Caccia al tesoro

di clow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualche palla di pelo ***
Capitolo 2: *** Sperduti ***
Capitolo 3: *** Falle ***
Capitolo 4: *** Trio per caso - Parte 1 ***
Capitolo 5: *** Trio per caso - Parte 2 ***
Capitolo 6: *** Eroi affamati ***



Capitolo 1
*** Qualche palla di pelo ***


Quel giorno si sarebbe dovuto svolgere il solito meeting, tutte le nazioni del pianeta erano sedute attorno al tavolo.
Arthur beveva il suo thè, Lovino continuava a tentare di tenere lontano il fratello dal cruccomangiapatate, Antonio Gilbert e Francis confabulavano su chissà che cosa, sicuramente niente di buono, Alfred sosteneva uno dei suoi lunghi monologhi sulla situazione mondiale, sul fatto che lui era l'eroe e che gli altri gli avrebbero fatto da supporto. Tutto come sempre tranne per...
Qualche giorno prima Grecia aveva avvisato le altre nazioni che non sarebbe potuto andare al meeting perchè un paio fra i suoi gatti non stavano bene, il problema era che senza di lui non si potevano prendere le decisioni più importanti così America gli aveva proposto di portare con sè i mici.
Tutto come sempre tranne per un paio di gatti che gironzolavano per la stanza, un altro paio sotto al tavolo, un po' sopra di esso, alcuni che giocavano con le tende, altri sopra la testa di Grecia, alcuni tra le braccia d'Ungheria, sopra le spalle di Belgio, sulla testa di Sealand... In effetti non c'era un angolo di quella stanza che non ci fosse un animaletto peloso.
Però tutto era proseguito liscio finchè per chissà quale motivo, sempre se ce ne fosse stato uno, Francis e Arthur cominciarono a far a zuffa. Zuffa che fu destinata a concludersi presto al rumore di ceramica che s'infrangeva.
Tutti si zittirono all'unisono, i volti dei presenti assunsero un'espressione di puro terrore e nessuno ebbe il coraggio di voltarsi per constatare l'accaduto, nessuno a parte un certo inglese che aveva pregato di non aver sentito quel che aveva udito.
Il preziosissimo servizio di thè che gli era stato regalato dalla regina, porto dalle sue regali mani. Il suo adorato servizio era stato decimato da uno di quei pidocchiosi sputa-palle di pelo! Quel contenitore di pulci aveva osato bere il suo thè e frantumare la sua tazza!
Un urlo si levò in tutta la stanza che fuoriuscì dall'interno della tenuta, dall'intero quartiere, dall'intera città. Non ci fu nessuno al mondo che non udì lo sfogo d'ira dell'inglese.
Anche i gatti lo avevano sentito e spaventati si issarono contro di lui, graffiandolo e mordendo in ogni parte del corpo. Tutte le nazioni presenti si affrettarono a salvare l'inglese accalappiando più gatti possibili, ma più ne prendevano e più l'inglese ne aveva addosso. Così furono costretti a prendere direttamente l'inglese, portarlo in infermeria ed interrompere il meeting.
Nello stesso pomeriggio tutte le nazioni erano in viaggio per tornare nelle proprie abitazioni, l'inglese compreso, dove le aspettava una particolare sorpresa.
Chi prima, chi dopo all'arrivo in patria ricevette una lettere dall'ignoto destinatario, il contenuto della busta era una mappa e un biglietto:

Una preziosa occasione ti sono venuto a portare, un tuo desiderio io posso realizzare.
Qualunque cosa tu puoi chieder ma fa presto, il primo devi esser.
Son già venuto a trovarti e il tuo tesor son venuto a prelevarti
Se intatto lo vuoi rivoler , al gioco parte devi aver.


Dopo lunghe ed estenuanti ricerche tutte le nazioni si erano rese conto di esser state derubate di qualcosa. Così, chi volente chi nolente, presero parte al gioco e seguendo le prime indicazioni partirono per la prima destinazione.


Note Autore:
Ed eccomi con la seconda Fic che pubblico su Efp ^O^
Dopo Life is Beauty (Tsubasa Reservoir Chronicle) sono passato ad Hetalia ^O^
Partiamo dal principio che questa fan fic non ha alcuna pertinenza storica per adesso, il raiting potrebbe anche alzare andando avanti con la storia. Non si sa mai cosa partorisce la mia pazza mente u_u"""
Ringrazio la mia sensei che mi fa da Beta perciò se ci sono errori è colpa sua Che ha tanta pazienza : D
Buona lettura e spero vi divertirete con me ^O^

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Capitolo 2
*** Sperduti ***


Alla fine il meeting era andato a monte, proprio quel giorno che aveva finalmente deciso d'imporsi e far valere la sua parola come quella di tutte le altre nazioni, ma non poteva farci nulla se i gatti del greco erano dei rivoluzionari.
Così per salvaguardare la salute del fratello l'incontro fu interrotto e ognuno fece ritorno a casa. Come tutti gli altri, anche Peter era di ritorno ma quando arrivò trovò una strana lettera senza mittente, si chinò a raccoglierla e l'aprì trovando all'interno una mappa con il segno di una X rossa sopra un'isola e un biglietto che non perse tempo a leggere. L'effetto fu pietrificante, rimase a guardare il libero cammino delle onde del mare, incredulo.


Anche in viaggio non si faceva mancare le comodità: divanetti in pelle, un buon libro, e thè di prima scelta. Si trovava a mezz'aria diretto a quella fatidica X. Non aveva di certo ceduto al ricatto, se partecipava era solo perchè il fratello più piccolo aveva intenzione di farlo e se non ci fosse stato lui sicuramente sarebbe finito nei guai al tempo di record.
«Gliela faremo pagare cara! Come hanno potuto derubarmi della mia casa-desu yo?!» La nazione era furibonda e stava cercando di indurre il più grande a vendicarsi, cosa che si era già premurosamente appuntato di fare anche prima della sua chiamata.
Sembravano finalmente giunti a destinazione e dal finestrino si vedevano altri aerei che sorvolavano l'isola. Quello che più colpì Arthur non fu l'estrema bellezza del posto ma l'aereo alla loro destra, tutto rosa con uno stupendo unicorno stampato sulle ali.
E mentre l'inglese era occupato a contemplare l'unicorno Peter, troppo arrabbiato per star seduto senza far niente, aveva acceso il telefono e chiamato Spagna che rispose dopo qualche secondo
«Allora, hai trovato qualcuno che mi ospiti?*» ma l'unica cosa che udì furono delle urla assordanti, tanto che dovette allontanare l'aggeggio dall'orecchio.
«BASTARDO!!! CHE FAI?! Spegni quel cazzo di telefono, l'aereo potrebbe...»
Ma fu troppo tardi, sia l'aereo dello spagnolo che quello inglese andarono in tilt e quando Arthur si accorse che Sealand parlava al telefono gli diede una bella sgridata prima di togliere il pilota automatico e cercare, futilmente, di prendere il comando. Ad effetto domino uno dopo l'altro tutti gli aerei si scontrarono e i passeggeri si paracadutarono sull'isola.
All'atterraggio il più piccolo si alzò guardandosi intorno notando che erano finiti nel bel mezzo di una foresta, si voltò per vedere come stava il fratello ma gli prese quasi un infarto quando fu quasi sovrastato dalla sua furibonda figura.
«RAZZA D'INCOSCIENTE NON LO SAI CHE I SEGNALI DEI CELLULARI INTERFERISCONO COI COMANDI AEREI?!» In effetti aveva combinato un bel disastro, per colpa sua si trovarono sperduti in un'isola di cui non sapevano niente e come loro tutti quelli che erano a bordo degli altri aerei.
La piacevole discussione fu interrotta dall'intrusione di alcuni indigeni del posto. Sembravano appena usciti da uno di quei film che America amava tanto produrre e far visionare al mondo intero per dimostrare che lui era l'eroe. Avevano la carnagione nera come la pece, collane bracciali e vari ornamenti ossei, dei buffi gonnellini in paglia e... «Breakfast» fame?
Una tono cavernoso fuoriuscì dalle labbra dell'indigeno dalla stazza più grossa, probabilmente il capo, considerato che tutti gli altri osservavano i suoi movimenti in attesa di ordini. Li aveva puntati con un dito e leccandosi le labbra pronunciò una certa parolina «Breakfast»
Si avventarono sui due malcapitati che presero a correre dalla direzione opposta, ma qualche metro più in là se ne ritrovarono altri davanti e poteva vederne in lontananza anche nelle altre direzioni, erano circondati.
Cercarono di farsi venire un'idea in fretta e furia, anche qualcosa che concedesse loro un po' di tempo ma più i secondi passavano e più i nemici si avvicinavano e più le idee sembravano non arrivare.
Uno snervante conto alla rovescia che se fosse arrivato allo zero avrebbero assistito all'ultima colazione della loro vita.
All'improvviso davanti a loro apparve una simpatica fatina dal colore verde acqua, sembrava spargere polvere magica dappertutto. Sorrise per salutare l'inglese e poi fuggì tra i meandri della foresta.
"Vuole che la seguiamo" Pensò mentalmente entusiasta, e così fece. Seguito da Sealand inseguì il batuffolo svolazzante che schivava i vari rami che gli si prestavano davanti. Si fermò difronte un tronco e la fatina svolazzò sopra l'albero indicando uno squarcio.
Il problema era che troppo piccolo per entrarci entrambi e così Arthur afferrò il fratello e ce lo infilò all'interno
«Li porto lontano. Tu sta nascosto qui finchè...» L'eco di uno schianto metallico si espanse in tutta la foresta seguito, poco dopo, da quello di un rumore di catene in movimento.
Un alone d'ombra e un'espressione di puro shock prese forma sul suo viso quando vide Peter, shockato quanto lui, all'interno di una gabbia che veniva risucchiata verso l'alto.
E nemmeno stavolta ebbe il tempo di elaborare che al suo orecchio arrivarono le suonanti risate della fatina che dopo una dovuta linguaccia sparì tra i meandri della foresta.
Intanto gli indigeni allarmati per il rumore lo stavano raggiungendo così non gli rimase altro da fare che darsela a gambe e segnarsi anche questa insieme al set di tazze ed alla struttura di Peter.







* Nel 2007 Sealand è stata messa in vendita ed il compito di trovare un acquirente è stato assegnato ad una compagnia spagnola, così ho posto l'evento come Sealand che cerca qualcuno che sia disposto a tenerlo a casa con sè.
So che avevo detto che non c'era alcuna attinenza storica ma avevo anche avvisato di un possibile cambiamento xD Comunque le attinenze alla storia saranno solo dettagli niente che avrà a che fare con la trama principale, per ora xD

Note Autore:
Ed Eccoci arrivati al secondo capitolo : D
Intanto un dovuto Grazie a colore che l'hanno aggiunta tra le preferite/seguite, e uno alla mia beta sensei xD
Credo abbiate capito cosa è stato rubato a Sealand? No? Bè, gli è stata rubata Sealand, la struttura dove abita, la nazione xD
Spero di non essere stato troppo crudele col piccolo non è vero
Ancora un grazie e alla prossima ^O^

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Capitolo 3
*** Falle ***


Dopo la caduta dell'aereo aveva perso i sensi per un tempo indefinito, fino a quando non si era svegliato dondolante su un ramo e senza pantaloni. Come fosse riuscito a perdere i pantaloni in una circostanza del genere rimase un mistero. Si osservò intorno per poter definire una posizione ma quello che vedeva era solo verde, verde che si espandeva all'infinito qualunque fosse la direzione in cui posava lo sguardo. Ma non si preoccupò più di tanto, il posto era carino e poteva organizzare un picnic insieme al suo... -Lovini...!-
Ebbe giusto il tempo di rendersi conto dell'assenza del suo querito, prima che il sostegno crollasse a causa del suo peso e si ritrovasse spalmato per terra.
-...to.-



Malediceva quel maledetto e chiunque lo avesse privato di quel minimo di cervello che la natura potesse avergli donato, perchè non poteva essere così crudele da non dargliene nemmeno un briciolo. E mentre la mente di Lovino vagava per i vari imprechi e scagliava accidenti a destra e manca, i suoi occhi scrutavano il verde cercando una via d'uscita o almeno un'anima viva nelle vicinanze.
Dopo un paio di scoiattoli, un cinghiale e innumerevoli uccellini finalmente trovò traccia d'anima viva, o più precisamente udì un
-Doitsu! TASKETEEEEEEE...!!!- Si diresse in fretta verso l'urlo ma quando arrivò nel punto più forte del suono si ritrovò davanti solo un'enorme parete di rocce. Si voltò a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra e ancora verso sinistra ma niente. Non riusciva a trovarlo e dal modo in cui urlava sembrava esser finito per l'ennesima volta nei guai.
Alzò lo sguardo verso l'alto per vedere qual'era l'albero più alto, poteva arrampicarsi e cercarlo visivamente, ma non ce ne fu bisogno. Il fratello era appeso ad un debole ramo della parete di roccia, troppo in alto per raggiungerlo arrampicandosi su un albero.
Piagnucolava, preso dal panico per le sorti del fratello, dandogli del baka e rimproverandolo per esser finito là sopra. Dall'altro canto Feliciano, anche lui piagnucolante, chiedeva aiuto al fratello. Magari lanciandogli una corda.
-Baka! Che cazzo stai dicendo?! Dove la trovo una corda in una foresta?- Nonostante il rimproverò non perse un attimo dandosi subito alla ricerca di qualche cosa che potesse fungere da corda. Intanto in cima alla parete c'era Doitsu che ascoltava i discorsi dei ragazzi, un modo per assicurarsi che l'italiano non fosse caduto mentre si preparava a soccorrerlo.
Si appuntò mentalmente che, nel caso in cui si fosse trovato nella stessa situazione di Feliciano e ci fosse stato uno dei fratelli Italia a cercare di soccorrerlo, avrebbe dovuto spiegargli che una corda sarebbe servita a ben poco.
Era talmente abituato a salvare Feliciano che i suoi pensieri scorrevano tranquillamente mentre l'altro piangeva aggrappandosi con tutte le sue forze al ramo che lentamente si spezzava sempre di più fino a sganciarsi dalla parete. Italia si trovò quindi in balia del vuoto mentre urlava tasketeeee al tedesco.
-VODKAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-
Qualcosa lo aveva prontamente afferrato a mezz'aria, più precisamente qualcuno, Germania. Aveva infatti legato una corda sul tronco di un ramo e si era gettato. Tedesco ed Italiano si voltarono a sinistra, soffermandosi a vedere un Russia che precipitava allegramente. Anche Lovino aveva osservato la caduta del russo dal basso fino a che non era sparito dalla sua visuale.
Russo caduto e pericolo scongiurato, i tre si ritrovarono ai piedi della parete per discutere sulle prossime mosse da fare.
-Veeee~ Fortuna che Doitsu ha preso l'indispensabile dopo che è caduto l'aereo!- Affermò indicando un piccolo zaino marroncino sulle sue spalle. Dopo una lunga discussione, che trattava di tutto tranne come affrontare l'ignoto della foresta, il tedesco decise che si sarebbero accampati per un po'. Lasciò i due italiani a occuparsi dell'accampamento e andò in perlustrazione in cerca di legna e cibo commestibile.
Passarono un paio d'ore prima che ritornasse dai due e, quando arrivò, trovò due tende issate, un fuoco acceso con dei broccoli a bollire e i due fratelli che litigavano per l'ennesima volta. Lovino come al solito ne dava di santa ragione al fratello mentre Feliciano cercava di ripararsi più che poteva senza ricambiare i colpi.
-Veeeeeee~ Ma non è colpa mia se si è presto tutta la nostra pasta!- L'ennesimo cazzotto s'infranse sul povero ragazzo prima che il biondo li separasse cercando di calmare i bollenti spiriti.
-Se... Se vinco ci farò ridare il doppio della pasta, anzi no... Il triplo!- Ma Lovino non aveva intenzione di ascoltarlo, aveva già un suo progetto riguardo al suo desiderio. Si sarebbe sbarazzato del cruccomangiapatate una volta per tutte.
La sua rabbia scemò per lasciar spazio alla curiosità quando Feliciano si voltò verso il tedesco chiedendogli cosa gli aveva rubato il ladro per convincerlo a raggiungere quell'isola -Riviste.-
I due lo guardarono ancora più curiosi e avrebbero chiesto di che genere di riviste si trattasse se solo il biondo non fosse scappato di nuovo in perlustrazione.



Se la stava ridendo di gusto, questa volta il cruccomangiapatate non l'avrebbe scampata! Si sarebbe calato il sipario sui colori nero, rosso e giallo e finalmente avrebbe potuto dormire sonni tranquilli sapendo che il suo adorato fratello non era più in compagnia di quel essere.
Dopo aver liquidato il fratello con la scusa che doveva andare a fare pipì e aver fregato un paio di cose dallo zaino, seguì il biondo, lo superò e sistemò un piatto di wurstel per terra e poco più avanti il capo della corda col nodo alla texana*.
Era un piano perfetto, solo una mente geniale come la sua poteva sfornare un'idea del genere. Il crucco, visti i wurstel e irresistibilmente attratto da essi, si sarebbe diretto verso il cibo. Quando, poi, avrebbe appoggiato il piede dentro la corda, gli sarebbe bastato tirare per far si che il tedesco si ritrovasse appeso ad un albero a mezz'aria e senza nemmeno poter arrivare ai wurstel. Il resto della sua esistenza sarebbe consistita nel tentar di mangiare quei wurstel che non avrebbe mai raggiunto.
Si udirono dei passi, così non perse tempo a nascondersi dietro un cespuglio. Come previsto si trattava del biondo che camminava per la foresta e sempre come previsto notò i wurstel. Li fissò per qualche secondo in silenzio e poi si avvicinò al piatto.
"E' fatta!" pensò l'italiano; tirò la corda, una gamba del tedesco si ritrovò legata e...poi l'uomo si chinò prendendo i wurstel per mangiare.
L'italiano ritirò più volte la corda ma il tedesco sembrava che non si fosse nemmeno accorto di avere una caviglia legata. Finì di consumare i wurstel e tornò tranquillamente per la sua strada mentre Lovino veniva trascinato via come un sacco di patate nel vano tentativo di tirare la corda.



La corda era difettosa, era per questo che se l'era cavata ma questa volta non l'avrebbe fatta franca. Rise sonoramente prima di finire di piazzare gli ultimi rami secchi e le ultime foglie per terra, coprendo così la profonda fossa che lui stesso aveva scavato.
Tutti erano soggetti alla forza gravità, anche quel bastardo. Il piano era semplice. Appena il crucco sarebbe passato di là, perchè sarebbe passato o gliel'avrebbe fatta pagare cara, i fragili rami si sarebbero spezzati sotto al suo peso e sarebbe finito dentro al fosso. Avrebbe passato così tutta la sua inutile vita dentro a un fosso per sempre! Ghignò prima di udire dei passi e andare a nascondersi sopra un albero.
Come previsto il tedesco passò di là, col suo solito sguardo indifferente ma sempre allerta in modo da guardarsi intorno. Passò tranquillamente sopra la buca coperta per poi sparire nei meandri della foresta.
"Ma che cazz...!"
Scese dall'albero e posò un piede sulla fossa per vedere cosa avesse.
Niente.
Non aveva niente che non funzionasse visto che bastò solo quello per far cedere la debole copertura e ritrovarsi dentro la trappola che lui stesso aveva scavato.



Rise di nuovo e questa volta non sarebbe stato fregato, finora se l'era cavata perchè si era affidato fin troppo alla fortuna ma questa volta il suo piano era infallibile.
Si trovava in cima ad una parete rocciosa e davanti a lui c'era un enorme masso, era persino più alto di lui per qualche centimetro. Ghignò divertito all'idea di un tedesco spiaccicato dal masso.
Infondo alla parete potè vedere il biondo che camminava, così, con l'aiutò di alcuni robusti rami, fece leva sul masso che cominciò la sua folle corsa verso il tedesco. Lovino osservava tutto dall'alto ogni secondo più compiaciuto, il masso si avvicinava sempre di più all'uomo, ancora qualche metro e...
-Si è fatto tardi, è meglio tornare indietro prima di perdere il senso dell'orientamento.- Detto questo fece dietrofront e se ne andò.
Intanto il masso continuava la sua folle corsa e, dopo aver superato il tedesco, si ritrovò a rotolare su un'altra parete che creò il classico effetto boomerang, il masso cominciò a rotolare nuovamente verso dove era venuto.
Lovino si ritrovò il masso a una velocità pericolosamente alta che correva verso di lui. Così si diede alla fuga più veloce che poteva pensare, sempre inseguito dal masso -SEI UN BASTARDO!-
-Lovinito!- Il destino fu così beffardo che nella sua folle fuga incontrò lo spagnolo che, felice di vederlo, prese a corrergli dietro per poterlo abbracciare.
-Lasciami in pace, maniaco!- Dimenticatosi del pericoloso masso prese a fuggire ancora più velocemente di prima, aumentando così il suo limite per sfuggire da ciò che costituiva il più grande dei pericoli. Un contatto fisico con lo spagnolo.





* Considerate l'ultimo disegno della cravatta e fingete sia la corda, ecco a voi il nodo xD http://i.imgur.com/Safix.gif

Note Autore:
Parto con una piccola precisazione, il titolo  sarebbe tedesco e vuol dire Trappola. Almeno secondo il traduttore on-line per eccellenza Google T_T
Un dovuto grazie alla mia beta, le ho fatto correggere un obrobrio di fic assoluto :3

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Capitolo 4
*** Trio per caso - Parte 1 ***


Charles Aznaovour, un vanto tra gli artisti francesi di quegli ultimi anni. Lo stesso Francis Bonnefoy lo adorava e non riusciva a far a meno di ascoltare.
Anche in quell'occasione la sua musica cullava lui e i suoi ospiti, mentre in aereo si apprestava ad atterrare su un'isola di cui sapeva tanto quanto le fatine di cui parlava l'inglese. Nulla.

Degustava un buon vino donatogli in occasione del suo compleanno da Feliciano qualche anno prima. Quel ragazzo e suo fratello erano un portento per i vini.
Non quanto lui, ma avevano tutte le carte in regola per il secondo posto.
Insieme a lui altre tre nazioni erano sedute su quelle comode sedie dal rosso velluto, due da una parte e due dall'altra. E in mezzo a loro un tavolino grigio che non arrivava nemmeno alle loro ginocchia.
Il viaggio era stato molto silenzioso, ognuno rinchiuso nei suoi pensieri a meditare sull'accaduto.
La prima a prender parola dopo ore di meditazione fu la nazione che sedeva a sinistra del francese. Una ragazzina esile, dai capelli bruni e dal volto molto carino.
-Mi chiedo come abbia fatto a rapire contemporaneamente tutte le nostre case così rapidamente. Sono molto distanti tra di loro, gli sarebbe servito molto più tempo.-

La risposta non tardò ad arrivare dalla ragazza che gli era seduta difronte, anche lei aveva i capelli bruni ma li portava lunghi e sciolti, indossava una divisa da cameriera e anche se all'apparenza sembrava innocua era una tipa dal carattere forte.
-Potrebbe avere dei complici. Non farne una semplice questione di distanza.-
-Non è così difficile entrare in casa di sempliciotti come voi...- E lui lo aveva fatto mille volte, soprattutto nella camera dell'Ungherese che gli sedeva a fianco. -...ma come ha fatto ad entrare in quella mia?-
Tra le quattro nazioni presenti, il tizio con un barattolo di fagioli sulla testa era il più infuriato.
-La casa dell'awesome, il magnifico me! Impossibile! Appena lo trovo io...- Prese il barattolo di fagioli dalla testa e lo lanciò davanti a se. Era così agitato che non gli sfiorò l'idea di poter colpire le due nazione che gli sedevano difronte. Fortunatamente sfiorò le guance di Sesel e Francis senza provocare alcun danno.
L'ungherese stava per colpirlo con un pugno in quella zucca vuota ma desistette dal farlo quando vide che sulla testa dell'albino ora era posata una scarpa.
Il furfante gli aveva rubato il più prezioso tra i suoi tesori, e non si trattava della birra. Gilbird. L'uccellino che spesso riposava sulla sua testa. Per colmare quel senso di vuoto che la momentanea perdita gli aveva provocato si era rifilato di tutto in testa. In principio alcune lattine di birra, non era la stessa cosa ma la freschezza della sua amata bevanda riusciva consolarlo in parte, forse troppo. Il tempo di metterla sul capo e l'insana voglia di berla, puntualmente, si presentava. Finì un'intera riserva e nel giro di un paio d'ore si ritrovò ubriaco fradicio.
Il secondo tentativo furono delle fette di carne. Ma ogni cane di passaggio, attratto dall'inebriante profumo del cibo, finiva per saltargli addosso.
Il terzo tentativo fu un motorino. Ma non lo tenne per molto, troppo pesante.
E infine eccoli là: Francis, Sesel, Eizabeth e Gilbert tentavano di elaborare una strategia d'attacco per ri-impadronirsi della refurtiva e vincere la sfida
Sul tavolino gli oggetti incriminati: 4 lettere e 4 mappe.
-Le mappe sono tutte identiche, ciò vuol dire che atterrati dovremo incontrare anche altri concorrenti e magari scontrarci.-
L'ungherese cercava di risalire ad un'idea precisa dei guai in cui erano stati cacciati, mentre Francis prese uno dei quattro biglietti e lesse


Una preziosa occasione ti sono venuto a portare, un tuo desiderio io posso realizzare.
Qualunque cosa tu puoi chieder ma fa presto, il primo devi esser.
Son già venuto a trovarti ma non ho avuto il coraggio di derubarti.
Derubar una dolce ragazza come te, sarebbe un'azione da vil primate
Un dolce dono ti ho portato, sperando di vederti o mia invitata



Scostò il biglietto dalla sua visuale orgoglioso -Un galantuomo, non c'è che dire. E' sicuramente francese.-
Il suddetto biglietto era quello di Sesel, trattare una dolce ragazzina in quel modo poteva essere solo frutto di un distinto ed educato soggetto francese.
Sesel raccontò che quando era tornata dal meeting aveva trovato quel bigliettino circondato da alcune rose, tante rose, molteplici rose. Così tante rose da invadere tutta la patria. Non le ci era voluto molto per scoprire che erano quelle del cugino e non aveva perso tempo a contattarlo.
Dal canto suo, il francese era finito in paranoia. Senza le sue amate rose non era più lo stesso. La sua chalance, il suo bon-ton, il suo amour, la sua cuisine peccavano di una grave mancanza. Quel tocco indispensabile che rendeva l'atmosfera così magnifique.
Quando sentì la voce di Sesel gli parve quella di un angelo, se le sue rose non erano a casa non c'era posto più sicuro al mondo della casa della ragazza. Soprattutto se era lei stessa a prendersene cura.
L'albino ghignò strisciando fino all'orecchio dell'ungherese e accertandosi di non esser sentito dagli altri due, coprendosi con una mano, sussurrò
-Non dirlo in giro, ma credo che ti abbia derubato perchè ti ha scambiato per un maschiaccio.-
Seguì un sonoro schiaffo. Ma il prussiano non si arrese e con aria di chi la sapeva lunga aggiunse
-La tua mancanza di femminilità e tatto potrebbe aver...-
S'interruppe quando vide il volto della ragazza sovrastarlo. Era viola e aveva delle stelline luccicanti a posto degli occhi, le mani aperte che le prudevano così forte da sentir il bisogno di prender qualcosa e infrangergliela addosso. Ma la carica fu destinata a esaurirsi presto, senza la sua amata padella non riusciva a dar sfogo a tutta l'irritazione che quello gli provocava. E ovviamente Gilbert ne approfittava, non perdendo ogni occasione che gli si presentava per punzecchiarla un po'. Strisciò come prima dalla ragazza e sussurrò
-Non ti preoccupare, quando vincerò farò in modo che tu sia un maschio completo.- Un alone di polvere si issò, provocato dai due che se le suonavano di santa ragione.
-Quando perderai, farò in modo che tu sia una donna completa!- Rimbeccò la ragazza tra un pugno e un calcio.
Gli altri due assistettero alla divertente scena per un po' prima di parlare tra di loro.
-Ma cheriè, tu cosa hai intenzione di chiedere se vinci?-
Sesel sorrise al cugino e rispose -Niente, non ho alcun desiderio da esprimere.- In realtà un desiderio lo aveva, voleva che il cugino la vedesse come una donna e non come una ragazzina impacciata, ma quella era una conquista che voleva ottenere con le sue sole forze.
Il francese rimase un po' interdetto a quella risposta e così gli chiese -E allora perchè stai partecipando se non ti ha derubato e non hai desideri?-
-E' stato così gentile che non me la sono sentita di declinare l'invito.- La solita Sesel gentile anche con chi non lo meritava... D'altronde era anche per questa sua caratteristica che le voleva un sacco di bene. -E tu? Sai già cosa chiedere?-
Un sorriso compiaciuto prese forma sul viso francese -Certamente, ma cheriè.- E se riusciva avrebbe attuato una delle sue conquiste più grandi. Godeva all'espressione che avrebbe avuto quel bruco appena esaudito il suo desiderio. L'Inghilterra sarebbe diventato territorio francese e conservava già alcuni giochini adatti per l'occasione.
Non ci fu più tempo per zuffe e domande dato che si ritrovarono in mezzo ad un devastante effetto domino che li fece precipitare. Paracadute in spalla e giù dal mezzo.
L'aereo nella caduta prese così tanta velocità da esplodere a contatto col terreno, distruggendo tutto quello che serbava al suo interno.
Finirono dentro ad una rigogliosa foresta ma ci vollero pochi minuti perché le quattro nazioni si ritrovassero. Appurato che le loro condizioni fisiche erano a posto decisero di accamparsi e dividersi ruoli e compiti. Così Elizabeth propose -Io e Sesel potremo andare in perlustrazione e cercheremo qualcosa di commestibile, Francis potrebbe pensare alla cucina mentre Gilbert alla legna.-
In un primo momento pareva che non ci fossero lamentele ma quando si accinsero ad adempiere ai loro doveri Gilbert, con in testa un nido d'uccello, protestò -Was*? Il magnifico me che coglie legna?! Non contateci. Francia andrà a raccogliere la legna, Sesel e il signor so tutto io cucineranno e l'awesome andrà in perlustrazione!- Perchè solo uno magnifico come lui avrebbe potuto fare una perlustrazione che avrebbe fatto invidia perfino al fratello.
-In cucina? Credi che una donna possa solo cucinare?- Elizabeth si stava già preparando al secondo round ma il prussiano disse qualcosa che le fece cambiare idea
-E tu non puoi fare nemmeno quello visto che non hai più la tua cara padella con te.- Non si riuscì a capire se quello era veramente il suo pensiero o voleva solo far indispettire la ragazza e non si ebbe nemmeno il tempo di capirlo che -D'accordo. Ti dimostrerò che noi donne siamo capaci di far quello che fate voi uomini e anche meglio.-
Afferrò per un polso Sesel e si avviò verso una direzione a caso. Hitsuzen** volle che proprio in quel momento incontrarono Svizzera e Liechtenstein alle prese con un nodo ribelle, di un nastro per capelli, che la ragazza portava.
-Credi che non sia capace di sciogliere da sola un nodo?- Afferrò anche l'ignara fanciulla per il polso e la trascinò via con sè.
-Uomini...-






Was*: Cosa in tedesco
Hitsuzen**: Destino in giapponese
Note Autore:
Ed eccoci qui col capitolo 4, come vi avevo già detto sulla raccolta di fic E se... non ho abbandonato il progetto però vi siete preoccupati comunque, vero? :3 Ma anche no  MA prima di cominciare a parlare della fic AUGURI! Buona pasqua, pasquetta, liberazione, vacanze e tutti coloro che si chiamano Pasqua e Pasquo Pasquale :3
Auguri fatti torniamo alla fic, come potete vedere dal titolo questo capitolo l'ho dovuto dividere in due parti, causa "troppe idee".
Ho adorato l'idea di questo nuovo Trio tutto al femminile, non sono uno che ama le cose classiche ma ho preferito non rivoluzionare troppo gli abbinamenti per stavolta. Perciò al classico duo Eliza/Sesel ho aggiunto Lily. Vedremo dove mi porterà questo insano trio xD
Come al solito ringrazio tutti e spero che continuerete a seguirmi e che altri si aggregrino :3
Spero vi piaccia il modo in cui procedo e di lasciarvi qualcosa, e se volete vi invito qui. Il luogo dove tengo raccolti quasi tutti i miei lavori. Scansub Fan fic Disegni e altro, fate pure un salto a visitare e/o lasciare un saluto.

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Capitolo 5
*** Trio per caso - Parte 2 ***


-Andrò a vedere se trovo qualcosa da mangiare. La legna ce l'abbiamo perciò dovete solo accendere il fuoco.- L'ungherese era sicura di sè, non avevano bisogno delle virili protezioni delle altre due nazioni. Quello che temeva erano gli eventuali pericoli che comportava quella gara, la partecipazione a quel gioco era un salto nel vuoto.


-Non lasciare la presa!- Stringeva quel ramo più forte che poteva e le lontane urla di Feliciano non la incoraggiavano.
-Sesel sta arrivando, non lasciare la presa!- gridò stavolta Ungheria, Lily si era aggrappata ad un debole ramo della parete rocciosa, aggrappata alle sue gambe l'ungherese e a quelle dell'ungherese Sesel. Sotto Sesel il vuoto più totale.


Era riuscita a trovare un po' di frutta ed un laghetto dove prelevare dell'acqua e lavarsi. Tornò soddisfatta da quell'escursione, non vedeva l'ora di poter rilassarsi un po' davanti al fuoco e fare due chiacchiere con le altre nazioni.
Progetto destinato a non realizzarsi, quando arrivò infatti vide un'immensa distesa di rose rosse. Non c'era albero o cespuglio che non ne fosse ornato.
Sesel stava addirittura innaffiando un giardino di rosse bianche e Lily annusava i fiori che abbellivano la legna da ardere. Non riuscì nemmeno a non vedere un paio di lenzuola, probabilmente le tende, appese su dei rami.
-E queste?-
Le ragazze si accorsero della sua presenza ed entusiaste per il buon lavoro svolto sorrisero
-Ti piace? Francis mi ha regalate un paio delle sue rose per ringraziarmi. Anche se non credo di aver fatto niente di speciale.-
Non riuscì proprio ad abbattere tutta quella soddisfazione che trasudavano da ogni poro così si rimboccò le maniche e disse -Forza, abbiamo altro lavoro da fare.-
Per prima cosa tolse dalla legna le rose, posandole affianco a lei, preso uno dei legnetti più piccoli e lo sfregò sopra agli altri. Ci vollero pochi minuti e il fuoco fu acceso.
Lily osservò tutto il processo con attenzione. Trovava interessante vedere come l'ungherese riuscisse a cavarsela in ogni situazione, al contrario lei aveva sempre bisogno di aiuto dal fratello maggiore. Ma in quel momento non c'era e doveva cavarsela da sola, quindi sicura di sè decise di esser meno d'impaccio possibile alle altre due. Prese le rose che erano state tolte dalla legna, ogni piccolo aiuto che poteva dare lo avrebbe fatto e togliere l'ingombro delle rose era un inizio più che buono.
Andò a sistemarle accanto al giardino ma quando si chinò per posarle sentì uno strano fruscio, alzò lo sguardo e vide un'ombra deforma e ragliante che si dirigeva verso di lei. Urlò.
Si sentì presa per un braccio e tirata indietro, solo dopo si accorse che si trattava di Elizabeth con la sua fidata padella in mano. Tutte le ragazze ora fissavano l'ombra minacciosa che si avvicinava sempre di più
-Doitsuuuuu...-
La tensione scese a zero, riconobbero subito il piagnucolio disperato del ragazzo che ormai si era avvicinato così tanto da non poterlo più confondere con qualcos'altro. Aveva tutta l'aria di essersi perso, foglioline attaccate ovunque e in testa un pentolone che fungeva da elmo.
-Non riesco a trovare Doitsu, l'ho cercato dappertutto ma non ho trovato nemmeno un wurstel. E se un leone se lo fosse mangiato? E se si è fatto male e non riesce a muoversi? E se non avesse più birra?- Scoppiò in lacrime pensando che una di quelle orribili catastrofi lo avesse colpito.
-Non ti preoccupare, ti aiuteremo noi a trovarlo. Ma adesso dobbiamo lavarti e darti da mangiare.-
L'Italiano sorrise spensierato e si aggiunse al gruppo di ragazze. Si era sempre fidato di Ungheria ed era sicuro che grazie al suo aiuto si sarebbe ricongiunto al tedesco.
Passò un po' di tempo e le ragazze riuscirono ad organizzarsi meglio, montarono le tende in modo corretto, ripulirono più e più volte il pentolone che aveva in testa l'italiano e misero l'acqua a bollire per cucinare dei broccoli che Feliciano aveva con sè.
Ungheria e Sesel stavano ornando le tende con le ultime rose rimaste e Lily faceva compagnia al ragazzo raccontandogli storie e insegnandogli alcuni giochi divertenti.
Però Sesel aveva dei dubbi, c'era qualcosa che non capiva
-Come mai hai invitato Italia ad unirsi con noi?-
Ungheria sorrise alla ragazza e rispose -Ita-chan non ci procurerà alcun problema, non ti preoccupare.-
Sesel non intendeva dire che il ragazzo sarebbe stato d'intralcio ma non ebbe il tempo di chiedere altro che Elizabeth si diresse dall'italiano mettendogli un rosa sulla testa. -Ita-chan, ti sta proprio bene!-
L'italiano s'illuminò per il complimento ricevuto e subito dopo Lily, con delle bacchette di legno fatte da loro, prese un pezzetto di broccolo -Ita-chan, fai aaaaaa- Spiegò con attenzione riproponendo quel verso a bocca aperta.
Feliciano emulò la ragazza che lo imboccò col pezzetto.
Sesel in lontananza guardava tutta la scena perplessa "Lo stanno...addomesticando?"
Intanto le due ragazze si divertivano a fare il solletico all'italiano con dei bastoncini come si usa fare coi gattini, cosa che il ragazzo sembrava gradire molto visto il volto luccicante sia suo che delle ragazze.
A rovinare il momento festoso un altro rumore proveniente da qualche cespuglio.
-Doitsu!-
L'italiano corse verso il cespuglio ed ad occhi chiusi abbracciò quello che aveva catalogato come tedesco, strusciandoci la guancia.
-Doitsu, dovresti farti la barba più spesso sai? E ti servirebbe anche un bagno, puzzi un po'. Quando torniamo a casa...- S'interruppe quando riaprì gli occhi e si rese conto che quello che abbracciava non era il tedesco ma un orso dallo sguardo minaccioso e furioso.
Goccioline di sudore scesero lentamente dalla fronte, quasi anche loro avessero paura d'importunare l'orso, e con voce tremante tentò di chiarire -Ah...Stavo scherzando signor orso... Lei è... molto profumato.... e sono sicuro che si lava ogni giorno e...- L'orso bragliò pesantemente e Feliciano corse via in lacrime nascondendosi dietro l'ungherese. Quest'ultima sfoderò la padella, non aveva intenzione di far correre pericoli alle altre nazioni, ma quando con una zampa gli venne catapultata via l'arma rimase solo una cosa da fare: correre.
E così le quattro nazioni si diedero alla pazza fuga. L'animale sembrava non demordere e sembrò un miracolo quando davanti a loro comparve l'ignaro tedesco. Quando l'italiano lo vide fece un salto così lungo da far invidia ad un professionista -DOITSU! TASKETEEEEEEEEE-
Si aggrappò al tedesco che perse l'equilibrio. Sfortuna volle che a pochi metri dietro di lui ci fosse un dirupo e i due ci caddero.
In quel piccolo lasso di tempo (In quei pochi lassi di secondi) riuscì a vedere la mano del tedesco aggrappata al bordo della parete così si ripromise che, libere dall'orso, sarebbero andate ad aiutarli.
S'imboscarono in una zona fitta di rami e foglie sperando che la grossa statura dell'orso gli impedisse d'inseguirle, cosa che effettivamente avvenne, ma quello che di certo non si aspettavano era che pochi metri dopo la fittizia ci fosse il vuoto.
La prima a cadere fu proprio l'ungherese. Sesel tentò di afferrarla ma non ebbe la forza per sostenerla e riportarla su, e, cadendo anche lei, tentò di reggersi su Lily ma il risultato fu pessimo. Perse la presa su entrambe le ragazze e dovette aggrapparsi a quelle della prima caduta.
-Non lasciare la presa!- Stringeva quel ramo più forte che poteva e le lontane urla di Feliciano non la incoraggiavano.
-Sesel sta arrivando, non lasciare la presa!- Lily si era aggrappata ad un debole ramo della parete rocciosa, aggrappata alle sue gambe l'ungherese e a quelle dell'ungherese Sesel. Sotto Sesel il vuoto più totale.
-Io? E come?- Chiese la brunetta tra lo sgomento e il sorpreso.
-Fa come ti dico, afferra con forza la mia gamba e tirati su, poi porta velocemente le mani sulle mie spalle e tirati su fino a poter poggiare le ginocchia sopra di me. Poi fa la stessa cosa su Lily, appena arrivi in cima afferrale le mani e tiraci su.-
Sesel non era per niente sicura di potercela fare ma d'altronde non c'era altra scelta, se non quella di cadere, quindi raccolse tutto il coraggio che riuscì a trovare e tentò di seguire le istruzioni. Tremolante si issò e scavalcò prima una e poi l'altra. Ma quando arrivò in cima il ramo a cui era aggrappata la ragazza si staccò. La bionda urlò e grazie a quell'urlo Sesel ebbe i riflessi pronti e riuscì ad afferrarle la mano.
Con grande sforzo e fatica riuscì a ritirare su Lily. Per non pesare più sulla ragazza l'ungherese, infatti, si era aggrappata ai bordi della parete e, grazie all'aiuto delle altre due, risalì anche lei.
Finalmente erano in salvo, un esausto silenzio calò.
-VODKAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-
Le tre si guardarono più spiazzate delle volte precedenti, avevano sentito veramente quel che avevano sentito? Quell'isola era più bizzarra del clima, che ultimamente di bizzarrie ne faceva parecchie. Perfino più bizzarra di...
-ITA-CHAN!-
Finalmente le tre ragazze si ricordarono dello sventurato ragazzo e si apprestarono ad andare a soccorrerlo ma quando arrivarono il tedesco lo aveva già riportato su.
La situazione sembrava esser tornata calma: l'orso era sparito, tutti erano in salute, sani e salvi. Quindi dal punto di vista d'Ungheria stare vicino al tedesco era solo una perdita di tempo. Non si era dimenticata che doveva provare a quell'inetto di Gilbert che le donne potevano cavarsela da sole.
-Andiamo ragazze.-
Si accinse ad allontanarsi dal tedesco, non curante della sua reazione, ma le altre due non si mossero da dov'erano.
-Tu ce la fai da sola, ma noi?- Chiese Lily.
-E se torna l'orso?- Aggiunse Sesel.
A quel punto l'ungherese, traboccante di sicurezza e serenità, si avvicinò alle altre due.
-Non è vero. Da sola non ce l'avrei mai fatta. E' stato grazie ai riflessi pronti di Sesel se siamo ancora vive, ed è stato grazie a Lily che non siamo cadute di sotto.-
Porse una mano al centro e disse -Insieme possiamo fare tutto, siete con me?-
Colme di una nuova forza e sicurezza le due annuirono e poggiarono le mani sopra quella sua.
-Siamo le migl...-
Fu in quel momento di massima esaltazione che una botola si aprì sotto i loro piedi facendole cadere all'interno.
Doitsu, che aveva assistito a tutta la scena, sospirò. Non c'era niente di normale in quella isola, tanto quanto in una nazione.
-Andiamo da tuo fratello, Italia.-


Note Autore:
Capitolo mooooolto sofferto, non per la trama che è stata molto semplice sfornarla ma per il tempo. Motivi off-line non ho potuto scrivere per un po' e per non farvi aspettare ancora ho dato alla beta un capitolo non riletto da correggere, quindi immaginiamo gli errori xD
Un ringraziamento alla mia beta per aver betato con pazienza ^O^ nonostante sia molto lenta, ma la qualità delle correzioni si sente
Una scusa enoooorme a tutti i lettori di I need, breve flashfic nata da un'ispirazione giunta dal nulla. NON mi ero accorto di aver scritto agnentato, ma dico io ç____ç
Che insulto all'italiano ç___ç
Chiedo perdono.
E ancora scusa a voi lettori che avete aspettato molto pazientemente non gli frega niente a nessuno questo capitolo.
Questa sembra più l'angolo delle scuse che le note d'autore o_O
Spero vi sia piaciuto, personalmente l'idea di un Feliciano "addomesticato" dal trio in rosa mi piaceva moooltissimo xD
Spero di non essere andato OOC e che sia uscita una cosa decente, alla prossima ^O^

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Capitolo 6
*** Eroi affamati ***


Cina, Giappone e Grecia camminavano per quella foresta in assoluto silenzio. L'uniche cose che rompevano la quiete del posto erano il rumore dei loro passi, il cinguettio degli uccelli, il miagolio di un gatto sopra la testa di del greco e l'eroica voce di America.
Anche i loro aerei come quelli degli altri erano stati coinvolti nell'effetto domino e si erano incontrati mentre vagavano senza meta nella foresta. Come si suol dire l'unione fa la forza.
-Mi farete da supporto!-
La divisione dei compiti fu semplice e rapida
-E tu cosa farai-aru?-
La meravigliosa bandiera stellata a striscie rosse e bianche comparve dietro le spalle dello splendente Americano e con voce imponenente affermò.
-Io farò l'eroe!-
La bandiera calò e le altre nazioni si erano già allontanati, senza badare a quello che stesse facendo "l'eroe".

Perlustrarono tutta la zona e si accamparono vicino ad un laghetto (l'unica cosa che in qualche modo differenziava dalle aree circostanti tra alberi, animaletti e fiori). Ne fecero un punto di riferimento, in caso di guai si sarebbero potuti ritrovare lì.
Erano riusciti ad accendere il fuoco e pescare del pesce, anche se la pesca non fu per niente profiqua. Dopo che Cina era incappato in uno squalo nessuno ebbe più il coraggio di tuffarsi.
Sarebbe toccato a malapena un pesce a testa, nulla che potesse colmare tutta la fame che si accumulò durante il piacevole soggiorno nella foresta.
-Che ne dite di una patita a poker mentre aspettiamo che sia pronta la cena?-
L'americano estrasse un mazzo di carte dalla tasca e prese a mischiare senza aspettare risposta già mischiava il mazzo.
-Sapete giocare, vero?-
Giappone si mise a sedere di fronte all'americano e annuì con la testa.
-Mi hanno insegnato Germania-san ed Italia-kun. Italia quando vince mi chiede di disegnare delle Doujishin, spesso su lui e Germania.-
Calò un silenzio agghiacciante. Fortuna (o sfortuna) che omise di dire che Germania di tutto quello non ne sapeva niente.
-E tu lo hai accontentato-aru?- Chiese Cina, quasi spaventato all'idea che Giappone potesse fare qualcosa di così assurdo, mentre prendeva posto tra i due.
Giappone annuì ancora e per l'ennesima volta calò il silenzio. Un silenzio tra lo scioccato e lo sgomento.
-E... Hai... disegnato anche su... su altri?- La questione di stava facendo pesante, una goccia di sudore gli accarezzava il volto. Per quanto l'attesa si fece lunga nessuna risposta arrivò dall'altro, nè si mosse di un millimetro. Lo sguardo velato dai capelli ed un alone oscuro ricopriva la sua intera figura.
-N... Nihon?-
Grecia si era già sistemato di fronte al cinese quando interruppe quel silenzio imbarazzante
-Io so come si gioca, ma non ho mai provato.-
L'americano sorrise furbamente sotto i baffi, o almeno questo si sarebbe potuto dire se America avesse avuto dei baffi. Ma purtroppo per gli altri non ne aveva e quel sorriso di chi la sapeva lunga accompagnato dallo scintillio delle lenti fu ben visibile a tutti.
-Volete provare la vera essenza del Poker?-
L'essenza del poker, mai i tre avevano sentito una cosa del genere. Incuriositi i tre accettarono la proposta.
-Allora scommettiamo... Il pesce.-
Fulmine a ciel sereno, i tre non si aspettarono una cosa del genere. Che ci fosse la fregatura sotto?



Giappone e Cina si rassegnarono all'idea di dover digiunare mentre Grecia e America si fissavano intensamente. Era arrivato il momento di scoprire la verità, l'aria si fece pesante. America mostrò le carte, 3 assi. Era soddisfatto ma Grecia sembrava avere qualcosa che potesse battere i suoi assi, che fosse un poker di re? Non era possibile, non poteva essere così fortunato da... Grecia abbassò le carte e...
-Tre 2, ho vinto io.-
Cina sospirò e gli tolse le carte dalla mano, dandogli una pacca sulla spalla.
-Ma il 2 è un numero più alto dell'asso.-
Controbatte il greco stupito, forse era meglio se qualcuno gli insegnasse come si giocava prima di accettare un'altra scommessa.
-Cena! Sto arrivando!-
L'americano si tuffò dove si trovava il prelibato piatto ma l'unica cosa che trovò fu il gatto di grecia che ingogliava l'ultimo pesce rimasto.
Per qualche istante l'americano osservò l'animale che si leccava i baffi sazio.
-STUPID CAT!-
Il gatto spaventato dall'urlo fuggì inseguito dal ragazzo assetato di vendetta, ma la corsa fu breve. Sbatte contro un orso nelle vicinanze che arrabbiato inseguì sia lui che il gatto.
I due corsero dal gruppo in cerca d'aiuto ma l'unico risultato che ottenero fu quello di mettere tutti nei guai.
In breve si trovarono bloccati in un vicolo cieco, alle spalle una parete rocciosa e ai lati gli alberi che bloccavano ogni via di fuga.
L'orso si trovò davanti a loro. Arrabbiato, e con della bava che calava sui denti aguzzi, li fissava minaccioso.
-BASTARDO! SPARISCI!- -Lovinito!- L'orso bramì spaventato -DAMN IT!- -Breakfast!-
Era successo tutto così velocemente che nemmeno le quattro nazioni riuscirono a capire bene quello che era successo. All'improvvviso erano apparsi Sud Italia che era inseguito da Spagna senza pantaloni, seguiti da un enorme masso di roccia che spiaccicò lo sfortunato orso, che a sua volta venne calpestato da Inghilterra inseguito da un branco di indigeni urlanti.
Qualunque fosse stato il motivo di quel... Di qualunque cosa fossa successa non aveva molta importanza. Ciò che contava veramente era la loro fame e ai loro piedi c'era un orso. Un po' spappolato, ma era ancora commestibile, giusto?
Giusto o no la fame era tanta e i quattro cucinarono l'orso e con le pelli ci fecero delle coperte con cui poter riposare la notte.





Note Autore:
Orribile, orribile, orribile, orribile grammatica per questo capitolo.
Non sono per nulla soddisfatto di come è venuto ma in qualche modo dovevo pur postarlo^^
Questa fic sta venendo abbastanza stramba, ma è una cosa voluta visto che i pg di Hetalia li vedo proprio così. Strani e divertenti, sia loro che quello che gli succede (come imbattersi  in uno squalo in un lago).
Piccola anticipazione, è molto probabile che i protagonisti del prossimo capitolo sono...
Volete saperlo o vi piace la sorpresa?
Se volete saperlo leggete sotto ù_ù
Più sotto ù_ù
Ancora di più ù_ù
Ok, la smetto u__U""
Russia e le sue sorelle ^O^
God, non so cosa combinerò con loro *in realtà sa già che fare*
Spero vi sia gradita la lettura e il mio tentativo di far qualcosa di diverso apprezzato, un saluto a tutti e un enorme ringraziamento a chiunque segue/preferisce/ricorda/resencisce/qualunque altra cosa o legge solo il titolo della fic xD
A presto ^O^

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