Prisoner Island

di MarziaShadowOrchid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Cap 1 ***
Capitolo 3: *** Cap 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 3 ***
Capitolo 5: *** Cap 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Ecco l'introduzione di questa nuova scuola! Buona lettura!

“Fuori il cielo è limpido e a tutti gli ascoltatori di RadioPokè auguriamo una buona mattinata…” la voce del DJ rimbomba dalle cuffiette del  Mp3 fino ad arrivare alle orecchie di un certo corvino di nostra conoscenza.
All’improvviso il volume della radio aumenta al massimo facendo saltare il ragazzo.
“Ash Ketchum ti vuoi muovere?! Siamo in ritardo!” esclamò la ragazza con l’Mp3 in mano.
“Sono diventato sordo! Cavolo Misty! Puoi essere più delicata invece che il solito maschiaccio?!” gli sbraitò il ragazzo.
Lei lo fisso infuriata ma prima che la cosa possa degenerare Brock (che uomo santo!) si mise in mezzo.
“Smettetela di fare i bambini, è ora di andare”
I due annuirono imbarazzati per la figuraccia appena fatta e si incamminarono lungo il corridoio dell’aeroporto.
Guardarono lo schermo all’entrata con su scritti tutti i voli.
“Il volo per Fiore non ha subito nessun ritardo” esclama Brock contento.
“Già per fortuna” Misty tirò un sospiro di sollievo, non gli piacevano gli aeroporti.
“Guardate! Stanno iniziando ad imbarcare, muoviamoci!” esclamò il corvino iniziando a correre.
 
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“Hey fratellino che dici? Dobbiamo imbarcarci qui o all’altra entrata?” chiese una ragazza sistemandosi la borsa da viaggio sulla spalla.
“Come faccio a saperlo io? Sei tu quella che doveva guardare il tabellone!” esclamò il fratello portandosi una mano sulla fronte, sua sorella gli faceva venire il mal di testa ogni volta che apriva bocca.
“Ah sì?! Non lo sapevo… Meglio chiedere a qualcuno” e incominciò a scrutare le persone intorno a lei.
Individuò un ragazzo con una folta chioma verde e un borsone da viaggio grigio.
Ecco il solito punck. Pensò avvicinandosi al ragazzo.
“Scusa, sapresti dirmi se questo è l’imbarco per l’aereo che porta a Fiore?”
Il ragazzo si voltò e alla vista dei due occhi smeraldo che sfoggiava, la ragazza, si ammutolì e spalancò gli occhi stupefatta.
Non aveva mai visto un colore così bello.
“State andando a Fiore?” chiese il ragazzo rivolgendosi a lei con un sorriso gentile.
“Sì, io sono Vera e lui è il mio fratellino Max, per caso stai andando anche tu a Fiore?” rispose Vera riprendendosi dallo stato di coma.
“Sì, io sono Drew…allora ci andiamo insieme?”
Il cuore di Vera iniziò a battere molto velocemente.
“Con molto piacere!”
Si sono dimenticati di me? Si domandò Max osservando i due ragazzi incamminarsi tranquillamente verso l’imbarco.
 
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Gary diede un ultima occhiata alla sua immagine riflessa nello specchio dell’aeroporto.
Occhiali da sole scuri, polo nera, jeans lunghi, solita collana verde e gialla al collo…si sistemò un ciuffo di capelli marroni chiaro e uscì dal bagno.
Molte ragazze si girarono a guardarlo mentre camminava per i corridoi dell’aeroporto con un borsone beige sulla spalla.
Guardò il suo biglietto per Fiore, gli avevano proposto di fare il modello per una rivista di moda e lui aveva accettato.
Ma la cosa non gli interessava molto, lo faceva solo per soldi, gli sarebbe piaciuto sfidare qualche rivale forte nella nuova regione.
Hey ma quello è il perdente!
Pensò osservando un ragazzo dai capelli scuri che faceva passare le sue sfere pokè sotto il metal detector.
Gli farò una bella sorpresa!
 
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Un uomo in giacca e cravatta cammina spedito verso l’imbarco dell’aereo stringendo tra le mani la sua valigetta da lavoro nera.
Ma ad un tratto gli suonò il cellulare.
“Pronto?”
-Ah Tracey! Mi sono dimenticato di dirti che anche mio nipote prenderà quel aereo e ti auguro buona fortuna per l’affare, mi raccomando se cercano ancora di abbassare il prezzo usa il metodo che ti ho insegnato io-
“Certo professor Oak non si preoccupi, porterò il nuovo pokedex nella regione di Fiore!”
-Che grinta! Conto su di te! A presto!-
“A presto!” e chiuse la telefonata.
Guardò lo schermo del cellulare che lo avvertiva dell’arrivo di un nuovo messaggio.
-Da Daisy
Amore ti auguro buon viaggio!
Ho scoperto che mia sorella è sul tuo stesso aereo, ti do il permesso di sgridarla! ^-^
Baci, Bacini, Bacioni!
La tua Daisy-
Quanta gente su questo aereo!
Infilò il telefono in tasca e passo veloce sotto il metal detector.
 
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“Sa che lei emana una aura potente?” rivelò un ragazzo dai capelli biondo platino tenuti fermi in una fascia viola.
“Ah…emh…ok, mi dispiace signor Angelo, ma il suo volo non può essere cambiato”
 L’assistente alla reception dell’aeroporto si scusò.
“Mi può dire perché vuole cambiare volo?” chiese un po’ titubante.
La persona che aveva davanti non era sicuramente normale.
“Sento un aura negativa provenire da quel aereo…” rispose terribilmente serio.
“Mi dispiace, ma non ci sono altri voli…”
“Capisco…cercherò di ignorare quella forza oscura, arrivederci” si allontanò improvvisamente spensierato con il suo borsone viola a tracolla.
 
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“Lucinda potresti aspettare qua un attimo? Vado a comprare una cosa al bar” chiese un ragazzo da capelli marroni un po’ sbarazzini ad una ragazza dalla lunga chioma blu.
“Certo, ti aspetto qua Kenny” e salutò il ragazzo che si allontanava.
Iniziò a osservare la vetrina di un negozio dentro il grande edificio dell’aeroporto.
“Attenta!!” un manichino pende minaccioso verso di lei, gli sta per cadere addosso! Ma si blocca a mezz’aria.
Un ragazzo dai capelli viola e uno sguardo di ghiaccio tira un calcio al manichino che invece di cadere addosso alla ragazza distratta, cade dalla parte opposta con un tonfo sordo.
Lucinda guarda il suo salvatore.
“Grazie” ma il ragazzo non dice niente, gli lancia un ultimo sguardo raggelante prima di scomparire tra una folla di persone.
Chi era quello?
“Scusami cara! Per sbaglio ho urtato il manichino e l’ho fatto cadere”  si scusò una signora.
“Oh no! Non si preoccupi, non è stata colpa sua” la ragazza fece un sorriso gentile alla signora che gli strinse la guancia e se ne andò.
Lucinda si toccò la guancia indolenzita.
La sua mente ritornava sullo sguardo di quel ragazzo, un brivido gelido gli salì sulla spina dorsale.
Ha uno sguardo proprio raggelante…
“Lucinda! Ho comprato un pacchetto dei tuoi sneack preferiti, sai il viaggio è lungo” Kenny arrivò davanti a Lucinda e gli mise il pacchetto in mano.
“Wow! Grazie Kenny!” esclamò Lucinda felice del gesto gentile dell’amico.
“Di niente, adesso è meglio andare” rispose Kenny cercando di nascondere il rossore.
 
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“Mh…”
Certo il cioccolato rappresenta l’essenza della passione…ma anche la fragola è molto travolgente…per non parlare del caramello che ti avvolge con il suo gusto dolce e appiccicoso…
“Ehm…”
Ma dall’altra parte abbiamo la menta che con il suo gusto fresco ti rinfresca tantissimo…visto che non siamo in estate direi di non scegliere la menta…Wow! C’è pure la nocciola che ricorda il bosco d’autunno e…
“Adesso basta signorina! Si vuole decidere che gusto vuole?!”
Sbraitò un gelataio esausto.
La donna spostò i capelli biondi da davanti gli occhi.
“Credo che non prenderò niente, sono in ritardo! A presto!” esclamò Camilla allontanandosi felice verso l’imbarco dell’aeroporto.
Si fermò di colpo dopo aver visto una persona.
Ma quello è Rocco! Deve aver ricevuto anche lui l’invito per la festa dei campioni a Fiore!
 
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“Quest’aereo si vuole decidere a partire?! È da troppo che aspetto?! Dovrò fare una multa ai piloti di quest’aereo!” Barry alza le mani al cielo esasperato.
Era arrivato troppo presto, aveva obbligato le assistenti di volo a farlo salire quando non erano ancora arrivati i piloti.
Man mano l’aereo iniziava a riempirsi.
Era arrabbiato per il posto che gli avevano dato.
Terza fila! Dico io! Terza fila! La prima fila era già stata assegnata ad altre persone!
Passarono altri dieci minuti e vide passare tante persone che cercavano il loro posto, vide i suoi amici d’infanzia Kenny e Lucinda, si alzò per salutarli ma di fianco a lui si sedette una ragazza. Con un caschetto nero fermato da una fascia rossa e addosso un chimono verde con disegnato sopra delle foglie.
“Buongiorno, sono Erika” salutò la ragazza che non doveva avere più di vent’anni.
La ragazza fece un sorriso gentile che fece rilassare Barry.
“Piacere io sono Barry!!”urlò forse un po’ troppo ad alta voce.
Infatti un assistente di volo si avvicinò.
“Mi scusi signore potrebbe abbassare un po’ il tono di voce?”
“Mi scusi” rispose Barry imbarazzato.
Passarono altri venti minuti e l’aereo non partiva ancora.
-Signori e signore ci scusiamo per il ritardo ma stiamo aspettando il passeggero chiamato Cetra Soul, vi chiediamo di pazientare ancora qualche minuto, ci scusiamo ancora per il disturbo.-
Annunciò la voce meccanica dall’auto parlante.
 
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“Grazie Mamma ma adesso devo proprio andare sono in ritardo per il volo!” esclamò Cetra cercando di scappare alle grinfie della madre.
“Hey piccola mia sta attenta ai ragazzi!” si raccomandò il padre.
“Non ti preoccupare papi, starò attenta!” esclamò Cetra stringendo il pugno decisa.
“Questa sì che è mia figlia! Adesso vai!” esclamò il padre di Cetra tenendosi la grossa pancia per il troppo ridere.
“A presto!” la ragazza salutò e iniziò a correre.
Passò tutti i controlli più veloce di un fulmine e salì la scaletta a balzi di tre.
Appena entrò in aereo venne accolta da un applauso generale.
Sorrise imbarazzata e controllò il biglietto per vedere dove era seduta.
Arrivò al suo posto, un ragazzo era già seduto.
Porta le cuffiette bianche nelle orecchie, i capelli rossi che scendono fluidi sulle spalle e il suo zaino nero appoggiato vicino ai piedi.
Il suo sguardo è distante nonostante fissi il finestrino del veicolo.
“Ciao!” esclamò lei con un grande sorriso.
 
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Silver era estremamente irritato quel giorno.
Odiava gli aeroporti e gli aerei,non gli piaceva trovarsi chiuso in una scatola di ferra a centinaia di metri d’altezza.
Il senso di vuoto gli dava fastidio, così decise di stare tutto il tempo del volo ad ascoltare musica ma…
“Ciao!”
Quella parola riuscì a passare sotto le cuffiette e a mescolarsi con il suono della musica fino a riuscire a scansare le note della canzone ed arrivare direttamente al destinatario.
Quella parola risuonò come una nota dolce e perfetta molto meglio della musica che stava ascoltando.
Si voltò e trovò una bambina.
Allora continuò a guardasi intorno per scoprire chi aveva veramente detto quel ciao.
“Hey! Ciao!” Allora era stata quella bambina a parlare!
Silver l’osservò meglio e si accorse che non era una bambina ma una ragazza e per giunta molto graziosa.
Non rispose e continuò ad ascoltare la musica.
“Come ti chiami?” quella ragazza era di sicuro un osso duro.
Prima che Silver potesse rispondergli l’assistente di volò annunciò che stavano per partire.
 
-Signore e signori a nome della PidgeyAirLins vi auguro un buon volo e spero che il viaggio sia di vostro gradimento!
  

ANGOLO AUTORE
Per chi non lo sapesse Angelo è il capopalestra di tipo spettro di Jotho.
Allora? Come vi sembra come introduzione? Dovrei andare avanti?
Spero che vi piaccia ^.^
Saluti, MarziaShadowOrchid

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Capitolo 2
*** Cap 1 ***


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Lucinda si chiedeva come cavolo era finita in quella situazione!
Aveva il suo amico Kenny seduto da una parte e l’inquietante ragazzo che l’aveva salvata dal manichino dall’altra, mentre lei era finita in mezzo.
Tra i due ragazzi era già iniziato a scorrere cattivo sangue.
Kenny lanciava ogni tanto delle occhiate minacciose all’altro ragazzo che si era beatamente addormentato ignorando completamente Kenny.
La ragazza osservò per un attimo il tipo dai capelli viola.
Sembra proprio un bambino quando dorme.
Una targhetta bianca attira la sua attenzione, sullo zaino del ragazzo c’è riportata una targhetta con solo il nome del proprietario e un numero di telefono.
-Paul-
 
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Rocco cercava in tutti modi di scappare dalla donna che gli era seduta accanto.
Con tutti i posti di quest’aereo dovevo capitare proprio vicino a Camilla?
Rocco conosceva Camilla da molto tempo, molto prima che i due diventassero campioni, Rocco di Hoenn e Camilla di Sinnoh.
I due giocavano insieme quando erano piccoli.
Ma in questo momento Rocco avrebbe voluto essere finiti di fianco ad uno sconosciuto piuttosto che vicino alla sua amica d’infanzia Camilla.
“…non capisco perché non riesco a trovare un fidanzato…mia nonna dice perché gli uomini hanno paura delle donne forti e indipendenti, per me è un assurdità! È da quando sono diventata campionessa che non ho più un rapporto con un uomo!” esclamò Camilla continuandosi a muovere sul sedile.
Per sfortuna di Rocco, Camilla, stava avendo proprio in quel momento una crisi isterica causata dalla mancanza di uomini nella sua vita.
Rocco guardò rassegnato fuori dal finestrino, ignorando le chiacchiere di Camilla, e iniziò a sperare che quel volo finisse presto.
 
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Silver non era messo meglio di Rocco, l’unica differenza era che Cetra stava raccontando una serie di episodi divertenti dei suoi zii che abitavano a Fiore.
Non sapeva neanche lui come era finita a parlare di quest’argomento.
Si erano presentati, lui aveva detto solo il suo nome e poi non aveva più aperto bocca poichè non ce n’era bisogno, Cetra bastava per tutti e due.
La ragazza parlava ininterrottamente da 45 minuti e lui doveva solo annuire ogni tanto.
Silver osservò Cetra che stava parlando di un certo “zio Tony” mentre con le braccia cercava di imitare la sua pancia, Silver socchiuse leggermente gli occhi e alzò un angolo della bocca in un movimento appena accennato, sfoggiando un debole sorriso che non sfuggì agli occhi di Cetra.
“Hai appena sorriso!!” esclamò saltellando sul sedile.
“No che non ho sorriso!” rispose Silver girandosi verso il finestrino.
“Io ti dico di sì! L’ho visto!” Cetra si avvicinò guardando con occhi da sfida Silver.
“E io ti dico di no!” rispose il ragazzo di rimando dando un colpetto sulla fronte di Cetra che gli fece la linguaccia.
 
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“Waa!! Che fortuna!! Sono capitata vicino al ragazzo più carino di tutto l’aereo!!” esclamò una ragazza dai capelli corallo prendendo sotto braccio un ragazzo biondo suo vicino di posto.
“E per giunta! È pure il capopalestra di Arenipoli! Corrado sei fighissimo!” esclamò Ursola sfoggiando due occhi a cuore.
“E…sì…ehm…” balbettò qualcosa lui cercando di sfuggire alla presa di Ursola.
Dopo un po’ di tentativi riuscì a liberarsi “grazie”rispose imbarazzato.
Ursola iniziò a sistemarsi le unghie, spargendo con il pennellino lo smalto.
“Sento che diventeremo ottimi amici!” esclamò Ursola facendo uno sguardo malizioso.
“Io invece credo di no, anche perché rischierei la galera…” rispose Corrado tornando a leggere il libro che aveva in mano.
 
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Barry ed Erika stavano parlando tranquillamente, Barry si rese conto che era molto piacevole parlare con questa ragazza, ha una capacità innata di tranquillizzare le persone.
Era riuscita a non far sbraitare Barry per 45 minuti di viaggio.
“Mi scusi…” Erika chiamò un assistente di volo.
“Si desidera?” chiese la donna.
“Mi porterebbe un the alla Vitalerba con spicchi di Baccalemon?” chiese Erika gentilmente.
Vitalerba con spicchi di baccalemon? Mai sentito un the più complesso…
Pensò Barry guardando l’espressione smarrita dell’assistente di volo.
“Mi dispiace ma non ce l’abbiamo, posso portarle altro?”
“Oh…allora mi porti un bicchiere di acqua calda”
L’assistente di volo tornò con il bicchiere di acqua calda ed Erika estrasse dalla manica del kimono un sacchetto con dentro una polverina verde, la versò nel bicchiere e la mescolò lentamente finche l’acqua non divenne di un colore verde intenso.
Poi delicatamente iniziò a sorseggiare il the “Vedi Barry questo è il rituale del the del pomeriggio, poi c’è quello della mattina e quello della sera, sono di vitale importanza per me, se no non sarei così tranquilla, prova ad assaggiarlo” Erika porse la tazza al ragazzo sorridendo gentile.
“Ok!” Barry prese il bicchiere e mandò giù un abbondante sorso.
Se ne pentì subito, il the era terribilmente amaro.
Tirò fuori la lingua schifato “è amarissimo!!”
“Ahahahah è proprio questa la sua caratteristica!” ridacchiò Erika riprendendosi il bicchiere.
 
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“Stiamo andato a Fiore da dei nostri parenti, che ci hanno proposto una piccola vacanza… Dicono che lì c’è una città chiamata VillaEstate dove puoi stare tutto il giorno in spiaggia a rilassarti! Non vedo l’ora!” esclamò Vera pensando sognante una bella bibita ghiacciata sorseggiata su una spiaggia dalla sabbia bianca.
“Sembra proprio un bel posto! Io invece ci sto andato per visitare i numerosi luoghi sconosciuti di quella regione e fargli qualche foto” rispose Drew abbassandosi per raccogliere la rivista che stava sfogliando.
Purtroppo con un gesto poco attento si tirò su e fece cadere il bicchiere d’acqua sul tavolino addosso a Vera.
“O cavolo!” esclamò Vera osservando la sua maglietta fradici.
“Mi dispiace! Ho combinato un disastro, aspetto che ti aiuto…” Drew prese un fazzolettino e iniziò a pulire la maglietta di Vera.
Vera osservò imbarazzata Drew che era molto vicino al suo viso, le sua mano gli accarezzava la pancia con un fazzoletto e lei sentiva una sensazione calda salirgli su tutto il corpo.
“Ecco fatto, ti chiedo ancora scusa! Dovevo stare più attento…” si scusò Drew dispiaciuto.
“Non fa niente, davvero, incominciava a fare caldo in quest’aereo” Vera sorrise gentile, quel ragazzo gli stava molto simpatico.
E per una volta non era stata lei a combinare un pasticcio.
 
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Max stava parlando animatamente con l’uomo seduto dietro di lui.
Parlavano della nuova tecnologia e l’uomo gli raccontava tutta la sua tesi e il suo lavoro insieme ad un certo professor Oak, di come insieme avevano creato il nuovo e rivoluzionario pokedex.
Max ascoltava questi discorsi affascinato, quell’uomo, Tracey, gli stava molto simpatico.
Grazie a lui non si era annoiato neanche una volta, visto che sua sorella lo ignorava completamente e continuava a chiacchierare con il ragazzo appena conosciuto.
Max si sedette bene al suo posto e tirò fuori dallo zaino un libro, prima di aprire la prima pagina si incantò un attimo a guardare le nuvole bianche fuori dal finestrino.
Non vedo l’ora di arrivare a Fiore.
 
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“Sai che io dovrei essere morto già da un pezzo?” domandò un ragazzo dai capelli biondo platino al suo vicino di posto.
“Cosa?” rispose lui stupito.
“Sì, due anni fa sono rimasto coinvolto in un incendio e le fiamme mi avevano ormai inghiottito da un pezzo ma un Gastly mi salvò, ma in cambio dovetti rinunciare alla mia anima, cose che capitano!” il ragazzo sorrise come se fosse la cosa più naturale dell’intero mondo.
Che tipo strano… Pensò N “Wow che storia interessante!” Ma anche curioso.
“Prevedo che noi due diventeremo ottimi amici! Io sono Angelo seguace dei pokèmon spettro e analizzatore di aure!” si presentò Angelo.
“Piacere N, principe del team Plasma e perenne bambino con un infanzia difficile!”
I due ragazzi si strinsero la mano.
L’inizio di una strana amicizia.
Un principe e un medium.
 
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No, non può essere qui! non può essere vero! Non è assolutamente possibile che con tutti gli aerei dell’aeroporto lui sia finito proprio sul mio stesso aereo!
E per giunta nel sedile davanti al mio!
White continuava a guardare le lunghe ciocche di capelli verde pastello che sbucavano dal sedile davanti al suo, solo una persona poteva avere quel assurdo colore di capelli: N.
Non poteva assolutamente essere vero che il suo rivale di Unima fosse seduto proprio davanti a lei!
La ragazza notò che la persona seduta davanti a lei si stava girando, N diede un occhiata veloce a White e gli strizzò l’occhio.
White arrossì e si girò a osservare la sua vicina di posto.
Quanto avrebbe voluto dormire tranquillamente come stava facendo lei.
Porta gli occhiali da sole calati sugli occhi e i capelli rossi sbarazzini sparano da una parte all’altra dando così l’impressione della cattiva ragazza.
White sospirò, quel viaggio era appena iniziato.
 
£& Quinta fila sinistra 2 posti &£
 
Adolescenti! Mi hanno completamente ignorato! Sia Misty che Gary!
Non c’è più rispetto per le persone più anziane…
Mi vedo già seduto sotto una veranda mentre sorseggio una tazza di the e vedo i miei nipotini giocare e le stagioni passare ininterrottamente… no! Non devo dire queste cose!
Ho solo 21 anni! Ho ancora tutta la vita davanti! Ho una moglie e un bel lavoro.

Cosa posso volere di più?
O no! Sono stato attaccato da una crisi di mezza età!
Pensò afflitto Tracey.
 
£& Sesta fila destra e sinistra 3 posti &£
 
Misty stringeva con tutta la forza che aveva nella mani i braccioli del sedile.
Stava sudando freddo e sentiva che avrebbe vomitato molto presto.
L’aereo non lo poteva proprio sopportare.
“Va meglio, Misty?” chiese Brock guardando preoccupato l’amica.
“No, va sempre peggio…” sussurrò, ormai era pallida come un lenzuolo.
Brock bagnò un fazzolettino in un bicchier d’acqua e lo mise sulla fronte sudata di Misty.
“Tieni questo, ti darà sollievo”
“mh…grazie…” sussurrò esausta.
“AHAHA! Il mitico Gary che ha trovato un posto in ultima fila! Non ti poteva andare peggio!” esclamò Ash puntando un dito contro Gary seduto di fianco a loro dall’altra parte del corridoio.
“Ti ricordo che anche tu sei in ultima fila! Caro il mio amico sfigato!” rispose di rimando Gary ghignando.
“E adesso è per colpa tua che la tua amica pel di carota sta male!” gli rispose Gary sperando di far arrabbiare Misty.
Infatti lei si tirò su dritta guardando Ash con due occhi assassini.
“Ha ragione…è tutta colpa tua Ketchum se sto male! Non potevi prenotare dei posti migliori?! Qua dietro si balla tantissimo!” esclamò ormai entrata in iper ventilazione.
“Mica è colpa mia! Io non ci capisco un H di computer!” cercò di difendersi Ash terrorizzato dall’espressione arrabbiata di Misty.
“Ihihihih Ketchum la tua faccia fa morire dal ridere!” ridacchiò Gary in lacrime dal troppo ridere, gli piaceva vederlo in difficoltà.
Mentre Brock ventilava Misty con una rivista facendo dei segni di rassegnazione con il capo.
Non cresceranno mai.
 
£& Cabina di pilotaggio &£
 
“C’è qualcosa che non va…” constatò un uomo guardando dei numeri sugli schermi.
“Mh? Che cosa succede?” domandò il collega osservando anche lui i dati.
“Guarda qua…i parametri sono scesi improvvisamente, come se fossimo entrati in un campo magnetico…”
“La faccenda sembra pericolosa, dovremmo avvertire i passeggeri?”
“No, non facciamoli spaventare inutilmente, continuiamo senza interruzioni”
“ok, ma…che cos’è quello?!?!” urlò l’aiuto pilota spalancando gli occhi.
Una forte luce accecò i due piloti e si infilò nella cabina di pilotaggio.
L’aereo iniziò a sbattere da tutte le parti vibrando minaccioso.
“Merda! I comandi non vanno più!” sbraitò il pilota tirando un pugno allo schermo distrutto.
“Avvertiamo la base radio!! Presto!!”
L’uomo prese la radio dell’aereo “Mei dei mei dei roger roger mi sentite? Qui è il volo A3 diretto a Fiore! Abbiamo un problema! Tutti i comandi non rispondono, non possiamo usare l’energia di riserva, i motori si stanno spegnendo! Siamo alle cordinateee…” la radio esplose in mano al copilota che si bruciò tutta la faccia.
“Dobbiamo avvertire i passeggeri!!”
Un’altra scossa fece traballare il veicolo che piombò nel buio più completo.
I passeggeri erano immersi in un buio profondo, si intravedeva solo qualche spiraglio di luce.
“Signori mantenete la calma! Mettete i giubbotti di salvataggio sotto la vostra poltrona!” avvertì un assistente di volo in piedi in mezzo al corridoio.
L’aereo iniziò la sua breve discesa.
Le lamiere del veicolo iniziarono ad inclinarsi a causa della velocità della caduta e il muso dell’aereo era diretto verso il suolo.
Una luce abbagliante acceccò i piloti per la seconda volta.
“Cosa sta succedendo?! Non vedo niente! Sembra che l’aereo stia rallentando la sua discesa…”
“sì ma di poco siamo lo stesso in pericolo! Quella luce mi sembrava provenire da un pokèmon…però non sono riuscito a distinguerlo bene…”
L’aereo continuò la sua discesa senza fermarsi, a causa delle innumerevoli scosse i pezzi di lamiera iniziarono a staccarsi.
Le prime file e la cabina di pilotaggio erano i posti che correvano più pericoli.
Infatti l’aereo si stava schiantando al suolo di muso.
“AAAAAHHHHHHH!!”
SBANG!!
Il volo era finito, il viaggio terminato e il buio aveva avvolto i passeggeri.


ANGOLO AUTORE
Hehehehe! è da tanto che non aggiorno!
Chiedo scusa! Sopratutto a sayan97 che mi ha stressata tutti i giorni! ^-^
I nostri amici si sono schiantati su un isola misteriosa!
Che cosa accadrà?
A presto!
Saluti, MarziaShadowOrchid
 

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Capitolo 3
*** Cap 2 ***


“AAAAAHHHHHHH!!”
SBANG!!
Il volo era finito, il viaggio terminato e il buio aveva avvolto i passeggi.
 
“Ash!! Ash!!! ASH!! Svegliati ti prego…” implorò la rossa disperata.
Il corvino aprì cautamente gli occhi, sentiva la testa pesante a causa del colpo dello schianto e la schiena era tutta indolenzita.
“Che è successo?” chiese guardandosi intorno, la prima cosa che vide fu il viso rigato dalle lacrime di Misty.
“Misty? Stai piangendo!?” chiese sorpreso, non aveva mai visto la sua amica piangere e adesso vedeva chiaramente le lacrime rigargli il volto sporco a causa del polverone che si era alzato durante lo schianto.
“Ma che dici scemo! Non sto mica piangendo!”
“Mi sembrava…Hey! Ma dove siamo finiti?! E dove sono Brock e Gary?!” chiese Ash preoccupato alzandosi dal sedile storto.
“Non preoccuparti! Brock è andato a dare una mano agli altri, Gary è svenuto l’abbiamo portato fuori e io ho aspettato che ti riprendessi” gli spiegò Misty porgendo un fazzoletto ad Ash per pulire le faccia fuligginosa.
“Andiamo a dare una mano anche noi!”
“Sì” acconsentì Misty.
 
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“Resisti Lucinda!! Adesso ti tirerò fuori da lì!” urlò disperato Kenny cercando di liberare Lucinda intrappolata sotto un pezzo gigantesco di lamiera.
Kenny strinse i denti e spinse con tutta la forza che aveva in corpo per liberare Lucinda, che giaceva a terra svenuta.
“Vuoi una mano?” gli chiese il ragazzo dai capelli viola seduto vicino a loro sull’aereo.
Il ragazzo ha tutti i vestiti strappati e sotto l’occhio ha un lungo taglio che sanguina ancora. Kenny ci pensò qualche secondo poi lo invitò ad aiutarlo con un cenno del capo.
Non mi sta molto simpatico…ma devo salvare Lucinda e lui mi può dare una mano.
I ragazzi iniziarono a spingere, la lamiera traballò ma non riuscirono ancora ad alzarla.
“Aspettate vi aiuto io!” esclamò un ragazzo di colore aiutandoli.
I tre ragazzi riuscirono a librare il corpo di Lucinda da sotto le lamiere.
I tre ragazzi rimasero sorpresi e inorriditi, tutto il corpo della ragazza era ricoperto di sangue e l’odore metallico arrivò fin alle loro narici.
Un gigantesco squarcio tagliava a metà l’addome della ragazza.
“Lu-lucinda…” balbettò Kenny.
Brock si avvicinò al corpo di Lucinda e lo esaminò, poi gli prese un polso per sentire il battito.
“è ancora viva! Però sembra che la lamiera gli abbia trafitto tutto il corpo, dobbiamo portarla in un luogo riparato!” Brock la prese in braccio avvolgendo il copro in una giacca per fermare l’emoraggia.
“Sì ma dov’è un posto riparato?” chiese Paul volgendo lo sguardo dietro di loro.
C’era sabbia ricoperta dei resti dell’aereo e da dei tronchi d’albero bianchi, piante tropicali tutte intrecciate e se spostavi lo sguardo sul lato destro della spiaggia si innalzava una minaccioso scogliera appuntita.
Kenny corse verso la foresta e stese la sua giacca “Gli sembra protetto, stendila qua!” esclamò Kenny agitato.
“Sarebbe meglio non farla appoggiare sul suolo ma è l’unica alternativa che abbiamo!” Brock stese la ragazza stando ben attento ad avvolgerla stretta.
“Occupatene tu! Vado a cercare qualcuno che sappia qualcosa di medicina!”
“Certo…” Kenny fece appoggiare la testa della ragazza sulle sua gambe.
Ma perché è successo tutto questo a noi?!
 
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“Qualcuno sa qualcosa di farmaceutica?!” urlò Brock alla spiaggia ove erano sparsi i resti dell’aereo e tutti i superstiti rimasti.
“Io sì!” una donna in kimono alzò una mano mentre con l’altra stava fasciando la gamba di un una ragazza dai capelli corallo.
“Sono Erika e sono laureata in farmaceutica, ha bisogno di un aiuto?” gli chiese con tono tranquillo nonostante la situazione in cui si trovavano tutti.
Brock ammirò molto quella donna così calma e controllata.
“Piacere io sono Brock ! studio medicina e ho bisogno di un suo aiuto c’è una ragazza con uno squarcio sull’addome!” esclamò Brok asciugandosi con una mano il sudore, quel posto era molto umido.
“Ok andiamo!”
 
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“Ouch…che botta!” esclamò Barry aprendo piano gli occhi.
Si stupì nel vedere il viso di una ragazza molto vicino al suo.
“Hey! Ma che...” esclamò sorpreso.
“Stai fermo!” gli ordinò la ragazza fasciandogli rudemente il braccio.
Barry sentiva un dolore fastidioso venire dal braccio e la stretta fasciatura non migliorava certo le cose.
La ragazza continuava il suo lavoro mantenendo un espressione fredda e tranquilla, i suoi occhi marroni erano incorniciati da dei ciuffi di capelli rossi che sparavano da tutte le parti scomposti, i vestiti erano rovinati e sporchi di sangue in certi punti.
La ragazza finito il lavoro si asciugò una gocciolina di sudore e si mise gli occhiali da sole “Così dovrebbe andare bene…” e si alzò per incamminarsi da un'altra parte.
“Hey aspetta! Dove vai?!” gli chiese Barry alzandosi traballando un pochino.
“Una ragazza dai capelli neri mi aveva chiesto se potevo occuparmi di te e io l’ho fatto, adesso vado in esplorazione per capire in che cavolo di posto siamo finiti” rispose incamminandosi verso la foresta.
“Aspetta almeno dimmi come ti chiami! Ti vorrei ringraziare!”
“Mi chiama Zoey” rispose tranquilla lei voltandosi appena.
“Ok, grazie di tutto Zoey! Aspetta! Anche la tua spalla sembra sanguinare!” esclamò agitato Barry guardando la maglietta rossa.
“Me ne occuperò dopo” detto questo si incamminò.
“Hey aspettami! Voglio venire anch’io” Barry raggiunse Zoey.
 
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Camilla guardò terrorizzata la sua coscia.
Strinse la cintura di sicurezza forte tre i denti mentre con le mani si avvicinava ai grossi pezzi di vetro che gli trafiggevano la carne della gamba da parte a parte.
Rocco era seduto nel sedile di fianco al suo, non aveva ripreso ancora conoscenza.
Lacrime di dolore iniziarono a rigargli il viso.
Afferrò con la mano il primo pezzo di vetro e lanciò un grido di dolore quando lo estrasse.
Fissò terrorizzata il pezzo di vetro gocciolante del suo sangue e lo lanciò sul pavimento ormai bucato dell’aereo.
Andò avanti così per altri dolorosi venti minuti gridando di dolore per ogni pezzo estratto.
Sentiva che ormai le forze la stavano abbandonando.
Quando due ragazzi la tirarono fuori dall’aereo e gli medicarono la ferita come potevano.
“Come vi chiamate?” chiese Camilla in un sussurrò con le poche forze che gli rimanevano.
“Io mi chiama Ash e lei è Misty, adesso stia tranquilla e si riposi…” gli rispose il ragazzo.
“Grazie…”
 
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“Sorellina svegliati! Ti prego svegliati!” Urlò Max strattonando Vera.
L’aereo stava perdendo molto carburante e sarebbe bastata anche solo una scintilla per far esplodere tutto.
“Non si è ancora svegliata?” chiese Drew guardando preoccupato Vera.
“No, pare che abbia preso un grosso colpo alla testa, dobbiamo portarla via da qui! l’aero può esplodere da un momento all’altro!” esclamò agitato Max.
Drew fisso per un attimo la ragazza svenuta, i suoi vestiti erano distrutti come quelli di tutti gli altri e un rivolo rosso di sangue passava sopra la palpebra chiusa e andava ad accarezzare la guancia rossa.
“Ci penso io” Drew sollevò la ragazza tra le braccia e la portò fuori da quel inferno di metallo.
Max ringraziò mentalmente quel ragazzo che in quel preciso momento aveva salvato la vita a sua sorella.
Drew posò la ragazza sulla sabbia e gli prese una mano che tremava nel sonno
“Adesso ci sono qua io…”


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“Ha bisogno di una mano?” chiese Tracey ad una ragazza dalla lunga chioma marrone.
Lei si tirò su dal pavimento dell’aereo e fece un cenno di diniego con il capo.
“Io ce la faccio ma questo ragazzo…non riesco ad alzarlo” spiegò White indicando N che aveva subito un grosso taglio sul viso.
Il sangue colava da un grosso taglio che partiva dal centro della fronte per poi scendere sul naso ed arrivare alla guancia mentre il ragazzo giaceva sul sedile privo di conoscenza.
“è una ferita molto grave! Meglio portarlo fuori! A momenti quest’aereo esploderà!” spiegò Tracey alzando il ragazzo e trascinandolo fuori con l’aiuto di White.
Poggiarono il ragazzo sulla spiaggia di fianco ad altre persone ferite.
White iniziò a pulire la ferita e vide che il taglio era molto profondo.
“Se la caverà?” chiese preoccupata a Tracey.
Certo era il suo rivale ma gli dispiaceva lo stesso vederlo in quelle condizioni.
“Credo di sì…ma il viso rimarrà sfregiato…la cicatrice potrebbe essere rimossa con un intervento di chirurgia estetica ma nelle condizioni in cui siamo ora dovrà tenerla per un po’…”  rispose Tracey bagnando uno straccio con l’acqua di una bottiglietta.
White abbassò lo sguardo e si soffermo nuovamente sul viso di N.
Un viso così bello rovinato per sempre…
 
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“Smettila mamma! non voglio svegliami! È ancora presto…” esclamò Cetra rannicchiandosi sul pavimento.
Ma come può essere così scema?!
Pensò Silver scuotendo nuovamente Cetra per svegliarla.
La loro situazione non era certo delle migliori.
Erano incastrati sotto un mucchio di pezzi di sedile e vari materiali dell’aereo.
Cetra aprì piano gli occhi e cercò di tirarsi in piedi con un balzo ma, visto lo spazio ristretto in cui erano intrappolati, sbatte la testa e si risedette.
“Ahi!!! Da qui non si esce!” esclamò massaggiandosi la testa.
“Grazie…fin qui c’ero arrivato anch’io!” rispose sarcastico Silver.
“Dobbiamo trovare un uscita!” I due ragazzi si misero a pensare.
“Incomincia a fare un po’ caldino qua sotto!” Cetra si slacciò un bottone della camicia.
“O no… non dirmi che sta andando a fuoco! L’aereo sta andando a fuoco! Dobbiamo uscire immediatamente da qua se non vogliamo venire bruciati vivi!” Silver iniziò a spingere con tutte le sue forze verso i muri della prigione in cui erano rinchiusi.
“Aspetta! Ti aiuto anch’io!” Cetra iniziò anche lei a spingere.
L’aria diventava sempre più scura e irrespirabile.
I due ragazzi si lasciarono scivolare a terra e iniziarono a tossire.
“Siamo spacciati, che fine del cavolo!” Silver strinse i dente le parole uscirono come un sibilo minaccioso.
“No! Non può finire così!!” Cetra con un balzo si alzò stando ben attenta a non battere la testa e tirò un pugno rabbiosa verso le pareti che li imprigionano.
Tentativo inutile.
Pensò Silver, ma si dovette ricredere perché la parete oscillò facendo franare tutta la roba che li imprigionava.
“Sì! Cetra non si batte!!” esclamò la ragazza felice.
Ma come cavolo ha fatto?! Pensò stupefatto Silver.
Ma come cavolo ho fatto?! Pensò incredula Cetra.
“Non c’è tempo da perdere! Usciamo da qui!” Silver si affrettò a prendere Cetra per mano ed a correre insieme fuori.
I ragazzi uscirono dall’aereo appena in tempo, perché questo esplose scaraventando i ragazzi a terra.
“Silver stai bene?!” chiese Cetra che era finita addosso al ragazzo.
“Sì tutto ok…” balbettò lui imbarazzato dalla posizione in cui erano finiti.
Quella giornata non poteva essere più faticosa di così.
 
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Angelo osservò l’aereo esplodere.
Le alte fiamme rosse accese si innalzarono dritte come alberi dall’aereo per poi ricadere scoppiettanti.
L’aria era intrisa dell’odore intenso e soffocante del metallo fuso e del carburante.
La carcassa dell’aereo continuò a divampare senza accennare a spegnersi.
Tutto era avvolto in un intenso color rosso.
Come il fuoco che divampava.
Come il colore che era diventata la sabbia.
Come il sangue ancora caldo che sgorgava dai corpi dei feriti e delle vittime.
Il ragazzo osservava la scena appoggiato ad una palma che era diventata il suo sostegno.
Guardava raccapricciato i feriti che non smettevano di sanguinare e le persone che correvano da una parte e dall’altra cercando di essere d’aiuto.
Questa volta hai vinto tu, caro Destino, ma la prossima volta non mi farò trovare impreparato…
 
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Primo giorno dalla caduta dell’aereo.
 
“Ho bisogno di un altro po’ di quelle erbe!” esclamò Brock cercando di fasciare lo squarcio all’addome di Lucinda.
Il ragazzo dava chiari segni di un esaurimento nervoso.
Era lì ormai da un paio di ore ma non riusciva a fare un granché…se le cose andavano avanti così rischiavano di perderla.
Erika portò delle foglie dalle venature blu e aiutò Brock a fasciare la ferita, alla fine con grande sforzo di tutti e due riuscirono a stabilizzare la ragazza.
“E questa è fatta! Occupiamoci degli altri!” Erika riprese a correre come un fulmine precipitandosi da N.
Brock si lasciò cadere esausto sulle ginocchia, tutta l’adrenalina continuava a scorrerli nelle vene, qualcuno gli appoggiò una mano sulla spalla.
Il moro alzò lo sguardo e vide il suo amico Ash.
“Si stato grandioso Brock….adesso dobbiamo pensare a dove dormire stanotte sta incominciando a fare buio…” gli sorrise Ash.
“Certo, direi di spostarci verso questo lato della spiaggia, per allontanarci dai resti dell’aereo e poi dobbiamo reclutare tutti quelli che possono lavorare per costruire delle tende!” ordinò Brock rialzandosi.
“Agli ordini!”
 
Che fresco piacevole…
Gary aprì piano gli occhi.
“Finalmente ti sei svegliato! Come ti senti?”
Gary si guardò intorno spaesato e tocco il pezzo di stoffa bagnato che aveva sulla fronte.
“Pel di carota? Che ci fai qui?” chiese ancora confuso guardando la ragazza che lo fissava preoccupata.
“Riuscirai mai a ricordarti il mio nome?” chiese lei imbronciata.
“Forse” rispose con un sorriso beffardo sul volto Gary.
“Vedo che stai meglio! Perfetto! Serve una mano per montare l’accampamento di questa notte! E tu fai proprio al caso nostro! Andiamo!” lo fece rialzare Misty.
“Ok, ok andiamo! Che mal di testa…” si lamentò Gary.
“Niente scuse!”
 
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Zoey seguì un ragazzo che aveva riunito i superstiti capaci di lavorare e adesso stava dirigendo il gruppo su un altro punto della spiaggia più adatto per accamparsi.
Tutti iniziarono a lavorare, Zoey tenne fermi dei grossi tronchi mentre il ragazzo che la seguiva da un po’ di tempo come un cagnolino li legava insieme.
Barry e Zoey stesero un telone di plastica recuperato dall’aereo e lo legarono ai tronchi a mo di tenda.
La ragazza si asciugò la fronte sporca di sudore e riprese a lavorare, il braccio le doleva ma non lo dava a vedere.
“Lavori come un ragazzo” Barry la osservò divertito mentre lei alzava dei grossi pezzi di legno senza l’aiuto di nessuno.
Devo lavorare come un ragazzo, visto che c’è qualcuno che sta fermo a girarsi i pollici” gli fece notare Zoey.
“Stai per caso insinuando che sono inutile?!” si arrabbiò Barry.
“Un po’…” rivelò Zoey.
Barry alzò gli occhi e vide altre persone al lavoro.
Da quello che era riuscito a capire il ragazzo con i capelli viola taciturno che stava spostando un grosso masso si chiamava Paul, quello con i capelli neri che sta sistemando un telone Ash, il ragazzo di colore più grande Brock, Tracey quello con la camicia bianca, Misty la ragazza che stava spostando un grande tronco e Rocco l’uomo che stava sistemando la legna per il fuoco.
Barry si rimboccò le maniche, doveva fare qualcosa anche lui.
 
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“Scusate…potreste andare a cercare dell’acqua dolce? Io non posso allontanarmi dai feriti ma voi potreste andare?” chiese Erika a due ragazzi.
Cetra e Silver annuirono e si diressero verso la foresta.
“Secondo te dove dovremmo andare?” chiese Cetra guardando la fitta boscaglia che si estendeva davanti a loro.
“Direi di addentrarci di più…dove ci sono le piante dovrebbe esserci l’acqua…” rispose Silver indicando la foresta.
“Ok! Allora in marcia!”
Dopo quaranta minuti di ricerca dentro una foresta fitta, scura e piena di pokèmon pericolosi, Silver era allo stremo delle sue forze.
Non era mai stato un tipo atletico, al contrario di lui Cetra dirigeva il gruppo e saltellava da una parte all’altra ancora piena di energia.
Questa ragazza non è umana.
Silver arrivò a questa conclusione dopo aver studiato molto attentamente la ragazza davanti a lui…capace di abbattere una parete con un pugno, ancora piena di energia dopo quaranta minuti di camminata e con il sorriso sulle labbra nonostante tutto quello successo.
“Acqua!” Silver fu risvegliato dai suoi pensieri dal grido lanciato da Cetra.
Davanti a loro si presentava una spettacolo meraviglioso.
Un’ imponente e bellissima cascata d’acqua cristallina si gettava in un lago con il fondo di ciottoli ricoperto da ninfee e altre piante acquatiche che sfoggiavano fiori di diverse tonalità di rosa.
Cetra si avvicinò all’acqua e ne bevve un sorso.
“è buonissima!” esclamò felice iniziando a lavarsi il viso e le braccia sporche di terra e cenere.
Silver fece lo stesso poi riempì le bottigliette vuote che gli avevano dato i ragazzi all’accampamento.
Cetra si tolse la maglietta “Hey! Che stai combinando?!” esclamò imbarazzato Silver.
“Ne approfitto per farmi un bagno! Se non ti interessa di rimanere sporco fai come vuoi, io mi lavo! Se ti annoi puoi tornare all’accampamento…”
“No, ti aspetto…saresti un pericolo pubblico se tornassi da sola e ti potresti perdere…” detto questo si sedette su una roccia ricoperta da muschio verde e si voltò per lasciare la propria intimità alla ragazza.
 
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Max era super concentrato.
Stava cercando di creare una radio.
Aveva recuperato la radio rotta dell’aereo, un Mp3 mezzo distrutto e un po’ di fili di ferro.
Stava collegando i fili della radio con quelli dell’Mp3 stando ben attento a non rompere i sottili fili di rame.
Quel operazione lo teneva molto occupato… così evitava di pensare alla sorella che non si era ancora ripresa dopo aver preso un grosso colpo alla testa.
Adesso c’è Drew con lei non mi devo preoccupare.
Questo pensiero lo rendeva più tranquillo.
Alzò gli occhi dalla radio e osservò il cielo che era diventato di un tenue colore rosa.
Davanti a lui c’era solo il mare…una distesa immensa interrotta ogni tanto dalla barriera corallina che frenava le onde che arrivavano alla spiaggia.
Si girò verso l’accampamento, lì tutti i superstiti del volo stavano lavorando per costruire delle tende decenti per passare la notte.
Per il momento andavano tutti d’accordo ma Max era sicuro che non sarebbe andata sempre così bene.
In fondo quello era solo il primo giorno.

ANGOLO AUTORE
Eheheheh è una vita che non passavo di qua...^-^
Non riesco più ad aggiornare, ho poco tempo! e scarsa ispirazione...
Ma per voi cercherò di trovare il tempo ^^
Saluti, MarziaShadowOrchid
  

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Capitolo 4
*** Cap 3 ***


Primo giorno dalla caduta dell’aereo.
 
Il buio iniziava a complicare le operazioni per costruire le tende e la gente ormai era esausta ma avevano fatto un buon lavoro.
Erano riusciti a costruire tutte le tende necessarie.
Corrado osservava fiero l’accampamento e adesso si stava occupando del fuoco.
Elemento vitale per sopravvivere ma non aveva la più pallida idea di come fare per accenderlo.
Era seduto sopra un tronco sulla spiaggia poco distante dall’accampamento e osservava pensoso un mucchietto di rametti secchi.
Non aveva la ben che minima idea di come si accendesse un fuoco.
Dopo pochi minuti gli si avvicinò un uomo dagli strani capelli grigi nonostante la giovane età.
Portava una maglietta nera con degli strani lacci rossi sulle braccia.
“Hai bisogno di una mano?” gli chiese spostando il ciuffo da davanti gli occhi.
“Si grazie…dovrei accendere il fuoco ma non so da dove iniziare…” rispose un po’ imbarazzato Corrado.
L’uomo mise una mano in tasca e tirò fuori un accendino grigio lucido.
Si avvicinò ai rametti che dopo pochi secondi presero fuoco.
“Ho sempre odiato i Boy Scout…” fece un sorriso gentile e gli porse una mano.
“Mi chiama Rocco, piacere” Corrado strinse la mano all’uomo.
“Corrado” Rocco rigirò l’accendino tra le mani.
“Ma mi raccomando, non dire a Camilla che fumo…mi farebbe una testa così!” esclamò sorridente Rocco.
Corrado sgranò gli occhi.
Rocco?! Il campione della lega di Hoenn?! E Camilla la campionessa di Sinnoh?! Questo posto comincia a farsi interessante!


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Erika prese un pezzo d’alluminio rovinato e lo sciacquò in mare, poi con dei colpi decisi fece assumere al pezzo d’alluminio la forma di una tazza e la mise sul fuoco con dell’acqua dentro.
Tagliuzzò delle foglie di una pianta in piccole striscioline e le buttò dentro l’acqua calda.
Quando l’acqua assunse un colore verde scuro tolse la tazza dal fuoco scottandosi le dite visto che non aveva niente per prenderla e versò il contenuto dentro un bottiglietta di plastica.
Ripeté questo rituale molte volte finché tutte le bottigliette non furono riempite.
Poi passo da tutte le persone per farglielo bere.
Quel infuso aveva la capacitò di ridare energie e aveva una ottima capacità anestetica e cicatrizzante per aiutare i feriti nella guarigione.
Erika osservò in giro ma ormai il buio impediva la visuale.
Oggi niente cena per nessuno. Dovremo andare domani a cercare il cibo.
“Scusate! Potreste ascoltarmi un attimo?” La donna attirò l’attenzione di tutti i superstiti.
“Domani dovremo andare a cercare del cibo, per oggi è meglio andare a dormire, adesso per controllare il fuoco ci sono Corrado e Rocco, poi qualcuno dovrà dargli il cambio” la donna indicò i due ragazzi che controllavano il fuoco.
Tutti annuirono e ognuno andò nelle proprie tende.
 
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Prima tenda
 
La prima tenda era la più grande e ospitava il ferito più grave.
La ragazza dai capelli blu era distesa su un telone e si agitava nel sonno, sintomo che la ferita le faceva molto male.
Brock ed Erika che dormivano anche loro in quella tenda erano molto preoccupati, parlavano tra loro di cosa potergli dare per calmare il dolore illuminati da una piccola lampada ad energia solare. Ce n’era una in ogni tenda.
“Brock, direi che per questa notte non dovrebbe avere ricadute e se succedesse ci saremmo noi che la aiuteremo…adesso l’unica cosa da fare e andare a dormire, anche tu ragazzino!” Erika guardò Kenny che non si era allontanato un attimo da Lucinda.
“Ok…” rispose avvilito Kenny .
“Erika oggi sei stata veramente eccezionale!” si complimentò Brock.
“Grazie infinite Brock!”
I tre ragazzi si zittirono subito, avevano sentito qualcosa muoversi fuori dalla tenda.
Il telone si spostò e rivelò un inquietante ragazzo dai capelli viola.
“Posso dormire qui stanotte? Nelle altre tende non c’è più posto…” rivelò freddo Paul.
“Certo” gli confermò Brock gentile.
Kenny sospirò, quel ragazzo lo stava perseguitando, ma infondo lo doveva ringraziare per averlo aiutato a salvare Lucinda.
L’inquietante ragazzo si sedette appoggiato a un sostegno della tenda e chiuse gli occhi.
E così anche tutti gli altri si misero a dormire.
 
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Seconda tenda
 
“Ah!! Ho le ossa a pezzi!!!” urlò Barry.
“La voce invece ti funziona molto bene…” si lamentò Tracey.
“Quella funziona sempre!” gli sorrise Barry.
“Rocco è ha fare il turno per il fuoco quindi tornerà tardi meglio andare a dormire…è stata una giornata molto complicata…” Tracey osservò la loro piccola tenda.
“Già hai perfettamente ragione…Buona notte!” i due ragazzi si coricarono.
A Barry però continuavano a tornare in mente le immagini di Zoey mentre aiutava a costruire le tende a spostare le cose e notò che il suo braccio destro era sempre un po’ più lento del sinistro…che avesse qualcosa?
 
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Terza tenda
 
Zoey coprì la donna dai lunghi capelli biondi con un giubbotto, non si era ancora svegliata da quando gli avevano medicato la coscia.
Ursola si guardò la gamba ferita era ancora sotto shock per tutto quello che era successo quella mattina, quando sentì qualcosa di freddo sulla spalla.
Si girò e vide Zoey che gli porgeva una bottiglietta d’acqua.
“G-grazie…” Ursola ringraziò e bevve un sorso d’acqua.
Zoey si sdraiò a terra dove avevano sistemato delle foglie di palma per fare un letto
“Ora è meglio andare a dormire” Ursola annuì e si sdraiò pure lei cercando di addormentarsi.
 
Quarta tenda
 
Max sentì male agli occhi, sintomo che doveva smettere di lavorare con quella poco luce.
Drew se ne accorse e gli passò uno straccio bagnato.
“Mettilo sugli occhi…ti darà sollievo” Lo informò Drew tornando a occuparsi della fasciatura di Vera.
Max si sdraiò a terra e chiuse gli occhi coprendoli con lo straccio. Subito una sensazione di freschezza fece passare il male agli occhi e senza neanche accorgersene si addormentò.
Drew finì di fasciare la testa a Vera che dopo la botta subita aveva aperto gli occhi solo un paio di volte per poi richiuderli subito.
Diverse sensazioni gli vorticavano dentro lo stomaco, la prima era di stupore…
Non si sarebbe mai aspettato di aiutare una persona che conosceva appena.
Non sapeva la ragione perché avesse fatto quelle cose, ma si era preoccupato molto quando aveva visto il sangue scendere sul viso di Vera e poi quando aveva scoperto che aveva preso una botta alla testa si era sentito così male…che non sapeva neanche descriverlo…
Si sdraiò di fianco a Vera timidamente, spostando il braccio destro sotto la sua testa.
“Grazie Drew…” Vera aveva sussurrato quelle parole così a bassa voce che per un attimo pensò che fosse frutto della sua immaginazione ma poi quando la ragazza si girò verso di lui appoggiando il viso al suo petto non aveva più dubbi.
Quella notte non sarebbe riuscito a dormire.
 
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Quinta tenda
 
Angelo guardava il cielo stellato appoggiato ad una palma che faceva da sostegno alla sua tenda.
La via Lattea risplendeva di miliardi di stelle e la loro bellezza si poteva vedere solo in quel posto. Nelle città l’inquinamento luminoso le oscura ma in quel posto totalmente sconosciuto si vedevano molto chiaramente.
“Non hai sonno?” White uscì leggermente dalla tenda per poter parlare faccia a faccia con Angelo.
“Ah Bianca! No, tranquilla a casa vado sempre a dormire tardi…” gli rispose il ragazzo senza staccare gli occhi dal cielo stellato.
“Mi chiamo White non Bianca”
“Scusami che differenza c’è? Il significato è sempre lo stesso…”
“Già hai ragione, ma penso che White sia più bello”
“Forse è così…”
Il silenzio calò tra i due ragazzi, non era un silenzio imbarazzante ma un silenzio piacevole interrotto dai rumori della foresta.
“Come sta il principino?” chiese Angelo riferendosi a N.
“Per il momento va meglio…Brock mi ha assicurato che si riprenderà presto anche se il viso sarà sfregiato…” White guardò un attimo il ragazzo disteso nella tenda.
“Sai…a volte non importa come sei fuori ma…come tu ti vedi dentro…ecco non so come spiegarlo…è una sensazione che ognuno sente dentro loro stessi.”
White restò un attimo zitta a pensare poi rientrò nella tenda e si sdraiò a terra.
“Esatto, ognuno di noi è diverso dall’altro ma tutti noi condividiamo lo stesso desiderio…”
Angelo sorrise e volse lo sguardo verso la stella polare.
 
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Sesta tenda
 
“Non guardarmi così!” urlò un ragazzo dai capelli color cenere.
“E come ti dovrei guardare?! Con tutte le persone di ques’accampamento sono finito in tenda con te!” esclamò esasperato il moro.
“Non è mica colpa mia se non c’erano più posti!!” urlò di rimando Ash.
“Potevi dormire insieme ai tuoi simili scimmia sugli alberi!” Lo stuzzicò Gary.
“Grrr…” Ash digrignò i denti e si trattenne dal saltarli addosso.
“Se in questo momento avessi avuto le mie pokèball ti avrei battuto in un incontro!”
“Sé come no…proprio Ash il perdente! Per fortuna le pokèball ce le hanno fatte spedire direttamente al centro pokèmon di Fiore se no sarebbe stato un casino andarle a cercare…” fece notare Gary.
Un fruscio scosse piano la tenda.
I volti dei due ragazzi divennero bianchi come lenzuoli.
“C-cosa è-è stato?!” chiese spaventato Ash.
“Cosa vuoi che ne sappia io?!” urlò Gary anch’esso spaventato.
Qualcosa passò sul fianco della tenda emanando un debole fruscio, subito dopo comparve un ombra.
Ash e Gary saltarono in aria dallo spavento.
“Hey! Che vi succede ragazzi?” chiese Misty entrando nella tenda.
“Siete così pallidi…sicuri di stare bene?” Misty gli guardò preoccupata.
Ash e Gary tirarono un sospiro di sollievo.
Era solo Misty.
“Che ci fai qua? Non è un po’ tardi per gironzolare per l’accampamento?” chiese Gary guardando i corti capelli sciolti della rossa.
Non li aveva mai visti così.
“Mhh...ero andata a parlare con Corrado e Rocco poi quando sono tornata tutte le tende erano già occupate e allora…mi chiedevo…se potevo dormire qui!” chiese Misty un po’ imbarazzata per la strana richiesta.
“Non c’è problema!” esclamò Gary alzando il pollice.
“Gary non ci provare…Misty ti ammazzerebbe di botte! Ne è capace e fa pure male, fidati!” Ash non sapeva spiegarselo ma gli dava fastidio quel comportamento dell’amico verso Misty.
“Mi fido, mi fido…comunque puoi rimanere lo stesso a dormire…”
 “Questo è ovvio!” sorrise entusiasta Ash.
“Grazie!” e si sistemò sotto gli sguardi minacciosi che si lanciavano Ash e Gary.
 
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Settima tenda
 
Silver e Cetra erano straiati sulle foglie di palma stese sul fondo della tenda improvvisata.
Cetra si chiedeva se Silver si fosse addormentato perché lei non ci riusciva, non sapeva spiegarsi il motivo…forse per la troppa adrenalina che gli era circolata in corpo quel giorno… Con grande sforzo riuscì a trattenere il desiderio di chiedere a Silver se stava dormendo, forse dormiva davvero…
Si girò su un fianco e attese il sonno che tardava ad arrivare.
Silver teneva gli occhi ben chiusi nonostante loro volessero stare aperti.
Non riusciva a prendere sonno…malgrado fosse stata la giornata più impegnativa di tutta la sua vita non si sentiva stanco.
Mentalmente non si sentiva stanco perché le sue ossa si sentivano a pezzi.
Aprì gli occhi e guardò le stelle che si intravedevano da un pezzo del telone rotto.
Brillavano di una luce bellissima quasi…innaturale, non sembravano delle normali stelle, erano troppo belle.
Il ragazzo lanciò un occhiata veloce verso Cetra che era sdraiata su un fianco e gli dava le spalle.
Pensò che stesse dormendo di sicuro dopo la lunga giornata appena trascorsa.
Silver sospirò piano e cercò di addormentarsi.
 
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Secondo giorno dalla caduta dell’aereo.
 
I raggi del sole entrarono obliqui dal telone rotto della tenda.
Barry aprì piano gli occhi ancora impastati dal sonno e si mise una mano tra i biondi capelli spettinati.
Non aveva dormito bene e ci mise un attimo a realizzare dov’era.
Di fianco a lui Tracey dormiva tranquillamente un sonno senza sogni.
Il ragazzo uscì dalla tenda, il sole non era ancora sorto del tutto, segno che era mattina presto, si guardò intorno e vide Cetra e Silver vicino al fuoco.
Gli brontolò lo stomaco, aveva una fame da lupi.
Camminò per il lungomare in cerca di cibo quando vide su uno scoglio vicino ad una alta scogliera acuminata una ragazza che pescava.
La riconobbe subito: Zoey.
La ragazza portava i suoi solito occhiali da sole calati sugli occhi, teneva in mano un filo nero che finiva in acqua e ogni tanto muoveva il braccio per vedere se avesse abboccato qualcosa.
Barry decise di raggiungerla ma l’impresa era più difficile di quanto non sembrasse.
Percorse un tratto della scogliera stando ben attento a non scivolare sugli scogli, salto un paio di rocce e con grande fatica arrivò su uno scoglio vicino a quello dove stava pescando Zoey.
La ragazza lo guardò di sfuggita e continuò a stare nella posizione marmorea di quando si pesca.
“Ti sei svegliata presto, nhe?” cercò di iniziare una conversazione Barry.
“Chi dorme non piglia pesci…” gli rispose semplicemente lei.
“Da quando sei sveglia ne hai presi già qualcuno?”
La ragazza con la mano libera srotolò uno straccio legato alla vita dove dentro c’erano già due pesci di media grandezza.
“Sono sveglia da circa un oretta e ne ho presi due…spero di riuscire a prenderne altri” appena detto questo Zoey sentì il filo tirare e diede un veloce strattone con il polso, tirò su piano il filo e attaccato c’era un pesce dalle sfumature azzurre.
Barry vide il sorrisetto di Zoey e non poté che esserne felice “Bravissima Zoey!! Sei la migliore!! Acchiappali tutti!!!”
“Shhhh!!! Spaventi i pesci così…” lo rimproverò Zoey mettendo via il nuovo pesce.
“Scusa! Sei stata la prima a svegliarti? Sei molto mattiniera!” Barry si faceva ogni minuto sempre più curioso.
“Quando sono uscita dalla tenda mi sembra di aver visto il ragazzo dai capelli viola trafficare con dei pezzi di legno vicino alla spiaggia, e poi c’erano già quei due ragazzi a controllare il fuoco…gli altri dormivano tutti e-”  non fece neanche in tempo a finire di parlare che Barry aveva pronta un'altra domanda.
Zoey sbuffo e fece un cenno a Barry di parlare.
“Ok, come hai fatto a costruire la lenza?”
“semplice, il filo l’ho preso da un maglione, l’amo è un pezzo di fil di ferro trovato in giro e per l’esca ho catturato dei granchi trovati sulla spiaggia”
Barry gli sorrise felice ma c’era sempre qualcosa che non gli quadrava nei movimenti della ragazza…
Ma non riusciva a capire cosa…
Delle grida in lontananza distolse Barry da quel pensiero.
Zoey alzò gli occhi in allerta e anche Barry guardò verso l’accampamento.
“Che cosa sta succedendo?” chiese Barry preoccupato.
Zoey tolse il filo dall’acqua e lo avvolse su un legnetto “Meglio andare a vedere” e con un paio di balzi tornò sulla spiaggia seguito da un Barry molto più lento.
 
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“Ma sei impazzita?!?! Corrado è sparito e tu dici che è meglio così?! Ma tu hai qualche problema al cervello!!” urlò arrabbiata Vera che si era ripresa.
“Dico che è meglio così perché ne abbiamo uno in meno da sfamare!! E poi abbassa il tono della voce con me!!” sbraitò di rimando Ursola.
Un brusio generale si alzò da tutti i ragazzi dell’accampamento, c’era chi era spaventato per la scomparsa di Corrado, chi litigava e c’era chi come Ash soffriva di dolori lancinanti allo stomaco per via della fame.
Brock fermò le ragazze che stavano iniziando a mettersi le mani addosso.
“Basta così! Smettetela! Non risolveremo nulla così!” tutti si zittirono, era difficile vedere Brock arrabbiato.
“Adesso siamo tutti nervosi e spaventati, è scomparso un nostro compagno e dobbiamo capire dove è finito, dobbiamo pure trovare qualcosa da mangiare se no moriremo tutti. Quindi basta litigare e collaboriamo!”
“Brock ha ragione…dovremo dividerci i compiti, un paio di persone dovranno andare a cercare Corrado, qualcuno deve cercare cibo, Erika si occuperà dei feriti e qualcuno dovrà andare a fare il rifornimento d’acqua” tutti furono d’accoro con le parole di Tracey.
Zoey si avvicinò a Tracey e fece vedere i pesci appena pescati.
Il ragazzo spalancò la bocca, quella ragazzina era molto efficiente.
“Bravissima! Peccato che non bastano per tutti…”
“Ok, torno a pescare” detto questo si diresse verso il suo scoglio.
“Io e Silver andiamo a cercare Corrado!” esclama Cetra facendo una giravolta.
“Ah sì? E questo quando lo avresti deciso?” chiese Silver che non aveva la ben che minima voglia di camminare ancora.
“L’ho deciso adesso! Noi andiamo a cercarlo a dopo!” urlò Cetra che si stava già incamminando nella foresta trascinando Silver.
“Io andrò a cercare qualche albero da frutta nella foresta, non posso restare fermo mi viene ancora più fame!” esclamò Ash alzandosi dal tronco su cui era stravaccato.
“Vengo anch’io!” si aggregò Vera che stava pure lei morendo dalla fame.
“Io non mi fiderei…” dissero all’uni solo Max e Misty riferendosi ad Ash e Vera.
“Vera non dovresti fare sforzi ti sei appena ripresa…” gli ricordò Drew.
“Tutto ok fidati di me” disse Vera “anch’io sono un tipo affidabile!” rispose Ash.
“Poveri noi…” Max e Misty conoscevano troppo bene quei due combina guai.
“Ok mettiamoci tutti al lavoro!”
 
 
 
ANGOLO AUTORE
Questo capitolo lo dedico alla mia migliore amica sayan97 una ragazza forte come Zoey, irascibile come Misty, gran pasticciona come Vera, spensierata e gioiosa come Cetra, gran campionessa come Camilla, sarcastica come Ursola, ingenua come Lucinda, calma e posata come Erika e sicura di se come White.
Spero che ti riprenderai presto ^-^
Grazie a tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo.
Grazie, grazie, grazie.
Saluti, MarziaShadowOrchid
  

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Capitolo 5
*** Cap 4 ***


White iniziava a sentirsi inutile…
Tutti avevano qualcosa da fare mentre lei girovagava per il campo.
Controllò il fuoco e andò a dare una mano ad Erika nella tenda principale.
White arrivò appena in tempo, la ragazza sul lettino si agitava in preda a una crisi epilettica. Kenny la teneva ferma e cercava di schivare i graffi e i calci della ragazza mentre Erika gli spalmava un intruglio verde scuro sulla ferita che era diventata di un giallo spaventoso.
“White! Giusto in tempo! Aiuta Kenny a tenerla ferma!” gli ordinò Erika mentre una goccia di sudore gli rigava la fronte.
“Certo!” Dopo venti minuti la ragazza smise di agitarsi e cadde in un sonno profondo pieno di incubi.
“Fiu…l’abbiamo scampata bella… d’ora in poi sarà sempre una corsa contro il tempo per la sorte di questa ragazza…” Erika uscì dalla tenda.
Il ragazzo dai capelli marroni si passo una mano nei capelli e pulì il viso sporco di sudore di Lucinda.
White uscì dalla tenda e si sciacquò le mani nel mare.
Le sentiva appiccicose, sudate e sporche di quel maleodorante unguento verde.
Guardò lontano il mare cristallino, le onde erano agitate a pochi metri dalla riva.
Un idea gli fece spalancare gli occhi dalla sorpresa.
Guardò dritto verso l’orizzonte quasi a voler attraversare tutti i chilometri di mare che li divideva dalla terraferma.
Aveva trovato una soluzione!!
Sarebbe andata via da quel posto e avrebbe sfruttato l’unico elemento che prevaleva in quel luogo: il mare.
 
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“Hey Ash…sai almeno dove siamo?” chiese Vera.
Il corvino si guardò intorno.
“Ma certo! Che domande! Se andiamo da quella parte ritorniamo all’accampamento...”
“Sei sicuro?”
“fidati! Sto morendo di fame! Su questa cavolo d’ isola non c’è niente da mangiare?!” urlò disperato lasciandosi cadere a terra.
“Dai non ti demoralizzare qualcosa troveremo…” alla ragazza brontolò la pancia “spero il più in fretta possibile!” si affrettò ad aggiungere.
“Hey Vera!! Guarda cos’ho trovato!” Ash saltellava felice vicino ad un cespuglietto di bacche viola scuro.
“Wow! Bella mossa Ash! Ma secondo te sono commestibili?”
 “No problem! Sono buonissime!” Ash ne prese una tra le dita e la divorò sporcandosi le labbra con il succo.
Anche Vera l’assaggiò “Hai ragione sono buonissime!! Iniziamo a mangiarne un po’ mentre le altre le portiamo all’accampamento, tanto ce ne sono tantissime!”
“Saranno felicissimi della nostra scoperta! E di sicuro smetteranno di considerarci dei  buoni a nulla capaci solo di combinare disastri!”
“Hai perfettamente ragione!” concordò Vera mettendosi in bocca una manciata di quelle bacche.
 
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Cetra e Silver girano per il boschetto vicino all’accampamento da molto tempo ormai, ma di Corrado neanche l’ombra.
“Ormai è inutile Cetra, non lo troveremo più” esclamò Silver stufo di scacciare tutti i moscerini che gli ronzavano intorno.
“Come sei pessimista! Forza e coraggio! Vedrai che lo troveremo! Proviamo ad addentrarci un po’ di più” lo esordì Cetra.
Camminarono per un atra manciata di minuti, Silver guardava scocciato le liane di qualche pianta tropicale che impedivano la visuale del cielo formando una coltre di foglie impenetrabile.
“AAHHH!!!!” Cetra che stava camminando davanti a lui salto indietro disperata, il suo viso era bianco e gli occhi rigati di rosso dallo spavento.
“Che succede Cetra!?” Silver afferrò la ragazza per le spalle e la obbligò a guardarlo negli occhi. Lei indicò dietro di lei con mano tremante.
Silver deglutì, si stava iniziando a spaventare anche lui.
La ragazza si spostò per fargli vedere il macabro spettacolo.
Disteso a terra tra le basse erbe tropicali giaceva un corpo squartato e ricoperto di sangue.
Il sangue si era seccato ma il corpo stava marcendo divorato da piccoli vermi e un tanfo nauseante gli arrivò alle narici.
Solo dopo pochi secondi Silver si accorse della folta chioma bionda impastata di sangue secco della vittima…capelli biondi come quelli di Corrado…
Il ragazzo arretrò di un passo ma non riuscì a staccare gli occhi dal corpo.
Cetra respirò una boccata d’aria pulita e trattene il fiato avvicinandosi alla vittima, la guardava in cerca di un segno che smentisse le loro certezze che quel corpo fosse di Corrado.
Guardò la divisa dell’uomo, una tenuta blu con sulla giacca cucite delle iniziali in oro P, A, L   “Pidgey Air Lines…” sussurrò.
Quel uomo biondo non era Corrado ma il pilota del loro aereo scomparso.
Cetra si girò verso Silver che stava cercando di trattenere un conato di vomito.
“Silver…non è Corrado, questo è il pilota scomparso…”
Una goccia di sudore scese dal viso di Silver andandosi a schiantare a terra.
In meno di due secondi Silver aveva iniziato a correre dalla parte opposta del cadavere.
Cetra si alzò di scattò e iniziò a inseguirlo “Silver!! Fermati!” la ragazza inciampò su una radice ma si riprese subito.
Silver non ragionava più e continuava a correre ignorando le grida di Cetra fin quando non inciampò anche lui e non si alzò più.
Cetra lo raggiunse e gli si accostò di fianco facendo affondare le ginocchia nel muschio umido del sottobosco.
“Non sopporto più questo posto!! VOGLIO ANDARMENE SUBITO VIA DI QUA!!!!!” Silver gridò così forte che fece scappare qualche Cathot nascosto negli alberi sovrastanti.
Appoggiò le mani a terra e riprese fiato, solo in quel momento si accorse di Cetra che lo guardava molto dispiaciuta mentre un piccolo rivolo di sangue gli usciva dal labbro.
“Silver stai tranquillo…sono sicura che riusciremo ad andarcene da questo posto, ne sono sicura e torneremo presto alle nostre vite che abbiamo lasciato…io…io…ne sono sicura!” Cetra strinse forte il muschio a terra staccandone qualche ciuffo.
Silver la guardava ripetendosi che era stato uno scemo a pensare che solo lui non ce la faceva più di quel posto… “Scusa…”
Cetra gli sorrise pulendosi il labbro della caduta con la mano “non è colpa tua…adesso dovremmo avvertire gli altri che non abbiamo trovato Corrado ma…il corpo del pilota”.
 
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 Paul caricò sulle spalle un tavolo di legno bianco ed entrò nella tenda principale assicurandosi che non ci fosse nessuno.
Appoggiò il tavolo a terra e osservò di sfuggita Lucinda che si agitava nel sonno.
Uscì dalla tenda ma incontrò Erika che stava entrando.
Ignorò la donna che lo guardava incuriosita.
Certo che quel ragazzo è proprio strano…non è che ha fatto qualcosa a Lucinda?!
Si domandò allarmata la donna, controllando Lucinda ma inciampò su un tavolo scheggiato in legno bianco.
E questo da dove è sbucato?Si domandò dubbiosa Erika.
Testò la robustezza del tavolo e lo trovò perfetto come ripiano dove curare Lucinda, decisamente più igienico del pavimento della tenda.
Così sarebbero anche riusciti a curarla…
Paul fece un ghigno molto fiero, il suo lavoro era stato accettato di buon grado.
Si avvicinò all’acqua e sciacquò le mani in mare ma le ritrasse subito perché sulle dita le schegge del legno gli bruciavano a contatto con il sale.
Speriamo ne sia valsa la pena.
 
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Max osserva fiero il suo lavoro, mentre Tracey gli da gli ultimi ritocchi e cerca una stazione radio.
“Wow Max! Questa radio è costruita veramente bene! Bel lavoro!” si complimentò Tracey aggiustando l’antenna.
“Grazie Tracey adesso vediamo se riusciamo a comunicare con qualcuno…” Max girò la manovella delle stazione mentre Tracey muove l’antenna per cercare campo.
“Grrr…peeeppp…..ggggggrrrrrrrrrr……….”
“Sembra proprio che siamo isolati…” Max lascia la manovella avvilito.
“No aspetta…prova a girarla da questa parte mentre punto l’antenna verso la foresta! Ecco così! Proviamo…”
“…gggrrrrrr…..Ma-----in----d----la cosa si---”
“Ecco così perfetto!!” esclama Tracey entusiasta.
“Si sente qualcosa!” grida Max felice sistemando gli occhiali scesi sul naso.
“---non si può andare avanti così…dobbiamo sbarazzarci di loro----grrrr…Hey---chi sono!??!... peppp-----spegnila subito!!!---PEEEPP!!”
La radio emise un suono stridulo che costrinse i due ragazzi a tapparsi le orecchie, ci fu una pausa e…
BANG!
La radio esplose in una cascata di scintille lasciando Max e Tracey a terra confusi.
“Ma cos’ è successo?!” chiese Max che non aveva capito bene perché la radio era esplosa.
“Non so…la radio sembrava in perfetta forma…forse abbiamo sentito qualcosa che non dovevamo sentire. Qualcuno può averla fatta esplodere?” si domanda Tracey esaminando i resti della radio.
“Ma che dici Tracey? Di sicuro su quest’isola non c’è una tecnologia così avanzata!”
“Già forse hai ragione…” rispose Tracey per niente convinto.
 
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La cascata scorreva limpida sulla roccia levigata mentre schizzi cristallini giocavano con gli scarsi raggi del sole che passavano il fogliame, creando dei piccoli arcobaleni.
Gary guardava svogliatamente la sua immagine riflessa nello specchio d’acqua della cascata mentre le ninfee sul fondo ondeggiavano.
Si scompigliò i capelli cercando di dare una parvenza di ordinatezza ma lasciò subito stare, tanto non gli sarebbe servito a niente.
“Hey! Stai sempre a specchiarti! Invece di farti bello dammi una mano con le bottigliette d’acqua” gli ordinò Misty mettendogli i recipienti vicino.
“Sì…” rispose distrattamente continuando a fissare la sua immagine nell’acqua.
Misty sbuffò e si sedette di fianco a lui con i piedi nella fresca acqua dolce.
“Che ti succede? Non sei il normale Gary…” gli fece notare Misty muovendo i piedi nell’acqua.
“Ah! No…niente di che…mi sono accorto che ho perso la collana che mi aveva regalato mio nonno…era molto bella e ci tenevo, adesso sono un po’ triste per questo…una  sciocchezza!” Gary si vergognò un po’, ma quella collana gli piaceva veramente...
“Tieni…se per tè fa lo stesso…” Misty mise un cordoncino al collo di Gary.
Gary osservò il ciondolino a forma di goccia con dentro una bolla d’aria azzurra.
“No, ma che fai è tua questa! Non posso prenderla io!”
“Poche storie! Non è regalata, è imprestata fino a quando non ne trovi un'altra!” gli specificò con un sorriso Misty.
Gary prese il ciondolino tra due dita e lo strinse nel palmo.
“Grazie Pel di Carota…”.
 
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“Ma Ash e Vera non tornano più?” chiese un po’ preoccupato Drew.
“Adesso che me lo fai notare sono via da un bel po’…” ci pensò Max.
Due figure comparvero dalla foresta.
“Eccoli sono loro! Hey ragazzi avete trovato qualcosa di buono da mangiare?” chiese Max correndogli incontro.
“Ahhhh!! Un topo!!!” urlò Vera barcollando.
Max la osservò perplesso, aveva uno strano aspetto…le labbra erano viola scure gli occhi cerchiati di rosso e il viso aveva perso il suo colorito.
“Vera non sono un topo sono Max…” Max pensò che alla fine era arrivato il giorno della perdita della sua sanità mentale.
Vera barcollò un attimo poi scoppiò in un pianto isterico “perché tutti mi contraddicono!!!” urlò tra i singhiozzi.
“Qua c’è qualcosa che non va” disse Drew osservandola “sembra ubriaca”.
Misty appena tornata con l’acqua osservò Ash, anche lui aveva una cattiva cera e si stava ingozzando di bacche.
“Hai perfettamente ragione sorella Vera!! Nessuno ci capisce!” urlò disperandosi anche lui.
“Abbraccio!” i due ragazzi si abbracciarono ma inciamparono e finirono a terra.
“Ahhh!! Mi sono fatta la bua! Dammi delle bacche fratello Ash!” esclamò Vera divorando una manciata di bacche.
Max, Misty e Drew non sapevano più cosa pensare sembravano tutti e due ubriachi fradici in preda a una sbornia triste.
“Vai a chiamare Erika, per favore…” Drew pensò che solo lei sapeva dargli delle risposte.
“Corro!” confermò Max anche lui molto preoccupato.
Erika arrivò subito ed esaminò i due ragazzi e le bacche che stavano divorando.
“Si va di male in peggio…questi ragazzi sono drogati!” constatò Erika esaminando gli occhi di Ash.
“Drogati?! E come hanno fatto?!”
“La colpa è di queste bacche che hanno un effetto allucinogeno, per ora dobbiamo solamente aspettare che si addormentino così l’effetto passerà”
“E quanto pensi che ci vorrà?” chiese Misty preoccupata.
“Supponendo che abbiano ingerito circa un kilo di bacche a testa, ci vorrà un paio di ore…dovrete resistere fino a quel momento, mi raccomando teneteli sott’occhio!” constatò Erika tornando ai suoi lavori.
“Cavolo! Sono tante un paio d’ore!” esclamò Drew terrorizzato.
“Sì, e fai bene Drew a essere preoccupato. L’ultima volta che Vera si è ubriacata alla festa di compleanno del nonno Anselmo è stato un incubo. Ha rubato il bastone del nonno e l’ha legato con quello dello zio, per fortuna i due anziani non sono caduti ma hanno traballato un bel po’, poi ha iniziato a urlare che era arrivato il momento del limbo e ha usato i bastoni come asta. E c’è di peggio! Ha organizzato una sfilata dove si è auto eletta reginetta indiscussa e per finire quando è così…mh…diventa un po’ una maniaca…ha terrorizzato tutti i camerieri della festa…” finì il discorso Max.
“E sì…io avrei proprio paura se fossi in te Drew!” affermò Misty mettendo una mano sulla spalla al povero Drew.
“Dove sono finiti?!”
Si guardarono intorno e li videro vicino alla spiaggia.
Vera rotolava sulla sabbia urlando “Sono una cotoletta! Mangiatemi tutta!”.
Mentre Ash si stava spogliando cantando “Tutti al mare! A mostrar le chiappe chiare!!” e facendo il figo in acqua.
“Saranno due ore molto lunghe….”
 
                                                    £&£&£&£&£&
 
Il tramonto arrivò presto e i ragazzi si riunirono intorno al fuoco per mangiare.
Brock, che aveva trovato dei bei cocchi, li fece alla griglia insieme ai pesci pescati da Zoey, non era un granché ma bastava per tenerli in vita.
Tutti osservavano affamati Brock che girava con grazia i filetti di pesce.
Ursola e White fecero le porzioni e le misero su delle foglie facendole passare ad ognuno di loro.
I ragazzi raccontarono tutto quello che era successo quel giorno…
Della radio esplosa, del cadavere del pilota e di Ash e Vera che dormivano pacificamente nella tenda lì vicino.
Finito di mangiare White venne scelta per pulire la lamiera di ferro sulla quale avevano cotto il pesce.
Si avvicinò alla riva e iniziò a sciacquare la superficie con la sabbia, ma con la mente era altrove…pensava un po’ preoccupata a N che non si era ancora svegliato… forse essendo un principe serviva il bacio della principessa per farlo svegliare?
White si tirò un piccolo schiaffo, non doveva pensare a cose infantili adesso doveva iniziare ad attuare il suo piano.
Appoggiò la roba lavata vicino al fuoco e si allontanò sotto lo sguardo distratto di Rocco.
Rocco non aveva fatto un granché per tutta la mattinata, si era svegliato molto tardi, aveva dato una mano per curare  Camilla, che non si era ancora svegliata, ed era andato a cercare Corrado percorrendo tutta la spiaggia.
Adesso controllava il fuoco giocando con l’accendino, facendolo accendere e spegnere, imprimendosi così la luce della fiamma nella retina.
Non riusciva a pensare a niente o non voleva pensare a niente, soprattutto alla scomparsa di Corrado…era terrorizzato dall’idea che quel fatto si potrebbe ripetere.
Tracey seduto di fianco a Rocco si alza per fare una passeggiata.
Quella sera a cena sia lui che Max non avevano aperto bocca sul fatto della radio, non avevano detto che avevano sentito qualcosa.
Forse qualcosa che non avrebbero dovuto sentire. 

ANTICIPAZIONE
Era successa una cosa che non sarebbe mai dovuta succedere: una lite tra Paul e Silver...

ANGOLO AUTORE
Dopo una lunga pausa, ecco qui il nuovo capitolo!
Quest' isola diventa ogni giorno più misteriosa... riusciranno i protagonisti di questa storia a tornare a casa...vivi?
Lo scopriremo presto (presto è un modo di dire) ^^
Saluti, MarziaShadowOrchid

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Capitolo 6
*** Cap 5 ***


Terzo giorno dalla caduta dell’aereo.
Persone scomparse:…2.
 
L’alba arrivòanche quella mattina e con sé portò altri guai.
Max si svegliò alle prime luci e scoprì che Tracey non era nella tenda.
Cercò di ricordare dove l’aveva visto ieri per l’ultima volta e riuscì a ricordarsi di averlo visto andare a fare una passeggiata, poi era andato a dormire e Tracey non era ancora tornato.
Può essere che… Pensò terrorizzato.
Uscì velocemente dalla tenda ed andò a chiedere a Zoey, che si era svegliata quando era spuntata l’aurora, se aveva visto Tracey.
“Mi dispiace ragazzino, non l’ho visto” rispose Zoey continuando a pescare.
Senza demoralizzarsi andò da Paul che stava trafficando con dei pezzi di legno.
“No…” rispose freddo Paul tornando al suo lavoro.
Allora provò con Erika e con i ragazzi che controllavano il fuoco e tutti gli risposero di non averlo visto. Max si sedette sulla spiaggia e nascose il viso nelle gambe spaventato.
Era scomparso pure Tracey.
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“Kenny è arrivato il momento che io ti riveli un segreto…” disse la donna tenendo tra le dite il fusto di un fiore.
“Un segreto? A me? per quale motivo?” chiese il giovane molto curioso.
“Sì, lo voglio dire a tè perché mi fido e anche perché se io scomparissi sarai tu a occuparti di Lucinda” La donna teneva gli occhi fissi davanti a se e il suo passo non accennava a diminuire.
“Capisco…allora il posto dove mi stai portando e il segreto, giusto?”
“Sì, sai, oggi è scomparso Tracey ieri Corrado e domani? Chi ti dice che domani il prossimo che scomparirà non potrò essere io? E nell’eventualità che questo accadi, nessuno saprebbe i rimedi alle erbe per le ferite di Lucinda…e per questo che ti insegnerò a prepararli e dove si trovano le piante” specificò Erika scavalcano una roccia viscida.
“Perché non l’hai insegnato a Brock? Lui è molto più adatto di me…”
“Brock ha già troppo da fare, poi da quello che ho capito, Lucinda ti piace” Erika si girò verso di lui e gli sorrise.
Kenny arrossì un poco e spostò lo sguardo.
“Il tuo segreto è al sicuro con me, ma tu dovrai mantenere il mio”
Erika guardò intorno, ormai erano arrivati sulla cima di un alto promontorio, se si guardava di sotto si poteva vedere Zoey pescare e un po’ più lontano l’accampamento.
Quella piccola raduna sulla cima era ricoperta da piante basse con foglie dalle venature blu e graziosi fiorellini color cobalto.
Erika ne prese una tra le mani e la mostrò a Kenny.
“Ecco questa è la pianta che ci permette di tenere in vita Lucinda”
 
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White raccolse dei pezzi d’albero e li raggruppò nel punto in cui aveva deciso di fare il suo cantiere navale.
Andò avanti e indietro facendo diventare la catasta sempre più alta.
Sarebbe riuscita a costruire una barca perfetta, si accontentava pure di una zattera.
Iniziò a sistemare i pezzi di legno orizzontalmente ma un fruscio la fece voltare.
Sdraiato sulla sabbia a pochi metri da lei c’era N.
“Questa era esattamente la faccia che volevo vedere…” Come al solito il ragazzo la stuzzico.
White cercò di togliersi quel espressione sorpresa dalla faccia per non darla vinta ad N.
Il ragazzo si sedette incrociando le gambe e si spostò della sabbia dai pantaloni, metà viso era coperto da una benda bianca e i capelli verde pastello erano scompigliati.
“Vedo che stai meglio” constatò White tornando al suo lavoro.
“Dai ammettilo! lo so che ti ho fatto preoccupare da matti… sono la tua ragione di vita…” gli disse N facendo uno sguardo seducente con un solo occhio.
“Per niente, è solo una tua fantasticheria” White cercò in tutti i modi di scacciare la rabbia, quel ragazzo era così terribilmente egocentrico!
N stette zitto qualche secondo poi si alzò e si avvicinò a un gruppetto d’alberi.
“Il sole mi fa male, rischio di avere dei capogiri” si lamento N passandosi una mano nella lunga chioma verde.
White si girò con un balzo  gli puntò un dito conto “AH-AH finalmente hai ammesso di essere un vampiro!!”
“Non sono un vampiro…” rispose N con un tono molto serio, come se quello fosse un discorso intelligente.
“Se non sei un vampiro allora sei lo stesso un essere demoniaco che non sopporta il sole!” Specificò White tornando al suo lavoro.
“Fai come credi…Mi devo assolutamente lavare! White accompagnami!” gli ordinò N.
“E per quale ragione non puoi andare da solo? Non vedi che sono impegnata!?” si lamentò White indicando i due pezzi di legno che era riuscita a legare.
“Perché così facciamo il bagno insieme! Ovvio!” esclamò come se fosse la cosa più naturale del mondo e sfoggiando di nuovo il suo sguardo seducente.
“Non farò mai una cosa così insieme a te! Fatti accompagnare da Angelo!”
“Sei sicuro che sia prudente lasciarci da soli? Io e Angelo siamo due ragazzi divorati da una grande passione! Non ne sarai gelosa?”
“Perché sei ancora qui a sparare scemenze? Muoviti!”
“Vado, vado! Uff…”
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Paul stava dando una mano a Brock a raccogliere cocchi.
“Adesso prendi quello a destra!” gli urlò Brock guidandolo dal basso mentre Paul si destreggiava tra gli alberi.
Brock osservava attento gli alberi in cerca di qualche altro frutto matura, era riuscito a trovare un piccolo boschetto di palme dove i cocchi erano di uno splendido color smeraldino.
Paul mosse, con un bastone, un gruppo di cocchi che caddero a terra provocando un rumore di foglie rotte.
“Ok! Non ne vedo altri! Io vado a vedere se ce ne sono altri più infondo tu porta questi nella tenda principale!” disse Brock prima di scomparire tra il fogliame.
Paul raccolse i frutti e li portò all’accampamento, pensava affamato a quando avrebbero potuto cucinarli.
Entrò nella tenda e appoggiò il cibo a terra ma gli venne quasi un colpo quando vide che la ragazza dai capelli blu teneva gli occhi aperti e fissi sul soffitto.
Paul gli si avvicinò pensando che fosse smarrita, visto che aveva dormito per tutto il tempo, ma appena la ragazza vide Paul sembrò ancora più terrorizzata.
“Dove sono?” sussurrò.
“Sei in una tenda su un isola chissà dove” Paul non sapeva che altro dire, non gli sarebbe mai venuto in mente che quella ragazza si sarebbe svegliata proprio quando lui si trovava da solo nell’accampamento.
“Ricordo l’aereo, il fuoco, il ferro e un dolore tremendo allo stomaco…ce l’ho ancora adesso…” disse Lucinda toccandosi la fasciatura e chiudendo gli occhi per il dolore.
“Sei stata molto fortunata…” disse Paul andando ad aprire un cocco con una pietra.
“Ho fame, o forse mi fa solo male lo stomaco…non so distinguerlo…”
“Posso rimediare solo alla fame” disse Paul appoggiandogli sulla pancia dei pezzetti di cocco chiusi in una foglia.
“Grazie sei molto gentile” disse Lucinda guardandolo negli occhi.
“Mh…” Paul si sentiva un po’ più felice.
“Dov’è Kenny?” chiese la ragazza continuando a mangiare il frutto fresco.
“Giusto. Devo andare ad avvertirlo…” Paul corse fuori dalla tenda e si diresse verso il punto in cui Erika e Kenny erano andati a fare la passeggiata.
Era un po’ preoccupato forse avrebbe dovuto avvertirli appena Lucinda si era svegliata, così avrebbero potuto fare dei controlli e non era neanche sicuro di aver fatto bene a dargli da mangiare. Forse si stava preoccupando troppo.
“Hey Paul che è successo?” chiese Erika guardando preoccupata Paul tutto sudato.
“La ragazzina si è svegliata” gli comunicò riprendendo fiato.
“Magnifico! Devo andare subito a fare dei controlli!” urlò entusiasta Erika.
“Per fortuna…” sorrise sollevato Kenny.
 
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L’acqua della piccola cascata scorreva fresca nella pozza di ciottoli e i capelli di un ragazzi si mimetizzavano insieme alle piante acquatiche.
N fece un altro paio di bracciate nell’acqua cristallina poi stanco si avvicinò ad Angelo che stava sciacquando la sua maglietta.
N si sedette sul fondo e nascose la testa tra le gambe.
“Che c’è N non ti senti bene?” chiese Angelo che era sempre molto attento ai sentimenti delle persone e ai loro stati d’animo.
“Mh…” mugugno N timidamente.
“Eheheheh fai sempre l’arrogante e l’egocentrico con le persone ma in realtà sei una persona molto timida e terribilmente insicura, perché metti una maschera quando sei con gli altri?” gli chiese Angelo.
“Credo che sia perché…facendo così cerco di nascondere qualcosa…” rispose N passandosi una mano tra i capelli.
“Lascia faccio io” disse Angelo tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un pettine rubato da Ursola e iniziando a pettinare la lunga chioma di N, passando scrupolosamente il pettine tra ogni ciocca.
“secondo me quel qualcosa che cerchi di nascondere è la tua natura insicura…”
“Forse…” rispose N facendosi piccolo piccolo.
Angelo strizzò i capelli del ragazzo per far uscire l’acqua e li legò in una treccia ordinata stretta saldamente con un suo braccialetto viola.
“Sei un ottimo parrucchiere…”
 
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“Ti ho detto che non l’ho fatto apposta!! Cosa vuoi di più!!” urlò esasperato un ragazzo.
“Che tu ti scusi seriamente pentito!!!” gli urlò di rimando l’altro.
Era successo quello che non sarebbe mai dovuto succedere: un litigio tra Silver e Paul.
Cetra guardava spaventata i volti dei due ragazzi, sembravano due cani rabbiosi, veramente spaventosi.
“E poi?! Che altro dovrei fare?! Non credi di stare esagerando?!?!” urlò Silver scosso da spasmi di rabbia.
“Mi sembra il minimo!” urlò Paul assestando un gancio destro sul viso di Silver.
Iniziarono a partire calci e pugni come una rissa del peggior genere.
“Basta smettetela!” cercò di fermarli Cetra senza ottenere nessun risultato, ricevette solamente una spinta involontaria che la fece finire a terra.
“è meglio che ti togli da qui, non ti vedono e ti potresti fare male!” gli disse Ash aiutandola ad alzarsi.
“Sì ma non so come fermarli…” Cetra non sapeva cha fare.
“Che è successo?” chiese Ash che non sapeva il motivo del litigio.
“Visto che Lucinda si è svegliata, Erika pensava che sarebbe stato meglio ricostruire meglio la tenda visto che sta cedendo in un punto. Silver e Paul erano gli addetti alla ricostruzione ma non sono riusciti a collaborare e il telone stava per cadere in testa a Lucinda, per fortuna non è successo, ma i due ragazzi hanno iniziato lo stesso a litigare, non si sopportano proprio…” raccontò Cetra.
“Ah…non ti preoccupare adesso vado a dividerli!” esclamò convinto Ash tirandosi su le maniche.
Il ragazzo corvino si mise in mezzo agli altri due che si prendevano per la maglietta strattonandosi “Hey ragazzi adesso basta!! Smettetela!” gli rimproverò Ash cercando di staccare la mano si Silver dalla maglietta di Paul e quella di Paul dalla maglietta di Silver.
“Che vuoi tu, nanetto?! Vattene!! Non centri niente!” gli gridò contro Paul.
“Questi non sono affari tuoi, sparisci!” urlò Silver.
Ash si allontanò demoralizzato.
“Ahahahah che ridere Ketchum!! Ti hanno chiamato nanetto!!” scoppiò a ridere Gary che aveva assistito alla scena.
“Se pensi di essere tanto bravo, vieni tu a dividerli!” gli propose Ash irritato.
“In questa faccenda non oso metterci neanche un dito…quei due mi fanno paura…non mi voglio ritrovare con un dito della mano in meno!” si giustificò Gary.
In effetti quei due erano veramente spaventosi e i loro visi si stavano ricoprendo di sangue.
“Non possiamo lasciarli continuare! Dobbiamo fare qualcosa!” gridò Cetra.
SBANG
Un rumore acuto di qualcosa che andava in mille pezzi assordò tutti i ragazzi.
A pochi metri da loro Zoey, appena tornata dalla pesca, stringeva nella mano un bastone di bambù con l’estremità frantumata in tantissime schegge.
Zoey aveva richiamato l’ordine sbattendo un bastone su un albero, ma l’aveva sbattuto così forte che il pezzo di legno si era distrutto.
Paul e Silver dopo aver guardato male Zoey avevano ripreso la loro rissa ignari del pericolo che stava per incombere su di loro.
Zoey con uno scatto potente si scagliò addosso a Paul e gli fece sbattere la schiena così forte contro ad un albero che si sentì scricchiolare la corteggia, mentre una donna dai lunghi capelli biondi e un vestito strappato nero aveva bloccato Silver in una mossa di Judo.
Tutti i ragazzi che stavano assistendo alla scena rimasero totalmente sconvolti.
“Smettila…” sussurrò minacciosa Zoey a pochi centimetri dal viso di Paul che si scansò dalla presa della ragazza e se ne andò via con un aura veramente infuriata.
“Hai finito ragazzino?” chiese Camilla che teneva immobilizzato Silver.
Camilla allentò la presa e Silver si allontanò.
Cetra si avvicinò a Silver per aiutarlo con le ferite ma il ragazza spinse via la mano della ragazza in malo modo prima di andarsene a sbollire la rabbia da qualche parte.
Cetra ci rimase male, cercò di non darlo a vedere ma lo vista acuta di Camilla la inquadrò subito.
“Non rimanerci male…non ne vale la pena.” Constatò fredda Camilla andandosene insieme a Zoey.
Cetra guardò la direzione in cui era sparito Silver.
No! Sono sicura che ne vale la pena!E si incamminò nella stessa direzione.
 
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Paul calciava infuriato tutto quello che trovava sulla spiaggia.
Infuriarsi così, perdere la calma così facilmente, non era da lui.
“Cosa mi è preso…forse è quest’isola che mi sta facendo impazzire!”
Sentiva una rabbia inspiegabile in corpo, come quella volta in cui un suo compagno di scuola prese in giro il suo nome e così il suo orgoglio.
“Idiota! Idiota! Idiota! Idiota! Idiota!” urlò freneticamente il ragazzo prendendo a  pugni un albero fino a sbucciarsi le nocche più di quello che erano già.
Frustrato, arrabbiato, isterico, sentiva un gran peso sulle spalle.
Che quasi lo faceva soffocare facendogli scendere una lacrima di rabbia.
“Che ti è successo?”
Paul si girò di scatto trovandosi davanti il viso preoccupato di Brock…forse era meglio dire Brock della Giungla poiché aveva dei cocchi legati al collo e sulle braccia.
“Non sono affari tuoi” disse Paul tra i denti.
Brock pensò in silenzio un attimo poi mise a terra i cocchi e si sistemò in fase si combattimento.
“Dai fatti sotto” iniziò a saltellare a destra e a sinistra.
“Non voglio fare rissa più di quello che ho già fatto” Paul mostrò le mani distrutte.
“Non devi colpire con la forza, ma con i sentimenti di rabbia che hai dentro, vai! Fammi vedere tutto il tuo dolore!!” Urlò Brock molto serio.
Paul non riuscì a trattenersi più a lungo di così.
Tirò un pugno alla mano aperta di Brock.
“Così non sento niente!!” lo inzigò.
Paul si concentrò su tutto quello che stava trattenendo a stento e fece uscire tutto.
Un pugno molto forte colpì la mano di Brock che rimase nella sua posizione “Questo è per te che sei venuto qui a disturbarmi!” si sfogò Paul.
“Sì, Rabbia!!”
Ne tirò un altro “Questo è per mia madre, che non sono riuscito a dirle addio!!”
“Questo è forte!! Rancore!!”
E un altro ancora “Questo per quello scemo di Silver!!!”
“Furia!!!” urlò Brock con un sorriso accennato fiero che il suo esercizio stava facendo effetto.
E l’ultimo prima di esaurire le forze “Questo è per lo schifo di posto in cui siamo finiti!!”
“Paura…” Finì Brock abbassando il tono della voce mentre Paul cadeva in ginocchio  esausto.
Brock osservò Paul che ansimava a terra e gli appoggiò una mano sulla spalla.
Un gesto che per Paul significò molto.
“Grazie…” Sussurrò Paul con i capelli viola bagnati calati sugli occhi.
“Di che? Non ho fatto niente… dai adesso andiamo a curare questa ferite” lo aiutò ad alzarsi mentre fasciava provvisoriamente le mani al ragazzo.
“Non ti ho fatto male?” chiese un po’ dispiaciuto Paul.
“Non ti preoccupare, ormai le mie mani sono mezze insensibili, mi allenavo a prendere a pugni le rocce!” Brock sorrise e Paul rimase sorpreso.
 
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Cetra avanzava un po’ barcollante tre le rocce vicino alla scogliera in cerca di Silver.
Lo vide seduto su una roccia e gli dava le spalle.
“Silver…”
Il ragazzo riconoscendo la voce si stupì ma non si voltò vergognandosi per come l’aveva trattata poco prima.
“Perché sei venuta? Perché ti ostini a seguirmi sempre a cercare di capirmi e di aiutarmi?! Perché lo fai?! Perché non mi ignori come hanno fatto le persone in passato e come continueranno a fare !? non ne vale la pena…” urlò infuriato il ragazzo.
Cetra fissò Silver un po’ spaventata, fece un bel respiro.
“Non è vero che non ne vale la pena! A tutte le persone va data l’opportunità di essere capite. E vero, molte persone ti deludono, ti ignorano, non ti capiscono ma ci sarà sempre una o più persone che cercheranno di capirti e se tu glielo permetterai di volerti bene. Io sono qui per capirti.”
Mi permetterai anche di volerti bene? Cetra non riuscì ad aggiungere quest’ultima domanda e iniziò a fissarlo con un sorriso sulle labbra.
Silver non riusciva a capacitarsene ma sentiva il suo cuore battere forte nel petto.
Davanti a lui c’era una persona, bensì così piccola, maldestra e sempre sorridente, che voleva capirlo.
“Guarda come sei conciato, per fortuna che ho portato acqua, erbe miracolose e stracci, posso?” Cetra si avvicinò fino a trovarsi a venti centimetri dal ragazzo.
Silver fece un cenno di sì con il capo.
Questa è la tua risposta, mi hai permesso di starti vicino.
“Secondo me queste cosiddette Erbe Miracolose di Erika sono delle specie di droghe…”
Silver sorrise e Cetra si sentì felice di essere riuscita a strappargli un sorriso. 



ANTICIPAZIONE
"Lasciami!! lasciami!!" gridò Ursola terrorizzata con gli occhi pieni di lacrime mentre con la mano cercava un aiuto dalla ragazza in piedi davanti a lei.

ANGOLO AUTORE
Finalmente ecco il quinto capitolo! ^^
Saluti, MarziaShadowOrchid

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