Purtroppo ho potuto vedere Bella solo per poche ore al giorno, il più delle volte per un aperitivo o un caffè.

Ma ci siamo sentiti molto al telefono o via sms.

Le mie telefonate preferite sono quelle che ci facciamo prima di andare a dormire. Piene di parole dolci e racconti del nostro passato. Proprio durante una di queste ho capito il motivo per cui lei ci tiene tanto a farmi trascorrere più tempo con i miei genitori: ovviamente non sente la madre da quando l'ha cacciata di casa ed il padre è morto un paio d'anni fa.

Questa è la prima sera che riusciamo a vederci con tranquillità. I miei genitori sono partiti stamattina, così ho pensato di invitarla a cena, lo ammetto, ho approfittatto della presenza di mia madre per farmi insegnare a cucinare qualcosa di più complesso di un hamburger alla piastra e delle patatine fritte surgelate.

Questa sera la cena prevede Jacket Potatoes e Pollo Fritto.  Non all'altezza di quello che sa cucinare lei, ma per me è un grosso risultato.

Suonano il campanello e mi guardo intorno. Mi sembra tutto perfetto: le candele accese e in sottofondo un'accurata scelta di brani che mi ricordano qualche particolare della nostra storia o che mi fanno pensare a lei. Abbasso la luce della sala da pranzo e mi dirigo ad aprirle.

 

 

___________________________________________________

 

Lo so mi sono fatta desiderare in questo periodo. Il capitolo mi è sicuramente riuscito meglio della settimana scorsa, ma non sono ancora abbastanza convinta, per questo ho deciso di rimandare la descrizione della serata romantica di Bella ed Edward al prossimo capitolo, anzichè continuare a descriverla qui.

Mentre rileggevo ho trovato scritte cose come " le sue mani erano scese sotto il bordo della mia bacchetta e mi sfioravano il divano" ehm a mia discolpa posso dire che ho 38 di febbre, per cui se trovaste castronerie del genere scritte sulla FF e non corrette per favore avvisatemi via messaggio privato così che io posso correggerle.

Alla prossima settimana!

Ojamajo

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


 

POV BELLA

 

 

Mentre salgo in ascensore fino all'appartamento di Edward mi sento agitata. Capisco che c'è qualcosa da tutte le altre volte che ci siamo visti.

I nostri primi incontri, malgrado si siano dimostrati dei veri e propri appuntamenti a causa dei sentimenti che già allora provavamo entrambi, non erano permeati da aspettative o timori tipici della prima uscita tra due innamorati. Questo invece è differente, un appuntamento in piena regola con un ragazzo straordinario e dannatamente sexy.

Sono nel pallone.

 

Edward non lo sa, ma ho preso mezza giornata di ferie per prepararmi: sono stata dal parrucchiere, dall'estetista e a fare shopping perchè nell'armadio non avevo nulla da mettere, qauntomeno nulla di adatto ad una cena con Edward, gli abiti che ho sono tutti così da vecchia. Presa da un attimo di follia sono entrata in uno di quei negozi che in vita mia non avevo preso in considerazione H&M. All'interno in mezzo a tanti abiti colorati e terribilmente troppo corti, con cui sarei sembrata ridicola e inappropriata, ho trovato il vestito perfetto: un tubino nero con maniche corte e ai fianchi due bottoncini dorati. La lunghezza è perfetta, non troppo coprente ma nemmeno troppo azzardato.  Sono uscita felice dal negozio con il mio nuovo acquisto, quando mi sono trovata di fronte Victoria's Secret e non ho potuto fare a meno di entrare. Spesso mi fermo a osservare capi di lingerie chiedendomi se piacerebbero ad Edward, censurando poi i miei stessi pensieri. E' il primo appuntamento vero per noi, non è buoncostume cedere al primo appuntamento, la preoccupazione per la lingerie era troppo prematura. Malgrado cerchi di dissuadermi, non riesco a fare a meno di comprarmi due completini non esageratamente sexy, avvalendomi della scusa di dover rinnovare il mio scarno parco biancheria.

 

L'ascensore si ferma e le porte si aprono. Sono arrivata. Mi sembra quasi strano che non mi si veda il cuore uscire dal petto, perchè lo sento battere in modo eccessivo. Sono arrivata a più di 40 anni sapendo gestire le mie emozioni al meglio ed ora sono agitata come solo un'adolescente dovrebbe essere.

- Ciao Bella, vieni entra. - mi saluta dandomi un bacio leggero.

La prima cosa che noto dell'appartamento è che è arredato con gusto, non può essere altrimenti considerando che la madre fa l'arredatrice d'interni. Nella sala mi accorgo subito della luce soffusa e delle candele profumate vanno a riscaldare l'ambiente. Sono un po' ovunque, appoggiate sul tavolino vicino al divano, su alcune mensole e sul tavolo, apparecchiato da Edward con molta cura. Guardando l'ambiente non mi sono accorta di Edward che prendeva qualcosa e me lo porge: una splendida orchidea bianca con venature rosa. Sono commossa. Di solito gli uomini regalano rose, soprattutto rosse, fiori che a me proprio non piacciono. Lui invece non solo si è scostato dalla massa, ma mi ha anche regalato il mio fiore preferito.

Mi avvicino a lui e lo bacio.

- Grazie, la adoro.-

Lui mi sorride felice e ricambia il mio bacio con molto entusiasmo. Mi accorgo solo ora del sottofondo musicale che esce dallo stereo. "Romeo and Juliet" dei Dire Straits. Mi ricorda le mie paure, ma ora so che è il momento giusto, non voglio più fuggire da lui.

- E' tutto così perfetto Edward, così incredibilmente romantinco. - gli bisbiglio ad un orecchio mentre ancora sono vicina a lui, con i fiori in mano.

- Spero che tu possa dire lo stesso dopo aver assaggiato la mia cucina. - mi risponde improvvisamente imbarazzato. - Giuro che ho fatto del mio meglio, ma non sono all'altezza di quello che mi hai cucinato la settimana scorsa. -

- Sono sicura che sei stato perfetto anche in quello e poi tesoro quello che conta è essere con te. -

Ed è la pure verità, mi basta stare con lui, non ho bisogno d'altro.

Mi accompagna verso la tavola e, come un uomo d'altri tempi, mi tiene la sedia in attesa che io mi sieda. E' una sensazione strana, certi gesti di cavalleria credevo fossero andati persi, ma Edward è diverso da chiunque altro io abbia conosciuto.

La cena trascorre tranquilla, tra un assaggio della cucina di Edward e un bicchiere dell'ottima birra che vi ha abbinato. Ho temuto che la cena fosse qualcosa di estremamente elegante, come tutto il resto dell'organizzazione, invece è stato su piatti semplici e questo ha smorzato leggermente la tensione. Durante il pasto abbiamo parlato più che altro delle nostre giornate. Il medico gli ha finalmente detto che è tutto a posto. Questo mi fa pensare che da lunedì dovremo affrontare il problema lavoro. Mi rendo conto che quando parlo con lui cambio totalmente, come nasconderlo senza sembrare una stronza?

Dopo la cena ci accomodiamo sul divano e continuiamo a parlare, finchè lui non mi si avvicina e mi bacia leggermente. Mi passa una mano tra i capelli, quasi ad aspettare una mia reazione al suo gesto che non si fa attendere. Mi avvicino più a lui ed approfondisco il bacio, aumentando l'intensità del tocco ed invitandolo a far entrare in contatto le nostre lingue. Lo voglio più vicino. Gli butto le braccia al collo e con questo movimento mi avvicino ancora più a lui, ritrovandomi quasi in braccio a lui. Edward allontana le sue labbra dalle mie, per portarle sul mio collo, riempiendomi di piccoli sensualissimi baci tutta la lunghezza del collo, per poi risalire e baciarmi nuovamente le labbra. Sento improvvisamente molto caldo, decido di placarlo aumentando l'intensità del mio bacio. Questa volta sono io a staccarmi dalle labbra, per avventarmi sul collo e continuare a scendere per baciargli il petto. Quasi subito vengo ostacolata dalla camicia, ma non mi lascio intimidire, porto le mani sul primo bottone chiuso e inizio a slacciarglielo lentamente. Non sembra avere niente in contrario per cui lo continuo a slacciargli lentamente i bottoni della camicia mentre lui riprende a baciarmi il collo e a mordicchiarmi leggermente il lobo dell'orecchio. Quando le sue mani arrivano a sfiorare il mio seno perdo totalmente la cognizione di me stessa e gli sfilo la camicia lasciando il mio cuore ed il mio corpo liberi di agire.

 

 

 

Vengo svegliata dalla luce che filtra dalle finestre. Quando apro gli occhi mi trovo nuda in un letto non mio. Di fronte a me vedo un'intera parete coperta di cd musicali ben ordinati e una tastiera, intorno a me mensole in acciaio ben ordinate con sopra libri di musica così come libri di lettura. Il mio iniziale smarrimento si trasforma in consapevolezza quando accorgo del braccio di Edward che mi cinge la vita. Abbiamo dormito abbracciati tutta la notte. Beh quel poco che abbiamo dormito. Mi ritrovo a pensare al suo tocco sulla mia pelle, ad ogni bacio che ha sfiorato il mio corpo, alle sue mani intorno al mio seno, a quando è entrato in me e i nostri corpi si sono finalmente fusi in un tutt'uno.

- Buongiorno amore. - mi dice con voce impastata baciandomi sul collo. C'è qualcosa che non va, sembra abbia paura di qualcosa.

- Buongiorno. - mi giro verso di lui e ricambio il suo bacio,  poi finalmente lo guardo negli occhi. Ha qualcosa che non va.

- Bella perdonami ti prego. -

Perdonarlo? Per cosa esattamente? Non lo capisco.

- Di cosa scusa? -

- Per stanotte. Ti giuro che non era mia intenzione, non ti ho chiesto di venire qui solo per passare la notte con te. Ora ho rovinato tutto. -

Gli tiro una cuscinata. E poi un'altra.

- Sei uno stupido - terza cuscinata - veramente uno stupido - quarta cuscinata - a pensare queste cose. - altre cuscinate.

- Amore ti prego lasciami spiegare. -

- Ti sei già spiegato stupido! Cosa pensavi che sarei scappata terrorizzata? - Non serve che mi risponda, posso leggerlo nei suoi occhi: si questa era esattamente la sua paura.

- E' successo tutto troppo in fretta. Io so che hai bisogno di tempo e volevo dartelo, non volevo rovinare tutto, invece mi sono lasciato andare e lo so che ho combinato un disastro. -

Non so più se essere arrabbiata con lui o commuovermi per la sua dolcezza, nessuno prima d'ora si è mai preso cura dei miei sentimenti con così tanto amore.

-  Edward ascoltami per favore. So che se hai queste paure è a causa dei miei comportamenti delle scorse settimane, ma non sono più quella persona, mi sto impegnando per affrontare le mie paure. Non ho mai pensato che invitarmi a cena fosse solo un escamotage per portarmi a letto. -

- Mi dispiace averlo pensato. -

- Sai cosa, mi sono svegliata veramente felice questa mattina, come non succedeva da tantissimo tempo, è bastata una tua parola a rovinare tutto. -

- Mi dispiace. -

Lo guardo maliziosa - Sai una cosa amore? Credo proprio che dovrai farti perdonare. -

Gli butto le braccia al collo e inizio a baciarlo senza alcuna inibizione, voglio fargli capire da subito il mio intento. Gli stuzzico con la lingua le labbra affinchè mi conceda l'accesso . Lui non si fa pregare ed in un attimo gli sto accarezzando il palato; come ho scoperto stanotte è un gesto che lo eccita tantissimo. Con una mano inizio ad accarezzargli i pettorali scendendo sul suo petto fino ad arrivare a sfiorare la sua intimità, ancora nuda dopo la nottata trascorsa. E' reattiva vicino alla mia mano e mi diverto a stuzzicarlo, mentre continuo a baciarlo. Ad un certo punto le sue labbra si staccano dalle mie, accarezzando il mio collo e continuando a scendere, finchè non sento il loro tocco sul mio seno. Il mio respiro si fa leggermente più accelerato, così come il mio tocco sulla sua initimità. Gli scappa un piccolo gemito di piacere, subito seguito dal mio, quando inizia a succhiarmi un capezzolo inturgidito.

Con una leggera spinta mi ritrovo sopra di lui costringendolo a staccarsi da me. Inizio a coprirgli il corpo di piccoli sensuali baci, fino ad arrivare a sostituire la mia mano. Lui trattiene il respiro. Sento che gli piace e continuo, disinibita come nemmeno immaginavo di essere. E' lui ad un certo punto a fermarmi, ribaltando le nostre posizioni e riprendendo a baciarmi il corpo.

Quando sento che so per esplodere a causa della tortura dei suoi baci sento il rumore di un preservativo che viene aperto e dopo un istante è dentro di me ed io mi perdo nel piacere che lui sa darmi.

 

 

Vengo svegliata dal brontolio del mio stomaco. Non so che ore siano e nemmeno mi interessa, non mi è mai capitato di perdere il senso del tempo quando ero con un uomo. Ma stare con Edward è diverso, tutto con lui è diverso. Come la certezza che non troverò mai il suo lato del letto vuoto dopo aver fatto l'amore con lui.

Mentre penso questo allungo una mano verso il punto in cui dovrebbe trovarsi, ma non lo sento accanto a me. Contemporaneamente si apre la porta.

- Buongiorno amore mio, mentre dormivi ho pensato di prepararti qualcosa da mangiare. - mi dice entrando.

Addosso ha solo i boxer e una maglietta ed in mano porta un vassoio con pancakes, frutta, pane tostato marmellata, spremuta e caffè.

- Buongiorno amore, effettivamente avevo un leggero languorino. - gli dico facendogli cenno di avvicinarsi a me.

Appena posa il vassoio gli do un casto bacio.

- Non sapevo cosa avresti preferito, in realtà è quasi ora di pranzo, forse il dolce non è proprio una bella idea. -

- E' perfetto amore mio, ho sempre voglia di dolce dopo aver fatto l'amore. -

Sorride e mi si avvicina.

- Mi piace svegliarmi accanto a te sai? -

- Piace anche a me. Dovrebbe succedere più spesso. - ok forse ora sto esagerando, ma è vero, amo svegliarmi accanto a lui, mi sento così felice e so che non è dovuto all'aver fatto con lui dell'ottimo sesso, o non mi sarebbe successo anche sabato scorso. 

- Ti amo. - 

Sono ancora terrorizzata da ciò che penserà la gente sapendoci insieme, dai pettegolezzi, dai problemi che potremmo avere, ma una cosa l'ho capito. Quando sono con lui sono felice come non sono mai stata. Per cui mi chiedo, perchè dovrei negare quello che provo? Perchè dovrei tenergli nascosto quello che avrei dovuto dirgli dal primo momento in cui l'ho rivisto in quell'ospedale? Perchè fargli venire paure e insicurezze quando non c'è nessun motivo? 

- Ti amo anche io . - mi decido infine a confessargli. 

 

 

 

______________________________________________________________________________

 

Eccomi qui con un nuovo capitolo. Lo pubblico durante la notte in quanto domani sarà una giornata un po' movimentata e  non so quando potrò mettere le mani al pc. 

Per la prima volta vediamo il "lato oscuro di Edward" che in questo caso è la sua insicurezza. Ditelo che sembrava troppo perfetto. Beh io penso lo fosse. OK OK Edward è sempre perfetto in  realtà, cioè non sarebbe Edward altrimenti no? Però è ora che iniziamo a conoscere meglio un po' anche lui, dopo esserci persi per capitoli e capitoli nelle insicurezze di Bella. 

Una piccola notazione: sabato prossimo è il 24 dicembre, prometto che farò i salti mortali per postare, se non vedeste aggiornamenti prometto che al massimo il 27 sarà online il nuovo capitolo. Inizio invece ad avvisarvi che è probabile che da metà gennaio fino a fine febbraio gli aggiornamenti diventino bisettimanali perchè devo preparare gli esami per l'università, vi segnalerò con più precisione non appena avrò le date degli esami.

Un bacio e se non riuscissi a postare sabato

Buon Natale a tutte.

Ojamajo

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


POV JASPER

 

- No Alice, Edward non ha detto nulla nemmeno a me. L'ho chiamato un paio di volte ma mi ha solo detto che stava bene, ma ci sono i suoi genitori non so quante volte possa aver visto Bella. - 

- Si ma Rose il weekend scorso sono stati insieme dovrebbe dirci com'è andata, insomma noi facciamo il tifo per loro, invece quando gliel'ho chiesto via messaggio mi ha risposto "è tutto ok" e basta. -

- Beh allora vedi che va tutto bene tra loro!- mi intrometto nel discorso tra la mia ragazza e mia sorella. 

Dallo scorso week- end Alice mi da il tormento: è curiosa di sapere come siano andate le cose tra Edward e Bella. Le avevo raccontato tutto ciò che ero venuto a sapere durante il viaggio in auto con lui. Secondo lei però  è poco. Eppure sono convinta che sia tutto quello che Edward aveva da raccontare. Alice sul momento è stata contenta delle notizie, ma subito dopo mi ha fatto una domanda a cui non ho saputo rispondere con certezza.

- Stanno insieme? - Non mi era stato detto per cui ho potuto semplicemente rispondere che pensavo di sì.

Lo stesso quesito mi è stato posto da Rosalie non appena abbiamo messo piede in casa sua per la consueta cena del venerdì sera.

- Sei più inutile di Emmett quando si tratta di ottenere informazioni importanti fratellone! - si è infine lamentata.

Lei ed Alice hanno passato tutta la cena a discutere ed analizzare i fatti, chiedendomi spesso chiarimenti su questo o quell'altro punto oscuro e rimanendo spesso deluse dalla mia risposte.

Ciò che più infastidisce entrambe è la tendenza del nostro amico a cambiare argomento alle loro domande telefoniche. Come se potesse raccontare qualcosa con i suoi genitori lì presenti.

- Jasper, ma come non capisci? Esme e Carlisle sono partiti e lui ancora non ci ha detto nulla. E Edward nemmeno è venuto a cena questa sera. - continua Rosalie. - una volta ci avrebbe detto tutto, lo sai, con noi si è sempre confidato. -

Lo ammetto non sono stato onesto nè con la mia ragazza nè con mia sorella, ma non oso pensare come sarebbe stata la mia settimana se avessi detto loro che Edward e Bella hanno dormito nello stesso letto.

- Ragazze, ma avrà voluto vedere Bella questa sera! E lasciatelo un po' in pace per favore! Ha diritto a godersi la sua felicità! - Interviene Emmett dal divano. Terminata la cena ha deciso di averne abbastanza delle chiacchiere su Edward e si è messo sul divano a guardare una partita di baseball, chiedendomi se volevo vederla con lui. Ne sarei stato felicissimo, tutto pur di sottrarmi a quell'inutile terzo grado.  Purtroppo Rose ed Alice si sono immediatamente opposte.

- Comunque è deciso Jasper, domani lo andiamo a trovare con la scusa di vedere come sta, se saremo lì di persona non potrà sottrarsi alle nostre domande. -

Prendo mentalmente nota di inviare un sms a Edward per avvisarlo del pericolo. Sperando che lo legga, ho il sospetto che se Bella è con lui il cellulare sia l'ultimo dei suoi pensieri.

- Va bene, se proprio volete andiamo. Ma quantomeno presentiamoci per cena pizze alla mano, cosicchè non sembri una vera e propria incursione. - propongo.

- Uff e va bene aspetteremo fino a domani sera. -

 

 

" Edward, Alice e Rose hanno insistito per venire a trovarti domani, ho proposto l'ora di cena. Preparati a un lungo interrogatorio. J."

 

Gli invio un sms mentre Alice è in bagno a prepararsi per la notte.

 

La risposta mi arriva solamente alle due del pomeriggio seguente, quando ormai iniziavo a disperare che  leggesse il mio avviso in tempo.

 

" Grazie dell'avviso Jazz , mi farò trovare preparato. Ma soprattutto hai dato il tempo a Bella di decidere se ci sarà o no. Più o meno per che ora pensi arriverete."

 

" Penso per le sette, non credo di riuscire a trattenerle più a lungo."

 

Ho fatto bene ad avvisarlo, soprattutto perchè Bella, come immaginavo, è da lui ed un'improvvisata potrebbe spaventarla. Non posso dimenticare come ha reagito al primo bacio che si è scambiata con Edward e non posso credere che tutti i problemi si siano risolti in così breve tempo. Anche se non le capisco. Perchè dovrebbe pensare di essere mal giudicata perchè frequenta Edward? Per la differenza d'età? Ma se sono innamorati cosa importa l'età? Ma forse ventotto anni sono pochi per capire.

 

 

Busso alla porta con sei cartoni di pizza in mano. Emmett sta sbuffando. Di solito due pizze sono per lui, ma secondo Rosalie c'è la possibilità che Bella sia presente per cui dovrà rinunciare al bis. Io non sono così sicuro, ho avvisato Edward via sms, per cui lei ha avuto tutto il tempo di andarsene e sono certo lo abbia fatto, d'altronde solo una settimana fa in ospedale non ha voluto affrontarci, perchè ora dovrebbe aver cambiato idea? Soprattutto considerando che è consapevole che Alice e Rose sono pronte per un interrogatorio in piena regola. E' a causa di queste mie considerazioni che rimango stupito quando entro in sala da pranzo. Bella è li, leggermente in disparte ed intimidita dalla nostra presenza ma è lì. Un sorriso imbarazzato le occupa il viso, si guarda intorno per cercare di capire dalle nostre facce come reagiamo alla sua presenza. Ricambio il suo sorriso e la saluto, Alice invece le si fionda incontro e la abbraccia, subito seguita da Rosalie. Improvvisamente l'atmosfera si sblocca e ci mettiamo a tavola. Trattiamo argomenti leggeri e stranamente nè la mia ragazza nè mia sorella partono con il famoso interrogatorio, in compenso ricevo un'occhiataccia da entrambe quando Bella tira fuori una torta di mele fatta in casa. Non ci sarebbe stato nulla di strano, se fossimo stati a casa sua, ma siamo da Edward ed in teoria non dovevano aspettarci. Mi accorgo che Bella si sente a suo agio con noi, tanto che dopo un primo imbarazzo, forse più che normale, inizia a sciogliersi e a comportarsi come se facesse parte del gruppo da sempre.

- Sai Bella, devi proprio darmi la ricetta di questa torta, a quanto pare a Emmett piace. - sento dire da Rosalie.

- Ma certo. E poi dovevo farmi perdonare, credo di essermi mangiata la pizza di Emmett. - nessuno sembra fare caso a questa sua uscita, ma a me non sfugge; Edward deve averle raccontato molto di noi se sa anche che Emmett è solito mangiare due pizze. Sembra incredibile che quei due possano anche lontanamente di aver pensato di essere solo amici. Vedo chiaramente i loro sguardi, dicono chiaramente che si appartengono, che sono profondamente legati l'uno all'altro dall'amore: sono gli stessi sguardi che si scambiano Emmett e Rose. Sono felice per loro, ma soprattutto per il mio migliore amico, anche se non posso negare che la loro strada sarà in salita, perchè temo che le paure di lei non siano totalmente superate.

 

- Hai visto quanto sono carini Jasper? Certo non ci hanno detto nulla ma sicuramente stanno insieme, insomma si guardano in quel mondo così così... profondo. Mamma mia che carini sono contenta che Bella abbia superato le sue paure ed abbia deciso di mettersi con lui. - mi dice Alice, mentre ci prepariamo per andare a letto.

- Amore ho visto quanto si amano e mi sono reso conto di quanto questo faccia bene ad Edward. Ma tesoro non sono sicuro che le paure di Bella siano passate. Credo semplicemente che stia cercando di affrontarle. -

- Ma dai li hai visti anche tu e poi avrà capito che nessuno la giudica scusa, oggi tra noi mi è sembra a suo agio sai? Non l'ho mai vista sorridere così. Oddio a dire il vero non l'ho mai vista sorridere. Sisi Edward le fa proprio bene. Vedrai che ho ragione. -

- Io invece temo che molto presto ti ricrederai amore, ma spero di sbagliarmi. -

- Ti sbagli sicuro! Insomm hai visto Bella? Era veramente a suo agio; ha parlato con Emmett di sport, non credevo nemmeno le piacesse, figurati sapere che è tifosissima dei Mariners! E poi quando coccolava Seth? Era dolcissima, le brillavano gli occhi. Te lo ripeto sembrava facesse parte del gruppo da una vita. -

- Spero tu abbia ragione, anche per Edward, nessuno dei due merita di soffrire. Ma prima di pensare o dire qualsiasi cosa in presenza di terze persone amore ti prego aspetta di vedere come si comportano. -

- Si va bene cucciolo, ma cosa mi credi stupida? -

- No, solo troppo ottimista. -

 

" Alice in questi giorni potresti darmi un passaggio a lavoro? La macchina purtroppo me la consegnano solo venerdì sera. "

 

- Non capisco! Io il passaggio glielo do volentieri, ma perchè non può andare con Bella? -

- Alice cerca di ragionare non vivono insieme Bella magari resta a casa sua stasera. -

- Sì hai ragione, non credo dormirebbe molto a casa di Edward. -

- Non intendevo questo. - sospiro rassegnato, il messaggio che Alice ha ricevuto sembra dare ragione alla mia teoria, anche se lei non riesce ancora ad ammetterlo. Bella ed Edward non vogliono andare a lavorare insieme, o quantomeno spero sia un desiderio di entrambi e non un'imposizione di Bella e delle sue paure.

Non ho però il tempo di riflettere a lungo sulla questione perchè il suono di un messaggio in arrivo e lo squillo del telefono di casa mi distraggono.

 

" Ti prego ti prego perdonami, non l'ho fatto apposta, mi è scappato!"

 

- Pronto?- rispondo al telefono mentre leggo l'enigmatico messaggio di Emmett.

- Jasper, sono la mamma. Cosa vuol dire che hai una nuova ragazza da un paio di mesi ed io non ne so nulla? -

Improvvisamente mi è chiaro ciò a cui si riferiva mio cognato. Oggi a pranzo lui e Rose erano invitati dai miei genitori, mia madre infatti voleva spupazzarsi il suo adorato nipotino. Avevano invitato anche me, ma ho detto loro di essere impegnato, per non lasciare sola Alice, della cui esistenza i miei genitori ancora non sapevano nulla. E, se non fosse stato per Emmett sarebbe stato così ancora per molto tempo: finchè non fossi stato sicuro che conoscendo mia madre Alice non sarebbe fuggita a gambe levate. 

- Mamma è che non è mai venuto l'argomento e poi stiamo insieme da solo due mesi, mi sembrava un po' presto. - 

- Ti sembrava un po' presto per presentarcela, ma non troppo presto per andarci a vivere insieme vero? - Emmett sarebbe morto di una morte lenta e dolorosa entro breve. - E' per questo che non sei venuto oggi vero? Non mi piace questa ragazza ti allontana dalla tua famiglia, sono sicura che è stata lei a dirti di non venire da noi oggi. -

- Mamma non puoi  giudicarla senza conoscerla per favore. Non sapeva nemmeno che mi avessi invitato a pranzo. - 

- Certo come no! Scommetto che però quando è stata la sua di madre a invitarla a pranzo ci siete stati entrambi senza che tu potessi discutere. -

- Mamma, la madre di Alice è morta, e lei e il padre non hanno un buon rapporto, per cui non fare illazioni non conoscendo la situazione. -

- Ecco è pure un pessimo elemento quindi! Va beh aspetto te e questa tua pessima scelta a pranzo domenica, accetto in rifiuto solo in caso di morte. -

- Va bene! - 

 

" Sei morto! Questa non me la dovevi fare Emmett lo sai vero? E più che a me dovresti chiedere scusa ad Alice, domenica dobbiamo andare a pranzo là! "

 

" Veniamo anche noi, credo abbiate bisogno di supporto. L'hai già detto ad Alice? Rose."

 

- Amore chi era al telefono? - 

- Mia madre. - rispondo sincero, incapace di continuare il discorso. 

 

" No ancora no. Voglio prepararla psicologicamente a quello che la aspetta. Fino a domenica ho tempo per dirglielo vero?"

 

- E' morto qualcuno? - 

- Eh? - rispondo senza capire la sua domanda. 

- Hai una faccia da funerale amore. -

- No, no nulla. Voleva solo sapere come sto. - bene sono entrato nel tunnel delle bugie, la paura gioca brutti scherzi.

 

 

- Io non li capisco, no no non li capisco proprio. L'altra sera li hai visti anche tu quanto erano carini, ne abbiamo parlato tanto. Stamattina, quando sono andata a prendere Edward c'era anche lei. Sono usciti mano nella mano dalla porta. Lui è salito in macchina con me dopo averle sfiorato le labbra con un bacio, Bella invece ha preso la sua auto. Ha sorriso e non si è azzardato a darmi spiegazioni, nemmeno quando gliele ho apertamente chieste! E a lavoro! Nemmeno si sono parlati. Due estranei capisci? Edward addirittura la chiamava Direttrice! Come ha sempre fatto da quando è arrivato, come se non fosse cambiato nulla. Eppure l'altra sera con noi la chiamava per nome, oppure tesoro e un paio di volte gli è pure scappato di chiamarla amore. Jazz? Ehi Jazz mi ascolti? -

- Eh? - non non la sto ascoltando, o meglio mi sto impegnando per ascoltarla, ma la mia testa continua a sintonizzarsi sul "problema mamma" ed a distrarmi dal resto.  - Scusami amore ero distratto, un piccolo problema di lavoro, ma niente di preoccupante, dicevi? - ok bugia numero due. Sarà il caso mi dia una regolata prima di fare danni. 

- Problemi di lavoro dici? Sei sicuro? E' da ieri dopo la chiamata di tua madre che sei strano. - staremo insieme da pochi mesi, ma mi conosce davvero bene. 

- Si si amore tranquilla. Cosa mi dicevi di Edward e Bella? - e Alice si lancia nuovamente nel suo dettagliato resoconto del comportamento assurdo dei due interessati.

- Amore mi dispiace dirtelo, ma te l'avevo detto che vedevi le cose in modo troppo ottimista. Le paure di Bella non potevano essersi totalmente volatilizzate in così poco tempo. -

- Però con noi non ha avuto problemi sabato. -

- Vero, ma con noi è diverso, in ospedale già ci eravamo mostrati gentili con lei, dimostrandoci aperti e disponibili. Non puoi pretendere che si voglia mettere sulle bocche di quelle pettegole delle tue colleghe! Sono appena agli inizi, hanno bisogno di un po' di privacy. -

- Si ma.. -

- Alice davvero lascia che si prendano i loro tempi. - 

- Uffa va bene! Ma non possono tirarla tanto per le lunghe! Stasera sbaglio o dovevate andare a giocare a basket al campetto? Perchè non vai prima da Edward con la scusa di andarlo a prendere e gli chiedi come vive questa cosa? Tanto Bella non ci sarà, almeno cerchiamo di capire se a lui questa situazione sta bene. -

- E va bene! Vado subito. -

- Bravo amore. - Senza volerlo Alice mi aveva dato l'idea di chiedere consiglio ad Edward per il problema che mi affliggeva. 

 

 

________________________________________________________________________

 

Ciao a tutte! Si lo so sono mortalmente in ritardo lo so, ma che volete le feste il lavoro etc. Il prossimo capitolo lo troverete tra circa una settimana, poi da dopo l'epifania partirà un periodo di purgatorio in cui riuscirò a pubblicare ogni due sabati perchè ho bisogno del tempo per preparare l'esame universitario. Questo periodo continuerà fino al 15 febbraio circa, poi vi saprò dire, perchè il due gennaio cambio capo, non ho la più pallida idea di come sarà il nuovo e di come ci farà gestire il lavoro, di conseguenza non so a che ora uscirò da lavoro.

Ok ora passiamo al capitolo, sorvolando sulle mie lagne personali. Cos'avete pensato quando avete letto POV JASPER? Probabilmente che fossi impazzita. Almeno questo avrei pensato io XD In realtà iniziava a starmi stretta la scelta di scrivere in prima persona in quanto i pensieri di Edward e Bella sono veramente noiosi in questo periodo. - E se si offende, e se se la prende, e se scappa - - Deve proprio credermi una pazza, non capisco perchè sia così insicuro, no no mi vergogno davanti ai suoi amici. - 

Ho così pensato di dedicarmi un po' anche agli altri personaggi che avevo inserito all'inizio e poi archiviato nel dimenticatoio. Spero che vi sia piaciuto, così come è piaciuto a me scrivere di Bella ed Edward visti da una nuova angolazione. 

Al prossimo capitolo mie care!

Ojamajo

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


POV EDWARD

 

 Appena tornati a casa Bella ed io abbiamo potuto gettare l'orribile maschera che siamo costretti a tenere sul lavoro. Lei è accocolata sul divano le gambe piegate sotto le ginocchia, le gambe, lasciate scoperte dalla gonna del tailleur e rivestite solo con una collant leggero, ed è veramente sexy.

Io le sono seduto di fronte, le mie gambe sfiorano le sue, mentre parliamo ridendo e scherzando della giornata. Questa nostra complicità mi è mancata oggi. Dopo aver passato tutto il weekend insieme, far finta che lei non fosse altro che il mio capo è stato veramente difficile, soprattutto considerando le occhiate indagatrici di Alice, che non ha smesso un secondo di pretendere risposte alle sue mute richieste.

Bella ed io ne abbiamo parlato tanto ieri sera, prima di arrivare alla conclusione che ignorarci fosse la cosa migliore.

- E' stato orribile vero amore? - mi chiede Bella dispiaciuta.

- Lo è stato, non posso negare che lo sia stato. Ma nemmeno io mi sento pronto ad affrontare le chiacchiere delle galline. - le rispondo accarezzandole il volto.

- Sai perchè mi hai colpita da subito? Perchè fai le cose per gli altri e non glielo fai pesare anche quando ti fanno stare male. Come quando hai fatto da candela tra Jasper ed Alice o ora che per non farmi soffrire hai accettato questa farsa terribile. - le si oscura il volto.

- Amore non dire così. Lo sai che non mi hai costretto, io sono felice se ti senti a tuo agio lo sai. Te l'ho proposto io di comportarci così. E poi tu con i ragazzi sabato sei stata fantastica! -

- Sono stupendi, mi hanno fatta sentire veramente a mio agio. Vorrei che fossero tutti così al mondo. -

- Naaa sarebbe noioso! -

Scoppiamo a ridere contemporanemente ed è proprio in quel momento che suona il citofono.

- Aspettami qui. - le dico dandole un casto bacio, mentre curioso vado ad aprire.

Chi può essere? Questa è la serata del basket per cui con Jazz e Emm ci vediamo direttamente al campetto, Rose è sicuramente impegnata con Seth e spero vivamente non sia Alice, non voglio che riempia Bella di domande o peggio accuse sul comportamento. Alice così solare e con un'eccessiva tendenza a fidarsi delle persone ha difficoltà a capire il carattere diffidente di Bella.

- Ed sono Jazz, posso salire? - mi dice il mio amico al citofono.

Un terribile dubbio si insinua in me: che sia stato mandato da Alice a indagare?  Ma quando entra in casa il suo volto esprime la disperazione più nera.

- Jazz che cos'è successo? Sei sconvolto! Hai litigato con Alice? -

- Ancora no. - mi risponde con un filo di voce.

- Cosa vuol dire ancora no? - gli dico scrollandolo.

Le mie esclamazioni fanno accorrere anche Bella.

- Jasper siediti per favore hai l'aria di uno che sta per svenire!- gli dice Bella prendendolo per mano e trascinandolo in salotto.

- Scusate non volevo farvi preoccupare, è solo che è successo un casino e avevo bisogno di parlarne. -

- Allora vi lascio soli ragazzi, tanto so che dopo vi attende una partita di basket. - si avvicina per darmi un bacio quando Jazz, torturandosi le mani la ferma.

- No Bella, aspetta, se non hai fretta vorrei un parere anche da te. Credo mi sia necessario il parere di una donna che non sia mia sorella. -

Ok quando Jasper iniziava a dubitare dei consigli di Rosalie, la situazione era veramente grave.

- Cos'hai combinato Jazz? - gli chiedo a bruciapelo, mentre Bella si siede sul bracciolo del divano dietro di me.

- Non io, dovresti chiedermi che cos'ha combinato Emmett ieri a cena dai miei! -

O mio dio! Ora ho capito!

- O mio dio! Ha detto di Alice a tua madre! -esclamo sconvolto. Lui annuisce con un lamento.

- Scusate, ma io non capisco che cosa ci sia di così terribile in questo. Se non ho capito male vivete insieme, avresti dovuto già dirglielo! -

- No, no Bella tu dici così perchè non conosci mia madre. - mormora disperato Jasper. - come posso farti capire? Ecco! Hai mai visto il film "Quel mostro di suocera?" -

- E' il film con Jennifer Lopez vero? Sì sì l'ho visto. -

- Ecco diciamo che il personaggio interpretato da Jane Fonda è la versione buona di mia madre. -

Bella con gli occhi fuori dalle orbite mi guarda per chiedere conferma. Non posso far altro che ribadire ciò che dice Jazz.

- Ed ora mia madre vuole conoscerla. E con vuole intendo pretende. Domenica ha deciso che andremo a pranzo là e pensa già il peggio di Alice, che sia un pessimo elemento solo perchè è orfana di madre e che mi tenga lontano da loro perchè li odia. E io non so come dirlo a Alice. Insomma la farà scappare lo so, l'ha sempre fatto. L'unico che non è scappato è  Emmett, forse perchè l'aveva conosciuta come mio amico prima che come fidanzato di Rose e sapeva che da qualche parte dentro di lei c'è un lato buono! -

- Jasper, Alice ti ama non scapperà. Ecco magari tu preparala prima a quello che troverà, sono sicura che sia Emmett che Edward e Rose saranno pronti a confermare se servirà. E magari domenica chiedi a Rosalie di essere presente, lei e Alice sono amiche, un po' di supporto morale le servirà. - gli risponde Bella stupendomi, perchè in poche parole ha calmato il panico del mio amico. - E soprattutto ricordati che lei ti ama veramente e il comportamento di tua madre non la farà scappare. -

- Grazie Bella sei veramente unica. - le risponde lui abbracciandola, cogliendo di sorpresa sia me che lei, che si stacca sorridente.

- Ora è meglio che vada ragazzi, o va a finire che fate tardi alla partita di basket. -

Mi saluta con un leggero bacio e si avvia verso la porta salutando Jasper.

 

 

POV BELLA

 

Mentre torno a casa non posso che pensare a Jasper ed al fatto che, malgrado io lo abbia calmato e rassicurato, domenica dovrà affrontare parecchio stress. Se la madre è veramente così terribile, Alice avrà bisogno di parecchio supporto e per un figlio, maschio per giunta, non è facile andare contro alla propria madre.

Un altro terrore mi invade pensando alle parole di Jasper. Cosa succederà quando Edward vorrà presentarmi i suoi genitori? Oddio panico non voglio neanche pensarci! Non sappiamo nemmeno quanto durerà la nostra storia e io già mi preoccupo della reazione dei suoi genitori. Corro veramente troppo! Se mai accadrà lo affronterò.

Quando arrivo a casa mi accorgo che da sotto la porta filtra una luce. Il mio primo pensiero è che siano arrivati i ladri. "Brava Bella - mi dico - continua a lasciare la chiave nascosta sotto le zerbino in una città  come Philadelphia, poi è ovvio che ti trovi i ladri in casa! Devi perdere queste abitudini da provinciale. -" Ma poi mi chiedo quale ladro sia così stupido da lasciare accesa la luce nell'ingresso dell'appartamento. Dev'essere qualcuno che mi conosce bene, per sapere dove tengo le chiavi di riserva, non l'ho ancora detto nemmeno ad Edward.

Mi decido ad entrare e vengo accolta da Tanya in lacrime.

- Scusami Bella, ho usato la tua chiave di riserva, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno. - mi dice scoppiando nuovamente a piangere.

- Tania ma che succede? -

Tra un singhiozzo e l'altro Tanya mi racconta di essere tornata a casa prima dal lavoro perchè non si sentiva molto bene ed aver trovato il marito nel loro letto con la ventisettenne baby sitter dei bambini.  Shockata si è messo a urlare contro il marito di sparire ed è corsa fuori da casa sbattendo la porta. Dopo aver girato per la città senza una meta precisa è arrivata sotto casa mia e mi ha aspettata.

- Ma capisci? Non solo mi tradisce! Ma lo fa con la babysitter dei bambini! La conosciamo da anni, è come se fosse nostra figlia anche lei! Infondo ha solo 27 anni è arrivata da noi che ne aveva appena 23! E lui se la porta a letto! E' malato, un maniaco! No anzi un pedofilo, infondo lei per noi è una bambina!-

Le parole della mia amica mi penetrano dentro come una lama di ghiaccio: questo è quello che penseranno di me le persone quando scopriranno di Edward e me?

Eppure i suoi amici sono stati così carini con me e sembravano sinceri. Ma forse non sono così brava così penso a riconoscere la sincerità delle persone.

Oppure, dice la solita vocina dentro di me, quella che non sentivo da qualche giorno, semplicemente Tanya è molto arrabbiata con il marito e parla così solo per questo. Chi potrebbe darle torto? Se fosse successo a me probabilmente avrei reagito nello stesso modo.

- Oddio Bella! Ho lasciato i bambini soli con quel matto! Come ho potuto? Ma io non ce la faccio ad affrontarlo. Non ce la faccio. Bella posso dormire qui? Lo faccio sloggiare domani mentre i bambini sono a scuola così non devo vederlo più. -

- Tania certo che puoi rimanere, non devi nemmeno chiedermelo. - le dico abbracciandola.

- Bella, devo licenziarla vero? La sgualdrina intendo. Era una babysitter perfetta. Quando Ezra la chiamava accorreva subito, non importa quanto poco preavviso avesse. -

Gli insulti al marito ed alla babysitter di Tanya continuano per parecchie ore, intervallati dai singhiozzi e da veri e propri attacchi di isteria. Poi finalmente la mia amica si calma e si dirige verso la camera da letto.

Quando eravamo al college e dividevamo la stessa stanza era per noi consuetudine dormire insieme quando una delle due stava male. Questa consuetudine e tanti chili di gelato ci avevano aiutate a superare stress da esami, liti con i fidanzati, rotture e tantaltro. Ormai erano anni che questo non succedeva, il nostro rapporto, già minato dalla mia insana abitudine a non confidarmi più di tanto, si è molto raffreddato, ma questa sua richiesta ci riporta indietro di molto tempo.

Prima di addormentarmi sento vibrare il cellulare che ormai sono solita lasciare sul comodino.So che è un messaggio di Edward che mi augura la buonanotte, lo fa tutte le sere, o quantomeno tutte quelle che passiamo separati, ma oggi c'è qualcosa che non va in me. Le parole di Tanya non vanno in me. Ha dato del pedofilo al marito, so che l'ha fatto più altro per rabbia nei confronti di Ezra, ma ha fatto scattare in me qualcosa, il lucchetto che aveva sigillato le mie paure e insicurezze riguardanti la storia con Edward. Con un ragazzo che avrebbe anche potuto essere mio figlio. E' così che mi avrebbe vista la gente? Come una poco di buono che irretisce un ragazzino con la metà dei suoi anni? Lo amo, ma in quanti mi crederanno? Dovrò sempre e solo lottare per il mio amore? Sento scendere le lacrime sul mio viso, ho bisogno di pensare.

 

 

Quando mi sveglio Tanya si sta già vestendo per andare al lavoro. Non sembra la stessa donna disperata che ho trovato in casa ieri sera. Gli occhi non sono più gonfi e arrossati e la disperazione è stata sostituita da un fredda determinazione.

- Bella, grazie per ieri sera, ora so come comportarmi, non mi vedrà versare nemmeno una lacrima. MA! Bella stai bene? Hai un aspetto orribile! Assai peggiore del mio prima che lo sistemassi col trucco! -

No non mi sento per niente bene. Sono a pezzi. Il cellulare vibra: il buongiorno di Edward. Di nuovo non gli rispondo.

- No Tanya, non sto per niente bene, credo che per oggi me ne resterò a casa. -

Mando un messaggio a Lauren per avvisarla che non sarei andata e mentre Tanya esce di casa cerco di placare il mio disagio. Sto fuggendo, mi rendo conto che alla prima difficoltà mi sto tirando indietro e so che questo farà soffrire Edward. Lo so perchè lui crede in me, lo so perchè conosco tutte le sue paure, lo so perchè gli ho chiesto di fidarsi di me, di non pensarmi così codarda e invece mi sto comportando proprio come lui credeva. Il mio cellulare vibra di nuovo.

 

" Lauren mi ha detto che non ti senti bene. Mi dispiace amore mio, hai bisogno di qualcosa? " 

 

Non rispondo nemmeno a questo sms, non ce la faccio, devo risolvere quello che mi sta succedendo devo chiarirmi prima di parlare con lui. Devo essere totalmente certa della scelta che ho preso tra me e me nella notte. Perchè soffriremo entrambi, ma sono sicura che, soprattutto per lui, con il passare del tempo sarà la scelta migliore. Per me, beh io la mia vita l'ho già largamente vissuta, non importa se starò male, non posso essere egoista.

Alle dieci il cellulare vibra nuovamente, è una chiamata questa volta. Decido di chiuderlo in un cassetto, per vincere la tentazione di rispondergli, poi mi metto il cuscino sopra le orecchie per cercare di dormire. Non posso però ignorare il trambusto nella mia testa, finchè non mi decido a prendere un blando sonnifero.

Vengo svegliata  dall'insistente vibrare del cellulare dentro al cassetto. Senza nemmeno controllare la sveglia so che è ora di pranzo, ne ho la certezza quando apro il cassetto e prendo in mano il cellulare: Edward. Mi avrà mandato almeno sei sms nel frattempo. Lascio la bustina lampeggiare, non voglio leggerli o vacillerò nella mia decisione. il cellulare squilla ancora. E il groppo in gola che mi accompagna da quella mattina sembra soffocarmi. Il cellulare continua a squillare fino alle due e mezza, ora in cui so che deve rientrare al lavoro. Mi chiedo se abbia mangiato. Probabilmente no. Sono ancora sicura che per lui sia la cosa migliore?

Mi trascino per casa tutto il pomeriggio, cercando di ignorare il continuo vibrare del telefono all'arrivo dei messaggi.

Alle cinque il cellulare smette di vibrare. Non so se si sia scaricato o Edward si sia arreso, non voglio controllarlo, preferisco non leggere quello che mi ha scritto. L'ho ferito e mi sento male per questo.

Alle sei, mentre sto affondando il cucchiaio sul fondo della vaschetta di gelato al cioccolato che tengo sempre nel congelatore, suona il campanello di casa. Non quello del portone, proprio quello di casa.

- Bella aprimi ti prego! - Edward, come potevo sperare che si rassegnasse?

Qualcosa di più forte di me mi spinge ad aprirgli, come se la mia decisione fosse stata cancellata proprio da quel gesto, dalla disperazione con cui è venuto a cercarmi.

Ed appena lo vedo il groppo che mi opprime la gola sembra esplodere e non posso fare a meno di abbracciarlo e mettermi a piangere mentre le sue braccia mi stringono protettive. Non so per quanto restiamo così, possono essere passati pochi minuti come ore. Ma questo tempo è servito a calmarmi e a farmi capire quale immensa stupidaggine stessi facendo.

- Perdonami perdonami sono una stupida, sono entrata nel panico! Perdonami ti prego. - e mentre lui mi porta a sedere gli racconto di Tanya e di Ezra. Delle parole della mia amica e di quanto mi siano penetrate in corpo come una lama gelata. Di come ho pensato che non ce l'avrei mai fatta a sentire quelle malignità per tutta la vita.

Solo in quel momento mi rendo conto che accanto a lui in realtà potrei affrontare tutto, che lui è la mia forza, quella forza che serve per lottare. Mi sarebbe bastato ripondergli ieri sera.

- Sei arrabbiato con me? -

- No amore, ho solo avuto paura, molta paura di perderti. -

- Tesoro ti fermeresti qui? -

- Stanotte? Certo amore. -

- No non solo stanotte. Insomma ti piacerebbe venire a vivere qui? -

I suoi occhi si illuminano.

- Sei sicura? -

Annuisco.

- Ne sarei felicissimo! -

 

 

 

 

 

Eccomi qui ragazze. Scusate se vi ho fatto aspettare ma il periodo è un po' irrequieto come vi dicevo.  Comunque so che il capitolo non prometteva bene praticamente fino alla fine, ma era necessario che Bella sbattesse il muso sulle sue paure e le affrontasse. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto. XD

Scusate ancora per il ritardo.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** capitolo 17 ***


POV EDWARD

 

A suonare non è la mia sveglia, ormai ne riconosco il suono, il mio orecchio è abituato, spesso mi capita di spegnerla senza accorgermene, per questo ho azionato anche una seconda sveglia sul cellulare. E' quella che sta suonando ora, provo a spegnere la sveglia sul comodino ma il mio braccio destro è bloccato da qualcosa di morbido, liscio e caldo. Mi ci vuole solo un attimo per ricordare: Bella, il suo dolore per le parole dell'amica, dette solo a causa della rabbia nei confronti del marito ed infine la sua proposta: vivere insieme.

Ho accettato, senza pensarci. Non sono mai stato una persona istintiva, ho sempre riflettuto a lungo prima di prendere decisioni importanti, ma questa volta è stato diverso. Quando Bella non mi ha risposto alla buonanotte ho semplicemente pensato che stesse dormendo, sul lavoro il periodo si sta facendo pressante a causa della situazione economica internazionale, ma quando non mi ha risposto l'ansia è iniziata a salirmi, raggiungendo il culmine quando, arrivando al lavoro, ho scoperto che non sarebbe venuta. Per tutta la giornata ho provato a mettermi in contatto con lei con scarso risultato. Temevo di averla persa e non ne conoscevo nemmeno il motivo, potevo solo precipitarmi da lei e obbligarla a parlarmi.  E così ho fatto.

Vengo assalito dai dubbi: sarà troppo affrettato? Infondo non abbiamo ancora affrontato il problema maggiore, il giudizio degli altri.

 

- Buongiorno amore - mi dice Bella con la voce ancora impastata dal sonno. La mattina è il momento in cui la trovo più bella, qualcuno potrebbe obiettare che non è possibile, che sicuramente avrà i capelli arruffati, l'alito mattutino e le occhiaie dovute al poco sonno. Ma io è per questo che la preferisco: è il momento in cui è più naturale: la sensazione che mi da vederla aprire gli occhi e sorridere quando realizza che sono accanto a lei è qualcosa di unico e profondo che non riesco a spiegarvi.

- Buongiorno anche a te. -

- Grazie per questa notte, mi ha rassicurata, essere stretta tra le tue braccia. Scusami se mi sono comportata come una stupida ieri. -

- Non importa amore mio - le rispondo baciandole la fronte - l'importante è che ora siamo insieme, ma ora alziamoci, o rischiamo di fare tardi. -

- Ah già il lavoro. Che fai? - mi chiede vedendomi in mano il cellulare.

- Alice mi chiede dove deve venirmi a prendere, le dico di passare di qui, dovrebbe ricordarsi dov'è, mi ha accompagnato ieri. -

- Dille di non passare,andiamo insieme. - La guardo sorpreso, non mi aspettavo questa risposta, non ancora almeno.

- Che c'è? Pensi davvero che io non abbia valutato il fatto che chiedendoti di venire a vivere qui sarebbe assurdo mantenere segreta la nostra relazione? Ieri quando ti ho visto arrivare qui ho capito una cosa importante: non c'è niente di sbagliato nel nostro amore, nulla di cui sentirsi colpevoli ed è ora di mostrarlo al mondo. -

La abbraccio, orgoglioso di lei e felice della sua decisione, finalmente ha capito. Eppure una parte di me mi mormora che non può essere così facile e che dovremo ancora affrontare dei momenti bui dovuti alle altrui reazioni.

 

 

Complice il traffico, arriviamo a Camden con un leggero ritardo rispetto alla nostra solita ora. Bella ha insistito per farmi guidare, dice che è stato un tremendo errore non farmelo fare prima. 

- E cosa farai quando non ci saremo più Alice ed io a portarti? Quando arriva la tua macchina? - 

- Beh ma prima o poi avrei ripreso a guidare Bella! La macchina beh dovevo ritirarla l'altro ieri. - ahia colto in fragrante. Ma come fa a sapere certe cose di me?

- Stasera andiamo a ritirarla, niente storie, e d'ora in avanti guidi tu, almeno finchè non sarai più sicuro!- 

Durante la nostra piccola discussione veniamo raggiunti da Angela. 

- Ciao Edward, ciao Bella, ma Alice dov'è? Non venite insieme ultimamente Edward?- 

Sento Bella irrigidirsi leggermente al mio fianco alla domanda della nostra collega e temo che torni il disagio:

- C'è traffico, magari non è ancora arrivata. - le rispondo.

- Oggi Edward l'ho portato io - aggiunge Bella arrossendo leggermente. 

Apprezzo che Angela non faccia altre domande. Purtroppo il suo comportamento non è condiviso da Jessica e Lauren che ci vedono arrivare in lontananza. 

- Te l'ho detto che secondo me hanno litigato, ieri avevano entrambi la faccia scura e oggi guarda: invece di venire con Alice come al solito si è fatto accompagnare da Bella! Te lo dico io ci sono problemi in paradiso-

Alice ieri aveva la faccia scura? Sono veramente un pessimo amico, non mi sono accorto che qualcosa non andava, troppo presa dalle mie preoccupazioni su Bella, devo assolutamente rimediare oggi. 

- Sono un pessimo amico vero?- sussurro a Bella. 

- No avevi solo la testa tra le nuvole, ma da quando pensano che tu ed Alice stiate insieme? - 

- Boh, nemmeno di questo mi sono accorto! - 

Ridiamo entrambi e nel frattempo entriamo in ufficio, raggiunti da una trafelata Alice.

- Scusate il traffico, ho dormito appena cinque minuti in più uff - 

Lauren e Jessica hanno ragione, c'è qualcosa che non va, non  sorride come al solito. Mi chiedo se dipenda da ciò che le ha detto Jasper riguardo alla madre, questo ovviamente sempre che Jasper le abbia parlato, si trasforma in un codardo quando si tratta di affrontare l'argomento suocera terribile. Mi accorgo che anche Bella è preoccupata dall'umore di Alice, so che si sta chiedendo la stessa cosa che rende dubbioso me. 

- Manda un messaggio a Jasper e cerca di capire cos'è successo, sembra uno zombie. - mi sussurra mentre prendo posto alla cassa. 

 

"Alice non l'ha presa bene?"

" Non gliel'ho ancora detto Edward ma perchè me lo chiedi? "

" Ma non hai visto in che stato e'?"

" No, ho fatto il turno di notte, sto tornando a casa ora."

 

- Ed a pranzo possiamo parlare un attimo? - 

Non posso dirle di no, lei è un'ottima amica, malgrado i suoi problemi ieri si è preoccupata per me e per Bella, non posso lasciarla da sola  ad affrontare non so nemmeno cosa la tormenti. 

Ci siamo appena staccati dagli altri per andarci a mangiare un panino, quando Alice parte all'attacco:

- Jasper mi tradisce vero? - 

La mia espressione totalmente shockata deve farle capire anche che la risposta  è negativa, perchè lei continua senza darmi il tempo di rispondere.

- E se non mi tradisce che cosa fa? Perchè è qualche giorno che è così strano, assente, non sembra nemmeno più lui. Vuole lasciarmi, si è stufato di me e non ha il coraggio di dirmelo perchè mi ha appena chiesto di trasferirmi da lui.-

- No Alice, fidati di me, non vuole lasciarti e per dio no non ti tradisce. C'è una cosa, una sciocchezza, ma penso sia giusto che sia lui a parlartene, anzi sono più che sicuro che te ne parlerà prestissimo. -

- Ma Edward perchè non l'ha ancora fatto? E soprattutto perchè lo sai tu e non io? -

- Perchè aveva bisogno di un consiglio, ma fidati, te lo dirà prestissimo. -

- E non mi tradisce? -

- No fidati. -

- Perchè non ne parla? -

- Perchè a paura che poi sarai tu a lasciarlo. -

- Ma è scemo? -

- Chiedigli tu di parlare stasera, vedrai, starete entrambi meglio quando tu ti sarai convinta che è una sciocchezza e lui si sarà tolto il peso che gli preme il petto. - 

- Grazie! A proposito, com'è andata con Bella?- 

Mi si illuminano gli occhi.

- Mi ha chiesto di andare a vivere con lei -

- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh lo sapevo che sarebbe successo lo sapevo!!!!  Ma cos'era successo ieri? -

- Una sua amica l'ha mandata un po' in crisi, però ora sembra tutto a posto. -

Rientrando al lavoro mando un messaggio a Jasper

 

" Vedi di parlare con Alice stasera o domani le racconto io che cosa succede. E' a pezzi, crede che tu la tradisca"

 

 

 

 

Buongiorno ragazze. PERDONATEMI!!! lo so sono sparita e poi torno con questo capitolo che dice ben poco ma che era necessario. Giuro che da oggi in poi cercherò di essere più puntuale. XD Quante di voi sono sepolte dalla neve?

Ok parliamo del chap va: allora Bella finalmente si è sbloccata e fa tanti piccoli passi per rendere stabile la sua relazione con Edward. Alice e Jasper sono ad un punto cruciale, per cui il prossimo capitolo sarà di nuovo centrato su di loro.

Buon fine settimana girls e ancora scusate.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** sospesa ***


Ciao ragazze lo so che non avreste voluto leggere questa notiziama purtroppo non ho più il tempo di aggiornare la storia, il lavoro è triplicato e il tempo che mi rimane a casa devo utilizzarlo per cercare di tenere in ordine. Ho provato a proseguire comunque nella stesura, rallentandomi e ritagliandomi il tempo dove potevo, purtroppo non si trattava di un piccolo sacrificio ed il riscontro quasi nullo che ne ho avuto mi ha fatto capire che il gioco non vale la candela. Appena mi sarà possibile riprenderó ma per ora devo sospendere la storia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=810509