Ricatti

di giu840
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ricatti

 

 

 

Ricatti

 

 

 

 

 

Lui è li, davanti ai miei occhi. È seduto su un muretto davanti a casa sua, lo sguardo attento verso la via, nell’attesa di veder comparire la persona che sta aspettando da qualche minuto. È lì ma non mi può vedere né sentire. Non si può rendere conto di quello che sta succedendo.

Sono seduta in una macchina che non conosco, con un uomo, un pazzo che gli sta puntando contro una pistola. Ho cercato di fermarlo, di farlo smettere ma non ha funzionato. Fa un caldo infernale ma io sto tremando, ho i brividi; non è freddo, è puro terrore. Mi volto verso di lui e ci riprovo.

“ Ti prego, lascialo stare. Te lo chiedo per favore, smettila con questa pazzia. “

“ Dolcezza, mi dispiace. C’è solo un motivo per cui io potrei mettere giù quest’arma e tu lo sai. Basta un tuo sì e tutto sarà terminato. “ La sua voce è gelida, sembra quasi un automa, non c’era calore né intonazione, solo cattiveria e determinazione.

“ No, mai! “

“ Benissimo, come vuoi tu. “

All’improvviso lo vedo scattare in avanti, prendere la mira e premere il grilletto. È un secondo.

“Oh Dio, no! Cos’hai fatto, come hai potuto?! “ Grido e piango, e per un attimo non vedo più niente. Poi apro gli occhi e lo vedo: la sua preda è ancora lì, sempre in attesa di qualcuno. Guardo l’uomo al mio fianco: è bellissimo, probabilmente non ho mai visto nessuno più bello di lui; peccato solo che sia un folle e che mi abbia rovinato la vita.

L’ho conosciuto un mese fa, per caso, di fronte alla mia scuola: stavo tornando verso casa e ci siamo scontrati. Gli ho chiesto scusa ma lui, gentilissimo, mi ha detto che non era attento e che era colpa sua. Per farsi perdonare mi ha invitato a prendere un caffè in un bar. Devo averlo colpito perché fin dall’inizio ha cominciato a farmi una corte spietata. Certo, dapprima mi ha fatto piacere, non capita tutti i giorni di incontrare una persona come lui. Solo che, anche dopo la mia spiegazione a proposito del fatto che sono già felicemente fidanzata, lui non ha mollato, anzi. Ho cominciato a trovarmelo dappertutto, all’uscita da scuola, davanti al locale dove vado abitualmente: ovunque andassi lo trovavo lì a spiarmi. E sì che impegni deve averne molti visto il lavoro che fa. Gli ho spiegato mille volte che non mi interessa, gli ho anche detto che cominciava a spaventarmi ma non si è dato per vinto.

Questa sera me lo sono trovato davanti a casa. Mi ha minacciato con la pistola e così ho dovuto seguirlo: mi ha spiegato per filo e per segno cosa vuole da me. Io gli ho praticamente riso in faccia perchè non ho la minima intenzione di cedere ai suoi capricci e perchè fino a pochi minuti fa pensavo che non avrebbe avuto il coraggio di attuare le sue minacce. Poi però, mi ha trascinato qui e ho capito che fa sul serio.

“ Allora signorina. Quello che hai visto era un avvertimento. Alla prossima ci sarà un vero proiettile nella canna di quest'arma. È  l’ultima volta che te lo chiedo, poi il destino avrà finalmente il suo corso: che cosa decidi? “

I miei occhi si riempiono di lacrime: non ho scelta se voglio che la persona che più amo al mondo resti in vita. L’uomo che ho a fianco è determinato e non si tirerà certamente indietro, lo ucciderà davvero.

“ Va bene hai vinto. Verrò via con te. “

“ Molto bene tesoro, hai fatto la scelta più saggia. “

Accende il motore e sorride soddisfatto. Guardo fuori dal finestrino e fisso intensamente il mio ragazzo: non voglio dimenticare nulla, nessun tratto del suo viso; voglio che resti per sempre impresso nella mia memoria perché, da domani, non lo vedrò più né potrò più parlargli. Vorrei solo gridare e spaccare tutto, ma sarebbe inutile. Vorrei aprire questo maledetto finestrino e urlargli quanto lo amo e quanto mi mancherà. Invece tutto quello che riesco a fare è coprirmi il viso con le mani e cominciare a singhiozzare.

 

Mi lascia davanti a casa mia.

“ Hai un’ora per preparare tutte le tue cose. Io ti aspetterò qui fuori. Vedi di non fare la furba perché se no il ragazzo muore. Hai capito? “

Sono apatica, non gli rispondo nemmeno. Faccio per aprire la portiera quando uno schiaffo mi colpisce in pieno viso.

“Allora tesoro, mi hai capito o no?! “

Muovo la testa come a dire sì: la guancia mi fa malissimo, brucia, e il suo urlo mi ha spaventato a morte.

“ Brava piccola. E ora vai, corri. “

Il suo tono è tornato normale, quasi dolce. Si avvicina e cerca di baciarmi sulle labbra ma io mi scosto. Aspetto un altro schiaffo per questa mia azione ma lui sta immobile. Apro la portiera e corro verso casa. Spero che mia madre non si accorga del rossore e del fatto che sto tremando come una foglia. Senza quasi rendermene conto sono nel salotto di casa mia; mi sporgo verso la cucina e saluto.

“ Mamma, ciao. Sono tornata. “

“ Ciao tesoro mio. Tutto bene? “

“ Sì mamma, sono solo stanca. Vado subito a dormire, non mi reggo più in piedi “

Mia madre sta lavando i piatti e per fortuna non mi può vedere: non credo che reggerei a questa farsa, mi verrebbe subito voglia di raccontarle tutto ma non devo.

“ Buonanotte tesoro. Ricordati che domani dobbiamo andare insieme a scegliere il vestito per il ballo. “

Già, domani. Chissà dove sarò domani? Sto per piangere ma mi trattengo.

“ Buonanotte mamma. Ti voglio bene. “

Corro a perdifiato verso la mia camera, non posso resistere un attimo di più. Mi chiudo a chiave e mi lancio sul letto. Comincio a sbattere i pugni sul cuscino e a piangere come una pazza: sembro una bambina che fa i capricci, è come se fossi tornata indietro nel tempo. Ma ora mi dispero per qualcosa di importante: da domani sarò tagliata fuori dal mio mondo, sarò a fianco di un pazzo che nemmeno conosco: perderò tutto, le mie amiche, la mia famiglia. E poi lui? Come farò a vivere senza averlo al mio fianco? Sento che mi manca l’aria, sento che se non mi decido potrei fare qualcosa di veramente folle.

In macchina verso casa ho pensato anche all’ipotesi di togliermi la vita, ma sono una codarda e non credo che ci riuscirei mai. E poi non sopporterei di arrecare tanto dolore. Ho imparato che devo combattere di fronte alle avversità e non scappare ed è quello che farò anche questa volta.

Prendo una valigia e comincio ad infilarci tutto quello che mi potrebbe servire, anche se non so nemmeno dove sono diretta. Mi sembra di essere un robot, mi muovo a scatti, come se fossi una macchina e non una ragazza. Mi avvicino alla finestra con la speranza che lui sia sparito, che si sia reso conto della pazzia che sta facendo: guardo fuori e il mio cuore si ferma. È ancora lì e mi fissa, poi mi fa segno che mancano dieci minuti. Raccolgo roba alla rinfusa e sto bene attenta a prendere degli oggetti che mi siano stati regalati dalle mie amiche e dal mio fidanzato: voglio che almeno qualcosa me li ricordi quando sarò lontana, quando non potrò più ridere con loro o lamentarmi della scuola o cercare conforto per qualche brutto voto. Socchiudo gli occhi e cerco di portare alla mente i loro visi gioiosi. Sto per mettermi di nuovo a piangere, lo so. Caccio indietro le lacrime e comincio ad armeggiare con il mio telefonino.

Poco fa ho sentito mia madre andare verso la sua stanza: ora posso scendere, sperando di riuscire a non fare rumore, sperando che lei non mi senta. Non posso rischiare di essere scoperta, la posta in gioco è troppo alta.

Non ho lasciato biglietti d’addio. Sinceramente non avrei potuto trovare una scusa per il mio improvviso allontanamento. Domani la mia dolce mamma troverà la stanza devastata dalla mia foga, il letto ancora fatto e gli armadi vuoti: non credo che esista una giustificazione per il dolore che proverà quando si renderà conto che io non tornerò.

Scendo le scale con passo felpato, sono talmente attenta che sembra che io cammini ad un metro da terra. Sono davanti alla porta. Abbasso la maniglia e sono fuori: è passata mezzanotte ma fa molto caldo e so che tra poco comincerò a sudare.

Mi giro verso la mia casa e un mare di ricordi mi assale: i giochi nel giardino quando ero solo una bimba, le liti furiose con mio fratello, i barbecue con tutti i miei parenti. Chissà se avrò la possibilità di rivedere questo luogo un giorno. Se potrò di nuovo sentirmi bene come fino a poco tempo fa.

Mi vengono in mente tutte le persone che ho conosciuto negli ultimi anni, quelle amiche e quelle no, cerco di rivivere in pochi secondi tutte le cose belle che mi sono accadute per poterle portare via con me. Poi mi volto e vado verso quel pazzo.

Appena metto piede in macchina me ne rendo conto: non ho avuto il coraggio di suicidarmi ma, in fondo, non ci sono molto lontana. Adesso che sto per partire, sento che sto morendo dentro.

Sono in ritardo di cinque minuti e lui se n’è accorto.

“Non è che per caso hai fatto la furba e hai chiamato qualcuno? “

“ No, non l’ho fatto. “.

Non posso dirgli che ho usato cinque minuti per mandare una messaggio al mio ragazzo e che mi ci è voluto così tanto perché non sapevo cosa scrivergli. Cosa dici all’amore della tua vita mentre un altro uomo ti sta portando via? Quando hai scelto di perdere tutto ciò che avevi solo per consentirgli di portare aventi la sua esistenza? Io ho trovato solo sei parole:

 

“Ti amerò per sempre Mamoru. Usagi. “

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Ci sono persone che

 

 

 

 

 

 

 

Ci sono persone che, con il loro carisma e la loro gioia di vivere, riescono a trascinare gli altri e a diventare un punto di riferimento per chi sta loro vicino. Usagi è una di queste persone: grazie alla sua semplicità e vivacità è sempre stata la colonna portante della sua compagnia. È per questo che, adesso che non c’è più, le cose stanno cambiando nella cerchia dei suoi intimi.

 

La madre non riesce ad accettare la scomparsa della sua bambina: ha mosso mezza città per scoprire che fine ha fatto, si è rivolta anche alle forze dell’ordine ma non è riuscita a cavarne niente. È come se si fosse volatilizzata: sono stati passati al setaccio gli aeroporti, le stazioni, ogni punto da cui lei avrebbe potuto lasciare la cittadina, ma tutto è risultato vano. Sono passati due mesi ma Ikuko non si arrende, sente che deve trovarla perché se no non potrà più vivere serenamente. Ogni volta che entra nella sua stanza si sente mancare e comincia a piangere disperatamente, tocca le poche cose che sono rimaste e guarda di continuo le sue vecchie foto come se, fissandole, potesse riportare indietro Usagi. Si sente impotente ed ha paura: non sa dov’è, con chi e come sta; forse preferirebbe saperla morta perché almeno avrebbe una tomba su cui poter versare le sue infinite lacrime. Ogni giorno si alza dal letto sperando che ci sia qualche novità ma, puntualmente, si ritrova alla fine della giornata senza sapere nulla di più.

Il padre si è attaccato ancora di più al suo lavoro, cerca di rientrare a casa il meno possibile perché non riesce a sostenere il clima teso e triste che si è creato nella sua famiglia. Si sente in colpa, è cosciente che questo suo comportamento è egoistico e controproducente, ma non riesce a farne a meno. I rapporti con la moglie si stanno deteriorando sempre di più. Lei lo accusa di disinteressarsi della figlia, di tenere più al suo lavoro che a lei e lui non sa mai cosa risponderle. È torturato dai sensi di colpa perché, in fondo, anche prima di questa storia, non è mai stato presente nella sua casa, non ha mai trascorso molto tempo in compagnia di Ikuko e dei suoi figli. Non sa nemmeno da dove cominciare a cercare Usagi perché, in fondo, lui non conosce quasi niente di lei. Ha visto un paio di volte il suo ragazzo e quelle scalmanate delle sue amiche, ma non sa quanto possano essere importanti per lei. È sempre stato troppo occupato a fare carriera e a guadagnare sempre di più e ciò lo ha portato a staccarsi piano piano dalle cose veramente importanti della vita.

Shingo sente una profonda solitudine ed è sempre molto triste. Ha passato l’intera vita a litigare con sua sorella ed ora, invece, darebbe qualsiasi cosa per poterla avere di nuovo al suo fianco. Anche lui, come il padre, mal sopporta la tensione che si è posata sulla loro famiglia e che, col passare del tempo, li sta schiacciando come una morsa. Per sua fortuna, sta per partire: i genitori hanno deciso che per lui è meglio trascorrere un po’ di tempo lontano, privo di pensieri e preoccupazioni. Andrà a studiare in Europa e avrà la possibilità di distrarsi un po’. Ne è contento perché così non dovrà più vedere le lacrime di sua madre e gli occhi colpevoli del padre; potrà liberarsi del fantasma di sua sorella.

 

Rei maledice sé stessa per non essere stata capace di proteggere Usagi. Si sente un verme perché si è sempre divertita a stuzzicarla e a prenderla in giro e non si è mai preoccupata di capire se avesse qualche problema. Avrebbe potuto accorgersi di qualche suo cambiamento, ma era troppo occupata a fare altro. Ora passa la maggior parte della giornata al tempio, chiede al fuoco amico una risposta o un indizio che la aiuti a trovare la ragazza. Ma neanche quello sembra volerla aiutare: per la prima volta non riesce a percepire niente. Solo di una cosa è sicura: Usagi non è scappata da sola e probabilmente non l’ha fatto di sua spontanea volontà. La conosce benissimo e sa che è troppo innamorata del suo Mamoru e vuole troppo bene alle sue amiche per abbandonare tutto così. Non si darà pace finche non l’avrà ritrovata, finchè non sarà sicura che sta bene.

Minako ha abbandonato tutti i suoi sogni di diventare una idol. Se già prima non era una cima a scuola, ora sta addirittura peggiorando: deve ringraziare solo Ami se riuscirà a non perdere l’anno. Tra tutte le amiche è sicuramente quella più simile a Usagi e per questo ne sente forte la mancanza: a volte sorride ripensando a quando si disperava con lei per i loro pessimi voti. Ora non ha più una compagna di sventure, non potrà più sognare con lei di diventare famosa. Chi la aiuterà nei suoi appuntamenti galanti? Chi riderà con lei quando storpia i proverbi? A scuola resta ore a fissare il banco della sua amica: è sicura che è in vita ma non riesce proprio ad immaginare dove possa essere finita. Ricorda che poco prima di sparire le aveva accennato qualcosa a proposito di un incontro con qualcuno, ma quel giorno aveva fretta e non aveva potuto ascoltarla. E se fosse stato importante?

Ami si è chiusa ancora di più in sé stessa. È sempre stata grata ad Usagi perché è stata la sua prima vera amica, l’unica che non la allontanava perché passava le giornate a studiare, che non la considerava una secchiona come il resto della scuola. Lo deve a lei se conosce le altre ragazze, grazie a lei ha trovato uno scopo nella vita. Continua ad impegnarsi con i libri, però le riesce tutto più difficile perché pensieri negativi la interrompono spesso. Ha provato a cercare di trovarla utilizzando tutta la tecnologia di cui dispone e che conosce così bene ma non è servito a nulla. Anche lei però è convinta che non sia fuggita e insieme alle altre è decisa a trovarla.

Makoto nasconde il dolore come ha sempre fatto. Prima di conoscere Usagi è sempre stata sola: i suoi genitori sono morti quando lei era ancora una bimba, il suo grande amore l’ha perso quando si è trasferita nella scuola delle ragazze. Per lei non è difficile andare avanti con le sue sole forze perché ormai è abituata. Ma non riesce ad arrendersi al fatto che una delle sue migliori amiche non c’è più e per questo sta tornando a galla il suo carattere forte e un pò ombroso. Prepara spesso i suoi piatti preferiti anche se non può gustarli con lei, ricevere i suoi complimenti: per lei era una gioia cucinare per tutte quante durante le loro riunioni strategiche. Ora non è più così.

Chibiusa sta reagendo in modo insolito. Sembra che la cosa non le interessi, odia quando le altre parlano di Usagi, quando piangono tutte insieme per la disperazione. Lei è sempre seria, quasi fredda quando parla della sua futura mamma. Ma la sua non è cattiveria. È solo una facciata perché dentro sé sta soffrendo le pene dell’inferno. Ha sempre adorato quella ragazza, anche se per la maggior parte della giornata non faceva altro che punzecchiarla. Ora si sente persa, tradita. Ha chiesto aiuto ai suoi genitori, pensava che loro, dal futuro, avessero qualche informazione maggiore. Neanche loro però riescono a capire. Quindi vuol dire che questa sparizione non ha nulla a che vedere con nuovi nemici o combattimenti: non è Sailor Moon a essere scomparsa, ma Usagi.

Chibiusa ha paura. Sa che il suo futuro, la sua stessa nascita dipende dall’evolversi della storia d’amore di Mamoru e Usagi: se le cose non dovessero portarsi a termine la sua vita rischierebbe di essere cancellata, annullata.

Le ragazze sono tutte nella stessa situazione: il loro punto di riferimento ora non c’è più e si sentono svuotate e sole. Ma hanno deciso di non perdersi mai di vista. C’è qualcuno che ha molto bisogno di loro, qualcuno che, probabilmente, non riuscirà mai a superare questo momento. Lui non deve rimanere solo. Se no non riuscirà mai a rialzarsi.

 

Mamoru è distrutto. Continua a torturarsi la mente per cercare di capire dov’è finita la sua ragazza. Quel messaggio, quell’ultimo dolcissimo messaggio vuol dire qualcosa ma lui non riesce a venirne a capo. Pensava di aver imparato la sofferenza, ma ora si rende conto che il dolore non ha mai fine, che quando pensi di essere veramente felice accade qualcosa che ti riporta nel buio più profondo. Ora gli sembra di vivere a metà, senza l’appoggio della sua Usagi non riesce ad andare avanti; anche lui l’ha cercata in tutti i modi che conosceva ma non è venuto a capo di nulla. È sicuro che lei è stata costretta a fuggire, che non lo avrebbe mai lasciato senza uno straccio di spiegazione. Vuole credere che sia così perché se no crollerebbero tutte le sue certezze. Le ragazze non lo lasciano mai solo, gli girano sempre intorno perché hanno paura che faccia qualche pazzia e questo lo fa stare ancora peggio perché loro sono le sue guardiane, le guardiane della principessa. Gli basta guardare nel viso una di loro perché nella mente si formino i ricordi. Ricordi passati, ricordi futuri, ricordi che fanno male perché forse non torneranno più. Sa che non è morta, ne è certo. Ma se non è morta, allora dov’è? E perché non si fa sentire? Perché non mette fine a tutta quell’angoscia, a quel dolore che sta prendendo corpo in ognuno di loro?

A volte la odia perché è sparita così. Altre volte piange così tanto che pensa di rimanere senza respiro.

Ormai sono due mesi che non è più con loro ma per lui è sempre come il primo giorno, quando, dopo aver capito che non l’avrebbero trovata, aveva corso come un pazzo per tutta la città, piangendo e chiamandola, come se lei potesse sentirlo, come se gridando il suo nome lei potesse apparirgli davanti.

Una volta Rei gli ha detto che prima o poi dimenticherà e troverà qualcuno da amare ma non ci credeva nemmeno lei. Nessuno di loro può cancellare il ricordo di quella ragazza perché è la cosa più importante della loro vita. Mamoru non potrà mai aprire il suo cuore a qualcun’altra perché il destino ha deciso così. E poi lui non potrebbe desiderare altro perché sa che non c’è persona al mondo migliore di lei, che lo completi in modo così perfetto.

La sua vita prosegue tra alti e bassi. Anche se non è per niente facile, continua a studiare e dare esami per la specializzazione: vuole arrivare il più in fretta possibile alla laurea per cominciare a lavorare e a occupare la sua giornata aiutando gli altri. E poi se torna Usagi lui deve avere un lavoro: deve sposarla, gliel’ha promesso.

C’è solo un posto in cui si sente davvero bene: è il parco dove si davano sempre appuntamento. Lì, sulla loro panchina, lascia che la mente si apra ai ricordi e non li scaccia ma li accetta e li tiene stretti a sé. Ricorda i momenti trascorsi insieme, innamorati come il primo giorno, a rincorrersi attraverso i prati o abbracciati sulla riva del mare, con la sabbia tra capelli e il cuore gonfio di felicità e amore. Ricorda i pranzi a casa di Usagi, con sua madre che lo riempiva di domande e lo coccolava con i suoi manicaretti. Ricorda con gioia i discorsi sul loro futuro, sui bambini che desideravano entrambi. Lei avrebbe tanto voluto una femmina, aveva già deciso anche il nome ma adesso, incredibilmente, a lui sfugge, sebbene si sforzi per farselo venire in mente.

 

Il tempo, si dice, aiuta a dimenticare, a rimarginare le ferite. Ma non sarà così per chi, come tutte queste persone, ha perso una cosa così importante. Ognuno di loro può solo attaccarsi alla speranza e cercare di proseguire la propria esistenza aggrappandosi agli affetti che gli sono rimasti. Perché in fondo, con o senza Usagi, la vita deve andare avanti.

 

 

 

 

 

 

Eccomi qua con il secondo capitolo. Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno recensito!!

Per ogni informazione contattatemi, risponderò volentieri alle domande e ai dubbi.

Baci,

Giu

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Desidero dedicare questa fanfic alla dolcissima Wicca87

Desidero dedicare questa fanfic alla dolcissima Wicca87, alla mia amica telepatica Sailormoon81, alla saggia Sissy, alla tenera Xstellaluna e alla mitica Dragon85.

Grazie delle chiacchierate. Grazie dell’incoraggiamento. Grazie di tutto, ragazze! Siete davvero speciali!!

 

 

 

-TRE ANNI DOPO-

 

 

 

 

“ Ecco, lo sapevo! Come al solito è in ritardo, non è possibile!! “

“ Dai Rei, non te la prendere. Minako è fatta così, ormai dovresti conoscerla! “

“ Makoto ha ragione. È una ritardataria cronica, ce l’ha nel sangue! “ Ami è sempre la più calma del gruppo, non se la prende mai per niente.

“ Ragazze, state brave. In fondo ha detto che è importante. Vuol dire che ha avuto qualche contrattempo. “ Mamoru è cambiato negli ultimi tre anni: i suoi lineamenti sono diventati più spigolosi, segno dell’enorme sofferenza che si è portato appresso. La sua voce è calda e sensuale, più matura; è ancora più bello di prima e, proprio per questo, tutte le sue pazienti sono pazze di lui. Peccato solo che sia un inguaribile single e che non abbia più avuto una relazione con una donna.

Anche le ragazze sono diverse; sono tutte giovani universitarie piene di sogni e aspettative: Ami studia medicina, Rei, pur occupandosi ancora del santuario, frequenta giurisprudenza. Makoto si è iscritta alla facoltà di lingue, mentre Minako studia in un istituto privato che si occupa dei vari ambiti della cinematografia.

Chibiusa, invece, è tornata dai suoi genitori già da tempo: non è riuscita a sopportare la mancanza di Usagi e per questo si è allontanata.

Il ritrovo delle amiche è sempre il bar di Motoki e, infatti, anche oggi sono lì, in attesa dell’arrivo di Minako.

E proprio quest’ultima fa irruzione dalla porta: corre verso gli amici e sbatte davanti a loro, sul tavolo, quattro fogli che sembrano essere degli inviti per un qualche spettacolo.

“ Beh?! Ci hai fatto venire fin qua per dei miseri biglietti? “. Rei è furiosa.

“ Miseri biglietti?! Questi, mia cara, sono gli inviti per il grande party che si svolgerà domani sera in onore di Dirk Taylor! “

“ Chi?!”

“ Mamoru ma dove vivi? È un attore famosissimo!! È nato in Giappone da genitori americani. Ha girato alcuni film qua, ma qualche anno fa è andato a cercar fortuna negli Stati Uniti. La festa di domani sera è stata preparata proprio per dargli il bentornato. Non vedo l’ora, è così carino!! “

“ Sì, in effetti, non è niente male. E poi ha partecipato a pellicole molto note. “

“ Già Mako-chan, e pensate che, probabilmente, domani sera verrà accompagnato dalla sua compagna. Pochi sanno chi è perché lui tiene moltissimo alla sua privacy, ma si dice che sia una ragazza veramente splendida! “

“ Beh, certo che uno bello come Dirk non può stare di certo con una schifezza! “ Rei odia questi discorsi, in genere pensa a cose più importanti.

“ Comunque sia - taglia corto Minako – domani sera vestitevi bene e cercate di fare le persone serie. Ho fatto i salti mortali per ottenere questi inviti! “

“ Ok, ok. Ma parliamo di cose serie. Non vi sembra che la tizia nel tavolo accanto al nostro ci stia osservando da un po’? “

le ragazze, stranite dalle parole di Mamoru, si voltano per guardare. Di fronte a loro una signora sorseggia un caffè: sembra avere una cinquantina d’anni ed è una donna molto affascinante. Il suo aspetto è curato in ogni particolare e gli abiti, rigorosamente firmati, sembrano essere costosissimi. Si accorge che i ragazzi la stanno guardando e, prima di distogliere lo sguardo, sorride loro. Sembra una persona dolce, materna, non una guardona.

“ Mamoru, secondo me ti sei sbagliato… Mamoru? Ci sei? Pronto?! ”

Lui non può sentire Ami che gli sta parlando: il suo sguardo è fisso sulla giovane donna che è appena entrata nel locale. I capelli biondi e mossi le cadono morbidi sulle spalle; il suo portamento è elegante, il fisico mozzafiato. Indossa un paio di jeans aderenti ed una camicia nera che sembra esserle stata cucita addosso. È bella. È splendida. È Usagi! Anche le altre se ne rendono conto e rimangono talmente sbalordite da non riuscire più a muoversi.

La nuova arrivata incrocia i loro sguardi, poi abbassa gli occhi e li supera senza una parola per dirigersi verso il tavolo vicino.

“ Zara, scusa se ti ho fatto aspettare. “

“ Non importa Usagi cara, sono qui da pochi minuti. Come ti senti? “ La bella signora parla a voce bassa, non vuole farsi sentire dai ragazzi al suo fianco. Ha notato il loro turbamento quando hanno riconosciuto l’amica. Non li ha mai visti prima ma è come se li conoscesse da sempre: negli ultimi tre anni Usagi non ha fatto che parlare di loro e dell’affetto che li lega.

“ Come sto? Oddio, io non lo so. È tutto così difficile… “

“ Tieni duro tesoro. Sii felice. Hai potuto riabbracciare tua madre e tuo padre, hai rivisto la tua città. “

“ Sì, ma non posso viverla come vorrei… “

“ Usagi, ne abbiamo già parlato mille volte. Non sai cosa darei per aiutarti. In fondo, è colpa di mio figlio se stai così: è lui che ti ha portato via da qua. “ Zara sa tutto di Usagi. Pur essendo la madre di quel pazzo, si è resa conto di quello che lui ha fatto e ha subito cercato di aiutare la ragazza, strappata alla sua vita per uno stupido capriccio.

“Zara non sentirti in colpa. Tu non ne puoi niente, è impossibile mettersi contro di lui! “

“ Lo so tesoro, ma non sopporto più di vederti così. Tu non vivi, vai avanti per inerzia. Perché non scappi Usagi? Perche? “

“ Perché se lo faccio lui me la porterà via. “

Dai suoi occhi scende una lacrima. Zara se ne accorge e si avvicina a lei per consolarla. Le prende una mano e le accarezza il polso con fare materno. Ma qualcosa la blocca: la pelle liscia della ragazza è solcata da una ferita, da un taglio.

“ Usagi, l’ha fatto di nuovo? “ La guarda negli occhi con espressione spaventata.

“ Sì, ormai è all’ordine del giorno. “

“ Ma cosa diamine stai dicendo?! Non si deve permettere. Tu devi fermarlo, mi hai capito? “

“ Purtroppo non c’è modo di farlo. “ il suo viso non tradisce alcuna emozione, parla di questa cosa come se non la riguardasse, come se fosse normale stare con un uomo violento.

“ Ma come fai ad essere così fredda? Ora basta, gli parlerò io: deve finirla! “

“ No, Zara, ti scongiuro. Se sapesse che ti ho raccontato tutto sarebbe ancora peggio. Ti supplico, lascia perdere. “

La donna vede il terrore nel suo sguardo. Lascerà perdere ma prima c’è una cosa che deve sapere, una cosa che non ha mai avuto il coraggio di chiederle.

“ Usagi, lui… lui ti ha mai… “

“ No. “ La interrompe secca.” Non ha mai provato a fare niente di simile. Ma stai pure tranquilla, non ha problemi con il sesso: ne ha una diversa per ogni giorno della settimana. Non è quello il motivo per cui gli servo. “

“ Ma allora lui lo sa “

“ Si ma non gliene importa, tanto quasi non la considera. “

Usagi è stanca di questi discorsi, è stanca della sua stessa vita, fatta di regole e impedimenti. Finalmente è nella sua città, ha potuto riabbracciare i suoi genitori, ma non può muoversi in libertà, non può assolutamente passeggiare da sola per le strade. Quel poco che ha rivisto di Tokyo è stato filtrato dai finestrini della lussuosa auto su cui è obbligata a viaggiare per spostarsi. Non può contattare nessuno tranne i suoi, non può rivolgere parola alle vecchie amiche né tanto meno a Mamoru. Si volta e lo guarda di nascosto: è diventato un bellissimo uomo, anche se il suo sguardo è velato da una profonda tristezza. Chissà se ha coronato il suo sogno di diventare dottore? E le ragazze, cosa stanno facendo nella loro vita?

I suoi pensieri sono interrotti dallo sbattere della porta del bar: sua madre la sta raggiungendo ma non è sola:

“ Mamma, mamma! “

“ Nicole, amore mio! “

 

Nicole! Mamoru ha un colpo al cuore: ecco il nome che Usagi desiderava per sua figlia, per la loro figlia. Non ci crede, non è possibile che sia andata così.

Osserva la donna che ama prendere in braccio la sua bambina e sente un gran calore attraversarlo: Usagi è una donna ormai, sentirla chiamare mamma l’ha lasciato senza fiato. Peccato solo che non sia sua quella creatura, ma di un uomo di cui nemmeno conosce il nome.

Nicole è bellissima: ha il viso di sua madre, con quegli occhini azzurri messi in risalto da lunghi capelli corvini; sembra avere poco più di due anni e porta un vestitino che la fa sembrare una bambolina.

Il ragazzo non riesce a staccare l’attenzione da quella scena, è qualcosa di magico: gli occhi tristi di Usagi sembrano brillare quando incontrano quelli della sua bambina. Mamoru ha già visto in passato quella luce, solo che in quelle occasioni era rivolto a lui. La voce della sua ex ragazza lo distoglie dai suoi pensieri.

“ Allora Nicky, ti sei divertita con nonna Ikuko? “

“ Sì, tanto mammina.

“ Bene, sono contenta. Adesso però saluta Zara che io vado a prenderti qualcosina da bere. “

Usagi si allontana e la sua bimba, dopo aver abbracciato sorridendo la signora, si mette a curiosare per il locale. Qualcosa nel tavolo vicino attira la sua attenzione: quei cinque ragazzi lei li ha già visti! Si avvicina loro, li fissa un attimo e poi, con una vocina dolcissima, dice:

“ Ma voi siete amici della mia mamma, vi ho visto in casa! “ La bimba intende dire che ha visto alcune foto loro nella sua abitazione ma è ancora piccola e non parla perfettamente.

Usa si rende conto di quello che sta facendo la sua piccola e, prima che qualcuno possa rispondere, la raggiunge, le si inginocchia vicino e mormora delle scuse senza nemmeno alzare gli occhi verso i ragazzi. Poi prende in braccio la bimba e la porta via.

“ Nicole, ti ho detto mille volte di farti gli affari tuoi. “

“ Ma, mamma… “

“ No, niente ma… - Usagi non riesce ad essere severa con lei, è l’unica gioia della sua vita – sei proprio una monella, sai? “

Ikuko guarda la sua nipotina come se fosse un tesoro prezioso. Negli ultimi due giorni ha avuto una serie incredibile di sorprese: sua figlia è tornata con uno sconosciuto e le ha raccontato il perché della sua fuga, non ha creduto ad una sola delle sue parole, è convinta che il suo compagno nasconda qualcosa di losco. Ricorda benissimo quanto Usagi amasse Mamoru ed è convinta che lei stia insieme a quell’uomo solo perché è rimasta incinta. Quando sua figlia le ha presentato Nicole è diventata pazza di gioia, non riusciva a credere di essere diventata nonna. Purtroppo sa che potrà godere della sua compagnia solo per pochi giorni perché i tre hanno in previsione di ripartire presto; per questo motivo vuole trascorrere più tempo possibile con le sue “bambine”.

“ Usagi, perché stasera non venite a cena da noi? “

“ Grazie mamma ma purtroppo stasera non possiamo proprio. A casa abbiamo una cena di lavoro che ci aspetta. “ E’ duro deludere una madre, ma Usagi sa che lui la ucciderebbe se lei accettasse quell’invito.

“ Tesoro, è arrivato Arthur. Ora dobbiamo veramente andare o si farà tardi. “ Zara indica una limousine parcheggiata fuori dal locale. Appoggiato ad essa un uomo con la divisa da autista sembra aspettare che le due donne lo raggiungano.

Usagi prende in braccio la bambina e, dopo aver salutato la madre, si dirige verso l’uscita. Vorrebbe fermarsi dalle amiche, supplicarle di aiutarla ad uscire da quella situazione assurda. Ma la paura, il terrore non glielo permettono e così passa oltre, ignorandole.

Fuori l’autista le apre la portiera e la aiuta a sistemare la bambina. Ormai seduta sul sedile, usagi, attraverso il finestrino, incrocia lo sguardo del suo Mamo-chan, stupito e deluso dal suo comportamento freddo. La ragazza chiude gli occhi e cerca di ricacciare indietro le lacrime: sapeva già, fin da prima di partire per Tokyo, che sarebbe stato meglio non tornare mai più.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Usagi è appena tornata nella sua casa

 

 

 

 

 

 

 

 

Usagi è appena tornata nella sua casa, una lussuosa villa di tre piani affittata per il breve periodo che deve trascorrere in città. Ha messo sua figlia nel lettino perché, dopo la giornata con nonna Ikuko, era veramente stremata. La osserva dormire e il suo cuore si riempie di gioia: si sofferma a sentire il suo respiro leggero e si rende conto che riesce a sopravvivere nella sua terribile vita solo grazie a lei. La bacia dolcemente e si avvicina alla finestra.

Il suo sguardo vaga attraverso lo splendido giardino della villa. Scoppia a piangere: una, cento, mille lacrime le scorrono sul viso, piccole lacrime che contengono un dolore troppo grande da sopportare. Ora è sola con sé stessa e non può fare a meno di pensare agli ultimi avvenimenti che le sono accaduti: li ha visti, ha visto le sue amiche e Mamoru. Sono tutti cambiati, sono bellissimi. La ha osservati di nascosto per qualche minuto prima di entrare nel bar quel pomeriggio: erano sereni, sembrava discutessero di qualcosa di importante. Darebbe qualsiasi cosa per poter tornare in mezzo a loro, per poter avere di nuovo una vita felice, fatta di scuola, uscite, gite e sogni.

Da quanto tempo non sogna? Forse dallo stesso momento in cui ha dovuto abbandonare tutto; probabilmente non è nemmeno più capace a sognare. Prima di oggi il suo unico desiderio era svegliarsi il giorno dopo e trovare la sua piccola accanto a lei. Ma adesso, dopo averlo visto, desidera anche qualcos’altro. Vuole poter abbracciare Mamoru, stringerlo forte a se, baciarlo e sentire i suoi morbidi capelli sotto le mani. È un desiderio fortissimo e, sapere che non potrà mai esaudirlo la fa diventare pazza. Ha bisogno di lui, l’unico che l’abbia mai capita veramente, il solo ad aver avuto accesso ad ogni singola parte del suo cuore. Sa benissimo che non sarebbe dovuta tornare: ora sarà peggio perché di notte non riuscirà più a dormire e perché sarà tentata di mettersi in contatto con lui, con loro, per raccontare la verità, per spiegare cos’è successo in quella maledetta sera di tre anni prima.

 

Solo Zara sa la verità: la donna ha pianto tanto per lei, per quella ragazza dai sogni infranti che è rimasta sola per colpa di un uomo senza scrupoli, violento e pieno di se. Ha cercato di essere per Usagi una madre, ma anche un’amica, per far sì che soffrisse meno la solitudine; ha ringraziato il cielo per l’arrivo inaspettato di Nicole, per quel dono che le è stato concesso quando in mezzo a lei c’erano solo vuoto e disperazione.

Dopo aver visto le sue amiche e Mamoru, Zara si è resa conto del perché Usagi ci tenga tanto: nonostante la loro apparente serenità, tutti e cinque portano addosso un dolore profondo, forse lenito in parte dal trascorrere del tempo ,ma comunque presente in ognuno di loro, unica costante della loro vita. A volte cerca di pensare a come poteva essere la ragazza quando ancora la sua esistenza scorreva serena, ma non ci riesce: non ha mai visto Usagi ridere da quando la conosce, non l’ha mai vista tranquilla, senza paure o preoccupazioni.

Vorrebbe fare qualcosa, ma non sa cosa: vorrebbe liberarla dai fantasmi che la tormentano e che non le permettono di gioire della sua giovane vita.

 

Mamoru e le ragazze sono ancora da Motoki, insieme ma nello stesso tempo distanti l’uno dall’altro. Quello che hanno visto li ha sorpresi talmente tanto che nessuno di loro si è più mosso né ha proferito parola. Le loro menti sono preda di mille pensieri diversi, i loro cuori turbati da troppi sentimenti: gioia, rabbia, incredulità. Vorrebbero gridare per sfogare quel senso di sconforto che li attanaglia: nessuno di loro è stato in grado di fermarla o di affrontarla, dopo tanto cercare l’hanno lasciata andare.

Mamoru non riesce a pensare più a niente: gli basta chiudere gli occhi per farla riapparire davanti a se, bellissima, elegante, matura. È diventata la donna che immaginava avrebbe avuto al suo fianco; rivede ogni fotogramma di quei minuti che lei ha passato lì, così vicina da poter essere toccata, ma con la mente distante anni luce da loro. Pensa alla sua bellissima bambina, che chiama papà un uomo che non è lui. Usagi ha un nuovo compagno, probabilmente è sposata con lui, e insieme crescono con gioia il frutto del loro amore.

C’è però un dubbio che non gli da pace: cos’era quella tristezza sul volto di Usagi? Quando è uscita dal bar ed è salita su quella lussuosissima macchina, i loro sguardi si sono incrociati per un breve istante: gli occhi della ragazza non esprimevano senso di colpa o freddezza; sembravano chiedere disperatamente aiuto.

Mamoru stringe i pugni e fa una promessa a se stesso: se avrà l’occasione di rivederla non la lascerà andare, la costringerà a spiegargli per quale assurdo motivo lo ha abbandonato.

Non può credere che lei se ne sia andata per amore di un altro, è impossibile: il destino ha già deciso qual è il loro futuro, è scritto in cielo che Usagi e Mamoru si ameranno per sempre.

Lui non la dimenticherà, anche ora che sa che sta con un altro, anzi: questo lo sprona ad essere ancora più forte e agguerrito. Usagi sarà di nuovo sua e questa volta sarà per sempre.

 

Mamoru osserva le ragazze: erano quattro splendide guerriere, forti e coraggiose, sempre pronte a rischiare la vita per proteggere la loro principessa. Ora, di quelle combattenti non è rimasto più nulla: al suo fianco ci sono quattro ragazze normali, deboli, provate da una tristezza indescrivibile. Ora che l’hanno rivista è crollata la maschera di felicità che hanno indossato nel corso degli ultimi tre anni. I loro volti sono tirati e senza espressione, le loro menti unite da un filo invisibile. C’è una domanda che le tormenta: perché non le ha considerate, perchè è passata davanti a loro e li ha ignorati come se fossero stati trasparenti? Non è possibile che si sia spezzato il loro legame, la loro amicizia così bella e pulita.

“ Io devo sapere. “ Rei non guarda nessuno, sembra parlare con se stessa.

“ Anche noi lo vogliamo. Ma, a quanto pare, a Usagi non interessa darci alcuna spiegazione. “

“ Non mi importa Ami. Credo di averne il diritto. Tutte lo abbiamo.”

“ Forse la signorina ormai è troppo superiore per mescolarsi a noi comuni mortali. È evidente che ha intenzione di non riallacciare i rapporti, siamo troppo inferiori rispetto a lei. “

“ Minako! Sai benissimo che non è così. “

“ Mamoru, per favore! Apri gli occhi. Forse la vecchia Usagi non era così. Ma l’hai vista oggi?! Vestiti firmati, gioielli costosissimi; non hai fatto caso a come si muoveva, a come parlava? Sembrava una signora dell’alta società, tutta fredda e tirata. E la sua amica? Esattamente uguale. Mi dispiace tanto cari miei, ma lei non ha più niente a che fare con noi.”

“ Minako piantala! “ Mamoru sbatte rabbioso i pugni sul tavolo, spaventando le ragazze ancora stupite per le parole dell’amica. “ Sai benissimo com’è Usagi, credo che l’ultima cosa che le interessi sia il denaro o la moda. Capisco che tu sia arrabbiata, lo siamo tutti, ma non ti permetto di parlare così di lei. £

“ Non potevo aspettarmi niente di diverso da te: tu la vedi con gli occhi dell’amore. Prova a svegliarti e a pensare che, forse, per tre anni abbiamo cercato qualcuno che non se lo meritava nemmeno. “

“ Smettila! È la tua rabbia che sta parlando, non tu! “

“ No Makoto, affatto. Visto che è diventata così ricca non credo che le sarebbe costato molto farci una telefonata anche solo per dirci che era viva. Te l’ho detto, è evidente che non siamo più degni della sua amicizia. “

Il gelo cala sui ragazzi: forse la ragazza, ha ragione, forse Usagi è scappata perché ha trovato un uomo ricco che la ricopre di denaro.

“ No, mi dispiace, io non ci credo. Usagi ci voleva troppo bene, non ci avrebbe mai lasciato per un motivo tanto futile. “ Rei scuote la testa, incredula per le parole forti dell’amica.

“ Basta così. È impossibile per noi parlarne adesso, siamo troppo scossi e arrabbiati. Domani, a mente fredda, decideremo come comportarci. “ Ami chiude il discorso e il suo tono non ammette repliche.

I cinque si alzano dal tavolo, pagano a Motoki e si lasciano con la promessa di rivedersi per il party del giorno dopo. Quella festa servirà per far trascorrere loro una serata tranquilla all’insegna del divertimento, lontani da tutti i pensieri negativi. Forse.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Il salone dei ricevimenti dell

 

 

 Chiedo umilmente perdono per il ritardo ma, purtroppo la mia vena creativa era andata in ferie... spero che sia definitivamente tornata!!

Ecco a voi il quarto capitolo!

Buona lettura!

 

 

 

 

 

Il salone dei ricevimenti dell’Hotel Excelsior è stato preparato in maniera impeccabile per la grande festa in onore di Dirk Taylor, fortemente voluta dal produttore cinematografico Hiroyuki Kawabe.

Minako, Mamoru e le altre, dopo aver mostrato i loro inviti all’ingresso del sontuoso edificio, vengono accompagnati dal maitre verso i loro posti. Giunti a destinazione non possono fare a meno di sgranare i loro occhi: l’ampia stanza è illuminata da quattro meravigliosi lampadari tempestati di piccoli diamanti; anche la luna, che filtra attraverso le ampie finestre che si aprono lungo le pareti, sembra voler donare la sua luce per rendere l’ambiente ancora più brillante. Una trentina di tavoli sono disposti tutt’intorno alla sala, lasciando così uno spazio vuoto al centro, spazio che verrà utilizzato dopo la cena come pista da ballo.

Su ogni tavolo rotondo sono presenti una tovaglia color panna, servizi completi di posate, bicchieri di cristallo e, al centro, bellissimi fiori freschi. Sul fondo della stanza i ragazzi notano un palco: servirà per l’ingresso trionfale del famoso attore e, in seguito, per l’orchestra che allieterà gli ospiti durante la serata.

I cinque amici si accomodano al loro tavolo situato al lato sinistro del palcoscenico; proprio al loro fianco si trova la tavola imbandita destinata ad ospitare Dirk e il suo seguito.

Minako scruta attentamente il grande salone alla ricerca di famose star e, man mano che le nota, si alza in piedi e, sbracciando come una pazza, li chiama gridando, attirando su di se gli sguardi attoniti dei presenti.

“ Oh mio Dio, quella è Megumi Kitamura, una delle mie attrici preferite. Ehi Megumi! Ciao, sei stupenda! “

“ Minako ti scongiuro, smettila o ci farai buttare fuori. Te ne prego! “

“ Rei, sei la solita guastafeste. Va bene, mi calmo. “ La bionda si risiede, continuando però a lanciare occhiate furtive in ogni angolo del salone.

Quando tutti gli invitati hanno ormai raggiunto il loro posto, le luci si abbassano e sul palco illuminato fa la sua entrata un noto presentatore, elegantissimo in giacca e cravatta.

“ Buona sera signore e signori. Per chi di voi non mi conosce, mi presento: sono Kazuko Ishitani e questa sera mi è stato concesso l’onore di poter salire su questo palcoscenico per la serata mondana più importante dell’anno. Tutti voi sapete chi è la persona che stiamo aspettando, ma credo che meriti comunque qualche parola di presentazione. Dirk è nato 28 anni fa proprio qui a Tokio dove, dopo gli studi secondari, ha studiato recitazione e ha partecipato a diversi film che hanno riscosso  grande successo. Circa tre anni fa si è trasferito a New york; proprio lì ha recitato con stelle del calibro di Sarah Stuart e Michael Grant. Ora è tornato nella sua patria e quindi vi prego di accoglierlo nel modo più degno: signore e Signori, ecco a voi Dirk Taylor!

Dalla sala partono gli applausi e alcuni gridolini di eccitazione dalla parte femminile. Minako, impazzita, si alza in piedi e lo chiama a gran voce; l’attore le sorride e alza il pollice con fare molto simpatico. E veramente un uomo affascinante. I capelli biondi a spazzola, gli occhi di una azzurro splendente, un fisico asciutto e prestante che nemmeno lo smoking riesce a nascondere: ogni suo tratto fa di lui l’uomo ideale.

Dirk si avvicina al microfono con fare esperto, sembra emozionato per l’accoglienza, ma nello stesso tempo appare molto sicuro di se.

“ Buonasera a tutti, è un grande piacere per me poter essere di nuovo qui tra di voi. Questo posto mi è mancato moltissimo, anche se negli Stati Uniti ho avuto l’occasione di aumentare la mia preparazione e la mia fama. Non voglio annoiarvi con troppe parole, preferisco che la cena abbia inizio. Dopo che tutti saremo sazi a sufficienza, darò inizio alla festa vera e propria  e verrò a salutare personalmente tutti i miei vecchi colleghi e amici. Prima di lasciarvi ,però, voglio farvi conoscere le due donne più importanti della mia vita, mia madre e la mia compagna, che mi hanno sostenuto durante gli ultimi due anni di lavoro. Sono lietissimo di presentarvi Zara Jameson e Usagi Tsukino.

Le due affascinanti signore raggiungono mano nella mano Dirk sul palcoscenico: mentre i presenti si uniscono in un caloroso applauso e i flash dei fotografi impazziscono nel cogliere quello splendido quadretto famigliare, sul tavolo delle ragazze cala un silenzio carico di sorpresa e shock. Mamoru, fino a quel momento disinteressato, alza lo sguardo verso il palco quasi a voler essere sicuro che il nome che ha appena udito appartenga proprio a lei. Quando i loro occhi si incontrano, nessun dubbio può restare: la compagna di Dirk è davvero la sua Usako. Il ragazzo distoglie lo sguardo e si concentra sull’attore, su colui che ha distrutto la sua vita. Anche l’uomo si è accorto della sua presenza e lo fissa con odio, in modo minaccioso. Poi si volta verso Usa, la prende per mano e si avvia verso il suo tavolo. Il fisico perfetto di Usagi è avvolto in un costosissimo e lungo vestito color panna, aderente e senza spalline, che poco sopra le caviglie si allarga donandole quasi l’aspetto di una sirena. La ragazza si accomoda accanto a dirk e Zara; proprio di fronte a lei, nel tavolo a fianco, si trova Mamoru.

“ Questa serata sarà terribile, sembra quasi un crudele scherzo del destino. “ pensa tra se e se. La suocera, intuendo il suo stato d’animo, le prende una mano per farle sentire la sua vicinanza.

La cena ha inizio e con essa anche le conversazioni: oltre a loro tre, al tavolo sono presenti il produttore Kawabe e un famoso regista con le rispettive mogli. Mentre gli altri discutono di cinema e spettegolano su altri attori e colleghi, Usagi, lo sguardo perso, pensa a quanto sta accadendo. Stando molto attenta a non farsi notare, osserva le sue amiche una per una: l’atmosfera è molto tesa, nessuno di loro parla o si mostra tranquilla. Spiluccano dai piatti che vengono serviti con il massimo disinteresse e non si rivolgono parola.

“ Probabilmente vorrebbero scappare, ora mi odieranno ancora di più. Ma perché l’hanno scoperto così? Non potrò spiegargli nulla, non potrò giustificarmi. È orribile! “

“Usagi. Il signor Kawabe ti ha fatto una domanda. “. Dirk la sta guardando: la tratta gentilmente davanti agli altri ma lei riesce a cogliere la rabbia nei suoi occhi. Non avrebbe mai dovuto farsi sorprendere a fissare le amiche: una volta a casa lui gliel’avrebbe fatta pagare.

“ Le chiedo scusa signore. Cosa mi stava chiedendo? “

“Cara, volevo sapere qualcosina su di voi, sul tuo rapporto con questo famoso rubacuori. “

Usagi vede lo sguardo di Mamoru farsi molto interessato: vorrebbe sparire, scappare, tutto pur di non affrontare questo discorso. Ma sa che deve rispondere se non vuole scatenare l’ira di quel pazzo.

“ Beh, ecco… credo che non ci sia niente da dire. “

“ Su dai, non farti pregare. Dimmi almeno come vi siete conosciuti. “

“ Io e Usagi ci siamo incontrati tre anni fa davanti alla sua vecchia scuola. È stato amore a prima vista e da quella volta non ci siamo più lasciati! “ Dirk guarda Mamoru con aria di sfida: desidera farlo soffrire, vuole schiacciarlo. Osserva Usagi, pallida e triste e decide di dare a tutti il colpo di grazia.

“ Vedi Hiroyuki, sono molto contento che tu abbia tirato fuori questo argomento e sai perché? Perché questa sera dobbiamo annunciare il nostro matrimonio che si celebrerà qui a Tokyo tra due settimane! “

Il produttore, udita la notizia, si mette in piedi e, indicando Usagi, si rivolge a tutti i presenti dicendo:

“ Signori, alzate i vostri calici, bisogna brindare! Tra quindici giorni questa splendida ragazza diventerà l’invidiatissima signora Taylor!

Tutti partecipano alla gioia di questo annuncio e parlottano tra di loro; Mamoru sconvolto, si alza, guarda la sua ex ragazza per l’ultima volta e se ne va quasi correndo: non vuole, non può farle vedere le sue lacrime.

La cena finisce e cominciano i balli e i divertimenti. Usagi si comporta quasi come un robot, fa tutto ciò che Dirk le chiede senza lamentarsi; ora che le ragazze sono andate via e hanno seguito il giovane dottore, almeno si è tolta un peso dal cuore e potrà cercare di non pensare a come adesso la staranno detestando.

“ Ehi cara, mi accompagneresti un attimo alla toilette per favore? “ Zara le si avvicina e le prende la mano.

“ Si certo, andiamo. “ La bionda segue la donna verso il bagno che è situato fuori dalla sala dove si svolge la festa. Sta per entrare dalla porta quando un braccio le afferra il polso.

“ Ora dobbiamo parlare. “

Usagi per la prima volta si ritrova a guardare a distanza di pochi centimetri il volto dell’uomo che più ama. La sua voce è affascinante, i suoi occhi lucidi sembrano chiederle di abbracciarlo e di non lasciarlo mai più. Ma lei, ormai troppo abituata a dover reprimere i suoi sentimenti, da uno strattone al ragazzo e guardandolo severamente si rivolge a lui con una voce cattiva che lei stessa stenta a riconoscere.

“ Mamoru, lasciami in pace. “

“ No, scordatelo. Mi devi spiegare un sacco di cose. “. La presa si stringe sul polso della ragazza.

“ No, non ti devo proprio spiegare nulla. Vattene e dimenticami. Hai sentito, no? Io mi sposo tra due settimane. “

“ Io non ti lascerò andare finchè non mi avrai detto la verità sulla tua fuga. Quindi se vuoi cominciare.. “

Usagi ha paura, se Dirk si accorge che sono insieme potrebbe fare qualche pazzia.

“ Mamoru, per favore, lascia perdere. “

“ Non puoi chiedermelo e lo sai. “

“ Te lo chiedo per favore. Io qui non posso parlare, se ci scoprono… “

“ Se ci scoprono cosa? “

“ Niente. Ti supplico lasciami andare. “

Il ragazzo intuisce che il problema è legato al posto in cui si trovano e lascia la presa, ma prima che lei vada aggiunge:

“ Ti aspetto dalla nostra panchina al parco. Non dirmi che non verrai, tanto io starò là tutti i giorni finche non ti vedrò. Io ti aspetterò per sempre. Mi hai capito, futura signora Taylor? “ Il suo tono è sprezzante, sta buttando fuori tutto il dolore che lo tiene prigioniero da quando lei non fa più parte della sua vita. Usagi lo osserva andare verso l’uscita dell’edificio, la testa bassa, il passo incerto. Quando ormai lui è fuori una lacrima riga il volto di Usagi; Zara, che ha sentito involontariamente la conversazione, le si avvicina.

“ Va da lui domani. Glielo devi. “

“ Non posso. Lui lo ucciderà. “

“ Troveremo una soluzione per permetterti di andarci, te lo giuro. Ora andiamo, e speriamo che questa dannata festa finisca il più presto possibile.”

 

 

 

Un ringraziamento e un grande bacio a tutti coloro che mi recensiscono! Grazie ragazzi!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Da tre giorni ormai Mamoru si reca al parco

 

 

 

 

 

 

 

 

Da tre giorni ormai Mamoru si reca al parco: trascorre ore su quella panchina in attesa di vederla comparire e di sentire quella verità che gli è stata nascosta per troppo tempo. I primi giorni si è portato un libro per cercare di far passare le ore, ma poi ha lasciato perdere perché tanto la sua mente non riesce a concentrarsi, troppo piena di angosce e timori.

È una mattinata splendida, il cielo meravigliosamente azzurro e sereno mette il buon umore, il sole accecante sembra voler riscaldare tutti i cuori. Tutti, tranne quello di Mamoru; il ragazzo lo fissa un istante, poi sorride e dice a se stesso:

“ Mi dispiace sole, su di me non hai alcun effetto. Io ho sempre avuto un debole per la luna… “

“ Quello già lo sapevamo! “

Quella voce! La voce che stava aspettando, l’unica che può salvarlo dal vortice di tristezza in cui si è perduto.

“ Usako… “

Usagi è lì davanti a lui, lo guarda con dolcezza, serena. I suoi occhi non hanno niente a che vedere con quelli della ragazza che lo fissava dal finestrino di quella lussuosa macchina pochi giorni prima.

Per qualche minuto i due restano in silenzio, gli occhi immobili gli uni dentro gli altri, quasi a volersi studiare dopo tanto tempo.

Mamoru, incerto ed emozionato, si decide a rompere il ghiaccio.

“ Come stai? “

“ Come sto? Oddio, credo che questa sia la domanda più difficile che tu potessi farmi. Io non lo so, non ho idea di come sto. Dimmi di te, invece. “

“ Io sto bene. Lavoro. Posso tranquillamente dire che nella mia vita faccio solo quello. “

 “ Hai realizzato il tuo sogno? “

“ Ne ho realizzato solo uno: faccio il chirurgo all’ospedale Juuban. Gli altri miei desideri ormai sono volati via. Anzi, a dire la verità saranno scaraventati via tra meno di due settimane. “

Usagi incassa il colpo: il riferimento al suo imminente matrimonio con Dirk non è affatto velato. Il suo viso diventa pallido e i suoi occhi si riempiono di lacrime. Mamoru l’attira a se e l’abbraccia. Per la prima volta, dopo un tempo che è parso infinito, entrambi sentono un calore fortissimo che li avvolge e li fa sentire completamente in pace. Il ragazzo le sposta una ciocca bionda  e accarezza le sue guance, asciugandole da tutto il dolore.

“ Ti va di raccontarmi tutto Usako? “

“ Si, va bene. “

“ Vieni, siediti accanto a me. “

La ragazza segue il suo consiglio e lascia che lui le cinga le spalle con un braccio: si sente tranquilla, finalmente protetta. Gli sorride con gioia e poi appoggia la testa sul suo petto forte, pronta ad aprirgli il suo cuore e a spiegargli tutta quella triste storia che la vede protagonista.

“ Ce la fai piccola? “

“ Sì, devo farlo. Ma tu tienimi stretta a te, perché so già che mi farà molto male ricordare. “

“ Ehi, Usa. Io sono qui, sono qui solo per te. Puoi parlarmi a ruota libera, io non ti interromperò. “

Usagi tira un profondo respiro e annuisce: il racconto può avere inizio.

“ Vedi Mamoru, qualche mese prima che io sparissi, ho scontrato Dirk all’uscita da scuola: lui si è scusato mille volte e ha deciso di offrirmi un caffè per farsi perdonare. Inizialmente è stato gentile, un vero cavaliere. Ma dopo qualche giorno tutto mi è sembrato strano, ho cominciato a trovarmelo dappertutto: era diventato un incubo, sempre a chiedermi di uscire, a riempirmi di moine e complimenti. Io ho cercato di allontanarlo gentilmente, gli ho fatto capire che non destava nessun interesse in me ma lui non ha accettato il mio rifiuto. Così una sera mi ha letteralmente caricato in macchina e mi ha portato davanti a casa tua. Tu aspettavi Motoki, eri seduto tranquillamente sul muretto del tuo giardino. Dirk aveva una pistola, te la puntava contro e io… io ho avuto paura che ti potesse fare del male e ho ceduto al suo ricatto: sono andata via con lui perché risparmiasse la tua vita. “

I ricordi si trasformano in dolore, dolore accecante, straziante; gli occhi di Usagi si appannano, è impossibile per lei non abbandonarsi ad un pianto liberatorio.

Mamoru, sconvolto per tutto ciò che ha udito, la stringe forte a se e le sussurra dolci parole per farla calmare.

“ Scusami Mamo-chan, è molto difficile per me. “

“ Non ti preoccupare, lo capisco. Solo che mi sembra una storia pazzesca, è come se mi avessero catapultato all’interno di un film thriller. “

“ Questo thriller, come lo chiami tu, rispecchia la mia vita negli ultimi tre anni. Dirk è un violento, un pazzo. E tra poco temo che anche io diventerò come lui. “

“ No. Io ti aiuterò, chiuderemo questa storia una volta per tutte. “

“ Purtroppo per me, non c’è via d’uscita. Il mio destino è già scritto. “

“ Usa, io sarò con te, cambieremo insieme questo destino che ti tiene in schiavitù. Piuttosto ci rivolgeremo alle autorità: io non ti lascerò sposare quell’uomo, tu verrai via con me, scapperemo lontano dove lui non ti potrà trovare. “

“ Mi dispiace. Io non posso. “

“ Non puoi? Ma scherzi? Lui non può costringerti a sposarlo, non ne ha nessun diritto. Ti supplico, vieni via con me! “

“ Mamoru, io non sono più sola. “

“ Già, tua figlia… È bellissima, sai? E quel nome… quando l’hai chiamata, l’altro giorno da Furu, ho ricordato. Quello era il nome che avevi scelto per la nostra bambina. “

“ Sì. “

“ Lui ha abusato di te, non è vero? “

“ No. Noi non siamo mai stati a letto insieme. “

Il viso del ragazzo appare sorpreso, stupito. Se loro non hanno mai fatto sesso, allora…

“ Il giorno in cui sono scappata con Dirk avevo appena scoperto di essere incinta. “

“ Che cosa stai… “

“ Mamoru. Nicole è tua figlia. “

 

Un’altra crisi di pianto assale la giovane, ma stavolta Mamoru non la stringe consolandola: resta immobile, la testa china a fissare un punto indefinito del cemento sotto ai suoi piedi. Questa notizia è un pugno nello stomaco, è una verità troppo amara e irreale.

“ Mamo-chan, mi dispiace. Io non ho potuto fare nulla per impedire il corso degli eventi. “

“ Io… Io ho una figlia. Ma perché non me l’hai detto, perché non hai provato a contattarmi? “

“ Non potevo, ero sempre tenuta d’occhio da Dirk o dal suo personale. E poi, anche se te l’avessi detto, cosa sarebbe cambiato? “

“ Io vi avrei cercato, vi avrei portate via. “

“ Saresti morto. Tutto qui. “

“ Beh, almeno ci avrei provato. “

Non c’è rabbia verso di lei nella sua voce, solo delusione e un grande senso di vuoto.

“ Io ho perso i primi anni di vita di mia figlia, nessuno potrà mai ridarmeli. “

“ Mi dispiace, forse non avrei dovuto darti anche questa sofferenza. “

“ Smettila di dire mi dispiace! Sembra che ti addossi le colpe di tutta questa storia. “

“ Lo so, ma mi sembra di impazzire. Sono incatenata ad un destino che qualcun’altro ha scelto per me. “

“ Dopo quello che mi hai rivelato, non pensare che ti lasci sposare quell’essere. “

“ Tu non capisci, non ho possibilità di scelta. “

“ Io non gli permetterò di portarti via da me, mai! “ Il suo tono ora è davvero alterato, non vuole trattarla male, ma nemmeno vedere che non riesce a reagire.

“ Mamoru, se provo a scappare, lui mi porterà via Nicole. “

Altre lacrime, sempre di più, tanto intense da mozzarle il respiro. Mamoru, anch’egli sull’orlo del pianto per le troppe emozioni, appoggia con delicatezza la testa sulla sua fronte e comincia a cullarla dolcemente.

“ Usako, lui non può farlo. Se non è figlia sua, non ha alcun diritto su di lei. “

“ Lui può fare quello che vuole, è abituato ad ottenere ciò che desidera. “

“ Tesoro, basta uno stupidissimo test del DNA per stabilire la paternità. “

“ Sei così ingenuo… tu non hai idea di quanti amici influenti abbia, ha conoscenze altolocate in qualsiasi settore. Ci metterebbe pochissimo a schiacciarci e a prendersi la mia bambina. Io non posso permetterglielo. “

“ Guardami negli occhi piccola. Io ti giuro che troverò il modo di uscire da questa situazione. Non mi importa se ho poco tempo o se lui è così potente come lo dipingi: io ti salverò, ci credo. “

Dopo tanto tempo anche Usagi intravede la luce della speranza farsi strada in mezzo all’oscurità che avvolge la sua vita. Guarda l’uomo che ama con sguardo sognante per poi rivolgersi a lui quasi in tono di supplica.

“ Baciami Mamoru. “

Il ragazzo l’attira a se, pronto ad esaudire il suo desiderio: è un bacio profondo, dolcissimo, un rincontrarsi e, nello stesso tempo, un riscoprirsi dopo tanto tempo.

“ Non temi che Dirk ci possa scoprire? “

“ No, adesso si trova negli Stati Uniti, si tratterrà là tre giorni per lavoro. Anche se per poco, sono finalmente libera. “

“ Ti andrebbe di presentarmi la piccola? Non le dirò chi sono, te lo giuro. Voglio solo trascorrere qualche istante con lei, te ne prego. “

“ Va bene Mamo-chan, in fondo sei suo padre ed è giusto che tu la conosca. Organizziamo qualcosa con le altre, voglio spiegare un po’ di cose anche a loro, voglio riabbracciarle e ridere con loro come una volta. “

“ Si credo che debbano sapere tutto anche loro. Si è fatto tardi, vuoi andare? “

“ No. Ti prego, tienimi ancora un po’ stretta a te, ne ho bisogno. “

 

 

Nascosto dietro ad un albero dalla folta chioma, un uomo ha osservato tutta la scena e ascoltato alcuni passi della conversazione tra i due giovani. Appoggia il suo cellulare all’orecchio e, in attesa che qualcuno gli risponda, si allontana in direzione della sua auto pronto ad andarsene.

“ Signore, sono Arthur. Temo di avere pessime notizie per lei. “

 

 

 

 

Eccomi qui, ce l’ho fatta a terminare un nuovo capitolo! Vorrei per una volta ringraziare tutti coloro che leggono e ancor di più chi mi ha recensito fin dall’inizio rendendomi molto felice!

Un grazie speciale e un abbraccio a:

 

Mikayla

Miki90

Enigma

Hatori

Kar 85

Lunachan62

Dolce Bunny

Kirby

Bunny230589

Sailormoon81

Tamarra

Usagi89

Aleberyl90

Cassandra14

V. carvelli

Sheila

Reppy

Lore

Valery

Querthe

Dolce_Usa

Alyssa 85

Wicca87

Eilin

Sissy

 

Spero di non aver dimenticato nessuno… Grazie di cuore ragazzi!

 

Giu

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Appoggiata al bancone del bar di Motoki

 

 

 

 

 

 

 

Appoggiata al bancone del bar di Motoki, Usagi osserva la sua bambina giocare con le nuove “zie”.

“ Hey, Nicky, vieni qua da zia Minako! “ La bionda ride felice e abbraccia la nipotina che si è letteralmente lanciata tra le sue braccia. “ Che ne dici, chiediamo a mamma se possiamo mangiare un bel gelato gigante con un sacco di gusti? “

“Sì, sì! “ Nicole è euforica, è la prima volta che riesce a godere realmente della propria infanzia, lontana dalle paure e dalla perfidia del patrigno. “ Mamma, possiamo?“

Usagi sorride materna e annuisce con il capo, poi si volta e, senza farsi notare, si sofferma a guardare Mamoru.

L’uomo tiene lo sguardo fisso sulla bambina, la sua bambina, quella che non ha potuto veder nascere, quella di cui ha perso i primi anni di vita. Nessuno gli renderà mai ciò che ha perduto, il primo pianto, la prima parola, il primo dentino, niente di tutto questo potrà mai tornare indietro. Chiude gli occhi e pensa, giura a se stesso che ora che le ha ritrovate farà in modo di non perderle mai più. “ Io non ho la stessa forza che hanno le ragazze, la stessa tenacia che aveva Usagi stessa quando combatteva valorosamente da guerriera. Ma ho dalla mia parte un amore fortissimo, un amore che ha viaggiato attraverso il tempo e lo spazio, la cui fiamma non si è mai spenta, nemmeno attraverso nemici e insidie varie. Insieme abbiamo combattuto mostri, droidi, scienziati pazzi e guerriere sailor con manie di protagonismo: non ho paura di un normalissimo essere umano che ha solo bisogno di uno strizzacervelli. “.

Mamoru si sente toccare una spalla, si volta e vede il dolcissimo viso di Usagi.

“ Usako… “

“ Come ti senti, Mamo-chan? So che è molto difficile per te. “

“ Sono forte. E lo sarò sempre di più. Voglio proteggervi, farvi uscire da questa situazione assurda, e ho dalla mia parte quattro validissime alleate “ Mamoru fa cenno con il capo verso le quattro ragazze che ne stanno combinando di tutti i colori per far divertire la loro nuova piccola amica.

“ Già. “ gli risponde la giovane donna. E comincia a pensare.

 

 

Ha trascorso il giorno precedente al Tempio con le sue quattro amiche, Luna, Artemis e, naturalmente, Mamoru. Il primo impatto non è stato facile, dopo così tanto tempo l’imbarazzo era troppo forte per essere cancellato in un soffio. Dopo dieci minuti di assordante silenzio solo Minako era riuscita a tirare fuori qualcosa da dire, sebbene non fosse la cosa più adatta.

“ Beh, Usagi-chan, chi non muore è perché è vivo! “

“ Ehm, Minako… forse volevi dire chi non muore si rivede? “ Ami non riusciva a credere allo strafalcione dell’amica.

“ Va beh, è uguale, il concetto è lo stesso. “

In poco tempo tutti erano scoppiati a ridere e anche Usagi era finalmente riuscita a rompere quel ghiaccio che sembrava avvolgerla e proteggerla, facendole mantenere una certa distanza da tutte le altre persone.

“ Sì Minako, hai ragione. È la stessa cosa! “. La giovane aveva fissato uno per uno i suoi amici, si era allontanata di qualche passo e aveva cominciato.

“ Ragazze, le cose per me sono molto difficili in questo momento. Posso immaginare che idea vi siate fatti di me dopo l’altro giorno da Motoki; io stessa mi rendo conto che non sono più la stessa ragazzina di tre anni fa. Quello che mi è successo, mi ha modificato fisicamente, ma ancor più profondamente ha colpito la mia anima; io credevo di non essere più in grado di ridere, ma grazie a Minako e a tutte voi ho capito che non è così. Ho bisogno di aiuto ragazze, non so come fare a tornare la stessa di prima. Devo ringraziare solo voi per essere sopravvissuta a questi mesi terribili: ogni volta che ero giù mi bastava riandare con il pensiero ai momenti trascorsi insiemei; il ricordo delle vostre parole di incoraggiamento durante le nostre battaglie da Sailor mi è servito per farmi forza mentre quell’uomo mi maltrattava e mi derubava della mia voglia di vivere. Grazie ragazze, grazie… “

Ognuno di loro le aveva sorriso e la speranza aveva cominciato a farsi strada attraverso il suo cuore buio e stanco.

“ Usako, so di chiederti molto, ma è giusto che anche le ragazze sappiano tutta la verità. Sono sicuro che dopo che avrai spiegato loro cosa ti è accaduto nessuna di loro si tirerà indietro. “

“ Giusto Mamoru! Noi ti siamo sempre state vicine con il pensiero, siamo state in pena per te per tre lunghissimi anni. Non permetteremo a nessuno di fare del male a te o alla tua bambina ora che finalmente sei di nuovo con noi. Giusto ragazze? “

“ Sì, Luna! “ Avevano risposto all’unisono.

“ Grazie ragazze! Ora è tempo che voi sappiate… “

 

 

“ ...ako. Usako! “

“ Scusa Mamoru, stavo pensando a quel che è successo ieri. “

“ Spero sia un pensiero positivo. “

“ Si, lo è. È stata una giornata memorabile, piena di sentimenti e sensazioni che credevo perduti. Anche la piccola si è divertita un mondo. Mi dispiace solo per Luna e Artemis, credo che le loro code e orecchie non siano state molto felici di conoscere la nostra bambina! “

“ Sai, è un emozione sentirti dire così…”

“ Dire cosa? “

“ La nostra bambina. “

“ E’ la verità. E poi lei ti adora, ieri non voleva stare in braccio a nessun’altro; credo che in un modo o nell’altro abbia capito che c’è un legame profondo tra di voi. Vorrei solo poterle rivelare la verità, farle sapere che anche lei ha un padre che le vuole bene e che la ama. “

“ Ci sarà un tempo anche per quello. Dobbiamo solo avere pazienza e aspettare. Stasera Rei ha proposto una riunione strategica al tempio per decidere come muoverci senza creare ancora più problemi di quanti non ce ne siano già. Sei dei nostri? “

“ Certo, devo solo chiedere a mia madre di tenermi la piccola. “

“ No, per favore, portala con te. Vorrei trascorrere ancora un po’ di tempo con lei. “

“ Come vuoi Mamoru. Ora andiamo dalle altre a metterci d’accordo per stasera. Devo togliere Nicky dalle grinfie di Minako o la farà diventare enorme a furia di riempirla di gelati e caramelle! “

“ Beh, mi ricorda qualcuno di mia conoscenza! “

“ Stai attento a quello che dici, Mamo-chan! “

“ Dai testolina buffa, non ti arrabbiare. Lo sai che ti amo da morire, no? “ Le regala il suo sorriso più sincero, le posa un delicato bacio a fior di labbra e, dopo averla presa sottobraccio, la accompagna gentilmente verso le amiche.

Il tavolo sembra un campo di battaglia, tutto ingombro di tovagliolini e di pezzi di dolci e caramelle; la piccola Nicole non è da meno: il suo viso è tutto imbrattato e due enormi baffi di cioccolata le contornano le labbra. Usagi scuote la testa divertita, prende una salvietta dal passeggino e con fare dolcissimo comincia a renderla più presentabile.

Nel frattempo le ragazze hanno cominciato a parlare delle loro ultime conquiste tra le risate maliziose di Mamoru e gli sguardi contrariati dei gatti; Usagi, dopo aver fatto sdraiare la piccola per farla addormentare, si unisce a loro curiosa di sapere cos’hanno combinato le sue pazze amiche durante la sua assenza. Il giorno precedente è stato dedicato completamente al suo triste racconto, non c’è stato abbastanza tempo per poter trattare argomenti più frivoli. La sera poi, Mamoru ha cucinato per lei e per la piccola, i due hanno cercato di ritagliarsi un po’ di spazio tutto per loro e le ragazze hanno accettato di buon grado, comprendendo a pieno il loro bisogno di confrontarsi e consolarsi. Usagi viene a sapere che Ryo si è finalmente dichiarato a Ami e che i due hanno una relazione stabile da ormai un anno; Makoto e Minako sono ancora alla ricerca dell’anima gemella mentre Rei è in procinto di convolare a nozze con il suo adorato Yuichiro, che è riuscito a conquistare la fiducia e l’affetto del nonno. Usagi ride al racconto di come i due sposini hanno dato la notizia all’anziano che, dopo aver finto un attacco di cuore, si è arreso allo scorrere degli eventi e ha dato la sua benedizione.

 

Tutto sembra andare nel migliore dei modi, finchè la porta del locale non sbatte fragorosamente e una voce dura e roca comincia a inveire contro Usagi.

“ Cagna! “

“ Dirk, ti prego stai calmo. Te ne prego. “ Zara tiene l’uomo per il braccio cercando di fare in modo che non raggiunga la ragazza, ma lui con uno strattone si libera è la scaraventa contro il tavolo. La donna si alza, guarda Usagi e con le lacrime agli occhi sussurra. “ Mi dispiace, non sono riuscita a trattenerlo. “

La bambina, intanto, spaventata dal frastuono e dalle urla si è svegliata; il suo corpicino fragile è scosso da tremende crisi di pianto. Pur essendo stretta tra le braccia della madre che le sta parlando per tranquillizzarla, non riesce a smettere di urlare: è piccola ma riesce a capire che si trova in una situazione pericolosa.

“ Sporca cagna, lo sapevo. Sapevo che se ti avessi lasciato da sola non mi avresti ubbidito. Arthur mi ha raccontato come te la sei spassata, è stato molto prodigo di particolari. Adesso pagherai le conseguenze del tuo comportamento. Te la ricordi questa? “ Tira fuori una pistola e Usagi sussulta: i ricordi prendono il sopravvento e con essi il terrore folle.

“ Mia piccola Usako, avrei dovuto usarla tre anni fa, così avrei levato quest’uomo dai piedi. Morto lui, non avrei avuto sicuramente altri problemi. “

Si avvicina alla bionda e alla bambina ma un braccio lo blocca: Mamoru, gli occhi rabbiosi e un ghigno terrificante sulla bocca si mette tra di loro.

“ Non osare toccarle, mi hai capito? “ Il calcio della pistola lo colpisce sulle labbra: si accascia al suolo e un rivolo di sangue comincia a scorrergli giù dal mento.

“ Mamo-chan! “ Usagi stringe a se Nicole, che urla sempre più forte, terrorizzata dalla vista del giovane a terra.

“ Non metterti mai più contro di me bamboccio. Ed ora signorina veniamo a te. “ Prende la mira e fissa la sua giovane preda. “ Sei pronta a morire Usagi? “

“ Non lo farai, non lo farai mai. Sei solo un pazzo, un maniaco, io non ti permetterò di rovinarmi la vita, mi hai capito? “ Ormai presa in un labirinto di disperazione Usagi urla con tutto il fiato che ha nei polmoni, sa che questo comportamento spaventa ancora di più la sua bambina, ma non riesce a trattenersi.

Makoto si lancia contro Dirk e riesce ad allontanarlo dal tavolo, prima di essere colpita da un pugno che la fa sbattere contro una vetrata del locale.

Dirk, gli occhi in fiamme e il viso teso per la rabbia, si alza in piedi e si pone esattamente di fronte a Usagi.

“ Adesso facciamo vedere a tutti un bello spettacolo. Tutti i presenti vedranno morire la giovane Tsukino. Sarà una scena indimenticabile, vi assicuro che non ve la dimenticherete mai… “

Un senso di impotenza e di terrore si è impadronito di tutti i presenti: nessuno riesce a muoversi o a proferire parola.

“ Cosa stai dicendo, tu sei pazzo, sei veramente pazzo. Io… io… “ Usagi si inginocchia a terra e stringe forte la sua bimba: non capisce da dove le arriva la certezza ma non ha più dubbi, sa che morirà. Il suo fato ha subito un mutamento: mai più sarà felice, mai più vedrà il dolce sorriso di sua figlia. Deve dire addio alla sua amata terra, la dolce terra che le ha regalato il suo fragile angelo, la stessa fredda terra che le ha sottratto il suo amore puro.

“ Allora, Usako, te lo chiedo l’ultima volta. Sei pronta a morire? “

Un flebile suono esce dalla voce della ragazza, ormai arresa al suo atroce destino.

“ Si…”

 

Una luce. Uno sparo. Poi solo urla. Paura. Sangue.

E, come un soffio di vento, giunge la morte.

 

 

 

 

 

 

Vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno recensito.

Un grazie speciale va a Sissy… Questo capitolo ha visto la luce solo grazie a lei e ai suoi ricatti… XD!

Grazie Sy, sei un tesoro!

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Sangue

 

 

 

 

 

 

 

Sangue. Sangue dappertutto. Schizzi di sangue sul muro. Pozze di sangue sul pavimento immacolato. I miei vestiti, il mio viso, le mie mani: il sangue è ovunque, si è attaccato a me e sembra non volersene andare più. Non credevo che il sangue potesse avere un odore così acre e pungente, un odore malvagio, portatore di dolore e distruzione. Lo so, so cos’è. È l’odore della morte. Vestita di nero, empia e crudele, ha portato via la vita da questo posto. Niente più gioia, niente più sofferenza, niente di niente. E’ rimasto solo il silenzio, il rumore delle lacrime e dei sogni infranti. Non c’è più posto per la vita.

Mi sento scoppiare la testa, mi fa davvero male. Qualcuno mi aiuti, mi svegli da questo sonno inquieto. Non voglio ricordare, non voglio rivivere quest’incubo. Per favore, qualcuno mi desti.

 

 

Apro gli occhi.

Non capisco dove sono, vedo solo una luce chiarissima e una stanza bianca. Cerco di mettere a fuoco l’immagine, ma la testa mi duole per lo sforzo e devo rinunciare. Scorgo una figura seduta accanto a me e mi rendo conto di essere sdraiata su un letto, probabilmente in un ospedale. La sagoma si volta verso di me e non mi riesce difficile capire chi è, anche se ancora non riesco a percepire le immagini nitidamente.

“ Usako… “

Mi basta sentire la sua voce: mi porto le mani alla testa e le stringo forte contro le mie tempie. No, non voglio ricordare, no! Fa male, fa troppo male. Mi agito e sento Mamoru che mi chiama e che mi parla; qualcun altro entra nella stanza e si avvicina al mio letto. Sento qualcosa scorrermi nelle vene; i miei occhi diventano pesanti. Sto per riaddormentarmi.

 

 

Ora ricordo… Dirk ha sparato verso di me e io ho chiuso gli occhi, aspettando che la morte venisse a prendermi per portarmi via. Ho sentito un urlo fortissimo, ho percepito un dolore straziante e poi qualcosa mi è caduto addosso. Ho aperto gli occhi e Zara era lì, con gli abiti impregnati di un sangue rosso fuoco. Lei, che sempre mi è stata vicina, mamma, sorella, amica, l’unica che mi ha aiutato negli ultimi anni; mi ha fatto da scudo, ha dato la sua vita per poter salvare la mia. Mi ha guardato un ultima volta con uno sguardo stanco e rassegnato; poggiata sulle mie ginocchia, ha sorriso tristemente alla mia bambina e, allo stremo delle forze, mi ha parlato.

“ Mi dispiace tesoro. Mi dispiace per tutto. “

Io le ho sorriso tra le lacrime, le ho detto che sarebbe andato tutto bene sebbene nemmeno io ci credessi. Lei ha scosso la testa un’ultima volta poi ha chiuso gli occhi per non riaprirli mai più.

L’ho stretta tra le mie braccia e anche Nicole le ha accarezzato il viso, come se avesse capito che la sua “nonna” non sarebbe mai più tornata.

Non ho gridato il suo nome, non ho fatto nulla. Ho solo alzato il capo per poter guardare Dirk.

Lui stava fissando sua madre, morta tra le mie braccia, e lo scempio combinato in nome di un amore folle e malato. Poi ha posato il suo sguardo sul mio e l’ha visto, ha visto il dolore per una donna, una madre morta per mano del suo stesso figlio. Allora ha preso la pistola e l’ha puntata contro la sua tempia; non ho chiuso gli occhi mentre premeva il grilletto. Ho visto i suoi occhi sbarrati mentre si accasciava a terra; ho nascosto la piccola tra le mie braccia affinché non dovesse assistere a quella scena: io non dimenticherò mai quello che è successo in questo posto, ma voglio che almeno lei possa cancellare tutto questa sofferenza. Dirk è morto, ma nessuno piangerà per lui, nessuno porterà fiori sulla sua tomba o penserà a lui con rimpianto; tutto il mondo adesso saprà che razza di persona fosse, i giornali mangeranno viva la sua memoria. Sentiremo parlare per molto tempo del famoso e bellissimo attore dietro cui si celava uno squilibrato assassino.

L’ultima cosa che mi torna alla mente è il corpo senza vita del mio aguzzino abbandonato per terra, sporcato dal suo stesso sangue e da pezzi di materia cerebrale. Poi, c’è solo il buio nella mia mente.

 

 

Sono di nuovo sveglia e, questa volta, vedo tutto chiaramente. È notte ma Mamoru è ancora qua, dorme su un sedia con il capo appoggiato sul mio letto. Muovo le gambe indolenzite nel modo più delicato possibile, ma lui se ne accorge e si sveglia. Non so dove trovo la forza per sorridergli, quando tutto quello che vorrei è solo piangere e urlare al mondo il mio dolore.

“ Ciao piccola. “

“ Mamo-chan… “ Cerco di tirarmi su, ma le forze mi abbandonano e crollo pesantemente sul cuscino.

“ Stai calma tesoro, non ti agitare. Hai subito un fortissimo shock e per il momento è meglio se rimani sdraiata. “

“ Dov’è la bambina? “ Dov’è la mia piccola, non posso credere di non aver ancora pensato a lei.

“ E’ con i tuoi, l’hanno portata a casa. “

“ Come sta? Oddio, è così piccola… “

“ E’ un po’ agitata ma sta bene. I medici pensano che forse avrà bisogno di uno psicologo per superare il trauma, ma per il momento hanno pensato che fosse meglio non trattenerla in ospedale per evitare di aumentare le sue paure. Adesso deve solo stare tranquilla in un ambiente a lei familiare, deve sentirsi protetta. “

“ Voglio andare a casa, voglio stare con lei. “ Stavolta riesco a mettermi seduta ma lui mi prende delicatamente per le spalle e mi fa stendere per l’ennesima volta. Non so perché ma non riesco ad opporre resistenza: sono stanca, sfinita.

“ Usako, per il momento tu non ti muovi di qui. Hai bisogno di aiuto anche tu. “

“ Ma io… “

“ Non puoi occuparti di lei in questo stato. Passa la notte in ospedale, cerca di calmarti un pochino. Domattina, se tutto andrà bene e sarai abbastanza in forze, i dottori ti dimetteranno e io ti porterò subito da Nicky. “

“ Io non so… “

“ Te lo prometto Usako. “

Vorrei rispondere al suo sorriso così tenero e pieno d’amore, vorrei dirgli che sono felice, sollevata perché il mio incubo è finito, ma le parole mi muoiono in gola. Zara è stata uccisa, non tornerà più a consolarmi quando sarò triste, non cullerà più la mia bambina per farla addormentare. Le lacrime cominciano a scendere dai miei occhi, i pensieri si fondono tra loro dando vita a mille sensazioni dentro al mio cuore: paura, sconcerto, solitudine. Mamoru si avvicina e cerca di abbracciarmi, ma io lo scosto dolcemente: questa è la mia sofferenza e non posso dividerla con nessuno. Voglio Zara, voglio che torni a vivere, che sbuchi da questa porta e mi dica che è stato tutto un bruttissimo sogno. In fondo, ero io a dover morire, non lei.

Mamoru mi guarda preoccupato e dispiaciuto per il mio gesto; gli accarezzo una guancia con fare delicato e poi ricomincio a parlare.

“ Ogni cosa a me vicina muore… “

“ Scusa? “ Alza un sopracciglio e mi fissa quasi sconcertato: credo che abbia capito cosa intendo e, se lo conosco bene, immagino già la sua reazione.

“ Perché le persone che io tocco poi muoiono? “

“ Usako, che stai dicendo? “ Sì, devo dire che lo conosco davvero bene. Sospiro e cerco di aprirgli il mio cuore.

“ Negli ultimi otto anni, da quando ho conosciuto Luna, non ho fatto altro che vedere battaglie, lotte e morti. Non conto più le volte che vi ho persi e poi ritrovati, non ho dimenticato i sacrifici di tutti voi per proteggere me e Chibiusa. Io sono la chiave, la chiave che apre le porte della sofferenza. “

“ Non è affatto vero. Tu stai parlando di qualcosa che esula dalla realtà, da guerrieri combattevamo mostri, droidi, esseri senza cuore o coscienza che non si facevano scrupoli ad attaccare la gente. Hai salvato innumerevoli vite umane dai loro attacchi, non li hai eliminati per puro diletto. Non puoi fare un paragone, qui stiamo parlando di vita reale tesoro. “

“ Non cambia il concetto: è colpa mia se Zara è morta, quel proiettile doveva colpire me. “

“ Non dire sciocchezze. Non hai premuto tu il grilletto ma Dirk, e lui ha già pagato per la sua colpa. Zara ti voleva molto bene e ha voluto proteggerti. Non credo che lei voglia che tu pensi questo: sono sicuro che vorrebbe che tu andassi avanti, che crescessi la tua bambina e che tornassi ad essere felice. “

“ Ma lei non doveva morire. “ Mi sento come una bambina, non riesco a smettere di piangere e poi ho di nuovo sonno, sono sfinita.

“ Nessuno doveva morire, ma purtroppo non è stato così. Io non pretendo che tu dimentichi quel che è successo, anche perché sarebbe impossibile; ti chiedo solo di permetterci di aiutarti a superare questo momento. Ci sono un sacco di persone che ti amano, Usagi, e che vogliono starti vicino. “

“ Lo so, Mamo-chan. “

“ Allora fatti forza e aggrappati a questa tua consapevolezza. E ora dormi: non vorrai mica che Nicole, domani mattina, si spaventi alla vista della sua mamma? “

Gli sorrido tra le lacrime: ha il viso tirato e due occhiaie da guinness dei primati. Ma i suoi occhi cobalto brillano quando si incrociano con i miei: lì dentro vedo la vita scorrere. Ho sempre amato quei due splendidi diamanti e, adesso che li ho ritrovati, mi sento più sicura. Sarà difficile andare avanti e avrò davvero bisogno dell’aiuto di tutti. Dirk mi ha rubato la gioia, la libertà e la voglia di ridere. Ma di una cosa non mi ha privato: della vita.

Osservo Mamoru avvicinarsi alla porta dopo avermi dato un bacio delicato sulla fronte. Quando è ormai quasi fuori lo blocco.

“ Mamoru? “

“ Sì tesoro? “

“ Io sono viva.”

 

 

 

 

 

 

Bene bene… La prossima sarà la volta dell’ultimo capitolo, o meglio l’epilogo. Sarà banale ma lo voglio fare: grazie a tutti coloro che mi hanno recensito, siete veramente troppo buoni!! Me emozionata!!

Sorrido al pensiero di Kar85 che legge questa parte della storia… Scusa nipotina adorata, ma era troppo divertente prenderti in giro via MSN!! Per farmi perdonare ti dedico questo capitolo. Contenta?!

Alla prossima!

 

Vi abbraccio forte forte!

Giu

 

 

 

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Capitolo 9
*** Epilogo ***


Nuova pagina 1

 

 

 

“Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario.

I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada,

 gli angeli chiedono di essere ascoltati... “

                                                                                             -Paulo Coelho –

 

 

 

 

 

 

**************************************

 

 

 

 

 

Sono passati sei mesi da quel maledetto giorno, e ancora non posso dire di essermi ripresa completamente. Non ho mai più nominato quell’uomo, per tutti è diventato lui e, le rare volte in cui se ne parla, viene usato quel soggetto per indicarlo. Nell’ultimo periodo non voglio nemmeno più che entri nei nostri discorsi; a dire il vero, se non fosse per Nicole e Zara, rimuoverei del tutto quei tre anni della mia vita. Ma, nel bene e nel male, devo a lui il fatto di aver conosciuto sua madre e almeno per questo dovrei essergli grata.

Grazie a tanta buona volontà e all’aiuto di tutte le persone che mi circondano, sono riuscita a riprendere gli studi: non è facile perché sono fuori allenamento e devo anche occuparmi della bambina. Fortunatamente dispongo di un numero illimitato di baby-sitter pronti a scattare quando si tratta di occuparsi della loro “principessina”.

Due mesi fa ci siamo trasferite a casa di Mamoru e le cose non potrebbero andare meglio: Nicole ha avuto qualche difficoltà all’inizio, ma non ha impiegato molto tempo ad abituarsi alle coccole e ai vizi del suo “papà”. Mamo-chan è cambiato da quando viviamo tutti insieme: il suo lato ombroso c’è sempre, ma riesce a mascherarlo bene, specialmente in presenza della bambina. A volte mi nascondo dietro l’uscio della cameretta e ascolto divertita le risate argentine che quei due si fanno quando lui lotta per farla andare a dormire. È un'emozione stupenda poter condividere con qualcuno la gioia di crescere un figlio.

Il mio carattere non è tornato ad essere lo stesso di prima e forse non lo sarà mai. Ho imparato di nuovo a ridere e a godere delle piccole cose, ho riallacciato tutti i rapporti ed è ricomparso quell’appetito famelico che avevo quando ero più piccola; ma c’è una zona d’ombra in me, uno spirito pessimista che cerco di reprimere in un angolo, ma che a volte salta fuori. Succede sempre quando sono sola, questa negatività mi soffoca ed io comincio a piangere e ad avere paura. Per fortuna, con il passare del tempo questi momenti si presentano sempre più sporadicamente e spero che finiscano con l’esaurirsi.

In definitiva posso affermare che la mia vita ha ripreso a scorrere quasi normalmente e che i miei giorni trascorrono sereni.

Lui è morto ma, purtroppo, torna spesso a farmi visita di notte: ogni volta sogno quel maledetto proiettile che colpisce me o la mia bambina e allora mi sveglio in preda al panico, sudata e con i capelli appiccicati al viso. Mamoru mi sussurra parole dolci e mi stringe forte a sé, poi insieme andiamo a controllare la piccola nel suo lettino; solo dopo averla baciata e accarezzata mi calmo e posso tornare a dormire. Anche questi incubi si verificano sempre più di rado, tanto che sono riuscita a smettere di dover prendere i sonniferi per prendere sonno.

Penso continuamente a Zara e al periodo di tempo che mi è stato concesso di trascorrere con lei. Quando sono triste o in difficoltà mi basta pensare al suo sorriso materno o alla sua voce rassicurante, e subito mi sento meglio.

Nicole mi chiedeva spesso di lei dopo la sua morte, ma io non sapevo cosa dirle o forse mi mancava il coraggio per spiegarle la situazione. Poi, un giorno, non so perché ma sono riuscita a raccontarle una mezza verità.

 

 

“ Mamma, ma dov’è Zara? “

“ Beh, Nicole, lei adesso è molto lontana…”

“ E perché è lontana? Perché non torna da noi? “

“ Vedi, Zara ha regalato la sua vita agli angeli per permettere alla tua mamma di stare con te e di vederti crescere. “

“ Allora adesso vola in cielo? “

“ Sì tesoro. Ora ha messo le ali… “

 

 

Rabbrividisco. Non so se è per questo ricordo, dolce e straziante allo stesso tempo, o per il freddo. Sono appoggiata alla ringhiera del terrazzo, il mio rifugio solitario dove mi rintano ogni sera prima di coricarmi; da qui posso osservare tutta la città, da qui assaporo la ritrovata libertà.

Ho imparato ad apprezzare la solitudine, ora non la temo più, è diventata quasi un’amica. Potrei passare ore da sola con me stessa perché ci sono un sacco di cose che mi fanno pensare. Ultimamente, poi, c’è una faccenda che occupa la mia mente: io e Mamoru vorremmo dare un fratellino a Nicole, ma io non sono sicura di essere pronta. Mamo-chan dal canto suo, muore dalla voglia anche perché non ha potuto vivere la nascita della sua primogenita.

Alla fine penso che cederò. Se non altro per far star zitta mia madre, che continua a stressarmi con il suo “immenso” desiderio di avere un secondo nipotino, possibilmente maschio. Due forti braccia mi stringono proprio mentre rido come una pazza al pensiero di Ikuko.

“ Usako, se cominci a ridere da sola mi fai preoccupare. “

“ No, scusami. Stavo pensando a mia madre. “

“ Fammi indovinare: stavi riflettendo sul suo “immenso” desiderio di avere un altro nipote? “

Rido di nuovo, stavolta ancor più rumorosamente, tanto devo tapparmi la bocca per il timore di svegliare la bambina. A volte mi stupisco della telepatia che c’è tra me e quest’uomo. Mamoru mi guarda con l’aria di chi non ha capito nulla, ma io non ho voglia di spiegarmi e continuo a sorridere sotto i baffi. Lui se ne accorge e mette su un broncio che lo fa sembrare un bambino capriccioso; lo abbraccio forte e poi lo bacio con tutta la passione che possiedo.

“ Sai una cosa, Usako? “ Mi domanda appena ci stacchiamo.

“ No, cosa? “

“ Dovresti accontentare tua madre, per una volta. “

“ Tu dici? “

“ Sì, io dico di sì. “

Mi fermo un attimo a riflettere e poi decido di buttarmi: sono sicura di quello che sto per affermare, credo di non essere mai stata così motivata.

“ Sai che ti dico, Mamo.chan? “

“ Cosa? “

“ Che probabilmente seguirò il tuo consiglio! “

Gli basta un attimo per realizzare quello che gli ho appena detto: i suoi occhi si illuminano e un sorriso da ebete prende vita nella sua bocca. Mi prende in braccio e comincia a farmi volteggiare come un pazzo in preda alla gioia totale e io mi sento leggera, felice come non ero da molto, molto tempo.

“ Ehi, hai intenzione di farmi venire le nausee prima del tempo?! “

“ No, no, no!! Sono al settimo cielo! “ Urla come un disperato, si affaccia dal terrazzo e ferma un povero passante che, incuriosito o forse spaventato, alza gli occhi e comincia a fissarlo.

“ Lo sa “ – gli grida da quassù – “ avrò un bambino! Un bambino! “ L’uomo sorride e alza il pollice in segno di approvazione. Io non posso credere a quello che sto vedendo: Mamoru, il mio Mamo-chan, sempre posato e serio sta raccontando una cosa del genere ad uno sconosciuto! Dal terrazzo di casa sua!

“ Oddio tesoro, smettila! Sveglierai tutto il vicinato. “

“ Va bene piccola come desideri. E poi io e te ora abbiamo da fare. “

“ Ah sì? E cosa? “ Sono terribilmente maliziosa quando mi ci metto.

“ Vieni in camera da letto che te lo spiego… “

“ Dammi ancora qualche minuto. Ti raggiungo di là. “

“ Ok, ma sbrigati. “ Si esibisce in un elegante baciamano e poi va verso la nostra stanza saltellando come un grillo.

Mi volto ancora una volta verso la mia città; una lieve brezza mi accarezza il viso e mi fa sentire rilassata e in pace con il mondo. Penso al bambino che nascerà e a quanto sarò felice di diventare di nuovo madre; penso a Zara e a quanto sarebbe contenta lei di avere un altro nipotino.

Alzo gli occhi al cielo e affido al vento il mio messaggio, sperando che la mia voce possa raggiungerla:

 

“ Ti voglio bene, Zara. Sii felice, ovunque tu sia… “

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non posso credere che questa storia sia finita… Diciamo che un po’ mi dispiace! ^^

Saro buonista, banale, o semplicemente romantica ma, in ogni caso, non potevo far finire questa fanfic senza un dolcissimo lieto fine. Spero di non aver deluso nessuno e di essere riuscita a regalare a tutti un’emozione, anche se piccola piccola.

Mi auguro di tornare presto con una nuova storia.

Grazie di cuore a tutti!

Vi abbraccio forte forte!

 

Giu

 

 

 

 

 

 

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