Il Battito di un Cuore Blu Cobalto di Yammi (/viewuser.php?uid=125281)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro. ***
Capitolo 2: *** Amicizie e dubbi. ***
Capitolo 3: *** Conoscersi? ***
Capitolo 1 *** Incontro. ***
Una mia piccola fan-fiction su Ami che penso comprenderà più capitoli (non so precisamente quanti, diciamo quanto bastano per liberare la mia immaginazione).
Spero vi piaccia e spero anche di aver reso bene Ami e scusatemi se a volte esco dal personaggio, non l'ho mai impersonato prima di adesso (apparte un post in un gdr).
Buona Lettura!
Quella mattinata di novembre si aprì con delle insistenti nuvole grigie.
«Il meteo lo aveva preannunciato»
Sì disse una ragazza gracilina nella sua stanza, mentre iniziava a riporre i libri nella cartella per andare a scuola.
«Venti freddi da ovest, nulla di nuovo»
Certo, per lei questo cose non erano mai “nulla di nuovo”. Decise che per fare colazione si sarebbe fermata in un bar sulla strada, visto che la madre era fuori ormai da giorni ed era anche in netto anticipo. Prese il suo ombrello grigio ed uscì, mentre la pioggia iniziava a cadere leggera.
Incontrò la vicina proprio sul pianerottolo che stava pulendo il tappeto con su scritto “Welcome”.
«Buongiorno signora Hinata, bella giornata vero?»
«Oh come fa a dirlo, signorina Mizuno? Non vede che nuvoloni?»
«Un po' di pioggia non ha mai fatto del male a nessuno, e poi è indispensabile per l'ecosistema»
Disse sorridente, con tanto ottimismo. La vicina sembrò addolcirsi un po' alla vista di tanta vitalità, nonostante ci avesse capito poco. Si notavano delle occhiaie il che stava a spiegare che non aveva dormito molto bene la sera prima.
«Si, forse ha ragione...meglio che si sbrighi altrimenti farà tardi alle lezioni!»
Ami le sorrise e si avviò per la rampa di scale che portava ai piani inferiori del suo condominio.
Mentre scendeva si chiedeva come mai tutti odiassero la pioggia, a lei piaceva tanto. Quell'odore di umido, quelle nuvole grigie che sembrano quasi dare calore, gocce fresche che ti sfiorano furtive il viso.
«Sempre meglio coprirsi, però» si diceva sempre. Ed infatti quel giorno aveva con se un delizioso cappottino blu scuro che la manteneva al caldo e all'asciutto. Mise il piede sull'ultimo scalino ed aprì l'ombrello, per proteggersi dalla pioggia che ora cadeva più insistente che mai e si immerse nella mattinata solitaria.
Camminando sul marciapiede umido, cartella in una mano e ombrello in un'altra, si godette il docce picchiettio della pioggia nelle pozzanghere.
Clop, clop, clop, clop...
….........................................
«Eccole il cappuccino, signorina»
«Molte grazie Hisaki »
La gente entrava nel piccolo bar come in preda ad un incredibile panico, per ripararsi dalla pioggia ed ordinare qualcosa di caldo, per lo più cioccolata.
Ami aveva deciso di fermarsi in un bar a caso, non accorgendosi nemmeno che era entrata (quasi in automatico) nel suo bar abituale. Conosceva tutti, dai camerieri alle signore delle pulizie e sapeva a memoria tutti i loro nomi, nonostante ci avesse parlato veramente poco.
Hisaki, il cameriere che ha citato prima, è un giovane aspirante barista. Ad Ami piaceva molto, era sempre vitale ed ottimista, nonostante facesse continuamente pasticci.
Nemmeno finì di formulare questo pensieri che Hisaki stava per far cadere un set intero di tazzine per il caffè.
«Chissa che avevo in testa quando ti ho assunto! Sistema tutto.» questo, ad esempio, è il proprietario del piccolo bar, il signor Kazuko.
«Mi scusi, signore»
Ami si lasciò sfuggire una risata che Hisaki sembrò apprezzare. Decise di dedicarsi un po' ai libri di scuola, non era riuscita a risolvere alcuni problemi di matematica ieri.
Causa: un forte mal ti testa.
Seduta ad un tavolo inforcò gli occhiali e ricominciò a leggere la spiegazione, inebriata dall'odore del cappuccino dal quale aveva appena preso un sorso. Non si era nemmeno accorta dell'ultimo entrato nel bar.
«Oh Yuu, il solito?»
«Si Hisaki, per favore, muoio dal freddo»
Avvertì odore di caffè lungo, all'apparenza molto caldo.
«Come mai così in anticipo?»
«Ho dei compiti da finire, se non li consegno entro oggi il professore mi sbrana»
Il ragazzo si guardò intorno in cerca di un posto libero dove sedersi per finire i compiti in pace. Si pote notare l'espressione di perplessità dipinta sul suo volto quando notò che non ce n'erano, se non uno però per metà occupato da una ragazza. Se vi dicessi che quel posto, occupato da Ami, era anche il suo solito posto?
«Hey, posso mettermi qua?»
Ami alzò gli occhi e fissò il ragazzo da dietro i suoi occhiali vecchio stile. Non gli erano piaciuti per nulla i suoi modi.
Lo guardò per qualche secondo.
Avevi i capelli neri e lunghi, portati sulle spalle e alcuni gli coprivano un pò il viso. Aveva un viso abbastanza anonimo, anche se bello da guardare e, a dire la verità, molto particolare per due dettagli: mento marcato e occhi verde chiaro, una cosa molto rara in Giappone.
«Si si, prego fai pure»
Rispose togliendo le sue scartofie per farlo sedere.
Il ragazzo si sedette senza degnarle di altre parole, ma ad Ami non importava, doveva risolvere quei problemi di matematica al più presto.
«Tu sei una secchiona?»
Ami ci mise un po' ad assimilare quello che aveva detto il ragazzo, con una tale naturalezza da lasciarla basita.
«Come, prego?»
«Lo sapevo. Sei una secchiona»
«Ti crea qualche problema?»
«No, anzi, magari puoi aiutarmi a fare questi esercizi»
“Che villano...”
«Non ho molto tempo da perdere, devo finire i miei, di compiti»
«Su dai, che ti costa, veloce veloce.»
Yuu spostò la sua sedia e la avvicinò a quella di Ami, sempre con quella naturalezza senza macchia.
«Ma io...»
«Allora? Sono troppo difficili per te?»
Che non si osasse dire quella parola ad Ami. E' risaputo che le parole Difficile ed Ami nella stessa frase stonano.
«Fa' vedere»
Prese il quaderno del ragazzo ed iniziò a controllarlo.
«Quante pasticciature...» anche se pensava che, in fondo, erano dei bei disegni.
«Lo so, mi perdo a disegnare durante le lezioni»
«Uhm...ecco comunque hai sbagliato queste tre, hai dimenticato di riportare i numeri delle sottrazioni, per il resto devi fare lo stesso procedimento»
«Cavolo, non pensavo fosse così semplice»
«Basta applicarsi» disse lei, con un mezzo sorriso.
Il ragazzo, da quando era entrato nel bar, non aveva ancora sorriso, se non fino ad ora.
«Io sono Nakayama Yuu»
«Io Mizuno Ami»
«Mizuno...ah si! Ti vedo spesso nelle classifiche degli studenti giapponesi! Avevo visto giusto allora: sei una secchiona coi controfiocchi!»
Ad Ami non piaceva essere chiamata secchiona, era un aggettivo (quasi insulto) che le affibbiavano dalle elementari. Così rimase in silenzio, invece di rispondere con mali parole che non erano proprio da lei. Il ragazzo non si accorse di nulla.
«Se non sbaglio abiti qui vicino, in un grande condominio»
«Si, perchè?»
«Bene, so dove venirti a cercare»
«Non ti faccio mica entrare, in casa mia» disse risoluta.
«Ci vuoi scommettere? Oh...sono in ritardo» disse dando un occhiata al suo orologio
«Ciao ciao!»
Ed uscì, senza nemmeno ringraziarla per averlo aiutato con i compiti.
«Che strano tipo...spero di non incontrarlo più tanto spesso»
Il suo sguardo cadde sull'orologio del bar, lo fissò intensamente e quasi sognante, finchè non si accorse dove erano puntate le lancette.
«Oh no! Sono in ritardo anche io! Non mi è mai successo!»
Prese la sua roba in fretta e furia ed uscì, quasi dimenticandosi l'ombrello.
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Capitolo 2 *** Amicizie e dubbi. ***
Il secondo capitolo! Forse pochi
lo leggeranno, ma poco importa. Ci tengo particolarmente e non voglio
che
rimanga nascosta nel mio immaginario.
Spero che la trama non sia troppo scontata e che possa piacervi e che
imparerete a conoscere i personaggi
a poco a poco.
Buona Lettura!
Clop, clop, clop clop...
Continuava
a piovere, sempre più forte. Le strade erano completamente
spoglie e deserte, tranne per una ragazza dai capelli blu che cercava
di farsi strada tra vento e pioggia.
«Sono. In. Ritardo!»
Bizzarro sentir pronunciare queste parole dalla sua bocca, lei che
aveva fondato un'intera carriera scolastica sulla puntualità.
«La puntualità è alla base di un buon
rapporto» così pensava Ami «Se non mi
sbrigo rischio di trovare Usagi già in classe...e questo
sarebbe il segno cruciale dell'apocalisse!»
Da dove le veniva, tutto questo umorismo? Forse, stando quasi
continuamente con le sue amiche in tutti questi anni l'ha un
pò influenzata...e direi in meglio!
"Se penso ad
Usagi...è grazie a lei che ho acquistato tanta fiducia in me
stessa e non solo nello studio. E non solo lei, ma tutte le altre"
Si
perdeva spesso nei suoi pensieri, inutile negarlo, anche mentre correva
come una pazza per le strade di Tokyo per raggiungere la propria scuola.
Svoltando un angolo.
Un'altro ancora
Cos'è quella?
Una strana massa di capelli biondi, un ombrello rosa e l'aria di una
che corre così tutte le mattine.
«Usagi!»
«Ami? Ma che cosa ci fai qui a
quest'ooooOOOOOOOOOOOORAAAAAAAAAAA?!»
Bum.
Ami scoppiò a ridere, una risata così forte che
quasi le cadeva l'ombrello dalle mani. Usagi era scivolata su una
pozzanghera, girando su se stessa e sbattendo contro un palo
«Oi oi...non ci voleva proprio di prima mattina...»
«Tutto bene?»
«Secondo
te? Già sto dormendo di mio...ci manca solo una botta in
testa»
«Dai su, alzati o prenderai freddo» Ami la
coprì con l'ombrello, per non farla bagnare uleriormente.
«Grazie...ma che cosa ci fai in giro così tardi?
Vuoi rubarbi la parte o cosa?» disse Usagi mentre ripendeva
l'ombrello che le era caduto e ricominciava a correre insieme ad Ami.
«Ho fatto tardi. Mi sono fermata ad un bar lungo la via e non
mi sono accorta dell'orario» disse omettendo l'incontro con
quello strano ragazzo, ci rimuginava ancora.
«Ricominci? Sono io quella che fa tardi nei bar per mangiare!
Approposito...quasi quasi tiro fuori il mio pran...»
«Muoviti! Mangeremo in classe. Stanno per chiudere i
cancelli! Non ho mai fatto così tardi in vita mia»
«Sta calma, prima di chiudersi il cancello rimane socchiuso
per altri 34 secondi buoni»
«E tu come lo sai?»
«Ci passo all'ultimo momento tutte le mattine!»
...........................................
«Da quando in qua si entra così in ritardo in
classe, signorina Mizuno?»
«Mi scusi, professoressa, è che...»
«Niente storie. Ti sei fatta troppo trascinare dalla
signorina Tsukino. Le ho sempre consigliato di non lasciarsi
influenzare da certe amicizie,
ne va della sua carriera scol...»
«Aspetti! Non è colpa di Ami! La colpa
è...»
«Non ho bisogno delle sue frottole, Tsukino. Non ci vuole un
genio per capire che con la tua sbadataggine...»
«Non vada oltre.» disse Ami, con sguardo fiero.
«Come dice, prego?» rispose la professoressa di
rimando, stupida da come Ami le ha interrotte
«Non è colpa di Usagi se ho fatto tardi! E' stata
colpa mia, mi sono rintanata in un bar ed ho perso la cognizione del
tempo. Usagi non centra nulla ed anzi, la sua influenza mi ha
più che giovato. Altrimenti non difenderei le mie ragioni in
questo modo, professoressa» per un attimo si pentì
di quelle parole, aveva osato rispondere ad un insegnante. Quasi
abbassò il capo.
«Di certo non le manca il carattere, signorina Mizuno. Beh,
tornate a posto...e che non ricapiti più!»
Seguite da quelle parole Usagi ed Ami andarono a posizionarti in due
banchi vuoti, vicino alle finestre, sotto lo sguardo di tutti i
compagni tranne Makoto e Minako, che intanto stavano bisticciando per
una gomma per cancellare con su raffigurata una fragola.
«Grazie Amichan» sussurrò Usagi alla
compagna.
«Per cosa?»
«Per avermi difesa. Avresti potuto benissimo far ricadere la
colpa su di me, tanto è un classico...»
«Non voglio che tu ti prenda colpe inesistenti, Usachan,
sopratutto se la colpa è solo mia» sorrise di
rimando e smisero di parlare, prima che la professoressa iniziasse a
rispiegare la lezione del giorno precedente.
.........................................
Ding, Dong, Dang, Dong.
Dong, Dang, Dong, Ding....
«Aaaaaaah! Che scorpacciata, ci voleva proprio»
«Tu non aspetti altro che la pausa pranzo a scuola, eh Usagi?
Attenta che così ti fai sempre più
grassa!»
«Oh zitta Minachan, e lasciami ingrassare in pace!»
«La volete finire di bisticciare voi due? Vorre finire il mio
pranzo»
«Waaaah Makochan! Fammi assaggiare!»
«Va bene, ma non finirmi tutto!»
In classe era sempre così, anche durante le lezioni. Questa
volta, però, mancava un componente.
Ami era piegata sul suo banco, con il mento poggiato sul piano di legno
spoglio e gli occhi persi nel vuoto. Stava ripensando agli eventi di
questa mattina. La pioggia. Il Bar. L'essere arrivata in ritardo. Quel
ragazzo.
D'un tratto, i suoi occhi che prima fissavano il vuoto incrociarono due
grandi occhi azzurri scrutatori, spuntati da sotto il suo banco come
due serpenti pronti a colpire
«Di un pò, come mai così pensierosa? A
cosa pensi? A chi pensi?»
la curiosità di Usagi era solo pari alla sua
sbatataggine...forse....
Ami si mise subito a sedere, visibilmente arrossata.
«Io? Niente!»
«Mmm....»
«Dico sul serio, niente niente!»
Anche Minako e Makoto la guardavano scutratrici.
«Penso che ci voglia una bella vacanza, siamo troppo prese
dallo studio» sospirò Minako
«Già, ma dove si potrebbe andare? Non
c'è nulla di bello in città, nemmeno una
manifestazione o altro....»
«CHE NE DITE DI UNA FIERA?!»
Quasi caddero all'indietro per l'entrata improvvisa di Rei, che era
tutta indaffarata con dei volantini.
«Cosa ci fai qui, Rei? Non dovresti essere al tuo
istituto?» chiese Ami un pò turbata.
«Infatti! Sono qui per questo. La nostra scuola sta
organizzando una fiera per raccogliere dei fondi per finanziare dei
nuovi laboratori, che ne dite di venire? Ci si diverte e ci sono tanti
club diversi che preparano stand di tutti i tipi»
Iniziò a distribuire vari volantini colorati alle compagne.
«Ad esempio uno stand culinario, uno di medicina, uno di
canto, uno di preveggenza del futuro e...» si mise a fissare
Usagi per qualche secondo «Beh, per te penso vada bene il
club dei poppanti che fanno il riposino, che ne dici?»
«Vipera!»
«E si può portare anche qualcun'altro con
noi?»
Le altre quattro guardarono Ami un pò basite, prima di passare al terzo grado...
«E chi vorresti portare?»
«Cosa nascondi?»
«Non avrai conosciuto un ragazzo, vero?»
«E dì, è carino?»
«Parla donna!» urlò quasi Usagi, mettendosi in piedi sul
suo banco, indicando Ami.
«Veramente io...era solo per dire» e fece una
risatina per smorzare quelle insinuazioni "sono sempre le solite, pensano
subito ai ragazzi. Anche se...". Non sapeva come, ma le
erano venuti in mente quei profondi occhi verdi, quel carattere
arrogante ma sicuro di se. "Ma
cosa vado a pensare? Forse veramente Usagi mi sta influenzando troppo
con i pensieri romantici". Sospirò, cercando di
pensare a qualcun'altro da portare alla fiera, o se portare nessuno,
che forse era meglio.
«Però non sarebbe una cattiva idea, ma...lo
conosco così poco. Spero non si imbuchi sul serio a casa
mia. Altrimenti può scordarsi altri favori nello
studio»
«Cosa dici Ami?»
«No niente, pensavo ad altra voce...»
«Su ragazze silenzio, riprendiamo la lezione.»
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Capitolo 3 *** Conoscersi? ***
ami la puttana
Si! Finalmente ce l'ho fatta!
Era da tempo che fremevo di scrivere questo terzo capitolo e
finalmente ci sono riuscito (era ora, aggiungerei). Spero tanto vi
piaccia e che non vi deluda
ho deciso di far cuocere questi due protagonisti a fuoco lento!
Insomma, non voglio
far affrettare le cose (e voglio tenervi un po' sulle spine eheh).
Alla fine della storia troverete altri miei commenti.
Buona lettura!
Ed era un mattino, come quello di ieri. La pioggia cadeva senza
affanni, il freddo era pungente ed Ami si era svegliata di nuovo in
anticipo. Aveva avuto quasi l'impressione che la giornata precedente
fosse stata tutta un sogno.
«Che sciocchezza, vorrebbe dire che non ho finito quel paio
di
libri che ho letto ieri sera!» rise tra se, a
quell'affermazione.
Mentre si lavava aveva deciso di ripassare dal bar, visto il largo
anticipo.
«Chissà se ci sarà di nuovo quel
ragazzo,
Yuu...» disse quasi soffocandosi con il dentifricio
«Chissà perché mi torna spesso in
mente, eppure
è una persona tutt'altro che simpatica»
Era vero.
E' vero! Ami lo considerava una persona tutt'altro che piacevole.
«Meglio sbrigarsi...sennò rischio di fare tardi
come ieri,
poi non voglio rimuginare su questi pensieri.»
così
dicendo prese la sua cartella, il suo ombrello ed uscì. A
differenza del giorno precedente non c'era la signora Hinata
«Sarà riuscita a dormire bene,
evidentemente»
mormorò Ami, mentre scendeva la lunga rampa di scale dando
uno
sguardo alla porta di casa.
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«Ami! Anche stamattina qui, devo forse
preoccuparmi?»
«Ma no Hisaki, che vai a pensare, è solo che non
riesco a fare a meno dei tuoi deliziosi cappuccini»
«Allora te ne faccio subito uno, appena finisco con questi
clienti»
Quella mattina, a differenza di ieri, non c'era nessun posto libero e
ad Ami non piaceva per nulla fare colazione in piedi. C'era solo un
tavolo per due, occupata da un uomo che leggeva il giornale.
«Mi scusi, posso sedermi qui? Il bar è tutto
pieno...»
L'uomo abbassò il giornale...era Yuu!
«Ci siamo scambiati i ruoli, a quanto vedo»
«Non immaginavo leggessi il giornale»
«Diciamo che è un modo come un altro per far
passare il tempo»
disse chiudendolo per riporlo nella cartella.
«Allora, posso sedermi qui?»
«Come vuoi, se devo proprio ricambiare il favore di
ieri»
Ami si sentì un po' adirata nei suoi confronti, di sicuro
non doveva essere una forzatura farla sedere li «Mi
cercherò un altro posto allora.»
«Dai, scherzavo! Come sei suscettibile» disse lui,
facendogli un sorriso a 32 denti quasi sfacciato.
La ragazza si sedette, fissando per un po' quegli occhi verdi e
notò una cosa che non aveva notato l'altro giorno: le
trasmettevano uno strano senso di calore e di familiarità,
come se non avesse fatto altro nella vita che specchiarsi in quegli
occhi. Distolse lo sguardo, incuriosita dalla sua reazione.
"Perché mi sento
così stranamente attratta da questo ragazzo? Non lo conosco,
e da quel poco che so non è per nulla una bella
persona...cosa mi succede?"
«Il suo cappuccino, signorina»
Ami sbatté le palpebre due o tre volte, riemergendo dai suoi
pensieri «Ehm...grazie Hisaki, sono sicura sarà
ottimo» bevve qualche sorso mentre il cameriere si
allontanava " troppo
dolce..." ma non disse nulla. Sapeva quanto fosse
indaffarato il povero Hisaki. Fu felice di vedere che Yuu non si era
accorto che lo stava fissando, o almeno così sembrava.
«Allora Mizuno, anche oggi compiti da finire?»
«Non proprio, Nakayama, ero passata solo per un
cappuccino»
«Di la verità che sei passata per vedere
me»
e fece un ghigno che Ami trovò brutto, antipatico e
affascinante allo stesso tempo. «Come ti viene in
mente?!»
diventò rossa come un peperone, di sicuro in quel
momento era la ragazza più rossa del
Giappone. «Scherzavo...essù la tua ironia
è davvero così bassa? Dovrò darti
lezioni di humour»
Non sapeva se sentirsi sollevata o meno, ma per adesso era tornata di
un colorito normale.
«Di solito riesco a scherzarci su queste cose,
però con te è diverso...forse perché
non ti conosco bene» abbassò un po' lo sguardo,
prendendo un nuovo sorso del suo cappuccino.
«Vorresti conoscermi meglio, quindi?»
«Non sarebbe una cattiva idea, se dovremmo incontrarci ogni
mattina qui»
Il ragazzo abbozzò un sorriso, guardando l'orologio del bar
«Beh, per ora forse è meglio che ci sbrighiamo,
altrimenti facciamo tardi come ieri»
Per fortuna Ami aveva pagato da prima il conto, così i due
ragazzi uscirono insieme dal bar ritrovandosi sotto la pioggia.
«Oh no, si è rotto l'ombrello...» disse
Ami notando lo squarcio profondo nella tela dell'ombrello.
«Vieni sotto al mio, tanto è grande»
«Ma...veramente io...»
«Che c'è? Non sarai pure timida? Andiamo che mi
fai fare tardi» presto detto: Ami si ritrovò sotto
l'ombrello del tizio, desiderando di sprofondare negli abissi
più oscuri della terra. L'avrebbe preferito all'imbarazzo.
Ci fu così un breve contatto tra le loro mani, e in quella
frangente Ami fu investita da una strana visione. Lei, vestita in abiti
sontuosi con la mano levata al cielo, mentre due ragazze senza volto la
trattenevano. Stava guardando un pianeta lontano prendere fuoco con gli
occhi colmi di lacrime.
«Io devo andare a sinistra» disse Yuu fermandosi ad
un incrocio. «E io a destra...» rispose Ami dopo
essere rinvenuta dall'imbambolamento di poco fa.
«Allora a presto, Mizuno, tieni l'ombrello sennò
ti inzuppi tutta!» così dicendo Yuu corse via
nella pioggia.
«Hey no, Nakayama! Ma così ti inzupperai
tu!». Parole al vento. Ormai era già scomparso
nella foschia della pioggia. «Però...è
stato gentile a darmi il suo ombrello» sorrise, prima di
ricordarsi della visione di poco fa. «Chissà cosa
voleva significare...non riesco a spiegarmelo.»
Ed è così che si intravede in lontananza, in una
normale mattinata di Novembre, una ragazza con la mente confusa e il
cuore straripante di strani battiti. Battiti che non l'avevano mai
colpita prima.
Bene! Siamo arrivati alla fine di questo terzo capitolo. Come potete
vedere Ami inizia ad avere dei dubbi
su se stessa e su ciò che prova per quel ragazzo
sconosciuto. Ovviamente il significato di quella visione
verrà piegato più avanti. Spero non me ne
vogliate male se non spiego tutto subito, ma questo
è il bello di una stora a più capitoli, non
trovate? Poi così si evita di fare una storia troppo
frettolosa e senza senso. Beh, spero continuate a seguire le vicende
della nostra Ami.
Un granzie infinite a tutti
coloro che hanno letto fino ad ora la mia fan fiction!
Un saluto
Yammi;
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