In cerca di te

di Hidden Writer
(/viewuser.php?uid=146486)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Un rimpianto troppo grande ***
Capitolo 2: *** La fuga ***
Capitolo 3: *** Verso casa ***
Capitolo 4: *** Finalmente arrivata ***
Capitolo 5: *** la cruda realtà ***



Capitolo 1
*** Prologo - Un rimpianto troppo grande ***


 

In cerca di te

 

Prologo

Un rimpianto troppo grande

 

Ero rimasta spiazzata.

Pensavo che mi avresti implorato di tornare con te, o cose simili, inerenti alla tua banale personalità.

E invece no.

Ti eri rivelato spaventosamente saggio, consapevole, bello...

No, aspetta.

Mi sentivo strana, confusa.

Improvvisamente gli occhi che ti avevo sempre visto infantili si erano colorati di profondità.

E di un verde...

Era come se fino ad adesso mi fossi sbagliata in tutto.

In tutto.

Anche in lui.

In Duncan.

Ora mi sembrava più stupido, più sempliciotto, più sgarbato...

Sembrava un animale.

Non era intelligente.

Non era raffinato.

Non era come te.

Non ti avrei ritrovato.

Stavo lì bloccata in quel paese del cazzo insieme a Duncan.

A settemila chilometri da casa.

Ma perché eravamo scappati?

Perché ero scappata con lui?

Perché ti avevo lasciato?

Perché non ero scappata con te?

Maledetto il giorno in cui mi hai trovato con una valigia in mano.

Maledetto il giorno in quel bazar.

E quel cassiere.

Maledetto anche lui, che non ti aveva fatto tornare indietro.

Ma perché non ti avevo baciato?

Ho paura che questo dubbio mi rimarrà a lungo.

Molto a lungo.

Ho un'idea.

Folle, lo so.

Ma se in fondo per lui è stato facile...

Potrei sempre farlo.

Tutto sta nel trovare il coraggio.

Il coraggio di partire.

E mettermi in cerca di te.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La fuga ***


 

Capitolo 2

La fuga

 

Duncan si è addormentato. È il momento.

Prendo le ultime cose e le metto nello zaino da viaggio. Mi dispiace per lui, ma io devo seguirti, anche in capo al mondo.

Ormai sono due mesi che non ti ho più visto, è ora di fare questo passaggio.

Non trovo le chiavi, quelle maledette chiavi. Le cerco in cucina. Eccole, che diamine, perché stavano nel lavandino? Ok, ancora un passo e...

-Perché, Gwen?-

Ah, merda. Duncan.

-Perché vuoi andartene?-

-Per lo stesso motivo per cui me ne sono andata prima.-

Lui abbassa la testa e non mi guarda più.

-Per amore.- Conclude.

-Mi dispiace, credimi, ma devi sapere che è stato tutto... tutto...-

-Un errore?- Il suo tono di voce è più alto. -Un'errore? E allora non farli certi errori, guarda dove cazzo sono finito, per te!-

-Mi dispiace...-

-E per cosa, poi? Per scappare da quel bellimbusto! Ma di che cosa hai paura, che ti tenga fra le sue grinfie e ti faccia cambiare idea? È per questo che sei voluta scappare? Avevi paura di cambiare idea?-

Io non rispondo. Come posso rispondere? Quello, se gli dico la verità, viene a cavarti gli occhi con un coltello! Dopo averlo fatto a me.

-È per questo?-

-Duncan, io...-

-E allora vattene!-

-Duncan, non essere così con me, io volevo solo...-

-Ti ho detto vattene, Gwen.-

Perché non sono poi così triste? Dovrei esserlo, ma no. Sono quasi contenta, perché non voglio altro.

Andarmene.

Voglio rivederti, riabbracciarti, poter stare ancora con te, ma non so nemmeno se sarai disposto ad accettarmi. Insomma, io ti ho mollato per uno zotico, che era anche il tuo migliore amico, non dovresti proprio accogliermi a braccia aperte.

Ma allora voglio ritrovarti o voglio lasciare lui?

Io credo ritrovarti.

Altrimenti, perché vorrei scappare proprio negli USA? E nella nostra città, per giunta...

-Ecco... Duncan...-

-Ho detto vattene, puttana!-

Rimango impietrita.

Non mi aveva mai trattata così male. Ma basta soffermarsi a pensare, ormai devo andare.

-Stronzo.- Dico acida prima di dileguarmi. E sparisco dalla sua vita.

Sto correndo. Voglio allontanarmi il più possibile da quello che è stato il più grande sbaglio della mia vita.

Arrivo finalmente all'aeroporto. È quasi vuoto, visto e verificato che sono le due del mattino.

Al check-in l'impiegato molto insonnolito si affretta a soddisfare i viaggiatori, ma ogni tanto partono sbadigli sfacciatamente ampi, che vengono scusati subito dopo.

Salgo sull'aereo. Una lacrima mi scende sul viso. E poi, se una volta lì mi avresti respinto? Cosa sarebbe stata la mia vita senza di te? Perché ti avevo lasciato? Per quell'animale, poi!

Perché ero stata così impulsiva?

Dovevo pensarci meglio.

Ma ormai il danno è fatto.

Rimane una sola cosa da fare.

Cercarti.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Verso casa ***


Capitolo 3

Verso casa

 

Sono atterrata tre ore fa, sto ancora alla stazione per arrivare a casa, se ancora riuscirò a farmi accettare in quella casa. Il volo più economico era per una cittadina a duecentoquaranta chilometri da casa, ovvero otto ore di treno ad alta velocità. Già è in ritardo di mezz'ora, e io sto qui a marcire, mentre tu magari stai con chissà chi altro! O forse sarebbe meglio dire chi altra! Non è possibile che alle undici di sera ci siano così poche persone ad aspettare. Eppure saremo in tre... no, quattro, forse cinque, non riesco a capire se là in fondo ci sono due o tre persone. Basta, non ne posso più, devo andarmene. A costo di farmi i duecento e passa chilometri a piedi.

Mi avvio verso l'uscita, lo so, è una stupidaggine, ma se serve per trovarti... insomma, sono disposta a farlo. Sto uscendo, ma urto qualcuno e finisco per terra. No, non è possibile che sia lui. No, non è possibile. Non lui!

-D...Duncan?-

-Gwen, ascolta, ho sbagliato, io...-

-Vattene! Cosa sei venuto a fare?-

-A farmi perdonare! Andiamo...-

-Cosa... scusa? Che vuol dire "andiamo"?-

-Su, non fare la difficile, piccola.-

-Non ti azzardare a chiamarmi così, io per te sono Gwen, anzi, Gwendolyn!-

-Non dire sciocchezze ora.-

-Sciocchezze? Altro che sciocchezze!-

-Ero arrabbiato... sono stato impulsivo!-

-Oh, anch'io sono stata impulsiva, qualche mese fa!-

Lo zittisco così. Evidentemente l'ho ferito. Ora devo solo immergere la lama più in profondità.

-Dovevo capirlo da prima...-

-Beh, allora svegliati, punk! È tutto finito! Io dovevo accorgermi prima del mio sbaglio!-

Altra pugnalata che va a segno, lui simula il dolore contraendo il viso.

-E poi... mi ricordo il dolore di quando ho visto Trent guardarmi alla porta! Con te non è la stessa cosa che con lui!-

Sempre più a fondo. Ora immergo del tutto.

-Io non ho mai amato nessuno come lui, neanche te!-

È tutto maledettamente vero! C'è una certa soddisfazione nel liberarsi di questi pesi, ma l'averlo ferito mi dispiace. Ora non mi resta che ritirare la lama e aspettare che il sangue cominci a sgorgare.

-Credimi, mi piacerebbe che le cose non fossero andate così, ma io lo amo...-

E a quanto pare sgorga abbastanza in fretta.

-Posso anche accettare che lui sia migliore di me, ma perché allora il freno non lo hai usato prima? Perché mi hai fatto credere di amarmi?-

-Perché anch'io credevo di amarti, ma ora mi sono resa conto...-

-Dopo tre mesi? E allora, cara mia, o meglio, Gwendolyn, non essere impulsiva, cavolo!-

Sgorga sempre più in fretta...

-Mi pare che tu non sia meglio di me in ilarità, prendi tutto troppo alla leggera! Non pensi che dietro la porta c'è un mondo un tantino troppo difficile per te? Ti si impone davanti con tanta crudezza che non hai il coraggio di affrontarlo, Duncan!-

-Ah, certo, ora non vado bene? Ma prima sì, non è vero? E ora starai pure pensando che mi comporto da bambino capriccioso, no?-

Sì, esattamente.

-E invece, Gwendolyn, Qui la bambina sei tu, che non hai il coraggio di dirmi in faccia le cose!-

Sta crollando. Devo infliggere il colpo di grazia. Perciò calmo il tono di voce.

-Sai, Duncan, a volte vorrei veramente dirtele in faccia, le cose, ma vedi, non le reggeresti. Ti sto dicendo neanche un decimo di quello che veramente vorrei spiattellarti in faccia! Su quella tua brutta faccia!-

Colpito e abbattuto. Certo, magari potevo essere un po' più delicata.

Lui sgrana gli occhi. Poi abbassa lo sguardo mestamente. Mi sento schifosa, non riesco a sentirmi triste per le porcate che ho fatto, non ci riesco!

Perciò, addio, Duncan. Per la seconda volta.

Mi volto di spalle e me ne vado a passo spedito. Giusto in tempo, Trent, il treno arriva.

E arriverò anch'io, stanne certo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Finalmente arrivata ***


Capitolo 4

Finalmente arrivata

 

Sono in una stanza buia. Oppure sto con gli occhi chiusi. In ogni caso sento la presenza di molte persone. E c'è anche Trent, sento il suo profumo, ma la sudorazione delle ascelle di tutta l'altra gente lo copre. Ma lui c'è. Lo so.

Ad un certo punto comincio a vedere qualcosa, probabilmente stanno accendendo una luce. MIO DIO! Trent! Allora è vero, cerco di correrti incontro, ma tu mi fermi con una mano. Rimango impietrita. Ti allontani, sempre di più, e poi fai un ingresso in una sala piena di ragazze che ti chiedono autografi. Tu le stordisci con qualche occhiolino o le atterri con qualche sorrisetto. Quelle sono tutte le tue fan. Maledetto reality, sei pieno di adoranti e bellissime ragazze, saranno almeno duemila! E poi sento una voce da dietro. È Duncan, che mi dice: -Vedi, lui non ti vuole più, e ormai mi hai ferito a tal punto che non provo più nulla per te. Lui ha almeno duemila scelte, io ho Courtney, che mi ha perdonato. Sei rimasta sola, Gwendolyn!-

-AAAHHH!-

Mi sveglio in un bagno di sudore, che a quanto pare non è dovuto solo all'incubo, è anche dovuto al calore, perché all'interno del treno fa un caldo....

Chissà dove sono adesso, ho dormito abbastanza poco, a quanto pare, ma siamo già alla meta, così decido di sbrigarmi. Prima ti rivedo e meglio è. Ma se tu non mi volessi più? Se veramente quello che ho sognato fosse qualcosa di premonitore? Ho paura, Trent. Ho paura veramente che tu mi respinga.

Eccomi in città, non è il massimo, certo, mi dovrò fare due o tre chilometri a piedi. Magari senza correre che è meglio. Fremo dalla voglia di rivederti, ma devo andarci piano. Insomma hai tutti i motivi per non volermi più.

Sto camminando, ma riconosco la piazza e sto a neanche un chilometro da casa. Un sollievo.

Ma quella chi è? Mi sembra di riconoscere quella coda di cavallo bionda...

-Gwen!-

-Bridgette!-

-Oh, Gwen, non sai quanto mi sei mancata, quant'è? Quattro, no, cinque anni che non ci vediamo?-

-Appena sei mesi.-

-Ma il reality è finito cinque anni fa, vero?-

-No.-

-Ah, ecco perché mi sono sbagliata, ho confuso l'ultima volta che ci siamo visti con...-

-Ho detto no, Bridgette, il reality è finito dieci anni fa.-

-Fa lo stesso. Cosa ti porta qui?-

-Io ci abito qui.-

-Oh, che sbadata, già. E con Trent come va?-

Rimango in silenzio e abbasso lo sguardo.

-Oh. Mi dispiace che vi siate lasciati...-

-Lascia stare. Piuttosto, come va con Geoff?-

-Assolutamente perfetto, solo che lui non ne vuole sapere di matrimonio...-

-Andiamo, Bridgette prima o poi lo convincerai...-

Lei abbassa lo sguardo.

-Problemi?-

-Non per me... ma....-

-Che hai, Bridgette?-

-Ecco, non so come lui possa reagire se...-

-Bridgette, è quello che sto pensando io?-

-Ma no, ma che vai a pensare?-

-Oh, beh, scusa. Ecco... io sto andando.-

-Andando...?-

-A riprendermi Trent.-

-Come, scusa?-

-Hai capito benissimo.-

-E lo dici così?-

-Sì, visto che l'errore è stato mio.-

-Wow... Incredibile! Che forza d'animo!-

-Sì, certo, beh, io devo andare!-

-Perché non vieni a casa mia a prenderti qualcosa?-

-No, grazie, ti aspettano nove mesi abbastanza pesanti!-

E me ne vado.

-Hey, ma come hai fatto a capire...-

-Ti consiglio di dirlo a Geoff, secondo me la prenderebbe bene!-

Detto questo svolto l'angolo.

Mi piace parlare con lei, la sua cosciente spensieratezza mi alleggerisce, mi fa sentire una ragazza come tante altre. Ma ora ho altro d fare.

Dunque, qui a via... mmm... si, poi vado fino in piazza... sì, e poi arrivo a casa, perfetto.

Andiamo, Gwen, manca poco. Ce la puoi fare. Vengo a prenderti, Trent.

Ok, ora svolto a destra, sì, eccomi in piazza, sì, il palazzo! È lui. Ok, mancano pochi metri, pochi centimetri dal mio dito al campanello. Hey, ma che diavolo...?!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** la cruda realtà ***


Ultimo capitolo.

Molto breve, questo.

L'ho voluto separare dal quarto solo perché mi piaceva la suspance del finale di quest'ultimo.

Questo è l'ultimo capitolo di “in cerca di te”, non della storia in sé per sé.

Niente di personale o di sadico (che è quasi la stessa cosa).

Buona lettura.

 

 

Capitolo 5

La cruda realtà

 

Muoviti, muoviti, cazzo! Perché te ne stai lì impalato? Vai un po' più avanti, ti chiedo di fare neanche due centimetri. Perché non rispondi? Sbrigati, inutile salsicciotto!

Ma perché il mio dito non vuole premere quel pulsante? PERCHÉ?!

Non è comprensibile, mi sono fatta un mazzo così per arrivare fin qui e ora non riesco a suonare un campanello?

Un fottutissimo campanello?

Mi do della scema e indugio ancora, il mio dito a massimo un millimetro e mezzo dal bottone azzurro.

Una signora sovrappeso esce dall'ascensore e mi urta, facendomi perdere l'equilibrio e appoggiare al campanello, di cui sento il trillo.

-Mio Dio, scusi tanto, non volevo...-

-Grazie mille, signora, grazie mille!-

Lei mi guarda con stupore e si allontana preoccupata a grandi passi.

La porta si apre.

Sei tu.

Ti ho sognato per centinaia di notti, e ora sei qui. Vicinissimo a me.

-Ah, sei tu.-

Mi dici freddamente.

Sussulto quando la porta si chiude lentamente, fino a cozzare con lo stipite.

Mi hai sbattuto la porta in faccia.

MI HAI CHIUSA FUORI!!!

Non è possibile, no!

No, infatti, ora tu apri la porta, ti scusi e mi fai entrare, ti prego, fallo! Per me.

No.

Non lo fai.

E io resto lì.

Ferma.

La grassona passa di nuovo e mi guarda ancora più preoccupata. Sgrana gli occhi e mi passa a distanza, per poi sgattaiolare in ascensore e premere ripetutamente fino allo spasmo il tasto del pianterreno, con sguardo molto spaventato.

Me ne frego, ormai.

Come hai potuto?

Non posso restare qui per sempre, perciò addio Trent.

Per la terza volta.

Ma sarà l'ultima.

 

Fine

 

Mi dispiace di avervi deluso anche questa volta, ragazzi, ma che ci volete fare, è così che deve essere...

Comunque non demoralizzatevi, l'attesissimo finale della saga TXG va in scena con...

Non ti ho dimenticato

USCIRÀ appena potrò scriverlo, STAVOLTA SARÀ DAL PUNTO DI VISTA DI entrambi, farò spola fra le due menti!

Se vi sono piaciuti gli episodi precedenti, godetevi questo romantico e ultimo racconto.

leggete, mi raccomando!

Hidden Writer

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=813185